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Periodizzazioni DELLA FILOSOFIA ANTICA
• Periodo naturalistico
• Periodo umanistico
• Periodo delle grandi sintesi
• Filosofie ELLENISTICHE
• Periodo religioso
• Età arcaica VII-V
• Età classica V-IV
• Età ellenistica IV – I a.c.
• Tardo antico III-VI secolo d.c.
Natura e problemi della filsofia antica
Contenuto: la totalità delle cose Come l’anima nostra, che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e
l’aria abbracciano tutto il mondo. (DK 13B2)
Metodo: puramente razionale
Scopo: teoretico- contemplativo
FONTI E TRADUZIONI del pensiero presocratico
• Il Diels Kranz
• Che cos’è?
• Come si usa?
• Es.: DK 22 B85; DK 13 A7
Aristotele: primo storico della filosofia
La maggior parte di coloro che per primi filosofarono ritennero che i soli principi di tutte le cose fossero quelli di specie materiale. Infatti essi affermano che ciò di cui tutti gli esseri sono costituiti e ciò da cui derivano originariamente e in cui si risolvono da ultimo, è elemento ed è principio degli esseri, in quanto è una realtà che permane sempre identica pur nel trasformarsi delle sue affezioni. E, per questa ragione ritengono che niente si produce e niente si distrugge, poiché una realtà siffatta si conserva sempre. […] Tuttavia questi filosofi non sono tutti d’accordo circa il numero e la specie di un tale principio. Metafisica I, 3 983b-20
I presocratici
• La “scuola” di Mileto
• Eraclito di Efeso
• La scuola pitagorica
• La scuola di Elea: Senofane, Parmenide e Melisso
• I pluralisti: atomisti, Empedocle, Anassogora
• I sofisti
Ex nihilo nihil
Il suo fondamento prenderà per noi l'inizio da questo: che nulla mai si genera dal nulla per volere divino.
Lucrezio, De rerum natura I, 149.150
Legge dei contrari
Tutti concepiscono i contrari come principi, sia quelli che dicono che l’uno è tutto e immoto (e infatti Parmenide pone come principi il caldo e il freddo, chiamandoli fuoco e terra), sia quelli che parlano di raro e di denso, sia Democrito quando parla di pieno e di vuoto, chiamando il pieno “essere” e il vuoto “non essere” […]
Aristotele, Fisica I,5 188a19-23
Gli uomini si lasciano ingannare rispetto alla conoscenza delle cose visibili, come capitò ad Omero, che pure fu il più sapiente di tutti i Greci. DK 22B56
Il nome dell’arco (bios/taxon) è vita (bios), mentre la sua opera è morte DK 22B48
Non si può discendere due volte nello stesso fiume e non si può toccare due volte una
sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del
mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va. (DK 22B91)
Nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo,
siamo e non siamo (DK 22B91)
La guerra è madre di tutte le cose e di tutte
regina. (DK 22B126)
Ciò che è opposizione si concilia e dalle cose differenti nasce l'armonia più bella, e tutto si
genera per via di contrasto. (DK 22B8)
La via in sù e la via in giù sono un'unica e medesima via
(DK 22B60)
Quest’ordine universale, che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno tra gli dei o tra gli uomini, ma sempre era è e sarà fuoco sempre vivente, che si
accende e si spegne secondo giusta misura (DK 22B30)
Bisogna dunque seguire ciò che è uguale per tutti (toi xynoi), ossia che è comune. Infatti, ciò
che uguale per tutti coincide con ciò che comune. Ma anche se il logos è uguale per tutti,
la maggior parte degli uomini vive come se avesse una propria saggezza (DK 22B2)
- Problematicità ermeneutiche - Pitagora sacerdote e politico
- è possibile distinguere Pitagora dai suoi discepoli?
La filosofia di Pitagora
Pitagora, figlio di Mneserco, esercitò più di utti gli uomini l’osservazione diretta (historie) e, trascegliendo questi scritti, si costruì una propria sapienza (sophia), multiscienza (polymathia), arte dell’ingannare (kakotechnia).
DK 22B29
Pitagora scienziato
- Studioso di mathemata
- il racconto del ‘fabbro armonioso’
- Tradizione dubbia
La filosofia dei pitagorici
- La testimonianza aristotelica: riferimento ad una fonte scritta, distinzione tra pitagorismo e platonismo, agrapha dogmata:
Che l’uno sia sostanza, anziché dirsi di qualcos’altro che è, questo diceva in modo simile ai pitagorici, e allo stesso modo di quelli, che i numeri fossero cause dell’essere delle altre cose (Aristotele, Metafisica 987b 22-5)
Differenze tra platonismo e pitagorismo
- i numeri sono “le cose stesse”
- Contrapposizione tra peras-apeiria; pari e dispari
- Il principio è il numero come materia e come stato: lo stato dell’uno
- Le sistoichie = tavola di opposizioni
- Filolao di Crotone (470-390 ca.)
Parmenide di Elea (VI-V)
Sulla natura (Peri physeos)
- Perché un poema in versi (poesia e filosofia)
- Cosa significa il mito
- Rottura e continuità con la tradizione religiosa e poetica
- La struttura del poema
(proemio, I parte , II parte)
Proemio (fr. 1) Frammento 1 versi 1-14
Le cavalle che mi portano fin dove il mio desiderio vuol [giungere,
mi accompagnarono, dopo che mi ebbero condotto e [mi ebbero posto sulla via che dice molte cose,
che appartiene alla divinità e che porta per tutti i luoghi [l’uomo che sa.
Là fui portato. Infatti, là mi portarono accorte cavalle
tirando il carro, e fanciulle indicavano la via. 5
L’asse dei mozzi mandava un sibilo acuto,
infiammandosi – in quanto era premuto da due rotanti
cerchi da una parte e dall’altra -, quando affrettavano il [corso nell’accompagnarmi,
le fanciulle figlie del Sole, dopo aver lasciato le case della [Notte,
verso la luce, togliendosi con le mani i veli dal capo. 10
Là si trova la porta che divide i sentieri della Notte e del Giorno,
Con ai due estremi un architrave e una soglia di pietra:
essa, eretta nell’etere, è chiusa da grandi imposte.
Di questi, la Giustizia, che molto punisce, tieni le chiavi che [aprono e chiudono.
Frammento 1 versi 15-30
Le fanciulle, allora, rivolgendole soavi parole, 15
con cura la convinsero, affinché, per loro, la sbarra, del chiavistello
senza indugiare togliesse dalla porta. E questa, subito aprendosi,
produsse una vasta apertura delle imposte, facendo girare
in rapporto vicendevole
nelle parti concave dei cardini i bronzei assi
fissati con chiodi e fermagli. Di là, subito, attraverso la porta, 20
diritto per la strada maestra le fanciulle guidavano carro e cavalle
E la Dea di buon animo mi accolse, e prese con la mano
la mia mano destra, e così incominciò a parlare:
“Giovane, compagno di immortali guidatrici,
che vieni alla nostra casa con le cavalle che ti portano, 25
rallegrati, poiché non un infausta sorte ti ha inviato a seguire
questa via (essa infatti è fuori dalla via battuta dagli uomini),
ma legge divina e giustizia. Bisogna che tu tutto apprenda
sia il solido cuore della Verità ben rotonda
sia le opinioni dei mortali, nelle quali non c’è vera certezza.
Fr. 1 vv. 31-32
Eppure anche questo impererai: come le cose che appaiono (to dokounta)
Bisognava che veramente fossero, essendo tutte in ogni senso.
I parte
Fr. 2 in particolare vv. 3-4
Ora, io ti dirò – e tu ascolta e ricevi la mia parola –
Quali sono le vie della ricerca che sole si possono pensare
L’una che “è”, e che non è possibile che non sia
- è il sentiero della Persuasione, perché tien dietro alla Verità –
L’altra che “non è” e che è necessario che non sia
E io ti dico che questo è un sentiero su cui nulla si apprende.
Infatti, non potresti conoscere ciò che non è, perché non è cosa fattibile,
Né potresti esprimerlo.
Le tre vie della conoscenza
1. La via della verità (fr. 8 vv. 1-49)
2. La via dell’errore (fr. 2,6, 8 vv. 34-38)
3. La via delle opinioni verosimili (II parte del Poema fr. 8 vv. 50-61)
La conoscenza sensibile può condurre in errore
Frammento 6 versi 1-9 È necessario il dire e pensare che l’essere sia: infatti l’essere è, Il nulla non è: su queste cose ti esorto a meditare. Ti allontano infatti da questa prima via di ricerca, ma anche da quella su cui i mortali vanno che nulla sanno vanno errando, uomini a due teste: l’incertezza infatti guida nei loro cuori la mente errante: ed essi sono trascinati stupidi e parimenti ottusi, attoniti, stirpi confuse, per le quali l’essere e il non essere sono stati considerati come la stessa cosa e non la stessa cosa, e il cammino di tutte le cose è reversibile. Frammento 7 versi 1-6 Certamente giammai infatti questa cosa può essere imposta, che le cose che non sono siano: ma tu da questa via di ricerca allontana il pensiero né l’abitudine, nata da numerose esperienze, su questa via ti forzi a dirigere l’occhio che non osserva e l’orecchio rimbombante e la lingua, ma giudica con la ragione la prova molto discussa da me esposta.
Fr. 8 vv. 1-15 (la via dell’essere)
Resta ancora un solo discorso della via:
che “è”. Su questa via ci sono segni indicatori
Assai numerosi, che l’essere è non generato e imperituro,
è infatti un intero nel suo insieme, immobile e senza fine.
Né una volta era, né sarà, poiché è ora insieme tutto quanto, 5
uno, continuo. Quale origine infatti cercherai di esso?
Come e donde sarebbe cresciuto? Dal non essere non ti permetterò né
di dirlo né di pensarlo: non è infatti assolutamente dicibile né pensabile
ciò che non è. Quale necessità avrebbe spinto lui,
se cominciasse dal nulla, a nascere dopo o prima? 10
Quindi è necessario o che sia per intero o che non sia per nulla.
Non mai forza di certezza concederà che dall’essere
nasca qualcosa accanto ad esso: a causa di ciò la Giustizia
né il nascere né il perire concesse a lui, sciogliendolo dalle catene,
Ma saldamente lo tiene. la scelta riguardo a queste cose sta in questo: 15
è o non è; si è giudicato dunque, come è necessità,
di abbandonare una via che è non pensabile e non nominabile
(non è infatti la via della verità), e che l’altra invece è, ed è vera.
vv. 19-34
Come l’essere potrebbe nascere dopo? Come potrebbe essere nato?
Se infatti nacque, non è, né [è] se si appresta ad essere. 20
Così la nascita è spenta e la morte è ignota.
Né è divisibile, perché tutto intero è uguale:
né c’è in qualche parte un di più [di essere], che possa impedirgli di essere unito,
né un di meno, ma tutto intero è pieno di essere.
Perciò è tutto intero continuo: l’essere infatti si stringe all’essere. 25
Ma immobile nei limiti di grandi legami
è senza un inizio e senza una fine, poiché la nascita e la morte
furono respinte molto lontano, le scacciò una vera certezza.
E rimanendo identico e nell’identico, giace in sé
e in questo modo rimane là saldo. Infatti la dura Necessità 30
lo tiene nei legami del limite, lo rinchiude intorno,
poiché è stabilito che l’essere non sia incompiuto:
infatti non necessita di alcuna cosa: altrimenti mancherebbe di tutto.
Fr. 8 vv. 34-49
La stessa cosa sono il pensare e ciò a causa del quale è il pensiero.
Perché senza l’essere nel quale è espresso,
Non troverai il pensare. Infatti, nient’altro o è o sarà
all’infuori dell’essere, poiché la Sorte lo costrinse
A essere un intero e immobile. […]
Inoltre, poiché c’è un limite estremo, esso è compiuto
Da ogni parte, simile a massa di ben rotonda sfera,
A partire dal centro uguale in ogni parte: infatti, né in qualche modo più grande
Né in qualche modo più piccolo è necessario che sia, da una parte o da un’altra.
Né, infatti, c’è un non-essere che gli possa impedire di giungere
All’uguale, né è possibile che l’essere sia dell’essere
Più da una parte e meno dall’altra, perché è un tutto inviolabile.
Infatti, uguale da ogni parte, in modo uguale sta nei suoi confini.
I pluralisti (V secolo)
- Pluralisti contro monisti? Interpretazione tradizionale
- Un’epoca complessa e di mutamento: la filosofia giunge ad Atene
- Ripensamento delle dottrine precedenti
- Risposte nuove a nuove esigenze sociali
- Acquisizione di un nuovo metodo scientifico in campi nuovi (ad esempio la medicina)
Empedocle di Agrigento (492-432 a.C.)
- Ruolo politico e fama
- Sostenitore del regime democratico
- Confronto con i predecessori
- - frammenti di due poemi: Sulla Natura e Purificazioni
- Il primo di taglio scientifico e il secondo etico
Sulla natura: Le radici, il cosmo e il mondo
- Critica dei concetti di nascita e morte:
“Ma un’altra cosa ti dirò: non vi è nascita di nessuna delle cose/ mortali, né fine alcuna di morte funesta, / ma solo c’è mescolanza e separazione di cose mescolate; / eppure il nome di nascita, per queste cose, è usato dagli uomini”. (DK 31B8)
- Linguaggio comune e linguaggio scientifico
- Le quattro radici (rizòmata): elementi originari
Philìa e Néikos
- Le forse cosmiche
- I cicli cosmici: Sfero / Caos = Amicizia / Contesa
- Lo Sfero: “Ma dappertutto eguale a sé stesso e assolutamente infinito / è lo Sfero circolare, che gode della solitudine che tutto avvolge” DK 31B28
- DK31B20
- Linguaggio poetico ed evocativo DK31B23
- Dialettica degli elementi: la krasis (mescolanza) DK31A72
- La teoria evoluzionista e la cosmologia
- Sensazione e conoscenza: il simile conosce col simile DK 31B109
Anassagora di Clazomene (500-428 ca.)
- La filosofia giunge ad Atene
- Il circolo di Pericle : la democrazia ateniese
- Mutamenti sociali e politici
- Affermazione definitiva della mentalità razionale contrapposta a quella mitica e tradizionale
- Anassagora condannato per empietà (nuova fase del potere ad Atene)
L’uomo è il più sapiente dei viventi perché ha le mani (DK 59A102)
-Spermata = semi: principi ed elementi delle cose
-Omeomerie: infinti, ingenerati e incorruttibili
-nascere e perire come composizione e scomposizione: alloisis (alterazione)
-- Il nous (intelletto): non mescolato, forza che governa (DK59 A 55, 64)
- si conosce con il dissimile (sofferenza della sensazione)
Gli atomisti: Leucippo e Democrito (460-360) di Abdera
La dottrina degli atomi
- Rigore scientifico e matematico
- Atomos elementi primi indivisibili
- Corpi materiali che si muovono nel vuoto
- Essere e non essere
- Introduzione dell’infinito spaziale
Due frammenti:
Sul movimento eterno
DK 68A56
Sulla varietà delle forme
DK 67A6
- Accordo tra ragione ed esperienza
- Concezione deterministica DK 68 A68
- Conoscenza: sentire pensare
- La funzione dell’anima DK 68B6; B11; 125
Protagora
« L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono. »
(Teeteto 152a)
« L'uomo è misura…
Uomo inteso come singolo
(Fonti: Platone, Aristotele, Sesto Empirico):
Interpretazione sensista nel Teeteto:
“Quale ciascuna cosa appare a me, tale è per me, quale appare a te, tale è per te: non
siamo uomini tu ed io?” DK 80B1
Critica all’interpretazione platonica
L’uomo è misura…non solo delle sensazioni, ma anche dei giudizi (di valore)
La conoscenza umana di cui si parla non è una conoscenza astratta svolta da l’uomo
universale, ma una determinata esperienza. Questa determina la misura.
…delle cose che sono come sono, di quelle che non
sono come non sono»
Cose traduce chrema dal verbo chraomai (usare, avere rapporti): le cose in relazione con noi (non
le cose in sé stesse: pragmata)
L’uomo è misura non dell’esistenza delle cose ma di
come le cose si danno a noi. Non c’è un realtà immobile ed intrinseca da svelare
(Confronto con Parmenide)
Che cos’è e qual è la verità per Protagora?
Hp: L’uomo misura e ale anche per i giudizi se è così sono possibili due obiezioni:
1.La tesi si può confutare da sola: autocontraddirsi. Se tutti i giudizi sono veri anche il giudizio “L’uomo misura di tutte le
cose è falsa” sarà vera.
2.La tesi è solipsista: se non è impossibile contraddire ogni cosa è valida, ogni cosa è
falsa, non c’è nessuna verità.
La verità vieni sostituita con l’utilità
“tutti i giudizi sono veri ma alcuni sono più vantaggiosi”
L’Apologia di Protagora
Salva l’uomo: come possiamo agire?
Valore pratico del pensiero di P.
l’uomo della frase sarà genere e non il singolo
“Apologia di Protagora” « Io sostengo che la verità è proprio come io ho scritto: ciascuno di noi infatti è misura delle cose che sono e di quelle che non sono. Ma esiste una differenza incolmabile tra l'uno e l'altro proprio su questo punto, perché le cose appaiono in modo diverso all'uno e in modo diverso ancora all'altro. E io sono tanto lontano dal sostenere che non esiste sapienza e uomo sapiente, che anzi chiamo uomo sapiente quello che a uno di noi, al quale le cose appaiono e sono cattive, farà cambiare opinione, in modo che le cose gli appaiano e siano buone. Ricorda quanto dicevamo prima, e cioè che per chi è malato sia un ignorante perché sente in modo diverso da quello del sano, che sarebbe sapiente. Piuttosto bisogna cambiare le disposizioni del primo con quelle del secondo, perché sono migliori. Anche l’educazione allora consiste nel cambiare certe disposizioni dell’uomo con altre migliori: la differenza è che il medico opera questa trasformazione con i farmaci, il sofista con i discorsi. È per questo che nego che qualcuno possa avere opinioni false ed un altro gliene faccia avere di vere: […] l’opinione è sempre vera. Ma io credo anche che le disposizioni difettose dell’animo determinano opinioni ad esse conformi, mentre disposizioni rette determinano opinioni diverse, e queste, alcuni per ignoranza le chiamano vere, io invece le dico migliori di quelle altre, e non più vere.» (Teeteto 166a-167b)
Gorgia Sul non essere e sulla natura
I tesi: Niente è II tesi: Se è, è inconoscibile III tesi: Se è ed è conoscibile tuttavia non si può mostrare ad altri
Dimostrazione della I tesi (dimostrazione propria)
- Verrà mostrato che non si danno né l’essere né il non essere in due tappe:
1. Mostra identità tra essere e non essere e dunque che il “non essere è”
2. Di qui ricava due conseguenze:
a.è impossibile che l’essere sia;
b.è impossibile che non il non essere sia
quindi niente è
Schema della I tappa
a.Assunto
b.Conseguenza
c.Ragioni della conseguenza/spiegazione
d.Conclusioni
Identità essere/non-essere
a.Se il non essere è non essere (valore esistenziale e predicativo)
b.Allora ciò che non è sarebbe (essere) non meno di ciò che è
c.Perché ciò che non è è ciò che non è, e ciò che è è ciò che è
d.Quindi il non essere è non meno dell’essere ossia sono identici
II tappa: due conseguenze
I conseguenza a.Se il non essere è (valore esistenziale) b.Allora l’essere, suo opposto, non è c.Perché se il non essere è, ne deriva che l’essere, il suo opposto, non è d.Ma allora niente é
II conseguenza a.Se l’essere e non essere sono identici b.Anche così l’essere non è c.Perché ciò che non è è non essere (senso predicativo), e così anche ciò che è sarebbe non essere d.cosicché niente é
Dimostrazione dialettica Se P allora X o Y, ma se né X, né Y allora non P
VS gli Eleati e gli attributi dell’essere Tesi eleatica: L’essere è ingenerato
Ts Melisso: Se l’essere è ingenerato è infinito VS Gorgia usa la tesi di un altro eleate
Ts Zenone: ciò che è infinito è in nessun luogo, Se dunque l’essere fosse ingenerato non sarebbe in nessun luogo e dunque non sarebbe. Allora se l’essere non è generato (come sostengono i Presocratici) ed non è ingenerato (come sostengono gli Eleati) allora non é ossia Niente é
II - III tesi Ragionamento per Assurdo
I parte:
Tesi di Parmenide: Il pensare è l’essere
penso il carro alato e affermo che “il carro alato è”
Questo giudizio è falso
Devo distinguere il vero dal falso
II parte:
Dopo la sensazione ho in mente qualcosa ma non è detto che se anche ci fosse qualcosa ciò che io ho in mente
corrisponda al vero, alla realtà
Se dunque avessi modo di conoscere la verità non avrei la certezza di poterla conoscere, né di poterla comunicare