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NON sarà certamente un Na- tale da nababbi quello dell’anno 2002 per la città di Ferentino. Anche se la Pro Loco cittadina proverà a renderlo meno amaro del previsto. Il centro ernico, da pochi giorni orfano di una guida amministrativa, è paragonabile ad un nucleo familiare in seno al quale, in procinto delle festività più amene dell’anno, è venuto a mancare il proprio capofamiglia. Suvvia, non è di certo uno dei momenti più raggianti quello che sta attraversando la nostra Feren- tino oggi in stato di catalessi. Non possono certamente gioire i poveri cittadini. Chissà essi quanti amministratori salveranno dalla gnogna? Veniamo al noc- ciolo. Il 14 novembre 2002, 11 consiglieri comunali, 8 di opposi- zione e 3 di maggioranza, hanno varcato la soglia della segreteria generale dell’ente municipale ed hanno rassegnato le proprie di- missioni irrevocabili, sancendo di fatto lo scioglimento del consi- glio comunale. Un gesto molto grave. Una brutta pagina politi- co-amministrativa per la città. Un atto che simboleggia l’epilogo di una serie di eventi inopportuni che si sono succeduti negli ultimi tempi all’interno della maggio- ranza amministrativa. Un gesto che ha decretato la fine anticipata del mandato dell’amministrazio- ne di centrodestra premiata, qua- si a furor di popolo, il 27 maggio dell’anno 2001. Questi i consi- glieri che, muniti di una buona dose di coraggio, hanno provoca- to la caduta del governo capeg- giato dal sindaco Roberto Valeri: Alberto De Carolis (Prc), Pier- gianni Fiorletta (Ulivo per Feren- tino), Alessandro Semplici, Ser- gio Gabrielli, Gianfranco Fiorini, Antonio Pompeo (Margherita), Ivan Portieri (Ds), Sergio Mar- rocco (Sdi), questi gli otto dimis- sionari dell’opposizione; mentre i tre transfughi di maggioranza so- no Giuseppe Iorio, Nicola Del- l’Olio e Bruno Galassi (Gruppo Misto Indipendente), i primi due eletti nelle fila di An, mentre il terzo nelle fila di Fi. Naturalmen- te è facile a capirsi l’iniziativa dello staff consiliare relegato al- l’opposizione che più volte ha in- censato i dissidenti della maggio- ranza per aver offerto un contributo fondamentale ai fini dell’interruzione anticipata della Giunta-Valeri che, senza intoppi, sarebbe rimasta in carica fino al 2006. Ciò che ha mandato su tut- te le furie gli ex consiglieri Iorio, Dell’Olio e Galassi, in attesa del- l’assegnazione di un assessorato che li rappresentasse nell’esecuti- vo, è stato l’annuncio a sorpresa del sindaco Valeri che pochi gior- ni prima del “cataclisma” ha no- minato due nuovi assessori, il dottor Sandro Tambucci (An) e l’ingegnere Ruggero Podragrosi (esterno), in sostituzione degli al- leanzini Alessandro Ciuffarella e del dottor Italo Bruni entrambi dimessisi in seguito all’estinzio- ne di An nel consiglio comunale determinata dall’ultimo esponen- te Mirco Arduini. Ora, tra il 15 aprile e il 15 giugno 2003, i citta- dini si recheranno nuovamente alle urne. In questi 5-6 mesi che ci separano dalla nuove “ammini- strative” la guida della città è af- fidata al commissario straordina- rio nominato dalla Prefettura frusinate, la dottoressa Anna Pa- lombi alla quale auguriamo buon lavoro e un sereno Natale. ANNO XXV N. 4 DICEMBRE 2002 Edito dalla PRO-LOCO Ferentino spedizione in abbonamento postale Art. 2 Comma 20/C Legge 662/96 Filiale FR C.C. postale n. 10340032 www.proloco.ferentino.fr.it [email protected] nun pò murì PERIODICO TRIMESTRALE Autorizzazione n. 132 del Trib. di Frosinone del 4.10.1978. Direttore Responsabile: Aldo Affinati - Proprietà Associazione Pro Loco - P.zza Mazzini - Tel.Fax 0775/245775 - Ferentino - Stampa a cura di: “Servizi Grafici Giovannetti” - Via Pausania n. 4 - Roma Finito di stampare Dicembre 2002 Ferentino senza guida amministrativa. Luci e musica, black out? Un Natale in tono minore per la città di Aldo Affinati Sono lieta di porge- re un cordiale saluto ai cittadini ferentinati ed alla Città intera di Fe- rentino. L’incarico di guidare l’Amministrazione comunale fino alle pros- sime elezioni mi consente di conoscere meglio ed apprezzare una Cit- tà importante sia per le tradizioni culturali e storiche che conserva, sia per le bellezze monumentali di inestimabile valore che custodisce. Certamente vi sarebbero numerosi progetti da realizzare per va- lorizzare Ferentino, per risolvere problematiche e per promuovere at- tività: io mi sto impegnando per cercare di conseguire quanti più obiettivi sia possibile raggiungere nella consapevolezza che, non- ostante il poco tempo a disposizione, questo tempo debba essere co- munque impiegato efficacemente nell’interesse della Cittadinanza. Auguro a tutti i ferentinati, anche a quelli residenti all’estero, un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo, ricco di serenità e prosperità. Lunedì 18 novembre scorso, il Prefetto di Frosinone, dr. Aure- lio Cozzani, ha nominato Com- missario al Comune di Ferentino il vice Prefetto dottoressa Anna Palombi. Questa è la nona volta che la vita amministrativa della nostra città viene gestita da un responsa- bile di nomina prefettizia: nel 1944 fu il dr. Tommaso Tartaglio- ne, nel 1945 il commendatore Edoardo Bottini, nel primo seme- stre del 1959 il Comune di Feren- tino fu gestito dal prof. Enrico Bruscoli, mentre nel secondo se- mestre dello stesso anno ci fu il dr. Domenico Del Prato, nel 1967 il dr. Salvatore Portelli, nel 1972 il vice Prefetto dr. Goffredo Sotti- le, nel 1982 il dr. Eligio Camma- rota vice Prefetto e nel 1996 il dr. Francesco Vetrano. La situazione attuale è scatu- rita dalla crisi dei partiti di centro destra, che nel maggio del 2001, stavinsero le elezioni amministra- tive a Ferentino. In questo anno e mezzo di amministrazione, la co- alizione di maggioranza non ha mai avuto né pace né tranquillità nella gestione della cosa pubbli- ca. Consiglieri che uscivano e ri- entravano nei vari gruppi, asses- sori che venivano espulsi e poi reintegrati in Giunta Comunale, altri che abbandonavano i loro in- carichi per diatribe interne al pro- prio gruppo, alcuni consiglieri hanno determinato addirittura la scomparsa di un grosso partito di maggioranza, dichiarando però ai quattro venti che sarebbero rima- sti sempre fedeli alla coalizione ed in sintonia con l’amministra- zione di centro destra. Le contem- poranee dimissioni di undici con- siglieri comunali (la metà più uno) di cui otto d’opposizione e tre di maggioranza, ha determina- to lo scioglimento del consiglio stesso, sfiduciando automatica- mente l’amministrazione del Sin- daco, avv. Roberto Valeri. Da qui la nomina del nono Commissario Profettizio nella storia repubbli- cana del Comune di Ferentino. La mia personale convinzio- ne mi porta a ritenere che l’ammi- nistrazione democraticamente eletta, di qualsiasi tipo essa sia, debba avere l’opportunità di ge- stire l’istituzione per il periodo prefissato e secondo i propri con- vincimenti, evitando di subire le pressioni e le richieste, più o me- no legittime, di qualche partito o addirittura di singoli consiglieri, che con estrema indifferenza “di- menticano” il mandato ricevuto dagli elettori e soprattutto le mo- tivazioni per le quali sono stati scelti. Per concludere auspico che alle prossime elezioni, - si preve- dono per il mese di maggio 2003 -, i partiti politici riescano a coin- volgere nella competizione eletto- rale tutte quelle componenti pro- positive, in termine di idee, iniziative e soprattutto di persona- lità, che possano rendersi utili al bene di Ferentino e che diano un governo stabile alla città, supe- rando con il confronto ed il dialo- go “le differenze ideologiche”, che se da un lato possono contri- buire ad esaminare più dettaglia- tamente le varie situazioni, dal- l’altro, rimanendo sulle proprie intransigenti posizioni creano spesso delle barriere insuperabili a tutto danno della popolazione. Per questo chiedo a tutti i parteci- panti alle prossime elezioni sol- tanto due cose: dialogo e rispetto. Luigi Sonni Ancora una volta il commissario al Comune di Ferentino Il vice Prefetto dott.ssa Anna Palombi LAssociazione Pro Loco Ferentino Il Presidente e il Consiglio Direttivo dellU.N.P.L.I. Provinciale di Frosinone La Direzione di “Frintinu me ...” Augurano a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo Toccherà alla Pro Loco ospitare BABBO NATALE. Luigi Sonni: “soddisferemo i bambini!” Il 1° novembre, come ormai è tradizione, si è dato inizio al Tesseramento sociale della PRO LOCO per l’anno 2003; l’aper- tura del tesseramento è avvenuta sotto i portici di Piazza Mat- teotti, dove per tre giorni sono state esposte le pubblicazioni edi- te dalla nostra Associazione. Inoltre sono stati esposti pannelli con le foto di manifestazioni sportive degli anni ‘50-60, altri pan- nelli con foto di scolaresche ed altri con documentazioni della no- stra Città. Pertanto si invitano i soci e i cittadini a rinnovare la propria adesione oppure chi lo volesse fare per la prima volta, ad iscri- versi a questa volontaristica associazione. La più prestigiosa associazione che si occu- pa di turismo nazionale, il TOURING CLUB ITALIANO, ha istituito presso la nostra sede un “Punto Touring”, chi volesse rinnovare la propria adesione o iscriversi a questo beneme- rito Club può rivolgersi alla nostra Pro Loco, ri- tirerà all’istante il pacco soci che contiene: A) GRAN- DE A TLANTE TURISTICO D’ITALIA; B) ITALIA ANTICA; C) MANUALE DEL SOCIO TOURING 2003; D) AGENDINA 2003. TESSERAMENTO ANNO 2003 TESSERAMENTO ANNO 2003 Il saluto del Commissario Prefettizio

Finito di stampare Dicembre 2002 Un Natale in tono minore per la … · 2015. 10. 23. · con le foto di manifestazioni sportive degli anni ‘50-60, altri pan-nelli con foto di scolaresche

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NON sarà certamente un Na-tale da nababbi quello dell’anno2002 per la città di Ferentino.Anche se la Pro Loco cittadinaproverà a renderlo meno amarodel previsto. Il centro ernico, dapochi giorni orfano di una guidaamministrativa, è paragonabilead un nucleo familiare in seno alquale, in procinto delle festivitàpiù amene dell’anno, è venuto amancare il proprio capofamiglia.Suvvia, non è di certo uno deimomenti più raggianti quello chesta attraversando la nostra Feren-tino oggi in stato di catalessi.Non possono certamente gioire ipoveri cittadini. Chissà essiquanti amministratori salverannodalla gnogna? Veniamo al noc-ciolo. Il 14 novembre 2002, 11consiglieri comunali, 8 di opposi-zione e 3 di maggioranza, hanno

varcato la soglia della segreteriagenerale dell’ente municipale edhanno rassegnato le proprie di-missioni irrevocabili, sancendo difatto lo scioglimento del consi-glio comunale. Un gesto molto

grave. Una brutta pagina politi-co-amministrativa per la città. Unatto che simboleggia l’epilogo diuna serie di eventi inopportuniche si sono succeduti negli ultimitempi all’interno della maggio-ranza amministrativa. Un gestoche ha decretato la fine anticipatadel mandato dell’amministrazio-ne di centrodestra premiata, qua-si a furor di popolo, il 27 maggiodell’anno 2001. Questi i consi-glieri che, muniti di una buonadose di coraggio, hanno provoca-to la caduta del governo capeg-giato dal sindaco Roberto Valeri:Alberto De Carolis (Prc), Pier-gianni Fiorletta (Ulivo per Feren-tino), Alessandro Semplici, Ser-gio Gabrielli, Gianfranco Fiorini,Antonio Pompeo (Margherita),Ivan Portieri (Ds), Sergio Mar-rocco (Sdi), questi gli otto dimis-sionari dell’opposizione; mentre itre transfughi di maggioranza so-no Giuseppe Iorio, Nicola Del-l’Olio e Bruno Galassi (GruppoMisto Indipendente), i primi dueeletti nelle fila di An, mentre ilterzo nelle fila di Fi. Naturalmen-te è facile a capirsi l’iniziativadello staff consiliare relegato al-l’opposizione che più volte ha in-censato i dissidenti della maggio-ranza per aver offerto uncontributo fondamentale ai finidell’interruzione anticipata dellaGiunta-Valeri che, senza intoppi,sarebbe rimasta in carica fino al2006. Ciò che ha mandato su tut-te le furie gli ex consiglieri Iorio,Dell’Olio e Galassi, in attesa del-l’assegnazione di un assessoratoche li rappresentasse nell’esecuti-vo, è stato l’annuncio a sorpresadel sindaco Valeri che pochi gior-ni prima del “cataclisma” ha no-minato due nuovi assessori, ildottor Sandro Tambucci (An) el’ingegnere Ruggero Podragrosi(esterno), in sostituzione degli al-leanzini Alessandro Ciuffarella edel dottor Italo Bruni entrambidimessisi in seguito all’estinzio-ne di An nel consiglio comunaledeterminata dall’ultimo esponen-te Mirco Arduini. Ora, tra il 15aprile e il 15 giugno 2003, i citta-dini si recheranno nuovamentealle urne. In questi 5-6 mesi checi separano dalla nuove “ammini-strative” la guida della città è af-fidata al commissario straordina-rio nominato dalla Prefetturafrusinate, la dottoressa Anna Pa-lombi alla quale auguriamo buonlavoro e un sereno Natale.

ANNO XXV N. 4DICEMBRE 2002

Edito dalla

PRO-LOCO Ferentinospedizione in abbonamento postale Art. 2Comma 20/C Legge 662/96 Filiale FR

C.C. postale n. [email protected]

nun pò murìPERIODICO TRIMESTRALE

Autorizzazione n. 132 del Trib. di Frosinone del 4.10.1978. Direttore Responsabile: Aldo Affinati - Proprietà Associazione Pro Loco - P.zza Mazzini - Tel.Fax 0775/245775 - Ferentino - Stampa a cura di: “Servizi Grafici Giovannetti” - Via Pausania n. 4 - Roma

Finito di stampare Dicembre 2002

Ferentino senza guida amministrativa. Luci e musica, black out?

Un Natale in tono minore per la cittàdi Aldo Affinati

Sono lieta di porge-re un cordiale saluto aicittadini ferentinati edalla Città intera di Fe-rentino.

L’incarico di guidare l’Amministrazione comunale fino alle pros-sime elezioni mi consente di conoscere meglio ed apprezzare una Cit-tà importante sia per le tradizioni culturali e storiche che conserva,sia per le bellezze monumentali di inestimabile valore che custodisce.

Certamente vi sarebbero numerosi progetti da realizzare per va-lorizzare Ferentino, per risolvere problematiche e per promuovere at-tività: io mi sto impegnando per cercare di conseguire quanti piùobiettivi sia possibile raggiungere nella consapevolezza che, non-ostante il poco tempo a disposizione, questo tempo debba essere co-munque impiegato efficacemente nell’interesse della Cittadinanza.

Auguro a tutti i ferentinati, anche a quelli residenti all’estero, unBuon Natale e un Felice Anno Nuovo, ricco di serenità e prosperità.

Lunedì 18 novembre scorso,il Prefetto di Frosinone, dr. Aure-lio Cozzani, ha nominato Com-missario al Comune di Ferentinoil vice Prefetto dottoressa AnnaPalombi.

Questa è la nona volta che lavita amministrativa della nostracittà viene gestita da un responsa-bile di nomina prefettizia: nel1944 fu il dr. Tommaso Tartaglio-ne, nel 1945 il commendatoreEdoardo Bottini, nel primo seme-stre del 1959 il Comune di Feren-tino fu gestito dal prof. EnricoBruscoli, mentre nel secondo se-mestre dello stesso anno ci fu ildr. Domenico Del Prato, nel 1967il dr. Salvatore Portelli, nel 1972il vice Prefetto dr. Goffredo Sotti-le, nel 1982 il dr. Eligio Camma-rota vice Prefetto e nel 1996 il dr.Francesco Vetrano.

La situazione attuale è scatu-rita dalla crisi dei partiti di centrodestra, che nel maggio del 2001,stavinsero le elezioni amministra-tive a Ferentino. In questo anno emezzo di amministrazione, la co-alizione di maggioranza non hamai avuto né pace né tranquillitànella gestione della cosa pubbli-ca. Consiglieri che uscivano e ri-entravano nei vari gruppi, asses-sori che venivano espulsi e poireintegrati in Giunta Comunale,altri che abbandonavano i loro in-carichi per diatribe interne al pro-prio gruppo, alcuni consiglierihanno determinato addirittura lascomparsa di un grosso partito dimaggioranza, dichiarando però aiquattro venti che sarebbero rima-sti sempre fedeli alla coalizioneed in sintonia con l’amministra-zione di centro destra. Le contem-poranee dimissioni di undici con-siglieri comunali (la metà piùuno) di cui otto d’opposizione e

tre di maggioranza, ha determina-to lo scioglimento del consigliostesso, sfiduciando automatica-mente l’amministrazione del Sin-daco, avv. Roberto Valeri. Da quila nomina del nono CommissarioProfettizio nella storia repubbli-cana del Comune di Ferentino.

La mia personale convinzio-ne mi porta a ritenere che l’ammi-nistrazione democraticamenteeletta, di qualsiasi tipo essa sia,debba avere l’opportunità di ge-stire l’istituzione per il periodoprefissato e secondo i propri con-vincimenti, evitando di subire lepressioni e le richieste, più o me-no legittime, di qualche partito oaddirittura di singoli consiglieri,che con estrema indifferenza “di-menticano” il mandato ricevutodagli elettori e soprattutto le mo-tivazioni per le quali sono statiscelti.

Per concludere auspico chealle prossime elezioni, - si preve-dono per il mese di maggio 2003-, i partiti politici riescano a coin-volgere nella competizione eletto-rale tutte quelle componenti pro-positive, in termine di idee,iniziative e soprattutto di persona-lità, che possano rendersi utili albene di Ferentino e che diano ungoverno stabile alla città, supe-rando con il confronto ed il dialo-go “le differenze ideologiche”,che se da un lato possono contri-buire ad esaminare più dettaglia-tamente le varie situazioni, dal-l’altro, rimanendo sulle proprieintransigenti posizioni creanospesso delle barriere insuperabilia tutto danno della popolazione.Per questo chiedo a tutti i parteci-panti alle prossime elezioni sol-tanto due cose: dialogo e rispetto.

Luigi Sonni

Ancora una volta il commissario al Comune di Ferentino

Il vice Prefetto dott.ssa Anna Palombi

L’Associazione Pro Loco Ferentino

Il Presidente e il Consiglio Direttivo

dell’U.N.P.L.I. Provinciale di Frosinone

La Direzione di “Frintinu me ...”

Augurano a tutti

Buon Natale

e Felice Anno Nuovo

Toccherà alla Pro Loco ospitare

BABBO NATALE.Luigi Sonni:

“soddisferemo i bambini!”

Il 1° novembre, come ormai è tradizione, si è dato inizio alTesseramento sociale della PRO LOCO per l’anno 2003; l’aper-tura del tesseramento è avvenuta sotto i portici di Piazza Mat-teotti, dove per tre giorni sono state esposte le pubblicazioni edi-te dalla nostra Associazione. Inoltre sono stati esposti pannellicon le foto di manifestazioni sportive degli anni ‘50-60, altri pan-nelli con foto di scolaresche ed altri con documentazioni della no-stra Città.

Pertanto si invitano i soci e i cittadini a rinnovare la propriaadesione oppure chi lo volesse fare per la prima volta, ad iscri-versi a questa volontaristica associazione.

La più prestigiosa associazione che si occu-pa di turismo nazionale, il TOURING CLUBITALIANO, ha istituito presso la nostra sedeun “Punto Touring”, chi volesse rinnovare la

propria adesione o iscriversi a questo beneme-rito Club può rivolgersi alla nostra Pro Loco, ri-

tirerà all’istante il pacco soci che contiene: A) GRAN-DE ATLANTE TURISTICO D’ITALIA; B) ITALIA ANTICA; C) MANUALE

DEL SOCIO TOURING 2003; D) AGENDINA 2003.

TTEESSSSEERRAAMMEENNTTOO AANNNNOO 22000033TTEESSSSEERRAAMMEENNTTOO AANNNNOO 22000033

Il saluto del Commissario

Prefettizio

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In coincidenza con le festività di fine anno vogliamo ripro-porre ai nostri lettori un brano dal volume “Ferentino ieri…”,edito nel 1981 dal Comune di Ferentino - Assessorato allaPubblica Istruzione -, in particolare dal Capitolo “Festività,Ricorrenze e Tradizioni Popolari del periodo Natalizio”, cosìda ricordare alle persone meno giovani come si viveva neitempi passati, ai più giovani far conoscere le usanze di unavolta.

Usanze e tradizioni natalizie

Il Natale nel mio paese, comedel resto un po’ dovunque, è unapausa di fraternità, di serenità, dipace e di intima gioia familiare in-torno al focolare domestico.

Questa festa in altri tempi,forse era più sentita, più genuina,non era inquinata dalla maniaconsumistica.

Ma ancora, nonostante tutto,restano usi e tradizioni belle. Tut-te le vetrine dei negozi sono ad-dobbate a festa con ghirlande difiori, luci e statuine.

Gli zampognari scesi dai lon-tani monti dell’Abruzzo, dal mat-tino presto fino al tramonto anda-vano di casa in casa adannunciare, con le loro dolci ne-nie, l’avvicinarsi del Natale. Inmolte case fervono preparativi perl’allestimento del presepe. La seradella Vigilia tutti i parenti si riuni-scono ancora nella casa del piùanziano della famiglia a gustare lasuccosa cena tradizionale a basedi spaghetti con tonno e acciughe,anguilla marinata, baccalà, la zuc-ca in padella «cucozza», olive e lefrittelle, dolci tradizionali, farcitedi uva, mele e cavolfiori. Dopo lacena, aspettando che arrivi lamezzanotte, si giuoca a tombola, acarte e, nelle campagne, a «cac-ciamitto» che significa «caccia emetti» un gioco fatto con una pic-cola trottola di legno, con ai latidei segni particolari che indicanola vincita o la perdita. Esso è fattodai nostri contadini più poveri chelo ricavano dai rami d’ulivo inci-so. Inoltre la sera della Vigilia,forse per ingannare il tempo o acausa di vecchie credenze popola-ri, le persone anziane insegnavanoalle giovani le particolari formulecome scacciare il malocchio, farpassare il mal di capo o come te-nersi lontano dai malefizi dellestreghe e a tale scopo si usava get-tare degli spilli dentro le pile del-l’acqua santa.

Si pensa pure che, forse pro-prio a motivo dei malefizi dellestreghe, fosse ricorrente il prover-bio che nella notte di Natale:«Beato chi ci nasce, triste chi ci‘ngenita» (cioè viene generato).Prima i poveri che durante l’annovivevano in miseria e mangiavanosolo polenta e focaccia di farina digranturco, «la pizza du cigliano»,per Natale invece gustavano il pa-ne bianco. Era per tutti un avveni-mento!

Oggi possiamo gustare dolcigià confezionati che si vendono intutti i negozi, una volta venivanofatti in casa e cotti nel forno a le-gna: i quadretti, impastati con fa-rina, latte, miele, mandorle, noci emolto pepe; il piangiallo fatto connoci, pinoli, mandorle, fichi sec-chi, impastati anche col miele; la

«pizza cresciuta» (una specie dipanettone) con canditi e uva pas-sita; le ciambelle di magro e le«tisichelle». Il proverbio usuale inquesto periodo era: «Natale cu glisolu, Pasqua cu gli tizzonu» e vi-ceversa.

Allora per conoscere in anti-cipo l’andamento dei mesi, neidodici giorni che precedono il Na-tale, detti anche «Kalende» si usa-va mettere all’aperto spicchi di ci-polla con un chicco di sale e,dall’umidità contenuta su ognispicchio, si prevedeva il buono e ilcattivo tempo.

Certo non si poteva indovina-re esattamente l’andamento dellestagioni, ma anche il colonnelloBernacca non sempre ci indovina-va, sebbene avesse a disposizionei mezzi moderni!

Allo scoccare della mezza-notte tutti si recavano in chiesaper cantare l’Osanna e lodare ilSignore. Un’altra caratteristicatradizione si rinnovava anche a fi-ne anno con «l’organetto» ma piùspesso con padelle e coperchi,frotte di bimbi andavano di portain porta, cantando e augurando ilBuon Anno e ne ricevevano incambio: soldi, dolci e frutta secca,ricordo forse di una vecchia tradi-zione locale del tempo romano.Infatti Aulo Quintilio, patrono diFerentino, aveva lasciato i suoibeni con l’ordine di distribuireogni anno ai bambini poveri: fo-cacce, melassa, frutta secca. Lostornello che si cantava era: «Fiordi martella, o dammu ‘na zazzic-chia o ‘na ciammella, si no tu don-cu focu alla capannella».

Certo tradizioni e usanze cu-riose; erano tempi di miseria e dipovertà, ma c’era maggiore sere-nità, fratellanza e pace che non neitempi moderni.

Alunni Scuola Elementare ICircolo a cura dell’ins.

Emilio Giorgi

DOLCI TRADIZIONALI

In occasione delle festivitànatalizie e di fine anno, le don-ne, una volta preparavano i dol-ci in casa: infatti alla vigilia delNatale, 24 dicembre, in cucinaerano tutte intente a prepararela pasta per cuocere “lu frittel-lu» di vario tipo, con la “cima”,con “gli murluzzu”, o “l’uvapassa” o “lu mela” - preparava-no inoltre “gli pampapatu”, “luciammullettu du magru”, lapizza “ricrisciuta”, gli “qua-drucci” con il miele ed altreleccornie, mentre per la finedell’anno cuocevano “lu ciam-mellu cu l’acqua”.

BBoonnaa ffiinnuu ee bboonn pprriinncciippii

E’ il 31 dicembre di tanti anni fa e fervono, nella ca-sa di campagna, i preparativi per il cenone di Capodan-no, che ogni componente la famiglia immagina ricco,ma che lo è solo se si considera il desinare frugale disempre. Questa sera c’è la «scifa du sagni», «nu pulla-stru sanu» e «lu panu biancu, ‘ncima all’arca, ancora fri-scu». C’è pure la «piluccia agli focu» che manda unbuon profumo, specie quando uno dei ragazzi toglie ilcoperchio e ruba con le dita un fagiolo bollente. All’an-golo della stanza, sopra un vecchio tavolo, fa bella mo-stra «nu manucutu du vinghi» con dentro noci, mele, uvapassita e arance. Sullo stesso tavolo un bel mucchietto di«quadretti» e ciambelle che mamma ha preparato per chiverrà ad augurare buona fine e buon principio. Scric-chiola la porta ed entra il papà con un bel fiasco. E’ il vi-no buono, questa volta, l’acquatello è per le altre sere in-vernali che sono ancora tante.

La cena ha inizio alla luce del lume ad olio che tro-va un buon alleato nel fuoco, per questa occasione, rin-forzato «cugli cioccu du capudannu», un bel pezzo di le-gno di radice messo appositamente da parte per fareonore a questa festa. Si mangia con gioia, ma l’orecchiodi tutti è rivolto fuori, nel buio della notte, dove già «glicantaturi», si preparano ad avvicinarsi. E, quando il ca-ne abbaia, c’è sempre un sussulto di gioia, ma anche dipreoccupazione perché la cena non è ancora finita e l’ar-rivo di altre persone può interrompere questo simposioche ha, specialmente in questa sera, un certo sapore disacralità. Improvvisamente, fuori, si sente un rumore dipadella battuta con un pezzo di ferro, e un canto:«appe-na c’arrivu salutu la scala i doppo chi ci azzezza e chi cicala». Ma subito una grande risata perché non sanno an-dare avanti: sono semplicemente ragazzi, e «Pitrinu» lifa entrare offrendo loro solo un bicchiere di vino e un’a-rancia, perché le ciambelle e i quadretti sono riservati aiprofessionisti della nottata.

I ragazzi sono appena usciti, quando, lontano, da uncasolare giungono le note di un organetto che mettonoeuforia in tutti: tra poco non più il solito tam-tam dei ba-rattoli, ma un organetto vero rallegrerà la serata.

Purtroppo un altro barattolo annuncia il prossimoshow e… altri auguri, altro vino, altre arance e mele,mentre le ciambelle e i quadretti sono lì, in attesa deigrandi. Ormai è tardi e non si può rimanere tutta la not-te accanto al fuoco, anche se è preferibile per non dover,dopo, uscire dal letto caldo e infilare le fredde scale. Tut-ti a dormire, quindi: anche «Pitrinu», che, però, si infilasotto le coperte senza nemmeno spogliarsi del tutto. «Laluma» lasciata accesa, con «gli stuppinu» abbassato perconsumare meno olio, illumina la fredda stanza e leciambelle e i quadretti messi lì, accanto, per essere aportata di mano. Finalmente un organetto inizia a suo-nare, riempiendo di note giosiose la casa che tutta si ri-desta. Il papà è già in piedi, la mamma si è messa sedu-ta sul letto e i figli stanno tutti attenti. Si aspetta conansia l’inizio del canto che non tarda a venire. E’ la so-lita canzone di Capodanno: tutta la famiglia la conosce,l’ha ascoltata tutti gli anni, ma ogni anno essa sembrasempre nuova e sempre più bella. Il «cantaturu» va avan-ti e con lui canta tutta la famiglia in un coro ideale chetrascende il tempo, coinvolgendo il nonno e la nonna,protagonisti anche loro qualche anno prima; ma che oranon ci sono più.

Belle e appropriate sono le parole di questa canzo-ne perché rivolte giustamente alla casa che assomma ilpassato e il presente e alla donna, alla mamma, il più belfiore della famiglia. Quando la canzone finisce il papà siprecipita giù per aprire la porta. Fioccano gli auguri, maancor più i bicchieri di vino. Anche le ciambelle e i qua-dretti, questa volta, vanno a finire nel sacchetto degliospiti che, partendo, non si stancano di ringraziare e diaugurare «buon anno». Vengono altri «cantaturi» edogni volta si ripetono nella notte i saluti e gli auguri. Or-mai è sveglio solo Pietrino. Anche lui vorrebbe dormire,ma è un dovere ricevere e fare gli auguri. Quando il gal-lo comincia a cantare, coprendo l’ultimo suono di orga-netto lontano, anche il capofamiglia si addormenta ram-maricandosi di non aver offerto quei quadretti avanzatiai primi ragazzi della sera: forse i loro erano gli auguripiù sinceri e disinteressati.

Virgilio Ciuffarella

“FIOR DU MARTELLA”Bonì bonanno a tì la festa a mì Bon capodanno.Bella cu te ssà treccia fatta a rota mu sembri ‘na riggina ‘ncurunata.I dammu chessu chiavi du s’arcuccia ca chellu cu ci sta drentu è robba nostra.Iè prima ci salutu chesta scala I doppu chi l’azzecca i chi la cala. Fioru du martella O dammu ‘na zazzicchia o ‘na ciammellaSinnò iè tu dongu focu a ‘ssa capannella!

la «Scarpetta»Ecco un’altra festa tradizionale rurale che va esauren-

dosi, o che, comunque ha cambiato folklore. Si celebra il giorno della Epifania e si sviluppa ancora

nei dintorni della chiesetta extra moenia Madonna dellaStella, così denominata, a mio parere, perché nella sinopiaoriginale rinvenuta nell’evento dello stacco dell’attuale af-fresco per il restauro,riapparve, dipinta,appunta «la stella»che guidava i re Ma-gi. (Io la vidi e nerendo testimonian-za).

Tento qui di ri-evocare ciò che fu«la Scarpétta» nelpassato. Era l’occa-sione per l’esibizionedel nuovo, quasi unasacra del novello.

Novelle le cio-ciarette appena usci-te dalla pubertà allequali era consentita«la muta nòva» guar-nita da trine e merlet-ti, costituita da «cur-pettu, busto, zinalo,veste cu gli rutribbi e frappalà e calzature che non fossero«le ciocie».

Era la giornata in cui i novelli fidanzati «facévuno lascìta», ossia si mostravano in pubblico, sempre però segui-ti, o, puntualizzo, contornati da parenti ed amici della cop-pia.

Novelli erano i bambini nati nella decorsa annata che lemamme portavano a… fare benedire; era tradizione far toc-care con la manina «gli Bambinegli», porto al bacio dal sa-cerdote. Era, per antonomasia, festa dei ragazzi chiassosied irrequieti, che nei prati circostanti alla chiesetta, si gio-cavano «a mazzetto, a naso ecc.» gli ultimi spiccioli avuti aNatale dai parenti, previo il tradizionale bacio della manocon la promessa di essere più buoni. «Bono i santo», bene-dicevano gli anziani nel porgere «la baiucchella» (4 soldi).

Vivificavano la festività «gli utturàcci», rincorrendosiad «acciapparèlla» tra la folla con alte gioiose grida, o gio-candosi «a trucchiétta» le pigne ivi «accattate» dai produt-tori. Era «abbusco» gli osti i quali, allocati i carretti carichidi barili all’ombra della monumentale «cercia antica», tut-tora rigogliosa, «sfigliettàvuno mani a mani» vino novelloagli allegri acquirenti.

Purtroppo, ed ecco la pecca della «Scarpétta», allorchéintemperanti avevano fatto… il pieno, una occhiata sospet-ta, una spinta casuale nella ressa, una parola mal capita ba-stava a generare liti con schiaffi, pugni e coltellate!

Gli «artisti», ossia gli artigiani del centro, si trasferiva-no alla «Scarpétta» in allegre brigate con chitarre e mando-lini, ed a sera rientravano al Paese ruminando e lanciandosiscorze di lupini e «musciarelle».

«Gli furitàni» a crocchi, erano presenti «cu gli orga-netto» ed infittuzzati si esibivano in duetti poetici estempo-ranei e stornellate amorose. La giornata di questi finivaspesso nella abitazione del capozona del crocchio (specie seaveva figlie da maritare) tra padellate «du zazzicchi, bucca-li du vino, saltarelli i fucaracci».

Per sommi capi ho rievocato «la Scarpettà» così, comela ricordo io (ho 85 anni!) altri rievocheranno l’attuale: pen-so però che avranno poco da raccontare.

L’originale del vocabolo «La Scarpétta» è incerto econtrastato: c’è chi lo fa discendere dalle scarpette che, co-me detto, calzavano per la prima volta, in quel giorno, leciociarelle in sostituzione delle cioce; chi lo fa derivare dal-le «scarpetto dugli pèdo du porco» che in quel periodo simattava in casa permettendo orgia per l’abbondanza di car-ne alla famiglia, carente nel resto dell’annata; e chi, e perquesti protendo anche io, lo deduce dalla circostanza che es-sendo l’ultima festività del ciclo natale-capodanno fa «lascarpétta» ossia «ruzzela, scancella», fa pulizia delle festi-vità trascorse. E da ciò scaturisce il detto «Pasqua Bufania,tutto lu festo s’ha purtato via».

A proposito «du panaspalli, fazzuletti i murletti», chiu-do con un ricordo di Luigi Monoscalco vegeto novantenne,il quale mi ha raccontato che ai suoi tempi, i contadini, adogni annata, assegnavano alle famiglie un paio di pulcini, oconigli, o piccioni ecc., e queste, allevate le bestiole extrapatrimonio, vendendosele, acquistavano appunto «pana-spalli, fazzuletti ricamati, murletti ecc.) da sfoggiare alla«Scarpétta». Altrettanto facevano,e per lo stesso scopo, «fu-ritanelle» meno abbienti le quali si ingegnavano ad «am-mattar gramigna» o «jevuno cun-atri» «a far fascini» intempo di potatura.

Per finire trascrivo lo strambotto dell’innamorato allasua bella, già pubblicato su «Fiuri i fruschi»:

Tu so ‘ncuntràta a spasso alla Scarpéttacu gli curàgli i fazzulétto ‘n testa; parìvi dugli celo ‘n’angiolétta,èri la più carìna dulla fèsta; d’occhi cortési facìvi l’incétta,però, bellìna, abbassa chéssa crèsta.

Fernando Bianchi

GENNAIO 1964

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XLIIDI COLORO CHE ESTRAGGONO

LE ARMI E CHE ARMEGGIANO

Similmente, stabiliamo chechiunque avrà estratto controqualcuno il gladio o la spada o ilmanarese o altre armi affilate o leavrà tenute nude in mano controqualche nostro cittadino sia puni-to con venti libbre di denari. E,qualora capiti che, nella medesi-ma rissa, si facciano diversi ar-meggiamenti, colui che armeggiasia punito con trenta libbre di de-nari. E stabiliamo che, se unoavrà ricercato qualcuno con le ar-mi estratte per percuoterlo o l’a-vrà messo in fuga in malo modocon le stesse armi, sia punito conquaranta libbre di denari, senzadiminuzione alcuna. E, se l’avràpercosso, sia punito, ciò nonostante, con la pena dello statutoche tratta il caso. E, se si sarà fat-to reggere dalle persone con dettearmi estratte, così che non possastar da solo, senza attaccar lite obrighe con quello, sia punito conquindici libbre di denari, e, neicasi predetti, sia punito anche peril trasporto delle armi. E, se si sa-rà fatto reggere senza ar-mi………....………………………………………………………………………………………….………………………………….

XLIIICHE CIASCUNO POSSA

DIFENDERE SE STESSO IL

PADRE ED I CONSANGUINEI

Similmente, stabiliamo chechiunque avrà percosso qualcunoper difendere sé stesso, il padre, ilnonno, la nonna, la madre, il fi-glio, la figlia, la nipote o il nipo-te, il fratello carnale o la sorella,la moglie, la nuora o il marito, ilsuocero o il genero o la suocera,il patrigno, la matrigna, il figlia-stro o la figliastra, lo zio paternoo lo zio materno, la zia paterna ola zia materna, e così dei singoliascendenti o discendenti, fino alterzo grado incluso, anche neicollaterali, non sia punito dallacuria, ma sia punito l’iniziatore,secondo la norma dello statuto, eciò abbia efficacia in caso di dife-sa, qualunque sia il modo con cuisarà stata percossa qualcuna delledette persone, nel luogo dove cisarà stata soltanto la rissa. Siaconsentito (?), tuttavia, che coluiche abita vicino o a colui che abi-ta vicino, nello spazio di cinquecase, difenda (o difendere) il suovicino aggredito o percosso, sol-tanto nello stesso vicinato, senzapena, come sopra, nel caso in cui

gli stessivicini sia-no media-tori e nonfautori de-gli altri vi-cini, pur-ché dettarissa nonsia sorta tragli stessivicini. Ma,nella pre-messa, in-t end iamoche ci siad i f e s a ,q u a n d oq u a l c u n osarà statopercosso,come sopra e durante la stessarissa; e, (quando) nella stessa ris-sa avrà colpito, in qualsiasi modoil percotitore, senza la morte. Eche, se colui che è stato percossonel modo predetto, purché nonsia stato l’iniziatore, sarà così op-presso con i colpi dal suo percus-sore, che sia necessario percuote-re a sua volta il suo percussore,per respingerlo, e sia indispensa-bile, per evitare il pericolo dellamorte, che percuota il medesimopromotore ed iniziatore, e se det-to promotore ed iniziatore l’avràinseguito e messo in fuga, dopoaver estratto le armi, per percuo-terlo di nuovo, e il medesimo per-cosso, spinto e provocato, per di-fendersi dai colpi, avrà percossodi nuovo il suo stesso percussoree l’avrà ucciso, gli sia consentitoe, per tale omicidio, passi senzapena; stia, però per un anno fuoridella città, secondo la disposizio-ne che è contenuta nello statutosull’omicidio. E che, inoltre, inaltri casi, in cui non ci sarannostate percosse, intendiamo ritene-re la difesa in questo modo, ecioè, che qualora uno per primoabbia in qualsiasi maniera ingiu-riato qualcuno o faccia un’offesaa qualcuno alla sua presenza equello stesso, che ha sofferto l’af-fronto o contro il quale si procurache si faccia, nello stesso luogo etempo e durante la stessa rissa,respinga il medesimo da sé, inmodo ingiurioso, o contraccambiil medesimo con reciproca ingiu-ria, vogliamo che il promotore enon colui che è stato provocatosoggiaccia alla pena dello statuto,per le offese arrecate.

XLIV DELLE PERCOSSE INFERTE

CON ARMI E SENZA

Similmente, stabiliamo che

c i u n q u eavrà percos-so in malomodo qual-cuno sotto-posto allagiurisdizio-ne del pode-stà o del ret-tore delComune diFerentino ol’avrà colpi-to dal colloo dalla can-na della go-la compresain su, eccet-tuati i casisotto elen-cati, senza

armi, con spargimento di sanguee con tumefazione, per cui sia ne-cessario tagliare con ferro e conaltro mezzo e fare sgorgare il san-gue, sia punito, tutte le volte cheavrà offeso, con cinquanta libbredi denari; ma che, se avrà dato unschiaffo, o un “arturato” (colpodato a mano stretta) o un pugno oun colpo alla faccia con la mano,con spargimento di sangue o contumefazione, per cui sia necessa-rio tagliare col ferro o con altromezzo e fare sgorgare il sangue,sia punito, tutte le volte che avràcommesso il delitto, con venti-cinque libbre di denari del senato,senza diminuzione; se senzaspargimento di sangue, sia punitocon dieci libbre, senza diminu-zione, ogni volta che avrà com-messo il delitto; se con le armi,senza sangue, detto (delitto) siapunito con venticinque libbre,senza diminuzione; se, invece,avrà percosso con il piede o conla mano, in qualunque modo, inqualunque parte del corpo, senzaarmi, uno che è stato atterrato, olo avrà trascinato per terra, in ma-lo modo, con spargimento di san-gue, sia punito con cinquanta lib-bre di denari, senza diminuzione;se, senza spargimento di sangue,sia punito con trenta libbre di de-nari, ogni qualvolta avrà mancatocontro qualcuna delle predettenorme; se, invece, con le armi, siapunito con la pena del doppio,senza diminuzione. E, se un taleavrà colpito, (qualcuno) col piededal collo o dalla canna della golain giù, ma non l’avrà gettato a ter-ra, con spargimento di sangue, siapunito con venticinque libbre didenari. E, se l’avrà gettato a terrasenza spargimento di sangue, siapunito con venticinque libbre didenari; se con spargimento di

sangue, sia punito con cinquantalibbre di denari, purché non siagiunto ed arrivato ad altri atti; e,se sarà andato oltre, sia punitocon la pena prevista dallo statutorelativo all’ultimo delitto perpe-trato e consumato, tralasciati in-teramente gli altri, attraverso iquali sarà pervenuto a quello. Se,invece, avrà morso, chi ha com-messo il delitto sia punito, nei ca-si specifici, con la pena del pre-sente statuto, come se avessepercosso; se con la mutilazione orottura o debilitazione di unmembro, sia punito con la penadel doppio, senza diminuzione; e,se con l’amputazione d’un mem-bro, sia punito come se l’avesseamputato con armi affilate. Lamedesima cosa diciamo che deb-ba essere osservata per tutti e sin-goli i delitti ed eccessi, tranne chenei casi dove apparisse, a normadi legge, e chiaramente apparisse,che siano stati commessi con fur-beria e separatamente dopo uncerto intervallo di tempo, e non incontinuità, o (nei casi in cui) i de-litti siano stati ripetuti, per cui or-diniamo che il delinquente siapunito per ciascuno dei delitti. Eche, se qualcuno avrà percossouna persona infame, vile e abiet-ta, comunque, in uno dei predettimodi, o altrimenti, in qualunquemodo avrà arrecato offesa allamedesima, tale percotitore od of-fensore sia punito ad arbitrio delpodestà, del rettore o del giudicee degli officiali “in capite”, dopoaver ben ponderato la qualità deldelitto, del luogo e delle persone.In questo caso, pertanto, in gene-rale, intendiamo che siano vili,infami ed abiette ed anche “arlot-ti”, o simili a questi, le personeattraverso una sentenza di legge oil giudizio di un uomo, che scatu-risce dalla norma degli statuti, se-condo la quale (sentenza) si repu-ti infame anche colui di cui sisparla comunemente per la cittàdi Ferentino o almeno nella con-trada o vicinato, nei quali abita,ciò che possa e debba essere pro-vato da quattro testimoni di dettacittà, o dal suo vicinato. Stabilia-mo anche ed ordiniamo che, seuno od una avrà accusato qualcu-no di arrecare offesa senza armi,giungendo ad atti vicinissimi ovicini, alzando il pugno o la ma-no tesa, o di afferrare un piede o icapelli, o un orecchio, o qualcheparte del corpo con l’intento dipercuotere, ma che non li avràpresi e che non avrà percosso onon poté percuotere, costui siapunito ogni volta con dieci libbre.

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STATUTUM CIVITATIS

FERENTINIContinuiamo la pubblicazione integrale dei capitoli XLII, XLIII, XLIV,del Libro 2°, tradotti dal prof. Cesare Bianchi e contenuti nel mano-scritto 532, che trovasi a Roma nell’Archivio di Stato (reparto Statuti). ?Perché lo stemma della città è

un giglio sormontato da duechiavi papali?

L’origine del giglio ferenti-nate è ignota (A. Bartoli, 1996).Tale immagine sarebbe statasuggerita - sempre secondo Bar-toli - dal nome “Fiorentino” (lacittà del fiore) anziché Ferentino.«…per il colore del giglio feren-tinate forse è da notare una ana-logia con quello fiorentino… edi monumenti ci presentano lostemma più antico: giglio rossoin campo bianco; mutato nel XIIIsecolo in giglio bianco in camporosso…». In seguito il giglio hasubìto una ulteriore variazione edinfatti oggi è di colore bianco suun campo amaranto, racchiuso inun antico scudo gotico e sormon-tato da due chiavi papali, unad’oro e una d’argento, che hannole impugnature trifogliate.

Le due chiavi simboleggianol’una (quella d’oro) l’autorità di-vina esercitata dal sacerdotequando assolve; l’altra (quellad’argento) la scienza necessariaal sacerdote per valutare e giudi-care le colpe prima di assolvere.Tale significato allegorico si tro-va nel canto IX del Purgatorio diDante Alighieri (vv. 119-126),dove l’Angelo che accoglie Dan-te e Virgilio ha con sé due chiavi:«…pria con la bianca e posciacon la gialla fece a la porta sì,ch’i’ fu’ contento. “Quandunquel’una d’este chiavi falla, che nonsi volga dritta per toppa”, dis-s’elli a noi, “non s’apre questacalla». (vv. 119-123). Una, quel-la d’oro, è più preziosa, ma perusare l’altra occorrono molta abi-lità e intelligenza, perché è quel-la che scioglie il nodo del pecca-to. (vv. 124-126).

Il giglio è incidentalmentemenzionato nel II libro degli Sta-tuti, cap. CXXXI: «…stabiliamoche, qualora capiti che qualcunodebba essere marcato in fronte,per qualche colpa o delitto com-messo dal medesimo, sia marca-to col marchio recante il gigliodel nostro Comune, nella piazzadel Palazzo, dove sta la cate-na…». («Item Statuimus, quod sicontingat aliquem mercair debe-re in Fronte propter aliquos ex-cessus, vel delicta per eumdemcommissa, mercetur merco cumlilio nostri Communis in PlateaPalatii, ubi stat Catena…»).

Lo scudo è sormontato dauna corona nobiliare e nella parteinferiore, su una lista bifida, sileggono due motti, di cui uno inverso leonino.

Perché piazza Grande?

E’ l’attuale piazza Mazzini,che nel medioevo era denomina-ta piazza “Grande”. Il nome deri-vava probabilmente dal fatto che,situata nel centro della città, «daquesta piazza - come scrisse Lui-gi Loffredo - l’occhio spazia nel-la sottostante valle del Sacco, conle montagne di fronte dei Lepini,sulle quali sono aggrappati gliantichi castelli colonnesi, Moro-lo, Supino, Patrica, Sgurgola e, alevante, Frosinone».

Perché passeggiata del “Vascello”?

Perché il viale è costeggiatoda alti abeti in fila che sembranogli alberi di una nave.

Rubricatrimestrale

I perchédi Diana Isabelli

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F e r e nF e r e nL ’affresco absidale della C

L’ARTE SACRA NELL’EPOCA D

Arte Sacra e Riforma cattolica

La Riforma protestante (1517)diede un colpo mortale all’arte sa-cra, interrompendone la produzio-ne nei paesi dell’Europa settentrio-nale, dove le tesi luterate sidiffusero2. Per Lutero il credentenon aveva bisogno di mediatori nédelle opere di pietà per raggiunge-re la salvezza che gli veniva perso-nalmente e direttamente da Dio. LaChiesa di Roma, la gerarchia eccle-siastica, il primato del Papa anda-vano abbattuti, come dovevano es-sere eliminati tutti gli atti didevozione esteriore, quali, adesempio, le donazioni alla Chiesaed il culto della Madonna e dei san-ti, perché segni della corruzionedella Chiesa cattolica. L’uso delleimmagini sacre, quindi, vennesconfessato da Lutero in quantopagano ed idolatrico. Lutero, tutta-via, accettò come lecite almeno leprincipali immagini sacre desuntedalle storie bibliche, ad esempiol’Ultima Cena, purché non fosseroconsiderate “antropomorfizzazionedel divino”, ma “sussidio figuratoalla predicazione”. Intransigente fuZwingli, anche egli convinto che lafede doveva fondarsi soprattuttosulla parola scritta della Bibbia e suquella parlata della predicazione.Radicalmente iconoclasta fu Calvi-no, il quale si oppose fermamentead ogni forma d’arte, sia religiosache profana. Nei paesi dove si dif-fuse la Protesta e soprattutto nelleFiandre si scatenò una vera campa-gna iconoclastica, caratterizzataanche da intemperanze e tumultipopolari: vennero distrutte chiese,decapitate statue, incendiate le ta-vole dipinte e i cori lignei, che nel-le chiese separavano i fedeli dalculto. Per tali presupposti ideologi-ci le comunità protestanti si riuni-vano in edifici semplici ed austeri,dagli interni nudi e a calce, spoglidi qualsiasi ornamento, edifici incui l’altare non era più il centrodell’attenzione. Gli artisti, privatidelle ricche commissioni ecclesia-stiche, furono costretti a fuggirenei paesi cattolici o ad abbandona-re la loro attività o a specializzarsinella produzione profana (il ritrat-to, la natura morta, il paesaggio),che nelle regioni più ricche del-l’Europa del Nord ebbe un notevo-le e più intenso sviluppo con la Ri-forma protestante.

Nella definizione dei principidottrinali della Chiesa cattolica,operata dal Concilio di Trento

(1545-1563), “sotto l’impulso dellecritiche calviniste” venne nuova-mente posto in rilievo “il fine di-dattico-educativo dell’arte sacra fi-gurativa per la vita cristiana”. Ildecreto dell’ultima sessione delConcilio tridentino difende la licei-tà delle immagini sacre e del lororapporto con il culto dei Santi. Dasempre, infatti, la Chiesa avevaconsiderato le immagini sacre co-me un efficace strumento per inse-gnare i misteri della fede alla popo-lazione in massima parteanalfabeta o comunque per confer-mare nei fedeli di ogni livello cul-turale le nozioni della catechesi.

Il decreto tridentino sulle im-magini sacre (sessione XXV del 3dicembre 1563) non dettò regolealla creazione artistica, ma, per ri-muovere gli abusi nella scelta deisoggetti pittorici, riconobbe all’au-torità ecclesiastica il dovere di con-trollare che le immagini fosseroconformi all’ortodossia, che cioèfossero fedeli alla sacra scrittura,corrette nel contenuto teologico, sìda non indurre gli ignoranti nell’er-rore e nella superstizione. Pertantosoprattutto nelle pitture da esporrenei luoghi di culto dovevano essereevitate le immagini profane, dis-oneste e lascive. E’ esplicita la con-danna del “nudo” nelle pitture sa-cre, condanna di cui prima vittimaillustre fu il Giudizio Universale diMichelangiolo Buonarroti. Con ta-le precetto i padri conciliari nonvollero entrare nel problema delvalore dell’arte rinascimentale, masottolineare “l’aspetto pedagogicodell’immagine a servizio della de-vozione”. Fu stabilito, infatti, chenelle chiese sarebbero state espostesolo le immagini approvate dall’or-dinario diocesano.

Il principio della verità asso-ciata alla decenza, del decoro e del-la severità, espressione del “nuovospirito della Chiesa interiorizzata epurificata” della seconda metà del‘500, venne applicato oltre che nel-la scelta dei soggetti iconografici edella loro collocazione, anche nellaliturgia, nella struttura architettoni-ca dell’edificio di culto e nellascelta del suo arredo.

A Roma il Vignola fissò nellachiesa del Gesù il nuovo prototipodi edificio sacro a pianta longitudi-nale e ad una sola navata con cap-pelle laterali. Questa forma archi-tettonica era dettata da esigenzefunzionali: l’aula unica agevolavaed evidenziava l’azione liturgica,che si svolgeva sull’altare maggio-

re, sottolineando il sacramento del-l’eucarestia, negato dai protestanti.

Anche gli edifici religiosi esi-stenti vennero restaurati, abbellitied impreziositi, curando in specialmodo la scelta dell’arredo liturgico(pulpiti, candelabri, tabernacoli,paliotti, cuscini, paramenti) e lascelta dei temi iconografici da rap-presentarsi con un linguaggio figu-rativo piano, chiaro, accessibile epersuasivo.

Dal repertorio figurativo tradi-zionale vennero eliminati i sogget-ti di ispirazione classica, che si pre-stavano ad interpretazioni profane.Per rinforzare nei cattolici la con-sapevolezza della loro fede e per ri-svegliare la loro pietà religiosa, fu-rono, invece, privilegiati i temiiconografici più adatti alla medita-zione e alla penitenza, per esempiola passione di Cristo, oppure i temiedificanti come le scene di marti-rio, le storie degli apostoli, le ope-re di misericordia, i sacramenti. Ilculto dei martiri ebbe un notevoleimpulso e rinnovamento, favoritodal clima di recupero degli idealidel primo cristianesimo. Anche l’i-conografia mariana acquistò gran-de rilievo con l’ampia diffusionedelle immagini dell’ImmacolataConcezione, della Madonna delRosario e della Sacra Famiglia,perché la figura di Maria con ilbambino era modello delle virtùdomestiche del cristiano.

La città di Roma fu il centro diirradiazione principale della cultu-ra artistica della Riforma cattolica,soprattutto per la presenza deimaggiori committenti, quali il pa-pato e le ricche famiglie dell’ari-stocrazia nera, che affidarono aipiù grandi artisti del tempo il com-pito di rinnovare ed abbellire, se-condo i nuovi criteri estetici e di-dattici, la facies del centro dellacristianità.

Il caso di Ferentino: l’affrescoabsidale della chiesa di S. Lucia(1585)

Eletto vescovo di Ferentino dapapa Sisto Vil 13 giugno1585, SilvioGalassi3 dal10 al 21 ot-tobre delm e d e s i m oanno effet-tuò la visitapastorale al-la città, se-guita poi daquella alladiocesi, pro-cedendo nonsolo nel ri-goroso ri-spetto dellenorme am-ministrativestabilite nelconcilio tri-dentino, maanche, comesi evincedalle suepreoccupa-zioni pasto-rali, miran-do “ad un

rinnovamento integrale della vitacristiana, che progredisce cum ora-tione magis quam studio”. Mons.Galassi pose particolare cura anchenell’analisi degli edifici di culto,perché in essi la fede cattolica ve-niva celebrata nella liturgia eucari-stica e trasmessa non solo con la li-turgia della parola, ma anche con lemanifestazioni visibili, architetto-niche ed iconografiche, dell’artesacra.

La visita apostolica del 1581,effettuata nella diocesi ferentinateda mons. Pietro Antonio Olivieri, ela visita pastorale del 1585 del ve-scovo Galassi sono le più antichefonti finora conosciute di storia fe-rentinate immediatamente succes-siva al Concilio di Trento. Tali visi-te sono particolarmente prezioseper le indicazioni relative allo statoarchitettonico, all’arredo liturgicoe all’ornamentazione pittorica deiluoghi di culto: esse, infatti, ci de-scrivono chiese, cappelle e opereoggi non più esistenti; ci illumina-no sulla consistenza dei manufattiartistici locali (architettura, pittura,statue, arredi) e sulle preoccupa-zioni didattico-pastorali dei prelatiriformatori relative al problemadell’arte sacra, particolarmentesentito in quegli anni anche in con-seguenza dell’iconoclastia prote-stante.

A Ferentino il vescovo Galas-si, che era stato vicario del card.Carlo Borromeo nella diocesi mila-nese, seguì scrupolosamente e convero zelo apostolico tutte le diretti-ve conciliari.

Resosi conto della trascuratez-za in cui versavano quasi tutti gliedifici della città e della diocesi,mons. Galassi si preoccupò di ren-dere più decoroso il culto, ordinan-do per ogni chiesa l’acquisto di ar-redo liturgico più idoneo allasolennità del rito: candelabri di le-gno dorato o argentato, cuscini dicuoio dorato, nuove e ampie tova-glie, pianete e paliotti d’altare; or-dinò che tutti gli altari fossero de-corosi e contenessero le reliquiedei santi; ordinò, inoltre, che l’in-

terno delle chiese venisse restaura-to e ornato “con le immagini deiSanti titolari o della Vergine o delPatrono di Ferentino, S. Ambrogiomartire”. Silvio Galassi non pro-mosse interventi di vasto respiro,date le ristrettezze economiche nel-le quali il piccolo centro ferentina-te e la sua diocesi versavano inconseguenza della crisi generale difine secolo. Tra gli interventi dicommissione artistica di Silvio Ga-lassi nella città di Ferentino, quellidi maggior rilievo riguardano il pa-lazzo episcopale e le chiese SS.Giovanni e Paolo (cattedrale), S.Maria Maggiore, S. Valentino, S.Andrea, S. Lucia, S. Agata, S.Chiara.

Il vescovo Galassi ordinò ilrestauro del palazzo episcopale, ri-strutturato dal Filipperi (1499-1510); per la chiesa cattedrale ordi-nò di rinnovare le immagini dellaVergine e dei SS. Giovanni e Paolonella lunetta soprastante la porta diingresso centrale dell’edificio, diornare “decenti pictura et icona”l’altare dell’Annunciazione, situa-to a destra dell’ingresso della portamaggiore; restaurare il pavimento edi costruire in legno di noce la se-dia episcopale e il coro. Per la chie-sa parrocchiale di S. Maria Mag-giore Silvio Galassi stabilì che iltetto fosse restaurato e che nella sa-crestia “pingi debere imaginemSalvatoris, Beatae Mariae Virginiset S. Ambrosii martyris, ut celebra-turi orare possint, et ante dictamimaginem apponi scabellum par-vum ligneum ad genua flectenda”.Il vescovo ordinò di restaurare ilcampanile fatiscente della chiesaparrocchiale di S. Valentino e il tet-to delle chiese di S. Andrea e di S.Agata. Nella chiesa di S. Chiara,annessa al nucleo primitivo delmonastero delle clarisse, SilvioGalassi ordinò di far restaurare le“sacras imagines pictas”, che or-navano le pareti intorno all’altare.

Il Vescovo visitò la chiesa fe-rentinate di S. Lucia4 il 16 ottobre1585 e ordinò di restaurare le por-te, di decorare l’abside con “sante

di Maria Teres

Fig. 1- Federico Licati, Martirio di S. Lucia, 1585 ca, affresco absidale.Ferentino, Chiesa di S. Lucia

Fig. 2- Federico Licati, Martirio di S. Lucia, 1585 ca, affresco absidale.Ferentino, Chiesa di S. Lucia, dettaglio.

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e n t i n oe n t i n oa Chiesa di S. Lucia (1585) 1

A DELLA RIFORMA CATTOLICA

immagini decorose” (decentibussanctis imaginibus decorari); di ri-muovere dall’abside l’immagine li-gnea della santa titolare; di dipin-gere l’altare della cappella dedicataa S. Ambrogio martire con l’imma-gine del Patrono e di altri Santi; didotare sia l’altare principale siaquello di S. Ambrogio di paliotti dicuoio dorato con le rispettive im-magini di S. Lucia e di S. Ambro-gio. Silvio Galassi ordinò di rimuo-vere dall’abside la statua ligneadella santa titolare e di far affresca-re l’immagine di S. Lucia sulla pa-rete dell’abside medesima in formeiconografiche più consone al climaculturale e religioso dell’epoca.Agli occhi del vescovo Galassi, in-terprete fedele dei precetti tridenti-ni e della trattatistica a lui contem-poranea relativa all’arte sacra, lastatua lignea di S. Lucia, che anco-ra oggi si conserva, apparve inade-guata a suscitare la devozione deifedeli. Infatti lo stile medievaledella statua, poco rispettoso del-l’organicità formale, era lontanodal “realismo naturalistico-stori-co”, che, teorizzato dal Paleotti, al-la sensibilità estetica contempora-nea appariva più convincente nellarappresentazione verosimile deifatti narrati.

La chiesa di S. Lucia, uno de-gli edifici di culto più antichi dellacittà, sull’abside e sulle pareti dellanavata maggiore conserva lacerti diaffreschi appartenenti a varie epo-che, dal XIII al XVII secolo. Re-centemente essi sono stati oggettodi un intervento conservativo, cheha consolidato gli intonaci, risana-to le crepe nei muri, purificato i di-pinti dalle efflorescenze saline e ri-dato luce e vitalità alle immagini.

Degli interventi pittorici, ordi-nati dal vescovo Galassi nella chie-sa di S. Lucia, si conserva in buonostato l’affresco absidale, che è an-che l’unica testimonianza monu-mentale delle commissioni artisti-che del vescovo nella città diFerentino. Nell’affresco la superfi-cie dell’abside è divisa in due fa-sce, di cui quella inferiore è ornatada uno zoccolo a finte tarsie mar-moree. Queste proseguono in mo-do simmetrico lungo i lati dell’ab-side anche nella fascia superiore,fino all’imposta del catino absida-le, e sono infine coronate da corni-ci curve, delimitanti lunette incampo rosso.

In queste ultime, che occupanoi lati del catino absidale, sono raffi-gurati gli stemmi dei committenti:a destra entro uno scudo accartoc-ciato il giglio di colore rosso, stem-ma della città di Ferentino, e a sini-stra entro lo scudo accartocciato,timbrato di cappello vescovile, èrappresentato lo stemma di SilvioGalassi: un gallo posto su un mon-te di tre cime, caricato di tre stellein fascia. Sotto lo stemma vescovi-le nell’affresco è raffigurato un car-tiglio in cui è scritta a pennello incorsivo la firma del pittore: Federi-cus Licatius pinxit5.

Nell’economia del dipinto ledecorazioni architettoniche fungo-no da quinte scenografie, che diri-gono l’attenzione dell’osservatoresulla scena del martirio di Lucia,effigiata al centro dell’abside. Lu-

cia con espressione devota sta perricevere l’eucarestia dal vescovo,che è raffigurato a destra della sce-na. La martire, inginocchiata e conle mani incrociate sul petto, è feri-ta a morte da una spada, conficca-tale nel collo da un soldato. Questiè in piedi a sinistra della martire:con la mano sinistra si appoggia aduna lancia; con la mano destra in-dica la martire e si volge a parlarecon un personaggio raffigurato allesue spalle. Dietro i tre personaggi,raffigurati in primo piano, vi è a si-nistra il gruppo di soldati, “ciascu-no caratterizzato da un elmo diver-so”, vestiti con armature romane,con lance e vessillo; e a destra, su-bito dietro il vescovo, si vedonoquattro chierici, dei quali uno sor-regge la mitria, un secondo sorreg-ge il pastorale, gli altri due sorreg-gono i ceri accesi; infine un gruppodi fedeli è raffigurato sotto il bal-dacchino processionale, i cui pen-dagli, mossi dal vento, sono deco-rati con l’effige del calice edell’ostia. Sullo sfondo al centro èvisibile una città cinta da mura,nelle quali si apre una porta centi-nata. Nel cielo, tra le nuvole, an-gioletti porgono i simboli della glo-ria dei martiri: la corona e la palma.Il bordo dell’abside è decorato dauna cornice affrescata a cartigliovali, che in modo alterno conten-gono i simboli del martirio di Lu-cia: corona, spada, palma, occhi.

L’autore, Federico Licati, dicui non si conosce altra produzio-ne, usa in flessione provinciale illinguaggio figurativo dell’ultimomanierismo, adattato alle esigenzeespressive e didattiche della com-mittenza cattolica post-tridentina.Nel dipinto non manca una certaattenzione ai problemi spaziali; lefigure hanno modellato plastico,che nel carnefice ricorda fonti ar-cheologiche, ma l’anatomia è spes-

so imprecisa. Tuttavia la composi-zione iconografica è ben equilibra-ta nella distribuzione delle linee-forza e nell’accostamentoarmonioso dei pochi colori utiliz-zati, cioè i toni gialli, verdi e rosa-ti: tutto concorre a far concentrarel’attenzione sulla figura di Lucia,che sta per ricevere l’eucarestia.

Le linee-forza nell’affrescosono di due tipi: verticali e diago-nali. Le verticali possono identifi-carsi nel vessillo, nelle lance, nelpastorale, nei ceri accesi, nelle astedel baldacchino: esse danno dina-mismo alla rappresentazione, indu-cendo a guardare in alto, dovetrionfano i simboli della gloria delmartirio. Le linee-forza diagonalida un lato sono suggerite dalle om-bre delle gambe del carnefice ri-portate sul terreno, dal profilo obli-quo del corpo della martire, dal suoavambraccio destro appoggiato sulpetto, dal progressivo salire delleteste dei fedeli in alto a destra, dal-l’altro lato sono suggerite dal profi-lo del corpo del Vescovo, inchinatonell’atto di comunicare Lucia, dalbordo del mantello del prelato, dal-lo scudo e dagli elmi dei soldati inalto a sinistra. Gli assi diagonaliprincipali trovano il loro punto diincrocio nella particola sacra, chenell’affresco diviene fuoco genera-tore non solo della compagine ico-nografica, ma anche del suo conte-nuto ideologico: la partecipazioneai sacramenti, sostenuta dalla fe-de indefessa, come testimonia l’e-sempio della martire siracusana,assicura la conquista della gloriaeterna.

Che siamo in pieno climapost-tridentino è evidente anchedalla presenza ricercata oltre chedelle insegne dell’autorità episco-pale, la mitria e il pastorale, anchedi quegli elementi quali il baldac-chino processionale e i chierici te-

dofori, che i padri conciliari aveva-no prescritto per onorare il sacra-mento dell’eucarestia, quando sidoveva portare il viatico ai mori-bondi.

Il committente dell’affrescodimostra di conoscere bene la lette-ratura contemporanea post-triden-tina relativa alle immagini sacre ein particolare il divieto, espresso daCarlo Borromeo, di dipingere negliedifici di culto eventi leggendari,che potevano indurre i fedeli allacredulità superstiziosa. I bulbi ocu-lari, che divennero uno dei simbolidel martirio di Lucia solo a partiredall’età medievale6, sono raffigura-ti nel nostro affresco nell’intrados-so dell’arco del catino absidale,cioè in posizione secondaria. Ap-pare evidente, quindi, che nell’af-fresco ferentinate, invece di elimi-nare il dettaglio leggendario, sipreferì collocarlo in posizione mar-ginale, perché troppo radicata do-veva essere la fede popolare, cheinvocava Lucia quale protettricedella vista. Inoltre il valore simbo-lico degli occhi, derivato dal signi-ficato esoterico del nome Luciaconnesso con la “luce”, poteva gio-vare anche nel clima di rigore post-tridentino, per sottolineare l’impor-tanza della “luce della fede”, checonsente di vedere la verità ancheoltre le apparenze.

Suggestiva è l’ipotesi di rico-noscere nello sfondo dell’affrescola città di Ferentino con la monu-mentale porta Sanguinaria, che sitrova a non molta distanza dallachiesa di S. Lucia. L’inserimento dielementi di paesaggio familiareconferma, infatti, l’attendibilità delmessaggio religioso del dipinto,che entra nella storia personale deifedeli. Il rispetto della simmetria,la chiarezza del contenuto, lo stiledi rappresentazione corsivo e reali-stico, la luminosità dei colori, il to-no devoto e quotidiano, riscontra-bili nell’affresco ferentinate, sonotutti elementi tipici dell’arte devo-zionale promossa dalla committen-za ecclesiastica del dopo-conciliotridentino.

Ottimo decoratore, il Licati,pur abbandonandosi a qualche ca-priccio manieristico, quale adesempio le diverse fogge degli el-mi, cura le espressioni devote deifedeli che assistono e caratterizzain modo particolare la fisionomiadel vescovo, nelle cui fattezze so-matiche è forse riconoscibile il ri-tratto di Silvio Galassi, il vescovocommittente, che senza dubbiosuggerì al pittore le indicazioni teo-logiche, per la corretta rappresenta-zione dell’episodio sacro.

NOTE

1 Con lievi varianti e privo delle note sipubblica il presenta articolo già editodall’autrice con il titolo L’arte sacraa Ferentino nell’intervento riforma-tore del vescovo Silvio Galassi(1585-1591), in AA.VV., Silvio Ga-lassi vescovo di Ferentino (1585-1591) e la sua epoca, atti del conve-gno Ferentino 9-10 novembre 1991,Casamari 1994, pp. 53-64. A tale vo-lume si rimanda per i riferimenti bi-bliografici.

2 E. BATTISTI, Riforma e Controrifor-ma, in Enciclopedia Universale del-l’Arte, Firenze 1963, vol. XI, coll.373-374; F. ZERI, Pittura e Contro-riforma. L’“arte senza tempo” diScipione da Gaeta, Torino 1957, pp.30-33, 63.

3 B. VALERI, Una visita, un processo,una città: Ferentino 1585, in Thesau-rus Italiae N.S., X, 1, Roma 1987, p.5; EDEAM, Silvio Galassi, un vescovodella Controriforma a Ferentino(1585-1591), Casamari 1983; Archi-vio Vescovile di Ferentino (AVF), Vi-sita pastorale del vescovo Silvio Ga-lassi del 1585, in Visite Pastorali,vol. A/1, ff. 1-81. Biancamaria Valeriha curato le edizioni critiche della vi-sita alla città, pubblicata nel volumeUna visita, un processo, una città,op. cit., e della visita alla diocesi,pubblicata negli Atti del Convegno“Silvio Galassi vescovo di Ferentino(1585-1591) e la sua epoca” - Feren-tino, 9-10 novembre 1991, Casamari1994, pp. 81-195.

4 La chiesa di S. Lucia è un edificio adue navate, divise da pilastri a sezio-ne quadrata, delle quali la maggiore,absidata, poggia su una cripta dedica-ta al culto di S. Biagio e presenta di-verse fasi costruttive. La struttura ar-chitettonica attuale della chiesa nellelinee fondamentali risale ai secc. XI-XIII, con rimaneggiamenti edilizisuccessivi. Il vescovo Galassi nellasua visita alla chiesa non menziona lacripta né il culto al martire Biagio.

5 Attualmente il nome Federicus è il-leggibile per il distacco della superfi-cie pittorica, avvenuto prima dell’in-tervento di restauro. La fotografiadel cartiglio con la firma del pittore èconservata presso la Soprintendenzadei BB. AA. di Roma, scheda 20 cit.,n. inv. neg. 140272.

6 Gli attributi specifici del martirio diLucia, morta a Siracusa il 13 dicem-bre 304, desumibili dal racconto del-le torture descritte nella passio, sonoil carro dei buoi e soprattutto la spa-da confitta nel collo, talvolta sostitui-ta da un pugnale, strumento con cuiLucia venne giustiziata. L’attributodei bulbi oculari entra tardi nell’ico-nografia della martire. Infatti nel Me-dioevo si iniziò ad invocare Lucia co-me protettrice contro le malattie degliocchi, poiché si sottolineò il signifi-cato esoterico del nome Lucia con-nesso con la luce (spesso S. Lucia èrappresentata anche con una lampadain riferimento alla parabola delle Ver-gini sagge).

a Teresa Valeri

Fig. 3- ASV, Congr. Episc. Et Reg., Positiones 1585, Lett. G-C, Fasc.Ferentino, sigillo cartaceo di mons. Silvio Galassi.

Fig. 4- Federico Licati, Stemma del vescovo Silvio Galassi, 1585 ca, affrescoabsidale. Ferentino, Chiesa di S. Lucia, dettaglio.

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Nei giorni 4,5 e 6 ottobre2002, s è svolta nel Friuli VeneziaGiulia, e precisamente a Grado,l’Assemblea Nazionale delle ProLoco d’Italia che, nell’occasione,hanno festeggiato anche il 40°anno della fondazione dellaU.N.P.L.I. stessa.

Inutile ricordare che parteci-pare a queste manifestazioni, oltread ampliare la conoscenza sullarisoluzione dei molteplici proble-mi che le Pro Loco si trovano adaffrontare nel corso dell’attività,servono a confrontarsi e a ripren-dere un po’ di “sprint”.

I lavori si sono tenuti nel Pa-lazzo dei Congressi di Grado edhanno affrontato problematicheattinenti alle leggi regionali, all’e-voluzione storica dell’U.N.P.L.I.,ma, soprattutto hanno evidenziatola necessità di modificare lo Statu-to in vista della recente Legge Na-zionale riguardante le Associazio-ni di volontariato tra le qualirientrano appunto le Pro Loco.

La Ciociaria è stata degna-mente rappresentata in questo mo-mento così importante, essendocistata un’adesione considerevoledelle Pro Loco della provincia diFrosinone con: Boville Ernica,Ceccano, Collepardo, Ferentino,Vallerotonda e Veroli.

Nel corso dell’Assemblea si èsvolta anche la votazione per l’ap-provazione di 3 nuovi punti da in-serire nello Statuto delle Pro Locoper permettere l’inserimento inbase a quanto previsto nella nuovalegge regionale del 7.12.2000 n.383, pubblicata sul n. 300 dellaGazzetta Ufficiale della Repubbli-ca del 27.12.2000 (Disciplina del-le Associazioni di promozione so-ciale).

Si è anche discusso sulla pro-posta di una legge nazionale per lestesse Associazioni Pro Loco al fi-ne di contenere in un unico dispo-sivo legislativo l’intera disciplinache, oltre a interessare questo tipodi sodalizio, valga anche comegiusto riconoscimento per il ruolosvolto dalle Pro Loco all’internodelle numerosissime realtà territo-riali.

L’appuntamento di Grado èstata anche una irripetibile occa-sione per conoscere ed apprezzareuna regione ricca di storia e dibellezze naturali.

Si è potuto infatti ammirare,tra l’altro, anche la città fortezza apianta stellata di Palmanova, oltrenaturalmente alle altre zone limi-trofe.

Peccato solo che il tempo adisposizione per le visite turistichesia stato troppo poco…, ma ci sa-ranno altre occasioni per potercitornare con calma, magari orga-nizzando una gita culturale adhoc.

Alla prossima, dunque e, cre-deteci, queste partecipazioni sonoveramente insostituibili per raffor-zare i vincoli di amicizia e di sim-patia tra le Pro Loco, sia vicinegeograficamente, sia lontane ma,nello stesso tempo a… portata ditelefono.

PRO LOCO di Ceccano

AssembleaNazionalePRO-LOCO

A quattro anni dalla sua nascita il Portale Internet dell’Associa-zione Proloco di Ferentino (www.proloco.ferentino.fr.it) si è rifatto illook.

L’opera di aggiornamento ha riguardato sia il layout grafico, cheè stato reso aderente agli standard di riferimento attuali, sia il conte-nuto documentale che è stato implementato e riorganizzato.

L’ingresso al portale è costituito da una home page nella quale so-no riportate notizie aggiornate inerenti i principali avvenimenti nelcampo dello spettacolo e della cultura in programma nella nostra cit-tà. Da essa è possibile accedere direttamente ad una serie di sezioni te-matiche, che consentono al visitatore virtuale di approfondire aspettiinerenti la storia, l’arte, la cultura e le tradizioni; accanto ad esse vi èuna ricca sezione informativa nella quale sono riportate informazioniutili per il turista e il cittadino.

Complessivamente il sito è costituito da circa 300 pagine e 500 frafoto ed immagini grafiche.

Le statistiche, pubblicate dal provider, evidenziano che nel corsodel 2002 il sito ha ricevuto oltre 10.000 visite erogando complessiva-mente circa 110.000 pagine.

I turisti virtuali provengono dall’Italia, dalle principali nazioni eu-ropee (con in testa la Russia, seguita da Francia, Svizzera e Germania),e da paesi extraeuropei, sia da quelli più noti e caratterizzati da unamassiccia presenza di ferentinati (Stati Uniti, Canada, Australia, Bra-sile, Argentina) sia da altri, meno prevedibili, quali l’Uganda, il Viet-nam e l’Ecuator.

E’ comunque nel rapporto con i concittadini che vivono fuori Fe-rentino che il portale ha fornito i risultati più significativi, costituendouno strumento insostituibile di comunicazione, che ha aiutato a teneresempre vivo il legame d’amore con il paese d’origine: sono decine edecine le e-mail che ci inviano e che testimoniano quanto forte è in lo-ro l’attaccamento e la nostalgia per Ferentino, il rimpianto per averelasciato un luogo magico, che evoca i ricordi più belli di una gioventùgioiosamente vissuta fra le vestigia di 30 secoli di storia e tradizioni,e il desiderio prepotente di tornarvi a trascorrere i giorni sereni dellavecchiaia.

Il Portale Internet dellaProloco di Ferentino

L’utilità delle Pro Loconel territorio ciociaro

Nel numero di Set-tembre di questo pe-riodico, in se-condo pagina, èstata riportata lanotizia della mianomina a re-sponsabile dellaProvincia di Frosinoneper le Pro Loco affiliateall’U.N.P.L.I. (Unione Na-zionale Pro Loco d’Italia).E’ un onore per me presiede-re questo Comitato, anche seimpegnerà maggiormente il miorisicato tempo da dedicare aqueste associazioni che operanospassionatamente, senza alcunaltro scopo se non la promozio-ne, la salvaguardia e la valoriz-zazione dei centri di apparte-nenza. Rappresentare questePro Loco mi inorgoglisce per-ché in esse ci sono persone ca-paci, umili ed al tempo stessofiere di rappresentare il propriopaese.

In questo nuovo impegno,per il quale sono stato chiamatoed al quale mi dedicherò congrande piacere, sarò coadiuvatodal Consiglio Direttivo provin-ciale che mi ha concesso fiduciae che perciò ringrazio; ognunodei componenti il Consigilo siadopererà a tenere i contatti conle varie Pro Loco in modo dasvolgere un lavoro capillare etenere sempre presenti le neces-sità dell’intera nostra provincia.

Il ruolo che svolgono letante Pro Loco italiane è impor-tante ed in tanti casi è risultatofondamentale per il supportoche riescono a fornire agli ope-ratori turistici ed alle ammini-strazioni civiche, anche e so-prattutto in fase propositiva,stimolando l’azione delle strut-ture istituzionali nelle numeroseiniziative.

E’ importante che le ProLoco collaborino sempre con leamministrazioni comunali, diqualsiasi appartenenza politicasiano, senza mai lasciarsi coin-volgere, però, in questioni dipartito e tenendo presente l’esi-genza di rimanere in ogni mo-mento al servizio della cittadi-nanza.

In Italia le Pro Loco sonopresenti in circa seimila centri,grandi e piccoli, e le prime co-stituzioni risalgono all’anno1880. Nella nostra Provinciaesistono settanta AssociazioniPro Loco, soltanto un numeroesiguo, però, è affiliatoall’U.N.P.L.I..

Vorrei cogliere, perciò,l’occasione, per invitare i re-sponsabili delle associazioninon affiliate a mettersi in con-tatto con l’U.N.P.L.I. provincia-le in modo da rappresentare piùdettagliatamente le proprie esi-genze e le proprie idee. Un

gruppo sempre più numerosodi associazioni che perseguo-

no obiettivi simili consenteil raggiungi-

m e n -

to deglistessi con minordispendio di energie ed una mi-gliore esposizione promoziona-le.

L’U.N.P.L.I. è un ente na-zionale riconosciuto dalle pub-bliche istituzioni, e fornisce allePro Loco affiliate una serie diservizi, convenzioni e tutte leinformazioni utili alla condu-zione e gestione delle singoleassociazioni.

Voglio sperare che in ognicentro della nostra Provincia leamministrazioni e la cittadinan-za siano vicini alle Pro Loco;iscriversi e sostenere questi vo-lontaristici sodalizi consente diprogrammare e realizzare mani-festazioni ed iniziative di variogenere, dalla cultura al tempolibero, dalla tradizione folklori-stica, allo spettacolo, semprenell’interesse del paese. Le ProLoco devono rappresentare deipunti di riferimeno per i cittadi-ni e per i turisti che vengono avisitare la città; uno dei compitiprincipali di queste associazioniè la costante divulgazione del-l’immagine della propria città edel suo ricco patrimonio di sto-ria, arte e cultura.

Le forze associative si mi-surano anche e maggiormentedalle capacità organizzative edal numero sempre maggioredei suoi iscritti, che devonocompiacersi di appartenervi.

Che il 2003 sia un anno po-sitivo per le adesioni alle ProLoco!

L’U.N.P.L.I. provinciale in-tende impegnarsi a far sì che inogni centro della Ciociaria ope-ri una Pro Loco, in modo da es-sere presenti su tutto il territoriofrusinate il cui ambiente, il pa-trimonio artistico e monumen-tale sia godimento di attività tu-ristiche per tutti.

Chiudo con l’inviare a tuttele Autorità civili, religiose, mili-tari, a tutte le Pro Loco, ai loroiscritti e ai nostri affezionati let-tori, l’augurio sincero di BUO-NE FESTE, sperando che il2003 sia un anno felice e pro-spero per tutti.

Luigi SonniPresidente Provinciale U.N.P.L.I.

Presidente Pro Loco di Ferentino

ASSEMBLEA GENERALEDomenica 27 ottobre 2002, presso la sede della Pro Loco, si è

svolta l’Assemblea dei soci chiamati ad esaminare e discutere il Bi-lancio preventivo dell’anno 2003. Dopo il saluto agli intervenuti, ilPresidente Luigi Sonni ha illustrato le voci, in ENTRATA ed USCITAdel preventivo, il quale è stato approvato all’unanimità dall’Assem-blea, e che di seguito riportiamo.

BILANCIO PREVENTIVO ANNO 2003

ENTRATE

Residuo attivo al 31 dicembre 2002Tesseramento sociale anno 2003Contributo Comunale per apertura monumenti Contributo Comunale per attività anno 2003Contributo Regionale Lazio Assess. Turismo/Az. da Prom. Turist. FRContributo comunale per festeggiamenti del Carnevale Contributo comunale per festeggiamenti di S. Ambrogio Contributo comunale per festeggiamenti S. Pietro Celestino Contributo comunale per manifestazioni estive + ricavo posti a sedere Contributo comunale per manifestazioni natalizie Incasso Lotteria del 1° maggio Contributi al periodico trimestrale “Frintinu me…”Contributi alle pubblicazioni della Pro Loco Contributi vari

TOTALE

USCITE

01 Gennaio – Concerto di Capodanno con la banda musicale cittadina 05 Gennaio – Aspettando la “Befana” spettacolo per bambini 06 Gennaio – Festa della “Scarpetta” c/o Madonna della Stella 08 Gennaio – Inizio corso per guide turistiche

– da fine Gennaio a metà Novembre, Apertura Monumenti 09 Febbraio – Giornata dedicata agli anziani 2/4 Marzo – Manifestazioni del Carnevale Marzo-Giugno-Settembre-Dicembre Stampa e sped.ne “Frintinu me…”26/30 Marzo – Partecipazione 33a Expolevante di Bari fiera sul turismo06 Aprile – Festa sociale e presentazione nuovo depliants di Ferentino 12 Aprile – Serata Dialettale Ciociara20 Aprile – Fitto vetrina espositiva presso le Terme di Fiuggi 28 Aprile/2 Maggio – Festeggiamenti in onore

del Santo Patrono Ambrogio martire– Acquisto Premi della Lotteria del 1° maggio

11 Maggio – Rievocazione storica di Aulo Quintilio Prisco16/22 Maggio – Festeggiamenti in onore di San Pietro Celestino 22/29 Giugno – Infiorata del Corpus Domini Premiazioni migliori tratti Luglio – Patrocinio alla gara internazionale di ciclimo Categ. juniores 13 Luglio – XXII edizione Trofeo Pro Loco “Lancio del Ruzzolone”27 luglio/26 Agosto – Manifestazioni dell’Agosto Ferentinate

– Ospitalità all’Orchestra di Ekaterinburg (Urali) Settembre – Mostra di pittura di giovani artisti locali Ottobre – Concerti eseguiti da giovani musicisti locali Ottobre – 2a Assemblea Provinciale delle Pro Locodall’1 al 4 Novembre – Mostra sul tesseramento sociale anno 200421 al 31 Dicembre – Manifestazioni natalizie e di fine anno Canoni vari: Enel-Telecom-Italcogim-RaiTV-Internet-Nett. Urbana

Postali-Cancelleria

TOTALE

di Pietro Scerrato

3.700,0010.200,007.500,007.500,005.000,005.000,00

40.000,005.000,00

15.000,0012.500,0012.500,003.800,001.300,001.000,00

130.000,00

600,001.200,00

800,00

7.500,001.600,005.000,004.000,003.000,004.500,001.500,001.100,00

40.000,009.100,001.200,005.000,002.300,00

750,00350,00

15.000,004.000,002.000,002.000,002.000,00

12.500,00

3.000,00

130.000,00

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NozzeDomenica 8 settembre

2002, nella chiesa parrocchialedi Santa Maria Maggiore a Fe-rentino, il parroco don Luigi DeCastris ha celebrato l’Eucare-stia per l’unione matrimonialetra Sergio VIRGILI e SabinaMARIANI.

Testimoni delle nozze sonostati Alberto Virgili e LorenaCaponera per lo sposo, Alessan-dro Grandi e Floriana Celardiper la sposa.

Lo sposo è figlio di Enricoe Elia Di Tommasi, mentre lasposa è figlia della nostra iscrit-ta Lucia Gizzi.

Alla giovane coppia giun-gano le felicitazioni della nostraAssociazione con l’augurio diun lungo cammino di ognibene.

* * *Sabato 5 ottobre 2002 a

Sora, nella chiesa della Madon-na della Quercia, don ErmannoD’Onofrio ha celebrato il sacrorito del matrimonio e benedettole nozze tra Antonio POM-PEO e Beatrice COLETTA

Testimoni sono stati, Alfre-do Pompeo e Marco Di Torriceper lo sposo, mentre FrancescoColetta e Giovanni Di Torrice losono stati per la sposa. I geni-tori dello sposo sono i nostri so-ci Francesco Pompeo e MariaLucrezia Pro, la sposa è figliadell’avv. Giuseppe Coletta eValeria Di Torrice.

Ai giovanissimi sposi giun-gano le infinite felicitazionidella nostra Associazione conl’augurio di una vita serena.

Nozze d’OroDomenica 6 ottobre 2002,

presso il Santuario del DivinoAmore a Roma, hanno rinnova-to il loro amore, in occasionedel 50° anniversario di matri-monio, Angelo ROFENA eMaria Pia PALOMBO.

Hanno fatto da degna cor-nice alla cerimonia i figli Rosel-la e Franco, i nipoti, il genero,la nuora, i fratelli, la sorella etanti parenti; dopo la cerimoniareligiosa tutti si sono ritrovati inun noto ristorante romano.

Nello stesso giorno del1952, la coppia venne unita inmatrimonio a Ferentino dall’al-lora parroco di Santa Maria deiCavalieri Gaudenti don Torqua-to del Serrone.

La Pro Loco e la Direzionedi “Frintinu me…” augurano adAngelo e Maria Pia una vita an-cora lunga di prosperità.

Auguri Presso l’Istituto Musicale

Pareggiato “G. Briccialdi” diTerni si è brillantemente diplo-mata in Scuola di Violino, con ilmassimo dei voti, la signora Cri-stina POLLETTA figliola diAlfredo nostro concittadino resi-dente a Terni e sostenitore diquesto periodico, e di Laura Ta-rani. In precedenza la giovanediplomata aveva ottenuto altrimeritevoli riconoscimenti: 1°Premio assoluto al Concorso perGiovani musicisti “Settenote” te-nutosi al Comune di Castelnuo-vo di Farfa (punteggio 98/100),1a classificata al 2° Festival In-ternazionale “Arte e Scuola” Se-zione Musica, svoltosi presso ilLiceo Scientifico “G. Galilei” diTerni.

La Pro Loco e la Direzione di“Frintinu me…” si complimenta-no vivamente con la giovane Cri-stina e con i suoi familiari.

Auguri La nostra iscritta Benita ANTO-

NUCCI, poetessa, ha ottenuto un ecce-zionale riconoscimento a Caltanissetta,in Sicilia, partecipando ad un concorsoorganizzato dall’Associazione Culturale“Astra” per il Premio “Cuore di Sicilia”;alla nostra concittadina è stato assegnatoil 1° Premio nel settore “Poesie d’Amo-re” per il lavoro “Non ho paura perché tiamo”.

Alla nostra iscritta Benita giungano i complimenti vivissimidella Pro Loco e della Direzione di “Frintinu me…”.

La Pro Loco esprime viva sod-disfazione all’Onorevole AntonioTAJANI (F.I.), originario di Feren-tino e sostenitore di questo periodi-co, per la sua nomina all’alto incari-co di Vice Presidente del PartitoPopolare Europeo, presso il Parla-mento dell’Unione Europea a Stra-sburgo. Incarico ottenuto con 228voti su 330 in una votazione svolta-si in Portogallo. “Ad Majora!”.

Auguri

Giovedì 14 novembre 2002, presso il salone di rappresentanzadella Prefettura di Frosinone, sei nostri concittadini, soci della Pro Lo-co, hanno ricevuto dalle mani del Prefetto i Diplomi di Onorificenzadell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

Essi sono, così come riportati nella foto, da sinistra a destra: Fran-co Reali, Francesco Pettorini, il Prefetto Dr. Aurelio Cozzani, BrunoPaluzzi, Carlo Ceccarelli, Luigi Marsecano, Guerino Ciuffarella, edassente Franco Pro. Ad essi vanno le vivissime congratulazioni dellanostra Associazione e della Direzione di “Frintinu me…”.

Giubileo Sacerdotale

Domenica 20 ottobre, presso il Centro Don Orione di Bergamo, ilnostro concittadino don Giovanni Battista CIUFFARELLA ha cele-brato il suo 50° anniversario di sacerdozio, attorniato dai confratellidell’Opera Don Orione, dalla sorella Caterina e dal fratelo Luigi, so-stenitori di questo periodico, e da tanti familiari.

Don Giovanni, che celebrò la sua prima Messa a Roma nell’anno1952, ha ringraziato il Signore e la Madonna Santa per la vocazionesacerdotale ottenuta.

La Pro Loco e la Direzione di “Frintinu me…” inviano a don Gio-vanni infiniti e vivissimi auguri.

Celebrata la “Virgo Fidelis” Domenica 24 novembre, la sezione di Ferentino dell’Associazio-

ne Nazionale Carabinieri in congedo, intitolata alla M.A.V.M. carabi-niere Gaetano Catracchia, presieduta dal Cav. Idolo Datti, nostroiscritto, ha organizzato una cerimonia nella ricorrenza ed in onore del-la “Virgo Fidelis” patrona dell’Arma benemerita, e nella circostanza èstato anche ricordato il sacrificio del Battaglione dei Carabinieri che siimmolò a Culqualber in Africa Orientale nel 1941.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei Ca-duti della grande guerra, il corteo si è diretto verso la Cattedrale di SanGiovanni e Paolo per assistere alla S. Messa celebrata dal parroco donLuigi Di Stefano. Al termine è stata data lettura della preghiera del ca-rabiniere.

Nastro celeste in casa delsostenitore di questo periodico Ga-

spare Morgante e Laura Terdossi resi-denti a Milano. E’ arrivata la cicogna ed

ha portato un vispo maschietto di nomeMATTEO.

Ai raggianti genitori, ai nonni Sheila eDiego Morgante, nostri soci, a Licia e Claudio

Terdossi, ai cuginetti Alessandro, Valerio e An-drea vanno i complimenti vivissimi della Pro Loco e

della Direzione di “Frintinu me…”, che formulano l’augurio dibenvenuto tra di noi al piccolo Matteo.

In casa di Vincenzo Liberatori e Antonella Palombo è ar-rivata la cicogna portando con se un bel bimbo chiamato AM-BROGIO, arrivato a far compagnia alla sorellina Maria Celeste.

Ai felicissimi genitori, ai nonni Angelica (Maria) Valori, alnostro socio e poeta dialettale Giuseppe Palombo, a Giuseppina LiCocci e Mario Liberatori inviano infinite felicitazioni la nostra As-sociazione e la Direzione di “Frintinu me…”, che danno anche uncaloroso benvenuto ad Ambrogio.

Ancora una volta la cicogna si è affacciata in casa del dr. Pie-tro Domenico Mangiapelo e Renata Mariotti, portando questa vol-ta una vispa bimba dal nome AGNESE, venuta a far compagniaai raggianti fratellini Luciano e Michele.

Ai gioiosi e felici genitori, ai nonni Angelo Mangiapelo so-stenitore di questo periodico e Laura Di Tommasi, al nostro sociodr. Giacinto Mariotti e Anna Matilde Gabrielli, giungano i com-plimenti vivissimi della Pro Loco e della Direzione di “Frintinume…” mentre alla piccola Agnese va il caldo benvenuto tra noi.

Dopo due nastri rosa è arrivato quello celeste. Infatti in casadei coniugi Pierluigi Coppotelli, nostro socio, e Franca Maria Ca-rocci, è arrivato GIUSEPPE per la felicità dei genitori, delle so-relline Claudia e Giulia, ma anche delle nonne Olga Dell’Orco ePaolina Mastrangeli.

A tutti giungano le infinite felicitazioni della Pro Loco e del-la Direzione di “Frintinu me…” ed un caldissimo benvenuto alpiccolo Giuseppe.

Page 8: Finito di stampare Dicembre 2002 Un Natale in tono minore per la … · 2015. 10. 23. · con le foto di manifestazioni sportive degli anni ‘50-60, altri pan-nelli con foto di scolaresche

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La Pro Loco ringrazia La Pro Loco porge un vivo ringraziamento alle sot-

toelencate persone che, nell’occasione della pubblicazionedel numero scorso di questo giornale, hanno inviato al-l’Associazione cospicui contributi di denaro, intendendocon ciò il loro plauso per tale iniziativa.

Come eravamo . . .Adesse Lidia – Ferentino Amadio Vittorio – Roma Anonimo da Via Bartoli Bastoni Anna – Ferentino Bianchi Ambrogio – ArpinoBianchi Maria – Ferentino Caliciotti Ambrogio – South Orange N.J. USACaliciotti Licinio – Rieti Catracchia Raffaele – Ferentino Cedrone Franco – Roma Celardi Fernando – Via Casilina Sud Celardi Mario – Ferentino Cellitti Ambrogio – Ferentino Cialone Tiberio – Pittsford, N.Y. USACiuffarella Caterina – Ferentino Clark Maria Pia – Rockford Ill. USAConcutelli Pietro – Ferentino D’Agostini Guerino, – Filio - S. Bernardo Do Campo - BrasilDamiani Ambrogio – Anzio Datti Francesco – Roma Dell’Orco Eduardo – Florida, B.A. ArgentinaDel Monte Gino – Vittorio Veneto Di Grazia Giovanni – Ferentino Di Tomassi Antonio – Latina Eprani Leonardo – Ziano di Fiemme Famiglia Giorgi Armida – Rockdord Ill. USAFerraguti Mario – Warminster, PA. USAFerri Maria – Milano Giordani Marinelli Anna – Ferentino Giorgi Nicola – Ferentino Giovannetti Tiziana – Roma Laezza Polletta – Basilea, Svizzera Leoni Averardo – Ferentino Liberati Eraldo – Ferentino Liberati Giovanni – Villafranca di Verona Liberatori Ellen – Osceola, Wi. USALiberatori Floyd – Rockford Ill. USALiberatori Vincenzo – Anagni Magliocchetti Dino – FerentinoMancini Mario – Ferentino Mangiapelo Angelo – Ferentino Minucci Raffaele – Ferentino Morgante Gaspare – Milano Pagliuca Giuseppe Antonio – Ferentino Palombo Maria – Ferentino Paris Franca – Ferentino Pinelli Adriana – Ferentino Pinelli Gilda – Ferentino Pro Vincenzo – San Giovanni IncaricoSavelloni Erminio – Swarthmore, Pa-USASchietroma Francesco – Ferentino Segneri Palma – Ferentino Sisti Antonia – Roma Sordi Romano – Ferentino Tiribocchi Aurelio – Roma Tribioli Alberto – Frascati Virgili Maria Pia – Roma Virgili Virgilio – Roma Zaccari Vincenzo – Trieste

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ANNO SCOLASTICO 1971-72II Classe Stenodattilografia, al campetto del “Martino Filetico”

Chiediamo scusa ai familiariper la triste notizia giuntaci in ri-tardo.

Il 19 agosto scorso a Como,dove risiedeva con la famiglia, èvenuto a mancare il nostro concit-tadino e sostenitore di questo pe-riodico Dr. Enzo CELLITTI.

Alla moglie Luisa Pietropao-li, ai figli Ugo e Roberto, allenuore, ai nipoti, alla sorella An-netta, giugano le sentite condo-glianze della nostra Associazione.

Mercoledì 2 ottobre 2002 èvenuto a mancare Emilio GIOR-GI di anni 72, sostenitore di que-sto periodico.

Alla moglie Dionigia Fontec-chia, ai figli Francesco ed Ornel-la, al nipotino Emilio, ai familiarie parenti la Pro Loco e la Direzio-ne di “Frintinu me…” formulanosentite condoglianze.

Il 27 settembre scorso, all’etàdi 89 anni è venuta a mancare Ce-lestina (Peppina) VIRGILI ve-dova Sugamosto. Ai figli Franco,nostro iscritto, a Carlo, alle nuore,

ai nipoti, ai parenti tutti giunganole condoglianze della nostra As-sociazione e della Direzione di“Frintinu me…”.

Martedì 22 ottobre 2002,presso l’Ospedale di Frosinone,all’età di 97 anni ha cessato di vi-vere Giuseppe ROSA.

Neglianni ‘80 ès t a t oc o m p o -n e n t esuonatored ’ o r g a -netto delg r u p p ofolklori-stico del-la nostraPro Loco.

Ai fi-gli Elvio,

Franco, Marisa, Luisa e Antoniet-ta, alle nuore, ai generi, ai nipoti epronipoti vanno le sentitissimecondoglianze della nostra Asso-ciazione.

Sabato 23 no-vembre 2002, nel-lo splendido sce-nario della chiesagotico cistercensedi Santa MariaMaggiore, la banda musicale “Città di Ferenti-no”, diretta dal M° Tonino Ciammaruconi, hatenuto un eccezionale ed applauditissimo con-certo nella ricorrenza di Santa Cecilia Patronadei musicisti.

Questo il programma dei brani suonati:“Festival Suite” di A. Waignein, “Casual Sui-te” in Eb di L. Pusceddu, “Novena” di J.Swearingen, “Memory” di A. L. Webber,“Ross Roy” di J. de Haan, “Vaga Luna” di V.Bellini, “Tristezza” di F. P. Tosti e “Moment

for Morricone” diJ. Morricone/deMey, in questi ul-timi tre pezzi c’èstato l’interventocanoro del mezzo-

soprano Beatrice Mercuri che è stata applaudi-ta dal numeroso pubblico presente.

Il Commissario Prefettizio al Comune diFerentino dottoressa Anna Palombi, presente alconcerto, ha ringraziato i componenti dellabanda, il Maestro e la cantante per le bellissi-me ed applaudite musiche ascoltate.

In chiusura un eccezionale ed applauditis-simo fuori programma “Happy Mallets” di H.Evers, solista Fabrizio Bartolini.

La sera du Natalu

Pòra mammozza mè,tu vedu da luntanu

da ‘sta tera frastera pù magnà zica panu.

Puru masséra tu piagni dunanti agli fucareglica mentru a Sangiuvagni nasci gli Bambinegli.

Tu rupenzi agli Natalu du che annu passatu prima cu chellu malu su strappurtà poru Tata…

Lu panu s’ancucciatu,gli focu s’arammortu,

gli Bambinegli a natu,i tu si strafficcatu agli lettu.

A mi mu paru da suntilla,cu mentre dici ch’arazziònu appress’acchè ziasilla,dici alla Mamma bona:

Oh! “Madonna” bunudetta,accralmumu chistu sciru,smorzumu ‘sta fiara ‘mbettu,i si gli stuppinu vidi ch’è quasi struttu,dicci agli Patratèrnu cu mu s’araccògli ‘ntuttu.

E.A.P.

Buon Natale a voi e alle vostre famiglie

C e l e b r a t aSanta Cecilia