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Extract - Van Houten Coenraad - Lavorare Con Le Forze Del Karma La Seconda via All'Apprendimento Dell'Adulto

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Il libro comincia con una domanda fonda-mentale: «Quali facoltà deve coltivare un adulto per condurre una vitasana ed esprimersi in modo creativo nel proprio tempo e nel proprioambiente?».Molte persone percepiscono l’epoca attuale come minacciosa edistruttiva; sentono di vivere in un mondo in cui il male non solo èpresente, ma si manifesta con forza sempre maggiore. Questo libro vorrebbe mostrare che la nostra epoca ha un senso, il quale, sebbene ancora nascosto, ci può consentire un passo in avanti nello sviluppo dellanostra umanità. La formazione dell’adulto vorrebbe mettersi al serviziodi questo passo evolutivo e il presente libro desidera appunto offrire uncontributo in tale direzione.

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Note editoriali

Il presente volume contiene la traduzione in lingua italiana di due testioriginali tedeschi: Erwachsenenbildung als Schicksalspraxis. Grundlagenfür zeitgemässes Lernen (La formazione dell’adulto come pratica deldestino. Indicazioni per un apprendimento conforme ai tempi) e Derdreigliedrige Weg des Schicksalslernens (La triplice via dell’apprendimen-to dal destino).

Il secondo testo è stato pubblicato, come lo stesso autore dichiaranella sua introduzione, per colmare alcune lacune riscontrate nel pri-mo. Si è pertanto considerato, anche in relazione alle ridotte dimensio-ni del secondo testo, che fosse preferibile la pubblicazione in unicovolume.

I due testi rimangono chiaramente distinti e sono riportati integral-mente.

I contenuti del libro richiedono al lettore lo sforzo di entrare in una«logica» certo diversa da quella ordinaria, ma sono per la maggior partepienamente comprensibili anche senza specifiche conoscenze pre-gresse.

In alcune parti, soprattutto nelle appendici del secondo testo, ven-gono usati termini come «esseri elementali», «corpo eterico», «mezza-notte cosmica», «sfera del sole», per comprendere pienamente il signifi-cato dei quali occorre una conoscenza di base della Scienza dello SpiritoAntroposofica. Tale conoscenza è disponibile attraverso le nu-merosissime pubblicazioni, alcune delle quali anche a carattere antolo-gico e divulgativo, di contenuti dell’imponente opera di Rudolf Steiner.Sempre con riferimento a questa conoscenza può essere colto il partico-lare significato con cui ricorre in alcune parti del testo il termine «cri-stico». ©

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La pubblicazione è stata promossa da un gruppo di persone interes-sate all’argomento.

A partire da questo gruppo è stata fondata nel 2010 l’Associazioneper il nuovo apprendimento dell’adulto.

Attraverso il sito www.nalmitalia.it chi volesse approfondire i temie le esperienze trattate potrà mettersi in contatto con tale associazione.

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Prefazione all’edizione italiana

Il mondo è in crisi. L’uomo è in crisi. L’educazione è in crisi. Le stati-stiche ufficiali mostrano che i risultati dell’apprendimento scolasticonel mondo sviluppato sono negli ultimi anni in generale progressivopeggioramento. Imprenditori e manager lamentano che i giovani cheentrano in azienda sono poco in grado di inserirsi in modo proattivonei processi, di trovare autonomamente soluzioni e darsi metodi dilavoro. Sembra quindi che l’apprendimento conseguito alla fine del-l’età giovanile sia inadeguato alle esigenze di base. Allo stesso tempoalla diffusione a livello istituzionale del principio di «life long lear-ning», non fanno riscontro risultati soddisfacenti.

L’impetuosa accelerazione del cambiamento nel mondo del lavoroe nella società genera sempre più «bisogno» di apprendimento, ma lacapacità di apprendere che si riscontra sembra non essere all’altezza. Pernon parlare dell’apprendimento che sarebbe necessario per trovare ri-sposte creative agli enormi problemi epocali che stanno di fronte al-l’umanità.

Tra questi consideriamone uno assai grave, che ha trovato il suo cul-mine l’11 Settembre 2001: il conflitto tra una parte del mondo nellaquale l’aldilà è percepito tanto più importante dell’aldiqua da indurrediverse persone a decidere di sacrificare la propria vita nell’idea di fareun atto «giusto», e un’altra in cui domina una concezione meramentematerialistica della realtà e della vita. Il fondamentalismo religioso«orientale» si presenta associato a una specie d’annullamento dell’indi-viduo sottomesso al potere della tradizione, mentre il materialismo«occidentale» si presenta come promotore dell’autodeterminazione edella libertà dell’individuo, al punto che esso, nel «diritto» di trarre ilmassimo dalla vita terrena che ha a disposizione, non debba neanche©

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preoccuparsi troppo delle conseguenze del proprio agire sui proprisimili, sull’ambiente e su chi lo abiterà in futuro, tra cui i suoi stessifigli. La cultura materialistica si presenta come «la novità», il supera-mento di concezioni spirituali che, in quanto legate a tradizioni religio-se, sono «vecchie» e sorpassate. Essendo il ritorno al passato non vistodai più (compreso chi scrive) come una via che abbia senso percorrere.

L’umanità deve moltissimo alla scienza materialistica, che è riuscitaa dare concrete risposte a molti bisogni e a creare condizioni miglioriper la vita di molti uomini. Agli esseri umani interessano però anche icosiddetti «Valori», e questi cadono al di fuori dell’ambito della scien-za materialistica, o come minimo ne stanno al confine.

Parlando di «Valori», è naturale pensare alla «motivazione». La vitadi ognuno di noi, e in particolare i comportamenti, è soggetta all’ope-ra instancabile della nostra «macchina motivazionale». Ciò che deci-diamo, o che ci ritroviamo più o meno consapevolmente a fare o nonfare, a cominciare dal modo in cui gestiamo o lasciamo gestire da altrola nostra attenzione, dipende, quando non è sotto l’influsso esclusivodi fattori istintivi o emotivi, da un continuo calcolare costi e beneficidelle diverse scelte che ci si presentano come disponibili.

Alcune domande:In che modo i comportamenti quotidiani sono in relazione con la

concezione che si ha della realtà: meramente materialistica o compren-siva di aspetti spirituali? Con quali effetti?

La volontà di apprendere quanto dipende dai Valori di cui si è por-tatori?

Il metodo scientifico ha stabilito «condizioni di laboratorio» perisolare le forze agenti su un fenomeno semplice, e poter osservare inmodo più preciso l’azione delle stesse. Lo sviluppo del pensiero siste-mico negli ultimi decenni del secolo scorso ha messo in evidenza che,volendo invece comprendere fenomeni complessi, occorre adottare unmetodo di indagine diverso. Occorre allargare il campo da esaminare,con l’intento di cogliere l’insieme di relazioni che esistono tra gli ele-menti del sistema. Una stimolante scoperta del pensiero sistemico è chel’affermazione apparentemente incontestabile «s’impara con l’esperien-za», non è sempre vera. L’esperienza è infatti efficace quando rendepossibile l’osservazione contestuale di causa ed effetto, evidenziando illoro collegamento. Se, invece, l’effetto si manifesta a distanza dallacausa, nello spazio e/o nel tempo, come accade in realtà complesse,

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l’esperienza, e l’osservazione nella sua accezione tradizionale, non sonoin grado di afferrare con immediatezza il collegamento. Ma il mondo,in particolare il vivente, e nella fattispecie l’umano, si presenta semprepiù, anche nei singoli fenomeni, piccoli e locali, come una realtà densadi molteplici articolate relazioni tra le parti. In questa ottica, per lamigliore comprensione del «funzionamento» di un singolo pezzo delsistema, occorre considerare tutte le relazioni che esistono tra tale«pezzo» e tutti gli altri, a tutti i livelli esistenti.

Seguendo l’impulso dell’approccio sistemico ha senso, se l’oggettoda indagare è la vita dell’individuo, allargare il campo d’indagine anchenel tempo: cosa succede prima della nascita e cosa succede dopo lamorte? Che relazioni esistono? In una vita si osservano gli effetti diquali cause? Quali effetti producono i comportamenti e anche solo ipensieri e i sentimenti di una vita?

Se consideriamo: che nel mondo ci sono tanti problemi da risolvere, alcuni assai

gravi;che tutto ciò che accade nel mondo, a parte gli eventi naturali, è

effetto diretto o indiretto di comportamenti individuali;che tali singoli comportamenti individuali sono inseriti e intercon-

nessi in un «sistema» più ampio che è la biografia, in cui entrano fat-tori ereditari, ambientali, culturali ecc.;

che per risolvere i problemi devono cambiare i comportamentiindividuali che li generano;

che per cambiare un comportamento bisogna imparare a fare qual-cosa di diverso;

che per apprendere qualcosa bisogna averne la volontà;che la volontà di cambiare e di imparare un singolo «pezzo» è co-

munque collegata alla biografia nel suo complesso;emerge quanto l’apprendimento sia non solo una disciplina da far

dibattere da intellettuali e politici in ambienti accademici o istituzio-nali, ma anche, molto concretamente, l’aspetto della realtà da cui mag-giormente dipende il futuro dell’umanità e la qualità della vita nostrae dei nostri figli, dall’ambito famigliare a quello politico e dei fenome-ni globali; emerge anche come la volontà di apprendere possa dipende-re dalla concezione che si ha della realtà e della vita.

Einstein disse: «Non tutto ciò che conta può essere contato, e nontutto ciò che può essere contato, conta».

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È giunto il momento di cominciare a occuparsi delle cose che con-tano veramente, anche se non si possono misurare e dimostrare, anchese bisogna accettare la prospettiva di non raggiungere certezze del tipodi quelle che dà la scienza materialistica. Anche se, e questa è la diffe-renza forse più grande tra i due metodi d’indagine, non si può ottene-re la rilevazione dei dati attraverso strumenti neutrali, ma si deve alcontrario assumere in prima persona questa responsabilità, addiritturaaffidandola alla nostra facoltà che più di ogni altra risulta difficile dagovernare: il sentire, il mondo delle emozioni, dei sentimenti, dellepercezioni sottili, a volte così delicate da sembrare inafferrabili.

Ecco allora che l’idea di «Imparare dal destino», parte centrale delmodello triarticolato presentatoci dall’autore, apre uno scenario im-portante. Prospetta la possibilità, per l’uomo, di trovare, grazie alla pie-na accettazione della condizione di vita in cui si trova, motivazioni peraccrescere la conoscenza di sé e, conseguentemente, per migliorarsicome essere umano.

Ciò si presenta allora come una possibile via d’uscita dalla «crisi del-l’apprendimento» cui si è fatto cenno all’inizio.

L’immagine guida dell’apprendimento dal destino è quella di unadulto costantemente impegnato, per tutta la vita, nel miglioramentodi sé, quindi anche e soprattutto nel miglioramento delle relazioni coni propri simili. E capace di farlo.

Per esplorare questo scenario occorre adottare, come ipotesi di lavo-ro, l’idea della reincarnazione.

Se lo spirito è per definizione non materiale, negarne l’esistenzaperché non la si può dimostrare con i mezzi della scienza materialisti-ca è scorretto. Essere convinti della non esistenza dello spirito è unacredenza, così come lo è essere convinti del contrario.

L’ambito in cui in questo libro si considera la reincarnazione è quel-lo del karma. Adottando una definizione del karma come «legge di ne-cessità spirituale», assumerne o negarne l’esistenza è una scelta sul pia-no delle credenze. Qui non si chiede al lettore di aderire a un dogma,ma di accettare provvisoriamente la verità di alcune affermazioni perseguirne le relazioni e le conseguenze, riservandosi, alla fine, di valuta-re la credibilità del quadro che è emerso.

La concezione della reincarnazione si ritrova con forme diverse nellamaggior parte delle religioni e delle culture. Oltre che nelle religioniorientali, si trova nella filosofia greca, culla della cultura occidentale, e

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nella Qabbalah dell’ebraismo. Si trova anche nel cristianesimo esotericoe nelle posizioni sulla preesistenza delle anime di Origene, che furonobollate dalla Chiesa cattolica nel Concilio di Costantinopoli del 553,seppur con l’assenza del Papa, come eretiche. La troviamo in ScotoEriugena, recentemente riabilitato da Benedetto XVI. Riemerge poianche coi catari, che furono sterminati. Indagini rivelano che oggi addi-rittura il 30% dei cattolici credono nella reincarnazione.

Il karma e la reincarnazione di cui si parla in questo libro non siriferiscono a una particolare tradizione religiosa. È un karma intesocome condizione necessaria della nostra potenzialità di compiere azio-ni libere. Se esiste il karma e nulla ci accade per caso, tutto ciò che entranelle nostre vite ha un preciso senso anche per la nostra specifica indi-vidualità: creare condizioni che ci permettano di realizzare i nostriscopi evolutivi. Tali condizioni, spesso percepite come spiacevoli, ri-chiamano la nostra «presenza» per superare abitudini, automatismi,unilateralità, incapacità, blocchi. Richiamano, quindi, la nostra volon-tà di apprendere.

Il libro dà all’individuo e all’educatore degli strumenti per l’appren-dimento, un nuovo apprendimento i cui esiti sono benefici e risanato-ri per il singolo e la comunità.

Se il primo libro di van Houten, occupandosi dell’«Imparare a im-parare» poneva come oggetto dell’apprendimento il mondo esterno, inquesto l’oggetto è il mondo interiore. La conoscenza profonda di sé èil prerequisito per agire volendo e sapendo fare il bene nel mondo, acominciare dalle persone che ci circondano.

Vengono descritti nel dettaglio alcuni processi tramite i quali si può«lavorare» concretamente sul karma. La natura del lavoro non ha nullaa che vedere con fantasticherie gratuite ma, al contrario, si basa su unaffinamento dell’attenzione e delle capacità percettive, a partire daisensi materiali. Richiede allo stesso tempo il rafforzamento della capa-cità di discernere quanto, tra ciò che emerge nella nostra interiorità, hacarattere meramente proiettivo da quanto invece, attraverso il «sensoper la verità», può essere fatto risalire a un’origine sostanzialmente di-versa. Non si ripeterà mai a sufficienza come la cautela, il rigore del-l’indagine e la capacità d’oggettivazione debbano essere costantementerafforzati. Ciò di cui si va alla ricerca sono verità custodite dal cuore, lacui estrema delicatezza deve fare i conti con tutte le altre forze, ben piùrobuste, che popolano la nostra vita interiore.

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Attorno all’impulso di rinnovamento culturale di van Houten, chetrova salde radici nella Scienza dello Spirito Antroposofica di RudolfSteiner, si è costituito un movimento internazionale (NALM – NewAdult Learning Movement), che da ormai cinque anni ha trovato inItalia terreno fertile dove crescere. Si è così costituita nel 2010 l’As-sociazione per il Nuovo Apprendimento dell’Adulto, fondata da perso-ne provenienti da svariati background geografici, culturali, professio-nali, religiosi. Tutte queste persone hanno intrapreso il loro percorso di«Apprendere dal destino» e stanno mettendo in pratica, tra esperienze,riflessioni, sofferenze e gioie (con il prezioso aiuto anche dell’umori-smo), i contenuti di questo libro.

Qui si riportano alcune loro impressioni sui primi passi dell’espe-rienza che stanno facendo.

Qual era il mio stato d’animo nei confronti di ciascuno dei tre ambitidell’Apprendimento Adulto suggerito da van Houten? L’Imparare ad Im-parare ho sentito che mi apparteneva. Prima di allora ne avevo già fattouso nel mio lavoro d’insegnante e formatrice, anche se non in modo deltutto consapevole e, dopo un breve training, ero in grado di potenziarnel’utilizzo, ottenendo ottimi risultati. È l’ambito, dei tre, che può essere piùfacilmente comunicato a tutti, indipendentemente dalla formazione checiascuno ha conseguito: laica o religiosa, di destra o di sinistra, materiali-sta o spirituale… Se ne può parlare facilmente senza urtare la sensibilitàdi nessuno e altrettanto facilmente, mi sono accorta, se ne possono propor-re i metodi e le strategie nei più diversi contesti.

La vera rivelazione sono state le sessioni dell’Imparare dal Destino: erapossibile affrontare in piccoli gruppi di lavoro, attraverso la narrazione dieventi normalissimi della propria vita, le tematiche legate al karma e allaripetizione delle vite terrene come chiavi imprescindibili per la compren-sione degli eventi della propria vita, presenti e passati, con in più l’arditasperanza della propria trasformazione interiore ed esteriore per affrontareil «qui ed ora» e gli eventi futuri. Il tutto non nella più completa solitudi-ne e segretezza della propria camera, né nello studio di un terapeuta, maall’interno di un gruppo, con la guida di un facilitatore, in un climad’apertura e di fiducia reciproca. Raccontarsi e sviluppare interesse per iracconti altrui, porre attenzione al processo, osservare ciò che si manifestanelle immagini formulate da chi racconta, fermandosi ai fenomeni, senzaspingersi all’interpretazione, è esperienza umana altamente preziosa, in un

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tempo in cui le libere interpretazioni sono la consuetudine nella comuni-cazione tra persone. Si ha l’impressione di tuffarsi in fresche e limpideacque. È stato in uno di questi momenti che ponendomi per un attimo aldi fuori del gruppo, ho detto a me stessa e poi condiviso con i presenti:«Voglio condurre gruppi sull’Imparare dal Destino». Il susseguirsi delle viteterrene non è cosa ammessa e riconosciuta da tutti. È un ambito, questo,meno condivisibile del primo. Allora, a chi è diretta questa pratica del-l’Imparare dal Destino? Solo a chi crede nel karma e nella reincarnazione?Solo a chi coltiva certi interessi di nicchia? No di certo. Si spera che questapratica possa coinvolgere anche chi, nell’accogliere in sé l’idea della dimen-sione ancora molto misteriosa della vita, si apra a indagare altri orizzontidi conoscenza, concedendosi autonomia di giudizio rispetto alla dimensio-ne divulgativa sia della scienza ufficiale, sia delle religioni ufficiali. Per mele ripetute vite terrene sono una certezza. Ma non posso e non devo con-vincere nessuno di questo perché la realtà della reincarnazione è cosa cheva sperimentata interiormente anche attraverso l’apertura a percorsi d’au-toconoscenza, praticando vie sicure anche se non ancora abbastanza diffu-se. E la ricerca spirituale? Per il momento posso dire che abbraccia tutto ciòche ho fin qui detto. Alle mie domande sul perché delle tre vie è arrivatoin dono il libro, che è anche il testamento spirituale di Bernard Lievegoed,sulle tre grandi guide dell’umanità e lo sto tuttora meditando. La ricercadi van Houten e del gruppo che con lui collabora, prima fra tutti suamoglie Shirley Routledge, si connette ad alcuni momenti del passato del-l’umanità ma soprattutto lancia ponti verso un futuro che vogliamo imma-ginare vissuto pienamente da uomini risvegliati nella volontà, cosicché laconstatazione amara di James Hillman: «Cento anni di psicoterapia. E ilmondo va sempre peggio» possa essere sostituita da una speranza: «Cer-chiamo di conoscerci davvero, senza pregiudizi, agiamo e trasformiamo noistessi, e quel che possiamo del mondo».

Martina D’Introno

L’incontro con il NALM è per me NUOVA acqua fresca nella borraccia, utileper poter proseguire il mio cammino.

Gigliola Rosini

Come a tutti può succedere nel corso della propria vita, anche a me è acca-duto di scontrarmi con un grosso problema: nel 2003 sono diventato ipo-vedente. L’avere in precedenza già incominciato questo percorso di studi è

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stato lo strumento cognitivo che maggiormente mi ha aiutato a convertirela «sfiga» in «sfida». Mi ha reso abile nell’uscire dalla passività del «…perché ciò è successo proprio a me!», insegnandomi a entrare nell’attivitàdel «… cosa posso apprendere affrontando questa nuova prova del desti-no?».

Maurizio Di Natale

Cari Amici, mi piacerebbe riuscire a sintetizzare con poche parole, ma inmodo efficace, cosa mi sta portando l’esperienza del corso «La pratica delnuovo apprendimento adulto»: le esercitazioni che abbiamo condiviso –soprattutto sul tema dell’incontro con l’altro –, ma anche soltanto alcunicontenuti delle conferenze o delle attività artistiche – che risuonano dopodiverso tempo, nel mio vivere quotidiano –, stanno accompagnando il mioessere a «fiorire» nella direzione della vera ME STESSA; un percorso che eracerto già avviato, ma che, grazie al corso e ai suoi partecipanti, mi sentooggi più determinata e capace di portare avanti IN PRIMA PERSONA (senzaappoggiarmi o trainare, come tendenzialmente faccio, ma in uno scambiobilanciato con chi mi vive intorno), poiché riconosco che la direzione presaè la MIA via.L’esperienza che vivo è anche faticosa, ma semplice ed essenziale, tanto dapoter essere definita con una parola quasi ovvia: CRESCITA. Nella sua natu-ralezza è per me però una lenta conquista, perché è volta a dare il necessa-rio ossigeno agli organi vitali della mia umanità, confusi e soffocati dacomplicazioni mentali, strutture, rigidità, paure…Vi offro dunque un frutto del mio cambiamento: prendo le distanze dadefinizioni e concetti, che per anni sono stati il mio baluardo, e cerco inmodo più creativo di darvi qualcosa che mi appartenga, e che vi porti ilmio vissuto o soltanto a percepire un’atmosfera… nel mondo delle IMMAGI-NI, che per anni ho sentito distante, volatile, troppo leggero per la mia con-cretezza, e che ora, come da bambina, mi sporgo di nuovo ad afferrare…Non è un disegno, non ancora, purtroppo!, ma un piccolo scritto, buttatogiù quasi di getto, stamattina, ascoltando musiche di Michel Petrucciani,dopo una VIVACE lite telefonica con mia sorella, Elvira, di quattro annimaggiore, che fin da piccola viene considerata da tutti LA TESTA CALDA (eio LA SAGGIA. Tuttavia lei ride spesso, a me pare anche troppo, mentre iosorrido ma non appaio mai veramente felice…).Il nostro rapporto è per me da sempre UN NODO IRRISOLTO della mia vita.Eppure in questi ultimi mesi, puntellati di ricorrenti scontri e re-INCON-

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TRI con lei, ha preso forma come una SORPRESA, questa scoperta che hovisualizzato stamattina:

IL PONTE

Ti seguo con lo sguardo, io stessa ti ho spinta sul ponte, tra un modo di vivere estraneo a ogni libertàe una infinità di altri mondi possibili…Un ponte fatto soltanto di corde, a un’altezza terrificante, instabile…Un ponte che fa tremare e trema al tuo passaggio.Sospesa su vertigini di un vuoto,a cui resisti o cadi,non puoi alzare lo sguardo e contemplareanfratti e nature misteriose, intorno…Ti seguo ancora e un modo solo di stare,mi raccomando, ti fa sperare:il corpo elastico,e flettersi a ogni oscillazionee l’intenzione retta, e diritto avanti a te guardare, e andare…!Ti grido nuovi consigli, ti rincuoro,mi irrita la tua fragilità, m’indigno se ti paralizzi e quasi arretri…Ascolto la mia antipatia nel dirtiche manchi di volere e di coraggio.E tu, che non mi ascolti…mi sveli la nostra somiglianza.Ti seguo da sempree solo adesso vedo quel che è più vicino:me stessa! su un picco arrotondato,vegetazione amica, altro orizzontee i piedi ben saldi su terreno di roccia.Credevo di aiutarti e tu, là appesa, mi stavi mostrando come passare!Conta inoltrarsi,

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conta ricordare, conta tornareconta chiattraversando il ponte ti attraversa.Con l’emozione, con l’immaginazione.E conta l’andare.

Milena Palopoli

Nella nostra società non mancano certo informazioni e conoscenze.Ciò che scarseggia è la capacità di mettere in pratica quanto a livello dipensiero è già acquisito. Per riuscire a fare ciò ognuno deve fare i conticon se stesso, i propri blocchi, le proprie incapacità, le proprie abitudi-ni, le proprie unilateralità. Deve cambiare. Deve fare i conti con i pro-pri Doppi. Se pensiamo a qualcosa che desideriamo e che non c’è, perottenerlo quasi sempre è richiesto che qualcuno «cambi»: il partner, ifigli, i genitori, il capo, i colleghi, i politici ecc. Oppure noi.

Questo libro illustra in modo pratico come può essere intrapresa,percorsa o accompagnata questa via di sviluppo personale, che è allostesso tempo una via di guarigione del mondo.

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Prefazione

Sullo sfondo del mio primo libro Risvegliare la volontà. Il nuovo ap-prendimento dell’adulto, stava la domanda: «Rispetto al bambino, comeimpara l’adulto?».

Anche questo secondo libro comincia con una domanda fonda-mentale: «Quali facoltà deve coltivare un adulto per condurre una vitasana ed esprimersi in modo creativo nel proprio tempo e nel proprioambiente?».

Molte persone percepiscono l’epoca attuale come minacciosa edistruttiva; sentono di vivere in un mondo in cui il male non solo èpresente, ma si manifesta con forza sempre maggiore. Questo libro vor-rebbe mostrare che la nostra epoca ha un senso, il quale, sebbene anco-ra nascosto, ci può consentire un passo in avanti nello sviluppo dellanostra umanità. La formazione dell’adulto vorrebbe mettersi al serviziodi questo passo evolutivo e il presente libro desidera appunto offrire uncontributo in tale direzione.

Il mio lavoro precedente, pubblicato dapprima in Germania, hariscosso un considerevole interesse in molti paesi e ha trovato applica-zioni pratiche in molti istituti di formazione; sono quindi usciteun’edizione inglese, riveduta e ampliata, dal titolo Awakening the Will– Principles and Processes in Adult Learning, una seconda e una terzaedizione tedesca, rivedute e ampliate, e una prima e una seconda edi-zione italiana.

Il primo libro mostrava però delle lacune. In esso ho esposto alcu-ni principi fondamentali dell’apprendimento dell’adulto, e in partico-lare ho spiegato che le vie di apprendimento sono tre, non una sola.Quindi mi sono dedicato sostanzialmente alla descrizione della primadi queste tre vie: l’apprendimento professionale. Non c’era spazio per©

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parlare delle altre due vie: descrissi solo a grandi linee la via dell’ap-prendimento dal destino, e feci solo alcuni cenni alla terza via, quelladell’apprendimento tramite la ricerca spirituale.

Nacque così l’esigenza di un secondo e di un terzo libro, in cui lealtre due vie di apprendimento dell’adulto fossero descritte nei dettaglicome era avvenuto per la prima. Per scrivere questo libro fu necessarioraccogliere molte esperienze pratiche tramite una sorta di ricerca speri-mentale, nella quale i contributi più importanti venivano dai parteci-panti ai vari seminari.

Ci mettemmo all’opera per pianificare, condurre e valutare sia deiseminari per l’apprendimento dal destino, sia dei seminari per l’ap-prendimento tramite la ricerca spirituale. Un contributo fondamenta-le venne da un seminario antroposofico di nove settimane tenuto inInghilterra, nel Sussex, presso l’allora «Centre for Social Develop-ment». Questo centro lavorava già da molti anni sui tre nuovi percor-si di apprendimento per l’adulto; i tre percorsi furono elaborati anchein seminari tenuti presso il Forum Kreuzberg di Berlino, la prima voltain un corso di nove giorni e quindi in uno di tre settimane; le tre viedi apprendimento furono presentate in sequenza anche in un semina-rio di dodici giorni a Weimar, Germania.

Questo lavoro evidenziò due importanti scoperte:

1. i tre percorsi di apprendimento costituiscono un tutto organico, incui essi si rinforzano e si completano a vicenda; inoltre, come vedre-mo, ognuno dei tre qualifica gli altri due;

2. i tre percorsi creano insieme un quarto elemento, che potrebbe di-ventare nel futuro un’ulteriore forma di apprendimento dell’adulto.Questo quarto elemento nasce dal modo in cui la combinazione deitre percorsi consente a tutti gli aspetti dell’essere umano di attivar-si e di esprimersi.

Queste scoperte, ripetutamente confermate dai partecipanti ai corsi,richiedono un approfondimento e una ridefinizione di quanto è giàstato elaborato nel campo dell’apprendimento dell’adulto. Di ciò di-scuteremo dettagliatamente nella Parte I del libro, e vedremo come, neicentri di formazione, si possano approfondire la professionalità e la for-

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mazione dei futuri formatori. La Parte II del libro è dedicata all’ap-prendimento dal destino. Nella Parte III, «Il percorso di conoscenza delformatore», traccio l’ipotesi di un futuro percorso di formazione per iconduttori dei seminari. La Parte IV contiene una raccolta di applica-zioni ed esercizi specifici, che sono stati elaborati da preparatori giàattivi nella nuova formazione dell’adulto.

Un terzo libro tratterà poi specificamente della ricerca spirituale.Ho ceduto alle crescenti pressioni dei partecipanti e degli interessa-

ti per scrivere questo testo il più rapidamente possibile. Di conseguen-za, come era avvenuto per il primo libro, ho la netta sensazione che illavoro sia solo un inizio, che in futuro dovrà essere ampliato e miglio-rato. Forse la nuova figura del formatore dovrà possedere integralmen-te proprio questo sentimento: tutto ciò che è ancora insufficiente, cheè incompleto, sollecita un miglioramento e un ulteriore sviluppo; vor-rei perciò che anche questo libro fosse considerato uno stimolo e nonun prodotto finito.

Vorrei infine ringraziare chi ha contribuito al presente lavoro. Lalista è lunghissima, e comprende tutti i partecipanti ai diversi corsi eseminari, nonché i numerosi colleghi che nel frattempo hanno costi-tuito un gruppo internazionale e hanno sperimentato nuove forme diinsegnamento, spesso con considerevole incertezza e rischio; ci sonopoi individui singoli e istituti scolastici che hanno avuto il coraggio diproporre seminari nuovi e inusuali in molti paesi, per esempio inGermania (la maggior parte), Inghilterra, Finlandia, Ungheria, Italia,Olanda, Russia, Canada, Sud Africa, Nuova Zelanda e Australia. Inparticolare vorrei ricordare qui due persone, Corinna Gleide e BettinaAltmann, che sono riuscite a rendere in un tedesco leggibile il mio stileespressivo olandese, influenzato anche dall’inglese.

Ho sempre constatato che l’apprendimento dell’adulto, come delresto ogni tipo di apprendimento, dovrebbe essere una preparazioneper il futuro. Se noi stessi oggi ci prepariamo a essere formatori per gliadulti, forse riusciremo ad affrontare in modo creativo gli eventi e ledomande del XXI secolo, e riusciremo a trovare risposte corrette.Questo sarà il compito di chi nel futuro svolgerà la professione di for-matore dell’adulto.

Un’ultima nota: il libro è stato scritto soprattutto per formatori cheoperano per un rinnovamento dell’apprendimento dell’adulto confor-me all’epoca attuale. Ma questo rinnovamento non c’è ancora. Si può

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pensare che, se questi principi, metodi e processi di apprendimentosaranno applicati un giorno in forma più ampia, le attuali forme isti-tuzionali per la formazione degli adulti in gran parte scompariranno, ei veri e propri processi di sviluppo avranno luogo nella vita quotidianae nel lavoro. Per questo il libro è stato scritto anche per tutti coloro chevogliono percorrere la strada dell’apprendimento dell’adulto per pro-prio conto.

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Introduzione generale

Una formazione dell’adulto deve dare risposte ai bisogni, alle sfide ealle domande che ci vengono posti dall’odierna situazione economica,politica, sociale e spirituale. All’inizio di questo secolo la situazione sipresenta molto diversa da come si presentava all’inizio del secolo scor-so, e cambierà ancor più rapidamente, se non altro per i repentini svi-luppi imposti dalla tecnologia.

La tecnica e l’economia influenzano sempre di più la nostra vitaquotidiana e ogni altra sfera dell’esistenza, seppure in grado diverso.Un’educazione dell’adulto conforme al futuro dovrà perciò favorire losviluppo di qualità completamente nuove, per riuscire ad affrontareun’esistenza sottoposta a continue trasformazioni. In passato, per tro-vare la propria strada nella vita, bastava una buona educazione, maoggi non è più così. Dobbiamo coltivare facoltà ben precise e del tuttonuove, sia perché gli scenari sono effettivamente nuovi, sia perché sap-piamo che il nuovo non si impone da sé: in questo campo nulla avvie-ne spontaneamente. Per esempio, l’Europa non era affatto pronta adaffrontare il nazismo, e Vaclav Havel (come molti altri) ha raccontatodi come fosse necessario sviluppare nuove qualità per vivere sotto ilcomunismo dell’Est senza perdere la propria umanità. L’elemento piùpericoloso del nostro tempo è però il materialismo tipico del determi-nismo economico di stampo anglo-americano: infatti questo materia-lismo, pur essendo sotto gli occhi di tutti, resta in un certo senso occul-tato; se osserviamo come questo determinismo agisce sugli esseriumani, ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di facoltà completa-mente nuove per conservare la nostra umanità. Il mantenimento dellapropria umanità non è più scontato, perlomeno non in modo natura-le. Le forze che influenzano la nostra civiltà tramite la tecnologia e©

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l’economia non diminuiranno in futuro, e assumeranno volti semprenuovi; esse mirano al dominio sull’essere umano, il quale deve accetta-re di inserirsi in un determinato ordine: se ciò riuscisse, l’umanità nonavrebbe futuro.

In questo libro parleremo quindi dello sviluppo di nuove facoltà.Per affrontare in modo creativo il mondo attuale vengono richieste agliindividui caratteristiche e capacità nuove, che vanno coltivate tramiteun’educazione dell’adulto conforme ai tempi.

Vorremmo che fossero lette in tal senso le considerazioni sui setteambiti professionali e sui due principi fondamentali nella Parte I, non-ché tutto quello che viene detto nelle Parti II e III sull’apprendimentodal destino e sulla formazione dell’adulto. Potremo confrontarci inmodo costruttivo con l’attuale situazione mondiale se coltiveremo unasana educazione dell’adulto, in grado di rafforzare le primigenie facol-tà umane, la creatività individuale e le potenzialità evolutive del singo-lo. La formazione dell’adulto può insegnarci a considerare la vita e laciviltà odierne come un campo di apprendimento. In tal modo, anchegli odierni problemi su scala mondiale acquistano un senso e diventa-no un ambito di esercizio verso un nuovo passo evolutivo. Ci rendia-mo conto che sono proprio le difficoltà dell’umanità odierna a indicar-ci quali facoltà dobbiamo sviluppare; i nostri maestri sono i segni deltempo! Le risposte vanno trovate e messe in pratica. Il formatore do-vrebbe essere in grado di trovare le risposte giuste, ovvero di indicareun percorso e delle modalità di attuazione.

Ricapitoliamo ora brevemente il contenuto del primo libro, dato chele considerazioni successive si baseranno proprio su quanto detto inesso. L’intento principale del primo libro è già contenuto nel titolo:Risvegliare la volontà. Il nuovo apprendimento dell’adulto. Al centro stala seguente domanda: «L’uomo adulto sarà in grado, nel futuro, di atti-vare la propria volontà in modo autonomo e indipendente, ossia senzastimoli, pressioni, norme e determinazioni esterne?». Ciò che a tuttaprima sembra una questione relativa all’azione, ha invero le sue radicinella domanda: «Come impara l’essere umano?». Constatiamo che oggianche i campi dell’educazione e della formazione sono fortemente in-fluenzati dalla tecnologia e dalle sue premesse; attraverso di esse lediverse costrizioni del sistema fiaccano o addirittura paralizzano lalibera volontà di apprendimento di molti individui, volontà che è col-

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legata con i processi di trasformazione e di sviluppo. Per quantoriguarda la sfera dell’apprendimento dell’adulto abbiamo detto che laprofessione del formatore dell’adulto deve assumere un profilo com-pletamente nuovo. Ho mostrato che in tal senso è necessario lavoraresu tre impulsi fondamentali, che nell’uomo sono latenti e che vannorisvegliati:

• 1. l’impulso alla conoscenza;• 2. l’impulso all’evoluzione;• 3. l’impulso al miglioramento.

Il compito dei futuri formatori per adulti sarà proprio quello di desta-re questi tre impulsi, cercando di individualizzare il percorso formati-vo in tutti i campi in cui avviene l’apprendimento: nell’ambito del la-voro fisico, intellettuale, artistico o scientifico.

Inoltre ho mostrato che il processo di apprendimento dell’adulto sifonda su sette processi vitali che sono responsabili delle nostre funzio-ni organiche. Questi sette processi vitali sono:

• 1. respirazione;• 2. riscaldamento; • 3. nutrizione;• 4. secrezione;• 5. mantenimento; • 6. crescita;• 7. riproduzione.

Se, grazie al nostro io, riusciamo a trasformare questi sette processi fi-siologici corporei nei sette processi di apprendimento dell’adulto, innoi si forma un organismo spirituale libero dal corpo. Si può anchedire: i sette processi di apprendimento dell’uomo formano e provvedo-no alla sua parte naturale; l’io, trasformandoli in processi di apprendi-mento grazie all’attività individuale, dà forma alla parte culturale del-l’uomo.

Dal quinto al settimo anno di vita, una parte dei processi vitalinecessari al mantenimento del nostro organismo si emancipano daiprocessi fisiologici corporei, e possono venire messi a disposizione deiprocessi di apprendimento; questi ultimi vengono dapprima guidati e

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assistiti per mezzo dell’educazione. Dopo il ventunesimo anno l’io deveimparare a guidare e assistere da solo i processi di apprendimento. Conciò inizia l’apprendimento dell’adulto.

I sette processi di apprendimento, nati dalla trasformazione dei pro-cessi vitali sono i seguenti:

• 1. percepire;• 2. collegarsi;• 3. digerire;• 4. individualizzare;• 5. esercitare;• 6. sviluppare facoltà;• 7. creare.

Figura 1 – I sette processi di apprendimento

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I primi quattro Passi formano in un certo senso un’unità; essi sonoorientati più in senso conoscitivo e portano dall’esterno all’interno. Alquarto grado, quello dell’individualizzazione, nasce qualcosa di nuovo,che costituisce il punto di partenza per gli ultimi tre Passi. Questi ulti-mi portano dall’interno verso l’esterno e sono più orientati nel sensodella volontà.

Se valutiamo con senso critico gli attuali programmi di formazionetenendo conto di questi sette Passi di apprendimento, possiamo nota-

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re chiaramente in quali punti questi processi di apprendimento sonolacunosi o mancano del tutto. Da questo possiamo capire se nella for-mazione stiamo cercando di condizionare e di adattare le persone, op-pure se stiamo già svolgendo una formazione dell’adulto adeguata aitempi.

Il primo volume cerca di fornire all’adulto gli elementi per potereimparare a imparare. Il presente libro approfondisce e amplia questiprimi elementi in vista di una pratica del destino. In un terzo volumeelaboreremo infine la via dell’apprendimento tramite la ricerca spiri-tuale.

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