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P. Giangrisostomo Tovazzi EPISTOLARIO o sia LETTERE FAMILIARI ITALIANE, E LATINE SCRITTE A DIVERSI DA FRATE GIANGRISOSTOMO DI VOLANO SERVO DI GESÙ, E MARIA E PROFESSORE DELL'ORDINE SERAFICO DE' MINORI RIFORMATI DI SAN FRANCESCO Della Provincia Trentina di San Vigilio. VOLUME QUARTO Dal 1796 sino al 1799 IN TRENTO, MDCCXCVI. ____________________________________________________________ Appresso Santo Bernardino

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P. Giangrisostomo Tovazzi

EPISTOLARIO o sia

LETTERE FAMILIARI ITALIANE, E LATINE SCRITTE A DIVERSI

DA FRATE GIANGRISOSTOMO DI VOLANO

SERVO DI GESÙ, E MARIA E PROFESSORE DELL'ORDINE SERAFICO

DE' MINORI RIFORMATI DI SAN FRANCESCO

Della Provincia Trentina di San Vigilio.

VOLUME QUARTO

Dal 1796 sino al 1799

IN TRENTO, MDCCXCVI. ____________________________________________________________

Appresso Santo Bernardino

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1029. 1796 Al P. Massimo Tovazio da Volano Vicario in Borgo1.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Affinché sappiate, che per la Dio grazia son ancora vivo, e nell'amato mio

convento, vi notifico, che la beatificazione del nostro P. Leonardo fu celebrata nel Vaticano con solennità grandissima, e che per essa fu illuminata tutta Roma tre sere. Che in Fiorenza è stata ristampata la di lui vita composta dal P. Giuseppe Maria di Masserano vercellese, già postulatore della causa del medesimo, e divisa in due tomi, in 8°. Da una lettera di Frascati2 de' 30 luglio siamo ragguagliati, che le immagini del Crocifisso, della Madonna, e di altri Santi, situate nella città, e diocesi di Frascati3, fanno de' portentosi movimenti, come le romane. Da un'altra poi di Urbino de' 31 luglio,che in Ancona,ed altri luoghi della Marca continuano le sacre immagini le loro mozioni prodigiose. Li nostri Religiosi di s. Quirico4 hanno scritto, che sono tutti risoluti di stare immobili a qualunque urto, che potesse loro venir fatto da' francesi5. Qui si discorre di due scoperte notabilissime fatte in Roma, ed in Napoli a pro di Pio, e di Ferdinando6; ma io non le ho lette. Questo convento di s. Francesco ora serve di granaio all'armata, essendo partiti gl'infermi. Nella Fiera si fa, e si cuoce il pane per al medesima armata. Domani ritorneranno alla comunità tre de' nostri,che sono nell'infermeria, cioè il P. Agostino,il P. Vito, ed il P. Stanislao. Resterà nell'infermeria Fra Giuseppe co' soliti Crescenzio, Gaetano, Serafico, Michele, Vito, e Matteo. Vi sospiro di cuore ogni felicità, e con amor fraterno vi abbraccio. Amen. Trento, s. Bernardino 20 agosto 1796.

1030. 1796

Al P. Gioseffantonio di Cles Guardiano in Cles. R.P.

Il P. Stanislao da Nago7, cui è ritornata la febbre, mi ha dato da spedire alla P.V.R. questa lettera (di D. Antonio Longo fiemasco dimorante in Roma all'Anima) e mi ha commesso di pregarla d'avvisare il P. David da Tiarno, che tiene quanto gli ha dato il P. Albano di Trento: come pure, che in Torbole nello scorso giorno 17 ha cessato di vivere il signor don Francesco Polidoro. Da lettere di Frascati, e di Urbino de' 30 e 31 luglio siamo assicurati, che le sacre immagini della Marca, di Roma, e Frascati continuano i loro movimenti prodigiosi. Qui rapporto alla pace si spera, e si dubita. Iddio ci aiuti. La riverisco, e sono. Trento 25 agosto 1796.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1031. 1796

Al P. Bonaventura Lorengo da Caldese. Arco. Le Grazie. Rev. Padre

1 Un Tommaso Thovais nel 1494 fu uno de' principali soggetti nell'Inghilterra. Perciò rammentasi dal P. Pier-

Giuseppe d'Orleans Gesuita nell'istoria delle rivoluzioni d'Inghilterra, Lib. 6, 7 all'anno suddetto 1494. Vedi pag, 1990 (n. 1060), Thovars, città di Francia nel latino dicesi Toarcium.

2 Del P. Piergrisologo di Roveredo. 3 Per Frascati si vegga il Marchetti pag. 286. 4 In Campo Maggiore della Giudicaria orientale. 5 Michelangelo di Roveredo. 6 Pio Vi Papa, Ferdinando IV re. 7 Perugini.

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Mi riesce affatto nuova l'opinione, che nel tempo pasquale, occorrendo semidoppi fuori d'ottava, ne' nostri cori non sieno da recitarsi le quatt'Ore della Madonna, prescritte dalle nostre Costituzioni municipali, e dal nostro Cerimoniale, pag. 70, num. 536, cioè Sesta, e Nona, Vespro, e Compieta. Certamente una così fatta eccezione non ha fondamento nel detto Cerimoniale, quantunque facciane due altre coll'eccettuare i luoghi di studio, e le ottave. Non ha fondamento nel Breviario, che dà delle regole per l'officio della Madonna tempore paschali. Ed in fine non ha fondamento nella pratica, mentre non vi fu mai, di tralasciare cioè le mentovate Ore a motivo del tempo pasquale.

È prescritta la recita del Vespro, e della Compieta della Madonna dopo il Vespro del Signore, sul supposto, che la Compieta del Signore non uniscasi al di lui Vespro, e si reciti separatamente più tardo, come in fatti si recitò dappertutto ne' tempi addietro, e per la Dio grazia si recita tutt'ora qui da noi. Per altro io non ravviso alcun inconveniente, né un soverchio aggravio, nella recita di Vespro, e Compieta della Madonna dopo il Vespro, e Compieta del Signore massimamente qualora dopo la Compieta del Signore non seguano i così detti suffragi Coelorum candor etc. i quali a mio credere, più propriamente si potrebbero dire dopo le Laudi, ove queste si recitino la sera innanzi notte.

Con questo suppongo d'avere soddisfatto alle religiose ricerche della P.S. ed esortandola di perseverare sino alla morte ne' buoni sentimenti di religione, che il Signor Iddio le ha donato, mi raccomando caldamente in precibus, la riverisco di cuore, e mi dico. Trento, s. Bernardino 30 agosto 1796.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

1932. 1796

Al P. Gioseppe Antonio di Cles Guardiano di Cles. R.P.S.L.G.C.S.N.C.

Al primo quesito della P.V.R. rispondo, che il lodatomi rev. signor praticante di Livo, e Primessario festivo di Bresimo (Don Pietro Dallò)8 non avendo alcun impegno colla chiesa parrocchiale di Livo, non può recitare l'officio della di lei dedicazione, attesi li due decreti stampati al principio dell'Ordinario diocesano. Deve però celebrare la Messa della medesima dedicazione, se celebra in quella chiesa nel giorno che si solennizza (Dom. I post kal. Aug.) in vigore d'un altro decreto allegato dal nostro P. Ippolito di Folgaria nelle Rubriche volgarizzate, e dichiarate, pag. 16.

All'altro quesito poi rispondo, che il nostro buon vecchio P. Epifanio da Roncone si protesta disposto, e pronto per servire al R.mo signor arciprete di Livo (Paolo Bevilacqua Maletano)9 in quel modo migliore, che potrà, quando il Signor Iddio si degnerà di ridonarci la pace intera, e stabile, e di poter vedere rimesso questo convento, il che pare non poco lontano. Quindi sarà bene, che il prelodato R.mo signore innanzi d'intraprendere il viaggio per queste parti, un'altra volta s'informi, e si assicuri, che il detto Religioso goda la sanità, e pace necessaria. E notificandole,che ai 30 dello scorso agosto in Villa è morto quel signor Conte arciprete10, ed in Roveredo il cappellano di Santa Maria (Francesco Vittorio Weber di Cavalese ex francescano nostro) ritrovossi estremato, al riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 4 settembre 1796.

8 Questo prete non è nel Clerologio del 1793. Dunque fu ordinato prete dopo tale anno. Nel Clerologio del 1803

si dice d'anni 33, Petrus Antonius Dall'O Pranzi cooperator Thenni. 9 Che brama di fare gli esercizi spirituali. 10 Massimiliano Settimo conte di Lodrone.

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Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

Questa lettera non fu spedita, perché ai 5 sono venuti li franchi. Questi poi sono partiti ai cinque di novembre 1796 cacciati. Poi ritornati. Questa lettera perché un'altra volta richiesta fu spedita li tre del dicembre. Ma l'arciprete è morto senza venire a Trento nel marzo del 1797.

1033. 1796

A monsignor Vicario Generale di Trento. Pro Memoria11

Il Padre Gasparo da Campo Riformato di s. Francesco dimorante in Roveredo, chiede riverentemente la facoltà d'assolvere semel quattro persone dai casi riservati nella diocesi: e di dispensare una di esse ad petendum debitum coniugale. Il detto monsignore Vicario canonico Simon Albano Zambaiti li 4 settembre 1796 ha conceduto il tutto come sopra. Ma non ho potuto spedire a Roveredo il rescritto,perché ai cinque sono venuti a Trento da Roveredo i francesi col loro Generale Napoleone Buonaparte corso12, e quindi la posta non corse. Non so quando potrò spedirlo. L'ho spedito poi li 17 settembre.

1034. 1796

Alla sig. Maddalena13 di Trento cameriera della contessa Felicità Sardagna14. Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Oggidì 9 settembre, avanti le tre di sera, se il Signor Iddio non disporà altramente, il Grisostomo verrà al Palazzo per servire la vostra ill.ma signora contessa padrona, non avendo potuto venire prima per le note vicende ecc.15

Nota. Debbo andare ad ascoltare la confessione sacramentale di quella signora vedova del Conte Giuseppe Sardagna, nata Cosmi di Roveredo, ed infermiccia di apoplessia, perché il di lei confessore ordinario P.F. Diodato Bonazza di Breguzzo Cappuccino d'anni 74 sta infermo in s. Croce16. Son andato come sopra. Ho trovato la porta chiusa, che fummi aperta dal Conte Prospero figlio.

1035. 1796

Al P. Giuseppe Maria di Masserano Minore Riformato17. Roma. S. Bonaventura. Rev. Padre.

Congratulandomi con la P.V.R. per il merito immortale, che s'ha fatto col proccurare la solenne beatificazione del Venerabile Servo di Dio Padre Leonardo da Porto Maurizio, e col dare al pubblico una nuova di lui vita, che ritrovai lodata nella Gazzetta fiorentina de' 26 di luglio, le notifico, che qui pure nello scaduto giugno il detto Beato Leonardo, invocato divotamente, ha impetrato da Sua Divina Maestà una grazia, la quale parmi degna du memoria. Eccogliene un semplice racconto18.

11 Scrivesi anche Promemoria. 12 D'anni 25,altri 28, altri circa 30. 13 detta Lena. 14 Il card. Orsi nella sua storia, scrive s. Felicita, senza l'accento, appunto come dicesi comunemente. Il P.

Cuniliati nel suo Anno de' Santi scrive S. Felicità coll'accento. Il Martirologio romano volgarizzato, e stampato in Roma nel 1750 ha Felicita, tre volte, senza accento.

15 Nella diocesi di Padova si trova un luogo parrocchiale detto s. Lena, con chiesa par. di santa Elena. 16 È morto li 30 settembre 1796 di mattina. 17 Piemontese. 18 Vedi sotto num. 1040.

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Suor Giovanna Maria Gioseffa Vanzetta di Ziano fiemasca, Orsolina servente nel monistero di San Giuseppe di questa città di Trento, ha passato i tre ultimi anni degli undici, che sta nel predetto monastero, molto miserabilmente, poiché in tale triennio fu sempre molestata da male di petto, con tosse veemente, catarro marcioso, giallo, e verde, senza riposo, senza voglia di mangiare, smagrita, invalida, e debole tanto, che già preparavasi alla morte: massimamente non giovandole punto i vari, ed opportuni rimedi, che per guarirla le apprestò con sollecitudine l'eccellentissimo signor abate don Michele de' Gabrielli cappellano di Sua Altezza R.ma, e medico ordinario di quel monistero, il quale perciò giunse a crederla, e dichiararla etica.

Mosse a compassione di Lei le nostre RR.MM. Clarisse del monastero di San Michele situato nel Borgo di Santa Croce fuori delle mura di Trento, allorché la videro nell'occasione, che avendo dovuto nel giorno decimonono dello scorso maggio lasciare il detto loro monastero ai soldati infermi condotti dall'Italia, si ritirarono in quello di San Giuseppe, la esortarono, e stimolarono, che ricorresse al nostro Beato Leonardo, offerendosi di fare anch'essa per Lei una novena con delle orazioni, e comunioni. Ella pure ai quattro di giugno, giorno di sabato cominciò una novena: pigliò con gran fiducia un pezzetto dell'abito del Beato, e nella mattina dei nove, giorno di giovedì, dopo d'aver fatta la santa Comunione pregò il detto Beato con tanto fervore, che subito restò, e si sentì totalmente liberata dalla tosse, dallo sputo marcioso, e da ogni suo male: e così anche al giorno d'oggi si ritrova, mangiando, bevendo, e stando alla comunità religiosa.

Tosto che ricevette la richiesta grazia portossi dalla sua M.R.M. superiora, e si offerì ai di Lei comandi: benché poi non le fosse stato assegnato alcun officio, scopò il monastero, cavò acqua dal pozzo, aiutò nella cucina, e presentemente aiuta nella sagrestia, trovandosi nello stato di salute, in cui era innanzi, che le sopraggiungesse il male di petto.

Siccome il lodato signor medico Gabrielli per lo più quando entrava nel monastero soleva chiamare anche suor Giovanna Maria; così avendola chiamata eziandio dopo che ottenne la detta grazia, ed avendola ritrovata con giusto, ed ottimo polso, da maraviglia sorpreso la ricercò della causa di tale cangiamento, e cosa fatto avesse per conseguirlo. La Religiosa non rispose subito: ma persistendo il signor medico nell'interrogazione, finalmente gli manifestò il tutto, come sopra. Egli mostrò di crederle interamente, e di non dubitare del miracolo: protestossi disposto, e pronto a testificarlo in forma comprovante: e dimandò per sé una Reliquia, ed immagine del Beato.

Suppongo, che questo possa bastare alla P.V.R., ma se volesse qualche cosa di più, mi avvisi, che proccurerò di servirla. Frattanto, attese le occorrenti straordinarie turbolenze, e vicende delle poste, la prego, che per mio regolamento voglia farmi cenno d'avere ricevuto questa mia, e riverendola resto. Trento. San Bernardino 4 settembre 1796.

Di V.P.R. Um.mo, div.mo, obb.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano Vicario de' Minori Riformati.

Nota. Mi riservo di spedire la presente quando il Signor Iddio ci ridonerà la pace, per mancanza della quale non ho potuto ancora parlare del suddetto medico. Al mentovato P. di Masserano ho scritto un'altra volta per ringraziarlo d'un favore fattomi, come sopra To. 3, epist. 905 ad an. 1794.

1036. 1796

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Al P. Gasparo da Campo. Roveredo. S. Rocco19. R.P.S.L.G.C.

Sperando, che ora, od in breve, le poste ripiglino il loro corso, almeno fino costà, scrivo questo, ed inchiudo in esso il rescritto20 richiesto da S.P. in ordine al suo impegno sacro di confessore. Desidero, che le arrivi presto, e franco; e raccomandandomi in precibus, le aggiungo ad abundantiam, et casu quo etc. che ai nove del corrente in Pergine ha cessato di vivere il nostro seniore P. Luigi Bertolini di Pergine, in età dì anni 81, e la riverisco. Trento s. Bernardino 14 settembre 1796.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1037. 1796 Alla M. Giacinta Maria Tabarelli Clarissa. Trento.

Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Oggidì la signora contessa Costanza Tabarelli mi ha fatto sapere, ch'è andata in

paradiso la signora Capitania Schertz, nata Tabarelli, e sorella amatissima di V.R.21 Perciò subito feci risoluzione i celebrare per essa nella prossima domenica la mia Messa. Dopo ricevetti l'ambasciata di F. Placido da Melombardo sullo stesso soggetto: e quindi nell'atto, che mi chiamo a parte del dolore di V.R. l'assicuro, che celebrerò la detta Messa, posponendo in ciò il fu nostro P. Luigi da Pergine, e che in oltre proccurerò di suffragare la sua signora sorella con altre orazioni. Si consoli V.R. che la signora è morta in pace, in età molto avanzata, e col contento di lasciare dopo di sé il lodevolissimo suo signor figlio Colonnello Giuseppe Schertz22. Non so quando potrò venire a S. Giuseppe: bensì spero, che presto, cioè avanti l'inverno potranno ritornare a s. Michele23. Iddio ci usi misericordia. Non ho ancora potuto parlare col signor medico Gabrielli. Vorrei, che facesse l'attestato promesso rapporto a suor Giovanna Vanzetta, che suppongo tuttavia sana. Le sospiro la benedizione di Gesù, e Maria, unitamente alla M. Aloisia Winklerin. Amen. S. Bernardino 16 settembre 1796.

1038. 1796

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli Clarissa. Trento. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

L'assicuro, che ho già celebrato la Messa, e fatti continui mementi, e che ne farò ancora per la defunta sua signora sorella. Compatisca la mancanza del signor parroco (Giandomenico Marzari piovano di s. Marai Maggiore, che ricusò di andare a darle l'Olio Santo per esser notte)24 attesa l'ora, e le circostanze del tempo (guerresco) e pensi, che così abbia destinato il Signor Iddio. Deponga poi ogni pensiero circa il regalarmi con divozionali, perché non ne voglio punto, massimamente non potendo al giorno d'oggi far uso di quella, che tengo. In vece di esse continui a diportarsi bene, e proccuri di essere la più buona Religiosa della sua santa Compagnia, mentre così godrò anch'io, mercé la fratellanza, che tra di noi passa. Questa si manifesta eziandio nella circostanza della festa di domani, poiché siccome noi abbiamo passata la festa del nostro titolare san

19 Fatto Guardiamo di Borgo nel 1797. 20 Portato sopra num. 1033. 21 Morì nella mattina de' 16 settembre 1796, e fu seppellita nella mattina de' 17 a s. Francesco. Abitò nella

Contrada di s. Benedetto, rimpetto a Contrada Oriola. 22 Questi è morto nel principio del 1801 a Semelino, oppure nell'Ungheria.. 23 Non hanno potuto ritornarvi: né pure in tutto il 1797, né 1798. 24 Morì assistita soltanto da due serve.

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Bernardino fuori del nostro convento; così anche le RR. LL. dovranno fare fuori del loro monistero quella di san Michele loro titolare; la faranno però, assai meglio, o sia molto meno malamente di quello, che abbiamo fatto noi, perché sono in un altro santo monistero. Io le raccomanderò di tutto cuore al Signor Iddio, ed a S. Michele, e loro chiederò, che sieno preservate da ulteriori mali, la pazienza ne' presenti, e di poter presto ritornare a san Michele25. Avrò speciale memoria anche delle Arcangele (Filippi e Lunelli). Non le dico di non voler venire al monistero, bensì che ora non so risolvermi. Io suppongo, che le cose non dureranno molto nel presente sistema: e voglio sperare qualche respiro. Già conviene star sodi ai posti, ne' quali ci ha messi Sua Divina Maestà. Offeriamoci continuamente ai di Lei santi, e giusti voleri, e confidiamo, che non cesserà mai di farci da Padre amoroso anche flagellandoci. Finisco in un colla carta augurando a Lei, ed alla M. Aloisia la più grande benedizione di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 28s settembre 1796.

1039. 1796

Al P. Pietro Paolo di Roncegno Guardiano. Arco. Le Grazie. R.P.P.C.

Alla sua penultima datata 12 agosto rispondo, che la ho ricevuta solamente ai 15 dello scaduto settembre: e che io non ho alcun mezzo per far venire dall'Italia le vite desiderate (del P. Leonardo, e del Ven. Labre) non potendo avere commercio per quelle parti neppure i mercatanti. All'ultima poi pervenutami oggidì le replico quanto le ho scritto nel luglio d'ordine del P. Provinciale, cioè che le scriverà esso quando il Signor Iddio ci donerà di poter solennizzare la beatificazione del nostro P. Leonardo: e le aggiungo, che conviene aspettare la venuta dell'Indulgenza plenaria, la quale suole concedersi per tal funzione26; come pure la venuta delle immagini, e de' compendi della vita. Queste cose non potranno venire finché non sarà venuta la santa pace,la quale sembra molto lontana. Senza di questa non si possono fare le sacre funzioni colla consueta solennità. Quindi noi dai cinque di settembre in qua facciamo pochissimo uso delle nostre campane, e sempre le suoniamo a rito semidoppio anche ne' giorni di prima classe. Non diamo mai botti neppure per le Messe, e per l'Indulgenza vespertina. Andiamo al Mattutino alle quattro di mattina senza suonarlo. L'Avemmaria suonasi alle cinque, e mezza, e serve di segno per la Messa prima. Nella festa del P.S. Francesco abbiamo cantato i Vespri senza cotte, la Messa senza Leviti, e pranzato senza ospiti. Non abbiamo potuto fare la cerca della lana: e temiamo anche rapporto a quella del vino, e delle altre cose. Tutti temono come vicinissima la carestia, perché sono stati, e sono ancora molti li consumatori, ed è intercetto il commercio coi paesi esteri27. Egli è dunque più che chiaro, non esse ora tempo di fare solennità strepitose, e dispendiose. Iddio ci abbia misericordia, ed il Beato accetti la buona volontà. a riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 7 ottobre 1796.

Suo F. Grisostomo.

25 Ne' primi di ottobre d'ordine del magistrato furono disfatte le celle superiori di s. Michele per porre li soldati

infermi in quel monastero. Così pure le inferiori. Le sedie del coro furono portate a s. Trinità in deposito. Fu pur disfatto il refettorio, il coro ecc.

26 F. Tommaso ha scritto da Roma 21 settembre che il P. postulatore non ha ancora ottenuta l'Indulgenza pel triduo: e che là dai nostri non fu ancora celebrato. Capitò la lettera da Verona in Trento li 16 ottobre. Ha scritto pure nell'ottobre che là il triduo si farà li 25-27 novembre di quest'anno 1797.

27 Le ova si vendono due carentani l'uno. Il butiro 24 e più car. la libbra. C'è una grandissima mortalità de' buoi,. Il butiro ai 12 fu venduto 30 car. la libbra in Trento. L'olio dassi a misura scarsa. Così pure il sale. La carne è poca, e trista.

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P.S. Del P. Simon Pietro da Verla sappiamo solamente, che agli 8 di settembre non era ancora ritornato a Borgo da Tesino, dove erasi portato a trovare il P. Accursio da Preghena. Il P. Borgia da Riva28, ed il P. Gaudenzo da Trento sono partiti da qui per l'Ausugio nella sera de' 14 d'agosto. Il P. David da Tiarno è arenato in Cles sino dal maggio.

1040. 1796

A Chiunque. Trento 13 ottobre 1796.

Suor Giovanna aria Gioseffa Vanzetta di Ziano fiemasca, Orsolina servente nel monastero di San Gioseppe in Trento, ritrovandosi da tre anni con male di petto, accompagnato da tosse veemente, catarro marcioso, giallo, e verde, senza riposo, senza appetito, smagrita, invalida, e debole tanto, che già preparavasi alla morte, massimamente non giovandole punto i rimedi prescritti dal medico, che la tenne per etica, nel giorno nono di giugno dell'anno corrente 179629, dopo d'aver fatta la santa Comunione pregò il Beato Leonardo da Porto Maurizio con tanto fervore, che subito restò, e si sentì totalmente liberata dalla tosse, dallo sputo marcioso, e da ogni suo male; e quindi ripigliò i ministeri faticosi del monastero, ne? quali trovasi occupata eziandio al giorno d'oggi.

Nota. Io penso di attaccare alla vita stampata del B. Leonardo questa breve memoria, perché non perisca, e servir possa ad altri per fare ulteriori ricerche. Vedi sotto num. 1069.

1041. 1796

Al Consiglio di Trento30. Ill.mi signori signori, padroni graziosissimi.

Le povere ex monache Clarisse de' due monasteri soppressi di San Carlo in Roveredo, e di Sant'Anna in Borgo di Valsugana, ora dimoranti in case secolari di Trento, Roveredo, e Borgo, espongono riverentemente alle signorie vostre ill.me, che nell'ultimo giorno di questo mese d'ottobre terminerà un quartale della pensione annua loro assegnata dalla maestà imperiale-regia. Poi giacché più non possono avere accesso all'imperiale-regio Governo d'Insprugg, come in addietro, supplicano umilmente le signorie vostre ill.me, per il quartale predetto, e per gli altri di seguito. Che della Grazia ecc.31

Al di fuori. Agl'ill.mi signori Li Consiglieri della camera di Trento.

Per Le Ex-monache Clarisse

di Roveredo, e Borgo. Nota. Così ho scritto li 17 ottobre 1796 in san Bernardino fuori di Trento. Ho scritto

Consiglieri della Camera di Trento, perché ho letto un editto del Consiglio di Trento

28 Il P. Borgia è andato a Feltre col P. Celestino. Il P. Gaudenzio a Cavalese. 29 Così mi fu supposto. 30 Il Consiglio amministrativo di Trento ai 14 gennaio 1797. 31 Questo memoriale non fu presentato, perché li francesi furono cacciati, e partirono da Trento ai cinque di

novembre 1796, e così restò aperta la strada verso Insprugg, sebbene fu risposto nel nov. che in Insprugg non è più la Cassa di Religione.

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dato li 17 settembre 1796 a favore della Camera di Trento, valendo, che le vengano pagate le solite contribuzioni.32 Li cinque Consiglieri aulici lasciati dal vescovo principe quando è fuggito, furono confermati dal Generale francese Napoleone Buonaparte ai sei di settembre: ma li quattro posteriori Festi, Ippoliti, Leporini, e Prati avendo fatto de' decreti disgustosi al Podestà Cheluzzi, ed al magistrato consolare, furono deposti d'ordine del predettoGenerale, e subito condotti a lui a Milano nel giorno terzo di ottobre 1796, e contemporaneamente vennero creati consiglieri cinque altri, cioè il barone Gaud. Antonio Gaudenti, ed Ambrosio Schreck trentini, Stefano Bertolini di Pergine, Perottoni di Roveredo, Dordi da Borgo. Il vice cancelliere Conte Filippo Consolati non avendo aderito ai suoi colleghi restò riconfermato. Ma partiti li francesi furono fatti altri consiglieri, con un altro cancelliere Alberti33.

1042. 1796

Al P. Massimo di Volano Vicario in Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello.

Con piacere vi trascrivo, e mando un articolo molto interessante del Giornale ecclesiastico di Roma foglio num. XL degli 8 ottobre 1796, pag. 16034. Egli è concepito in queste precise parole: "Notizia ecclesiastica da Salisburgo. Ecco un fatto che quanto consolerà i buoni, altrettanto affliggerà i cattivi. E noi appunto lo riferiamo, primieramente perché fa grand'onore a Sua Altezza R.ma monsig. arcivescovo principe di Salisburgo dei principi Colloredo, più illustre ancora per il fatto, che per la sua gran nascita, e per la gran sede che occupa. Sua Alt. R.ma invitò alla sua conversazione della sera molti canonici della metropolitana, molti signori della primaria nobiltà, e molti professori di quella sua università, cosicché si formò in quella sera un'adunanza molto rispettabile ed anche straordinaria. Nel più bello della conversazione monsig. arcivescovo si alzò per andare in una camera contigua, nella quale teneva preparato il famoso dannato sinodo di Pistoia; presolo in mano tornò con esso alla camera della conversazione, alla quale con eroico coraggio parlò in questi accenti: «Signori, l'uomo facilmente si riscalda. Io ho creduto finora che il sinodo di Pistoia fosse stato ingiustamente condannato dalla S. Sede Romana. Ora che la voce universale della Chiesa mi parla al contrario coll'autorità della Bolla dogmatica: Auctorem Fidei35, io me ne ritratto interamente: venero con tutto l'assenso dell'intelletto e del cuore questa Bolla, ed in questo momento mi dispongo ad abbruciare il sinodo di Pistoia, e allontanarmi da quelli che lo difendono». Dette queste parole Sua Altezza fece passare tutta la conversazione nell'altra camera, dove soleva tenere il sinodo, ivi fece tosto preparare il fuoco, e colle proprie mani lo diede alle fiamme. Tutta quell'adunanza ne provò la più grande consolazione, né finiva mai di ammirare, come ammiriamo anche noi, e tutti ammireranno l'eroica fortezza di quel prelato principe sovrano, per un atto che renderà immortale la di lui gloria. La nuova lietissima penetrò immantinente per tutti gli angoli della città, e quindi per tutte le terre di Salisburgo, e tutti (tranne quei pochi che infetti sono di Giansenismo, luteranismo ecc.) ne provarono un indicibil contento, come lo proverà ogni buon cattolico, dicendo perciò insieme con noi: Gloria in excelsis Deo, et

32 Anche in Bologna ora v'ha la Stamperia Camerale. 33 Il Noccher di Borgo, il Marcabruno di Arco, e l'Haimb di Roveredo eletti consiglieri subito dopo la

rimozione de' quattro, non accettarono l'impegno. 34 Questo foglio fummi comunicato li 23 ottobre 1796 dal sig. Felice Buoninsegna officiale della Posta di

Trento. 35 Data Romae apud s.Mariam Maiorem anno 1794 1uinto cal. septembris pontifcatus an. 20. Publicata Romae

31 augusti. Ristampata Tridenti 1794 nel novembre.

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in terra pax hominibus bonae voluntatis". Fin qui 'l lodato Giornale cui aggiungo, che l'arcivescovo si chiama Girolamo Conte di Colloredo, nato in Vienna li 31 maggio 173236, preposito di s. Maurizio in Augusta, eletto arcivescovo e principe di Salisburgo, primate della Germania, e Legato nato della Santa Sede, li 14 marzo 1772. Aggiungo, che qui a Trento prima d'ora non si ha sentito il fatto da lui nella sera de' 29 di settembre dell'anno scorso 1795. Che in tal anno 1795 non puossi creder errore di stampa, poiché se il caso fosse succeduto nell'anno corrente 1796, non avrebbe potuto esser inserito nel Foglio stampato in Roma gli otto d'ottobre 1796, mentre la notizia partì da Salisburgo dopo che fu divulgata per tutte le terre del Salisburghese, e perciò soltanto dopo i primi giorni d'ottobre, ai quali conviene aggiugnere parecchi giorni di viaggio da Salisburgo a Roma, ed altri per esaminarla in Roma. Finalmente avviso, che il detto fatto è succeduto nella vigilia della festa noamstica del menzionato arcivescovo, e che forse non fu divolgato fuori del Salisburghese, perché la Bolla piana fu proibita in una gran parte della Germania. Io spero, che la conversione del predetto arcivescovo gioverà eziandio ad altri; e con fraterno affetto vi saluto. Trento, s. Bernardino 23 ottobre 1796.

1043. 1796

Al medesimo più brevemente. Roma 8 ottobre 1796.

Abbiamo da più parti, e da mani sicurissime, che Sua Alt. R.ma monsignor Girolamo Colloredo arcivescovo, e principe sovrano di Salisburgo li 29 di settembre dell'anno scorso 1795 alla presenza di molti canonici, nobili, e professori della sua università, invitati apposta, ritrattò il suo sentimento, che il famoso sinodo di Pistoia fosse stato ingiustamente condannato dalla Santa Sede romana: protestò di voler venerare con tutto l'assenso dell'intelletto, e del cuore la Bolla dogmatica condannatrice, che comincia: Auctorem fidei, di voler allontanarsi a quelli che difendono il detto sinodo; e colle sue proprie mani lo diede subito alle fiamme. Questo fatto eroico penetrò immantinente per tutti gli angoli della città, e quindi per tutte le terre di Salisburgo.

1044. 1796

Al sig. Felice Antonio Buoninsegni officiale della posta di Trento. M.I.S.

Gli rimando, e ristituisco il suo foglio romano37, protestandogli, ch'eziandio per esso me gli confesso tenutissimo, avendomi recato una notizia cotanto gradevole, ed interessante. Gli aggiungo poi, che ora credo non esservi errore di stampa nell'anno 1795, e che il fatto salisburghese sia veramente accaduto nel detto anno 1795. Lo ringrazio un'altra volta, e lo riverisco divotamente. S. Bernardino 24 ottobre '96.

Senza soscrizione.

1045. 1796 Alla M. Giacinta Maria Tabarelli Clarissa. Trento. S. Giuseppe.

Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi si aiutino.

36 Figlio del quondam Rodolfo principe di Colloredo vice cancelliere dell'impero. 37 Deve mandarlo a Lubiana; ma ora non può, perché la posta non corre. Il signor Felice finì di servire alla posta

li 22 aprile 1799 avendo chiesta. ed ottenuta una pensione di fiorini 57,30. Non potevasi accomodare al sig. controlore bolzanese. Il medesimo sig.Felice si scrive Buoninsegni, e così si fa stampare, essendo collettore del lotto di Bolzano. Nel 1804 bonis cessit.

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Parmi di sentire continuamente più voci, che si lamentino di me, perché sto da loro lontano, e tanto tempo. È egli vero, che sienvi tali voci! Chiedo scusa. Le compassiono nell'interno, ed anche coll'esterno parlando con molti Regolari, e secolari: ma non posso fare di più. Se anche venissi alle sacre grate non saprei come consolarle, se non se con dir loro Pazienza, il Signor Iddio vuole, o permette così. Altre loro simili stanno peggio, nominatamente le roveretane38. Si rassegnino dunque alle divine disposizioni: si offeriscano di nuovo alle medesime, e procurino di edificare il mondo colla pazienza. Il caso non è disperato: si può ancora sperare, che ritornerà qualche poco di sereno. Preghiamo il Signor Iddio,che ce lo doni, e preghiamolo con fiducia, giacché sappiamo, ch'è nostro Padre amorosissimo. Ai motivi, che le ho accennato in un'altra, per non venire al monastero, s'è aggiunto, che ogni giorno, ed ogni ora temo qualche novità spaventosa, giacché ogni giorno sento dire, che sta per succedere,e che già trovasi vicina. Finora tali predizioni sono state false: ma può essere, che un dì si verifichino39. Replico pertanto, che le compassiono, e mi chiamo a parte de' loro disastri: e le benedico tutte coi ss. nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 29 ottobre 1796.

1046. 1796

Alla M. Gioseffa Aloisia Wincklerin Clarissa. Trento. S. Giuseppe. Quanto ho scritto in questo stesso punto alla M. Giacinta, l'ho scritto anche per

V.R. Le aggiungo qui soltanto, che nella prossima domenica dopo quella di domani, io celebrerò,ed applicherò per Lei, e per li di Lei morti la mia Messa. Mi compatisca, se in quest'anno sono stato più negligente del solito, attesoché tal anno è stato anche per me straordinariamente doloroso, s travolto. Le raccomando di non lasciarsi superare da veruna nella pazienza, e rassegnazione. Si consoli, che Poi andremo in paradiso40. Così vuole il Signor Iddio:così sia. Le raccomando altresì di fare tutto quel bene,che può specialmente alla Madre Maria Arcangela Filippi di Scanna, e di riverirla da parte mia. Non le dico questo perché tal Madre si abbia punto lamentata di Lei; ma perché ho inteso, che vorrebbe parlarmi: ed io non so risolvermi a venire. Le benedico ambedue coi ss. nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 29 ottobre 179641.

1047. 1796

Al sig. Anonimo degli Anonimi. Trento. Ill.mo sig. sig. padrone colendissimo.

Mantengo la parola, che questa mattina ho dato a V.S.Ill.ma, madandole intero quel testo, che in proposito delle sollevazioni popolari contra le milizie regolate le ho allegato. Le replico dunque, che il celebre ollandese Gerardo di Roo Lib. 10 Historiae austriacae, pag. 361 della prima, bella, e rara edizione d'Insprugg del 1592 in foglio, scrive così: "Est quidem non contemnenda civium vis, pro aris ac focis depugnantium, sed ea post primum impetum facile elanguescit, dum quilibet privatae suae rei, quam publicae, curam potiorem habet: Contra extraneus miles, praeter vitam, illic quod amittat non habet, et in victoria praedam esse videns, et ab animo, ed ab armorum usu paratior rem gerit". Per questo, e per gli altri motivi, che le ho addotto, tra' quali l'esito funesto,ed infelice delle recenti già note sollevazioni de' Lugani (1796), e de' nostri

38 Così le salesiane, e Teresine andate nell'Ausugio Inferiore. 39 Si sono verificate li quattro di novembre 1796 quando fuvvi una spaventosa battaglia in Busdivella e

Pedecastello presso Trento: ed ai cinque quando sono scappati li francesi, e ritornati li tedeschi. 40 Qui accenno al mio cantico del paradiso già noto alla monaca. 41 Spedita 4 novembre di mattina, un poco avanti la battaglia di Busdivella tra tedeschi, e francesi, per la quale

molte palle de' tedeschi entrarono nell'orto, nelle camere, ed in altri luoghi del monastero di s. Giuseppe.

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Giudicariesi, protesto anche in scriptis, che io non approvo le dette sollevazioni: e senza più facendole un profondo rispettoso inchino mi dico. Di s. Bernardino 3 novembre 1796.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano.

Epistola holographa, cioè scritta di propria mano dall'autore. Calep. verbo Holographus ex s. Hieronymo. Item ex Ambrosio et Sidonio apud Do. Macrum.

1048. 1796

Al P. Sisinnio Maria da Sanzeno Guardiano di Campo. R.P.P.C.

Prego la P.S.R. che incontrandosi col signor sindaco della magnifica Comunità di Lomaso, voglia ragguagliarlo, ed assicurarlo, che ora dopo tanta vacanza cagionata dai disturbi guerreschi, ho riassunto il mio lavoro intorno alle carte della lodata Comunità, con premura di terminarla42. Spiacemi però, che stento molto a proseguirlo, perché tali carte sono troppo malconce. Onde con difficoltà grande si lasciano leggere di giorno, e molto più di notte. Per motivo di esse ho ricusato altri impegni simili, e se vorrammesene addossare altri, parimente li rifiuterò, quando non sieno indispensabili, e brevi. Con questo pretendo di mostrare il mio rispetto alla predetta Comunità; e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 15 novembre 179643.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano.

1049. 1796

Alla M. Giacinta Maria Tabarelli Clarissa. Trento. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Ha fatto bene S.R. prevenendo la mia risposta coll'insinuare alla R.M. Carlina Battisti (di Roveredo Orsolina) che io avrei potuto difficilmente servirla ne' suoi bisogni spirituali44. Onde le dico di lancio, che non posso e per gli altri miei indispensabili impegni, e per le turbolenze guerresche, e per la difficoltà nel trovare compagni, che si contentino di aspettare molto tempo nella strada, o oziosamente incantonati, ed al freddo, e poi perché son sicuro di non essere un maestro di spirito migliore, e più capace degli altri, che ha sentito finora. Le dica dunque da parte mia, che si sforzi d'essere ubbidiente al suo Padre spirituale, mentre così ognuno le servirà, ed Ella godrà la santa pace. Io non uscirei mai di convento, se potessi fare di meno. Per questo stento ad uscire anche per andare ad ascoltare le confessioni d'alcune mie penitenti, che stanno in città inferme. Sa poi V.R. quanto sono negligente nel venire al suo,sacro albergo. La mia volontà di venire non è buona, perché si mostra troppo fiacca nel superare le difficoltà, che se le attraversano. Può essere però, che un d' la metta in esecuzione avanti la metà del prossimo dicembre45. Sono persuasissimo, che le RR. LL. patiscano molto e nel materiale, e nello spirituale: e quindi spesso mi ricordo, e parlo di loro; ma come le

42 Ho scritto il num. 151 ed ultimo li 10 aprile 1797, mentre tuonavano i cannoni francesi, e tedeschi, ritornando questi a Trento, e partendo quelli.

43 Spedita li 17. 44 Questa monaca è scrupolosa tanto, che suppone di peccare mortalmente in ogni sua minima operazione. Ha

consultato molti, anche de' nostri Riformati; ma sempre in vano. 45 In tal tempo mi ha rattenuto il freddo eccessivo.

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ho scritto altre volte, non ho il modo per sollevarle. Anch'io sono angustiato, e tribolato, essendo eziandio divenuto più vecchio assai, cosicché posso temere di presto arrivare al fine de' miei giorni. Andrei volentieri in Paradiso sul gran carro dell'infinita misericordia di Dio, ma vorrei, che il tempo fosse sereno. Sia sempre fatta la divina volontà. La prego,se giudica bene, de' miei rispetti alle M.RR.MM. Badessa, e Vicaria, e la benedico insieme colla M. Gioseff'Aloisia da parte di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 25 novembre 1796.

P.S. Vorrei, che venendo nel venerabile monastero l'eccl.mo sig. medico Gabrielli lo pregasse del promesso attestato rapporto alla guarigione di suor Giovanna Vanzetta. Oggidì abbiamo ricevuto in convento quartierato un capitano ungaro ferito, con 4 soldati servitori e tre cavalli. NB. Poi sono venuti degli altri. È partito scampando per Bolzano li 24 gennaio 1797.

1050. 1796

Al P. Tommaso de Gara da Tiarno. Arco. Le Grazie. L.I.C. Rev. Padre.

Gli strepiti, disturbi,e timori guerreschi, uniti alle mie indispensabili occupazioni, mi hanno fatto procrastinare, e differire tanto il rispondere ai due quesiti, che per altri46 mi ha proposto V.P. Ora dunque al primo,il quale dice, che quando si dà sepoltura di sera, in un luogo si canta un Notturno colle Laudi: in un altro un Notturno senza le Laudi; ed altrove il Vespro de' morti. Quale di queste tre usanze sia lodevole, e secondo la rubrica? rispondo, essere prescritto dal Rituale romano sotto il titolo de Exequiis, che deposto il cataletto nel mezzo della chiesa, statim, nisi quid impediat, ut infra monebitur, dicatur officium mortuorum, cum tribus Nocturnis, et Laudibus, ut infra ponitur, incominciandolo coll'invitatorio Regem, cui omnia vivunt. Poi: Si vero ob rationabilem causam, videlicet ob temporis angustiam, vel aliorum funerum instanem necesitatem, praedictum officium mortuorum cum tribus Nocturnis, et Laudibus dici non potest, dicatur saltem primum Nocturnum cum Laudibus, maxime ubi eiusmodi viget consuetudo. Finalmente avvisasi, che si necessitas, ut unum Nocturnum cum Laudibus dici non possit, aliae praedictae preces, et suffragia numquam omittantur, cioè l'orazione Non intres in iudicium, con quello che segue. Il P. Cavalieri To. 3, decr. 16, num. 2, non si dilunga dal menzionato Rituale. Io dunque asserisco, che le tre proposte usanze non sono secondo le riferite rubriche, giacché queste nulla dicono del Vespro, e rapporto all'ommissione de' Notturni colle Laudi esigono temporis angustiam, vel aliam urgentem necessitatem, le quali cause non sono espresse nel quesito. Credo però, che le dette rubriche non obblighino sul riflesso, che non sono praticate universalmente, e che non trovo alcun decreto apostolico, il quale condanni così fatta inosservanza. Nel citato Rituale ibidem, v'ha eziandio quest'altra rubrica: Missa vero, si hora feurit congruens, ritu pro defunctis, ut in die obitus praesente corpore non omittatur, nisi obstet magna diei solemnitatas, au aliqua necessitas, aliter suadeat, et post Missam fiat ut supra. La quale rubrica fu rinnovata, ed ampliata dalla Sacra Congregazione de' Riti col decreto de' 2 settembre 1741 in Aquensi, che concede di potersi celebrare la detta Messa anche ne' lunedì delle ottave di pasqua, e Pentecoste, quantunque doppi di prima classe. Ad ogni modo non tutti la osservano, e niuno inosservante viene riperso, o condannato. Dunque ecc.

46 Cioè per una persona riguardevole, da cui non può scansarsi, come scrive lo stesso P. Tommaso.

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All'altro quesito formato in questo modo: Quando si canta Messa solenne si dà la Pace collo stromento e si va giù per la chiesa, porgendolo a chi offerisce particolarmente quando la limosina di chi bacia resta del celebrante. Quid de iure? rispondo in primo luogo, che io suppongo parlarsi qui certamente non già di quella Pace, che dassi dopo l'Agnus Dei, ed avanti la Comunione; ma di quella, che si dà dopo l'offertorio. Poi dico, che il Messale romano parla della prima in Ritu celebrandi Missam tit. 10, num. 3 et 8, e che non mai fa menzione della seconda. Onde né pure i rubricisti Gavanto, Merato, e Cavalieri trattano di essa. Bensì lo stimatissimo canonista Prospero Fagnano47, il quale To. 4, in I part. tertii libri Decretal. tit. de his, quae fiunt a Praelatis Cap. Pastoralis num. 40, scrive, che in vigore d'un decreto della Sacra Congregazione del Concilio, Parochi diebus festis solemnibus, vel non solemnibus possunt post offertorium medio altaris vertere se ad populum, et invitando ad oblationes, manipulum, vel aliud offerentibus praebere deosculandum: e poi num. 41,che per una dichiarazione pontificia, parochi stante consuetudine in diebus festivis possunt post offertorium invitare populum ad oblationes dando singulis Pacem, et ad recipiendum mulierum oblationes recedere ab altari, et ad infimum locum ecclesiae, ubi mulieres manent seiunctae a maribus, accedere. Con questo mi lusingo d'avere soddisfatto almeno in parte alle ricerche propostemi; e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 29 novembre 1796.

Di V.P. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano

1051. 1796

Al P. Gioseppe Antonio di Cles Guardiano a Cles. S. Antonio. R.P.S.L.G.C.

Negli anni addietro io non mi sono curato punto di raccorre notizie intorno alla persona, alla qualità, alla scienza, ed alla religione del famoso abate Tosini: anzi né pure di registrare le di lui scritture, atteso che non ho giammai creduto, come né anche oggidì credo, che aver possa luogo tra gli scrittori tirolesi, rapporto a' quali posso dire di aver fatto qualche fatica. Ora dunque soltanto per servire alla O.S.R., malgrado il freddo, che infierisce, sono andato a questa nostra biblioteca, ed ho imparato, che di lui non parla l'Istoria letteraria d'Italia del P. Francescantonio Zaccaria48. L'ho però ritrovato inserito in più cataloghi di libri. Nel Paroniano di Trento stampato nel 1756, pag. 281 v'ha: Tosini (abate) La libertà dell'Italia, dimostrata a' suoi principi e popoli, in 8° To. 2, Amsterdam 1720. Nell'altro Paroniano del 1763, pag. 386, Tossini abbate, La Libertà dell'Italia dimostrata a' suoi principi, e popoli, in 8°, To. 2, Amsterdam 172049. Nel Remondiniano Veneto del 1772, pag. CCLXXII, Tosini abate... La libertà dell'Italia, dimostrata a' suoi principi, e popoli, 12°, To. 2 Amsterdam 1718 (sic). Detto Istoria, e sentimento sopra il Giansenismo, 12° To. 3 1717. In quello di Antonio Zatta veneto del 1791, pag. CCXCIII, Tosini abate, La Libertà d'Italia dimostrata ai suoi principi, e popoli, 12° Vol. 2 senza l'anno. Detto Istoria, e sentimento sopra il giansenismo, 12°, vol. 3, 1717. Finalmente nell'indice romano de' libri proibiti stampato in Roma l'anno 1752, pag. 262, La Libertà dell'Italia dimostrata a suoi principi, e popoli dall'abate

47 Edit. Colon. Agrip. 1681. Fiorì nel 1657. La di lui patria fu la città Sancti Angeli in vado ad Metaurum,

siccome confessa egli stesso To. 3, in 2. Decretal. Cap. Cum contingat num. 42. 48 La quale comincia l'anno 1748 e tira sino all'anno 1755. 49 In quello di Giuseppe Rossi Veneto del 1791, pag. 64, Libertà d'Italia dimostrata a' suoi principi, e popoli,

To. 2, Amsterdam 1718, in 12°, pro L. 14.

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Tosini bolognese. Amsterdam 1719. Decr. S.C.Ind. 4 dec. 1725, e nell'altro parimente stampato in Roma l'anno 1761, pag. 292, Tosini abbate. La libertà dell'Italia dimostrata a' suoi prencipi, e popoli. Decr. 4 dec. 1725. Storia, e sentimento sopra il giansenismo. Decr. 4 iulii 1728. Lascio a S.P.R. l'inferire la religione del Tosini, dall'essere stampato in Amsterdam libri proibiti dalla Santa Sede; e finisco in un colla carta, raccomandandomi, e riverendola. Trento, s. Bernardino 7 dicembre 1796.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

P.S. Li nove alle 3 di matitina è morto il sig. abate Giuseppe Carpentario rettore del seminario vescovile, malgrado l'assistenza del nostro infermiero F. Abbondanzio da Sacco.

1052. 1796

Al P. Massimo da Volano Vicario in Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Ieridì ho ricevuto il sacchetto con entro le accennate quatto bellissime corde di biscotti. Il Padre Provinciale vi ringrazia delle due, che gli avete destinato, e si esibisce ai vostri bisogni. Io vi ringrazio delle altre due, e vi assicuro, che con prima occasione opportuna vi rimanderò il sacchetto, cui ho attaccato un viglietto50. Trento è pieno di soldatesche. Noi abbiamo un capitano ungaro ferito Andrea Nagy di Presburgo, con 4 soldati, e 3 cavalli. Ne abbiamo avuto anche di più, e stiamo sempre in timore, che vengano altri. Il freddo essendo eccessivo, ci molesta, e ci fa temere di non aver legne abbastanza, sebbene abbiamo finora proccurato di risparmiarle, Trento è pur pieno d'infermi cittadini, de' quali non pochi muoiono alle preste. Ai nove di mattina, giorno decimo della sua infermità petecchiale. ha cessato di vivere il signor don Giuseppe Carpentario rettore del seminario, assistito ne' tre ultimi giorni dal nostro F. Abbondanzio di Sacco. Il nostro P. Regalato ritornato ieridì da Calavino, si trova con gran febbre, e dolore di testa. Li PP. Agostiniani sono alle Laste coi PP. Carmelitani, ed in s. Marco vi è il seminario51. Nel seminario poi, già collegio de' PP. Gesuiti, vi è l'ospitale militare. S. Francesco è tutto tutto rovinato. Così s. Chiara. La mancanza del ponte sull'Adige a s. Lorenzo, bruciato dai francesi, riesce assaissimo incomoda, perché li passeggieri debbono aspettare molte ore. Domenica gli undici si ruppe la gomena del porto52, che carico di due carri, e di molte persone, andò a fermarsi a Pedecastello. Qui abbiamo i seguenti pulpiti avventuali. Aldeno, Villazzano, Cognola, Gardolo, Calavino e Vezzano. Per parte mia il Direttorio diocesano è già stampato; ma non so quando si finirà la stampa del monastico, perché lo stampatore più volte pregato non mi favorisce53. Tutto è sconcertato. Godo, che Voi siate sano, Così sono anch'io, ma temo il catarro. Pregate Iddio per me, e conservatevi più che potete. Queste povere soppresse non hanno ancora ricevuto il quartale da Insprugg, donde fu risposto, che là non evvi più la Cassa, ed il registro54. Sono state a raccomandarsi al sig. presidente Moll. Oh quante miserie! Deus misereatur nostri. Amen. Trento, s. Bernardino 13 dic. 1796.

50 Consegnato li 21 dic. al tramassiero Isidoro di Borgo. 51 Li Carmelitani sono 6 ma ne aspettano un altro. Gli Agostiniani sono 13, Priore ilo P. Niccola Chiocchetto di

Moiena fatto nel maggio scorso. 52 *Traghetto di Torre Verde. 53 Lo stampatore s'è scusato, che fu impedito dalle stampe ad uso degli ospedali militari di Trento. Venne da me

li 14. 54 L'hanno ricevuto li 12 dic. dal sig. Giambattista Rungg di Trento.

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P.S. Fra Gervasio Tonina da Vigolbaselga riverisce, e ringrazia il P. Amando Veronese da Covelo: lo accerta, che ha consegnata la prima corda di biscotti ala di lui nezza Brigida; e con dispiacere lo ragguaglia, che (Antonio Tornaro) il marito della medesima trovasi ridotto a mali passi dalle petecchie. S'è già confessato dal nostro P. Agostino Rigotti di Vigo nella sera tarda dei nove55. Rapporto ai fratelli, ed all'antimella56 farà quanto gli è ingiunto.

1053. 1796

Al Padre Massimo da Volano Vicario di Borgo in Valsugana. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.

Da un aldenese, che fu a Volano, ed ha parlato con don Benedetto nostro fratello, sono stato ragguagliato, che i franchi nella loro ritirata non hanno fatto alcun male alla nostra patria, la quale fu sollecita di tenere chiuse le porte delle case, e di non lasciarsi vedere. Siane grazie a Dio Signor nostro. Il P. Regalato, di cui vi ho scritto martedì,essendo guarito, è ritornato ai suoi pulpiti di Calavino, e Vezzano. Finalmente le due soppresse Bozza, e Michelina hanno ricevuto il loro quartale. Della Carlina non ho contezza. La Madre Maria Crocifissa, già Gioseffa Lupi, sta colle petecchie57, le fu dato l'Olio Santo ai 15 dal qual giorno è continuamente assistita dal nostro P. Agostino con F. Giuseppe di Pergine. Il P. Celestino di Roveredo giunse a Trento li 22 nov. giorno di confusione per il timore del ritorno de' francesi, e trovò la sua cognata morta li 20. Ieridì poi è morto (vedi sotto) il marito della medesima58, ed anche il Tornaro nipote del P. Amando, che io ho rammentato nell'altra mia. Intendo, che qui a Trento muoiono 30, 40, 50 soldati al giorno59. Ieridì fu comunicato per Viatico il P. Giannangelo Baldironi di Cavalese Ministro provinciale de' PP. Cappuccini. Io non posso scrivervi altro, che miserie.. Preghiamo Iddio Signor nostro, che si degni d'aiutarci a sopportare con merito, qualora non voglia liberarci affatto da esse. Vi abbraccio con fraterno affetto, e vi sospiro felici le prossime sante feste, per le quali non ha fatto le solite visite il nostro Padre Guardiano, a motivo della pienezza de' soldati nelle case. Trento, s. Bernardino 18 dic. 1796 di mattina.

P.S. La suddetta M. Lupi è morta nella scorsa notte intorno alle dodici. Ella sarà la prima ex monaca seppellita nel cimitero comune di s. Francesco, nel quale non si fanno più l'esequie, dopo quelle disgraziatissime del sig. rettore Carpentario, a motivo del freddo, e de' soldati; ma si porta il cadavero nella rispettiva chiesa parrocchiale, ed ivi si cantano l'esequie all'antica60. Così fu fatto li 19 anche colla detta Lupi, rapporto alla quale il nostro P. Provinciale m'ingiunge di pregare il vostro P. Guardiano, che la raccomandi alla sua religiosa comunità in refettorio, e la insinui alle altre povere soppresse. Il P. Provinciale de' Cappuccini, ed il di lui compagno F. Ilarione Facaldo di Trento stanno colle petecchie. Il Gamba dicesi vivo ancora nel 1797. Al Beato Leonardo è stato assegnato dal calendario il giorno 27 di nov. Il Papa vuole canonizzarlo nel

55 È morto li 17 sabato. 56 *Intima, fodera per guanciali e materassi: anche Intimella. 57 Cominciò a sentire qualche male ai 10 del corrente. 58 Giacomo Gamba di Roveredo filatoriano a s. Croce. Vivo nel gennaio 1797, 1798. 59 In un giorno sono morti 70 e muoiono circa 300 alla settimana. 60 Il cadavero poi si porta al cimitero da' becchini accompagnato da un sacerdote con un lume. Precede il lume

lanternico, segue il sacerdote tabarrato, e poi vanno i becchini, Il sacerdote veste la cotta.

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prossimo luglio insieme co' Beati Benedetto Moro, Coleta, Giacinta, e Caracciolo61. Fiat ad M.D.G.

1054. 1796

Alla M. Tabarella Clarissa in s. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori Nostri Clementissimi ci benedicano.

Già è passata la metà del dicembre, come il Signor Idio ha voluto, ed io non ho eseguito il proponimento, che aveva fatto nel novembre, di venire a visitarla. Confido, che di Lei bontà mi avrà scusato, e compatito, a riguardo dell'eccessivo freddo, e scuserammi ancora finché durerà. Lo sento assai assai, e mi rende inetto anche nel convento. Rapporto alle angustie spirituali, che patisce V. R. le dico, che non tema tanto. Non è più quel tempo, in cui si potevano fare le cose con miglior metodo. Al giorno d'oggi conviene farle come le fanno gl'infermi. Il Signor Iddio ci compatirà. Per ricevere ultimamente i Santi Sagramenti bastano poche parole. Già non è novizza: non ha bisogno di molte istruzioni. Il volere più tempo è un cercare cose quasi impossibili. Tutti siamo svogliati, e fiacchi. Per le debolezze, che mi accenna l'assicuro, che non si dannerà. Di esse potrà confessarsi con due sole parole appresso il P. C. Il di più dicalo a N.S. Gesù Cristo. Se può avere qualche comodo per vivere, e non patire tanto, lo prenda, ed anche lo chieda umilmente senza scrupolo: e non potendo averlo, chiesa al Signor Iddio la pazienza.

Sospiro a Lei, alle MM. Badessa, Vicaria, Aloisia, ed a tutte le altre MM. e sorelle, felici le prossime sante Feste, di tutto cuore, e certamente avrò memoria i loro nelle mie fredde orazioni. Il Signor Iddio mi esaudisca, e ci aiuti, e benedica tutti tutti. Amen. S. Bernardino 21 dicembre 1796.

1055. 1796

Alla sig. Anna Teresa Saveria Auchentallera. Bolgiano. In Casa Eppergera62. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Soltanto in questi ultimi giorni ho ricevuto la sua datata li 24 agosto, e perciò non ho potuto risponderle prima d'ora. Già le ho scritto altre volte, che la servirò col Direttorio finché potrò. Ma in quest'anno le arriverà più tardo del solito, perché non è ancora finita la di lui stampa, e preveggo, che non finirassi avanti l'Epifania per solo difetto dello stampatore, che si scusa coll'impegno avuto per il militare. Non so poi, se troverò più il vecchio tramessiero di Merano, cui possa consegnarlo. Non vorrei esser obbligato di darlo alla posta. In caso, che le arrivi tardo l'avviso, che sino ai 14 di gennaio exlusive andiamo d'accordo col clero secolare. Onde potrà far uso dell'altro mio Direttorio diocesano già stampato. Ai 14 poi per noi sarà il Beato Matteo. Ai 16 li santi martiri Berardo, e Compagni. Ai 22 domenica de ea, con la com. de' santi martiri Vincenzo, ed Anastasio. Ai 28 san Romedio. Ai 30 la Beata Giacinta. Ai 31 la Beata Lodovica.

Rapporto alle miserie straordinarie, cui siamo stati soggetti, specialmente dal maggio in qua, troppo avrei da scriverle; ma non ho voglia, né tempo,né ardire. Noi li 19 maggio, vigilia della festa di s. Bernardino titolare nostro,abbiamo dovuto cedere precipitosamente il nostro amato convento ai sodati feriti, e ritirarci in due scuole del

61 Francesco Caracciolo abbruzzese, fondatore de' Cherici Regolari Minori, morto li 4 giugno 1608, e

beatificato da Clemente XIV. 62 Nata 30 settembre 1743, vestita 30 aprile 1765 col titolo dello Sposalizio di Maria nel monastero di s. Anna

in Borgo Ausugano.

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ginnasio pubblico al coperto, andando poi a pranzo in diverse case raminghi. Altri però sonosi ritirati in altri conventi della Provincia. Siamo ritornati qua; ma vi stiamo tra soldati, e sempre con timori, e disturbi. Altrettanto è succeduto ai PP. Cappuccini. Le Madri di s. Chiara sono colle Madri Orsoline in città. Li PP. Conventuali coi PP. Filippini a s. Trinità. Li PP. Agostiniani coi PP. Carmelitani Scalzi alle Laste. Le Fradaglie debbono cedere ai soldati infermi il loro Conservatorio, e ritirarsi in una casa privata63. Li seminaristi hanno lasciato ai sodati infermi il seminario, e sonosi ritirati nel convento di s. Marco lasciato dai PP. Agostiniani. Qui le petecchie inferiscono, e la carestia di legne ci travaglia. Ai 18 del corrente dalle petecchie morì la Madre Lupi senza poter punto parlare dopo che ai dieci si allettò. Iersera circa le nove dallo stesso male è morto in s. Croce il P. Gio. Angelo Baldironi di Cavalese Provinciale de' Cappuccini64. De' nostri nell'anno corrente sono morti il P. Ermenegildo da Volano, il P. Aloisio da Pergine, il P. Udalrico da Traspo, il P. Damaso da Vigolo, Fra Ilarione da Cavedine, Fra Vito da Pannone, e Fra Valerio da Ciano65. Il P. Arcangelo di Cles Provinciale nostro i strascina per bisogno, e scarsezza di Frati66. Circa la diceria contro i trentini, e roveretani le dico, ch'è falsa67. Finita essendo la carta, finisco anch'io sospirandole la benedizione del ss. Bambino Gesù, e dicendomi. Trento, s. Bernardino 23 dicembre 1796.

Suo div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

1056. 1796

Alla medesima signora Auchentallera. Bolgiano. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Alla sua de' 24 agosto ho rispsoto li 23 del corrente. In ordine poi all'altra sua de' 15 di questo, ricevuta da me ai 24, le rispondo primieramente con ringraziarla delle sacre figurine68, che s'è compiaciuta di mandarmi, e con assicurarla un'altra volta, che la servirò col Direttorio più presto, che potrò. Circa poi la pensione io non so, né posso dirle altro, se non che queste due soppresse Bozza e Tommasia l'anno ricevuta da Insprugg per mezzo di un signore negoziante di Trento ai 12 del corrente69. Rapporto al venire ad abitare in Trento le dico, che non l'approvo, essendo troppo vicino ai nemici, che tentano di ritornarvi, e si può temere, che sortiscano il loro intento70. Altri, che sono partiti non hanno ancora non hanno ancora fatto ritorno. Onde può dirsi, che chi vi è stia, e chi non vi è non vi venga. S'aggiunge a questo, che la città è pienissima di soldati, e di ammalati, anche cittadini, e di mali cattivi. Che la sig. Rosa Ciani ha dovuto cedere il suo letto ai sodati, e ritirarsi a dormire colla sua serva. Che il nostro Padre Guardiano ha girato due giorni la città per trovare alloggio ad un suo nipote studente di logica, figlio dl signor Schulhhais71 Vicario di Avis, e solamente appresso i signori Conti

63 Sonosi ritirate ai 24 nella vicina casa già Prata. 64 Fu seppellito nella sera de' 23 d'anni circa 71 e nello stesso giorno è morto dalle petecchie il di lui compagno

Fra Ilarione Facaldo di Trento. 65 *Ziano. 66 Il nostro P. Provinciale fu a confessare le monache per l'ultima volta li 23 dicembre antivigilia del Natale, e

s'allettò li 27 dicembre dopo Messa. 67 Li trentini e roveretani sono stati tacciati come geniali francesi. Per questo i trentini, anche titolati, non

possono trovare albergo in Bolgiano, né pure pagando. 68 N. 24 cart. tedesche picciole. 69 Giambattista Rungg. 70 Sono ritornati ai 30 di gennaio 1797. Partiti li 10 aprile 1797 verso Verona. Ritornati li 7 gennaio 1801. 71 *Schulthaus.

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Salvetti ha ottenuto, scusandosi gli altri colla mancanza i camere72. La Contrada della SS. Trinità non è più quella che fu quando eranvi le trinitarie. In quel monastero ora sonovi molti soldati, oltre i PP. Filippini, e Conventuali. Replico in una parola, che non le approvo il venire a Trento73. Né pure le approvo il fare da se sola la sua economia con una serva, attesa la pratica di queste soppresse, che ora stanno senza serve: e perché non le basterebbero i soli dugento fiorini della pensione annua, e per altri motivi, che non voglio scrivere. La consiglio dunque a mettersi in costo: e giacché ama di vivere da Religiosa ritirata, come in verità dee fare ogni povera soppressa, mangi sola in camera, ed esca da essa soltanto per andare mattina, e sera alla chiesa, ed alle divozioni, specialmente ad accompagnare N.S. Gesù Cristo sagramentato, allora quando viene portato agl'infermi. Per non contendere circa il cibo, e la bevanda, faccia patti chiari col padrone di casa: tenga presso di sé il pane, il formaggio,ed i frutti, l'olio per la lucerna, la legna per il fornello. Da sé pure si faccia il letto, spazzi la camera ecc. e se da qualche incomodo alla servitù, avverta di ricompensarlo. Non s'intrichi ne' fatti altrui, attenda a se stessa, e facendo così, pensi di fare la volontà di N.S. Gesù Cristo, da cui le sospiro un felice capo dell'imminente anni, e riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 27 dicembre 1796, 6 di mattina74.

Suo div.mo, obb.mo servo F. Gio. Crisostomo di Volano.

P.S. Nella detta mattina de' 27 dopo d'avere celebrata la santa Messa dovette porsi a letto il nostro Padre Provinciale Arcangelo di Cles, e stavvi anche oggidì 29 dicembre, senza poter parlare, o far segno d'intendere. Si suppone, che il male sia d'apoplessia, quantunque non apparisca dalle mani, o dai piedi. Per carità lo raccomandi al Signor Iddio,ed insieme raccomandi anche noi afflittissimi per tal perdita, specialmente ne' tempi presenti75. Ieridì 28 mi pervenne la sua de' 23. Domani calerò in città, ed andrò colla lettera del suo signor fratello Giuseppe Maria. Sono parecchi giorni, che la sig. Bozza convulsionista ritrovasi incomodata, ed a letto. Ne' passati giorni fu trattato di dare ai soldati infermi il monastero delle MM. Orsoline, e di trasferire le dette Madri insieme colle Madri Clarisse, nel convento di s. Marco, e li seminaristi nel castello. Ma iersera ho inteso, che ciò non succederà. Così voglia, e disponga il Signor Iddio76.

1057. 1797 4 gennaio

Alla sig. Anna Teresa Auchentallera. Bolgiano. Gesù, e Maria ci benedicano.

Spero, che avrà già ricevute due altre mie datate 23 e 27 dicembre. Giova ora il notar questo, perché le poste non corrono come negli anni passati. In questa sera abbiamo ricevuto una lettera feltrina, che stette nella posta 26 giorni, cosa insolita77. Qui troverà il bramato Direttorio. In quello, che comporrò, piacendo al Signor Iddio, per l'anno 1798, ai 27 di novembre porrò il Beato Leonardo da Porto Maurizio. Il nostro Padre Provinciale ora sta meglio, e speriamo, che rimetterasi alquanto78. In città si parla,

72 Nel gennaio dovette andare a studiare in Insprugg, sotto la pena di non venire ammesso agli offici austriaci

ecc. 73 Anche in Bolgiano infieriscono assai li mali cattivi, cioè il mal nero ecc. 74 Spedita li 30. 75 Gli demmo il Viatico, e l'Olio Santo ai 30 dic. di mattina. 76 Non è succeduto. 77 Gli 8 marzo 1797 ricevemmo una lettera scritta in Roma li 23 di gennaio, ed un'altra scritta in Pesaro li 28

gennaio 1797. 78 Il primo di marzo 1797 è nuovamente caduto pel male epilettico.

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che i Padri Capuccini siano in pericolo di dover cedere il loro convento ai sodati infermi, e di ritirarsi con noi a s. Bernardino79. Che disturbi! ma pure sia fatta la divina volontà. Sono stato a cercare il noto tramessiero, ed essendomi stato detto, che ora è nel viaggio di erano, penso, che questa le giugnerà tardo80. Porti pazienza. Preghi 'l Signor Iddio per me, che riverendola mi dico. Trento 4 gennaio 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

1058. 1797

Al sig. don Carlo Francesco de' Pompeati arciprete di Civezzano. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Molto grato mi è riuscito il dono, che V.S.Ill.ma, e R.ma si è compiaciuta di farmi del plico di lettere olografe della sua venerabile parente suor Anna Francesca Pompeati nostra Terziaria81. Ho subito dato loro una scorsa; e quindi l'assicuro, che se il Signor Iddio si degnerà di concedermi e tempo, e pace, proccurerò di farne buon uso, e che sarò sollecito per non tenerle in vano. Frattanto la ringrazio vivamente; ed offerendole la mia povera servitù, le fo un profondo inchino, e mi professo. Trento, s. Bernardino 4 gennaio 179782.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano de' Miniori Riformati.

1059. 1797

Al Padre Guardiano di s. Rocco in Roveredo. R.P.P.C.

Tengo preparato un grosso plico di Direttori nuovi, tra' quali anche un diocesano, per uso del convento, cui presiede la P.S.R. e delle povere soppresse costì dimoranti. Non so quando riuscirammi di ritrovare un'occasione opportuna, e sicura per ispedirlo83. Bensì credo, che P.S.R. più facilmente potrà ritrovarla per mandare a pigliarlo. In esso sta una cartuccia,su cui ho scritto, che una copia del monastico diasi all'officio Capitaniale Circolare da spedirsi all'Ecc.so Governo d'Insprugg, come fu praticato negli anni trascorsi. La prego dunque di questo favore, e di non dimenticarsi. E riverendola divotamente mi dico. Trento, s. Bernardino 6 gennaio 1797.

Della P.S.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

1060. 1797 Al P. Massimo Tovazio di Volano84. Borgo.

79 Anzi era stato decretato, che tutti e due i conventi servissero d'ospitali ai soldati ad esclusione de' poveri

Religiosi. 80 Consegnata alla casa del tramessiero li 9 gennaio. Partirà per Merano li 20 gennaio. Partì avanti, e vi

pervenne innanzi ai 15. 81 Vedi sopra pag. 1968 in fine: num. 1047. 82 Spedita 11 gennaio. Questo arciprete fu creato canonico di Trento, successore del Conte Bartolommeo

Bortolazzi morto li 29 gennaio, da Papa Pio Sesto nel febbraio del 1797. Venne a Trento la notizia gli otto marzo 1797. Ha 56 anni di età. Prese il possesso li22 marzo 1797 mercoledì.

83 Spedito li 12 per F. Alessio. 84 Nel 1747 il nostro avo da un roveretano fu chiamato e scritto Tovass. Vedi sopra num. 1029.

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Carissimo Fratello. La stampa del nostro Direttorio fu terminata troppo tardo in quest'anno per

mancanza dello stampatore impedito, come egli mi ha detto, dagl'impegni contratti cogli ospitali militari francesi e tedeschi. Ora però tengo allestito il plico di Direttori nuovi, tra' quali anche un diocesano, per il vostro convento, e per le suore soppresse costì dimoranti. Io non so presentemente come spedirlo. Quindi se manderete a pigliarlo, l'avrete forse più presto85. Il Padre Provinciale sta meglio, e ci dà fondata speranza di ristabilirsi. Per altro le petecchie infieriscono in questa città, e ne' di lei contorni. Da esse fu involato il Padre Provinciale de' Capuccini, ed il di lui compagno: e stassene combattendo colla morte il Padre Pio Giongo di Trento parimente Capuccino86. Le orfanelle hanno dovuto ritirarsi in una casa privata, e cedere il loro nuovo, ed ampio Conservatorio ai soldati infermi. Fummo in pericolo di dover cedere anche noi, ed i Padri Capuccini; ma non siamo ancora sicuri. Nella notte del santissimo Natale i soldati hanno incendiato il palazzo delle Albere. Dicesi, che muoiono qui circa 300 soldati alla settimana87. Poverini! Li conventi di Arco, e Roveredo hanno dato parte delle loro elezioni a questa Curia provinciale. E perché non ha fatto altrettanto il Borghigiano? Bramo di sapere se sia vivo il santo Patriarca dì Venezia Conte Federico Giovanelli. Voi potete saperlo, e notificarmelo88. Vi prego dunque, e vi abbraccio con fraterno affetto. Amen. Trento, s. Bernardino 6 gennaio 1797.

1061. 1797

Al P. Filippo da Mezzo-Tedesco Guardiano di Mezzo-Lombardo. R.P.P.C.L.I.C.

Alla ricerca, che mi fa la P.S.R. se lo scoprire la immagine della Beatissima Vergine Maria posta nell'altare maggiore, quando su del medesimo altare si fa l'esposizione del Santissimo Sacramento, per impulso di fiducia, ch'Ella intercedat ad Dominum Iesum Christum, sia talmente contra le rubriche della santa Chiesa, che né pure in circostanze straordinarie si possa fare, debbo rispondere con un affirmative, voglio dire, che non può farsi. Poiché la celebre istruzione clementina de' 20 gennaio 1705 confermata dai Papi succeduti, al § 3 prescrive, che il Santissimo Sacramento dovrà esporsi nell'altare maggiore, e si coprirà l'immagine, o statua, che vi sia. Poi il seguente §4, sopra l'altare non vi pongano reliquie de' Santi, o statue de' medesimi: non escludendosi però quelle degli Angeli, che facciano figure de' candellieri. Anche la sacra Congregazione de' Riti li 2 settembre 1741 ha decretato, che Sanctorum reliquiae non sunt collocandae super altare, in quo reipsa Sanctissimum Sacramentum publicae venerationi est expositum.

La ragione di tali decreti si è, perché, siccome avvertono il Bisso, ed il Cavalieri89, praesente Domino omnium summo, debet cessare cultus Sanctorum; e perché tali reliquie, immagini, e statue, aptae sunt circumstantium attentionem a Sacramento distrahere, ed ad se se convertere. Aggiungo il citato Cavalieri, che né pure possono mettervisi Statuae Sanctorum uti supplices, vel ancillantes, e che discedendum non est a

85 Consegnato al tramessiero gli undici gennaio. 86 Questo P. Pio è morto ai sette di gennaio 1797 circa le nove di mattina, in età di anni circa 41. Aiutava la sua

madre povera con la limosina di 12 Messe al mese. Fu seppellito nella sera degli 8 domenica. 87 In un giorno sono morti 94. 88 Il sig. Paolino d'Anna capitano di Borgo per li Conti Giovanelli dubita, perché non gli ha risposto all'augurio

delle feste natalizie. Così li 12 gennaio 1797 da Borgo. Ma vive anche nel luglio e nel 1798. Morì li 9 gennaio 1800 in Venezia.

89 Cavalieri To. 4, cap.8.

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sanctione, quae cum exceptiva sit, absolute est etiam intelligenda pro omni casu, praeter exceptos, aliosve similes. Finalmente il medesimo Cavalieri condanna il Gavanto, ed il Merato, perché sembrano permettere in tal congiuntura le reliquie tra li candellieri.

Il cerimoniale di questa nostra Provincia Vigiliana trattando della Messa solenne avanti 'l Sacramento esposto, alla pagina 116, num. 322 dice, che il celebrante incensa l'altare appuntino come alla Messa solenne ordinaria, anche riguardo alle reliquie, se ve ne fossero; soggiugnendo però questa nota: Etsi iuxta instructionem Clem. XI anni 1705, §2 (lege 4) exposito Sacramento omitti debeat expositio reliquiarum etc.

Il cerimoniale della nostra Provincia di Milano pag. 10 vuole,che a norma dell'instruzione clementina si veli la principale immagine dell'altare su cui sta esposto il Santissimo: e che su di esso non si pongano reliquie, o statue de' Santi. Ma poi alla pag. 22, num. 100, insegnando come s'abbia da esporre il Santissimo, avvisa l'officiatore, che incensi anche le reliquie, se vi saranno. Alla pag. 23, num. 106 replica, che cantando la santa Messa col Sagramento esposto incensi anche le reliquie.

Il cerimoniale dell'altra nostra Provincia di San Tommaso, stampato in Torino nel 1769, pag. 108, parimente vuole, che nella Messa solenne col Santissimo esposto s'incensino anche le reliquie.

Io penso, e tengo, che quelle immagini, e statue, le quali stanno scoperte sull'altare in ogni giorno dell'anno fuori del tempo di Passione, e quelle reliquie minori, che senza verun distintivo di culto veggonsi frequentemente esposte fra li candellieri, non sieno proibite, giacché manca la causa della proibizione, punto non distogliendo i fedeli dall'attenzione al Santissimo Sacramento. Per l'esposizione poi non ardisco di accordare alcun privilegio alle Circostanze straordinarie, perché la legge, sebben exceptiva, non le accenna, e perché temerei, che troppo facilmente si supponessero tali.

Vero è, che il nostro Serafico Patriarca San Francesco per impetrare da Gesù Cristo la celeberrima Indulgenza detta della Porzioncola, come legegsi nel Breviario nostro francescano ai due d'agosto, stando innanzi al medesimo Signore implorò il patrocinio della Santissima Vergine di lui madre; ma vero è altresì, che ciò fece molto tempo avanti la promulgazione de' sopra riferiti decreti: e che il P. S. Francesco non fece comparire alla presenza di Gesù Cristo la Santissima Vergine; ma trovolla con esso da principio.

Godo, che abbiasi molta fiducia nel patrocinio della gran Madre di Dio, e che si proccuri di onorarla; ma però sempre salvis iuribus. Così pensando mi lusingo di pensar bene: e sperando, che resteranne persuasa eziandio la P.S.P mi raccomando, la riverisco, e mi professo. Trento 15 gennaio 179790.

Di S.P.R. cui aggiungo, che ai 10 del corrente in Borgo è morta Suor Giacinta Brunora da Brentonico.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

Nota. Il detto P. Guardiano vorrebbe scoprire la statua di maria Vergine, che sta per altro coperta nell'altare maggiore della sua chiesa, detta anticamente la Madonna del Capitello, cui li Mezzolombardi professavano una singolare divozione, tamquam ad refugium suae magnificae Communitatis, cioè innanzi l'erezione di quel nostro convento intitolato dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima. Eziandio monsig. Vicario

90 Mi ha risposto che obbedirà ai decreti apostolici, e non iscoprirà più la Madonna in occasione

dell'esposizione del Santissimo, li 20 gennaio.

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Zambaito ha negato all'arcidiacono Gianfrancesco Conte di Spaur canonico lo scoprire la Madonna Addolorata di Trento in tempo della Sposizione del Santissimo.

1061. 1797

Al sig. Niccolao Volano pittore di Trento. Molto illustre sig. e padrone colendissimo.

F. Giangrisostomo di Volano, servidore obb.mo di V.S. molto illustre la ragguaglia, che ha dato una scorsa alla sua picciola raccolta di pittori trentini senza il contento di ritrovare tra essi alcun Martino Trentino: e quindi sospetta, che le due sigle, o sia lettere iniziali M. T. colle quali Martino Teofilo Polacco, eccellente pittore, contrassegnò le sue pitture fatte in Trento nell'anno, ed intorno all'anno 1614, forse sieno state spiegate Martino Trentino. Si rimette però; e senza più la riverisce. Di s. Bernardino 23 gennaio 179791.

P.S. Forse lo stesso Martino Teofilo in qualche lettera, o scrittura forestiera fu detto Martino Trentino, perché abitante in Trento.

1062. 1797

Alla sig. Maria Aloisia Schmidlin d'Alla d'Insprugg. Roveredo. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

La memoria, che conserva V.R. di Suor Michelina, e la premura,che mostra per la medesima, sono un effetto, e contrassegno della bontà, e carità sue. Ella vive qui sotto in un molino, dove stette sempre ad onta de' timori, e disturbi, che vi sono stati nell'anno scorso, ed è risoluta di starvi anche malgrado quelli, che sono imminenti. Né pure va alla città, se non trovasi propriamente necessitata. Frequentemente patisce degl'incomodi corporali, che le vietano l'uscire di casa eziandio per andare alla vicina chiesa. parimente con frequenza deve andare nelle vicine case per assistere a delle inferme. Voglia Iddio Signor nostro, che non abbia da assistere a petecchiose, delle quali, finora in questa Contrada non fuvvi alcuna92, benché sienvi molte nella città. Rapporto alla pensione le rispondo,che ha ricevuto da Insprugg l'ultimo quartale ai dodici dello scaduto dicembre, e che ha spedita la quietanza per quello,che scade in questo mese, per mezzo di un buon mercante di Trento93. Se le mancasse la detta pensione starebbe assai più malamente, giacché coi suoi lavori guadagna poco, e non è altronde proveduta. Per altro ella confida nella divina Provvidenza, ed è usata a vivere meschinamente. Qui ai 18 dicembre è morta dalle petecchie la Madre Maria Crocifissa Lupi94, ed ai 10 del corrente in Borgo Suor Giacinta Brunora di Brentonico, ambedue del fu monastero di s. Anna. Tra queste Orsoline poi ai 20 di questo è morta la Madre Maria Teresa d'Ulzbach ultima badessa in s. Trinità, e sorella della fu Madre Anna Maria monaca in s. Carlo. Pian piano le povere ex monache spariscono, e così finiscono di patire le vicende dolorose di questo mondo. Speriamo, che il Signor Iddio le piglierà nel santo Paradiso per godere in eterno. Preghiamo la R.V. che impetri anche a noi due una tal grazia: e riverendola colle sue buone compagne mi dico. Trento. s. Bernardino 24 gennaio 1797.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

91 Per Giuseppe Offner trentino ex Gesuita laico. 92 Vi sono due uomini petecchiati agli 8 febbraio 1797. Uno è morto li 18 febbraio. 93 Giambattista Rungg. 94 La Madre Anna Maria, che professò nel 1746 è morta in S. Carlo nel luglio del 1777.

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1063. 1797

Alla Madre Giacinta Maria Tabarella Clarissa. Trento. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano, e confortino.

Sempre sonomi creduto, e confessato immeritevole dell'attenzione, e de' regali delle RR. LL., ma in quest'anno debbo confessarmi immeritevolissimo, essendo stato tanto lontano da loro, e ciò in un tempo, nel quale hanno avuto più bisogno di qualche conforto, aiuto, e sollievo. Ma già sanno il perché sia così avvenuto. Il peggio si è, che abbiamo tutta la ragione per temere la continuazione de' disturbi guerrieri, colla giunta di maggiori. Sia sempre fatta la volontà del Signor Iddio. Non si può dir altro. Se anche verremo privati de' nostri comodi, conventi, utensili, e diritti, avremo sempre da consolarci col riflesso, che niuno ci potrà togliere Iddio. Christum a me tollere nemo potest, diceva quel Santo95. Buono per noi, che siamo vecchi, e da tanti anni portiamo l'abito religioso. Quelli, che ci succederanno, per loro disgrazia staranno assai più malamente. Io le ringrazio tutte della loro carità: le accerto, che pregherò il mio Santo, affinché sia buon avvocato anche di loro appresso Sua Divina Maestà, e che nella prossima domenica celebrerò per loro la mia Messa. Ho notata la morte della buona Madre Maria Teresa d'Ulzbach96, la ho scritta eziandio ad altri, la ho raccomandata di cuore al Signor Iddio, e la raccomanderò ancora. Son persuaso, che abbia sofferta la sua lunga, e dolorosa infermità con pazienza edificante: l'ho sentito con gran piacere; e prego Iddio, che una simil grazia si degni di concederla anche a me. Parmi, che un tal bisogno non sia più tanto lontano, perché son vecchio97. Sono intenzionato di venire a riverirle innanzi; ma non so il quando. Le prego di avermi per iscusato: le ringrazio un'altra volta, e sospiro loro la benedizione maggiore di Gesù, e Maria. Amen.

Senza cerimonie poi a V.R. auguro felicissima la festa della sua Santa, e l'avviso, che in tal girono, od alla più lunga nella seguente domenica, celebrerò per ei la mia Messa. S. Bernardino 25 gennaio 179798.

1064. 1797

Al P. Andrea Balduccio da Prezzo Vicario di Campo99. Riverito Padre Vicario S.L.G.C.

Suppongo certo, che avrà già ricevuta di ritorno la sua Patente confessionale sottoscritta, e prorogata (li 4 febbraio ad triennium) essendoché il latore giudicariese tenendo degli altri affari da esporre a monsignor Vicario Generarle, ha preso l'impegno di presentargli anche la detta Patente. Con ciò mi ha fatto un buon servizio, perché ora stento a risolvermi di calare in città, sapendo che sonovi guardie alle porte do essa, e d a quelle del castello: che tutte le porte delle case, e delle botteghe sono chiuse: che le strade sono piene di forestieri100: che trovansi tanti ammalati di mali cattivi: che finalmente non sentesi parlare se non se di miserie. Noi dai trenta dello scaduto gennaio in qua non abbiamo toccata veruna campana. Li Padri Capuccini hanno cominciato oggidì a suonare qualche poco. In città si suona, ma parcamente. Il Monauni non ha

95 San Deicola. 96 Antonia baronessa d'Ulzbach da Mezzotedesco, nata 3 agosto 1721, vestita in s. Trinità li 22 aprile 1743 coi

nomi di Suor Maria Teresa Elisabetta di s. Francesco Saverio, e colla dote di fiorini 2.000. Morì ai 20 gennaio 1797 come secolarizzata, e ritirata nel monastero di s. Giuseppe delle Orsoline. Fu settimina e l'ultima badessa in s. Trinità.

97 *Morirà nel marzo 1896! 98 A questa Religiosa ho scritto anche li 13 febbraio 1797. 99 Questi è morto in Campo li 6 dic. 1801 nella notte tarda venendo li sette, in età di anni 65. 100 Cioè francesi soldati ritornati ai 30 gennaio.

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stampato i fogli della sua Gazzetta, né martedì, né venerdì. Si dice però, che martedì dovrà ricominciare la stampa di tal Gazzetta101. Sino a quando sia per durare un così fatto sistema delle cose lo sa il solo Iddio. Preghiamolo, che ci usi delle sue misericordie.

La questione circa il sacerdote, che ha celebrata la prima Messa del santissimo Natale, e poi lasciò il calice da purificare ad un altro celebrante, ed andò a celebrare la seconda, e terza sua Messa in un'altra chiesa, trovasi decisa in di lui favore nel libretto del nostro P. Ippolito da Nocellari Rubriche ecc. pag. 209, Nota a. Io sto con lui, senza consultare altri autori, massimamente non essendo tempo questo da fare studi nuovi, e d'impegno.

Non so io, che supplisce alle monache per il Padre Provinciale, ma il P. Secretario. Tuttavolta rispondo, che questo nostro sagrestano (F. Lorenzo d'Orzano) finora non ha loro dato alcuna cosa da lavare, ed è intenzionato di non darne loro anche in seguito sintanto, che staranno fuori del loro monastero, ch'è tutto rovinato102. Egli è dai nove di agosto, che non sono stato a visitarle, e non so quando risolvermi di andarvi. Rapporto al Beato Leonardo mi riservo. Si dice, che verrà canonizzato nel primo di luglio con altri103. Tengo due altri Beati per porre nel Calendario; ma sto in attenzione di più accertati riscontri104. La riverisco, e resto suo F. Grisostomo. Trento s. Bernardino 5 febbraio 1797.

1065. 1797

Alla M. Maria Gioseffa Aloisia Winklerin Clarissa. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Senza replicare qui quello,che ultimamente ho scritto alla M. Giacinta Maria rapporto al mio demerito, ringrazio la R.V. della carità bella, e generosa, che ha voluto farmi, e mi ha fatto105. Ella ha voluto così, malgrado il trovarsi fuori dell'amata sua nicchia, e l'esser io stato tanto lontano, il che mi reca confusione. Non so però quando mi emenderò. La prego di compatirmi. Già sa, che tuttavia sussistono i motivi da' quali sono stato rattenuto finora, eccettuato il solo freddo. Godo per altro sentendo, che V.R. dura sana, e che tutte si mantengono vive, ad onta della grande mortalità, che regna in Trento. Prego il Signor Iddio, che così le conservi, almeno sino a tanto che sieno ritornate al loro proprio monastero106. Egli se vuole, può far loro una tal grazia, la quale certamente sarebbe segnalata, e molto notabile. Credo, che patiscano assaissimo e rapporto al corpo,ed allo spirito. Ma conviene pazientare. Questo sarà giovevole per ogni verso: e per l'opposito l'impazientarsi sarebbe altrettanto dannevole. Ringrazi Dio V. R. che non le sia toccato di soggiacere a maggiori disastri, come in fatti è succeduto ad altri,ed altre. Non so, e non posso dirle altro. Quindi assicurandola, che sebben miserabile peccatore la tengo sempre raccomandata a Sua Divina Maestà, le riverisco, la ringrazio un'altra volta, e la benedico di cuore coi ss. Nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 8 febbraio 1797.

101 NB. Nel martedì 7 febbraio ebbe ordine, e contrordine, e quindi non diede fuori alcun foglio. Così pure non

diede foglio nel venerdì 10 febbraio. Bensì lo diede obbligato nel martedì 14 febbraio. 102 Nel maggio ha dato le biancherie a lavandare secolari. 103 Non fu canonizzato. 104 Questi sonomi venuti li 25 febbraio 1797. Sono il B. Giacomo Strepa, ed il B. Lorenzo da brindisi. 105 Uno scapolare e molti Agnusi [*Agnus Dei]. 106 Nella sera de' 12 febbraio 1797 morì la M. Maria Giacinta de' Conti d'Arco, in età d'anni 70. Fu seppellita

nella mattina dei 14 da noi.

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Domani farò un memento particolare per la M. Apollonia Heyderin di Trento. Così fo anche rapporto alle altre tutte, quando corrono le loro feste nomastiche. Spero, che mi moverò per s. Giuseppe....

1066. 1797

Alla medesima Madre in lingua d'inversa Useg, e Airam Irongis Irtson Imissitnemelc ic onacideneb.

Aznes eracilper iuq olleup, ehc ecc. ecc.

1067. 1797 Al P. Guardiano del convento di s. Francesco in Pergine, ed in Borgo.

R.P.P.C. In assenza del mio Padre Guardiano fo sapere alla P.V.R., che nella scorsa notte,

poco dopo le dodici, munito a tempo di tutti li soliti Sacramenti, e ben disposto, è morto in questa infermeria il nostro Terziario Fra Matteo Dorigati di Trento, in età di anni 80. Egli è stato un Religioso sempre lodevole, laborioso, ed utile a misura delle sue forze107. Quindi lo raccomando di tutto cuore per li soliti, e supererogatori suffragi: raccomandando anche me alle fervorose orazioni della P.V.R. la riverisco divotamente, e resto. Trento, s. Bernardino 19 febbraio 1797.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano Vicario indegno.

Così anche al P. Guardiano di Borgo.

1068. 1797 Al sig. don Giacomo Maria Weber di Cognola. Calliano.

Molto illustre, e Molto rev. sig. e padrone colendissimo. Con rincrescimento singolare abbiamo intesa tutti la grave malattia dell'ottimo

sacerdote signor don Domenico Stefenelli custode di Calliano108. E però V.S. molto illustre, e molto rev. favorirà di assicurarlo, che tutti di cuore lo raccomanderemo alla bontà del Signor Iddio, con desiderio di restar esauditi. Lo accerti altresì, che quantunque per esser ora molto pochi di numero, ci troviamo necessitati quasi ogni giorno di ricusare impegni nuovi di Messe, a riguardo del di lui merito, ed affetto, celebreremo senza indugio le dodici, che ci ha commesso109. E bramando, che siangli giovevoli all'anima, ed al corpo, prego V.S. molto illustre, e molto rev. di significargli questi nostri sinceri sentimenti, e tutto pieno di stima, e venerazione la riverisco110. Trento, s. Bernardino 20 febbraio 1797.

Di V.S molto illustre, e molto rev. Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano Vicario de' Minori Riformati.

107 Nativo di Maderno Cognolano, allevato nel Maso Voltoliniano della Fersina sotto s. Bernardino fuori di

Trento. Fu moltissimi anni storpio, e molti anni nell'infermeria, dove insegnò a molti ragazzi a leggere e scrivere, e servire alla Santa Messa. Dopo, che divenne storpio, imparò, ed esercitò l'arte sartoria.

108 Altri scrivono Caliano. Io scrivo Calliano. V'ha un Callian, picciola città di Francia, nella Vicaria di Draguignan, riferito dal Vosgien nel Diz. geogr. portatile.

109 Egli è morto innanzi li 26 febbraio 1797 d'anni circa 35. Fu nativo di Trento, dove vive il di lui padre. 110 Anche don Weber è morto li 19 marzo 1797 in età d'anni circa 62. Fu Beneficiato, confessore e maestro di

scuola, e soggetto di stima. Vive in Cognola una sola sorella di lui detta Teresa vedova Palaura.

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Ho risposto io al Weber perché egli ha scritto a me.

1069. 1797

Al sig. abate Michele de' Gabrielli medico fisico. Trento. Nob. ed Eccell.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Essendo stato più volte alla casa di V.S. nob. ed eccell.ma, e non avendo mai avuto

il bramato vantaggio di ritrovarla, sono a pregarla colla presente, che voglia favorirmi quell'attestato, che s'è compiaciuta di spontaneamente promettere rapporto alla miracolosa guarigione di Suor Giovanna Maria Vanzetta Religiosa Orsolina, seguita nello scorso giugno111. Spero dalla di lei bontà, e religione un così fatto favore, massimamente riguardando la maggior gloria di Dio Signor nostro, ed il culto d'un di lui fedelissimo servo (Beato Leonardo da Porto Maurizio) il quale nel prossimo luglio, siccome leggo scritto, sarà solennemente riposto nel catalogo de' Santi; e con un rispettoso inchino mi protesto. Di s. Bernardino 4 marzo 1797.

Di V.S. nob. ed eccell.ma Umil.mo, div.mo, obblmo servo in Cristo F. Gio. Crisostomo di Volano de' Minori Riformati

Fuori. Al Nob. ed Eccell.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor abate Michele de' Gabrielli Medico Fisico ecc. Trento

Appresso s. Maria Maddalena112.

1070. 1797 Alla M. Gioseffa Aloisia Winklerin. S. Giuseppe.

Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano. Suppongo, che già saprà come da molti giorni mi trovo malconcio dal catarro, tanto

che il signor medico (Domenico Zuchelli) voleva, che mi ritirassi nell'infermeria, e che mangiassi carne. Non ho però fatto né l'uno, né l'altro. Bensì sono stato tre giorni a mangiare nell'infermeria, e vadovi ancora a pigliare qualche bibita, e la collazione della sera. Ora sto meglio; ma non so quando mi arrischierò di uscire dal convento. Per questo prevengola chiedendole scusa, ed augurandole felicissima la prossima festa nomastica113. Perché poi il mio augurio riesca più efficace l'assicuro, che celebrerò, ed applicherò per V.R. la mia Messa del suo Santo. Non dico altro: già ci conosciamo. Per le altre Gioseffe farò tanti cordiali mementi. Ho inteso con dispiacere gl'incomodi, e le malattie delle sue Madri: godo però sentendo,che il Signor Iddio dà loro di tirare avanti, e di conservarsi. Non so quello, che sarà di noi. Dopo, che il male corrente s'è avvicinato al nostro convento è anche entrato in esso. Iersera ho dato l'Olio Santo al nostro capo infermiere F. Abbondanzio da Sacco. In caso, che dovesse soccombere, noi faressimo una gran perdita. Prego il Signor Iddio, che ce lo doni, e che preservi me, che debbo visitarlo come suo confessore, l'infermiero, e tutti gli altri,che lo assistono114.

111 Sopra num. 1028. 112 Mi ha risposto in voce li 13 marzo 1797 qui in convento, che non ardisce di attestare in iscritto il fatto come

miracolo certo, perché si tratta di femmine, e la Vanzetta ebbe del raffreddore anche in questo inverno. 113 Di s. Giuseppe. 114 Guarì perfettamente dopo lungo tempo.

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Per carità preghi dello stesso anche V.R. cui, ed alla M. Maria Giacinta sospiro la benedizione più grande di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 14 marzo 1797.

1071. 1797

Al Padre Simon Pietro de' Clementi da Verla. Borgo. Rev. Padre Sia lodato Gesù Cristo.

Essendo in procinto di scrivere al mio carissimo fratello (P. Massimo) ho ricevuto da V.P. l'infausta notizia della di lui malattia. Consolami alquanto il sentire, che costì si spera in bene, per non essere molto grave115; ma temo ciò non ostante, perché so, che il male di quest'anno da principio pare leggiero, e poi diventa molto pericoloso,ed anche micidiale. Quindi hanno fatto bene tutti quelli, che non hanno differito il prepararsi alla morte. Così ha fatto anche Frat'Abbondanzio, cui ho dato eziandio l'Olio Santo: ora però sta meglio, e ci dà fondata speranza che si ristituirà. Io raccomando il detto mio fratello alla di lei carità: gli dica, che con fraterno cordiale affetto prego Iddio Signor nostro, ed i Santi per lui, e che per lui celebrerò domenica la mia Messa: e che proccuri di rassegnarsi in tutto alla divina volontà. Se in seguito mi ragguaglierà dello stato del medesimo, mi farà un singolar favore; e riverendola mi dico. Trento 23 marzo 1797.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano.

1072. 1797

Alla M. Maria Giacinta Tabarella Clarissa. Trento. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Sono a pregar d'un favore la R.V. Nello scorso febbraio fu da me Suor Lucia Graff116, e mi stimolò fortemente ad accettare l'impegno di celebrare una Gregoriana per la fu Madre Maria Teresa d'Ulzbach. Sapendo però io la mente del mio Padre Guardiano di non accettare impegni simili finché non ha soddisfatto ai già incontrati, per finirla le promisi di proccurare, che accettasse la detta Gregoriana, e che intorno alla festa di San Giuseppe le avrei data risposta. Ora dunque prego V.R. che voglia dirle, che il Padre Guardiano assolutamente non può compiacerla per essere troppo aggravato d'impegni somiglianti, tanto che quasi ogni giorno ricusane, e per fino di quelli, che promettono la limosina anticipata, ed anche molto maggiore della solita. Non solamente noi Regolari siamo ridotti a molto ristretto numero di sacerdoti; ma eziandio li secolari ora sono pochi: per lo che nel Duomo, siccome ho inteso, non si trova chi voglia dire le Messe colla limosina di due troni. Mi spiace assai di dover dare questa risposta; ma non posso fare altrimenti. Quindi spero, che verrò compatito. Per parte poi di V.R. mi tengo sicuro del favore mentovato: e riverendola insieme colla Madre Aloisia, sospiro ad ambedue la benedizione più grande di Gesù, e Maria Signori nostri graziosissimi. Amen. S. Bernardino 27 marzo 1797.

1073. 1797

Al P. Giovanni Maria Bonfanti da Cembra. Pergine. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo.

115 Guarì. 116 Suor Lucia di Maria Addolorata, nata Graff in Frassilongo perginasca li 9 marzo 1743 vestita Clarissa

servente in S. Trinità il primo di maggio 1768, secolarizzata nel 1784 servì alla M. Ulzbachia sua maestra e Badessa sino alla morte seguita in s. Giuseppe di Trento li 20 gennaio 1797. Questa già Antonia baronessa d'Ulzbach, nata in Metodesco li 3 agosto 1721, fu vestita in S. Trinità li 22 aprile 1743; fu due volte Badessa, e morì secolarizzata come sopra.

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La così detta Molinara, che vendeva farina nei portici sotto al Cantone di Trento, la quale nominavasi Catterina vedova Dolzana, è morta gli otto dello scorso dicembre. Io dunque oggidì ho fedelmente consegnato alla di lei figlia, dimorante nella bottega della defunta, le monete117, che V,P.R. come confessore mi ha indiritto, coll'avviso, che le consegni al suo fratello (Matteo) ed erede della menzionata defunta. L'assicuro poi, che ho ricevuto anche la corda di biscotti, e la ringrazio, insieme rimandandole l'antimella. Frat'Abbondanzio giace ancora infermo gravemente; ma ci dà speranza di guarire. Per l'opposito in questa sera da un appostato, e da lettere, sappiamo, che in Cavalese stanno assai malamente il P. Guardiano Gianfrancesco da Mechel, il P. Fulgenzio di Cavalese, ed il P. Vitantonio da Cles, già sacramentati: e che pur infermo si trova l'infermiero F. Prospero da Telve. Anche il P. Albao di Trento si ha ritirato nell'infermeria di qui per aver avuto alcuni termini di febbre. Nei conventi di Cles, e Metz per la Dio grazia sono tutti sani. Siamo però tutti in pericolo di sloggiare da questo mondo nel corrente benedetto anno, ed alle preste. Preghi per me il Signor Iddio, e veda di conservarsi. Trento, s. Bernardino 31 marzo 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo, ed amico F. Giangrisostomo.

1074. 1797 Al P. Massimo da Volano. Borgo di Valsugana.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Il saluto,che mi avete mandato per mezzo del Toni nostro servente118, mi ha

consolato; argomentando da esso, che il vostro male non sia tanto grande, quanto temeva; e che quindi vi rimetterete nella vostra primiera salute. Ne ho ringraziato il Signor Iddio, cui vi ho raccomandato anche colla santa Messa dell’altra domenica, e continuerò a raccomandarvi. Sebbene io temo eziandio di me stesso, e che quest’anno possa esser l’ultimo anche per me. Sia fatta la volontà divina. Oggidì ho dato l’Olio Santo, ed assistito ad un uomo, ch’è poi morto. Domani andrò ad ascoltare la confessione d’una, che giace inferma, e teme la morte119. Raccomandatemi al Signor Iddio, e scrivetemi rapporto al vostro stato ecc. Trento 4 aprile 1797.

P.S. In questa sera per vie indirette, e montuose il nostro Padre Provinciale ha ricevuto autentica ecc. ut infra, excepto § Se costì.

1075. 1797

Al Padre Guardiano delle Grazie d’Arco. In questa sera per vie indirette, e montuose il nostro Padre Provinciale ha ricevuto

autentica notizia, che in Cavalese nel giorno 31 dello scorso marzo è morto il P. Fulgenzio Sighelli di Cavalese: e che gli altri tre infermi di quel convento, cioè il P. Guardiano Gianfrancesco, Il P. Vitantonio, e F. prospero,danno speranza di guarire. Hanno acquistato il male assistendo agli ospitali militari. Tanto scrivo io F. Giangrisostomo d’ordine del predetto Padre Provinciale, affinché da cotesta Religiosa famiglia venga suffragato il povero defunto, e pregato il Signor Iddio per gli accennati infermi. Se poi costì possono, avanzino questa notizia, colla giunta della morte della

117 Tre troni e mezzo. 118 Antonio Amech di Trento. 119 Teresa Cappelletta, filia quondam Dominici, che guarì.

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Madre del P. Daniele d’Enno, anche a Campo, giacché noi ora non possiamo ecc. Trento 4 aprile 1797.

Nota. Così ho scritto nella coperta della Gazzetta. Così pure ho scritto nella coperta simile a Borgo col precedente al fratello ecc. Oggidì circa le nove di mattina fu pubblicato in Trento un proclama, che niuno entri, od esca dalla Porta di s. Lorenzo, che guarda la Giudicaria. Ciò fece del caso. Li francesi temettero che venissero di là i tedeschi.

1076. 1797

Al P. Bonaventura da Caldese. Arco. Le Grazie. R.P.S.L.G.C.

F. Grisostomo si riserva di rispondere ai di Lei quesiti in un altro giorno. Sebbene rapporto all’officio Madonnale si ricorda d’averle risposto nell’anno scorso con data de’ 30 agosto, spedita subito allora120. Si ha ricevuto avviso da Cavalese oggidì, che li PP. Guardiano, e Vitantonio continuano il migliorare di salute; ma per l’opposto F. Prospero peggiora. Qui F. Abbondanzio sta bensì ancora sul letto; ma si spera, che in breve potrà rialzarsi. Supponesi, che sarà giunta costà la Gazzetta di martedì colla notizia della morte del P. Fulgenzio. Giova il far cenno di ciò, perché ora le poste sono sconcertate da ogni verso121. Preghi Iddio ecc. Trento 7 aprile 1797.

Così ho scritto nella coperta del Foglio gazzettesco122.

1077. 1797 Al P. Bonaventura da Caldese. Arco.

Rev. Padre S.L.G.C.S.N. Ai tre quesiti, che la P. V. mi ha proposto per parte del R.mo signor arciprete

d’Arco (Giacomo Pisoni di Madruzzo) rapporto al recitare in piedi, od in ginocchio l’antifona finale della Madonna, rispondo trascrivendo letteralmente quanto insegnano tre autorevoli scrittori, cioè il Padre Gavanto, il Padre Cavalieri, e l’anonimo pavese, che fece Ordinem divini officii recitandi anno 1710 in regia civitate, ac dioecesi Ticinensi.

Il Primo adunque, voglio dire il Gavanto, sect. 5, cap. 22, num. 18 dice: “Qui vesperi diei dominicae recitant officium feriae secundae post Salvationis Angelicae signum datum sub noctem, ad antipohonam finalem B.M.V. debent genuflectere”.

Il secondo nel suo Direttorio agostiniano del 1739, dopo d’aver citato il Gavanto avvisa, che “Antiphona Salve Regina dicitur stando, quoties dicitur die dominico ante solis occasum”.

Il terzo finalmente ha: “Qui recitant Matutinum in vesperis dominicae pro feria secunda, genuflectere debent dum antiphonam finalem B.M.V. recitant, si id faciant ante signum Salutationis Angelicae”.

Dal fin qui detto io ricavo, ch’eziandio recitandosi l’officio del sabato nella sera dello stesso sabato123 va detta l’antifona finale in piedi: e pregando la P.V. de’ miei rispetti al lodato signor arciprete, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 19 aprile 1797.

120 Sopra lettera 1031. 121 Arrivò in Arco li 17 aprile. 122 Li 10 aprile 1797 sono partiti da Trento verso Volano li francesi, e sono ritornati a Trento gli austriaci. Deo

gratias. 123 Quesito I.

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P.S. Rapporto ai due altri quesiti, qualora non abbia ricevuta un’altra mia de’ 30 agosto 1796 le replico, che ne’ sabati semidoppi extra octavam, e non impediti da qualche Messa cantata, noi diciamo Sesta, e Nona della Madonna dopo Sesta, e Nona del Signore, e crediamo, che debbano dirsi per osservanza delle nostre Costituzioni municipali, e del nostro cerimoniale. Occorrendo poi due semidoppi di seguito, in caso, che il vespro, e la compieta del signore si uniscano insieme, io tengo, che dopo la compieta del Signore sieno da dirsi il vespro, e la compieta della Madonna, potendosi dire il Coelorum candor etc. dopo le Laudi finché il Mattutino dicesi la sera innanzi notte.

1078. 1797

Al P. Pietro Damiano da Borgo Guardiano. Arco. R.P.P.C.

Rimando il viglietto naceno coll’autorità richiesta124 (dal prete Giuseppe Sighele di Volano, figlio del daziale di Nago, e confessore). Qualora poi non lo sapesse altronde, l’avviso, ed assicuro, che ai dodici del corrente ha cessato di vivere, il Padre Guardiano di Cavalese Gianfrancesco da Mechel; e che in quel convento ritrovansi ammalati il P. Vicario Ilario, ed il P. Lattanzio, e convalescente il P. Stefano. In Cles nella domenica delle Palme fu sorpreso da doglia il P. Giangiuseppe125. Qui F. Abbondanzio è ancora obbligato a letto con della febbre. Il sig. Agostino Benigni chirurgo, che sollecitamente lo ha assistito, si trova in pericolo molto grande di sua vita. In città, nelle ville contigue, ed anche in questa nostra contrada molinaresca, continuano i mali cattivi. Domani farà ritorno al convento il P. Regalato126, per prepararsi a fare il panegirico della Dolorata nel Duomo; ed andrà in di lui luogo a san Pietro il Padre Anacleto. Io non ho altro, che miserie. Ho però inteso oggidì, che le Gazzette germaniche dicono, , ma falsamente, conchiusa la desideratissima pace. Così sia. Preghi Dio per me, che riverendola resto. Trento, s. Bernardino 20 aprile 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1079. 1797 Al sig. Giambattista Carissimo127. Venezia.

Riverito Signore. Suppongo, che tuttavia conserverà la lista di drogherie, che gli ho spedito nella

primavera dell’anno scorso, e che per le già note dolorosissime vicende succedute della guerra non ho potuto mandar a prendere. Ora dunque sembrando aperta la strada sono a pregarla, che voglia favorirmi colle spedizione delle predette drogherie, accrescendole con le notate qui sotto, e dirigendole al nostro al nostro convento di San Francesco in Borgo di Valsugana, sicure però, e franche colla sola eccezione del dazio di Grigno, rapporto al quale ce la intenderemo noi,tosto che V. S. ci avviserà della futura spedizione. Confido nella sua sperimentata bontà: ed avvertendola, che scrivo per altrui mano, perché sono convalescente da una malattia mortalissima128, la riverisco insieme con tutti li suoi signori domestici, e resto. Trento, s. Bernardino 24 aprile 1797.

124 Absolvendi a bestialitate, ac sodo. 125 Dopo la predica nella parrocchiale. 126 fatto Guardiano di Metz nei primi di maggio. Ritornò a Trento li 10 maggio. Li 12 di mattina non poté

alzarsi da letto, perché aggravato da febbre petecchiale. 127 Egli si scrive Giambattista Carissimi. Ha buon carattere. 128 di petecchie.

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Suo div.mo, obb.mo servo in Cristo F. Abbondanzio da Sacco infermiero de’ Minori Riformati129.

Aggiunta alla lista. Sale armoniaco Lib. 1 Mastici Lib. 1 Spirito volatile di corno di cervo succiniato Once 2 Fiori di solfro Once 12 Cantaride Once 4

Fuori. Al molto illustre sig. e padrone colendissimo Il sig. Giambattista Carissimo. Venezia130.

1080. 1797 Al Padre Bonaventura da Caldesio. Arco.

R.P.S.L.G.C.S.N. Il R.mo signor Provicario generale (Giuseppe Antonio de Menghin) gli concede la

facoltà richiesta d’assolvere per una volta dai casi riservati nella diocesi nostra, ed anche tutta l’autorità episcopale per dispensare dalle censure annesse ai medesimi. Suppongo, che avrà ricevuto le mie risposte ai suoi quesiti spedite con data de’ 19 del corrente; e spero, che il male acquistato in Torbole dal padre Giacomoantonio di Borgo non sarà di cattiva conseguenza131. Degli ammalati fiemaschi non abbiamo alcun nuovo riscontro. Quindi speriamo in bene. Proccuri di conservarsi, mentre io la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 25 aprile 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1081. 1797 Al Padre Massimo da Volano. Borgo.

Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N. Dai nostri nipoti Mattia, e Catalano ho inteso132, che don Benedetto altro nostro

nipote da parecchi giorni ritrovasi ammalato; non però finora gravemente. Ma siccome anche in Volano sono morti molti nel corrente anno, e seguitano a morirvi ogni giorno, eziandio più di uno; così raccomandiamolo al Signore, affinché qualora sia per riuscire di sua maggior gloria, e vantaggio delle di lui anima, ce lo doni133. Godo sentendo, che Voi ora state meglio. Io mi contento della mia salute, sebbene ho patito molto in quest’inverno, e tuttavia patisco nella gola per il catarro, effetto, credo, del divenir vecchio. Presentemente lavoro per dare l’ultima mano al volume non picciolo, che ho fatto per la Comunità Lomasina. Mi costerà non poca fatica, e non breve tempo il farne la copia. Innanzi di questa voglio fare i Direttori, cui piacendo al Signore Iddio, darò principio nella prossima settimana. Nel nostro metterò il Beato Giacomo Strepa vescovo confessore, il Beato Lorenzo da Brindisi confessore, ed il Beato Leonardo da Porto Maurizio confessore, tutti e tre doppi minori, fissati al primo di giugno, 7 di luglio, e 27

129 Non è venuta risposta a questa lettera per cagione de’ disturbi guerrieri, né pure nel maggio 1798. 130 Nel 1793 in Tesino visse presbyter Bernardus Carissimo Castri Tesini confessarius et rector s. Rochi, aetatis

an. 69. 131 Fu circa un mese a fare le veci di quel curato infermo. In Fieme vi sono sette frati infermi. 132 Li 23 aprile. 133 Fu gravemente infermo, ma guarì.

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di novembre. Ho parlato poco col P. Atanasio di Sardagna, perché stette poco in convento; ma ho inteso abbastanza quanto vi tocca da patire. Vi raccomando la santa pazienza, e di tollerare i mali minori perché non succedano de’ maggiori. Il Signor Iddio ecc. Io vi raccomanderò al Signor Iddio. Fate altrettanto anche Voi per me, che vi abbraccio con fraterno affetto. Amen. Trento 28 aprile 1797.

1082. 1797

Al sig. don Tommaso Sprenger di Trento, Primessario, e vice sagrestano di san Pietro in Trento.

Molto illustre, e molto rev. sig. padrone colendissimo. Fra Giangrisostomo di Volano, divotissimo servidore di V.S. molto illustre e molto

rev., le rispondo, che nel triduo solenne, il quale farassi dallo spettabile ceto de’ signori mercanti nella chiesa parrocchiale di san Pietro ne’ giorni 4-6134 dell’imminente maggio, colla esposizione del SS. Sacramento, per ringraziare Sua Divina Maestà de’ benefici compartiti nel tempo delle passate dolorose vicende, e per supplicarla della preservazione da ulteriori disgrazie, potrà cantarsi la Messa votiva del ss. Sacramento col Gloria, e Credo, colla giunta della sola orazione pro gratiarum actione sotto la chiusa dell’orazione del Sacramento, e col Praefatio della Natività del Signore. Nelle private poi, che diransi dell’occorrente officio in tempo della esposizione mentovata, dovrassi aggiugnere l’orazione del ss. Sacramento sub duplici conclusione, ed il Praefatio sarà non già quello de Nativitate Domini, ma il Pasquale ne’ due primi giorni, e quello degli Apostoli nel terzo. E, supponendo, che questo le basti, la riverisco divotamente. Di s. Bernardino 30 aprile 1797.

Pro mea memoria. Veggasi il nostro P. Grasser nel libretto della Messa privata pag. 9, ed il P. Cavalieri To. 4, pag. 88.

1081. 1797

Al P. Sisinnio Maria di Sanzeno Guardiano di Campo. R.P.P.C.

Consegnerò la lettera della P.V.R. al mio Padre Guardiano135, quando ritornerà da Cles, e Metz, per dove s’è istradato ieridì come commissario provinciale per presiedere all’elezione di que’ Guardiani. Frattanto io l’assicuro, che abbiamo ricevuto le ova spedite per mezzo del noto beccaio Giacomo, e che a questo abbiamo dato il baccalà del di Lei convento. Facendole poi sapere, che in questa mattina è partito di qui verso Roveredo per costà il P. Anacleto, e che la licenza di celebrare il Capitolo è venuta, mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi dico. Trento 2 maggio 1797.

Di V.P.R. Div., obbl.mo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

1084. 1797

Al sig. don Niccolò Monauni arciprete di Taio. Molto illustre, e R.mo signore e padrone colendissimo.

Senza verun indugio servo la S.V. molto illustre, e R.ma colla richiesta appendice136 all’Ordinario del divin officio, la quale potrà esserle di uso nel corrente anno 1797, nel susseguente 1798, e mutatis mutandis anche negli altri, che succederanno, e che le

134 Giovedì, venerdì, sabato. 135 Gioachino da Pressano che ritornò nella sera dei dieci. 136 Per causa de’ francesi ha perduta l’altra, che le ho mandato nel 1795, sopra To. 3, n. 940.

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sospiro non solamente numerosi, ma ancora pacifici, felici, e non simili agli ultimamente passati. Ella sia persuasa, che mi reco ad onore il poterla servire in qualche parte; ed assicurandola della mia memoria, e premura per l’anima del fu nostro Padre Gianfrancesco137, suo degnissimo zio, mi esibisco ad ulteriori suoi veneratissimi comandi, le fo un profondo inchino, e mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 4 maggio 1797.

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servidore in Cristo F. Giangrisostomo di Volano Minore Riformato.

Fuori. Al Molto Illustre, R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Niccolò Monauni arciprete degnissimo di

Taio In Valdinon

1085. 1797

Al Padre Bonaventura da Caldesio. Arco. R.P.S.L.G.C.

In caso, che non gli fosse ancora giunta un’altra mia de’ 25 aprile, consegnata certamente alla posta li 26138, gli replico, che dal R.mo signor Provicario gli è conceduta la richiesta facoltà d’assolvere per una volta dai casi riservati nella nostra diocesi: eziandio tutta l’autorità vescovile per dispensare dalle censure a quelli annesse. Tengo nelle mani la lettera del suo Padre Guardiano Pietro Damiani data li 7 aprile, con la quale mi assicura di avere ricevuto l’avviso, che per commissione del Padre Provinciale gli ho dato circa la morte del P. Fulgenzio Sighelli di Cavalese. Io son certissimo, che gli ho scritto esser morto in Cavalese nel giorno 31 dello scorso marzo. Quindi non capisco, come dicasi loro ignoto il giorno mortuale del detto Religioso. Ho scritto non Sighel, ma Sighelli, perché in Cavalese trovasi un ritratto con questa inscrizione: “S.P.R.R Comiti Ioanni Iacobo Sighelli Sacri Romani Imperii Equiti, Praefecto Regionum Urbis ab anno 1730, usque ad annum 1745. Questi fu battezzato in Cavalese nel primo giorno di novembre dell’anni 1683. Ho notata la morte del nostro P. Pietro Crisologo Zorrer di Roveredo come seguita li cinque aprile 1797139, Columnae in Dioecesi Tusculana140. Bramo di sentire buone nuove rapporto ai suoi Padri Guardiano, e Giacomantonio infermi; e notificandogli, che F. Abbondanzio sta colla febbre: che il sig. curato di Cognola è in pericolo di morte141; che la città è piena di soldati, e ne aspetta degli altri molti: che il P. Gaudenzo si trova qui a letto colla podagra, mi raccomando, lo riverisco, e resto. Trento 6 maggio 1797.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

1086. 1797

137 Andrei di Mechel fratello della di lui madre. 138 Non l’aveva ricevuta li 30 aprile: e quindi replicò l’istanza. 139 Hora 21 rotunda. 140 Picciolo paese chiamato la Colonna, lontano sette miglia dal convento di Frascati. Così il P. Paolo di Roma

Guardiano di Frascati li 22 aprile 1797. 141 Don Valentino de’ Lazzari perginasco, che vive 1800.

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Al Padre Niccola Chiocchetti Priore di s. Marco142. Fra Giangrisostomo suppone, che le mentovate donne possano continuare la loro

già incominciata fatica di lavare i pavimenti de’ dormitori, e delle camere del convento di s. Marco, finché il medesimo convento sia rimesso alla sua primiera forma regolare: potendo frattanto li Religiosi stare ritirati in un angolo ecc. Così pensa su due piedi: e senza più fa divotissima riverenza al M.R.P. Priore ecc.

Così ho scritto gli undici maggio 1797 su la stessa lettera del Padre Priore Chiocchetto di Moiena, che fa lavare il suo convento profanato dagl’infermi soldati, stando allora fuori di esso li Religiosi. Ho dovuto rispondere su due piedi stando in aspettazione della risposta il commesso, e dovendo io andare al vespro. Per altro avrei voluto suggerire, che si pigliassero piuttosto degli uomini: oppure, che si differisse il dare la forma claustrale al convento. Le donne vi furono anche avanti il ritorno de’ Religiosi dalle Laste.

1087. 1797

Al Padre Pietro Antonio Ferrari di Sacco. Arco. R.P.S.L.G.C.

Per imparare, ed accertarmi, se quella celebratissima Giuditta Bettuliese, che tagliò il capo ad Oloferne, sia tenuta per Santa dalla Chiesa, e quindi rispondere alla P.V.R., ho consultato moltissimi calendari, e martirologi, antichi, e moderni, oltre altri libri, e parecchie Litanie di Santi; ma non mi è riuscito di ritrovare quanto bramava, e sperava, poiché ho trovato solamente una Santa Giuditta senza verun titolo distintivo ai dieci di dicembre in due picciolissimi calendari tedeschi, cioè nell’augustano del 1760, e nel bolgianese del 1794. Nelle giunte poi fatte l’anno 1515 da Ermanno Greveno al martirologio di Usuardo,stampato in Colonia, e ristampato dai Padri Bollandisti143, ho letto ai 17 d’agosto: In Bethulia, beatae Iudith viduae. I medesimi Bollandisti nel tomo 3 d’agosto, al giorno 17 mettono la stessa Santa inter praetermissos, et in alios dies reiectos; ma dicendo: In Bethulia, beatae Iudith Viduae: est annuntiatio solius Greveni, ex quo in germanicum Canisii transiit, satis apposite quidem; verum non solemus, eius unius auctoritate huiusmodi Sanctos operi nostro inserere, cioè Santi privi di culto pubblico. Per altro la medesima Giuditta presso il Padre Cornelio a Lapide nell’argomento in Iudith si dice Santa Vidua da san Fulgenzio: Santa Iudith da sant’Ambrogio: Sanctissima Iudith da sant’Agostino: e Sanctissima Iuditha da san Giovanni Crisostomo. Da san Paolino vescovo di Nola Natali decimo s. Felicis martyris pag. 617 la chiama inclita Iudith. Da Pietro de’ Natali veneto in Catalogo Sanctorum L. 8, cap.81, Sancta Iudith Vidua. Aggiugne il predetto Padre Cornelio nel capo 16 ed ultimo, che Iudithae nomen, et cum nomine virtutis imitationem ambivere Heroinae, et reginae, cioè la moglie di Lodovico Pio imperatore: una figlia di Carlo Calvo re di Francia, regina d’Inghilterra: la moglie di Boleslao re di Polonia: una figlia d’Enrico imperatore, regina d’Ungheria, ed altre, tra le quali meritano speciale menzione santa Giuditta martire di Milano riferita dai Bollandisti ai sei di maggio, e la Beata Giuditta vedova racchiusa dell’Ordine di s. Benedetto nella Baviera, lodata dai citati Bollandisti ai 29 di giugno144. Da queste poche notizie io inferisco, che Giuditta Bettuliese, quantunque possa, e debba tenersi per Santa, pure per tale non è riconosciuta dalla

142 Cessò d’esser Priore nel 1800. 143 To. 6, et 7 iunii. 144 Videsis To. 6, epist. 2186.

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Chiesa con culto pubblico. E supponendo, che altrettanto penserà eziandio la P.V.R. la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 15 maggio 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

P.S. Oggidì 16 maggio a pieni voti restò confermato questo nostro P. Guardiano Gioachino. Domani poi verrà dato il sacro Viatico ai nostri PP. Ferdinando, e Regalato, che sono nell’infermeria colle petecchie acquistate assistendo ad infermi secolari.

1088. 1797

Al sig. Conte canonico Carlo Francesco de’ Pompeati. Trento. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Ad onta della scarsezza grande di tempo, che patisco, accresciuta dalla festa corrente (di s. Bernardino titolare nostro) ho fatto la richiesta copia della scrittura romana. Rimando adunque a V.S. Ill.ma, e R.ma la detta sua scrittura insieme colla mia copia: e chiedendo scusa, se per la molta fretta ho commesso qualche sbaglio, specialmente nell’esporre le molte straordinarie breviature; con un profondo inchino mi dedico. Di s. Bernardino 20 maggio 1797 di mattina.

Di V.S. Ill.ma, e R.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo F. Giangrisostomo di Volano.

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor Conte Carlo Francesco de’ Pompeati Canonico di Trento, ed arciprete degnissimo di Civezzano presentemente in Trento145.

Nota. La scrittura romana è un Breve di papa Pio sesto cominciante Laudabilia, e dato in Roma li dieci d’aprile 1797, Pontificatus an. 23, e diretto all’officiale generale del vescovo di Trento, col quale conferisce a Girolamo Pompeati scolare di Trento di anni 7 non compiti il Beneficio di casa Monte eretto nella chiesa parrocchiale di s. Pietro in Trento, e risegnato dal sig. Giambattista Mersi di Trento arciprete di Pergine, che ha l’obbligo della Messa quotidiana. Il Pompeati resta obbligato di farsi ordinare chierico subito che avrà compiuto il primo suo settennio. Egli è figlio del sig. Conte Giambattista fratello del canonico. Nacque in Trento li nove di novembre 1790 e fu tenuto al Battesimo dal zio Carlo. Nel Breve si nomina soltanto Hieronymus Pompeatus scholaris senza verun titolo di Conte, barone, o nobile, e senza il nome del padre. Per altro io non approvo somiglianti collazioni. Finora Girolamo è figlio unico di suo padre. La mia copia fatta in forma di libretto in quarto e di pagine 9 scritte. Il Breve è soscritto da Aurelio cardinale Roverella pro-datario. Fu trascritto in Roma da J. Riganti146 officiale deputato, e legalizzato da Giuseppe Battaglia notaio apostolico. Un’altra volta nella festa di s. Bernardino ebbi un simile impiego dal sig. Pompeati. Vedi sopra To. 3, epist. 604 del 1790.

1089. 1797 Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo.

R.P.S.L.G.C.

145 Nell’Albo de’ confratelli della Casa di Dio in Trento, esposto nel coro di quella chiesa, v’ha l’Arma con

sopra una testa, e sotto l’inscrizione: Carlo del S.R.I. Conte Pompeati Canonico di Trento 1797. Vidi hac die 16 augusti 1797.

146 Latine J. Riganti.

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Inteso avendo, che la P.S.R. ha favorito molto bene il mio antecessore colla provisione d’uova, quantunque io non possegga un egual merito, mi avanzo a pregare, che voglia favorire anche me con una simile provisione. E promettendole la dovuta corrispondenza, mi tengo sicuro del favore richiesto, e la riverisco. Trento, s. Bernardino 28 maggio 1797.ù

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo Guardiano indegno.

1090. 1797

Al P. Gio. Vincenzo di Roveredo Guardiano di Roveredo147. R.P.P.C.

Assicuro la P.V.R. che ho ricevuto il suo avviso della morte costì seguita del fu nostro Fra Teofilo Gigli da Becceca: e conseguentemente abbiamo dato principio ai suffragi del medesimo, e che li proseguiremo con sollecitudine, intrecciandoli con quelli, che dobbiamo fare per il fu Padre Giannantonio Rossi di Piano. Ella vede, che buon principio mi tocca del mio nuovo ministero. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, perché mi aiuti; mentre io riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 30 maggio 1797.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

1091. 1797

Alla sig. Anna Teresa Auchenthallera. Bolgiano. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Solamente in questo mese ho ricevuto la sua data li 15 gennaio. Per questo non le ho risposto prima d’ora. Mi spiace, ch’Ella non possa ritrovare così un albergo comodo: ed anche il doverle dire, che parimente con molta difficoltà si può ritrovare qui a Trento. La città è piena di soldati, de’ quali con suo grande disturbo, e dispendio ne tiene anche al signora Rosa Ciani, quantunque sia donna, e viva con una sola servente148. Io non ho veruna entratura nella casa Barbacovi. So però, che ai 30 dello scorso marzo è morto dalle petecchie il sig. Giacomo Barbacovi marito della nota sig. Aurelia Fuitenia; e tengo per certo, che se andassi a fare la impostami ricerca, riporterei una negativa. Io dunque l replico, che non pensi di venire a Trento, finché durano le presenti miserie. Circa li suggerimenti, che le ho dato per vivere in pace con tutti, e dar edificazione al mondo, l’assicuro, che glieli diedi così di proprio proprissimo moto, senza d’avere udito di Lei alcuna cosa, e senza sapere le di lei buone pratiche. Rapporto ai Breviari, e Diurnali non posso servirla, perché ora sono impedite, o malsicure le strade, ed interrotto ogni commercio coll’Italia. N* pur io ho potuto avere risposta da Venezia, quantunque sarebbe stata utile al corrispondente. Queste due soppresse Bozza, e Michelina hanno ricevuto i loro quartali da Insprugg per mezzo di un negoziante, essendo prima state a supplicarne il signor presidente cesareo qui allora residente. Qui le petecchie continuano la loro strage. De’ nostri in quest’anno 1797 sono morti il P. Gio. Francesco da Mechel Guardiano di Cavalese, ed il P. Fulgenzio di Cavalese per aver assistito ai soldati infermi. È pur morto il P. Gio. Antonio da Piano parimente per l’assistenza indefessa da lui prestata agl’infermi. È anche morto F. Teofilo, e F. Matteo.

147 Questo Religioso [Lutz di cognome] diventò il terzo parroco di s. Maria, o sia del Borgo di s. Tommaso di

Roveredo nel 1797 impossessato solennemente li 19 novembre. Mutò subito abito. 148 Lisabetta da Theuschnoff [Nova Ponente].

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Altri sono stati, ed altro sono infermi. De’ secolari non parlo. Iddio ci abbia misericordia. Mi raccomandi al medesimo, e proccuri di conservarsi, mentre io la riverisco, e mi dico. Trento, s. Bernardino 30 maggio 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano Guardiano.

P.S. Le Madri di s. Michele sono ancora presso le Madri Orsoline. Tre di loro sono andate in paradiso, la Madre Giacinta de’ Conti d’Arco li 12 febbraio 1797. La Madre Teresa Maria de’ Conti Alberti d’Enno li 19 febbraio e la Madre Giovanna Teresa Heyderin di Trento li 24 febbraio. Il P. Arcangelo fu nuovamente sorpreso dal suo male epilettico nel primo giorno di marzo. Ora sta benino, ma non più Ministro Provinciale, giacché avendo terminato il suo tassato sessennio, fu eletto Provinciale la terza volta a pieni voti il P. Gioachino Besenella da Pressano ai 22 dello spirante maggio. Aggiungo, che le predette Religiose non sono morte dalle petecchie; ma per altri mali.

Pro mea memoria. Regulares religionis suppressae non remanent liberati a votis, sed adhuc his obstricti sunt, adeo ut nec matrimonium, nec testamentum facere, nec in fideicommissis, et haereditatibus succedere, nec acquirere possint, ut respondit Sacra Congregatio Concilii in Veneta 13 maii 1679 et in Bononiensi 25 augusti 1692, apud nostrum P. Lucium Ferrarium To. 6, Bibl. promptae verbo Regulares art. 1, num. 59.

1092. 1797

Ai signori daziali della Valle Sugana. Io sottoscritto prego i nobili signori daziali, che vogliano lasciar passare libero, e

franco l’esibitore della presente, conducendo due sacchi di sale, ed altre robe per uso, e beneficio de’ nostri Religiosi del convento di Borgo. Che della carità il Signor Iddio, ed il P. S. Francesco ecc.

Dato nel convento di s. Bernardino presso Trento li 2 giugno 1797. L+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1093. 1797

Al P. Lorenzo Zini di Cavareno Vicario in Cles149. R.P.P.C.

Tenutissimo mi professo alla P.V.R. per l’attenzione, che ha usato nel procacciarmi, e provedermi il richiesto formaggio: e nello stesso tempo la prego di compiere l’opera sua caritatevole col mandarmelo, quando le riuscirà meno incomodo150. Per soddisfazione del medesimo ho fatto consegnare a... troni 315, dico trecento, e quindici, supponendo, che tanto importi la quantità, ed il prezzo del predetto formaggio151. La ringrazio altresì della copiosa carità del butiro, e degli aggiunti casati; e pregandola che voglia raccomandarmi al Signor Iddio perché mi assista nel per me troppo arduo addossatomi ministero, la riverisco eziandio per parte del M.R.P. Provinciale, e del P. ex Provinciale Arcangelo, e mi dico. Trento 7 giugno 1797152.

Di V.P.R. che prego de’miei rispetti al suo R.P. Guardiano. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

149 A questo Padre ho scritto anche li 27 maggio 1797 in frettissima. 150 Giunse a Trento il primo di luglio del 1797. 151 Pesi 16, libbre 7,6, troni 19, carantani 4 il peso. 152 S’è esibito per l’avvenire di proccurarmi del formaggio il sig. curato di Rabbi don Nicolò Concio di Maleto.

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1094. 1707

Al sig. Giuseppe Antonio de Menghin Pro Vicario Generale. Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.

Avendo letto attentamente il foglio speditomi da V.S. Ill.ma, e R.ma, che contiene la sovrana risoluzione dell’I.R. aulico Direttorio, emanata nel giorno ventuno di maggio 1796, sopra la determinazione presa dal gran congresso tenuto in Bolgiano, d’introdurre, e solennizzare in tutto il Tirolo la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù Cristo Signor nostro, per il motivo nel detto foglio accennato della guerra coi francesi: e dovendo proferire il mio debole sentimento, dico in primo luogo, che non posso non lodare la mentovata risoluzione, sapendo, che la predetta festa con officio, e Messa, malgrado le varie opposizioni, cui soggiacque (da me lette nelle Memorie della Vita di monsignor Giusto Fontanini pag. 105, e segg.153 e nel tomo intitolato Camilli Blasii dissertatio commonitoria de festo Cordis Iesu)154 ritrovasi approvata da Clemente XIII sommo pontefice155, permessa, e celebrata in Roma, Venezia, Vicenza, Colonia, ne’ regni di Napoli, di Polonia156, di Portogallo, d’Algarvia, ed altrove. Poi sono di avviso, che giusta i Breviari nuovi la detta festa non occorre stabilmente nel terzo giorno del mese di giugno157; ma bensì nel primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, il quale venerdì cadde nel terzo giorno del mese di giugno nell’anno scorso 1796, e non può mai accadere avanti li 29 di maggio, né dopo i due di luglio158. Avviso altresì, che nel memoriale da presentarsi alla Santa Sede per ottenerne la necessaria di lei licenza, sarà bene l’esprimere quale officio si brami, poiché osservo, che in una Breviario vi è un officio de ss. Corde Iesu, ed in un altro affatto differente: in un altro poi sonovi ambidue: e così pure nel rispettivo Messale due Messe. Io per minore spesa, ed aggravio del venerabile clero non chiederei l’officio, che ha l’orazione Fac nos, ed incomincia il Mattutino coll’invitatorio Cor Iesu, caritatis victimam, perché nei vespri, e nel Mattutino prescrive Salmi propri, straordinari, e lunghi; bensì l’altro, che ha l’orazione Concede quaesumus: principia il Mattutino coll’invitatorio Christum pro nobis passum: nei vespri assegna i Salmi della festa del Corpus Domini, e nel Mattutino quelli della Madonna, con tre responsori tratti dall’officio della detta festa del Corpus Domini; e nella sesta lezione fa cenno dell’approvazione pontificia, col motivo di essa. E quindi, giacché tal festa del ss. Cuore di Gesù, per altro, come dissi, attaccata sine ullo medio all’ottava del Corpus Domini, ora vuolsi fissata in un giorno di domenica, piuttosto che fissarla nella prima domenica di maggio, oppure nella domenica seconda dopo il Corpus Domini, la vorrei fissata nella domenica fra l’ottava del Corpus Domini, colla rubrica, che in essa nihil fiat de octava Corporis Domini, atteso che, come si legge nelle rubriche del Breviario serafico num. 57159, Festum ss. Cordis Iesu ad memoriam pariter

153 Stampata in Venezia nel 1775. 154 Stampato in Roma nel 1771. 155 eletto nel 1758, morto nel 1769. 156 Nel 1765 in Roma fu stampata Causa Polona concessionis officii, et Missae propriae in honorem s. Cordis

Iesu. 157 Come hanno supposto gli enipontani. 158 Saggi teologici per formare un Errata corrige da aggiungere a’ due volumi che per apologia del sig. Blasi, e

suo commonitorio de festo Cordis Iesu ecc. In Lugano 1773, in 8°. Vidi. 159 Nel Supplimento nostro napolitano del 1786 e 1789 sta il solo officio romano, che comincia col Cor Iesu.

Nel direttorio nostro bavarico del 1797 nel venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini v’ha Festum ss. Cordis Iesu dall’orazione Fac nos. Dioecesi brixinensi pro die veneris post octavam Corporis Christi concessit S. Rituum Congr. 14 ianuarii 1795. Comitatui autem tirolensi eadem Sacra Rit. Congr. 23 nov. 1796.- Ho stampato l’officio dall’orazione Fac nos gli 8 maggio 1798 ad uso della diocesi trentina.

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institutionis eiusdem venerabilis Sacramenti recolendam, coniunctim quidem cum praecipuis beneficiis aliis divinae in nos caritatis, sed expresse tamen, instituitum est, dicendosi nell’orazione Concede... ut qui in Sanctissimo Filii tui Corde gloriantes, praecipua in nos caritatis eius beneficia recolimus: ed al fine dela Lezione sesta: Quam caritatem Christi patientis, et pro generis humani redemptione morientis, atque in suae mortis commemorationem instituentis Sacramentum Corporis, et Sanguinis sui, ut fideles sub Sanctissimi Cordis symbolo devotius, ac ferventius recolant, eiusdemque fructus uberius percipiant, Clemens decimus tertius Pontifex Maximus eisudem Sanctissimi Cordis festum quibusdam petentibus ecclesiis celebrare permisit. Aggiungo poi, che quell’Alleluia attaccato all’Introito Miserebitur, all’Offertorio, ed al Communio della Messa non sembrami conforme al rito non pasquale, o sia per annum: massimamente dicendo il Communio: Improperium expectavit cor meum, et miseriam, et sustinui qui simul contristaretur, et non fuit, et qui consolaretur, et non inveni, tutte cose di mestizia: che mi dispiace la mancanza del Tratto, e dell’Alleluia pasquale dopo l’Epistola per le Messe votive: che si assegna il Praefatio de Cruce per ogni tempo, dopo che nell’altra Messa Egredimini fu prescritto il Praefatio de Cruce nelle votive della Settuagesima sino alla Pentecoste, e nel resto dell’anno quello de Nativitate Domini. Mi dispiace altresì, che nell’officio sienvi tre omelie, e che contra le regole insegnate dal Padre Gavanto dicasi De sermone, De homilia etc. in vece di dire Sermo, Homilia etc. Tralascio altre simili osservazioni, e rimettendo il tutto al saggio giudicio di V.S. Ill.ma, e R.ma, col bacio delle sacre mani mi protesto. Di s. Bernardino 17 giugno 1797.

Di V.S. Ill.ma, e R.ma Umil.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

Nota. Il foglio predetto, tradotto dall’idioma tedesco, mi riesce assai oscuro. Il decreto dell’I.R. aulico Direttorio de’ 21 maggio 1796 fu significato alla lodevole Provincia del Tirolo dal barone Massimiliano de Waidmansdorff, soscritto dal Kinigl, con data d’Innsbruck ex Consiglio Gubernii li 2 agosto 1796 Martini etc. Qui si dice, che tal divozione va destinata per ringraziare Iddio dell’allontanamento dell’inimico, e pregarlo di tenerlo lontano anche in avvenire. Con data d’Innsbruck li 16 agosto 1796 da Paride Conte di Wolckenstein capitano del paese fu insinuato a S.A.R.ma vescovo principe di Trento, perché dia il suo voto a norma della confederazione, e dica il suo sentimento quanto prima160. Nel Breviario nostro stampato in Venezia l’anno 1768 li detti due offici stanvi al fine161. Quello del Cor Iesu dicesi per Roma. L’altro pro regno Poloniae, ac dioecesi Venetiarum. Nel Breviario parimente nostro veneto 1786 v’ha pro regno Poloniae, aliquibus locis dominii Veneti, et alibi. Nel Breviario serafico Veneto del 1794 sta pro dominio Veneto, et alibi. Pro Roma, et civitate Venetiarum, ac alibi. Nel nostro Diurno Veneto 1786 pro regno Poloniae, Dominio Veneto, Vincentiae, et alibi. Pro Roma, et alibi. Non posso fidarmi delle note tipografiche. Le opposizioni fatte dal Fontanini nel 1728, mi sembrano molto forti. Scritto questo nel giorno 18 di giugno 1797 mi venne per isbaglio della cancelleria d’Insbrugg alle mani il Direttorio delle nostre due Provincie Riformate di s. Leopoldo per l’anno 1798 manoscritto,

160 Nel nostro Diurno Campidonese del 1779 v’ha solo officio dall’orazione Concede per il primo venerdì dopo

il Corpus Domini, al fine. Nel Breviario poi nostro Campidonese sta lo stesso officio nel Corpo dopo l’ultimo di maggio per il venerdì suddetto.

161 Nel Direttorio nostro veneto del 1775 uno die si mette l’officio vecchio pel Dominio veneto, e l’officio nuovo per Venezia. Il vecchio ha l’orazione Concede.

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coll’approvazione dell’eccelso Governo d’Insprugg162. In esso ai 15 di giugno Feria 6 post oct. ss. Corporis Christi v’ha Fest. ss. Cordis Iesu d. ma. C .A. om. pr. Cr. Praef. Nativit. Dom. ma postovi di seconda mano, cioè attaccatovi con una cartuccia immosata. Nei primi vespri nulla gli vien dato.

1095. 1797

Al P. Patrizio Tonina da Vigol-Baselga Guardiano a Campo. R.P. Guardiano mio stimatissimo.

Non ho sospettato verun male per parte di V.P.R. da non avermi risposto subito, sapendo la sua bontà, ed avendo anche ricevuta qualche risposta in voce per mezzo del Padre Davide. In ordine poi alla sua de’ 18 del corrente le dico, che riceverò volentieri 400 uova al prezzo, che mi ha scritto163, giacché qui costano tre soldi l’uno, e ne abbiamo bisogno. La prego dunque di tale carità. Rapporto poi ai piatti, ed alle scodelle ho raccomandato l’affare a Fra Feliciano, che la renderà servita volentieri, non essendo ancora ritornato da Fieme Fra Gervasio per mia disgrazia. Tengo appresso di me i Rosari, le Corone, il filo di ferro, e d’ottone, che mi ha ordinato: e qui compiegato le spedisco il viglietto dato li 23 giugno del sig. Francesco Simone Auchentaller mercante, onde veder possa la spesa164. Suppongo, ch’Ella mi commetterà di farla soddisfare a conto di quanto Ella farà spendere in pro di questo convento, ed io la servirò prontamente. Frattanto le chiedo scusa dell’incomodo, che le reco, e degli altri che farò per recarle, e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 24 giugno 1797165.

Di V.P.R. cui aggiungo, che sarà bene, che chi verrà a pigliare i Rosari, e le Corone porti con sé un sacchetto.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

1096. 1797

Al Padre Onorato Selva di Caldaro de’Minori Riformati. Caldaro. Reverende Pater in Christo colendissime.

Absente Patre Ioachimo de Pressano Ministro nostro Provinciali, ab eo iam praemonitus, accepi ego parvum involucrum, quod P.T.R.166 sub datum 21 huiusce mensis per oblatorem praesentium ad eum misit167: et quidem bene clausum, illaesoque sigillo munitum. Vale. Datum Tridenti in conventu s. Bernardini die 25 iunii 1797.

P.T.R. Divot.mus in Christo servus F. Ioannes Chrysostomus de Avolano Guardianus Ordinis Minorum Reformatorum.

Extra. Reverendo, ac religiosissimo in Christo Patri Patri Honorato Selva Ordinis Minorum Reformatorum s. Francisci.

Caldarium Ad PP. Franciscanos.

1097. 1797

162 De festo Cordis Iesu vide Haldarium part. 3 tit. ult. pag. 302. 163 Ognuno 4 quattrini e mezzo, ed anche cinque quattrini. 164 Troni 41 e mezzo carentano. 165 Spedita 27. 166 = Paternitas Tua Reverenda. 167 patria caldarensenm.

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Al Padre Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. M.R.P.P.C. Benedicite.

Per poter fare la richiesta ricevuta ho aperto la qui rinchiusa lettera tedesca; e quindi ho scritto al P. Onorato Selva, che ho ricevuto l’annesso. Questo poi l’ho spedito al sig. Giambattista Tomaselli, eseguendo in ciò l’ordine, che la P.S.M.R. mi ha lasciato prima di partire. Il P. Innocenzio168 d’Egna Guardiano de’ Cappuccini di Brunnegg mi ha scritto, che i signori Werzi, quando ritorneranno dalla fiera di Bolgiano, porteranno venti fiorini, co’ quali s’estinguerà il debito contratto da lui colle cinquanta Messe, che ha mandato: e mi ha ingiunto di dare avviso di ciò alla P.S.M.R. Venendo i detti fiorini li farò passare subito al mentovato signor Tomaselli. Ieridì mattina il P. David ha dovuto portarsi a celebrare in Baselga, e dovrà trattenersi non so per quanto tempo, perché in quel luogo non vi è altra Messa, che quella del signor arciprete169. Ci fu fatta replicata istanza, eziandio dopo, che sonosi scusati li PP. Cappuccini. Ritornerà però nel sabato di sera per poter predicare nelle domeniche a s. Maria Maggiore. Iersera è giunto a questa infermeria Fr. Agostino di Serso, il quale trovandosi da ieri in qua senza febbre, spera di poter ritornare presto al suo convento di Borgo. Io però temo, che ciò non avvenga, perché mi ha detto, che gli è sopraggiunta una grande fiacchezza di petto. In questa mattina è partito dirittamente per Cavalese il P. Giacinto da Torchio, cui ho dato compagno soltanto sino a Campo Trentino. La P.S.M.R. è distintamente riverita dai signori baroni Trentini vecchi; ed io baciandole genuflesso le sacre mani la prego della paterna sua benedizione, e mi professo. Trento, s. Bernardino 27 giugno 1797.

Di S.P.M.R. Umil.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo e suddito F. Giangrisostomo .

1098. 1797

Al sig. don Giuseppe Agsotini. Aldeno. Molto illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo.

Bramando, che V.S. Molto illustre, e molto rev. resti ben servita da noi, per così soddisfare almeno in parte alle molte obbligazioni, che le professiamo, le rispondo, e l’assicuro, che qualora Iddio Signor nostro altrimenti non disponga, verrà il P. Mariano, o qualche altro nostro Religioso sacerdote a supplire la di Lei Primessaria per due domeniche, tosto che ne saremo avvisati170. E frattanto riverendola, eziandio per parte de predetto Padre Mariano, mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 28 giugno 1797.

Di V.S. Molto illustre, e molto rev. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

1099. 1797 Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano a Campo.

R.P.S.L.G.C. Ho consegnato al beccaio di costì li Rosari, e le Corone, col filo di ferro, e d’ottone,

che le ho accennato in altra mia de’ 24 nella quale ho altresì compiegato il viglietto del

168 Weber. 169 Vigilio Ciurletto trentino. 170 Vuol andare in Rabbi a bere le acidole: ma non trova un prete suplimentario. Dopo mi ha scritto, che basterà

mandare per li 30 luglio soltanto. Nel 1793 contò 47 anni di età. Morì nel 1799.

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sig. Soller171. I Rosari sono in due cartocci, e le Corone in sei. Sulla mezza notte de’ 29 sono giunti qua da Fieme il P. Damasceno, e Fra Gervasio. Questo secondo cammina bensì per il convento; ma come soltanto convalescente. Lamentasi di qualche debolezza, e dell’avere le gambe gonfie. Io spero, che si rimetterà presto, e che quando anche la convalescenza durasse molto, mi gioverà non poco la di lui presenza. Nuovamente la prego rapporto alle uova; e riverendola mi dico. Trento 30 giugno 1797.

Di VP.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

P.S. Il P. Giacinto è andato di famiglia in Fieme. Nuovo parroco di Cles è stato fatto don Luigi Flammacini di Trento parroco di Castel Tesino, e nuovo parroco di Livo don Biagio de Petris da Bresimo parroco di Fondo.

1100. 1797

Al P. Gio. Vincenzio di Roveredo Guardiano in Roveredo. S. Rocco. R.P. in Cristo padrone colendissimo.

Sono molti anni, che servo parecchie chiese di questa città, o diocesi con altrettante appendici all’Ordinario mio diocesano dell’officio divino. Le fo assai facilmente, perché non mi prevalgo della libertà di fissare in un giorno stabile gli offici, che trovo perpetuamente impediti; ma li trasferisco a tenore delle rubriche generali tit. 10 in primam diem non impeditam nel calendario generarle stampato per l’anno corrente, appunto su la norma di quella, che do qui compiegata per san Marco di Roveredo, senza sluogare i già riposti, benché posteriori di traslazione, ed inferiori di rito172. Suppongo, che tale sia la mente delle rubriche, tanto più che perciò tengo l’approvazione di questa Curia ecclesiastica. Il fissare gli offici impediti cagionerebbe una grande confusione nel calendario già stampato. Mi lusingo, che così piacerà eziandio al venerabile clero della detta chiesa di san Marco: ed alla P.V.R. risegnando la mia servitù, la riverisco, e mi professo. Trento 3 luglio 1797173.

Di V.P.R. che prego di riverire da parte mia il degnissimo sig. don Gio. Maria Laurenzi, al primo incontro, o di dirgli, che gli risponderò subito, che avrò un momento di tempo libero.

Div.mo, obb.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo ecc.

1101. 1797

Al P. Vito Antonio da Cles Guardiano in Cavalese. R.P. Guardiano S.L.G.C.

Sulla mezzanotte del giorno 28 venendo il 29 dello scorso giugno sono arrivati qua felicemente il P. Damasceno, e Fra Gervasio. Questo secondo, che si va rimettendo, mi ha notificato le grandi carità, e finezze, che ha ricevuto dalla P.V.R. e dalla religiosa di Lei famiglia, tanto per rapporto alla sua malattia, quanto circa la questua del legname. Laonde io la ringrazio vivamente, anche per parte del predetto fratello, e gliene sospiro dal Signor Iddio la ricompensa. Il medesimo F. Gervasio mi ha commesso altresì di farle sapere, che qui l’olio dassi per 24 soldi la libbra: ed avendomi soggiunto, che la

171 Auchentaller detto Soller. 172 Inter rubricas Breviarii Ordinis Eremit. s. Augustini est haec: Si traslatio festi sit specialis pro aliqua

civitate, vel dioecesi tantum, tunc translatio fiat in primam diem non impeditam ita ut nulla dies propria ei adsiganri possit.

173 Ho parlato su di questo col sig. arciprete di Roveredo, ricercato da lui qui a Trento li 5 luglio 1797.

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P.V.R. piglierebbe delle nostre candele, l’avviso, che sono a segno di potergliene dare circa trenta libbre, e che gliele darò al minimo cenno. Il Padre David, che sino dai 26 dello scaduto sta in Baselga come cappellano, e dovrà starvi forse tutto questo mese, venendo però a predicare nelle domeniche a s. Maria Maggiore, colla prima occasione opportuna le spedirà il tomo delle omelie turchesche (cioè di monsignor Frate Adiodato Turchi cap. vesc. di Parma). Noi viviamo con gran timore di dover ancora cedere il nostro amato convento ai soldati, essendo voce, che sieno per venire a Trento gli ospedali militari. Sarà quello,che vorrà il Signor Iddio. Ci raccomandi al medesimo, e proccuri di conservarsi. Trento, s. Bernardino 3 luglio 1797.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

Il nuovo arciprete di Cles è don Luigi Flammacini: ma li Tesini gli hanno esibito 200 altri fiorini perché non gli abbandoni.

1102. 1797

Al sig. don Giovanni Maria Laurenzi. Roveredo. Molto illustre e molto rev. sig. sig. e padrone colendissimo.

Quantunque al giorno d’oggi non conosca di vista V.S. Molto illustre e molto rev., la conosco però per fama; e quindi le dico sinceramente, che la stimo assai, e la venero per la sua pietà esemplare. Un nuovo argomento di tale pietà mi somministrano i quattro quesiti, che s’è compiaciuta di propormi, concepiti ne’ seguenti termini:

1. Se le ore dell’officio divino si possano recitare la mattina a qualunque ora? 2. Se il vespero, e la Compieta alle ora una, ed un quarto dopo pranzo? 3. Se il Mattutino colle Lodi alle ore due in punto? 4: Se una pianeta doro possa servire per al celebrazione di qualsiasi Messa ? Ai tre primi rispondo anch’io, come V.S. molto illustre e molto rev. m’insinua

esserle stato risposto dal dottissimo, e piissimo signor abate Giangiuseppe Volani, di sempre grata, e felice memoria, cioè che le dette ore possono recitarsi privatamente come sopra: aggiugnendo però esser meglio il recitarle statis temporibus. Non mi trattengo nel provar questo, perché gli autori vanno d’accordo, siccome Ella stessa senza dubbio avrà già osservato. Bensì dico, riuscirmi affatto nuovo, che la tabella oraria dell’Ordinario diocesano sia per le sole cattedrali, e non per li particolari, essendo intitolata: Tabella pro pridiana privata recitatione Matutini: e che nell’orazione Aperi Domine non poteva entrare la prescrizione dell’ora, giacché si suol recitare immediatamente avanti l’officio.

Rapporto poi al quesito quarto, ed ultimo le dico, che una pianeta del colore d’oro può servire per il colore bianco, rosso, e verde solamente, siccome col Quarti avvisa il Mercati parte 1, tit. 18, num. 1, e che il Cavalieri To. 5, cap. 27 Decr. 1 scrive: Reiiciendi sunt tamquam rubricarum violatores ii, qui unam aurei coloris planetam subsidiariam opinantur pro omnibus coloribus ad licita Missae sacrificium quotidie perasolvendum.

Chiedo scusa, e compatimento dell’avere procrastinato il risponderle, ed anche della brevità, con cui ora le rispondo, cose provenienti non già da mancanza di rispetto; ma sì bene da quella del tempo: e con un riverente inchino mi professo. Trento, s. Bernardino 7 luglio 1797174.

Di V.S. molto illustre e molto rev.

174 Consegnata al Tomasello li 10 luglio.

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Um.mo, div.mo, ossequ.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

NB Il detto prete dice il Mattutino alle 2 e mezza. Il vespro all’una ed un quarto. Le altre ore quattro alle 4 e mezza di mattina. Egli è figlio del sig. Michele Laurenzi, confessore, nato circa l’anno 1745. Morì nell’anno 1802, ne’ primi d’aprile in Roveredo.

1103. 1797

Al P. Innocenzio d’Egna Guardiano de’ Cappuccini di Brunegg. Admodum Rev. ac religiosissime in Christo Pater.

Quos literis ad me die 20 iunii datis, praenunciasti florenos viginti, huc per dominos Wertios hodie advenisse certiorem reddo te P.A.R. nullaque interposita mora reddam etiam nostrum Patrem Perovincialem Ioachimum de Pressano Arci nunc agentem. Quod addis de intentionibus SS. Missarum mihi sane gratum est; sed modo utpote aliis nimium onustus, oblatas suscipere nequaquam valeo. Memor tamen ero tuae bonae voluntatis, et si aliquando necessitas urgebit, humiliter recurram. Interim fausta tibi quaecumque apprecor, et ut mei memineris ad aras rogo. Dabam Tridenti apud s. Bernardinum die 10 iulii 1797.

A.R.P.T. Devinctissimus in Christo servus F. Ioannes Chrysostomus de Avolano FF. Minorum Reformatorum Guardianus l. i. (= licet indignus).

Fuori. Admodum Rev. ac Religiosissimo in Christo Patri atri Innocentio ab Ennia Ordinis Minorum S. Francisci Capuccinorum Guardiano dignissimo, ac patri colendissimo175.

Bruneggium.

1104. 1797 Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo.

Rev. Padre. Sino dai cinque del corrente stanno nelle mie mani le Corone, i Santi, e le

Medaglie, che la P.V.R. mi ha ordinato colla sua dei tre. Fra Feliciano ha ricercato diligentemente in sette botteghe di questa città li passamani per gli Agnus Dei, ch’Ella desidera; ma non gli è riuscito di ritrovarli. Quanto fu tolto per il di Lei convento dal sig. Auchenthaller, fu anche subito soddisfatto da questo nostro con troni 71 e car. 10 e ne fu fatto il saldo. Quando Ella manderà il noto beccaio, oppure altro, a pigliare le suddette cose, le spedirò li due viglietti del mercante. Noi siamo privi affatto d’uova, perché speravamo, che la P.V.R. ce ne mandasse nella settimana scaduta. Onde la prego nuovamente. Fra Gervasio patisce ora qualche incomodo in un occhio. Il P. Damasceno è vice curato in Sardagna. Iersera il P. Arcangelo è strato di nuovo sorpreso dal suo male in cella, per cui s’ha fatto qualche rottura nella faccia. Oggi però sta in piedi. Iersera parimente ho dato il Viatico a F. Ivone Terziario infermo di petecchie176. A queste miserie s’aggiunge il timore, in cui viviamo di dover ancora emigrare, e cedere l’amato nostro convento ai soldati infermi. Sono i cittadini, che vogliono recarci un tale

175 Ineunte augusto accepi, quod Pater iste obierit 1797, sed vivit etiam mense septembri, et octobri. Et hoc

anno 1799 mense septembri ibidem Guardianus. Hoc anno 1803, 1805 et ibi Vicarius, cognomine Weber. 176 F. Ivone, poi F. Gioachino laico professo.

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disturbo, per andar essi esenti dal pericolo de’ mali. Sia fatta la divina volontà: Resistere non si può. Se le cose dell’armata passeranno come in questo punto mi ha detto un capitano177, non verranno feriti. Preghi Dio per noi, e si conservi. Trento, s. Bernardino 11 luglio 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

_________________________________________________________________ Gli 11 luglio ho scritto al P. Provinciale: al P. Guardiano d’Arco, al P. Guardiano di

Pergine, al P. Massimo. Li 12 al P. Davide. ______________________________________________________________________

1105. 1797

Alla sig. Anna Teresa Auchenthallera. Bolgiano. Lana. In canonica. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Nel nono giorno del corrente luglio fummi recata la sua de’ 23 dello scorso giugno. Nel giorno seguente sono andato dal sig. Giuseppe Maria suo degnissimo fratello, e non avendolo ritrovato, intesi dal di lui agente, che già le ha risposto favorevolmente rapporto al pigliarla in casa sua178. Onde io non parlai altro. Buono per Lei, che le dia ricovero il detto suo signor fratello, perché non l’avrebbe ritrovato appresso la signora Rosa Ciani, avendo questa ora data in affitto quasi tutta la sua casa ai signori Pisoni,eccettuato un appartamento per se stessa, ed uno per una fraila Lucia Ciurletta, che lo tiene già da un anno179. Per altro io non le approvo il venir qua, e temo, che non sia per ritrovare quella quiete, che brama. Desidero, che questo mio timore non si verifichi; e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 12 luglio 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1106. 1797 Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo.

R.P. Dal beccaio noto ho ricevuto non già 48 uova, come per mero sbaglio sta scritto

nella di Lei lettera, ma 488, dico quattrocento, ed ottantantotto, per le quali corrisponderò coi troni 38 e car. 9 che mi accenna180, e colle tre Messe181. Qui poi racchiusi le sped8isco i due viglietti dell’Auchentalelr. Al detto beccaio ho consegnato due mazzi di Corone, un plicco di Santi, ed un cartoccio di medaglie, cose tutte già soddisfatte. Farò fare la cazza, ed il minestro comandato, e similmente farò soddisfare subito tutto. Rapporto all’olio mi viene detto, che ora voglionsi 24 soldi per libbra182. Onde aspetterò un nuovo di Lei ordine per provederlo. Finalmente la prego di

177 Lucioni ussero nato nell’agosto del 1739 che mangia col Kerpen Generale, detto Banda de’ Lucioni

d’Abbiate milanese, primo capitano di usseri austriaci, marito di Teresa, e padre di più figliuoli. È partito per Bassano li 22 luglio 1797.

178 L’accordo non fu effettuato punto. 179 La sig. Ciani ha venduta ai Pisoni tutta la sua casa nel principio dell’agosto 1797, per 6.000 fiorini, cioè al

sig. Paolo, gli undici d’agosto. Partì da essa li 30 settembre 1797 ed andò ad abitare nella casa del sig. abate Valentino barone Salvadori poco lontana, cioè a s. Simonino. Dove stette sino agli 8 di agosto 1798 nel quale partì per l’Ungheria.

180 Parte ad un carentano l’uno, e parte a 23 soldi la dozzina. 181 Le 3 Messe per chi diede uova 60. 182 Ai 14 hanno chiesto 25 soldi tutti. Ai 25 soldi 25 e per grazia soldi 24 e mezzo. Li 19 dic. 1797 soldi 25 e

26.

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continuarmi la sua carità con mandarmi delle altre uova finché le dirò basta: e chiedendole scusa anch’io degl’incomodi, la riverisco, e resto. Trento 12 luglio 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

P.S. L’Archivio lomasino è nuovamente arenato. Ora tengo altri affari. Rapporto ai passamani già le ho scritto ieri.

1107. 1797

Al sig. don Giammaria de’ Gaspari di Lavarone curato d’Aldeno. Molto illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo.

Malgrado la scarsezza grande, che tengo anch’io, di sacerdoti abili a supplire le veci curaziali di V.S. molto illustre, e molto rev., l’assicuro, e rendo certa, che qualora il Signor Iddio non disponga diversamente, manderò un sacerdote nostro, il quale al possibile supplirà le dette veci nella domenica prossima, e nelle susseguenti, a tenore della di Lei lettera. Dal suo commesso esibitore della presente intenderà il di più, che qui tralascio, rapporto alle angustie,in cui mi ritrovo,ed alla premura, che ho di renderla servita. E condolendomi secolei per al malattia, cui soggiace, le sospiro una guarigione presta: e pregandola de’ miei rispetti al riveritissimo signor don Giuseppe degli Agostini, le fo un divotissimo inchino, e resto. Trento, s. Bernardino 18 luglio 1797.

Di V.S. molto illustre e molto rev. Um.mo, oss.mo, obbli.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1108. 1797

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello.

Finalmente dal Padre professor, ed esaminatore Saverio mi sono stati notificati li parrochi nuovi. Onde per compiacere il P. Attanasio ve li mando.

Volano don Pietro Antonio Saibandi da Bolognano. Spor Giulio Scari di Mezzolombardo. Folgaria don Giuseppe Felice Misturi di Garduno. Flavone don Giambattista dal Rì della Valdinon, da Pavillo tassullitano. Avio don Giuseppe Clementi da Enno, abitante in Trento. Livo don Biagio de Petris parroco di Fondo. Cles don Luigi Flammacini parroco di Castel-Tesino. Quello di Mattarello andarà coadiutore in Banale: ed a Mattarello andrà il curato di

Cadine Giambattista Zaninetti di Trento. Il nostro Padre David fa da cappellano in Baselga. Il P. Damasceno fu vice curato di Sardagna nove giorni. Debbo mandare in Aldeno a supplire per quel curato,ed ancora in Sardagna, ed al seminario. In questa infermeria vi è F. Ivone colle petecchie. Fra Gervasio è ancora invalido, specialmente per una gran flussione in un occhio. Il P. Arcangelo, P. Albano, e P. Epifanio potrebbero stare affatto nell’infermeria. Temiamo ancora gli effetti guerreschi, e di non poter godere la santa pace. Tra le nostre monache si trova in agonia la M. Maria Bernardina Pomaroli183. Per al Dio grazia io sono sano, malgrado le fatiche, che debbo fare per adempiere al mio ufficio. Stento molto ad andare innanzi coi Direttori, non volendo

183 Questa è morta li 19 luglio.

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mancare agli atti comuni. Pregate Iddio per me. Amen. Trento, s. Bernardino 18 luglio 1797.

1109. 1797

Al P. Filippo da Mezzo-Tedesco Vicario in mezzo-Lombardo. Rev. padre.

Monsignor Vicario Generale (Simone Albano canonico Zambaiti) munito di autorità apostolico data li 2 ottobre 1795 ad biennium, e da me letta, concede alla P.V.R. la facoltà d’assolvere in foro poenitentiali la penitente accennata in questa sua lettera; a patto però che prima ritratti li suoi errori (ereticali) levi lo scandalo dato ad altri, e faccia quella conveniente penitenza, che dalla P.V.R. le verrà ingiunta, nominatamente di frequentare li ss. Sagramenti. Sono stato io nel Castello in vece del P. Vicario impedito dalle monache, una delle quali, cioè la M. Bernardina Pomaroli oggidì fu seppellita; e riverendola eziandio da parte del detto Padre Vicario, mi professo. Trento 20 luglio 1797

Suo div.mo, obb.mo servo F. Giangrisostomo ecc.

P.S. Tutto Trento da più giorni parla del nostro : Maurizio come morto: ma noi non abbiamo di ciò alcun riscontro. Anzi oggidì uno ritornato dalla Sollandia ci ha consolati col riferirci, che lo ha lasciato vivo. Così sia. Lo stesso confermò altro ritornato li 21 di sera.

Nota. Il P. Filippo ha scritto al P. Vicario Gio. Evangelista di Stenico,ed io ho risposto al P. Filippo scrivendo su la di lui lettera rovesciata. La penitente disse proposizioni ereticali contro Dio, e Maria dalla mattina sino alla sera per esserle morto il marito, e l’unica sua figlia.

1110. 1797

Al Padre Vicario Generale de’ PP. Agostiniani. Roma. R.mo Padre padrone colendissimo.

Essendo già mesi, che fuori del solito, per le correnti critiche circostanze non posso avere alcuna notizia del Padre maestro Nicola Maria Ciani Agostiniano, pubblico professore di sagra teologia nell’università di Pisa, e fratello mio carissimo, né colle mie replicate lettere, né con quelle dell’altro mio fratello canonico di Vaccia nell’Ungheria, né per mezzo di questi Padri Agostiniani, e di quesiti miei concittadini, mi trovo spinta, e consigliata di ricorrere alla P.V.R.ma, supponendo ch’Ella come capo supremo del sacro di lui Ordine potrà favorirmi. Io dunque la prego riverentemente, che per mano di qualche suo segretario, o Religioso voglia degnarsi di farmi sapere, se il detto mio fratello sia vivo, dove si trovi, ed in quale posizione. Chiedo centomila scuse del mio ardimento; e tutta piena di fiducia d’essere graziata, con un ossequiosissimo inchino passo a protestarmi. Trento 24 luglio 1797.

Della P.V.R.ma Umil.ma, div.ma serva Maria Rosa Ciani184. Fuori. Al R.mo Padre Padrone colendissimo

Il Padre Vicario Generale de’ Padri Eremitani di s. Agostino.

Venezia. Roma

184 Questa lettera mutatis mutandis fu diretta al P. Priore di Firenze, il quale rispose, che il P. Ciani sta

benissimo.

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S. Agostino

1111. 1797 Al sig. Giulio Felice Kiechel sindaco di Avis.

Molto illustre sig. e padrone colendissimo. Accerto, ed assicuro V.S. molto illustre, che in ordine alla sua stimatissima la

servirò volentieri, mandando costà per il Perdono d’Assisi due Padri confessori, li quali verranno di buon mattino nel giorno quinto dell’imminente agosto. E senza più riverendola passo a professarmi. Trento, s. Bernardino 25 luglio 1797.

Di V.S. molto illustre Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

Fuori. Al Molto Illustre sig. e Padrone colendissimo Il sig. Giulio Felice Kiechel degnissimo sindaco del N.P.185 di Lavis186.

1112. 1797 Al P. Patrizio Guardiano di Campo.

R.P.G. Confesso, che dal noto beccaio187 ci sono state recate le uova 548, che dalla P.V. mi

sono riferite. Per esse celebrerò la Messa ingiunta, e corrisponderò il resto, che mi verrà spiegato. Già tengo registro di tutto. Non posso mandarle per mezzo del detto beccaio quanto brama, perché non poté venire preparato,ed ora non può subito subito prepararsi, essendo troppo breve il tempo, e mancando i fratelli abili a dare tal preparazione. Spero, che questa verrà fatta per martedì, nel qual giorno il beccaio sarà qui di ritorno, siccome ci ha detto. Credo, che allora sarà preparato anche l’olio a quel prezzo, che sarà dato, supponendo che sia di bisogno subito, e che non siavi speranza di ribasso. Fra Gervasio è ancora membro dell’infermeria per il male, che ha in un occhio. Ieridì fu comunicato per Viatico il P. Gaetano: il che mi servì per iscusarmi presso i signori Conti Salvetti, che volevano F. Abbondanzio ad assistere al Conte Andrea infermo. Il P. Mariano è vice curato in Sardagna. Il P. Damasceno è vice curato festivo in Aldeno. Il P. David ancora vice cappellano in Baselga. Bacio la mano al P.M.R. Provinciale, ed a Lei m’inchino. Trento 25 luglio 1797. Suo div.mo servo in Cristo

F. Grisostomo.

1113. 1797 Al sig. Luigi Marchesani stampatore imperial regio. Roveredo.

Molto illustre sig. e padrone colendissimo. Nel Direttorio dell’anno 1798, che non ho ancora terminato, attesi li disturbi

nell’anno corrente per motivo della guerra, ho posto la festa della Corona di Spine di N.S. Gesù Cristo ai sedici del mese di marzo. Ed eccola prontamente servita nel punto

185 * Nobile Pubblico. 186 In una Avviso rapporto all’appalto del pubblico fondaco del pane di Lavis, che sta nella gazzetta di Trento

foglio 97, de’ 4 dic. 1798 si nomina il signor Giulio Felice Kiechel sindaco del nobile Pubblico di Lavis. 187 Giacomo Anram pustero beccaio di Campo. Cioè Anram, padre di Giovanni Anram.

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stesso, in cui mi venne recata la sua stimatissima; ed esibendomi ulteriormente la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 26 luglio 1797.

Di V.S. molto illustre Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano.

1114. 1797 Al Padre Davide da Tiarno, Baselga.

R.P. Sia lodato Gesù Cristo S.N. Ieri mattina improvvisamente fu qui di ritorno da Sardagna il P. Mariano di

Bordiana, e mi protestò, che attesi li suoi acciacchi non può ritornare in quel luogo. Nella stessa mattina s’è ritirato nell’infermeria colla febbre Fra Feliciano. Per lo che io debbo supplire al di lui officio di portinaio, sagrestano ecc. Il Padre Damasceno è restato in Aldeno fino alla sette della scorsa sera,ed in questa è partito di qui per Sardagna. Il signor curato di Aldeno, andato in Rabbi, mi ha scritto, pregandomi di far supplire le di lui veci in tutte le domeniche del corrente agosto. Il Padre Mariano poi non mi assicura di andare in Aldeno. Gli fo note queste mie angustie, perché diasi premura di venire ad aiutarmi. E pregandolo de’ miei rispetti agl’ill.mi signori188, lo riverisco, e resto. S. Bernardino il primo d’agosto 1797.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1115. 1797 Al Padre Patrizio Guardiano di Campo.

R.P.S.L.G.C. Ho ricevuto la sua de’ 28 luglio colla lista delle uova spediteci, e col loro prezzo,

delle quali cose le ho fatto memoria. Supponeva, che martedì venisse il beccaio a pigliare le cose ordinate, e già preparate. Il crivello mi sembra troppo grande: ma non si trovano altri. Il minestro parmi troppo concavo. Il manico della cazza pesa troppo, ed è troppo largo, quantunque sia stata portata in città al maestro la nostra cazza per modello. L’olio sta già imbarilato in città per soldi 24 e mezzo la libbra. Non so ancora quanto importi: bensì che il crivello fu pagato troni quattro, e mezzo. Il minestro un tron, e mezzo: e la cazza troni ventisette, e mezzo189. Bramo, che mandi presto a pigliare le accennate cose: eziandio perché si parla di novità guerresche pericolose a questa città nostra. E avvisandola, che forse in questa notte verrà data l’estrema Unzione ai nostri Padri Gaetano, e Serafico190, li raccomando alle loro sante orazioni, e riverendola resto. Trento, s. Bernardino 3 agosto 1797.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il P. Damasceno è vice curato in Sardagna. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo ecc,

1116, 1797 Al sig. Conte canonico Mattia di Terlago. Calavino.

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

188 Cioè all’arciprete, ed alla di lui sorella Paola. 189 Ma poi computata la cazza vecchia troni 8,10, fu pagata troni 19. 190 Fu loro data nella mattina de’ 4.

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A suggerimento del nostro Padre Provinciale mando il molinaro esibitore della presente, a pigliare quella limosina di vino, che la bontà di V.S. Ill.ma, e R.ma s’è degnata d’esibirci191. E nello stesso tempo ringraziandola, gliene sospiro di cuore una copiosa ricompensa dal Signor Iddio, mediante l’intercessione del nostro Serafico Patriarca: e tutto pieno di stima, ed ossequio, con un profondo inchino mi dò l’onore di professarmi, e soscrivermi. Trento, s. Bernardino 4 agosto 1797.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Fuori. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Mattia del S.R.I. Conte di Terlago Canonico della cattedrale di Trento, ed arciprete degnissimo di Calavino.

1117. 1797

Al P. Adriano Seppi di Ruffredo. Roveredo. R.P. ed Amico Carissimo. L.I.C.

L’accerto, che finora io non ho ricevuto alcun involto, o libro, od altro da Venezia. Se verrà l’indicatomi libro192, avrò la sollecitudine, che mi raccomanda, per inoltrarglielo colla prima occasione, benché temo, che sia per venire tardo, per esser ora le strade assai cangiate, e non più quelle, che furono in addietro. Mi spiace, che soggiaccia al male, di cui mi scrive. Mi piace però il sentire, che prende qualche miglior piega, e che V.P. trovasi rassegnata interamente ai divini sempre adorabili voleri. Circa poi la sua risoluzione di venire a questa infermeria le rispondo, e l’assicuro, che io la riceverò volentieri193; ma l’avverto, che converrà ottenerne la previa licenza del Padre Provinciale, giacché c’è tempo. Così hanno praticato altri ne’ tempi passati, ed anche ultimamente Frate Agostino d’Asserso. In questa mattina fu data l’Estrema Unzione al P. Gaetano di Roveredo, ed al Padre Serafico di Melombardo, perché si teme, che possano campare molto poco. Li raccomandino al Signor Iddio: al quale V.P. raccomando anche me, che riverendola sono. Trento 4 agosto 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo ed amico. F. Grisostomo ecc.

1118. 1797 Al P. Vicario de’ Riformati di Mezzo Lombardo.

Rev. Padre. Credo mio dovere di rendere avvisata la P.S.R. che ieri mattina fu data l’Estrema

Unzione al nostro Padre Serafico, il quale sembra molto vicino a fare il suo passaggio all’altro mondo. La prego poi di partecipare il di lui stato agli ill.mi signori parenti del medesimo194: ed aggiungendole, che fu estremato, e cammina di egual passo anche il P. Gaetano: li raccomando entrambi alle orazioni di Lei, e de’ suoi Religiosi; ed in somma fretta la riverisco. Trento 5 agosto 1797 di mattina.

191 Andò, e ritornò col vino gli 8 agosto. Il Conte canonico avvisò il P. Provinciale della limosina, che voleva farci di vino coll’occasione, che ritornando da Campo fu a visitarlo in Calavino.

192 Il parroco all’altare del Garuffi. Giunse gli 8 ottobre 1797, cioè di Giuseppe Malatesta Garuffi parroco di Romini, ristampato in Bassano 1793, in 12°.

193 È venuto li 10 settembre 1797, ed è morto li 16 ottobre 1797. 194 Fratello, e nipoti Creuzbergeri già Vigili.

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Di V.P.R. Div.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1119. 1797

Ai Padri Guardiani di Arco, Borgo, Pergine, Roveredo, Cles, Mezzo Lombardo, Campo, e Cavalese.

Reverendo Padre. Oggidì alle quattro, e quasi tre quarti di sera, in questa infermeria, munito de’ Santi

Sacramenti, e placidamente cessò di vivere il nostro Padre Gaetano Gottardi da Roveredo, in età d’anni ottanta. Egli, come già sanno tutti, si ha fatto del merito faticando assai ne’ ministeri di confessore, predicatore, missionario, e Guardiano. Fu sempre amante della nostra santa madre Religione, ed in tutto il tempo di quattordici mesi e più, che stette in questa infermeria, mostrò una rara pazienza, ed anche molta divozione, facendo sempre orazione, o lezione spirituale. Io dunque lo accomando alla P.V.R. per li suffragi statutari, supererogatori; e raccomando anche me alle di Lei fervorose orazioni, la riverisco, e resto. Trento 5 agosto 1797.

Della P.V.R. cui raccomando anche il Padre Serafico Vigili da Mezzo Lombardo, morto in età d’anni 72 in questa infermeria, nello stessissimo modo del Padre Gaetano, in questo giorno sesto d’agosto, due quarti avanti del mezzogiorno, o sia alle undici, e mezza di mattina.

Div.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano indegno.

______________________________________________________________________ Ho ricevuto risposta dal P. Guardiano di Roveredo, Pergine, Cles, Metz, Borgo, Arco, Campo, e Cavalese.

1120. 1797

Al P. Vitantonio da Cles Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Compatisca la mia tardanza nel risponderle195. Sono stato sempre scarso di tempo, ed ora mi trovo scarsissimo. Le replico, che la servirò colle trenta libbre di cera: e giacché la P.V.R. mi esibisce un contraccambio, le significo, che qualora tenesse del butiro a sé superfluo, ne piglierei volentieri per questo mio convento: e che altrimenti son consigliato di accettare della limosina pecuniaria. Protesto però anch’io, che non pretendo, né voglio, che la P.V.R. abbia verun riguardo all’eguaglianza. Torrò quello, ch’Ella si scompiacerà di mandarmi per effetto della sua carità. Rapporto alle limosine consegnatemi dal P. David, per le Messe del suo convento, e del Wiser, non le ho scritto io, perché tenni come cosa certa, che le scrivesse, e rispondesse il detto P. David. Atteso ciò, che ultimamente (li 3 agosto) mi ha detto il P. Provinciale, oggidì partito per Cles, tosto che potrò, proseguirò la celebrazione delle sue Messe 90. Ma non so quando potrò finirle, trovandomi troppo carico d’impegni, ora da molto accresciuti dai nostri morti, a’ quali pare vogliasi unire Fra Michele da Preghena, che oggi vaneggia196. Preghi Dio per me, che riverendola sono. Trento 7 agosto 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

195 Ricevuta li 24 luglio 1797. 196 Gli 8 di mattina fu comunicato per Viatico.

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1121. 1797

Al Padre Bonaventura di Caldesio. Arco. R.P.

Rimando il Promemoria del gentilissimo signor abate (don Bernardino Trevisani di Milano, agente de’ Conti di Castelbarco all’Oppio sotto Garduno d’anni 50 circa) dall’Oppio, colla giunta d’un gran dispiacere, che né il Padre Provinciale, né io abbiamo potuto ritrovare quanto egli desidera rapporto alla sua copiosa collezione d’imagini degli eremiti, ed anacoreti incise dai fratelli Sadeleri197, ad onta di più ricerche da noi fatte198. Prego dunque la P.V. che voglia scusarmi appresso il lodato signor abate, nostro benemeritissimo, e di esibirgli la mia povera servitù per ogni altra sua occorrenza, che non ecceda le mie forze; e riverendola resto. Trento 8 agosto 1797.

Oggidì fu dato il sacro Viatico a Fra Michele. Da un’altra mia al P. Guardiano intenderà la morte seguita li 5 e 6 de’ PP. Gaetano, e Serafico.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

1122. 1797

Al sig. Giambattista Carissimi. Venezia. Riveritissimo signore.

Con data de’ 24 aprile ho scritto a V.S. Molto illustre, pregandola di mandarmi quelle drogherie, che le ho chiesto nella primavera dell’anno scorso, colla giunta di alcune altre; sicure però, e franche tutte sino al nostro convento di san Francesco in Borgo di Valsugana, eccettuato il solo dazio di Grigno, rapporto al quale ce la saressimo intesi noi tosto ch’Ella ci avesse avvisati della futura spedizione. Non avendo avuto il contento di alcuna risposta, la prego, che per mio regolamento voglia farmi sapere, se abbia ricevuto la detta mia lettera, e perché non sia stata fatta veruna spedizione. E stando in attenzione di graziosa risposta, la riverisco, e sono. Trento s. Bernardino 8 agosto 1797199.

Di V.S. molto illustre Div.mo. obbl.mo servo F. Abbondanzio da Sacco Infermiere de’ Minori Riformati.

1123. 1797

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.

Ho consegnato all’esibitore200 della presente la cazza, il minestro, il crivello, ed il filo di ferro, ed ingiunto, che prenda l’olio, il quale sta presso il mercante in città201, dove mando (sono andato io) subito due Religiosi. Non so ancora il prezzo del predetto olio: lo manderò dunque un’altra volta. La cazza vecchia fu data al parolaro202, che ha

197 Marco Sadeler. 198 1. Solitudo, sive vitae Patrum. 2. Trophaeum vitae solitariae. 3. Sylva Sacra. 4. Oraculum anachoreticum. 5.

Solitudo, sive virae faeminarum anachoritarun ab Iusto Sadeler 1621. 199 La risposta data in Venezia 16 agosto, ci pervenne li 19 agosto. 200 Beccaio solito di Campo. 201 Antonio Grandi. 202 Udalrico Dorigoni.

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data la nuova col patto, che sia computata nel prezzo203. Quindi suppongo, che sarà stata computata. Farò soddisfare l’olio mentovato, e passare alle signore fraile Schreche li troni 65 e car. 7. La ringrazio delle nuove uova mandate, e la prego di continuare. Credo, che avrà ricevuto l’avviso della morte de’ PP. Gaetano, e Serafico. Fra Michele già comunicato per Viatico, in oggi sta meglio. Fra Matteo Dorigati da Trento Terziario, è morto qui li 19 febbraio 1797. In strettissima la riverisco, e resto. Trento 12 agosto 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo ecc.

1124. 1797 Al signor Conte Lodovico Bortolazzi204. Vattaro.

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo. Avvicinandosi la festa del glorioso re san Lodovico, di cui ne porta degnamente il

nome V.S. Ill.ma, io gliela auguro felicissima, e ricolma di tutte le desiderabili benedizioni del Cielo: ed affinché il mio augurio sia più efficace l’assicuro, che nella detta festa celebrerò per V.S. Ill.ma la mia Messa. Pregola umilmente di aggradire questo tenue attestato del rispetto, ed ossequio, che debitamente le professo; e supplicandola, che voglia degnarsi di continuarci la sua grazia, e carità, veramente singolare, anche nell’avvenire, con un profondo riverentissimo inchino mi dò l’onore di protestarmi. Trento, s. Bernardino 18 agosto 1797.

Di V.S. Ill.ma Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Riporto una delle poche lettere autografe risparmiate dal Tovazzi a lui diretta dal

P. Andrea, Giacomo Balduzzi da Prezzo Guardiano di Campo Lomaso, posta fra le pagine 2066-2067 del manoscritto.

“L.I.C. Rev.do Padre Guardiano Benedicite. La sera della Madonna dopo la dispensa del silenzio è stata proposta una questione

la quale è: Se il giorno seguente giorno di s. Rocco si poteva cantare Messa da morto per il fu nostro Padre Serafico, perché la notizia fu pubblicata domenica, e lunedì si cantò per il nostro fu Padre Gaetano: chi diceva di sì, chi di no. Io per me tengo di sì, perché il martedì era già impedito. Rispondono, che lunedì si dovevano cantarne due, e così si poteva adempire a tutto. Ma i frati cantare due Messe in una mattina? oh allora sì, che avrebberon brontolato. Basta. La prego della risoluzione del caso. E per rapporto alla festa, officio, e fissazione del giorno per l’officio del Beato Leonardo da Porto Maurizio come già mi sortisse d’avvisarvi, e però aspettiamo la risposta. P. Guardiano si faccia animo, e coraggio in governare i suoi santi Religiosi. Mi riverisca il suo P. Vicario episcopale Arcangelo. E riverendola rsipettosamente mi raffermo per sempre ecc.

Campo 17 agosto ’97. Suo fedelissimo servo F. Andrea da Prez”. Sul verso il Tovazzi scrisse: “Vide Cavalerium To. 3, decr. 24, num. 9, pag. 17, col.

1”.

203 Fu computata troni 8,5,10. 204 Nato nel 1707.

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1125. 1797 Alla sig. Maria Rosa Ciani. Trento.

Molto illustre signora e padrona colendissima. Il signor Felice Crivelli mi ha risposto, che ha già affittata tutta quella parte della

sua casa, che sopravanza alla sua abitazione205; soggiungendomi, che a lui fu offerto un appartamento bello, e comodo della Casa già Rodomonte, ora Tonera, situata nella Contrada delle Urne, tra la Contrada Larga, e quella della Morte, la quale si tiene in affitto dal sig. Bartolommeo Fedrici chirurgo. Questo potrà servire di qualche lume alla S.V. molto illustre per cercarsi albergo: ed insieme d’un attestato della premura, che tengo di mostrarmi grato alle di Lei beneficenze. E riverendola resto. Da s. Bernardino 17 agosto 1797, di notte.

Di V. S. molto illustre Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1126. 1797

Al sig. barone Carlo salvadori, Gabiolo. Ill.mo, e generosissimo sig. sig. e padrone colendissimo.

Attesa l’insinuazione fattami dal Padre Albano, spedisco il molinaro esibitore della presente206, a prendere quella limosina di formento, che la singolare bontà, e carità di V.S.Ill.ma s’è compiaciuta d’esibirci. E nello stesso tempo ringraziandola, gliene sospiro di cuore una copiosa ricompensa dal Signor Iddio, mediante l’intercessione del nostro Serafico Patriarca: e tutto pieno di rispetto, ed ossequio le fo un riverente inchino, e mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 19 agosto 1797.

Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Minori Riformati207.

1127. 1797

Al P. Gasparo di Campo Guardiano di Borgo. Rev. Padre.

Questo nostro infermiero F. Abbondanzio da Sacco sta aspettando da Venezia delle specierie dirette al convento, cui presiede la P.V.R. Perciò la prego, che voglia insinuare al nob. sig. daziale di Grigno, ed assicurarla, che per il passo libero di tali cose abbiamo il clementissimo privilegio dell’eccel.mo Governo dell’Austria Superiore segnato li 25 marzo 1796, e confermato li 6 giugno 1797. Qualora poi questo nostro detto non bastasse, avvisati manderemo lo stesso privilegio originale. Confidiamo nella di Lei carità; ed io riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 19 agosto 1797208.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano

205 Posta nella Contrada Lunga,affittata al sig. Bonaventura Bellotti di Pescantina granaiuolo da molti anni in

Trento. 206 dell’Anna Ramusia. 207 Il formento venne lo stesso giorno. 208 Con data de’ 24 mi ha risposto che ha subito insinuato al daziale di Grigno quanto gli ho scritto. Le specierie

però non sono ancora venute in questo dì 4 maggio 1798, attesi li disturbi guerreschi.

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Guardiano ecc.

1128. 1797 Al sig. don Simone Munding di Trento, curato di Bronzollo.

Molto illustre e molto rev. sig. e padrone colendissimo. Dopo d’avere ricusato molte centinaia di Messe, anche coll’offerta della limosina

anticipata, e maggiore dell’ordinaria, perché proveduto soprabbondevolmente, ritrovomi costretto di accettare le settantacinque indirizzatemi da V.S. Molto illustre e molto rev. a riguardo sì del di lei carattere, come della mente del pio testatore di Lei padre, che le volle dette da noi. L’assicuro adunque, che proccurerò al possibile di accelerarne la loro celebrazione: e frattanto col dovuto sentimento di stima, e venerazione riverendola resto. Trento, s. Bernardino 19 agosto 1797.

Di V.S. molto illustre e molto rev. Umil.mo, div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1129. 1797

Al Governo cesareo-regio d’Insprugg. Excellentissimi domini domini.

Frater Ioachimus a Pressano Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae Sancti Vigilii reverenter exhibet EE. VV. Directorium istud divini officii pro anno 1798, ac suppliciter petit eius approbationem etc. Datum Tridenti apud sanctum Bernardinum 21 augusti 1797.

L’inscrizione come sopra num. 950. Spedito per la posta li 22 agosto. Ricevuto di ritorno li 19 ottobre209.

1130. 1797

A chiunque. Io infrascritto attesto, che come delegato del R.mo signor parroco i santa Maria

Maddalena (Luigi Doria Somasco), in questa nostra chiesa di san Bernardino ho congiunto in matrimonio Gio. Battista figlio di Giovanni Ranz, e Marianna figlia quondam di Battista Bonmassar della mentovata parrocchia; ed ho lor data la benedizione nuziale del Messale romano tra la santa Messa, alla continua presenza di Domenico Amech, ed Antonio Bonmassar testimoni pregati ecc. Questo dì 23 agosto 1797.

F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1131. 1797. Sotto n. 1142, 1522210. Io sottoscritto attesto, che come delegato del R.mo signor parroco di s. Maria

Maddalena di Trento211, in questa nostra chiesa di s. Bernardino fuori di Trento, ho

209 Fu approvato in Insprugg dall’eccelso Governo li 3 ottobre. Giunse all’imp. regio ufficio circolare di

Roveredo li 13 ottobre. Fu spedito da Roveredo li 15 ottobre. Mi fu ristituito nella sera oscura de’ 19. Notato in Insprugg Num. 12282/1958. La lettera roveretana è segnata Num. 3628/325. Sono sottoscritti S. barone de Moll. Giulio Rosmini. Avverte, che il padre Provinciale spedisca poi al GOverno una copia stampata, ed in avvenire dovrà presentare in duplo alla censura il manoscritto di simili Direttori, giacché un esemplare deve essere trattenuto, e l’altro restituito coll’imprimatur.

210 Vide formularium Ritualis romani.

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interrogato Giambattista figlio di Giovanni Ranzo, e Marianna figlia quondam di Giambattista Bonmassar della predetta parrocchia, ed avuto il loro vicendevole consenso gli ho solennemente congiunti in matrimonio per verba de praesenti, alla presenza di Domenico Amech, ed Antonio Bonmassar testimoni pregati: e poscia secondo il rito della santa Madre Chiesa gli ho benedetti nella santa Messa. Questo dì 23 agosto 1797.

L.S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1132. 1797 Al sig. abate Valentino barone Salvadori di Trento. Villa di Margone.

Ill.mo sig, sig. e padrone colendissimo. Avendo ultimamente (gli XI agosto) venduta tutta la mia casa212 per esentarmi dal

pericolo degl’incendi, e dai disturbi de’ quartieri militari, sono in necessità di trovarmi un altro albergo. Ardisco dunque di presentarmi dinanzi a V.S.Ill.ma, e di supplicarla, che voglia farmi la grazia d’affittarmi un appartamento della sua, che bastar possa per me, e per la mia servente213. E sperando dalla di lei gentilezza una gradevole risposta, le fo un riverente inchino, e resto. Trento 24 agosto 1797.

Di V.S. Ill.ma Um.ma, div.ma, ossequ.ma serva Maria Rosa Ciani.

1133. 1797

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. Rev. Padre.

Finalmente sono stati portati a questo nostro convento i piatti con le scodelle ordinati allo scodellaro Vigolano per il di Lei convento nel principio del mese di luglio. Furono subito soddisfatti con troni ventisei. Onde potrà mandare a prenderli. Le replico, che alle signore fraile Schreche sono stati dati li troni 65 e car. 7, e che per l’olio al Grandi sono stati dati troni 164, e soldi 3, aggiugenndole, che manderò il viglietto del saldo del predetto Grandi con più opportuna occasione: e riverendola resto. Trento 24 agosto 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo ecc.

1134. 1797 Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale, a Cles.

M.R.P. Benedicite. Assicuro la P.V.M.R. che ho ricevuto il povero infermo Padre Bernardo (cieco)

giunto qua oggidì, senza punto contorcermi, e lamentarmi, e che sono andato subito a visitarlo, ed esibirgli ogni assistenza, con intenzione di effettivamente prestargliela, quand’anche col tempo diventasse affatto impotente a celebrare la santa Messa. Confido

211 Il P. Doria, o piuttosto de Doris, è partito da Trento per sempre li 19 giugno 1798 giorno di martedì, verso

Ferrara, implanctus: e poi siccome ho inteso, ha deposto l’abito di Somasco, attese le novità francesi fatte nel ferrarese.

212 Al signor Pisoni di Trento. 213 Casa sul cantone appresso l’altra casa Salvadori di s. Simonino. Rispose in voce gradevolmente, e gliela

diede.

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nella divina Provvidenza, il di cui santo Angelo214 si ha mostrato sollecito per noi sino al giorno d’oggi, e spero, che così farà eziandio nell’avvenire. Per parte mia dunque la P.S.M.R. stia di buon animo, e non tema, che sia mai per resistere alle sue paterne disposizioni215. Ma perché il Signor Iddio mi faccia essere costante in questo sentimento, la prego genuflesso di tenermi raccomandato al medesimo, e di benedirmi. Trento 29 agosto 1797.

Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, ubbid.mo servo e suddito F. Giangrisostomo ecc.

1135. 1797

Al P. Vito Antonio da Cles Guardiano in Cavaelse. R.P.P.C.

Ringrazio la P.S.R. della limosina mandatami per le Messe 90 pervenutami per mezzo del P. Davide. Da Fra Gio. Maria riceverà le promesse candele216: ed io me le professarò obbligato, se mi farà la carità di qualche cosa, che le sopravanzi, come le ho scritto un’altra volta. La ringrazio parimente dell’attenzione, e degl’incomodi sofferti per ottenere la licenza di fare il taglio della legna; ma sono necessitato di pregarla d’ottenere ancora, che non venga differito sino alla primavera. Confido nella di lei carità, e bontà; e divotamente riverendola resto. Trento31 agosto 1797.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1136. 1797

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R.P.

Rendo avvisata, e certa la P.S.R. che in questa sera abbiamo ricevuto le accennateci uova cinquecento217. Rapporto al crivello, ed alla pelle, cose parimente giunteci, farò, che sia servita da Fra Gervasio, cui sono dirette, quando ritornerà da Vigolo, dov’è andato per cercare della lana. Qui occhiuso le spedisco il viglietto del Grandi contenente il saldo dell’olio; e ringraziandola delle sue carità, la riverisco, e resto. Trento 4 settembre 1797.

Di S.P.R. cui spedisco le scodelle ecc. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1137. 1797

Al P. Pietro Damiano di Borgo Guardiano alle Grazie d’Arco. R.P.P.C.

Inteso avendo, che il Signor Iddio promette alla P.S.R. un’abbondante raccolta di frutti: e per l’opposito promettendone molto pochi a noi questo territorio, ardisco di pregarla umilmente, che per amore del medesimo Dio Signor nostro voglia farci parte di

214 Il P. Gioachino ha tenuto, ed ha lasciato nella cella guardianale la figura d’un Angelo coll’inscrizione:

Angelus Divinae Providentiae. Lo conservo anch’io. 215 Il P. Bernardo, essendo da qualche tempo non celebrante, e gobbo, morì qui li 3 marzo 1803 di anni 52,

munito da me de’ santi Sacramenti nel giorno 2. 216 Libbre 30 ed oncie dodici grandi, altre mezzane, ed alcune picciole. Li 10 ottobre mi ha fatto intendere, che

non può contraccambiarle punto. Pazienza. 217 ma in realtà soltanto 494.

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quelli, che le sopravanzeranno. E sperando di esser esaudito dalla religiosa di lei carità, cui proffessarommi tenuto, ed obbligato, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 5 settembre 1797.

Di S.P.R., cui mi raccomando anche per li cartoncini de’ Direttori, che dovrò stampare218.

Div.mo, obbl.mo sevo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano.

1138. 1797 Al Padre Gasparo Guardiano di Borgo.

R.P. D’ordine del Padre Provinciale, che ora si trova in Cles, e lunedì (11 corrente)

partirà per Fieme, spedisco alla P.S.R. questo sovrano privilegio, pregandola insieme di farlo passare nelle mani del nobile sig. daziale di Grigno, dovendo servire non solamente per le specierie; ma eziandio per al lana, ed altre cose di nostro uso. E riverendola resto. Trento 8 settembre 1797.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo ecc.

1139. 1797

Al Padre Gioachino Ministro Provinciale. M.R.P. Benedicite.

Mentre stava parlando della lana veneta con Fra Masseo, mi venne recata la qui acchiusa lettera: ed avendola conosciuta del mercante veneto lanario, ad istanza del medesimo Fra Masseo la ho aperta, e letta. Domani spedirò verso Borgo il privilegio sovrano per il dazio di Grigno219: ed il P. Agostino ricercato nominatamente, porterassi solo a Povo per fare le veci di quel signor parroco finché ritornerà da Cles220. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 8 settembre 1797.

Suo um.mo, div.mo, obbed.mo suddito F. Giangrisostomo.

Nota. La suddetta lettera di Francesco Domenico Manenti data in Venezia li 6 settembre 1797 ha questa nuova soprascritta.

“Al cittadino Reverendo Padre Gioachino da Pressano Provinciale de Minori Rifformati

Trento”. Un’altra scritta dal medesimo Manenti li 12 luglio 1797 al predetto Padre dice

soltanto: “Al Molto Rev. Padre Il Padre Gioachino da Pressano Provinciale de Minori Rifformati S. Bernardino Trento”. P.S. F. Abbondanzio riflette, che i mercanti di Venezia non pensano altro, che di

consegnare ad altri le merci senza impegnarsi di darcele sicure ne’ nostri paesi. Bisogna, ch’essi vedano più di noi li pericoli, che sono nelle strade. Riflette altresì, che sembra

218 Mi ha risposto, che appena farà 5 oppur 6 collazioni quaresimali coi frutti del suo orto. 219 Fu ricevuto in Borgo, e spedito a Grigno. 220 Domenico Ricci, che ritornò li 13.

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imminente qualche gran mutazione rapporto alle vicende guerresche. Onde crede, che avendosi aspettato tanto tempo, si potrebbe aspettare ancora ecc.221

1140. 1797

Al sig. don Simone Munding curato di Bronzolo222. Molto illustre, e molto rev. sig. e padrone colendissimo.

In adempimento della promessa, che con un’altra mia de’ 19 agosto ho fatto a V.S. molto illustre, e molto rev. posso ragguagliarla, ed accertarla, siccome in fatti la ragguaglio, ed accerto, che oggidì ho terminato la celebrazione delle settantacinque Messe da Lei ordinatemi per il fu suo signor genitore. Quindi le rispondo, che l’avviso, anzi la prego umilmente, che voglia far passare la limosina di esse nelle mani dei signori fratelli Giambattista, e Lorenzo Pifferi negozianti di Trento, e nostri amorevoli benefattori, cui sarà ben data. E sicuro della di Lei carità, le fo una divotissima riverenza. Trento, s. Bernardino li 9 settembre 1797.

Di V.S. m. illustre e m. rev. Um.mo, div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

1141. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Cavalese. M.R.P Benedicite.

Accerto la P.S.M.R. ch’eseguirò quanto m’ingiunge colla sua veneratissima de’ 10 del corrente rapporto ai due Terziari (F. Mauro, e F. Ivone) da spedirsi (al Noviziato di Cles e Metz) ed all’informazione da prendersi dal negozio Foresti. L’avviso poi, che sino dagli dieci di questo si trova nell’infermeria il P. Adriano da Ruffredo, il quale celebra sì, ma dal sig. medico Domenico Zucchelli tiensi per disperato. L’avviso pure, che il signor Vigilio Schratenberg ieridì ha data la limosina delle secento Messe, rapporto a trecento accresciute secondo la pratica nuovamente introdotta di 24 carantani. Ora non ho più Messe piccole, e spero, che potrò ricusare quelle,che mi venissero offerte si simil sorta. Ho cominciato le caldaresi, ma non so quando potrò terminarle. Il P. Davide fu a Mattarello per la Madonna, e fu dispensato dal ritornarvi, perché le cose sonosi mutate, ed il nuovo pievano Giambattista Zaninetti di Trento piglierà presto il possesso (cioè li 24 del corrente), Il P. Agostino è Vicario parrocchiale in Povo, dove predicherà eziandio nella prossima domenica, ricercato nominatamente. Nella sera de’ nove in Trento è morto il sig. ex arciprete Giambattista Mersi, assistito dal nostro P. professore Saverio. Li nostri due chierici sono approvati, ed ammessi ai quattro Ordini Minori, ed al Suddiaconato. Stiamo aspettando il nuovo monsignore Suffraganeo (Emmanuele Maria Conte di Thunn vescovo di Giasso)223. La prego della sua paterna benedizione, e sono. Trento, s. Bernardino 12 settembre 1797.

Di S.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo e suddito F. Grisostomo.

221 La lane è venuta a Pergine nel novembre al fine. 222 Nel 1800 curatus Bronzoli inter P.A. Mirasper Tanagius, colel stampe vescovili di Gio. Battista Monauni in

Trento, ha pubblicato tredici versi eroici in lode di Emmanuele Conte di Thunn eletto vescovo e principe di Trento. Le lettere iniziali di detti 13 versi dicono Emmanuel Thunn.

223 Venne li 19 di sera.

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1142. 1797 A chiunque224.

Ego infrascriptus fidem facio, ac testor, quod de licentia R.mi Domini parochi225 s. Mariae Magdalenae Tridenti, honestos iuvenes Balthassarem de Bernardis226, et Mariam Annam de Gerardis227, eiusdem parochiae, in hac ecclesia s. Bernardini coram altari s. Mariae Virginis interrogavi, eorumque mutuo consensu habito, solemniter per verba de praesenti matrimonio coniunxi, praesentibus Francisco de Bernardis228, et Francisco de Pedrottis, testibus notis, vocatis, et rogatis. In quorum fidem etc. Datum in conventu s. Bernardini apud Tridentum hac die 13 septembris 1797.

L.+S. Fr. Ioannes Chrysostomus de Auolano Guardianus Ordinis Minorum Reformatorum

1143. 1797

Alla sig. Maria Gioseffa Melania Riccioli229. Roveredo. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo, e Maria Santissima.

Solamente oggidì mi fu presentata la sua dei nove. Sento dunque con piacere, che abbia un nipote desideroso di entrare nella nostra Religione; ma spiacemi, che io non posso aprirgli la porta, non avendo tanta autorità; e ch’eziandio la mia raccomandazione al Padre Provinciale non può essere di molta efficacia. Non conosco il giovine non l’ho mai veduto, né trattato. Ciò non ostante scriverò al detto Padre Provinciale, che ora si trova in Fieme, e gli esporrò il desiderio di V.R. Ella poi potrà suggerire al nipote,che facciasi conoscere dai nostri Religiosi, ed anche dallo stesso Padre Provinciale; e molto più, che si raccomandi al Signor Iddio, e si renda degno della bramata grazia co’ suoi diportamenti. Suor Michelina da molti giorni giace inferma tanto, che non può venire alla santa Messa. Domani andrò a visitarla, e le porterò il grato di lei saluto. Mi raccomando alle sue fervorose orazioni, e riverendola insieme colla M. Aloisia, e suor Marta, per parte anche del P. Arcangelo, che trovasi malconcio, mi dico. Trento, s. Bernardino 17 settembre 1797.

Di V.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

1144. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale in Cavalese. M.R.P. Benedicite.

Mercoledì scorso il P. David, andato per altro in città, per mio avviso fu al negozio Foresti col viglietto di S.P.M.R. ed ebbe per risposta, che mancando il capo del detto negozio andato a Bolgiano, ritornasse dopo alcuni giorni. Ieridì vi son andato io, e mi fu mostrato il libro, in cui sta scritto, che li fiorini 15 e carantani 12 ricevuti dal sig. Wolfango230, furono abbonati ai signori Laner, e Knoll231. Onde suppongo, che ciò sia

224 Videsis Rituale Romano. 225 Luigi Doria. 226 Bernardus [cioè Bernardi] Cognolita. 227 Gerardia perginensis famula Saltuariorum Tridenti. 228 Bernardus frater sponsi; Pedrottus Cavedinas aet,. annorum 15. 229 Passò per Trento andando a Cavalese li 20 settembre 1798. 230 Wolfango, cioè Gio. Battista Gressler f. q. Wolfangi. 231 Da un foglietto volante (lettera del P. Provinciale?): “Dal P. Guardiano di Bolgiano ricevo lettera in cui mi

dice, che li fiorini 15, car. 12, che fece soddisfare per la tradotta del sale da Bolgiano fino a Bronzolo non siano ancora soddisfatti. Io so, che il mio P. antecessore li ha soddisfatti al sig. Giulio Forresti, che si prese l’impegno di farli avere ai sigg. doganeri di Bolgiano. La prego pertanto d’informarsi appresso i figliuoli del medesimo per sapere

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seguito nell’ultima andata a Bolgiano del mentovato capo, il quale mi ha detto, e replicato, che il sig. Giulio fu diligentissimo232.

Attesa la facoltà lasciataci dalla P.S.M.R. rapporto alle Ordinazioni de’ nostri chierici, faremo, che sia loro dato anche il Diaconato, giacché così verrà fatto eziandio con altri.

Fra Giuseppe da mercoledì sino a questa sera fu in Povo ad assistere al signor canonico Bartolommeo Conte di Lodrone infermo in casa de’ Conti Consolati. Con qualche violenza l’ho richiamato, perché F. Abbondanzio non può supplire solo a tutto, e non ha voluto accettare altri aiutanti. Ai 17 s’è allettato colla febbre fersinale il nostro servo Antonio Amech di Trento; e nella sera è venuto da Pergine all’infermeria colla quartana il P. Prosdocimo.

La ex Clarissa Melania Riccioli con sua lettera mi ha pregato di raccomandare a S.P.M.R. un suo nipote di dicidotto anni, che brama di essere ammesso nella nostra Religione. Quindi glielo raccomando. Io non lo conosco punto; ma vienmi lodato dal P. David, e dal P. Damasceno, ma supponendone un altro. La zia scrive, che il giovine fu di tal sentimento anche ne’ suoi primi anni.

Questa mattina è venuto da Pergine a Trento il P. Ignazio Malfatti, con F. Abbondio, chiamato nell’antecedente notte, per essere venuto avviso, che in Brunegg sia morto il sig. Domenico suo fratello, dove andò sano nell’agosto colla sua dama (Alntonia Contessa Bortolazzi)233. Tutto Trento parla di tal morte, e dicesi certa: sebbene io essendo stato apposta in casa Bortolazzi, fui assicurato dall’agente Pietro Longhi, che il medico Benigni ha scritto soltanto essere quasi agonizzante. In questa mattina è partita per Brunegg la fraila Teresa Bortolazzi. Io temo, che si verifichi la morte234. Sabato sono andati a Mezzo li due Terziari, ed è venuto quà F. Alessio. Dicono, che la vendemmia del nostro orto non arrivò ad un terzo del solito. Qui le vendemmie generali cominceranno venerdì, perché li vendemmiatori (soldati) sono troppo numerosi235. Questa nostra fontana è scarsissima, e se non cresce, non possiamo fare la liscia. Finisco di tediarla, pregandola genuflesso della benedizione sua paterna. Trento 19 settembre 1797.

Di S.P.M.R. cui aggiungo, che aspettiamo da Roveredo a fare gli esercizi spirituali il signor canonico Luigi barone Pizzini236.

Um.mo, obbl.mo, ibbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1145. 1797 Al sig. Conte Andrea Salvetti di s. Lazaro. Villazzano.

Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo. Questa mattina in mancanza di F. Abbondanzio ho aperto io la lettera di V. S.

Ill.ma, la portai tostamente a F. Giuseppe, e gl’ingiunsi di fare quanto in essa si conteneva, supponendo, che spedisse le tre oncie richieste di china237. Ora soltanto

come stia la cosa, e poi darmi pronto riscontro in Fieme affinché possa rispondere al P. Guardiano. Su di ciò parli con F. Gervasio, che sa la cosa. Ho ricevuto l’ultima sua coll’occhiusa “Al cittadino”.

232 Con data di Bolzano 14 ottobre 1797 li sigg. Lanner , e Knoll confessano, che dai sigg. Giuseppe Foresti, e Comp. di Trento non hanno ricevuto i detti fiorini bensì dal P. Guardiano de’ Riformati di Bolzano.

233 Il P. Ignazio è ritornato a Pergine li 25 settembre di mattina. 234 Morì li 19 settembre all’una circa di mattina in Brunegg nella Pusteria, essendo di ritorno a Trento. 235 Cominciarono nel venerdì 29 settembre. 236 Venne li 21 di mattina. Partì li 27 dopo pranzo. 237 Per la moglie, e figlia inferme.

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intendo con dispiacere, che ne ha spedito una sola; e ricercata la cagione di tale mancanza, ebbi per risposta, che teneva proibizione da F. Abbondanzio di non dar via china a chiunque. Essendo ritornato F. Abbondanzio, quantunque io non abbia autorità238 rapporto alle cose della specieria, l’ho esortato di servire V.S.Ill.ma, e quindi insieme colla presente gliene manda un’altra oncia, scusandosi, che non può darne di più, perché a motivo delle guerre sino dall’anno scorso non ha potuto ricercarne da Venezia; e che fu costretto di pigliarne anch’esso in Trento dal Larcher. Prego dunque V.S.Ill.ma, che si degni di compatirci, se non possiamo renderla interamente soddisfatta, come al certo sarebbe il nostro desiderio, ed in frettissima sulla finestra della cella per mancanza di lume239, riverendola resto. S. Bernardino 21 settembre 1797.

Di V.S.Ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1146. 1797

Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano. Campo. R.P. Guardiano S.L.G.C.

Confesso, che abbiamo ricevuto in un colla sua del 25 scorso le accennate uova240. Le ho aggiunte alla lista delle altre ricevute antecedentemente, cui attaccherò eziandio il valore, quando favorirà di significarmelo. L’assicuro poi, che ho mandato in città il nostro Domenico col suo Cesco241, perché lo conduca diritto alla bottega del sig. Bortolo Sartori. Al medesimo Cesco ho consegnato i richiesti sei mazzi di Corone, che teneva già preparati. Mi spiace, che ho dovuto pigliarne tre di rosse, perché non sonovi altre di nere di quella forma242. Un’altra volta le spedirò il viglietto col saldo, dicendole frattanto, che costano troni 18,12. Non so perché né il P. Vicario Illuminato, né il P. Guardiano di Cles mi abbiano annunziata la morte del genitore del detto P. Illuminato. Sebbene l’accerto, che già ho fatto celebrare le tassate Messe, e fattogli anche qualche altro suffragio pubblico. Mi raccomando, la ringrazio, la riverisco, e sono. Trento 27 settembre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1147. 1797

Al sig. don Carlo Cocci di Trento. Io infrascritto attesto,che dai Religiosi sacerdoti di questo convento sono state

celebrate cinquanta sante Messe per il defunto ill.mo cavaliere signor Domenico de’ Malfatti, ordinateci dal molto rev. signor don Carlo Cocci. In fede ecc. Dato dal convento di san Bernardino appresso Trento li 30 settembre 1797243.

F. Giangrisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Nota. Ho scritto non Cozzi, ma Cocci, perché Cocci sonosi scritti due illustri scrittori Marco Antonio Coccio Sabellico morto in Venezia nel 1507, e Giodoco Coccio trevirense Gesuita morto nel 1622. Il prete è figlio del fu sig. Giuseppe Cocci cameriero

238 Appartiene al P. Provinciale. 239 dopo il segno dell’Avemmaria. 240 non 500, ma 494. 241 Il Cesco è un uomo di Campo, che spesso va per li Frati di Campo. 242 Quelle del N. 8 a troni 3 e 4 soldi il mazzo. Quelle de N. 10 a troni 3 il mazzo. 243 Consegnato in proprie mani li 2 ottobre.

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di castello, e sta in casa della sig. vedova Antonia Malfatti. Cozzo significa urto, percossa. Coccio, pezzo di vaso rotto di terracotta.

1148. 1797

Alla Madre Vittoria di Spergs da Insprugg Superiora delle Madri Orsoline. in Trento244.

Io infrascritto attesto, e fo fede a chiunque, che oggidì dalla molto reverenda Madre Vittoria di Spergs degnissima Superiora delle RR.MM. Orsoline di questa città, ho ricevuto due pianete nuove, una da vivo, ed una da morto, colle rispettive stole, manipoli, e fornimenti da calice: ed anche un gruppetto contenente una limosina in danaro da portare al sostituto de’ nostri benefattori: cose tutte per mero effetto di pietà cristiana donateci da persona incognita. Protesto poi, che farò parte del mio dovere, raccomandando di cuore a Sua Divina Maestà la detta persona benefattrice, e facendola raccomandare anche dai miei Religiosi. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento, nella vigilia del P.S. Francesco, li tre d’ottobre del 1797.

Fra Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Francescani Riformati. Il povero Guardiano de’ Francescani Riformati spedisce alla R,V. la qui rinchiusa

ricevuta, e la ringrazia vivamente della sua carità, offerendosi di servirla in tutto ciò, che mai potesse ecc., e le fa riverenza ecc.245.

1149. 1797, 4 ottobre

Al P. Giovanni Maria Ruhedorfer viennese Riformato. Bolgiano. Reverende Pater in Christo colendissime.

Gratulor ribi, rev. Pater, quod miseratione divina, in tanta hominum, etiam bulsanensium tuorum mortalitate, ac strage, incolumis evaseris: ac probo, quod potius istic, quam in duobus iis locis246, quos commemorasti, reliquos vitae tuae dies in Dei Optimi Maximi servitio transigere ob notas caussas decreveris. Quo ad cistulam autem, quam Pater Renatus de Mediolano, tuus olim Guardianus in celebri mediolanensi coenobio dicto del Giardino, se huc missurum spopondit, auctor tibi sum, nondum advenisse, ac difficile nimium fore, quod adveniat. Currus enim magnus, qui Diligentiae nomine passim nuncupatur, nonnisi Roboretum usque inpraesentiarum excurrit. Pater Archangelus a Lacu, qui anno superiori tamquam Minister Provincialis tibi transeunti hospitium hilariter praebuit, quique nunc ab exitu eiusdem anni, proh dolor! morbo laborat comitiali, grates tibi rpendit, quod eius memor etiamnum sis, vicissimque tibi fausta quaelibet precatur. Eidem successit antecessor meus, modo in Flemmis agens. Si ultra cistulae curam, tibi in aliquo me prodesse posse noveris, scito, quod libenter tibi morem geram. Interim vero, ut diu valeas iubeo. Tridenti in conventu s. Bernardini quarto nonas octobris A.D. 1797.

R.P.T. cui addo, quod hisce scriptis, necdumque sigillo munitis, laudatus P. Archangelus denuo cecidit, me praesente die 5 octobris247.

Devinctissimus in Christo servus

244 La Madre Vittoria Gioseffa dell’Ascensione di Cristo, nata di Spergs, Pallenz, e Reisdorff in Insprugg,

sorella del fu barone Giuseppe Spergesio. È Superiora eziandio in quest’anno 1801. Cessò nel luglio avanti li 15 dello stesso anno 1801 e le fu sostituita la Madre Elena Salvadori di Trento, figlia de’ quondam Valentino Salvadori barone ed Elena Mosera ambidue di Trento. La Madre Spergesia essendo prefetta è morta li 14 marzo del 1803.

245 Nella coperta. 246 Milano e Vienna. 247 Cascò anche li 19 febbraio 1798.

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F. Ioannes Chrysostomus de Avolano Guardianus l. i. (=licet indignis) Franciscanorum strictioris Observantiae.

Extra.

Reverendo in Christo Patri, patroni colendissimo Patri Ioanni Mariae Ruhedorfero Lectori Theol. et Concionatori Orindis Minorum Reformatorum Sancti Francisci.

Bulsanum Ad PP. Franciscanos

Nota. Questo Padre fu in Milano come confessore tedesco, anche della Corte arciducale.

Partì di là dopo, che vi giunsero i francesi. Fu qui con noi nel giugno dell’anno 1796248. Scrive, che non più pensa di ritornare a Milano, e che Viennae ne mortuus, multo minus esse vivus desidera. Vedi sotto num. 1717. Sta in Bressanone anche nel giugno del 1801.

1150. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Cavalese. M.R.P. Benedicite.

Oggidì dopo il pranzo andando in città, sulla porta del convento mi venne data la lettera da S.P.M.R. scritta al P. Professore Saverio, e quindi tosto gliela portai249. Andato poi in città ho ritrovato alla posta di Fieme la qui rinchiusa arenata, perché non è venuto il postiglione. Ho parlato anch’io con signor Provicario, ed ho avuto in risposta, che può vestire anche l’ottavo colla speranza della ratifica innanzi, che arrivi alla professione. Li nostri due chierici ora sono Diaconi. Ieridì è partito dall’infermeria risanato per Pergine il P. Prosdocimo. Oggidì ha cessato dal celebrare il P. Adriano, e si teme, che abbia cessato per sempre. Anche il M.R.P. Arcangelo questa mattina non ha celebrato, ma speriamo, che celebrerà domani. Egli questa mattina in coro mentre dicevamo il primo Pater noster del Mattutino fu sorpreso dal suo male; ma portato nell’infermeria presto rivenne. Non cascò in terra, perché al primo moto io l’ho abbracciato, e fermato nella sedia, e subito accorsero anche altri. Dopo le ultime pioggie è ritornata l’acqua alla nostra fontana. Il suo santo Angelo250 ci ha recato un buon soccorso. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 5 ottobre 1797.

Di S.P.M.R. cui aggiungo, che la tempesta dei 19 d’agosto ha molto danneggiato le nostre finestre poste al mezzogiorno, e specialmente quelle dell’infermeria. Domani verrà il vetriaro per tutte.

Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1151. 1797

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.

248 Capitò li 23 giugno, e partì li 27. 249 Scritta dal P. Saverio ed aspettata dal P. Provinciale. 250 L’Angelo della Divina Provvdienza.

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Frequentemente vienmi chiesto da signori secolari dove sia, e come stia il nostro Padre professore Maurizio. Io lo suppongo costì. Onde vi prego, che vogliate darmi qualche relazione del medesimo251. Il Padre Arcangelo giovedì mattina fu di nuovo per la quarta volta sorpreso dal suo male; ma non cascò in terra, perché io al primo moto l’abbracciai, e tenni ritto. Rivenne presto; ma pure stassene ancora nell’infermeria, dove sta dovrebbe ormai tutto quel tempo di vita, che gli donerà il Signor Iddio. Son intenzionato di esortarlo a così fare. Anche il P. Adriano vassi avvicinando al fine de’ suoi giorni. Non può più celebrare la santa Messa. Per altro egli è singolarmente disposto, e preparato per fare il passaggio all’altro mondo. Io mi trovo angustiato dallo stampatore, perché non sono ancora ritornati da Insprugg li due miei Direttori. Circa il resto non ho che dire, se non che scarseggio di tempo. Vi prego ancora della mentovata relazione, ed abbracciandovi caramente resto. Amen. Trento 7 ottobre 1797.

1152. 1797

Al sig. Vigilio Schrattenebrg di Trento. Ravina. Io infrascritto attesto, e fo fede a chiunque, che dai nostri Religiosi sacerdoti sono

state celebrate 600, dico secento sante Messe secondo la volontà del quondam Andrea Bernardi Zoia, espresse nel di lui testamento, ordinateci nell’anno scorso dall’Ill.mo sig. Consigliere Vigilio Schrattenberg esecutore testamentario. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento gli 8 ottobre 1797.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1153. 1797

Al sig. Vincenzo Bernardi Zetta massaro delle Fradaglie. Io infrascritto attesto, e fo fede a chiunque, che dai Religiosi sacerdoti di questo

convento sono state celebrate nel corrente anno sei sante Messe per il Legato annuo del quondam Giacomo Hell252, e nove altre, compresa una cantata, per il Legato parimente annuo del quondam Gio. Maria Tinno, tutte ordinateci dal nobile signor massaro del Luogo Pio detto delle Fradaglie di Trento. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino fuori di Trento li 9 ottobre 1797.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco

1154. 1797

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Cavalese. M.R.P. Benedicite

Fo parte del mio dovere significando alla P.S.M.R. che domenica alle dieci di mattina è giunto qua l’uomo servente del nostro convento di Mezzolombardo, ed avendo chiesto a voce in nome di quel P. Guardiano, che Fra Giuseppe subito si portasse là per assistere a’ tre infermi P. Ilario, P. Daniello, e Fra Vitale, l’ho lasciato andare collo stesso uomo, col consenso de’ PP. discreti, e colla presunta licenza di S.P.M.R. quantunque ora riesca molto importuna la di lui mancanza per cagione delle

251 P. Maurizio, che morì etico nel convento nostro d’Arco li 26 febbraio 1798 essendo ivi Guardiano il P. Pietro Damiani di lui fratello giuniore,

252 Giacomo dall’El fabro lignario visse nel 1615. Così pure Gio. Maria Tin, detto anche Thim osto. – L’Hell ha ordinato le dette sei Messe da dirsi in s. Bernardino nel suo codicillo scritto li 28 gennaio 1621 dal notaio Carlo Travaioni. Nell’anno 1636 per il quondam miser Iacom dell’Elpen furono dette Messe 6 in s. Bernardino per troni 10. Ita Liber massarialis.

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cerche del vino, e de’ capussi, e della condotta delle borre dall’Avis. A questo s’è aggiunto, che oggidì fu comunicato per Viatico il Padre Adriano, il quale non può muoversi da sé, e non può essere ad ogni momento assistito da F. Abbondanzio, perché si ritrova solo nell’infermeria. Confido ciò non ostante, che il Signor Iddio ci aiuterà, mediante la benedizione di S.P.M.R., che imploro genuflesso, e resto. Trento 10 ottobre 1797.

Di S.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1155. 1797

Al P. Massimo da Volano253. Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Premendomi assai d’avere la risposta, di cui vi ho pregato con un’altra mia de’ 7 per nuovi motivi, che sonomi sopraggiunti, e che tale risposta vengami presto, vi replico, che bramo sapere dove sia, e come stia di salute il Padre professore Maurizio di Borgo254: se celebri la santa Messa, e se abbiasi fondamento da sperare, che sia per ritornare al suo posto. Confido, che risponderete, e che mi darete buone nuove. Io per l’opposito vi fo sapere, che oggidì abbiamo dato il sacro Viatico al Padre Adriano, e che domenica Fra Giuseppe ha dovuto portarsi a Metz Lombardo per assistere al P. Ilario, al P. Daniello, ed a Fra Vitale infermi. Proccurate di conservarvi sano Voi, e pregate il Signor Iddio per me, che trovomi molto distratto a causa dell’officio ecc. Amen. Trento 10 ottobre 1797.

Avvertite che la vostra risposta sia ostensibile255.

1156. 1797 Al sig. Giuseppe Antonio de Menghin Provicario Generale. Trento. In Castello256.

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo. Avrà inteso da quello, che oggidì mi recò la stimatissima sua nell’atto, che

portavami al coro per il vespro, che io non poteva rispondere a V.S. Ill.ma, e R.ma su due piedi, e che io pure sto aspettando risposta ad una mia scritta nel sabato scorso rapporto al noto soggetto. Ora le aggiungo, che ho replicato in questo stesso punto le mie istanze con un’altra lettera: e che ho inteso essere stato scritto dal sig. don Carlo Ambrosi, che il predetto Religioso non ha migliorato di salute. Subito, che mi giugnerà la richiesta risposta mi recherò ad onore di portarla a V.S. Ill.ma, e R.ma; e frattanto baciandole con tutto il rispetto le sacre mani mi professo. Di s. Bernardino 10 ottobre 1797.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

1157. 1797

Al P. Pietro Damiano Felder di Borgo Guardiano in Arco. R.P.P.C.

253 In assenza del P. Superiore del convento. 254 *Felder. 255 In data de’ 12 mi ha risposto il P. Attanasio che il P. Maurizio è sotto cura del medico Troger, gli seguita la

tosse, e che non v’ha speranza, che ritorni alla cattedra. 256 *In margine vi è il suo sigillo.

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In vigore della sua carissima domani manderò a vedere, se in città si possa ritrovare Stochfis257: e se saravvene farò, che siane preso anche per S.P.R. Oggidì ho inteso, che sta nelle mani de’ signori Werzi la limosina delle Messe Caldaresi. Posdomani andrò a parlare co’ detti signori Werzi258, e li pregarò di separare quello, che deve andare in Arco, Mezzo, e Trento in tre plicchi, a norma dell’instruzione, che mi ha lasciato il Padre Provinciale. Dall’Archese farò levare l’importo dello stochfis, e poi manderò il resto. Ma non intendo bene quel, che dice de’ troni 50 dovuti al P. Provinciale, e quindi non so, se debba trattenerli per il medesimo. La prego di spiegarsi meglio. Questa mattina fu dato il sacro Viatico al P. Adriano, e domenica Fra Giuseppe andò a Metz per assistere a tre infermi P. Ilario, P. Daniello, e Fra Vitale. Ho scritto a Borgo per avere qualche notizia del P. professore Maurizio suo fratello, perché fu scritto, ch’è infermo. Mi spiace assai. Pazienza. Per carità mi raccomando a Dio, e si conservi. Trento 10 ottobre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1158. 1797

Al sig. barone Sigismondo Trentini. Povo. A Spré. Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Con mio sommo dispiacere debbo rispondere a V.S.Ill.ma, che F. Abbondanzio questa mattina non può venire a servirla, ed a ricevere le di Lei grazie, perché trovandosi solo, solissimo al servizio de’ Frati infermi, uno de’ quali ieridì fu comunicato per Viatico, non può allontanarsi da’ medesimi. Fra Giuseppe, sino da domenica sta in Mezzo Lombardo assistendo tre Religiosi gravemente infermi. Gli altri Frati sono fuori alle cerche, o altramente impediti. Chiedo scusa dunque a V.S.Ill.ma dell’involontaria nostra mancanza a’ rispettabilissimi di Lei comandi; e riservandoci a servirla quando potremo, per parte anche del detto F. Abbondanzio, le fo un riverentsisimo inchino, e resto. Trento, s. Bernardino 11 ottobre 1797.

Di V.S.Ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano.

1159. 1797 Al Padre Patrizio di Vigol-Baselga Guardiano. Campo

R.P.S.L.G.C. Il debito delle ultime Corone prese dal sig. Giuseppe Maria Auchenthaller fu

saldato ai sei del corrente coi già detti troni 18,1, Manderò il viglietto colla prima occasione del beccaio, acciocché mandandolo per il corriere non si perda. Rapporto alle uova lo prego di continuare a favorirmi col mandarmene, perché qui non trovansi a minor prezzo259, anzi neppure ad eguale. Ma si brama, che non sieno tante le piccioline. Lo prego altresì di render avvisato il P. Sisinnio Maria, che nella scorsa domenica ho ricevuto da Venezia un fagotto diretto a lui, e che gli sarà innoltrato colla prima congiuntura opportuna. Gli fo poi sapere, che il P. Adriano fu comunicato per Viatico: che il P. Arcangelo sta nell’infermeria da’ cinque del corrente, in cui fu di nuovo sorpreso dal suo male: che a Metz si trovano infermi il P. Ilario, il P. Daniele, e F.

257 Stocrofisso Facciolati verbo Pesci in fine Ortogr. Ibi etiam Baccalà, et Merluzi. 258 Sono stato nel giorno XI dopo il vespro, ed ho conseguito lo scomparto. 259 4 soldi l’uno.

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Vitale: e che in Cavaelse li 9 furono vestiti tre novizzi chierici fiemaschi. Lo riverisco, e sono. Trento 12 ottobre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1160. 1797

Al P. Pietro Damiano Guardiano di Arco. R.P.S.L.G.C.

Domani mattina Fra Gervasio calerà in città, ed andrà a preparare lo stocrofisso già postato per S.P.R. ed anche per noi. Ella dunque mandi a levarlo più presto che può. Io lo farò soddisfare detraendo l’occorrente dalla limosina Caldarica, che sta già presso di noi. Da essa farò pur detrarre li troni 50 essendomi stato dilucidato il dubbio circa di essi, da una lettera del P. Provinciale, che lunedì (16 ottobre) partirà da Cavalese per Metz Lombardo. Farò poi consegnare il resto a chi sarammi additato da Lei; e frattanto riverendola mi dico. Trento 13 ottobre 1797.

Di S.P.R. cui mi raccomando nuovamente per li cartoncini de’ Direttori: ed aggiungo, che lo stoffisso preparato per Lei è libbre 125 a soldi 16 la libbra. Ne abbiamo preso anche per noi, dopo d’aver cercato.

Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1161. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Metz Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Mi congratulo di cuore colla P.S.M.R. della grazia, che il Signor Iddio le ha fatta, di poter dare il nostro sacro abito a tre altri novizzi260. Faccia il medesimo Signore, che sieno costanti, e che riescano buoni, ad onore di lui, ed a vantaggio della nostra serafica madre Religione. Il P. Bernardo da Samoclevo se la passa bene specialmente avendo la compagnia del M.R.P. Arcangelo, e continua la celebrazione della santa Messa. Il P. Adriano guarda ancora il letto. La limosina Caldarica è venuta. La ho fatta dividere nelle tre parti notatemi da S.P.M.R. e sto aspettando, che Arco, e Mezzo mandino a pigliare quelle, che loro toccano. Dall’Archese farò levare la cinquantina, che S.P.M.R. mi accenna, e fummi accennata eziandio dal P. Guardiano d’Arco. Le sospiro un felice ritorno verso queste nostre parti, la prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 13 ottobre 1797.

Non scrivo al P. Guardiano di mezzo, supponendo che basti questa. Di S.P.M.R. cui rendo grazie, e professomi obbligato anche per avermi tanto

favorito con quelle buone Messe. Mi raccomando della continuazione. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1162. 1797

Al Governo cesareo-regio dell’Austria Superiore. Insprugg. Excellentissimi Domini Domini.

F. Ioannes Chrysostomus de Avolano Guardianus Fratrum Franciscanorum ad Sanctum Bernadinum Tridenti, exponit EE. VV. quod tamquam auctor Directoriorum

260 F. Gio. Antonio, F. Leonardo, F. Bernardino.

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divini officii pro anno proxime futuro 1798 typis edendorum ad usum dioecesis tridentinae, ac suae Provinciae Sancti Vigilii, pulsatur opportuna ac importuna a typographo, qui eadem ante medium decembris imprimere debet. Nequit autem illi satisafcere, ac moram gerere, quia etsi mense augusto ad EE.VV. missa fuerint pro approbatione; nondum tamen eadem huc rediisse compertum habet. Quapropter debita cum reverentia petit, num reapse ad EE. VV. pervenerint, numve remissa huc fuerint? Si enim in via periissent, illa denuo componere cogeretur, quum nullum eorum exemplum teneat, et quidem in angustia temporis, ipsiusque calamitosi ob strepitus, ac tumultus, et timores bellicos etc. Datum Tridenti die 15 octorbris 797.

Non l’ho spedita perché li Direttori sono venuti senza di essa261.

1163. 1797 Ai PP. Guardiani di Pergine, Campo, Arco, Borgo, Mezzo, Cles. Cavalese.

Rev. Padre. Rendo avvisata, e certa la P.S.R. che oggidì alle nove di mattina, in questa

infermeria, munito a tempo de’ santi Sagramenti, e sempre presente a sestesso, dopo una breve agonia, rese l’anima al Signor Iddio il nostro P. Adriano Seppi da Ruffredo, in età d’anni 66. Egli venne qua da Roveredo nel giorno decimo dello scorso settembre, non già per trovare rimedio al suo male giallo, e ai suoi mali di fegati; ma bensì, come protestommi con sua lettera innanzi di venire, per lasciare le sue ossa tra quelle de’ suoi confratelli262. Celebrò la santa Messa, stentatamente però, sino alla festa del P.S. Francesco: e stette sempre quietissimo aspettando la sorella morte per fare la volontà divina. Io credo d’avere tutto il motivo di sperare in bene di lui263. Tuttavolta lo raccomando alla P.S.R. ed alla di Lei religiosa famiglia, perché se mai avesse qualche bisogno, l’aiutino coi suffragi statutari, ed anche supererogatori. Egli ha servito bene molti anni alla nostra santa madre Religione, e per quanto so, non le recò mai alcun dispiacere. Confido nella loro carità fraterna, e raccomandando loro anche la mia meschinità, mi protesto. Trento 16 ottobre 1797.

Dì S.P.R. Div.mo servo nel Signore F. Giangrisostomo da Volano Guardiano indegno.

NB. Giunse a Borgo questa li 22 ottobre, spedita da Trento li 18.

1164. 1797 Al Padre Attanasio da Sardagna. Borgo.

R.P. Contra mia voglia mi ritrovo incombenzato dal R.mo signor Provicario Generale di

commettere a V.P.R. l’insinuare al Padre Professore Maurizio di Borgo, che Sua Altezza R.ma, bramando il di lui ristabilimento nella salute primiera, mediante una comoda curagione, la dispensa per il prossimo anno scolastico dalla cattedra del suo seminario, per cui ha già preparato un altro, che frattanto supplisca. La prego dunque d’eseguire una cosifatta commissione: come pure di farmi poi sapere per certo, che l’abbia eseguita: e riverendola resto. Trento 16 ottobre 1797.

261 Signatum fuit dioecesanum Oeniponti die 3 octobris. Rediit Tridentum die 14 octobris et monasticum

signatum parietr die 3 octobris, rediit Tridentum die 19 octobris intactum utrmque. 262 Perché in Roveredo i morti si seppelliscono lungi dal convento insieme cogli eretici. 263 Una volta chiese di andare tra gl’infedeli, ma non gli fu accordato. Così ricavo da una di lui lettera, con cui

dimandò d’andare in Toscana per apprendere la predicazione.

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Di V.P.R. cui aggiungo, essere morto oggidì il P. Adriano, come scrivo in questo stesso tempo al suo Padre Guardiano264.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano Guardiano indegnissimo.

1165. 1797

Al P. Guardiano di Roveredo. Roveredo. S. Rocco. R.P.

Rendo avvisata, e certa la P.S.R., che oggidì alle nove di mattina, munito a tempo de’ santi Sagramenti, dopo una breve agonia, rese l’anima al Signor Iddio il nostro Padre Adriano. Io dunque lo raccomando alla P.S.R. ed alla religiosa di lei famiglia, per li soliti, e supererogatori suffragio; e riverendola resto. Trento 16 ottobre 1797.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano indegno.

NB. A questo Guardiano ho scritto diversamente, perché il defunto fu membro di quel convento, suddito di quel Guardiano, e perché... Basta. Il Guardiano fu il P. Gio. Vincenzo Lutz di Roveredo, il quale mi rispose, come anche tutti gli altri.

1166. 1797

Al Padre Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Metz Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Nell’ultima mia scrissi alla P.S.M.R. che il P. Adriano stava guardando il letto: ora le fo sapere, che iermattina è morto, e che oggidì gli abbiamo data la sepoltura. Nell’atto, che io stava colla cotta, e stola raccomandandogli l’anima venni chiamato da un signore, il quale in nome de’ signori Conti Melchiori, e Malfatti mi pregò, che mandassi un nostro infermiero ad assistere al signor Conte Ernesto Melchiori infermo di febbre maligna in Trento; ma dovetti scusarmi con dire, che avevamo un moribondo, e ch’eravi un infermiero solo. Andai poi dopo il vespro a visitare il lodato signor Conte infermo, e non mi fu detto altro. Rapporto al P. Maurizio, che sta con sua sorella in casa Ambrosi di Borgo, e vive sotto la cura del signor medico Troger, le fo noto, che d’ordine del R.mo sig. Provicario Generale ho scritto a Borgo, perché gli venga insinuato, che sua Altezza R.ma, desiderando, che ricuperi la primiera sua salute con una cura comoda, per l’imminente anno scolastico lo dispensa dalla cattedra del suo seminario, per al quale ha già destinato un supplimentario interinale. Il Padre Guardiano d’Arco ha mandato il suo uomo di convento, cui consegnando la quota Caldarica, riserverò la porzione, che tocca alla P.S.M.R. Non è ancora ritornato da Insprugg il nostro Direttorio monastico265; bensì l’altro diocesano, cui ho dovuto inserire di nuovo la festa del SS. Cuore di Gesù, la quale, a detta eziandio del sig. Provicario, dovrassi inserire anche nel nostro. La prego della sua serafica benedizione, e resto. Trento 17 ottobre 1797.

Suo umil.mo, obbl.mo, obbed.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

264 Il P. Attanasio ha ricevuto la presente ai 22 e subito ha eseguito la commissione. Così mi ha scritto li 23 da

me ricevuta li 29 ottobre. Il P. Maurizio poi è morto nel nostro convento delle Grazie presso Arco li 26 febbraio del 1798 di sua età 59. Andò professore di fisica al seminario li 31 ottobre 1774. Nacque li 26 aprile 1739. Vestì l’abito nostro li 19 ottobre 1757.

265 Ritornò li 19 ottobre, segnato in Insprugg li 3 ottobre, giunto a Roveredo li 13 il nostro.

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1167. 1797

Al P. Pietro Damiano di Borgo Guardiano di Arco. R.P.P.C.

Dal servo del suo convento (Giovanni Cappelletti di Trento)266 esibitore della presente, riceverà un plicco, in cui ho posto dieci mazzi di santi, due dozzine di corone di cocco, ed una dozzina di rosari parimente di cocco, tutte cose provvedute oggidì a tenore della di Lei lettera.

I santi costano troni dieci. Le corone troni 6,10, ed i rosari troni 3, soldi 5. Riceverà pure un rotolo contenente il residuo della limosina Caldarica, essendo stati levati da essa troni 169,15. Nel detto rotolo dunque sono stati posti troni 254, soldi 5. Con altra congiuntura spedirolle i viglietti de’ saldi. Mi ritratto. Tali viglietti staranno meglio presso di me,avendo fatta la figura presso i mercanti. Rapporto al suo Padre fratello Maurizio debbo risponderle, e notificarle, che ho dovuto scrivere a Borgo d’ordine del R.mo signor Provicario, perché gli venga insinuato, che S.A.R.ma desiderando, che guarisca con suo comodo, lo dispensa per l’anno scolastico imminente dalla cattedra seminarica, e che già tiene preparato un supplimentario interinale. Questo mi riesce di spiacere per il male del Religioso, ed anche per il danno del mio povero convento. Ma pazienza. Se posso servirla in altro mi comandi liberamente, che riverendola sono.

Consegno pure all’uomo lo stoffisso. Il mercante lo ha notato libbre 125. Il nostro cuoco lo ha ritrovato libbre 123. Penso, che le rese ecc.

Trento 17 ottobre 1797. senza soscrizione.

1168. 1797 Al Padre Gioachino Ministro Provinciale. Metz Lombardo.

M.R.P. Benedicite. Siccome avrà inteso la P.S.M.R. per mezzo di Fra Leonardo da Tesero, che

mercoledì (18) mattina il M.R.P. Arcangelo fu nuovamente ritrovato prosteso, ed oppresso dal suo male; così le notifico, che ora sta bene, ed ha ripigliato la celebrazione della santa Messa. Iersera ho ricevuto il nostro Direttorio monastico licenziato in Insprugg li tre del corrente, e giunto a Roveredo li 13 colla giunta, che in avvenire bisognerà spedire a Insprugg due esemplari del manoscritto, oltre una copia stampata. Così dovrà farsi anche rapporto al diocesano. Questo sarà per me un peso nuovo, e non leggiero. Pazienza. Spero, che il Signor Iddio mi aiuterà. Insieme con questa mia le trasmetto una lettera di Bolgiano, ed un dispaccio dell’Officio Circolare di Roveredo. Fu aperto da me questo ad istanza del P. Albano, e supponendo, che non sia contraria la P.S.M.R. cui bacio le sacre mani nell’atto, che la prego della sua paterna benedizione267. Trento 20 ottobre 1797.

Di S.P.M.R. cui aggiungo, che suppongo esser debito non mio, ma del convento di Roveredo, il dare avviso della morte del P. Adriano all’eccelso Governo d’Insprugg.

Um.mo, div.mo, obbed.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1169. 1797

A Fra Tommaso da Cles Riformato. Roma. S. Bonaventura.

266 Passò a Pergine nel febbraio del 1798 e nello stesso mese partì anche di là. Ritornò a Pergine nel novembre

dello stesso anno 1798. 267 Mi fu risposto che venendo altri dispacci gli apra, e li faccia tradurre dal tedesco.

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Riverito in Cristo Fratello268. Da parecchie lettere scritte dal Padre Arcangelo di Cles ho compreso la divozione

singolare, che ha V.R. verso il nuovo Beato Leonardo da Porto Maurizio, e la premura, che nodrisce per il culto del medesimo. Siccome poi presentemente il mentovato Padre Arcangelo, per nostra grande sventura, va soggetto al mal caduco, e sta nell’infermeria: ed io debbo servire la Provincia col Direttorio dell’officio divino; così prego V.R. che qualora fossero stampate le Lezioni proprie per l’officio del detto Beato, voglia favorirmene una copia269. E sperandola dalla di lei carità, e bontà, la riverisco divotamente, e mi dico. Trento, s. Bernardino 21 ottobre 1797.

Di V.R. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

Extra. Al venerando Religioso in Cristo Fratello F. Tommaso di Cles de’ Minori Riformati di s. Francesco.

Roma S. Bonaventura.

1170. 1797

Al sig. curato di Castello nella Sollandia Volsanese. Molto rev. sig. e padrone colendissimo.

Supponendo, che il Padre Guardiano del convento di Cles, da me pregato, abbia già insinuato anche a V.S. molto rev. la morte del padre Adriano Seppi di Ruffredo di Lei zio, seguita in questo nostro convento ai sedici dell’andante mese, le spedisco senz’altro li due qui annessi quadretti270, perché le servano d’una picciola memoria del medesimo suo buon zio. E riverendola resto. Trento, s. Bernardino 22 ottobre 1797.

Di V.S. molto rev. Div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

NB. Vedi sotto To. 7, n. 2941271.

1171. 1797 Al P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano di Cles.

R.P.P.C. Tenutissimo mi professo alla P.S.R. per l’incomodo, che s’ha preso di mandarmi il

chiesto butiro. Da F. Domenico di Mala Terziario riceverà un involtino, o sia rotolo contenente 297 dico dugento e novantasette Lire corrispondenti alle 198 libbre di butiro, secondo l’accordo de’ 18 carantani per libbra272. Il Padre David mi dice, che il Casna

268 Ha 70 anni di età. Pervenne a Trento li 2 luglio 1798. Egli è di cognome Visintainer di Cles. Cessò di vivere in Cles li 18 febbraio 1799.

269 Con data di Roma 4 novembre ricevuta qui per Venezia li 15 novembre mi ha risposto, che non sono ancora stampate, e che me le manderà quando saranno date alle stampe. Mi scrive, che in Roma si farà il triduo del Beato Leonardo ai 25-27 novembre 1797.

270 Della Madonna, e di s. Luigi, coi cristalli. 271 Nel 1793 fu curato, detto cappellano esposto, di Ruffredo don Giuseppe Larcher di Ruffredo d’anni 60. Nel

1794 visse Gio. Andrea Seppi sacerdote. Il nipote si è curato di Castello nella Sollandia superiore nel 1803, detto Ioanens Seppi Rufredi aetatis an. 33, curatus Castelli plebis Volsanae.

272 Coll’inscriszione Al signor Casna di Rabbi.

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datore del detto butiro, verrà in Cles a pigliare il mentovato rotolo di soddisfazione. La ringrazio altresì del favortomi staio d’arbea273, e la prego di mandarmene ancora, insieme col prezzo, e costo della medesima, perché possa fare il mio dovere. Il P.M.R. Arcangelo presentemente sta bene; ma nell’infermeria, dove secondo il mio parere starà meglio, che altrove, anche nell’avvenire. Se io pure potessi mai servirla mi comandi, che avrò piacere di potermele mostrar grato: e raccomandandole l’involtino per Ruffredo, la riverisco, e sono. Trento 22 ottobre 1797.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1172. 1797

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Metz Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Per mezzo di Fra Domenico mando le due braccia e mezzo di panno tonacale domandate da codesto Padre Guardiano274. Le fo poi sapere, che oggidì fu da me un giovane di bell’aspetto desiderosissimo di esse nostro confratello. Egli si nomina Benedetto Lenzi di Strigno, e da poco in qua è venuto a Trento su d’una bottega275. Conta ventun anno di età: sa leggere, e scrivere; ma non ha mai studiato la lingua latina. Si contenterebbe di essere uno de’ nostri laici. Io gli ho fatto delle difficoltà; ma in fine gli ho promesso d’insinaurlo a S.P.M.R. come fo colla presente. La stagione ormai avanzata verso il crudo inverno darà tempo da parlare, e pensare. Il P.M.R. Arcangelo oggidì sta bene; ma nell’infermeria. Spero, che la P.S.M.R. mi onorerà presto colla sua venerabile presenza; e baciandole la mano destra genuflesso la prego di mandarmi la sua paterna benedizione. Trento 22 ottobre 1797.

Di S.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1173. 1797 Al P. Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano. Campo.

R.P. Gli spedisco il saldo delle Corone ultimamente provedute. Gli replico poi ad ogni

buon fine, che ai 16 del corrente qui è morto il Padre Adriano: e gli aggiungo, che oggidì sono a letto infermi F. Abbondanzio, e Fra Michele. Preghi Dio Signor nostro per noi, e veda di conservarsi. Trento 23 ottobre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

La prego ancora delle uova.

1174. 1797 Al Padre Anacleto Manincor di Casezzo. Campo.

R.P.S.L.G.C.S.N.

273 *Cicerchia, specie di cece. 274 Per vestire l’uomo, che serve al convento. 275 Bortolotti a s. Pietro. Poi Pedrotti pure a s. Pietro, anche nel 1799. Ritornò da me li 4 agosto 1799

ansiosissimo d’essere nostro Frate laico. - Il P. Gio. Andrea Lenzi ha scritto la vita del venerabile Matteo Guerra da Siena. In Siena 1734, in 8°.

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Iersera in città ho ritrovato la sua lettera contenente l’avviso della morte dell’amato suo signor padre276. Quindi subito la ho notificata a tutti li miei Religiosi, ed ho loro accomandato il defunto coll’energia maggiore, che ho potuto: e ciò sicuramente di cuore277. Oggidì poi, mutata l’applicazione, che aveva scritto delle sante Messe per altri, ho applicato la loro maggiore parte per esso, avendo dovuto applicare l’altra parte per terminare il suffragio del fu Padre Adriano. Domani terminerò anche le sue: alle quali ne aggiugnerò una mia domenicale tosto che ne avrò, per distinguere il di lei merito, e per contestarle la mia vera, e cordiale amicizia. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, acciocché mi aiuti a portare il peso gravissimo, che mi ha posto sulle spalle: proccuri di conservarsi a maggior gloria del medesimo, ed a vantaggio della nostra santa madre Religione, ed anche delle anime cristiane; e mi creda. Trento 25 ottobre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo, ed amico Frate Grisostomo.

1175. 1797 A Fra Leone Gislimberti da Terlago. Arco.

Carissimo in Cristo Fratello. Vi ringrazio del bel rotolo di carta, che mi avete mandato da scrivere, e cuoprire li

Direttori. Per poi darvi un picciolo contrassegno della mia gratitudine vi spedisco queste due dozzine di santini, tali quali sonomi venuti alle mani. E raccomandandomi per l’avvenire, in caso, che il signor Iddio mi doni vista, e vita, vi do notizia che in Roma li 25-27 novembre si solennizzerà la beatificazione del B. Leonardo da Porto Maurizio; e pregandovi de’ miei rispetti, e ringraziamenti al vostro Padre Guardiano, vi saluto di cuore, e resto. Trento 25 ottobre 1797.

Vostro in Cristo Fratello F. Grisostomo da Volano

P.S. Non è ancora cominciata la stampa del Direttorio, perché troppo fu fermato in Insprugg intatto.

1176. 1797

Al Padre Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Metz Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Ieridì son andato apposta in città per l’affare del Padre Guardiano di Bolgiano, ed avendo mostrato ai signori Foresti l’attestato bolgianese de’ signori Lanner, e Knoll, mi hanno replicato col libro alle mani, che hanno soddisfatto il debito de’ fiorini 15,12 in prova che oggidì m’hanno dato il qui compiegato viglietto. Bramo che con esso resti finito il negozio, e che il detto Padre Guardiano venga redintegrato. Questa volta non ho altro da dirle. Onde col solito mio doveroso rispetto la prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 27 ottobre 1797.

Di S.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

276 Dicemmo 15 Messe, per le quali ai 16 di maggio 1799 furono dati 30 troni di limosina. Onde quando morirà

realmente, dovrà essere suffragato a tenore dello Statuto. 277 L’avviso del P. Anacleto fu appoggiato al falso, perché il di lui padre vive sano anche nel novembre del

1797. Mentre il P. Anacleto si trovava alla cerca del vino a Mori giunse a Campo un ragazzo avviato per Riva, e diede relazione della morte officiosamente, scusandosi di non portare lettera, perché li domestici erano troppo sopraffatti dal dolore della morte. Ciò fece per aver da mangiare senza sua spesa. Vive anche nel 1799. Morì da vero nel maggio del 1801.

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1177. 1797 Al sig. Bartolommeo de Andreis278. Vezzano,

Riverito signore. Ringrazio la carità di V.S. per li due stari di farina, che s’è compiaciuta di

mandarci: e l’assicuro, che il sig. Giuseppe suo figliuolo è stato qui fra di noi con molta quiete, e morigeratezza, e ci ha dato segni singolari di devozione. Quindi ho motivo do sperare, che V.S. e tutta la sua buona famiglia, rimarrà contenta d’averlo mandato, ed egli d’esservi stato. Ringraziandola un’altra volta dell’accennata, e di tutte le alter sue grandi, ed indicibili carità, gliene sospiro una copiosa ricompensa dal Signor Iddio, mediante l’intercessione del nostro Serafico Patriarca: esibiscole la nostra povera servitù, la riverisco, e mi professo. Trento, s. Bernardino 27 ottobre 1797.

Di V.S. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1178. 1797

Al Padre Romedio di Cles. Cavalese279. R.P.S.L.G.C.

Per certo impegno, in cui sono stato posto oggidì da monsignor Vicario Generale, prego V.P. che voglia rendermi certo, se siasi veramente soscritta alla scrittura fatta in Trento dal notaio Francesco Antonio de’ Migliori li 4 ottobre dell’anno corrente, rapporto alla morte di Melchiore da Pra di Mattarello bersagliere, seguita nell’ospitale militare di Cavalese ai 9 di marzo del medesimo anno280. Vienmi supposto, che l’abbia soscritta fuori di convento, e molto in fretta281. Spero, che mi farà l’accennato favore, e che farammelo anche senza veruna dilazione; e riverendola mi dico. Trento 27 ottobre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1179. 1797 A chiunque. Io infrascritto attesto, che dai Religiosi sacerdoti di questo convento sono state

celebrate quindici sante Messe secondo la pia intenzione di Sua Eccellenza signora Antonia Contessa vedova de’ Migazzi ecc. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 28 ottobre 1797.

L.+S. F. Gio Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1180. 1797

278 Andrei, detti Spalaini. Bartolommeo è morto in Vezzano li 20 febbraio 1802 intestato per causa del male: e

senza Sacramenti, quantunque non sia morto all’improvviso. Il P. Provinciale nella sera de’ 20 lo ha raccomandato in pubblico alle orazioni de’ Religiosi qui in Trento.

279 Vedi sotto n. 1184. 280 “Fra Romedio da Cles Fui assistente alla morte di Melchior dal Pra ai 9 quaresima pasata”. Così ha la

soscrizione. 281 da Luca Tambosi di Mattarello, che vuole sposare la vedova. Questi venne con un viglietto di monsignor

Vicario, perché dicessi su di esso se conosceva per legittima la soscrizione. Scrissi così: “Io F. Giangrisostomo da Volano Guardiano rispondo, che non son sicuro della detta soscrizione. Li 27 ottobre 1797”.

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Al P. Vitantonio da Cles Guardiano. Cavaelse. R.P.R.C.

Con tutta tuttissima la sincerità fo sapere alla P.V.R., e l’assicuro, che non mi sono punto commosso, né lagnato all’intendere, che non può più eseguire la promessa, che mi aveva fatto rapporto alle candele. Anzi ho piacere di poter con esse almeno in parte sminuirle l’aggravio del noviziato, e darle qualche compenso per gl’incomodi, e dispendi, che patisce in favore di questo convento, specialmente per motivo della legna. Dunque stia di buon animo, e non pensi altro alla detta sua caritatevole promessa. Io spero, che il Signor Iddio per effetto della sua infinita bontà, provvederacci altronde. Sento con piacere, che i novizzi diano segni da sperare in bene. Io mi contento, se diventano come i due neo professi, che tengo qui, li quali mi servono a maraviglia, e si guadagnano il pane, che mangiano282. Le spedisco un’appendicetta283 al Direttorio, acciocché, se le piace, faccia la festa del B. Leonardo. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 30 ottobre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1181. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Metz. M.R.P. Benedicite.

Il Padre Maurizio finalmente mi ha scritto con data di Borgo 20 ottobre, da me ricevuta li 28 dal tramessiero. Mi ha chiesto il suo vestiario d’inverno, perché dee proseguire la cura medica anche per qualche giorno dopo i Santi. Mi ha poi commesso d’insinuare a S.P.M.R. che avesse la bontà di lasciargli applicare le Messe dopo i cinque di novembre sino al suo arrivo in Trento284, per dovuta gratitudine in favore de’ suoi benefattori, da’ quali ha ricevuto grandi e moltiplici benefici. Così ha scritto non avendo ancora ricevuto l’avviso, che io gli ho dato d’ordine del signor Provicario Generale, perché giunse in Borgo, e gli fu recato solamente nel giorno 22. Io gli ho risposto in frettissima, che V.P.M.R. stava in mezzo, ed egli non mi ha replicato. Ieridì285 benché piovesse, F. Abbondanzio replicatamene chiamato ha dovuto andare in città, e fuvvi trattenuto per assistere al signor Niccola Voltolini moribondo di male cattivo286. La signora Chiara Gummera di Bolzano minacciommi di fermarlo colla forza del suo nipote presidente Filippo Baroni Cavalcabò. Si crede, che durerà poco287. Il Padre professore Saverio sta nel palazzo Wolckenstein; ma li soldati non vogliono lasciare le altre stanze. Non so cosa succederà. Le mando un’appendicetta al Direttorio dell’anno corrente, e al prego della sua benedizione. Trento 31 ottobre 1797.

Suo ubb.mo suddito F. Grisostomo.

La carta era finita.

1182. 1797 Al Padre Gioseffantonio di Cles Guardiano. Cles. S. Antonio.

R.P.P.C.

282 F. Gioseppe Maria, F. Francesco Maria. 283 Spedita a Metz, Campo, Clesio, Pergine, Cavalese, Trento, s. Chiara. 284 Arrivò in Trento a s. Bernardino li 16 novembre alle 7 e mezza di sera, essendo giovedì. 285 dopo il pranzo. 286 Fu comunicato in fretta nella sera de’ 29,ma sgraziatamente. 287 Morì nel primo giorno di novembre alle 2 e mezza di mattina.

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Giacché la P.S.R. si compiace d’aiutarmi colla limosina dell’arbea288, che mi riesce tanto, e poi tanto grata, ed opportuna, e che di essa me ne fa un dono, io non so far altro, che ringraziarla, e pregargliene una copiosa ricompensa dal Signor Iddio. Sarò di essa ricordevole, e se potrò, procurerò di mostrarmele grato anche coi fatti. Rapporto all’involtino diretto al signor curato di Ruffredo Ella ha pensato bene, poiché in effetto la mia intenzione, dichiarata nell’annessagli lettera, fu di mandarlo al curato nipote del defunto Padre Adriano Seppi, supponendo, che fosse curato di Ruffredo. Ora credo, che sia il Prete Gio. Andrea Seppi. Le spedisco un’appendicetta al Direttorio dell’anno corrente, affinché, se così le piacerà, possa fare la festa del nuovo Beato Leonardo. E Raccomandandomi in precibus, la riverisco, e resto. Trento 2 novembre 1797.

Di S.P.R. cui aggiungo, che oggidì 4 nov. Presbiter Io. Vincentius Lutz M. Ref. s’è presentato a questa Curia vescovile colla nomina arciducale al Beneficio parrocchiale del Borgo di s. Tommaso vacante per la morte del parroco Sigismondo Calpestri. Amen.

Dev.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

NB. Il Calpestri fu Cappuccino: ed il Lutz è Guardiano a s. Rocco. La patente della nomina è stampata rapporto al formolare, in latino, e data in Insprugg li 12 ottobre 1797.

1183. 1797

A chiunque. Io infrascritto attesto, e fo fede a chiunque, che dai Religiosi di questo convento

sono state celebrate dodici sante Messe per l’anima del fu ill.mo signor Niccola de’ Voltolini, ordinate dall’ill.ma signora Chiara Gummera consorte vedova del medesimo. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 4 novembre 1797.

F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco289.

1184. 1797

Risposta alla lettera 1178 ricevuta nel giorno 5 di novembre, e che nella mattina de’ 6 sarà da me portata in Castello.

L.I.C. Rev. Padre Guardiano. In questa mattina ho ricevuto una sua gratissima, cui tosto mi fo a rispondere. È

falsissimo, che io né in convento, né fuori siami soscritto alla notariale scrittura accennatami da V.P.R. ed attestante la morte dell’indicato dal Prà: anzi è falsissimo pure, che questi sia morto in quest’ospitali militari nel giorno 9 marzo. Io tengo la nota de’ poveri defunti bersaglieri fino li 22 marzo, giorno in cui qui arrivarono i francesi, né vi leggo inserito Melchiore dal Prà di Matarello. Il giorno 9 marzo è morto certo Valentino Cavagna di Ala, e non alcun altro. Saranno circa quideci giorni, che fu da me cert’uomo di Matatrello per aver informazione della morte del dal Prà, ma né io, né altro lo poté contentare: anzi gli feci un attestato, che io non so nulla, né ho alcuna cognizione; ma potrebbe esser, che fosse morto dopo li 22 marzo, essendone morti tanti dopo tal giorno, de’ quali non si aveva accurata notizia del nome, cognome, patria. Lo stesso dissi in voce al medemo commesso venuto qui da Matarello circa la metà di agosto per lo stesso fine. Ed essendo soscritto il mio nome a detta scrittura, tal soscrizione è falsa, e fatta forse da tal uno per secondare l’ansietà, che nutre la supposta

288 Si scrive Arveia, o anche Erveia. Vide Muratorium in Antiquit. Italicis To. 2. 289 Fu da me consegnato in proprie mani alla sig. vedova li 6 nov. di mattina alle dieci.

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vedova di novamente maritarsi, o per poterla ottenere in isposa. Tanto posso dire, abbisognando anche aggiunger il giuramento. Però non si affidino. E V.P.R. di tutto ciò può assicurare monsignor Vicario, cui bacio riverentemente la veste. Se in altro vaglio ubbidirla, sarò pronto a’ suoi cenni. Le bacio la mano, e con tutta la stima, e venerazione mi professo. cavalese li 30 ottobre 1797.

Di V.P.R. Div.mo servidore Fra Romedio di Cles Minore Riformato.

Questa lettera da me nella mattina dei sei fu presentata nel Castello di Trento a monsignor Vicario Generale Simone Albano Zambaiti, il quale tosto la lesse tutta, insieme colla copia della mia scritta al Padre Romedio, e mi disse, che la conservi, giacché in vista della mia risposta al suo viglietto ha rimandato il mattarellano senza l’approvazione delle scritture offertegli. Quest’uomo ha detto in presenza di monsignor, ed anche di me, delle proposizioni da forsennato. Smaniò specialmente, perché non sa scrivere.

1185. 1797

Al Padre Romedio da Cles. Cavalese. R.P.S.L.G.C.

Ierlaltro mi giunse la sua lettera dei trenta ottobre, e ieri mattina la presentai nel Castello a monsignor Vicario Generale, che la lesse tutta, e restituendomela mi disse, che la conservassi. Non so come finirà il negozio. Nella sera de’ 27 ottobre venne da me Luca Tambosi di Mattarello con un viglietto del lodato monsignore, perché su di esso scrivessi, se giudicava legittima la soscrizione di V.P. alla scrittura notariale fatta qui rapporto alla morte di Melchiore dal Pra. La confrontai con una di Lei lettera, ed importunato di scrivere qualche cosa, scrissi, che non era sicuro di tale soscrizione. Quindi monsignore ha mandato l’uomo a casa senza l’approvazione bramata. Ora le aggiungo, che nella detta scrittura subito dopo al di Lei supposta soscrizione, con altro carattere più grosso, e più rozzo, v’ha questa: Givan Marcari di Cavalese Infermiere della Publicha Comunità afirmo. La di lei soscrizione dice: Fra Romedio da Cles Fui asistente a 9 Quaresima pasata ecc. Quel Fui, quell’asistente, quel 9 Quaresima, e quel pasata, mi hanno ferito gli occhi. Il detto Luca, non mi ha mostrato l’attestato di V.P. bensì quello del R.S. Cappellano Sighelli, da cui si ha, che il Prato non trovasi nella Nota de’ morti lasciata dal fu nostro Padre Fulgenzio Sighelli. Bramo di sapere, se la soscrizione del Marcari sia vera290. Compatisca l’incomodo, che le reco, e si conservi. Trento 7 nov. 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1186. 1797

Al P. Patrizio da Vigolo di Baselga Guardiano. Campo. R.P. Guardiano.

290 È falsissima, perché il sig. Giovanni Marzari di Cavalese ha protestato al P. Romedio, che non ha fatto alcun

attestato, e che non s’è sottoscritto alla detta scrittura. Egli soltanto dopo li 23 marzo fu destinato come amministratore e proveditore agl’infermi abbandonati da quelli, ch’erano stati messi dai commissari provinciali fuggiti all’arrivo de’ francesi. Così il P. Romedio in data di Cavalese 11 nov. 1797. Il Marzari fu chirurgo ed è persona civile.

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Essendo in procinto di fare dei bigoli, e scarseggiando di uova sono a nuovamente importunare S.P. perché voglia mandarmene ancora, supponendo, che non saranno tanto care come qui. Se poi fosse in grado di accettare qualche numero di Messe colla limosina di carentani ventuno, io potrei dargliene, e mi chiamerei favorito. Le mando un’appendicetta al Direttorio dell’officio divino, perché se così le piacerà, possa fare la festa del B. Leonardo che nell’anno corrente. Nella mattina de’ 4 fu qui con una patente stampata, e data in Insprugg li 12 ottobre Presbiter Io. Vincentius Luttz M. Ref. il quale presentossi a questa Curia ecclesiastica colla nomina al Beneficio parrocchiale del Borgo di San Tommaso vacante per la morte del parroco Sigismondo Calpestri. Egli si lusinga di fare la volontà del Signor Iddio. Così sia. Mi raccomando in precibus, e la riverisco. Trento 7 novembre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1187. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Metz. M.R.P. Benedicite.

Il signore, di cui le ho scritto nell’ultimo giorno dello scaduto mese, cessò di vivere nel primo del corrente. Onde F. Abbondanzio ritornò subito al convento. La signora vedova poi si mostrò abbondevolmente grata. Nella sera dei tre capitò qui alla colazione ed a dormire il P. Guardiano di Roveredo, e nella seguente mattina partì di ritorno. Con patente stampata, e data in Insprugg li 12 ottobre291, in cui si dice Presbiter Io. Vincentius Lutz M. Ref. si ha presentato a questa Curia vescovile nominato successore del defunto Sigismondo Calpestri parroco del Borgo di san Tommaso. Egli si lusinga di fare la volontà del Signor Iddio. Così sia. Il Padre Saverio è ancora nel palazzo Wolchenstein; ma il seminario è impedito, perché li soldati non vogliono lasciare il detto palazzo, né il convento di san Marco. Il destinato supplimentario del Padre Maurizio si è il signor don Giambattista Maistrelli. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 7 novembre 1797.

Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1188. 1797

Al Padre Pietro Damiano di Borgo Guardiano. Arco. R.P.P.C.

Sono a pregare la P.V.R. che voglia farmi sapere, se costì possa trovarsi riso per meno di dodici troni al peso. Qui domandano tredici troni, o poco meno292. Se poi fosse in grado di accettare qualche numero di sante Messe colla limosina di carentani venti uno l’una, io gliene cederei molto volentieri. Il Padre Maurizio mi ha scritto con data de’ 20 ottobre, chiedendomi ‘l suo vestiario d’inverno, dovendosi fermare in Borgo ancora qualche giorno dopo i Santi. Così ha scritto non avendo per anche ricevuto il mio avviso d’essere dispensato dalla cattedra, dopo il quale non mi ha scritto punto. Il di lui successore interinale si è il sig. don Maistrelli: ma il seminario non ha luogo, perché li

291 Consegnata al P. Lutz nella sera de’ 2 nov. Prese il possesso della parrocchia li 19 nov. 1797, giorno di

domenica tutto piovoso dalla mattina soltanto. 292 Ne ho tolto a troni 12,10 il peso di 25 libbre. Altrettanto in circa costa in Riva.

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sodati non vogliono cedere il palazzo Wolchenstein293, né il convento di san Marco. Ai quattro del corrente fu qui Presbiter Io. Vincentius Lutz M. Ref. e si presentò a questa Curia vescovile colla nomina al Beneficio parrocchiale del Borgo di san Tommaso di Roveredo. Buon viaggio. Preghi Dio per me, che riverendola sono. Trento 7 nov. 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1189. 1797

Al Padre Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo. R. P. Guardiano S.L.G.C.

Gli mando uno staio colmo di castagne, tali quali sonoci venute da Albiano, per un picciolo contrassegno della mia gratitudine ai molti disturbi, ed incomodi, che gli ho recato, e sono per recargli. Volentieri gliene manderei di più se potessi, non potendo attesa la straordinaria scarsezza de’ frutti, che il Signor Iddio giustamente ci fa provare in quest’anno. Lo prego ancora di quanto gli ho scritto in un’altra di ieridì, voglio dire di favorirmi con mandarmi delle uova, e se riesce possibile, di mandarmene col mezzo del Terziario F. Mansueto esibitore della presente. Finché non ci arrivano, non possiamo farci dei bigoli, pittanza tanto comoda, e buona per noi. Mi tengo sicuro, e riverendolo resto. Trento 8 novembre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1190. 1797

Al Padre Giuseppe Antonio di Cles Guardiano di Cles. R.P.P.C.

Dopo la stampa del Direttorio per l’anno corrente, sono venuti tre offici nuovi, cioè quello del B. Giacomo Strepa vescovo confessore per il primo di giugno, quello del B. Lorenzo da brindisi confessore per il settimo di luglio, e quello del B. Leonardo confessore per il 27 di novembre, tutti e tre doppi minori dell’Ordine nostro. Non ho pensato per quest’anno ai due primi, perché sarebbero nate delle confusioni troppo grandi nel Direttorio: bensì all’ultimo, giacché non disturba punto gli altri offici, siccome apparisce dall’appendicetta mandata. Su di che possono vedersi le rubriche nostre nuove al num. 140 e 141. Io non credo, che siavi obbligo di celebrarlo in quest’anno; ma temo, che non sia per essere men cattivo del presente l’anno venturo, e di non arrivare a vedere il cielo nostro interamente sereno per fare feste. Quindi temo pure di non poter avere il contento di festeggiare la beatificazione del B. Leonardo: e perciò credo bene di almeno fare al di lui festa, come fassi dagli altri anche nuovi nostri Beati, La P.S.R. faccia quello, che le ispira il Signor Iddio. Per qualche contraccambio della carità, che generosamente mi promette, quando verrà il suo Terziario le manderò delle castagne, e dieci libbre di candele, dopo d’averne mandato trenta altrove. E pregandola di aggradire la buona volontà, le fo riverenza, e resto. Trento 9 novembre 1797.

Div., obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

293 Il presidente Baroni voleva tutto il palazzo Wolchenstein, e che il seminario andasse a s. Marco con

esclusione de’ Frati. Ma il generale Herpen non ha voluto, che i soldati lascino il palazzo, e la cancelleria militare di san Marco.

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1191. 1797 Al sig. Michele Wiser di Aldein294, parrocchia di Ora. Aldein.

Riverito signore sia lodato Gesù Cristo. Sono quattordici anni, e più, siccome già sa V.S., che noi celebriamo fedelmente

ogni giorno dell’anno all’altare privilegiato una santa Messa secondo la di Lei pia intenzione, Io trovo notato, che ci fu sempre corrisposto colla limosina di carentani 18m, dico dicidotto, per ciascheduna. Ora però il continuare l’accennata celebrazione colla detta limosina di carentani dicidotto ci riesce di uno scapito troppo notabile, perché accresciuto essendosi di molto il prezzo di ogni cosa necessaria alla vita umana, fu pure accresciuta la limosina delle sante Messe: e queste per la scarsezza de’ sacerdoti sono tante, che a stento ritrovasi chi ne accetti eziandio colla limosina anticipata di almeno ventiquattro carentani: ed io posso dire con tutta la sincerità, che ne ho ricusato tantissime295. Prego dunque umilmente V.S. che voglia compiacersi di avere riguardo alla detta mutazione della limosina delle sante Messe: e confidando molto nella di Lei carità, e divozione, le chiedo scusa del mio ardimento, l’avviso, che scrivo per altrui mano, perché non intendo il tedesco, le fo riverenza, e resto. Trento, nel convento di san Bernardino li 9 novembre 1797296.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo di Volano Guardiano de’ Francescani Riformati.

Nota. Mando questa lettera a Metz Lombardo, perché il P. Vicario Filippo Panizza la traduca nella lingua tedesca, e la spedisca al Wiser, che non sa italiano, ma soltanto tedesco: oppure al P. Vicario di Cavalese Stanislao Perugini, che la mandi al Wiser. La Messa mentovata celebrasi sempre sempre da vivo, quantunque l’altare privilegiato esiga le Messe da morto, quando sono lecite. Così fu praticato; ma

1192. 1797

Al sig. don Francesco Alessandrini di Trento curato di Costasavina. Molto Illustre e Molto rev. rev. sig. e padrone colendissimo.

Soltanto nella sera tarda del giorno decimo del corrente mese, cioè iersera, mi giunse la sua stimatissima297. Non potei risponderle subito, perché privo zaffato di tempo. Chiedo adunque scusa, ed ora in corto, giacché tuttavia scarso di tempo, le rispondo, che a tenore d’un decreto della Sacra Congr. de’ Riti, segnato li 26 marzo 1639, e portato dal Merato in Indice decret. brev. num. 78, e dal Cavalieri To. 1, decr. 36 de principaliori dumtaxat patrono celebrandum est cum octava. Le aggiungo, che le rubriche nostre francescane, ricavate dai decreti della Santa Sede, e dai più accreditati rubricisti, ed approvate dal moderno Pontefice Pio Sesto nell’anno 1785 sotto il num. 12,dicono “In coenobiis singulis debet ritu duplici primae classis officium celebrari de uno tantum titulari ecclesiae: de illo nempe, in cuius honorem benedicta, vel consecrata postremo fuit ecclesia: aut (si in plurium simul honorem) de illo, qui in monumento benedictionis, vel consecrationis, aliisve similibus, nominatur primus. De altero autem, se aliis, in cuius, seu quorum simul honorem ecclesia beendicta, vel consecrata postremo fuerit, fieri quidem debet in altero, seu alteris respectivis diebus; sed ritu

294 Morì li 19 maggio 1802 nella sua patria, dopo una malattia breve. Fu di cognome Woldner. Vedi sotto To. V, n. 1714.

295 Nel Duomo di Trento vi sono molte Messe a carentani 24, che non possono celebrarsi, perché niuno le vuole. Anche in s. Maria vi sono più di 300 da dirsi a carentani 24.

296 Per altro il Wiser si è un contadino rozzo, ma ricco. La di lui consorte è morta nel 1797 al fine. 297 data li 3 novembre.

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solum duplici maiori”. Eccettuano però il caso, che tutti fossero egualmente principali, come sono i ss. Vittore, e Corona, Faustinio, e Giovita, Cosma, e Damiano, Giovanni, e Paolo, e simili, che si computano come uno solo. Con questo suppongo d’avere risposto anche circa il Credo: e pregandola un’altra volta di scusarmi, la riverisco divotamente, e resto. Trento s. Bernardino 11 novembre 1797.

Suo umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Minore Riformato.

Fuori. Al Molto Illustre, e Molto Rev. Sig. e Padrone Colendissimo Il sig. don Francesco Alessandrini degnissimo curato di

Costa Savina nel Perginasco.

Nota. Questo curato fu parecchi anni cappellano a S. Maria Maggiore di Trento, e poi a san Pietro pure di Trento298. È picciolo di statura, ma grande di spirito. Conta circa 45 anni d’età. Scrive, che li ss. martiri Vittore, e Corona sono li titolari principali, e san Martino vescovo il titolare non principale della sua chiesa curata di Costasavina. Che il popolo non solennizza la festa de’ ss. martiri con pubblicità, perché cade ai 14 di maggio: e che celebra con pompa pubblica la festa di s. Martino; e che cadendo in giorno feriale costuma di trasferire l’esteriore della solennità nella prossima domenica. Onde chiede se san Martino aver possa l’ottava, per poter usare il color bianco nella domenica fra l’ottava facendosi de ea: e se nella festa possa dirsi il Credo?

1193. 1797

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Mezzo Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Colla presente spedisco a S.P.M.R. il suo abito d’inverno col mantello, e colla sabatiglia299. L’accerto poi, che ho spedito al P. Sisinnio senza verun ritardo la lettera raccomandata per mezzo di Fra Mansueto Terziario. Circa questi pulpiti avventuali posso dirle, che se il Signor Iddio non dispone altrimenti, sono provveduti. Il Padre Davide predicherà in Aldeno ricercato nominatamente, il P. Vicario a Cognola, il P. Damasceno a Gardolo, ed il P. Mariano nel Duomo di Trento. Il P. Borgia si protesta pronto a supplire in caso di bisogno, il P. Mariano di fare i discorsi alla Ca di Dio, se saremo ricercati; ed il P. Davide d’andare in Sardagna nelle feste natalizie. Per altro io bacierei volentieri le mani a S.P.M.R. se venisse qua. Non posso terminare il negozio col signor don Giuseppe Fadanelli, perché non conveniamo colle pretese300. Ha dato solamente troni 51 alla beccarotta dopo la di lei partenza, e suppone d’essere creditore. Ho etto alla mentovata beccarotta, che per ora pazienti. Anche la mia prima resa de’ conti fatti li 20 settembre sta imperfetta, perché non trovo appresso li sostituti tutta la somma dell’ingresso pecuniario purificato dalle spese. Onde aspetto il ritorno di S.P.M.R. per registrarle nel libro maestro. Frattanto le fo sapere, che s’è presentato un

298 Fu pure curato di Cimone, ma poco. Ora 1801 è cappellano in Trento a s. Maria. Diventò sacerdote per opera

della sig. Contessa Marianna Giovanelli, nata Triangia. Gli è succeduto a Costa Savina don Finadri, e poi nel 1801 don Fadanelli. Questo don Giuseppe Fadanelli di Cadine vi durò sino agli undici di luglio del 1803. Gli succedette don Giacomo Fatarsi da Caldese.

299 *Sabadiglia, pianta officinalis i cui semi venivano usati come antiparassitario e vermifugo (cfr Salvatore Battaglia, Grande dizionario...).

300 Diventò curato di Costasavina sul Perginasco nel 1801 per suggerimento del nostro P. Giuseppe Antonio di Cles. Fu eletto dal popolo a pieni voti li 17 dic. Pigliò il possesso li 20 domenica. Ma poi partì.

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Eccheli pilcantino giovine per nostro candidato chierico; ma è troppo indietro col latino. Finisco in un colla carta pregandola della sua benedizione. Trento 12 novembre 1797.

Senza soscrizione per mancanza di carta. PS. Oggi 13 nov. il sig. parroco di Povo ha chiesto per l’Avvento il P. Vicario, il

quale accettò. Quindi predicherà in Cognola il P. Borgia.

1194. 1797 Al P. Romedio da Cles. Cavalese in Fieme.

R.P.S.L.G.C. Mi dispiace il peccato commesso da quell’uomo; ma godo di non avergli fatto torto

col mio sospetto: ed ora comprendo il perché smaniò tanto per non saper egli scrivere di proprio pugno. Ieridì ho mostrata, e data da leggere tutta la lettera di V.P. a monsignor Vicario per vie più giustificare la mia risposta di non essere sicuro della di Lei soscrizione. Le chiedo scusa degl’incomodi che le ho dato: la ringrazio de’ favori, che mi ha prestato: e le mando volentieri le due richieste orazioni per la festa del Beato Leonardo, che penso di celebrare anch’io; ma soltanto intra claustra. La prego de’ miei rispetti al Padre Guardiano suo degnissimo fratello; e riverendola mi dico. Trento 14 nov. 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1195. 1797

Al Padre Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo. R.P. Guardiano S.L.G.C.

La ringrazio vivamente delle cinquecento uova, che mi ha mandato. Dal noto beccaio riceverà dodici stelle si stoffisso pesate libbre trentadue, prese da noi ultimamente a soldi 16 la libbra, e perciò importanti troni 25 e soldi 12. Riceverà la vachetta tolta dai signori Pifferi L. 10,3 a carantani 34 pagata troni 29. Riceverà il filo di ferro, ed il filo di ottone pagati al Soller troni cinque. Ogni cosa fu soddisfatta da noi: e giacché il detto beccaio s’offerì di pagare, accettammo troni sessanta, per li quali porterà la ricevuta segnata con una croce dal nostro Menego. Gli otto soldi oltre lo speso questa volta, restano alla partita. Mi spiace, che non posso mandarle candele, perché ne ho mandate altrove quaranta libbre, ed ora per Dio grazia sono cessati li mortori, e non posso darne via altre, senza mettermi a pericolo di doverne provedere. Ma s’Ella non ne avesse altronde mi avvisi, che gliene farò qualche parte. Fra Gervasio, che la riverisce, m’ingiunge di farle sapere, che l’olio dassi a troni 25 la galleda301: e che Giambattista Simeoni compera la lana grezza a troni 22 il peso, e la vende a troni 25. Rapporto alle ss. Messe da carantani 21 mi riservo, giacché non può dirle presto. La prego di compatirmi degl’incomodi, che le arreco: mi esibisco di servirla, e la riverisco, dicendomi. Trento 14 novembre 1797.

Le mando anche le Orazioni Secreta e Postcommunio del B. Leonardo. Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1196. 1797

Al P. Basilio d’Albiano. Roveredo. S. Rocco.

301 Dunque a soldi 23 la libbra, ma F. Gervasio ha frainteso. Si vende 25 soldi la libbra, che vuol dire troni 28,15 circa la galleda di libbre 23 ed oncie...

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R.P.S.L.G.C. Non so cosa rispondere alla sua, se non che la compassiono di tutto cuore, e che

temo di dover sentire de’ nuovi gai. Il progetto di V.P.R. rapporto ai due capi (Attanasio, e Massimo) sarebbe buono: ma non vorrei, che per farlo sortire il suo effetto si dovesse fare troppo strepito302. In caso contrario crederei, che potrebbesi proporre il P. Vicario d’Arco (Pietro Paolo). Per altro io la esorto di dare il suo voto, ma senza ostinarsi. Dialo al men indegno, attentis hodiernis circumstantiis. Credo, che ciò sarà men male, ed un male involontario. Il chiedere d’essere trasportato sul Trentino sarà vano, perché il P. Provinciale non può farlo senza licenza dell’Eccelso Governo303. Ella restando costì potrà impedire del male, a fare del bene. I popoli già la conoscono, e sanno di quali sentimenti e costumi sia. Pensi di fare la volontà del Signor Iddio, che la ha messa in un tal luogo, ed in tal tempo, e speri di meritare. Parli con lui, stia con lui, pensi a lui, ed operi per lui, che in fine resterà confortata e consolata. Non posso dirle altro. Quindi la riverisco, e resto. Trento 14 novembre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1197. 1797

Al P. Francesco Felice da Campodenno. Metz Lombardo. R.P.P.C.S.L.G.C.

Troppo mi son abusato della sua bontà procrastinando tanto il risponderle. Ho voluto consultare con libri, ed altri il primo caso; ma non ho trovato quanto bramava. S’aggiunse a questo, che scarseggio assaissimo di tempo. Ciò non ostante le rispondo, che io non credo necessaria una nuova delegazione dell’Ordinario per rifare, e ripiantare una croce travale su di una strada, ove stava un’altra vecchia, qualora ciò facciasi senza interrompimento notabile di tempo, e senza solennità. Così pensa eziandio il padre professore Saverio304. Per altro il R.mo signor parroco del luogo dovrebbe sapere anche introno a questo punto più di me, e di tanti altri. Il caso sarà succeduto altre volte in quello, od in altri luoghi circonvicini. Io non so dire di più. Circa poi la traslazione della festa coll’officio, e Messa della dedicazione della chiesa dalla festa di san Lorenzo al susseguente domenica, le dico rotondamente, che bisogna ricorrere alla Santa Sede apostolica, ed ottenere da essa la permissione, che facilmente vien conceduta305. Le chiedo scusa un’altra volta della mia tardanza, e mi professo. Trento 14 novembre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1198. 1797

Al Padre Stanislao di Nago Vicario di Cavalese. R.P.

302 Fu eletto Guardiano il P. Accursio li 25 nov. 1797, il quale con tal titolo giunse a Trento nella sera de’ 12

dic. Rinunciò per infermità nei primi di marzo 1799, cioè nel giorno undecimo. 303 Il P. Basilio è venuto all’infermeria li 20 febbraio 1799 per essere stato sopraffatto da un colpetto di

apoplessia. Vi morì nel giorno 31 di luglio 1800 alle 2.3 di sera. 304 È succeduto a me in Arco, dove ho benedetta quella nostra croce travale senza solennità, e pompa. 305 La Sacra Congr. de’ Riti ha conceduto ai polacchi di celebrare certe feste nelle domeniche fra le loro ottave,

quando non occorrono in domeniche, ob maiorem populi concursum. Vide Caval. To. 5 in fine pag. 130. Ciò successe avanti l’anno 1757.

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F. Grisostomo prega V.R. di sigillare la qui compiegata306, e poi spedirla presto, e sicura al sig. Wiser, sperando, che il medesimo signore avrà la bontà di uniformarsi al moderno costume, e non vorrà essere di pregiudicio a questo povero convento. Con che la riverisco ecc. Trento 15 nov. 1797.

1199. 1797

Al Padre Vito Antonio da Cles Guardiano di Cavalese. R.P.S.L.G.C.

Mercé l’aggiunta dell’in assenza ho aperto io, e letta la sua indirizzata al Padre Provinciale. Quindi l’assicuro, che senza la minima dilazione ho raccomandato la premura del panno a F. Placido, ed a F. Gervasio, i quali mi hanno promesso di usare ogni sollecitudine per renderla ben servita. Ho replicato loro le mie istanze anche questa sera. Onde spero, che non mancheranno. Ho pur mandato alle Madri di s. Chiara, pregate un poco avanti, li corporali. Se venivano più tardi, non arrivavano a tempo, perché ora fanno la liscia. Trattengo la detta sua lettera, perché il Padre Provinciale mi ha scritto da Metz, che verrà qua negli ultimi della corrente, o ne’ primi della susseguente settimana. Fra Pasquale da Centa Terziario giunto qua domenica mattina piovosa è partito per Pergine ieri mattina. Se posso servirla in altro mi comandi, mentre nell’atto, che la riverisco divotamente mi professo. Trento 21 novembre 1797.

Di V.P.R cui aggiungo, che per difetto dello stampatore la stampa del nostro Direttorio non è ancora cominciata, né finita quella del diocesano. Come pure, che vaca la Guardiania di s. Rocco per la promozione alla parrocchia di s. Maria del P. Lutz.

Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1200. 1797

Al P. Francesco Saverio da Fondo professore ed esaminatore prosinodale. Trento. Nel seminario.

M.R.P. Non essendo sicuro di trovare la P.S.M.R. le replico col presente l’invito per lunedì

prossimo307 già fattole dal Padre Davide secondo la mia espressa intenzione. Le acchiudo la giunta al Direttorio per il detto lunedì: e le fo sapere, che quantunque abbia parlato più volte, non fu depositata la limosina delle dodici Messe celebrate gli undici settembre per il fu signor arciprete Mersi, cioè quattro in s. Pietro, ed otto in s. Bernardino. Ma su di questo mi riservo a parlarne in voce308. Frattanto con tutto il rispetto la riverisco, e mi dico. Trento 22 novembre 1797.

Di V.P.M.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1201. 1797

Al P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano di Cles. R.P.P.C.

Ringrazio vivamente la P.S.R. delle carità, che s’è compiaciuta di farmi provvedendomi, e donandomi tanti legumi, li quali ci sostenteranno nelle nostre sante

306 N. 1191. 307 In cui si farà la festa del Beato Leonardo per la prima volta. 308 Gli ho parlato nel giorno 23 in convento dopo il vespro.

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Quaresime. Per mezzo dell’esibitore309 della presente le spedisco i tre crosoni310 corrispondenti ai tre stari della lente provveduta: e le castagne, e le dieci libbre di candele promesse. Mi spiace, che non posso servirla rapporto alle lumache, perché non ce ne avanza. Questa mattina sono stato a cercarne in città dal nostro diligente provevditore311; ma presentemente non ne ha se non se soltanto qualche centinaio. Se posso servirla in altro mi comandi, che sarò sempre quel desso, che notificandole d’essere stato eletto Guardiano di Roveredo il Padre Accursio Aliprandino di Praghena, e riverendola mi professo. Trento, s. Bernardino 26 novembre 1797, di notte.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1202. 1797

Al Padre Vito Antonio di Cles Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.S.L.G.C.

Anch’io scrivo in fretta, perché ridotto alle nove, e mezza di notte, mentre i Padri Cappuccini botteggiano ardendo orribilmente non so qual edificio contiguo ai medesimi. Temo, che sia il povero monistero di s. Chiara abitato da soldati312. La ringrazio dell’operato col sig. Michele Wiser, e le rispondo, che accettiamo l’impegno delle sante Messe del medesimo non solamente quotidiane; ma eziandio straordinarie. Dico accettiamo, perché nel medesimo impegno entra anche il Padre Provinciale. Confido, che presto potremo dar principio alla loro celebrazione. Con tal occasione raccomanderemo a Dio Signor nostro clementissimo il buon signor Michele Wiser, la di cui consorte inferma, e tutta la famiglia del medesimo, come nostra benefattrice singolare, affinché sempre più venga felicitata e preservata da malanni. Ringrazio un’altra volta la P.S.R. de’ favori, che ci ha compartito, e senza più riverendola resto. Trento 26 novembre 1797.

Di S. P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1203. 1797

Ad una signora tedesca. Io infrascritto nuovamente confesso, e attesto, che nella vigilia del nostro Padre San

Francesco, ai tre dello scorso mese di ottobre, dalla molto reverenda Madre Vittoria di Spergs degnissima Superiora delle RR. MM. Orsoline di questa città, fu depositata una buona limosina, oltre due pianete nuove313, a beneficio di questo nostro povero convento, come destinatagli, e mandatagli per mero effetto di pietà cristiana, da una persona forestiera tedesca, che non volle punto esserci palesata, e nominata: ed aggiungo, che tale limosina fu molto opportuna ai nostri bisogni, perché oltre d’essere per altro poveri, mendicanti, e senza veruno stabile provvedimento, secondoché prescrive la nostra santa Regola, ora proviamo strettezze, ed angustie maggiori del solito, a cagione della nota guerra, e della grande mortalità d’uomini, e bestie, che hanno moltissimo danneggiato i nostri amorevoli benefattori, e diminuito il loro numero, ed anche renduti non poco più cari li viveri di ogni sorta. Temendo poi

309 F. Domenico Terziario. 310 Troni 36. 311 Paolo Pisoni. 312 Non fu il monistero, ma una casa campestre. 313 non benedette.

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fondatamente, che tali sventure non sieno per terminarsi, ed aver fine così presto, ardisco di raccomandarmi umilmente alla soprallodata persona benefattrice per qualche altro caritatevole soccorso: assicurandola, che tutti supplicheremo caldamente Iddio Signor nostro clementissimo per Lei, affinché si degni di ricompensarla con donarle tutte quelle grazie spirituali, e temporali, che santamente desidera per vantaggio e bene dell’anima sua. Pregheremo pure il nostro Serafico Patriarca san Francesco, perché sia di Lei speciale avvocato innanzi al trono dell’infinita maestà del medesimo Dio.

Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 27 novembre 1797. L+S. Fra Gio. Grisostomo di Volano

Guardiano de’ Francescani Riformati. Nota. Ho scritto questo a suggestione di chi c’impetrò, e portò a Trento l’accennata

limosina, e spera di portarcene dell’altra ritornando da quella benefattrice. Ella si è la sig. Rosa de’ Paoli di Trento, figlia quondam di Gaspare, e vedova Alessandrini di Civezzano. Ora sta in Trento nello stradone di s. Francesco. Ella mi ha consigliato di farla tradurre nella lingua tedesca. Vedi num. 1205314.

1204. 1797

Ai Tonini di Vigolo-Baselgano. Io infrascritto attesto, che sono state fedelmente celebrate le ottanta sante Messe

ordinateci li tre dello scorso gennaio dall’allora vivente sig. Valentino Tonina di Vigol-Baselga. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 28 novembre 1797.

L.+S. F Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1205. 1797

Al P. Filippo da Metz Tedesco Vicario di Metz Lombardo. R.P.S.L.G.C.

Nell’atto, che ringrazio la P.S.R. della carità, che mi ha fatto traducendo nel tedesco quella mia letteruccia, le fo noto, che sortito un buon effetto315; ed ardisco di nuovamente incomodarla pregandola di tradurmi anche la qui compiegata316, e di rimandarmela tradotta più presto, che può, cioè s’è possibile nel prossimo sabato. Le chiedo scusa della mia importunità, e confidando di ottenerla, senza più la riverisco, e resto. Trento 28 nov. 1797, di notte.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1206. 1797

Al P. Gasparo da Campo Guardiano di Borgo. R.P.S.L.G.C.

Senza il minimo indugio sonomi portato dal signor Giuseppe Maria Auchentoller per levare le corone ordinatemi da S.P.R., cioè nere, di legno, e di bella qualità: ma non ebbi la contentezza di ritrovarle, perché ne tiene soltanto di quelle picciole da dieci, ed io non mi arrischiai di pigliarle, perché ho sperimentato, che li nostri Fratelli non le

314 Fu consegnata la versione tedesca alla sig. Rosa li 2 dic. che portò poi cinque crosoni per noi: altri per le

Orsoline, li cap. e li carnei. 315 Sopra n. 1191. 316 Sopra n. 1203.

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ricevono volentieri. Ora mancano le dette corone, perché vanno nella Moscovia. Se vuole delle menzionate picciole, e delle naranzette, o altre, che vi sieno, mi avvisi, che la servirò prontamente. E frattanto riverendola di cuore mi dico. Trento 28 novembre 1797.

Dì V.P.R. cui aggiungo, che per il P. Guardiano di campo ho dovuto pigliare delle corone rosse grandi del n. 8, in mancanza delle nere grandi del detto numero.

Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1207. 1797

Al Padre Ferdinando de’ Paoli da S. Orsola, Pergine. R.P.S.L.G.C.

Alla ricerca, che mi fa, se io possa ricevere l’impegno di far celebrare circa 150 sante Messe dentro lo spazio di otto mesi, colla limosina di sette traieri l’una, le debbo rispondere con un negative, perché son più che abbastanza carico di somiglianti pesi. Anch’io ne ho esibito ad altri nostri Guardiani, ed ho ricevuto la stessa risposta. Le Messe, che vengono esibite sono molte, ed i celebranti rispettivamente pochi. Spero, che tale scarsezza non durerà poi sempre, giacché ora si ha un ordinatore in Trento, almeno per la maggior parte dell’anno317. La bella corda di biscotti, che mi dona, si è un nuovo effetto della sua bontà, poiché non so d’avere alcun merito. La ringrazio dunque, ed esibendomele in quel che posso, la riverisco, e resto. Trento 29 nov. 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1208. 1797 Al P. Antonio dalla Rosà Riformato. Feltre. Santo Spirito.

R.P.P.C. Con singolare contento abbraccio l’occasione di servire alla P.S.R. quantunque non

la conosca di vista. Sappia dunque, che senza verun ritardo sono calato in città, ed ho pigliato dallo stampatore Monauni li tre bramati Libricciuoli, de’ quali colla presente gliene fo un meschinissimo dono318. Siccome poi sto aspettando di momento in momento un nostro Terziario, che dall’Anaunia passerà nell’Ausugio sino a Borgo; così penso di consegnarli a lui, con una mia lettera al P. Massimo mio fratello dimorante nel convento di Borgo, affinché li faccia passare sino a Feltre o per mezzo di qualche feltrino, oppure per la posta di quel luogo. Desidero, che le giungano presto; e rispondendole che rapporto alla bramatissima pace noi non sappiamo più de’ feltrini, mi esibisco ad ulteriori suoi comandi, e la riverisco. Trento, s. Bernardino 30 novembre 1797.

Di S.P.R. Um.mo, div.mo, oss.mo servo in Cristo F. Gio Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

1209. 1797

Al Padre Massimo di Volano. Borgo.

317 Monsignor Suffraganeo vescovo di Iasso Emmanuele Conte di Thunn. 318 L’Indovino inglese. La Galleria delle stelle. Il Contadino astrologo. Tutti e tre con istanza richiesti da

monsig. Panigai arcidiacono della cattedrale di Ceneda, cui professa molti doveri il detto P. Antonio già Guardiano di Feltre ecc. I detti libricciuoli unitamente alla mia lettera sono giunti al detto Padre in Feltre li 9 dicembre.

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Carissimo Fratello S.L.G.C. Vi prego, che vogliate proccurare, che questo pacchetto vada, e giunga al suo

destino. Suppongo, che in Borgo più facilmente che qui si possa trovare qualche feltrino di ritorno a Feltre. In caso poi, che non lo trovasse presto, vi prego di darlo alla posta. Su di ciò scrivo anche a Feltre. Scusatemi dell’incomodo, perché non ho potuto scamparlo. Per ora non iscrivo altro, se non se con affetto fraterno vi abbraccio. Amen. Trento 30 novembre 1797.

1210. 1797

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi sacerdoti di questo convento sono state celebrate cinquanta sante Messe secondo la pia intenzione del sig. Clemente Sartori (Cescati) di Trento. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento il primo dicembre 1797.

L+S F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1211. 1797

Al Padre Gasparo da Campo Guardiano di Borgo. R.P.P.C.

All’arrivo di F. Domenico, per non perdere la bella congiuntura di servire alla P.S.R., e supponendo, che non sia contraria a pigliare le corone dal sig. Francesco fratello del sig. Giuseppe Maria Auchenthaller, che come scrissi, non ne ha di quella forma, ch’Ella desidera, ho subito mandato dal detto sig. Francesco; ma essendo l’ora tarda, e non tenendole nella bottega, promise di prepararle per domani mattina. Quindi ho avvisato il nostro uomo, che vada di buon mattino a pigliarle, e che F. Domenico lo aspetti di ritorno. Spero dunque, che la P.S.R. resterà servita. E riverendola resto. Trento 1 dicembre 1797.

Di S.P.R. cui aggiungo, che questa mattina de’ 2 sono venute le corone col qui compiegato viglietto del costo. Parmi, che non sieno di bella qualità; ma non vi sono altre di tal forma319.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1212. 1797 Io infrascritto attesto, che abbiamo celebrato venti sante Messe ordinateci

dall’Ill.mo signor Giuseppe Conte Bortolazzi, per mezzo dell’Ill.mo signor Conte Gasparo di lui figliuolo. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 2 dicembre 1797.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1213. 1797 Al P. Gioseffantonio di Cles Guardiano di Cles.

R.P.P.C.

319 Dozzine 100 di legno nere a carantani 5 la dozzina, troni 41,8. Saldato li 7 dicembre.

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Egli è verissimo, che noi per la Dio grazia, e per bontà de’ nostri benefattori, mangiamo quasi sempre pane di formento: ma egli è altresì verissimo, che un così fatto vantaggio, e provvedimento ci costa più che ogni altro, consumandosi, e sparendo qualunque provvisione di tal sorta più facilmente, e più presto, che la neve al sole. Onde bisogna sempre pensare, girare, ed usare delle importunità per il pane, non bastandoci mai quello delle due cerche ebdomadarie della città320. Lungi da noi dunque il cercare varietatem per diletto: e grazie distintissima alla P.S.R. che coi tre stari di segala mandatici s’è compiaciuta di aiutarci, e soccorrerci. Gliene renda il merito, e al ricompensa Iddio Signor nostro clementissimo. Io non posso dirle, né rendermele grato con altro. Bensì l’accerto, che sono stato a parlare, ed ho parlato più volte, per servirla con qualche numero di lumache. Non so ancora se arriverò a conseguire il mio intento321. In caso contrario la prego di avermi per iscusato, e contentarsi della mia volontà. Qui predicano il P. Mariano da Bordiana nel Duomo: il P. Vicario Gio. Evangelista da Stenico in Povo: il P. Borgia da Riva in Cognola; ed il P. Davide tiarnitano in Aldeno. Il Padre Aecangelo da Clesio sta nell’infermeria, mangia di grasso, e se la passa benino. Io mi raccomando in precibus, la riverisco divotamente, e mi professo. Trento 3 dicembre 1797.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1214. 1797 Al P. Filippo da Metz Tedesco Vicario di Metz Lombardo.

R.P.P.C. Doppiamente obbligato mi riconosco, e confesso alla P.S.R. per la versione, che mi

ha fatto, voglio dire e perché la ha fatta, e perché la ha fatta con tanto suo incomodo a cagione della strettezza del tempo. Io ho motivo si sperare, che riuscirà utile322 a questo nostro convento, e che quindi tale utilità sarà un frutto delle fatiche, e carità di S.P.R. La ringrazio dunque di tutto cuore, ed insieme la prego di non istancarsi nel favorirmi in caso, che mi trovassi necessitato di ulteriormente incomodarla per somiglianti versioni. Per poi darle qualche contrassegno della mia gratitudine le spedisco una corda di biscotti; e mi esibisco di servirla dove mi crede atto, e capace. Invidio la sua sorte, che può attendere con quiete agli esercizi spirituali, mentre io trovomi assai occupato in altri; e nuovamente ringraziandola delle sue carità, la riverisco, e resto. Trento 5 dicembre 1797.

Di S.P.R. Div., obbl.mo servo F. Grisostomo.

1215. 1797

Al P. Vitantonio da Cles Guardiano di Cavalese. R.P. Guardiano.

Ho mandato mercoledì, o sia ieri, la qui occhiusa colle castagne; ma con mio grande spiacere ritornò colle stesse castagne, avendosi scusato il postiglione per essere troppo caricato. Col molinaro ho mandato anche il nostro ragazzo di sagrestia, perché custodisse i sacchi in caso, che dal molinaro non fosse stato ritrovato il postiglione.

320 Mezza città si cerca nel mercoledì, e mezza nel sabato. 321 Sono stato anche ai 4 a cercarne; ma vogliono tre troni per cento almeno. Poi ne ho mandato a Cles 2500 per

troni 58 e soldi 10. 322 Riuscì.

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Vorrei, che venissero levate presto, acciocché stando qui chiuse ne’ sacchi non patissero323. Riesce difficile il voltarle, e metterle in tre parti, e poi in frettissima di nuovo insaccarle quando viene l’occasione di spedirle. Non so come effettuare il mio desiderio di renderla ben servita. Mi suggerisca un modo, oppure mandi apposta. La prego di compatirmi, e riverendola, ed avvisandola che ho cominciato le Messe straordinarie del Wiser, mi raffermo. Trento 7 dicembre 1797, di notte.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1216. 1797

Al P. Giangiuseppe da Canzolino Guardiano di Pergine. R.P.P.C.

Oggidì dal signor dottore Pietro Alimonta324 di Campo ho ricevuto lettera, con cui vengo avvisato, che mi spedisce tre pesi di lumache di ragione di V.P.R., e che rapporto al loro prezzo le ha già scritto nel passato lunedì per mezzo del beccaro di Campo. Io non ho veduto il portatore delle predette lumache, ho però inteso, che sono in questo convento. Quindi l’avviso, che mandi a pigliarle qualora io non trovi occasione opportuna per fare la loro spedizione. L’avviso altresì, che F. Domenico mi ha consegnato quelle due monete, che doveva dare a non so quale levicano per gli Agnus, perché gliele rimandi, essendosele dimenticate. Onde gliele rimanderò colla prima opportunità, la quale come spero, sarà quella de’ cercatori di Avis della prossima domenica325. Bramo di sentire, che V.P. sia guarita, e riverendola resto. Trento 8 dicembre 1797.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1217. 1797

Al P. Gasparo da Campo Guardiano di Borgo. R.P.P.C.

Qui compiegato rimando alla P.S.R. il viglietto saldato dell’Auchentholler, avvisandola nello stesso tempo, che il medesimo mercante326 ha dato di ritorno al mio messo Menego come esorbitante il suo credito quindi soldi, e che glieli rimanderò colla prima occasione opportuna, non potendosi mettere in una lettera327. La ringrazio poi della carità, che s’è compiaciuta di farmi colla bella corda di biscotti; ed esibendomi di servirla ulteriormente la riverisco, e resto. Trento 8 dicembre 1797.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1218. 1797

Al Padre Massimo da Volano. Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello.

323 Ho rimandato li tre sacchi al postiglione fiemmasco li 13 dicembre con un cavallo, col nostro Toni, e col

molinaro. Furono ricevuti dal postiglione. 324 Medico fisico. 325 Li cercatori non sono venuti al convento. Ho mandato le monete, e le lumache li 12 dicembre per mezzo del

servo del convento perginese. Li detti cercatori non sono andati all’Aviso. 326 Francesco Simone. 327 L’ho rimandato li 21 dic. per mezzo di F. Mansueto.

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Vi assicuro, che ho ricevuto la corda di biscotti, che mi avete mandato, e ve ne ringrazio. Vi rimanderò poi il sacchetto colla prima occasione opportuna. Ho consegnato l’altra corda al Padre Arcangelo, che l a aggradì molto, e vi ringrazia. Egli ora sta nell’infermeria; ma in piedi, e sanotto. Stavvi a mia insinuazione, giacché ha bisogno di vivere in tutta regola, e di mangiare per lo più di grasso. Sento con piacere, che ora voi godete sanità, e quiete, e bramo, che in ciò siate costante. Io presentemente sono molestato da catarro, che mi rende incomodo il cantare. Non so come riuscirammi la visita lunga de’ benefattori per le imminenti feste natalizie, che a Voi pure le sospiro felici. Ieridì solamente ho fatto l’ultima correzione delle stampette dell’Ordinario diocesano. La prima, che mi verrà mandata sarà del monastico, il quale avrà un fine tardo al solito. Oh quanto mai è grande la carestia che provo di tempo! Li miei zibaldoni ora sono impolverati; ma pure ciò non mi preme, godendo di essere occupato in servizio del convento. Vi raccomando un’latra volta l’involtino diretto a Feltre; e salutandovi di cuore resto. Trento 8 dicembre 1797.

Senza soscrizione.

1219. 1797 Alla sig. Maria Gioseffa Melania Riccioli ex monaca. Roveredo.

Sia lode a Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi. Nello scaduto settembre ho scritto a V.R328., che io non ho mai veduto il di Lei

signor nipote329. Lo stesso le replico anche oggidì. Laonde non posso dire di lui alcuna cosa; bensì, che ho scritto in di lui favore al Padre Provinciale, e che da questo mi fu risposto, esservi troppa difficoltà per parte dell’Eccelso Governo. Le condizioni aggiunte alla licenza di vestire ce la rendono vana. Non dico altro, se non se, che Iddio ci può aiutare, e consolare. Supplichiamolo umilmente, e costantemente, e speriamo, che si diporterà da buon Padre, malgrado i nostri demeriti. Suor Michelina se la passa ora competentemente, dopo che fu non poco, né poco tempo inferma. Io non approvo, che pensi a fare spese per coserelle non necessarie. Basta, che abbia da vivere. Ha ricevuto il suo quartale; ma un mese dopo la di lui scadenza. Sarà fortunata se avrallo anche in seguito a tal tempo. L’aria, che gira in oggi, è troppo cruda, e disgustosa. Rapporto alle novità di s. Rocco non parlo punto; dicendole soltanto, che il P. Massimo mio fratello vive contento in Borgo330. Finisco raccomandandomi alle fervorose di Lei orazioni: augurandole ogni felicità in occasione delle imminenti sante feste, con un buon capodanno, e riverendola insieme colle sue buone compagne, anche a nome di suor Michelina, e dicendomi. Trento, s. Bernardino 12 dicembre 1797.

1220. 1797

Al Padre Vitantonio da Cles Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Spero, che avrà ricevuto dal postiglione li tre involti di castagne, ben legati, e chiusi. Gli ho fatti scortare, e consegnare al detto postiglione in città non dal solo molinaro, ma eziandio dal nostro servo Antonio. Io non ho più Messe da limosina minore di due troni, perché ne ho ricusato tantissime anche a soldi trentacinque. Delle altre ne ho presentemente qualche numero; ma credo di poter soddisfare alle medesime a tempo congruo accettando anche le cinquanta di Giovanni dal Piaz di Trodena. Quindi

328 Sopra num. 1143. 329 Fu in Trento, Egli è figlio d’una sorella maritata in Borgo di Valsugana. 330 Desideravasi da lei a Roveredo in grado.

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le accetto, e prometto, che le andrò intrecciando colle altre. La ringrazio dell’attenzione, che ha di favorirmi, ed aiutarmi. Godo sentendo, che sieno partiti da tutto il Fiemasco li sodati, ch’eranvi accantonati per invernarvi331. Sono partiti moltissimi anche da questa città; ma sono venuti degli altri. Oggidì poi ho inteso, che in vigore di una staffetta giunta intorno al mezzogiorno debbono ritornare in giù li partiti per Bolgiano, e portarsi sul Veneziano. Lascio la verità a suo luogo, e desidero, che finiscano le guerre tutte. Nuovi parrochi sono, di Ledro don Antonio Monauni piovano di s. Maria Maggiore: di Fondo l’ex parroco di Romeno don Francesco Aliprandini: e di Romeno il curato di Malosco don Gio. Michele Zenoniani da San Zenone di Tassullo. Le auguro felicissime le imminenti sante feste, mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 14 dicembre 1797332.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1221. 1797

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 30, dico trenta al signor maestro vetraio esibitore della presente. Che della carità il Signor Iddio ecc.333

Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 17 dicembre 1797. L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano

Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1222. 1797 Io infrascritto attesto, che abbiamo celebrato dodici sante Messe ordinateci

dall’Ill.mo signor cavaliere Giuseppe de’ Mersi in suffragio dell’anima del fu Ill.mo, e R.mo signor arciprete Gio. Battista de’ Mersi di lui zio, nel giorno undecimo dello scorso settembre, quattro in san Pietro praesente cadavere, e le altre otto qui a san Bernardino appresso Trento li 19 dicembre 1797.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1223. 1797

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P. Guardiano.

Assicuro la P.S.R., che ho ricevuto la sua di ieri: che ho parlato con F. Gervasio circa la provisione dell’olio: e che la farò servire rapporto ai bigoli. Per ora non posso dirle di più, perché sono ritornato dalla città molto tardo, e scrivo di notte molto avanzata. Le sospiro felicissime le imminenti sante feste, con un eguale capodanno, e riverendola resto. Trento 21 dicembre 1797.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1224. 1797

Al sig. Francesco Tecini di Smarano arciprete, e decano foraneo di Pergine. Ill.mo, e R.mo sig. sig., e padrone colendissimo.

331 Gli 8 dicembre. 332 Fu ricevuta questa mia dal P. Viatntonio avanti li 18 dic. 333 La tempesta de’ 19 d’agosto pistò li nostri vetri posti al mezzogiorno. Il vetraio si è Pietro Rasino, che ha la

sua bottega nella Piazzola delle Opere, e l’abitazione al Duomo.

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Giambattista Anesi di Portolo, latore della presente, ritorna da V.S.Ill.ma, e R.ma dopo d’essere stato qui con noi dal giorno ventesimo sino a questo334, e d’avere fatto con un Religioso confessore da me destinato, quanto a Lei piacque d’ingiugnergli per bene della di lui anima. Voglio supporre, e credere, che l’avrà fatto con vero sentimento di penitenza; e che quindi non ricadrà così di leggieri nell’errore conosciuto, e detestato. Quantunque poi vero sia, che io non conosco di vista V.S.Ill.ma, e R.ma, conoscendola per la fama, mi reco a vantaggio, ed onore il poterla servire, ed ubbidire335. E bramando congiunture migliori, tutti ricolmo di stima, e venerazione, le fo un profondo inchino, le auguro felicissime le imminenti sante feste, con un simile capodanno336, e mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 23 dicembre 1797.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Um.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati337.

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Francesco Tecini degnissimo Arciprete, e decano foraneo di

Pergine.

1225. 1797 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate

quaranta sante Messe secondo l’intenzione del molto reverendo signor don Antonio Zanolino curato di Sardagna. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino li 27 dicembre 1797.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1226. 1797, li 28 dicembre Pro Memoria.

Il convento di san Bernardino di Trento chiede umilmente la limosina di 29, dico ventinove sante Messe celebrate negli anni scorsi a nome, e petizione del fu signor Michele Clementi di Verla per altrettanti defunti confratelli dell’arciconfraternita della Morte di Trento338. ______________________________________________________________________ Replicato questo Promemoria, e consegnato li 9 luglio 1798 al R.S.D. Pietro Zaiotti cappellano di Verla. ______________________________________________________________________

1227. 1797

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare a conto troni 200, dico dugento al signor Antonio Pedrotti di Trento. Che della carità ecc. Dato nel convento di s. Bernardino li 29 dicembre 1797.

334 Triduo, cui fu condannato dall’arciprete, perché ha commesso un oiretluda [adulterio]. Egli è coniugato non vecchio: di condizione masadore. Non ha dato veruna ricompensa.

335 Egli suppone di non essere da me conosciuto. 336 Il Facciolato Capo d’anno. 337 Fu creato esaminatore prosinodale nel principio del 1798. 338 Mandato al P. Simon Pietro Clementi in Verla.

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L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1228. 1797

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state fedelmente celebrate trentacinque sante Messe ordinateci dal molto reverendo signor don Udalrico Quaresima curato di Romagnano339, cioè cinque per la defunta consorella Marta Fedrici: quindici per la defunta Domenica già moglie di Domenico Tonioli; ed altre quindici per il defunto Antonio Defant. Aggiungo, che dai medesimi religiosi fu celebrata la Messa prima in Romagnano ne’ giorni 23 di luglio, e 16 di agosto ad istanza, e secondo l’intenzione del magnifico signor sindaco della comunità di Romagnano340: e nel giorno 22 di ottobre a requisizione, e secondo la mente del reverendo signor Primessario di Romagnano341: oltre quella de’ 30 di luglio non applicata da chi la chiese. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 30 dicembre 1797.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1229. 1798 Al Padre Vito Antonio da Cles Guardiano di cavalese.

Rev. Padre. F. Grisostomo gli manda a conto questo Direttorio diocesano, riservandosi di

mandargli l’altro monastico quando sarà stampato. E bramando, che venga presto la limosina Wisera, con cui possa saldare i debiti contratti, lo riverisce. Trento 2 gennaio 1798. In questa sera fu seppellito il signor Conte Giuseppe di Lodrone.

1230. 1798

Al medesimo Vitantonio Guardiano di cavalese. R.P.P.C.

Colla licenza espressa del Padre Provinciale, per minorare l’incomodo al convento di S.P.R. mando costà Fra Mattia di Trento, perché faccia la questua del legname necessario a questo nostro convento. Prego dunque umilmente la P.S.R. che voglia usare la carità di prestargli quell’aiuto, di cui avrà bisogno in cosìfatta impresa, e specialmente,che diagli aiuto Fra Marco da Rango. Frat’Alessio da Castagnedo, che accompagnerà il detto F. Mattia, ritornerà qua presto342: e quindi la prego, se le sarà possibile, di dare poi un altro compagno a F. Mattia, quando sarà di ritorno. All’accennato f. Alessio potrà far consegnare qualche parte della limosina Wisera, che mi sarà comoda. Dissi parte, non tutta, perché non vorrei espormi ad una qualche disgrazia troppo grande. Ho già fatto celebrare un numero notabile delle Messe straordinarie Wisere, e delle trodenesi, e spero, che le seconde saranno terminate in non molti giorni. Mi raccomando di nuovo alla di lei carità: la ringrazio delle già fattemi: la riverisco divotamente, e resto. Trento 8 gennaio 1798.

Di S.P.R. Obbl.mo, div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

339 Questi ha lasciato Romagnano, ed è andato Vicario parrocchiale ad Isera nel principio del 1798. 340 Bertoldi. 341 Turri. 342 È partito da Trento nel dì 9. Il Terziario ritornò nel giorno 13 e F. Mattia nel giorno 24.

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1231. 1798 Il sig. Gio. Battista Gressler343 è pregato di dare troni sette alla signora344 esibitrice

della presente per la legatura degli Ordinari, o sia Direttori. Che della carità ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 9 gennaio 1798.

L.+S. D’ordine del P. Provinciale F. Gio.Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati.

1232. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi sacerdoti di questo convento sono state celebrate venticinque sante Messe secondo la pia intenzione dell’Ill.ma signora Catterina baronessa vedova de’ Gentilotti. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 10 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1233. 1798

Alla sig. Anna Teresa Auchenthalelra di Trento. Bolgiano. Lana in canonica. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Ieridì solamente ho ricevuto dallo stampatore li nostri Direttori. Oggi dunque ne spedisco una copia eziandio a Lei, e nello stesso tempo la ringrazio della sua carità di santi, o sia figurine, che s’è compiaciuta di mandarmi. Sonomi pervenuti dopo la metà dello scorso dicembre345, ed ho indugiato tanto il ringraziarla, perché sperava di poterla servire col Direttorio avanti la fine dell’anno. L’assicuro, che ho consegnato fedelmente la sua lettera nelle proprie mani del suo signor fratello Francesco, e che sono ritornato da lui due altre volte per avere la bramata risposta; ma non mi riuscì di conseguirla. Onde abbia pazienza anche per questo. Mi spiace, che ora soltanto Ella si penta di non avere secondato il mio consiglio di stare a Schenna: e le replico, che né pure qui a Trento potrebbe ritrovare quella pace, che desidera. Le auguro, che la trovi, e goda nel santo paradiso con Gesù, e Maria, e riverendola resto. Trento 10 gennaio 1798346.

Suo div.mo, obbl.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

1234. 1798

Il signor Gio. Battista Gressler è pregato di dare troni dodici al signor Gio. Battista Monauni stampatore vescovile. Che della carità ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 10 gennaio 1798.

L.+S. D’ordine del P. Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1235. 1798 Al Padre Accursio da Preghena Guardiano di Roveredo.

R.P.

343 Gressler detto Wolfango. 344 Vedova Muglera. 345 dati li 14 novembre. 346 Consegnato al sig. Giuseppe Auchentholler nello stesso giorno 10.

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Tengo preparato il plicco de’ Direttori per il convento, cui presiede la P.S.R., ed anche per le povere nostre sorelle soppresse: come pure per l’eccelso Governo d’Insprugg, che dovrà consegnarsi, ma una copia sola, a codesto lodevole officio Capitaniale circolare. Porterò il detto plicco all’osteria de’ Cappelletti situata nel Borgo di s. Croce347, sperando che verrà là presto quel roveretano carratore, cui nella scorsa settimana ho consegnato una copia del Direttorio diocesano da portare alla P.S.R. e che mi ha promesso di portare poi anche il detto plicco. Le raccomando di ricordarsi di dare l’accennata copia al prefato officio Capitaniale; e riverendola resto. Trento 10 gennaio 1898.

Di V.P.R. Div.mo, servo in Cristo F. Grisostomo.

1236. 1798

Ad un Amico. Carissimo Amico.

Eccovi quanto rapporto a santa Camilla ho ritrovato, e creduto bene di notare per compiacervi. Non ho tempo da scrivere di più. Bramo tuttavolta, che la medesima Santa sia mia avvocata presso sua Divina Maestà; e salutandovi mi dico. Trento, s. Bernardino li 10 gennaio 1798.

Santa Camilla vergine, discepola di san Germano vescovo d’Auxerre francese, fu nativa di Cività Vecchia Toscana348, e morì nell’anno di Gesù Cristo Signor nostro 437 in Francia349. Il di lei sacro corpo venne seppellito in un villaggio detto Escoulives, e poi bruciato dai calvinisti in un altro villaggio nominato Santa Pelagia. Nel primo fu eretta in di lei onore una chiesa, e venne illustrata dal Signor Iddio con molti miracoli. Lodesi questa Santa dal Breviario d’Auxerre ai tre di marzo, dai Padri Bollandisti sotto lo stesso giorno, e da parecchi scrittori della vita di san Germano. Il di lei nome sta eziandio nel Giornale Trentino dell’anno 1786 ai tre di marzo. Si fece discepola di s. Germano dopo che lo sentì predicare in Ravenna città dell’Italia.

1237. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al sig. Domenico Grandi troni 147, carentani 9, dico troni cento e quarantesetta, e carentani nove. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino li 12 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1238. 1798

Al Padre Vito Antonio da Cles Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.L.I.C.

Iersera è giunto qua Fra Gio. Maria Terziario suo, ed ha portato illesi li due pesanti involtini. Io dunque ringrazio vivamente la carità di V.P.R. e l’assicuro, che proccureremo di mostrarci grati anche al buon Wiser. In fatti a mio suggerimento il Padre Provinciale con un lungo, ed energico discorso ha raccomandato in pubblico a questa nostra famiglia la defunta consorte del lodato Wiser, lo stesso Wiser, e tutta la buona di lui famiglia, perché con particolari orazioni ottengano dal Signor Iddio, che al

347 L’ho portato nello stesso giorno decimo. 348 Cività Vecchia latinamente detta Centum Cellae. 349 Io la ho inserita nel mio Giornale trentino del 1786 ai tre di marzo.

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defunta venga presto ricevuta nel santo paradiso, qualora già non vi sia, e mantenga in prosperità li viventi. La prego, che con qualche opportunità voglia far noti al menzionato Wiser, nostro singolar benefattore, o predetti nostri sentimenti. Suppongo, che avrà ricevuto tre Direttori da F. Alessio. Ne riceverà dodici altri da F. Gio. Maria; dal quale riceverà pure un barisello di acquavite, avendo fatto quasi alla metà con questo convento nostro, giacché in quest’anno per mancanza di brascato se ne fece molto poca, e tutta tutta fu trattenuta per uso nostro. Rapporto alla Messa del santo Natale rispondo, che qui la cantò il Padre Provinciale coll’assistenza del solo Fra Lorenzo, per mancanza di coristi: e che il suo rubricista probabilmente sarà stato contrario al far servire da suddiacono un novizzo inordinato, perché presso il cerimoniale nostro pag. 91, nota a leggesi questo decreto: Deficiente subdiacono pro Missa solemni, data necessitate potest permitti per superiores, ut substituatur constitutus in Minoribus Ordinibus ad cantandam epistolam paratus absque manipulo. S.R.C. 5 iulii 1698. V’ha pure nel Direttorio veneto del 1793 questo decreto: Extra casum absolutae, et praecisae necessitatis, non potest a superiore permitti, ut clericus in Minoribus pro subdiacono suppleat in Missis solemnibus paratus sine manipulo. S.R.C. 18 dec. 1784. Il nostro P. Lucio Ferrari To. 6, verbo Acolythus n. n. 6 scrive: Acolythus , seu alius clericus, qui solemniter cantat epistolam cum tunicella, et reliquis sacris vestibus, sed absque manipulo, debet petere dispensationem irregularitatis ad cautelam: et simile est dicendum de clerico diacono qui cantat Evangelium sine stola. S.C. Concilii 23 april 1604. La ringrazio ancora, la riverisco, e resto. Trento 12 gennaio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1239. 1798

Io infrascritto attesto, che abbiamo celebrato dieci sante Messe in suffragio dell’anima del fu Giuseppe Baldessari, ordinateci dalla di lui cognata donna Marianna Clausera. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 15 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1240. 1798 Al padre Patrizio da Vigol-Baselga Guardiano di Campo.

R.P.P.C.S.L.G.C. Fo sapere alla P.S.R. che li bigoli per uso del di Lei convento sono preparati, e che

perciò potrà mandare a pigliarli. La prego poi, che con tale occasione voglia notificarmi il prezzo delle uova ultimamente mandateci, le quali furono 95. E supponendo, che a quest’ora avrà ricevuto li Direttori, avendoli raccomandati alla bottega Monauniana, dove suol far capo il corriero delle Giudicarie, le do notizia, che oggidì fu di nuovo assalito dal suo male il P. Arcangelo350, e che sta qui nell’infermeria per liberarsi dalla febbre il Padre Giangiuseppe di Canzolino Guardiano di Pergine, la riverisco, e resto. Trento 15 gennaio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

350 Arcangelo, il quale cadde anche li 19 febbraio.

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100

1241. 1798 Al P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano di Cles.

R.P.P.C.L.I.C. Alle nuove carità, e grazie singolari non posso corrispondere se non con

ringraziarla di tutto cuore, e confessarmele tenutissimo, siccome fo colla presente, avendo inteso, che ci ha mandato per mero effetto della sua carità serafica, un sacco di pagnotte, tre stari di formentone, e cinque di formento, cose tutte opportunissime, e necessarie a questo povero convento. La ringrazio un’altra volta, e mi esibisco a servirla dove mai potessi. Dal suo Terziario poi riceverà oltre li Direttori monastici pel suo convento, anche una dozzina d’Agnusdei chiarechi351, per un picciolo contrassegno della mia gratitudine. Sono due giorni, che il M.R.P. Arcangelo non celebra, essendo stato ritrovato prosteso in terra nella sua cella dell’infermeria, nella mattina di ieri; senza però aversi fatto alcun male. Rivenne presto, e si spera, che presto pure ripiglierà la celebrazione della santa Messa352. Per carità mi raccomandi al Signor Iddio, e si conservi lungamente. Trento 16 gennaio 1798.

Di S.P.R. cui aggiungo, che il P. Guardiano di Pergine sta qui nell’infermeria per liberarsi dalla febbre ecc.

Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo

1242. 1798 Alla sig. Anna Teresa Auchenthaller. Lana.

Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano. Supponendo, che V.R. viverà con del dispiacere per non vedere alcuna mia risposta

all’ultima sua dello scorso novembre, e che deve stare tanto tempo senza il bramato Direttorio, l’avviso, che le ho risposto, ed insieme spedito il Direttorio subito subito, che l’ho ricevuto dalla stamperia; ma consegnato avendolo alla bottega del signor Giuseppe Maria suo fratello, mi venne rimandato nel giorno addietro. Andai tosto a cercare il tramessiero di Merano; ma non lo ritrovai, perché andato a Merano. Quando sarà qui di ritorno glielo consegnerò, e raccomanderò353. Frattanto le fo sapere, che ho consegnata fedelmente la sua lettera al sig. Francesco Simone suo fratello, ed essendo andato più volte per ricevere qualche risposta, non potei ottenerla. Porti pazienza dunque, e proccuri di conservarsi. Trento, s. Bernardino 16 gennaio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1243. 1798 Al P. Guardiano di Arco.

R.P. Per non aggravare di troppo il postiglione rivano gli spedisco per ora questi tre soli

Direttori, e mi riservo di spedire gli altri tredici con più opportuna occasione. Lo riverisco, e sono. Trento 17 gennaio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

351 Confezionati dalle monache di s. Chiara, regalati.. 352 Celebrò nel giorno 17. 353 Gliel’ho consegnato li 22 gennaio 1798. Giunse col Direttorio all’Auchenthollera nel primo di marzo 1798.

Mi rispose da Leifers, dove ora sta, li 9 aprile: e ricevetti la di lei lettera li 4 giugno.

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Suppongo, che avrà già ricevuto il diocesano.

1244. 1798 Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare all’ovaruolo354 esibitore della presente

troni 49, dico quarantanove. Che della carità ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 17 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1245. 1798

Al padre Basilio Bertucci d’Albiano. Roveredo. R.P.S.L.G.C.

Rendo certa la P.S. ch’è giunto qua l’accennato gruppo di danaro355; ma non so come possa eseguire il di Lei comando, perché in Trento, per quanto mi vien detto, non vi fu mai, né vi è al giorno d’oggi alcuna Cassa di Religione. Certamente io non la ho mai sentita nominare in tanti anni, che giro per le strade, e case di questa città. Ella dunque riscrivami a chi debbo far consegnare il menzionato danaro spettante alla Cassa di Religione in Trento; ma sigilli meglio le sue lettere, perché la pervenutami s’aprì da se stessa356, suppongo per difetto dell’ostia357. Rapporto alla Reliquia della Santa Croce donatagli dagli eredi del fu arciprete di Volano Gasparo Fogolari, le rispondo, che volendosi far autenticare da questa Curia vescovile per regalarla a secolari, conviene pagare l’autentica in contanti, e subito: cosa che a noi non fa bene. La regali dunque a patto, che vadano a farsela autenticare. Sospiro requiem aeternam ai 105 morti miei paesani nello scorso anno micidiale 1797, e spiritum iudicii sanioris ai due ministri Mariani358. E riverendola resto. Trento 17 gennaio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1246. 1798

Li signori fratelli Pifferi359 sono pregati di dare al macello pubblico troni 150, dico troni cento e cinquanta. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 18 gennaio 1798360.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ riformati di s. Francesco.

Li signori ecc. al sig. Antonio Pedrotti troni 122, soldi 9361. Li signori ecc. al sig. Pietro Correr beccarotto troni 200362.

1247. 1798 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi sacerdoti di questo convento sono state

celebrate dodici sante Messe secondo la pia intenzione di donna Teresa Zattelli da

354 Ovaruolo lamonese feltrino. 355 Sta depositato appresso il sig. Gio. Battista Tommaselli a s. Pietro. 356 Pervenutami li 17 datata gli 11 gennaio. 357 *Farina usata come colla. 358 Lutz, e Fumanelli. Questo secondo non diventò. 359 Giambattista, e Lorenzo, abitanti nel Borgo nuovo. 360 Consegnato li 19. 361 Consegnati li 20 362 Consegnati li 20.

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Cognola. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 18 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1248. 1798

Al P. Patrizio Guardiano di Campo Lomasino. R.P.S.L.G.C.

Ringrazio la P.V. delle 240 uova, che ci ha mandato, e nello stesso tempo la prego di mandarmi poi anche il loro valore, come anche delle 95 spediteci nello scorso dicembre. Ho avvisato Fra Gervasio circa il fazzoletto di Fra Ruffino. Non saranno dati li bigoli già fatti al latore della presente figlio del beccaio tedesco, perché ha lasciato il suo sommaro alle Sarche, e ci ha detto, che verrà in breve a pigliarli l’accennato suo padre. Il Padre Guardiano di Pergine ormai tratta di ritornare al suo convento. Da lunedì in qua sta nell’infermeria F. Francesco Maria di Panchiato fiemasco per dolore di capo, e febbre. È pur fuori di comunità sino dal secondo giorno del corrente il P. Agostino. Il Padre Provinciale, che ha impegno di predicare domenica, non si sente affatto bene. Io sono molestato da un ostinato catarro. Preghi il Signor Iddio per me, e proccuri di conservarsi. Trento 18 gennaio 1798.

Di V.P. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

In Roma li 9 ottobre 1797 è morto il P. Bonaventura Staidel di Trento, soggetto già noto anche alla repubblica letteraria.

1249. 1798363

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi sacerdoti di questo convento sono state celebrate trenta sante Messe in suffragio dell’anima del fu nobile sig. Giacomo Battisti di Roveredo, ad istanza della molto rev. Madre Maria Carlina di lui sorella, e Religiosa Orsolina in Trento364. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 20 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo ecc.

1250. 1798 Al P. Vito Antonio di Cles Guardiano di Cavalese.

R.P.P.C.S.L.G.C. Colla presente l’avviso, ed accerto, che abbiamo terminata la celebrazione delle

cinquanta sante Messe ordinateci per il fu Antonio dal Piaz di Trodena. Qualora poi questo non bastasse mi avvisi, che le manderò un attestato in forma. Rapporto alla limosina mi contento, che venga colla prima occasione opportuna, e sicura. Domani partirà per Pergine con quel Guardiano guarito alquanto il Padre Provinciale. La ringrazio delle sue carità, mi riservo in caso di bisogno, il pregarla di nuove, e riverendola resto. Trento 23 gennaio 1798.

363 Fui an. 1802, die 6 augusti. 364 M. Maria Carlina Giuseppa del Sacro Cuor di Maria 1795, 1798.

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Di S.P.R., cui dico della malattia del chierico F. Francesco Maria da Panchiato, perché ha già scritto il P. Provinciale. Spero, che non sarà micidiale. Si ha posto a letto nel giorno quindicesimo365.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1251. 1798 Al Padre Patrizio Guardiano di Campo.

R.P. Abbiamo ricevuto le uova 247 accennate; e l’altra volta eziandio le due poine366. La

ringrazio di tutto. Non le ho fatto cenno delle dette poine l’altra volta, perché non seppi da chi fossero mandate, né a chi. Saranno consegnati fedelmente al beccaio i bigoli: cui do pure una dozzina di Agnusdei monacali diretti a S.P. per qualche contrassegno delle obbligazioni che le professo. Sono pochi, perché anch’io sono scarso. Per mancanza di tempo mi riservo il fare collazione del conto speditomi. Suppongo, che correrà bene. In frettissima la riverisco, aggiugnendole, che F. Gervasio è in Bus di Vella, ed il Padre Provinciale a Pergine. Trento 25 gennaio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1251. 1798 Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 110, dico cento e dieci al signor

Ferrari367 esibitore della presente. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino li 29 gennaio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Nota. Per un sacco di riso pesante libbre 307, a troni nove il peso. Fu preso innanzi li 20, ed il viglietto fu spedito nel primo giorno di febbraio.

1253. 1798

Al Padre Vitantonio Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Accetto volentieri la carità, che mi fa, del trentesimo ordinato da Giacomo Facchin del Forno, e l’assicuro, che sarà terminato avanti Pasqua, mentre ora non sono tanto carico di Messe, quanto ne’ mesi passati. Al chierico F. Francesco Maria, di cui le ho fatto cenno nell’altra mia de’ 23, continua la febbre, detta gastrica, dopo che nella sera de’ 27 gli uscirono dal naso più di cinque libbre di sangue. Egli è diligentemente assistito dal signor medico (Domenico Zucchelli) e dagl’infermieri; e si spera, che il Signor Iddio gli ristituirà col tempo la salute primiera. Lo raccomandino al medesimo Signor Iddio, e si conservino tutti. Trento 30 gennaio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1254. 1798

365 Nella sera de’ 27 sotto Compieta gli uscì dal anso moltissimo sangue; il quale si fermò tosto che fu invocato

il Beato Leonardo coll’applicazione d’una di lui Reliquia, datagli dal P. Vicario Gio. Evangelista. 366 Puina Veneto; Mascarpa Lombardia; Ricotta, Facciolato. 367 Giovanni Battista.

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Al Padre Pietro Paolo da Roncegno Vicario d’Arco. R.P.P.C.

Ringrazio la P.S.R. della sollecitudine, e fatica, che s’ha preso, di comunicarci quella ben concepita, e notabile lettera romana. Io penso di conservarla tra’ miei Zibaldoni ad perpetuam rei memoriam368: e ricordandole, che i gazzettieri stampano delle bugie con lic. de’Sup. e come ha risposto lepidamente al suo fratello il moderno Trentino, la riverisco, e resto369. Trento 30 gennaio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

Nota. Il P. Pietro Paolo avvisa, che la lettera non si accorda colle gazzette. Il gazzettiero Trentino Gio. Battista Monauni litigando un dì col suo fratello Antonio avanti ‘l cancelliere Gio. Battista Gentilotti approvatore delle gazzette, si sentì rimproverare che stampa delle bugie. Quindi subito gli rispose, che le stampa con licenza de’ Superiori.

1255. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.S.L.G.C.

Ho collazionato il suo conto col mio, ed ho ritrovato, come le scrissi, che già supponeva,il tutto uniforme. Quindi ho notato, ch’è saldato tutto. Nuovamente la ringrazio degl’incomodi non piccioli, che ha sofferto per noi, e nello stesso tempo la prego di continuare a favorirci col mandarci ancora delle uova finché l’avviserò di desistere, il che forse non succederà mai, essendo esse un alimento di cui qui c’è sempre bisogno, specialmente per l’infermeria. E riverendola resto. Trento 1 febbraio 1798.

Di S.P.R., cui aggiungo, che qui abbiamo da più di quindici giorni ammalato di febbre gastrica continua il diacono F. Francesco Maria da Panchiato, cui uscirono dal naso li 27 dello scorso circa cinque libbre di sangue. Lo raccomandino al Signor Iddio.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1256. 1798

Al Padre Basilio Bertucci d’Albiano. Roveredo. R.P.S.L.G.C.

Sono tre ordinari, che aspetto risposta da S.P. ad una mia data coi 17 dello scorso gennaio, rapporto alla Cassa di Religione, ed al danaro spettante alla medesima, che mi ha spedito. Non comparendo la detta risposta, le replico, che qui non c’è alcuna Cassa di Religione: e perciò conviene, che mi faccia sapere qual uso debba fare del predetto danaro, che da me non fu punto veduto, e sta in città depositato in buone mani, quantunque per isbaglio370. La prego di non differire più oltre il rispondermi; e riverendola mi dico. Trento 1 febbraio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1257. 1798.

368 In questo qui sotto n. 1258. 369 La ho sentita leggere in Trento li 10 gennaio. 370 Cioè presso il sig. Giambattista Tommaselli, da cui l’ho riscattato nel giorno 16 di febbraio per rimandarlo a

Roveredo.

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Al Padre Gioachino da Pressano Ministro Provinciale a Pergine. M.R.P. Benedicite.

Avendo insinuato al Padre Fortunato da Trento la ricerca fatta a S.P.M.R. dal rev. sig. cappellano di Civezzano (don Domenico Benigni) mi ha risposto, che lo compiacerà, e quando passerà di qua (per andare a Roveredo) il P. Amando (di Covelo) egli porterassi a Civezzano per istarvi sino al giorno delle Ceneri. Questo a me riuscirà d’un nuovo aggravio, perché siamo assai pochi, mandando anche il P. Mariano, F. Alessio, e Fra Francesco Maria infermo. Ma pure mi rimetto alle disposizioni divine. Il Padre Damasceno ha ricevuto la lettera di S.P.M.R. e sta per andare alla questua di Aldeno371, colla quale occasione s’informerà circa i pulpiti di Ravina, e Romagnano372. Sebbene egli andrebbe piuttosto a Meano, e il P. Davide a Ravina, e Romagnano. Il detto Fra Francesco Maria nella sera de’ 27 ci ha fatto temere molto di sua vita, perché gli uscirono dal naso più di cinque libbre di sangue. Ora giace colla febbre nominata gastrica, e con un straordinaria debolezza. Io spero, che guarirà, ma dopo molto tempo. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e mi professo. Trento 1 febbraio 1798.

Di S.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

Ho spedito a Campo la lettera.

1258. 1797 (sic): sopra n. 1254. Copia da Roma 30 ottobre 1797373. “Sempre maggiori e sempre nuove calamità s’aggravano sopra questo Governo. I

polacchi dopo l’occupazione di s. Leo, Montefeltro e sue adiacenze, sorpresero di nottetempo la città di Pesaro. Trenta ussari colla sciabla sguainata, e lo Stato maggiore entrarono nel palazzo di M.r Saluzzo presidente della legazione, e l’obbligarono a sottoscrivere un foglio, con cui attesta d’aver egli chiamato in soccorso le forze cisalpine per mantenere l’ordine nel popolo. La truppa papale fu in parte prigioniera, ed in parte lasciata in libertà. Saluzzo è trattenuto in Pesaro, e non si sa prigioniero o in ostaggio. Questa notizia è qui giunta per espresso spedito dal governatore di Fano. Due giorni dopo fu occupata anche Fano, ed in seguito Urbino e Fossombrone. Queste invasioni sono appoggiate ad un proclama del Generale polacco, che dice essere stato chiamato dal presidente per la tranquillità comune. Li francesi, che sono in Sinigaglia a solo titolo di sussistenza, hanno messo in rivolta la città. Vi si è innalzato l’albero , ed instituita la democrazia. Alla perdita delle provincie viene in appresso il più tristo avvenimento nella città capitale. Nella sera dello scorso mercoledì la rivoluzione ha dato i primi saggi. Uno sciame di così detti patriotti si era diviso fra la Porta Pinciana, e la Trinità de’ Monti. La truppa civica e di linea accorse a dissipare il tentativo, e vi è riuscita. Si contarono poche ferite ed alcuni arrestati. Nel giovedì susseguente i patriotti cangiarono luogo e direzione. Si sono ripartiti a Trastevere ed alla Lungara (ove risiede l’ambasciata di Francia), le due colonne dovendo riunirsi a Ponte Sisto per internatrsi insieme nel cuore di Roma. Quelli di Trastevere si avventarono a disarmare un quartiere poco distante da Ponte. I pochi soldati non potendo loro far fronte chiusero li restelli, e si ritirarono nella casa. Si incominciava da’ rivoltosi a dare la scallata. Giunse in quel

371 Mercoledì di Settuagesima. 372 Il dì 7 fu in convento il sindaco di Romagnano a chiedere un predicatore quaresimale al solito. Nel dì XI vi

fu il sindaco di Ravina parimente a chiedere un predicatore correndo la domenica di Sessagesima. 373 La scrittura della lettera non è del Tovazzi.

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punto un distaccamento di cavalleria; li soldati con questo soccorso sbaccarono dal quartiere e dissiparono gli aggressori. Fra questo tempo dalle fenestre dell’ambasciatore francese si gettavano delle coccarde e danari, e la divisione delli faziosi nella Lungara s’accostava verso il Ponte, e aveva alla testa il generale francese Dufont. Voleva con la sciabla alla mano farsi largo, fu più volte avvertito dal soldato di sentinella di desistere. La sua ferrea insistenza gli chiamò un’archibugiata nel petto, e restò estinto. Piovette ben tosto una scarica di fucilate. L’ambasciatore restò immune, e tutta la ciurma si è dispersa. Molti restarono feriti, ed alcuni morti, tre de’ quali nel palazzo dell’ambasciatore, ove si sono rifugiati. In questa unione trovasi tutti gli scellerati, che questo governo voleva almeno esiliati, e che il detto ambasciatore volle liberi in Roma. Il fatto materiale è questo precisamente. L’ambasciatore scrisse al secretario di Stato, che venga da lui avendo da comunicargli cosa d’importanza, non potendo uscire di casa per il tumulto della gente, e per essere violata la sua giurisdizione. Sua eminenza rispose, che appunto il tumulto, e l’infermità del Papa non le permettono d’uscire dal Vaticano, e che si sarebbe dato pressa di destinare persone idonee. L’ambasciatore replicò un altro viglietto significandole la sua risoluzione di tosto partire da Roma, e chiedendole il passaporto. Il cardinale con molto rammarico gliel’ha trasmesso. Si è adoperato l’ambasciatore di Spagna per disauaderlo dalla partenza. Gli si mandò 80 civici di guardia; fu tutto inutile, e la notte scorsa se n’è partito colalo sua famiglia lasciando ordine a tutti li francesi di partire entro due giorni da Roma. Questa notte si è levata l’arma dal palazzo; si sono spediti corrieri a Napoli, e Madrid e Vienna. Roma nella maggior angustia. I teatri sono chiusi. Non si veggono più coccarde. Il popolo sebbene malcontento della comune miseria (che è estrema) non è francese di genio, e la truppa ha lo stesso sentimento. L’ambasciatore contesta, che Defont si era posto alla testa de’patriotti per calmare gli spiriti, e che egli pure aveva il medesimo principio. Si querela dei patriotti, ch’ebbero l’ardire di spargere danaro e coccarde dal suo palazzo ecc. ecc.”

Ricevuta li 27 gennaio 1798. Luigi Bonaparte ambasciatore francese in Roma, e fratello di Napoleone Bonaparte.

Egli è giunto in Parigi li 18 gennaio 1798. Nella piazza vaticana di Roma per la pompa funebre del Generale Duphot li 23

febbraio 1798 fu eretta una piramide con 4 inscrizioni latine, delle quali la quarta si è questa:

Honori, et Mmoriae Duphot Civis Galli Tribuni Legionis

Vix ann. XXVII, mil.374 ann. XI Occubuit Romae

Perfidissimorum hominum proditione interceptus

Mem. Nival. VIII ineunte Anno V.

1259. 1798

374 cioè militavit io leggo.

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Io infrascritto attesto, che oggidì abbiamo celebrato tre sante Messe secondo la pia intenzione di donna Anna Maria Codice di Trento. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 6 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1260. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare all’ovarolo375 esibitore della presente troni 30, dico troni trenta. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 7 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1261. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Antonio Pedrotti troni 232, 10, dico troni dugento e trentadue, e soldi dieci376. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento gli 8 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1262. 1798

Al Padre Basilio d’Albiano. Roveredo. R.P.S.L.G.C.S.N.C.

Questa si è la terza volta, che gli scrivo perché si spieghi rapporto alla sua degli undici dello scorso gennaio, e mi notifichi come possa eseguire l’incombenza non indifferente, che mi ha ingiunto. Sono sicuro, che ha ricevuto le mie, anche la seconda, in cui lo pregai di non differire più oltre il rispondermi. Io non comprendo la cagione del suo silenzio. Sarebbevi qualche mistero? Ma conviene finirla presto, perché se mancassimo l’uno, o l’altro (il che non è impossibile) succederebbe un imbroglio non lieve. Orsù, mi favorisca col rispondermi, ed anche presto. Spero, che mi darà questo giusto contento, e riverendolo mi dico. Trento 9 febbraio 1798.

Di S.P.R. P.S. La prego di aggiungermi il nome, e cognome della sposa del mio nipote

Domenico377. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1263. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.S.L.G.C.

La ringrazio delle uova 430, che mi ha mandato, e l’avviso di sospendere per ora l’ulteriore provvisione, perché il bisogno è cessato, avendone preso anche dagli ovaroli feltrini. L’assicuro, che per parte del di lei convento farò passare al signor Tommaselli per l’indicato motivo li troni cinquantanove, e mezzo: ed anche li nove troni, che deve

375 Lamonese, zermano, o sia cugino dell’altro sopra mentovato. Ci ha dato uova 300 a troni 10 il 100. 376 Per un moggio di olio corcirano a soldi 25 la libbra. 377 Oggidì ho inteso, che la ha tolta in Volano nello scorso autunno. La ha tolta gli undici di nov. 1797.

Chiamasi Elisabetta f. q. di Pietro Raffaelli della Canova, nezza del fu prete Giacomo, cum dote f. 2.000 in fund.

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al sig. Paolo Pisoni378, siccome dicemi F. Gervasio, li farò capitare allo stesso Pisoni. Il detto F. Gervasio m’ingiunge di avvisarla, e risponderle, che riceverà la risposta bramata dal corriero giudicariese, stando già preparata in città. Domani sarà qui di ritorno da Pergine il P. Provinciale: ed il P. Regalato Guardiano di Metz Lombardo partirà di qui per Arco. Ieri è partito per Borgo Ausugano il P. Mariano, e per Cles il P. Vigilio. Il P. Amando sarà qui lunedì, ma non predicherà in s. Marco di Roveredo, perché niuno vuole spesarlo. Andrà, e starà in Civezzano sino alle Ceneri il P. Fortunato di Trento. Il chierico di Panchiato guarisce, e sta in piedi. Un’altra volta la ringrazio, e riverendola resto. Trento 9 febbraio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1264. 1798

Io infrascritto attesto, che oggidì da noi fu celebrata una santa Messa secondo la pia intenzione di messer Valentino Niccolodi379. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 10 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1265. 1798

Al sig. don Benedetto Tovazzi. Volano. Rev. sig. e Fratello Carissimo.

Ultimamente ho inteso dal Padre Vigilio, che il nipote Domenico,s’è accompagnato con una buona giovane del paese: e ieridì dalla vostra ne restai più distintamente ragguagliato. Godo sentendo, le buone qualità della giovane predetta, e le speranze, che avete, d’una prospera riuscita. Bramo, che si verifichino; al qual fine io non mancherò di pregar con calore il Signor Iddio: e frattanto salutandovi tutti tutti, nominatamente la detta nuova nezza380, e la sorella, mi professo. Trento, s. Bernardino 15 febbraio 1798.

Vostro affett.mo Fratello F. Gio. Grisostomo.

1266. 1798 Al sig. Bernardino de’ Manci segretario aulico381. Trento.

Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo. F. Giangrisostomo umilissimo servidore di V.S.Ill.ma, le fa sapere con tutto il

rispetto, ch’esso, e F. Abbondanzio, per certi impegni, ne’ quali sono, di stare in convento, non potranno venire nella domenica imminente (di Quinquagesima) a ricevere le di lei grazie382, lor generosamente offerte per mezzo del Padre Provinciale. E ringraziandola si riserva ecc., la riverisce ecc. Di s. Bernardino 16 febbraio 1798, di notte.

1267. 1798

Al Padre Basilio di Albiano. Roveredo.

378 Cioè per la condotta del sale. 379 Abita a s. Niccolò di Pedecastello. Per altro è lagaritano. 380 Elisabetta Raffaelli d’anni 24, figlia del fu Pietro dalla Canova, e nezza del fu prete Giacomo. Ritornò a

casua li 22 giugno 1799 cum marito. Fu sposata gli 11 nov. 1797 con fiorini 2000 in fondi. Ritornò ecc. 381 Figlio del segretario Filippo Manci, ancora vivente. 382 cioè a pranzo.

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R.P.S.L.G.C. Avrà inteso dal Padre Amando di Covalo, che in vigore della di Lei risposta io era

in procinto di calare in città per andar a ripigliare quel danaro, che mi ha mandato da consegnare alla Cassa di Religione. In fatti sonovi stato; ed ora sto in attenzione di una congiuntura opportuna, e sicura per poterglielo rimandare. Non so quando la troverò. Temo, che ciò non succedami avanti del sabato Sitientes, quando li Terziari andranno in Arco a pigliare le palme, Se V.P. manderà qualcheduno con un suo viglietto autentico, glielo consegnerò fedelmente, e volentieri. La ringrazio della notizia, che mi ha favorito rapporto al mio nipote Domenico, e riverendola mi professo. Trento 19 febbraio 1798.

Di V,P.R. Div.mo, obb.mo servo in Cristo. F. Grisostomo.

Qui stiamo aspettando con angoscie il P. Ciriaco, Oggidì 20 è andato a Metz Lombardo per predicare domani a Metz Tedesco il P. Damasceno.

1268. 1798

Al Padre Vito Antonio Guardiano di Cavalese. R.P. Guardiano S.L.G.C.

L’assicuro, che farò celebrare a tempo congruo anche le Messe 25 del Todesco di Montagna, che con sua mi ha favorito, quantunque ora non si scarso di Messe. Il chierico F. Francesco Maria di Panchiato presentemente sta bene tanto, che vorrebbe ritornare alla santa comunità; ma perché si ristabilisca meglio, si farà stare ancora parecchi giorni nell’infermeria. Ho portato i suoi complimenti al P. Arcangelo; ma debbo significarle con mio rincrescimento, che ieridì è nuovamente caduto, senza però farsi alcun male, caduto essendo nel mezzo della sua cella dell’infermeria, dopo d’avere celebrato la santa Messa. Rivenne presto; e spero, che domani ripiglierà la celebrazione della santa Messa. Oggidì con somma fretta il P. Damasceno è andato a Metz Lombardo per predicare domani, ed in seguito a Metz Todesco. Oggidì pure qui dopo il pranzo ha nevicato, ma la neve non ha toccato la terra. La riverisco divotamente, e resto, aggiugnendole, che abbiamo per nostro servo Antonio Bazzanella di Sovero ex Terziario383. Trenta 20 febbraio 1798.

Suo div.mo, obb.mo servo F. Grisostomo.

1269. 1798 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state fedelmente

celebrate 100, dico cento sante Messe in suffragio dell’anima del fu signor Francesco Nardelli cittadino di Trento384, ordinate dal signor Leonardo di lui figliuolo, ed erede385. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 21 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1270. 1798

383 Bazzanella indegno. 384 Botteghiero alla Portella. 385 L’altro figlio Francesco pazzo sta nella Rocca di Riva.

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Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 53, dico troni cinquantatre ai pescatori tedeschi esibitori del presente386. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 21 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco

Nota. Un botticello di pesce salato Libbre 6 nostre 98 ed oncie 6. Detratte libbre 6 viennesi di tara, o sia del legno. Le dette libbre 98 furono 59 viennesi387.

1271. 1798

Al sig. Mattia Conte di Terlago canonico di Trento, ed arciprete di Calavino. Ill.mo, e R.mo sig. sig. padrone colendissimo.

Domani mattina per servire V.S.Ill.ma, e R.ma verrà il Padre Davide. Suppongo, che già terrà in scriptis la necessaria licenza del R.mo Ordinario per la stabilita benedizione della Via Crucis388: ed in tutta fretta riverendola mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 22 febbraio 1798.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

NB. Così ho risposto per mezzo del messo appostato.

1272. 1798 Al P. Vito Antonio Guardiano di Cavalese.

R.P. Guardiano S.L.G.C. Ieridì ho portato all’osteria Cresseriana una mia lettera diretta a V.P.R., ma poi

avendo inteso, che non è venuto il corriere fiemasco, le replico, che farò celebrare le 25 Messe del Todesco di Montagna: e che il chierico di Panchiato sta bene tanto, che oggidì lavorò nella barbaria. Anche il P. Davide ha portato alla detta osterai una sua lettera per il Vicario Stanislao colle due regolette, e due Direttori; dal medesimo P. Stanislao richiesti. Nella lettera ha scritto, che io farò celebrare le 37 Messe ordinategli dal sig. curato di Moena. Onde la prego di significarglielo in caso, che la lettera menzionata non venisse avanti di questa. Oggidì da una lettera romana ho inteso, che ai dieci del corrente li francesi sono entrati nel castello di s. Angelo. Va tutto389. Il Signor Iddio ci abbia pietà, e misericordia. La riverisco, e resto. Trento 22 febbraio 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1273. 1798

Li signori fratelli Pifferi390 sono pregati di dare troni 16, dico troni sedici al sig. Antonio Pedrotti, che della carità il Sig. Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 22 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

386 A 12 la libbra viennese di 20 oncie. 387 Il botticello voto pesò libbre XI nostre. 388 Li 23 dopo il pranzo ha benedetta la Via Crucis in quella chiesa parrocchiale colla licenza di M. Vicario. Fu

dipinta dal prete Gio. Antonio Vanzo di Cavalese d’anni circa 36. 389 Nel giorno 15 hanno proclamato la repubblica romana, e piantato l’albero della libertà in Roma. 390 Giambattista, e Lorenzo mercanti di corame. Lorenzo nel 1802 ha sposato la vedova Clausia, ed è andato a

stare con essa nella Contrada Oriola.

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1274. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 171, dico troni cento e settantuno al signor Cristiano Rocchetti esibitore del presente. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 23 febbraio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo.

1275. 1798 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate 12,

dico dodici sante Messe secondo la pia intenzione di donna Marianna Zancanella da San Donato. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 23 febbraio 1798. L.+S. F. Gio. Grisostomo ut supra.

1276. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento nello scorso dicembre sono state celebrate 25, dico venticinque sante Messe secondo la pia intenzione di donna Marianna Zancanella da San Donato. In fede ecc. Dato ut supra.

1277. 1798

Al sig. Lodovico Ricci canonico curato di Chiari. Ill.mo, e R.mo sig. sig., e padrone colendissimo.

La lettera, con cui V.S.Ill.ma, e R.ma s’è degnata di onorarmi, data li 15 dello scorso gennaio, e pervenutami, non so come, per via dell’Anaunia, o sia Valle di Non, soltanto ai sedici del corrente, mi ha svegliato, ed incoraggiato a far parte del mio dovere. Confesso, che nel giorno 22 dello scaduto dicembre giunsemi senza veruna direzione la vita dell’insigne prevosto Pietro Foglia, egregiamente compilata, e distesa da V.S.Ill.ma, e R.ma. La scorsi, e lessi tutta senza il menomo indugio: restai pienamente contento di tal lettura, piacendomi per così dire ogni sillaba, e credetti mio preciso dovere di ringraziarla, ma che? attesi li sospetti, e le turbolenze strane, e dolorose del tempo corrente non osai di scriverle. Ora dunque le chiedo scusa della mia tardanza, e la ringrazio. Rapporto al negozio commessomi le fo sapere, che sono stato alla locanda dell’Europa, ma non ho ritrovato né il sig. Luchini, né quella gentilissima Locandiera, poiché, poiché già partiti di qui per la seconda volta con sommo rammarico del locandiere marito, il quale aspetta in breve di ritorno da Venezia li signori Tommaso Mussi, e Quintino Temperati, e mi ha promesso, ch’esporrà loro quanto V.S. Ill.ma, e R.ma mi ha scritto. Ho pure parlato colle signore sorelle Ronchere391, le quali mi hanno assicurato, che li detti signori Mussi, e Temperati già sonosi accordati. Mi lusingo di non aver potuto far di più per rendere ben servita V.S.Ill.ma, e R.ma; e bramando mezzi da poterle contestare il mio rispetto, e la mia gratitudine, le fo un riverentsisimo inchino, e mi do l’onore di professarmi. Trento, s. Bernardino 23 febbraio 1798.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

Extra. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo

391 Due figlie del fu sig. Gio. Battista Rungger [Roncher] badiano, maestro di cappella in Trento, dette perciò le

cappelle.

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Il signor Lodovico Ricci canonico curato della Collegiata di Chiari nella diocesi di Brescia392.

Brescia Chiari.

Nota. Lucchino di Bergamo capo di muli dell’armata tedesca, ha condotto via da Trento due volte la Zanolina moglie del sig. Paolo Poletti locandiere dell’Europa in Trento393. Quintino Temperati è nipote del canonico, si chiama così, ed anche Paolino de Luca, ed Apollonio Massimo per occultarsi essendo in disgrazia de’ bresciani cisalpini. Fu da me due volte a nome di suo zio nell’autunno scorso. Il Mussi è un altro capo di muli. Il canonico voleva, che il Lucchini riscuotesse dal Mussi due camisie e quattro crosoni, ed insieme con un altro crosone, ed un mezzo scudo di Francia dato da lui al Lucchini, mandasse tutto al nipote in Venezia all’Insegna del cardinale num. 6 in Marceria.

1278. 1798

A monsignor Vicario Generale di Trento. Veduto, e letto il caso di Lizzana, il quale parla, che quel sagrestano preparando il

trono per l’esposizione del Santissimo ruppe la piccola pietra394, che copre il sepolcro delle Reliquie nell’altar maggiore già consecrato tutto nell’anno 1768 da S.A.R.ma monsignor Cristoforo Sizzo, di felice memoria, rispondo, che a me piace la risoluzione del Padre Lucio Ferrari in Bibliotheca prompta verbo Altare num. 25, dove scrive: “Altare fixum execratur, quoties sepulchrum altaris, seu repositorium, ubi reconduntur Reliquiae, frangitur, removetur, vel minuitur, quamvis enim satndo in rigore iuris repositio Reliquiarum non sit de essentia consecrationis altaris ut fuit dictum num. 5 et per hoc non videatur deperdi consecratio per fractionem, remotionem, seu minutionem repositorii Reliquiarum; tamen quia stando in praxi fuit dictum num. 47 non esse recedendum a communi consuetudine Ecclesiae reponendi sacras Reliquias in cosnecratione altaris, ideo dicitur, quod per fractionem, remotionem, vel minutionem talis sepulchri, seu repositorii amittatur consecratio, quia ut dicit Layman Lib.5 tract. 5, cap. 6, n. 9, «cum Sepulchrum hoc censeatur praecipua pars altaris, merito ob eius fractionem, remotionem, vel minutionem, ipsum altare notabiliter confractum, vel imminutum aestimatur»: adeoque licet ipse num. 8 teneat non esse necessariam repositionem Reliquiarum in consecratione altaris, nichilominus putat servandam esse ecclesiarum consuetudinem communi doctorum sententia firmatam, ut altaria iterum consecrentur, et sic tenet Barbosa de Offic. et Potest. Episc. Alelgat 27, num. 25, Aylvester Azorius, et canonistae passim ecc.”.

Aggiungo, che credo bastare la pietra consecrata: e che questa possa mettersi nell’altare senza la malta benedetta dal vescovo ecc.

Così ho scritto in frettissima li 26 febbraio 1798,ad un memoriale del sig. Bartolommeo Malanotti parroco di Lizzana diretto li 22 a mons. Vicario395.

392 Questo canonico poeta bravissimo scrisse intorno alla storia letteraria del suo paese anche nell’anno 1758. 393 Nella gazzetta roveretana de’ 26 giugno 1798 v’ha un manifesto del Foro di Lavis contra il sig. Saverio

Luchini di Bergamo rapitore della moglie del sig. Paolo Poletti oste all’Europa in Trento, fatto ad istanza del Poletti. Contiene un sequestro.

394 Ho veduto detta piccola pietra, e la ho tolta nelle mani nel Castello di Trento. È quadra, di quattro dita in circa, e rubiconda. Servì di coperchio al sepolcro.

395 L’altare di Lizzana fu riconsacrato nel maggio del 1798 da monsig. Suffraganeo Emmanuele Conte di Thunn, coll’assistenza del cerimoniere don Giuseppe Ciurletti.

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Qui aggiungo per mia memoria, che il P. Natale Alessandro To. 1, Theol. Dog. et Moral. L. 2, artic. 1, cap. 7, § 10 scrive: “Altare consecrationem amittere potest, si moveatur, aut frangatur sigillum sepulchri, in quo reconditae sunt Sanctorum Reliquiae, ubicumque sigillum istud constitutum sit, vel in superiori parte in ipsa mensa lapidea altaris, sive ante altare, vel in latere dextero altaris, sive in ipso altari sub mensa. Haec traduntru Cap. Ad haec extra de consecr. Eccl. vel altaris, ubi Alexander III ita respondet: Si altare motum fuerit, aut lapis ille solummodo supra positus, qui sigillum continet, confractus, aut etiam diminutus, debet denuo consecrari.

1279. 1798

Al sig. don Paolo Ciola di Caldonazzo Vicario curaziale di Caldonazzo. Molto illustre, e Molto rev. sig. sig. padrone colendissimo396.

In questa sera tardissima, cioè dopo le sei e mezza ho ricevuto la lettera di C.S. Molto Illustre, e Molto rev. e domani mattina per appostato la spedirò al Padre Guardiano di Pergine, perché gli serva di regola, giacché il Religioso accordato ai magnifici rappresentanti di Caldonazzo, con nostro scapito ed incomodo, è partito ieri di qui, ed ora si ritrova in Pergine. Noi non eravamo punto consapevoli dell’accennatoci puntiglio, e credevamo di far bene condiscendendo alle istanze fatteci, anche dopo, che per nostro suggerimento i prelodati rappresentanti furono a pregare li Padri Cappuccini: massimamente avendoci stimolati con sua lettera il suddetto Padre Guardiano di Pergine. Suppongo, che il medesimo Padre ci rimanderà il nostro Religioso, il quale sarà da noi ricevuto molto volentieri, e resteremo col contento di avere mostrato il nostro rispetto, ed animo grato alla magnifica Comunità di Caldonazzo coll’averlo spedito almeno fino a Pergine. Bramo, che non nascano disgusti, e litigi nuovi, specialmente tra noi ecclesiastici; e riverendola divotamente resto. Trento, s. Bernardino li 2 marzo 1798.

Di V.S. m. illustre e m. rev. Um.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

Nota. La lettera del Ciola è del seguente tenore: Molto Rev. Padre padrone colendissimo ecc.

Intendo, che li magnifici rappresentanti abbiano ottenuto da questo convento un Religioso, che venga a Caldonazzo in qualità di Vicario curaziale. La rendo pertanto avvertito, ch’io son stato preventivamente a tal impiego costituito dai medesimi rappresentanti, e poi giorni sono pregato dal nostro R.mo sig. arciprete, il quale altresì ha pregato il signor Beneficiato (Vincenzo) Eccher (di Caldonazzo) ad essermi assistente. Egli è questo un puntiglio per farmi dispetto, e che la cosa sia così il sig. arciprete potrà attestarlo; mentre costoro presso di lui han narrato delle bugie per carpirgli l’assenso di andar a trovare un Religioso, il che lo mosse appunto a costituire noi succennati, e renderne con lettera essi loro avvisati; quale lettera però non han potuto vedere senonché oggi nel ritorno da Trento. Son stati pregati anche li padri di Pergine; ma questi come più vicini sendo informati meglio si sono pulitamente scusati. L’avviso li serva per regola. Ed in fretta raccomandandomi alle sue fervorose orazioni con piena stima, e rispetto mi rassegno ecc. Caldonazzo 2 marzo 1798.

Di V.P.Mo.R.da

396 Fatto custode del SS. in Calliano, o sia curato, nell’autunno del 1798.

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Div.mo ed obb.mo servitore Prete Paolo Ciola.

1280. 1798

Al P. Giangiuseppe di Canzolino Guardiano di Pergine. Rev. Padre padrone colendissimo.

Spedisco per appostato alla P.V.R. la lettera qui rinchiusa, perché le serva di regola rapporto al P. Gaudenzio, giacché questi ora trovasi costì. Il P. Provinciale, ed io abbiamo creduto di far bene privandoci di detto Religioso per servire la magnifica Comunità di caldonazzo, con nostro scapito, ed incomodo, attese le instanze di quei magnifici rappresentanti, e al raccomandazione di V.P.R. non sapendo il puntiglio accennato nella detta lettera, e supponendo, che il convento di Pergine si fosse scusato col motivo della mancanza di Religiosi. Riceveremo dunque volentieri di ritorno il detto Padre Gaudenzio, qualora non possa pacificamente occupare quel posto, per cui fu chiesto. Confido nella di Lei prudenza; e riverendola eziandio per parte del P. Provinciale, insieme col mentovato Padre Gaudenzio, mi dico397. Trento 8 marzo 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che rispondo al sig. don Ciola, dicendogli, che spedisco a Lei la di lui lettera.

Div.mo. obb.mo servo F. Grisostomo ecc.

1281. 1798

Alla sig. fraila Maria Maddalena Schreck398. Trento. Ill.ma sig. sig. e padrona colendissima.

F. Giangrisostomo umilissimo servidore di V.S.Ill.ma, le risponde, che la carne di Lodra, animale amfibio, peloso, quadrupedo, della grandezza d’un gatto, che sta ora in terra, e talvolta nell’acqua, dove non vive che di pesce, di cui ne mangia quantità, conforme scrive il Pivato nel suo Dizionario scientifico verbo Lodra, si mette fra i cibi quaresimali, o sia da magro, dai teologi Elbel, ed Holzmann399, allegati, e non rimproverati da monsignor Alfonso Ligorio napoletano Theol. Moral. Lib. 3, num. 1011. E senza più, non avendo tempo da consultarne altri, per essere una questione non trattata da tutti, le fa una divotissima riverenza ecc. Di s. Bernardino 2 marzo 1798.

1282. 1798

Al P. Mariano da Bordiana predicatore in Borgo Valsugana. R.P.S.L.G.C.S.N.

Appunto quando bramava di sapere cole la P.S.R. se la passava costì, mi giunse la sua gratissima, a soddisfare il mio desiderio. Godo, che il Signor Iddio la prosperi dentro, e fuori del convento, ed anche sul pulpito, e lo prego, perché così seco lei tratti anche nell’avvenire. Rapporto al cannonamento da lei udito le rispondo, che qui niuno ne ha parlato; dal che inferisco, che non sia stato udito, e che non siavi stato. Di nuovo abbiamo, che il P. Gaudenzio di Trento giovedì è andato a Pergine destinato Vicario

397 Il P. Gaudenzio pregato anche dal sig. arciprete,fa da vice curato, ed il Ciola da Primessario, li 12 marzo. Il

partito ciolano è assai minore del contrario. Ma il P. Gaudenzio ai 14 fu assalito dalla febbre, ed ai 16 fu ricondotto a questa nostra infermeria. Ai 20 fu comunicato per Viatico. Guarì però dopo molto tempo, e nel corrente maggio trovasi convalescente.

398 Filia quondam Iosephi. 399 Apollonio Holzmann francescano del 1762 canonista. Ho consultato più altri teologi, ma niun altro nomina

espressamente la Lodra.

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curaziale di Caldonazzo. Il P. Fortunato continua le sue andate a Civezzano per confessare ogni settimana, ma standovi più giorni. e nella prossima domenica (11 marzo) il signor don Domenico Malpaga primessario di Cognola piglierà il possesso della cura di Romagnano. Li seminaristi sono angustiati, perché il seminario di san Francesco Saverio va in rovina, essendo caduto un volto, ed è loro stato insinuato di evacuare il palazzo, in cui ora sono, stando per ritornare a Trento il di lui padrone.(Pio Conte di Wolchenstein). Il P. Damasceno predica in Metz Tedesco. Il P. Ciriaco a Pressano. Il P. Provinciale a Meano. Il P. Vicario Gio. Evangelista a Gardolo, ed il P. Davide a Romagnano, e Ravina. Domenica prossima predicherà in Villa Montagna il P. Agostino400: e qui saremo tre soli celebranti in chiesa. Mi spiace la malattia del P. Vicario Attanasio. La prego di fargli una visita in mio nome, e di salutare il mio fratello. Finisco insieme colla carta riverendola, e dicendomi. Trento 6 marzo 1798.

Suo obb.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

A Santa Maria Maggiore predica un P. di S. +401

1283. 1798 Al Padre Vito Antonio Guardiano di Cavalese.

R.P.P.C.S.L.G.C.S.N. Fo sapere alla P.S.R., che abbiamo terminata la celebrazione delle trenta Messe

ordinate da Giacomo Facchin del Forno. Mi riservo poi ad un altro Ordinario rapporto alle 25 del tedesco, ed alle 37 di Moena, interrotte dal suffragio del fu Padre Maurizio, sperando, che il P. Gregorio, il quale ora sta meglio, non disturberà li miei disegni: e l’assicuro, che il chierico F. Francesco Marai da Panchaito presentemente sta bene, e frequenta gli atti della comunità religiosa. Il P. Gaudenzio è andato a Caldonazzo a farvi da Vicario curaziale, ed il P. Fortunato deve andare ogni settimana a Civezzano per assistere a quel signor cappellano, perché il signor Conte canonico arciprete (Francesco Pompeati) fa il noviziato in città. Nella prossima domenica piglierà il possesso della cura di Romagnano il signor don Domenico Malpaga primessario di Cognola402. e noi qui nella nostra chiesa avremo tre sole Messe. Il signor Iddio ci conservi sani, perché possiamo essere almeno tanto. Mi raccomandi al medesimo, mentre io la riverisco. Trento 6 marzo 1798.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

1284. 1798 Al P. don Gio. Battista Ghezzi di Bergamo C.R.S. curato di s. Niccolò di Ferrara.

Molto rev. Padre, sig. e padrone colendissimo. I saluti replicati, che V.R. s’è compiaciuta di mandarmi403, riuscironmi molto grati e

perché provenienti dal di Lei buon cuore, e perché mi hanno accertato d’essere stata falsa la voce tempo fa intesa, che a motivo delle correnti turbolenze siassene ritornato alla sua patria in abito secolare. Mi resta però del timore, atteso che il Salmo non è ancora giunto al verso Gloria Patri. Io dunque le sospiro di tutto cuore la pazienza, la fortezza, e la protezione di Dio Signor nostro, cose che fanno di bisogno dappertutto,

400 Per il suffragio delle anime purganti. 401 Cioè un Cappuccino del convento di s. Croce. 402 Lo ha pigliato solennemente. 403 Per mezzo della sig. Rosa Ciani, e della sig. Maestra Vita.

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col solo divario dal più al meno. Qui ora è cessata la mortalità degli uomini, e delle bestie; e più non sentonsi rimbombare i cannoni, benché siavi molta soldatesca. C’è da vivere; ma ogni cosa deve pagarsi a molto acro prezzo. Fansi le funzioni sacre all’antica; ma c’è una grande scarsezza di sacri ministri. Per le vescovili si aspetta monsignor Suffraganeo Emmanuele Conte di Thunn vescovo di Jasso. S.A.R. Pietro Vigilio se la passa tuttavia in Castel Thunn. Non ardisco dire di più. Quindi le chiedo scusa della piccolezza del foglio, usata unicamente perché possa esser inserito in altro con minore aggravio: e tutto pieno di stima, rispetto, e gratitudine alla R.V. le fo un divotissimo inchino, e mi professo. Trento, s. Bernardino 8 marzo 1798.

Di V. R. ch’è riverita eziandio dal mio P. Provinciale Gioachino Besenella già Guardiano di questo convento a suo tempo.

Um.mo, div.mo, obbl.mo servo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati.

Fuori. Al Molto Rev. Padre, sig. e padrone Colendissimo Il Padre don Gio. Battista Ghezzi C.R.S. Parroco degnissimo in

Ferrara S. Niccolò404

1285. 1798

Al P. Filippo di Metz Tedesco Vicario di Metz Lombardo. R.P.P.C.S.L.G.C.

Inteso avendo da Fra Leonardo, che la P.S.R. secondo la mente del suo Padre Guardiano ci ha mandato per mero effetto della sua carità cinque stari di orzo, io la ringrazio di tutto cuore, e gliene sospiro una copiosa ricompensa dal Signor Iddio, mediante l’intercessione del nostro Serafico comun Patriarca. Io non posso mostrare altrimenti la mia gratitudine. Ma se mai potessi, me la insinui, che proccurerò di mostrarla co’ fatti. Le fo poi noto, che la versione ultima da Lei fattaci con tanto suo disagio, ci ha fruttato dodici fiorini405. Le spedisco qui compiegata una carta per il Martirologio, le orazioni richieste del B. Leonardo, ed altro: come pure una notizia risguardante i prodigiosi moti fatti nel 1796 dalle Sacra Immagini di Roma ecc., osservati, e rilevati colla maggiore attenzione, e colla più severa critica406. Che sieno stati un presagio di calamità, l’ho dedotto dall’esser elleno succedute. Io temo assai, che non sieno finite. Preghiamo il Signor Iddio, Padre nostro amorosissimo, e confidiamo, che le nostre preghiere non riusciranno affatto vane, ed infruttuose. Nuovamente la ringrazio, e riverendola mi dico. Trento 8 marzo 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obb.mo servo F. Grisostomo.

1286. 1798

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello, S.L.G.C.

404 Questi è morto idropico in Ferrara li 11 luglio 1798 avanti li 15 di detto mese. 405 Sopra num. 1203, 1205, 1214, 406 To. 2 Inscr. 1693.

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Quel buon parroco ausugano407, il quale ogniqualvolta deve trasportare un Santo di rito doppio minore, o per ragione del titolare, o dell’ottava, lo fa poi semidoppio nel giorno, in cui lo celebra, fondato su la rubrica del Breviario, che dice: nisi sit de maioribus, vel solemnioribus, fiat smiduplex: e resta ammirato come il calendarista diocesano si scosti da tale rubrica nel trasportare i Santi, vive in un grande inganno. Leggete tutta intera la rubrica citata, la quale sta sotto alla tavola dell’occorrenza, e vedrete subito, che parla chiaramente de’ soli Santi, che debbono separarsi dai loro compagni, verbi grazia s. Fabiano da s. Sebastiano, san Gervasio da san Protasio, s. Vincenzo da sant’Anastasio ecc. Leggete pure il Cavalieri To. 1, cap. 5 de separatione festorum. Suppongo, che questo vi basterà per disingannarlo: e finendo senza più per mancanza di tempo, vi abbraccio con fraterno affetto ecc. Trento 9 marzo 1798.

1287. 1798

Al P. Basilio di Albiano. Roveredo. R.P.S.L.G.C.

Consegno a F. Gio. Maria Terziario fiemasco il rotolo pesante, di cui le ho scritto con data de’ 19 febbraio. Spero, che le giugnerà illeso, e franco; ma ciò non ostante la prego per ogni buon fine di avvisarmi del recapito408. Sulla carta sotto la tela ho scritto, se ben mi ricordo: Restituzione secreta da farsi per mano del P. Basilio d’Albiano Rif. ecc. Il Padre professore Saverio da iersera in qua giace sul letto con dolori di ventre. Se domani mattina non istarà meglio, verrà portato a questa nostra infermeria409. Voglio sperare, che il Signor Iddio gli restituirà la primiera sua salute. Poverino, per la morte del P. Maurizio gli sono cresciute di molto le fatiche del confessionale, specialmente todesco. Le mando una cartuccia contenente delle orazioni nuove, e delle lezioni martirologiche, aggiugnendole, che l’officio del SS. Cuore di Gesù verrà stampato dal Monauni. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 13 marzo 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1288. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare altri troni 16, dico troni sedici al sig. Antonio Pedrotti esibitore del presente. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 14 marzo 1798.

F. Gio. Grisostomo ecc. ut supra.

1289. 1798 Al Padre Pietro Damiani di Borgo Guardiano di Arco.

R.P.P.C. Avvicinandosi la domenica delle Palme ardisco di pregare la P.S.R. che voglia

favorirmi con mandarmi quelle, che mi abbisognano per questo mio convento, raccomandandole ai Terziari degli altri conventi, che verranno costà, e ripasseranno di qui. Io avrò l’attenzione di pregarli perché le prendano. Confido nella già sperimentata di Lei bontà, e mi tengo sicuro. Per darle poi qualche contrassegno della mia

407 Tal parroco in vista di questa mia restò pienamente persuaso dl suo errore, e mi ringraziò. Così da lettera di Massimo 4 giugno 1798.

408 Mi ha scritto, che lo ha ricevuto. Appartiene ai beni delle ex Clarisse roveretane oltre l’Adige verso sera. 409 Fu portato in una portantina alle 9 3 marzo di mattina accompagnato da F. Abbondanzio e F. Placido.

Ritornò al seminario nel giorno quinto di aprile, Giovedì Santo dopo il pranzo: e così restò delusa la speranza di succedergli tosto nella cattedra dal sig. don Bartolommeo Gerloni di Trento.

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gratitudine, per mezzo degli stessi Terziari le spedirò qualche bagatella. Frattanto le reco avviso infausto, che stanno in questa infermeria il P. professore Saverio, il P. Gaudenzio, ed il P. Gregorio. Quest’ultimo è convalescente, ma non ancora celebrante. Il P. Saverio fu comunicato domenica per Viatico410: ma per la Dio grazia ora sta meglio. Il P. Gaudenzio condotto da Caldonazzo, dove fu vicario curato, fu comunicato per Viatico in questa mattina, e si trova in gran pericolo. Li raccomando alle di Lei orazioni, e riverendola mi dico. Trento 20 marzo 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1290. 1798

Al P. Vito Antonio Guardiano di Cavalese. R.P. Guardiano S.L.G.C.S.N.

Ringrazio sinceramente la P.S.R. della carità, che s’è compiaciuta di farci mandandoci quel sacco di formento411, il quale anziché riuscirci del tutto inutile, ci riesce assai opportuno, essendo scarsi di tal capo. Per altro io sono ancora di quel sentimento, che le ho scritto, di non pretendere ricompensa delle somministratole candele. Il Signor Iddio dunque gliene renderà il merito, ed io sarò ricordevole del beneficio in quegl’incontri, ne’ quali potrò mostrarmele grato. Frattanto l’assicuro, che ho terminato eziandio le 25 Messe di Montagna, e le 37 di Moena speditemi dal suo Padre Vicario Stanislao, cui non iscrivo per non moltiplicar lettere. L’assicuro in oltre, che ci è pervenuta la limosina delle mentovate 25 Messe di Montagna. Rapporto a questi due chierici ho il piacere, che pensiamo d’accordo Ella, ed io; mentre anche prima di ricevere l’ultima di Lei lettera ho insinuato al P. Provinciale di farli cantare qui la santa Messa senza l’intervento de’ loro parenti, e poi mandarli con comodo a visitarli. Non possono essere ordinati nella prossima Ordinazione, perché non hanno l’età canonica, e non v’ha sicurezza, che qui si trovi l’autorità di dispensarli. Per questo il P. Provinciale ha scritto altrove412, acciocché possasi avere per la Pentecoste. In questa infermeria stanno il P. professore Saverio, il P. Gaudenzio, ed il P. Gregorio. Quest’ultimo è convalescente, ma non ancora celebrante. Il P. Saverio domenica fu comunicato per Viatico, ma ora per la Dio grazia sta meglio. Il P. Gaudenzio condotto da Caldonazzo fu comunicato oggidì per Viatico, ed è in gran pericolo. Preghi Dio per loro, e per me, che riverendola resto. Trento 20 marzo 1798.

Suo obbl.mo servo F Grisostomo.

1291. 1798

Al P. Pietro Damiani da Borgo Guardiano. Arco. R.P.P.C.

Nuovamente la prego, come la ho pregata con un’altra mia de’ 20, rapporto alle Palme: aggiugnendole, che secondo il solito dobbiamo darne anche alle nostre povere sorelle413. Le aggiungo pure quella bagatella, che le ho promesso, e che riceverà da qualche Terziario. Il P. Saverio migliora notabilmente di salute. Il P. Gregorio in questa

410 li 18 marzo. 411 Cioè 6 stari. 412 altrove, cioè a Roma. 413 Cioè alle monache Clarisse ritirate in s. Giuseppe.

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mattina ha ripigliato la celebrazione della santa Messa. Il P. Gaudenzio poi peggiora. Preghi Dio Signor nostro per lui, e per me, che divotamente riverendola resto.

Trento 22 marzo 1798. Di V.P.R. cui spedisco queste due cartuccie per il coro ecc.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1292. 1798

Al P. Giangiuseppe da Canzolino Guardiano di Pergine. R.P. Guardiano S.L.G.C.

Mi confesso debitore alla P.S.R. e per la cerca del pane, che ci ha ceduto, fatta, e da farsi un’altra volta in Avis, e per l’orzo, che ci ha mandato, carità tutte e due per noi molto opportune, attesa la nostra povertà. Io dunque la ringrazio, gliene prego la meritata ricompensa dal Signor Iddio, e mi esibisco in tutto quello, che posso mostrarmele grato. Le mando poi qui due cartuccie per il Martirologio del coro, e per le nuove feste de’ Beati Giacomo Strepa, e Lorenzo Brindisino: e facendole sapere, che il P. Gregorio da Caldese trovasi a buon segno, tanto che oggidì per la prima volta è uscito di convento, ed è stato in città: come pure, che il P. Gaudenzio da Trento sta men male; la riverisco, e mi professo. Trento 28 marzo 1798.

Di S.P.R. cui aggiungo, che il formentaccio mandato da F. Vincenzio d’Asfruzzo è tutt’ora qui, e che F. Gervasio proccurerà, che vengano sborsati li 15 troni ecc. La prego d’insinuarglielo.

Dev.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1293. 1798

Al P. Massimo di Volano. Borgo nell’Ausugio. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Bramo di sapere, se abbia cangiato sentimento414 quel buon rubricista, di cui mi avete fatto cenno nell’ultima vostra, mercé la rispostina, che vi ho dato. Qualora poi non lo sapeste altronde vi fo noto, che ai 24 del corrente cessò di vivere in Trento l’ottima dama, e nostra singolare benefattrice Catterina baronessa vedova Gentilotti, Che nel giorno undecimo dello scaduto novembre il nostro nipote Domenico ha sposata Elisabetta Raffaeli della Canova, colla dote di fiorini 2000 in fondi. Che il P. Saverio, ed il P. Gregorio guariscono, ed il P. Gaudenzio sta men male. Ho terminato li due Direttori; ma restami ancora da rileggerli, e da copiarli, poiché Insprugg per nuovo decreto vuole due copie, per tenerne una esso. Questo mi riesce gravoso, avendo appena tempo da respirare. Spero però, che il Signor Iddio mi darà tempo, e vigore anche per questa fatica. Mi per la scarsezza di Religiosi: non computando i poveri vecchi, ed acciaccati. Vi mando le due cartuccie qui rinchiuse per il Martirologio, e per le due feste de’ Beati Strepa, e Brindisi. Suppongo, che il P. Vicario Attanasio sarà guarito. Riveritelo da parte mia: e pregate Iddio Signor nostro per me, che vi abbraccio con fraterno affetto ecc. Trento 28 marzo 1798.

1294. 1798

Al P. Anacleto da Casezzo. Arco. Le Grazie.

414 Lo ha cangiato.

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R.P.S.L.G.C.S.N. Questa mattina ho letto al Padre professore Saverio qui convalescente il di Lei

ragguaglio de’ fatti di Teofilo, e poi con consenso del medesimo Padre professore l’ho portato nel Castello a monsignor Vicario, da cui fu trattenuto. Egli per altro non sa da chi sia stato scritto, non essendosi curato di saperlo, quantunque io siami esibito di notificarglielo a tenore della seconda di Lei lettera. Il signor Provicario essendo presente, al solo vedere l’aggiunto viglietto sigillato, disse il contenuto. Prego Iddio Signor nostro, che benedica le attenzioni, e premure di V.P., e riservando il rispondere ai quesiti liturgici con un altro foglio, la riverisco, e resto. Trento 29 marzo 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo

NB. Teofe Maurina giaquin decianni inca non ica. P.S. Non Ho tempo di finire la risposta ai due quesiti. La manderò in un altro

Ordinario.

1295. 1798 Al P. Anacleto da Casezzo. Arco415.

R.P.S.L.G.C.S.N. Per rispondere ai due quesiti propostimi da V.P. come vorrei, mi manca il tempo,

essendo imminente la partenza del letterario. Dico dunque soltanto, che il glorioso Patriarca san Giuseppe, sposo di Maria Santissima Nostra Signora, fu notato Patronus principalis ditionis Austriacae, ac Dup. I classis cum Credo in Missa, dall’eccelso Governo d’Insprugg ne’ miei Direttori dell’anno 1783, li quali furonmi rimandati colla giunta, che così dee celebrarsi la di lui festa ex indulto Summorum Pontificum ad instantiam Leopoldi primi, Caroli Sexti etc. per totam Monarchiam austriacam: e che obsequendum hisce temporibus ubivis est. Che poi san Giuseppe sia stato eletto protettore dell’Austriaca Monarchia si dice anche nella vita dell’imperadrice Eleonora Neuburgense, mentre ivi sta scritto, che Leopoldo primo imperadore di Lei marito, nell’anno 1678 diede il nome di Giuseppe al suo primogenito, per la singolare divozione, che professava al Santo Patriarca di questo nome, da lui eletto per protettor de’ suoi regni. Il Padre Gio. Battista Halden d’Insprugg Gesuita nel suo Effemerologio ecclesiastico-rubricistico, stampato in Bressanone l’anno 1717, ai 19 marzo mette la festa di s. Giuseppe sine Credo, nisi ubi est patronus loci (uti aiunt esse Provincairum, seu ditionum austriacarum, saltem alicubi, aut aliquarum). In un Direttorio napolitano416 del 1726, ai 19 di marzo leggo: S. Ioseph Conf. Sponsi G.V.M. et patroni regnorum augustissimae Domus Austr, dupl. I classis cum Credo. Dicesi Patronus Ditionum Aust. dup. I cl. cum Credo, anche ne’ Direttori stampati per l’Austria e per l’Ungheria negli anni 1727, 1731, e 1733; per il Tirolo negli anni 1753, 1767, 1783, 1784, 1797; per il Feltrino austriaco nell’anno 1776; per il Milanese nel 1774, e 1775; per il Mantovano nel 1783; per il Cremonese nel 1784 e 1787, e per la Carniola nel 1783, tutti da me veduti giudicati bastevoli a giustificare li miei Direttori, ed a persuadere que’ RR. sacerdoti austriaci, che ricusano di dire il Credo nella Messa di san Giuseppe. Dai medesimi documenti,eccettuati li posteriori al 1767 potranno eziandio dedurre, che sono in inganno, credendo essere stata dimandata la festa di san Giuseppe dall’imperatore Giuseppe secondo, perché ne portava il di lui nome: aggiugnendo loro rapporto a questo, che fu stabilita Festum-Fori dalla Santa Sede Apostolica gli 8 maggio

415 Fatto Guardiano di Metz li 27 aprile 1798. Cessò nel 1800. 416 Francescano.

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1621, molti anni avanti, che nascessero l’avo, ed il padre di Giuseppe secondo: e che venne rispettata nella diminuzione delle sante feste fatta con decreto di Papa Clemente XIV nel 1771, avanti che Giuseppe secondo diventasse monarca de’ domini austriaci, essendo ciò accaduto nell’anno 1780, quando cessò di vivere l’imperadrice Maria Teresa di lui madre. Su di questo non dico altro per ora. Circa poi l’altro quesito, che riguarda l’invitatorio dell’officio de’ morti rispondo, che io pure sino da’ primi miei anni l’ho sempre sentito cantare anche negli offici ebdomadari per le anime del Purgatorio. Alla rubrica del Breviario romano posta dopo il mentovato invitatorio, che prescrive la di lui recita tantum in die commemorationis omnium fidelium defunctorum, et in die depositionis defuncti, aggiugne il Padre Gavanto417 Sect. 9, cap. 2, num. 3, il giorno 3, 7, 30 ed anniversario, et regulariter quando tres Nocturni dicuntur, le quali ultime parole sono anche nelle rubriche generali del Breviario tit. 18 de invitatorio num. 2. Finalmente il Padre Cavalieri To. 3, decr. 16, num. 5, avvisa, che crede potersi ciò estendere ad quodcumque officium solemne. Io dunque inclino a credere, che l’invitatorio predetto vada omesso puramente quando dicesi l’officio de’ morti per ragione dell’officio feriale. Mi rimetto però, e finisco in tutta fretta riverendola, e dicendomi. Trento, s. Bernardino 31 marzo 1798.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo di Volano.

P.S. Li Padri Bollandisti ove trattano di s. Giuseppe ai 19 di marzo, non fanno cenno del di lui Patrocinio per li domini austriaci, avendo pubblicato quel tomo nell’anno 1667, undici anni avanti che dall’imp. Leopoldo venisse eletto protettore.

Nota. Con questa mia favorisco circa tutti e due i quesiti il parroco di garduno, e condanno il di lui clero. Il parroco la ha gradita molto, e la ha letta al suo clero raunato.

1296. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 204,12, dico troni dugento e quattro, e soldi dodici, al signor Bartolommeo Sartori esibitore del presente418. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 6 aprile 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1297. 1798

Al Padre Gioachino Ministro Provinciale. Melombardo. Mo. Rev. Padre benedicite.

Avrà inteso da F. Gervasio, che venerdì F. Abbondanzio appena ritornato dalla predica del Duomo fu sorpreso dalla febbre, senza d’averne avuto alcun previo indizio. Ora dunque con mio sommo dispiacere le aggiungo, che tal febbre mostrasi ostinata ad onta di due salassi, e d’ogni altra diligenza medica. Perciò temiamo assai. Anche F. Michele venerdì mattina cominciò a star male tanto, che in questa sera tarda fu comunicato per Viatico419. Il P. Fortunato per il male delle sue gambe oggidì non ha

417 Dialogi duo de invitatorio,et Psalmo Venite exultemus, nec non primo Nocturno recitandis in officio mortuorum diebus tertio, septimo, tricesimo, anniversario. Veronae 1759, in 4°, pro L. 4 ex Catal. remondiniano 1785, pag. 153.

418 Per un moggio d’olio di Corfù a soldi 22 la libbra. 419 Nel giorno 11 gli fu dato l’Olio Santo con tutto il resto. Morì ai 13 di sera, e fu seppellito ai 14 di sera, ed

immurato ai 15.

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celebrato, e fu consigliato di non calare dal letto né pure per mangiare. Il P. Albano, e F. Placido sono malconci più del solito. F. Mattia strapazza la febbre. Il P. Agostino è ancora in Calavino. Il P. Ciriaco partirà forse domani420, dopo che avremo cantata la Messa tabarella, e che saremo stati in picciol numero alla sepoltura del sig. Giuseppe Werz del Cantone421. Spiacemi, che mi trovo costretto a recarle tante miserie. La prego, s’è possibile, rimandare presto F. Gervasio, ed insieme la sua benedizione paterna. Trento 10 aprile 1798, di notte.

Di S.P.M.R. Um.mo, div.mo, ubbid.mo servo e suddito F. Grisostomo.

1298. 1798

Al P. Anacleto Manincuore da Casezzo predicatore in Garduno. S. Felice. R.P.S.L.G.C.S.N.

Ho piacere,che siagli giunta la mia risposta ai suoi due quesiti liturgici: ma ne sentirei maggiore, se sapessi d’avere con essa fatto del bene, e d’avere ottenuto l’intento della medesima. Rapporto poi al caso inchiuso non posso dirgli altro, oltre ciò, che nell’altra mia gli ho scritto, se non che suppongo, che noi non sapremo mai altro introno ad esso. Dall’esibitore della presente intenderà, che il P. Provinciale trovasi a Metz Lombardo, dove ha spedito questa mattina il detto esibitore. Qui noi stiamo assai malamente. Oggidì abbiamo dato l’Estrema Unzione col resto a F. Michele Aliprandini di Praghena. Frat’Abbondanzio venerdì scorso di mattina fu sorpreso da una gran febbre, la quale dura ostinata tanto, che ci fa temere della di lui vita. Il P. Fortunato nella scorsa settimana fu condotto da Civezzano in una bena, ed ora sta nell’infermeria sul letto senza poter celebrare422. Il P. Gaudenzio pure nello scaduto marzo fu condotto in una bena da Caldonazzo, fu in pericolo di morte, e deve ancora guardare il letto. F. Placido, F. Mattia, e F. Lorenzo sono malconci. Li PP. Epifanio, ed Albano impotenti. Il P. Borgia acciaccato. Il P. Davide fatica come un somaro domi forisque, giorno, e notte, perché è solo il sano. Iddio me lo conservi tale, altrimenti ecc. Vorrebbero tormelo, ma io non posso acconsentire. In caso, che V.P. dovesse fermarsi costì, avverta di non ritornare423 poi al convento rovinato, come hanno fatti i detti Padri, e più altri. Preghi Dio per me, che salutandolo sono. Trento, s. Bernardino 11 aprile 1798.

Suo div.mo servo F. Grisostomo. NB. Il detto esibitore gardunese fu mandato dal parroco al P. Provinciale, perché il

P. Anacleto resti in Garduno qualche tempo ancora. Gli fu risposto con una negativa.

1299. 1798 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento nello scorso marzo sono

state celebrate sei sante Messe secondo la pia intenzione del signor Domenico Grandi di Trento. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 13 aprile 1798424.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

420 Partì li 12 di mattina. 421 Per accidente fummo 12 essendo venuti due perginaschi Eusebio, e Luca. 422 Cominciò a dir Messa li 15 aprile. 423 Ritornò a Campo li 19 aprile. 424 Consegnato li 19 aprile ad un di lui figliuolo. Ho parlato col padre li 29 maggio, il quale li 30 fu dai Pifferi.

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1300. 1798 Al Padre Guardiano di Cavalese. Campo. Melombardo. Arco. Cles. Pergine. Borgo.

Roveredo. R.P.S.L.G.C.

Sono di avviso alla P.V.R. che iersera alle otto, e mezza in questa infermeria, munito de’ Santi Sagramenti, e con tutta la placidezza finì di vivere il nostro Fratello Michele Aliprandini da Praghena, in età d’anni 83. Io dunque lo raccomando alla P.V.R. per li suffragi statutari, e supererogatori: ed aggiugnendole, che F. Abbondanzio sorpreso nella mattina del venerdì Santo da febbre mesenterica non è ancora fuori di pericolo: che il P. Fortunato è obbligato a letto per male di gamba425: che il P. Gaudenzo convalescente non è ancora celebrante: e ch’eziandio Fra Placido sta nell’infermeria; mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 14 aprile 1798426.

Di V.P.R. cui aggiungo pure, che il P. Epifanio è minacciato d’idropisia. Div. servo in Cristo F. Grisostomo.

1301. 1798

Al Padre Guardiano di Pergine. R.P.S.L.G.C.

Lo prego di guardare se siano state soddisfatte le quindici Messe per Catterina Anesi ordinate dal sig. don Domenico Giani primessario di Gardolo, e cedute al suo convento di Pergine da questo di Trento nell’anno 1787. Trovo, che una di esse fu soddisfatta coll’occasione, che furono soddisfatte quindici altre cedutegli nello stesso tempo, ed ordinate dal predetto rev. primessario. Basterà, che mi porti la risposta in persona quando verrà qua al congresso indetto. Lo riverisco, e sono. Trento 15 aprile 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1302. 1798 Io infrascritto attesto, e confesso, che oggidì abbiamo ricevuto un vitello di libbre

settanta, ed un capretto di libbre quattordici, ambidue mandatici per mero effetto della singolare sua carità cristiana dal signor Giuseppe Dorigati di Trento427. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 14 aprile 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1303. 1798

Al P. Guardiano di Campo. R.P.

Potendo dubitare del recapito d’un’altra mia speditale nella mattina dei quattordici, le replico, che qui nella sera dei tredici è morto Fra Michele Aliprandini da Praghena. Le aggiungo, che il Padre Albano ha ricevuto una di Lei lettera diretta al P. Provinciale quindici giorni dopo la data. Così pure la patente del Padre Vicario Illuminato.

425 Gli fu aperta dal chirurgo Agostino Benigni ai 15 aprile. 426 Risposero Cles, Arco, Metz, Cavalese, Campo, Pergine, Borgo, Roveredo. 427 Nel 1797 ha cominciato il mandarci un vitello per supplire al Castello. Vedi sotto num. 1559,

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Frat’Abbondanzio sta meglio, ed il P. Gaudenzio ha ripigliato la celebrazione della santa Messa. Insieme con questa spedisco la detta patente.

La riverisco, e sono. Trento 16 aprile 1798. Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

Avviso che non costumo di rileggere queste mie scritture per mancanza di tempo. Quindi saranvi degli sbagli ecc.

1304. 1798

Alla M. Anna Francesca Romana. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci aiutino.

F. Grisostomo in tutta fretta la rende avvisata, che giovedì (19) giorno terzo di preparazione al fare la stabilita supplica a sua Divina Maestà perché ascolti le preghiere del Beato Leonardo suo fedelissimo servo, ed a riguardo de’ di lui meriti, si degni di concederci quanto bramiamo, celebrerà, ed applicherà la sua Messa per lo stesso fine, e ad onore del lodato Beato. Egli spera in bene, e la esorta di così sperare anch’essa ecc., e la riverisce ecc. e benedice coi ss. Nomi di Gesù, e Maria. Amen. S. Bernardino 17 aprile 1798.

1305. 1798

Nota. La predetta Religiosa, mia cugina, mi ha risposto, e riscritto subito, che

coll’invocazione del Beato Leonardo hanno impetrata la guarigione da una infermità affatto disperata tanto che il signor curato di Torbole don Leonardo Steffanelli di Torbole428, quanto la di lui cognata, sorella della stessa Religiosa. Che per ottener ciò fu fatto voto di far fare una tavoletta votiva, e che già venne fatta, e vorrrebbesi appendersi a qualche altare del Beato. Così la detta Religiosa, la cui testimonianza da me qui riportasi a gloria d’Iddio Signor nostro, e del nostro nuovo Beato Leonardo. Avviso però, che senza speciale indulto delle Sede apostolica li Beati non possono esser fatti titolari di chiese, ed altari. Rapporto alle chiese videsis Cavalerium To, 1, decr. 30, n. 8.

1306.1798

Al P. Innocenzio d’Egna Guardiano de’ Cappuccini di Brunnegg. Admodum Rev. ac religiosissime in Christo Pater429.

Memor eximiae caritatis tuae, quae mense iulio mihi ultro exhibuisti sanctarum Missarum intentiones, quas tunc, utpote aliis ultra modum onustus, admittere mullatenus valui, ad te redeo, A.R.P. teque suppliciter oro, ut si adhuc potes, mihi committere velis Missas celebrandas, quibus subvenire queam cuidam nostro Guardiano, de me, ac meo conventu benemerito, qui nonnisi Missas, ut ita dicam parvas, hodiernisque necessitatibus prorsus impares habet. Laudatae tuae caritati, antecessori quoque meo praestitae innixus, spero, quod humiliter peto, impetrare: utque diu valeas iubeo. Tridenti, in conventu Sancti Bernardini die 24 aprilis 1798.

A.R.P.T. Devinctissimus in Christo servus F. Ioannes Chrysostomus de Avolano Ordinis Minorum Reformatorum Guardianus l. i. [=licet indignus].

428 D’anni circa 50. 429 Guardiano anche nel 1800.

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1307. 1798 Io infrascritto attesto, che abbiamo celebrato 100, dico cento sante Messe in

suffragio della fu ill.ma signora Catterina baronessa vedova Gentilotti, ordinateci dagl’ill.mi signori baroni Trentini ecc.430 In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 25 di aprile 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1308. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 14,13, dico troni quattordici, e soldi tredici al signor Tomasoni431 esibitore del presente432. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 26 aprile 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1309. 1798

A Pio Sesto Sommo Pontefice. Beatissimo Padre.

Fra Gioachino da Pressano Ministro Provinciale de’ Minori Riformati di Trento, prostrato ai piedi della S.V., dopo il bacio de’ medesimi espone riverentemente, che ha due Religiosi professi diaconi, nominati Fra Giuseppe Maria da Predazzo nato li 30 gennaio 1775, e Fra Francesco Maria da Panchiato, nato li 21 gennaio 1775, e bramando, che nelle prossime Tempore della Pentecoste possano esser ordinati sacerdoti, attesa la grande scarsezza di sacerdoti suoi, ed anche secolari, supplica umilissimamente la S.V. che per grazia speciale voglia degnarsi di dispensarli dai mesi che loro mancano per compimento dell’età canonica. Che della grazia ecc.

Così ho scritto stante pede in casa del sig. segretario Manci di Trento li 26 aprile 1798, d’ordine del P. Provinciale presente, il quale lo trascrisse, e lo diede al P. Fulgenzio Meichelbeck di Borgo ausugano ex Priore di questi Padri Agostiniani, affinché in una sua lo mandi a Siena, dove nel convento di que’ Padri Agostiniani si trova rifugiato il Papa, cacciato da Roma dal Massena Generale de’ francesi; colla giunta che tale dispensa si mandi gratis. Fu spedito li 28 sabato. Fu segnata la grazia li 19 maggio, e la ricevetti li 30 maggio di sera. Vedi sotto num. 1334433.

1310. 1798

Al P. Accursio di Praghena Guardiano di Roveredo. R.P.S.L.G.C.

Avendo giusto motivo di credere434, che siasi smarrita, e quindi non pervenuta alle sacre mani della P.S.R. un’altra mia data, e speditale nel giorno 14 dello spirante aprile, mi credo in debito di replicarle, che nella sera tarda del guiorno13 in questa nostra infermeria, munito de’ santi Sagramenti, è morto Fra Michele do Praghena. Perciò nuovamente lo raccomando alla P.S.R. per li suffragi statutari,e supererogatori: e

430 Trentini nipoti, ed eredi ex filia unica. 431 Giuseppe. 432 Per chiodi, una forca, una badile, ed alcune scodellette di maiolica per l’infermeria. 433 Una lettera data in Trento li 20 aprile 1798 giunse a Roma li 4 maggio: ed una data in Roma li 5 maggio

arrivò a Trento li 16 maggio. 434 Perché non ho ricevuto risposta.

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raccomadando anche me alle di Lei sante orazioni, la riverisco, e resto. Trento, s. Bernardino 27 aprile 1798435.

Di S.P.R. Div.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano ecc.

1311. 1798

Al sig. barone Sigismondo Trentini. Trento. Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.

Le nuove gravissime turbolenze della città mi trattengono, e mi consigliano di non calare in essa. Supplico dunque colla presente a quanto non posso fare in persona come avea stabilito, umiliando, e rassegnando a V.S.Ill.ma la mia inutile servitù, ed augurandole felicissima la imminente festa sua nomastica, nella quale, acciocché il mio augurio sia più efficace, applicherò per Lei la mia Messa. E pregandola, che voglia segnarsi di aggradire questo mio doverosissimo atto di rispetto, e di riconoscenza de’ continui, e grandi suoi benefici, a nome anche di tutto il povero convento, le fo un ossequiosissimo inchino, e mi pregio di potermi professar, e soscrivere. Di s. Bernardino 30 aprile 1798.

Di V.S.Ill.ma Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Fuori. All’Ill.mo, e generosissimo sig. sig. padrone graziosissimo Il sig. Barone Sigismondo Trentini di Wolgerfeld ecc.

Trento

Nota. Le turbolenze sonosi eccitate ieridì da un proclama pubblicato a suono di tamburo, coll’assistenza di soldati, d’ordine dell’eccelso Consiglio amministrativo imperiale regio di Trento, ad istanza de’ mercanti, contra il magistrato consolare di Trento, essendo citati tutti tutti (furono 170) li cittadini nel salone del Castello per il primo di maggio. Il barone si è il più interessato, per essere stato arciconsole ne’ due anni precedenti, ed essendo console in questo il di lui primogenito Barone Cristoforo. Nel detto primo giorno di mattina i cittadini furono nel mentovato salone, sotto la presidenza del consigliere Antonio Sardagna. Elessero due sindicatori de’ conti. Poi alcuni cittadini sono partiti per Vienna (Innsbruch), cioè il Baron Cristoforo Trentini, ed il Conte Pietro Consolato consoli, e per compagno il Conte Giuseppe Sizzo, ma come privato436.

1312. 1798

Al P. Massimo da Volano. Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo.

Dopo quindici mesi interi di viaggio iersera pervenne alle mie mani una vostra lettera colla data di Borgo 28 gennaio 1797, e col bollo rosso di fuora v. Rovereit437. La scorsi frettolosamente senza riflettere alla data, ed alla soprascritta, in cui sta espresso il titolo di Vicario: e pensando, che fosse stata scritta l’altro ieri, restai molto mortificato

435 Mi ha risposto li 30 aprile, che dimenticò di rispondere alla mia prima. 436 Li sindicatori sono Michele Gerloni, e Giuseppe dalle Armi. Li legati sono ritornati li 27 giugno. 437 Anche alla baronessa Aloisia Gaudenti, nata contessa di Spaur, è giunta in questi giorni una lettera di Strigno

data nel gennaio del 1797.

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dall’udire, che li francesi già sono al Carpené: che la costernazione del Borgo è incredibile: che li borghegiani d’ordine sovrano debbono levarsi in massa: che uno sterminato numero di carriaggi, e cannoni torna indietro ecc. le quali cose mi ferirono anche perché un poco avanti ho inteso da un signore438, che non siamo ancora sicuri: che ritorna indietro da Verona la biada per li cavalli: e che tutti gli ospitali militari saranno ritirati a Trento. Avendolo però riletta adagio, venni a scoprire il mio inganno, e ne ringraziai il Signor Iddio. Un altro poco dopo ricevetti l’altra vostra de’ 26 dello spirante aprile, la quale mi consolò col notificarmi l’ottimo stato di salute in cui vi trovate ad onta delle vostre continue fatiche: Altrettanto posso dirvi anche della mia. Rapporto alla premura del signor parroco di Pieve Tesina vi rispondo, che proccurerò di far inserire tra’ casi morali anche il di lui proposto439 di chi non recita le orazioni tassate a chi si serve della dispensa vescovile per mangiar carne. Godo, che il P. Vicario Attanasio siasi alquanto rimesso. Non vi ho mandato l’orazione del B. Leonardo, perché supponeva d’avervela mandata un’altra volta. Onde ve la mando in questa. Il P. regalato sarà segretario provinciale, ed il P. Anacleto Guardiano di Metz. Pregate il Signor Iddio per me, che vi abbraccio cordialmente. Trento 30 aprile 1798.

P.S. Monsignor Suffraganeo è ritornato molto contento de’ borghigiani. Appena, che mi ha veduto m’ha detto, che vi ha veduto ecc.

1313. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Antonio Pedrotti esibitore del presente troni 28,17½. dico troni ventotto, soldi diciassette, e mezzo. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 4 maggio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’Riformati di s. Francesco.

1314. 1798

Al Padre Gasparo da Campo Guardiano di Borgo. R.P.S.L.G.C.

In questo stesso giorno ho mandato al signor paccanaro l’involto de’ santini accennati nel viglietto qui rinchiuso, affinché venendo il tramessiero ausugano Isidoro glielo consegni da portare alla P.V.R. Così spero, che le giugnerà sicuro, e pesto. Spero pure, che i detti santini saranno ricevuti da Lei come corrispondenti alla mostra mandatami, e perciò di sua soddisfazione440. Ed esibendomele per ogn’altra sua occorrenza, la riverisco, e resto. Trento 4 maggio 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1315. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.P.C.S.L.G.C.

Ho procrastinato il rispondere alla sua gratissima de’ 30 d’aprile su la speranza di poterla ragguagliare, e servire colla risposta,che sperava di ricevere prontamente da Brunnegg. Questa non è ancora venuta. Laonde prevalendomi dell’opportunità di latore,

438 Giambattista Facchini. 439 se pecchi mortalmente. 440 Sono 1000 in 10 mazzi, per troni 10.Tutti di carta, e miniati, e piccioli. Furono di pieno aggradimento, e

vennero soddisfatti ai 10 di maggio, in cui gli ho scritto in risposta al P. Guardiano.

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la ringrazio sinceramente della forma di cacio, e della spressa, che per effetto della sua bontà, e carità s’è compiaciuta di mandarmi, e gliene sospiro dal Signor Iddio la ricompensa. L’avviso poi, che dal Padre del novizio Veronesi di Covalo furono deposti appresso i signori Pifferi per le spese della di lui vestizione troni 25, e che se così piacerà eziandio alla P.V.R. con questi 25 e coi 43 delle uova messi a confronto coi 9 dati al sig. Paolo Pisoni, e coi 59, 6,2 passati al signor Tommaselli per la condotta del sale, io mi chiamerò contento, e soddisfatto, e scriverò saldato. Li detti 25 troni furono deposti senza mia previa saputa, avendo ciò inteso dopo dal Padre Provinciale. Per mio regolamento la prego di qualche risposta intorno a questo. Circa poi il mandarle un predicatore per le feste pentecostali l’accerto, che farò il possibile. La ringrazio un’altra volta, e la riverisco. Trento 8 maggio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo. F. Grisostomo.

1316. 1798

Io infrascritto attesto, e faccio fede, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate 100, dico cento sante Messe in suffragio del fu Bartolommeo Tabarelli di Terlago, ordinate da Domenico di fui figliuolo. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 10 maggio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1317. 1798 Al Padre Giuseppe Antonio Guardiano di Cles.

R.P. Guardiano. Ho consegnato a F. Domenico i capi divozionali accennati nella qui rinchiusa lista,

descritta da quella stessa, che negli anni scaduti fu scritta dalla P.V.R. e quindi spero, che resterà contenta. Se poi li regaletti non fossero corrispondenti ai meriti de’ regalandi, la prego di scusarmi, anche col riflesso, che non vi sono più le fonti antiche, cioè le sorelle monache. La prego altresì della sua carità nel proccurarci la limosina del butiro: e nello stesso tempo di provvederci quindici, o sedici pesi di formaggio, ricordandole, che nell’anno scorso si è esibito il signor curato di Rabbi. Rapporto al prezzo mi rimetto alla sua discrezione, e perizia. Di ogni disturbo, ed incomodo sostenuto a favor nostro ne avrà il premio dal Signor Iddio: ed io le sarò sempre tenutissimo.La riverisco in fretta, e sono. Trento 11 maggio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1318. 1798 Al sig. don Leonardo Zanella arciprete di Terragnolo, e curato di Gardolo441.

R.mo sig. arciprete, e padrone colendissimo. Al primo cenno, che vennemi dato ieri da F. Leonardo in nome di V.S. R.ma, ho

destinato il P. Francesco Borgia, perché portisi a servirla con un discorso de SS. Sacramento nella domenica terza del corrente mese, quantunque in essa c’incomba di solennizzare la festa del nostro glorioso titolare san Bernardino. Egli è tanto il merito di V.S. R.ma, che senza veruna tergiversazione dee da noi essere ubbidita. Spero, che

441 Fu eletto in successore a Gardolo li 15 maggio 1798 il sig. don Domenico Filippi di Albiano.

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prima della sua partenza per le alpi terragnolitane avrò il vantaggio, e contento di poterla riverire, e ringraziare qui in convento: e frattanto col bacio delle sacre mani passo a protestarmi. Trento, s. Bernardino 12 maggio 1798.

Di V.S.R.ma Umil.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Fuori. Al R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. d. Leonardo Zanella eletto arciprete di Terragnolo, e curato attuale degnissimo di

Gardolo.

1319. 1798 Al P. Pietro Regalato da Carice segretario provinciale. Metz Lombardo.

R.P.P.C. Si ricorderà forse ancora la P.V.R., che quando mi disse, che presto sarebbe

ritornato qua come segretario provinciale, io le soggiunsi, che sarebbe poi andata nelle Giudicarie per le feste pentecostali. Appunto sono a pregarla di tale carità. Il M.R.P. Provinciale in partendo per l’Ausugio mi diede ordine di mandare colà un predicatore. Subito pensai a Lei, ed al Padre Vigilio. Questo secondo non può favorirmi, perché ha l’impegno di comporre i discorsi della Buona Morte da recitarsi in S. Maria Maggiore. Il Padre Davide non può più fare quel viaggio. Dunque non avendo altri prego Lei, e mi tengo sicuro della sua carità. Il P. Provinciale non sarà contrario: già gli ho parlato442. Le replico, che mi tengo sicuro; e riverendola resto. Trento 13 maggio 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo ecc.

1320. 1798 Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate

dodici sante Messe in suffragio della fu ill.ma signora Anna Teresa vedova Chiusole, ordinate dalle ill.me signore fraile Giovanna, e Veronica figliuole della medesima. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 15 maggio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1321. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Borgo. M.R.P. Benedicite.

Il Padre M.R. Arcangelo, che prova qualche difficoltà nella mano per iscrivere, mi ha commesso di notificare alla P.V.M.R. che Fra Tommaso da Cles, per essere settuagenario ha la libertà di restare in Roma443: e che per l’opposito debbono partire i Padri Carlo Felice da Baselga444, e Sebastiano445 da Revò, i quali bramano di sapere se

442 È venuto a Trento li 19 maggio colla risposta affermativa. 443 F. Tommaso pervenne a Trento li due di luglio 1798. 444 Cioè da Baselga di Bresimo, che ha circa 22 anni di professione. 445 Il P. Sebastiano è Flaim, più vecchio.

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venendo qua saranno ricevuti446. Dice, che ambedue sono un pò fiaccarelli, ambidue incapaci di predicare; ma però sono confessori, e per la bontà de’ costumi sono ottimi447. La prego dunque di risponderci rapporto a questo. Il Padre Damasceno è partito per Campo con F. Egidio ai dodici: nel qual giorno è venuto da Roveredo con F. Giuseppe il P. Michel Angelo. Domani partirà per Cavalese Fra Silverio. Il P. Fortunato ha celebrato la santa Messa quattro giorni a stento, ed oggi né pure ha potuto andare ad ascoltarla nella cappella448. Il P. Vigilio mi ha risposto, che non può andare in Giudicaria nelle feste della Pentecoste, perché ha da comporre li discorsi da recitare in s. Maria Maggiore. Quindi ho scritto al P. segretario, perché vadavi esso; altrimenti non so chi mandare. Voglio sperare, che mi farà questo favore. Sino a quest’ora non ho ricevuto alcun riscontro circa la dispensa per li nostri chierici: bensì ho inteso, che il Papa ha data un’ampla licenza di ordinare ecc. ai vescovi. Fra Silverio non è partito più presto, perché fu alla questua in Busdivella. Favoriscami di avvisare F. Abbondanzio, che a di lui riguardo il signor Conte Giuseppe di Thunn ci manderà un vitello449. La prego della sua paterna benedizione per un bisogno particolare, e resto. Trento 17 maggio 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

1322. 1798

Al sig. don Leone Delai da Bolgiano Canonico Regolare Lateranese. Curato di Lavis.

Molto illustre, e molto rev. sig. sig. e padrone colendissimo. Sento con piacere, che mentre molti scritti pessimi girano per il mondo, siavi chi

pensi di farne, e p8bblicarne di buoni: e mi congratulo con V.S. molto illustre, e molto rev. che il Signor Iddio l’abbia eletta per un così glorioso impegno. Voglia credere, che la tripartita di Lei opera intorno la Filosofia della Religione: il dogma cattolico, e l’etica cristiana, sarà bella, e buona, ed ai nostri tempi opportuna; ma la prego di compatirmi, e di non offendersi, se le rispondo, che io assolutissimamente non posso ubbidirla coll’assumere l’onorevole incarico di esaminarla, e fors’anche correggerla rapporto alla teologia morale, alla sintassi, ed all’ortografia450. Oltreché mi conosco inabile, mi trovo troppo scarso di tempo, atteso l’officio mio, la scarsezza de’ Religiosi, ed altri impegni già contratti, tra’ quali si è il compendio de’ documenti dell’archivio d’una valle, che per mancanza di tempo non ho ancora finito, quantunque l’abbia cominciato nell’anno 1795, e en abbia ricusato degli altri. L’avviso dunque, che non mi mandi il suo manoscritto; assicurandola, che ciò non ostante viverò sempre quel desso, che tutto pieno di rispetto, e stima mi protesto, e soscrivo. Trento s. Bernardino 18 maggio 1798.

Di V.S. molto illustre, e molto rev. Umil.mo, div.mo, osseq.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

446 Hanno dovuto lasciare Roma perché stranieri! Causa la libertà portata dai francesi! 447 Il P. Sebastiano è giunto a questo convento li 14 agosto 1798. Partì li 29 settembre 1800. Morì in Revò nel

1802. 448 Oggidì benché sia la festa dell’Ascensione di N.S. Gesù Cristo, e di s. Pasquale nostro. 449 Ma di sole libbre 50, il che non fu ammesso dal vitellaio, perché troppo immaturo. Venne dunque di libbre

70. 450 Ha replicato un’altra sua lettera, ed io gli ho replicato in voce per mezzo del latore, che non posso servirlo. Il

latore fu il sig. don Domenico Filippi suo premissario.

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1323. 1798 Al Padre Patrizio Guardiano di Campo.

R.P.S.L.G.C. Iersera finalmente ho ricevuto la desiderata risposta di Brunnegg, essendosi

smarrita l’altra speditami con la data de’ 30 aprile. Ora dunque sono in grado di poterla servire con 50, dico cinquanta sante Messe pro una, colla limosina di troni due l’una, che io le farò passare alla più lunga quando mi verranno da Brunnegg. Ella le applichi secondo la mia intenzione: e favorisca di significarmi la ricevuta di questa, e la sua accettazione. Sono poche, ma scriverò, perché continui a mandarmene. Con questa occasione le replico, che aspetto da ;ei risposta circa li troni 25 del Veronesi, ed il saldo del passato tra noi; e riverendola mi professo. Trento 21 maggio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1324. 1798

A F. Santo Fedrici da Sfruzzo451. Cles. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro.

Vi mando prontamente le due dozzine di rosari di cocco, che mi domandate, assicurandovi un’altra volta, che sono stato attento alla lista scritta nel 1792 dal vostro P. Guardiano, e la ho riguardata eziandio dopo la vostra dimanda, ed ho osservato, che non dice quattro, ma due dozzine di rosari di cocco. Vi aggiungo cinque altri capi per accrescere alquanto li regaletti. Non ho da potervi mandare di più. Già ho scritto al P. Guardiano, che ora ci mancano le monache, e quindi non possiamo dare quanto forse avranno dato altri negli anni passati. Rapporto alle cose numerali è facile l’andare d’accordo: ma circa il qualificare le altre come festive, o feriali, ed anche molto feriali, può facilmente occorrere della discrepanza: appunto come succede anche in altre qualifiche. Mi riesce affatto nuovo il vostro sospetto, che siavi qualcheduno capace di dirmi, che vogliate pigliare per voi stesso le richieste divozioni. Niuno me lo ha detto, e spero, che niuno me lo dirà, né lo penserà, siccome né pur io lo penso. Vi prego fattemi la carità per amore di Dio, e confidate, che dal medesimo sarete abbondevolmente ricompensato. Vi prego altresì rapporto al formaggio, e salutandovi resto. Trento 22 maggio 1798.

Vostro aff.mo F. Grisostomo ecc.

1325. 1798 A F. Santo da Sfruzzo. Cles.

S.L.G.C. Ho consegnato al Padre letterario un involtino per Voi, affinché domani lo porti, e

lo raccomandi al postiglione di Cles. In esso troverete le due dozzine richieste di rosari coccardi, ed anche cinque altri capi per li regaletti. Ho annessa una mia letterina al medesimo involtino; ma giudico bene replicarvi questa con altra forma e carattere per ogni evento452, che la prima dell’involtino si smarrisse, o si fermasse su la strada. Vi saluto di cuore, e mi dico. Trento 22 maggio 1798.

Vostro obbl.mo F. Grisostomo.

1326. 1798

451 Fu mio novizio. E però gli scrivo senza cerimonie. 452 scritto al di fuori colla mano manca.

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Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate cento sante Messe in suffragio della fu nobile signora Anna Marchetti, ordinate dal nobile, e spettabile signor Lorenzo Marchetti già marito della medesima. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 23 maggio 1798453.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1327. 1798 Al Governo cesareo-regio d’Innsbrugg.

Excellentissimi domini domini. Frater Ioachimus a Pressano Minister Provincialis Franciscanorum Provinciae

Sancti Vigilii reverenter exhibet EE. VV. Directorium istud divini officii pro anno 1799, in duplo, ac suppliciter petit eius approbationem etc. restitutionemque authographi primi, utpote pro typis ordinati, et dispositi etc. Datum Tridenti apud s. Bernardinum die 23 maii 1798.

Conmsegnato alla posta li 25 maggio. Venne li 10 giugno di notte di ritorno senza il Direttorio col rescritto tedesco: Da restituirsi al Provinciale de’ Francescani del Tirolo italiano P, Gioachino da Pressano ad oggetto che venga sottoscritto, e riprodotto il presente ricorso. Dall’imp. reg. Governo d’Innsprugg 28 maggio 1798. L. Baron de Cazan etc. Onde io gli ho aggiunto: Datum iterum Tridenti die 11 iunii 1798, Fr. Ioachimus a Pressano qui supra, e l’ho rispedito454.

1328. 1798

A Fra Santo da Sfurzzo. Cles. S.L.G.C.

Vi fo sapere, che ho ricevuto la prima vostra colla domanda delle due dozzine di rosari solamente nella sera tarda de’ 20 dopo cena. Onde non ho potuto rispondervi, e mandarvi alcuna cosa, cioè i detti rosari, nel sabato antecedente, che fu ai 10. La mentovata vostra lettera non ha data: ma io secondo il mio solito per buona fortuna ho subito notato al di fuori il tempo della ricevuta. Certamente non ho perduto tempo: ho mandato presto a prendere i rosari dal Soller in città; ed in questa mattina ho spedito l’involtino al postiglione. Desidero, che vi giunga presto, e che restiate contento. Mi lusingo di non aver mala intenzione; ma la difficoltà consiste nell’intendersi. Vi auguro un buon viaggio, e la buona fortuna; e vi saluto dicendomi. Trento 23 maggio 1798.

Vostro cordialissimo F. Grisostomo.

1329. 1798 Al P. Innocenzio da Egna Guardiano de’ Cappuccini di Brunegg.

Admodum Rev. ac religiosissime Pater. Accepi literas P.T.A.R.455 die 18 huiusce mensis datas, neutiquam vero alias diei 30

aprilis. Hae forsan ad me pervenient post menses quindecim, et ultra, quemadmodum aliae post similem temporis intercapedinem ex proximo Ausugio nuper ad me pervenerunt. Porro gratias tibi ago pro quinquaginta Missis celebrandis mihi adsignatis,

453 Consegnato alla figlia Felicita li 25 maggio. 454 In Insprugg fu notato coi numeri 9435 rossi

1585 neri. Ritornò il MS Direttorio li 3 luglio 1798 approvato ai 12 giugno, segnato 10389/1747. Ma il MS 2 non il primo.

455 Paternitatis Tuae Admodum Reverendae.

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et ut alias quoque adsignare non graveris rogo. Earumdem autem eleemosyna dari poterit domino Ioanni Antonio Puellio Bruneggiensi pro dominis fratribus Wertiis tridentinis, cum quibus heri quoad hoc loquutus sum. Ut te D.O.M. diu sospitem servet ad maiorem sui sanctissimi nominis gloriam, et mei auxilium cupio, exoroque. Dabam Tridenti apud sanctum Bernardinum die 24 maii anno 1798.

A.R.P.T. Inutilis servulus F. Io. Chrysostomus de Avolano.

1330. 1798

Al P. Giangiacomo de Gara da Tiarno Vicario. Roveredo. R.P. in Cristo padrone colendissimo.

Sono stato apposta dal signor Monauni a domandare le opere bramate del signor barone Giangiacomo Cresseri, e del notaio Ambrogio Franco; ma non ho ritrovato alcuna cosa. Il Cresseri ha stampato appresso il Monauni nel 1760, non già una storia del castello Verruca; ma bensì un Ragionamento intorno ad un’iscrizione trentina d’Augusto, la quale ritrovasi a s. Apollinare sotto il già Castello verruca. Egli tirò a sé tutte le copie di tal sua operetta, e quindi mon ne tiene alcuna il Monauni. Io non ho mai veduto a stampa opere del Franco, eccettuato solamente il Martirio del beato Simone Trentino, stampato in Trento dai fratelli Gelmini di Sabbio nell’anno 1586. Credo inutile il fare ricerche ulteriori: e col dispiacere di non poter appagare le brame del lodatomi signore, la riverisco, e resto. Trento 24 maggio 1798.

Di V.P.R Div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

P.S. Favorisca di dire al P. Carlo ed al P. Michele Angelo, che oggidì è morta in s. Giuseppe la Madre Domenica Signorina456 Clarissa.

1331. 1798

Al P. Gioachino Provinciale. Borgo. M.R.P. Benedicite.

Monsignor Vicario Generale iersera da me ricercato dopo d’avere ricevuta la sua, mi ha risposto, che il vescovo non ha l’autorità supposta. Io tempo, che siasi smarrita la supplica mandata a Siena, oppure la risposta sanese: appunto come da una lettera del P. Guardiano di Brunegg rilevo, che s’è smarrita un’altra di lui lettera scrittami nello scorso aprile. Perciò credo, che sarebbe bene il replicare la detta supplica finché venga almeno qualche risposta. Mi rimetto però; ed in somma fretta le aggiungo, che il P. segretario è andato a Campo: è morta la M. Signorina, ed oggidì s’ha ritirato fra di noi il sig. Bezzi parroco di Vigolo457. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 26 maggio 1798.

Di S.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

1332. 1798

Al sig. Luigi Marchesani stampatore imperial regio. Roveredo. Molto illustre sig. e padrone colendissimo.

Ierlaltro solamente ho potuto spedire per Innsprugg il MS del mio Direttorio, avendo dovuto in quest’anno spedirvene due copie, perché una vuolsi trattenere là, oltre

456 *Signorini. 457 Don Giuseppe, che avanti fu tra’ PP. Somaschi per circa un mese.

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una copia stampata. In esso ho posta la festa della Corona di Gesù Cristo Signor nostro nel venerdì, che cade ai quindici di febbraio: e la festa del SS. Cuore di Gesù nella domenica terza dopo la Pentecoste, che sarà li due di giugno: la qual festa, ora resa comune a tutto il Tirolo, verrà sempre celebrata nella detta domenica terza. Confesso, che in questo stesso punto di tempo ho ricevuto la sua stimatissima de’ 19, e riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 27 maggio 1798.

Di V.S. molto illustre Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1333. 1798

Al Padre Vito Antonio di Cles Guardiano di cavalese. R.P.P.C.

Avviso, ed avverto la P.S.R. che abbiamo terminata la celebrazione delle 22 Messe ordinate da Michele di Francesco per il Legato del feudo di Pradazzo. Colla qual occasione la prego di proccurarci la limosina eziandio delle 50 di Giovanni dal Piaz di Trodena, e delle 30 di Giacomo Facchin del Forno, già tutte celebrate. La prego altresì di compatire l’incomodo, che le reco, e di non istraccarsi nel favorirmi, assicurandola, che gliene implorerò la divina ricompensa.

Su la speranza, che venga la richiesta dispensa per questi due nostri Diaconi, gli ho fatti fare gli esercizi spirituali,ed anche sostenere l’esame; ma temo assai, che non venga. Il corrispondente di Roma (P. Giangiuseppe da Bergamo penitenziere lateranese) ha scritto, che dovendo partire di là, perché straniero, non ha potuto eseguire la datagli commissione. Ho scritto al Padre Provinciale, affinché replichi la supplica, e proccuri d’avere almeno qualche risposta da Siena. In caso contrario bisognerà dire, che così piace al Signor Iddio, e quietarsi. Mi raccomandi al medesimo, e si conservi. Trento 28 maggio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1334. 1798

Al Padre Gioachino Provinciale. Pergine. M.R.P. Benedicite.

Oggidì alle cinque in punto di sera dai padri Antonio Trucker, e Francesco dall’Orsola Agostiniani di s. Marco ho ricevuto la tanto bramata dispensa dall’età canonica per li nostri due chierici, acciocché possano essere promossi al presbiterato. Già sono stati esaminati e per parte della Religione, e per parte del vescovo. Domani andrò a ringraziare il P. Priore di san Marco (Niccola Chiocchetto fiemasco) ed a presentare a monsignor Vicario Generale la detta dispensa colla patente dimissoriale di V.P.M.R. Scriverò, e ne darò parte di tal grazia eziandio al P. Guardiano di Cavalese. Ora resta, che V.P.M.R. mi faccia sapere la sua volontà rapporto al cantare, o dire la prima santa Messa: se i neomisti abbiano da cantarla qui, oppure in Fieme458. In attenzione de’ suoi venerabili ordini le bacio genuflesso la sacra destra, per parte anche de’ chierici, e mi professo. Trento 30 maggio 1798.

Di V.P.M.R.

458 Io scrivo Fieme conun solo m, come hanno scritto altri, perché nome simile ad insieme, semare, emendare,

emergente, emotico,. Accordo però, che possa scriversi anche Fiemme.

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P.S. Li chierici unanimemente bramano di celebrar qui la loro prima Messa senza intervento de’ loro parenti, e poi colla licenza di V.P.M.R. di cui la pregano, andar alla patria ecc.

Um.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

Copia del Rescritto459. Ex audientia Sanctissimi Senis die 19 maii 1798. Sanctissimus benigne annuit pro gratia petitae dispensationis ad hoc ut oratores non

obstante defectu canonicae aetatis ad sacrum presbyteratus Ordinem promoveri possint ac valeant temporibus a iure statutis. Contrariis quibuscumque non obstantibus.

A.M. Archiepiscopus Iconii nuncius apostolicus460. L.+S. Pro Priore di s. Agostino.

1335. 1798 Al P. Vitantonio Guardiano di Cavalese.

R.P. In questa mattina ho dato alla posta fiemasca un’altra mia, colla quale insinuai alla

P.V.R. il mio timore, che non fosse per venire la richiesta dispensa apostolica dall’età canonica in pro di questi nostri due Diaconi. Ora ho il contento di notificarle, che alle cinque di questa sera in punto per mezzo di questi Padri marciani mi è giunta, e che perciò nel prossimo sabato saranno ordinati sacerdoti. Domani mattina per tempo manderò un appostato a Pergine per ricevere gli ordini del P. Provinciale rapporto al tempo, e luogo del cantare la prima Messa. I chierici bramano di cantarla qui subito, e poi venire a visitare i parenti. Io starò a’ detti ordini provincialeschi, de’ quali renderò consapevole anche la V.P.R. più presto, che potrò. Frattanto prego di fare avvisati li parenti de’ chierici; e riverendola resto. Trento 30 maggio 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1336. 1798, 31 maggio

Al Padre Innocenzio d’Egna Guardiano de’ Cappuccini di Brunegg. Admodum Rev. ac religiosissime in Christo Pater.

Recto tramite ad me hodie pervenerunt literae P.T.A.R. quibus alias numero itidem quinquaginta Missas celebrandas pro tua charitate commisisti: earumque, ac priorum eleemosynam per dominos Puellium, ac Wertios huc venturam spopondisti. Gratias igitur debitas ago tibi: fidelitatem in iisdem Missis celebrandis pronmitto; et ut diuturna sospitate potiaris Divinam Maietatem suppliciter oro. Dabam Tridenti ex sancti Bernardini coenobio pridie Kalendas iunias A.D. 1798.

P.T.A.R. Devotissimus servus F. Ioannes Chrysostomus.

459 Questo Rescritto fatto sul memoriale fu trattenuto dalla cancelleria vescovile di Trento. 460 Antonio Maria Odescalchi nato in Roma 15 marzo 1763, fatto arcievscovo d’Iconio il primo di giugno 1795

e nunzio apostolico in Fiorenza. Il memoriale fu presentato dal Priore degli Agostiniani di Siena, stando il Papa in quel convento. Vedi sopra n. 1309.

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1337. 1798 A monsignor Simon Albano Zambaiti canonico e Vicario Generale. Trento.

Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo. Avendo letto il memoriale, con cui i rappresentanti della comunità di Fornas461

domandano, che la festa di san Luigi Gonzaga coll’officio, e Messa sia trasferita dall’anniversario suo giorno 21 di giugno alla pria domenica di settembre, per poter prepararvisi più comodamente alla medesima col fare le di lui domeniche, ed acquistare le sante Indulgenze concedute dalla Santità di Papa Benedetto XIII, e dovendo su di ciò esporre il mio debole sentimento per ubbidire a V.S. Ill.ma, e R.ma, dico primieramente, che siccome riferisce Ferdinando Tetamo palermitano ex Gesuita nel suo Diario liturgico ai 21 di giugno462, Benedictus XIV decreto suo Cum ex decretis edito 12 april 1742, extante Instit. Soc. To. 1 in Compend. Privil. V. Indulg. § 7 edit. Pragen. 1757 concessit, ut ubique festum sancti Aloysii, cum Indulgentia, officio, et Missa dicendis a quolibet sacerdote, celebrari possit die alia designanda ab Ordinario, quandocumque peragi commode non possit die 21 iunii, qua laudatus Sanctus migravit ad Dominum463. Circa poi la scelta della prima domenica di settembre, computata secondo il calendario comune, dico, che non sembrami degna di approvazione, perché tal domenica presso di noi è mai sempre impedita o dalla festa de’ Santi Angeli Custodi doppia di seconda classe, o dalla ottava de’ medesimi,alla quale ottava, secondo le rubriche del Breviario romano tit. 10 de Translatione fest. num. 2 dee cadere qualunque festa, che non sia doppia di prima, seconda classe. Aggiungo, ch’eziandio la domenica seconda di settembre va sempre impedita dalla festa del Santissimo Nome di Maria Vergine nostra Signora. Questo si è quel tanto, che rapporto al menzionato memoriale ho l’onore di significare a V.S. Ill.ma, e R.ma: e baciandole riverentemente le sacre mani mi dichiaro. Di s. Bernardino 1 giugno 1798.

Di V.S.Ill.ma, R.ma Umil.mo, obbl.mo, osseq.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano.

1338. 1798

Al P. Vitantonio Guardiano di Cavalese464. R.P.

Avuta dal P. Provinciale la risposta fo sapere alla P.V.R., che i neomisti verranno a celebrare costì la loro prima Messa. Partiranno di qui giovedì dopo il pranzo: andranno a Mezzo, e sabato, se il tempo lo permetterà, saranno in Cavalese. La prego d’avvisare i loro parenti: e riverendola in somma fretta resto. Trento, 1 giugno 1798., alle 4,2 di sera. Spedita subito subito per la posta.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1339. 1798

Al P. Bonaventura da Caldese. Arco. Le Grazie.

461 Il memoriale ha Fornas. 462 Confer To. 2, Epist. 233 ad annum 1781. 463 Integrum decretum Cum ex decretis legi hac die ultima iunii 1804 ad finem libelli cui tit. Considerazioni, e

pratiche divote per celebrare con frutto le sei domeniche in onore di s. Luigi Gonzaga ecc. In Venezia 1758 nella stamperia Remondini in 12°. Sottoscritti sono al decreto L. Card. Pius Praef. A.M. Erba Proton. apostolico secretarius.

464 Questa giunse a Cavalese li 3 giugno; e poco dopo vi giunsero anche li 1333 e 1335.

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R.P.S.L.G.C. Mi confesso debitore di risposta alla sua de’ 14 maggio, quantunque mi ricordi

d’avere risposto un’altra volta su lo stesso quesito propostomi dal P. Crescenzio465. Risponderò quando il Signore Iddio mi darà un momento di tempo. Già le prime future Rogazioni sono lontane. Frattanto la prego d’insinuare al P. Vicario Pietro Paolo di Roncegno, che ho inteso dal signor Provicario essere morto in Bressanone di colpo apoplettico ai 17 di maggio il di lui signor zio don Gio. Antonio Cibbini di Telve, qualora non lo sapesse altronde. Le aggiungo, che oggidì al SS. Crocifisso del Duomo da monsignor Suffraganeo sono stati ordinati sacerdoti questi due nostri chierici F. Giuseppe Maria da Pradazzo, e F. Francesco Maria da Panchiato, li quali andranno a celebrare le loro primizie in Cavalese. Il P. Fortunato è ancora qui obbligato a letto, senza poter celebrare la santa Messa per il suo male di gamba. Mi raccomandi al Signor Iddio, ed a Maria Santissima per carità, poiché riverendola sono. Trento 2 giugno 1798.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1340. 1798 Al P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano. Cles.

R.P.P.C. La carità rabbiense di butiro non è soltanto competente, ma molto copiosa, e

superiore all’aspettazione466. Per essa ho ringraziato Iddio Signor nostro clementissimo, ed ora ringrazio anche V.P.R. e li buoni Religiosi, che la hanno procurata. Mi spiace, che le divozioni da me mandate non abbiano appagato le loro premure: ma se toccherà a me il mandarne in avvenire, raddoppierò le mie attenzioni per renderli contenti. Al Bortolo (Bonetto cercatore rabbiano) ho dato altri tredici rosari di cocco. La ringrazio anche per la provisione del formaggio, e la prego di mandarmelo col suo minore incomodo467. Procurerò, che venga soddisfatto senza verun ritardo. Ieridì sono stati ordinati sacerdoti questi due nostri chierici, li quali andranno a celebrare le loro primizie in Cavalese. La ringrazio ancora, la riverisco, e resto. Trento 3 giugno 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1341. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Antonio Pedrotti esibitore del presente troni 212, dico troni dugento, e dodici468: che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 3 giugno 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1342. 1798

Io infrascritto colla presente, che servirà di valida ubbidienza, mercé l’autorità conferitami con lettera dal Molto Rev. Padre Ministro Provinciale, concedo ai venerandi Padri Giuseppe Maria da Pradazzo, e Francesco Maria di Panchiato, sacerdoti novelli,

465 To. 2, epist. 478 de’ 4 maggio 1787. 466 Netto pesi 27 e mezzo: cioè libbre 691. 467 Pesi 16,7,6 a troni 20 il peso: e soldi 16 la libbra importa troni 326 rotondi. Venne li 13 giugno. 324 dati li

23 giugno. Sopra epist. n. 1093. 468 Per un moggio d’olio di Corfù. Consegnato li 4 al putto giuniore Benedetto Lenzi da Strigno.

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che possano andare in Fieme a celebrare le loro primizie sacerdotali nella chiesa nostra di san Vigilio in Cavalese: accordando loro per tal viaggio lo spazio di giorni dodici, oltre quello della partenza da questo convento. Li raccomando alla carità de’ Padri Superiori, e de’ signori benefattori, a’ quali si accosteranno: affinché poi vadano, e ritornino con pace, salute, allegrezza,ed esenti da qualunque sinistro incontro, con paterno affetto li benedico in nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen. Dato nel convento nostro di san Bernardino appresso Trento li 7 giugno 1798.

L.+S. maioris F. Gio. Grisostomo da Volano

Guardiano de’ Francescani Riformati469.

1343. 1798 Al P. Giangiacomo da Tiarno Vicario di Roveredo.

R.P.P.C. In questa sera sul punto dell’Avemmaria ho ricevuto ambedue le lettere di V.P.R., e

subito subito ho ingiunto al capo-infermiere il preparare la richiesta libbra di china, ed il darla all’uomo detto il travisano roveretano, perché domani gliela porti470. L’ora notturna del giorno d’oggi, e la festa di domani del Corpus Domini, mi obbligano di aspettare sino a posdomani l’andar a pigliare in città dall’Auchenthaller le ordinate corone. Allora dunque le preparerò; e se non mi riuscirà di trovare presto un’occasione opportuna per ispedirgliele, me la indirizzi Ella. Mi spiace il male de’ Padri Guardiano Accursio, ed Amando; ma spero, che il Signor Iddio ridonerà loro la salute primiera, bramando, che la ristituisca loro presto. Anch’io tengo qui colla terzana il servo giuniore (Antonio Bazzanella). Favorisca dire al P. Basilio d’Albiano, che il P. Davide oggidì è andato a Civezzano, donde ritornerà domani a sera. Mi raccomando, la riverisco, e sono. Trento 6 giugno 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1344. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate trentaquattro sante Messe in suffragio della fu signora Teresa vedova Forlina, ordinate dal signor Giovanni Cloch genero della medesima. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento gli 8 giugno 1798471.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1345. 1798

Al Padre Giangiacomo da Tiarno Vicario in Roveredo. R.P.P.C.

Supponendo, che dal noto trevisano avrà ricevuto un’altra mia colla china, che gli ha dato il capo-infermiere (F. Abbondanzio) l’avverto, che la detta china fu soltanto otto oncie, perché qui non ne avevamo di più, e dobbiamo anche noi andare a pigliarne in città, non potendosene avere da Venezia da più anni. Oggidì secondo la mia promessa

469 Sono partiti li 7 dopo il pranzo. E sono ritornati li 22 giugno, avendo loro prorogato il tempo. Infra num.

1350. Furono approvati per confessori nel primo giorno di settembre 1800, già predicatori. E fatti lettori nel 1804. 470 Ne diede sole otto oncie, perché non ne ebbe di più. 471 Consegnato gli 8 giugno al sig. Giovanni Cloch.

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ho mandato a prendere le richieste corone, e le ho fatte impaccare. Costano troni 27 e carentani 8, cioè quelle di Buffalo troni 21472, e quelle di naranzo troni 6, e car. 8. Manderò il viglietto del mercante (Francesco Simone Auchentholler) che porta il nome del convento di s. Rocco, quando saregli stato aggiunto il saldato. Le spedirò, come già scrissi, colla prima occasione opportuna, e sicura: e frattanto riverendola insieme col suo Padre Guardiano, mi dico, e resto. Trento 8 giugno 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

P.S. Oggi 9 giugno ho spedito l’involto delle corone per mezzo di Domenico Santoliana detto delle Mole, che portava un altro involtino.

1346. 1798

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R.P.

Appunto stando in procinto di pregarla, che volesse di nuovo favorirmi con delle uova, ho il contento di vedere prevenuta la mia domanda colle 188 che mi ha mandato oggidì. La ringrazio, e la prego di continuare: come pure di accennarmi poi con comodo il loro prezzo473. Spero, che potrò servirla con delle altre Messe. Frattanto gliene spedisco tredici colla limosina passata a noi di troni 25 e mezzo. Presentemente non posso darle candele, perché i morti non sono tanti come nell’anno scorso. Finisco per mancanza di tempo, volendo partir subito il latore474. La riverisco, e resto. Trento 9 giugno 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

P.S. Le uova sono 188 solamente, non già 200. Le ho fatte contare due volte da fra Feliciano. Ratifico il saldo, che le ho esibito nell’altra mia.

1347.1798

Al P. Guardiano Giuseffantonio di Cles. Cles. R.P.P.C.S.L.G.C.

Intendo esser venuto il formaggio speditoci dalla bontà di V.P.R. Ho già fatto preparare il pagamento del medesimo; ma non l’ho fatto dare ad alcuno, perché non si è presentato veruno per pigliarlo. Il cercante Bortolo di Rabbi mi ha detto, che verrà a prenderlo in persona il formaggiaro475. Io non lo conosco: e quindi non vorrei, che per lui venisse qualchedun altro sotto il nome del medesimo. Sarebbe dunque bene, che seco portasse un viglietto di V.P.R. Mi raccomando, la ringrazio, e la riverisco. Trento 13 giugno 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1348. 1798

Al P. Bonaventura da Caldese. Arco. Le Grazie R.P.

472 Le buffaline a car. 42, e le naran. a car. 8 la dozzina. 473 Mi ha risposto, che le farà dire, e che le uova in Campo furono 200. 474 Figlio del beccaio. 475 Magnoni.

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Allorché nel Direttorio nostro monastico dell’anno 1776, ai 24 di aprile posi quella nota, che coll’autorità del Gavanto, del Cavalieri, e dei Direttori bolognesi, e veronesi permetteva la recitazione delle Litanie marciane, e rogazionali subito dopo il Mattutino, e le Laudi nella sera precedenti ai gironi di s. Marco, e delle Rogazioni, non feci verun conto delle ragioni portate in contrario dal Guyeto, dal Merato,dall’Halden, dal Ferrari, e dal Ligorio, perché mi parvero bisognose di prova, e la principale tratta dai decreti, che vietavano il dire l’officio de’ morti nella sera del giorno precedente alla loro commemorazione generale fissata nel principio del novembre, più non vale, dopo che la S.C. de’ Riti ai 4 di settembre del 1745 in Ratisponen. ha permesso, che possa dirsi nella sera precedente. Non cangiai sentimento alla vista dell’allegato decreto segnato li 28 marzo 1775 in una Urbis, seu Ordinis Minorum Observantium s. Francisci, e stampato nel Direttorio nostro aracelitano del 1777, e quindi conformemente alla detta mia nota risposi anche al P. Crescenzio di Borgo nell’anno 1787476, incoraggiato a ciò eziandio dal P. Benvenuto di Milano, che nel suo cerimoniale della Provincia nostra milanese stampato nel 1744, pag. 301, num. 1043, avvisa, che l’opinione degli autori contrari al Merato sul detto punto delle Litanie non è improbabile. Confesso però, che io essendomi più volte accaduto di dire il Mattutino, e le Laudi nella sera per il giorno seguente, in convento, e fuori, ho mai sempre lasciato le Litanie alla seguente mattina, e penso di così fare anche nell’avvenire, sul riflesso, che la rubrica è in questione, e li Direttori nostri di Roma, di Venezia, della Marca ecc. da me veduti, hanno ammesso, e adottato il predetto decreto477. Così pure le rubriche del nostro Breviario nuovo sotto il numero 237 colla giunta, che sieno dette ante recitationem Primae. Per altro il decreto allegato si è una risposta della S.C. de’ Riti al sestodecimo de’ dicidotto dubbi proposti alla medesima dal Padre Vicario del coro aracelitano in questo modo: “An ex sensu rubricae positae in Breviario in festo s. Marci, et in feria secunda post dom. V, Paschae recte inferatur, quod Litaniae Sanctorum de praecepto recitandae in eodem festo s. Marci, et in triduo Rogationum anticipari possint, atque recitari post Matutinum, et Laudes die antecedenti ab iis, qui processioni sequentis diei non interveniunt?” S.R.C. rescribendum censuit ad 16 Negative. Suppongo, che questo possa bastare alla P.V.R. per qualche risposta alla sua: e riverendola resto. Trento 13 giugno 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1349. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Roveredo. S. Rocco. M.R.P. Benedicite.

Oggidì è partito da questa infermeria per Cles il P. Fortunato col Terziario, che ci ha condotto il formaggio. Ieridì da questo signor presidente Baroni Cavalcabò478 mi fu intimato in scriptis di non ricever, ed alloggiare qualsisia forestiere Religioso, sacerdote, o anche secolare, se prima un tale non avrà riportato il permesso in iscritto da questo I.R. Presidio, in cui sarà espresso il tempo della permessa dimora479. Li dieci di sera ho ricevuto da Innsprugg di ritorno il memorialetto, che ho unito al Direttorio, indirizzato a S.P.M.R. con rescritto tedesco, il quale tradotto nell’italiano (dal sig.

476 To. 2, Epist. 478. 477 Il Direttorio de’ PP. Agostiniani di Venezia per l’anno 1805 ai 25 di aprile nota, ed avvisa, che Litaniae

maiores cum precibus possunt dici vespere, si tunc recitatur Matutinum cum Laudibus. 478 Filippo. 479 Lo stessissimo fu scritto anche ai PP. Carmeliti; ed ai PP. Agostiniani. L’equivalente fu comandato agli osti

in istampa sotto pene pecuniarie.

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segretario Pietro Ducati) dice così: Da restituirsi al Provinciale de’ Francescani del Tirolo italiano P. Gioachino da Pressano ad oggetto, che venga sottoscritto, e riprodotto il presente ricorso. Dall’imp. reg. Governo d’Innsprugg 28 maggio 1798. L. Baron de Cazan ecc. Il memoriale fatto su la formola di tutti gli anni precedenti comincia Frater Ioachimus a Pressano, e finisce con Datum Tridenti etc. Onde io gli ho aggiunto Datum iterum Tridenti die 11 iunii 1798. Fr. Ioachimus a Pressano qui supra, e l’ho rispedito. Voglio sperare, che tanto basterà480. Per fermare al servo Antonio la febbre terzana se gli dà la china. Li neomisti hanno cantata la loro Messa prima ieridì ambedue, secondoché ha riferito il postiglione fiemasco. Il P. Vigilio domenica incomincerà le sue prediche i S. Maria Maggiore: e posdomani ritornerà a Civezzano il P. Davide. La prego genuflesso della sua benedizione paterna, e resto. Trento 14 giugno 1798.

Di S.P.M.R. cui aggiungo, ch’è ritornato da Campo il fratello del neo professo F. Pacifico senza sapere, che detto F. Pacifico sia per venire a Trento.

Um.mo, obb.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

P.S. Oggidì 15 giugno è stato da me il signor don Simone Fedrici curato di s. Francesco in Fiorozzo, e mi ha pregato d’insinuare a S.P.M.R. che brama d’esser nostro Religioso481. Dice, che sta bene, ch’è ben veduto dai suoi curaziani, e che trovasi ben proveduto; ma sentesi stimolato dal Signor Iddio a farsi Religioso già da quattro anni, e che non ha pace del cuore. Io gli ho detto, che S.P.M.R. non potrà risolversi rapporto a lui tanto presto, attesa l’instabilità ecc.

Il Padre Davide vorrebbe sapere, se S.P.M.R. abbia ricevuto risposta da Roma intorno alle dispense matrimoniali richieste dal Padre Domenico Battisti da Sovero Filippino.

Li voti di questi Padri favorevoli all’abolizione dell’O confessionale furono sei: e li contrari tre.

1350. 1798

Al P. Vito Antonio Guardiano di Cavalese. R.P.

In questo punto ho ricevuto la sua degli undici: e senza perder un momento di tempo le rispondo, che bramo bensì un presto ritorno de’ due neomisti per li bisogni di questo convento; ma pure mi rimetto interamente a quanto giudicherà bene la P.V.R. Desidero altresì, che tutti restino contenti, e che li Padri ritornino sani, ed in frettissima la riverisco. Trento 15 giugno 1798, alle 9,2 di mattina.

Di V.P.R. cui aggiungo, che mando un appostato in città colla presente, perché arrivi a tempo.

Div.mo, obbl.mo servo. F. Grisostomo.

1351. 1798

Alla sig. Anna Teresa Auchenthallera. Bolgiano. Leifers. In canonica. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi di benedicano.

480 Bastò, e venne il rescritto favorevole. 481 Fedrici da Toso, nato in Trento, figlio del fu Pietro, e nipote di don Cirillo. Ora 1798 in dic. non è più curato.

Nel 1802 sta in Seregnano. Così pure nel 1803, supplimentario del Beneficiato chierico Giuseppe Manci.

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Nella scorsa settimana soltanto mi è giunta la sua dei nove aprile. Mi spiace, che malgrado l’aver mutato luogo più volte non abbia potuto ancora trovarne uno di suo aggradimento intero482. Ho manifestato il di Lei desiderio alla M. Carlina degli Alberti, ed ho avuto per risposta, che V.R. le scriva, e le insinui li patti, co’ quali starebbe insieme qui con essa. Le raccomando di parlar chiaro, perché poi non abbia da pentirsi, e disturbarsi, ed a cercarsi altri alberghi, con ammirazione di questi cittadini per altro non molto divoti delle povere Religiose. L’avverto poi di non fare alcun conto di me, assicurandole, che nulla vaglio ecc. Il Padre Arcangelo stassene ancora nell’infermeria, e staravvi sino alla morte. Non è però obbligato a letto, e quindi celebra ogni giorno la santa Messa, qualche volta cala al basso. Le MM. di Santa Chiara sono tutt’ora nel monastero delle MM. Orsoline, ansiosamente bramando di potere far ritorno al loro amato monastero, che trovasi ancora occupato dai soldati infermi. Li 24 dello scaduto maggio è morta la M. Maria Domenica Signorina di Trento in età di anni 78. De’ nostri sono morti il P. Maurizio di Borgo li 26 aprile. Sento con piacere, che le MM. Clarisse di Bressanone sieno ritornate al loro monastero. Finisco in un colla carta riverendola, e dicendomi. Trento, s. Bernardino 16 giugno 1798483.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo Guardiano.

1352. 1798 Al P. Vitantonio Guardiano di Cavalese.

R.P.P.C. Spero, che avrà ricevuto la mia risposta alla sua degli undici, avendola spedita con

tutta la sollecitudine: e che sarà rimasta contenta. Ho dovuto fissare il tempo ai PP. neomisti, perché così mi ha scritto il P.M.R. Provinciale. L’avrei fissato con maggiore ampiezza, se gli stessi neomisti non mi avessero detto, che strabbastava l’assegnato. Ho piacere, che siamo stati a tempo di rimediare al disturbo, che poteva nascere. Sento parimente con piacere, che le limosine delle sante Messe siano in viaggio: e l’assicuro, che farò celebrare anche le 50 ordinare da Simone Predazzer di Trodena. Son contento, che sieno trattenuti li sei troni per la condotta della legna da Moena a Pradazzo. La ringrazio di tutte le sue carità, mi raccomando, e la riverisco. Trento 19 giugno 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1353. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate 30, dico trenta sante Messe in suffragio del fu signor Lorenzi Thaller484, ordinate dalla signora vedova già di lui consorte485. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 21 giugno 1798486.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1354. 1798

482 Leifers è luogo malsanissimo della pieve di Bolgiano. 483 Spedita li 20. Arrivò a Leiffers li 4 di luglio. 484 Oste a S. Pietro. 485 Margarita, che morì nel seguente luglio. 486 Consegnato li 29 giugno.

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Io infrascritto attesto, e fo noto a chiunque leggerà la presente, che il ragazzo Michele Perspacher di Trento ha servito per più mesi questa nostra sagrestia, e chiesa divotamente, e fedelmente. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 24 giugno 1798487.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

Michele ci servì sino ai 13 di settembre del 1798. Ora sta imparando l’arte di calegaro; ed ha bisogno di questo attestato per ottenere qualche sussidio dall’ospitale tedesco di s. Pietro. Ha la madre badiota vedova, da cui sono stato pregato.

1355. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Nella sera de’ 22 sono giunti qua di ritorno da Fieme sani, e salvi, e lieti li due nostri PP. neomisti. Nello stesso tempo è pur capitato qua un pesante invoglio colalo direzione a V.P.M.R. e coll’iscrizione, che serva di limosina per tante Messe a due troni l’una secondo la pia mente del sig. Michele Wiser. Io l’ho mandato subito al sig. Gio. Battista Tommaselli, di cui tengo la ricevuta, la quale dice, che l’invoglio conteneva troni 500 e soldi 5. Di così fatta ricevuta ne darò parte anche a Fieme. Il nostro servo Antonio Bazzanella è guarito; ma per l’opposito sta ora colla febbre Fra Mattia. Da Campo non ho verun riscontro rapporto a P. Pacifico. La medaglia destinata per il nostro novizio Tonini di Sovero, già massiere, fu levata in Trento da un cugino del medesimo. Sabato furono spedite a Roveredo due lettere per S.P.M.R. dai cercatori del pane, non avendo ancora il P. Albano ricevuto l’avviso del P. secretario. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 25 giugno 1798.

Di V. P.M.R. cui aggiungo, che ho ricevuto il suo involto roveretano. Um.mo, ubbid.mo suddito F. Grisostomo.

P.S. Il P. Stanislao ci commette di render avvisata V.P.M.R. che li due candidati fiemaschi eseguiranno le obbedienze loro mandate. Il sig. Tommaselli poi, siccome forse andrà a Venezia, così esibiscesi a’ di Lei comandi. Non sa però il tempo.

1356. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate 25, dico venticinque sante Messe in suffragio del fu Valentino Bisesto di Aldeno, ordinate da misser Girolamo Micheletti parimente di Aldeno. In fede di che ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 25 giugno 1798488.

1357. 1798

Al P. Vitantonio Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Nella sera dello scaduto venerdì sono stati qui di ritorno li due PP. neomisti sani, e salvi. Io ringrazio la P.V.R delle carità, e finezze, che s’è compiaciuta di far loro. La ringrazio altresì delle limosine, che mi ha spedito per le Messe del Predazzer, del Feudo predazzano, e dal Piaz di Trodena. Mi raccomando poi rapporto a quelle di Giacomo Facchin del Forno già terminate nel febbraio: e l’assicuro, ch’è giunto qua illeso

487 Consegnato alla madre li 26 giugno 1798. 488 Spedito negli ultimi di luglio. Venne li 20 settembre.

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l’involtino pesante del sig. Wiser per il Padre Provinciale. Spero, che a quest’ora saranle giunte due altre mie datate, e spedite li 15, e 19 del corrente; spiacendomi, che la prima non siale giunta quando doveva489. Il Padre Provinciale ora è in Arco. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 25 giugno 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo

1358. 1798

Al P. Giangiacomo da Tiarno Vicario di Roveredo. R.P.P.C.

Dal viglietto del mercatante, che qui rinchiuso le spedisco, potrà comprendere, che io non ho sbagliato quando le scrissi, che le corone di Buffalo costavano tre troni e mezzo la dozzina. Io pure me ne restai sorpreso alla vita del mentovato viglietto, sapendo, che a me le ha date per tre troni. Essendo però andato ieridì dal detto mercatante, ho conseguito il saldato senz’altro. Sento con piacere, che col mezzo della china speditale siasi liberato dalla febbre il suo Padre Guardiano; ed augurando ad entrambi una lunga sanità, li riverisco, e resto. Trento 28 giugno 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che tengo ordine di non albergare forestieri, anche nostri Religiosi, se non mostrano la licenza in scriptis di questa cancelleria presidiale, o sia del sig. presidente del Consiglio. E però la prego di avvisare quelli, che da s. Rocco passando volessero venire a s. Bernardino.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1359. 1798 Io sottoscritto attesto, e faccio noto a chiunque, che il signor Giuseppe Ranzo oste

in casa Battaglia di Trento, per qualche tempo ci ha fatto la carità del pane a nome del signor Antonio Pergher. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li29 di giugno 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

A questo mio attestato fu aggiunto così. Lo stesso attesto anch’io Fra Pietro Paolo da Roveredo Guardiano de’ Cappuccini.

1360. 1798, 29 giugno Al P. Innocenzio d’Egna Guardiano de’ Cappuccini di Brunegg.

Admodum Rev. ac religiosissime in Christo Pater. Eleemosynam florenorum quadragintaduorum pro centenario Missarum, quas mihi

celebrandas commisisti, huc per dominos fratres Wertios nuper advenisse, certiorem reddo te, P.A.R. dumque debitas tibi ago gratias, ad ulteriora beneficentiae tuae munera me commendo. Nunc enim, praeterquamquod novis alterius Guardiani petitionibus pulsor, auctiorem celebrantium numerum teneo. Vale. Datum Tridenti apud sanctum Bernardinum tertio kalendas iulias anno 1798.

A.R.P.T. Devictissimus servus in Christo F. Ioannes Chrysostomus de Avolano.

489 Songli giunte dopo la partenza de’ neomisti da Fieme.

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1361. 1798 Al Padre Massimo da Volano. Borgo.

Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N. Ai tredici dello spirante mese da questo signor presidente del Consiglio I.R.

amministrativo Filippo Baroni Cavalcabò490 ricevetti ordine in scriptis di non ricevere, ed alloggiare nell’avvenire qualsisia forestiere, sia questo Religioso, sacerdote, o anche secolare, se pria un tale non ne avrà riportato il permesso in iscritto da questo I.R.Presidio, in cui sarà espresso il tempo della permessa dimora, che esattamente dovrà osservarsi. In esecuzione di tal ordine ho mandato quel fratello fiamingo (F. Francesco Henrix di Lovanio) che fu costì, al detto presidente subito, che arrivò (li 23 giugno) e ottenne il viglietto di potersi trattenere in quel giorno, e nel seguente: Vi do questa notizia, perché capitando costì altri, possiate avvisarli, affinché venendo qua vadano dirittamente a prendere l’accennato viglietto, mentre così non perderanno tempo. Il mio Direttorio monastico non è ancora ritornato da Insprugg, benché ve lo abbia spedito li 25 di maggio in duplo, cioè in due copie. Rapporto all’officio del SS. Cuore di Gesù ho qualche scrupolo, perché noi non siamo compresi nell’indulto apostolico, venuto dopo, ch’ebbi ordine d’inserirlo nel Direttorio del signor Provicario Generale. Per la Dio grazia io son sano: e sperando altrettanto anche di Voi, abbracciovi con fraterno affetto. Trento 30 giugno 1798.

1362. 1798

Al Padre Patrizio Tonina Guardiano di Campo. R.P.P.C.

Ho differito tanto il rispondere ala sua de’ 14 perché sono stato aspettando di giorno in giorno il neo professo F. Pacifico, avendomi scritto a Roveredo il P. Provinciale con data de’ 18, che a tal tempo sarebbe stato qui ‘l predetto Religioso. Non so dunque il perché differisca tanto. Io lo riceverò, ed accoglierò volentieri quando verrà. Finché non sarà qui esse, non potrà andare a Cavalese questo Terziario F. Alessio, né passare da Cavalese a Pergine per assumere il cappuccio quel Terziario F. Pasquale. La ringrazio poi della sua carità delle uova 188, e la prego di mandarmene delle altre da notare. Presentemente non posso mandarle Messe, perché non ne ho di soverchie, atteso l’accrescimento di due sacerdoti novelli. Bensì per servirla tengo preparate dieci libbre di candele, tra le quali sei di mezza libbra, che le saranno spedite colla prima sicura, ed opportuna occasione491. Ho ordinato, che nell’avvenire le uova sieno contate con tutta l’attenzione. Nell’anno scorso quando il numero non si accordava colla lettera, supposi sbaglio. Una volta mancarono sei. Quindi sappi, che il figlio492 disse a Pergine, che noi gli abbiamo tolto 50 uova dalle spedite a Pergine, l’ho ripreso, perché disse una bugia rotonda. Converrà dunque stare attenti. Oggidì dal P. letterario fu indirizzata in Arco la lettera di V.P.R. diretta al P. Provinciale. Il P. Davide tiene li fiori per il P. Raffaele. Li manderà colla prima opportunità. Favorisca di avvisarlo. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 30 giugno 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

490 Filippo Baroni Cavalcabò per sua sacra cesarea regia apostolica maestà ecc. Consigliere dell’eccelso

Governo dell’Austria Superiore, capitano del Circolo all’Adige, nel Burgraviato, e Valvenosta, ed attuale Presidente dell’I.R. Consiglio amministrativo di Trento. Dall'imp. reg. Presidio del Consiglio amministrativo. Trento li 23 luglio 1798, Sigismondo de Strobl ecc. Segret.

491 Le candele sono n. 36, cioè 6 di mezza libbra, 24 ordinarie, e 6 picciole. 492 Il figlio del beccaio tedesco di Campo, il quale morì nel 1798.

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1363. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Ieridì sono pervenuti a questo nostro convento per la via di Pergine dalla Romagna Fra Tommaso di Cles, e Fra Benvenuto Schiavoni di Trieste, ambidue nostri Riformati laici professi. Andati subito dal signor presidente di questo I.R. Consiglio amministrativo riportarono il permesso a voce di potersi trattenere qui, supposto il consens0o nostro, a vista del quale darà il permesso anche in iscritto. Prego dunque V.P.M.R. di rispondere su di questo. Frattanto il primo colla di Lei licenza presunta, e col consenso anche del M.R.P. Arcangelo porterassi a Cles. Egli ha molta sembianza del fu nostro Fra Pasquale da Brentonico, e pare ancora vigoroso, quantunque settuagenario. L’altro è giovine di circa 22 anni di età,ed uno di professione, oltre il Terziariato di tre anni; di statura picciolo, e spiritoso. Tiene il passaporto di questo signor presidente per restituirsi a Trieste. Suppongo, che domani partirà per Borgo, dove quel P. Guardiano lo aspetta per trattenerlo. Che ammettansi li paesani nostri senza prova, ed a prima vista, son contento; ma non così rapporto agli estranei. Mi rimetto però al saggio discernimento di V.P.M.R..

Oggidì è stato condotto a questa infermeria per un male reuma in una coscia Fra Bartolommeo. Il nostro servo Antonio è ancora febbricitante. Fra Mattia è guarito. Il P. Guardiano di cavaelse mi ha scritto con data de’ 30 giugno, che ha inteso essersi cambiato di sentimento il candidato di Moena, e temersi altrettanto anche del predazzano. Da Campo non ho verun riscontro, e non so come scriver a quel convento, perché non viene più quel postiglione. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e mi professo. Trento 3 luglio 1798.

Di S.P.M.R. Um.mo, osseq.mo, obbed.mo servo e suddito F. Grisostomo.

P.S. In questa sera de’ 3 ho ricevuto il nostro Direttorio, ma non authographum primum, pro cuius restitutione rogatum, ma il secondo, colla condizione, che si tralascino le parole praesente cadavere alla Messa. È venuta dall’Italia una lettera per il P. Tommaso da Caldese. F. Abbondanzio è in città ad assistere al sig. abate Baron Salvadori.

P.S. Oggi sono venuti da Campo due PP. Osservanti bresciani senza veruna notizia di F. Pacifico. Eglino hanno dovuto partire subito dopo cena d’ordine del sig. presidente.

1364. 1798

Al P. Vitantonio Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Colla sua lettera ieridì son andato insieme con Fra Feliciano a prendere le due ordinate padelle, e le ho consegnate all’ostessa del Cresseri, affinché domani diale al postiglione di Fieme. Costano troni tredici, e carentani nove. Le farò soddisfare io. Sono stato nello stesso tempo ad informarmi rapporto all’olio, ed ho rilevato, che ora vogliono troni dugento ed otto per un moggio, dopo che nello scorso giugno noi dovemmo farlo soddisfare con troni 212. Mi dispiace la debolezza de’ candidati nostri di Moena, e Pradazzo; ma spero,che suppliranno altri493. Ieridì è giunto qua F. Tommaso

493 Li quali sonosi lasciati sedurre.

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da Cles, con un altro laichetto triestino, che brama restare in Borgo. A Pergine vi è F. Severino. Si aspettano altri, tra’ quali F. Rocco ecc. Temendo di restare senza Messe ora che ho due tre sacerdoti di più, mi farà carità se me ne manderà qualche numero. Non le mando F. Alessio, perché non è ancora venuto qua da Campo Fra Pacifico. Mi raccomando, la riverisco, e sono. Trento 3 luglio 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1365. 1798 Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Antonio Pedrotti esibitore del

presente troni 35, 10, dico troni trentacinque e soldi dieci. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 3 luglio 1798494.

F. Gio. Grisostomo da Volano ecc.

1366. 1798 Io infrascritto attesto, e faccio fede a chiunque, che dai Religiosi di questo convento

sono state celebrate dodici sante Messe ordinate da donna Teresa Zattelli per suffragio delle consorelle del venerabile Oratorio di san Filippo Nerio di Cognola. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 4 luglio 1798.

F. Gio. Grisostomo etc.

1367. 1798 Al P. Patrizio Guardiano di Campo.

R.P.P.C. Dall’altra mia de’ 30 giugno intenderà il perché io stava in aspettazione di Fera

Pacifico: e come tengo preparate per Lei dieci libbre di candele. Ora le aggiungo, che farò saldare il di Lei conto appresso il sig. Niccola Battistoni. Nuovamente la ringrazio della sua carità delle uova: la prego di mandarmene delle altre; e riverendola resto. Trento 4 luglio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1368. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 42,7, dico troni quarantadue, e soldi sette, al signor Niccola Battistoni495 di Trento, esibitore del presente, per saldo debito contratto dal convento di Campo. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 5 luglio 1798.

F. Gio. Grisostomo.

1369. 1798 Al Padre Vitantonio Guardiano di Cavalese.

Rev. Padre Guardiano. Attesa l’infedeltà delle poste, più volte sperimentata, che lascia perire, o fermarsi le

lettere, e l’opportuna occasione di latore F. Alessio496, le replico, che le ho spedito le due

494 Consegnato li 4 al sig. Guglielmo. 495 Botteghiero di grassina a s. Pietro. fatto capitano della guardia urbana nel 1801. Egli è nato in Chiavena, e fu

garzone in Venezia. 496 Partito per Fieme li 6 luglio.

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richieste padelle per mezzo del postiglione fiemasco: e che costando troni 13,9 le farò soddisfare. Oggidì ho chiesto ad un altro mercadante497 il prezzo dell’olio, e mi ha detto, che costa soldi 23 la libbra, senza speranza, che sia per diventare men caro498. La prego ancora di qualche numero di Messe buone: ed avvisandola, che sta in gran pericolo della vita il signor abate barone Valentino Salvadori, cui assiste F. Abbondanzio col Padre Gaudenzio499, la riverisco, e resto. Trento 5 luglio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1370. 1798

Al Padre Gioachino Ministro Provinciale. Arco. M.R.P. Benedicite.

Mercoledì mattina sono partiti Fra Tommaso per Cles, e Fra Benvenuto per Borgo. Nella sera dello stesso giorno è venuto qua Fra Pacifico accompagnato dai Padri Raffaele, e Damasceno. Ieri poi è partito per Cavalese il Terziario Frat’Alessio. Fra Bartolommeo, che fa i bagni, sta meglio. Circa la difficoltà dello scrivere a Campo le fo sapere, che il sig. Felice Boninsegna mi ha promesso di spedire a Stenico le nostre lettere colle altre, che spedisce a quella capitale delle Giudicarie. Frat’Abbondanzio col P. Gaudenzio500 è ancora in città assistendo al sig. abate barone Salvadori, che ritrovasi molto aggravato di male, ed in pericolo di soccombere. Domani, a Dio piacendo, predicherà in s. Pietro per la Madonna di Caravaggio il Padre Davide. Genuflesso col bacio delle sacre mani la supplico della sua paterna benedizione, e resto. Trento 7 luglio 1798.

Di S.P.M.R. Um.mo, osseq.mo servo e suddito F. Grisostomo.

1371. 1798

Al P. Ignazio Malfatti di Trento Vicario di Pergine. R.P.P.C.

Dal Padre Ferdinando di s. Orsola ho ricevuto la copiosa, ed opportuna carità, che S.P.R. s’è compiaciuta di mandarmi. La ringrazio dunque di tutto cuore, mi esibisco di servirla in tutto ciò, che mai potessi; e l’assicuro, che avrò memoria eziandio del fu signor Domenico suo degnissimo fratello. E senza più riverendola divotamente mi professo. Trento 7 luglio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1372. 1798

Al P. Vitantonio Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Oggidì da Salorno è giunto qua F. Pasquale di Centa Terziario501, che mi ha recato il rotolo per il P. Davide coll’annesso rapporto alle due padelle. Mi spiace la carestia delle sante Messe, ed anche la negligenza del Facchino del Forno. Mi raccomando

497 Pedrotto. 498 Poi dal Grandi ho inteso, che costa 22 o troni 204 il moggio. 499 sino dal giorno 3. 500 Il P. Gaudenzio è ritornato al convento li 7 luglio di mattina, dopo scritta questa. 501 Partì nella sera per Pergine.

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nuovamente alla carità di S.P.R. circa l’una, e l’altra. La ringrazio poi delle copie inscrizionali (d’Ora, e Gargazone) e l’assicuro, che ne farò registro, benché supponga essere stato malamente trascritto il verso, che dice:

in non, April. CI

La riverisco di cuore, e mi professo. Trento 10 luglio 1798. Di V.P.R. cui aggiungo, che in questa sera è morto il sig. abate Valentino barone

Salvadori in Trento. F. Grisostomo.

1373. 1798

Al Padre Gasparo da Campo Guardiano di Borgo. R.P.P.C.

Nell’anno scorso fui molto carico di Messe, e tanto che dovetti mandarne molte altrove, e molte ricusarne, anche di buona limosina. Ora però non è così, essendomi cresciuto il numero de’ sacerdoti, e non venendomi dati numeri grossi di Messe. Quindi è avvenuto, che temendo di restarne senza, ho scritto io pure altrove per averne. Da una parte non ho ancora ricevuto risposta: e da Fieme fummi risposto, che quattro cinque sacerdoti novelli hanno cagionato scarsezza di Messe. La prego dunque d’avermi per iscusato, se le rispondo, che non posso servirla. Lo stesso ho dovuto rispondere anche a Campo. Mi spiace sinceramente di dover così risponderle; e riservandomi di servirla in ogn’altro incontro, la riverisco, e resto. Trento 10 luglio 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1374. 1798

Al P. Giuseppe Antonio di Cles Guardiano di Cles. R.P.P.C.

Avendo io dato relazione al P. Provinciale della venuta di F. Tommaso, e della di lui andata a Cles, ho ricevuto questa risposta: Rapporto a Fra Tommaso io sono contento, che stia tra di noi, e se lo volesse il P. Guardiano di Cles, glielo lascierei. Questo potrà servire di qualche lume a S.P.R. in caso, che non le avesse scritto il prelodato Padre Provinciale. Si aspettano degli altri paesani espulsi dall’Italia, nominatamente il P. Tommaso da Caldese, per cui tegniamo due lettere italiane502. Il P. Girolamo Osservante con obbedienza503 di trenta giorni dal suo P. Provinciale fu in Gardolo ierlaltro; e per quanto intendo, è incamminato per Rabbi. Ieridì abbiamo accompagnato alla sepoltura il cadavero del fu signor abate Valentino barone Salvadori, morto ai 10 malgrado l’assistenza continua negli ultimi otto giorni del nostro F. Abbondanzio. Posdomani ritornerà a questo convento il Padre professore Saverio per vacanzare. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 13 luglio 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1375. 1798

502 Questi ora è in Venezia con un altro. Pervenne a Pergine li 28 luglio con F. Lazaro. 503 L’obbedienza data li 28 giugno. È in Trento li 15 luglio.

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Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Campo. M.R.P. Benedicite.

Oggidì da questo signor presidente (Filippo Baroni Cavalcabò) ho ricevuto il qui descritto dispaccio. Son andato subito col Padre Vicario per iscansare l’addossatoci aggravio (di accettare tra noi l’emigrato francese Padre Gio. Pietro Vanson d’Alsazia Minore Conventuale)504 ma in vano, avendo conseguito solamente un pò di tempo per darne ragguaglio a S.P.M.R. e per ottenerne l’assenso. Il detto signor presidente ci ha risposto, che questi PP. Conventuali sono poveri, vivono di entrata propria, e non hanno convento: e noi essendo mendicanti siamo meglio proveduti. Ci ha detto, che il prefato emigrato vuolsi in una città capitale, perché sia sotto la vigilanza ecc. Non ha giovato il dirgli, che non potrà servire né per predicare, né per confessare, né per altro, non avendo la lingua nostra505, né l’abito nostro. Bensì ci ha risposto, che ha imparato l’italiano nella Valtelina, e che non si tratta di un matrimonio. Noi sappiamo, che sarà men male chinare il capo alle disposizioni sovrane: e preghiamo S.P.M.R. di darci presto una risposta da mostrare al lodato signor presidente in scriptis. Il Religioso presentemente sta in Brancolino. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 16 luglio 1798506.

Suo um.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

P.S. Intendo,ch’è giunto a Venezia il P. Tommaso da Caldes con un altro, e che il P. Girolamo fu in Gardolo, e gira per Trento. Replico questa per il caso, che non le arrivasse l’altra dello stesso tenore.

1376. 1798

Il sig. Francesco Simone Auchentholler è pregato di dare al Religioso507 esibitore del presente quelle divozioni, che brama, e ricerca, e poi consegnare al medesimo il viglietto del loro prezzo, che sarà soddisfatto fedelmente ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 19 luglio 1798.

L.+S. Così io F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Fu soddisfatto nello sesso giorno il tutto con troni 26,2 senza ecc.

1377. 1798 Io infrascritto attesto, che il butirro di Rendena portato oggidì a questo convento fu

libbre 300, onc. 10, cioè libbre trecento, ed oncie dieci, divise in due barcelle, dandone una libbre 144 e mezza, e l’altra libbre 156 ed onc. 4. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino presso Trento li 13 luglio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano, ut supra.

1378. 1798 Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Campo.

M.R.P. Benedicite.

504 Chiamasi Gio. Pietro Clemente, anzi d’ordinario Clemente. Egli è di Luneville città della Lorena. Fu

gravemente infermo in questo mese di maggio 1799. Ora giugno sta coi Conti di Prato come maestro de’ loro figliuoli. Da loro partì nel 1800, ed andò in Casa Battaglia vestito da prete. Poi nella Pina.

505 Nell’Alsazia si parla tedesco, e francese. 506 Consegnata e raccomandata da me li 17 luglio al daziale di s. Lorenzo. Arrivò a Campo li 22. Vedi sotto la

risposta n. 1382. 507 F. Severino Tonini da Riva.

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Spero, che avrà ricevuto un’altra mia del tenore della qui rinchiusa, data nello stessissimo giorno, e portata da me al daziale di s. Lorenzo. La prego ancora di una pronta risposta da dare al signor presidente. Ieridì è giunto qui F. Severino avendo mostrato il suo passaporto del cardinale Francesco Herzan508 al sig. presidente Baroni, ha riportato questo rescritto: “Visto L’imp. reg. Presidio del Consiglio amministrativo di Trento, ed essendo l’entroscritto F. Severino oriondo, e nazionale di Arco, potrà liberamente trattenersi in questa Provincia, ed essere collocato in quel convento, che gli verrà indicato dal reverendo P. Provinciale. Dato in Trento li 19 luglio 798”. Domani partirà per Roveredo, e Arco per visitare li suoi parenti. Gli ho insinuato di venire diritto a Campo, perché portasse queste lettere, ma in vano. Per altro egli non mi sembra contrario all’essere collocato in Arco. Non ho ancora provato, se per mezzo del sig. Felice possasi avere commercio di lettere con Campo. F. Gervasio mi ha promesso, che domani cercherà qualche giudicariense, cui consegnare la presente. La prego della sua santa benedizione, e resto. Trento 19 luglio 1798.

Suo ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

1379. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Campo. M.R.P. Benedicite.

Giacché finalmente i si porge un’occasione sicura, cioè del beccaio campense, mando alla P.S.M.R. per la terza volta il dispaccio, che ho ricevuto ai 16 non essendo sicuro, che sienle giunte le altre due mie spedite li 17, e 20. Il sig. presidente ci ha detto, che il P. Vanson è quadragenario, e munito di ottimi attestati. Il medesimo presidente si è mostrato impegnato perché sia da noi ricevuto, malgrado le nostre rimostranze in contrario: e quindi abbiamo ottenuto soltanto un pò di tempo per iscrivere a S.P.M.R. La prego duque di una risposta ostensibile. Fra Giuseppe andrà presto a Borgo: ma con patto espresso di non istarvi più di uno, od al più due mesi. Fra Bartolommeo è ritornato a Pergine li 17. Fra Severino è partito per Arco in questa mattina. Il P. Arcangelo da più giorni ha la testa molto confusa, e prova della difficoltà nel dichiarare i suoi sentimenti. Il P. Ubaldo sente degli scrupoli nel servire al P. Bernardo, e quindi non vuole più servirgli. Il P. Albano si lagna straordinariamente de’ suoi malori. Li PP. Agostino, e Davide andranno a Povo, e Gardolo per supplire nelle feste al parroco, e curato andati in Rabbi. Se la P.S.M.R. col suo P. segretario verrà per la Porziuncola, mi farà cosa grata, e ciò massimamente per il caso, che venghiamo chiesti dai lavisani.La prego della sua benedizione, e resto. Trento 20 luglio 1798509.

Suo ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

1380. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 26, 10, dico troni ventisei e dieci soldi ad Antonio Pegoretti di Villazzano esibitore del presente510. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 21 luglio 1798.

508 Herzan Conte boemo, che fu consacrato vescovo di Sabaria nellUngheria da Pio settimo nel 1800 in

Venezia. 509 Spedita li 21 di mattina. 510 Per un agnello vivo.

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L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1381. 1798

Al sig. Giulio Felice Kiechel sindaco di Lavis511. Molto illustre sig. sig. e padrone colendissimo.

Rendo avvisata, e certa V.S. molto illustre, che a vista della sua stimatissima oggidì pervenutami, ho subito destinato due Religiosi, li quali, così piacendo a Dio Signor nostro clementissimo, nella mattina de’ quattro del prossimo agosto verranno costà per servire codesto rispettabile pubblico, ascoltando le confessioni sagramentali de’ divoti della celeberrima Indulgenza d’Assisi. E facendole un riverente inchino mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 24 luglio 1798512.

Di V.S. molto illustre Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1382. 1798 Pro Memoria. In questo dì 25 luglio mi giunse dopo il pranzo la richiesta risposta

del P. Provinciale concepita in questi termini. L.I.C. R.do Padre Guardiano.

In risposta alla sua dei 16 luglio, da me ricevuta li 22 corrente, le dico, che quando il detto P. Vanson si senta di uniformarsi a noi quanto al vitto, Quaresime, coro, ed altre nostre religiose costumanze, per ubbidire al sovrani comandi noi lo riceveremo in convento, pregando nello stesso tempo l’ill.mo sig. presidente a volerci, in caso che il soprannominato Padre non potesse accomodarsi al nostro vivere. Mi raccomando alle sue orazioni, e riverendola, sono. Campo li 23 luglio 1798.

Della P.S.R. Affezionatissimo per servirla F. Gioachino da Pressano ecc.

Trascrivola, perché subito la porto al lodato signor presidente Baroni. Questi la ricevette con aggradimento, e la trattenne, con promessa di poi ristituirmela. Ma poi non me la ristituì punto, ed il P. Vansone non venne da noi. Ora però si pente.

1383. 1798

Io infrascritto attesto, e faccio noto a chiunque, che il signor Giuseppe Ranzo oste

in Casa Battaglia di Trento, per qualche tempo ci ha fatto la carità del pane a nome di Casa Perghera; ma non posso dire, chi effettivamente gli abbia dato tal incombenza, ed ordine. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 26 di luglio 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

511 Fuori ut supra num. 1111, ma in fine ecc. anzi: Al m. Illustre sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. Giulio

Felice Kiechel degnissimo sindaco della magnifica Comunità di Lavis. 512 Spedita li 27.

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Questo attestato fummi dimandato dal sig. Antonio Pergher, perché litigando per altro col Ranzo suo debitore, ha negato d’aver dato il detto ordine: confessando però che fu dato dalla sua consorte. Lo farà soscrivere anche dal P. Guardiano de’ Cappuccini come l’altro sopra pag. 2775, num. 1359.

1384. 1798

Al P. Ignazio da Trento Vicario in Pergine. L.I.C. R.do Padre Vicario padrone colendissimo.

Avendomi scritto da Campo il M.R.P. Provinciale, che così piacendo al Signor Iddio, sarà qui a Trento ne’ primi della prossima settimana: e quindi supponendo io, che ciò succederà domani, o posdomani, penso bene di non prevalermi dell’autorità conferitami di fare l’ubbidienza a Fra Bartolommeo di Cavalese per andare ai bagni di Carano: promettendo alla P.V.R. che gliela farò spedire dal lodato P. Provinciale mercoledì, od al più sabato: ed avvisandola, che se mai succedesse, che non venisse il detto Padre Provinciale, e che andasse perduta la di lui ubbidienza, in vigore di questa mia venga qua passando il predetto fratello, che prontamente lo compiacerò facendogli la richiesta ubbidienza. Con tutto il rispetto la riverisco, e resto. Trento 29 luglio 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che ai 20 ho notificato al P. Provinciale il ritorno a Pergine di Fra Bartolommeo.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1385. 1798 Al P. Pietro Martin irlandese francescano. Innsprugg.

Rev. Padre Per suo regolamento, e per qualche risposta alla sua scrittura da Bolzano li 26 dello

spirante, gli notifico, che dopo la sua partenza da questa città è venuta una lettera per V.P. la quale da questo P. letterario fu subito spedita in Hamburgo513. Se verranno in seguito delle altre farò, che sieno innoltrate a Innsprugg. Gli auguro un felice proseguimento del suo lungo viaggio, e lo riverisco insieme col P. Tommaso suo fratello. Trento, s. Bernardino 30 luglio 1798.

Di V.P. Div.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Francescani.

1386. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al sig. Domenico Grandi esibitore del presente troni 204, dico troni dugento e quattro514. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 31 luglio 1798515.

F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1387. 1798

Al P. Ignazio da Trento Vicario di Pergine.

513 Hamburgo città grande, e ricca nel circolo della Sassonia inferiore, già arcivescovile. Ora luterana. 514 Per un moggio di olio corcirense. 515 Consegnato il viglietto al figlio Antonio botteghiero li 3 agosto.

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R.P.P.C. Ricordandole di quanto ho scritto, e promesso alla P.V.R. nella scorsa domenica,

non ho mancato di esporre al M.R.P. Provinciale subito che arrivò qua nella presente sera tarda le premure di Fra Bartolommeo da Cavalese. Sappia dunque, ch’egli mi ha commesso di scriverle, che volentieri accorda al detto Fra Bartolommeo la chiesta licenza di portarsi ai bagni di Carano516, e che potrà ciò eseguire in virtù della presente. Bramo, che al detto Fratello riescano utili, e salubri gli accennati bagni, ed alla P.V.R. sospiro una lunga, e perfetta salute. Trento 31 luglio 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano ecc.

1388. 1798

Pro memoria. Essendosi presentato a me in questa mattina de’ 2 di agosto 1798 il Padre

Conventuale francese517, di cui sopra num. 1375, ed avendo voluto farsi copia del dispaccio presidenziale ivi accennato, penso bene di trascriverlo qui anch’io, potendosi dare il caso, che si perda l’originale, e che mi ritrovi in bisogno d’averlo. Eccolo dunque.

Al Rev.do P. Guardiano del convento de’ Francescani in Trento. Dalla sovrana Corte venne accordato con dispaccio de’ 14 giugno decorso

all’emigrato francese Padre Gio. Pietro Vanson dell’Ordine de Minori Conventuali, nativo d’Alsazia, che d’esso, quallor non sia avvanzato in età, né cagionevole di salute, ma si trovi in grado di prestarsi per più anni alla cura d’anime, e dimostri con sufficienti attestati la buona sua condotta, possa trattenersi, ed esser ricevuto, sotto la dovuta invigilanza bensì, in questo convento de PP. Francescani di Trento, ed esser impiegato in cura d’anime. Attendo dunque la sollecita dichiarazione del Rev.do Padre Guardiano e di questo suo convento, se sia disposto a voller accettare, verificate le sopra indicate condizioni, che dalla sovrana Corte furono prescritte, il predetto emigrato Padre Conventuale, oppure qual fondato motivo possa esservi in contrario. Trento li 10 luglio 798.

F. Baroni Cavalcabò518 ecc.

1389. 1798 Al P. Massimo da Volano. Borgo di Valsugana.

Carissimo Fratello S.L.G.C. Vi ringrazio della limosina di Agnusdei (delle Fraile Inglesi) che mi avete

mandato, dispiacendomi per altro la causale, che costì non possiate far uso di tal roba per non contraffare alle leggi moderne (di Francesco Secondo, e di Leopoldo secondo). A me riescono molto utili, ed opportuni, dovendone distribuire tantissimi, e volendosi tutti belli. Per non introdurre abusi ho pregato la M. badessa delle povere Clarisse sluogate, che me ne faccia fare qualche numero di seconda classe, giacché ora non vi è più né Santa Trinità, né San Carlo, né Sant’Anna. Sento con piacere, che sua restato pienamente persuaso delle mie ragioni quel signor parroco rubricista, che mi avete accennato. La morte del buon vecchio Nocher fu già da me notata nell’articolo, che ho

516 Carano in Fieme. 517 Questo Padre dimise l’abito da Conventuale nel 1800, ed andò a stare in Casa Battaglia di Trento come prete

secolare. Al ritorno de’ francesi è partito coi tedeschi. 518 Filippo.

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fatto di lui tra gli scrittori Tirolesi; ma senza il giorno519. Quindi se col tempo me lo indicherete, l’aggradirò, e noterò volentieri. Godo, che ora stiate bene di salute, e ve ne sospiro la continuazione. Tengo preparato per la stampa il Direttorio monastico520. Li forestieri, come già vi ho scritto, debbono presentarsi a questo Governo con molto incomodo. Due bresciani ebbero ordine di partire subito subito. La carta è finita. Onde abbracciandovi resto ecc. Trento 3 agosto 1798521.

La signora Rosa Ciani agli 8 di questo partirà per l’Ungheria con intenzione di starvi sempre ecc522.

1390.1798

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R.P.P.C.

Ho ricevuto, e fatto nota delle speditemi uova cinquecento. La prego di mandarmi poi la loro valuta, e di mandarmene delle altre, qualora non sieno troppo care. Dall’esibitore della presente523 riceverà le promesse candele pesate da F. Lorenzo dieci libbre. Sono num. 36, cioè sei di mezza libbra, 24 ordinarie, e sei picciole, tutte sane. Rapporto al contraccambio mi rimetto alla di Lei carità interamente. Riceverà pure il vestiario per il suo convento,ed i mazzi ordinatimi di corone, e rosari di legno, valutati troni 22, car. 4. Suppongo essere intenzione di S.P.R. che li faccia soddisfare io. Quindi l’assicuro, che li farò soddisfare, come ho fatto col suo debito appresso il sig. Niccola Battistoni. Riceverà finalmente un involtino sigillato, in cui sonovi delle lettere per Lei, e delle lettere e dei Santini, ed altre per il P. Sisinnio. Mi preme di avere riscontro specialmente rapporto a questo. Il P. Provinciale col suo P. segretario oggidì è partito per Fieme. Finisco insieme colla carta ringraziandole, e riverendola, e dicendomi. Trento 7 agosto 1798.

Suo servo F. Grisostomo. P.S. In questa stessa sera il P. Arcangelo è stato sopraffatto dal suo male, ma

leggermente. Il P. Tommaso fratello del P. Gregorio è andato a Cles, dove starà di famiglia ecc.

1391. 1798

Al P. Pietro Regalato da Carice segretario. Cavalese. R.P.P.C.

Quando la P.V.R. mi ha chiesto l’applicazione di trenta sante Messe per il P. Sisinnio Maria, mi disse, che me le avrebbe ristituite. Laonde io non credetti, che dovessi mandare al detto Padre la limosina. E ciò maggiormente s’impresse in me allorché su la porta del convento in partendo raccomandò al P. Davide di scrivere al P. Sisinnio rapporto alle dette Messe, senza far con me ivi presente alcuna parola della limosina. Il P. Davide ora è alla questua, ed essendo venuto iersera il beccaio di Campo, mandato da quel convento , ad istanza del P. Vigilio gli ho fatto consegnare l’accennata limosina, la quale fu accompagnata da una lettera del P. Vigilio. Spero, che andrà sicura524, e che non si perderà. Ne do avviso a V.P.R. per suo regolamento. Il P. Arcangelo fu sorpreso leggermente dal suo male epilettico iersera cenando, ed un’altra

519 Francesco Antonio Nocher dottore. Morì li 15 maggio 1798 in Borgo di Valsugana. 520 L’ho dato allo stampatore gli 8 d’agosto. 521 Piovoso 8, 9; li 10 umido. 522 Partì effettivamente di mattina. 523 Beccaio di Campo. 524 Giunse sicura.

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volta in questa notte sul letto. Non so qual fine avrà. Il P. Borgia dee intermettere la bibita delle acidole, perché bevendole sta più malamente del suo solito. La prego de’ miei rispetti al P.M.R. e di raccomandarmi al Signor Iddio, mentre riverendola sono. Trento 8 agosto 1798525.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1392. 1798

Al P. Patrizio Guardiano de’ Riformati in Campo. R. P. Guardiano.

Accerto la P.V.R., che il debito fatto appresso l’Auchenthaller per le corone, e li rosari, che le ho spedito, e consistente in troni 22 e carentani quattro, fu soddisfatto. Più presto, che potrò, la servirò anche coi Santi, che brama, e parimente proccurerò,che sieno soddisfatti526. La prego poi di mandarmi delle altre uova, sperando che saranno migliori delle ultimamente provvedute qui, tra le quali finora sonosi trovate trecento affatto guaste527. In questa sera è giunto a questo nostro convento l’espulso Padre Sebastiano Flaim di Revò Riformello di Roma. Si aspetta il P. Carlo Felice di Bresimo con due nepoti, ch’è andato a trovare il Papa528. La riverisco, e resto. Trento 14 agosto 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1393. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Cavalese. Molto Rev. Padre Benedicite.

Il Padre Sebastiano Flaim di Revò nostro Riformato del Ritiro di Roma529, d’anni 58, è giunto a questo nostro convento iersera, ed ha riportato dal signor presidente un viglietto di questo tenore: “Si concede al P. Sebastiano di Revò di potersi trattenere in questo convento fino ad altra deliberazione. Trento li 14 agosto 798. Sigismondo Strobl Segretario”530. Egli mi dice, che prima di venire in Provincia non ha mancato di scrivere alla P.V.M.R., ed ora per mezzo mio le insinua la sua venuta, protestandosi pronto ai di Lei comandi: e pregandola nello stesso tempo della licenza di poter andare nella valle di Non a visitare un suo fratello vecchio, parlare al signor Conte di Revò, e recare non so quali commissioni dategli per S.A.R. dal signor cardinale Alessandro Mattei arcivescovo di Ferrara. Finora non ho notato in lui alcuna cosa, che mi dispiaccia. La statura, e la sembianza è molto simile a quella del nostro P. Ciriaco. Dice, che il P. Carlo Felice Panchieri di Bresimo parimente Riformato del Ritiro Romano, vestito nel 1769, è andato con due suoi nipoti, Frati, uno suddiacono, e l’altro novizio, nella Toscana, per impetrare da Sua Santità531 degl’indulti ai detti suoi nipoti,con intenzione

525 Arrivò a Cavalese li 31 agosto. 526 Furono soddisfatti con troni XI e soldi 5. 527 Vedi sotto num. 1405. 528 Il P. Sebastiano, ed il P. Carlo Felice ottennero la facoltà di ascoltare le confessioni in questa nostra diocesi

li 14 settembre 1798 ad triennium. 529 Vestito nell’anno 1761. Capitò a Trento li 13 agosto. 530 Questo Strobl è primierino. 531 Cioè da Pio sesto, che sta ritirato nella Certosa fiorentina. Per altro so, esservi un libro di Giulio Ottonelli

intitolato Discorso del dire Sua Santità, Sua Maestà, Sua Altezza, senza nominare il Papa, l’imperatore, il principe ecc. In Ferrara per Vittorio Baldini 1586, in 8°.

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di poi venire a Trento532. Prego la P.V.M.R. di rinnovare a codesto P. Guardiano la nomina delle 30 Messe del Facchin dette nello scorso febbraio: e facendole sapere, che ci sono stati dati da fare li 4 discorsi mortuali del Suffragio, per li quali ho pregato il P. Davide, col bacio della sacra destra la supplico della sua benedizione paterna. Trento 15 agosto 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

P.S. Spero, che confermerà qui il detto P. Sebastiano, e che tal Religioso ci sarà di qualche aiuto. Il P. Borgia va sempre di male in peggio. Il P. Agostino ha ricevuto la lettera di portarsi a Vigo anche nello scorso luglio.

1394. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate dodici sante Messe, ordinate dal signor Giuseppe Dante di Trento, in suffragio della fu signora Anna sua consorte533. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 3 agosto 1798534.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1395. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Cavalese. M.R.P. Benedicite.

Spedisco alla P.V.M.R: la qui rinchiusa lettera535, perché non ha voluto far ciò il P. Agostino né pur dopo, che gli ho detto, che io non tengo l’autorità supposta dallo scrittore di essa. Fu scritto al detto P. Agostino, che andasse a Vigo, anche nel luglio, dopo che aveva assunto l’impegno di Povo. Fu qui a parlargli nella festa di s. Lorenzo la di lui cognata536. Onde suppongo, che le avrà insegnato di replicare le instanze. Avverto la P.V.M.R. che io credo bensì necessarissimo di assegnargli un compagno, ma non saprei chi dargli. Non posso toccare l’infermeria, mancando F. Giuseppe. Degli altri Fratelli ho bisogno io per le cerche della lana. Fra Placido ha l’impegno d’andare al follo con le coperte. Li Padri giovani fanno di bisogno al convento, ed hanno da studiare. Il P. Gaudenzo non può essergli dato. E poi non mi sento di perdere tante Messe. Il P. Sebastiano è forestiero, ed intenzionato d’andare a Revò. Malgrado tutto questo mi rimetto alle provide disposizioni di V.P.M.R., e genuflesso la prego della sua paterna benedizione. Trento 16 agosto 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo servo e suddito F. Grisostomo.

Nota. La lettera fu scritta dal P.M. Leopoldo Eller Paroco di Vigo, cioè dal Prete Mattia Leopoldo, in cui dice, “che il sig. Niccolò Rigoti per una febre terminata veemente è ridoto ad una deboleza, e miseria assai granda”. Così quel buon parroco. Egli fu, che scrisse anche nel luglio. Morì ai 15 di marzo 1805.

532 Li 22 agosto da Verona è venuta a Trento una lettera al detto P. Carlo per il di lui arrivo. 533 Sotto n. 1423. 534 Consegnato alla di lui figlia li 16 agosto. 535 Diretta al P. Provinciale, ed in assenza a me, con un Preme. La ricevetti ai 14 di sera all’Avemmaria. 536 La cognata fu qui anche li 21 e 22 agosto, di nome Domenica.

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1396. 1798 Al P. Daniele Arnoldi da Enno. Metz Lombardo.

R.P. in Cristo osservandissimo. In questa sera essendo ancor a tavola ho ricevuto l’infausta nuova della morte del

suo buon genitore537. Laonde senza verun indugio la ho resa pubblica a questa mia religiosa famiglia, colle umili, e premurose espressioni di V.P.R. e spero, che non riusciranno vane. Io certamente non trascurerò di avere speciale memoria del buon defunto nelle mie fredde orazioni; e pregando V.P.R. che ne abbia di me nelle sue fervorose; la riverisco, e resto. Trento 18 agosto 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che ho dato parte dell’accennata morte anche al di Lei cugino Giovanni de’ Gabrieli.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

1397. 1798

Al sig. Antonio Pedrotti. Trento. Sig. Antonio riverito.

Fra Giangrisostomo Guardiano di san Bernardino lo prega di dare all’esibitore del presente538 due oncie di china polverizzata buona, che poi gli verrà soddisfatta, e lo riverisce ecc. Dal convento di s. Bernardino li 19 agosto 1798.

Fuori. Per il sig. Antonio Pedrotti ecc. Trento nella Contrada di s. Pietro.

1398. 1798 Al sig. Nicolò Rigotti. Vigo di Valdinon.

Sig. Niccolò mio riverito. Eccolo prontamente servito colle richieste due oncie polverizzate di quella stessa

china, che ora usiamo noi in questa nostra infermeria, dopo che le strade venete ci sono state impedite dalla guerra539. Prego Iddio Signor nostro clementissimo, che gliele faccia esser utili, onde resti libero costantemente dalla febbre; e riverendolo mi dico. Trento,s. Bernardino 19 agosto 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Fuori. Al Molto illustre sig. e padrone colendissimo Il sig. Niccolò Rigotti.

Vigo di Valdinon.

1399. 1798

Al sig. Conte Lodovico Bortolazzi. Vattaro. Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo.

Prevengo la festa del santo re Lodovico, del cui nome augusto va degnamente fregiata V.S. Ill.ma, augurandogliela per ogni capo felicissima: ed assicurandola, che per tal fine con tutto il cuore nella medesima festa offrirò a Dio Signor nostro

537 Vedi sopra n. 1075. 538 Nipote del Rigotto vicense. 539 Valutate troni 4,10. Pagate dalla moglie Domenica li21 agosto. Moglie Domenica sollanda viva nel 1801.

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clementissimo la mia Messa. Supplico poi umilmente V.S. Ill.ma, che voglia renderci degni della sua grazia, e carità veramente singolare anche nell’avvenire: e tutto pieno di sentimenti d’ossequio, rispetto, e gratitudine, le fo un profondo inchino, e passo a professarmi. Trento, s. Bernardino 29 agosto 1798540.

Di V.S.Ill.ma Um.mo, osseq.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

Fuori. All’Ill.mo sig. sig. e padrone graziosissimo Il signor Conte Lodovico Bortolazzi di Vattardorff, e Prunnenperg ecc. ecc.

Vattaro.

1400. 1798 Io infrascritto attesto, che oggidì da due Religiosi di questo convento sono state

celebrate due sante Messe nel Duomo sull’altare del SS. Crocifisso, secondo la pia intenzione del sig. Gasparo Bragagna fornaio nella Contrada della Morte. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 22 agosto 1798541.

L.+S. F. Gio. Grisostomo ecc. ut supra.

1401. 1798 Al P. Gasparo da Campo Guardiano di Borgo.

R.P.P.C. Ringrazio di cuore la P.V.R. della limosina, che s’è compiaciuta di mandare a

questa nostra infermeria, consistente in pignatte, boccali542, e butirro, e gliene sospiro la ricompensa dal Signor Iddio, la quale potrebbe essere riposta in una lunga sanità di tutti li di Lei Religiosi sudditi, e molto più della di Lei persona. Io non posso ricambiarla con altro. Rapporto al panno per il vestiario della sua famiglia, ed anche per il P. Geremia, confido, che verrà interamente servita da Fra Placido, cui ho lettola di Lei lettera. Godo sentendo, che il detto Padre Geremia finalmente sia per ritornare all’ovile543; e bramando, che stia sodo, e si rimetta sul piede primiero, lasciandi affatto quello di Primiero, mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 23 agosto 1798.

Sono quattro giorni, che il P. Borgia sta nell’infermeria colla diarrea, senza poter celebrare la santa Messa.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo. F. Grisostomo.

1402. 1798

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R.P. Guardiano.

Sino dai sedici del corrente stanno appresso di me li Santi ordinatimi da V.P.R. aspettando un’occasione sicura, ed opportuna per il loro trasporto. Furono subito soddisfatti con troni undici, e soldi cinque. Il sig. Battista Tommaselli ha ricevuto dal

540 Consegnata li 22 al Palazzo. 541 Consegnato nello stesso giorno alla moglie. Diede poi due petizze sole per ambedue. 542 Le pignatte, ed i boccali furono proveduti dal P. Provinciale: cioè mandati d’ordine del P. Provinciale,

perché inutili ai borghigiani per non essere uniformi agli altri ecc. 543 Per forza fu curato di Cauria in Primiero, e poi cappellano di Borgo. Rivestì l’abito nostro nel convento di

Borgo con grande solennità li 17 settembre 1798.

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sig. Alessandro Moggio di Cles troni sessanta a disposizione del P. Sisinnio. Avendo di ciò parlato con me, ho dovuto rispondergli, che io non so niente rapporto all’intenzione del detto Padre544. Ne do parte a Lei, perché suppongo, che terrà qualche istruzione. Il P. Arcangelo è rinvenuto: ma il P. Borgia impedito dalla diarrea sono quattro giorni, che sta nell’infermeria senza poter celebrare la santa Messa. Il P. Albano è tanto malconcio, che non più va colle lettere alla città. Il P. Sebastiano andrà nell’Anaunia per visitare li suoi parenti, e poi starà qui di famiglia, quantunque non sia predicatore, né cantore. Mi raccomando circa le uova, e riverendola mi dico. Trento 23 agosto 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che ora sto descrivendo il tomo, che ho fatto coi documenti Lomasini.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1403. 1798

Al P. Micchel Angelo da Roveredo. Roveredo. S. Rocco. R.P.P.C.

Tengo per certo, che il libretto desiderato da V.P.R. sia intitolato Modo pratico, e divoto per ascoltare la s. Messa, con esame pratico ecc. il quale fu ristampato come composto dal P. Leonardo da Porto Maurizio in Trento dal Battisti, in 12°, pagg. 24, senza l’anno545. Ho mandato subito colla copia, che ha di esso ha il P. Albano, a cercarne delle altre appresso il Battisti, ed il Monauni; ma con mio dispiacere il messo ritornò colla risposta, che non ne hanno più alcuna copia. Credo d’aver fatto il possibile per renderla ben servita; ma non essendo risuscita la cosa conformemente al mio desiderio, la prego d0avermi per iscusato. Il P. Albano ritrovasi molto malconcio, quantunque stia in piedi. Il P. Borgia è molestato tanto dalla diarrea, che sta nell’infermeria sul letto, e sono già sei giorni, che non celebra la santa Messa. Dovette tralasciare la incominciata bibita delle acidole. La prego di avvisare Fra Donato di Varignano, che tengo da spedirgli quell’involtino, che gli ha promesso il Padre Provinciale. Mi raccomando in precibus, e riverendola resto. Trento 25 agosto 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il P. Sebastiano da Revò starà qui di famiglia. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1404. 1798

Al P. Gioachino da Pressano Ministro Provinciale. Cavalese. M.R.P Benedicite.

Il Padre Agostino col P. Sebastiano, in vigore della grazia fattagli da S.P.M.R. e giunta qui giovedì per mezzo della posta germanica, non già del postiglione fiemasco, partirà per Vigo venerdì sera, per così dimezzare la strada, e farla più facilmente, avendo qualche incomodo in una gamba per una caduta fatta nel canevetto, ed essendo persuaso, che non può far uso della comodità546 offertagli dalla sua cognata. Gl’insinuerò, che sia qui di ritorno alla più lunga per la Natività di Maria Santissima. Il detto P. Sebastiano in questa mattina da monsignor Vicario Generale ha ottenuto la licenza d’ascoltare le confessioni sagramenatli. Rapporto alle autorità, che tiene dal Padre Generale gli ho detto, che conviene mostrarle a S.P.M.R.

544 Vedi sotto num. 1406. Furono spediti a Roveredo nel primo di settembre. 545 Francesco Michele Battisti. 546 *Mezzi di trasporto per persone, come il calesse!

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Ho parlato coi PP. Vicario, e Saverio circa il collocamento de’ tre Religiosi, che si aspettano da Roma, e siamo stati d’accordo di aspettare la loro venuta innanzi di far alcuna risoluzione, perché può darsi, che il novizio sia professo, ed il suddiacono sia sacerdote per ispeciale indulto del Papa547. Il P. Vanson emigrato mi ha fatto una visita, e mi ha detto, che sarebbe venuto con noi dopo la festa dell’Assunta: ma poi non l’ho già veduto. Ho inteso, che gli ha parlato il P. Ubaldo, che s’è esibito ecc. Quindi ho reso avvisato monsignor Vicario.

Il Padre Borgia sta sul letto nell’infermeria col solo male della diarrea, per il quale dal giorno 20 del corrente in qua non ah celebrato la santa Messa. Egli teme di morire: ma il sig. suo nipote medico dice, che non c’è pericolo. In questa mattina ho dovuto dispensarlo dall’officio. Tanto fiacco si trova. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e resto. Trento 27 agosto 1798, di sera.

Suo um.mo, ubbid.mo suddito e servo F. Grisostomo.

P.S. Spero, che il P. Vanson resterà coi suoi Padri Conventuali, perché egli vi sta volentieri: trattano di crearlo maestro de’ due loro giovani Ioas, e Gaetano Marchetti: ed il P. Guardiano Borghese ora vedendo il genio de’ suoi Padri s’è mutato, ed acconsente, che resti. Così ho inteso da un Padre Filippino (Simone Rolandino di Molaro).

Li 12 settembre ho inteso, che il P. Vanson certamente resterà coi suoi Conventuali. Li 17 settembre da lui stesso sono stato accertato, che non verrà con noi. Sta coi PP. Conventuali a s. Trinità eziandio li 26 gennaio 1799.

1405. 1798

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R. P. Guardiano mio padrone riverito.

Ci sono giunte le uova trecento spediteci dalla P.S.R. La ringrazio, e la prego di continuarci la sua carità col mandarcene delle altre. La ringrazio pure del regalo, che ci fa di cento d’esse, e l’accerto, che aggradirò, e chiamerommi soddisfattissimo della limosina, che si compiace di prometterci di formento, e legume548. L’avverto poi, che io ho scritto essere provvedute qui, volendo dire qui a Trento: non già tra le giudicariesi. Fra Placido suppone d’aver mandato il panno anche per il mantello del P. Vicario Illuminato, perché lo trova cancellato nella lista: e se non l’avesse mandato, ora non può mandarlo, perché non ne ha. Mando i Santi, li quali furono soddisfatti con troni undici, e soldi cinque. Ho già ordinato a Domenico, che domani mattina vada in Trento a pigliare il chiesto mazzo di corone naranzette. Rapporto a’ troni 60 il P. Sisinnio ha scritto da Roveredo. Il P. Albano ha ricevuto la lettera del P.V. Illuminato per Vienna. Il P. Borgia è ancora incelebrante. Di nuovo mi raccomando, la riverisco, e resto. Trento 29 agosto 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

Le mando il mazzo delle corone549, che sarà da noi soddisfatto con troni 6, carantani 8.

1406. 1798

547 Nulla ottennero dal Papa. 548 Stari 2 formento; stari 2 legume. 549 Dozzine 10.

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Il sig. Gio. Battista Tomaselli favorirà di consegnare all’esibitore550 del presente li troni sessanta, che tiene a disposizione del P. Sisinnio da Sanzeno ecc. Da s. Bernardino 31 agosto 1798.

Così F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano ecc.

1407. 1798 Al Padre Anacleto da Casezzo Guardiano di Mezlombardo.

R. P. Guardiano. Suppongo, che dal P. Sebastiano di Revò avrà inteso la sollecitudine del P.

Agostino per la visita del suo signor fratello: e come io gli ho detto più volte chiaramente di non potergli accordare il far uso di comodità. La storia sarebbe lunghetta, ed io non ho tempo da perdere. Quindi alla P.V.R. dico solamente, che ieridì quando venne da Vigo un di lui nipote a pigliare la sporta di esso, essendo stato richiesto della licenza di usare comodità, gliela ho negata rotondamente, colla giunta, che ora non ho compagno da dargli. Per altro egli cammina, eziandio fuori di convento, senza dare verun indizio d’avere infermo un piede. Non so dove andrà a finire la faccenda551. Penso bene di render avvisata del passato la P.V.R., cui fu già scritto dal P.M.R. Provinciale rapporto a dargli compagno sino a Vigo, e riverendola resto. Trento 1 settembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1408. 1798

A monsignor Vicario Generale Zambaiti. Trento. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Neppur io tengo memoria veruna rapporto alla consecrazione della chiesa curata di Cadine, quantunque sia stato sollecito di raccorre somiglianti notizie. So per altro, che tal chiesa esistette nel secolo quindicesimo all’anno 1469, nel quale rammentaronsi iura ecclesiae sanctae Helenae de Cadeno. Che sia stata consecrata si rileva dal sapersi, che finora fu celebrato l’anniversario della di lei consecrazione: ma che poi un tale anniversario sia stato celebrato in tre differenti giorni, cioè da certi curati nel giorno di santa Lucia; e da altri in quello della santa Croce; e da altri in quello di sant’Elena titolare della medesima chiesa, giorni tutti e tre quivi solenni per ragione delle tre feste, non posso lodarlo; e sento con piacere, che il moderno rev. signor curato don Giuseppe Cappelletti proccuri di levare un così fatto disordine, chiedendo, che V.S. Ill.ma, e R.ma si degni di assegnargli un giorno di domenica non impedita da altre feste di egual classe. Io suppongo, che possa fargli la grazia del giorno, giacché Ordinarius, si constet de consecratione ecclesiae, et ignoretur dies, potest assignare diem pro festi consecrationis celebratione, in vigore del decreto S.R.C. 18 augusti 1629 in Alexandrina, presso il P. Merati in Indice decr. Brev. num. 69 ed il P. Cavalieri To. 1, decr. 5. Che possa eziandio assegnargli una domenica lo accorda, ma con qualche difficoltà il citato Cavalieri, ibidem. num. 12. Se toccasse a me il fare la scelta dell’accennata domenica, piglierei la prima, o la seconda del mese di luglio. Questo si è

550 Antonio Bazzanella che li ricevette subito. 551 Non andò altro, e non parlò di andare.

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quel poco, che in ordine alla comunicatami lettera del lodato signor curato di Cadine552 ho l’onore di scrivere a V.S. Ill.ma, e R.ma, cui bacio riverentemente le sacre mani, e mi professo. Di s. Bernardino 1 settembre 1798.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Umil.mo, ossequ.mo, obbl.mo servidore F. Gio. Grisostomo da Volano.

NB. Fu assegnata una domenica di luglio.

1409. 1798 Al P. Giangiuseppe di Canzolino Guardiano di Pergine.

R.P.P.C. Avendo inteso, che in breve la P.V.R. manderà a Venezia Fra Bartolommeo per

fare delle provisioni a pro del suo convento, sono a pregarla, che volesse commettere a detto Fra Bartolommeo, che provedesse alcuni capi anche per questo nostro convento di Trento, senza impegno di condurli, ma soltanto di farli condurre fin qua. Spero, che mi farà la chiesta carità; ma pure la prego di assicurarmene con due righe, a vista delle quali spedirolle la lista. Frattanto le fo sapere, che oggidì fu nuovamente sopraffatto dal suo male epilettico il Padre Arcangelo; e riverendola resto. Trento 3 settembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

1410. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Metz. M.R.P.P.C. Benedicite.

In questa sera è giunto finalmente anche il P. Carlo Felice di Bresimo553 col solo suo nipote ex sorore Fra Vigilio di Praghena Suddiacono554. Essendosi presentato all’officio presidiale gli venne detto, che ritorni posdomani col Guardiano. Andrò dunque a ricevere gli ordini sovrani, e poi li notificherò anche alla P.V.M.R. Il cherico non ha voluto essere ordinato sacerdote, perché credesi troppo mancante nella scienza. Il P. Carlo fu Guardiano , ed è svelto. L’altro di lui nipote s’è fermato a Padova su una speciaria, perché da quel laichetto triestino ha inteso, che qui non sarebbe stato ricevuto555. Il P. Arcangelo ieridì fu nuovamente sopraffatto dal suo male. Ora sta colla febbre; ma però in sentimenti. Il P. Borgia ha ripigliata la celebrazione della santa Messa, per essergli cessata la diarrea: ma viene travagliato dal suo flato, e dalle convulsioni, che gl’impediscono di dormire. Il P. Agostino dopo d’aver detto, e preparato tutto per partire nella mattina dello scorso giovedì, non so perché nella stessa mattina alle 4 venne a dormi, che non andava altro. Perciò il P. Sebastiano partì solo. Nella mattina poi del venerdì venne da Vigo un di lui nipote a pigliare la di lui sporta: ed avendomi chiesta la dispensa dal divieto d’usare comodità, gliela negai rotondamente, ed egli non replicò punto. Il P. Agostino mi dice, che nella prossima settimana farà ritorno al suo convento di Borgo, senza però esser guarito. Ho impegno

552 Gioseppe Cappelletti di Trento fatto curato nel 1797, nato circa il 1753. Egli stesso scrive Cappelletti.

L’ortografia fa Cappelletto. Pileolus. 553 Il P. Carlo Felice Panchieri già Gimabattista, vestito gli 8 dic. 1769, nacque li 10 febbraio. 554 Già Cristoforo Vielmetti figlio di Niccolao, battezzato in Preghena gli XI dic. 1772. Vestito nel convento di

s. Francesco in Fonte Colombo diocesi di Rieti nell’Umbria, e Provincia romana de’ Riformati li 29 aprile 1796. 555 Fu vestito Cappuccino a Condino ne’ primi giorni di novembre 1798. È figlio d’un fratello del P. Carlo

Felice Panchieri. Il P. Carlo Felice li 30 agosto 1802 ottenne dal P. Ilario di Montemagno commissario generale con data Araceli la facoltà di poter essere incorporato alla nostra Provincia trentina. Fu dunque incorporato dal P. Provinciale Giovanni Evangelista col consenso d’alcuni Padri nel detto anno 1802, in ottobre.

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di mandar Messe a P. Cornicchio nelle feste: ed ogni giorno feriale a s. Maddalena. Nel prossimo sabato dovrò mandarne due anche al Suffragio, e dio col P. Vigilio dovrò celebrare in Margone. Riceverà la sua predica del Delai candidato di Meano556. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 4 settembre 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, oss.mo, obbed.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1411. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Metz Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Due volte oggidì sono calato apposta in città per sentire cosa vuole da me il signor presidente di questo Consiglio amministrativo; ma non potei ottenere di vederlo per essere troppo tenuto occupato da altri. Dissi dunque al di lui cameriero, che non potendo prima, ritornerò nella prossima settimana. Ebbi per compagno il P. Carlo Felice da Bresimo, che depose là il suo passaporto, e pensa di partire da qui per la sua patria nel prossimo lunedì. Domani si presenterà per ottenere la licenza di ascoltare le Confessioni sagramentali. Io crederei bene, che il di lui nipote chierico fosse collocato in un convento, dove fossero altri chierici. Il P. Arcangelo sta ancora fisso sul letto colla febbre. Oggidì si ha confessato, e domani si comunicherà per assicurare la partita. Lo raccomandi al Signor Iddio, ed a me mandi la sua paterna benedizione, mentre col bacio delle sacre mani mi dico. Trento 6 settembre 1798.

Di V.P.M.R. cui aggiungo, che l’altro ieri è venuto a Trento il signor arciprete di Terragnolo don Leonardo Zanella, con intenzione di non più ritornare in Terragnolo in caso, che non guarisse. Sta presso la sig. locandiera Giovanna Riccina già dell’Europa, non però obbligato a letto.

Um.mo, div.mo, ubbid.mo servo e suddito. F. Grisostomo.

1412. 1798

Al P. Lorenzo da Cavareno Vicario di Cles. R.P.P.C.

Il non aver potuto ritornare da Margone al convento nel giorno da me fissato, mi fa essere importuno alla P.V.R. Bramo di aver per un’ora quel diuturnetto del 1796, che ho veduto di volo, e tiensi dal chierico Fra Vigilio di Praghena557, per trarre da esso due decreti nuovi, ed alcune antifone nuove. Prego dunque la P.V.R. che voglia farmelo mandare colla prima occasione sicura, ed opportuna, assicurandola, che io pure con una somigliante occasione glielo rimanderò intatto. Mi affretto nel fare questa ricerca, perché vienmi supposto, che il detto Diurno sia del fu novizio rimasto in Padova558, e tengasi da Fra Vigilio con ordine di farlo passare alle mani del fratello del mentovato ex novizio. Mi lusingo di venire favorito, e riverendola mi dico. Trento 11 settembre 1798.

556 Niccolò Giuseppe Ambrosio Dellai, figlio di Bartolommeo battezzato li 7 dicembre 1780. Poi Fra Pietro

d’Alcantara professo chierico. Nel 1611 visse Bartholomaeus f. q. Iacobi Deleidi de Mazzanigo plebis Civezzani. 557 F. Vigilio fu ordinato diacono in Trento li 26 marzo 1799 e prete in Trento li 18 maggio 1799. Cantò la sua

prima Messa in s. Bernardino li 20 maggio. Partì verso Bassano con obbedienza del nostro P. Provinciale, che l’obbligò, li 17 dic. 1800, accompagnato sino a Grigno da F. Mansueto.

558 Rimasto in Padova su di una speciaria: poi fattosi Cappuccino in Condino ne’ primi di nov. del 1798 corrente. Fu vestito li sei di nov. 1798 col nome di Frat’Anselmo Panchieri da Baselga. Professò nel 1799 li 7 nov. ivi. Tra’ Riformati fu detto F. Michel Angelo.

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Di V.P.R. cui aggiungo,che qui sta il P. Prosdocimo colla febbre doppia terzana. Il P. Borgia teme di dover morire pel suo male convulsivo.

Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1413. 1798

A Fra Bartolommeo di Cavaelse Laico professo. Venezia. S. Bonaventura. Sia lodato Gesù Cristo Signor nostro clementissimo.

Avendomi risposto il vostro Padre Guardiano con data dei nove del corrente mese, che mandando a Voi la lista delle cose, che desidero provvedute costì in Venezia per uso di questo mio convento, Voi mi farete la carità di provvederle, vi mando qui compiegata la detta lista, e vi prego di proccuarre, che a tempo congruo ci vengano trasmesse le dette cose. Mi preme di avere le medaglie, le corone, ed i rosari per le questue prossime del vino. E quindi se le condurrete Voi, mi farete una carità doppia. Confido nella vostra bontà; ed assicurandovi, che parlerò, e pregherò anche Fra Leonardo da Tesero quando passerà di qui, vi saluto di cuore, e mi dico. Trento, s. Bernardino 13 settembre 1798559.

Vostro cordialissimo Fratello in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano indegno.

1414. 1798

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R.P. Guardiano.

L’accerto, che abbiamo ricevuto dal Cesco le trasmesseci uova 438, e che nella vegnente settimana preparerò le ordinatemi corone. Rapporto ai troni 60 non pensi altro, perché sono stati già spediti a Roveredo secondo la direzione del padre Sisinnio. La prego di mandarmi poi la valuta delle dette uova, e di continuare a spedirmene delle altre, finché le scriverò altramente: e chiedendole scusa dell’incomodo la riverisco, e mi dico. Trento 15 settembre 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che stanno qui nell’infermeria il P. Arcangelo, il P. Borgia, il P. Prosdocimo, e F. Agostino, oltre li soliti. Oggi è partito di qui per Cles il P. Giacomo da Malsesine con un altro suo Padre. Il P. Provinciale si ritrova in Cles.

Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1415. 1798

Al P. Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello S.L.G.C.S.N.C.

Si desidera di sapere, ma senza strepito, ed in segreto, se quella giovane di Strigno, che sta qui come dozzinante appresso le MM. Orsoline, nominata Cristina, e come suppongo (è certamente) di cognome Bertagnoni, sia di razza sana, e non discendente da pazzi, o etici560. Ella tiene una gran brama di clarissarsi, e per altro piace ecc. Voi dunque, che siete stato tante volte a Strigno, ed in molti anni, dovreste trovarvi a segno di poter rispondere con fondamento all’esposto quesito: e perciò ne siete pregato; ed io spero, che mi farete questo favore. Suppongo, che sarete sano, come per la Dio grazia,

559 Spedita per mano di s. Leonardo li 14 settembre. 560 Mi fu risposto,che dicesi di razza sana. Ma nel 1799 sembrasi cangiata di sentimenti. Certamente si cangiò.

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sono anch’io. La stampa del nostro Direttorio è avanzata, essendo ritornato da Insprugg anche il diocesano. F. Agostino dispera di guarire. Il P. Arcangelo ricade di tanto in tanto. Il P. Borgia sta nell’infermeria, dove ora trovasi anche il P. Prosdocimo liberato dalla febbre doppia terzana colla china. Li PP. Epifanio, ed Albano sono affatto invalidi. Io penurio di tempo più del solito. Pregate il Signor Iddio per me, che vi abbraccio di tutto cuore. D. G. (Deo gratias). Trento 15 settembre 1798.

1416. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Cles. Molto Rev. Padre padrone colendissimo benedicite.

Se ne viene a V.P.M.R. un povero novizio della Provincia serafica Osservante detto Fra Tommaso Grigio di Padova chierico d’anni 23 cominciati nello scorso luglio561: vestito in Assisi già dicidotto mesi, e munito d’indulto apostolico per poter professare ovunque, con raccomandazione del Padre Ilario da Montemagno commissario Generale ecc. Egli brama di restare in questa nostra Provincia. Io gli ho proposto molte difficoltà, e l’aveva persuaso di ritornare a Padova; ma nell’atto di congedarsi fu persuaso altramente da un altro562. Laonde io non essendo sicuro de’ miei sentimenti, per non peccate contro il testo della nostra santa Regola, che dice mittant eos ad suos Ministros lo lascio venire a S.P.M.R. Vi è chi crede, che accettandosi, potrebbe collocarsi a Mezzolombardo col chierico Soverino per finire d’imparare il latino. Un altro pensa, che ora può considerarsi come umbro, non essendo venuto da Padova. Egli si protesta disposto ad incominciare il noviziato. Voleva essere Riformato, e già nel 1793 teneva l’accettazione, tra’ veneti suoi; ma il di lui padre563 bisognoso di aiuto, non gli permise di effettuare i suoi desideri. Basta. Da lui sentirà di più. Io non ho verun impegno. F. Agostino è perplesso circa il ritornare al suo convento. Gli ha scritto il suo Guardiano, il quale vorrebbe, che guarisse interamente, egli accenna quanto gli ha scritto S.P.M.R. Io non so cosa dire; bensì che se ritornerà F. Giuseppe mi sarà più vantaggioso. Il P. Prosdocimo a forza di china si ritrova ora senza febbre. Il P. Borgia ieridì non poté celebrare, ed ebbe bisogno della siringa. Il P. Arcangelo celebra; ma sta molto ritirato. Il P. Davide li 29 del corrente predicherà in san Michele per le primizie sacerdotali d’un Canonico Regolare564. La Ca di Dio ci ha dato i tre discorsi natalizi. La prego della sua benedizione paterna, e resto. Trento 17 settembre 1798. Suo ubb.mo suddito F. Grisostomo.

P.S. In questa stessa sera il Padre Vanson mi ha detto, che non verrà più con noi. Deo gratias. La cella, che aveva preparata per lui, servirà per il P. Sebastiano, se ritornerà. Non so se sia più tra’ viventi dopo tanti giorni565.

1417. 1798

561 Vestito li 13 marzo 1797 in Amelia, e cominciò l’anno del noviziato canonico in Assisi a s. Maria degli

Angeli ai 16 agosto 1797. Partì di qui li 18 di mattina. Fu di ritorno li 26 mattina. Nacque li 27 luglio 1776 e fu battezzato li 28 coi nomi di Giuseppe Marco Antonio, figlio di Francesco. Ha un solo fratello più giovane: e tiene sentimenti ottimi per vivere da Riformato. Capitò da Verona a Trento li 16 settembre 1798. Ha professato in Metz Lombardo nella mattina dei due di febbraio 1799 col nome di Fra Francesco Serafico. Ora 1802 li 17 ottobre si chiama F. Francesco Antonio di Padova e sta in s. Daniele di Lonigo, colla licenza e speranza d’essere incorporato agli Osservanti veneti nella futura congregazione del maggio 1803.

562 Vigilio. 563 Padre fruttaiuolo, cioè mercante di frutta. 564 nativo tedesco, che sarà ordinato suddiacono, diacono e sacerdote in questi giorni 21-23. Ha un zio paterno

Guardiano degli Osservanti di Padova. 565 Fu di ritorno li 19 settembre.

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Io sottoscritto confesso, e attesto d’avere ricevuto dal sig. Antonio d’Antoni566 troni 20, dico troni venti da spedire a Roveredo, perché sieno a disposizione del Padre Accursio Guardiano del convento di san Rocco. In fede ecc. Dato in Trento li 18 settembre 1798.

Antonio Bazzanella servo del convento di s. Bernardino, che per non sapere scrivere ho fatto questo segno +

Nota. Li detti troni furono spediti al sig. Antonio dal sig. Steffenelli di Fondo, a nome del signor arciprete di Fondo Francesco Aliprandini di Praghena, fratello del mentovato Padre Accursio, che ultimamente fu in Fondo.

1418. 1798

Al P. Accursio Aliprandini di Praghena Guardiano. Roveredo. Rev. Padre Guardiano.

Il sig. Antonio d’Antoni567 oggidì ha mandato venti troni a me, perché li faccia passare a pro, e disposizione della P.V.R. per commissione del R.mo sig. arciprete di Fondo di Lei degnissimo fratello. Io non gli ho toccati; ma ho permesso, che li riceva in custodia il nostro servo Antonio Bazzanella. Sappia dunque, che le saranno spediti colla prima occasione sicura, che ci si presenterà, o che da Lei ci sarà indirizzata. E riverendola resto. Trento 18 settembre 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che il sig. arciprete di Terragnolo guarisce. Deo gratias.

1419. 1798 Al Padre Gioachino Ministro Provinciale. Cles.

M.R.P. Benedicite In questo punto il P. Prosdocimo, e Frat’Agostino mi hanno insinuato la loro

risoluzione di partire domani verso i loro rispettivi conventi568. Il signor medico ha detto, che può andare anche F. Agostino, giacché qui on ha da pigliare altri rimedi particolari, ed è in istato di poter fare qualche cosa nel suo convento. Il medesimo F. Agostino ringrazia la carità di V.P.M.R. e riservasi di pregarla nuovamente in caso, che ne diventasse bisognoso. Gli dispiace d’esser tenuto per volubile,parendogli di non esser tale; ma d’aver chiesto di venir qua sperando di provarne giovamento. Bramo, che tutti guariscano presto, e si conservino sani lungamente. La prego della sua paterna benedizione, ed in fretta mi professo. Trento 19 settembre 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, ubbid.mo servo e suddito F. Grisostomo.

1420. 1798

Al P. Accursio di Praghena Guardiano. Roveredo. Rev. Padre.

Coll’opportunità del Terziario borghigiano (F. Mansueto Giacomozzi di Segonzano) gli spedisco i venti troni accennatigli con un’altra mia de’ 18 del corrente. Ed in aspettazione della ricevuta, lo riverisco, e mi dico569. Trento 20 settembre 1798.

566 Questi montò, e fece la guardia nazionale nella Piazza grande di Trento li 27 aprile 1801, alle sei di sera, essendo nell’anno ’97 di sua etade. Morì li 26 dic. 1801.

567 Certo Sebastiano degli Antoni ha tradotto la Sifilide, poema di Girolamo Fracastoro, e la stampò in Bologna 1738 in 4°. Anch’io per altro scrivo degli Antoni; ma li trentini amano di scrivere d’Antoni, ed anche Deantoni.

568 Sono effettivamente partiti li 20 settembre. 569 Rispose subito.

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Suo div.mo servo F. Grisostomo.

1421. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Cles. M.R.P. Benedicite.

Prego la P.V.M.R. di far passare al P. Romedio la qui compiegata patente, e di far sapere al P. Vicario Lorenzo, che ho ricevuto il chiesto Diurno. Ai 19 fu qui di ritorno il P. Sebastiano, ed ai 20 sono partiti da qui il P. Prosdocimo, e F. Agostino. Iermattina il P. Arcangelo fu di nuovo sorpreso dal suo male, preceduto da tanta debolezza di testa, che a stento diceva Messa, e recitava il divin officio. Ora giace sul letto, ma parla dritto. Giovedì prossimo il dovrò andare alle monache come confessore straordinario. Ciò mi riuscirà molto importuno; ma pure l’ho accettato per fare la volontà delle stesse Religiose, e del signor Provicario. La prego della sua paterna benedizione anche per questo impegno; e col bacio delle sacre mani mi professo. Trento 22 settembre 1798.

Di S.P.M.R. Um.mo, obb.nmo, ubbid.mo servo e suddito F. Grisostomo.

1422. 1798

Al P. Vito Antonio da Cles Guardiano. Cavalese. R.P.P.C.L.I.C.

Spinto dal bisogno vero verissimo ritorno a V.P.R. pregandola umilmente, che voglia farmi la carità di rinnovare a Giacomo Facchin del Forno la memoria, che il trentesimo di sante Messe da lui ordinato, fu da noi terminato già sette mesi, voglio dire nello scaduto febbraio; e che perciò nuovamente lo preghiamo della promessa limosina, tenendone un presente vero bisogno. Non vorrei, che l’affare andasse tanto alla lunga, che svanisse, e dovesse riporsi al fine del libro tra gli altri disperati. Confido nella carità, ed industria di V.P.R., e chiedendole scusa della mia importunità, la riverisco, e resto. Trento 24 settembre 1798570.

Di V.P.R. cui aggiungo con dispiacere che il P. Arcangelo giace sul letto col suo male.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1423. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate altre dodici sante Messe, ordinate dal signor Giuseppe Dante di Trento571, in suffragio della fu signora Anna sua consorte. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 25 settembre 1798572.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1424. 1798

Al Padre Romedio Keller di Cles. Cles. R.P.S.L.G.C.

570 Questa non fu spedita, perché venne un’altra del P. Vito. 571 Sopra num. 1394. 572 Consegnata in proprie mani li 25 settembre 98.

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Il Padre Arcangelo essendo stato nuovamente sopraffatto dal suo male, non si trova in istato di leggere, e molto meno di scrivere. Io dunque gli ho letto la lettera di V.P. ed io pure le rispondo, che il detto Padre già qualche anno consegnò a me un quaderno contenente tutto ciò, che ha raccolto per scrivere la storia dell’Anaunia. Ora per servire l’Ill.mo signor Giacomo Maffei l’ho cercato; ma non ho potuto ancora ritrovarlo, perché le cose mie sono troppo confuse, e disperse, non avendo ancora potuto unirle, ed ordinarle dopo che nel giorno 19 di maggio del 1796 per la ritirata delle armi austriache cacciate dai francesi, dovemmo precipitosamente cedere ai soldati feriti questo nostro convento. Per altro sono di avviso, che non credo esserci cose di rimarco nel detto quaderno. Lo cercherò un’altra volta, e riuscirammi di ritrovarlo, e di notar in esso qualche cosa, che possa servire all’intento del nuovo storico tirolese573, mi farò pregio di comunicarlo al lodato ill.mo signor Maffei: appunto come ultimamente ho fatto rapporto a questa città di Trento con un altro signore574, incombenzato da un altro, che io suppongo l’accennato tirolese. Avverto però, che sono troppo scarseggiante di tempo, tenendo oltre gli antichi miei impieghi, quello del guardianato, ed anche di confessore straordinario delle monache. Frattanto prego V.P. di umiliare i miei ossequi al predetto ill.mo signore; e riservando ad un altro giorno il risponderle rapporto alle rubriche, la riverisco, e resto. Trento 25 settembre 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1425. 1798 Io infrascritto attesto, che da un Religioso di questo convento fu celebrata una

Gregoriana consistente in trenta sante Messe dette senza verun intervallo, secondo l’instituzione di san Gregorio in trenta giorni continui, per il fu Bartolommeo Catone575 di Ciago, ordinate da Bartolommeo figliuolo del medesimo. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 25 settembre 1798576.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1426. 1798 Al Padre Accursio di Praghena Guardiano. Roveredo.

R.P.P.C. Iersera il R.mo signor arciprete di Terragnolo (Leonardo Zanella di Povo) ha

ricevuto lettera da codesti Padri Cappuccini, che non possono servirlo col discorso del Rosario, quantunque n’avessero prima preso l’impegno. Quindi per mezzo mio egli prega la P.V.R. che voglia favorirlo coll’accennato discorso andando essa, o mandando qualche suo Padre predicatore. Mi tengo sicuro sicurissimo, che seconderà la sincera brama del lodato signor arciprete; ma ciononostante la prego di accertarmene maggiormente con due righe. In attenzione delle quali riverendola mi dico. Trento, s. Bernardino 25 settembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

573 Cavaliere insbrucchese. 574 Puzzer. 575 *Catoni. 576 Nel giorno 30 ed ultimo di settembre in nome di me assente fu dato al Catone un simile attestato dal Padre

Davide di Tiarno.

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1427. 1798

Al P. Vito Antonio da Cles Guardiano. Cavalese. R.P.P.C.

Riconosco per un miracolo impetratomi dal nostro Serafico Patriarca, cui negli scorsi giorni sonomi singolarmente raccomandato, che la P.V.R. mi abbia favorito colla limosina Wisera, la quale mi riesce molto opportuna per la cambiale veneta, per il macello, e per altre necessità indispensabili. Ringrazio dunque il Signor Iddio, il P. S. Francesco, ed anche la P.V.R. cui confessomi debitore anche per la memoria, che tiene della limosina promessa dal Facchini del Forno, il quale dopo tanti mesi dovrebbe risolversi, e non obbligarmi di rammentarlo in tante rese de’ conti. Confido nella carità, ed industria della P.V.R. e spero di venire sussidiato. Sento con molto piacere i buoni principi dei neo novizzi (Dellai, Sanlugano, e Moena)577 e prego Iddio, che li faccia costanti578. Tengo nelle mani gli attestati per il Dellai, il quale dicesi adolescens optimis moribus imbutus, e diligentissimo nello studio, fatto con profitto non mediocre. Fu battezzato in Meano li 7 dic. 1780, coi nomi di Niccolò Giuseppe Ambrosio: e fu cresimato da monsignor Sizzo. Finisco in un colla carta, dicendole, che il P. Arcangelo guarda il letto, ringraziandola, e riverendola. Trento 25 settembre 1798.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

1428. 1798 Al P. Gasparo da Campo Guardiano. Borgo.

R.P.P.C. A tenore di quanto la P.V.R. ha scritto a F. Abbondanzio sonosi provvedute tre

lingue salate salisburghesi, non già dal negozio delle Armi, perché ha risposto, che non ne tiene presentemente, ma da un altro, dal quale ne abbiamo pigliato due anche per noi nello stessissimo tempo. Non sono belle, ma non si poté ritrovarne altre. Il prezzo loro è di troni quattro, e mezzo l’una, e quindi per tre dovransi dare troni tredici, e mezzo. Io ne ho contratto l’impegno, ed in conseguenza le farò soddisfare, sicuro d’essere corrisposto dalla P.V.R. cui mi esibisco anche in seguito, e riverendola eziandio per parte di F. Abbondanzio, mi dico579. Trento 26 settembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1429. 1798

Allo stesso Padre Gasparo. Borgo. R. P.

Eccola servita colle tre lingue salate, delle quali le ho scritto ieridì. Furono distinte dalle nostre, ed impaccate così dallo stesso mercante, che ce le diede. Bramo, che le riescano di aggradimento, e senza più la riverisco. Trento 27 settembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1430. 1798

Al Consiglio amministrativo di Trento.

577 Vestiti ai 17 settembre. 578 F. Pietro d’Alcantara Dellai; F. Lodovico Rovisi da Moena, che uscì nell’agosto del 1799. 579 Corrispose subitissimo il primo di ottobre.

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Eccelso Imp. Reg. Consiglio Amministrativo580. Fra Tommaso da Padova chierico francescano essendo stato costretto di partire dal

convento di Assisi, e di abbandonare la sua madre Provincia Serafica, o sia dell’Umbria, in virtù del decreto emanato dalla Repubblica romana contro degli esteri, accennato nel qui annesso documento sotto la lettera A. ed avendo chiesto d’essere ricevuto in questa Provincia trentina, ottenne da di lei Ministro la promessa di venire accettato, qualora l’eccelso Consiglio benignamente lo accordi, siccome appare dal documento prodotto sotto la lettera B. Perciò supplica umilissimamente lo stesso eccelso Consiglio del suo benigno consenso581. Che della grazia il Signor Iddio ecc.

Al di fuori:

All’Eccelso Imp. Reg. Consiglio Amministrativo di Trento

Umilisssima supplica di

Fra Tommaso da Padova chierico Francescano

Coi Prodotti Let. A. e Lett. B.

Lett. A. I.M.I.

Giacché in virtù del decreto emanato dalla Repubblica romana contro degl’esteri, Voi Fra Tommaso di Padova chierico, venite costretto ad abbandonare questa vostra Madre Provincia Serafica582; vi si concede perciò facoltà di restituirvi alla patria. E Iddio vi benedica,, vi feliciti, e vi accompagni. Dat. dal sacro Convento di s. Maria degl’Angioli presso Assisi il dì 27 giugno 1798.

L.+S. F. Felice Cuccioli Ministro Provinciale.

Lett. B. F. Tommaso da Padova Religioso francescano, essendo stato scacciato dalla

Repubblica romana come forestiere, venne da me prestandomi a volerlo ricevere in questa Provincia. Io considerando il di lui compassionevole stato, ed attesi i di lui buoni attestati, come pure che è presentemente suddito del nostro augustissimo monarca, mi sono offerto di accettarlo, qualora però l’eccelso Consiglio benignamente lo accordi. Dal convento in Cles li 29 settembre 1798.

L.+S. minoris F. Gioachino da Pressano

Ministro Provinciale de’ Francescani ecc. Nota. Così ho scritto, e descritto li 30 settembre 1798, secondo l’istruzione del sig. dottore Agostino Torresani di Cles consigliere di Trento, cui fu il tutto consegnato dal P. Davide nel primo giorno di ottobre, perché lo faccia subito passare nelle mani del signor presidente Baroni Cavalcabò. Fra Tommaso è qui con noi sino dai 26 dello scaduto settembre. Ritornò dall’Umbria a Trento li 29 aprile 1801, sacerdote.

580 Sopra n. 1416. 581 Nel 1800 fu data una patente con questo principio: Nos Praeses, cancellarius, et consiliarii imperialis regii

Consilii administrativi principatus Tridenti. Datum Tridenti ex cancell. I.R. Consilii administrativi die 2 febr. 1800. Phil. Baroni Cavalcabò etc. Il Conte Alberto Cancell. Bernardinus Manci ecc. Col sigillo di Pietro Vigilio vescovo e principe di Trento.

582 degli Osservanti.

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1431. 1798

Al P. Patrizio Guardiano di campo. R.P. Guardiano.

Abbiamo ricevuto le due stara di legume, che la P.V.R. s’è compiaciuta di mandarci. La ringrazio, e riservomi di ringraziarla eziandio del formento quando ci farà la carità di mandarcelo. La prego poi di favorirci presto più che può delle chieste uova; e l’assicuro, che abbiamo consegnato al beccaio sei mazzi di corone picciole di legno del num. 10, già pagate con troni ventuno. Al medesimo beccaio darà il panno per il mantello del P. Vicario Illuminato Fra Placido. La riverisco, ringrazio, prego, e resto. Trento 2 ottobre 1798.

P.S. Egli è dai 30 di luglio in qua, che non andiamo a mortori. È cessata per la Dio grazia la mortalità degli anni scorsi. Ora muoiono i gatti. A noi sono morti tre novizzi.

Suo div.mo, obbl.mo F. Grisostomo.

1432. 1798 Al P. Accursio Guardiano in Roveredo.

R.P. Ho ricevuto le due sue. La ringrazio del favore, che mi fa servendo al R.mo sig.

arciprete di Terragnolo col mandargli un predicatore per il Rosario, e facendole sapere, che venerdì prossimo sarà costì in Roveredo, e verrà a riverirla, le dico, che per mezzo del P.P. Saverio ho insinuato al R.mo signor Provicario le di Lei premure rapporto alla benedizione della campana nuova. Egli rispose,che potrà venir delegato a benedirla monsignor Piccini, supposto, che per altro si porti a Roveredo. Sono stato a chiedere quando sia per venire, ed ho inteso, che aspettasi di giorno in giorno; ma non si sa se calerà sino a Roveredo. Subito, che saprò la di lui venuta, porterommi ad inchinarmegli, e m’informerò. Ma prima di fare altri passi nel Castello vorrei esser certo, che la campana sia in Roveredo. Quindi per ora non le dico altro: e riverendola resto. Trento 3 ottobre 178.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1433. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. In Metz Lombardo. M.R.P. Benedicite.

Ierlaltro per mezzo del P. Davide ho fatto passare nelle mani del signor consigliere Agostino Torresani il memoriale, di cui qui le mando una copia; ma non ho ancora inteso verun effetto del medesimo. In caso, che dovessesi aspettare la risposta da Insprugg, la cosa andrebbe in lungo, e perciò pregherei la P.V.M.R. che tirasse a Mezzo[lombardo] il chierico, specialmente dopo la venuta di quello, che sta per professare in Fieme. Per altro noi siamo assai contenti del medesimo chierico. Egli fa tutto, ed anche bene, e di proprio moto, come se fosse allevato da noi: è modestissimo, ritirato, umile, amante di leggere. Canta, e legge irreprensibilmente in coro, e nel refettorio. In somma io spero in bene di lui, e desidero, che vanga consolato. Anche li PP. Vicario, e professore acconsentono, che venga accettato, e molto più gli altri. Rapporto all’infermeria non c’è novità. Mancami ancora Fra Giuseppe. L’Ubaldo continua la sua pratica di confessarsi da esteri anche sul monte. Onde ho risoluto oggidì d’andar a vietargli l’ascendere si di quello. Domani saremo favoriti colla Messa cantata

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dal Padre Fulgenzio Meichelbeck Agostiniano, e sarà nostro commensale il R.mo signor arciprete di Terragnolo Leonardo Zanella, il quale venerdì partirà verso la sua chiesa, nella quale domenica sarà servito col discorso del Rosario dal nostro Padre Ciriaco di Lazzise583, essendosi scusati li Padri di Santa Catterina584, con gran piacere del medesimo signor arciprete. La prego genuflesso della sua paterna benedizione, e resto. Trento 3 ottobre 1798.

Di V.P.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito. F. Grisostomo.

1434. 1798 Alla sig. Maria Rosa Ciani di Trento. Vaccia nell’Ungheria.

Ill.ma sig. sig. e padrona colendissima. Dopo di essere stato più volte in Casa Tomazzoli585 per avere qualche notizia di

V.S. Ill.ma, e del di Lei lungo viaggio, finalmente da Cles mi pervenne l’aspettatissima, e graditissima sua lettera586. Con essa subito son calato in città, e con gran piacere ne ho dato parte alla signora Fraila Margherita Travaglia, a tutti e tre i signori Tomazzoli, a S.E. la signora contessa Antonia Migazzi, alla signora fraila contessa Marianna di Thunn, essendo presenti l’eccellentissime signore contesse Vigilia587 di Thunn, e Pia di Wolckenstein, ed in fine alla sorella della sua cameriera Beppele588, non avendo ritrovata la di Lei madre (Vedova Marta Odoricia). Tutte queste, come pure tutti li miei Religiosi, nominatamente F. Abbondanzio, mostrarono di godere delle fortune riuscirle così prospero di V.S.Ill.ma, e m’ingiunsero di riverirla, e di augurargliene il buon pro, e la continuazione, siccome fo colla presente. Per altro io temetti molto, che un così fatto viaggio, ad onta de’ presi comodi, potesse riuscirle così prospero, e felice. Perciò io feci parte del mio preciso dovere accompagnandola ogni giorno colle mie miserabili orazioni: e dopo di avere inteso, che fu tanto felice, ne ringraziai Sua Divina Maestà, cui terrolla raccomandata eziandio nell’avvenire, perché in simil modo la prosperi nella sua presente situazione. Suppongo,che a quest’ora sarà venuto il Padre confessore italiano, che aspettava a s. Michele: e confido, che quand’anche non venisse, o non le andasse a grado, potrà valersi di qualche altro tedesco, che sarà più facile da ritrovarsi. Ella forse da principio proverà della ritrosia, ed angustia; ma io spero, che presto la supererà colla forza de’ più riflessi, e del bisogno. Favorirammi, se su di questo me ne darà col tempo qualche cenno589. Presentemente non ho alcuna novità da scriverle, se non che c’è un commissario tedesco per la causa del Magistrato consolare coi mercanti: che tutto il brascato del Castello fu incantato: che le vendemmie sono abbondanti590: che i prezzi de’ brascati sono alti, che dal penultimo giorno di luglio in qua non ho sentito alcun morto notabile. Finisco pregandola de’ miei sinceri ossequi a monsignore suo degnissimo

583 Partì effettivamente chiamato. 584 Cappuccini. 585 Del sig. Giovanni qm Giuseppe, proccuratore del sig. Leonardo Ciani canonico di Vaccia, ed abate mitrato

di Colocia. 586 La lettera fu data in Vaccia li 16 settembre e mi pervenne da Cles li 30 settembre di sera. A Trento li 26, a

Cles li 27. 587 Vigilia cioè vedova del Conte Vigilio, e Pia, cioè moglie del Conte Pio. Così diconsi comunemente. 588 Beppele, o sia Gioseffa Odorici, giovine di circa 30 anni. 589 Ella è morta in Vaccia li 15 dic. 1798. Si allettò nella sera de’ 9 dic. Il confessore che l’assistette, fu il signor

abate Giovanni Proszkay professore nel seminario di Vaccia, che studiò nell’Italia. 590 Cominciate il primo d’ottobre, ed anche da diversi avanti.

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fratello; e pieno di sentimenti di stima, e gratitudine riverendola mi professo. Trento 3 ottobre 1798591.

Di V.S. Ill.ma, cui aggiungo, che ho fatto l’ambasciata alla sua lavandara. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano592.

Trento Fuori. All’Ill.ma sig. sig. e padrona colendissima

La sig. Maria Rosa Ciani Vienna Vaccia

Nell’Ungheria. Nota. La detta signora Rosa è partita in calesse da Trento gli otto di agosto. Passò

per Brunnegg capitale della Pusteria, dove pigliò una cuoca d’anni 18, e giunse a Vienna li22 d’agosto. Vi si trattenne nove giorni, e nella sera dei tre di settembre fu in Vaccia, dove abita nel palazzo vescovile, in bellissime, ed ottime stanze. Mi scrive, che nella diocesi di Vaccia i cattolici sono 19.905, li calvinisti, e luterani 132,524; li greci scismatici 1558 e gli ebrei 3563, li quali tutti fanno 157.550 uomini.

1435. 1798

Al P. Gregorio Fatarsi da Caldese. Maestro. Pergine. Rev. Padre.

Accerto la P.V.R. che ho ricevuto la sua coll’infausta nuova della morte del suo buon genitore; e che in questa sera l’annunzierò a questa mia religiosa famiglia perché venga suffragato da tutti e cadauno di essa non solamente cogli statutari, ma eziandio con supererogatori suffragi. Ho subito mutata l’intenzione, che aveva fatto delle sante Messe di domani, e lo ho notate per il lodato genitore: per il quale anch’io certamente farò da poveretto qualche cosa. La suppongo rassegnata alle sempre adorabili disposizioni del Signor Iddio; e riverendola resto. Trento 5 ottobre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1436. 1798

Al P. Giangiuseppe di Canzolino Guardiano di Pergine. R.P.P.C.

Avendomi detto Fra Leonardo, che la P.V.R. s’è generosamente esibita di soddisfare in Venezia eziandio il debito contratto in questi giorni da questo convento, ardisco di pregarla dello stesso favore, assicurandola, che sarà prontamente corrisposta. Il debito sta su la qui compiegata cartella. Rapporto al nome del creditore suppongo, che l’intenderà da Fra Bartolommeo, cui professomi obbligato. Vivo sicuro del chiesto favore, ed in attenzione de’ di lei avvisi la riverisco, e mi dico.

Trento 5 ottobre 1798. Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo

F. Grisostomo.

591 Data alla porta li 5 ottobre. 592 Rapporto al modo di scrivere a donne proccuro di osservare quanto ho riferito ne’:Tovazzi Giangrisostomo

OFM, Lumi opportuni per chi vuol e deve osservare la castità e fuggire il vizio contrario cavati da diversi autori. Trento 1780, pp. [8] + 1-293. BSB MS 118, pp. 314, 315, 320, 73,

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1437. 1798

Al Padre Amedeo da san Niccolao di Roveredo. Roveredo. Rev. Padre.

Eccola servita coll’intero frontispizio del grosso volume di Seneca, richiesto dal gentilissimo sig. abate Constantino Lorenzi593, che tegniamo qui noi. Se posso servirla eziandio in altro, mi esibisco; e raccomandandole di fare, che il nuovo sig. arciprete di Terragnolo venga sempre ben servito, e compiaciuto, la riverisco, e resto. Trento 6 ottobre 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1438. 1798 Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Metz Lombardo.

M.R.P. Benedicite. In questa sera tarda ho ricevuto la lettera di V.P.M.R. colla data dei cinque. Onde

l’assicuro, che avviserò Fra Placido rapporto al sospendere la spedizione de’ panni per li religiosi forestieri, che non hanno ancora un domicilio fisso, e che pregherò il sig. Giambattista Tomaselli affinché mandi 800 troni al sig. Antonio Grandi in Pergine, subito, che potrò andare per città. Dal P. Guardiano intenderà, che il memoriale di Fra Tommaso da Padova vuolsi spedire dal sig. presidente sino a Insprugg. Io sono stato costretto di scriverlo in fretta, ed ho messo chierico perché così ha l’ubbidienza del Padre Provinciale d’Assisi annessa allo stesso memoriale. In caso, che venga il rescritto favorevole con condizioni disgustose, la P.V.M.R. potrà scansarle col rimandare indietro il detto chierico, il quale domani verrà costà non mandato da me, ma condotto dal P. Guardiano di costì. In questa sera è capitato qui di ritorno P. Giuseppe, benché io non l’abbia chiamato. Mi dice, che il P. Guardiano di Borgo lo ha lasciato venire, e che non gli ha fatto verun cenno della licenza, che aveva di trattenerlo. Iersera è giunto qui il P. Basilio con F. Quirico, ed oggidì è partito per Albiano. La prego della sua paterna benedizione, e resto. Trento 8 ottobre 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, div.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1439. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate nel corrente anno sei sante Messe per il Legato annuo del quondam Giacomo Hell, e nove altre, compresa una cantata, per il Legato parimente annuo del quondam Gio. Maria Tinno, tutte ordinateci dal nobile signor capitano Vincenzo de’ Bernardi come massaro del Luogo Pio detto delle Fradaglie di Trento. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 9 ottobre 1798594.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1440. 1798

593 Constantino Lorenzi da San Niccolò prete professore nel ginnasio di Roveredo, nato circa il 1758. Egli

dicesi da San Niccolò dalla patria, ed il P. Amedeo dalla famiglia. 594 Consegnato in proprie mani li 10 ottobre.

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Io infrascritto prego i nobili signori daziali, che vogliano lasciar passare libero, e franco l’esibitore della presente595 ritornando alla sua casa di Fieme, dopo d’aver condotto, e tuttora conducendo delle robe ad uso, e beneficio de’ nostri Religiosi. Che della carità il Signor Iddio,ed il nostro Serafico Patriarca ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 9 ottobre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1441. 1798

Al P. Gasparo di Campo Guardiano di Borgo. R.P.

Inteso avendo da F. Giuseppe, che la P.V.R. brama di essere assicurata, che il tramessiero ausugano (Isidoro) abbia portato qua il prezzo notificatole delle tre lingue, le fo sapere, che lo portò fedelmente. Io non le scrissi di ciò, perché allora non fui nel convento, e dopo pregai, che facesse le parti mie il P. Amando inviato per costà. Nella letterina, con cui accompagnai le lingue, non potei far cenno del detto tramessiero, perché la scrissi nel giorno 26 di settembre, ed il tramessiero venne a pigliare le lingue col prezzo nel primo di ottobre. Ho piacere, che sia ritornato qua Fra Giuseppe, avendo un continuo bisogno di Religiosi attivi. Per altro io non l’aspettava così presto, attesa la licenza, che il Padre Provinciale mi scrisse d’averle accodata di trattenerlo sin che avesse fatto le cerche del vino, e delle castagne. Mi raccomando in precibus, la riverisco, e sono. Trento 9 ottobre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1442. 1798

Al P. Gioachino Ministro Provinciale. Metz. M.R.P. Benedicite.

Iersera ho scritto alla P.V.M.R. che avrei eseguita l’incombenza datami rapporto al sig. Tomaselli tosto che avessi potuto andare per la città. Ora le fo noto, che avendola commessa al P. Davide, andato in città per altro (cioè per parlare al sig. Giuseppe Rubini di Valdagno596) egli portò il destinato per il sig. Antonio Grandi, e consegnollo ai Padri Guardiano Giuseffantonio, e Niccolò, che in questa stessa sera sono andati a Pergine. Mi affretto di darle questo riscontro per suo regolamento, e sua quiete. E col bacio della sacre mani la prego della sua serafica benedizione, e mi professo. Trento 9 ottobre 1798.

Di V.P.M.R. Um.mo, obbl.mo, ubbid.mo servo, e suddito F. Grisostomo.

1443. 1798

Al P. Giangiuseppe Guardiano di Pergine. R.P.S.L.G.C.

Insieme colla presente riceverà la P.V.R. dal Terziario F. Leonardo un lungo pesante rotolo diretto al sostituto per il suo convento, e contenente l’importo della cambiale per Venezia, di cui la ho pregata con un’altra mia, fatto dai signori Pifferi, e

595 Varesco di Panchiato, nipote di F. Agnello, che con un carro condusse a Pergine la lana nostra di Fieme: ed

ha perduto presso Civezzano il viglietto del P. Guardiano di Cavalese in Fieme. 596 Nel 1699 fu vescovo di Vicenza il cardinale Rubini.

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sigillato, contenendo, siccome suppongo troni 696,12, cioè secento e novantasei troni, e dodici soldi. Quantunque io mi tenga più che sicuro del latore, pure la prego di favorirmi della ricevuta con due sue righe per mia quiete, e mio regolamento597. La ringrazio del favore, la riverisco, e resto. Trento 13 ottobre 1798.

Di S.P.R. Div.mo, obb.mo servo F. Grisostomo.

1444. 1798

Al P. Pietro Damiano di Borgo Guardiano d’Arco. Le Grazie. R.P.

In questa sera ho ricevuto da Gardolo la qui compiegata lettera del P. Bartolommeo Gerloni Domenicano598 colla falsa data de’ 15 ottobre, e colla inchiusa lettera del P. Alessio di Varignano al medesimo599. Le mando entrambi alla P.V.R. per il motivo accennato in esse: e con questa occasione avvisandola, che risponderò al quesito del signor curato tiarnitano, don Martinelli, quando avrò un momento di tempo da fare somiglianti studi600, essendo stato ne’ giorni scorsi confessore straordinario delle monache, e molto occupato, la riverisco, e mi dico. Trento 13 ottobre 1798. La prego della carità de’ cartoncini per li Direttori.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1445. 1798

Al P. Bartolommeo Gerloni Domenicano. Gardolo. Molto Rev. Padre padrone colendissimo.

Rendo avvisata, e certa la P.V.M.R., che iersera ho ricevuto la sua stimatissima coll’inchiusa, e che senza verun intervallo di tempo le ho inserite ambedue in una mia diretta al Padre Guardiano delle Grazie d’Arco601. Se posso servirla in altro mi comandi liberamente, poiché troverommi sempre quel desso, che riverendola mi dichiaro. Trento, s. Bernardino 14 ottobre 1798.

Di V.P.M.R. Div.mo, ossequ.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano indegno de’ Minori Riformati.

1446. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.

Ho notato il prezzo indicatomi delle uova 438, e sonomi costituito debitore al signor Bartolommeo Sartori Cescati per il residuo dell’olio dato al convento della P.V.R. consistente in troni diciannove, i quali fra breve tempo gli verranno dati602. La prego nuovamente rapporto alle uova, di cui siamo sprovveduti, ed anche circa la sua carità del formento, dovendo altrimenti provvederne altrove. E riverendola resto. Trento 16 ottobre 1798.

597 Mi ha risposto. 598 Fratello del sig. Michele speciale, e cittadino di Trento, espulso dalla Repubblica romana come forestiero. 599 Alessio Tommasi espulso ut supra. 600 Ho risposto a voce li 20 ottobre per mezzo del sig. arciprete di Ledro don Antonio Monauni trentino. 601 Il P. Guardiano d’Arco mi ha risposto li 22 ottobre, che il P. Alessio di Vargnano ha fatto col dottore

Gazzoletti naceno quanto gli ha scritto il P. Gerloni. 602 Gli furono dati.

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Di V.P.R. cui aggiungo, che ho inteso essere arenata nel dazio di Grigno la cassetta del P. Sisinnio ecc.

Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1447. 1798

Al Padre Accursio Guardiano di Roveredo.

R.P.P.C. Dal signor Filippo de’ Filippi di Civezzano sono stato pregato d’indirizzare alla

P.V.R. il qui annesso involtino, che dicesi contenere quarantadue troni, e dieci carentani, affinché faccialo capitare nelle mani della Madre Maria Aloisia Schmidlin ex Clarissa, ora dimorante costì al Corso. La prego altresì di compatire l’incomodo, ed avvisandola, che si suppone cosa di minore disturbo, e dispendio il condurre a Trento la nuova campana, perché sia benedetta da monsignor Vicario Generale per indulto apostolico, in un giorno previamente destinato, la riverisco, e resto. Trento 21 ottobre 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo li Direttori monastici per il suo convento, e per le nostre sorelle soppresse, ed una copia da consegnarsi all’officio capitaniale Circolare, che la spedirà all’eccelso Governo d’Insprugg. Le raccomando di non dimenticarsi di questa. In tutte sono 21.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1448. 1798

Il signor Gio. Battista Tomaselli è pregato di dare al signor Lodovico Davarda stampatore troni sette603. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 21 ottobre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati d’ordine del suo Padre Provinciale.

1449. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate dugento sante Messe, ordinate dal nobile, e clarissimo signor dottore Gasparo de’ Vigili di Savignano, delle quali cento furono applicate in suffragio del fu signor padre, e le altre cento parimente in suffragio della fu signora madre del medesimo signor dottore. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 23 ottobre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1450. 1798

Io infrascritto prego i nobili signori daziali, che vogliano usare la loro bontà con lasciar passare libero, e franco l’esibitore della presente, servo di questo nostro convento, che in beneficio del medesimo vassene con un animale all’altro convento di Campo, per poi ritornare a questo. Che della carità il Signor Iddio, ed il nostro Serafico

603 Per la legatura de’ Direttori, fatta dal Davarda compositore di stamperia.

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Patriarca san Francesco ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 23 ottobre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1451. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.

Mando apposta il nostro servo Antonio Bazzanella con un animale (imprestatogli dal molinaro Gio. Battista Fabbri) affinché prenda le uova, che ho inteso essere costì già preparate, avendone gran premura. Prego dunque la P.V.R. che voglia fargliele dare604. Con questa occasione l’assicuro, che ho fatto passare al signor Bartolommeo Sartori Cescati li troni diciannove, di cui Ella mi ha scritto: e notificandola, che qui dicesi morto in Riva il nostro benemerito signor medico Domenico Zucchelli Tressa, e che probabilmente domani verrà qua il nostro Padre Provinciale, la riverisco e resto. Trento 23 ottobre 1798.

Di V.P.R cui mando li Direttori dell’anno 1799 per il suo convento. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1452. 1798

Al P. Accursio Guardiano di Roveredo. R. P.

In questa sera oscura ho ricevuto le due sue, in vigore delle quali domani mattina manderò due Religiosi nel Borgonuovo a postare chi avvisi il conduttore della campana nuova dove debba deporla, se vedrallo passare. I medesimo andranno a fissare il luogo, e finalmente si porteranno nel Castello per pregare della grazia di benedirla. Il male però si è, che monsignor Vicario Generale oggidì non è in città, ed aspettasi soltanto per domani di ritorno da Vezzano, e dicesi essere intenzionato di partire nel giorno seguente per le Novaline. Noi faremo quanto potremo per renderla ben servita e pregola preventivamente di scusarci in caso, che le cose non succedessero a seconda de’ di Lei desideri. Io supponeva, che la campana non venisse così presto, e che prima di mandarla a Trento chiedessesi il giorno, in cui potesse benedirla monsignor Vicario. La cosa è già fatta. Bisognerà pensare al rimedio605. La riverisco, e sono. Trento 23 ottobre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1453. 1798

Al Padre Anacleto di Casezzo Guardiano di Metz Lombardo. R.P.

Qui rinchiuso gli spedisco l’attestato delle Messe vigiliane606 da noi fedelmente celebrate: e nello stesso tempo la prego di compiere la sua carità con proccurarci la corrispondente limosina, la quale quanto più pronta sarà, riusceracci più gradita, e più

604 Ritornò nello stesso giorno, perché alle Sarche incontrò il beccaio colle uova ecc. 605 La campana fu in Trento avanti le otto della mattina de’ 24. Fu subito benedetta innanzi le dodici nel

chiostro de’ PP. Filippini a s. Trinità dal signor Provicario Generale Giuseppe Antonio de Manghin, e subito ricondotta a Roveredo.

606 Cioè ordinate dal signor dottore Gasparo de’ Vigili di Savignano abitante in Cevola di Giovo.

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opportuna ai presenti, ed imminenti bisogni. Mi tengo sicuro della sua carità; e dandole l’infausta nuova, che qui tiensi per morto in Riva607 alle preste il nostro benemerito signor medico Zucchelli, l’avviso che insieme con questa riceverà li Direttori del 1799 per il suo convento, mi raccomando in precibus, lo riverisco, e mi professo. Trento 23 ottobre 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1454. 1798 Al signor NN. Rosmini, ed Orefici ecc. Roveredo.

Ill.mo signor cugino, padrone colendissimo. Con mio sommo rammarico, e cordoglio mi trovo costretto di notificare a

V.S.Ill.ma, che nello scorso lunedì608 cessò di vivere in Riva il mio unico e dilettissimo fratello medico, bensì alle preste, ma però munito de’ santi Sagramenti609. Lo raccomando adunque alla pietà cristiana di V.S.Ill.ma, nella quale confidando molto, con tutto il rispetto la riverisco, e mi professo. Trento 24 ottobre 1798.

Di V.S.Ill.ma Div.mo, osseq.mo servo, e cugino P. Francesco Zucchelli.

1455. 1798

Al Padre Bonaventura da Caldese. Arco. Le grazie. R.P.S.L.G.C.

Sono stato alla libreria monauniana per ritrovare i libri desiderati dall’amico, supposto bolgianese, del rev. sig. don Giuseppe Pedrini gardunese, ma invano. Del Castello Verrucca parla il signor barone Giangiacomo Cresseri nel suo Ragionamento intorno ad un’iscrizione trentina d’Augusto, stampato dal Monauni nel 1760, ma ne levò egli tutte le copie. Io non ho mai veduta, né incontrata memoria dell’opera nominata Lodronii Leonis Monimenta. So però, che Bartolommeo Corsetti prete benacense nel 1621 ha stampato un libro intitolato Leonis Laterani adumbratio, oppure Leo Lateranus Illustrissimae gentis Lodronicae aeternum decus, in 4°. Il libro, che per titolo Hieronymi Tartarotti Roboretani de Origine ecclesiae tridentinae, et primis eius episcopis dissertatio, fu stampata in Venezia nel 1743, in 8°grande. La storia latina di Giano Pirro Pincio mantovano fu stampata in Mantova l’anno 1546 in foglio. Ella fu tradotta nella lingua italiana, e stampata in Trento l’anno 1648, in foglio; ma questa traduzione fu riprovata dal vescovo di Trento con decreto de’ 19 maggio 1650. Non ho tempo da scriver altro. Quindi lo riverisco, e mi dico. Trento 24 ottobre 1798.

Suo div.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1456. 1798

Al Padre Accursio da Praghena Guardiano. Roveredo. Rev. Padre.

Quantunque supponga, che avrà inteso dal carradore come sia succeduto l’affare della sua campana, penso bene di accertarla io pure, che fu benedetta in honorem Sancti

607 Morì certamente nel giorno 22 di ottobre circa le 10 di mattina per male delle petecchie. 608 Li 22 ottobre di mattina circa le 10. 609 Ascoltò la di lui ultima confessione il nostro P. Pietro Damiano di Borgo Guardiano alle Grazie.

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Rochi, nel chiostro di s. Trinità, nelal mattina dello scorso mercoledì, che fu li 24 del corrente mese, dal R.mo signor Giuseppe Antonio de Menghin Provicario Generale, assistito da parecchi sacerdoti610, ed alla presenza di più Padri Filippini, e Minori Conventuali, e del nostro Padre Davide tiarnitano, che con molta sollecitudine proccurò la detta benedizione611. Monsignor Vicario Generale era tuttavia fuori di città, ed il lodato signor Provicario stava sulle mosse per partire da Trento. Io supponeva, che questo secondo non tenesse l’autorità per tale funzione. Ho piacere, che sia sortita bene, ed a seconda de’ disegni della P.V.R. e riverendola resto. Trento 26 ottobre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo da Volano.

1457. 1798

Al Padre Guardiano di Cles, Mezzo, Borgo, Arco, Roveredo. Rev. Padre.

Sono di avviso alla P.V.R.612, che oggidì alle otto di mattina in questa infermeria cessò di vivere il nostro M.R.P. ex Provinciale Arcangelo dal Lago di Cles, in età d’anni 75. Egli nella mattina di ierlaltro calò abbasso613, e venne da me a confessarsi per sua divozione, ma dopo il vespro restò sopraffatto dal suo male caduco in modo, che sino all’ultimo suo respiro non diede alcun segno di sentimento. Fu però munito dell’Estrema Unzione, e delle solite assoluzioni614. Tutti sanno di quanto merito egli sia stato senza che io lo accenni. Laonde ristringendomi a raccomandarlo per li suffragi statutari, e supererogatori della P.V.R. e della di Lei religiosa famiglia, raccomando anche me in precibus, la prego di fare le mie parti coi signori parenti del padre defunto, la riverisco, e resto. Trento 27 ottobre 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, che li 22 del corrente in Riva è morto il nostro signor medico Domenico Zucchelli per male delle petecchie615.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Giangrisostomo da Volano Guardiano indegno.

1458. 1798

Al Padre Vitantonio di Cles Guardiano di Cavalese. Rev. Padre.

Il benemerito nostro Padre ex Provinciale Arcangelo alle otto di questa mattina cessò di vivere in questa infermeria per viver eternamente in cielo, siccome vogliamo sperare, attesa la di lui buona, e religiosa vita. Egli nella mattina di ierlaltro calò abbasso, e venne da me a confessarsi per sua divozione; ma dopo il vespro, trovandosi coricato, rimase sopraffatto dal suo male in maniera, che sino all’ultimo suo respiro non diede alcun segno di sentimento. Fu però munito dell’Estrema Unzione, e delle solite assoluzioni. La P.V.R. e tutti gli altri sanno di quanto merito egli sia stato, senza che io lo accenni. Laonde ristringendomi a raccomandarlo per li suffragi statutari, e

610 Don Pietro Pini, don Gio. Gressel, ed altri. 611 La campana è di pesi 16 e sta in luogo della minore. 612 Il P. segretario ha scritto al P. Guardiano di Pergine; il quale ha risposto. 613 Andando a chiedere l’abito d’inverno al Fratello sartore. 614 Fu seppellito solamente nella mattina de’ 28 giorno di domenica, e festa de’ SS. Apostoli Simone e Giuda,

alle undici, dopo la santa Messa cantata dal P. Provinciale, contrappuntata. 615 Nel giorno 29 di ottobre accettò di servirci il sig. medico Gio. Benigni cugino del defunto.

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supererogatori della P.V.R. e di tutta la di Lei religiosa famiglia, raccomando anche me in precibus, la riverisco, e sono. Trento 27 ottobre 1798.

Di V.P.R. cui aggiungo, ch’è morto in Riva io nostro signor medico Zucchelli alle preste, nel giorno 22 del corrente. Le raccomando poi ancora le Messe del fornese per poter pagare i debiti autunnali non piccioli.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo ecc.

1459. 1798 Al Padre Patrizio Guardiano di Campo616.

R.P. Sono di avviso alla P.V.R. etc. ut supra, in precibus, l’accerto, che nel giorno 24

scorso abbiamo ricevuto le spediteci uova num. 644 con tre stari, e mezzo di formento: nel giorno 26 due poine: e che colla metà del detto formento617 saranno fatti de’ bigoli per Lei, la riverisco, e mi dico. Trento 27 0ttobre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo ecc.

1460. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate sessantasette sante Messe, ordinate dal molto reverendo signor don Domenico Villotti curato di Capriana, cioè trenta, tutte privilegiate, per l’anima del fu Giuseppe figlio di Vigilio Villotti di Segonzano; e le altre trentasette per l’accomodamento seguito tra il predetto Vigilio Villotti, e Gaetano Zanol di Segonzano. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 31 ottobre 1798618.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

Nota: Il predetto sig. Curato è figlio del mentovato Vigilio, ed è natio circa il 1762. Fu prima primessario, confess. e maestro in Segonzano nel 1793. L’accomodamento seguì per finire la controversia se il Zanolli fosse sì, o no debitore del Villotti. Le Messe verranno soddisfatte dal Zanolli con questo, che il merito loro sia di chi avrà ragione nel tribunale giustissimo di Sua Divina Maestà.

1461. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al sig. Gio. Battista Rongaudi libraio619, esibitore del presente, troni undici. Che della carità ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento il primo di nov. 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1462. 1798

616 Ha risposto. 617 Cioè uno staro, e tre quarte. 618 Questo attestato non fu spedito perché fu fatto un altro separato per le trenta; come sotto al num. 1465, ed un

altro per le 37, ivi num. 1466. 619 Figliastro del libraio Niccolò Steinbrecher d’anni 86 nel 1799. Figliastro del fu libraio tedesco di Contrada

Tedesca, dove sta eziandio esso figlio.

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Io infrascritto attesto, che da due Religiosi di questo convento oggidì nella chiesa della venerabile Confraternita della Casa di Dio sono state celebrate due sante Messe, ordinate dal signor Giuseppe Dante, una delle quali fu applicata in suffragio del fu di lui signor padre (Pantaleone Dante compositore primario della stamperia Monauniana) e l’altra parimente in suffragio della di lui signora madre. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 2 nov. 1798620.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1463. 1798 Al P. Giangiuseppe Guardiano di Pergine.

R.P.S.L.G.C.S.N. Insieme con questa indirizzo a V.P.R. un gruppetto contenente troni 72,10 dati da

questo sostituto per quello di Pergine a sconto di quanto ha speso per la condotta del baccalà, e delle sardelle in pro, e beneficio di questo convento. Rapporto alla spesa per la condotta delle due casse621, il P.M.R. Provinciale mi ha detto, che io non ci pensi, e che ci penserà esso. Io dunque senza più la ringrazio, la riverisco, e mi dico. Trento 7 novembre 1898.

Di V.P.R. Obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

1464. 1798

Al P. Giangiuseppe Guardiano di Pergine. R.P.

Spero, che a quest’ora la P.V.R. avrà ricevuto dal P.M.R. Provinciale un’altra mia, ed insieme quanto questo convento deve al suo per la condotta dello stoffisso, e delle sardelle. Quindi le rimando la sua lettera per il P. Raffaele di Lardaro; massimamente non avendo alcuna occasione in pronto per Campo, e scarseggiando ecc. L’avviso poi, che nel primo giorno del corrente novembre la signora Carlina degli Alberti è di qui partita per Cavalese, dove starà come maggiordonna del suo R.mo signor zio arciprete Pietro Gramola. Perciò la P.V.R. ci faccia sapere quel che dovremo fare de’ due sacchetti, che ha indirizzato alla detta signora, li quali ora stanno nell’armaio del P. letterario. Non vorrei, che le castagne patissero stando qui chiuse molto tempo, come sogliono fare le cose destinate per Fieme. Confido, che ci manderà qualche risposta per mezzo di Fra Mattia di Trento; e riverendola resto. Trento 8 nov. 1798622.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1465. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate trenta sante Messe, tutte privilegiate, per l’anima del fu Giuseppe figlio di messer Vigilio Villotti di Segonzano, ordinate dal molto reverendo signor don Domenico

620 Consegnato in proprie mani da me li 3 novembre. 621 Una cassa per l’infermeria, e l’altra per Campo, ed altri. 622 Mi ha risposto li 10 per mezzo del P. Ferdinando, che tegniamo noi l’orzo, ed il panico; e che siamo la metà

delle castagne al vetriaio Vidi, e l’altra alla molinara tedesca Marianna Clausera.

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Villotti di Segonzano, curato di Capriana. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento gli 8 novembre 1798623.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1466. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate trentasette sante Messe, ordinate dal molto reverendo signor don Domenico Villotti di Segonzano, curato di Capriana, per l’accomodamento seguito tra Vigilio Villotti, e Gaetano Zanol, ambidue di Segonzano. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento gli 8 novembre dell’anno 1798624.

L.+S. F. Gio. Grisostomo, ut supra.

1467. 1798 Al P. Gioseffantonio di Cles Guardiano di Cles.

R.P.P.C. Sino dall’ultimo giorno dello scaduto mese qui manca il Padre Davide, andato a

predicare, e questuare in Gardolo, Albiano, Fornaso, e Castagnedo. Prima di partire commise a me di sollecitare il compimento della sacra effigie del nostro Beato Leonardo da Porto Maurizio. Io dunque nel giorno terzo del corrente sono andato dal Pittore (Niccolao Volani) gli ho dato l’inscrizioncella625, gli ho chiesto il prezzo, ed il tempo, in cui potrà darla. Non essendo ancora terminata mi promise di rispondermi per potere scriver alla P.V.R. nello scorso mercoledì; ma non l’ho veduto. Domani, se il cielo torbido me lo permetterà, ritornerò da lui, e gli rinnoverò le premure; e spero, che nel prossimo mercoledì si potrà scriverle quanto desidera. Frattanto le fo sapere, che il Padre Provinciale ora sta in Pergine, donde non ritornerà qua se non negli ultimi giorni di questo mese; e riverendola mi professo. Trento 9 novembre 1798, di notte.

Di V.P.R. cui aggiungo, che tengo più involtini626 di tabacco, ed altre coselle del fu Padre Arcangelo, da spedire ai signori di lui parenti, fatti dal Padre Provinciale.

Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1468. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate quindici sante Messe secondo la pia intenzione di sua eccellenza signora Antonia contessa vedova de’ Migazzi ecc. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 10 novembre 1798627.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1469. 1798

Al Padre Gioseffantonio Guardiano di Cles. Rev. Padre.

623 Consegnato gli 8 a Vigilio Villotti padre del defunto, e del curato. 624 Consegnato a Vigilio li 4 gennaio 1799. 625 L’inscrizione sta nel Prontuario francescano parte I, capo 195. 626 Tre 627 Consegnato da me in proprie mani nello stesso giorno. Ella conta an. 74 di età. Così mi ha detto oggidì. Morì

gli 11 gennaio 1800.

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L’effigie del Beato Leonardo è totalmente finita. Onde la P.V.R. può m,andare a prenderla. L’ultimo prezzo di essa è di dodici fiorini. In fretta la riverisco, e resto. Trento, in Casa Volani 10 novembre 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1470. 1798 Al P. Gasparo da Campo Guardiano di Borgo.

Rev. Padre. Dall’esibitore della presente la P.V.R. riceverà un involtino contenente venti copie

del nostro Direttorio nuovo. Suppongo, che basteranno per il di Lei convento, e per le nostre povere sorelle soppresse, che dicono le Ore canoniche col Breviario nostro serafico. Mi raccomando in precibus, la prego d’un saluto al mio carissimo fratello, la riverisco, e resto. Trento 10 novembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1471. 1798

Io infrascritto colla presente, che servirà di valida ubbidienza, mercé l’autorità conferitami con lettera dal molto reverendo Padre Provinciale, concedo al Divoto religioso Fra N.N. Laico professo di questa nostra Provincia di Trento, che possa portarsi in Fieme per far uso de’ bagni di Carano, accordandogli tutto quel tempo, che sarà necessario, perché gli possano giovare628: dopo il quale farà ritorno al convento di sua collocazione. Lo raccomando alla carità de’ Padri Superiori, e de’ signori benefattori, ai quali si accosterà, e gli sospiro, che Iddio Signor nostro clementissimo si degni di esser sempre con lui. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 29 luglio 1708.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Minori Riformati di san Francesco.

1472. 1798

Alla sig. Anna Teresa Auchenthallera. Bolgiano. Leuffers. In canonica. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Ricordevole delle mie promesse le mando il bramato Direttorio nuovo dell’anno 1799, che le auguro felice. Con dispiacere poi le aggiungo,che nel giorno 27 dello scaduto mese di ottobre in questa infermeria, per un nuovo colpo del suo male cessò di vivere il nostro buon Padre Arcangelo, contando 75 anni di età, tutti lodevolmente impiegati; e lo raccomando alle di Lei orazioni. Le fo pur noto, che nel primo giorno del corrente la signora Maria Carlina degli Alberti è partita di qui, ed è andata in Fieme per assistere al suo R.mo signor zio ex arciprete Pietro Gramola, vecchio d’anni 81629, come pure, che la signora Maria Rosa Ciani ora sta in Vaccia di Ungheria col suo fratello Prelato mitrato, essendosi prima strentinata. Presentemente non ho altro di nuovo da significarle, se non che le MM. di s. Chiara sono ancora colle MM. Orsoline, e che il convento di s. Francesco è totalmente disfatto. Quindi riverendola resto. Trento 12 novembre 1798630.

628 Il Frate mutò pensieri, e non andò ai detti bagni. Vedi al n. 1387. 629 Nacque li 2 giugno 1718 in Cavalese, e fu arciprete di Calavino ne’ Sarciti . 630 Consegnata al Pot di Marano li 20 novembre.

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Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano ecc.

1473. 1798

Al sig. Niccolò Volani pittore. Trento. Signor Niccolò.

L’esibitore del presente si è l’uomo del nostro convento di Cles631, mandato apposta da quel Padre Guardiano per pigliare la sacra effigie del Beato Leonardo maestrevolmente fatta da V.S. Da lui riceverà li richiesti dodici fiorini. Ma sendoché m’ingiunge con sua lettera il predetto Padre Guardiano, la prego di piegare, ed accomodare la lodata sua pittura in modo, che sul viaggio non patisca, e che per difenderla dalla pioggia in caso, che cadesse, voglia ben coprirla con tela incerata, per la spesa della quale verrà soddisfatta. Io poi la sigillerò in più luoghi a tenore di quanto m’impone il mentovato Padre Guardiano632. Confido, che per compimento della sua lodevole opera userà eziandio queste diligenze, e riverendola colla sua signora consorte (Margherita Buoninsegna, mia penitente) mi protesto. S. Bernardino 13 novembre 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano.

1474. 1798

Al Padre Vito Antonio Guardiano di Cavalese. Rev. Padre.

A vista della sua ultima ho ricercato, se veramente sieno venute da Cles le due pezze di formaggio, ch’Ella mi accenna, ed ho inteso, che sono venute, e diligentemente custodite. Ho pure chiesto, se qui sia stato fatto del vino cotto633, ed ho rilevato, che ne fu fatto, e che ne verrà data parte anche al di Lei convento. Son più che persuaso della premura, che ha la P.V.R. rapporto alla limosina delle Messe fornesi, ed in essa confido senza replicar altro, quantunque il bisogno mio sia vero verissimo. Godo sentendo i buoni diportamenti dei tre novizzi, e singolarmente del meanese; e facendole sapere, che il Pedet domani leverà qui l’effigie del nostro Beato Leonardo fatta eccellentemente dal signor Niccolò Volani pittore per portarla a Cles, mi raccomando in precibus, la riverisco, e resto. Trento 13 novembre 1798.

P.S. Oggidì cominciò ad essere qui letterario il Padre Davide, non potendo più continuare il P. Albano troppo vecchio.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1475. 1798

Al P. Guardiano di Cles. Rev. Padre.

Ho consegnato al suo messo l’effigie del Beato Leonardo fatta dal sig. Volani, da cui fu anche involta, ed accomodata per il trasporto, non avendo però voluto coprirla con tela incerata con dire, che non c’è bisogno, quantunque io siami esibito di farne

631 Pietro Fedrigoni clesiano nottambolo, detto il Pedetto. 632 Perché da curiosi non venga aperto il rotolo su la strada. 633 *Sapa, mosto concentrato per ebollizione sul fuoco,usato per lo più come condimento.

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soddisfare la spesa. Al detto involgimento io ho aggiunto le due legature estreme,e le sigillature. Ho avvisato il messo, che facciasi fare la ricevuta de’ dodici fiorini, ed in fatti la ha riportata. Ho raccomandato caldamente al medesimo messo, che porti con tutta la gelosia e cautela il detto rotolo, e che piovendo stiassene al coperto. Spero, che la P.V.R. resterà contenta, e le sospiro, ch’eziandio la sacra funzione riesca di piena sua soddisfazione, e conseguentemente a gloria di Dio Signor nostro, e del nuovo nostro Beato Leonardo. Rapporto ai legumi già siamo intesi. Fra Placido m’insinua di significarle, che l’abito del suo chierico fiemasco sta qui. Mi esibisco ai suoi comandi, la riverisco, e resto. Trento 14 novembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1476. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Antonio Pedrotti esibitore del presente troni 78,10, dico troni settantotto, e dieci soldi. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino li 15 novembre 1798634.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1477. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. Rev. Padre. S.L.G.C.

Accerto la P.V.R. che ai nove del corrente ho ricevuto la sua dei sette, in vigore della quale senza veruna dilazione ho preparato quanto mi ha prescritto, e che ora le spedisco: voglio dire dieci fogli di carta reale pagati dieci carentani. Ventisette stelle di stoffisso pesate libbre 64, a soldi 15 la libbra, e pagate con troni quarantotto: e finalmente i bigoli, ne’ quali furono poste cinquantacinque uova. I medesimi bigoli furono fatti colla metà del formento, che ha mandato, il quale fu misurato, ed anche pesato da un molinaro635 ad istanza di Fra Gervasio, e fu ritrovato di soli stari tre, e mezzo scarsi. Le aggiungo uno staro, e mezzo di castagne, tali, e quali furono portate a noi, per un picciolo contrassegno della mia gratitudine, alle carità, che mi fa continuamente. In fine l’assicuro, che dal Cesco abbiamo ricevuto questa sera uova num. 781, e pregandola di continuare il mandarcene, e di accennarcene il loro prezzo, la ringrazio, la riverisco, e resto. Trento 16 nov. 1798, di notte.

P. S. Fra Pacifico mi asserisce di aver contate diligentemente le uova due volte, cioè anche dopo aver inteso, che la P.V. ha scritto ottocento. Il Padre Provinciale ora sta in Pergine: ed il P. Davide ora qui è letterario.

Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1478. 1798 Io infrascritto attesto, che oggidì il signor Giuseppe Pedrotti636 mi ha ordinato di far

celebrare quindici sante Messe per l’aggiustamento tra lui, e li fratelli Tommasi637, e che fedelmente le farò celebrare. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 18 novembre 1798.

634 Consegnato da F. Gervasio al signor Antonio li 16 novembre. 635 Giambattista Fabri. 636 Molinaro figlio di Pietro. 637 Antonio, e Battista Tommasi molinari a s. Bernardino.

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L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1479. 1798

Alla M. Anna Francesca Romana. Trento. S. Giuseppe. Gesù, e Maria Signori Nostri clementissimi ci benedicano.

Ricordevole della molto generosa carità fattami da V.R. quando fui straordinario, ed avvicinandosi la festa del Beato Leonardo suo speciale avvocato, la quale in Cles da quei nostri Religiosi verrà celebrata con un triduo solenne638, mercé un particolare indulto apostolico,la prevengo avvisandola, che nella medesima festa farò parte del mio dovere celebrando la mia Messa ad onore del predetto Beato, perché impetri a V.R. da Sua Divina Maestà quella grazia, che coll’invocazione del medesimo le ha chiesto nello scorso aprile. I bisognosi non si stancano mai nel chiedere ciò, che bramano. Così facciamo ancora noi, e confidiamo, massimamente sapendo, che Iddio Signor nostro benignissimo. Desidero di sentire buone nuove di Lei; e riverendola le sospiro la benedizione più grande di Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi. Amen. S. Bernardino 19 novembre 1798. Consegnata li 21 novembre.

1480. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate dodici sante Messe secondo la pia intenzione dell’ill.mo signor Conte Giuseppe Bortolazzi di Vattardorff, e Prunnenperg etc. In fede ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 21 novembre 1798639.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1481. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al macello pubblico troni 729,15, dico troni settecento, e ventinove, e soldi quindici. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino li 22 novembre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1482. 1798

Al P. Anacleto da Casezzo Guardiano di Metz Lombardo. Rev. Padre Guardiano S.L.G.C.

Rendo sicura la P.V.R. che li quattrocento troni di limosina delle dugento Messe da noi celebrate per il signor dottore Gasparo de’ Vigili da Sevignano, sono giunti direttamente nelle mani di questi signori sostituti Pifferi, li quali non tarderanno punto a mandarli altrove per estinguere un grosso nostro debito. Perciò ringrazio di cuore la P.V.R della sua caritatevole attenzione. L’assicuro altresì, che sta presso di me il rotolo indirizzatomi per san Rocco640, e che lo custodirò sin che mi si presenterà un’occasione opportuna, o che verrà qualche messo autentico a levarlo: La ringrazio poi vivamente

638 Li giorni 25-27 domenica, lunedì, et martedì del novembre. Tre parrochi canteranno le Messe, e tre altri

parrochi predicheranno. 639 Consegnato da F. Gervasio in proprie mani li 23 nov. di mattina. 640 Fiorini 48 per 120 Messe consegnato all’uomo di Metz li 3 dic. 1798.

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della limosina, che s’è compiaciuta di mandarmi de’ due stari di formento641, i quali mi sono molto cari, tenendo una grossa famiglia, ed essendo molto scarso di tal per altro necessaria provisione. Subito, che il tempo aggiusterassi alquanto ritornerà Fra Leonardo coi bigoli, e verranno con lui il P. Carlo Felice da Baselga di Bresimo, ed il nostro Antonio642 calzolaio per servirle di aiutante di aiutante al maestro Francesco. Nuovamente la ringrazio delle sue carità, mi esibisco in quello, che posso, mi raccomando in precibus, la riverisco, e mi professo. Trento 23 novembre 1798.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1483. 1798

Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate 20, dico venti sante Messe secondo la pia intenzione di Antonio quondam Giovanni Cadona di Sardagna. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento il primo di dicembre dell’anno 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1484. 1798, 30 novembre

Reverendo, ac religiosissimo in Christo Patri P. Helano643 Lexelio almae Provinciae Bavaricae

secertario F. Iohannes Chrysostomus de Avolano Guardianus Tridenti

S.P.D. Attentis literis644, quas ad me dedisti, certiorem reddo te, Pater colendissime, quod

ante medium huisce mensis novembris officio isti postario data, et commendata fuerit sarcinula, sive sportula tua645, ut tandem ad te perveniat, et revertatur. Hinc autem spero, et confido, quod ad sacras taus manus iam pervenerit, aut propediem saltem peventura sit. Diu haesit in itinere, quia gradum sistere coacta fuit etiam apud thelonium griniense inferioris Ausugii cum capsula ipsam continente: cum qua deinde in Iudicariam citeriorem ad nostrum Campense coenobium translata fuit. Porro si aliquo alio meo servitio indiges, indicare mihi ne timeas646; libenter enim tibi morem gerere studebo. Vale. Dabam Tridenti in coenobio sancti Bernardini pridie Kalendas decembris anno Domini M.D.CC.IIC.

Extra. Tridento. Reverendo, ac Religiosissimo in Christo Patri Patri Heleno Lexelio lectori Theol.,

Praed. et secretario provinciali Ordinis Fratrum Minorum Reformatorum Sancti Francisci.

Monachium ad s. Antonium

1485. 1798

641 In contraccambio delle mandategli sedici candele di cera. 642 Questo nostro servo Antonio è mandato a Metz li 24 nov. Gli altri due ai 26. Antonio ritornò ai 30

novembre. 643 Il Martirologio romano ai 7 di ottobre rammenta sant’Elano prete remense francese. 644 Datis 20 nov. Monachii in Bavaria. 645 Hanc sportulam seu sarcinulam quam Roma redux in via perdidit, nos dicimus Bolgiam. 646 Questo qui dicesi relativamente all’esordio della lettera del bavaro.

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Io infrascritto attesto, che dai Religiosi di questo convento sono state celebrate 336, dico trecento e trentasei sante Messe, ordinate dal molto reverendo signor don Giuseppe Fadanelli di Cadine, abitante in Trento, per le cappellanie della sua Casa Fadanelli: cioè nell’anno 1794 numero 120, nell’anno 1795 altre numero 120, nell’anno 1796 altre numero 66, e nel detto anno 1795 altre numero 30. Tanto ricavo dal registro autentico delle sante Messe di questo convento di san Bernardino appresso Trento647. In fede ecc. Dato nel medesimo convento li tre di dicembre 1798648.

L.+S. maioris F. Gio. Grisostomo da Volano

Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1486. 1798 Alla M. Maria Rosa Riccabona Vicaria delle Clarisse. In s. Giuseppe.

Molto Rev. Madre in Cristo colendissima. F. Gio. Grisostomo divotissimo servidore di V.R. le manda ventiquattro Direttori

dell’imminente anno 1799 per uso di Lei, e di tutte le altre sue MM. sorelle, Rapporto poi alla quietanza649 per il sale l’avvisa, che farà bene mandandola subito per mezzo dell’esibitore della presente, ch’è un servo di questo convento. E senza più la riverisce colla molto rev. madre Abbadessa ecc. S. Bernardino 3 dicembre 1798.

1487. 1798

Io infrascritto attesto, e fo noto a chiunque, che Fra Bonaventura da Caltrano650 Terziario de’ Minori Osservanti di san Francesco della Provincia Veneta di sant’Antonio, è giunto a questo convento coll’obbedienza del suo Padre Vicario Provinciale651 data in Marostica li 20 novembre, per poter entro lo spazio di sessanta giorni venire a Trento, e passare a Verona. Tanto poi attesto, perché tale obbedienza652 fu trattenuta dall’imp. reg. Presidio del Consiglio amministrativo di questa città di Trento, quando al predetto Religioso diede il passaporto per Verona653. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 3 dicembre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo di Volano Guardiano de’ Minori Riformati di san Francesco.

1488. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di s. Quirico in Campo. Rev. Padre Guardiano. S.L.G.C.

Iersera ho ricevuto la sua de’ 29 dello scaduto novembre, ed oggidì sono andato dal signor Conte cancelliere (Alberto degli) Alberti per l’affare del vino di santa Massenza. Avendogli esposto quanto mi ha scritto la P.V.R. mi ha detto graziosamente, che il sig. Frigiari agente può continuare anche a noi la limosina del vino come avanti l’incanto del brascato, col solo divario, che non piacendogli di dare il vino, potrà dare l’equivalente,

647 Siamo convenuti li 27 novembre 1798 dopo il pranzo, che ci dia il resto consistente in troni 50,15. Gli ha

dati ai27 gennaio 1799. 648 Consegnato in proprie mani li 27 gennaio 1799 dopo il pranzo. 649 Da mandare a Ala d’Insprugg. 650 F. Bonaventura da Caltrano laico neo professo fu qui li 16 nov. 1799 con obbedienza di 60 giorni per Trento

data dal P. Gio. Alberto di Verona Ministro Provinciale. Passò oltre con un suo nipote secolare. 651 Gio. Domenico marosticano. 652 Parte stampata, e parte manoscritta. 653 In cui dicesi laico. Partì per Verona li 4 dicembre.

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il quale gli verrà corrisposto. Mi ha poi aggiunto, che così ha risposto anche ai Padri Cappuccini. Godo di poterle dare questo favorevole riscontro, e esibendomi ad ulteriori servigi, la riverisco, e resto. Trento 3 dicembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo ecc.

1489. 1798

Al P. Giuseppe Antonio Guardiano di Cles. Rev. Padre Guardiano.

Stando in aspettazione del suo Terziario pensai bene di differire il rispondere alla sua gratissima. Vedendo poi, che indugia tanto lo prevengo assicurandola, che aggradirò moltissimo la carità, che generosamente mi promette di legumi, e pregandola, che aver voglia la bontà di provvederne per conto mio tre altri stari, e di accennarmene il prezzo quando me li manderà. Rapporto all’esibizione delle sante Messe le rispondo, che ora sono provveduto almeno sino alla metà del prossimo gennaio: al qual tempo debbo averle terminate. Onde ne aggradirò qualche numero, se mi sarà lecito il celebrarle dopo tal tempo. Con piacere ho inteso, che il triduo da V.P.R. celebrato in onore del Beato Leonardo sia riuscito tanto bene; e bramando,che il medesimo Beato compatisca la mia povertà, la quale non può estendersi tant’oltre, le fo sapere, ch’è stato eletto arciprete di Mori il signor abate Carlo Sardagna654, nipote di monsignor Piccini, la riverisco, e mi professo. Trento 4 dicembre 1798.

Di V.P.R. P.S. Tengo preparati li Direttori anche per il di Lei convento.

Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1490. 1798

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. Rev. Padre Guardiano.

A tenore della sua dei sei, da me ricevuta sulla strada andando alla città, ho fatto preparare li troni cento e ottantadue, e soldi sedici per il convento di Borgo: e atteso ciò, che ha scritto qua quel Padre Guardiano, li farò consegnare al Terziario di Borgo, quando ritornerà da Roveredo, verso dove s’incamminerà domani. Per altro essi erano destinati ad estinguere un altro debito nostro, cui ho volentieri preferito l’anteriormente contratto col convento di V.P.R. alla quale mi professo assai obbligato. Rapporto al signor Piffer l’avviso, ch’egli mi ha detto di non avere alcuna cosa per Campo. La prego ancora di favorirci col mandarci delle uova; e supponendo che avrà ricevuta la mia risposta favorevole circa la limosina vinaria di Santa Massenza, la riverisco, e resto. Trento 10 dic. 1798.

Di V.P.R. Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1491. 1798

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello sia lodato Gesù Cristo.

654 Figlio di Giuseppe Sardagna, e di una sorella del Piccini già negata nell’Adige per accidente dopo d’aver

veduto i fuochi di san Vigilio ritornando a Ravina. Il Sardagna ora 1803 è canonico di Trento.

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Vi ringrazio delle due corde di biscotti, che mi avete mandato, per parte del Padre Albano anche della terza, pregandovi, che in mio nome vogliate ringraziare il vostro Padre Guardiano (Gasparo) della corda, che s’è compiaciuto di mandarmi. Godo in sentendo, che il Signor Iddio vi dona di perseverare in buona salute, e bramo, che così sia eziandio nell’avvenire. Godo io pure una tal fortuna; ma temo, che possa nuocermi la visita generale de’ nostri benefattori, cui darò principio domani. Sarà quello, che il Signor Iddio vorrà. Ho piacere, che le mie fatiche ridondino in pro della santa Madre Religione, cui do volentieri tutto il tempo, il quale mi diventa sempre più ristretto. Li PP. Epifanio, Albano, e Borgia sono assai malconci, ed affatto inabili a servire la comunità religiosa, il primo per la vecchiaia, e gli altri per li loro acciacchi. Anche F. Placido è molto cagionevole. Tengo molte bocche; ma pochi operai sacerdoti. Nulla so della patria. Onde spero in Bene. Vi rimando il sacchetto, vi ringrazio un’altra volta, vi sospiro felicissime le prossime sante feste, con un eguale capodanno, e vi saluto di tutto cuore. Trento 12 dic. 1798, vigilia di s. Lucia, nome della nostra buona madre.

P.S. Riverisco il P. Vicario Attanasio di Sardagna, ed il P. Amando di Covalo. La M. Sollera sta inferma in Leuffers. La M. Carlina è in Fieme.

1492. 1798

Al Padre Gasparo Guardiano di Borgo. Rev. Padre padrone colendissimo S.L.G.C.

Dal suo Terziario F. Mansueto riceverà un rotolo da consegnare al sostituto, contenente troni 182, 16, dico troni cento e ottantadue, e sedici soldi, coi quali resterà soddisfatta di quanto ha pagato in Venezia per il convento di Campo. Non gli ho fatti dare a F. Giuseppe, né a F. Domenico, perché questo Padre letterario (Davide) d’ordine di V.P.R. mi ha detto, che li faccia consegnare al mentovato Terziario655. La prego poi della ricevuta; e ringraziandola della regalatami corda di biscotti, le sospiro felicissime le imminenti sante feste con un somigliante capodanno, la riverisco, e mi dico. Trento 13 dicembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1493. 1798

Al P. Giuseffantonio Guardiano di Clesio. Rev. Padre padrone colendissimo.

Mi confesso tenutissimo alla carità della V.P.R. per la limosina, che s’è compiaciuta di mandarci, accertandola, che abbiamo ricevuto lo staro di arbea, e lo staro di lente, e che speriamo di ricever poi anche quello di fava deposto ad tempus in Mezzo. La ringrazio altresì dell’ordine dato per la provisione di tre altri stari di lente; ma se fossevi troppa difficoltà nel ritrovarli, o che venissero a costare troppo, la sospenda, e mi favorisca di qualche avviso; mentre in mancanza di tal legume piglierò del riso, che dassi per troni 9 e soldi 5 il peso. La ringrazio finalmente delle Messe 191 cadutemi, coll’accompagnamento della limosina stanchiniana, promettendole, che sarò sollecito perché sieno celebrate con premura, spingendomi a questo anche il bisogno della rispettiva limosina. Per darle poi un picciolissimo segno della mia gratitudine le spedisco una dozzina di Agnusdei chiareschi, tra’ quali si troverà quattro libretti, che potranle servire nella prossima Quaresima, giacché intendo,che avrà da faticare a gloria

655 Li ha ricevuti subito.

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di Dio Signor nostro su di un pulpito rispettabile. Colla stessa occasione del suo Terziario le spedisco un involtino di Direttori per l’anno 1799 num. 15, un altro involtino per il sig. dottore Lorenzo dal Lago: un altro per il sig. medico dal Lago: ed un altro per il sig. Lorenzo dal Lago. Ieridì ho mandato nell’infermeria il chierico F. Vigilio da Praghena per timore di male di petto, sebbene dice, che il suo sputo dai romani fu qualificato per una flussione proveniente dalla testa. Il Padre Borgia non celebra, non dice il Breviario, e teme di morir presto. Li Padri Epifanio, ed Albano appena possono dite la santa Messa. Mi raccomando in precibus, le auguro felicissime le sante feste, la ringrazio, e riverisco. Trento 14 dicembre 1798.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo. P.S. Fra Vigilio è ritornato sano alla comunità oggi 16 dicembre. Ieri fu comunicato

per Viatico il P. Borgia, così avendo chiesto egli stesso. Ieri pure è morto in Terlago il sig. medico Gio. Francesco Guelmi. Scrivono da Roveredo, che il P. Basilio è stato sorpreso da un colpo lieve. Il parroco di Vallarsa ci ha chiesto un confessore; ma non possiamo servirlo.

1494. 1798

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Gio. Battista Ferrari esibitore del presente troni 130, carentani 7, dico troni cento e trenta e carentani sette656. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 14 dicembre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1495. 1798

Alla sig. Anna Teresa Auchentollera. Bolgiano. Leuffers657. Gesù, e Maria Signori nostri clementissimi ci benedicano.

Rendo certa, e sicura la R.V. che ho ricevuto il bel regalo di corone tedesche, con le quali s’è compiaciuta di favorirmi, e la ringrazio di cuore, assicurandola nuovamente, che avrò premura di servirla col Direttorio finché il Signor Iddio mi donerà dio poterlo comporre, e dare alle stampe: il che non so se durerà molto, perché son vecchio, e debbo faticare molto nel grado, in cui mi trovo. Mi spiace l’intendere, ch’Ella già da tre mesi venga molestata dalla febbre. Possibile che non siavi mezzo per fermarla, e cacciarla? Il caso, che veramente non vi fosse, veda di uniformarsi alle divine disposizioni, e di non perdere il merito, che potrà farsi colla pazienza. Ieri noi abbiamo dato il Viatico al nostro Padre Borgia Zucchelli, ed oggi abbiamo ricevuto avviso da Roveredo, che il Padre Basilio d’Albiano fu sopraffatto da un colpetto apoplettico. Dappertutto vi sono miserie. Anche suor Michelina è infermiccia tanto, che spesso né pure può venire alla vicinissima nostra chiesa per ascoltare la santa Messa, e fare la sacra Comunione. Sospiro alla R.V. ogni benedizione del Cielo nelle imminenti sante feste del Bambino Gesù, con un buon capo del seguente anno, e la riverisco. Trento, s. Bernardino 16 dic. 1798.

Di V.R. Div.mo, obbl.mo servo nel Signore F. Gio. Grisostomo da Volano.

656 Per un sacco di riso pesi 14, libbre 3, a troni 9 soldi 5 il peso. Il viglietto fu da me dato al Ferrari li 20

dicembre in proprie mani sul Cantone. 657 Questa signora fu qui a s. Bernardino li 29 marzo 1799, scappata da Leuffers per timore de’ galli vicini.

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1496. 1798 Al Padre Gioseffantonio Guardiano di Cles.

R.P. Con dispiacere debbo far noto alla P.V.R. che non posso servirla colle settecento

lumache ricercatemi dal di lei Terziario, perché appena ne abbiamo per noi, e con difficoltà ne ritroviamo, facendole anche soddisfare a caro prezzo. Molto volentieri la servirei, se potessi. La prego dunque d’avermi per iscusato: e facendole sapere, che il signor Conte canonico Carlo Pompeati rinunzierà la parrocchia di Civezzano con pensione annua di fiorini dugento per nove anni in favore di questo piovano di s. Maria Maggiore don Gio. Battista Vettori soverino, conforme ho inteso oggidì dallo stesso Vettori, ratifico quanto le ho scritto in data dei 14, la riverisco, e resto. Trento 17 dicembre 1798.

Di V.P.R. Obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1497. 1798

Al sig. don Pietro Zaiotti di Gazzadina cappellano di Verla. Molto illustre, e molto rev. sig. padrone colendissimo.

Sapendo esser grande la bontà, e carità di V.S. molto illustre, e molto rev. per noi poveri Religiosi, la preghiamo un’altra volta, perché a nome nostro voglia insinuare ai signori fratelli Clementi, figliuoli del quondam signor Michele, che malgrado la buona risposta mandataci nello scorso gennaio per mezzo del P. Simon Pietro loro fratello, non sappiamo essere stata depositata in Trento a favore, e beneficio di questo nostro povero convento la limosina delle ventinove Messe da noi celebrate per altrettanti confratelli dell’arciconfraternita trentina della Morte, ad istanza del predetto signor Michele loro padre: e che li preghiamo eziandio del bisogno presente del convento aggravato non poco di debiti, e consapevoli, che li detti signori sono doviziosi, e facoltosi658. Confidiamo nella carità di V.S. molto illustre, e molto rev. per cui le viveremo sempre debitori, e pregheremo il nostro serafico Patriarca, perché dal signor Iddio le impetri cuna condegna ricompensa: ed io riverendola resto. Trento, s. Bernardino 18 dicembre 1798659.

Di V.S. Mo. illustre, e Mo. Rev. Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1498. 1798

Al signor Provicario Generale Giuseppe Antonio de Menghin. Al memoriale del signor (Filippo Chiusole) arciprete di Nago, con cui domanda,

che S.A.R.ma voglia degnarsi di far trasportare la festa di san Vigilio titolare660 di quella chiesa nella domenica susseguente coll’officio divino del medesimo, giacché quel popolo assai desidera di celebrarla solennemente, e non può altrimenti opponendoseli le sovrane leggi661, si risponde, che secondo gli autori rubricisti veduti finora il vescovo non tiene autorità per fare un tale trasporto, essendo riservata alla santa Sede apostolica,

658 In vigore di altre istanze la limosina è venuta li 27 marzo 1799. 659 Ho risposto al medesimo Zaiotto curato di Faedo gli 8 febbraio 1806 circa l’ottava di s. Agata sua titolare. 660 Per altro fissata nel giorno 26 di giugno. 661 di Giuseppe secondo.

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la quale conforme fu notato nell’Ordinario trentino degli anni 1759, e 1760662 decretò, che si celebritas sancti titularis differatur ad dominicam infra octavam, Missa solemnis non erit cantanda de eodem Sancto, licet fiat cum apparatu, et processione. S.R.C. 24 iulii 1660, sed dicetur de ipsa dominica, vel de duplici occurrente, cum commemoratione octavae. La quale commemorazione però non potrebbe farsi da quelli di nago quando l’accennata domenica cadesse nella festa de’ santi Apostoli Pietro, e Paolo ecc. Così avvisa F. Gio. Grisostomo da Volano in questo dì 21 dicembre 1798.

Nota. Quanto qui fu detto si potrà confrontare col notato nel To. 3, epist. 588, al Rigonio, § Al terzo, cui potrassi aggiugnere, che presso il P. Cavalieri To. 5 in fine inter decerta recentiora ve n’è uno Regni Poloniae, segnato die 16 iulii 1757, con cui la S.C. de’ Riti pregata da Andrea Mlodziciowski canonico della chiesa cattedrale di Cracovia in nome di tutto il clero del regno della Polonia,dichiarò, che le feste di certi Santi, le quali a tenore della facoltà conceduta già al clero predetto possono trasferirsi alle domeniche tra le loro ottave ob maiorem populi concursum, se occorrono in domenica debbono celebrarsi nella medesima, e non trasferirsi nella susseguente.

1499. 1798

A monsignor Giangiacomo barone Piccini Prelato pontificio, preposito, e canonico di Trento, ed arciprete di Metz tedesco.

Alla ricerca, se nella chiesa parrocchiale di Metz tedesco, nella quale finora ogni

anno, correndo la festa del ss. Nome di Gesù nella domenica seconda dopo l’Epifania, fu cantata Messa solenne con predica dal pulpito, all’altare laterale dedicato al Bambino Gesù, cui quel popolo mostra una gran divozione, si possa cantare la mentovata Messa del ss. Nome di Gesù nella predetta domenica seconda eziandio quando viene impedita dalla domenica di Settuagesima, che fa trasportare l’officio del detto ss. Nome, si risponde affirmative, a tenore delle rubriche generali del Messale romano tit. de translatione festorum, poiché si verifica, che ibi est concursus populi ad celebarndum festum: massimamente sapendosi, che per chi confessato, e comunicato interviene a tal Messa ne’ domini austriaci, cui spetta anche Metz Tedesco, vi è Indulgenza plenaria, da potersi applicare anche ai defunti,conceduta da Papa Innocenzio XIII gli undici di maggio dell’anno 1722 ad istanza dell’imperatore Carlo Sesto, siccome attesta il Padre Gio. Battista Halden in addendis ad ephemerologium, pag. 37, dove avvisa, che in dominica Septuagesimae si occurrat festum ss. Nominis Iesu dupl. 2 cl. decantari poterit insuper Missa votiva solemnis post Nonam de eodem festo ss. Nominis, ubi est concursus populi ad lucrandas verbi gratia indulgentias plenarias. Anche in un calendario mantovano del 1784 v’ha, che in dominica Quinquagesimae si occurrat festum s. Margaritae cortonensis dupl. 2 cl. potest cantari Missa votiva solemnis de eadem Sancta cum dalmatica sub col. albo, cumque unica oratione post Nonam, ratione solemnitatis, et concursus populi, quin cantetur alia de dominica. S.R.C. 29 ianuarii 1752. Così ha scritto in fretta Fra Gio. Grisostomo da Volano in Trento li 22 dicembre 1798.

Nota. Monsignor Piccini per mezzo del suo nipote e cappellano, ora eletto arciprete di Mori, don carlo Sardagna di Trento, con data di Mezzo Tedesco li 16 dic. 1798 ha pregato il signor don Giuseppe Borzatti di Trento663, perché venga da me colla riferita ricerca, e che presto gli dia la mia risposta. La ho fatta in angustia temporis, e di notte,

662 Del Padre Niccola Moggio clesiano Agostiniano. 663 Figlio di Francesco.

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lassissimo dalla fatica del giorno precedente, tutto ventosissimo. La ho data in proprie mani al Borzatto li 22 dicembre di sera.

1500. 1798 Io infrascritto attesto, che ultimamente dai Religiosi di questo convento sono state

celebrate 25, dico venticinque sante Messe secondo la pia intenzione del molto rev. signor don Gio. Battista Onestingel degnissimo curato di san Bartolommeo in Villazzano. In fede ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 22 dicembre 1798664.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco,

1501. 1798

Il signor Gio. Battista Gressler è pregato di dare troni 12, dico troni dodici al signor Gio. Battista Monauni stampatore vescovile. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li23 dicembre 1798665.

L.+S. D’ordine del padre Provinciale F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1502. 1798

Alla sig. Maria Rosa Ciani di Trento. Vienna. Vaccia. Ill.ma sig, sig. e padrona colendissima.

Che V.S.Ill.ma eziandio posta in tanta distanza, ed occupata da impegni nuovi, nobili, e straordinari, siasi ricordata della promessa spontaneamente fattami avanti di partire di qui, cioè di voler essere nostra benefattrice anche stando costì nell’Ungheria, egli è un effetto chiaro, e manifesto della carità, e bontà sua singolare. In fatti dal sig. Giovanni Tomazzoli, come di Lei procuratore, ed agente abbiamo ricevuto uno staio, e mezzo di ottimo pane666. Io dunque, con tutti li miei Religiosi, che l’hanno goduto, la ringrazio vivamente, e gliene sospiro da Dio Signor nostro la meritata copiosa ricompensa. Insieme colla mentovata limosina ricevetti riscontro667 dell’ottimo stato di V.S.Ill.ma, e del vantaggio, che gode, di avere trovato un confessore italiano; ma poi essendo andato668 in Casa Tomazzoli per le solite nostre visite natalizie intesi con dispiacere, che fu sorpresa da non so qual febbre. Voglio sperare, che a quest’ora sarà guarita, e che avrà ricuperata la sua salute primiera. Certamente io non ho mancato di far parte del mio preciso dovere chiedendogliela dal Signor Iddio, e così farò anche in seguito finché saprò di certo, che l’abbia ottenuta. La mutazione del clima può essere stata la cagione della predetta febbre: ed io spero, che un tal tributo non dovrà da Lei pagarsi due volte. E quindi le auguro un felice capo dell’imminente anno comune, ed anche del suo natalizio669, con una lunga serie di simili anni: e supponendo,che avrà ricevuta un’altra mia de’ tre d’ottobre, la prego de’ miei umilissimi rispetti a

664 Consegnato li23 dicembre in proprie mani. 665 Consegnato al Davarda li 26 dicembre. 666 Li 10 dicembre 1798. 667 Li 12 di sera. 668 Li 21 di sera. 669 Ella è nata li 3 gennaio 1747.

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monsignore suo fratello degnissimo, la riverisco, eziandio per parte de’miei Religiosi, e delle signore fraile di Thunn, e di Sardagna, e resto. Trento, s. Bernardino 26 dicembre 1798.

Di V. S. Ill.ma Um.mo, div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo di Volano670.

P.S. Qui abbiamo poca neve; ma il vento ci ha portato un freddo intollerabile, per il quale l’Adige mena ghiaccio ecc.

1503. 1798

Al Padre Accursio Guardiano di s. Rocco di Roveredo. Rev. Padre padrone colendissimo.

Sabato scorso alle 9,2 di mattina ho ricevuto la sua colla dispiacevole nuova del rubamento d’un suo calice671. Onde subito dopo il pranzo son calato in città, e ne ho avvertiti alcuni orefici, e per mezzo di un altro Religioso feci lo stesso rapporto agli altri orefici. Uno di essi Gioseffo Eberle mi ha detto, ch’egli ebbe il contento di accennare il ladro, che ultimamente rubò un calice a questi Padri di Santa Croce672. Pare più probabile, che il ladro roveretano potesse venire a Trento per vendere il suo furto; ma finora non ho ricevuto alcun avviso dai predetti orefici. Se verrammi dato farò il possibile per renderla ben servita. E frattanto notificandole, che ieridì fu comunicato per Viatico il P. Borgia: come pure, che sta molto malamente, quantunque in piedi, il Padre Albano673, li raccomando in precibus, le sospiro un buon capo dell’imminente anno, la riverisco, e resto. Trento 26 dicembre 1798.

Di V.P.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

P.S. Favorisca di notificare al P. Michel Angelo, che ai 15 del corrente in Vaccia di Ungheria è morta la sig. Rosa Ciani strentinata gli 8 dell’agosto passato.

1504. 1798, 27 dicembre

Al Padre Elano Lexl Riformato.Monaco in Baviera. Reverendo, ac religiosissimo in Christo Patri Helano Lexelio Almae Provinciae

bavaricae secretario Fr. Iohannes Chrysostomus de Avolano Guardianus Tridenti S.P.D.

Gaudeo valde, quod tandem ad te quoquomodo pervenerit sarcinula tua, quam hinc profecto sanam, et integram dimisimus, quia iter venetum non seorsim, sed in capsula nostra latitans perfecit. Debitas autem tibi reddo grates, quod sacris pulcherrimisque imaginibus me cumulare, ac donare pro tua largitate volueris; dumque certiorem facio te, quod heri per postam imperialem Venetias versus ire coeperint insertae tuae literae ad illum Patrem literarium Pacificum de Vincentia, felix, faustumque initium, et progressum similem imminentis anni novi tibi ex intimo cordis affectu apprecor. Dabam Tridenti apud sanctum Bernardinum sexto Kalendas ianuarias A.D. 1798.

670 Nella sera de’ 27 dicembre ho inteso, che la sig. Rosa è morta in Vaccia li 15 dicembre. Capitò la lettera al

Tomazoli nella sera de’ 26, mercoledì. 671 Fu rubato li 19 dicembre. Aveva la coppa grande ma sottile. Al nodo maggiore vi erano tre Angioli, e sul

piede tre teste similmente di Angioli ben grosse. Era tutto d’un pezzo solo a striscie nella circonferenza tutta lavorata senza esteriore indoratura.

672 Cappuccini. 673 Si ritirò tutto nell’infermeria li 28 dicembre 1798.

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La inscrizione come sopra num. 1484, ma P. Helano Lexelio Ordinis FF. Minorum Reformatorum S. Francisci, Lectori Theologiae, Concionatori, ac secretario provinciali.

1505. 1798 Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare troni 204, e 12, dico troni dugento e

quattro, e soldi dodici al signor Bartolommeo Sartori per intero pagamento di un moggio d’olio di Corfù. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 28 dicembre 1798.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1506. 1798

Al Padre Massimo da Volano. Borgo. Carissimo Fratello Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro.

Ho ricevuto anche la terza corda di biscotti, che mi avete mandato, e vi ringrazio. Ella servirammi a beneficio del convento, anzi la ho già promessa al Padre letterario. In questo mese abbiamo dato due volte il sacro Viatico al P. Borgia, e tegniamo preparato per lui nella cappella dell’infermeria l’Olio santo. Sono alcuni giorni, che il P. Albano non celebra la santa Messa, e che non può recitare le Ore canoniche col Breviario. Ha mangiato carne in tutto l’Avvento, anche ne’ venerdì,ed ora sta fisso nell’infermeria. Il P. Epifanio frequenta il coro ed ogni ora, e mangia con noi; ma come un’ombra. In città non succedono morti notabili, e quindi si è , che dal luglio in qua noi non siamo mai stati invitati a mortori. Per altro è morta la signora Rosa Ciani, già mia penitente, ai quindici di questo mese, ma in Vaccia di Ungheria, per dove s’instradò gli 8 agosto, contra il mio e comune sentimento. Visse 52 anni. Ho fatto le visite natalizie molto stentatamente, attesa l’asprezza straordinaria della stagione; ma pure per la Dio grazia senza punto ammalarmi, od acquistare alcun raffreddore. Della sorella io non so altro, che quanto mi avete scritto Voi. Onde voglio sperare, che sarà ancora viva. Ieridì è ritornato da Campo per Roveredo il nostro servo Antonio Bazzanella senza portarmi alcuna notizia di Volano. Ciò non ostante io la ho raccomandata, e la raccomanderò al Signor Iddio di tutto cuore. Fate così anche Voi, e proccurate di conservarvi ecc. Addio Fratello Carissimo. Trento 29 dicembre 1798.

Vi rimanderò il sacchetto colla prima occasione674.

1507. 1798 Al P. Stanislao da Nago Vicario, e maestro di novizzi. Cavalese.

Rev. Padre maestro S.L.G.C. Compatisca la mia tardanza nel rispondere, provenuta essendo da mancanza di

tempo. Ora dunque le dico, che l’oscurità del cerimoniale nostro al num. 350 della prima parte trovasi schiarita nell’Aggiunta stampata in Trento nel 1757, pag. 5, dove sta: 350. Quello, che ha lette le lezioni del 2° notturno, allora solamente si ferma ivi a trovar le ultime lezioni, quando vi sono due soli chierici. Così fu sempre praticato, e meritamente, poiché quando i chierici sono più di due, può aver cura del leggiletto l’accolito, il quale gli siede appresso. Il Padre Ippolito di Nocellari, autore del Cerimoniale, fu diligentissimo, e attentissimo, ma innanzi di stamparlo dovette lasciarvi

674 L’ho rimandato il primo di febbraio.

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metter mano anche da altri, dal che sono incorse delle oscurità, e contraddizioni. Ella dunque ha pensato bene, e non ha da cangiare sentimento. Mi spiace, che stanno ancora preso di me li Direttori nuovi per il suo convento, perché sperava, che venisse il Terziario suo, come mi aveva scritto il suo Padre Guardiano. Gli ho mandati in città, perché li pigliasse il postiglione fiemasco; ma non essendo venuto gli ho richiamati. Cercherò qualche occasione almeno per alcuni, e spero di trovarla innanzi li tredici del prossimo anno. Mi raccomando per la limosina del fornese, e le fo sapere, che ai 15 di questo in Vaccia di Ungheria è morta la mia penitente signora Rosa Ciani. La prego de’ miei rispetti al suo P. Guardiano, e riverendola resto. Trento 29 dicembre 1798.

Suo div.mo servo F. Grisostomo.

1508. 1799

Al Padre Massimo di Volano. Borgo di Valsugana. Carissimo Fratello S.L.G.C.

Non so cosa sia di Fra Giuseppe da Pergine. Prima di partire da questo convento (gli 11 dicembre con F. Serafino Grigio di Padova verso Padova) disse, che sarebbe stato qui di ritorno avanti la festa del santissimo Natale. Può essere, che il tempo stravolto lo abbia trattenuto, ed abbialo costretto a far altre risoluzioni. Non vorrei, che fosse ammalato675. Se Voi sapete qualche cosa, vi prego, notificatemela. Il Padre Albano, che ne’ due giorni scorsi stette assai malamente, oggidì ha voluto comunicarsi per Viatico, quantunque stia men male, ed abbia fatta colazione in cadrega. Il signor Conte canonico Carlo Francesco Pompeati ha ceduta la parrocchia di Civezzano al signor don Gio. Battista Vettori di Sovero piovano di s. Maria Maggiore in Trento, colla pensione di dugento fiorini per nove anni. Ma dicesi, che intorno a ciò sieno per insorgere de’ disturbi. Per altro il cedente ha avuto molto tempo da pensarvi sopra, e da compassare la cosa. Ma siamo tutti uomini, chi più, e chi meno. Vi prego un’altra volta come sopra, e con fraterno affetto vi abbraccio. Sia lodato Gesù Cristo. Amen. Trento il primo del 1799.

1509. 1799

Al Padre Vitantonio Guardiano di Cavalese. Rev. Padre.

F. Grisostomo lo riverisce, e gli spedisce questi tre Direttori a conto676, riservando gli altri ad un’occasione più opportuna. Gli fa poi sapere, che nel giorno 31 dello scorso dicembre in Roveredo è morto per febbre infiammatoria Fra Quirico Mattei di Campo Lomasino, in età d’anni 61. Il P. Albano quasi quasi è andato all’altro mondo in questa notte, e temesi della seguente ecc. Trento 2 gennaio 1799.

1510. 1799

Al Padre Gioseffantonio Guardiano di Clesio. R.P.P.C.

675 Fu in Trento di ritorno con Fra Serafico nella sera de’ due di gennaio, venuto essendo da Verona, e

Roveredo per motivo delle strade cattive di Bassano, e del vallone Brentano. Fra Giuseppe fu poi molto tempo infermo ne’ piedi per una ghiacciatura.

676 Consegnati all’oste del Fogarolo da darsi a qualche vitellaro [commerciante di vitelli] fiemasco. Gli latri 15 consegnati al postiglione fiemasco nel giorno terzo di gennaio.

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Vive grazie rendo alla carità di V.P.R. per li due stari di formento, e due altri di segala, che s’è compiaciuta di mandarci, li quali ci riescono assai assai opportuni. Il Signor Iddio gliene renda il merito. La ringrazio altresì della limosina agostiniana. Rapporto alla lente questi Fratelli mi dicono, che se non ha impegno, non la prenda più, giacché si può avere del riso a più buon mercato. Ma se avesse già contratto l’impegno, io non voglio esserle d’ulteriore aggravio677. Domani manderò a pigliare dal Monauni il Direttorio diocesano, e se verrà a tempo glielo spedirò molto volentieri per mezzo del suo Terziario; altrimenti glielo farò avere per mezzo del postiglione clesiano678. Noi oggidì abbiamo cantata una santa Messa per il fu Fra Quirico morto a Roveredo l’ultimo giorno di dicembre. Questa notizia le serva in caso, che la lettera roveretana si arenasse, o si perdesse. Li PP. Albano, e Borgia stanno malamente, e furono comunicati per Viatico: ma pure io spero, che non morranno così presto. La signora Rosa Ciani partita da Trento gli 8 d’agosto, è morta in Vaccia di Ungheria li 15 dello scaduto dicembre per male di petto679. Io già temeva, che per Lei dovesse essere micidiale la mutazione di clima, casa, cucina, letto ecc. Stava troppo bene in Trento; ma l’amore verso il fratello mitrato non glielo lasciava conoscere. Il Signor Iddio la prenda presto in paradiso. Ho inteso con piacere, che la P.V.R,. in breve passerà di qui. Frattanto la riverisco, e mi professo. Trento 3 gennaio 1799, di notte.

Suo obbl.mo servo F. Grisostomo.

Oggidì Pio VI se è vivo, ha sorpassato tutti li successori di s. Pietro.

1511. 1799 Al Padre Vito Antonio di Cles Guardiano di Cavalese.

R.P.P.C. Avvicinandosi il tempo da fare la cerca della legna per questo nostro povero

convento in codesta benefica Valle, per minore aggravio del suo, prego la P.V.R. che voglia farci la carità di commettere a Fra Marco, che andando già per altro, si compiaccia di accomandarci ai cristiani benefattori della lodata Valle, promettendole, che a suo tempo manderemo le divozioni ecc. Confido nella di lei carità serafica; ed in attenzione di gradevole risposta per mio regolamento, la riverisco, e resto. Trento 5 gennaio 1799.

Di V.P.R., cui aggiungo, che le ho spedito tre Direttori nel giorno secondo, ed altri quindici nel giorno terzo del corrente. Con altra occasione poi le manderò anche una copia del diocesano. Oggidì sono state munite del sacro Viatico alle Orsoline le due Clarisse Bellotta, e Boschia.

Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

1512. 1799 A Frate Marco Brunelli di Rango. Cavalese.

Sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro. In questo stesso giorno ho scritto al vostro Padre Guardiano pregandolo, che per

atto di carità serafica voglia col mezzo vostro raccomandarci per la cerca della legna ai benefattori di codesta Valle, promettendogli, che a suo tempo manderemo le divozioni

677 Mi ha risposto, che ha levata la commissione della lente. 678 Spedito li 4 gennaio per mezzo del Terziario. 679 Al P. Guardiano di Metz la ho notificata per mezzo del P. Davide.

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da distribuirsi ai medesimi. Vi prego dunque di accettare un tal impegno, e di eseguirlo per amore del Signor Iddio con tutta la premura, essendovene un vero bisogno. Spero, che ci farete questa carità, ed assicurandovi, che ne sarete abbondevolmente ricompensato da Dio Signor nostro, e che noi pure ci ricorderemo di essa, vi saluto, e mi dico. Trento 5 gennaio 1799.

Vostro aff.mo in Cristo F. Gio. Grisostomo.

1513. 1799

Al Padre Accursio di Praghena Guardiano. Roveredo. R.P.

F. Gio. Grisostomo lo riverisce, e prevalendosi dell’occasione di un ritorno, gli manda questo Direttorio diocesano680. Degl’infermi Albano, e Borgia, entrambi già comunicati per Viatico, non sa cosa dire, se non che non li crede in istato da poter guarire. Aggiugne, che in questa mattina furono comunicate per Viatico alle Orsoline due Clarisse non chiare ecc. Trento 5 gennaio 1799. ______________________________________________________________________

Al P. Guardiano di Metz ho mandato il diocesano con due altri monastici li sette di gennaio, per mezzo del sig. Stefano Taito di Metz Lombardo chirurgo.

1514. 1799

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Antonio Pedrotti esibitore del presente troni 204, 3 12, dico troni dugento, e quattro, e soldi dodici. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 7 gennaio 1799681.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1515. 1799

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al signor Domenico Grandi esibitore del presente troni 204, e 12, dico troni dugento, e quattro, e soldi dodici. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. Bernardino appresso Trento li 10 gennaio 1799682.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di s. Francesco.

1526. 1799

Al Padre Patrizio Guardiano di Campo. R.P.

In questa sera ci sono giunti le trecento uova, che per mezzo del solito latore beccaio ci ha spedito la P.V.R. e per maraviglia tutte intere, quantunque più volte il cavallo portatore, siccome ci ha detto il mentovato beccaio, sia caduto per terra. Io dunque la ringrazio, e per un picciol segno di gratitudine le mando dicidotto Agnusdei monacali. L’avviso poi, che in questa mattina ho messo a credito del di Lei convento li troni settantanove, ed un soldo venuti da Pergine, ed accennati al Padre Davide dal

680 Li 7 gennaio per mezzo di due Osservanti Terziari veronesi. 681 Dato gli 8 al sig. Antonio. Il compratore si dice Guglielmo Finoli di Roveredo. 682 Dato li 10 gennaio.

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Padre Raffaele. Unitamente a questa le spedisco un Direttorio diocesano per la sua sagrestia. Li nostri Padri Albano, e Borgia stanno malamente assai, dopo che furono replicatamente comunicati per Viatico; ma pure io spero, che il Signor Iddio darà loro ancora del tempo da meritare coi loro patimenti. Per altro in questa città muoiono molto pochi. Onde noi dal luglio in qua non mai siamo stati a mortori. La sig. Rosa Ciani, già mia penitente, partita da Trento gli otto di agosto, ed arrivata in Vaccia di Ungheria li tre di settembre colla sua cameriera trentina, cessò di vivere per male di petto in quella città li 15 dello scaduto dicembre, dopo sette soli giorni di malattia. Mi spiace, che siasi verificata la mia predizione. La prego di continuarci la provisione d’uova, la ringrazio, la riverisco, e resto. Trento 10 gennaio 1799.

Suo div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1517. 1799

Al Padre Vito Antonio di Clesio, Guardiano di Cavalese. R.P.P.C.

Eccole la copia, che le ho promesso, del Direttorio diocesano. Suppongo, che a quest’ora avrà ricevuto li tre monastici, che le ho spedito per mezzo de’ vitellari683, e li quindici consegnati al postiglione. Suppongo pure, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 5 del corrente, con cui la pregai rapporto alla cerca della legna: e che sarà giunta una mia eziandio a Fra Marco. Intendo, che secondo la mia espressa intenzione, ed ordinazione fu empiuto di vino cotto684 il vaso presentato da Fra Gio. Maria. La ringrazio poi della limosina speditaci del trentesimo fornese, e della carità fattaci per la condotta delle borre di larice685, assicurandola, che un dì sarà celebrata la Messa richiesta dal condottiere. La ringrazio un’altra volta di tutte le accennate, ed altre sue carità: e desiderando di poter mostrarmele grato anche coi fatti, la riverisco divotamente, e mi professo. Trento 11 gennaio 1799.

Di P.V.R. Div.mo, obbl.mo servo in Cristo F. Grisostomo.

1518. 1799

Al Padre Pietro Damiano di Borgo Guardiano di Arco. Rev. Padre.

F. Grisostomo lo riverisce, e gli manda questo Direttorio diocesano per uso della sagrestia. Si raccomanda poi ancora rapporto ai cartoncini de’ Direttori monastici dell’anno venturo: egli fa sapere, che sta in questa infermeria il P. Giangiuseppe da Canzolino Guardiano di Pergine, oltre li Padri Albano, e Borgia... come pure, che il Padre Valerio Teuter686 d’Augusta non fu ammesso all’esame da monsignor Vicario Generale, e sta qui aspettando un’opportunità per passare a Bolgiano ecc. Gli aggiugne, che in Vaccia di Ungheria nel giorno 15 dello scorso dicembre finì di vivere la signora Rosa Ciani trentina, dopo una malattia di sette giorni, cagionatale dal freddo ecc.

1519. 1799

683 *Commercianti di vitelli. 684 Vino cotto, latine Defrutum. 685 Sino al fiume Avisio. 686 Egli alla tedesca si scrive Deuter. Fu vestito Frate nel 1771 ed ordinato sacerdote in Passavia dal cardinale

Firmiano nel 1775. Fu otto anni predicatore tedesco in Venezia. Partì per Bolgiano li 16 gennaio 1799.

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Al sig. Domenico Ricci arciprete di Povo687. Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo.

Assicuro V.S.Ill.ma, e R.ma, che qualora il Signor Iddio altrimenti non dispone, sarà servita a tenore della sua richiesta dal Padre Davide. L’avverto però, che il medesimo Religioso ha impegno di predicare in Cognola nella domenica di Quinquagesima, essendone stato nominatamente ricercato. Sebbene voglio supporre, che per tal domenica V.S.Ill.ma, e R.ma sarà già ritornata. E augurando a Lei non meno, che al R.mo signor arciprete di Cles (Luigi Flammacini di Trento) suo degnissimo compagno, un felicissimo viaggio, e ritorno, con un riverentissimo inchino mi professo688. Di s. Bernardino 16 gennaio 1799.

Di V.S.Ill.ma, e R.ma Um.mo,div.mo, osseq.mo servidore in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano.

Fuori. All’Ill.mo, e R.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il signor Domenico Ricci degnissimo arciprete di

Povo689.

1520. 1799 Al Padre Gregorio da Caldesio. Pergine.

R. Padre. F. Grisostomo gli manda l’occhialiera migliore, che ha ritrovato, ad insinuazione

del servo Cappelletto: ed insieme gli spedisce un Direttorio diocesano per codesta sagrestia. Rapporto al suo Padre Guardiano non gli scrive, perché potrà intendere dal mentovato servo come stia. Sta meglio. Deo gratias. Trento 17 gennaio 1799.

P.S. Ai 15 dello scorso dicembre, dopo una malattia di sette giorni, è morta la signora Rosa Ciani di Trento in Vaccia di Ungheria nel palazzo vescovile, dove stava colla sua cameriera Beppa, già servente in casa Gentili di Pergine.

1521. 1799

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare al pescatore esibitore del presente troni 10, carentani8, dico troni dieci, e carentani otto. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di s. bernardino appresso Trento li 19 gennaio 1799.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco.

1522. 1799

Ego infrascriptus fidem facio, ac testor, quod de licentia admodum reverendi Patris Vincentii Maccani Ordinis Minorum Conventualium S.P.N. Francisci, Vicarii parochialis ad s. Mariam Magdalenam Tridenti, honestos iuvenes Ioannem Baptistam filium alterius Ioannis Baptistae de Fabris, et Annam filiam quondam Bartholomaei de Fant690, ambos dictae parochiae s. Mariae Magdalenae, hac die, inque hac ecclesia sancti Bernardini, coram altari sanctae Mariae semper Virginis, iuxta ritum S.E.E. interrogavi, eorumque mutuo consensu habito, solemniter per verba de praesenti matrimonio coniunxi, praesentibus Ioanne Baptista Facchinio quondam Thomae vattariensis, et

687 Il Ricci già parroco di Telve, ed il Flammacini già parroco di Castel Tesino, vogliono andare a rivedere i loro ex parrocchiani. Il Ricci dunque chiede, che il P. Davide per la Messa parrocchiale, dottrina, e vespro ecc.

688 Ritornò a Povo col Flammacino nella sera del primo di febbraio venerdì avanti la Quinquagesima. 689 Abusivamente si dice Arciprete di Povo. Dovrebbe dirsi Arciprete, piovano di Povo. Egli fu il secondo

arciprete di Telve. 690 Per altro io scrivo de Fantibus, come scrissero altri antichi, da me riferiti in Familiario tridentino cap. 4.

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Ioanne Baptista Furlano trilacensi, ambobus habitatoribus praedictae parochiae, testibus notis, vocatis, et rogatis. In quorum fidem etc. Dtaum in conventu sancti Bernardini apud Tridentum hac die sabati 19 ianuarii an. 1799.

L.+S. maioris F. Ioannes Chrysostomus de Avolano

Guardianus FF. Minorum Reformatorum s. Francisci. Nota. Lo sposo è figlio di Giambattista molinaro, e di Catterina. La sposa è figlia

del quondam Bartolommeo seghetta e di Anna Zancanella, tutti e due abitanti sotto questo nostro convento di s. Bernardino. Da principio ed anche in seguito per molto tempo furono contrarissimi a tale matrimonio li genitori dello sposo. Li testimoni sono due putti molinari famigli.

1523. 1799

Li signori fratelli Pifferi sono pregati di dare all’uovarolo691 esibitore del presente troni 37, e soldi 10, dico troni trentasette, e soldi dieci692. Che della carità il Signor Iddio ecc. Dato nel convento di san Bernardino appresso Trento li 22 gennaio 1799.

L.+S. F. Gio. Grisostomo da Volano Guardiano de’ Riformati di san Francesco

1524. 1799

Al P. Patrizio Guardiano di Campo. R. P. Guardiano. S.L.G.C.

A questo mio convento non bastano per tutto l’anno li due sacchi di sale, che come agli altri conventi gli vengono da Ala d’Insprugg. Onde se la P.V.R. potesse cedermene uno de’ due suoi, od almeno mezzo, io lo riceverei per un favore, e farei soddisfare il corrispondente imposto dalla di lui condotta. La prego dunque di tal favore, e di pronta risposta per mio regolamento. Fra Gervasio è in Fieme alla questua della legna. Quando ritornerà693, e darammi il viglietto del mercante, che gli ha somministrato non si qual pezzo di panno, lo farò soddisfare a nome del di Lei convento. Frattanto la riverisco, e resto. Trento 22 gennaio 1799.

Di V.S.R. Div.mo, obbl.mo servo F. Grisostomo.

______________________________________________________________________ Li 13 febbraio 1799 ho scritto a Roma questo picciolissimo viglietto: Si desidera una copia del decreto, che assegna l’evangelio Designavit al B. Leonardo: e dell’altro, che dà le Lezioni de Scriptura occur. al primo notturno di san Guglielmo abate694.

691 Lamonese. 692 Per uova 327 a troni 11,10 il cento, oltre una cena e l’albergo di una notte. 693 Ritornò li 24 gennaio. 694 Venne qualche risposta li 3 aprile 1799.