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Emozioni, dipendenze e Consapevolezza. Intervista a Giovanni Gnecchi a cura di Carlo Dorofatti Cenni biografici Gio Gnecchi parallelamente all’attività di educatore e animatore musicale nelle scuole, nei centri di aggregazione giovanile e nelle comunità terapeutiche, si occupa da alcuni anni di crescita personale. Si è formato come Facilitatore e Trainer di Respiro, Musicoterapista e Counselor in Programmazione NeuroLinguistica a indirizzo sistemico. Collabora con la società di formazione METAmorfosi Group e tiene corsi, seminari e laboratori sulla respirazione, il pensiero creativo e la comunicazione. Ha pubblicato il libro “La storia di un messaggio per te” (Edizioni Montag) e di prossima uscita è il saggio “Percorsi di Alchimia Personale” (Anima Edizioni) con Carlo Dorofatti ed Erica Holland co-autori. E' co-fondatore e vicepresidente dell'Accademia A.Co.S. per la quale tiene conferenze e seminari sul Respiro e sulla PNL sistemica integrata con tecniche di consapevolezza e auto-coscienza che derivano dalla sua esperienza di ricerca personale. (Accademiaacos.it - -email-) Seguendo le tue conferenze e seminari mi sono accorto che uno degli argomenti su cui poni spesso l’attenzione, sia il fatto che ci sia un forte legame tra il concetto di dipendenza, le emozioni e i comportamenti che agiamo. Ti va di approfondire questo aspetto? Partiamo col dire che noi siamo fatti di cellule, ed esse attraverso delle piccole antenne che stanno sulla loro superficie, i recettori, ricevono le sostanze, i composti e le molecole che viaggiano nel sangue per giungere nei tessuti di tutto il corpo. Quando una cellula viene “nutrita” costantemente con lo stesso tipo di chimica, vi si abitua e con essa i suoi recettori. Un dato recettore per una determinata sostanza, quando viene stimolato intensamente per molto tempo, può restringersi e cambiare la propria sensibilità, perciò la stessa quantità di sostanza provocherà una risposta molto più ridotta e ne sarà richiesto un quantitativo maggiore. Quando poi la cellula si dividerà producendone una nuova, essa avrà più recettori per quelle particolari sostanze a cui si è abituata. Da qui il concetto di memoria cellulare. Le emozioni come rientrano in questo meccanismo? Noi proviamo emozioni quando diamo particolari significati agli eventi che viviamo. I significati che diamo dipendono dalle nostre esperienze passate, che hanno contribuito, a livello neurologico, a Emozioni, dipendenze e Consapevolezza. Intervista a Giovanni Gnecchi... http://www.altrogiornale.org/news.php?item.7469.11 1 of 3 20/01/2012 11:33

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Emozioni, dipendenze e Consapevolezza. Intervista aGiovanni Gnecchi

a cura di Carlo Dorofatti

Cenni biograficiGioGnecchi parallelamenteall’attività di educatore eanimatore musicale nellescuole, nei centri diaggregazione giovanile enelle comunitàterapeutiche, si occupada alcuni anni di crescitapersonale. Si è formatocome Facilitatore eTrainer di Respiro,

Musicoterapista e Counselor in Programmazione NeuroLinguistica aindirizzo sistemico. Collabora con la società di formazioneMETAmorfosi Group e tiene corsi, seminari e laboratori sullarespirazione, il pensiero creativo e la comunicazione. Ha pubblicatoil libro “La storia di un messaggio per te” (Edizioni Montag) e diprossima uscita è il saggio “Percorsi di Alchimia Personale” (AnimaEdizioni) con Carlo Dorofatti ed Erica Holland co-autori. E'co-fondatore e vicepresidente dell'Accademia A.Co.S. per la qualetiene conferenze e seminari sul Respiro e sulla PNL sistemicaintegrata con tecniche di consapevolezza e auto-coscienza chederivano dalla sua esperienza di ricerca personale.(Accademiaacos.it - -email-)

Seguendo le tue conferenze e seminari mi sono accorto cheuno degli argomenti su cui poni spesso l’attenzione, sia ilfatto che ci sia un forte legame tra il concetto di dipendenza,le emozioni e i comportamenti che agiamo. Ti va diapprofondire questo aspetto?

Partiamo col dire che noi siamo fatti di cellule, ed esse attraversodelle piccole antenne che stanno sulla loro superficie, i recettori,ricevono le sostanze, i composti e le molecole che viaggiano nelsangue per giungere nei tessuti di tutto il corpo. Quando una cellulaviene “nutrita” costantemente con lo stesso tipo di chimica, vi siabitua e con essa i suoi recettori. Un dato recettore per unadeterminata sostanza, quando viene stimolato intensamente permolto tempo, può restringersi e cambiare la propria sensibilità,perciò la stessa quantità di sostanza provocherà una risposta moltopiù ridotta e ne sarà richiesto un quantitativo maggiore. Quando poila cellula si dividerà producendone una nuova, essa avrà piùrecettori per quelle particolari sostanze a cui si è abituata. Da qui ilconcetto di memoria cellulare.

Le emozioni come rientrano in questo meccanismo?

Noi proviamo emozioni quando diamo particolari significati aglieventi che viviamo. I significati che diamo dipendono dalle nostreesperienze passate, che hanno contribuito, a livello neurologico, a

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creare le connessioni fra i neuroni, e quindi la rete neurale che poisviluppa tutti i nostri pensieri, grazie ai quali diamo un senso a ciòche ci accade. Non vediamo mai veramente cosa accade fuori dinoi, stiamo sempre guardando il risultato dell’elaborazione che larete neurale ha formulato, lavorando sui dati che provengono dai 5sensi. A questo punto, la parte del cervello che si chiama ipotalamoassembla le sostanze chimiche generando neuro-peptidi eneurormoni, che corrispondono agli stati emotivi chesperimentiamo quotidianamente come rabbia, tristezza, gioia,entusiasmo, affetto, eccitazione. Questi peptidi vengono poiliberati, tramite l’ipofisi, nel flusso sanguigno per raggiungere lecellule. Quindi, a livello chimico non vi è differenza fra un’emozioneo una sensazione e una sostanza assunta dal corpo tramitel’alimentazione, endovena o inalata. C’è un bellissimo libro diCandace Pert “Molecole di emozioni” che descrive in maniera piùdettagliata tutto ciò.

Nella quotidianità cosa comporta questo processo?

Comporta che diventiamo dipendenti chimicamente dalle emozioniche proviamo. L’eroina e la morfina (come anche i composti chegiungono alle cellule derivanti da ciò che mangiamo) usano lostesso meccanismo dei recettori sulle cellule usato dalle sostanzechimiche emotive. Se possiamo avere una dipendenza da sostanzeoppiacee, allora possiamo anche avere una dipendenza da qualsiasineuro-peptide, cioè qualsiasi emozione. E così inconsapevoli estorditi, come “drogati” in astinenza, andiamo alla ricerca della“dose” mettendoci in situazioni che probabilmente produrranno uncerto stato emotivo, per soddisfare così i desideri biochimici dellecellule. Più ci lamentiamo, arrabbiamo, crogioliamo nella tristezza enell’autocommiserazione, e più diventiamo dipendentichimicamente dai peptidi che corrispondono a queste emozioni. Daun certo punto di vista non c’è grossa differenza fra una persona“sana” e un tossicodipendente che sta in una comunità perdisintossicarsi. Ciò che avviene a livello neurologico, cellulare, dipensiero ed emotivo sono tutti aspetti collegati, che appartengonoa un sistema, e sono specchio uno dell’altro.

Cosa si può fare perché questi aspetti funzionino in manieraarmonica? Cosa possiamo fare per liberarci dalle“dipendenze” che abbiamo?

Poiché in un sistema ogni nodo e ogni elemento è interconnesso,agendo su uno solo di questi s’influisce anche tutti gli altri. Quindi èpossibile agire a livello cognitivo, sulla mente, sui pensieri, sulleconvinzioni per generare cambiamenti a livello fisiologico. Sipossono anche utilizzare pratiche che influendo sul corpo, agiscanodi riflesso sulla mente. Oppure entrambe le cose! Sappiamo che lecellule nervose che non si attivano contemporaneamente, non sonopiù collegate, perdono la loro relazione a lungo termine: quindiogni volta che interrompiamo un pensiero che produce una chimicanel corpo, le cellule nervose che sono collegate fra loro comincianoa rompere la relazione a lungo termine e a crearne di nuove.Quando iniziamo a osservarci e a fare scelte diverse, smettendo dirispondere con una reazione automatica, allora non siamo piùpersone “addormentate” che rispondono all’ambiente esternomeccanicamente. Per esempio, porre attenzione al respiro ci portanel momento presente e quindi a disidentificarci da pensieri ereazioni automatiche.

Ciò ci dà la possibilità di fare scelte consapevoli e non basate

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necessariamente su schemi mentali e percorsi neurologici creatisinel passato, che possono portare a interpretare in manieralimitante la realtà. Pratiche come il Respiro Circolare, laBioenergetica e la Meditazione disintossicano il corpo, influisconosulla memoria cellulare generando Endorfine (la morfinanaturalmente prodotta dal cervello) e portano a una nuova luciditàmentale e capacità di gestire le emozioni e sperimentarne di nuove.Anche varie ricerche scientifiche testimoniano sempre più spessol’efficacia di tali tecniche per il ben-essere psicofisico. Grazie a unostudio del Massachusetts General Hospital ora sappiamo che 8settimane di pratica meditativa e rilassamento, per circa mezz’oraal giorno, producono cambiamenti misurabili nel cervello. Sonostate scattate foto cerebrali a diverse persone prima e dopo ilperiodo in questione e il confronto mostra come la densità dellamateria-grigia nell’ippocampo sia aumentata. Inoltre è statopossibile rilevare anche un miglioramento nella funzionedell’amigdala. Queste due regioni del cervello hanno un grandeimportanza per ciò che riguarda l’apprendimento e la memoria(ippocampo) e la gestione dell’ansia e dello stress (amigdala). Leggil'articolo intero ...

da Richard lun 16 gen 2012, 21:45 ShareThis

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