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UNIVERSITÀ TELEMATICA GUGLIELMO MARCONI
FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
E DELLA FORMAZIONE
Il Pensiero Creativo:
aspetti pedagogico - educativi
e
strategie didattico - metodologiche
Relatore Candidato
Prof. Vincenzo Cascino Carmina Tortoriello
ANNO ACCADEMICO 2006/2007
Indice
PREMESSA
CAPITOLO PRIMO – I COSTRUTTI TEORICI DELLA CREATIVITA’
NELLE SCIENZE UMANE
Introduzione
4
– La creatività nella pedagogia postmoderna
11
– Ricerca psicologica e didattica della creatività
20
– Elementi sociologici della creatività
31
CAPITOLO SECONDO – IL CURRICOLO NELLA SCUOLA
PRIMARIA
– Introduzione
37
– I Programmi didattici per la scuola primaria del 1955
40
– La legislazione scolastica dal 1955 al 1985
45
– I cambiamenti socio-culturali dal 1955 al 1985
52
– I principi ispiratori dei Nuovi Programmi per la scuola
elementare
56
– Analisi della Premessa ai programmi didattici del 1985
60
– La creatività nei Programmi didattici del 1985
70
– La scuola elementare dall’ ‘85 ad oggi
79
CAPITOLO TERZO – I POSSIBILI INTERVENTI DIDATTICI
FINALIZZATI AL POTENZIAMENTO DELLA CREATIVITA’
3.1 – Introduzione
93
3.2 – Percorsi di didattica laboratoriale
105
3.3 – La mia esperienza: Laboratorio di ceramica
121 CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
ABSTRACT
“La creatività rappresenta la via d’uscita in tanti momenti, è
importante per realizzare i nostri sogni, attivare idee utili, uscire dal
grigiore delle cose comuni, serve a scoprire le ricchezze che ci
portiamo dentro e a riprenderci la vita: un tocco di creatività ci è utile
nella vita di tutti i giorni, a scuola, in famiglia, nel lavoro”. A questa
interpretazione si è pervenuti grazie agli studi e ai risultati delle
numerosissime ricerche eseguite negli ultimi quarant’anni, che hanno
consentito un’interpretazione e una valutazione più nitida e meglio
fondata di tali aspetti del conoscere e dell’operare; essi hanno
permesso un’analisi psicologicamente meno impressionistica e meno
viziata da convergenze soggettive, e un’azione pedagogicamente più
fruttuosa e attuale dei soggetti dotati di alto potenziale creativo e pure
di quelli che ne sono forniti in maniera mediocre. Pertanto, gli attributi
di una condotta, considerata scomoda nel passato, quali il gusto di
porre problemi, l’umorismo, il senso della sregolatezza produttiva di
nuovi criteri in particolari ambiti del conoscere, l’insofferenza verso
clichés tradizionali, la ricchezza di idee originali, la capacità di
formulare ipotesi e di trovare interpretazioni insolite, diventano oggi
elementi apprezzati e sfruttati adeguatamente. La creatività fa capo
ad un intreccio globale tra motivazioni interne e sollecitazioni sociali,
bisogni e rinforzi, curiosità ed emozioni che nascono dall’aver scoperto
e realizzato qualcosa di nuovo. Se c’è qualcosa che già esiste,
qualcosa che già è stato descritto, si tratta quindi di utilizzarlo in
modo innovativo, di individuarvi degli elementi che vanno al di là delle
sue apparenze o significati immediati. Creare, giocare, innovare, dar
corpo a una propria idea: tutto questo non ci rimanda quindi soltanto
ad una visione prettamente operazionale del cervello e
dell’intelligenza, ma ad un’ottica più generale, in cui la mente prende
forma a partire da un complesso gioco tra visioni del mondo, emozioni
e desideri. La scuola, nell’assolvere ai compiti e alle funzioni definiti
dall’Ordinamento dello Stato, deve promuovere lo sviluppo del
pensiero creativo e del pensiero divergente, per garantire la
formazione di personalità autonome, sicure, critiche, libere, che
abbiano come fine ultimo non solo l’autorealizzazione, ma l’impegno a
contribuire allo sviluppo della collettività. Una pedagogia della
creatività, oltre a far credito sulle iniziative dell’insegnante o della
scuola, deve essere compresa e ricercata anche dall’intera società, la
quale deve acquisire la convinzione che l’educazione nasca dall’azione
sinergica di ogni potenza formatrice e dalle singole volontà. Favorire lo
sviluppo della creatività è il presupposto indispensabile per vincere la
sfida dei tempi.