30
Flora e vegetazione

Flora e vegetazione - Arpa Umbria · Inoltre l’assenza di serie storiche ha im-pedito la realizzazione di confronti tem-porali: il monitoraggio ambientale si basa per definizione

Embed Size (px)

Citation preview

Flora e vegetazione

l 306 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l INTRODUZIONE

l 9 l Flora e vegetazione

9.1. INTRODUZIONE

L’idea di analizzare la presenza e la distri-buzione di esseri viventi per interpretarele caratteristiche di un territorio non è nuo-va. È ormai ampiamente dimostrato chedalla componente biologica dell’ecosi-stema è possibile ricavare una bioindi-cazione, cioè un’informazione sui fattoriche regolano la vita nell’ecosistema stes-so. Qualsiasi tipo di organismo può rap-presentare potenzialmente un bioindi-catore, quando venga correttamente in-serito nel contesto dell’ecosistema (Pi-gnatti et al., 2001).In particolare, le piante si prestano in modoeccellente a questo tipo di indagine. Laloro crescita è infatti rigidamente regolatadall’ambiente dove esse si sviluppano:questo le condiziona attraverso una seriedi fattori ecologici e storici che sono al-l’origine della loro distribuzione. Ogni spe-cie vegetale presenta, nei confronti di cia-scun fattore ecologico, un ambito di tolle-ranza entro il quale può svolgere le pro-prie funzioni vitali; l’ampiezza di tale am-bito varia da specie a specie.L’utilizzo di singole specie o di intere co-munità vegetali assume un ruolo di prima-ria importanza in numerosi campi: dalmonitoraggio ambientale alla valutazionedei cambiamenti climatici, dall’analisi delgrado di naturalità o di antropizzazione allagestione e pianificazione territoriale, dallaprevenzione degli incendi al ripristinoambientale e all’ingegneria naturalistica,dalla gestione dei pascoli e delle forestealle reti ecologiche e così via (Pignatti etal., 2001). Il tema “indicatori” appare quindidi grande rilevanza nella definizione di unmodello complessivo e coerente dimonitoraggio del territorio e gestione del-le informazioni.In campo ecologico sono stati propostinumerosi indici di biodiversità più o menocomplessi: Indice di Shannon, di Storie,Indice Biotico Esteso, Indice di BiodiversitàLichenica, per citarne solo alcuni tra i piùnoti. Molti di essi richiedono la disponibili-tà di numerosi dati di dettaglio e spessosono applicabili solo a scale a piccolo de-

nominatore e a territori di piccole dimen-sioni, oggetto di studi specifici. Il presup-posto di fondo per l’applicazione degli in-dicatori ambientali è evidentemente unadiffusa conoscenza di base del territorio,supportata da un’ampia disponibilità di datidi dettaglio.Per quanto riguarda l’analisi della com-ponente vegetale, attraverso la raccoltadei dati disponibili per il territorio umbrosi è cercato di approfondire tre principalilivelli di indagine: lo studio della flora (cheha per oggetto le singole specie); lo stu-dio della vegetazione (che indaga le for-mazioni vegetali e le specie che le carat-terizzano) basato sulla metodologiafitosociologica; lo studio del paesaggiovegetale (incentrato sui sistemi di vege-tazione), per il quale si è fatto riferimentoal metodo sinfitosociologico, basato sul-le serie di vegetazione. Il lavoro svoltoha quindi permesso di creare un “prece-dente” nelle usuali procedure di valuta-zione ambientale introducendo alcunetematiche care alla scuola fitosociologica,nel tentativo di trovare un linguaggio cheaccomuni i ricercatori e i gestori dell’am-biente.La gestione dei dati floristici e vegeta-zionali disponibili per il territorio umbroha presentato non pochi problemi. Da unlato, la marcata disomogeneità nel livellodelle conoscenze territoriali ha fatto emer-gere grosse lacune. La disponibilità di datispesso puntiformi o relativi a limitate por-zioni di territorio ha ostacolato in molti casiuna lettura d’insieme. La scarsa reperi-bilità di dati quantitativi e georeferenziati(sia di natura floristica che vegetazionalee cartografica) ha impedito l’utilizzo di unanotevole mole di informazioni a caratterequalitativo di grande valore scientifico.Inoltre l’assenza di serie storiche ha im-pedito la realizzazione di confronti tem-porali: il monitoraggio ambientale si basaper definizione su indagini ripetute neltempo a scopo di confronto, ma in Umbrianel settore floristico-vegetazionale que-sto aspetto risulta purtroppo inapplicabileallo stato attuale.Nel tentativo di inserire nella griglia richie-

sta dal modello DPSIR il vasto patrimonioinformativo fornito dalle conoscenzefloristiche e fitosociologiche, è stato ne-cessario adattare alcuni indicatori a di-sposizione, sulla base delle seguenti pro-cedure: si sono adottate modifiche o va-rianti degli indicatori ANPA; si è fatto rife-rimento in molti casi agli indicatori elabo-rati per il PTCP di Terni (Biondi et al.,2000b, 2001a, 2001b e 2002a), anch’es-si modificati e integrati; sono stati indivi-duati, in rari casi, nuovi indicatori più ido-nei a sintetizzare le informazioni disponi-bili. Va sottolineato comunque che fino aquando non sia raggiunto un livello com-pleto di conoscenza di base del territo-rio, non sarà possibile monitorarne rigo-rosamente i cambiamenti.Nel capitolo relativo a Flora e Vegetazio-ne, all’interno della prima RSA (Venan-zoni, 1997), si sottolineava come i risul-tati delle analisi fossero frutto di una sin-tesi delle ricerche svolte in diverse areeumbre da autori differenti; il quadro emer-gente era abbastanza frastagliato e met-teva in luce due priorità essenziali. Daun lato la necessità di approfondire la ri-cerca nel suo insieme, dall’altro quella difocalizzare l’attenzione sullo studio digruppi vegetali le cui caratteristiche e con-sistenza nella regione erano, al momen-to, quasi sconosciute.Dopo 6 anni, molte delle problematicherestano irrisolte, l’appello per favorire laricerca di base nel campo della Botanicanon è stato accolto e quindi rimane inva-riato l’elevato grado di eterogeneità checaratterizza il livello delle conoscenze bo-taniche per il territorio umbro. Emerge tut-tora la necessità di integrare in un unicosistema di conoscenze le informazionifloristiche e vegetazionali, per compren-dere compiutamente la componente ve-getale e valutare le dinamiche evolutivein atto. Appare inoltre indispensabile unmaggiore coordinamento tra Enti territo-riali e di Ricerca, così da pianificare pro-getti coordinati e razionali che consenta-no lo sviluppo dei settori più deboli e ilcompletamento delle conoscenze bota-niche per l’intero territorio regionale.

l 307 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l PRESSIONI

9.2. PRESSIONI

9.2.1. Fattori di pressione

Data la scarsa disponibilità di dati omo-genei per il territorio regionale, nonchél’assenza di serie storiche su cui basarel’individuazione delle tendenze trasforma-tive in atto, non è attualmente possibilequantificare le correlazioni tra Pressionied Impatti sulla componente floristico-vegetazionale. Numerosi aspettiinterpretabili come fattori di Pressionenon sono infatti quantificabili poiché nonsono disponibili i dati relativi; non esisto-no inoltre, per il territorio umbro, degli stu-di specifici che possano evidenziare di-rettamente gli effetti di ciascuna fonte didisturbo sulla flora e sulla vegetazione.Di conseguenza, in questa sede vengo-no elencati i principali fattori di pressioneche, in via generale, si esercitano sullecomponenti suddette (tab. 1). Essi ven-gono analizzati in forma discorsiva, neltentativo di stabilire una correlazione trale varie tipologie di pressione e le diretteconseguenze sulla componente floristico-vegetazionale.Si era pensato in un primo momento divalutare la sottrazione di superfici me-diante variazione di destinazione d’usodel suolo. Questo indicatore, propostodall’ANPA (2000a e 2000b), misura la va-riazione nel tempo delle superfici (misu-rate in ha) delle principali classi di usodel suolo, allo scopo di individuarne iltrend. Un tipico aspetto evidenziabile at-traverso l’applicazione di tale indicatoredi pressione è la riduzione di superficiedi habitat naturali o semi-naturali a cau-sa dell’incremento di strade e di edifica-to, di aree industrializzate, dell’attivitàagricola e in generale di tutte quelletipologie di uso del suolo più o menocorrelate all’utilizzo umano.Le Carte dell’Uso del Suolo realizzate peril territorio regionale sono quattro. LaCarta dell’Uso del Suolo del 1977, ela-borata adottando la metodologia del LandUse americano, prende in esame 13 clas-si d’uso e deriva dalla fotointerpretazionedi ortofotocarte regionali e foto aeree acolori alla scala 1:13.000 (volo 1977) (Re-gione Umbria, Ufficio PUT). La carta del-la copertura del suolo Corine Land Cover,realizzata nell ’ambito del progettoCORINE della Commissione della Comu-nità Europea, presenta una legenda con44 voci su 3 livelli con 5 tematismi princi-pali e deriva dalla fotointerpretazione diimmagini da satellite Landsat TM a scala1:100.000 (Centro Interregionale, Ufficio

PUT). La Carta tematica dell’occupazio-ne del suolo del 1990, realizzatadall’ISTAT, si basa sul rilevamento di 7classi d’uso da fonti non dichiarate, ripor-tate su tavolette IGM alla scala 1:25.000.Infine la Carta geobotanica con elementidi uso del suolo contiene la tipizzazionedei principali ecosistemi (naturali,seminaturali e antropici), alla scala1:50.000 (Ufficio PUT, Università di Ca-

merino); alle normali categorie dell’usodel suolo sono stati aggiunti anche i prin-cipali tipi geobotanici.Da quanto esposto appare chiaro che idati derivanti dalle suddette cartografienon sono utilizzabili per delineare le ten-denze in atto nell’uso del suolo, poichéle metodologie di rilevamento e lelegende impiegate nei diversi documentisono molto differenti e non confrontabili.

Tabella 1 – Alcuni fattori di pressione e i corrispondenti effetti su flora e vegetazione

l 308 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Altra tipologia di dati a disposizione deri-va dall’Annuario di Statistica Agraria e dalleStatistiche Forestali (ISTAT), dove però trale categorie d’uso del suolo consideratenon sono indicate le aree naturali eseminaturali non soggette a utilizzo, cherisultano disperse in parte nella voce “Al-tri terreni” e in parte nella “Superficieimproduttiva”. Anche questo materiale nonè apparso utile al confronto temporale deidati relativi all’uso del suolo.

9.3. STATO

9.3.1. Flora regionale

La flora di un territorio non è altro chel’elenco completo delle specie presentiall’interno di quella determinata area,corredato di indicazioni sulla distribuzio-ne e la diffusione di ogni singola entità.Le check-list sono invece liste di speciecon carattere di censimento, prive di al-tre informazioni.Entrambe possono essere considerateun buon indicatore di stato (ANPA, 2000b);le loro variazioni monitorate nel temposono inoltre particolarmente significativequando poste in relazione con le causescatenanti, naturali o antropiche.Allo stato attuale, per il territorio umbrosono disponibili i dati relativi alle check-list delle Cormofite e dei principali gruppidi Tallofite (Macrofunghi, Licheni, Epa-tiche, Muschi); alcuni aggiornamenti diquesti dati, attualmente disponibili, testi-moniano l’ampliamento delle conoscen-ze che nel corso degli ultimi anni si sonoperfezionate ma non sono utili ai fini diun confronto temporale: i censimenti di-sponibili sono tuttora ben lungi dal rap-presentare la flora regionale nella suainterezza.

9.3.1.1. Flora chek-list - Tallofite

CHEK-LIST DEI MACROFUNGHIQuesto indicatore esprime il numero dispecie di Macrofunghi note per il territo-rio umbro.La compilazione della check-list deimacrofunghi italiani è stata recentemen-te oggetto di una convenzione stipulatatra il Ministero dell’Ambiente e l’Universi-tà della Tuscia in adempimento alle variedirettive europee, che richiedono appro-fondite conoscenze di base del territorioe verso le quali l’Italia sta cercando direcuperare i lunghi ritardi accumulati inpassato. Il censimento coinvolge tutte leregioni, mediante l’attività coordinata di

sedici referenti regionali e cinque respon-sabili d’area. Il referente per l’Umbria è ilprofessor Bencivenga, il responsabilescientifico nazionale il professor Onofridi Viterbo. Il lavoro è attualmente in cor-so d’opera; il fine è quello di compilareuna lista nazionale controllata per nomen-clatura e per tassonomia (per quantopossibile) e completata da altre informa-zioni specifiche (Donnini, 2000). I datiinseriti provengono in primo luogo dalledue pubblicazioni principali disponibili perl’Umbria (Tafini, 1995; Regione Umbria,1999), e sono stati successivamente ag-giornati sulla base di ricerche specifiche.Il numero di entità di Macrofunghi attual-mente censite per la Regione Umbria èpassato da 154 (Donnini, 2000) a 256(Onofri et al., 2003), numero a detta degliAutori alquanto esiguo che dovrà essereampiamente rivisto con l’acquisizione dinuovi dati (graf. 1). Sulla base di comuni-cazioni personali della dottoressa Donninidell’Università di Perugia e della dottores-sa Perini dell’Università di Siena, l’ultimoaggiornamento corrisponderebbe a 262specie.

CHEK-LIST DEI MUSCHIQuesto indicatore esprime il numero dispecie di Muschi (incl. Sphagnaceae)note per il territorio umbro.Il dato deriva dalla Check-list dei Muschiconosciuti per il territorio italiano, lavoroin cui è riportata la distribuzione per regio-ne di ciascuna specie (Cortini Pedrotti,1992). L’opera è stata desunta in parte dadati bibliografici, in parte da collezionid’erbario e in parte da raccolte personalidell’Autore. Vengono distinte le segna-lazioni precedenti e successive al 1950.Il numero complessivo di entità di Muschiattualmente censite per l’Umbria è di 169,relative a 61 segnalazioni precedenti al1950 e 108 successive a tale epoca (graf.1).

CHEK-LIST DELLE EPATICHEQuesto indicatore esprime il numero dispecie di Epatiche (Marchantiophyta,Anthocerotophyta) note per il territorioumbro.Il dato deriva dalla Check-list delleEpatiche d’Italia (Aleffi e Schumacker,1995); tale opera si fonda sulla revisionebibliografica di lavori editi, su studi e revi-sioni di campioni delle collezioni briolo-giche di vari erbari italiani e stranieri, e suosservazioni dirette e nuove segnalazionia opera degli Autori. Viene riportata la di-stribuzione regionale di ciascuna specie,assieme all’indicazione dell’epoca di cia-

scuna segnalazione secondo due fascetemporali: precedente o successiva al1950.Le entità indicate per l’Umbria sono com-plessivamente 55, di cui 16 segnalateprecedentemente al 1950 e 38 successi-vamente a tale data (graf. 1); per unaspecie, Scapania gracilis Lindb., il dato èdagli Autori ritenuto ‘dubbio’, non essen-do supportato da campioni d’erbario.Il numero complessivo di Muschi edEpatiche indicate per l’Italia ammonta a1097 specie (Cortini Pedrotti, 1992; Aleffie Schumacker, 1995); l’Umbria ne ospitaquindi il 20,4%. Nella Check-list delleEpatiche d’Italia (Aleffi e Schumacker,1995) si riporta anche il totale di speciesegnalate per ciascuna regione italiana:l’Umbria è al terzultimo posto, seguitasolo da Molise e Basilicata. Pur tenendoconto della ridotta superficie regionale, ilbasso numero di entità conosciuteevidenzia il ridotto livello conoscitivo rag-giunto nella regione per la tematica inquestione.

CHEK-LIST DEI LICHENIQuesto indicatore esprime il numero dispecie di Licheni note per il territorioumbro.I dati utilizzati derivano dalla Check-listdei licheni d’Italia (Nimis, 2000), consul-tabile in internet mediante ITALIC. Si trat-ta di un sistema informativo sui licheniitaliani, consultabile on line, che racco-glie informazioni derivanti dalle Check-lists generali e regionali dei licheni italia-ni e dagli erbari, dotato di un archivioiconografico e di mappe distributivepredittive (Martellos e Nimis, 2001).Pur non trattandosi di una vera e propriapubblicazione sulla flora lichenicadell’Umbria, da esso è possibile desume-re il numero complessivo di specie liche-niche note per la regione, che ammontaa 348 (graf. 1).Sulla base del dato relativo alla floralichenica italiana, ammontante a 2.145(Nimis, 1993), la flora umbra ne rappre-senta il 16,2%.

9.3.1.2. Flora chek-list - Cormofite

Questo indicatore esprime il numero dispecie cormofitiche, ovvero delle cosid-dette “piante superiori”, note per il terri-torio umbro. Attualmente non sono dispo-nibili delle vere e proprie Flore recenti masolo liste di specie derivanti da opere dinatura principalmente tassonomica. I datiutilizzati sono stati desunti dalla Florad’Italia (Pignatti, 1982), che a oggi rap-

l 309 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Grafico 1 – Specie di tallofile note per il territorio regionale

Grafico 2 – Specie, generi e famiglie della flora cormofitica umbra, secondo diversi autori

presenta l’unico documento sintetico pub-blicato che proponga una stima d’insie-me del patrimonio floristico nazionale eregionale. Per ciascuna specie infatti vie-ne riportata la presenza nelle singole re-gioni, per cui l’opera costituisce una verae propria banca dati floristica con valoredi check-list. Il limite di tale opera consi-ste nel fatto che si tratta ormai di datisuperati; dal 1982 sono stati pubblicatinumerosi contributi di natura sia floristicache vegetazionale, grazie ai quali il nu-mero di entità floristiche note per il terri-torio regionale è ampiamente cresciuto.Per quanto riguarda il periodo preceden-te alla pubblicazione della Flora d’Italia,l’unico contributo organico che riguardal’intero territorio regionale è il “Prodromodella flora dell’Umbria”, pubblicato dalbotanico Eugenio Barsali tra il 1929 e il1933, dove sono elencate circa 1.573entità tra specie e sottospecie. In segui-to il patrimonio floristico umbro è statovalutato in 1.935 specie (Pignatti, 1982 e1994) e quindi circa 2.750 (Anzalone etal., 1988), pari quasi al 50% della floraitaliana. Quest’ultimo dato non si basaperò su una misurazione diretta ma suuna stima indicativa fondata sostanzial-mente sulle caratteristiche territoriali dellaregione. Sulla base dei dati forniti nellaFlora d’Italia, la flora umbra comprendeil 34,6% delle 5.599 specie segnalate perl’Italia (Pignatti, 1982).Nel corso del triennio 2000-2002 è statarealizzata presso il Dipartimento di Biolo-gia vegetale e Biotecnologie agroambien-tali dell’Università degli Studi di Perugia

una tesi di dottorato dal titolo “Stato delleconoscenze floristiche dell’Umbria”(Apruzzese, 2002) in cui viene propostoun aggiornamento delle conoscenzefloristiche regionali sulla base di tutte lesegnalazioni bibliografiche effettuate dal1900 a oggi, oltre che su raccolte perso-nali della dottoranda e del gruppo di ricer-ca del professor Venanzoni. L’Elenco

floristico realizzato comprende un nume-ro di entità pari a 2.787 suddivise in 143famiglie e 775 generi.È inoltre in corso di ultimazione il proget-to di aggiornamento dei dati floristici ascala nazionale (CCNB, Coordinatoreprofessor A. Scoppola) che fornirà pre-sto un aggiornamento ufficiale di taledato. Si riportano qui i più recenti aggior-namenti divulgati nel corso del Conve-gno “Informatizzazione degli erbari eBanche dati e Gruppi critici della Floraitaliana: aggiornamenti e confronti, IV”organizzato dalla SBI, Gruppo di Lavoroper la Floristica, svoltosi a Roma (14-15novembre 2002) e pubblicati sotto formadi dati di sintesi nei riassunti delle comu-nicazioni (Abbate et al., 2002). Sulla basedi tale documentazione, che non puòancora considerarsi definitiva, la floraumbra ammonterebbe a 2.167 specie(graf. 2).Nonostante il gran numero di contributifloristici prodotti per alcune aree della re-gione, censimenti a scala locale sono di-sponibili solo per aree circoscritte (Ballelli,1988; Bencivenga et al., 1978; 1979;Bencivenga e Granetti, 1976; Bolli, 1942;Cagiotti et al., 1994; De Capite e Menghini,1971, 1972 e 1975; Granetti, 1965a,1965b e 1968; Menghini e Bencivenga,1973; Menghini e Boni, 1970; Orsomandoet al., 1998; Menghini e De Capite, 1973;

l 310 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Grafico 3 – Spettro biologico della flora umbra(% sul totale)

Venanzoni e Gigante, 1999 e 2000; Ballelli,2003). Grandi porzioni di territorio riman-gono inesplorate dal punto di vistafloristico; ciò ha comportato l’impossibilitàdi scendere nel dettaglio e l’obbligo di uti-lizzare come unica fonte omogenea l’elen-co di entità indicate a scala regionale inPignatti (1982).La flora cormofitica può avere un note-vole valore come indicatore ambientale;è inoltre di fondamentale importanza lapossibilità di monitorare nel tempo le suevariazioni quali la scomparsa di specievulnerabili, la comparsa di avventizie, lararefazione di entità di pregio. I dati at-tualmente disponibili consentono solouna fotografia piuttosto datata del patri-monio floristico umbro; dall’epoca di pub-blicazione della Flora d’Italia (Pignatti,1982) lo scenario regionale si è fortemen-te trasformato e sarebbe auspicabile larealizzazione di censimenti floristici pe-riodici.

9.3.1.3. Spettro biologico - Cormofite

Le Forme biologiche sono tipi morfologiciriconoscibili in diversi gruppi di vegetali, aprescindere dalla posizione tassonomica,che riflettono l’adattamento a precisi fat-tori ambientali. Esse si basano sulla stra-tegia adottata da ciascuna specie per pro-teggere il germoglio nel corso della sta-gione avversa (determinata, nella maggio-ranza dei casi, da condizioni di freddo o diaridità molto intensi). Questo, nei diversicasi, viene portato sotto o sopra il livellodel suolo, a un’altezza variabile mediantela presenza di rami legnosi, nell’acqua oall’interno del seme. Una formulazioneancora attuale è quella proposta dalfitogeografo danese Raunkiaer (1907) chericonosce sei principali Forme biologiche:Geofite (G), Emicriptofite (H), Camefite(CH), Fanerofite (P), Idrofite (I), Terofite(T), cui sono state successivamente ag-giunte le Nanofanerofite (NP) e le Elofite(HE) (Pignatti, 1982).Lo Spettro biologico è un grafico in cuiviene rappresentata la percentuale di pre-senza di ciascuna Forma biologica sultotale della flora di un territorio. Oltre checaratterizzare il patrimonio floristico diciascuna zona, esso può fornire informa-zioni indirette sulle caratteristiche clima-tiche del territorio stesso.I dati utilizzati derivano dalla Flora d’Ita-lia (Pignatti, 1982) all’interno della quale,per ciascuna specie, viene riportata l’in-dicazione della Forma biologica. Si trattaattualmente dell’unico documento in cuiè possibile reperire informazioni di que-

sto tipo sulle specie umbre. Lo Spettrobiologico è stato ripreso da Pignatti(1994).Come per la Flora, i dati di origine nonsono aggiornati e risalgono al 1982; sa-rebbe estremamente interessante analiz-zare, sulla base di un nuovo censimentofloristico, le modificazioni dello Spettrobiologico, anche allo scopo di individua-re la reazione della componente floristicaalle trasformazioni climatiche in atto.Inevitabilmente uno Spettro biologico ascala regionale fornisce un’informazionepiuttosto grossolana e mediata, appiat-tendo le differenze esistenti fra ciascuncomparto regionale. Sarebbe molto signi-ficativo, mediante indagini floristiche didettaglio, realizzare gli Spettri biologici diciascun Ambito territoriale omogeneo,così da ottenere un’informazione puntua-le per ciascun comparto territoriale; nonsono disponibili al momento i dati perun’indagine di questo tipo.Dall’analisi del grafico 3 si evidenzia lapredominanza netta delle Emicriptofite,specie indicatrici di climi temperati centro-europei, che sono rappresentate dal40,1% delle specie, seguite a breve distan-za dalle Terofite (30%), legate invece alclima mediterraneo dove sono tra le For-me biologiche più competitive (Pignatti,1984; 1995; Pignatti et al., 2001). Questacaratteristica compresenza di elementi ap-parentemente discordanti è perfettamen-te in linea con le caratteristiche climatichedel territorio regionale, che si pone a ca-vallo tra la Macrobioregione Temperata equella Mediterranea. I due tipi climatici ca-ratterizzano rispettivamente la fasciaorientale e quella occidentale della regio-ne, originando un gradiente climatico cheda Ovest a Est attraversa numerosi aspettidi transizione. La flora appare più segre-gata nei comparti più marcatamente ca-ratterizzati, mentre nelle zone di transizio-ne si differenzia per la compresenza dientità tipiche dei due contesti climatici

dando origine a una flora spiccatamenteSubmediterranea.

9.3.1.4. Spettro corologico - Cormofite

Ogni specie vegetale (e animale) presen-ta una peculiare distribuzione, ovvero èpresente all’interno di un certo areale ge-ografico in relazione a fattori ecologici estorici che ne hanno condizionato la diffu-sione. L’Elemento corologico o Corotipoè un attributo caratteristico di ciascunaspecie che ne esprime l’area di origine el’attuale distribuzione sulla superficie ter-restre. Generalmente i Corotipi si basanosulle suddivisioni biogeografiche della ter-ra.Per l’Italia e in particolare per l’UmbriaPignatti (1994) riconosce 10 Corotipi prin-cipali: Endemico, Stenomediterraneo,Eurimediterraneo, Mediterraneo-Monta-no, Eurasiatico, Atlantico, Orofita-S-Eu-ropeo, Circumboreale (Settentrionales.l.), Ampia distribuzione (Cosmopolitas.l.).Analogamente allo Spettro biologico, loSpettro corologico misura la percentualedi presenza di ciascun Corotipo sul tota-le della flora di un territorio. Oltre checaratterizzare il patrimonio floristico diciascuna zona, esso può fornire informa-zioni indirette sulle caratteristiche stori-che ed ecologiche del territorio stesso.I dati utilizzati derivano dalla Flora d’Ita-lia (Pignatti, 1982) e sono a scala regio-nale; lo spettro corologico è stato ripresoda Pignatti (1994). Per l’Umbria emergeuna netta preponderanza delle entitàEurasiatiche (30,3%) (graf. 4), la cui di-stribuzione è continentale a baricentromedioeuropeo con possibili estensioni siaverso E che in aree submediterranee. Ladominanza di questo corotipo esprime illegame biogeografico dell’Umbria conl’Europa media. Le Stenomediterranee ele Eurimediterranee, specie ad areale me-diterraneo più o meno stretto, ammonta-no complessivamente al 28,3%, giungen-do quasi a eguagliare le Eurasiatiche edevidenziando la profonda influenza eser-citata sulla flora regionale dal contestomediterraneo da cui il territorio è pratica-mente circondato. La compresenza di ele-menti temperati e mediterranei è tipica delterritorio umbro, come è emerso anchedall’analisi dello Spettro biologico; si con-ferma quindi l’esistenza di un complessodi tensioni bioclimatiche e biogeograficheche influenzano profondamente il contin-gente floristico regionale.Una percentuale bassa ma significativa ècostituita dalle specie Endemiche (3,9%),

l 311 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Grafico 4 – Spettro corologico della flora umbra

entità di grande valore naturalistico cherappresentano la peculiarità floristica di unterritorio e in questo senso necessitano diparticolari forme di tutela, in un’ottica disalvaguardia della biodiversità locale. Ilvalore indicato è di particolare rilievo con-siderato che l’Umbria non possiede terri-tori costieri e presenta solo una piccolissi-ma estensione di zone di alta quota, en-trambe tipiche aree di segregazione degliendemismi.Anche in questo caso sarebbe estrema-mente interessante analizzare, sulla basedi un nuovo censimento floristico, lemodificazioni dello Spettro corologico, perevidenziare eventuali trasformazionispettrali legate alla presenza e all’attivitàantropiche o a migrazioni floristiche diorigine climatica.

9.3.1.5. Presenza di speciead ampia distribuzione

Il grado di naturalità di un territorio puòessere espresso anche attraverso la per-centuale di specie avventizie, invasive ein generale ad ampia distribuzione rispet-to al totale della flora (Pignatti et al.,2001); il rapporto tra numero di speciealiene e di specie autoctone è stato pro-posto come indicatore di stato dall’ANPA(2000b). Una specie può essere consi-derata invasiva quando è in grado di mi-nacciare la distribuzione delle specieautoctone; si tratta generalmente di enti-

tà dal grande potenziale di diffusione chemostrano una elevata capacità di inse-diamento in territori esterni al proprioareale, dove sono in grado di riprodursiandando a occupare la nicchia ecologi-ca di specie autoctone, in alcuni casisoppiantandole. In questo senso essecostituiscono frequentemente una minac-cia per la flora locale, sottoposta a rischiodi inquinamento floristico, banalizzazionee impoverimento. La percentuale di spe-cie ad ampia distribuzione, raggruppan-do in questa tipologia sia le avventizie chele cosmopolite e le subcosmopolite, èstrettamente correlata al grado di antro-pizzazione di un territorio (Pignatti et al. ,2001).Per l’Umbria, non essendo disponibili,come già sottolineato, dati territoriali didettaglio, è possibile fornire una stima delrapporto tra specie ad ampia distribuzio-ne e numero totale di specie a scala re-gionale. I dati di base derivano da Pignatti(1982 e 1994).La frazione di specie ad ampia distribu-zione, in rapporto al totale delle speciedella flora umbra (con riferimento al datodi Pignatti, 1982), è pari a 0,13; in partico-lare per le specie avventizie il rapporto conil numero totale di specie è pari a 0,04. Sitratta evidentemente di dati medi; è pre-sumibile che tali indici assumano valoriben più elevati nelle aree tabulari e di pia-nura dove il grado di antropizzazione èmarcatamente più elevato, e al contrario

presentino valori minimi in corrisponden-za dei rilievi montuosi.

9.3.1.6. Specie di interesseper il territorio regionale

L’indicatore esprime il numero e la per-centuale sul totale delle specie di parti-colare interesse presenti nel territorio re-gionale. Alcune specie di interesse regio-nale sono state segnalate nell’“Elencodelle piante vascolari di particolare valo-re naturalistico-biologico in Umbria” (Or-somando et al., 1998). In particolare, so-no state prese in considerazione le enti-tà rare a livello regionale e nazionale,quelle endemiche per l’Italia Centrale (La-zio, Umbria, Marche, Abruzzo), quelle diparticolare valore fitogeografico per l’Um-bria. Tali indicazioni sono poi state ripre-se per l’individuazione delle specie og-getto di tutela riportate nell’Allegato Adella legge 27/00 PUT.Dall’analisi del grafico 5 si evidenzia cheil 5,2 % del totale specie presenti (per iltotale delle specie si fa riferimento al datodi Abbate et al., 2002) rivestono partico-lare interesse dal punto di vista fitogeo-grafico, l’1,7% sono rare a livello nazio-nale, il 17,4% sono rare a livello regiona-le e lo 0,6% sono endemiche dell’ItaliaCentrale.Le specie delle suddette categorie costi-tuiscono il vero patrimonio floristicodell’Umbria e ne marcano le differenzerispetto alle altre regioni italiane; devonoperciò essere oggetto di attenta gestio-ne, finalizzata alla conservazione e almantenimento della biodiversità che rap-presentano (Orsomando et al., 1998).

9.3.2. Vegetazione regionale

La vegetazione di un’area è data dall’in-sieme delle associazioni vegetali presential suo interno. Essa rappresenta un si-stema complesso che interagisce conl’ambiente e varia nella struttura e nellacomposizione floristica al variare dellecondizioni climatiche, chimico-fisiche edel contesto biogeografico.Ogni cenosi vegetale è infatti legata allecondizioni ecologiche particolari che ca-ratterizzano il biotopo in cui essa si svi-luppa e da cui dipende, ma che può an-che influenzare. L’insieme delle condizio-ni stazionali compatibili con l’esistenza diun certo tipo di vegetazione determina lasua ampiezza ecologica. Questa derivadall’intersezione delle singole ampiezzespecifiche cui vanno sommati gli effettidella concorrenza interspecifica in seno

l 312 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

all’aggruppamento, ed ha generalmenteun valore informativo ben più preciso diquello fornito dalle specie isolate (Géhue Rivas-Martínez, 1981; Biondi, 1986). Inquesto senso la vegetazione può essereconsiderata un buon indicatore di stato;le sue variazioni monitorate nel temposono fortemente significative quandoposte in relazione con le cause scatenan-ti, naturali o antropiche.

9.3.2.1. Uso del suolo

L’analisi per classi d’uso del suolo rappre-senta un primo livello di indagine del terri-torio che consente di differenziare le di-verse aree regionali in base al loro utiliz-zo. Tale indicatore è stato propostodall’ANPA (2000 e 2001). I dati qui utiliz-zati derivano dalla Carta geobotanica conprincipali classi di utilizzazione del suoloalla scala 1:100.000, documento carto-grafico n. 3 allegato alla legge 27/00 PUT.Nel grafico 6 vengono riportati i valori per-centuali delle diverse classi d’uso, rag-gruppate in sei tipologie principali ricon-ducibili a un diverso grado di distanza dallanaturalità: vegetazione matura, compren-dente tutte le tipologie forestali (con l’esclu-sione dei rimboschimenti) e le praterieprimarie; arbusteti, comprendenti anchele brughiere; praterie secondarie, com-prendenti anche i popolamenti terofitici, lepraterie umide e torbose, gli aggruppa-menti elofitici, gli aggruppamenti camefitici;coltivi di vario tipo, comprendenti i campicoltivati o abbandonati, i vigneti, gli olive-ti, i rimboschimenti; aree urbanizzate o pri-ve di vegetazione; aggruppamenti idrofitici.Dall’analisi del grafico 6, si evidenzia la

netta predominanza degli ambienti colti-vati (che, come si è già detto, includonoanche i rimboschimenti), che complessi-vamente occupano quasi la metà del ter-ritorio sia a livello regionale che provin-ciale. Le praterie secondarie sono più ab-bondanti nella provincia di Perugia, doveè compresa la maggior parte delle prateriesommitali appenniniche; la percentualerispetto al totale è comunque piuttostoscarsa. Le cenosi forestali, al contrario,risultano più estese nella provincia di Terni.Gli arbusteti sono molto scarsi in tutto ilterritorio, gli aggruppamenti idrofitici sonomarcatamente più abbondanti nella pro-vincia di Perugia, in correlazione all’am-pia superficie occupata dal lagoTrasimeno; le aree urbanizzate e prive divegetazione sono presenti in percentualequasi identica alla scala provinciale e re-gionale, con una lievissima flessione perla provincia di Terni.L’indagine delle superfici interessate dadiverse utilizzazioni del suolo viene pro-posta anche a livello di Ambiti territorialiomogenei (Carta degli Ambiti territorialiomogenei e sottobacini idrografici del fiu-me Tevere, Regione Umbria - Ufficio PUT).Tale analisi evidenzia una situazionemarcatamente differenziata nei diversicomparti morfologici della regione. Trala-sciando gli specchi lacustri, dove l’uso delsuolo è intrinsecamente condizionato dallapresenza dell’elemento acqua, le areecaratterizzate da una massiccia attivitàcolturale sono quelle tabulari e quelle pia-neggianti; queste ultime presentano il va-lore minimo del ricoprimento forestale e ilmassimo per le aree urbanizzate e privedi vegetazione. Al contrario i rilievi mon-

tuosi mostrano più del 60% di territoriodestinato alla vegetazione forestale, emeno di un quarto occupato da coltivi. Isistemi alto collinari conservano una buo-na percentuale di superficie a bosco, mamostrano elevati valori delle superfici col-tivate, accanto a una percentuale moltobassa di aree urbanizzate, da porre pro-babilmente in relazione all’abbandonodelle campagne che ha caratterizzato gliultimi decenni (graf. 6).

9.3.2.2. Presenza di comunità erbaceedi sostituzione

Tra i diversi dati relativi all’uso del suolo,un’attenzione particolare va riservata allecomunità erbacee di sostituzione opraterie secondarie.Le praterie naturali e seminaturali dellearee collinari e montane rivestono un in-teresse che va al di là del reddito prodottodalle attività agro-zootecniche. Alle funzio-ni produttive, alle quali queste formazionivegetali sono strettamente legate sia perla loro origine che per la loro stessa con-servazione e rigenerazione, si aggiungo-no una serie di funzioni extraproduttiveconsiderate attualmente quelle di maggiorinteresse: conservazione di biodiversitàspecifica e fitocenotica; prevenzione dal-le catastrofi naturali (dissesto idrogeolo-gico, erosione, incendi boschivi etc.); di-sponibilità di habitat per la fauna selvati-ca; diversificazione del paesaggio e deglispazi fruibili (Biondi e Ballelli, 1995; Bion-di, 1996; Venanzoni e Gigante, 1999).È quindi interesse comune, come indica-to anche dalla direttiva “Habitat” (92/43/CEE), che include tra gli habitat prioritari diinteresse comunitario le praterie “susubstrato calcareo (Festuco-Brometalia)”con “stupende fioriture di orchidee”, sal-vaguardare queste formazioni vegetali,definendo adeguati modelli di gestione chegarantiscano il controllo delle vegetazio-ne arbustiva e la rigenerazione dellaprateria. Va considerato che numerosiambienti per i quali si tende spesso a pro-porre una diminuzione dell’interventoantropico, non sono altro che il risultato diun’azione umana che si è esercitata suquesti territori in forma massiccia e perperiodi estremamente lunghi (Biondi,1990). Può quindi essere utile, come nelcaso delle praterie secondarie, mantene-re le forme d’uso tradizionali del territorio.Le praterie secondarie sono presenti conuna discreta percentuale territoriale nel-l’ambito dei rilievi montuosi umbri, doveoccupano quasi il 15% del totale (graf. 6).Si tratta, come già accennato, delle

Grafico 5 – Specie di interesse regionale (e percentuale sul totale della flora umbra) elencatetra le piante vascolari di particolare valore naturalistico-biologico in Umbria

l 313 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Grafico 6 – Uso del suolo

Uso del suolo per regione e per provincia

Uso del suolo per Unità Ambientali Omogenee

praterie sommitali appenniniche che at-tualmente occupano le aree cacuminali dinumerosi rilievi, a quote non superiori ai1.500-1.600 m s.l.m. I sistemi alto-collinaripresentano una percentuale di circa il 6%di questa tipologia vegetazionale. Gli altriAmbiti territoriali omogenei oscillano tra3,77% e 0,50%, minimo assoluto riferitoalle aree tabulari dove le praterie sono pra-ticamente assenti. Appare chiaro quindicome alcuni contesti territoriali siano mol-to carenti di queste tipologie vegetazionalidi particolare rilevanza dal punto di vistadella conservazione della diversitàfloristica e fitocenotica. Va infatti sottoli-neato che l’assenza delle praterie secon-darie dai contesti sopramenzionati nondipende da un’impossibilità intrinseca dei

territori di ospitare tali fitocenosi, ma deri-va da un uso del suolo di matrice preva-lentemente agricolo-industriale a caratte-re intensivo.Nel paragrafo Lettura per serie di vegeta-zione si fornisce anche una stima dellapresenza di comunità erbacee di sostitu-zione per ciascuna serie di vegetazione,approssimata mediante una scala di 5valori, in analogia con quanto fatto per ilPTCP della Provincia di Terni (Biondi et al. ,2000b, 2001a, 2001b e 2002a), sulla basedelle conoscenze e dei dati bibliograficiattualmente disponibili (tab. 2).

9.3.2.3. Indice di antropizzazione

La stima del livello di antropizzazione vie-

ne indicata dall’ANPA come una delle prin-cipali finalità degli indicatori, ovvero larappresentazione dell’entità e dell’au-mento di “presenza antropica quale in-dubbia determinante degli impatti sull’am-biente naturale” (ANPA, 2000).Per una stima del livello di antropizzazioneche caratterizza il territorio umbro si è fat-to riferimento a quanto proposto in Biondiet al. (2000b e 2002a). In tale lavoro veni-va applicato, a livello di serie di vegetazio-ne, un indice denominato “Rapporto traaree seminaturali e coltivi”, definito come“rapporto, per il territorio potenziale dellaserie di vegetazione, tra le aree semina-turali e quelle agricole”. Tale indice è statomodificato, includendo nel denominatoredella formula anche le aree urbanizzate, e

l 314 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Grafico 7 – Indice di antropizzazione per provincia, regione e ambiti territoriali omogei

denominato Indice di antropizzazione (IA).In forma molto simile, esso è stato utiliz-zato anche nella Relazione sullo stato del-l’Ambiente della Provincia di Milano (Pro-vincia di Milano, 2000). Si tratta di una mi-sura diretta del rapporto tra la superficiedelle aree artificializzate a vario livello (col-tivate, urbanizzate ecc.) e quella dellecenosi naturali e seminaturali (compren-denti le formazioni arboree, arbustive ederbacee). Il calcolo dell’indice viene quiproposto a scala regionale e provinciale eper Ambiti territoriali omogenei (graf. 7).Emerge chiaramente dall’analisi dei datiche il livello di antropizzazione è elevatis-simo nelle aree pianeggianti, dove le su-perfici soggette a vario livello all’utilizzoantropico presentano un’estensione piùdi 10 volte maggiore di quella delle areenaturali e seminaturali. Le aree tabularie basso collinari presentano valori medidell’Indice di antropizzazione, mentre i si-stemi alto collinari e i rilievi montuosi mo-strano valori bassi.Nel paragrafo Lettura per Serie di vege-tazione si fornisce anche una stima del-l’indice di antropizzazione per ciascunaserie di vegetazione, approssimata me-diante una scala di 5 valori, in analogiacon quanto fatto per il PTCP della Provin-cia di Terni (Biondi et al., 2000b, 2001a,2001b e 2002a), sulla base delle cono-scenze e dei dati bibliografici attualmen-te disponibili (tab. 2).

9.3.2.4. Tipologie vegetazionalipresenti nel territorio

Si riporta un elenco critico delle principali

associazioni vegetali presenti in Umbriaindividuate su base fitosociologica, rag-gruppate per principali tipologie in basea un criterio fisionomico-ecologico.L’elenco prende spunto dai censimentipubblicati su base bibliografica non criti-ca negli anni 1997 e 2001 (Orsomandoet al., 1997; Ballelli et al., 2001). Da talielenchi sono state escluse le associazionila cui presenza, sulla base delle più re-centi acquisizioni in materia, appare dub-bia o meritevole di conferma (Biondi etal., 2001c, 2002c, 2003).Sulla base dei lavori, anche inediti, effet-tuati dal gruppo di lavoro del professorVenanzoni, le tipologie fitosociologichepresenti in Umbria sono le seguenti:

Vegetazione infestante delle coltureAlchemillo-Matricarietum chamomillaeTx. 1937.Aphano arvensis-Matricarietumchamomillae Tx. 1937.Biforo testiculatae-Adonidetumcupanianae Kropác 1982.Bupleuro rotundifolii-Bunietumbulbocastani Baldoni 1995.Cerastio brachypetali-Tordylietumapulum Baldoni 1995.Knautio integrifoliae-Anthemidetumaltissimae Baldoni 1995.Linario spuriae-Stachyetum annuaeBaldoni 1995.Panico sanguinalis-Polygonetumpersicariae Pignatti 1953.Papaveretum argemones Krus. etVlieg. 1939.Sinapio arvensis-Anthemidetumarvensis Allegrezza e Hruska 1992.

Ranunculo sardoi-Raphanetumraphanistri Baldoni 1996.

Vegetazione nitrofilaChaerophylletum aurei Oberd. 1957.Conietum maculati Pop. (1965) 1968.Convolvulo-Eupatorietum cannabiniGors 1974.Convolvulo-Epilobietum hirsuti Hilbig,Heinrich e Niemann 1972.Heracleo-Rumicetum obtusifolii Hruska1982.Hordeetum murini Libb. 1932.Loto tenuis-Agropyretum repentis Bion-di, Vagge, Baldoni e Taffetani 1997.Polygono-Xanthietum italici Pirola eRossetti 1974.Senecio erucifolii-Inuletum viscosaeBiondi e Allegrezza 1996.Sisymbrio officinalis-Hordeetum muriniBr.-Bl. 1967.

Vegetazione idrofiticaCeratophylletum demersi Hild 1956.Hydrocharitetum morsus-ranae vanLangendonck 1935.Lemnetum gibbae (W. Koch 1954)Miyaw. et J. Tüxen 1960 em. Scoppola1982.Lemnetum minoris Müll. et Görs 1960.Lemnetum trisulcae Knapp e Stöffer 1962.Lemno-Spirodeletum polyrhizae Koch1954.Myriophyllo verticillati-Nupharetum luteiKoch 1928.Najadetum marinae (Oberd. 1957)Fukar 1961.Nymphaeetum albo-luteae Nowinski1928.Potametum lucentis Hueck 1931.Potametum natantis von Soó 1927.Potametum pectinato-perfoliatiPassarge 1964.Riccietum fluitantis Slavnic 1956 em. R.Tüxen 1974.Salvinio-Riccietum fluitantis (R. Tüxen1981) Scoppola 1981.Salvinio-Spirodeletum polyrhizaeSlavnic 1956.Utricularietum neglectae T. Müll. etGörs 1960.Veronico-Apietum submersi Buchwald1992.

Prati umidi e palustriAlismo plantago-aquaticae-Scirpetummucronati Tomaselli 1960.Bidenti-Polygonetum mitis T. Tüxen1979.Butometum umbellati (Konczak 1968)Philippi 1973.Caricetum acutiformis Eggler 1933.

l 315 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Caricetum elatae Koch 1926.Caricetum gracilis Almquist 1929.Caricetum ripariae Jasnowski 1962.Caricetum vesicariae Br.-Bl. in Br.-Bl. etDenis 1926.Cirsio triumfetti-Galegetum officinalisVenanzoni e Gigante 2000.Cyperetum longi Micewski 1957.Cypero longi-Caricetum otrubae R.Tüxen in R. Tüxen e Oberdorfer 1958.Dactylido-Festucetum arundinaceae R.Tüxen ex Lohmeyer 1953.Deschampsio-Caricetum distantisPedrotti 1976.Eleocharitetum palustris Ubrizsy 1948.Equiseto palustris-Juncetum effusiMinissale e Spampinato 1990.Filipendulo vulgaris-Trifolietum montaniFrancalancia, Hruska e Orsomando1981.Galio palustris-Caricetum ripariae Bal.-Tul., Mucina, Ellmauer e Wallnöfer1993.Galio palustris-Juncetum inflexiVenanzoni e Gigante 2000.Glycerietum aquaticae Hueck 1931.Glycerietum plicatae Kulczynski 1928.Helosciadetum nodiflori Br.-Bl.,Roussine e Nègre 1952.Holoschoenetum Br.-Bl. 1931.Hordeo-Ranunculetum velutini Pedrotti1976.Mariscetum serrati Zobrist 1935.Mentho aquaticae-Caricetumpseudocyperi Orsomando e Pedrotti1986.Mentho aquaticae-Typhetum minimaeVenanzoni e Gigante 2000.Molinietum arundinaceae Trinajstic 1964.Nasturtietum officinalis Seibert 1962.Paspalo paspaloidis-Polypogonetumviridis Br.-Bl. 1936.Phalaridetum arundinaceae Libbert1931.Phragmitetum vulgaris Soó 1927.Polygono lapathifolii-Bidentetum Klika1935.Ranunculetum repentis Knapp 1946.Ranunculo acri-Caricetum hirtae Biondie Ballelli 1995.Scirpetum lacustris Chouard 1924.Scirpetum maritimi (Christiansen 1934)R. Tüxen 1937.Scirpetum tabernaemontani Soó 1947.Sparganietum erecti Roll 1938.Typhetum angustifoliae Pignatti 1953.Typhetum latifoliae Lang 1973.

Vegetazione delle pozze temporaneeCicendietum filiformis Allorge 1922.Serapio-Isöetetum histricis Pedrotti1982.

Praterie terofiticheTrifolio scabri-Hypochoeridetumachyrophori Lapraz ex Biondi, Izco,Ballelli, Formica 1997.

Vegetazione rupicola e delle muraCapparidetum inermis O. Bolós et R.Molinier 1958.Cheiranthetum cheiri Segal 1962.Cymbalarietum muralis Görs 1966.Parietarietum judaicae Riv.-Mart. in Riv.God. 1955 em. Oberd. 1977.Saxifrago-Trisetetum bertolonii Biondiet Ballelli 1982.Petrorhagio saxifragae-Sedetumsexangularis Venanzoni e Gigante1999.

Praterie secondarie emicriptofiticheAchilleo collinae-Cynosuretum cristatiBiondi, Allegrezza, Ballelli, Gujtian eTaffetani 1989.Asperulo purpureae-Brometum erectiBiondi e Ballelli 1982 ex Biondi, Ballelli,Allegrezza e Zuccarello 1995.Astragalo sempervirentis-Seslerietumnitidae Biondi e Ballelli 1995.Brizo mediae-Brometum erecti Bruno inBruno e Covarelli 1968 corr. Biondi eBallelli 1982.Campanulo glomeratae-Cynosuretumcristati Ubaldi 1978.Centaureo bracteatae-Brometum erectiBiondi, Ballelli, Allegrezza, Gujtian,Taffetani 1986.Colchico lusitani-Cynosuretum cristatiBiondi e Ballelli 1995.Coronillo minimae-Astragaletummonspessulani Biondi et Ballelli 1985 inBiondi, Ballelli, Principi 1985.Cynosuro-Trifolietum repentis CortiniPedrotti, Orsomando e Pedrotti 1973.Filipendulo-Nardetum Pedrotti 1982.Lolio-Trifolietum subterranei Bruno eCovarelli 1968.Oenantho pimpinelloidis-Linetumbiennis De Foucault 1986.Plantago holostei-Helianthemetum caniBiondi e Ballelli 1995.Polygalo flavescentis-Brachypodietumrupestris Lucchese, Persia e Pignatti1995.Polygono-Nardetum Pedrotti 1982.Poo violaceae-Nardetum strictaePedrotti 1981.Pseudolysimachio barrelieri-Brometumerecti Scoppola e Pelosi 1995.Senecio scopolii-Ranunculetumpollinensis Biondi e Ballelli 1995.Seslerio nitidae-Brometum erecti (Bru-no in Bruno e Covarelli 1968) Biondi eBlasi 1982.

Praterie primarieCarici humilis-Seslerietum apenninaeBiondi, Gujtian, Allegrezza, Ballelli 1988.

Vegetazione di orloDigitalido micranthae-Helleboretumbocconei Biondi, Carni, Vagge,Taffetani e Ballelli 2001.Sileno italicae-Melampyretum cristatiBiondi, Carni, Vagge, Taffetani e Ballelli2001.Symphyto bulbosi-Ranunculetumlanuginosi Hruska (1981) 1983.

Garighe e brughiereCephalario leucanthae-Saturejetummontanae Allegrezza, Biondi, Formicae Ballelli 1997.Cisto incani-Ericetum scopariae Biondi,Orsomando, Baldoni e Catorci 1995.Danthonio decumbentis-Callunetumvulgaris Pedrotti 1982.Tuberario lignosae-Callunetum vulgarisDe Dominicis et Casini 1979.

Arbusteti, mantelli e preboschiAsparago acutifolii-Osyridetum albaeAllegrezza, Biondi, Formica e Ballelli1997.Calluno-Sarothamnetum scoparii Malc.1929 em. Oberd. 1957.Coronillo emeroidis-Ericetummultiflorae Allegrezza, Biondi, Formicae Ballelli 1997.Cytiso sessilifolii-Crataegetumlaevigatae Catorci e Orsomando 2001.Erico arboreae-Arbutetum unedonisMolinier 1937.Junipero communis-Pyracanthetumcoccineae Biondi, Allegrezza e Gujtian1988.Junipero oxycedri-Amelanchieretumovalis Pedrotti 1994.Junipero oxycedri-Cotinetumcoggygryae Biondi, Allegrezza eGujtian 1988.Lonicero etruscae-Prunetum mahalebBiondi, Allegrezza e Gujtian 1988.Lonicero etruscae-Rosetumsempervirentis Cutini, Fabozzi, Fortini,Armanini e Blasi 1996.Pistacio lentisci-Juniperetum oxycedriAllegrezza, Biondi, Formica e Ballelli1997.Pruno-Ligustretum R. Tx. 1952 exOberd. 1970.Pteridio-Sarothamnetum scopariiSusplugas 1942.Rhamno alpinae-Amelanchieretumovalis Pedrotti 1994.Roso arvensis-Maletum florentinaeBiondi, Allegrezza e Taffetani 1990.

l 316 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

Rosetum pimpinellifoliae Kaiser 1926.Spartio juncei-Cytisetum sessilifoliiBiondi, Allegrezza e Gujtian 1988.Roso semperviventis-Rubetum ulmifolliBlasi, Di Pietro e Fortini 2000.

Arbusteti prostratiLuzulo sieberi-Vaccinietum myrtilli Bion-di e Ballelli 1995.Phyteumo orbicularis-Juniperetumalpinae Stanisci 1997.Roso sempervirentis-Rubetum ulmifoliiBlasi, di Pietro e Fortini 2000.

Vegetazione arborea e arbustivariparialeAro italici-Alnetum glutinosae Gafta ePedrotti 1995.Carici remotae-Fraxinetum oxycarpaePedrotti 1970 corr. 1992.Populetum albae Br.-Bl. 1931 ex Tchou1947.Salicetum albae Issler 1926.Salicetum cinereae Zolyomi 1931.Salicetum elaeagni Hag. 1916 ex Jenik1955.Sambucetum ebuli (Kaiser 1926) Br.-Bl.(1936) 1952.Saponario officinalis-Salicetumpurpureae Br.-Bl. 1930 em. Tchou1946.Urtico-Sambucetum ebuli Br.-Bl. 1936.

Boschi planizialiHieracio racemosi-Quercetum petraeaePedrotti, Ballelli, Biondi 1982.

Boschi sempreverdiCephalanthero longifoliae-Quercetumilicis Biondi e Venanzoni ex Biondi, Gi-gante, Pignattelli e Venanzoni 2002.Cyclamino repandi-Quercetum ilicisRiv.-Mart., Cantó, Fernández-Gonzáleze Sánchez-Mata 1995.Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicisBiondi, Casavecchia e Gigante 2003.Rusco aculeati-Quercetum ilicis Biondi,Gigante, Pignattelli e Venanzoni 2002.

Boschi collinari deciduiAcero obtusati-Quercetum cerridis(Ubaldi e Speranza 1982) Ubaldi 1995.Asparago acutifolii-Ostryetumcarpinifoliae Biondi 1982.Asparago tenuifolii-Quercetum cerridisScoppola e Filesi 1995.Carici sylvaticae-Quercetum cerridisCatorci e Orsomando 2001.Cephalanthero longifoliae-Quercetumcerridis Scoppola e Filesi 1998.Coronillo emeri-Quercetum cerridisBlasi 1984.

Erico arboreae-Quercetum cerridisArrigoni in Arrigoni, Mazzanti e Riccieri1990.Lonicero xylostei-Quercetum cerridis(Taffetani e Biondi 1995) Biondi eAllegrezza 1996.Malo florentinae-Quercetum frainettoBiondi, Gigante, Pignattelli e Venanzoni2001.Roso sempervirentis-Quercetumpubescentis Biondi 1986.Serratulo tinctoriae-Quercetumpetraeae Ubaldi, Zanotti et Puppi 1993.Scutellario columnae-Ostryetumcarpinifoliae Pedrotti, Ballelli e Biondiex Pedrotti, Ballelli e Biondi, Cortini eOrsomando 1980.

Boschi montaniPolysticho aculeati-Fagetum sylvaticaeFeoli e Lagonegro 1982.Dactylorhizo fuchsii-Fagetum sylvaticaeBiondi, Ballelli, Allegrezza, Taffetani eGujtian 1989 ex Izco e Biondi 1992.Latyro veneti-Fagetum sylvaticae Bion-di, Casavecchia, Pinzi, Allegrezza eBaldoni 2002.

Boschi di forra o di impluvioCarpino betuli-Coryletum avellanaeBallelli, Biondi, Pedrotti 1980.Geranio nodosi-Carpinetum betuliPedrotti, Ballelli e Biondi 1982.Symphyto bulbosi-Coryletum avellanaeCatorci e Orsomando 2001.

9.3.3. Lettura per Seriedi vegetazione

La Sinfitosociologia o Fitosociologia serialeè il secondo livello di analisi nello studiodel ricoprimento vegetale (BOX 1). Essaha per oggetto gli insiemi di aggruppamentivegetali legati tra loro all’interno delle seriedi vegetazione. Tra le singole associazionisi possono infatti instaurare rapporti dina-mici, quando esse rappresentano tappe diuno stesso processo evolutivo o regressivo(per esempio un’associazione di pascoloche si trasforma per abbandono in una diarbusti, che a sua volta evolverà in un’as-sociazione forestale). Si definisce serie divegetazione o sigmetum l’insieme di tuttele associazioni, legate da rapporti dinami-ci, che si rinvengono all’interno di territoriecologicamente omogenei e caratterizzatida un’unica potenzialità vegetazionale.Questo spazio omogeneo ha il significatodi unità biogeografico-ambientale di basedel mosaico che costituisce il paesaggiovegetale, e prende il nome di tessella (dallatino tessella) (Rivas-Martinez, 1976, 1987

e 1996, 1999; Géhu, 1980, 1987 e 1988;Géhu e Rivas-Martínez, 1981; Biondi,1993, 1994 e 1996).I diversi aggruppamenti vegetali inclusiin una serie di vegetazione sono detti“tappe di sostituzione”. È possibile distin-guere, in ogni serie di vegetazione, co-munità molto prossime allo stato natura-le, comunità semi-naturali stabili risultantida un’utilizzazione estensiva del territo-rio, comunità nuove e fortemente insta-bili e più o meno fortemente artificializzate(Géhu, 1987). Escludendo i cataclisminaturali e l’evoluzione cenotica interna,l’uomo è il principale responsabile delladifferenziazione intraseriale delle comu-nità attraverso l’utilizzazione del territo-rio (Biondi, 1996b; Géhu, 1987).Il concetto di serie di vegetazione risultaparticolarmente adatto per la comprensio-ne del paesaggio e la valutazione delle suetrasformazioni, in quanto esso consentedi interpretare anche quegli aspetti semi-naturali che si originano a opera dell’attivi-tà umana, come conseguenza dellaframmentazione degli ecosistemi. Lo stu-dio delle serie di vegetazione analizza in-fatti la disposizione spaziale non solo de-gli elementi naturali (vegetazione, clima,morfologia, litologia etc.) ma anche di quelliantropici (strade, edificati, aree soggettead agricoltura intensiva etc.) nonché i fat-tori che ne regolano il funzionamento.Alla luce di quanto detto è auspicabilel’applicazione della metodologia fitosocio-logica integrata alle attività di monitoringe reporting ambientale; la presente edi-zione della RSA dell’Umbria rappresentaprobabilmente uno dei primi tentativi inquesto senso.

9.3.3.1. Serie e geoserie di vegetazionepresenti nel territorio

Come si è visto per la flora e la vegetazio-ne, anche le serie di vegetazione possonofornire un importante contributo nella let-tura del sistema ambientale, particolarmen-te prezioso in virtù del grande potenzialeinformativo da esse sintetizzato. Un’inte-ressante applicazione del metodo sinfito-sociologico è rappresentata dal Piano Ter-ritoriale di Coordinamento Provinciale del-la Provincia di Terni (Venti, 2001) in cui,per la prima volta in Umbria, le serie divegetazione sono state utilizzate comestrumento di pianificazione territoriale.Si riporta l’elenco delle serie di vegetazio-ne note per il territorio regionale, ricostru-ito sulla base dei dati bibliografici esisten-ti e delle recenti acquisizioni in materia allaluce delle ricerche in corso presso il Di-

l 317 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

BOX 1

Il metodo di lettura del paesaggio vegetale proposto dallaFitosociologia integrata

La vegetazione è un sistema complesso in cui lespecie vegetali si aggregano in maniera diversa,a seconda dei fattori ecologici e antropici, forman-do comunità vegetali o fitocenosi. La caratteriz-zazione più semplice delle diverse comunità ve-getali è quella basata sulla fisionomia della ve-getazione, attraverso la quale il paesaggio vege-tale viene distinto in bosco, arbusteto, prateriaetc., termini entrati ormai nel linguaggio comune.Con il progredire delle conoscenze, la classifica-zione fisionomica non è stata più sufficiente perdescrivere con dettaglio la copertura vegetale etra le varie metodologie formulate quella fitosocio -logica è attualmente la più utilizzata dagli espertidel settore. Essa definisce un modello interpretativodella vegetazione fondato su delle unità di basechiamate associazioni vegetali, corrispondenti acomunità di piante caratterizzate dal punto di vistadella composizione floristica e della struttura. Lavegetazione, naturale o artificiale, rappresenta unsistema complesso che interagisce con l’ambien-te. Essa varia nella struttura e nella composizionefloristica al variare delle condizioni chimico-fisichee del contesto biogeografico.Le comunità vegetali sono state studiate da di-versi punti di vista. In base a un approccio di tipoorganicistico esse sono state interpretate comesistemi altamente integrati paragonabili a organi-smi (Clements, 1904, 1905 e 1928). Secondo l’ap-proccio individualistico la vegetazione rappresen-ta invece un insieme di specie completamenteindipendenti (Negri, 1914, 1926 e 1954; Gleason,

1917, 1926 e 1939). In posizione intermedia sipone la Scuola Fitosociologica di Zurigo-Montpel-lier, nata all’inizio del XX secolo a opera dellosvizzero Josias Braun-Blanquet (1928, 1951,1964 e 1979) e basata sullo studio dell’associa-zione vegetale. L’associazione è stata definita daSchröter e Flahault al Terzo Congresso Interna-zionale di Botanica (Bruxelles, 1912) come un tipodi comunità vegetale con una composizionefloristica determinata, con una fisionomia unifor-me che si sviluppa in un habitat omogeneo. Lasua caratterizzazione, anche se si è trasformatanel tempo, si basa su un procedimento floristico-statistico ed è in definitiva svincolata sia dallaconcezione organicista che da quella individuali-sta (Feoli et al., 1982).La Fitosociologia, allo stato attuale delle cono-scenze, può essere definita come scienza che sioccupa delle comunità vegetali, delle loro rela-zioni con l’ambiente, dei processi temporali chele modificano e delle loro ecofunzioni. Con tuttequeste informazioni, attraverso un metodoinduttivo e statistico basato sul rilievo fitosocio-logico della vegetazione, essa crea una tipologiagerarchica universale nella quale l’associazioneè l’unità di base del sistema tassonomico (Rivas-Martínez, 1996). Si tratta, senza dubbio, di unadisciplina di grande importanza per lo studio e lasoluzione dei delicati problemi ambientali con cuil’umanità deve confrontarsi (Géhu, 1987). Il me-todo fitosociologico racchiude infatti una grande

potenzialità di lettura del paesaggio e di sintesiinformativa. Esso ha acquistato negli ultimi anniun ruolo sempre più importante nello studio eco-logico del paesaggio, nella progettazione ambien-tale e nella pianificazione territoriale. La scienzafitosociologica ha saputo integrare varie discipli-ne specialistiche e creare modelli speditivi di in-terpretazione del paesaggio, predittivi delle mo-difiche e delle trasformazioni indotte sulla vege-tazione dal variare delle condizioni ambientali,soprattutto di origine antropica.Si possono distinguere tre orientamenti principalinello studio del ricoprimento vegetale (Géhu,1980, 1987 e 1988; Géhu e Rivas-Martínez, 1981;Rivas-Martínez, 1976, 1987 e 1996, 1999; Bion-di, 1993, 1994 e 1996):1) la Fitosociologia classica, anche detta sigma-

tista o braunblanquetista dal nome del suofondatore, che definisce le comunità vegeta-li su base prevalentemente floristico-ecolo-gica e costituisce il primo livello di analisi;

2) la Fitosociologia seriale o dinamica o Sinfito-sociologia, che studia gli aggruppamenti ve-getali in relazione ai collegamenti dinami-ci esistenti tra loro all’interno delle serie divegetazione e la loro evoluzione temporale;

3) la Fitosociologia catenale o del paesaggio oGeosinfitosociologia, che analizza le relazionitopografiche tra diverse serie di vegetazio-ne, ovvero i rapporti catenali e geografici, ela loro evoluzione spaziale.

Fonte: Biondi et al., 2002a

l 318 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

partimento di Biologia vegetale e Biotecno-logie agroambientali dell’Università degliStudi di Perugia (gruppo di lavoro delprofessor Venanzoni). Le serie e le geose-rie sono inquadrate e denominate in ac-cordo con i criteri proposti dagli autori spa-gnoli (Rivas-Martínez, 1976, 1987 e 1996,1999) e recentemente applicati anche interritorio umbro (Biondi et al., 2001a e2001b, 2002a e 2002b).Sono state prese in considerazione solo leserie di vegetazione climatofile, ovveroquelle correlabili a condizioni edafichemedie, su suolo che usufruisce solo di ac-qua apportata dalle precipitazioni atmosfe-riche nell’arco dell’anno. Per la vegetazio-ne ripariale e palustre si è fatto ricorso alconcetto di geoserie, ovvero all’espressio-ne spaziale di aggruppamenti vegetali ap-partenenti a più serie dinamiche all’internodi una unità fitotopografica del paesaggio.Per le serie di vegetazione aventi cometappa matura aspetti di vegetazione fore-stale è inoltre disponibile la superficie inha corrispondente all’attuale estensionedi ciascuna testa di serie (graf. 8). Re-stano escluse le serie di vegetazione deiPiani Bioclimatici Orotemperato (Subal-

pino) e Criorotemperato (Alpino) e lageoserie edafo-igrofila azonale dei pianicarsici. Il dato deriva dalla Conversionefitosociologica della Carta Forestale, re-alizzata nell’ambito di una collaborazio-ne tra l’Ufficio Foreste e il gruppo di lavo-ro del professor Venanzoni.

SERIE E GEOSERIE DI VEGETAZIONENOTE PER IL TERRITORIO REGIONALE

1. Lecceta mesomediterraneatermofila su substrati decarbonatati;Serie climatofila subcostieratirrenica mesomediterranea(submesomediterranea)subacidofila del leccio; Cyclaminorepandi-Querco ilicis sigmetum;

2. Lecceta submediterranea mista sucalcare; Serie climatofila subcostieraadriatica mesomediterranea esubmediterranea collinareneutrobasifila del leccio; Cyclaminohederifolii Querco ilicis sigmetum;

3. Querceto submediterraneo termofilosu argille e marne; Serie climatofilapreappenninicasubmesomediterranea

neutrobasifila della roverella; Rososempervirentis-Querco pubescentissigmetum

4. Querceto submediterraneo termofilosu marne; Serie climatofilapreappenninicasubmesomediterraneaneutrobasifila della roverella; Rososempervirentis-Querco pubescentiserico multiflorae sigmetosum

5. Ostrieto submediterraneo termofilosu calcare; Serie climatofilapreappenninicasubmesomediterraneaneutrobasifila del carpino nero;Asparago acutifolii-Ostryocarpinifoliae sigmetum

6. Ostrieto appenninico mesofilo sucalcare; Serie climatofilaappenninica temperata collinareneutrobasifila del carpino nero;Scutellario columnae-Ostryocarpinifoliae sigmetum;

7. Ostrieto appenninico termofilo sucalcare; serie edafo-xerofilaappenninica mesotemperataneutrobasifila del carpino nero;Scutellario columnae-Ostryocarpinifoliae cytiso sessilifoliisigmetosum;

8. Cerreta preappenninica tirrenicatermofila su silice; Serie climatofilapreappenninica tirrenicasubmesomediterranea subacidofiladel cerro; Erico arboreae-Quercocerridis sigmetum;

9. Cerreta preappenninica tirrenicatermofila su marne e argille sabbio-se; Serie climatofila preappenninicatirrenica submesomediterraneaneutrobasifila del cerro; Loniceroxylostei-Querco cerridis sigmetum;

10.Cerreta preappenninica tirrenicatermoigrofila su argille calcaree; Se-rie climatofila preappenninicatirrenica submediterranea e tempe-rata collinare neutrobasifila delcerro; Asparago tenuifolii-Quercocerridis sigmetum;

11. Cerreta preappenninica tirrenicamesofila su silice; Serie climatofilapreappenninica tirrenicamesotemperata subacidofila delcerro; Cephalanthero longifoliae-Querco cerridis sigmetum;

12.Cerreta preappenninica tirrenicamesofila su depositi lacustri evulcaniti; Serie climatofilapreappenninica tirrenicamesotemperata subacidofila delcerro; Coronillo emeri-Quercocerridis sigmetum;

Grafico 8 – Superficiedelle cenosi boschive testa di serie presenti nel territorio regionale

l 319 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

BOX 2

La Carta delle Serie di Vegetazione della Provincia di Terni

Per la Provincia di Terni, nell’ambito degli studifinalizzati alla realizzazione del PTCP (Venti,2001), è stata realizzata una Carta delle Serie diVegetazione alla scala 1:100.000 (Biondi et al.,2000a; 2000b; 2001a; 2001b). Per lo studio delpaesaggio vegetale è stata adottata una metodo-logia scientifica integrata che ha portato alla rea-lizzazione della Carta attraverso l’utilizzo dicartografie tematiche già esistenti integrate conle analisi fitosociologiche.Le indagini condotte hanno permesso di indivi-duare i sigmeti e i geosigmeti e di delimitarli carto-graficamente.In sintesi si è seguito il seguente schema meto-dologico:- suddivisione del territorio su base geologi-

co-morfologica;- analisi fitosociologica della vegetazione e

integrazione dei dati esistenti con la cartaforestale;

- verifica sul terreno delle corrispondenze trasubstrato e vegetazione;

- confronto e integrazione dei limiti ottenuti subase geomorfologica con i limiti delle serieindividuate;

- integrazione delle varie componenti del pae-saggio vegetale.

Ciascuna voce della Legenda della Carta corri-sponde, nella maggior parte dei casi, a una seriedi vegetazione; nella rappresentazione cartogra-fica di alcune porzioni di territorio, alcune seriehanno perso la propria individualità e sono stateindicate nella forma di Complessi di serie oGeoserie . Questo è avvenuto nei casi in cui laforte eterogeneità geolitologica, pedologica omorfologica non ha consentito, alla scala utiliz-zata, la separazione delle singole Unità di vege-tazione. Attraverso l’impiego della Geoserie di ve-getazione è stato così possibile rappresentarel’esistenza di relazioni catenali tra alcune serie,all’interno di territori di difficile schematizzazione.Allo scopo di caratterizzare i diversi tipi di pae-saggio vegetale rinvenuti nel territorio della Pro-vincia di Terni, ciascuna serie di vegetazione èstata quindi descritta nella propria singolarità, at-traverso una trattazione sintetica delle particola-rità bioclimatiche, geolitologiche, pedologiche,floristiche, ecologiche e biogeografiche che la ca-ratterizzano (Biondi et al., 2002b).Per ciascuna serie sono state riportate riportate:

• una frase diagnostica in cui vengono sinte-tizzate le principali caratteristiche ecologichedella serie;

• l’indicazione dell’associazione forestale testadi serie , rappresentante la vegetazione ma-tura di riferimento per il territorio corrispon-dente;

• la caratterizzazione climatica, con l’indicazio-ne del tipo bioclimatico in cui la serie si svi-luppa;

• la caratterizzazione geopedologica con leindicazioni delle formazioni litologiche sullequali si sviluppa la serie;

• la distribuzione della serie sul territorio pro-vinciale;

• la caratterizzazione floristica delle diversecomunità che costituiscono la serie di vege-tazione;

• lo stato di conservazione;• l’indicazione del livello di rarità delle asso-

ciazioni o delle entità floristiche eventualmen-te presenti;

• le indicazioni gestionali fornite nella stesuradel PTCP, emerse dalla conoscenza del pa-trimonio vegetale.

Fonte: Biondi et al., 2002a

l 320 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l STATO

13.Bosco centro-italico di farnetto sudepositi lacustri e vulcaniti; Serieclimatofila preappenninica tirrenicacentro-italica submesomediterraneasubacidofila del farnetto; Maloflorentinae-Querco frainettosigmetum;

14.Cerreta appenninica mesofila susubstrati marnosi; Serie climatofilaappenninica centro-settentrionalemesotemperata neutrobasifila delcerro; Acero obtusati-Quercocerridis sigmetum;

15.Cerreta appenninica mesofila susubstrati arenacei; Serie climatofilaappenninica centro-settentrionalemesotemperata subacidofila delcerro; Acero obtusati-Quercocerridis pyro pyrastri sigmetosum;

16. Cerreta appenninica mesofila susubstrati diasprigni; Serie climatofilaappenninica meso/supratemperatasubacidofila del cerro; Caricisylvaticae-Querco cerridis sigmetum;

17.Bosco di rovere centro-italicoplaniziale su depositi lacustri; Serieedafo-mesofila preappenninicatirrenica centro-italicamesotemperata subacidofilaplaniziale della rovere; Hieracioracemosi-Querco petraeaesigmetum;

18.Faggeta appenninica mesofila sucalcare; Serie climatofilaappenninica supratemperataneutrobasifila del faggio; Polystichoaculeati-Fago sylvaticae sigmetum;

19.Faggeta appenninica termofila suarenarie; Serie climatofilaappenninica supratemperatasubacidofila del faggio; Dactylorhizofuchsii-Fago sylvaticae sigmetum;

20.Vegetazione del piano subalpino;21.Vegetazione del piano alpino;22.Geoserie edafo-igrofila azonale dei

piani carsici;23.Geoserie ripariale ed edafo-igrofila

azonale.

9.3.3.2. Indice di diversità seriale

Si propone l’applicazione di un indicemolto semplice, espressione della diver-sità paesaggistica potenziale del territo-rio e formulato come rapporto tra il nu-mero di serie di vegetazione climatofilepresenti in un’area e la superficie com-plessiva dell’area stessa. Esso fornisceil numero di serie per unità di superficieed è un’espressione diretta della maggio-re o minore eterogeneità di un territorio alivello potenziale, determinata sostanzial-

mente dalla ricchezza di ambienti, senzatener conto della diversificazione prodottadall’uso del suolo.Per l’Umbria, sulla base delle fontibibliografiche di settore attualmente dispo-nibili e dei più recenti aggiornamenti (Bion-di et al., 2002b), le serie climatofile am-montano a 23. Prendendo per la superfi-cie regionale il dato derivato dalla Cartageobotanica con principali classi di utiliz-zazione del suolo alla scala 1:100.000(Documento cartografico n. 3 allegato allalegge 27/00 PUT), pari a 842.852,19 ha,per l’Indice di diversità seriale si ottiene ilvalore di 0,27.

9.3.3.3. Indice di prossimitàalla vegetazione potenziale

L’Indice di prossimità alla vegetazione po-tenziale, nella formulazione “Estensionedella testa della serie”, è stato propostoda Biondi et al. (2001a e 2001b) e definitocome “estensione della comunità testadella serie in rapporto alla superficie po-tenziale della Serie di vegetazione”. Rap-presenta una misura della distanza dallanaturalità massima possibile all’interno diciascuna unità omogenea di paesaggio.Per la sua misurazione è necessario di-sporre della superficie potenziale di cia-scuna Serie di vegetazione presente nelterritorio indagato, dato al momento nondisponibile per l’Umbria. La Carta delleSerie di vegetazione dell’Umbria alla sca-la 1:250.000 è attualmente in fase diultimazione, nell’ambito del Progetto CCNB(“Completamento delle ConoscenzeNaturalistiche di Base in Italia”) coordina-to a scala nazionale dal professor Blasi epromosso dal Ministero dell’Ambiente. Taledocumento cartografico, realizzato dalgruppo di lavoro del professor Venanzoni,sarà concluso entro l’anno 2004 e consen-tirà il calcolo puntuale della superficie po-tenziale di ciascuna serie di vegetazione.Il metodo di mappatura della vegetazioneseguito si basa su una classificazione ge-rarchica del territorio (Blasi et al., 2000),ottenuta dalla sovrapposizione di strati GISinerenti gli aspetti litomorfologici efitoclimatici. La classificazione del territo-rio ha prodotto una carta delle unità terri-toriali omogenee: a ciascuna di queste èstata quindi attribuita una serie di vegeta-zione, individuata almeno al livello di alle-anza (Blasi et al., 2002).Sulla base dei dati attualmente disponi-bili, è calcolabile solo un indice sinteticoa scala regionale (espressione della me-dia tra le varie serie di vegetazione) pren-dendo in considerazione l’insieme di tut-

te le serie presenti. La nuova formulazio-ne dell’indice diviene quindi pari al rap-porto tra la somma delle superfici di tuttele teste di serie e la somma di tutte lesuperfici potenziali di ciascuna serie (pariall’intera superficie regionale). I dati uti-lizzati derivano dalla Carta geobotanicacon principali classi di utilizzazione delsuolo alla scala 1:100.000, documentocartografico n. 3 allegato alla legge 27/00PUT. Le cenosi equiparabili alle teste diserie sono costituite dalle associazioniforestali mature e dalle praterie primarie,che rappresentano la vegetazione stabileper i piani subalpino e alpino. Il valoremedio dell’Indice di prossimità alla vege-tazione potenziale per l’Umbria è pari a0,39. A livello di ciascuna serie di vegeta-zione si fornisce inoltre una stima appros-simata dell’indice mediante una scala di 5valori, in analogia con quanto fatto per ilPTCP della Provincia di Terni (Biondi et al.,2000b, 2001a, 2001b e 2002a), sulla basedelle conoscenze e dei dati bibliografici at-tualmente disponibili (tab. 2).

9.3.3.4. Rarità della serie nel territorio

Questo indice, proposto da Biondi et al.(2000b, 2001a, 2001b e 2002a), misural’estensione potenziale di ciascuna seriedi vegetazione in rapporto alla superficietotale del territorio considerato. Come giàdetto, la superficie potenziale di ciascunaserie di vegetazione non è al momentodisponibile; allo stato attuale delle cono-scenze è applicabile solo tramite stima ap-prossimata per ciascuna serie di vegeta-zione mediante una scala di 5 valori, sullabase delle conoscenze e dei datibibliografici attualmente disponibili (tab. 3).

9.3.3.5. Qualità floristica della serie

L’Indice di qualità floristica della serie divegetazione è stato utilizzato da Biondi etal. (2000b, 2001a, 2001b e 2002a) peresprimere la presenza, all’interno del ter-ritorio di pertinenza di ciascuna serie, dispecie vegetali rare o a elevato valorenaturalistico relativamente alla zona inda-gata. Allo stato attuale delle conoscenzeè applicabile solo tramite una stima ap-prossimata per ciascuna serie di vegeta-zione mediante una scala di 5 valori, sullabase delle conoscenze e dei datibibliografici attualmente disponibili (tab. 3).

9.3.3.6. Valore fitogeografico della serie

Esprime la presenza, all’interno di ciascu-na serie di vegetazione, di comunità di

l 321 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l IMPATTI

2001b e 2002a) per esprimere l’eventualepresenza, all’interno di ciascuna serie, dicomunità di sostituzione particolarmenterare o di rilevante valore naturalistico peril territorio in esame.Allo stato attuale delle conoscenze èapplicabile solo tramite una stima appros-simata per ciascuna serie di vegetazionemediante una scala di 5 valori, sulla basedelle conoscenze e dei dati bibliograficiattualmente disponibili (tab. 3).

9.3.3.8. Completezza della serie

L’Indice di completezza della serie, dinuova istituzione, esprime l’effettiva pre-senza nel territorio in esame di tutte lecomunità di sostituzione note per ciascu-na serie di vegetazione. È quindi unamisura indiretta della biodiversitàfitocenotica di un territorio, nel senso chequantifica la ricchezza di fitocenosi pren-

dendo come modello la serie di vegeta-zione articolata nelle sue diverse tappedi sostituzione.Allo stato attuale delle conoscenze èapplicabile solo tramite una stima appros-simata per ciascuna serie di vegetazio-ne mediante una scala di 5 valori, sullabase delle conoscenze e dei datibibliografici attualmente disponibili (tab.3).

9.4. IMPATTI

Tutti gli indicatori trattati nel paragraforelativo allo Stato del patrimonio floristico-vegetazionale sono potenzialmente adattia fornire una stima degli Impatti. Attra-verso la realizzazione di monitoraggi erilevamenti periodici è, infatti, possibileevidenziare le variazioni nel tempo di cia-scun parametro considerato e porle inrelazione con le cause scatenati e le cor-rispondenti Pressioni.Un programma di monitoraggio specificodella Flora e della Vegetazione della re-gione è purtroppo ben lungi dall’essererealizzato. Di conseguenza, le informazio-ni derivate dall’analisi dei parametri di Sta-to rischiano di rimanere una sorta di foto-grafia al tempo T (in alcuni casi risalentea più di 20 anni fa) che col passare deltempo diverrà sempre meno adeguata arappresentare una realtà in continua esempre più rapida trasformazione.È auspicabile pertanto l’avvio di una seriedi attività di controllo sul territorio che con-sentano di verificare i reali effetti dell’atti-vità umana sulle biocenosi e sugli habitatnaturali, semi-naturali e sinantropici.

9.4.1. Specie vulnerabili, minacciate,estinte

Le Liste Rosse, la cui realizzazione vienepromossa dall’IUCN (Unione Internaziona-le per la Conservazione della Natura),sono inventari sullo stato di conservazio-ne delle specie animali e vegetali sullaterra; sulla base di un preciso set di crite-ri, esse valutano il rischio di estinzione diciascuna entità specifica e sottospecifica.L’attività dell’IUCN, ente fondato nel 1948,si incentra proprio sulla conservazione del-l’integrità e della diversità della natura esullo sforzo di garantire che ogni uso del-le risorse naturali sia equo ed ecologica-mente sostenibile, focalizzando l’attenzio-ne in particolare sulla conservazione del-le specie e della biodiversità e sulla ge-stione degli habitat naturali.In Italia, nel 1992, la Società Botanica Ita-

Tabella 2 – Serie di vegetazione climatofile e azonali in Umbria. Aspetti correlati all’uso del suolo

sostituzione con particolare importanzadal punto di vista fitogeografico. Si trattageneralmente di fitocenosi il cui arealedistributivo è limitato al territorio regiona-le o alle regioni centro-italiche. Presen-tano un certo interesse anche le comuni-tà con areale più ampio, il cui limite pas-sa proprio nei pressi o all’interno dell’areaconsiderata.Allo stato attuale delle conoscenze èapplicabile solo tramite una stima appros-simata per ciascuna serie di vegetazionemediante una scala di 5 valori, sulla basedelle conoscenze e dei dati bibliograficiattualmente disponibili (tab. 3).

9.3.3.7. Presenza di tappe a elevatovalore naturalistico

L’Indice di presenza nella serie di tappea elevato valore naturalistico è stato uti-lizzato da Biondi et al. (2000b, 2001a,

l 322 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l IMPATTI

liana, il Ministero dell’Ambiente e il WWFhanno promosso la pubblicazione del“Libro Rosso delle piante d’Italia” (Contiet al., 1992) in cui sono segnalate 458entità delle quali viene esaminato lostatus a livello nazionale secondo le ca-tegorie codificate dall’ IUCN (Lucas eSynge, 1978). Il Libro Rosso è stato suc-cessivamente ampliato con la realizza-zione di liste rosse regionali (Conti et al.,1997) nelle quali le categorie di valuta-zione risultano modificate in base alla tra-duzione italiana di Rizzotto (1995).L’Umbria è interessata da 361 di questeentità (graf. 9).La presenza di specie vulnerabili, minac-ciate o estinte è un aspetto di notevolerilevanza poiché rappresenta un’espres-sione diretta dell’impatto antropico sullabiodiversità specifica. La conoscenza ela catalogazione delle entità esposte a unpiù alto rischio di estinzione è inoltre difondamentale importanza se si vuole evi-tarne la definitiva scomparsa.Di seguito si riporta brevemente il signifi-cato delle sei categorie adottate nellarealizzazione delle liste rosse regionali(Conti et al. , 1997): EW: “Estinta in natu-ra”, quando la specie sopravvive solo incoltivazione, in cattività o come popola-

Grafico 9 – Distribuzione delle specie della flora umbra per categorie IUCN, secondo il Libro Rosso dellepiante d’Italia e le Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia

Fonte: Conti et al., 1992 e 1997

Tabella 3 – Serie di vegetazione climatofile e azonali in Umbria: aspetti qualitativi intrinseci

l 323 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l IMPATTI

Grafico 10 – Specie minacciate (e percentuale sultotale) riportate tra le piante vascolari di particolarevalore naturalistico-biologico in Umbria

Grafico 11 – Numero e percentuale sul totale di associazioni rare, minacciate e/o a rischio di scomparsa

9.4.2. Associazioni vulnerabili,minacciate o a rischio di scomparsa

L’indicazione e, ove possibile, laquantificazione delle associazioni vegetalila cui distribuzione all’interno di un datoterritorio sia soggetta a rischio di riduzio-ne o scomparsa è stata proposta dall’ANPAcome indicatore di impatto (ANPA, 2000);in questa chiave essa è stata utilizzatanella Relazione sullo Stato dell’Ambientedella Provincia di Milano (2000).Per le fitocenosi italiane non è stata rea-lizzata una Lista Rossa ufficiale, analo-ga a quella esistente per la flora, che in-dividui il grado di vulnerabilità o minac-cia proprio di ciascuna tipologiavegetazionale. Si è quindi ritenuto utile,

in questa sede, attribuire a ciascuna as-sociazione segnalata per il territorio re-gionale una qualifica sulla base di criterianaloghi a quelli utilizzati per la redazio-ne delle Liste Rosse delle specie,avvalendosi dei dati bibliografici disponi-bili per il territorio. Per le associazioni noteper l’Umbria si è fatto riferimento ai cen-simenti bibliografici pubblicati negli anni1997 e 2001 (Orsomando et al., 1997;Ballelli et al., 2001). Su questa banca datisi è quindi operata una selezione critica,sulla base dei risultati delle ricerche editee inedite portate avanti dal gruppo di la-voro del professor Venanzoni.Nel grafico 11 sono riportati il numeroassoluto e la percentuale sul totale diassociazioni vulnerabili (V), Minacciate

zione naturalizzata molto al di fuoridell’areale di origine; CR: “Gravementeminacciata” quando si trova esposta agravissimo rischio di estinzione in naturanell’immediato futuro; EN: “Minacciata”quando, pur non essendo “Gravementeminacciata”, è tuttavia esposta a graverischio di estinzione in natura in un pros-simo futuro; VU: “Vulnerabile” quando, purnon essendo “Gravemente minacciata” o“Minacciata”, è tuttavia esposta a graverischio di estinzione in natura in un futu-ro a medio termine; LR: a “Minor rischio”quando non rientra nelle categorie “Gra-vemente minacciata”, “Minacciata” o “Vul-nerabile”; DD: “Dati insufficienti”, quandomancano adeguate informazioni sulla di-stribuzione e/o sullo stato della popola-zione per una valutazione diretta o indi-retta del pericolo di estinzione; NE: “Nonvalutata” quando non è stata ancora at-tribuita ad alcuna categoria.Dall’analisi del grafico 9 si può notarecome le specie ormai estinte in naturasiano in Umbria quattro, e precisamente:Damasonium alisma Mill. ssp. alisma ,Dracunculus vulgaris Schott, Sambucusracemosa L., Trapa natans L. (cui andreb-bero probabilmente aggiunte Caldesiaparnassifolia (Bassi) Parl. e Aquilegiabertolonii Schott). Il dato positivo cheemerge dal confronto tra le due pubbli-cazioni (Conti et al. , 1992 e 1997) è il ri-levante aumento del numero di entitàconsiderate, che passa dallo 0,6% al16,8% in rapporto al totale della flora re-gionale (con riferimento al dato di Abbateet al., 2002).Nel grafico 10 si riporta il numero di spe-cie presenti in Umbria soggette a rischiodi raccolte sconsiderate poiché eduli,officinali o vistose e di specie a rischio discomparsa poiché tipiche di ambienti for-temente minacciati di distruzione(Orsomando et al., 1998; riprese nell’al-legato A della LR 27/00).

l 324 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

(M) o a Rischio di Scomparsa (S) pre-senti in Umbria. I tre parametri, in parti-colare il secondo, mostrano un andamen-to crescente dal 1997 al 2001. Tale in-cremento non va interpretato come au-mento della minaccia a carico di alcunecenosi (aspetto peraltro non monitorabileallo stato attuale, poiché non sono dispo-nibili studi di dettaglio), ma è attribuibilesostanzialmente al miglioramento delleconoscenze che ha consentito l’individua-zione di associazioni di elevato valorenaturalistico delle quali in precedenza siignorava la presenza in Umbria (questoaspetto è affrontato dettagliatamente nelparagrafo “Contesto conoscitivo”).

9.4.3. Presenza nella serie divegetazione di tappe minacciateo a rischio di scomparsa

La presenza di fitocenosi vulnerabili, mi-nacciate o a rischio di scomparsa è statainterpretata anche attraverso la chiave dilettura delle serie di vegetazione, median-te l’indicazione delle serie che presenta-no al loro interno aspetti riconducibili allecategorie precedentemente descritte.In forma poco dissimile, l’indicatore è sta-to utilizzato nella realizzazione delle sche-de di valutazione della componente

floristico-vegetazionale per il PTCP dellaProvincia di Terni (Biondi et al., 2000b,2001a, 2001b e 2002a).Allo stato attuale delle conoscenze que-sto indicatore è applicabile solo tramiteuna stima approssimata per ciascunaserie di vegetazione mediante una scaladi 5 valori, sulla base delle conoscenzee dei dati bibliografici attualmente dispo-nibili (tab. 4).

9.5. RISPOSTE

9.5.1. Contesto legale e normativo

9.5.1.1. Specie protette da legislazioneregionale, nazionale e comunitaria

Le specie di interesse comunitario sonoindicate negli allegati II, IV e V della diretti-va Habitat (92/43/CEE) che riportano, nel-l’ordine: “le specie animali e vegetali di in-teresse comunitario la cui conservazionerichiede la designazione di Zone specialidi conservazione”; “le specie animali evegetali di interesse comunitario che richie-dono una protezione rigorosa”; “le specieanimali e vegetali il cui prelievo nella natu-ra e il cui sfruttamento potrebbero formareoggetto di misure di gestione”. Secondo le

Banche dati di Natura 2000, delle entitàriportate nell’allegato II 59 sono presentiin Italia. Sulla base delle attuali conoscen-ze floristiche, 4 di esse sarebbero presen-ti in Umbria: Caldesia parnassifolia (Bas-si) Parl., Ionopsidium savianum (Caruel)Ball., Adonis distorta Ten. e Aquilegiabertolonii Schott. La specie Caldesiaparnassifolia, segnalata più volte al lagoTrasimeno, unica località umbra (Batelli,1888; Cicioni, 1895; Barsali, 1929-33), èstata in seguito considerata scomparsa daPedrotti e Orsomando (1977); essa vieneriportata con dubbio per l’Umbria in Contiet al. (1992) e non è più menzionata inConti et al. (1997). Di conseguenza, va pro-babilmente considerata estinta. La specieAquilegia bertolonii invece non risulta in-clusa nelle Liste Rosse (Conti et al., 1992e 1997); la segnalazione di questa entitàper il territorio umbro sul Monte Vettore esul Monte Pennino è piuttosto vecchia(Barsali, 1929-33) e non è stata supportatada successive conferme. Anche in questocaso quindi si può ragionevolmente rite-nere che la specie non sia presente nelterritorio regionale.Nell’allegato V sono indicate 4 speciepresenti in Umbria e precisamente: Arte-misia eriantha Ten. , Gentiana lutea L.,Ruscus aculeatus L. e Galanthus nivalisL. Di queste le prime due sono inclusenella Lista Rossa Regionale, la terza èattualmente protetta dalla legislazioneregionale e l’ultima non è soggetta adalcun tipo di tutela.A livello regionale sono piuttosto nume-rosi i documenti legislativi inerenti più omeno direttamente la flora e la vegeta-zione, la loro tutela, la regolamentazionedella raccolta di alcune specie. Si riportaun elenco schematico con l’indicazionedelle leggi e dei decreti principali (tab. 5).Alcuni dei documenti normativi riportatinella tabella 5 presentano al loro internodegli elenchi di specie vegetali sottopostea tutela; sulla base di tali liste è stata fattauna stima quantitativa delle entità tutela-te, riportata nel grafico 12. È evidente latendenza alla crescita del numero com-plessivo di entità tutelate, grazie al conti-nuo perfezionamento del patrimonio co-noscitivo e alla crescente sensibilità ver-so queste tematiche anche presso le isti-tuzioni. Nello specifico, le specie legnosemostrano un decremento, riconducibile alfatto che nei documenti legislativi più vec-chi erano sottoposte a tutela anche nu-merose essenze forestali esotiche presen-ti all’interno dei rimboschimenti, di dubbiovalore naturalistico. Al contrario, leerbacee sottoposte a tutela sono interes-

Tabella 4 – Serie di vegetazione climatofile in Umbria: aspetti legati alla conservazione

l 325 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

Tabella 5 – Leggi e decreti regionali inerenti la flora e/o la vegetazione

l 326 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

sate da un forte incremento numerico atestimonianza dell’avvenuta presa di co-scienza da parte delle istituzioni dell’im-portanza della salvaguardia della biodiver-sità specifica.

9.5.1.2. Introduzione di specie alloctoneper imboschimenti e rimboschimenti

Le specie di origine alloctona, non origi-narie cioè di un certo territorio ma intro-dotte per attività colturali o per imboschi-mento o per cause fortuite, possono rap-presentare una fonte di inquinamentofloristico per il patrimonio specifico autocto-no. In particolare, il rischio diviene signifi-cativo quando la specie è in grado di ri-prodursi spontaneamente (come nel casodelle entità “spontaneizzate” o “naturaliz-zate”) e mostra la tendenza all’espansio-

trollo, ove possibile, la diffusione di taliessenze, oltre a evitare di incrementarnedirettamente la diffusione. In questo sen-so, si ritiene opportuno segnalare il fattoche talora, all’interno degli elenchi ufficialidi specie arboree utilizzabili perimboschimenti e rimboschimenti, vengo-no indicate specie di derivazione esotica.A questo scopo sono stati presi in consi-derazione gli elenchi di specie allegati allalegge 269 del 22 maggio 1973 (allegatoA), alla LR 49/87, integrata dal DGR 10797/94 (allegato 3: tab. C - Specie arboree dicui agli articoli 8 e 9 della legge, e suaintegrazione) e al regolamento 7/02 (alle-gato W). Nel grafico 13 è rappresentato ilnumero di specie autoctone e alloctonepresenti in ciascun elenco; si evidenzia unandamento crescente delle entitàautoctone, che nell’ultimo regolamentoregionale rappresentano più del 70% deltotale delle specie utilizzabili (si sottolineache per questa elaborazione sono stateconsiderate le specie indicate nell’allega-to W del regolamento 7/02 con l’esclusio-ne di quelle non utilizzabili per imboschi-menti e rimboschimenti ovvero Juglansnigra, Picea abies e Robinia pseudoaca-cia).

9.5.1.3 Superficie Aree Protette

La superficie protetta nel territorio è stataproposta dall’ANPA come indicatore di Ri-sposta nell’ambito delle tematiche relati-ve alla biosfera (ANPA, 2000b). Sono statipresi in considerazione i Parchi Nazionalie Regionali presenti nel territorio umbro.La tipologia, la denominazione, l’organi-smo di gestione, i provvedimenti istitutivie l’estensione in ha di ciascuno sono ri-portati nella tabella 6. Nel grafico 14 sono

ne, soppiantando le specie locali in virtùdi una maggiore adattabilità o di una piùampia tolleranza allo stress ambientale.Gli stessi organi dell’IUCN sottolineanocome l’attività dell’industria forestale ab-bia provocato in diversi luoghi del mondol’invasione di un significativo numero dispecie arboree aliene, soprattutto quelleentità a rapido accrescimento più utilizza-te nella produzione di legname. Molte diqueste essenze esotiche si insediano sta-bilmente nei territori in cui vengono inseri-te e si diffondono negli habitat naturali,soppiantando la vegetazione nativa(Wittenberg e Cock, 2001). Anche l’ANPA(2000) propone l’introduzione di piante perusi forestali come un indicatore damonitorare nell’ambito delle tematiche re-lative alla biosfera.Può quindi essere utile tenere sotto con-

Grafico 13 – Rapporto tra entità autoctone ealloctone delle specie utilizzabili, a norma di legge,per inboschimenti e rimboschimenti

Tabella 6 – Organismo di gestione, provvedimento istitutivo e superficie delle aree protette in Umbria, per tipologia

Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, 2002a

Grafico 12 – Specie arboree, arbustiveed erbacee tutelate dalle leggi regionali

l 327 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

Grafico 14 – Superficie delle aree protette in Umbria

state riportate la superficie complessivaper tipologia e la percentuale di ciascunatipologia rispetto al territorio regionale.

9.5.1.4. Aree umide di interesseinternazionale

Allo scopo di invertire il processo di tra-sformazione e distruzione delle Zone Umi-de si è svolta nel 1971, a Ramsar (Iran), la“Conferenza Internazionale sulla conser-vazione delle Zone Umide e degli uccelliacquatici”. In quella sede è stata formula-ta e sottoscritta la “Convenzione interna-zionale relativa alle Zone Umide di impor-tanza Internazionale, soprattutto comehabitat degli uccelli acquatici”, nota come“Convenzione di Ramsar”, attualmentesottoscritta da più di 100 Paesi nel mondoe con oltre 900 Zone Umide designate.L’Italia è entrata ufficialmente a far partedegli Stati aderenti alla Convenzione diRamsar attraverso il DPR 488 del 13 mar-zo 1976 “Esecuzione della Convenzionerelativa alle Zone Umide di importanzainternazionale, soprattutto come habitat

munità Europea nel 1992 e recepita inItalia tramite il DPR 357 dell’8 settembre1997 dal titolo “Regolamento recante at-tuazione della direttiva 92/43/CEE relati-va alla conservazione degli habitat natu-rali e seminaturali, nonché della flora edella fauna selvatiche”, si pone comescopo principale il mantenimento dellabiodiversità. Si fonda sulla consapevolez-za che “nel territorio europeo degli Statimembri, gli habitat naturali non cessanodi degradarsi e che un numero crescen-te di specie selvatiche è gravemente mi-nacciato” e sostiene che “la salvaguar-dia, la protezione e il miglioramento del-la qualità dell’ambiente, compresa la con-servazione degli habitat naturali e dellaflora e della fauna selvatiche, costituisco-no un obiettivo essenziale di interessegenerale perseguito dalla Comunità Eu-ropea” (CEE, 1992). Allo scopo di favori-re la rapida attuazione delle misure piùadatte a garantire la conservazione delladiversità biologica e degli habitat è statapromossa l’istituzione di zone speciali diconservazione articolate all’interno di unarete ecologica europea coordinata e co-erente denominata “Natura 2000”. I sitivengono individuati sulla base della pre-senza degli habitat e delle specie anima-li e vegetali elencate negli allegati I e IIdella direttiva Habitat, ritenuti di impor-tanza comunitaria.Per quanto riguarda la gestione di PSICe ZPS, è in corso di realizzazione, a livel-lo nazionale, il progetto L IFE99 NAT/IT/006279 “Verifica della Rete Natura 2000in Italia e modelli di gestione” di cui il Mi-nistero dell’Ambiente e della Tutela delTerritorio, Direzione Conservazione del-la Natura è beneficiario (Ministero del-l’Ambiente e della Tutela del Territorio,2002b). I principali prodotti di questo pro-getto sono: l’elaborazione di Linee Gui-da generali per la realizzazione di pianidi gestione; la definizione di tipologie diPSIC e ZPS; l’elaborazione di piani di ge-stione pilota su 11 siti Natura 2000 delleregioni biogeografiche alpina, continen-tale e mediterranea.Il numero e la superficie dei PSIC e delleZPS rappresentano buoni indicatori di Ri-sposta (ANPA, 2000b). All’interno del ter-ritorio umbro, allo stato attuale risultanoindividuati 99 PSIC (zone proponibili peruna identificazione come Siti di Importan-za Comunitaria), di cui 76 nella Provin-cia di Perugia e 23 nella Provincia di Terni,e 7 ZPS (Zone di Protezione Speciale),rispettivamente 3 e 4 nelle due provincie(graf. 15).Sono stati analizzati i dati riportati nei for-

degli uccelli acquatici, firmata a Ramsaril 2 febbraio 1971” e con il successivo DPR184 dell’11 febbraio 1987 “Esecuzione delProtocollo di emendamento della Con-venzione Internazionale di Ramsar del 2febbraio 1971 sulle Zone Umide di im-portanza internazionale, adottato a Pari-gi il 3 dicembre 1982”.Nel territorio italiano sono state dichiara-te di importanza internazionale, ai sensidella Convenzione di Ramsar, 46 Zoneper un totale di 57,137 ha. Inoltre il Ser-vizio Conservazione della Natura del Mi-nistero dell’Ambiente ha realizzato unprimo “Inventario delle Zone Umide delTerritorio Italiano”, individuandone 597(De Maria, 1992).In Umbria è stata individuata un’unicaZona Umida di importanza Internaziona-le: la Palude di Colfiorito, che ha una su-perficie di 157 ha.

9.5.1.5. Numero e superficiedi PSIC e ZPS

La direttiva Habitat, emanata dalla Co-

l 328 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

mulari standard per le ZPS e i PSIC mes-si a disposizione dall’Ufficio PUT della Re-gione Umbria. Nel grafico 16 è riportatala superficie in ha dei PSIC e delle ZPSproposti o istituiti per il territorio regiona-le. Va sottolineato che alcune aree (peresempio il lago Trasimeno, la palude diColfiorito, ecc.) sono indicate sia comePSIC che come ZPS e non è attualmentedisponibile l’estensione in ha delle por-zioni in sovrapposizione; di conseguen-za non viene fornita una stima comples-siva dell’estensione di PSIC e ZPS, ma idue dati sono mantenuti separati.

9.5.1.6. Classi di habitat prioritari

All’interno di ciascun PSIC e ciascuna ZPSsono state svolte indagini di dettaglio fi-nalizzate alla quantificazione delle diver-se tipologie di habitat presenti. Nei for-mulari standard realizzati dall’Ufficio PUTdella Regione Umbria sono infatti indica-ti i valori percentuali di superficie copertada ciascun habitat, raggruppati in Classigenerali e muniti di codice di riferimento,secondo lo schema riportato nella tabel-la 7.Su questa base, sono stati calcolati i va-lori in ha di tali superfici in funzione del-l’area di ciascun PSIC o ZPS; i risultati

Grafico 16 – Superficie dei PSIC e ZPS per provincia

Tabella 7 – Classi di habitat priorit ariGrafico 15 – Numero di PSIC E ZPS per provincia

l 329 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

Grafico 17 – Superficie delle diverse classidi habitat all’interno dei PSIC, per provincia

Grafico 18 – Superficie delle diverse classidi habitat all’interno delle ZPS, per provincia

Grafico 19 – Superficie delle diverse tipologie di habit at (con gli habitat prioritari) all’interno dei PSIC,per provincia, con riferimento ai syntaxa fitosociologici (tra parentesi il numero di stazioni)

l 330 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

sono rappresentati nei grafici 17 e 18. Sitratta in pratica di una lettura di dettagliodell’uso del suolo all’interno di ciascunaarea.

9.5.1.7. Habitat prioritari e relativecategorie fitosociologiche

Nel Manuale interpretativo degli habitatdell’Unione Europea (European Com-mission, 1999) vengono descritti i 198habitat naturali (di cui 65 di importanzaprioritaria) elencati nell’allegato I della di-rettiva Habitat, a sua volta basato sullaclassificazione gerarchica proposta nelprogetto “CORINE Biotopes” (Wyatt, 1988)e successive modifiche.Una delle più rilevanti innovazioni meto-dologiche proposte dalla direttiva èsenz’altro l’utilizzo delle tipologie fitoso-ciologiche nell’individuazione e nella de-scrizione dei differenti tipi di habitatelencati.Si tratta forse della prima volta in cui almetodo fitosociologico viene riconosciu-to, in un contesto normativo, un ruolo pre-minente nello studio del patrimonio am-bientale.I nomi italiani degli habitat sono stati in-dicati nel Decreto Ministeriale del 20 gen-naio 1999 “Modificazioni degli allegati Ae B del decreto del Presidente della Re-pubblica dell’8 settembre 1997, n. 357,in attuazione della direttiva 97/62/CE delConsiglio, recante adeguamento al pro-gresso tecnico e scientifico della diretti-va 92/43/CEE”.Tipo e superficie degli habitat della diret-tiva Habitat sono stati proposti dall’ANPAcome indicatori di Risposta nell’ambitodelle tematiche relative alla biosfera(ANPA, 2000b).Allo scopo di valutare tale aspetto, par-tendo dai valori percentuali di superficiecoperta da ciascun habitat, indicati all’in-terno dei formulari standard realizzatidall’Ufficio PUT della Regione Umbria perciascuna area PSIC e ZPS, è stato possi-bile calcolare la superficie in ha copertada ciascuna tipologia di habitat di parti-colare rilevanza naturalistica presente inUmbria e segnalata nell’ambito della reteNatura 2000.Non è escluso che, a causa delle nume-rose lacune conoscitive, nei risultati at-tualmente raggiunti siano state tralascia-te ulteriori aree meritevoli di tutela.Nei grafici 19 e 20 sono rappresentati ivalori delle superfici in ha di ciascunatipologia di habitat, ripartiti per provincia;si riporta inoltre il numero di stazioni perle quali ciascun habitat è indicato.

Grafico 20 – Superficie delle diverse tipologie di habitat (con gli habitat prioritari) all’interno dei ZPS,per provincia, con riferimento ai syntaxa fitosociologici (tra p arentesi il numero di stazioni)

l 331 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

Legenda grafici 19 e 20

3140 aggr. a Chara ssp.3150 Magnopotamion, Hydrocharition.3170 Isoëtion, Nanocyperion flavescentis,

Preslion cervinae, Agrostion salmanticae,Heleochloion, Lythrion tribracteati.

3260 Ranunculion fluitantis, Callitricho-Batrachion.

3270 Chenopodion rubri, Bidention.4030 Calluno-Genistion pilosae.4060 Juniperion nanae, brughiere basse a

Genista ssp. o Chamaecytisus ssp.5110 Berberidion.5130 formazioni a Juniperus ssp.5211 formazioni a Juniperus communis;

Calluno vulgaris-Ulicetea minoris.5230 boschetti di Laurus nobilis, (Quercetea

ilicis).

5310 matorral arborescenti con Laurus nobilis,Quercetea ilicis, Quercion ilicis.

5332 garighe con Ampelodesmos mauritanica.6170 praterie calcicole alpine e subalpine.6210 Festuco-Brometea, Festucetalia

valesiacae, Brometalia erecti,Mesobromion, Xerobromion.

6220 Thero-Brachypodietalia, Thero-Brachypodion; Poetea bulbosae;Tuberarietea guttatae.

6230 Nardetalia, Nardion.6420 Molinio-Holoschoenion.6430 Glechometalia hederaceae,

Convolvuletalia sepium; Senecionfluviatilis, Aegopodion podagrariae,Convolvulion sepium, Filipendulion.

7210 Caricion davallianae, Phragmition.7220 Cratoneurion commutati.8130 Androsacetalia alpinae, Thlaspiet alia

rotundifolii, Stipetalia calamgrostis,Polystichetalia lonchitis.

8213 Potentilletalia caulescentis, Saxifragionlingulatae.

8310 comunità di muschi e alghe.9190 boschi a Quercus robur.91E0 Salicion albae.91H0 boschi a Quercus pubescens (Querco-

Fagetea).9210 Geranio nodosi-Fagion.9260 boschi a Castanea sativa (Querco-

Fagetea).9280 Quercion frainetto (Teucrio siculi-

Quercion cerridis)92A0 boschi ripariali con Salix spp. e Populus

spp. (Salici-Populenea nigrae).9340 boschi a Quercus ilex (Quercion ilicis).9540 boschi a Pinus halepensis (Quercion

ilicis).

Grafico 21 – Contributi di carattere floristico-veget azionale pubblicati dal 1878 a oggi

l 332 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

9.5.2. Contesto conoscitivo

9.5.2.1. Produzione di pubblicazionidi settore

L’analisi fin qui presentata, basata sostan-zialmente su dati editi e in parte su ela-borazioni inedite, ha permesso di deline-are un quadro generale che evidenzacome il livello di conoscenza floristico-vegetazionale del territorio umbro non siaomogeneo. Questo fenomeno è da im-putare da un lato alla carenza di compe-tenze locali in alcuni settori specifici,come veniva già rimarcato nella primaRelazione sullo Stato dell’Ambiente inUmbria (Venanzoni, 1997a; 1997b); d’al-tro lato, anche nei settori in cui tradizio-nalmente è più consolidata la ricercascientifica, si osserva una forte frammen-tazione delle conoscenze territoriali e unlivello di approfondimento molto eteroge-neo nei diversi comparti regionali.Allo scopo di delineare lo stato delle co-noscenze concernenti la flora e la vege-tazione in Umbria (auspicandone il moni-toraggio nel tempo), sono state censitetutte le pubblicazioni di settore realizzateper il territorio, edite a oggi, ed è statoanalizzato l’incremento nel tempo di taleproduzione scientifica. Si riporta nel gra-fico 21 il numero di pubblicazioni prodot-te per intervalli di 5 anni. Si registranodue picchi, nei quinquenni 1978-1982 e1993-1997.Nel grafico 22 è rappresentata la percen-tuale di pubblicazioni di carattere flori-stico-vegetazionale ripartite per argomen-ti principali, differenziando i contributi acarattere qualitativo da quelli contenentiinformazioni quantitative (per esempioflore locali, carte della vegetazione ecc.).

9.5.2.2. Unità fitosociologiche divegetazione (syntaxa) segnalate

Come si è già detto in precedenza per laflora, il numero di associazioni a oggicensite per il territorio regionale rispecchiasostanzialmente il livello raggiunto dallericerche di settore e non può essere pre-so in considerazione come misura esau-stiva del patrimonio vegetazionale regio-nale, la cui conoscenza è lungi dall’esse-re completa. In questa chiave di lettura, èstato preso in considerazione l’elenco delletipologie vegetazionali note su basebibliografica per il territorio umbro, inqua-drate e denominate secondo la meto-dologia e il codice di nomenclatura propridella Scuola Fitosociologica (Weber et al.,2002). Le tipologie considerate sono rag-

Nel grafico 23 si può evidenziare una ge-nerale tendenza all’aumento, dal 1997 al2001, a livello di tutti i syntaxa considera-ti; l’unica voce per la quale non si registraun incremento è quella relativa alle cita-zioni non fitosociologiche. Il primo feno-meno è correlabile innanzitutto all’aumen-to delle conoscenze vegetazionali del ter-ritorio umbro, secondariamente alla regi-strazione di tipologie vegetazionali di nuo-va comparsa. Il secondo dato si riferisceinvece a un perfezionamento metodolo-gico che vede un graduale e costante mi-glioramento degli strumenti conoscitivi of-ferti dalla Scienza Fitosociologica, ancheper quanto riguarda il rigore nomencla-

Grafico 22 – Disponibilità di pubblicazioni di settore: distribuzione per argomenti principali

gruppate per rango in associazioni,subassociazioni, alleanze, suballeanze,ordini, subordini, classi, sottoclassi.I dati disponibili riguardano il territorio re-gionale e derivano dai censimenti su basebibliografica pubblicati negli anni 1997 e2001 (Orsomando et al., 1997; Ballelli etal., 2001). Allo stato attuale delle cono-scenze, dati di dettaglio sulla presenza esulla distribuzione delle varie fitocenosisono disponibili solo per alcuni territori; perquesta ragione una panoramica omoge-nea è possibile solo alla scala regionale,data l’elevata frammentarietà e discon-tinuità dei contributi scientifici prodotti perle diverse aree dell’Umbria.

l 333 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

Grafico 23 – Numero di synt axa fitosociologici segnalati per il terreno regionale e, a destra, lo stesso valore in rapporto alla superficie regionale

turale. Dal 1997 al 2001 termina infatti l’uti-lizzo delle tipologie nomenclaturali noncorrette.Si riporta nel grafico 23 anche il rapportotra il numero di syntaxa e la superficieregionale (moltiplicato per un fattore di104), denominato “Indice di syntaxa”, chepuò essere considerato un’espressionedella diversità fitocenotica regionale.

9.5.2.3. Superficie copertada documenti cartograficidella vegetazione

Le carte della vegetazione rappresenta-no la diversità delle tipologie vegetazionaliosservabili o potenzialmente prevedibiliall’interno di un territorio. Ne esistono divari tipi, in base al criterio seguito nellarappresentazione: alcune tra le più diffu-se sono le carte della vegetazione natu-rale attuale, le carte dinamiche (carte del-

Figura 1 – Foglio della carta d’Italia coperti da carte fitosociologiche della vegetazionealla scala 1:50.000; èriportata anche la carta delle serie di vegetazione della provincia di Terni alla scala 1:100.000

l 334 l

Relazione sullo stato dell’ambiente in Umbria l 9 l Flora e vegetazione l RISPOSTE

Grafico 24 – Carte fitosociologiche della vegetazione alla scala 1:50.000, relativa superficie in ha epercentuale rispetto alla superficie regionale

Tabella 8 – Elenco delle carte della vegetazione alla scala 1:50.000 attualmente realizzate le serie di vegetazione), le carte della ve-getazione potenziale.In Umbria sono stati realizzati diversi do-cumenti cartografici a differenti scale. Perle scale medie e grandi il panorama ripor-tato nella prima RSA dell’Umbria (Venan-zoni, 1997) è rimasto pressoché immutato.Per quanto riguarda i documenticartografici a piccola scala hanno visto laluce alcuni nuovi contributi: la “Cartageobotanica con principali classi di utiliz-zazione del suolo alla scala 1:100.000”(Orsomando et al., 1998) e la “Carta dellavegetazione naturale potenziale dell’Um-bria alla scala 1: 200.000” (Orsomando eCatorci, 1999), relative all’intero territorioregionale, realizzate nell’ambito del Pia-no Urbanistico Territoriale; la “Carta delleSerie di Vegetazione della Provincia diTerni alla scala 1: 100.000” (Biondi et al.,2000b), realizzata nell’ambito del PTCPdella Provincia di Terni.Tuttora gran parte del territorio regionaleresta esclusa da indagini cartografiche dimatrice vegetazionale. Per quanto riguar-da le Carte della Vegetazione a scalamedia (1:50.000) si riporta un elenco diquelle attualmente realizzate (tab. 8) e larappresentazione grafica dei Fogli giàcoperti o in corso di completamento (fig.1). È attualmente in corso di realizzazio-ne la Carta delle serie di vegetazione delFoglio n. 322 “Città della Pieve” alla sca-la 1:50.000 (Gigante e Venanzoni, 2002).Nel grafico 24 viene rappresentato l’incre-mento, a cadenza annuale negli ultimi 25anni, della superficie in ha interessata dacarte della vegetazione alla scala1:50.000. Va sottolineato che tutte le car-te a media e piccola scala non sonogeoreferenziate; la superficie interessataè stata calcolata in modo approssimato.