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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia ANNO XXXIX - N°. 30 - euro 0.50 Sabato 26 Ottobre 2013 web: www.ilpontenews.it | email: [email protected] “Et veritas liberabit vos” Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino ALLA CAMERA AUMENTI DI 4 MILIONI DI EURO Alfonso Santoli POLITICA 5 RIPARTE IL MECCANISMO RINNOVATO Franco Iannaccone fISCO 4 IL RISCATTO DELLA SIDIGAS Sport BASkET 15 LA LITURGIA DELLA PAROLA Stefania De Vito VANGELO 7 EDUCARE ALLA fEDE Nei giorni scorsi a seguito del- l’indagine della Guardia di fi- nanza e della Corte dei Conti sono stati indagati i vertici del- l’AIR Servizi, l’Azienda di Au- totrasporti. Sono 5 i dirigenti indagati: Costantino (Dino) Pre- ziosi, Rosetta D’Amelio, Angelo D’Amelio, Guglielmo Allodi e Camillo Colarusso. In via cautelativa è stato predi- sposto il sequestro dei beni per un importo di ben 2milioni e 700mila euro. UNA ChIESA “fAMIGLIA” E “MADRE ChE EDUCA ALLA fEDE” A i vescovi italiani riuniti ad Assisi nel 2003 Papa Giovanni Paolo II, dopo aver richiamato le pa- role del Concilio Vaticano II secondo cui le par- rocchie “rappresentano in certo modo la Chiesa visibile su tutta la terra”, scriveva: «Per raggiun- gere questi risultati sarà particolarmente impor- tante che le parrocchie italiane mantengano quel caratteristico stile familiare che le distingue e che fa di loro, in certo senso, delle grandi “famiglie di famiglie”: così le parrocchie saranno un am- biente di vita caldo e accogliente e potranno of- frire un grande contributo alla difesa e alla promozione di quella realtà preziosa e insostitui- bile, ma oggi purtroppo continuamente minac- ciata, che è la famiglia». Trovo che, mentre la nostra Chiesa accoglie la sfida pastorale lanciata dal prossimo sinodo straordinario voluto da Papa Francesco su famiglia ed evangelizzazione, que- sto binomio tra Chiesa visibile (parrocchia) e fa- miglia possa aiutarci a riflettere con estrema serietà sulla distinzione, ma non separazione tra i due termini. Innanzitutto appare che famiglia non è uno degli oggetti o destinatari della pasto- rale ecclesiale, bensì un soggetto a pieno titolo, un soggetto portatore di una specifica responsa- bilità e, quindi, di un particolare ministero. L’im- magine, poi, è suggestiva e merita di essere contemplata e approfondita: alla nostra mente essa richiama subito la realtà di una Chiesa- madre, più esattamente di una Chiesa che con- cepisce e vive la sua maternità in termini di educazione alla fede. + Francesco Marino vescovo - pag. 3 a cura del dottor Gianpaolo Palumbo GLI ITALIANI SONO SEMPRE PIù LONGEVI N egli ultimi quattro anni i maschi italiani hanno guadagnato sette mesi di vita media, le donne solo cinque. Abbiamo superato i giapponesi e siamo primi al mondo, ma è un record che costa in termini sociali. La nostra assistenza sanitaria è considerata la migliore con la Francia, perché lo Stato al di là dei ticket ci è vicino dalla nascita con le vaccinazioni e fino agli Hospice di varia natura: oncologici e riabilitativi. La Sanità ha certamente contribuito ad un innalzamento dell’aspettativa di vita; basti pensare di come si è abbassata la quota di morti per infarto cardiaco. Su 95mila (60mila uomini e 35mila donne) ricoveri all’anno in unità coronarica, muore un paziente su dieci entro i primi trenta giorni di ricovero. pag. 8 MEDICINA pag. 10 CRONACA - INDAGATI I VERTICI DELL’AIR SERVIZI - Dalle ore 3.00 di domenica torna l’ora solare

#Ewin.ilpontenews.it/img/archivio/ott_26_2013.pdf · un importo di ben 2milioni e 700mila euro. ... Negli ultimi quattro anni i maschi italiani hanno guadagnato sette mesi di vita

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ilponteSettimanale Cattolico

dell’Irpinia

ANNO XXXIX - N°. 30 - euro 0.50Sabato 26 Ottobre 2013

web: www.ilpontenews.it | email: [email protected]

“Et veritas liberabit vos”

Il Ponte è il primo settimanale dell’Irpinia

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

ALLA CAMERA AUMENTI

DI 4 MILIONIDI EURO

Alfonso Santoli

POLITICA 5

RIPARTE IL

MECCANISMO

RINNOVATO

Franco Iannaccone

fISCO 4

IL RISCATTO

DELLA

SIDIGAS

Sport

BASkET 15

LA LITURGIA

DELLA PAROLA

Stefania De Vito

VANGELO 7

EDUCARE ALLA fEDE

Nei giorni scorsi a seguito del-l’indagine della Guardia di fi-nanza e della Corte dei Contisono stati indagati i vertici del-l’AIR Servizi, l’Azienda di Au-totrasporti. Sono 5 i dirigentiindagati: Costantino (Dino) Pre-ziosi, Rosetta D’Amelio, AngeloD’Amelio, Guglielmo Allodi eCamillo Colarusso.In via cautelativa è stato predi-sposto il sequestro dei beni perun importo di ben 2milioni e700mila euro.

UNA ChIESA “fAMIGLIA”E “MADRE ChE EDUCA

ALLA fEDE”

Ai vescovi italiani riuniti ad Assisi nel 2003 PapaGiovanni Paolo II, dopo aver richiamato le pa-

role del Concilio Vaticano II secondo cui le par-rocchie “rappresentano in certo modo la Chiesavisibile su tutta la terra”, scriveva: «Per raggiun-gere questi risultati sarà particolarmente impor-tante che le parrocchie italiane mantengano quelcaratteristico stile familiare che le distingue e chefa di loro, in certo senso, delle grandi “famigliedi famiglie”: così le parrocchie saranno un am-biente di vita caldo e accogliente e potranno of-frire un grande contributo alla difesa e allapromozione di quella realtà preziosa e insostitui-bile, ma oggi purtroppo continuamente minac-ciata, che è la famiglia». Trovo che, mentre lanostra Chiesa accoglie la sfida pastorale lanciatadal prossimo sinodo straordinario voluto da PapaFrancesco su famiglia ed evangelizzazione, que-sto binomio tra Chiesa visibile (parrocchia) e fa-miglia possa aiutarci a riflettere con estremaserietà sulla distinzione, ma non separazione trai due termini. Innanzitutto appare che famiglianon è uno degli oggetti o destinatari della pasto-rale ecclesiale, bensì un soggetto a pieno titolo,un soggetto portatore di una specifica responsa-bilità e, quindi, di un particolare ministero. L’im-magine, poi, è suggestiva e merita di esserecontemplata e approfondita: alla nostra menteessa richiama subito la realtà di una Chiesa-madre, più esattamente di una Chiesa che con-cepisce e vive la sua maternità in termini dieducazione alla fede.

+ Francesco Marino vescovo - pag. 3

a cura del dottor Gianpaolo Palumbo

GLI ITALIANI SONO SEMPRE PIù LONGEVI

Negli ultimi quattro anni i maschi italiani hanno guadagnato sette mesi di vita media, le donnesolo cinque. Abbiamo superato i giapponesi e siamo primi al mondo, ma è un record che costa

in termini sociali. La nostra assistenza sanitaria è considerata la migliore con la Francia, perché loStato al di là dei ticket ci è vicino dalla nascita con le vaccinazioni e fino agli Hospice di varia natura:oncologici e riabilitativi. La Sanità ha certamente contribuito ad un innalzamento dell’aspettativa divita; basti pensare di come si è abbassata la quota di morti per infarto cardiaco. Su 95mila (60milauomini e 35mila donne) ricoveri all’anno in unità coronarica, muore un paziente su dieci entro iprimi trenta giorni di ricovero.

pag. 8

MEDICINA

pag. 10

CRONACA - INDAGATI I VERTICIDELL’AIR SERVIZI -

Dalle ore 3.00 di domenica torna l’ora solare

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2 sabato 26 Ottobre 2013 ilPonte

GLI  STUDENTI  DI  AVELLINO  DAL  PAPAStudenti, insegnanti e genitori hanno partecipato all'udienza che PapaFrancesco ha tenuto mercoledì 23 ottobre 2013.Partiti circa 60 pullman, con quasi 3000 persone, durante la notte,

per essere a Roma nelle prime oredell'alba. Il Vescovo ha presiedutoquesto incontro. Sono stati allestitidegli striscioni per salutare PapaFrancesco. Hanno partecipatoscuole secondarie di primo e se-condo grado e anche la scuola pri-maria del secondo circolo diAvellino.

Don Antonio Dente sn.

La scorsa settimana, presso la redazione de "Il Ponte" si è svolta la delega-zione regionale della Fisc presieduta da Francesco Zanotti, presidente nazio-nale dell'Associazione che raggruppa i 187 giornali cattolici italiani.Erano presenti le delegazioni di Napoli, Salerno, Avellino, Cava Dei Tirreni,Nola e Alife. Dopo il bilancio delle attività presentato dal delegato uscentedon Doriano De Luca che, a causa dei molteplici impegni,ha anche manife-stato l'intenzione a non ricandidarsisi, si è passati alla fase di voto. All'una-nimità è stato eletto Antonio De Caro, direttore del periodico "Fermento". Al neo delegato gli auguri di buon lavoro da parte di tutta la redazione.

fISC - AD  AVELLINO  LA  DELEGAZIONE  REGIONALE

DIOCESI DI AVELLINO

PARROCCHIA DI SAN CIRO MARTIRE

Giovedì 17 ottobre 2013, sono ripresi nel Salone Parrocchiale di San Ciro Mar-tire (ingresso di via Dorso), gli incontri di “DIECI COMANDAMENTI”. Si trattadi un percorso, guidato da un sacerdote, che, senza avere lo scopo di formaregruppi o comunità particolari, intende rivolgersi all’intera Comunità Parroc-chiale (e non solo) per far riscoprire la bellezza e soprattutto l’importanza perla vita del Cristiano di questa “Parola di Dio” per eccellenza. Questo percorso, realizzatosi per la prima volta a Roma, nella Parrocchia di Santa FrancescaRomana, per ispirazione ricevuta dal Parroco, Don Fabio Rosini, è servito perraggiungere centinaia di persone, che al termine, hanno proseguito la propriaesperienza cristiana nelle rispettive realtà di appartenenza (Parrocche, gruppi,aggregazioni, etc). Anche quest’ anno tale itinerario viene seguito da moltis-sime persone sia nella stessa Parrocchia di Don Rosini, che in decine di altredi tutta Italia.Questa Catechesi si pone in comunione con quanto recentemente lo stessoPapa Francesco ha detto parlando del Decalogo: “Provate a vedere i Dieci Co-

mandamenti come se fossero le parole, gli insegnamenti che dà la mamma

per andare bene nella vita. Una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole

solo il bene dei figli, e così fa la Chiesa!”Dunque un appuntamento che, ogni giovedì sera intende portare alle personeche vorranno, una Parola di pace, speranza e libertà.

Il ParrocoPadre Luciano Gubitosa

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3sabato 26 Ottobre 2013AttualitàilPonte

Ai vescovi italiani riuniti ad Assisi nel 2003 PapaGiovanni Paolo II, dopo aver richiamato le pa-

role del Concilio Vaticano II secondo cui le par-rocchie “rappresentano in certo modo la Chiesavisibile su tutta la terra”, scriveva: «Per raggiun-gere questi risultati sarà particolarmente impor-tante che le parrocchie italiane mantengano quelcaratteristico stile familiare che le distingue e chefa di loro, in certo senso, delle grandi “famigliedi famiglie”: così le parrocchie saranno un am-biente di vita caldo e accogliente e potranno of-frire un grande contributo alla difesa e allapromozione di quella realtà preziosa e insostitui-bile, ma oggi purtroppo continuamente minac-ciata, che è la famiglia». Trovo che, mentre lanostra Chiesa accoglie la sfida pastorale lanciatadal prossimo sinodo straordinario voluto da PapaFrancesco su famiglia ed evangelizzazione, que-sto binomio tra Chiesa visibile (parrocchia) e fa-miglia possa aiutarci a riflettere con estremaserietà sulla distinzione, ma non separazione trai due termini. Innanzitutto appare che famiglianon è uno degli oggetti o destinatari della pasto-rale ecclesiale, bensì un soggetto a pieno titolo,un soggetto portatore di una specifica responsa-bilità e, quindi, di un particolare ministero. L’im-magine, poi, è suggestiva e merita di esserecontemplata e approfondita: alla nostra menteessa richiama subito la realtà di una Chiesa-madre, più esattamente di una Chiesa che con-cepisce e vive la sua maternità in termini dieducazione alla fede.

La Chiesa è madre che educa alla fede. SeDio può essere concepito e detto come madre,analogicamente questo può essere detto anchedella Chiesa. Ad essa, infatti, possono essere at-tribuiti tutti i momenti che caratterizzano l’espe-rienza della maternità che vanno dall’accoglienzadel seme della Parola di Dio, attraverso la soffe-renza del parto e l’esperienza del nutrire i proprifigli e figlie, fino ai doveri della protezione e del-l’educazione. Ne deriva anche l’immagine ancorpiù comune della Chiesa come famiglia o come“famiglia di famiglie”, senza dimenticare tuttaviache questa si fonda sulla esperienza della mater-nità. Ma che significato dare a questo “educare”?Lo possiamo dire con le parole, sempre attuali, diRomano Guardini: “Che cosa significa educare?Significa che io do a quest’uomo coraggio versose stesso, che gli indico i suoi compiti e interpretoil suo cammino, che lo aiuto a conquistare la li-

bertà sua propria. Devo dunque mettere in motouna storia umana e personale...La vita viene de-stata e accesa solo dalla vita. La più potente forzadi educazione consiste nel fatto che io stesso inprima persona mi protendo in avanti e mi affaticoa crescere...Da ultimo, come credenti diciamo:educare significa aiutare l’altra persona a trovarela sua strada verso Dio: non soltanto far sì cheabbia le carte in regola per affermarsi nella vita,bensì che questo ‘bambino di Dio’ cresca fino araggiungere la maturità di Cristo. L’uomo è perl’uomo la via verso Dio” (Persona e libertà, Bre-scia 1987, pagg. 222s).Per essere se stessa e fedele alla sua immaginematerna e familiare la chiesa dunque dovrà es-sere innanzitutto una Chiesa che ascolta la fa-miglia con animo compassionevole, da verasposa e da autentica madre quale essa è: mipreme ribadirlo questo concetto, perché esso cor-risponde a quella stupenda indicazione di metodoe di prassi che Giovanni XXIII ha dato una voltaper sempre alla Chiesa universale: “La ChiesaCattolica, innalzando per mezzo di questo ConcilioEcumenico la fiaccola della verità religiosa, vuolemostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, pa-ziente, piena di misericordia e di bontà, ancheverso i figli da lei separati” (Enchiridion Vatica-num, 1,58*). Così la Chiesa ascolta la famigliaperché ha la missione di evangelizzare l’amore,

ed essa, la Chiesa, il linguaggio dell’amore lo puòe lo deve imparare dalla famiglia. La famiglia in-fatti è la culla dell’amore vero, non contraffatto oadulterato. La famiglia è la scuola dell’amore ge-nuino, non camuffato o commercializzato. La fa-miglia è la centrale diffusiva dell’amore, semprepronta a dispensare i doni di cui si sente ricca. Èin questa luce che dobbiamo considerare la scon-finata disponibilità della Chiesa ad accogliere ipeccatori senza fare compromessi con il peccato,a dialogare con l’errante senza mai accettare l’er-rore. La chiesa dovrà essere poi una Chiesa chevalorizza la famiglia. E lo farà evangelizzandoil sacramento del Matrimonio, presentandone coninsistenza tutte le ricchezze, naturali e sopranna-turali. Evangelizzare – forse vale la pena ricor-darlo – significa anzitutto “dire bene”, cioè cogliereil bene, il bello della famiglia e annunciarlo, co-municarlo a tutti, senza riserve e senza falsi pu-dori. Evangelizzare significa trasmettere il bene,il dono che la famiglia è in se stessa, consideran-dolo come il bene originario, primo e prioritario:solo allora si potrà dire di aver obbedito al co-mando di Dio Creatore. Evangelizzare significaproporre in modo concreto e persuasivo a tutti lavita di famiglia come l’unica esperienza capace difavorire al meglio la crescita completa e la forma-zione integrale dei figli, compresa ovviamente

l’educazione alla fede.Infine dovrà essere una Chiesa che nutre lafamiglia con un cibo che non è suo perché essastessa l’ha ricevuto e lo conserva con grandecura, consapevole della sua preziosità e necessità.Questa convinzione fa della Chiesa ciò che essa èper volontà del suo Fondatore e Salvatore: unponte che sostituisce i muri di separazione, un ca-nale che veicola un’acqua preziosissima, un segnoo sacramento del dono della salvezza, soprat-tutto: una riserva inesauribile di beni divini, unasicura garanzia di alimenti sostanziosi, una fon-tana sempre pronta a erogare acqua zampillante.Tale cibo la Chiesa lo offre alla famiglia su un’unicamensa: il cibo della parola di Dio e il cibo dellasanta Eucaristia (vedi Dei Verbum, 21). Anchenella pastorale della famiglia è necessario rispet-tare questa attitudine squisitamente maternadella Chiesa che nutre i suoi figli con l’offerta si-multanea e indivisibile della parola di Dio e delPane di vita, in vista della formazione integraleche essa è inviata a dare. La Chiesa nutre la fa-miglia proprio come fa una madre: mettendo adisposizione dei suoi figli non solo i suoi beni mase stessa, nel senso che, ad esempio, essa offrealla famiglia la disponibilità di tante persone con-sacrate le quali hanno fatto della loro vita un donoal Signore per il bene dei fratelli. Questo rilievoapre il discorso sulla collaborazione tra le duegrandi vocazioni nella Chiesa: alla vita matrimo-niale e alla vita di speciale consacrazione. Auspi-chiamo una sempre più stretta e pazientecollaborazione o reciproca integrazione tra fami-glia e persone che nella Chiesa e per la Chiesa la-vorano a tempo pieno ! “Il nostro servizio allefamiglie, per essere autentico e fruttuoso, deveessere sempre ricondotto alla sorgente, cioè alDio che è amore e che vive in se stesso un mi-stero di comunione personale d’amore. Creandoper amore l’umanità a sua immagine, Dio haiscritto nell’uomo e nella donna la vocazione, equindi la capacità e la responsabilità dell’amore edella comunione. Questa vocazione può realiz-zarsi in due modi: il matrimonio e la verginità. En-trambi sono pertanto, ciascuno nella sua formapropria, una concretizzazione della verità più pro-fonda dell’uomo, del suo essere a immagine diDio” (Giovanni Paolo II).

+ Francesco Marinovescovo

UNA ChIESA “fAMIGLIA” E “MADRE ChE EDUCA ALLA fEDE”

“Solo una Chiesa che si rende vicina allepersone e alla loro vita reale pone le con-

dizioni per l’annuncio e la comunicazione dellafede”. È il presupposto da cui parte l’“invito” alprossimo Convegno ecclesiale nazionale, che sisvolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015sul tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.“L’atteggiamento che deve ispirare la riflessioneè quello a cui richiama quotidianamente PapaFrancesco”, scrivono i vescovi: “Leggere i segnidei tempi e parlare il linguaggio dell’amore cheGesù ci ha insegnato”. “Attingendo alla tradi-zione vivente della fede cristiana - si legge nel-l’introduzione, firmata da monsignor CesareNosiglia, presidente del Comitato preparatorio -intendiamo avviare una riflessione sull’umane-simo, su quel ‘di più’ che rende l’uomo unico trai viventi; su ciò che significa libertà in un conte-sto sfidato da mille possibilità; sul senso del li-mite e sul legame che ci rende quello che

siamo”. “Come superare l’inter-ruzione della relazione con l’Al-tro, così nociva per la giustacomprensione dell’uomo?”. Diquesto interrogativo il Conve-gno ecclesiale di Firenze in-tende farsi carico per“ripensare, guardando a CristoGesù, il rapporto tra Dio el’uomo e degli uomini tra diloro”. “Prepararsi al Convegnodi Firenze - si legge ancora nel-l’invito - può rappresentare perle Chiese che sono in Italia l’oc-casione propizia di ripensare lostile peculiare con cui interpre-tare e vivere l’umanesimo nel-

l’epoca della scienza, della tecnica e dellacomunicazione”. Sulla base dei contributi inviatialla segreteria del Comitato preparatorio entrofine maggio 2014, verrà elaborato il documentodi lavoro per l’anno pastorale successivo.Un cammino mai interrotto. Quello di Fi-renze sarà il quinto Convegno ecclesiale nazio-nale, dopo Roma (1976), Loreto (1985),Palermo (1995) e Verona (2006), da “incro-ciare” con gli Orientamenti pastorali del decen-nio entro cui il Convegno stesso si collocava. Inquesto cammino di “rinnovamento” che ha ca-ratterizzato questi 50 anni di attuazione delConcilio, “al centro dell’attenzione è sempre ri-masta l’evangelizzazione, attuata in spirito didialogo con il contesto sociale italiano”, si leggenell’invito, e “sempre desta è stata anche l’at-tenzione nei riguardi dell’humanum”.Affrontare la crisi antropologica. “La mo-

dernità - affermano i vescovi - ci consegna unmondo provato da un individualismo che pro-duce solitudine e abbandono, nuove povertà edisuguaglianze, uno sfruttamento cieco delcreato che mette a repentaglio i suoi equilibri”.Per questo, “è tempo di affrontare tale crisi an-tropologica con la proposta di un umanesimoprofondamente radicato nell’orizzonte di una vi-sione cristiana dell’uomo ricavata dal messaggiobiblico e dalla tradizione ecclesiale, e per questocapace di dialogare col mondo”. “Il tu e il noi -gli altri - nell’epoca in cui viviamo sono spessoavvertiti come una minaccia per l’integrità del-l’io”, ammonisce la Cei citando l’emergenzaeducativa: “La difficoltà di vivere l’alteritàemerge dalla frammentazione della persona,dalla perdita di tanti riferimenti comuni e da unacrescente incomunicabilità”. Per superare l’inter-ruzione tra l’io e l’altro, la proposta della Cei, oc-corre “riguadagnare la consapevolezza delnostro provenire da Dio: non siamo Dio, masiamo da Dio e, conseguentemente, per Dio.Non possiamo più pensare: ‘O io, o Tu’, masiamo spinti a riconoscere: ‘Io grazie a Te’”.L’umanesimo cristiano. “Oggi l’umanesimocristiano sembra essere soltanto una varianteminoritaria tra i numerosi e differenti umanesimiche preferiscono non richiamarsi ad alcuna ispi-razione evangelica”, denunciano i vescovi. Perquesto, “pur nella consapevolezza della naturaplurale dell’odierna società”, uno degli scopi delConvegno è quello di “proporre alla libertà del-l’uomo contemporaneo la persona di Gesù Cri-sto e l’esperienza cristiana quali fattori decisividi un nuovo umanesimo”, a partire della consa-pevolezza che “l’annuncio dell’evento di Cristo

sia capace di interagire con Chiese e confessionicristiane, con le religioni e con le diverse visionidel mondo, valorizzando tutti gli elementi posi-tivi che la modernità può offrire in abbondanza”.“I cristiani, in quanto cittadini, desiderano abi-tare con questo stile la società plurale, protesial confronto con tutti, in vista di un riconosci-mento reciproco”, assicurano i vescovi, secondoi quali il Convegno di Firenze può essere anchel’occasione “perché ogni Chiesa possa ripensareanche alle figure significative che in epoche di-verse hanno indicato la via di un autentico uma-nesimo cristiano”.In dialogo col mondo. La fede “ci rende ca-paci di dialogare col mondo, facendoci promo-tori di incontro fra i popoli, le culture, le religioni”.Come ha scritto Papa Francesco, “il credentenon è arrogante: lungi dall’irrigidirci, la sicurezzadella fede ci mette in cammino, e rende possi-bile la strada del dialogo con tutti”. Ecco perché“vale la pena di accogliere il richiamo all’umanocon cui veniamo proiettati verso Firenze”, sullascia del magistero pontificio contemporaneo, daLeone XIII a Benedetto XVI. “La difesa dell’in-tegrità umana - scrivono i vescovi - va di paripasso con la sostenibilità dell’ambiente e del-l’economia, giacché i valori da preservare sulpiano personale (vita, famiglia, educazione)sono pure determinanti per tutelare quelli dellavita sociale (giustizia, solidarietà, lavoro)”. Tra iproblemi particolarmente urgenti su cui dialo-gare con “tutti gli uomini di buona volontà”, ildocumento cita “quelli della famiglia, della cul-tura, dell’economia, della politica, della convi-venza sociale, della custodia del creato, dellapace”.

A firenze per apprezzare l'umanesimo cristianoÈ partito l'invito a partecipare al convegno del decennio. La consapevolezza di dover affrontare una crisi antropologicacui rispondere con la fede. Sulla scia di Papa Francesco: "Il credente non è arrogante: lungi dall'irrigidirci, la sicurezza

della fede ci mette in cammino, e rende possibile la strada del dialogo con tutti". A partire dai temi "della famiglia,della cultura, dell'economia, della politica, della convivenza sociale, della custodia del creato, della pace".

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4 sabato 26 Ottobre 2013 fisco ilPonte

L’ISTITUTO, DICHIARATO ILLEGITTIMO DALLA CORTE COSTITUZIONALE, E’ STATO REINTRODOTTO

“A TU PER TU CON IL FISCO”“A TU PER TU CON IL FISCO” a cura di Franco Iannaccone

LA MEDIAZIONE OBBLIGATORIA PRIMA DELLA LITE :RIPARTE IL MECCANISMO RINNOVATO

E’ tornata in vigore dal 20 settembrescorso, la mediazione obbligatoria in

campo civilistico (Legge n.98 in G.U. n.194 del 20 agosto 2013), dopo esserestata posta in soffitta da una sentenzadella Corte Costituzionale.Si ricorda che l’istituto era stata introdotto il 21marzo 2011 con una serie di controversie civiliindicate nel D.Lgs. n. 28/2010, alle quali sierano aggiunti, un anno dopo, le controversiecondominiali e quelle nascenti da sinistri stra-dali. Ma poi tutto si è fermato il 24 ottobre2012 con un comunicato stampa della CorteCostituzionale che ha annunciato la bocciaturadella procedura per eccesso di delega.Rispetto al passato, la nuova mediazioneesclude le cause per il risarcimento deidanni derivanti dalla circolazione dei vei-coli e natanti che l’anno scorso, avevanogenerato tantissime domande di media-zione (quasi 45 mila) ma con risultati, a dirpoco, deludenti, visto che nel 95% dei casi lacontroparte non si è neppure presentata all’in-contro iniziale con il mediatore. La nuova mediazione, invece, ha am-pliato la competenza a tutte le cause perresponsabilità in campo sanitario, men-tre prima era limitata soltanto al settoremedico.In sintesi, il tentativo di mediazione ri-sulta obbligatorio in materia di: condomi-nio, diritti reali, divisioni, successioniereditarie, patti di famiglia, locazioni, co-modato, affitto di azienda, risarcimentodi danno derivante da responsabilità me-dica e sanitaria e da diffamazione amezzo stampa o altro mezzo di pubbli-cità, contratti assicurativi, bancari e fi-nanziari.Rispetto alla vecchia procedura, nella nuovamediazione sono state introdotte anche altremodifiche che dovrebbero incentivare le partia presentarsi al tavolo del mediatore.Al primo incontro, ora, il mediatore deveinvitare le parti e i loro avvocati ad espri-mersi sulla possibilità di iniziare l’iterconciliativo e decidendo di avviare la pro-cedura soltanto se la risposta è positiva.In pratica, quindi, per chi non è interes-sato a trovare un accordo, il primo incon-tro può concludersi in modo rapido edaprire la strada per andare di fronte algiudice quasi senza costi aggiuntivi, per-

ché, in tale ipotesi, non è previsto alcuncompenso per il mediatore.Sono ripristinate, invece, le penalità per chi nonpartecipa senza “giustificato motivo” ed, in talcaso, il giudice potrà desumere argomenti diprova e condannare l’assente a versare unasomma pari al contributo unificato.Bisogna evidenziare, però, che il ritornoalla mediazione è stato dichiarato speri-mentale, infatti, la legge la reintroduceper quattro anni e il Ministero della Giu-stizia, già dopo due anni ne dovrà verifi-care gli esiti. Conseguentemente se irisultati non saranno in linea con le spe-ranze fissate dalle legge, cioè quelle didecongestionare le aule della giustizia ci-vile, potrebbero esserci margini per unasua rivisitazione.Il procedimento di mediazione deve du-rare al massimo tre mesi (non più quattro,come stabilito per la mediazione ante sentenzadella Corte Costituzionale). Gli avvocati hanno l’obbligo di informare leparti circa l’obbligatorietà della mediazione e,quindi, circa la possibilità di risolvere la contro-versia in via stragiudiziale con la conseguenzache mancando questo passaggio, il contrattotra avvocato e cliente è annullabile.La domanda di mediazione deve esserepresentata – è questa un’altra novità in-trodotta dalla Legge n. 98 – davanti ad unorganismo di mediazione del luogo in cuisi dovrebbe svolgere la causa: in so-stanza viene introdotto il principio previ-sto dal codice di procedura civile e cioèquello della competenza territoriale. Inquesto modo, la sede del procedimento di me-diazione non può essere fissata a discrezionedella parte procedente con il rischio, ad esem-pio, che questi la radichi in un luogo dove lespese di trasferta sarebbero troppo onerose dasostenere per la controparte.Una volta presentata la domanda, l’orga-nismo di mediazione deve nominare ilmediatore e, entro trenta giorni dallastessa, deve essere convocato il primo in-contro tra le parti che, ora, devono essereassistite obbligatoriamente dagli avvo-cati.La domanda e la data del primo incontro de-vono essere comunicate all’altra parte con ognimezzo idoneo ad assicurarne la ricezione,anche a cura della parte istante.

Se all’esito di questo primo incontro, comedetto in precedenza, non si riscontrerà la di-sponibilità a trovare un accordo, il procedi-mento di mediazione terminerà e le partipotranno adire la via giurisdizionale.Se viene raggiunto un accordo amichevole ilmediatore compila, sottoscrivendo insieme alleparti, un verbale con allegato il testo dell’ac-cordo.La novità più importante della legge direintroduzione è costituita dall’obbligo diassistenza degli avvocati, che prima erafacoltativo. Pertanto, per l’esecutività delverbale di mediazione è necessaria la sot-toscrizione delle parti e degli avvocati (inalternativa, è necessaria l’omologazionedel giudice).Quando l’accordo non è raggiunto, il mediatoreha la facoltà di formulare lui stesso una propo-sta di conciliazione. Facoltà che diventa un ob-bligo laddove le parti gliene facciano concorderichiesta. In tale ipotesi sia, cioè, che la propo-sta venga sollecitata dalle parti sia che si trattidi una iniziativa dello stesso mediatore, questacomunque deve essere comunicata, periscritto, agli interessati, i quali, sempre periscritto, hanno sette giorni di tempo per accet-tarla o rifiutarla. In mancanza di risposta neltermine, la proposta si considera rifiutata.Se questa volta si trova un accordo, il media-tore nel redigere il verbale dà atto di ciò; nelcaso contrario, nel medesimo verbale daràconto che la proposta è stata rifiutata. Ma talerifiuto porta come conseguenza che, se il suc-cessivo giudizio davanti al Tribunale si concludecon una decisione che abbia lo stesso conte-nuto della proposta, la parte che l’ha rifiutata,anche se vittoriosa, sarà tenuta a sopportatele spese processuali (proprie e della contro-parte), e pure a corrispondere, a titolo di san-zione, una somma pari all’importo delcontributo unificato previsto per la causa.Si ricorda, inoltre che il giudice può anchedelegare la mediazione. In pratica il giu-dice, anche durante il giudizio di appelloe fino al momento della stesura delle con-clusioni, se ne ravvisa l’opportunità puòdisporre un nuovo esperimento del ten-tativo di mediazione e, quindi, sospen-dere il giudizio affinchè venga attivata laprocedura dinanzi ad un organismo dimediazione.Si badi che il giudice ha la facoltà di disporre la

mediazione durante il giudizio, ma qualora ciòavvenga il tentativo di mediazione diventa con-dizione di procedibilità del giudizio e, dunque,diventa obbligatorio per le parti.Nel caso di controversia in cui la mediazione èobbligatoria, ma l’obbligo non è stato rispet-tato, l’improcedibilità della domanda dovrà es-sere eccepita davanti al magistrato dalconvenuto, a pena di decadenza, nel primoatto difensivo e potrà essere rilevata d’ufficionon oltre la prima udienza. Sia nel primocaso (eccezione del convenuto) che nelsecondo caso (improcedibilità rilevatad’ufficio) il giudice dovrà assegnare alleparti il termine di quindici giorni per lapresentazione della domanda di media-zione.Il mediatore è tenuto all’obbligo di riser-vatezza rispetto alle dichiarazioni rese edalle informazioni acquisite durante il pro-cedimento di mediazione, le quali, peraltro,non potranno essere utilizzate nel giudizioavente il medesimo oggetto anche parziale,iniziato, riassunto o proseguito dopo l’insuc-cesso della mediazione (salvo consenso dellaparte dichiarante o dalla quale provengono leinformazioni).Al mediatore è fatto, altresì, obbligo di:a) sottoscrivere, per ciascun affare per ilquale è designato, una dichiarazione diimparzialità;b) informare immediatamente l’organi-smo di cui fa parte e le parti delle ragionidi possibile pregiudizio all’imparzialitànello svolgimento della mediazione;c) formulare le proposte di conciliazionenel rispetto del limite dell’ordine pubblicoe delle norme imperative;d) corrispondere immediatamente a ognirichiesta organizzativa del responsabiledell’organismo.Coloro che volessero aspirare a diventaremediatori oltre al requisito del titolo distudio, che deve essere almeno una lau-rea triennale o l’iscrizione ad un albo ocollegio professionale, devono seguiredei corsi di formazione ed il riferimentonormativo per lo svolgimento di detticorsi è l’articolo 4 del D.M. 180/2010 chedisciplina l’esatto contenuto del percorsoformativo presso gli enti di formazioneaccreditati.Altro elemento nuovo della nuova mediazioneè che gli avvocati saranno mediatori di di-ritto, cioè non avranno bisogno di frequentarelo specifico corso di 50 ore e superare il relativotest di valutazione. Tuttavia gli Avvocatiiscritti ad Organismo di mediazione do-vranno comunque essere adeguata-mente formati in materia di mediazione eintraprendere percorsi di aggiornamentoteorico-pratici.

MINISCONTO FISCALE PER LA MEDIAZIONE

Tutti gli atti, documenti e provvedimenti re-lativi al procedimento di mediazione sonoesenti dall’imposta di bollo e da ogni spesa,tassa o diritto di qualsiasi specie e natura.Inoltre il verbale di accordo è esente dal-l’imposta di registro entro il limite di valoredi 50.000 euro.Previsto anche il riconoscimento di un cre-dito d’imposta di importo massimo pari a500 euro (250 in caso di insuccesso dellamediazione) per le indennità corrisposte aisoggetti abilitati a svolgere il procedimentodi conciliazione presso gli organismi accre-ditati. Detto credito di imposta deve essereindicato, a pena di decadenza, nella dichia-razione dei redditi ed è utilizzabile in com-pensazione.In ogni caso, il credito non dà luogo a rim-borso e non concorre alla formazione delreddito.

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5sabato 26 Ottobre 2013PoliticailPonte

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Ci risiamo: quando manca lafantasia i politici riescono solo

a rielaborare il passato.E’ quello che sta succedendo agli“strateghi” del centro (Mauro e Ca-sini.. ) ed ai loro amici della Destrapost-berlusconiana (Alfano, Lupi,Quagliariello ed altri). Il sogno è

quello di “rifare” la Democrazia Cristiana. Nonsi rendono conto che mancano, almeno,due cose: un vero processo “democratico”e, soprattutto, manca il coinvolgimento diidealità e personalità che possano dare so-stanza ad un progetto fondativo simile algrande partito dei cattolici italiani.Non ci si poteva aspettare di più da personaggiche hanno qualificato la propria esperienza po-litica non per idee coraggiose, né tanto menoper progetti culturalmente interessanti: quasitutti si sono distinti, negli ultimi venti anni, nelladifesa di piccole posizioni di potere personale.Sono riusciti a farlo cambiando casacca, idee edorientamenti con una facilità spaventosa, pur direstare a galla e pur di sopravvivere nel pano-rama politico. E sono stati aiutati dalla “speciale”situazione del Paese: una sinistra che non riu-sciva ad emanciparsi dagli ideologismi; una de-stra asservita al padre-padrone che si èdimostrata altrettanto incapace di realizzareidee e progetti di cambiamento! Si tratta, inaltre parole, di una “genia di sopravvissuti” dacui il nostro Paese non riesce ancora a liberarsi!Lo slogan dei neocentristi è noto: costruire la“casa comune di moderati”, sperando che conla caduta di Berlusconi possano “liberarsi” ener-gie, uomini e voti che sono stati affascinati dal

leader del PDL. Orbene, quando si parla di “moderatismo” qualeelemento distintivo di una formazione politica diispirazione cristiana diventiamo diffidenti e pre-occupati, spesso addirittura ostili. Ci torna allamente un aforisma di Martinazzoli, uno deipochi cattolici popolari che aveva la capacità dileggere le novità: “il moderatismo sta alla

virtù della moderazione come l’impotenza

sta alla castità”!

Per capire meglio: un cristiano impegnato inpolitica dovrebbe sempre praticare la virtùdella moderazione; ma dovrebbe farlo concoraggio, con fantasia e con la precisa de-terminazione di mettersi al servizio dellacomunità, in fedeltà assoluta e radicale aivalori del Vangelo! Il moderatismo politico che dovrebbe qualificarequesta nuova formazione partitica si identifica,invece, con l’accettazione di ogni compromesso,con la ricerca della mediazione a tutti i costi econ l’abilità melliflua di restare a galla: le dotimigliori dei co-fondatori.Ciò diventa, quasi, una “bestemmia” se appli-cata come “etichetta di qualità” all’impegno deicattolici in politica. Infatti, se è vero che c’è bi-sogno di più cattolici in politica, è altrettantovero che ci vorrebbe un’iniezione di solidarietà,di buonsenso e, soprattutto, di responsabilità,individuale e politica. “Non possiamo limitarci ad essere cristiani

da pasticceria”, ha intimato con fermezzaPapa Bergoglio ad Assisi! Altro che modera-tismo: il cristiano dovrebbe, sempre, man-tenere dentro di sé e nel suo agire unospirito “radicale” che è quello del Vangelo!

Sapendo bene che vi sono momenti in cuila virtù della prudenza deve essere prati-cata, ma solo se imposta dalla carità: “il

cristiano deve essere coraggioso e, da-

vanti al problema, davanti ad una crisi

sociale e religiosa, deve avere il corag-

gio di andare avanti, di andare avanti

con coraggio”! E’ evidente che i cattolici impegnati in politicanon possono auto-condannarsi a diventare ilsimbolo di un confuso moderatismo. Ora, ogniscelta politica è, di per sé, “una scelta di parte”,così come è vero che il potere politico, per suanatura, non è mai “neutro”! Per questo i catto-lici non potranno che essere radicali nella difesadegli interessi dei più deboli e degli emarginati.Per questo, non potranno non scandalizzare ibenpensanti ed i perbenisti di turno! Per questo,dovrannointimorire tutti quelli che, abusando del potere,proveranno a fare scempio degli interessi gene-rali a favore di pochi. Tornando, quindi, al tentativo di inseguire il“sogno del Grande-Centro”, (dietro al qualehanno consumato nottate di insonnia tantepersone anche sagge, oneste e preparate, cheabbiamo conosciuto), constatiamo, con qualchesoddisfazione, che molti esponenti del mondopolitico e cattolico hanno espresso riserve, pre-occupazioni e giudizi sostanzialmente negativi!Non poteva essere diversamente!

Agli improvvisati neo-centristi manca quasitutto: la cultura e gli ideali del cattolicesimo po-polare e democratico; la coerenza di vita e diimpegno con quei valori e quei principi; la ca-pacità di scuotere il panorama politico e di pro-porsi quale forza di cambiamento all’elettoratoitaliano. Essi, piuttosto, rappresentano il contra-rio di tutto ciò: la mistificazione degli ideali dellacultura politica cattolica; l’abitudine all’asservi-mento personale a difesa di interessi di pochi,se non di un solo soggetto; l’incapacità, quasiassoluta, di scuotere le coscienze dei cattoliciche essi vorrebbero rappresentare. In verità, l’unica “pro-vocazione” nellaquale eccellono è quella di sapersi pro-porre come momento di tranquilla coe-renza nella gestione del potere: un ruolo,o una funzione, cui si sentono chiamati dasempre ed alla quale non riuscirebberomai a rinunciare! Costoro potrebberoanche illudere qualche ingenuo perbenista(preoccupato dalle incertezze del mo-mento) ma non riuscirebbero ad inciderenell’opinione pubblica prevalente. Infatti,la gran parte degli italiani (cattolici e non)è convinta che il vecchio, anzi l’antico, èsempre meglio ricoverarlo nei musei ofarne oggetto di studio e di memoria perle giovani generazioni: guai a riproporlocon le brutte e le false imitazioni che si ve-dono in giro…!

Con l’avvento di Laura Bol-drini le spese della Ca-

mera dei deputati rispetto al2012 (presidente Fini) sonoaumentate in un anno di 4milioni di euro.Ad esempio i contratti di forni-tura della Camera dei deputatida 105milioni 833 mila653,26 euro sono passati a109 milioni 809mila 654,17euro.La presidente ha ta-gliato le assicurazioni vitadei dipendenti della Ca-mera, facendo salire quelledei Deputati. Sono aumen-tatte del 10% le spese di pu-

lizia, cresciuta del 16% quella dei servizi fotografici esterni (da 181.000,6 euro a210.000,7 euro. All’ufficio stampa la spesa è aumentata di circa 70mila euro. La spesaper la ristorazione è passata nei primi mesi del 2012, quando i Deputati erano in servizio,da 1,7 milioni di euro a 4,2 milioni di euro dei primi sei mesi del 2013, quando eranooccupati solo a metà.Il rifornimento del caffè è passato dai 4.855,95 euro dell’anno precedente ai13.640,01 attuali.Con la nuova legislatura è aumentato il consumo del pesce fresco: la ditta “Dal Mare”ha fatturato 12.200 euro contro i 9.198 euro dell’anno precedente. Il prosecco “Vald’Oca” è passato dall’epoca Fini da 483,52 euro a 2.440,79 euro.La presidente Laura Boldrini si vanta di aver tagliato le auto blu e anche i contratti di no-leggio. Non riusciamo, però, a comprendere come da un semestre all’altro sia aumentataconsiderevolmente la spesa per la benzina. L’ENI ne ha fornita per 36.319,18 euro con-tro i 4.463,69 euro del semestre precedente.La cattolica Laura Boldrini ha depennato dalla lista dei fornitori della Camera dei Deputatil’Ospedale del Vaticano: il “Policlinico Gemelli”, che fino al 31 dicembre 2012 si è in-teressato della salute dei Parlamentari nel primo semestre del 2012 il “Gemelli” aveva in-cassato dalla Camera per l’assistenza sanitaria ai Deputati 435 mila euro.Dall’avvento della Boldrini, l’Ospedale Cattolico per eccellenza non ha ricevuto piùalcuna commessa.

AlfonsoSantoli

ALLA CAMERA DEI DEPUTATILA SPESA è AUMENTATA

DI 4 MILIONI DI EURO

sprecopoli

MicheleCriscuoli

GLI STRATEGhI DEL CENTROAltro che moderatismo: il cristiano dovrebbe, sempre, mantenere dentro di sé e nel suo agire uno spirito radicale che è quello del Vangelo!

Sapendo bene che vi sono momenti in cui la virtù della prudenza deve essere praticata, ma solo se imposta dalla carità: “il cristiano deve essere

coraggioso e, davanti al problema, davanti ad una crisi sociale e religiosa, deve avere il coraggio di andare avanti, di andare avanti con coraggio”!

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6 sabato 26 Ottobre 2013 ilPonte

Nel Magascar attualmente operano 4 missio-nari italiani dell'Ordine dei Redentoristi che

fanno capo alla Casa Provinciale Redentorista diNapoli. Alle missioni in Africa è affidato il compito di dif-fondere il Vangelo tra la gente del luogo ed or-dinare sacerdoti. Centro di tale azione sono laCasa Missionaria di Vohemar e quella di Tana-narive. I Padri, oltre all’evangelizzazione aiutanoattivamente quelli che, più poveri tra i poveri,senza il loro soccorso non potrebbero sopravvi-vere. In un isola grande quasi due volte l'Italia (Kmq.:587041), con densità di popolazione moltobassa (18,78 ab. per Kmq al censimento del1989), ove mancano strade asfaltate, illumina-zione stradale, acqua corrente e servizi igienicinelle case, ogni giorno il lavoro inizia alle 4 delmattino. Il fisiologico ritmo circadiano deveadattarsi alle esigenze del luogo. Corrono da unquartiere all'altro per distribuire quaderni, indu-menti, medicine, e una parola di conforto finoalle sei del pomeriggio. Dopo la preghiera, lacena è il momento per riesaminare il lavorosvolto. Alle 20.30 si cerca di dormire. L'isola, è bagnata ad est dall'Oceano Indiano ead ovest dal Canale di Mozambico, che la separadalla costa Africana. Pur essendo mari moltopescosi, non vi sono industrie conserviere o viedi comunicazione adatte a trasportare alimenticongelati verso le zone interne. Gli altopiani centrali ove sorge la capitale, Tana-narive (circa 1300 m. sul livello del mare), ven-gono coltivati prevalentemente a riso.L'allevamento del bestiame non è intensivo, percui la dieta risulta monotona e povera in pro-teine. Carne di zebù e riso nelle aree centrali,pesce e riso nelle regioni costiere. Per integrarela dieta con la frutta si può scegliere tra trentatipi diversi di banane, mango e papaia. Anche nella capitale le strade asfaltate sono benpoche. Per la mancanza di scarpe e indumentila maggior parte della popolazione camminascalza e vestita alla meno peggio. Tale situazione è all'origine dell'elevata incidenzadi malattie infettive e di malattie polmonari daraffreddamento. Il clima è condizionato dai monsoni provenientidall'Oceano Indiano, che in estate provocanopiogge violente. L'acqua sugli altopiani si appan-tana facilmente, favorendo, da un lato, la colti-vazione del riso (risaie estese per chilometri) e,

nel contempo, la moltiplicazione delle zanzarevettrici della malaria. I parassiti, resistenti alla clorochina, colpiscono gran parte della popola-zione sia degli altopiani che della costa. Si ritiene che l'isola si sia formata per il distaccodi un frammento di Terra tra l'Africa e l'India acausa della deriva dei continenti. La popolazione

si è formata per migrazioni dall'Asia e dall'Africa.Ciò condiziona il colore della pelle che risulta unmisto tra il nero degli africani e il colore giallo ti-pico delle popolazioni asiatiche. Con il periodocoloniale, ad opera dei francesi e degli inglesi,la commistione dei militari con la gente delluogo ha comportato, per rimescolamento ge-nico, la comparsa di varie sfumature di coloredella cute, ulteriormente incrementate per lamigrazione in periodi più recenti di commer-cianti dalla Cina, dal Giappone e dall'India. Unadiagnosi, basandosi unicamente su dati clinici,richiede un particolare impegno al dermatologoeuropeo abituato a basare la propria diagnosidistinguendo le varie tonalità del bianco (palloreanemico, vitiligine, albinismo, acromie succes-sive e pitiriasi versicolor, leucodermia guttataidiopatica, ecc.), del rosso (eritema attivo e pas-sivo di varia origine), del nero (nevi, pigmenta-zioni esogene ed endogene) e del giallo (ittero).

E' da considerare anche che questi gruppi etnici,spostandosi in Madagascar, vi portarono anchele loro abitudini di vita, credenze religiose e ma-lattie endemiche dei loro Paesi d'origine.

LA MISSIONE DI VOHEMAR Nel 1885 nasce, ad opera dei Padri Gesuiti, la

Missione Cattolica di Vohemar ove lavorò ancheGiacomo Berthieu, poi beatificato da Papa Gio-vanni Paolo II. Dal 1898 fino al 1902 la Missione è affidata aiPadri francesi del Santo Spirito, ordine fondatoda un ebreo convertito al cattolicesimo. Dal 1902 al 1918 l'opera di Evangelizzazione ècontinuata dai Padri Premostratensi che esten-dono la loro opera fino a 400 Km. a sud di Vo-hemar. Con la Prima Guerra Mondiale i Missionari rien-trarono in Francia lasciando un solo confratello,Padre Hugues, che per l'intenso lavoro e le pre-carie condizioni di vita morì precocemente. Es-sendo ritornate in patria anche le suore Francescane di Maria, che avevano ancheaperto una scuola per i bambini dei villaggi, siriduce la diffusione del Cattolicesimo. Dal 1923 al 1933 la Missione viene sporadica-mente visitata dai Padri del Santo Spirito, che sialternano tra le Missioni di Antalaha e Antilobe.Nel 1936 iniziò la costruzione della casa che an-cora oggi ospita i missionari. Mancava di tutto.Il cemento venne armato con pezzi di carroz-zeria di vecchie auto, corde e schegge di ferrosostituiscono i chiodi. Nel 1937 la casa era ulti- mata e i Padri trovarono un riparo più acco-gliente di una capanna dalle piogge portate daimonsoni. Dal 1944 al 1946 si lavorò per la costruzionedella Chiesa, dove oggi si celebra la SantaMessa. Nel 1971 Padre Pentangelo dei Redentoristiviene in aiuto dei Padri dello Spirito Santo, chepoi lasceranno definitivamente la Missione nel1973. Nello stesso anno giungeva a Vohemar Padre Giovanni Padovano, che continuerà a la-vorare in Madagascar fino al 1981, per poi tor-nare in patria e divenire padre diocesano. Dal1989 Padre Vincenzo Sparavigna di Avellino èstato il primo responsabile della Missione di Vo-hemar, da pochi anni è stato trasferito all’isolaReunion.

LA MISSIONE DI TANANARIVE

Nel 1992 viene inaugurata una casa costruitasu tre livelli, con stanze fornite di bagno, unacucina, un refettorio, una biblioteca e una cap-pella. In questa casa, attualmente studiano 24 giovanimalgasci seguiti da Padre Vincenzo Martone,

primo responsabile della Missione, e da PadrePascale e Padre Francesco La Ruffa. E' una casa moderna ed ospitale costruita aMandroseza, a poca distanza da Alasora. Nel1994, ad Alasora, i Padri Redentoristi hanno co-struito una scuola di 13 aule e, nell'ottobre del1995, hanno inaugurato un dispensario medico.

Questo comprende una sala operatoria per in-terventi di odontostomatologia con annesso ap-parato radiografico, una sala per lasterilizzazione dello strumentario chirurgico, eduna farmacia per conservare i farmaci, donatidai Medici italiani, che giornalmente vengono di-stribuiti ai malati. La scelta dell'area ove far sorgere la Casa Mis-sionaria è quindi stata condizionata dalla neces-sità di non allontanarsi molto dall'ospedale e daldispensario medico di Alasora, così da essere ilpiù vicino possibile ai poveri ed ai malati. A Man-droseza ed Alasora vi sono le due chiese ovePadre Pascale giornalmente celebra la SantaMessa. Attualmente Padre La Ruffa è rientratoin Italia e vive a Tropea.

Raffaele Iandoli e Ewa Czukwinska

Alle missioni in Africa è affidato il compito di diffondere il Vangelo tra la gente del luogo ed ordinare sacerdoti.Centro di tale azione sono la Casa Missionaria di Vohemar e quella di Tananarive. I Padri, oltre all’evangelizzazione

aiutano attivamente quelli che, più poveri tra i poveri, senza il loro soccorso non potrebbero sopravvivere.

Le Missioni dei Padri Redentoristi in Madagascar

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7sabato 26 Ottobre 2013VangeloilPonte

Il vangelo della XXX dome-nica del Tempo Ordinario è

chiaramente indirizzato ai fari-sei. Questa espressione, aitempi di Gesù, indicava unaparticolare modo di viverel’esperienza religiosa di Israele;etimologicamente, l’espres-sione significa “separato” edandava ad indicare un gruppo,

abbastanza ristretto di persone, che si ritenevasuperiore e, perciò, separato dalla gente co-mune, in virtù della stretta osservanza dei 613precetti della legge di Israele. I farisei erano par-ticolarmente noti per la loro ossessiva atten-zione a ciò che era puro e a ciò che era impuro.Di contro, il pubblicano, che viene presentatocome l’altro personaggio della parabola raccon-tata da Gesù, è il suo esatto contrario; mentreil fariseo è il più zelante osservatore della Legge,data a Mosè, il pubblicano è un pubblico pecca-tore, che vive e gestisce la propria vita e la re-lazione con gli altri senza Dio e senza Legge.Notoriamente, il pubblicano era l’esattore delletasse, colui che, riscuotendo il dazio, imponevatariffe esorbitanti. Era, perciò, la più altraespressione dell’impurità e del peccato e adesso era preclusa la salvezza. Dunque, nella pa-rabola, l’evangelista Luca contrappone due per-sonaggi molto noti all’opinione pubblica: uno, ilfariseo, che ha già la santità e la salvezza ga-rantite, in nome della ritualità e delle azioni che

egli compie, e un pubblicano, a cui la via dellasalvezza è sbarrata per sempre, per l’impossi-bilità di convertirsi e di restituire, alle sue “vit-time”, quanto ha loro rubato. La storia, dunque,sembra avere un finale già scritto, ma, abil-mente, Luca mostra gli atteggiamenti interioridei due personaggi. La preghiera del fariseo nonè una preghiera aperta verso Dio, ma è pre-ghiera egoista, chiusa in sé stessa. Quest’uomo,infatti, non innalza a Dio un inno di lode, ma in-tesse le sue lodi, compiacendosi di se stesso da-vanti a Dio. Egli, appunto, si sente superiore aglialtri e ciò impedisce lo sviluppo di una corretta

relazione con gli uomini e con Dio. In poche pa-role, il suo Io è così ipertrofico da ottenebrarglila vista degli altri e di se stesso. Infatti, lui cheaccusa gli altri di adulterio, è il primo a compiereadulterio verso il Signore; nell’esperienza reli-giosa dell’antico Israele, infatti, l’adulterio eraespressione di idolatria. E il fariseo è l’espres-sione di un idolatra, perché mette se stesso alposto di Dio; infatti, si vanta del digiuno, checompie due volte alla settimana contro la pre-scrizione giudaica di due volte all’anno, e del pa-gamento delle decime, superiore a quantoprescritto, proprio per soddisfare se stesso e

non Dio. Al contrario, nella scena il pubblicanooccupa un posto di secondaria importanza; Lucariferisce che questi si era fermato “a distanza”,un termine tecnico dell’opera lucana per indicarei pagani. Il posto, occupato dal pubblicano, èspeculare rispetto al suo stato d’animo: lui sisente un pagano, un lontano da Dio, perciò nonriesce a rivolgere gli occhi al cielo, luogo dell’Al-tissimo. Nonostante la percezione chiara delproprio peccato, il pubblicano osa rivolgere lasua preghiera a Dio, chiedendoGli misericordia.L’uomo, che da sempre ha vissuto fuori dall’oriz-zonte del Signore e che sa che per lui non è pre-scritta salvezza, mostra una profonda fede nellamisericordia dell’Onnipotente. In realtà, en-trambi i personaggi della parabola sono “sepa-rati”dal Signore, ma solo il pubblicano ne ècosciente e si definisce peccatore. Sarà soltantolui, infatti, a ricevere “giustificazione” dal Si-gnore, perché, nel riconoscersi peccatore nellasua vita di imbroglio e di truffa, si apre a Dio. Ilfariseo, invece, rimane intrappolato nel proprioIo ed espelle il Signore anche dalla propria vitareligiosa. L’immagine di Dio che viene fuori èmolto bella: è il volto del Giusto che perdonaoltre ogni confine. Ma è molto bella anche l’im-magine del peccatore: chi ha coscienza del pro-prio peccato e consegna a Dio la sua vitadissoluta, riceve da Dio stesso una identitànuova. Il nocciolo della questione è che nulla ga-rantisce la salvezza, se non un cuore contrito eaperto a Dio.

La Liturgia della Parola: XXX Domenica del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14

Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.

Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questopubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo". Il pubblicano invece, fermatosi a distanza,

non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Stefania De Vito

Con la Domenicadel Ringrazia-

mento si conclude ilmese missionario,nella sicurezza di con-tinuare il camminoannunciando il Van-gelo testimoniandolocon la propria vita.Papa Francesco, nelsuo messaggio per la

Giornata Missionaria Mondiale, haposto in primo piano la necessità, at-traverso la preghiera, della gratitudineverso Dio per l’impegno missionario.Ognuno di noi deve tenere presente idoni che ha ricevuto e impegnarsi aringraziare seguendo le strade delmondo. Il ringraziamento a Dio è dun-que il mettersi all’ascolto della Parola diDio che rafforza il proprio cammino diDiscepoli di Gesù. Il contatto con Dio cidona entusiasmo per essere Suoi testi-moni. Il Vangelo ci sollecita a questimomenti che devono essere semprepiù frequenti, per crescere nella fiduciain Dio Padre. Siamo partiti dallo sloganscelto per animare il mese di Ottobre,tracciando tutta la spiritualità dell’annocon lo scopo che ognuno di noi abbiariscoperto la bellezza dell’incontro con

Gesù per annunciarlo a tutti, non soloa parole ma con la nostra vita. Tra pocosi conclude anche l’Anno della Fede, unanno che ci ha visto protagonisti comecristiani dove c’è stata l’importanzadella nostra fede e della nostra vita.Non esiste una fede priva di vita, nonesiste una fede sterile che non generavita. Non c’è un tempo determinato percui la Domenica a Messa la mia vita èricca di fede e poi essere indifferentealle tante problematiche del mio vicinodi casa, del mio quartiere, della miacittà. Papa Francesco non si stanca diripetere che “la cultura dell’incontro èalla base della pace”, perché la pacenon si fa in piazza con le bandiere o daipulpiti ma si fa “ad personam”, cioè bi-sogna essere pace e non fare la pace.Il cristiano non è una persona che staferma, statica, ma in movimento, è allacontinua ricerca, un camminare instan-cabile, il mettersi continuamente in di-scussione, un continuo stare in mezzoalla gente trascorrendo il suo tempo li-bero, come faceva Gesù di Nazaret,con i poveri e i peccatori. Don ToninoBello, indimenticato vescovo di Mol-fetta, scriveva in una sua ultima letteraai propri fedeli: “Crescerete, quante piùmani stringerete lungo il vostro cam-

mino, tante più persone conosceretedurante la vita”. Questo è il camminodella fede sulle strade della vita, che èanche un cammino di comunione, so-lidarietà e accoglienza, un camminonella carità e nella condivisione dellavita stessa. E’ anche l’esperienza ditanti missionari che, proprio per questosono partiti per terre lontane, ognigiorno, alle genti che incontrano per uncoinvolgimento tale da giungere ancheal sacrificio estremo per amore dei fra-telli in Gesù Cristo. Padre EzechieleRamin, ucciso in Brasile nel 1985, com-boniano, originario di Padova, conun’esperienza toccante dopo il terre-moto del 1980 a San Mango sul Calore,definito dal Beato Giovanni Paolo II“martire della carità”, così aveva dettoad un gruppo di amici, un anno primadi essere ucciso: “Abbiate un sogno.Abbiate un bel sogno. Seguite soltantoun sogno. Il sogno di tutta la vita. Lavita che è un sogno è lieta. La vita chesegue un sogno si rinnova di giorno ingiorno. Sia il vostro un sogno che miria rendere liete non soltanto le persone,ma anche i loro discendenti. E’ bello so-gnare di rendere felice tutta l’umanità”.Alla fine il mese missionario ci ricordache i suoi ministri e i suoi fedeli non

devono fermarsi mai e riposarsi sulleconquiste effettuate, dimenticando chela strada è lunga e difficile. Il Vangeloci insegna a camminare, risponde allaattese, realizza i sogni, sconvolge i

piani e restituisce la dignità umana. Orasiamo noi che dobbiamo metterci ingioco, aspettando l’Ottobre Missionariodell’anno prossimo.

SOLIDARIETà SENZA CONfINI

PasqualeDe Feo

“RINGRAZIAMENTO: ISTRUZIONI PER L’USO”

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Negli ultimi quattro anni i ma-schi italiani hanno guadagnato

sette mesi di vita media, le donnesolo cinque. Abbiamo superato igiapponesi e siamo primi almondo, ma è un record che costain termini sociali. La nostra assi-

stenza sanitaria è considerata la migliore conla Francia, perché lo Stato al di là dei ticket ci èvicino dalla nascita con le vaccinazioni e finoagli Hospice di varia natura: oncologici e riabi-litativi. La Sanità ha certamente contribuito adun innalzamento dell’aspettativa di vita; bastipensare di come si è abbassata la quota dimorti per infarto cardiaco. Su 95mila (60milauomini e 35mila donne) ricoveri all’anno inunità coronarica, muore un paziente su diecientro i primi trenta giorni di ricovero. Inoltre siè dimezzato il tasso di mortalità materna negliultimi 20 anni, dovuta anche all’abitudine di ri-volgersi a strutture sanitarie per partorire. Aldato confortante italiano corrisponde quellostraordinariamente tragico dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità, nei dati pubblicati nelmaggio scorso: il 60% delle morti al mondoavvengono per il parto, ed in soli dieci Paesi:India, Congo, Pakistan, Sudan, Indonesia,Etiopia, Tanzania, Bangladesh ed Afghanistan.Nei Paesi sviluppati muore una donna ogni3.800 parti contro il rapporto di 1 a 290 nel soloSud-Est Asiatico.Nell’anno 2011, secondo i dati del CENSIS,sono stati due milioni gli italiani che hanno po-tuto avere una diagnosi “in tempo” e 700miladi essi salvare la vita grazie alla tecnologia benpresente sul territorio nazionale e che fa so-prattutto riferimento a TAC, risonanza magne-tica, mammografia ed ecografia. Nonostantele nostre strutture ospedaliere siano “datate”,infatti il 15% dei grandi ospedali e dei policliniciuniversitari è stato costruito prima del ‘900,l’assistenza è ancora valida, tanto che gli errorinelle nostre corsie sono largamente al di sottodella media internazionale. Gli infermieri ita-

liani, a proposito, in una classifica dell’UnioneEuropea sono primi per affidabilità rispetto agliolandesi, ai francesi ed agli spagnoli. A livelloextracomunitario siamo secondi solo agli in-glesi e davanti ai canadesi. Tale affidabilitàviene calcolata non certo sul come si dà del leial paziente, ma da prove di efficacia inoppu-gnabili, come la registrazione di un numerobasso di eventi provocati a rischio. Per i camicibianchi italiani si registra un ulteriore ricono-scimento professionale perchè è in atto datempo, ma massicciamente da quattro anni,una migrazione importante verso la Germaniae l’Inghilterra, ma anche verso il Portogallo ela Spagna. I colleghi medici sono attirati dallasicurezza dell’impiego e da un contratto parti-colarmente remunerativo.Purtroppo con l’andar del tempo il record dellalongevità lo perderemo, e non per colpa di me-dici ed infermieri, perché è vero che il nostroclima ci è invidiato da tutti, ma stiamo sempredi più aumentando i comportamenti checreano danni all’organismo: ozio ed alcool sonoi più evidenti, ma noi ci mettiamo a contorno itagli sulla spesa pubblica sanitaria, che inevi-

tabilmente le Regioni dovranno applicare perrientrare dei loro deficit. Stiamo solo miglio-rando con il consumo del tabacco, con duepunti di percentuale in meno nel 2012 rispettoal 2011, grazie all’aiuto dei centri antifumo chesono 380 sul territorio nazionale, al divieto difumare nei locali pubblici e ad una recente, mapositiva, consapevolezza del rischio.Per l’abuso alcolico, invece, desta preoccupa-zione la quota esponenziale di aumento delconsumo fuori pasto e l’età sempre più bassain cui si viene a contatto con il presunto nettaredegli dei. L’età media scende ed il rapportodell’Osservatorio sulla Salute del Ministero, peril 2012 parla di 300.000 giovani che fanno uso“rischioso” dell’alcool tra gli 11 ed i 15 anni.Se per i giovanissimi il pericolo è costituitodall’alcool, per gli anziani invece è la depres-sione per la vita solitaria e le difficoltà econo-miche. Queste situazioni comportano uninnalzamento esponenziale delle vendite degliantidepressivi e degli ansiolitici. Un anziano suquattro vive solo (28,1%), con”l’esagerazione”della Valle d’Aosta al 33,6% contro la “bassa”quota delle Marche (22,9%). I marchigiani

sono però primi nella statistica del consumo dialcool tra i giovanissimi. In questa specialeclassifica la Campania è terza dopo l’Umbria(23,9%) con il suo 25,5%. Sono soprattutto ledonne a vivere da sole : il 37,6 contro il 15,1dei maschi.Come abbiamo detto in apertura: l’Italia invec-chia, forse male, ma un abitante su dieci ha piùdi 65 anni, con una popolazione anziana emolto anziana esagerata rispetto alla quota deigiovani. Coloro i quali hanno dai 65 ai 74 annicostituiscono il 10,2% e quelli da 75 in avantisono il 10,1%. La Campania in questa stati-stica, una volta tanto, è prima perché i rispettivivalori delle due popolazioni sono i più bassidella penisola: 8,3% e 7,8%. Molti dicono cheil risultato sia legato alla dieta mediterranea dicui siamo la patria, infatti mangiamo più fruttae verdura di tutto il resto della penisola anchese non proveniente da zone martoriate dai ri-fiuti tossici, ma siamo anche quelli che fannomeno sport o, comunque, esercizio fisico, inassoluto. Una cosa buona però, noi campani in partico-lare e noi italiani in genere, la facciamo: be-viamo il vino che, secondo la famosa ScuolaMedica di Harvard a Boston, combatte moltemalattie legate all’età grazie al resveratrolo cheè un composto naturale proprio del vino rosso.E’ stato pubblicato a riguardo dagli studiosiamericani una ricerca su “Science” che de-scrive come sia possibile con questa proteinaattivare la SIRT1 , la proteina che a sua volta“combatte” tante patologie dell’invecchia-mento. Lo studio è iniziato nel 2003 e il resve-ratrolo non potrebbe non essere utile solocome antietà, ma anche per affrontare moltemalattie legate non solo all’invecchiamento,come il cancro, l’Alzheimer ed il diabete di tipo2. Lo studio statunitense è a buon punto, maquesto non deve significare un invito ad ubria-carsi con il Taurasi, le malattie del fegato sonodietro l’angolo.

MEDICINA a cura del dottor Gianpaolo Palumbo

GLI ITALIANI SONO SEMPRE PIù LONGEVI

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8 sabato 26 Ottobre 2013 Medicina ilPonte

tel. 3888220025

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NUOVA OPPORTUNITà PER GLI ALLERGICIL' ipnosi come anestetico per l'asportazione dei tumori cutanei.

L’ ipnosi è una tecnica adoperata in passato per la cura di alcunemalattie psichiatriche e per realizzare giochi di prestigio. Sem-

bra che il Conte di Cagliostro fosse un esperto di tale tecnica. PoiCharcot e lo stresso Freud l'adoperarono nella loro pratica profes-sionale.Nell'anno 1954, nella XIIII edizione dell'Enciclopedia Britannica,vinne pubblicata una delle prime definizioni scientifiche dell'ipnosi.L'autore, Milton H. Erickson (1901-1980), era uno psichiatra che èdiventato famoso soprattutto per i suoi studi sull'ipnosi clinica.Egli ha definito l'ipnosi come un tipo molto particolare di compor-tamento complesso e insolito, ma normale. Secondo il suo pen-siero si tratta principalmente di una speciale condizione, siapsicologica sia neuro-fisiologica, nella quale la persona funziona inun modo speciale, un modo in cui la persona può pensare, agire,e comportarsi come nel normale stato di coscienza, grazie alla forteriduzione delle distrazioni dovuta ad una ridotta percezione di sti-

moli sensoriali. L'attenzione dell'ipnotizzato è focalizzata sulle parole e sui gesti dell'ipnotizzatore. Ogni altrorumore o sensazione viene esclusa dall'ambito della coscienza. In questa situazione focalizzata, la personache sta funzionando ipnoticamente non solo mantiene la capacità di usare la volontà o la ragione, ma dimostraanche di essere meno manipolabile, al punto che non è in alcun modo possibile costringerla ad agire contro ilsuo volere. Anzi, gli stessi fallimenti dell'ipnosi terapeutica dimostrano che a volte è difficile persino raggiungeregli obiettivi curativi che pure il soggetto ipnotizzato desiderava fortemente (uscire dalla depressione, smetteredi fumare, uscire dall'alcolismo). In ambito chirurgico sembrava che l'ipnosi non potesse avere applicazioni pratiche. Ma di recente è stato, ul-teriormente, dimostrato il contrario.Infatti è stato rimosso un tumore della pelle utilizzando, come anestesia, la sola ipnosi. L'intervento è statoeseguito a Padova e l'anestesia tramite ipnosi è stata praticata dal Professor Enrico Facco, docente di Anestesiae Rianimazione del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova. Il risultato ottenuto è divenuto og-getto di una pubblicazione scientifica sulla prestigiosa rivista “Anaesthesia“.Per l'intervento, volto alla rimozione di un tumore cutaneo dalla coscia destra di una donna di 42 anni, non cisi poteva avvalere dei comuni farmaci per una comprovata allergia agli anestetici.Dopo l'induzione di uno stato d'analgesia tramite l'ipnosi è stato asportato un lembo cutaneo di 6X3 cm.Durante tutto l'intervento la paziente non ha avvertito dolore e tutti i parametri vitali sono rimasti nella norma.Risultati si ottengono anche in campo odontoiatrico.Pur non essendo l'allergia agli anestetici locali frequentissima, nei casi comprovati o altamente sospetti, pos-siamo quindi avvalerci di un ulteriore metodo, efficace e scientificamente validato, per non dover rinviare unintervento. L'impiego dell'ipnosi si propone come un utile metodo anche per la prevenzione dello stress pre-ed intra-operatorio.Frequentare un corso di ipnosi potrebbe quindi aprire nuove opportunità di lavoro in questo periodo di crisiche appare interminabile.Per saperne di più:www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id

Raffaele Iandoli e Ewa Czukwinska

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9sabato 26 Ottobre 2013ilPonte

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10 sabato 26 Ottobre 2013 ilPonte

Qualche settimana fa si è svolta la pre-sentazione, presso il Circolo della

Stampa di Avellino, del libro ”Mala Iustitia.Colpevoli d’innocenza” dello scrittore e gior-nalista napoletano Pietro Funaro, edito daSpazio Creativo.Ne hanno discusso insieme all’autore il Pre-sidente dell’Ordine degli Avvocati di Avellino,avvocato Fabio Benigni, l’europarlamentareGiuseppe Gargani, l’avvocato Gustavo Pan-sini del Foro di Napoli e il dottor GiulianoScarla, moderati dal Presidente del CORE-COM, il giornalista Gianni Festa. Un volume, quello di Funaro, che farà sicu-ramente discutere, come hanno sottolineatoi relatori, in quanto dedicato alle numeroseimperfezioni del mondo giudiziario nazionale,rimarcando come la Giustizia in Italia, adopera di alcuni giudici, da strumento di difesadei cittadini è diventata il loro boia, trasfor-mando numerosi indiziati da innocenti in col-pevoli.In particolare l’Autore ha posto l’attenzionesul reato di concorso esterno in associazionemafiosa, divenuto poi, come lo hanno defi-nito alcuni magistrati, un reato autonomo acui non crede più nessuno.L’eurodeputato Giuseppe Gargani ha addirit-tura paragonato l’equilibrio dei poteri ad unbinario e riferito come a suo avviso i giudiciandrebbero disciplinati; ha inoltre riferitocome “vi sia alterazione del sistema de-mocratico quando una sentenza vienepercepita come non credibile”.L’ex deputato Guglielmo Scarlato, prendendoanch’egli la parola, ha rimarcato le numeroseanomalie processuali del mondo della Giusti-zia, ritenendo che “la stessa custodia cau-telare e la detenzione in carcere di fattonon siano più compatibili con quantostabilisce la Costituzione, dal momentoche ben due terzi dei detenuti sono an-cora in attesa di giudizio e le carceri of-fendono la dignità delle persone”.Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Beni-gni, in precedenza aveva rilevato come ci siaoggi sfiducia da parte dei cittadini nella Giu-stizia, in quanto essa negli ultimi anni si stadimostrando sempre meno attenta all’assol-

vimento dei suoi compiti primari: serve per-tanto una rigorosa riforma in grado di adot-tare la separazione dei poteri.Il Dottore Scarla, infine, intervenendo nel di-battito, aveva invece intravisto più delle vi-sioni da Stato Etico nel reato di concorsoesterno in associazione mafiosa che di Statodi Diritto, ritenendo “un’anomalia il fattoche il voler trovare a tutti i costi un con-tenuto giuridico a delle cose, che vannocontro la plastica del Diritto, non fa altroche del magistrato un vero e propriogiudice etico”. La vera essenza di questo lavoro, ha conclusol’autore, sta pertanto “nel condividere ilproprio vissuto, che potrebbe esserequello di ogni cittadino, e metterlo a di-sposizione degli altri in nome di quellaGiustizia che Seneca chiamava la reginadelle virtù”.

***In data 14 ottobre 2013 il Senato della Re-pubblica ha definitivamente approvato il Di-segno di legge n. 1079 di conversione inlegge del Decreto legge n. 93 in materia dicontrasto alla violenza di genere e sicurezza.Il provvedimento sul cosiddetto femminicidio,ha dichiarato il Ministro dell’Interno Alfano, hacosì ora centrato tre distinti obiettivi, quellodella prevenzione dei reati, della punizionedei colpevoli e della protezione delle vittime.”Sono stati così introdotti alla Cameraimportanti emendamenti”, ha proseguitoil Ministro, ”che hanno consentito di indi-viduare le risorse per l’attuazione delpiano anti – violenza e per le attività deicentri, dando rilievo penale alla rela-zione tra la vittima e l’autore del reato aprescindere dal vincolo matrimoniale o

di convivenza, in un’ottica di maggioresensibilità che punta al recupero delviolento e del maltrattante”.Le vittime della violenza ora non sono piùsole, in quanto ”tutelate attraverso il raf-forzamento degli strumenti sanziona-tori, l’inasprimento delle pene e latutela processuale delle vittime”.

***

Attuato definitivamente uno dei contenuti delDecreto Legislativo 39/2013 riguardante leinconferibilità ed incompatibilità per gli inca-richi da ricevere nella Pubblica Amministra-zione: d’ora in poi i dirigenti pubblici e i titolaridi posizione organizzativa condannati, anchesolo in primo grado, per reati contro la Pub-blica Amministrazione non potranno più rice-vere incarichi e addirittura dal mese dinovembre 2012 non possono svolgere le piùrilevanti attività gestionali.Anche se pende un sospetto di possibile in-costituzionalità di tale decreto, stante l’illegit-timità per la violazione della presunzione diinnocenza, già in molti Enti Locali queste di-sposizioni stanno generando numerosi pro-blemi interpretativi ed applicativi.La Legge n. 190/2012, al comma 46, intro-duce l’art. 35 bis del Decreto Legislativo n.165/2001, il quale stabilisce che coloro chesono stati condannati per reati commessi dapubblici ufficiali contro una Pubblica Ammini-strazione, anche solo in primo grado, nonpossono svolgere alcune funzioni e, in parti-colare, far parte di commissioni di concorso,anche se con funzioni di segretario, o essereassegnati agli uffici preposti alla gestione dellerisorse finanziarie, o far parte di commissioniper la scelta di contraenti per l’affidamento dilavori, forniture e servizi: ne consegue che atali dirigenti possono essere affidati anche in-carichi dimezzati sul terreno gestionale e/o distudio.La disposizione normativa opera dalla datadella sua entrata in vigore, producendo così isuoi effetti anche sugli incarichi già attribuiti.

OSSERVATORIO GIURIDICO a cura di Ernesto Pastena

Nei giorni scorsi a seguito dell’indagine della Guardia di Finanza edella Corte dei Conti sono stati indagati i vertici dell’AIR Servizi,l’Azienda di Autotrasporti. Sono 5 i dirigenti indagati: Costantino(Dino) Preziosi, Rosetta D’Amelio, Angelo D’Amelio, Guglielmo Allodie Camillo Colarusso.In via cautelativa è stato predisposto il sequestro dei beni per un im-porto di ben 2milioni e 700mila euro.Le presunte irregolarità riguarderebbero l’impiego di danaro, i dannierariali creati allo Stato per l’abuso nell’utilizzo di mezzi e strutture,oltre i contratti per le sponsorizzazioni, e altre attività diverse dalServizio di trasporto. Questa testata giornalistica ha condotto, in pas-sato, un’azione solitaria chiedendo a mezzo stampa spiegazioni perl’utilizzo dei soldi dell’AIR, con particolare riferimento a contratti pub-blicitari dell’Azienda di Trasporti irpina con giornali ed emittenti tele-visive locali. Questione che venne sollevata in seno al Consiglioregionale della Campania dall’onorevole Sergio Nappi con pesanti ac-cuse, rivolte alla gestione dell’AIR; accuse ribadite successivamenteanche nel corso di una conferenza stampa. Gli interessati, chiamatiin causa,non sono mai intervenuti per smentire quanto fu affermatoallora.Avevamo in precedenza, sempre da queste colonne, anche eviden-ziato la questione relativa alla sponsorizzazione della squadra di pal-lacanestro che milita in A1 (Oggi Sidigas). Sicuramente orgoglio diquesta provincia ma da sostenere, probabilmente, con soldi di strut-ture ed aziende private. Non è un caso se di recente è stata introdottaanche una legge (decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 convertitodalla legge n. 122 del 30 luglio 2010) che vieta per le Aziende pub-bliche l’impiego di danaro per talune attività e sponsorizzazioni.

CRONACA - INDAGATI I VERTICI DELL’AIR SERVIZI-IN RICORDO DI ANTONIO SINISCALCHI , GIA’ PRESIDE

DELLA SCUOLA MEDIA “ABATE F. GALIANI” DI MONTORO

SUPERIORE, NEL TRIGESIMO DELLA MORTE

All’uomo di elevata statura mo-

rale e di grande professionalità

va il saluto di quanti hanno la-

vorato con lui nel corso della

sua lunga ed operosa carriera.

Attraverso la sua guida ferma e

vigile fece della sua scuola

un’oasi laboriosa e serena in

cui era bello ritrovarsi ogni

giorno. Alla luce della sua

grande umanità intrisa del vero

credo francescano, che con

l’esempio diffondeva negli altri,

insegnò a tutti l’amore ed il rispetto per il diverso da sé, per la

vera cultura, per il lavoro aperto e costruttivo.

Ci piace ricordare che, ancor prima di Papa Francesco, con un ar-

guto e bonario sorriso soleva dire che non bisognava “chiacchie-

rare”, perché convinto che nelle chiacchiere inutili si poteva

nasconder qualche sentimento poco nobile.

A lui va il nostro ricordo e la nostra riconoscenza per quanto ab-

biamo ricevuto.

I SUOI DOCENTI ED I SUOI COLLABORATORI.

Messa in suffragio alla Chiesa di S. Maria degli Angeli

presso il Convento dei Frati Minori di Torchiati di Montoro

Superiore - Sabato 26-10-2013, ore 17,00.

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11sabato 26 Ottobre 2013ilPonte

I 187 GIORNALI DELLA fISC - L'Opinione del Territorio -

L'attualità politica italiana. "Poche risorse,scelte mirate"; "La sanità"; "Il fattore famiglia";"Indulto e amnistia?"... Sono alcuni dei titoli deisettimanali che ben sintetizzano l'attualità politicaitaliana. Al centro c'è la legge di stabilità varata inquesti giorni dal governo Letta. "Quella definita dalgoverno - commenta Guglielmo Frezza, diret-tore della Difesa del Popolo (Padova) - èun'architettura complessiva che per molti dettaglitroverà piena definizione solo in Parlamento. Nelleprossime settimane si vedrà come. Ci limitiamo aun auspicio: come era inaccettabile proseguiresulla strada dei 'tagli lineari' alla sanità, invece diandare a vedere dove si annidano gli sprechi, cosìsperiamo che i fondi disponibili per il sostegno airedditi non vengano spalmati in maniera uniforme.Già sono pochi, che almeno vengano indirizzati achi ne ha più bisogno". Stefano Fontana, diret-tore di Vita Nuova (Trieste), si sofferma inmodo particolare sul settore sanitario, risparmiatodai tagli che fino all'ultimo erano stati paventati."Non aumentare i costi della sanità e non far pa-gare di più ai cittadini è sacrosanto - scrive Fontana-, ma questo non significa non mettere le maninella sanità. Bisogna mettercele, eccome. Spen-dere di meno e meglio è un obbligo. Giù le manidalla salute, questo sì, ma non giù le mani dallasanità". Francesco Zanotti, direttore del Cor-riere Cesenate (Cesena-Sarsina), riserva in-vece "un pensiero al fattore famiglia" la cuiapplicazione "conduce a un cambio strutturale, dimentalità, con la famiglia al centro di tutte le poli-tiche". Il Ticino (Pavia) ritorna sugli "ultimi convulsiavvenimenti politici". Questi, si legge nell'editoriale,"devono suonare come un forte campanello d'al-larme, e segnare un brusco risveglio per i faciloni,per gli ottimisti a oltranza, e per quanti ritengonoche è inutile preoccuparsi perché tanto poi tuttos'accomoda". La Vita Cattolica (Udine) riporta"una definizione davvero convincente della politica(quella buona): questa sia necessaria per 'far sìche l'interesse privato non prevalga sull'interessepubblico'". È d'accordo l'Eco del Chisone (Pine-rolo), che ribadisce la necessità di "contrastare latendenza a un astensionismo che alimenta l'indif-ferenza e il dilagare di un populismo che è la culladi un regime autoritario". Tra l'attualità politica purela discussione sulla possibilità di un indulto o diun'amnistia, dopo il messaggio del presidente Na-politano alle Camere sulla questione carceraria."Possono essere misure di emergenza - osservaGianpiero Moret, direttore dell'Azione (Vitto-rio Veneto) -, che, tuttavia, sono efficaci sola-mente se accompagnate da una riforma globaledel regime carcerario, anzi di tutto il sistema giu-diziario. (...) Il modo con cui si trattano i soggettiche vivono nell'emarginazione, di cui il carcere è laforma estrema, misura il grado di civiltà di una so-cietà". Il Portico (Cagliari) riflette sulle parole"mamma e papà": "Sono in tanti, in vari Stati delmondo, come pure in alcuni Comuni d'Italia, chevorrebbero cancellarle, sostituirle, distruggerle",dimenticando che "il nome mamma e il nome papàracchiudono nel cuore di ciascuno un intrico di sen-timenti ed emozioni che nemmeno le scelte piùatroci di chi ci ha generato possono cancellare". Dipolitiche migratorie, dopo la recente tragedia diLampedusa, si occupa Raffaele Mazzoli, diret-tore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino),per il quale "l'esodo biblico di un popolo che cam-mina verso la terra di Canaan, immagine di unapromessa molto più alta, può essere assunto comeemblema dei flussi migratori che attraversano ehanno attraversato la storia". Da Giuseppe Ra-bita, direttore di Settegiorni dagli Erei alGolfo (Piazza Armerina), la proposta di "crearecorridoi umanitari che facilitino l'emigrazione legalee lavorare per creare una mentalità dell'acco-glienza a somiglianza degli abitanti di Lampedusa".Per Cammino (Siracusa), "solo i Trattati inter-nazionali sui diritti umani se qualcuno - come l'AltoCommissariato dei rifugiati o forti organizzazionidella società civile - ne invoca il rispetto possonofare la differenza, ma questo è veramente moltopoco per non vedere più barconi di disperati nelMediterraneo". La Guida (Cuneo) invita a "inter-rogarsi a fondo sul 'perché' e sul 'come' essere ac-coglienti"; senza dimenticare che "l'accoglienza èanalisi, dibattito, programmazione; non è pro-

clama, non pio sentimento". Su Toscana Oggi(settimanale regionale) l'opinione dell'editoria-lista Giuseppe Savagnone: "Forse è ora di met-tere tra i 'valori non negoziabili', da rivendicarepubblicamente con tutta la forza, la solidarietàverso i più poveri e i più deboli, quale che sia il co-lore della loro pelle e la loro nazionalità. Il cristianosa che la fraternità non conosce le frontiere".

Giornata missionaria. Domenica 20 ottobreviene celebrata la Giornata missionaria mondiale,il cui tema quest'anno, scelto dalla Chiesa italiana,è "Sulle strade del mondo". Uno slogan che "ri-chiama fortemente lo stile di Papa Francesco", sin-tetizzano i settimanali diocesani. Ma "qual è ora laterra di missione? La 'fine del mondo' o le nostrecomunità locali? Forse entrambe - afferma WalterLamberti, direttore della Fedeltà (Fossano) -. Perché la missionarietà, che la Chiesa celebra conquesta Giornata, non è solo quella del sacerdoteche va in terra straniera a portare la Parola. Èquella che si vive a partire dalla propria comunità,dal pianerottolo di casa, dal luogo di lavoro, dailuoghi in cui si gioca la nostra vita. È la testimo-nianza di chi avendo in cuore una buona notizia,una 'Notizia' vitale, la vuole condividere con tuttigli altri". Vincenzo Tosello, direttore di NuovaScintilla (Chioggia), sottolinea la necessità di"annunciare Cristo e la bellezza del Vangelo a per-sone e popoli, camminando 'sulle strade delmondo', attraverso tutte le strade - fisiche e virtuali- e attraversando tutte le culture, convinti che ilVangelo può diventare dono per tutti! Questo restasempre un compito necessario per ogni discepolodi Gesù e per ogni comunità cristiana". La Gior-nata, viene spiegato sulla Voce Alessandrina(Alessandria), rappresenta "un momento fonda-mentale per poter capire e vivere in pienezza la di-mensione missionaria della fede, cioè la volontà ela necessità di condividere la gioia di una scoperta,quella di un Amore infinito che ci ha raggiunto eha cambiato la nostra vita". Questa domenica,suggerisce Nicola del Bianco, condirettore edi-toriale del Nuovo Amico del Popolo (Chieti-Vasto), "prendiamoci l'impegno di andare avisitare qualche famiglia, andiamo a trovare qual-che ammalato, fermiamoci a parlare con qualcunoper strada, senza fretta: rimettiamoci, insomma,in carreggiata sulle vie del Vangelo e lì c'incontre-remo con Dio e con l'uomo. E ci accorgeremo checi stavano aspettando tutti e due, da moltotempo". Un impegno per questa Giornata vienechiesto alla comunità diocesana anche dal vescovodi Piacenza-Bobbio, monsignor Gianni Am-brosio, il cui messaggio per la Veglia di preghieramissionaria è pubblicato sul Nuovo Giornale(settimanale diocesano). "Vorrei che il nostroUfficio missionario - auspica il vescovo - lavorandoinsieme a tutte le variegate esperienze di missione,assumesse il messaggio (del Papa, ndr) per laGiornata missionaria come un forte stimolo permeditarlo e discuterlo e per proporre indicazionialla nostra Chiesa". Secondo Luigi Sparapano,direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Gio-vinazzo-Terlizzi), "occorre ravvivare e alimen-tare l'animazione missionaria, riprendere il dialogocon i nostri missionari, prevedere e rilanciare talesensibilità nei cammini formativi, così come previ-

sto dal nostro progetto pastorale. Missionaria nonè solo la giornata, ma la vita cristiana". ConcordaBruno Cescon, direttore del Popolo (Concor-dia-Pordenone): "Le missioni hanno ancora unaragione di esistere. E le diocesi debbono diventarepiù missionarie all'interno del proprio territorio"anche perché "cristiani meno convinti significa cri-stiani meno missionari". Voce della Vallesina(Jesi) riporta la testimonianza di suor EugeniaGiampaoletti, religiosa che vive ad Añatuya, in Ar-gentina. "A marzo - racconta in una lettera alla dio-cesi - ho avviato un'iniziativa molto impegnativa":ristrutturare un edificio in rovina, costruito dagliemigranti italiani, lì presenti dal 1914 al 1950. "Ildesiderio - prosegue la religiosa - è far riviverequesto palazzo come luogo d'incontro e di culturae in cui accogliamo i giovani che troppo spessofanno uso di droga. Vi chiedo di sostenerci con lapreghiera e con l'aiuto concreto". La Valsusa(Susa) ricorda, al riguardo, che domenica "con lapreghiera anche le nostre offerte andranno a so-stegno delle opere missionarie".

Fatti di cronaca. I giornali diocesani dedicanoampi spazi ai fatti di cronaca nazionale, locale e in-ternazionale. Anzitutto le polemiche e gli scontriche hanno fatto seguito alla morte di Erich Priebke,l'aguzzino delle Fosse Ardeatine, culminati con ladecisione della Fraternità san Pio X di Albano di ce-lebrare le esequie in forma privata. "Un funeralecattolico - puntualizza Vincenzo Rini, direttoredella Vita Cattolica (Cremona) - sarebbe statoun oltraggio alla verità, alle vittime delle Fosse Ar-deatine, a tutto il popolo ebraico, ma anche allacittà di Roma e all'intero popolo italiano, che ha su-bito la violenza sanguinaria dell'occupazione nazi-sta. E sarebbe, oltretutto, un insulto a Dio e allasua misericordia. Di cui non ci si può prenderegioco". Vincenzo Finocchio, direttore dell'Ap-pennino Camerte (Camerino-San SeverinoMarche), nota che "la morte di Priebke, l'11 otto-bre, è avvenuta proprio nel giorno in cui ricorrevail 51° anniversario (11 ottobre 1962) dell'aperturadel Concilio Vaticano II e Papa Francesco ricevevain udienza una delegazione della Comunità ebraicadi Roma, in occasione del 70° anniversario delladeportazione degli ebrei di Roma (16 ottobre1943)". Insomma, una giornata, l'11 ottobre, se-gnata "da un crocevia di eventi in contrasto traloro". Tema diverso per l'editoriale della Voce delPopolo (Torino), che commenta "l'assegnazionedel Nobel per l'economia a tre studiosi (Fama, Shil-ler, Hansen) che sostengono tesi contrapposte ealternative intorno al medesimo tema: le previsionidegli andamenti dei mercati finanziari". Un Nobel"assegnato a studiosi che hanno prodotto, sullastessa opinabile materia, esiti così diversi - so-stiene il giornale -, ci sembra fotografi bene l'im-passe di questo pianeta: un posto dove magari èfacile vincere le elezioni ma sta diventando difficile,se non impossibile, governare gli Stati e le società".Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria),parla di due fatti accaduti "in due tranquilli paesiumbri che meriterebbero ben altra notorietà. Ungiovane, 28 anni, uccide la sua fidanzata, 26 anni,e poi si uccide; una madre accoltella il figlio di un-dici anni. Ognuno reagisce a suo modo e fa le va-lutazioni che crede. Ma un particolare mi ha colpito

nella prima tragica vicenda, come riportato daigiornali. Il giovane, prima di compiere quel tragicoatto, invia un sms agli amici in cui dice: 'Non vi di-menticherò'. Si resta sbalorditi. Certo, è un pen-siero che esalta l'amicizia che pensa debba e possadurare oltre la morte. Oltre la morte. Come se tuttocontinuasse come prima e che ciò potrebbe dipen-dere da chi muore. Come è possibile che non ci sirenda conto di cosa significa la morte e il morire".Prende spunto da un episodio personale, av-venuto in un Tribunale, Mario Barbarisi, di-rettore del Ponte (Avellino), per unariflessione sul modo di amministrare la giu-stizia in Italia, sulle "inaudite condizioni dilavoro a cui sono sottoposti i magistrati, ilpersonale dipendente e gli avvocati".Mentre il Corriere Eusebiano (Vercelli) registrache "i dati locali confermano le tendenze, in mate-ria economica, già emerse nei giorni scorsi a livellonazionale e regionale: la ripresa è lenta e incerta".Materia economica anche al centro dell'editorialedi Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Be-rici (Vicenza), che interviene sull'"italianità ferita"per i pezzi che stanno lasciando il Belpaese e tra-slocando all'estero. "In una dinamica sana - rilevaPaoletto - dovrebbe essere normale avere aziendeitaliane che diventano straniere, ma anche vice-versa. E invece questo è molto più difficile sempli-cemente perché il nostro non è un mercato in cuisia agevole fare impresa. Uno dei nostri problemi,da anni, è la mancanza di una politica industrialedegna di questo nome. È una carenza gravissimache stiamo pagando a caro prezzo". Giorgio Bar-daglio, direttore del Cittadino (Monza eBrianza), si occupa del problema delle case po-polari, suggerendo di "dividere una volta per tuttela necessità di dare un'assistenza a chi proprio nonce la fa e la volontà di un piano di edilizia conven-zionata, a buon mercato per chi invece è volente-roso e una casa è disposto a pagarsela, ma nonalle condizioni proibitive di mercato che esistonotuttora". Adolfo Putignano, direttore dell'Oradel Salento (Lecce), analizza le modalità con cuisi fa informazione in Italia e conclude con un inter-rogativo: "E se, senza assolutamente mettere indiscussione la libertà di stampa, giornalisti ed edu-catori riaprissero un serio dibattito sull'etica dellacomunicazione?".

Papa Francesco e Chiese locali. Non manca, in-fine, negli editoriali l'attualità ecclesiale, con noteanche sulle parole e sui gesti di Papa Francesco.Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cin-goli-Treia), riportando la notizia della III Assem-blea generale straordinaria del Sinodo dei vescovisulle "sfide pastorali della famiglia nel contesto del-l'evangelizzazione" (Vaticano, 5-19 ottobre 2014),sottolinea come "il tema rivela quello stile tipica-mente pastorale che caratterizza il magistero e igesti di questo Papa". Luciano Sedioli, direttoredel Momento (Forlì-Bertinoro), si concentrasull'invito di "Papa Bergoglio a spogliarsi da ogniforma di mondanità": questa è "la condizione chepermette a ogni credente, come lo fu per il pove-rello d'Assisi, d'incontrare il Signore. Solo unaChiesa meno appesantita è in grado di alzare gliocchi, d'incrociare quelli degli uomini e farsi lorocompagna di viaggio sulle vie del mondo". UnaChiesa, aggiunge Giordano Frosini, direttoredella Vita (Pistoia), in cui "ognuno dal proprioposto può e deve portare un contributo personale,che non può essere delegato a nessuno. Il carismache lo Spirito dà a ciascuno è assolutamente per-sonale; se il detentore non lo usa e non lo mette afrutto per il bene comune, esso va perduto. E lacomunità s'impoverisce". In che modo utilizzare ipropri carismi? La risposta giunge dalla testimo-nianza di Marco Carati, ingegnere, pubblicata sulNuovo Diario Messaggero (Imola): "Ho vis-suto la laurea magistrale e vivo da due anni il la-voro come la prima e più importante modalità concui posso amare Cristo. Non senza fatica e nono-stante i miei tanti limiti, come frutto sto sperimen-tando tanta pace e gioia". Montefeltro, periodico diSan Marino-Montefeltro, fotografa, infine, l'attesadella diocesi per l'arrivo del nuovo pastore. Intanto,auspica il direttore Francesco Partisani, "questaChiesa s'impegni e preghi per il proprio futuro".

Gli editoriali delle testate cattolicheL'attualità politica italiana, la Giornata missionaria mondiale, i principali fatti di cronaca nazionale

e locale, le parole e i gesti di Papa francesco, la vita delle Chiese locali... Sono alcuni degli argomenti di cuiparlano gli editoriali dei giornali aderenti alla fisc (federazione italiana settimanali cattolici).

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Le nuove annate divini bianchi campani

saranno presentate allastampa nazionale al“Campania Stories-I vinibianchi” in programmadal 19 al 25 novembreprossimo. Per una setti-mana intera tra labora-tori, retrospettive eesplorazioni del territo-rio sarà dato ampio spa-zio agli assaggi e agliapprofondimenti su datie tecniche di produ-zione. L’evento, organiz-zato dalla società di comunicazione Miriade e Partners, coinvolge circa 80 aziendein un progetto che cresce e che finora ha coinvolto 150 testate nazionali ed inter-nazionali, prodotto più di 500 articoli, mobilitato oltre 400 operatori da tutta Italiaper ciascun evento. Senza contare le migliaia di appassionati che hanno seguito fi-nora i report e le iniziative del progetto sui social network e potranno a breve darsiappuntamento anche sulla community legata al portale www.campaniastories.com,per confrontarsi sui grandi bianchi campani e prepararsi fin d’ora all’edizione 2014“Campania Stories – I vini rossi”, in programma dall’11 al 17 Marzo 2014.La prima parte della settimana si svolgerà sulla costiera amalfitana; dal 22 al 25novembre la location sarà l’Irpinia. Venerdì 22 novembre sarà protagonista, infatti,il Greco di Tufo: la mattina con gli assaggi, il pomeriggio con il seminario-degusta-zione e retrospettive sulle annate 2003 e 2008. Stesso programma per sabato 23con una giornata dedicata, invece, al Fiano di Avellino. Lunedì 25 la rassegna saràaperta a tutti gli operatori, i sommelier e gli appassionati per “Campania StoriesDay”con assaggi in corner tematici di tutti i bianchi regionali.

E. D.

12 sabato 26 Ottobre 2013 Cultura ilPonte

PAGINA A CURA DI Eleonora Davide [email protected]

Martedì 15 ottobre, presso la Provincia diAvellino, sono stati presentati, mediante una

conferenza stampa, i progetti irpini che hanno ri-sposto a un bando della Regione Campania conoggetto “ Accordi Territoriali di Genere” e sonostati ammessi a finanziamento. Vi hanno parteci-pato quattordici tra cooperative, associazioni sin-dacali, enti pubblici.Promossa dalla sempre attiva e attenta Consi-gliera di Parità Dottoressa Domenica Marianna Lo-mazzo, la conferenza ha voluto sintetizzare e farconoscere a tutti i partecipanti, che a turno sonointervenuti, i progetti redatti.

Come ha voluto sottolineare la Consigliera, sitratta di un successo per la Provincia Irpina averottenuto ben quattordici progetti finanziati e,anche se non sono ancora partiti operativamente,ciò rappresenta un esempio per un nuovo tipo di

cooperazione e occupazione.Nell’incontro è emersa fortemente la necessità dientrare in rete, di creare collaborazione e comu-nicazione tra tutti, rispettando il comune obiettivodi ridurre le disparità di genere e migliorare l’ac-cesso delle donne all’occupazione.Buone prassi, informazione e comunicazione,conciliazione famiglia e tempi di lavoro, bancadelle ore, baby trasporto sociale, ludoteche, spor-telli di assistenza, sono alcune delle proposte chesaranno attuate grazie ai finanziamenti e che por-teranno grandi aiuti e miglioramenti alle donne la-voratrici.

Ovviamente i progetti non sono soltanto fini a sestessi, ma mirano ad avere continuità sul territo-rio, al fine di creare una vera rete che crei sviluppoe lavoro sostenibile.

Maria Paola Battista

PRESENTATO DALLA CONSIGLIERA PROVINCIALE DI PARITA’ IL TEAM

DI IMPRESE IMPEGNATE A PROGETTARE PER LA CONCILIAZIONE

IL fUTURO DEL LAVORO IN UNA RETE PROGETTUALE

“CAMPANIA STORIES”L’IRPINIA, UN TERRITORIO DI-VINO

In coincidenza con il World Food Day 2013,l’organizzazione internazionale indipen-

dente act!onaid ha presentato il 16 ottobrela campagna Operazione Fame. L’incontro si è tenuto presso il Circolo dellaStampa di Avellino e ha visto la presenza diGiuseppe Saviano, (delegato CONI Avellino),Francesco Rodia (Coordinatore Provincialeattivisti act!onaid), Marco Ehlardo (ReferenteTerritoriale act!onaid per la Campania), Ro-berto D’Agnese (Presidente Scuola di Taran-tella Montemaranese e attivista act!onaid),Carlo Maria Todini (Attore e testimonial delgruppo locale), Michelangelo Melchionna(Associazione Culturale JayAnanda Yoga).Il simbolo della campagna di act!onaid è uncucchiaino bucato che, in maniera molto si-gnificativa, accompagna lo slogan : “Percombattere la fame ci vogliono gli strumentigiusti!”Ciò a significare che i popoli bisognosi devonoessere aiutati non solo con il mero assisten-zialismo, che termina quando si esaurisconoi viveri, ma mettendo in condizione questecomunità di acquisire e pretendere i loro di-ritti come esserI umani. La povertà non èuna calamità naturale, ma è frutto di sceltepolitiche ed economiche e come tale va con-siderata e risolta.Act!onaid si è presentata alla Città di Avellinoperché certa che il popolo irpino possa, an-cora una volta, dare prova di grande solida-rietà. Ricordiamo che essa è già attiva da

oltre tre mesi ed ha effettuato campagne im-portanti (Tarantella For Africa e MontemaranoWine Excellence) che hanno consentito laraccolta di 1.850 euro. Ora presenta l’impor-tantissimo protocollo d’intesa con il Coni non-ché la giornata dedicata alla donazione chevedrà come protagonista la Sidigas Scan-done Basket Avellino. Domenica 27 ottobre,infatti, in occasione della gara interna di ba-sket Sidigas – Virtus Roma, gli atleti dellaScandone indosseranno la canotta diact!onaid con il numero (45508) al quale in-viare l’sms solidale per la campagna Opera-zione Fame.Mentre, sempre pronto alle giuste iniziative,il Presidente Giuseppe Saviano, ha confer-mato che ci sarà, a partire dal 2014, un ge-mellaggio con “Sportdays”, la fortunatamanifestazione organizzata proprio dal ConiIrpino.Act!onaid è pronta per lavorare in Irpinia,non solo per chiedere aiuto e solidarietà maanche per creare rete e “dare” al territorio.Saranno istituiti laboratori formativi solidaligratuiti, per riaccendere l’interesse delle per-sone e dare loro nozioni in settori come la co-municazione, il neuro marketing, la spesasolidale; ci sarà l’impegno a sostenere la fi-liera corta e i piccoli produttori locali.La sede provinciale sarà ospitata presso l’as-sociazione culturale JayAnanda Yoga di Mi-chelangelo Melchionna il quale ha messo adisposizione dell’organizzazione tutto ciò cheha: la sua competenza, la sua disponibilità ela sua sede a dimostrazione della sua con-vinzione che “cercando le necessità degli altrisi aiuta se stessi.”Grande speranza è stata data anche daCarlo Maria Todini che, con la sua simpatia,è riuscito a far sorridere tutti i presenti nono-stante la grande serietà dell’argomento.

m.p.b.

DOMENICA 27 OTTOBRE LO SPORTINCONTRA LA SOLIDARIETA’

act!onaid AD AVELLINO

Per gli antichi Celti, popolo che abitava la Bri-tannia prima dell’arrivo dei Romani, il primo

giorno dell’anno cadeva il 1 novembre e l’occa-sione veniva celebrata con una veglia in onoredella divinità pagana Samhain, signore delle te-nebre e dei morti. I Celti credevano che, nellanotte della vigilia del Capodanno, le leggi dellospazio e del tempo venissero sospese permet-tendo alle anime dei defunti di mostrarsi ai vi-venti, comunicando con loro e impaurendoli. In quell’occasione i Celti si riunivano a festeg-giare nei boschi, dove veniva acceso il fuocosacro e dove venivano sacrificati degli animali.Le braci del fuoco venivano conservate in cipollecave che fungevano da lanterne, mentre i par-tecipanti alla festa si coprivano con le pelli deglianimali sacrificati per spaventare gli spiriti. InIrlanda si iniziò pian piano in quella notte a la-sciare cibo e bevande fuori dalla porta di casaper gli spiriti, affinché fossero dissuasi dal farebrutti scherzi.La Chiesa, al suo avvento in quelle terre, tentòdi scardinare le credenze pagane, sovrappo-nendo la Festa cristiana di Ognissanti, in unprimo tempo assegnata al 13 maggio, a quella pagana del 1 novembre. In seguito fu abbinato a questail Giorno dei Morti, il 2 novembre, in cui i nuovi “cristiani” iniziarono a mimare gli antichi riti pagani, tra-vestendosi da angeli e diavoli e accendendo dei falò. La locuzione “All Hallows’ Day: la Vigilia di Ognissanti”fu poi contratta in Halloween.Furono gli Irlandesi a importare, dopo il 1850, la tradizione dell’antico culto negli Stati Uniti, dove questaperse apparentemente il significato rituale e religioso e divenne una festa mondana, dalle connotazioniprettamente consumistiche, che oggi costano agli americani fino a due milioni e mezzo didollari, spesi in costumi, addobbi, feste. Le zucche furono sostituite alle cipolle dagli stessi Irlandesi che,giunti in America, le trovarono molto più adatte per costruire le loro lanterne. La tradizione di Jack o’ lan-tern, insomma, è relativamente recente.Quello è ciò che molti sanno di questa ricorrenza “alla moda”; piuttosto, ciò che spesso vienetrascurato è che la sostanza della festa pagana permane nell’uso dei simboli e dei riti, nascostisotto l’apparente innocenza di una festa per bambini. E così la ricorrenza viene propagandatadalle istituzioni che dovrebbero tutelare la salute mentale dei più piccoli, come le scuole del-l’infanzia. Il culto delle tenebre e delle forze del male non è, e non può essere, conciliato con una con-dotta cristiana di fede nella Luce di Cristo. Per questo i cristiani festeggiano il Giorno di Ognis-santi e non la ricorrenza pagana di Halloween.

E. D.

hALLOWEEN - LE ORIGINI DI UNA fESTA PAGANA

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13sabato 26 Ottobre 2013RubricheilPonte

Della nutrice parla Omero sia nell’Iliade chenell’Odissea. Sicuramente ricorderete Ettore

con la sua cara famiglia, fermo accanto alle porteScee. Quell’addio straziante, indimenticabile,quella tenerezza profonda verso i suoi cari: diffi-cile per l’eroe troiano lasciare la moglie Andro-maca che lo supplica di restare e ancor più duroallontanarsi dal piccolo Astianatte. Quest’ultimocon gli occhioni atterriti guarda le armi paterne esi rifugia presso la nutrice come per essere pro-tetto. Nell’Odissea, Omero ci parla di Euriclea, lanutrice che riconobbe Ulisse, tornato da Itacasotto le mentite spoglie di un mendicante, da untaglio causato da un cinghiale quand’era moltogiovane. La nutrice aiuta Ulisse svelando il nomedelle schiave che si erano compromesse con iProci e che, in seguito, saranno punite. Se ricor-diamo la fondazione di Roma,vediamo una lupanutrice, pronta a donare il suo latte ai piccoli Ro-molo e Remo. Presso i Romani, quando nascevaun bimbo, chi assisteva la madre lo deponeva perterra e, se il padre lo riconosceva, sollevatolo daterra (levare, donde il nostro “allevare”), lo con-segnava alla nutrice che si prendeva cura del pic-colo. Infatti l’allevamento e l’educazione dei figlierano affidati alle nutrici e ai pedagoghi. Nei se-coli centinaia di donne si sono sostituite allemadri naturali nell’allevamento dei figli perché ledonne aristocratiche e le ricche borghesi non al-lattavano e sceglievano una donna del popolodelegando la cura dei propri figli. Si racconta chela nutrice di Luigi XIV fosse la prima a entrarenella sua stanza in occasione del “lever du roi”,nonostante il re avesse già 50 anni. Quello di nu-trice diventò un vero e proprio mestiere e unbambino finiva per ritrovarsi con due madri: lamadre naturale e la madre di latte. Alla nutricefurono dati nomignoli affettuosi, le sono stati at-tribuiti termini come “mammella” o “mamma-zezzella”(da zizza, seno). La nutrice chiamata

anche nutriccia era la balia che si poteva facil-mente riconoscere perché indossava un appositovestito, adatto all’allattamento, chiamato ga-murra, che presentava all’altezza dei seni duefessure verticali chiuse dai lacci. C’erano due tipidi balie: quella asciutta che doveva accudire sol-tanto il bambino e quella di latte che doveva te-nerlo al seno perché il latte materno mancava oscarseggiava. Grazie alle nutrici, nobili casate opiccole famiglie borghesi potevano veder cre-scere la propria discendenza. Le mamme bene-stanti accoglievano in casa le nutrici che, oltre adallattare i piccoli eredi, collaboravano con loro intutte le occupazioni che avessero diretta rela-zione con l’allevamento dei bambini e venivanotrattate con ogni riguardo per evitare che mal-trattassero il piccolo che le veniva affidato. Oltre

al salario, i più ricchi la colmavano di doni, so-prattutto gioielli d’oro e di corallo. I primi regali liotteneva al momento dell’accordo e gli altri alprimo dentino, alla prima parola, ai primi passi ecosì via. Quando una mamma si rendeva contodi non avere il latte a sufficienza, anche se a ma-lincuore, doveva ricorrere alla nutriccia per ilbene del bambino. Si cercava di trovare questanuova puerpera tra i familiari del personale diservizio o tra i propri contadini affinché provve-dessero all’allattamento insieme al proprio figlio.Alcune volte si ricorreva all’aiuto del sensale cheandava nei paesi alla ricerca di questa fanciullache doveva essere soprattutto sana e di aspettoflorido. Spesso, il nome di una nutrice dal lattebuono veniva suggerito da un’altra figura scom-parsa nel tempo, la levatrice, detta anche oste-trice dall’arte che professava, ricoglitrice perchéraccoglie i parti o mammana (volgarmente vam-mana). Colei che aiutava a mettere al mondo ifigli aveva un ruolo di fidata consigliera sulla cre-scita del bimbo. Quando intuiva la mancanza dilatte nella madre, eccola soffiare al disperatopadre di famiglia il nome di una fidata balia. Inquesto modo riusciva a ottenere il compenso do-vuto per l’assistenza al parto e anche qualchesoldo in più per il prezioso suggerimento. Quasisempre le nutrici erano campagnole e le più ri-cercate venivano da Piedimonte d’ Alife, Pietra-stornina, Roccabascerana, Miano, Marano,Procida, Sorrento, Frattamaggiore. Ce n’erano dibuone e di cattive. Queste ultime potevano in-gannare bambini e genitori facendo poppare ariaai piccoli innocenti. Una volta trovata la nutrice,la si conduceva dal medico che controllava lostato generale, il colorito, la conformazione dellemammelle, ma soprattutto la bontà del latte. Perverificare la validità dell’alimento si ricorreva adue metodi: la prova dell’unghia, in cui la gocciadi latte doveva allargarsi lentamente e anche se

agitata, doveva rimanere inalterata nella forma;e quella della oftalmoreazione, se il latte sprizzatonegli occhi provocava irritazione era di cattivaqualità. Si pensò anche di analizzare il latte dellebalie dai capelli bruni, biondi e rossi, giungendoalla conclusione che era da privilegiare il lattedelle brune, seguito poi dalle bionde, ma era as-solutamente da evitare quello delle rosse. Dopol’accertamento della bontà del latte, la nutricevarcava la soglia della nuova casa e da quel mo-mento faceva parte di una nuova famiglia che lacopriva di attenzioni, evitando che si adirasseperché in quel caso il latte si inacidiva e il piccolostava male. A quei tempi la nutrice era ben pa-gata, qualcuna più fortunata riceveva una me-sata a vita. Anche presso gli orfanotrofi c’eranole nutrici che allattavano i neonati abbandonatinella ruota. Ma vi erano anche nutrici non pagateche davano gratis il loro latte ai bambini che neavevano bisogno. Infatti, qualche poveramamma che non aveva latte portava il suo bam-bino tre volte al giorno dalla madre di latte checon tanta bontà l’allattava, amandolo come unfiglio. La madre del bambino per ringraziarla di-ceva; ‘O Signore t’o renne, la carità che fai a stofiglio”. Tra il bambino e la madre di latte nascevaun tenero amore che si conservava nel tempo.La nutrice veniva invitata a tutte le feste ed eraorgogliosa e si commuoveva nel vederli ormaiuomini o donne, quei piccoli che aveva tenuto trale braccia. Quando li andava a trovare, gli portavasempre un paniere di uova o di frutta. Anchenella nostra città ci sono state molte mamme dilatte che hanno amato e considerato altri figli ibambini che hanno allattato. I bambini restavanoper anni presso queste nutrici e doloroso era ildistacco. Molte nutrici sono state sepolte nellecappelle di famiglia in segno di riconoscenza e af-fetto da parte di coloro che erano stati allevati..

MESTIERI E fIGURE SCOMPARSE NEL TEMPO a cura di Antonietta Urciuoli

“LA NUTRICE”

L A U R E AHa conseguito brillantemente, con il massimo dei voti, la laureain Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli“Federico II”,

Riccardo IannacconeLa tesi sperimentale discussa è stata “Valutazione di efficaciae sicurezza della terapia con anti-CD20 ed inibitori della costi-molazione linfocitaria in pazienti con A.R. non responsivi ad

anti-TNF-alfa”.Relatore il Professor Raffaele Scarpa

Al neo dottore giungano gli auguri più cari e un “ad maiora” dai genitori Gio-vanni e Carmen Auciello, dalla fidanzata Carmen Calabrese e dai parenti tutti.

Auguri e felicitazioni anche da parte della Direzione e Redazione de“Il Ponte” ed, in particolare, dallo zio Franco

LIETE  NOTIZIE

In Rete si trovano diversi siti che mettono a disposizionel’intera Liturgia delle Ore, che è parte integrante del cultodivino della Chiesa Cattolica e comprende l’Ufficio delleLetture (brani tratti dalle Sacre Scritture preceduti da al-cuni Salmi), le Lodi del Mattino, l’Ora media, i Vespridella sera e la Compieta, l’ultima preghiera recitataprima di dormire.I testi completi si trovano, per esempio, su www.chiesacattolica.it, www.lachiesa.it,www.maranatha.it.La Liturgia delle ore è disponibile anche in formato audio sul sito www.orepod.com dal quale è possibilescaricare anche la serie completa dei Misteri del Rosario, alcuni brani della Scrittura e la Via Crucis.Sui dispositivi mobili è possibile scaricare anche alcune applicazioni che contengono la Liturgia delle Ore,come Breviarium, disponibile nelle versioni “lite” gratuita e a pagamento, e iBreviary che oltre alla Liturgiadelle Ore in otto lingue mette a disposizione i testi del Messale, del Lezionario, di molte preghiere cattolichee dei rituali dei sacramenti.L’applicazione è gratuita, ma chi lo desidera può sostenere, attraverso iBreviary, l’opera dei Francescaniin Terra Santa, facendo una donazione tramite valuta elettronica o metodi tradizionali.Il sito www.ibreviary.org spiega che la Liturgia delle Ore può essere fruita anche tramite Web mentre siè in linea, inserita in una “finestrella” all’interno di altri siti o scaricata come estensione del programmaper la navigazione Google Chrome.

Vittorio Della Sala

La Liturgia in... ReteSui dispositivi mobili è possibile scaricare anche alcune applicazioniche contengono la Liturgia delle Ore, come Breviarium, disponibilenelle versioni “lite” gratuita e a pagamento, e iBreviary che oltre allaLiturgia delle Ore in otto lingue mette a disposizione i testi del Messale,del Lezionario, di molte preghiere cattoliche e dei rituali dei sacramenti.

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14 sabato 26 Ottobre 2013 Cultura ilPonte

Grande successo per l'evento informa-tivo sulla prevenzione senologica che

si é tenuto Martedí 15 ottobre presso lostudio medico della dottoressa Graziella DiGrezia. Medico chirurgo, specialista in ra-diodiagnostica e dedita da anni alla ricercae alla clinica, la Dottoressa Graziella Di Gre-zia, giovane promettente avellinese, haaperto il suo studio a tutte le donne di Avel-lino e Provincia, in occasione della GiornataMondiale della Salute della Mammella. Unevento per sensibilizzare e informare la po-polazione generale: "purtroppo la disinfor-mazione rappresenta uno dei principaliostacoli ad una corretta prevenzione. Nel2013 la donna spesso effettua controlliparziali o, in casi estremi, effettua la solavisita senologica che, ad oggi, é in grado didiagnosticare soltanto lo 0,3% dei casi ditumore della mammella". Grazie a supportiaudiovisivi, la Dottoressa ha identificatogratuitamente, per ogni utente recatosi alsuo studio, il corretto percorso senologicoa cui la donna (e in alcuni casi anchel'uomo) deve sottoporsi, nonché l'intervallo

con cui effettuare gli esami. "Un vero e proprio percorso senologico personalizzato-aggiungela Dottoressa Graziella- e mirato allo studio della donna giovane, adulta, della donna operatao portatrice di protesi estetiche; presso il suo studio infatti, é possibile effettuare anche un con-trollo mirato alle protesi mammarie e, in casi selezionati, consulenze senologiche e di chirurgiaplastica e/o estetica". La donna viene accompagnata lungo tutto il suo percorso, al centro del quale c'é il radiologosenologo che, grazie ad esami di primo, secondo e terzo livello, é in grado di fornire unaDIAGNOSI, riducendo al massimo tempi di attesa e ansia alla paziente. In questo modo, lapaziente giungerá al chirurgo soltanto se necessario e con la piena consapevolezza di ció che,eventualmente, affronterá. Ma i servizi dello studio medico della Dottoressa Graziella Di Grezia non si fermano qui: "Pressoil nostro studio é possibile effettuare non soltanto controlli senologici, ma anche ecografie in-ternistiche (addome, apparato urinario, pelvica, tiroidea, delle stazioni linfonodali, delle ghian-dole salivari, sottocutanea), nonché agoaspirati ecoguidati con referto anatomopatologicoimmediato. Il tutto ad un prezzo equivalente o inferiore a quello del ticket, cosí da offrire unservizio di qualitá a basso costo". La Dottoressa effettua esami ecografici anche direttamentea domicilio, in Avellino e Provincia. Per contatti e ulteriori informazioni telefonare al 329/6152749 o al 333/2411021.

RedazionaleLA PREVENZIONE SENOLOGICA

La Biblioteca Statale di Montevergine

presenta

Voci e note d’autore III edizione

Ingresso libero Info: 0825787191-789933; fax 0825789086 email: [email protected]

www.bibliotecastataledimontevergine.beniculturali.it

Martedì 8 ottobre - Sala auditorium - ore 10,00

Attualità del pensiero di Jacques Maritain nella sfida educativa del postmoderno di Concetta Coppola. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide

Cardin, direttore Biblioteca Statale di Montevergine. Presentazione a cura di Mirella

Napodano, docente di Pedagogia Generale e Sociologia dell’Educazione presso l’Istituto

Superiore di Scienze Religiose “S. Giuseppe Moscati” Avellino.

Giovedì 10 ottobre - Sala auditorium - ore 16,00

La memoria ricorrente, l’Irpinia letteraria di Giuseppe Marotta a

cura di Paolo Speranza. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide Cardin, direttore

Biblioteca Statale di Montevergine. Interventi di: Raffaele La Sala, storico e critico

letterario e Paolo Speranza, curatore del volume. Reading di pagine scelte del volume a

cura di Angela Caterina, attrice.

Martedì 15 ottobre - Sala auditorium - ore 10,00

Anna Maria Ortese, la ragazza che voleva scrivere di Adelia Battista, giornalista e scrittrice, Premio Speciale Elsa Morante per il libro Bellezza, addio.

Lettere di Anna Maria Ortese a Dario Bellezza. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide

Cardin, direttore Biblioteca Statale di Montevergine. Presentazione di Lia Sellitto, scrittrice

e psicoteraupeta.

Venerdì 18 ottobre - Sala auditorium - ore 10,00

Le avventure di Holly di Margherita Capobianco, illustrazioni di Pellegrino

Capobianco. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide Cardin, direttore Biblioteca Statale

di Montevergine. Presentazione a cura dell’autrice.

Sabato 19 ottobre - Salone degli Arazzi - ore 10,00

Tra terra e cielo di Francesco Martani. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide

Cardin, direttore Biblioteca Statale di Montevergine. Presentazione a cura di Maria Dora

Siragusa, dirigente sanitario. Conclusioni a cura dell’autore.

Giovedì 24 ottobre - Sala auditorium - ore 10,00

Avellino dall’Ottocento ad oggi a cura di Armando Montefusco, Geppino Del Sorbo e Roberta Giordano. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide

Cardin, direttore Biblioteca Statale di Montevergine. Presentazione a cura degli storici

Armando Montefusco e Geppino del Sorbo.

Martedì 29 ottobre - Sala auditorium - ore 10,00

Logos e melos: filosofia e musica come linguaggi della mente a

cura di Mirella Napodano e Fausto Russo. Gianvincenzo Cresta conversa con

l’autrice. Introduzione e saluti di P. Andrea Davide Cardin, direttore Biblioteca Statale di

Montevergine. Intervento di Angela Caterina, attrice, che curerà un reading di pagine

scelte del volume.

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”Direttore responsabile

Mario Barbarisi

Redazione: Via Pianodardine - 83100 Avellino telefono e fax 0825 610569

Stampa: Poligrafica Ruggiero - AvellinoRegistrazione presso il Tribunale di Avellino del 22 dicembre 1975

Iscrizione al RNS n. 6.444 Iscrizione ROC n. 16599

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

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Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

ORARIO SANTE MESSE PARROCChIE DI AVELLINO

a cura di fabrizio Gambale

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00;19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.00, 18.00 Feriali:18.00

Chiesa dell'Adorazione perpetua(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00 Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30 (Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe MoscatiCittà Ospedaliera

Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi 3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turnocittà di Avellino

dal 28 ottobre al 3 novembreservizio notturnoFarmacia Mazzone

Corso Vittorio Emanueleservizio continuativo

Farmacia Faretra Via Capozzi

Sabato pomeriggio e festiviFarmacia Mazzone

Corso Vittorio Emanuele

15sabato 26 Ottobre 2013ilPonte

Passa... Tempo

ORIZZONTALI

1. Il monte più alto della terra7. Percorso di pratica11. Il nome di Banfi12. Monasteri14. Andato poetico15. Tra indice e anulare16. Pubblica Sicurezza17. Targa di Taranto18. Uno dei sette colli di Roma19. Nipote di Abramo20. Confeziona abiti su misura21. Taluni sono di coccio22. Nome di donna23. Membrana che divide una cavità dall'altra24. Carnivori con folta e lunga coda25. Senza vita26. Gioco d'azzardo27. C'è quella canina29. Appello disperato30. Si subiscono ingiustamente31. Le prime dell'alfabeto32. Ancona33. Contenta, felice34. Struzzo australiano35. Aiuto, rimedio37. Il dio Marte in Grecia38. Animale che se la ride39. Pezzi di legno che ardono

VERTICALI

1. La crema della crema2. La misura la sarta3. Vino nei prefissi4. Lettera dell'alfabeto greco5. Preferita ed eletta6. Noia7. Andato8. Torino9. Messo alla vista di tutti10. Recalcitrante13. Piccolo fiumiciattolo15. Sulle torri delle fortezze antiche18. Pesce d'acqua dolce19. L'alimento principale dei neonati20. La città di un San Francesco21. Pezzi di poesia22. Possedimenti all'estero di uno Stato sovrano23. Un momento di riposo24. Il Giorgio autore della prima storia dell'arte25. Bocche da fuoco di grosso calibro27. Tramezzino ... esotico28. Illeciti30. Segue il bis31. Vale così sia33. Galleggiante acquatico34. Fu amata da Leandro36. Sana senza eguali37. La prima e l'ultima dell'alfabeto

IL RISCATTO DELLA SIDIGASLa SIDIGAS Avellino, domenica scorsa, ha conse-

guito un’importante vittoria sul parquet diPISTOIA battendo la squadra locale della GIORGIOTESI, con il punteggio di 83 a 75, riscattandosi, così,dal debutto deludente di inizio campionato.La squadra avellinese ha espresso un buon gioco ed ha con-dotto il match dal primo all’ultimo secondo, anche se, nel fi-nale, ha permesso il rientro in partita della squadra locale aseguito di un gioco abbastanza confusionario, colpa dellastanchezza che ha condizionato le giocate dei singoli.E’ emersa durante la partita la grinta messa in campo daicestisti avellinesi e il buon gioco orchestrato da LAKOVICche pian piano, a dire del coach, sta acquistando la formamigliore e sta prendendo le leve di comando della squadra.Coach VITUCCI è stato contento della prestazione dellasquadra anche se non ha digerito quel calo nel finale, quandoPISTOIA è rientrata in partita.Anche la difesa, che aveva difettato nell’esordio, si è bencomportata, merito anche del rientro forzato di IVANOV che subito ha fatto valere il suo peso inattacco e, soprattutto, in difesa, pronto a fermare gli attacchi dei lunghi avversari.Tutti i cestisti irpini hanno espresso un buon gioco ma il migliore in assoluto è stato CAVALIERO(nella foto) che con delle giocate molto incisive e con delle triple straordinarie, segnate dagli otto metri,ha contribuito a mettere le distanze, in tema di punteggio, con il PISTOIA ed a vincere la gara.Domani, nel posticipo serale, la SIDIGAS deve affrontare un turno abbastanza impegnativo con-tro l’ACEA Roma che scende ad Avellino forte delle due vittorie precedenti che la vede momen-taneamente prima in classifica.Sicuramente la SIDIGAS vorrà ripristinare subito la legge del Pala del Mauro che dovrà vederlasempre vittoriosa nelle gare interne e ciò grazie anche all’ausilio del pubblico e degli irriducibiliORIGINAL FANS.

Franco Iannaccone

B A S k E T

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16 sabato 26 Ottobre 2013 ilPonte