Upload
jose-palmasantyago
View
6
Download
2
Embed Size (px)
DESCRIPTION
Ninguna-
Citation preview
Lectio Divina Febbraio 2015
Lectio Divina: Domenica, 1 Febbraio, 2015 .............................................................. 2
Lectio Divina: Luned, 2 Febbraio, 2015 ................................................................... 8
Lectio Divina: Marted, 3 Febbraio, 2015 ................................................................ 12
Lectio Divina: Mercoled, 4 Febbraio, 2015 ............................................................ 15
Lectio Divina: Gioved, 5 Febbraio, 2015 ................................................................ 17
Lectio Divina: Venerd, 6 Febbraio, 2015 ................................................................ 19
Lectio Divina: Sabato, 7 Febbraio, 2015 .................................................................. 21
Lectio Divina: Domenica, 8 Febbraio, 2015 ............................................................ 23
Lectio Divina: Luned, 9 Febbraio, 2015 ................................................................. 29
Lectio Divina: Marted, 10 Febbraio, 2015 .............................................................. 30
Lectio Divina: Mercoled, 11 Febbraio, 2015 .......................................................... 32
Lectio Divina: Gioved, 12 Febbraio, 2015 .............................................................. 34
Lectio Divina: Venerd, 13 Febbraio, 2015 .............................................................. 36
Lectio Divina: Sabato, 14 Febbraio, 2015 ................................................................ 38
Lectio Divina: Domenica, 15 Febbraio, 2015 .......................................................... 40
Lectio Divina: Luned, 16 Febbraio, 2015 ............................................................... 47
Lectio Divina: Marted, 17 Febbraio, 2015 .............................................................. 48
Lectio Divina: Mercoled, 18 Febbraio, 2015 .......................................................... 50
Lectio Divina: Gioved, 19 Febbraio, 2015 .............................................................. 58
Lectio Divina: Venerd, 20 Febbraio, 2015 .............................................................. 60
Lectio Divina: Sabato, 21 Febbraio, 2015 ................................................................ 62
Lectio Divina: Domenica, 22 Febbraio, 2015 .......................................................... 63
Lectio Divina: Luned, 23 Febbraio, 2015 ............................................................... 69
Lectio Divina: Marted, 24 Febbraio, 2015 .............................................................. 72
Lectio Divina: Mercoled, 25 Febbraio, 2015 .......................................................... 74
Lectio Divina: Gioved, 26 Febbraio, 2015 .............................................................. 76
Lectio Divina: Venerd, 27 Febbraio, 2015 .............................................................. 79
Lectio Divina: Sabato, 28 Febbraio, 2015 ................................................................ 81
Lectio Divina: Domenica, 1 Febbraio, 2015
Ges insegna e guarisce la gente
Il primo impatto della Buona Notizia di Ges sulla gente
Marco 1,21-28
1. Orazione iniziale
Signore Ges, invia il tuo Spirito, perch ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo,
con il quale l'hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola,
scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti
della tua condanna e della tua morte. Cos, la croce che sembrava essere la fine di ogni
speranza, apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli
avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti,
affinch anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua
risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternit,
di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Ges, figlio di Maria, che ci hai rivelato il
Padre e inviato lo Spirito. Amen.
2. Lettura
a) Chiave di lettura:
Il testo del Vangelo di questa quarta domenica del Tempo Ordinario parla dell'ammirazione
della gente vedendo come Ges trasmette il suo insegnamento (Mt 1,21-22), poi presenta il
primo miracolo concernente lespulsione di un demonio (Mt 1,23-26) ed infine parla di nuovo dell'ammirazione della gente, dinanzi allinsegnamento di Ges e del suo potere di scacciare gli spiriti impuri (Mc 1,27-28).
Negli anni 70, epoca in cui Marco scrive, le Comunit dellItalia avevano bisogno dorientamento per sapere come annunciare la Nuova Novella di Dio al popolo che viveva oppresso dalla paura dei demoni, per limposizione arbitraria di norme religiose da parte dellImpero romano. Nel descrivere lattivit di Ges, Marco indicava come le comunit dovevano annunciare la Buona Novella. Gli evangelisti facevano la catechesi contando i fatti
e gli eventi della vita di Ges.
Il testo che ora mediteremo indica limpatto della Buona Novella di Ges sul popolo del suo tempo. Durante la lettura, cerchiamo di fare attenzione a quanto segue: Qual lattivit di Ges che causava pi ammirazione nella gente?
b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Marco 1,21-22: Ammirata dallinsegnamento di Ges, la gente si crea una coscienza critica
Marco 1,23-24: La reazione di un uomo posseduto dal demonio davanti a Ges nella
Sinagoga
Marco 1,25-26: Ges vince e scaccia il demonio
Marco 1,27-28: Di nuovo, limpatto della Buona Novella di Ges tra la gente
Testo:
21Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Ges si
mise ad insegnare. 22
Ed erano stupiti del suo insegnamento, perch
insegnava loro come uno che ha autorit e non come gli scribi. 23
Allora un
uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno
spirito immondo, si mise a gridare: 24
Che
c'entri con noi, Ges Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il
santo di Dio. 25
E Ges lo sgrid: Taci! Esci da quell'uomo. 26
E lo spirito
immondo, straziandolo e gridando forte, usc da lui. 27
Tutti furono presi da
timore, tanto che si chiedevano a vicenda: Che mai questo? Una dottrina
nuova insegnata con autorit. Comanda persino agli spiriti immondi e gli
obbediscono!. 28
La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della
Galilea.
3. Momento di silenzio orante
perch la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
a) Qual il punto del testo che pi ti piaciuto?
b) Che cosa ha causato pi ammirazione nella gente al tempo di Ges?
c) Cosa spingeva la gente a percepire la differenza tra Ges ed i dottori dellepoca?
d) Lo spirito del male non ha nessun potere davanti a Ges. Che impatto produce ci sulla
gente?
e) Lattuazione della nostra comunit produce ammirazione tra la gente? Quale?
5. Per coloro che desiderano approfondire il tema
a) Contesto di allora e di oggi:
In questa domenica meditiamo la descrizione che il Vangelo di Marco fa del primo miracolo
di Ges. Non tutti gli evangelisti raccontano i fatti della vita di Ges nello stesso modo. Di
fronte ai bisogni delle comunit per cui scriveva, ognuno di loro accentuava alcuni punti ed
aspetti di vita, attivit ed insegnamento di Ges che pi potessero aiutare i loro lettori. I
lettori di Matteo vivevano nel nord della Palestina ed in Siria; quelli di Luca, in Grecia; quelli
di Giovanni, in Asia Minore; quelli di Marco, probabilmente in Italia. Un esempio concreto
di questa diversit il modo in cui ognuno dei quattro rappresenta il primo miracolo di Ges.
Nel Vangelo di Giovanni, il primo miracolo avviene in una festa di nozze a Cana di Galilea,
dove Ges trasform lacqua in vino (Gv 2,1-11). Per Luca, il primo miracolo la tranquillit con cui Ges si libera dalla minaccia di morte da parte del popolo di Nazaret (Lc 4,29-30).
Per Matteo, la guarigione di un grande numero di malati ed indemoniati (Mt 4,23) o, pi
specificamente, la guarigione di un lebbroso (Mt 8,1-4). Per Marco, il primo miracolo
lespulsione di un demonio (Mc 1,23-26). Cos, ogni evangelista, a modo suo nel narrare le cose rileva quali sono, secondo lui, i punti pi importanti nellattivit e nellinsegnamento di Ges. Ognuno di loro ha una preoccupazione che cerca di trasmettere ai suoi lettori e alle
comunit: oggi viviamo in un luogo ed in unepoca ben diversi dal tempo di Ges e degli evangelisti. Qual per noi la maggiore preoccupazione in rapporto al vissuto del Vangelo? Vale la pena che ognuno di noi oggi si chieda: Qual per me la maggiore preoccupazione?
b) Commento del testo:
Marco 1,21-22: Ammirata dallinsegnamento di Ges, la gente si crea una coscienza critica.
La prima cosa che Ges fece allinizio della sua attivit missionaria fu chiamare quattro persone per formare una comunit con lui (Mc 1,16-20). La prima cosa che la gente
percepisce in Ges il suo modo diverso di insegnare e di parlare del Regno di Dio. Non
tanto il contenuto, ma il suo modo di insegnare che colpisce. Leffetto di questinsegnamento diverso era la coscienza critica nella gente in rapporto alle autorit religiose dellepoca. La gente percepiva, paragonava e diceva: Lui insegna con autorit, diversa dagli scribi. Gli
scribi insegnavano alla gente citando i dottori, le autorit. Ges non citava nessun dottore, ma
parlava a partire dalla sua esperienza di Dio e della vita. La sua autorit nasceva dal di dentro.
La sua parola aveva radici nel cuore, e nella testimonianza della sua vita.
Marco 1,23-26: Ges combatte il potere del male
In Marco, il primo miracolo lespulsione di un demonio. Il potere del male si radicava nelle persone e le alienava da se stesse. La gente viveva schiacciata dalla paura dei demoni e
dallazione degli spiriti impuri. Anche oggi, la paura dei demoni, grande e cresce sempre di pi. Basta vedere linteresse causato da film sullesorcismo dei demoni. E non solo questo. Come ai tempi dellImpero romano, molte sono le persone che vivono alienate da se stesse, a causa del potere dei mezzi di comunicazione, della propaganda e del commercio. La gente
vive schiava del consumismo, oppressa dalle fatture da pagare in una determinata data e
minacciata dai creditori. Molti pensano che non vivono come persone degne di rispetto se
non comprano ci che la propaganda annuncia in televisione. In Marco, il primo gesto di
Ges proprio quello di scacciare e combattere il potere del male. Ges restituisce le persone
a se stesse. Restituisce loro la coscienza e la libert. Sar che la nostra fede in Ges riesce a
combattere contro questi demoni che ci alienano da noi stessi, dalla realt e da Dio?
Marco 1,27-28: La reazione della gente: il primo impatto
I due primi segnali della Buona Novella di Dio che la gente percepisce in Ges, sono questi.
Il suo modo diverso di insegnare le cose di Dio, il suo potere sugli spiriti immondi. Ges apre
un nuovo cammino di purezza per la gente. In quel tempo, chi era dichiarato impuro, non
poteva mettersi davanti a Dio per pregare o ricevere la benedizione promessa da Dio ad
Abramo. Doveva prima purificarsi. Per quanto riguardava la purificazione delle persone,
cerano molte leggi e norme rituali che rendevano difficile la vita della gente ed emarginavano molta gente considerandola impura. Per esempio, lavare il braccio fino al
gomito, aspergersi, lavare bicchieri di metallo, coppe, brocche, etc. (cfr Mc 7,1-5). Ora
purificate dalla fede in Ges, le persone impure potevano di nuovo prostrarsi alla presenza di
Dio e non avevano pi bisogno di osservare tutte quelle norme rituali. La Buona Novella del
Regno di Dio, annunciata da Ges, deve essere stata un sollievo per la gente ed un motivo di
grande allegria e tranquillit.
Ampliando le informazioni: lespulsione dei demoni e la paura della gente
* La spiegazione magica dei mali della vita
Al tempo di Ges, molta gente parlava di Satana e dellespulsione dei demoni. Cera in giro molta paura, e cerano persone che approfittavano della paura degli altri. Il potere del male aveva molti nomi: demonio, diavolo, belzeb, principe dei demoni, Satana, Dragone,
Dominazioni, Poteri, Potest, Sovranit, etc. (cfr. Mc 3,22.23; Mt 4,1; Ap 12,9; Rom 8,38; Ef
1,21).
Oggi, quando la gente non sa spiegare un fenomeno, un problema o un dolore, ricorre, a
volte, a spiegazione e rimedi che vengono da tradizioni e culture antiche e dice: E il malocchio, E il castigo di Dio, E qualche cattivo spirito. E ci sono persone che cercano di far tacere questi cattivi spiriti mediante la magia e preghiere ad alta voce. Altri cercano un
esorcista per scacciare lo spirito immondo. Altri ancora, spinti dalla cultura nuova e pi
sadica del nostro tempo, combattono la forza del male in altro modo. Cercano di capire le
cause del male. Cercano un medico, una medicina alternativa, si aiutano a vicenda, fanno
riunioni comunitarie, combattono lalienazione della gente, organizzano club di madri, sindacati, partiti e molte altre forme di associazione per espellere il male e migliorare le
condizioni di vita della gente.
Nel tempo di Ges, il modo di spiegare e di risolvere i mali della vita era simile alla
spiegazione delle nostre antiche tradizioni e culture. In quel tempo, come appare nella Bibbia,
la parola demonio o Satana, indicava molte volte il potere del male che deviava la gente dal
buon cammino. Per esempio, nei quaranta giorni nel deserto Ges fu tentato da Satana che
volle condurlo per un altro cammino (1,12; cfr. Lc 4,1-13). Altre volte, la stessa parola
indicava la persona che portava ad un altro per un cammino sbagliato. Cos, quando Pietro
cerc di far deviare il cammino a Ges, lui fu Satana per Ges: Allontanati da me, Satana,
perch non pensi nelle cose di Dio, ma in quelle degli uomini (8,33). Altre volte, quelle stesse parole erano usate per indicare il potere politico dellImpero romano che opprimeva e sfruttava la gente. Per esempio, nellApocalisse, lImpero romano viene identificato con il gran Dragone, lantico serpente, il chiamato Diavolo o Satana, seduttore di tutta la terra abitata (Ap 12,9). Nel Vangelo di Marco, questo stesso Impero romano viene evocato mediante il nome di Legione, dato al demonio che maltrattava un uomo (Mc 5,9). Altre volte,
la gente usava le parole demonio o spirito per indicare i mali ed i dolori. Cos si parlava del
demonio come dello spirito muto (Mc 9,17), dello spirito sordo (Mc 9,25), del demonio o
spirito impuro (Mc 1,23; 3,11), etc. E cerano persone esorciste che scacciavano questi demoni (cfr. Mc 9,38; Mt 12,27).
Tutto ci indica la gran paura della gente dinanzi al potere del male, che loro chiamavano
demonio o Satana. Nellepoca in cui Marco scriveva il suo vangelo, questa paura stava aumentando. Inoltre, alcune religione venute dallOriente, divulgavano il culto degli spiriti, che intermediavano tra Dio e lumanit, considerati demoni, demiurghi o semi-dei. In questi culti si insegnava che alcuni nostri gesti potevano irritare questi spiriti, e loro per vendicarsi
di noi, potevano impedirci laccesso a Dio, e privarci, cos, dei benefici divini. Per questo, mediante riti magici, preghiere ad alta voce e cerimonie complicate, la gente si sforzava di
invocare e calmare questi spiriti o demoni, affinch non recassero danno alla vita umana. Era
questa la forma che alcune religioni avevano incontrato per difendersi dallinflusso degli spiriti del male. E questo modo di vivere la relazione con Dio, invece di liberare la gente,
alimentava in essa la paura e langoscia.
* La fede nella risurrezione e la vittoria sulla paura
Ora, uno degli obiettivi della Buona Novella di Ges era aiutare la gente a liberarsi da questa
paura. Larrivo del Regno di Dio significava larrivo di un potere pi forte. Dice il vangelo di Marco: Nessuno pu entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose, se prima non avr legato luomo forte; allora ne sacchegger la casa (Mc 3,27). Luomo forte unimmagine che indica il potere del male che mantiene la gente imprigionata nella paura. Ges luomo pi forte che giunge per legare Satana, il potere del male, e rapirgli lumanit prigioniera della paura. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, dunque giunto a voi il Regno di Dio! (Lc 11,20) Ecco linsistenza degli scritti del Nuovo Testamento, sopratutto del vangelo di Marco, nella vittoria di Ges sul potere del male, sul demonio, su
Satana, sul peccato e sulla morte.
Come abbiamo visto nella lettura di questa Domenica, nel Vangelo di Marco, il primo
miracolo di Ges lespulsione di un demonio: Taci ed esci dal quelluomo! (Mc 1,25). Il primo impatto che Ges causa nella gente causato dallespulsione dei demoni: Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono! (Mc 1,27). Una delle cause principali della discussione di Ges con gli scribi lespulsione dei demoni. Loro lo calunniavano dicendo: E posseduto da Belzeb! E scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni! (Mc 3,22). Il primo potere che gli apostoli ricevono quando sono mandati in missione il potere di
scacciare i demoni: Dette loro potere sugli spiriti immondi (Mc 6,7). Il primo segnale che accompagna lannuncio della risurrezione lespulsione dei demoni: I segnali che accompagneranno coloro che credono sono questi: nel mio nome scacceranno i demoni (Mc
16,17).
Lespulsione dei demoni era ci da cui la gente rimaneva pi colpita (Mc 1,27). Attingeva il suo centro dalla Buona Novella del Regno. Per mezzo di essa Ges restituiva le persone a se
stesse. Ridava loro il giudizio, la coscienza (Mc 5,15). Dallinizio alla fine, con parole quasi uguali, il Vangelo di Marco ripete, senza sosta, lo stesso messaggio: E Ges scacciava i demoni! (Mc 1,26.34.39; 3,11-12.22.30; 5,1-20; 6,7.13; 7,25-29; 9,25-27.38; 16,17). Sembra un ritornello incessante. Oggi noi, invece di usare sempre le stesse parole, usiamo parole
diverse per trasmettere lo stesso messaggio e diremmo Il potere del male, il Satana che fa tanta paura alla gente, Ges lo vinse, lo leg, lo domin, lo distrusse, lo abbatt, lo elimin, lo
stermin, lo annichil ed uccise! Ci che Marco ci vuole dire questo: Ai cristiani proibito aver paura di Satana! Per la sua risurrezione e per la sua azione liberatrice, presente in mezzo a noi, Ges lega la paura di Satana, fa nascere libert nel cuore, fermezza
nellazione e speranza nellorizzonte! Dobbiamo camminare lungo il Cammino di Ges con sapore di vittoria sul potere del male!
6. Orazione con il Salmo 46 (45)
Dio, rivelato in Ges, la nostra forza!
Dio per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perci non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque,
tremino i monti per i suoi flutti.
Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la citt di Dio,
la santa dimora dell'Altissimo.
Dio sta in essa: non potr vacillare;
la soccorrer Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero;
egli tuon, si sgretol la terra.
Il Signore degli eserciti con noi,
nostro rifugio il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.
Far cessare le guerre sino ai confini della terra,
romper gli archi e spezzer le lance,
brucer con il fuoco gli scudi.
Fermatevi e sappiate che io sono Dio,
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti con noi,
nostro rifugio il Dio di Giacobbe.
7. Orazione Finale
Signore Ges, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volont del
Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire
quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non
solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell'unit dello
Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Lectio Divina: Luned, 2 Febbraio, 2015
La presentazione del Bambino al tempio
1. LECTIO
a) Orazione iniziale O Dio, nostro creatore e padre, tu hai voluto che il tuo Figlio, generato prima dellaurora del mondo, divenisse membro dellumana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perch i genitori si sentano partecipi della fecondit del tuo amore, gli
anziani donino ai piccoli la loro saggezza matura, e i figli crescano in sapienza, piet e grazia,
rendendo lode al tuo santo nome. Per Cristo nostro Signore.
b) Lettura del vangelo: Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione
rituale, secondo la legge di Mos, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per
presentarlo al Signore come scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sar sacro al Signore e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme cera un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione dIsraele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si rec al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Ges per
fare ci che la legge prescriveva a suo riguardo, anchegli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perch i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
Il padre e la madre di Ges si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li
benedisse e a Maria, sua madre, disse: Ecco, egli qui per la caduta e la risurrezione di
molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafigger lanima , affinch siano svelati i pensieri di molti cuori.
Cera anche una profetessa, Anna, figlia di Fanule, della trib di Aser. Era molto avanzata in et, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e
ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno
con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e
parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea,
alla loro citt di Nzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di
Dio era su di lui.
c) Momento di silenzio orante - perch la Parola di Dio possa abitare in noi e la lasciamo illuminare la nostra vita;
- perch prima dei nostri commenti, la luce stessa della Parola che deve brillare e imporsi,
col suo mistero di presenza vivente del Signore.
2. MEDITATIO
a) Per coloro che vogliono approfondire il contenuto
Secondo la legge di Mos/del Signore. una specie di ritornello, pi volte ripetuto. Luca mescola due prescrizioni, senza molta
distinzione. La purificazione della madre era prevista dal Levitico (12,2-8) e si compiva
quaranta giorni dopo il parto. Fino a quel momento la donna non poteva avvicinarsi ai luoghi
sacri, e la cerimonia era accompagnata dallofferta di un capo di bestiame minuto. Invece la consacrazione dei primogeniti era prescritta in Esodo 13, 11-16: ed era considerata una specie
di "riscatto" anche qui con lofferta di piccoli animali in ricordo dellazione salvifica di Dio quando liber gli israeliti dalla schiavit dEgitto. In tutta la scena i genitori appaiono come nellatto di presentare/offrire il figlio come si faceva con le vittime e i leviti; mentre nella figura di Simeone e Anna appare piuttosto Dio che offre/presenta il figlio per la
salvezza del popolo.
Le figure di Simeone e Anna. Sono figure cariche di valore simbolico. Esse hanno il ruolo del riconoscimento, che proviene
sia dalla illuminazione e dal movimento dello Spirito, ma anche da una vita condotta con
lattesa pi intensa e fiduciosa. In particolare Simeone; lo si definisce come "prosdekmenos", cio uno tutto concentrato nellattesa, uno che va incontro per accogliere. Anche lui appare perci obbediente alla legge, quella dello Spirito, che lo spinge verso il
bambino, dentro il tempio. Anche il cantico che proclama manifesta questa sua pro-existentia:
vissuto per arrivare a questo momento; ora si sottrae, perch anche gli altri vedano la luce e
la salvezza che arriva, per Israele e per le genti. A sua volta Anna, con la sua stessa et
(valore simbolico: 84 7x12: dodici il numero delle trib; oppure 847=77, perfezione raddoppiata), ma soprattutto con il suo modo di vivere (digiuni e preghiere) e con la
proclamazione a chi "attendeva", completa il quadro. guidata dallo Spirito di profezia,
docile e purificata nel cuore. Inoltre appartiene alla pi piccola delle trib, quella di Aser:
segno che i pi piccoli e fragili sono pi disposti a riconoscere in Ges il Salvatore. Tutti e
due questi anziani che sono come una coppia originale - sono simbolo del giudaismo migliore, della Gerusalemme fedele e mite, che attende e gioisce, e che lascia dora in poi brillare la nuova luce.
Una spada che trafigge. In genere si interpreta come annuncio di sofferenza per Maria, un dramma visibilizzato
dallAddolorata. Ma dobbiamo piuttosto intendere qui la Madre come il simbolo di Israele: Simeone intuisce il dramma del suo popolo, che sar profondamente lacerato dalla parola
viva e tagliente del redentore (cfr. Lc 12,51-53). Maria ne rappresenta il percorso: deve
affidarsi, ma attraverser dolori e oscurit, lotte e silenzi angosciosi. La storia del Messia
sofferente sar dilacerante per tutti, anche per la Madre: non si segue la nuova luce destinata
al mondo intero, senza pagare il prezzo, senza essere provocati a scelte rischiose, senza
rinascere sempre di nuovo dallalto e in novit. Ma queste immagini della "spada che trafigge", del bambino che "far inciampare" e scuoter i cuori dal torpore, non vanno
separate dal gesto cos carico di senso dei due anziani: luno, Simeone, prende fra le braccia il bambino, per indicare che la fede incontro e abbraccio, non idea e teorema; laltra, Anna, si fa annunciatrice, e accende in chi "lo attendeva" una luce sfolgorante.
La vita quotidiana, epifania di Dio.
Interessante infine notare che tutto lepisodio d rilievo alle situazioni pi semplici e familiari: la coppia degli sposi con il bambino in braccio; lanziano che gioisce e abbraccia, lanziana che prega e annuncia, gli ascoltatori che appaiono indirettamente coinvolti. E anche la conclusione del brano fa intravedere il borgo di Nazaret, la crescita del bambino in un
contesto normale, limpressione di un bambino dotato in modo straordinario di sapienza e bont. Il tema della sapienza intrecciata con la vita normale di crescita e nel contesto del
villaggio, lascia come sospesa la storia: essa si riaprir proprio con il tema della sapienza del
ragazzo fra i dottori del tempio. Sar proprio lepisodio che segue immediatamente (Lc 2,41-52).
b) Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nellorazione. a) Perch mai Ges, figlio dellAltissimo, e sua madre Maria, concepita senza peccato, devono sottomettersi alla prescrizione di Mos? Forse perch Maria non aveva ancora
coscienza della sua innocenza e santit?
b) Oltre alle parole di Simeone, in tutto il suo atteggiamento, come anche in quello della
profetessa Anna, c un significato speciale? Il loro agire e la loro gioia non richiamano forse lo stile degli antichi profeti?
c) Come spiegare questa "spada che trafigge": si tratta di una lacerazione delle coscienze
davanti alle sfide e alle richieste di Ges? Oppure si tratta solo di una sofferenza intima della
Madre?
d) Pu significare qualche cosa questa scena per i genitori di oggi: per la formazione religiosa
dei loro figli; per il progetto che Dio ha su ciascuno dei loro figli, per le paure e le angosce
che i genitori si portano nel cuore pensando a quando i figli saranno grandi?
3. ORATIO
a) Salmo 122 (121)
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme costruita
come citt salda e compatta.
L salgono insieme le trib,
le trib del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
L sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dir: "Su di te sia pace!".
Per la casa del Signore nostro Dio,
chieder per te il bene.
b) Orazione finale
Noi ti lodiamo e ti benediciamo, Padre, perch mediante il tuo Figlio, nato da donna per
opera dello Spirito santo, nato sotto la legge, ci hai riscattati dalla legge e hai riempito la
nostra esistenza di luce e di speranza nuova. Fa che le nostre famiglie siano accoglienti e fedeli verso i tuoi progetti, aiutino e sostengano nei figli i sogni e lentusiasmo nuovo, li avvolgano di tenerezza quando sono fragili, li educhino allamore a te e a tutte le tue creature. A te nostro Padre, ogni onore e gloria.
4. CONTEMPLATIO
Contempli nel silenzio le parole
"I miei occhi hanno visto la tua salvezza."
Lectio Divina: Marted, 3 Febbraio, 2015
Tempo ordinario
1) Preghiera
Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta lanima
e di amare i nostri fratelli nella carit del Cristo.
Egli Dio, e vive e regna con te...
2) Lettura del Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco 5,21-43
In quel tempo, essendo passato di nuovo Ges allaltra riva, gli si radun attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si rec da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il
quale, vedutolo, gli si gett ai piedi e lo pregava con insistenza: La mia figlioletta agli estremi; vieni a imporle le mani perch sia guarita e viva. Ges and con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di
molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito
parlare di Ges, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli tocc il mantello. Diceva infatti: Se riuscir anche solo a toccare il suo mantello, sar guarita.
E allistante le si ferm il flusso di sangue, e sent nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Ges, avvertita la potenza che era uscita da lui, si volt alla folla dicendo:
Chi mi ha toccato il mantello? I discepoli gli dissero: Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato? Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ci che le era accaduto, venne, gli si
gett davanti e gli disse tutta la verit. Ges rispose: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita dal tuo male.
Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: Tua figlia morta. Perch disturbi ancora il Maestro? Ma Ges, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: Non temere, continua solo ad aver fede!. E non permise a nessuno di seguirlo fuorch a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del
capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro:
Perch fate tanto strepito e piangete? La bambina non morta, ma dorme. Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con s il padre e la madre della fanciulla e
quelli che erano con lui, ed entr dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse:
Talit kum, che significa: Fanciulla, io ti dico, alzati! Subito la fanciulla si alz e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Ges raccomand loro
con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordin di darle da mangiare.
3) Riflessione
Nel vangelo di oggi, meditiamo due miracoli di Ges in favore di due donne. Il primo in favore di una donna considerata impura a causa di unemorragia che le durava da 12 anni. Laltro, in favore di una bambina di dodici anni, spirata da poco. Secondo la mentalit dellepoca, chiunque toccasse il sangue o un cadavere era considerato impuro. Sangue e morte erano fattori di esclusione! Per questo, quelle due donne erano persone emarginate,
escluse dalla partecipazione alla comunit.
Il punto di partenza. Ges arriva in barca. La gente gli si unisce. Giairo, il capo della sinagoga, chiede per la figlia che sta morendo. Ges va con lui e la gente li accompagna,
spingendo da tutte le parti. Questo il punto di partenza delle due guarigioni che seguono: la
guarigione della donna e la risurrezione della bambina di 12 anni.
La situazione della donna. Dodici anni di emorragia! Per questo, viveva esclusa, poich, in quel tempo, il sangue rendeva impura una persona, e chi la toccava diventava anche
impuro/a. Marco informa che la donna aveva speso tutti i suoi averi con i medici. Ed invece
di migliorare, era peggiorata. Situazione senza soluzione!
Latteggiamento della donna. Sent parlare di Ges. Nacque in lei una speranza. Si disse: Se riuscir anche solo a toccare il suo mantello, sar guarita. Il catechismo dellepoca diceva: Se io tocco il suo mantello, lui diventer impuro. La donna pensa esattamente il contrario! Segno che le donne non erano daccordo con tutto quello che insegnavano le autorit religiose. La donna si mette in mezzo alla gente e, senza farsene accorgere, tocca
Ges, poich tutti lo spingevano e lo toccavano. In quellistante lei avvert nel suo corpo lavvenuta guarigione.
La reazione di Ges e dei discepoli. Anche Ges sent che una potenza era uscita da lui e chiese: Chi mi ha toccato il mantello? I discepoli gli dissero: Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato? Ecco apparire qui lo scontro tra Ges ed i discepoli. Ges aveva una sensibilit che non era percepita dai discepoli. Costoro reagirono
come tutti gli altri e non capirono la reazione diversa di Ges. Ma Ges non fa attenzione e
continua ad indagare.
La guarigione per la fede. La donna si rende conto che era stata scoperta. Fu per lei un momento difficile e pericoloso. Poich, secondo la credenza dellepoca, una persona impura che come lei si metteva in mezzo alla gente, contaminava tutti coloro che la toccavano. E tutti
diventavano impuri davanti a Dio (Lv) (Lc 15,19-30). Per questo il castigo era la probabile
lapidazione. Ma la donna ebbe il coraggio di assumere ci che aveva fatto. Impaurita e tremante cadde ai piedi di Ges e raccont tutta la verit. Ges dice la parola finale: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita dal tuo male. (a) Figlia, con questa parola Ges accoglie la donna nella nuova famiglia, nella comunit, che si formava
attorno. (b) Ci che lei pensava avvenne di fatto. (c) Ges riconosce che senza la fede di
quella donna lui non avrebbe potuto fare il miracolo.
La notizia della morte della bambina. In quel momento il personale della casa di Giairo informa che la figlia morta. Non cera pi bisogno di disturbare Ges. Per loro, la morte era la grande barriera. Ges non riuscir a oltrepassare la morte! Ges ascolta, guarda Giairo e
applica ci che aveva appena visto, cio, che la fede capace di realizzare ci che la persona
crede. E dice: Non temere, continua solo ad aver fede!
In casa di Giairo. Ges permette solo a tre discepoli di entrare con lui. Vedendo il trambusto provocato dalla gente che gridava e piangeva per la morte della bambina, dice: La bambina non morta, dorme! La gente attorno rideva. La gente sa distinguere quando una persona sta dormendo o quando morta. E la risata di Abramo e di Sara, cio, di coloro che non riescono a credere che nulla impossibile a Dio (Gn 17,17; 18,12-14; Lc 1,37). Anche
per loro, la morte era una barriera che nessuno poteva oltrepassare! Le parole di Ges
avevano un significato molto profondo. La situazione delle comunit perseguitate al tempo di
Marco sembrava una situazione di morte. Dovevano udire: Non morta! Voi state dormendo! Svegliatevi! Ges non d importanza alla risata ed entra nella stanza dove si trova la bambina, lui solo, i tre discepoli ed i genitori della bambina.
La risurrezione della bambina. Ges prende per mano la bambina e dice: Talit kum! Lei si alza. Grande trambusto! Ges conserva la calma e chiede che le diano da mangiare. Due
donne sono guarite! Una ha dodici anni di vita, e laltra dodici anni di emorragia, dodici anni di esclusione! Ai dodici anni comincia lesclusione della bambina, poich cominciano le mestruazioni, comincia a morire! Ges ha la potenza maggiore e risuscita: Alzati!
4) Per un confronto personale
Qual il punto di questo testo che pi ti piaciuto o che ti ha maggiormente colpito? Perch?
Una delle donne stata guarita e integrata di nuovo nella convivenza della comunit. Una bambina stata alzata dal suo letto di morte. Cosa ci insegna questa azione di Ges per la
nostra vita in famiglia e per la nostra comunit, oggi?
5) Preghiera finale
Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglier i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
Viva il loro cuore per sempre. (Sal 21)
Lectio Divina: Mercoled, 4 Febbraio, 2015
1) Preghiera
Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta lanima e di amare i nostri fratelli nella carit del Cristo.
Egli Dio, e vive e regna con te...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6
In quel tempo, Ges and nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
Venuto il sabato, incominci a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano
stupiti e dicevano: Donde gli vengono queste cose? E che sapienza mai questa che gli stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non costui il carpentiere, il figlio di
Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui
da noi?. E si scandalizzavano di lui. Ma Ges disse loro: Un profeta non disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. E non vi pot operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guar. E si meravigliava della loro incredulit. Ges percorreva i villaggi, insegnando.
3) Riflessione
Il vangelo di oggi parla della visita di Ges a Nazaret e descrive la chiusura mentale della gente di Nazaret, che non volle accettarlo (Mc 6,1-6). Il vangelo di domani descrive
lapertura di Ges verso la gente della Galilea, dimostrata tramite linvio in missione dei suoi discepoli (Mc 6,7-13).
Marco 6,1-2: Ges ritorna a Nazaret. In quel tempo, Ges and nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominci a insegnare nella sinagoga. E sempre bene tornare nella propria patria e ritrovare le persone amiche. Dopo una lunga assenza,
anche Ges ritorna e, come al solito, il sabato, va alla sinagoga per partecipare alla riunione
della comunit. Ges non era il coordinatore della comunit, ma pur non essendolo prende la
parola e comincia ad insegnare. Segno questo che le persone potevano partecipare ed
esprimere la propria opinione.
Marco 6,2b-3: Reazione della gente di Nazaret davanti a Ges. La gente di Cafarnao aveva accettato linsegnamento di Ges (Mc 1,22), ma alla gente di Nazaret non sono piaciute le parole di Ges e rimane scandalizzata. Motivo? Ges, il ragazzo che conoscevano fin dalla
nascita, come mai ora cosi diverso? Loro non accettano il mistero di Dio presente in Ges,
un essere umano comune come loro, conosciuto da tutti! Per poter parlare di Dio, doveva
essere diverso da loro! Come si vede, non tutto and bene per Ges. Le persone che
sarebbero dovute essere le prime ad accettare la Buona novella erano proprie quelle che
facevano pi fatica ad accoglierla. Il conflitto non era solo con gli estranei, ma anche e
sopratutto con i propri parenti e con la gente di Nazaret. Loro si rifiutavano di credere in
Ges, perch non riuscivano a capire il mistero di Dio che avvolgeva la persona di Ges. Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza mai questa che gli stata data? E questi
prodigi compiuti dalle sue mani? Non costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di
Giacomo, di Giuseppe, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi? Non riescono a credere in Ges!
I fratelli e le sorelle di Ges. Lespressione fratelli di Ges suscita grande polemica tra cattolici e protestanti. Basandosi su questo testo ed su altri, i protestanti dicono che Ges
ebbe pi fratelli e sorelle e che Maria ebbe pi figli! I cattolici dicono che Maria non ebbe
altri figli. Che pensare di tutto questo? In primo luogo, le due posizioni, sia dei cattolici sia
dei protestanti, tutte e due hanno argomenti tratti dalla Bibbia e dalla tradizione delle due
rispettive Chiese. Per questo, non conviene discutere su questa questione con argomenti
attinenti solo alla ragione. Perch si tratta di convinzioni profonde, che hanno a che vedere
con la fede e con i sentimenti sia dei cattolici sia dei protestanti. Un argomento, attinente solo
alla ragione non riesce a smontare una convinzione del cuore! Irrita ed allontana! Anche
quando non condivido lopinione dellaltro, devo comunque rispettarla! E noi cattolici e protestanti, invece di discutere sui testi, dovremmo unirci per lottare in difesa della vita,
creata da Dio, vita cosi sfigurata dalla povert, dallingiustizia, dalla mancanza di fede. Dovremmo ricordare altre frasi di Ges: Sono venuto affinch tutti abbiano vita, e vita in abbondanza (Gv 10,10). Che tutti siano uno, affinch il mondo creda che Tu, Padre, mi hai mandato (Gv 17,21). Chi non contro di noi, con noi (Mc 10,39.40). Marco 6,4-6. Reazione di Ges dinanzi allatteggiamento della gente di Nazaret. Ges sa molto bene che nessuno profeta nella sua patria. E dice: Un profeta non disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua. Infatti, l dove non c accettazione n fede, la gente non pu fare nulla. Il preconcetto lo impedisce. Ges, pur volendo, non pu
fare nulla e si meraviglia di fronte alla loro mancanza di fede. Per questo, dinanzi alla porta
chiusa della sua comunit, cominci a percorrere i villaggi, insegnando. Lesperienza del rifiuto spinse Ges a cambiare direzione. Lui si dirige verso altri villaggi e, come vedremo
nel vangelo di domani, coinvolge i discepoli nella missione dando istruzioni su come devono
continuare la missione.
4) Per un confronto personale
Ges ebbe problemi con i suoi parenti e con la sua comunit. Da quando tu hai cominciato a vivere meglio il vangelo, qualcosa cambiato nel tuo rapporto con la tua famiglia, con i tuoi
parenti?
Ges non pu operare molti miracoli a Nazaret perch manca la fede. Ed oggi, trova fede in noi, in me?
5) Preghiera finale
Beato luomo a cui rimessa la colpa, e perdonato il peccato.
Beato luomo a cui Dio non imputa alcun male e nel cui spirito non inganno. (Sal 31)
Lectio Divina: Gioved, 5 Febbraio, 2015
1) Preghiera
Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta lanima
e di amare i nostri fratelli nella carit del Cristo.
Egli Dio, e vive e regna con te...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13
In quel tempo, Ges chiam i dodici, ed incominci a mandarli a due a due e diede loro
potere sugli spiriti immondi. E ordin loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il
viaggio: n pane, n bisaccia, n denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non
indossassero due tuniche.
E diceva loro: Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di
sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro. E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio
molti infermi e li guarivano.
3) Riflessione
Il Vangelo di oggi continua quanto abbiamo visto nel vangelo di ieri. Il passaggio per Nazaret fu doloroso per Ges. Fu rifiutato dalla propria gente (Mc 6,1-5). Quella che prima
era la sua comunit, ora non lo pi. Qualcosa cambiato. A partire da questo momento,
come dice il vangelo di oggi, Ges cominci ad andare per i villaggi della Galilea per
annunciare la Buona Novella (Mc 6,6) e mandare i dodici in missione. Negli anni 70, epoca
in cui Marco scriveva il suo vangelo, le comunit cristiane vivevano una situazione difficile,
senza orizzonte. Umanamente parlando, non cera futuro per loro. Nel 64, Nerone cominci a perseguitare i cristiani. Nel 65, scoppi la rivolta dei giudei della Palestina contro Roma. Nel
70, Gerusalemme fu totalmente distrutta dai romani. Per questo la descrizione dellinvio dei discepoli, dopo il conflitto a Nazaret, era fonte di luce e di coraggio per i cristiani.
Marco 6,7. Lobiettivo della Missione. Il conflitto crebbe e tocc da vicino la persona di Ges. Come reagisce? In due modi: a) Dinanzi alla chiusura mentale della gente della sua
comunit, Ges lascia Nazaret ed inizia a percorrere i villaggi nelle vicinanze (Mc 6,6). b)
Allarga la missione ed intensifica lannuncio della Buona Novella chiamando altre persone per coinvolgerle nella missione. Chiam i dodici, ed incominci a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. Lobiettivo della missione semplice e profondo: La partecipazione dei discepoli alla missione di Ges. Non possono andare da soli, devono
andare due a due, perch due persone rappresentano la comunit meglio di una sola e si
possono aiutare a vicenda. Ricevono potere sugli spiriti immondi, cio devono essere di
sollievo agli altri nella sofferenza e, attraverso la purificazione, devono aprire le porte di
accesso diretto a Dio.
Marco 6,8-11. Gli atteggiamenti da avere nella Missione. Le raccomandazioni sono semplici: E ordin loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: n pane, n bisaccia, n denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E
diceva loro: Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di
sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro. E se ne andarono. E linizio di una nuova tappa. Ora non solo Ges, bens tutto il gruppo, annuncia la Buona Novella di Dio alla gente.
Se la predicazione di Ges causava conflitto, molto pi ora, con la predicazione di tutto il
gruppo. Se gi il mistero era grande, ora sar maggiore con la missione intensificata.
Marco 6,12-13. Il risultato della missione. E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Annunciare la Buona Novella, produce conversione o cambiamento nelle persone, sollievo
nel dolore, cura le infermit e scaccia i demoni.
Linvio dei discepoli in Missione. Al tempo di Ges cerano diversi altri movimenti di rinnovamento. Per esempio, gli esseni ed i farisei. Anche loro cercavano un nuovo modo di
vivere in comunit ed avevano i loro missionari (cf. Mt 23,15). Per costoro, quando
andavano in missione erano prevenuti. Portavano bisaccia e denaro per occuparsi del proprio
cibo. Perch non avevano fiducia nel cibo della gente, che non era sempre ritualmente
puro. Al contrario degli altri missionari, i discepoli e le discepole di Ges ricevevano raccomandazioni diverse che aiutavano a capire i punti fondamentali della missione di
annunciare la Buona Novella, che ricevevano da Ges e che anche la nostra missione:
a) Dovevano andare senza nulla. Non dovevano portare nulla, n bisaccia, n denaro, n
bastone, n pane, n sandali, n avere due tuniche. Ci significava che Ges li obbliga ad
avere fiducia nellospitalit. Perch colui che va senza nulla, va perch ha fiducia nella gente e pensa che sar accolto. Con questo atteggiamento criticavano le leggi di esclusione,
sostenute dalla religione ufficiale, e mostravano, per mezzo della pratica nuova, che avevano
una concezione diversa della comunit.
b) Dovevano mangiare ci che la gente mangiava o ci che la gente dava loro. Non potevano
vivere separati con il proprio cibo, ma dovevano accettare di mettersi insieme a tavola (Lc
10,8). Ci significa che nel contatto con la gente, non dovevano aver paura di perdere la
purezza cos come veniva insegnata allepoca. Con questo atteggiamento criticavano le leggi della purezza in vigore e mostravano, per mezzo della nuova pratica, che avevano un altro
tipo di accesso alla purezza, cio, allintimit con Dio. c) Dovevano rimanere ospitati nella prima casa in cui fossero stati accolti. Dovevano vivere
insieme in modo stabile e non andare di casa in casa. Dovevano lavorare come tutti gli altri e
vivere di ci che ricevevano in cambio, poich loperaio merita il suo salario (Lc 10,7). In altre parole, dovevano partecipare alla vita ed al lavoro della gente, e la gente li avrebbe
accolti nella sua comunit e avrebbe condiviso con loro il cibo. Significa che dovevano aver
fiducia nella condivisione.
d) Dovevano occuparsi dei malati, curare i lebbrosi e scacciare i demoni (Lc 10,9; Mc 6,7.13;
Mt 10,8). Dovevano svolgere la funzione di difensori (gol) ed accogliere dentro del clan,
nella comunit, coloro che vivevano da emarginati. Con questo atteggiamento criticavano la
situazione di disintegrazione della vita comunitaria del clan e puntavano a soluzioni concrete.
Erano questi i quattro punti fondamentali che dovevano dare slancio allatteggiamento dei missionari che annunciavano la Buona Novella di Dio, nel nome di Ges: ospitalit,
comunione, condivisione ed accoglienza degli esclusi. Se queste quattro esigenze venivano
rispettate, loro potevano e dovevano gridare ai quattro venti: Il Regno venuto! (cf. Lc 10,1-12; 9,1-6; Mc 6,7-13; Mt 10,6-16). Poich il Regno rivelato da Ges non una dottrina,
n un catechismo, n una legge. Il Regno di Dio viene e si rende presente quando le persone,
motivate dalla loro fede in Ges, decidono di vivere in comunit per dare testimonianza e
rivelare a tutti che Dio Padre e Madre e che, quindi, noi esseri umani siamo fratelli e sorelle
tra di noi. Ges voleva che la comunit locale fosse di nuovo unespressione dellAlleanza, del Regno, dellamore di Dio Padre, che fa di tutti noi fratelli e sorelle.
4) Per un confronto personale
Partecipi nella missione di Ges come discepolo? Qual il punto pi importante per noi oggi nella missione degli apostoli? Perch?
5) Preghiera finale
Grande il Signore e degno di ogni lode
nella citt del nostro Dio.
Il suo monte santo, altura stupenda,
la gioia di tutta la terra. (Sal 47)
Lectio Divina: Venerd, 6 Febbraio, 2015
1) Preghiera
Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta lanima e di amare i nostri fratelli nella carit del Cristo.
Egli Dio, e vive e regna con te...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Marco 6,14-29
In quel tempo, il re Erode sent parlare di Ges, poich intanto il suo nome era diventato
famoso. Si diceva: Giovanni il Battista risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui. Altri invece dicevano: Elia; altri dicevano ancora: un profeta, come uno dei profeti. Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: Quel Giovanni che io ho fatto decapitare risuscitato!. Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodiade,
moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: Non ti lecito tenere la moglie di tuo fratello. Per questo Erodiade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,
perch Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se
nellascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne per il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i
grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa
Erodiade, danz e piacque a Erode e ai commensali.
Allora il re disse alla ragazza: Chiedimi quello che vuoi e io te lo dar. E le fece questo giuramento: Qualsiasi cosa mi chiederai, te la dar, fosse anche la met del mio regno. La ragazza usc e disse alla madre: Che cosa devo chiedere?. Quella rispose: La testa di Giovanni il Battista. Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista. Il re ne fu rattristato; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
E subito mand una guardia con lordine che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia and, lo decapit in prigione e port la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza
la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un
sepolcro.
3) Riflessione
Il vangelo di oggi descrive come Giovanni Battista fu vittima della corruzione e della prepotenza del Governo di Erode. Mor senza essere giudicato da un tribunale, nel corso di un
banchetto di Erode con i grandi del regno. Il testo presenta molte informazioni sulla vita di
Ges e sul modo in cui i potenti dellepoca esercitavano il potere. Fin dallinizio del Vangelo di Marco scorgiamo una situazione in sospeso. Lui aveva detto: Dopo che Giovanni fu arrestato, Ges si rec nella Galilea predicando il vangelo di Dio! (Mc 1,14). Nel vangelo di oggi, quasi improvvisamente, sappiamo che Erode aveva gi ucciso Giovanni Battista. Quindi
il lettore si pone la domanda: Cosa far allora con Ges? Patir lo stesso destino? Oltre a fare un bilancio delle opinioni della gente e di Erode su Ges, Marco pone unaltra domanda: Chi Ges? Questa ultima domanda cresce nel vangelo fino a ricevere la risposta definitiva dalla bocca del centurione ai piedi della Croce: "Veramente questuomo era Figlio di Dio!" (Mc 15,39)
Marco 6,14-16. Chi Ges? Il testo comincia con un bilancio sulle opinioni della gente e di Erode su Ges. Alcuni associavano Ges a Giovanni Battista e ad Elia. Altri lo identificavano
con un Profeta, cio con qualcuno che parlava a nome di Dio, che aveva il coraggio di
denunciare le ingiustizie dei potenti e che sapeva animare la speranza dei piccoli. Le persone
cercavano di capire Ges partendo dalle cose che loro stesse sapevano, credevano e
speravano. Cercavano di inquadrarlo secondo i criteri familiari dellAntico Testamento con le sue profezie e le sue speranze, e della Tradizione degli Antichi, con le loro leggi. Ma erano
criteri insufficienti. Ges non entrava in questi criteri. Lui era pi grande!
Marco 6,17-20. La causa delluccisione di Giovanni. Galilea, terra di Ges, fu governata da Erode Antipa, figlio del re Erode, il Grande, dal 4 avanti Cristo fino al 39 dopo Cristo. In
tutto, 43 anni! Durante tutto il tempo in cui Ges visse, cerano stati cambiamenti nel governo della Galilea! Erode Antipa era il signore assoluto di tutto, non ascoltava nessuno e
faceva ci che gli pareva! Ma chi veramente comand in Palestina, fin dal 63 prima di Cristo,
fu lImpero Romano. Erode, per non essere deposto, cercava di accontentare Roma in tutto. Insisteva soprattutto in unamministrazione efficiente che producesse entrate allImpero Romano. Lunica cosa che lo preoccupava era la sua sicurezza e la sua promozione. Per questo, reprimeva qualsiasi tipo di sovversione. Flavio Giuseppe, uno scrittore di quellepoca, informa che il motivo della prigionia di Giovanni Battista era la paura che aveva Erode di una
sommossa popolare. A Erode piaceva essere chiamato benefattore della gente, ma in realt
era un tiranno (cf. Lc 22,25). La denuncia di Giovanni contro di lui (Mc 6,18), fu la goccia
che riemp il bicchiere, e Giovanni fu fatto prigioniero.
Marco 6,21-29: La trama dellassassinato. Lanniversario e il banchetto di festa, con danze e orge! Era lambiente in cui si tramavano le alleanze. La festa prevedeva la presenza dei grandi della corte, degli ufficiali e delle persone importanti della Galilea. In questo ambiente
si trama lassassinio di Giovanni Battista. Giovanni, il profeta, era una denuncia viva in questo sistema corrotto. Per questo fu eliminato con il pretesto di un problema di vendetta
personale. Tutto ci rivela la debolezza morale di Erode. Tanto potere accumulato nelle mani
di un uomo che non si controlla! Sotto lentusiasmo della festa e del vino, Erode giur con leggerezza qualcosa a una giovane ballerina. E superstizioso comera, pensava di dover mantenere questo giuramento. Per Erode, la vita dei sudditi non contava nulla. Disponeva di
loro come se fossero degli oggetti. Marco racconta il fatto cos come avvenne e lascia alle
comunit il compito di trarre le conclusioni.
4) Per un confronto personale
Conosci casi di persone morte vittima della corruzione e del dominio dei potenti? E conosci nella nostra comunit e nella nostra chiesa persone vittima dellautoritarismo e di un eccesso di potere?
Superstizione, vigliaccheria e corruzione distinguevano lesercizio del potere da parte di Erode. Come si comportano quelli che oggi esercitano il loro potere su gli altri?
5) Preghiera finale
La via di Dio diritta,
la parola del Signore provata al fuoco;
egli scudo per chi in lui si rifugia. (Sal 17)
Lectio Divina: Sabato, 7 Febbraio, 2015
1) Preghiera
Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta lanima e di amare i nostri fratelli nella carit del Cristo.
Egli Dio, e vive e regna con te...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Ges e gli riferirono tutto quello che
avevano fatto e insegnato.
Ed egli disse loro: Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano pi neanche il tempo di
mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
Molti per li videro partire e capirono, e da tutte le citt cominciarono ad accorrere l a piedi
e li precedettero.
Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perch erano come pecore senza pastore,
e si mise a insegnare loro molte cose.
3) Riflessione
Il vangelo di oggi in vivo contrasto con quello di ieri! Da un lato, il banchetto di morte, voluto da Erode con i grandi del regno nel palazzo della Capitale, durante il quale Giovanni
Battista fu assassinato (Mc 6,17-29), dallaltro, il banchetto di vita promosso da Ges con la gente affamata della Galilea, nel deserto (Mc 6,30-44). Il vangelo di oggi presenta solo
lintroduzione della moltiplicazione dei pani e descrive linsegnamento di Ges.
Marco 6,30-32. Laccoglienza data ai discepoli. In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Ges e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro:
Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po. Questi versetti mostrano come Ges formava i suoi discepoli. Non si preoccupava solo del contenuto della predicazione, ma
anche del riposo dei discepoli. Li invit ad andare in un luogo tranquillo per poter riposare e
fare una riflessione.
Marco 6,33-34. Laccoglienza data alla gente. La gente percepisce che Ges era andato a unaltra parte del lago, e loro gli andarono dietro cercando di raggiungerlo via terra, fino allaltra riva. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perch erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Vedendo quella moltitudine, Ges si rattrist, perch andavano come pecore senza pastore. Lui dimentica il suo riposo e comincia ad insegnare. Nel rendersi conto che la gente non ha un pastore, Ges comincia ad
essere pastore. Comincia ad insegnare. Come dice il Salmo: Il Signore il mio pastore! Non manco di nulla! Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se
dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perch tu sei con me. Il tuo
bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli
occhi dei miei nemici (Sal 23,1.3-5). Ges voleva riposare insieme ai discepoli, ma il desiderio di rispondere ai bisogni della gente lo spinse a lasciare da parte il riposo. Qualcosa
di simile avviene quando incontra la samaritana. I discepoli andarono in cerca di cibo. Al
ritorno, dicono a Ges: Maestro, mangia qualcosa! (Gv 4,31), ma lui risponde: Io ho un alimento da mangiare che voi non conoscete (Gv 4,32). Il desiderio di rispondere ai bisogni del popolo samaritano lo porta a dimenticare la fame. Il mio alimento fare la volont di colui che mi ha mandato a realizzare la sua opera (Gv 4,34). La prima cosa rispondere alla gente che lo cerca. Dopo viene il mangiare.
Allora Ges comincia a insegnare loro molte cose. Il vangelo di Marco ci dice molte volte che Ges insegnava. La gente rimane impressionata: Un nuovo insegnamento! Dato con autorit! Diverso dagli scribi! (Mc 1,22.27). Insegnare era ci che Ges faceva di pi (Mc 2,13; 4,1-2; 6,34). Cos soleva fare (Mc 10,1). Per oltre quindici volte Marco dice che Ges
insegnava, ma raramente dice ci che insegnava. Forse perch a Marco non interessava il
contenuto? Dipende da ci che la gente intende quando parla di contenuto! Insegnare non
solo questione di insegnare verit nuove per dire qualcosa. Il contenuto che Ges dava non
appariva solamente nelle parole, ma anche nei gesti e nel suo modo di rapportarsi con le
persone. Il contenuto non mai separato dalla persona che lo comunica. Ges era una
persona accogliente (Mc 6,34). Voleva il bene della gente. La bont e lamore che emergevano dalle sue parole facevano parte del contenuto. Erano il suo temperamento. Un
contenuto buono, senza bont, come latte caduto a terra. Questo nuovo modo che Ges
aveva di insegnare si manifestava in mille modi. Ges accetta come discepoli non solo
uomini, ma anche donne. Insegna non solo nella sinagoga, ma anche in qualsiasi luogo dove
cera gente ad ascoltarlo: nella sinagoga, in casa, su una riva, sulla montagna, sulla pianura, su una barca, nel deserto. Non crea rapporto da alunno-professore, ma da discepolo a
maestro. Il professore insegna e lalunno sta con lui durante il tempo della lezione. Il maestro testimonia e il discepolo vive con lui 24 ore al giorno. E pi difficile essere maestro che professore! Noi non siamo alunni di Ges, siamo discepoli e discepole! Linsegnamento di Ges era una comunicazione che scaturiva dallabbondanza del cuore nelle forme pi variegate: come una conversazione che cerca di chiarire i fatti (Mc 9,9-13), come un
paragone o parabola che invita la gente a pensare e a partecipare (Mc 4,33), come una
spiegazione di ci che egli stesso pensava e faceva (Mc 7,17-23), come una discussione che
non evita necessariamente ci che polemico (Mc 2,6-12), come una critica che denuncia ci
che falso e sbagliato (Mc 12,38-40). Era sempre una testimonianza di ci che lui stesso
viveva, unespressione del suo amore! (Mt 11,28-30).
4) Per un confronto personale
Ges si preoccupa del uomo intero, anche del suo riposo. E noi come ci comportiamo con il nostro prossimo?
Come fai tu quando vuoi insegnare agli altri qualcosa della tua fede e della tua religione? Imiti Ges?
5) Preghiera finale
Come potr un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le parole del Signore.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti. (Sal 118)
Lectio Divina: Domenica, 8 Febbraio, 2015
La guarigione della suocera di Pietro
e lannuncio del regno in Galilea Lincontro con Ges, Medico misericordioso
Marco 1, 29-39
1. Orazione iniziale
Signore, non unerba, n un emolliente guariscono le ferite e le malattie dellanima, ma la tua Parola, che tutto sostiene e tutto crea, sempre nuovo, ogni giorno. Accostati a noi e stendi la
tua mano forte, affinch, afferrati ad essa, possiamo lasciarci rialzare, possiamo risorgere e
cominciare ad essere tuoi discepoli, tuoi servi. Ges, Tu sei la Porta delle pecore, la Porta
aperta nel cielo: a Te noi ci accostiamo, con tutto ci che siamo e portiamo nel cuore. Portaci
con Te, nel silenzio, nel deserto fiorito della tua compagnia e l insegnaci a pregare, con la tua
voce, la tua parola, affinch anche noi diventiamo annunciatori del Regno. Manda ora su di
noi il tuo Spirito con abbondanza, perch ti ascoltiamo con tutto il cuore e tutta la mente.
Amen.
2. Lettura
a) Per inserire il brano nel suo contesto:
In continuit con i vv. precedenti (21-28), il brano descrive la conclusione di una giornata
tipo di Ges. Qui a Cafarnao, in giorno di Shabbt, e, dopo aver partecipato alla liturgia
sinagogale, Ges continua la celebrazione della festa in casa di Pietro, in un clima familiare.
Col tramonto del sole, terminato il riposo, Ges continua il suo ministero, estendendolo a
tutta la Galilea. Il Vangelo ci presenta tre sequenze, che non sono solo cronaca, perch io
sappia cosa ha fatto Ges a Cafarnao, ma rivelano il mistero grande della salvezza di Cristo,
che sconvolge la mia vita. Pu aiutare lessere attenti al percorso che Ges compie: dalla sinagoga alla casa, al deserto, fino a tutti i villaggi della Galilea. E anche al trascorrere dei
tempi che levangelista sottolinea: il sopraggiungere della sera, cio il tramonto del sole e il mattino ancora immerso nelle tenebre.
b) Per aiutare nella lettura del brano:
vv. 29-31: Ges entra nella casa di Pietro e accoglie la preghiera dei discepoli, guarendo la
suocera, che giace a letto con la febbre.
vv. 32-34: Passato il sabato, Ges guarisce molti malati e indemoniati, che vengono portati da
Lui.
vv. 35-39: Ges anticipa la luce nella preghiera, ritirandosi in un luogo solitario, ma molti lo
inseguono, finch non riescono a trovarlo. Egli li spinge con s, verso un ministero pi
ampio, che abbraccia tutta la Galilea.
c) Il testo:
29-31: E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in
compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito
gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollev prendendola per mano; la febbre la lasci ed
essa si mise a servirli.
32-34: Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
Tutta la citt era riunita davanti alla porta. Guar molti che erano afflitti da varie malattie e
scacci molti demni; ma non permetteva ai demni di parlare, perch lo conoscevano.
35-39: Al mattino si alz quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritir in un luogo deserto
e l pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli
dissero: Tutti ti cercano!. Egli disse loro: Andiamocene altrove per i villaggi vicini,
perch io predichi anche l; per questo infatti sono venuto!. E and per tutta la Galilea,
predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demni.
3. Un momento di silenzio orante
Entro nel silenzio che Ges mi ha preparato con la sua opera di guarigione profonda, con la
sua preghiera, che sconfigge la notte. Dispongo il mio essere, cos, a cercare Ges, senza
stancarmi e a seguirlo, dove Lui mi porter.
4. Alcune domande
Che possono aiutare le mie orecchie spirituali ad ascoltare pi in profondit e gli occhi del
mio cuore a contemplare, fino ad incontrare lo sguardo di Ges.
a) Ges lascia la sinagoga per entrare nella casa di Pietro, che diventa il centro luminoso della
sua opera di salvezza. Provo a seguire il percorso di Ges: Lui giunge fino al punto pi
intimo della casa, cio la stanza da letto. Rifletto, cercando e guardando la "via" che dentro
di me, casa di Dio. Lascio a Ges la possibilit di percorrere questo cammino fino in fondo,
fino al cuore?
b) Osservo e prendo nota dei gesti di Ges. Entra subito, si accosta, prende la mano, solleva.
Sono i termini tipici della risurrezione. Non sento il Signore che dice anche a me: "Alzati,
risorgi, nasci di nuovo!"?
c) Noto linsistenza sulloscurit: "tramonto del sole, ancora buio". Perch? Che cosa significa e a quali altri termini posso collegare queste espressioni?
d) "Tutti davanti alla porta di Ges". Ci sono anchio in mezzo a quei "tutti". Mi risuona nel cuore quella parola di Ges, che dice: "Bussate e vi sar aperto". Provo a immaginare la
scena: alzo la mano e busso alla porta di Ges. Lui apre. Che cosa gli dir? E Lui come mi
risponder?
e) "Lo conoscevano". Mi interrogo sul mio rapporto con il Signore. Lo conosco veramente?
O solo per sentito dire, come afferma Giobbe? Mi guardo dentro e chiedo a Ges di aiutarmi
in questo rapporto di scoperta, di avvicinamento, di comunione e condivisione con Lui. Cerco
di ricordare dei versetti che possano facilitarmi: "Fammi conoscere, Signore, le tue vie",
"Mostrami il tuo volto".
f) Ges prega in un luogo deserto. Ho paura di entrare anchio in questa preghiera, che attraversa le notti e precede la luce? Ho paura dei tempi di silenzio, di solitudine, in
compagnia solo di Lui? Noto limperfetto "pregava", che indica unazione calma, prolungata, approfondita. Tendo, invece, a fuggire, a non volermi fermare?
g) "Le tracce di Ges". E una bella espressione, che mi ricorda il manoscritto di s. Teresa di Ges Bambino, dove lei dice che le tracce luminose di Ges sono disseminate lungo le pagine
del Vangelo. Rifletto. Mi sono mai impegnato a seguire queste tracce, a volte pi marcate, a
volte quasi impercettibili? So riconoscerle, anche lungo i sentieri del tempo e della storia di
ogni giorno, quella mia e quella di tutti gli uomini? C una traccia particolare di Ges, una sua impronta indelebile, che Egli ha lasciato sulla terra del mio cuore, della mia vita?
h) Mi fermo sugli ultimi versetti e metto in luce i verbi di movimento, di azione:
"Andiamocene altrove, io predichi, sono venuto, and, predicando". So che anchio sono chiamato ad andare e a farmi annunciatore dellamore e della salvezza di Ges. Sono
disposto, con la grazia e la forza che vengono da questa Parola che ho meditato, a prendermi,
ora, un impegno concreto, preciso, anche piccolo, di annuncio ed evangelizzazione? Verso
chi andr? Quali passi decido di compiere?
5. Una chiave di lettura
Posso percorrere alcuni percorsi di approfondimento, che mi aiutino ad entrare ancora di pi
in dialogo con il Signore, ascoltando la sua Parola.
Il passaggio dalla sinagoga alla Chiesa
La sinagoga la madre, ma la Chiesa la Sposa. Ges, che lo Sposo, ce la rivela e ci fa
conoscere la bellezza e lo splendore, che da essa si irradia per noi. Se proviamo a seguirlo,
nei Vangeli, ci accorgiamo che Ges ci conduce, in un cammino di salvezza, dalla sinagoga
alla Chiesa. Marco, come anche Luca, insiste molto sul legame che Ges instaura subito con
la sinagoga, che diventa il luogo privilegiato e sacro della sua rivelazione, il luogo
dellinsegnamento. Leggo, ad es. Mc 1, 21 e Mc 6, 2, oppure Lc 4, 16 e 6, 6 e anche Gv 6, 59; durante la passione, Ges dir davanti a Pilato che lui ha sempre insegnato apertamente,
nella sinagoga e nel tempio (Gv 18, 20). Ma anche il luogo della guarigione, dove Ges si
rivela come medico potente, che guarisce e salva; ad es. in Mc 1, 23 e 3, 1. Questa duplice
azione di Ges diventa il ponte attraverso cui passare alla nuova casa di Dio, casa di
preghiera per tutti i popoli, cio la Chiesa; casa dalle porte aperte, affinch nessuno debba
restarne fuori. Tutti siamo invitati ad entrare, con Ges, in questo luogo di riconciliazione, di
comunione e di salvezza. Cristo ama la Chiesa (Ef 5, 25), perch Egli ne il capo (Ef 1, 22;
5, 23), con il proprio sangue lha acquistata (At 20, 28) e non cessa di nutrirla e di curarla (Ef 5, 29). Essa ledificio spirituale costituito da pietre vive, che siamo noi, come dice san Pietro (1 Pt 2, 4s). La vita, per, sgorga da noi, come acqua dalla roccia, se ci abbandoniamo
al Signore (Ef 5, 24) in un dono reciproco di amore e fiducia, se perseveriamo nella preghiera
insistente e per tutti (At 12, 5) e se partecipiamo alla passione del Signore per lumanit (Col 1, 24). La Chiesa la colonna e il sostegno della verit (1 Tim 3, 15): bello camminare in
essa, uniti a Cristo Signore.
La febbre come segno del peccato
Come dice la stessa etimologia della parola greca, la febbre come un fuoco che si accende
dentro di noi e ci consuma in modo negativo, attaccando le nostre energie interiori, spirituali,
rendendoci incapaci di compiere il bene. Nel salmo 31, per es. troviamo unespressione molto eloquente, che pu rappresentarci bene lazione della febbre del peccato in noi: "Come per arsura destate inaridiva il mio vigore. Ti ho manifestato il mio peccato" (Sal 31, 4s). Lunico modo per essere guariti, infatti, quello gi visto nel Vangelo e cio la confessione, il portare davanti al Signore il nostro male.
Il libro della Sapienza rivela un altro aspetto molto importante, l dove dice che un fuoco
divorer coloro che rifiutano di conoscere il Signore (Sap 16, 16).
Anche nel Deuteronomio la febbre indicata come una conseguenza della lontananza da Dio,
della durezza del cuore, che non vuole ascoltare la sua voce e seguire le sue vie (cfr. Dt 28,
15. 22; 32, 24).
Ges medico misericordioso
Questo brano del Vangelo, come infiniti altri, ci ha fatto incontrare con Ges, che, quale vero
medico e vera medicina, si accosta a noi per raggiungerci nei punti pi feriti, pi malati e l
portare la sua guarigione, che sempre salvezza. E Lui il samaritano che, lungo la strada della vita, ci vede, con certezza, con sguardo acuto e amoroso e non passa oltre, ma si fa
vicino, si china, fascia le ferite e versa su di esse la buona medicina che viene dal suo cuore.
Tantissimi sono gli episodi nei Vangeli che raccontano di guarigioni operate da Ges; posso
cercarne alcuni, limitandomi anche solo al Vangelo di Marco: Mc 2, 1-12; 3, 1-6; 5, 25-34; 6,
54-56; 7, 24-30; 7, 31-37; 8, 22-26; 10, 46-52. Pu aiutarmi un lavoro di approfondimento e
di confronto, per assorbire meglio dentro di me le caratteristiche di Ges, che guarisce e, cos,
ricevere anchio, attraverso lascolto profondo della sua Parola, la guarigione interiore e di tutto il mio essere. Ad esempio mi soffermo sui verbi, sui gesti specifici che Ges compie e
che si ripetono in molti di questi racconti e ancora di pi metto in luce le parole che Lui dice.
Mi accorgo che non sono tanto i gesti di Ges a guarire, ma la sua parola: "alzati e va; va in pace; va; va, la tua fede ti ha salvato". Raramente Egli fa dei gesti specifici, che attirino lattenzione e sbalordiscano; trovo queste espressioni: "presolo per mano; portandolo in disparte; pose; impose le mani". Riecheggia, in questi racconti, la parola del salmo, che dice:
"Mand la sua parola e li fece guarire" (Sal 106, 20). Ges il Signore, Colui che ci guarisce,
come gi proclam nel libro dellEsodo (Es 15, 26) e pu esserlo perch Lui stesso ha portato su di s le nostre infermit, i nostri peccati. Lui un Medico ferito, che ci cura con le sue
piaghe (cfr. 1 Pt 2, 24-25).
La sera, le tenebre trasfigurate dalla luce di Ges
Il tema della notte, del buio, delle tenebre attraversa un po tutta la Scrittura, fin dai primi versetti, quando la luce appare come prima manifestazione della forza damore di Dio, che crea e salva. Alle tenebre segue la luce, alla notte il giorno e parallelamente la Bibbia ci fa
vedere che anche al buio interiore che pu invadere luomo, segue la luce nuova della salvezza e dellincontro con Dio, dellabbraccio in quel suo sguardo luminoso che rapisce. "Per te le tenebre sono come luce", dice il salmo (138, 12) ed vero, perch il Signore la
luce stessa: "Il Signore mia luce e mia salvezza" (Sal 26, 1). Nel Vangelo di Giovanni Ges
afferma di se stesso di essere la luce del mondo (Gv 9, 5), per indicarci che chi segue Lui non
cammina nelle tenebre; infatti Lui che, come Parola di Dio, diventa lampada per i nostri
passi in questo mondo (Sal 118, 105).
Le tenebre sono spesso associate allombra della morte, a dire che il buio spirituale uguale alla morte; posso leggere, ad es. Sal 87, 7; 106, 10. 14. Il braccio forte del Signore non teme
il buio, ma anche in esso ci afferra e ci fa uscire, spezzando le catene che ci opprimono. "Sia
la luce" una parola eterna, che Dio non smette mai di pronunciare e che raggiunge ogni
uomo, in ogni situazione.
"Rimani con noi, Signore; ormai si fa sera" (Lc 24, 9): la preghiera dei due di Emmaus, ma
anche la preghiera di tutti; cos come le parole della sposa del Cantico risuonano anche sulle
nostre labbra: "Prima che si allunghino le ombre, ritorna, o mio diletto!" (Ct 2, 17).
San Paolo ci aiuta a compiere un percorso interiore molto forte che ci avvicini a Cristo e ci
salvi dal peccato. Cos ci invita: "La notte avanzata, il giorno vicino. Gettiamo via perci
le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce" (Rm 13, 12); "Voi tutti siete figli della
luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, n delle tenebre" (1 Tess 5, 5 ss). Ma in
molti altri modi la Parola ci invita a farci figli della luce, a esporci ai raggi del Sole divino,
che Ges, lOriente, per essere illuminati e trasfigurati. Quanto pi ci consegneremo alla
luce di Cristo, tanto pi sar vera per noi la parola dellApocalisse: "Non vi sar pi notte e non avranno pi bisogno di luce di lampada, n di luce di sole, perch il Signore Dio li
illuminer e regneranno nei secoli dei secoli" (Ap 22, 5).
6. Un momento di preghiera: Salmo 29
Canto di ringraziamento per la liberazione da una grande prova
Rit. Alle tue mani, Signore, affido la mia vita.
Ti esalter, Signore, perch mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
Signore Dio mio, a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perch non scendessi nella tomba. Rit.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
perch la sua collera dura un istante, la sua bont per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia.
Nella mia prosperit ho detto: Nulla mi far vacillare!.
Nella tua bont, o Signore, mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato. Rit.
A te grido, Signore, chiedo aiuto al mio Dio.
Quale vantaggio dalla mia morte, dalla mia discesa nella tomba?
Ti potr forse lodare la polvere e proclamare la tua fedelt?
Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
perch io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loder per sempre. Rit.
7. Orazione finale
Signore, desidero lodarti, benedirti e ringraziarti con tutto il cuore per questa tua Parola,
scritta per me, oggi, pronunciata dal tuo Amore per me, perch Tu veramente mi ami. Grazie,
perch sei venuto, sei sceso, sei entrato in casa mia e mi hai raggiunto proprio l dove io
stavo male, dove mi bruciava una febbre nemica; sei giunti l dove io ero lontano e solo. E mi
hai preso. Mi hai afferrato la mano e mi hai fatto rialzare, ridandomi la vita piena e vera,
quella che viene da Te, quella che si vive accanto a Te. Per questo adesso sono felice, mio
Signore. Grazie perch hai oltrepassato le mie oscurit, hai sconfitto la notte con la tua
preghiera potente, solitaria, amorosa; hai fatto risplendere la tua luce in me, nei miei occhi e
adesso anchio ci vedo di nuovo, sono illuminato dentro. Anchio prego con te e cresco proprio grazie a questa preghiera fatta insieme.
Signore, grazie perch mi spingi verso gli altri, verso mondi nuovi, strade nuove, fuori dalla
porta di casa. Io non sono del mondo, lo so, per sono e rimango dentro il mondo, per
continuare ad amarlo e ad evangelizzarlo. Signore, la tua Parola pu rendere veramente il
mondo pi bello. Grazie, Signore. Amen.
Lectio Divina: Luned, 9 Febbraio, 2015
1) Preghiera
Custodisci sempre con paterna bont
la tua famiglia, Signore,
e poich unico fondamento della nostra speranza
la grazia che viene da te,
aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro...
2) Lettura
Dal Vangelo secondo Marco 6,53-56
In quel tempo, Ges e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a
Genesaret.
Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione
cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati, dovunque udivano che si trovasse.
E dovunque giungeva, in villaggi o citt o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo
pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano
guarivano.
3) Riflessione
Il testo del Vangelo di oggi la parte finale dellinsieme del passaggio di Marco 6,45-56 che espone tre temi diversi: a) Ges va da solo sulla montagna per pregare (Mc 6,45-46). b)
Subito dopo, cammina sulle acque, va verso i discepoli che lottano contro le onde del mare
(Mc 6,47-52). c) Ora, nel vangelo di oggi, stando gi in terra la gente cerca Ges affinch lui
curi le loro malattie (Mc 6,53-56).
Marco 6,53-56. La ricerca della gente. In quel tempo, Ges e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo
riconobbe. La gente si reca numerosa alla ricerca di Ges. Viene da tutte le parti, portando i malati. Stupisce lentusiasmo della gente che riconosce Ges e gli va dietro. Cosa spinge alla ricerca di Ges non solo il desiderio di incontrarsi con lui, di stare con lui, ma piuttosto il
desiderio di essere curati dalle malattie. E accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva,
in villaggi o citt o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli
toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. Il vangelo di Matteo commenta e illumina questo fatto citando la figura del Servo di Yav, di cui Isaia
dice: Eppure egli si caricato delle nostre sofferenze (Is 53,4 e Mt 8,16-17). Insegnare e curare, curare e insegnare. Fin dallinizio della sua attivit apostolica, Ges va per tutti i villaggi della Galilea, per parlare alla gente della venuta imminente del Regno di
Dio (Mc 1,14-15). L dove trova gente per ascoltarlo, lui parla e trasmette la Buona Novella
di Dio, accoglie i malati, in qualsiasi luogo: nelle sinagoghe durante la celebrazione della
Parola, il sabato (Mc 1,21; 3,1; 6,2); nelle riunioni informali a casa di amici (Mc 2,1.15; 7,17;
9,28; 10,10); andando per la strada con i discepoli (Mc 2,23); lungo la spiaggia, seduto in una
barca (Mc 4,1); nel deserto dove si rifugi e dove la gente lo cercava (Mc 1,45; 6,32-34);
sulla montagna, da dove proclam le beatitudini (Mt 5,1); nelle piazze dei villaggi e delle
citt, dove la gente gli portava i malati (Mc 6,55-56); nel Tempio di Gerusalemme, in
occasione dei pellegrinaggi, ogni giorno, senza paura (Mc 14,49)! Curare ed insegnare,
insegnare e curare ci che Ges faceva di pi (Mc 2,13; 4,1-2; 6,34). Cosi soleva fare (Mc
10,1). La gente rimaneva ammirata (Mc 12,37; 1,22.27; 11,18) e lo cercava, in massa.
Alla radice di questo grande entusiasmo della gente stava, da un lato, la persona di Ges che chiamava ed attraeva e, dallaltro, labbandono della gente che era come pecore senza pastore (cf. Mc 6,34). In Ges, tutto era rivelazione di ci che lo spingeva dal di dentro! Non solo
parlava di Dio, ma lo rivelava anche. Comunicava qualcosa che lui stesso viveva e
sperimentava. Non solo annunciava la Buona Novella. Lui stesso era una prova, una
testimonianza viva del Regno. In lui si manifestava ci che avviene quando un essere umano
lascia che Dio regni nella sua vita. Ci che vale non sono solo le parole, ma anche e
sopratutto la testimonianza, il gesto concreto. Questa la Buona Novella che attira!
4) Per un confronto personale
Lentusiasmo della gente di Ges, alla ricerca di un senso per la vita e una soluzione per i loro mali. Dove esiste questo oggi? Esiste in voi, esiste in me?
Ci che attira latteggiamento affettuoso di Ges con i poveri e gli abbandonati. Ed io come mi comporto con le persone escluse della societ?
5) Preghiera finale
Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia. (Sal 103)
Lectio Divina: Marted, 10 Febbraio, 2015
Tempo ordinario
1) Preghiera
Custodisci sempre con paterna bont
la tua famiglia, Signore,
e poich unico fondamento della nostra speranza
la grazia che viene d