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È un piacere presentare il lavoro “Fisioterapia respiratoria in chirurgia toraci- ca” poiché introduce un argomento estremamente attuale in chirurgia tora- cica. Si tratta infatti di porre oggettivamente a confronto le tecniche di chi- rurgia mini-invasiva con l’accesso chirurgico tradizionale valutando il dolore post-operatorio ed il recupero della funzione respiratoria dopo chirurgia polmonare. Negli ultimi anni abbiamo osservato un notevole incremento della casistica di chirurgia toracica, poiché, purtroppo, si è assistito ad un au- mento dell’incidenza della patologia neoplastica mediastinica, pleurica e pol- monare sia nel sesso maschile, ma soprattutto nel sesso femminile. Nel contempo, come per altre patologie, la tecnica chirurgica mini-invasiva viene proposta sempre più spesso anche per patologie toraciche. Sono state riportate in letteratura migliaia di lobectomie eseguite per via toracoscopi- ca video-assistita (video-assisted thoracic surgery,VATS), dopo la prima lo- bectomia condotta per via toracoscopica nel 1992. La differenza fra VATS e toracoscopia consiste nel fatto che accanto agli accessi toracoscopici vi è nel primo caso una mini-toracotomia muscle-sparing di servizio indispensabi- le per estrarre il pezzo operatorio e molto utile durante l’intervento per l’accesso di strumenti tradizionali (suturatici, aspiratore, clamp vascolari). Tale metodica fu introdotta per la prima volta da Hans Christian Jacobaeus nel 1910, il quale usò un cistoscopio nella diagnostica della malattia pleuri- ca (1). Molti progressi tecnologici sono stati fatti da allora fino ad arrivare a video-camere miniaturizzate e strumentario chirurgico dedicato. La chirurgia toracica mini-invasiva trova indicazione diagnostica e tera- peutica in numerose patologie del torace (pneumotorace spontaneo e reci- divo, versamento pleurico, simpaticectomia toracica, traumi del torace, biopsie di lesioni mediastiniche, pleuriche e polmonari ed infine resezione di lesioni polmonari periferiche) pur non avendo ancora raggiunto lo sta- tus di gold standard per alcune indicazioni, avendo ancora oggi molti so- stenitori, ma anche molti detrattori soprattutto per l’exeresi di lesioni pa- renchimali maggiori (lobo) per patologie neoplastiche (2,3). Non si deve dimenticare che la metodica mini-invasiva costituisce solo una diversa via di accesso per eseguire le manovre che abitualmente vengono eseguite in chirurgia aperta. I vantaggi della chirurgia mini-invasiva sono molti e facilmente intuibili: minore invasività, minore dolore post-operato- rio, migliore recupero funzionale e, quindi, minor durata della degenza (4). La genesi del dolore post-operatorio in chirurgia toracica è legata a molti fattori: ad esempio l’ampiezza della ferita, qualità e numero dei tessuti che vengono interessati dall’incisione (uno o più muscoli, coste...), intensità, tempo e forza con la quale vengono applicati i divaricatori costali. Il dolore nasce in parte dal fatto che l’incisione della parete toracica è seguita dall’ap- plicazione di divaricatori costali che consentono di distanziare le coste. A seconda di quanti divaricatori vengono utilizzati e di come vengono applicati, si può avere minore o maggiore traumatismo dei tessuti (mu- scoli, coste), ma soprattutto del fascio vascolo-nervoso che decorre sul margine costale inferiore. Si spiega, dunque, come una incisione ampia 5 Prof. Luigi Santambrogio Unità Operativa di Chirurgia Generale ad Indirizzo Toracico Direttore Prof. L. Santambrogio Ospedale Maggiore Policlinico di Milano I.R.C.C.S. Via Francesco Sforza, 35 Milano RIVISTA ITALIANA DI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE RESPIRATORIA SETTEMBRE-DICEMBRE 2005 NUMERO 3 Fisioterapia respiratoria in chirurgia toracica EDITORIALE

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  • un piacere presentare il lavoro Fisioterapia respiratoria in chirurgia toraci-ca poich introduce un argomento estremamente attuale in chirurgia tora-cica. Si tratta infatti di porre oggettivamente a confronto le tecniche di chi-rurgia mini-invasiva con laccesso chirurgico tradizionale valutando il dolorepost-operatorio ed il recupero della funzione respiratoria dopo chirurgiapolmonare. Negli ultimi anni abbiamo osservato un notevole incrementodella casistica di chirurgia toracica, poich, purtroppo, si assistito ad un au-mento dellincidenza della patologia neoplastica mediastinica, pleurica e pol-monare sia nel sesso maschile, ma soprattutto nel sesso femminile.Nel contempo, come per altre patologie, la tecnica chirurgica mini-invasivaviene proposta sempre pi spesso anche per patologie toraciche. Sono stateriportate in letteratura migliaia di lobectomie eseguite per via toracoscopi-ca video-assistita (video-assisted thoracic surgery, VATS), dopo la prima lo-bectomia condotta per via toracoscopica nel 1992. La differenza fra VATS etoracoscopia consiste nel fatto che accanto agli accessi toracoscopici vi nelprimo caso una mini-toracotomia muscle-sparing di servizio indispensabi-le per estrarre il pezzo operatorio e molto utile durante lintervento perlaccesso di strumenti tradizionali (suturatici, aspiratore, clamp vascolari).Tale metodica fu introdotta per la prima volta da Hans Christian Jacobaeusnel 1910, il quale us un cistoscopio nella diagnostica della malattia pleuri-ca (1). Molti progressi tecnologici sono stati fatti da allora fino ad arrivare avideo-camere miniaturizzate e strumentario chirurgico dedicato.La chirurgia toracica mini-invasiva trova indicazione diagnostica e tera-peutica in numerose patologie del torace (pneumotorace spontaneo e reci-divo, versamento pleurico, simpaticectomia toracica, traumi del torace,biopsie di lesioni mediastiniche, pleuriche e polmonari ed infine resezionedi lesioni polmonari periferiche) pur non avendo ancora raggiunto lo sta-tus di gold standard per alcune indicazioni, avendo ancora oggi molti so-stenitori, ma anche molti detrattori soprattutto per lexeresi di lesioni pa-renchimali maggiori (lobo) per patologie neoplastiche (2,3).Non si deve dimenticare che la metodica mini-invasiva costituisce solo unadiversa via di accesso per eseguire le manovre che abitualmente vengonoeseguite in chirurgia aperta. I vantaggi della chirurgia mini-invasiva sonomolti e facilmente intuibili: minore invasivit, minore dolore post-operato-rio, migliore recupero funzionale e, quindi, minor durata della degenza (4).La genesi del dolore post-operatorio in chirurgia toracica legata a moltifattori: ad esempio lampiezza della ferita, qualit e numero dei tessuti chevengono interessati dallincisione (uno o pi muscoli, coste...), intensit,tempo e forza con la quale vengono applicati i divaricatori costali. Il dolorenasce in parte dal fatto che lincisione della parete toracica seguita dallap-plicazione di divaricatori costali che consentono di distanziare le coste.A seconda di quanti divaricatori vengono utilizzati e di come vengonoapplicati, si pu avere minore o maggiore traumatismo dei tessuti (mu-scoli, coste), ma soprattutto del fascio vascolo-nervoso che decorre sulmargine costale inferiore. Si spiega, dunque, come una incisione ampia

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    Prof. Luigi SantambrogioUnit Operativa di Chirurgia Generalead Indirizzo ToracicoDirettore Prof. L. SantambrogioOspedale MaggiorePoliclinico di Milano I.R.C.C.S.Via Francesco Sforza, 35 Milano

    RIVISTA ITALIANA DI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE RESPIRATORIA SETTEMBRE-DICEMBRE 2005 NUMERO 3

    Fisioterapia respiratoria in chirurgia toracicaEDITORIALE

  • possa essere talvolta meno doloro-sa di una incisione piccola sotto-posta ad importante divaricazione.Il lavoro presentato originale edinteressante, poich pone a con-fronto la metodica mini-invasivacon la tecnica di accesso tradiziona-le. I ricercatori presentano uno stu-dio prospettico, scopo del quale erail confronto fra due gruppi di pa-zienti sottoposti a chirurgia aper-ta versus chirurgia mini-invasiva.Gli autori sono stati attenti nel va-lutare funzionalmente i pazientiappartenenti ai due gruppi, ma an-drebbero confrontati anche alcuniparametri legati alla metodica chi-rurgica quali ampiezza dellincisio-ne, durata dellintervento, numerodi accessi toracoscopici ed eventua-le associazione di mini-toracotomiadi servizio, perdite ematiche, nu-mero dei drenaggi toracici posizio-nati e loro permanenza...Un dato interessante il tipo di la-voro che prospettico. Forse si do-vrebbe approfondire il campiona-mento dei pazienti, poich i duegruppi non appaiono omogenei pertipo di patologia. La metodica mi-ni-invasiva stata utilizzata per ipazienti affetti da patologia beni-gna, mentre i pazienti affetti da pa-tologia neoplastica sono stati tuttioperati con metodica tradizionale.Molti parametri, infatti, possonoinfluenzare il decorso post-opera-torio a seconda della benignit/ma-lignit della patologia trattata. verosimile che i pazienti affetti dapatologia neoplastica abbiano undiverso condizionamento psicolo-gico ed oggettivamente siano statisottoposti a manovre chirurgiche dimaggiore impegno. Ne consegueche i risultati possano essere a van-taggio della toracoscopia semplice-mente a causa del campionamento.Sarebbe interessante omogeneizza-re i due gruppi di pazienti in mododa confrontare le due metodiche diaccesso al torace indipendentemen-te dalle caratteristiche dei pazienti edalle manovre chirurgiche eseguite.Se, ad esempio, si confrontano i pa-zienti sottoposti a chirurgia aperta

    si dovrebbe valutare il tipo di inci-sione toracotomica, la sua lunghez-za, la durata di applicazione dei di-varicatori costale ed il loro numero.McKenna presenta un lavoro suCurr Opion Pulm Med che pone aconfronto le due vie di accesso perun singolo tipo di exeresi chirurgicae di patologia e si conclude a favoredella chirurgia mini-invasiva (5). Inrealt leggendo la letteratura inter-nazionale, si rileva che vi sono po-chi sostenitori a favore delluso del-la tecnica mini-invasiva nel tratta-mento delle neoplasie pleuro-pol-monari. Gli autori inglesi e francesisostengono che la via di accesso to-racoscopica non consente di domi-nare il mediastino e che sia pertan-to pi difficile eseguire la linfoade-nectomia ilo-mediastinica a scapitodella corretta stadiazione della ma-lattia e molte patologie con interes-samento dellilo non sono raggiun-gibili facilmente per via toracosco-pia. Tali autori sostengono inoltreche se durante lintervento condot-to per via toracoscopica accade unacomplicanza emorragica, il temporichiesto per convertire laccesso al-la tradizionale toracotomia potreb-be essere insufficiente (6). Sta difatto che un autore autorevole co-me McKenna presenta una grossaesperienza sovrapponibile a quelladel lavoro di Bastari e coll.Molto interessante anche il con-fronto di diversi schemi di terapiaantalgica cui sono stati sottoposti ipazienti dei due gruppi. Accanto al-la tradizionale terapia parenteraleora abbiamo a disposizione meto-diche loco-regionali (peridurale,blocco dei nervi intercostali) cheparrebbero dare un vantaggio.La fisioterapia gioca secondo noiun ruolo essenziale al fine del po-tenziamento della validit della tos-se e del cleaning alveolare, ma anchenel potenziare la capacit di deter-minazione dellindividuo nellac-cettare il dolore con una attivit fi-sica (tosse, deambulazione) che ser-viranno a velocizzare la guarigionedel paziente.

    certo che nel futuro si avr sem-pre maggiore diffusione di questetecnologie, basti pensare alla chi-rurgia robotica, che una tecnicache consente lesecuzione di inter-venti chirurgici, introducendo nelcavo toracico una strumentazionefornita di organi meccanici di pre-sa, taglio e coagulazione in grado dimuoversi nello spazio in modo an-cora pi ampio della mano del chi-rurgo e che vengono comandati dajoystick azionati da un chirurgooperatore a distanza al quale con-sentita una visione tridimensionaledel campo operatorio. Attualmentela robotica presenta ancora limiti,quali costo elevatissimo ed unagrossa invasivit dellapparecchia-tura che prevede tre-quattro ingres-si di strumenti di non piccolo cali-bro e con lunghi tempi di appren-dimento, anche se nel futuro sonoprevisti un fisiologico calo dei costied una progressiva miniaturizza-zione dello strumentario.Daltra parte anche dieci anni or so-no, era imprevedibile lo sviluppo chela toracoscopia ha poi avuto. Il lavo-ro, quindi, offre una valida confermadei vantaggi della toracoscopia.

    BIBLIOGRAFIA1) Jacobaeus HC Uber die Moglichkeit, die

    Zystoscopie bei untersuchung seroser Hohlenanzuwenden. Munch med Wschr 1910; 40:2090-2092.

    2) McCulloch P. Half full or half empty VATS?.BMJ. 2004 Oct 30; 329(7473): 1012.

    3) Sugiura H. Morikawa T. Kaji M. Sasamura Y.Kondo S. Katoh H. Long-term benefits for thequality of life after video-assisted thoracoscopiclobectomy in patients with lung cancer. SurgicalLaparoscopy, Endoscopy & PercutaneousTechniques. 1999 Dec.; 9(6): 403-8.

    4) Durtschi MB. Use of thoracoscopy in clinicalpractice. American Journal of Surgery. 1993May; 165(5): 592-4.

    5) McKenna, Robert J Jr; Houck, Ward V Newapproaches to the minimally invasive treatmentof lung cancer. Current Opinion in PulmonaryMedicine. July 2005; 11(4): 282-286.

    6) Craig SR. Walker WS. Potential complicationsof vascular stapling in thoracoscopic pulmonaryresection.[see comment]. Annals of ThoracicSurgery. 1995 Mar; 59(3): 736-7; discussion737-8.

    6 RIVISTA ITALIANA DI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE RESPIRATORIA SETTEMBRE-DICEMBRE 2005 NUMERO 3

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