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Foglio Informativo n. 6– Gennaio 2008 Provincia “Maria Madre della Speranza” - Milano 200 anni Una l unga pagina di storia Canossiana. Lodiamo insieme il Signore della vita! 1 gennaio 2008 " Ti benedica il Signore e ti protegga, rivolga su di te íl suo volto e tí conceda la pace" (Nm 8, 25-28) L'augurio che Dio rivolge a ciascuno, oggi, in questo inizio d'anno è di scoprire il suo volto luminoso, per diventare a nostra volta persone luminose e con una specifica missione da realizzare: BENEDIRE! Benedire, cioè trovare parole buone, scoprire e dire il bene della vita, il bene dell'uomo, il bene dei giorni, degli avvenimenti; benedire con le parole, con i pensieri e dire a chi ci é vicino: "lo ti benedico, tu sei benedizione di Dio per me”. Come il Signore che ci benedice, scova tutto il bene che é in noi e lo fa brillare e venire alla luce, così anche noi ci facciamo a nostra volta benedizione, a somiglianza di lui, e scopriamo tutto il bene che c'è negli altri. Non si sfugga il dono che il Santo Padre ci ha fatto additando - nella Lettera enciclica "Spe Salvi" - la nostra sorella, S. Giuseppina Bakhita, come umile testimone di speranza. "Se tornassi nella mia terra e incontrassi i miei negrieri, bacerei !oro !e mani..." L'anno nuovo che ci sta dinanzi si prospetta ricco di eventi e di celebrazioni importanti che, segnano in maniera singolare il nostro cammino d'Istituto, di Provincia, e personale. Le celebrazioni ufficiali dell'evento del Bicentenario dei 5 gennaio a Verona e del 3 febbraio a Roma che ci rinnovano nella lode a Dio per il dono concesso a Maddalena. II XV Capitolo Generale e il successivo Capitolo Provinciale Applicativo che ci riportano alla Sorgente del- la nostra Consacrazione, al grande dono della vocazione canossiana. L'avvicinarsi dell'unificazione delle Province d'Italia nell'unica realtà sia pure suddivisa in territori, ci chiama ad una conversione profonda, a vivere una autentica "mentalità di cambiamento". Per tutti questi motivi e per tutto quanto ci verrà donato, diciamo il nostro grazie così che, la benedizione del Si- gnore scenda su di noi e renda noi tutte benedizione. A nessuna manchi la serenità di continuare a sperare in Colui che ci ha raggiunte per restare con noi, sempre Buon anno a tutte e a ciascuna! M. Mariuccia Donghi Superiora Provînciale

Foglio Informativo n. 6 Provincia “Maria Madre della ... · Una l unga pagina di storia Canossiana. Lodiamo insieme ... a nostra volta persone luminose e con una specifica missione

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Foglio Informativo n. 6– Gennaio 2008 Provincia “Maria Madre della Speranza” - Milano

200 anni

Una l unga pagina di

storia Canossiana.

Lodiamo insieme

il Signore della vita!

1 gennaio 2008

" Ti benedica il Signore e ti protegga, rivolga su di te íl suo volto e tí conceda la pace" (Nm 8, 25-28)

L'augurio che Dio rivolge a ciascuno, oggi, in questo inizio d'anno è di scoprire il suo volto luminoso, per diventare a nostra volta persone luminose e con una specifica missione da realizzare: BENEDIRE! Benedire, cioè trovare parole buone, scoprire e dire il bene della vita, il bene dell'uomo, il bene dei giorni, degli avvenimenti; benedire con le parole, con i pensieri e dire a chi ci é vicino: "lo ti benedico, tu sei benedizione di Dio per me”. Come il Signore che ci benedice, scova tutto il bene che é in noi e lo fa brillare e venire alla luce, così anche noi ci facciamo a nostra volta benedizione, a somiglianza di lui, e scopriamo tutto il bene che c'è negli altri. Non si sfugga il dono che il Santo Padre ci ha fatto additando - nella Lettera enciclica "Spe Salvi" - la nostra sorella, S. Giuseppina Bakhita, come umile testimone di speranza. "Se tornassi nella mia terra e incontrassi i miei negrieri, bacerei !oro !e mani..." L'anno nuovo che ci sta dinanzi si prospetta ricco di eventi e di celebrazioni importanti che, segnano in maniera singolare il nostro cammino d'Istituto, di Provincia, e personale. • Le celebrazioni ufficiali dell'evento del Bicentenario dei 5 gennaio a Verona e del 3 febbraio a Roma che

ci rinnovano nella lode a Dio per il dono concesso a Maddalena. • II XV Capitolo Generale e il successivo Capitolo Provinciale Applicativo che ci riportano alla Sorgente del-

la nostra Consacrazione, al grande dono della vocazione canossiana. • L'avvicinarsi dell'unificazione delle Province d'Italia nell'unica realtà sia pure suddivisa in territori, ci

chiama ad una conversione profonda, a vivere una autentica "mentalità di cambiamento". Per tutti questi motivi e per tutto quanto ci verrà donato, diciamo il nostro grazie così che, la benedizione del Si-gnore scenda su di noi e renda noi tutte benedizione. A nessuna manchi la serenità di continuare a sperare in Colui che ci ha raggiunte per restare con noi, sempre Buon anno a tutte e a ciascuna! M. Mariuccia Donghi Superiora Provînciale

Ci sono due modi di vedere la vita…

Uno che niente sia un miracolo

l’altro che ogni cosa lo sia (A. Einstein)

Dio, stanco di non essere capito, di essere frainteso, di essere usato, stanco di essere tirato in ballo per coprire le vergognose nudità della nostra pigrizia, esausto dall'essere tirato per la giacchetta a benedire ogni guerra, depresso per essere accusato di colpe che non ha, decide di diventare uomo, di condividere in tutto la nostra umanità, di raccontarsi. Un gesto d'amore semplice, folle, inconcepibile: Dio diventa uomo, abbandona la sua divinità. Scorda la sua onnipotenza, per sperimentare tutto il dolore che l'uomo sperimenta e la fragilità e lo sbandamento. E perché nessuno possa accusare Dio di essere diventato uomo in modo privilegiato, in qualche modo diverso, sceglie di diventare uomo nel più povero dei modi... Nella notte fredda del deserto, a Betlemme, luogo che ha visto nascere Davide figlio di Jesse, re potente in Giudea, in una grotta che serviva a dare riparo ai pastori, disprezzati lavoranti del tempo, sottopagati e clandestini, il Figlio di Dio irrompe nella storia, l'assoluto che neppure l'universo contiene è abbracciato teneramente da una madre tredicenne. Ecco, la storia si ferma, il tempo è compiuto, gravido, il cielo ha donato il Giusto delle genti. Dire Incarnazione vuol dire che quando qualcuno di noi arriva a casa, la sera, stanco, stravolto dal lavoro, Dio sa cos'è! Quando qualcuno soffre perché ha un'infezione in corpo e sta male, Dio sa cos'è. Quando qualcuno si sente abbandonato, perché lasciato dalla propria fidanzata, Dio sa cos'è, perché è stato abbandonato da tutti gli uomini, ben peggio. Quando si sente una storia come di quell'uomo che in America è stato giustiziato sulla sedia elettrica, anche se riconosciuto da un tribunale innocente, perché l'autorità non ha fatto in tempo a stabilire di chi era la competenza per annullare la sentenza, Dio sa cos'è, è stato condannato ingiustamente.

Ora tocca a noi. Attraverso una piena e autentica umanità realizziamo la presenza di Dio!

(autore ignoto)

Nacque il figlio dalla Vergine, ella, avendo accolto Iddio,

sentì dire così: Ave, sede del Dio infinito,

Ave, porta dell'augusto mistero...

La Comunità Canossiana, la Parrocchia, le Educatrici della Scuola dell'Infanzia, le famiglie, i volon-tari: sono stati protagonisti di un'esperienza unica e importantissima. Sabato 29 settembre, nel po-meriggio, da Castiglione d'Adda è giunta nella nostra Comunità di Cassano, la Madonna Pellegrina. La sua presenza si è subito rivelata preziosa per tutti. Superato il primo momento di commozione, la Comunità si è raccolta attorno a Maria per farle un'accoglienza devota e calorosa. Con questo evento profondamente spirituale, si è dato inizio al cammino di preparazione alla festa del bicente-nario di fondazione dell'Istituto delle Figlie della carità, Serve dei poveri: (1808-2008). Questa data importantissima richiede davvero una riflessione specifica sull'opera educativa di Maddalena e sui vari ministeri di carità. La Madonna collocata nell'atrio della Cappella è stata meta di pellegrinaggio e di preghiera per mol-te persone. La sera del 30 settembre il Parroco, con numerose persone ha recitato solennemente il Rosario accompagnato da canti per l'occasione. Don Claudio ha definito la Comunità delle Madri: "una lampada che arde sulla collima", frase molto significativa e carica di responsabilità! Altri gruppi si sono alternati nella visita a Maria, affidando al Suo cuore ogni ansia e pena. I volontari della Casa di Riposo "Sant'Andrea", hanno organizzato una veglia di preghiera molto bella e significativa. Madre Maria Grazia e le Educatrici della scuola dell'Infanzia hanno preparato un momento di pre-ghiera animato dai bambini, a cui hanno partecipato molti genitori. Da parte dei bambini è stata quasi una gara, a visitare la Madonnina, per dire, con la loro semplicità e delicatezza, le preghiere e per mandarle un bacio! Tutto questo ci ha colmato di gioia e commo-zione. È stato molto singolare il ritrovamento accanto alla statua di Maria, di una preghiera anonima scritta per questa importate occasione. Veramente la presenza della Madonna Pellegrina ha dato un "soffio di vita nuova" a tutta la Comunità, Maddalena, nel suo orizzonte educativo affermava: "raggiungere il mondo intero, andare sino ai confini della terra perché Gesù sia conosciuto ed amato", Maria ci ha raggiunti nel cuore! Maddale-na, ancora una volta ci dice: "Ora tocca a ciascuno di voi farsi testimoni di questo grande Dono, far conoscere il Bene senza spaventarsi degli insuccessi. “Chi si appoggia alla mia cara Madonna, ha tutto quello che vuole!" La settimana è "volata" e la Madonnina ha proseguito il suo pellegrinaggio verso la Comunità di Gallarate. La Comunità religiosa, la Parrocchia, la Scuola dell'infanzia lodano il Signore per questo "Passaggio di vita!".

Quanta gioia nei nostri cuori quando è apparsa nella Cappella delle Madri la bella statua della cara Madonna, finemente circondata da fiori e luci. Subito si è acceso in noi un grande desiderio di invocarla, di pregarla perchè Ella è la Madre a cui possiamo rivolgere ogni nostra necessità e presentarle ogni richiesta. Non solo ci siamo impegnate a visitarla durante il giorno, ma ogni sera alle ore 21 recitavamo insie-me il S. Rosario con fervore e devozione, arricchito da canti mariani preparati e accompagnati dall'ar-monium. Il nostro grande amore per la Mamma celeste ha fatto prolungare la sua permanenza fra noi per un'altra settimana e lo abbiamo ricambiato proseguendo ancora con la recita del Rosario, meditando ogni suo mistero. Ringraziamo di vero cuore la cara Madonna che ci ha dato modo di rafforzare la nostra devozione e di confermare la nostra fiducia in Lei. In segno di gratitudine per quanto abbiamo ricevuto nei giorni della sua permanenza fra noi, un gruppetto delle ospiti l'ha accompagnata nella sua "Peregrinatio" fino a Milano nella Casa di Via Bramante. La consegna della statua, se pur gioiosa, ha segnato nei nostri cuori un senso di distacco… Tuttavia a Lei abbiamo affidato il mistero della nostre esistenze perchè continui ad accompagnare ciascuna con la sua materna benedizione, per poter poi ritrovarci, unite a Lei in Paradiso. Grazie Maria di essere stata con noi! Le Ospiti e le Madri della Comunità

Ti abbiamo aspettato per un anno intero! Era la prima domenica di avvento 2006, quando incomincia-sti il tuo pellegrinaggio passando in ogni Comunità della nostra Provincia, per essere pregata per il mondo intero, ma in particolare, per il nostro Istituto e per benedire ogni Sorella in questo tempo particolare per tutte noi. Noi della Comunità di via della Chiusa, Milano, ti abbiamo seguito con il cuore e la preghiera e final-mente oggi, 10 novembre 2007, sei nella nostra Casa. La Madonna, partita da Forte dei Marmi, ha viaggiato in treno; un gruppetto di Sorelle l’ha attesa alla stazione con ansia e un po' titubanti per il ritardo di circa 30 minuti. Per non perdere il tuo contatto, le sorelle sostano nella Cappella della stazione e aspettano... L'annun-cio dell'arrivo del treno le fa volare al binario. Eccoti, sei tra noi! Sul binario 21 le Madri, emozionate cercano tra la folla M. Emilia, che reca con sé un pacco voluminoso e non sanno soffocare la gioia: "è la Madonna che viene". Ci viene consegnata perché si avvii alla sua ultima tappa. Una breve telefo-nata alla Comunità: "la Madonna e con noi e ci benedice tutte". M. Silvana prende il prezioso involucro e felici si incamminano verso l'uscita dove la macchina attende e si avviano verso casa. Le Madri, con M. Natalina Consigliera P. si radunano nell'atrio della Cappella, dove si sente soltanto un lieve brusio di preghiera e di ringraziamento; infine, ci si avvia in processione in cappella per deporre sul trono, appositamente preparato, con fiori, lumi e profumi, la cara Madonna. Ora è con noi, ci guarda con il suo dolce e sorridente visino e senz'altro ci benedice ad una ad una. Incomincia la settimana di preghiera in onore a Maria; le Madri si impegnano per animare il Rosario che viene pregato e meditato insieme tutte le sere. I bimbi della Scuola materna, con la Madre Direttrice e le loro Educatrici si alternano ogni giorno e sostano davanti alla cara Madonna in preghiera, chiedendo molte grazie e benedizioni per le loro famiglie. Alla sera le mamme, si recano ancora davanti a Maria per una preghiera e una richiesta di benedizione e protezione. E’ bello e commovente, per noi Madri che durante il giorno ci alterniamo per far compagnia alla Madonna, vedere queste mamme e papà che si raccolgono con i loro figli, in ginocchio e pregare. Mentre la preghiera di tutti si fa richiesta per una particolare benedizione sulle famiglie, sulla società e sulla Chiesa intera, sentiamo lo sguardo materno di Maria che ci rassicura, ci conforta. Abbiamo invitato anche il Parroco, Don Augusto Casolo, che giovedì 15, alle ore 14 ha radunato tutti i bambini della Scuola dell'Infanzia parlando ad essi della nostra Mamma Celeste e alle ore 20.30 è ritornato con un buon gruppo di parrocchiani animando lui stesso il Rosario, con la presente anche della nostra Comunità. I giorni passano nel silenzio adorante e in preghiera. Sabato..... è ora di separarci e di uscire da questa oasi; il tuo pellegrinaggio, Maria, è finito! Dopo una sentita preghiera mariana e l'affidamento di tutte noi al sua Cuore Immacolato, felici, ma anche un po' meste, in processione, cantando, riportiamo la statua in provincialato dove ad accoglierla si trovano il Consiglio Provinciale; ci soffermiamo in adorazione davanti a Gesù e a Maria, poi ci ritiriamo portando nel cuore la certezza che la nostra cara Mamma Celeste ci accompagnerà in questo nuovo anno pastorale. Il suo dolce sguardo ci ha toccato e consolato dandoci anche la sicurezza che la nostra carissima Madre Maria, che aveva tanto desiderato questa presenza nella nostra Comunità è stata spiritualmente in mezzo a noi e con noi ha pregato intensamente per il nostro Istituto e in particolare per la sua amata Comunità.

Notizia dal TOGO

La vigilia della solennità dell’Immacolata Vergine Maria

tre giovani Togolesi: Augustine - Honorine - Nadeleine

hanno iniziato il loro cammino di Postulato.

Affidiamole alla nostra “Grande Madre Maria”

perché siano fedeli al dono ricevuto.

Grazie per un “Tempo Prezioso e Speciale”

Sabato 17 novembre 2007 si è svolto, presso l’istituto Canossiano di via della Chiusa, Milano, il convegno dal titolo “Emergenza educativa”. I relatori invitati sono stati Monsignor Faccendini (responsabile scuole cattoliche), il dottor Fanzago (consigliere del comune di Milano) e la Dott.ssa Oppici (psicoterapeuta). Il primo momento è stato dedicato all’accoglienza e alla preghiera seguito subito dall’intervento di Madre Mariuccia Donghi, Superiora Provinciale. Successivamente ha preso la parola Mons. Faccendini che ci ha aiutato ad analizzare il brano evangelico “voi siete luce e sale del mondo”. Immediatamente ho pensato quante cose nuove siano in grado di suscitare anche brani che abbiamo ascoltato tante volte. Il Relatore ha doppiamente colpito nel segno perché parlava sia agli insegnanti ed anche ai genitori e analizza-va sempre sotto i due aspetti le sue provocazioni. Per me che sono sia formatore, sia madre, quale “ricchezza” ho acquisito! Essere luce e sale del mondo significa “stare dentro la vita”, cioè essere presenti; stare dentro la vita è già una cosa grande, perché stando vicino al ragazzo o al figlio, senza trattenere egoisticamente, significa saper mettersi in gioco, conquistare un difficile equilibrio che accompagnerà tutta la vita del giovane; tale equilibrio si conquista dolorosamen-te, perché quando si ama davvero si è capaci di lasciare andare, non si trattiene mai. Educare alla maniera del sale significa saper provocare i nostri ragazzi, accompagnando loro e le loro famiglie, vedendoci scuola come filo che ac-compagna i giovani, sapendosi mettere in gioco. Oggi occorre esserci; quanti genitori di oggi si atteggiano a semplici “consulenti” e “amiconi”! Essere luce vuol dire brillare come docenti nella vita dei ragazzi, sapersi raccontare, trasparendo amore, stima per i ragazzi stessi e per la cultura (!), garantendo qualità. Come genitori occorre essere esigenti e fermi sulle cose grandi; imparare a vivere con i figli momenti importanti (culturali e di generosità). Per non perdere sapore e non stare sotto il moggio occorre ricordarci che ad un educatore non è permesso vivere di rendita! C’è una seconda vocazione in quanto ci si dà, tenendo insieme la freschezza delle origini e l’esperienza ac-quisita negli anni; quindi unire la bellezza, l’entusiasmo degli inizi più l’esperienza. Questo è il trucco per garantire agli educatori solidità e tenuta. Qualcuno afferma che il lavoro dell’educatore è ingrato (i ragazzi prendono, prendono…). Mons. Faccendini ci ha assicurato che questo non è vero; ha sottolineato più volte l’importanza di essere presenti nel-la vita dei ragazzi, perché è grande il riconoscimento di chi è stato nella loro vita e ha condiviso con loro momenti im-portanti di crescita. Un ultimo richiamo: ha voluto sottolineare l’importanza della formazione, della comunione tra edu-catori, del confronto, dei progetti comuni, ma soprattutto l’importanza dell’alleanza tra scuola e famiglia. Guai se si perde il rapporto con la scuola; quale grande responsabilità hanno dunque i docenti per la formazione dei cittadini e i genitori per i loro figli! La seconda relazione è stata tenuta dal Dottor Fanzago sul tema provocatorio “la politica educa?”. Il consigliere comunale ha ricordato la figura di due grandi testimoni: Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze, il sindaco che educa la sua città e il rapporto uomo-città e Don Lorenzo Milani, la sua idea di scuola e il concetto per cui la parola rende uguali. Successivamente si è pensato a come oggi la politica si prenda cura dell’educazione e in con-creto come oggi funzioni la rete dei servizi del comune di Milano per minori e giovani. Prima dell’ultima relazione siamo stati confortati da un ottimo e generoso buffet che non solo ha deliziato i nostri pala-ti, ma ha anche dato la possibilità di incontrare Madri, colleghe e amici provenienti da diverse parti del territorio; è sempre bello potersi abbracciare e confrontare con chi ha camminato con noi per una parte significativa della vita! Il momento finale della mattinata ha visto l’intervento della Dott.ssa Oppici, psicoterapeuta, che ha provocato piace-volmente l’assemblea con numerose tematiche ed esempi altamente coinvolgenti. Il primo richiamo è stato fatto al concetto di conflitto come momento importante, la rabbia come emozione positiva nei primi anni di vita dei bambini in quanto occorre per distanziarsi dalla mamma e stabilire così in confine tra mamma e bambino. Il momento è determi-nante in quanto permette la costruzione dell’autostima. Occorre non soffocare la rabbia perché altrimenti esplode nel-l’età adolescenziale. Quindi litigare fa bene! Con toni adeguati e fa bene anche al bambino vedere che i grandi discu-tono, perché questo permette di vedere che anche gli adulti litigano, ma l’amore resta. Successivamente sono state lasciate alla platea molte provocazioni e molti suggerimenti sui mali dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, ma i temi e le provocazioni sono stati così tanti da intuire la necessità di ulteriori incontri che ci permettano di analizzare più ap-profonditamente temi specifici di così grande attualità. Per concludere posso confermare l’alto gradimento del convegno e personalmente ringrazio gli organizzatori, soprat-tutto M. Grazia B. che con tanta “passione educativa” ha profuso molta energia per l’organizzazione della mattinata. L’augurio sincero è che altre volte ci si possa incontrare, confrontare, crescere umanamente, spiritualmente e profes-sionalmente. Grazie!

Alessandra Rolandi (Formatore Professionale - CFP Canossa Milano)

La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Verona,

is tanze per l’Evangelizzazione Don Giuseppe Laiti

L’istanza di fondo: testimoniare la speranza L’oggi della storia chiede di annunciare il Vangelo nel modo della testimonianza della speranza. Che cosa comporta? Occorre saper parlare “con speranza” del mondo che abitiamo. Si tratta di annuncia-re il grande “sì” di Dio agli uomini che è Gesù Cristo. Esso si esprime nel dire bene dell’umano, piuttosto che ripiegarsi a criticarne le debolezze e distorsioni. La speranza cristiana è in fondo l’antropologia di Dio. Uno spostamento di prospettiva Il passaggio dai “tre compiti” ai cinque ambiti (Vita affettiva, lavoro e festa, fragilità, tradizione, cittadinan-za) è rilevante. Dagli anni ’70 agli anni 2000 l’impegno della Chiesa in Italia si era concentrato sul come rendere appropriato l’annuncio, il celebrare e il guidare secondo il vangelo:

• Un annuncio non finalizzato ai sacramenti, ma alla vita cristiana, • Un celebrare non in prospettiva individuale, ma per l’edificazione della comunità, • Un guidare non solo per difendere la fede e la morale, ma per articolare e armonizzare carismi

e ministeri in vista del servizio della carità. Ora l’attenzione va alla fede in situazione, in particolare là dove i vissuti oggi esprimono, qualificano la sensibilità, le scelte, della affettività, della fragilità, festa e riposo, ecc. E’ il tema della fede come stile di vita: essere cristiani è uno stile di vita, una “differenza” che non intende essere né contro né omologabile, ma appunto una differenza significativa. Un metodo: il laboratorio Specificamente l’IC, la pastorale familiare e degli adulti, la celebrazione del giorno del Signore, sono chiamati a prendere forma di “laboratorio”, ossia di momenti e di luoghi di scambio, di rimessa in circo-lazione dei vissuti, con il fondamentale e sorgivo vissuto della fede, Gesù Cristo Signore e la Chiesa apostolica, in vista di elaborare il modo cristiano di vivere la vita in modo che la fede “incida” nei modi abituali di vivere la propria vita come servizio per il mondo. Atteggiamenti e competenze da coltivare Facendo perno sul “giorno del Signore” occorre tradurre, nella vita quotidiana della gente, i linguaggi della celebrazione eucaristica: ° l’accoglienza, e il perdono, ° l’ascolto, la disponibilità e la gratitudine, ° la solidarietà e la condivisione, ° l’invio presso tutti i fratelli, con particolare preferenza per i poveri. L’obiettivo è, un cristianesimo capace di testimonianza, non per la capacità di opporsi o per “un di più” che un cristiano aggiunge alla vita di tutti i giorni, ma per la capacità di proporre, con dolcezza e rispetto la speranza che è concessa agli uomini dal vangelo (1Pt 3,15).

Meditiamo l'invito accorato dei Vescovi italiani

In questo momento della storia, abbiamo bisogno di uomini che attraverso una fede illuminata e vissuta rendano credibile Dio in questo mondo.

Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo diritto verso Dio imparando da lì la vera umanità.

Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore in modo che il loro intelletto

possa parlare all'intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini.

“In questo cammino non siamo soli. Lo spirito del Risorto continua a spingere i nostri passi, ad attenderci nel cuore degli uomini,

ad allargare gli orizzonti ogni volta che prevale la stanchezza o l'appagamento. Ci sostiene l'intercessione di innumerevoli santi e beati, testimoni dell'amore di Dio seminato

nella nostra terra, autentiche luci per il futuro dell'Italia, e ci accompagna la presenza amorevole di Maria, Madre della Chiesa,

invocata con mille nomi nei tanti santuari a lei dedicati nel nostro Paese, vera testimone del Risorto

e modello autentico per il nostro cammino di speranza. (nota, n. 30)

"Prendersi cura di qualcuno" è una delle espressioni più grandi, belle e significative della vita umana. A questo mondo siamo affidati gli uni agli altri e siamo tutti responsabili degli altri. Esistono categorie di persone che hanno più che mai bisogno degli altri. Persone che realmente si "lasciano" nelle mani di altre persone. Sono i deboli, i piccoli gli ammalati, gli anziani. Sono questi i predi-letti di Dio, come ci ha insegnato Gesù. Dio considera fatto a se stesso quello che si fa per queste

La storia del piccolo raggio di sole

C'era una volta una bambina di nome Elsa, che aveva una nonna molto vecchia, con tutti i capelli bianchi e il viso coperto di rughe. Il papà di Elsa aveva una grande casa sulla collina. Ogni giorno il sole filtrava all'interno, attraverso la finestra a sud, e faceva risplendere ogni cosa di una luce bellissima. La nonna viveva nella parte della casa a nord e il sole non entrava mai nella sua stanza. Un giorno Elsa disse al papà: "Perché il sole non entra mai nella stanza della nonna? So che a lei piacerebbe". "II sole non può vedere la finestra a nord", rispose suo padre. "Allora giriamo la casa, papà". "È troppo grande per farlo", disse il padre. "Dunque la nonna non potrà mai vedere un raggio di sole nella sua stanza?", chiese Elsa. "Ovviamente no, figlia mia, a meno che tu non gliene porti uno". Allora Elsa si mise a pensare a lungo su come avrebbe potuto portare un raggio di sole alla nonna. Quando giocava sul prato, vedeva l'erba e i fiori muovere la testa. Gli uccellini cantavano allegramente volando da un albero all'altro. Ogni cosa sembrava dire: "Amo il sole. Amo il sole caldo e luminoso". Anche la nonna lo amerebbe", pensò la bambina. "Devo portargliene un po`. Una mattina, nel giardino, sentì i raggi caldi accarezzarle i capelli dorati. Allora si sedette e li vide sul suo grembo. "Li metterò nel mio vestito", pensò, "così potrò portarli alla nonna". Saltò in piedi e corse a casa. "Guarda, nonna, guarda! Ho dei raggi di sole per te", gridò. Poi aprì il vestito, ma non c'era nemmeno un raggio di sole. "Sono scappati attraverso i tuoi occhi, mia cara", le disse la nonna, "infatti risplendono nei tuoi capelli dorati. Non mi serve il sole se tu sei qui con me". Elsa non capiva come avessero fatto i raggi di sole a uscire dai suoi occhi, ma era ugualmente contenta di aver reso la nonna felice. Ogni mattina giocava in giardino e poi correva nella stanza della nonna per portarle un po' dei raggi: di sole raccolti nel suoi occhi e nei suoi capelli.

La condizione degli ammalati tocca il cuore di Maddalena

Siamo ormai tutte proiettate nell’anno 2008, anno di ringraziamento per il dono che Maddalena è stata e continua ad essere nella chiesa e nel mondo intero. Ogni appuntamento formativo quindi è orientato a far sì che ciascuna di noi possa “conoscere ed amare” sempre di più la nostra grande e santa Madre. M. Maira Rosa Piva, della comunità CISC (Verona), con la sua presenza a Bergamo Rocchetta e a Tradate, ci ha presentato la situazione reale e assai drammatica della condizione degli ammalati al tem-po della Canossa, nei primi decenni dell’800. La giovane Marchesina, spinta unicamente dalla carità di Cristo che vibrava in lei e che non poteva con-tenere, si recava regolarmente all’ospedale della Misericordia, in Verona, per portare conforto e assi-stenza ai poveri ammalati, degenti in ambienti malsani, dove mancavano di tutto anche del minimo ne-cessario. La passione per la causa di Cristo e quindi per la vita di ogni uomo e donna, soprattutto se sofferenti, hanno portato Maddalena ad essere creativa, intuitiva, aperta, instancabile nel trovare modalità, strade, opportunità per offrire a tutti un minimo di sollievo e di aiuto. Le cronache del tempo attestano che la Ca-nossa, nonostante i pettegolezzi della borghesia del tempo, circolava nelle corse anguste dell’ospedale, si chinava al capezzale degli ammalati, specie accanto a quelli più gravi, si recava anche nelle case a far visita e a portare una parola di bene. E tutto compiva con quella nobiltà del cuore che la caratterizzava perché in lei ardeva la fiamma della carità indistinta e universale. E questa sua ardente passione per i sofferenti di ogni genere, Maddalena la trasmette anche alle sue figli, invogliandole a organizzare ed attuare ovunque questo indispensabile ministero di carità. Le Regole dell’Ospedale che, da Fondatrice, dopo anni di esperienza diretta, scrive per le figlie, sono un vero gioiello di saggezza e di attenzione pratica alla persona in quanto figlia amata da Dio, qualunque sia la sua condizione esistenziale. Rileggere e tradurre, col linguaggio moderno, queste regole ci permette di delineare un vero e proprio “progetto formativo”, un piano di azione e di intervento nel quale viene posta al centro e sopra ogni altra cosa la persona in situazione di malattia. Si tratta di un progetto moderno, in cui le regole dell’attenzione, della promozione della persona e dell’integrazione della sofferenza vengono ad attuarsi nel rispetto della dignità di ciascuno. M. Maria Rosa, da esperta infermiera ha messo in luce l’attualità del carisma di S. Maddalena protesa verso gli ammalati e ha aiutato i presenti a rivalutare al massimo l’urgenza di portare ad ogni persona ammalata il conforto della vicinanza fraterna, del dialogo, dello scambio, del reciproco dono. Sì, perché il più delle volte, chi visita un ammalato e sosta accanto a lui/lei, ha la chiara percezione di ricevere, anzi-ché di dare. Anche solo il prendere coscienza della relatività di ogni cosa e situazione di fronte al mistero della vita e della morte, è già una reale ricompensa per il piccolo soccorso che si offre. L’incontro si è concluso con un memento significativo di scambio di osservazioni e domande alle quali M. Maria Rosa ha offerto il frutto della sua esperienza missionaria e professionale. Esprimiamo il nostro grazie a Sr. Maria Rosa, mentre le auguriamo di continuare ad appassionare molti al carisma di S. Maddalena.

A GLORIA del Padre e per la salvezza, Ti ringraziamo

Padre del Signore nostro Gesù Cristo e fonte di ogni dono! Nel tuo grande amore sempre ci offri

segni della tua presenza e motivi di speranza. Con l’azione dello Spirito

e con l'efficacia della sua Parola hai suscitato nella Chiesa MADDALENA DI CANOSSA formando in lei

CUORE DI MADRE E ARDORE DI APOSTOLA Unicamente dedicata a servire i fratelli più bisognosi. Con l’amore che non conosce né misura, né confini,

rendici disponibili ad accogliere il dono di questa testimonianza perché porti frutto in noi

e ci renda testimoni del tuo amore di misericordia ai nostri fratelli, specialmente ai più poveri AMEN

Come ogni anno, la CEI propone un convegno per i Responsabili dei Collegi Universitari di ispirazione cri-stiana. Il tema proposto a Perugia, per il 4° Convegno Nazionale, dal 16 al 18 novembre u.s., è stato

“La missione del Collegio Universitario: studiare per la competenza e il servizio

È stata infatti affrontata una questione che riguarda il significato di fondo della vita universitaria intesa come comunità di studio e di ricerca. Così Mons. Bruno Stenco – Direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per l’educazione, la scuola e l’università – ha introdotto i lavori: “Un patrimonio importante, ma ancora poco conosciuto e valorizzato. È la situazione che stanno vivendo i collegi universitari cattolici presenti nel nostro Paese. Una realtà educativa che al momento conta ben 130 istituzioni presenti in un coordinamento in tutta la penisola, con una disponibilità di 7.500 posti letto. Si tratta di una realtà che molti vorrebbero relegare al puro ambito assistenziale, mentre invece si tratta di un vero e proprio servizio educativo e di promozione della persona che offriamo agli studenti universitari!” I circa 150 partecipanti al convegno – di cui tre Sorelle Canossiane, responsabili di tre collegi universitari - hanno avuto modo di ascoltare e approfondire ciò che dà “eccellenza” educativa alla giovane di oggi, chiamata a valorizzare tutti i suoi talenti, fino a maturare la propria identità nella dimensione del dono di sé. Il collegio di ispirazione cristiana fa propria questa istanza educativa, cercando di creare le condizioni più idonee per integrare la formazione sociale, relazionale, culturale e religiosa dei giovani considerati nella loro identità personale. Suor Gabriella - monaca clarissa del Monastero di S. Chiara ad Assisi - ci ha esortato a considerare cia-scuna giovane nella propria singolarità, in una relazione personale, attenta al proprio divenire. Ci ha stimo-lato a cercare il bene di ogni singola persona per cui, ad alcune domande che le sono state fatte, ha risposto affermando che non ci sono risposte esaustive, perché bisogna considerare ciascuna situazione. È doveroso, per noi canossiane, fare riferimento a S. Maddalena, che in questo, ci è maestra quando, nelle Regole delle Scuole, affronta la relazione educativa in termini di personalizzazione! Ovviamente tutto ciò esige un investimento educativo “ad hoc”, reso fattibile anche dalla nostra presenza di donne, educatrici, testimoni … con cuore di madre! Non possiamo dimenticare che i nostri collegi sono quelle “agorà” che ospitano tante giovani, quelle stesse che oggi fatichiamo ad incontrare in altri luoghi, quali i nostri oratori, le parrocchie, i centri di aggregazione, le comunità … Per questo è urgente che nelle comunità dei collegi universitari le Sorelle siano aperte e disponibili a vivere non solo in dialogo con le giovani, ma anche in continua ricerca di quell’”eccellenza” formativa che mira a far sì che ogni giovane si realizzi in pienezza, secondo il Progetto che il Padre ha pensato per lei! sor. Assunta Scremin – Pavia sor. Elena Pilastro – Bologna. sor. Miriam Campisi - Venezia

Un ambito privilegiato di Pastorale giovanile: i Collegi Universitari

14 ottobre Incontro con alcune Sorelle Animatrici

di Laici Canossiane

Scopo primo di questo breve incontro è stato quello di aiutarci reciprocamente nella riflessione e nella ricerca di “nuovi passi” per essere sempre più accanto ai Laici che, per dono dello Spirito, si sentono di appartenere alla nostra grande fami-glia Canossiane perché, con noi, condividono il dono del carisma del “più grande amore”. Insieme abbiamo riletto, in chiave attuale il “piano “ o meglio il progetto che Maddalena ha tracciato nel 1823 per le Terziarie, che oggi noi chiamiamo “Laici e Laiche Canossiane”. Ci siamo fatte memoria dell’importanza di coltiva-re in noi, nelle nostre comunità, in ciascuna Sorel-la, la passione per il Regno e quindi la necessità di “far conoscere e amare Gesù”, alimentando in noi quello “zelo apostolico” che ha spinto S. Mad-dalena a prodigarsi senza misura per coinvolgere molti laici nelle opere di carità da lei attuate. Ci siamo dette che è importantissimo credere al valore del carisma che non si esaurisce nella forma della consacrazione, ma, proprio perché attinge al Crocifisso, nell’atto del suo amore su-premo per l’umanità, è aperto e accessibile a tutti e quindi si esprime anche nella vocazione laicale. E’ emerso con chiarezza che ogni comunità ca-nossiane, ovunque si trovi ad operare e qualun-que sia il suo servizio, è chiamata a promuovere, accompagnare e valorizzare le vocazione al cari-sma canossiano da parte dei laici che con noi lavorano e servono la Chiesa locale e il Regno. Abbiamo riscoperto l’attualità del “piano” di Mad-dalena superando ovviamente il linguaggio del suo tempo. L’attualità del suo messaggio ci ha messo in cuore una “sana crisi”. Pensare che già all’inizio del 1800 ella aveva progettato una fami-glia canossiana assai ampia: Madri, Padri, Laici, Collaboratori ecc… tutti portatori dello stesso carisma, nella Chiesa e nel mondo. Questo momento formativo è stato davvero arric-chente, anche se le Madri presenti erano poche… Ci auguriamo che al prossimo incontro ogni comunità partecipi con una propria rappresentanza.

18 novembre L’incontro formativo a livello provinciale per tutti i Lai-ci Canossiane della nostra Provincia è stato animato da Marisa Gini e si è concluso nel pomeriggio, alle ore 15.30 con la celebrazione Eucaristica in memoria di M. Maria Bindellini. Il tema affidato alla Relatrice: “Profezia come ascol-to” ha offerto ai presenti (circa una trentina di Laici e Laiche) l’opportunità di comprendere il valore dell’in-contro con Gesù da parte di alcune figure di donne particolarmente significative: Marta e Maria, la Mad-dalena e la suocera di Pietro. Per ascoltare Gesù oc-corre saperlo incontrare, per incontrarlo occorre fare spazio a Lui nella nostra vita. Perché l’ascolto si fac-cia profezia per gli altri occorre fermarsi, rimanere in silenzio e porre attenzione, a livello profondo, alle sue parole, ai suoi messaggi, ai segni che la sua pa-rola genera in noi e attorno a noi. Solo attraverso questi passaggi, è possibile cogliere l’incidenza della Sua presenza accanto a noi, presen-za che anche noi possiamo far cogliere, trasmettere, testimoniare a chi ci vive accanto e a quanti deside-riamo “far conoscere Gesù” nel servizio che ciascuno svolge. Molto simpatica è risultata la figura della suocera di Pietro (molti laici e laiche presenti sono attualmente suoceri e suocere). Il Vangelo ce la presenta come suocera eccezionale: pronta al servizio nonostante la malattia, attenta ai bisogni altrui, accogliente, aperta. Rivela di avere una buona relazione con il genero Pietro e con Gesù e i discepoli se Pietro stesso invita il Maestro a far visita alla suocera con la febbre. E’ una donna intuitiva, amante dell’armonia, semplice e capace di guardare con positività agli eventi che la coinvolgono, per questo “subito” si alzò e subito si mise a servire Gesù e i suoi. La relatrice conclude il suo ricco intervento facendo notare che: “a parte la missione specifica della Vergi-ne Maria, anche le altre donne che appaiono nel libro sacro come Marta e Maria, la suocera, e le pie donne, giungono sempre in momenti in cui danno a Gesù tutta la loro fedeltà e ne ricevono messaggi di confidenza e di amore. Gesù ha affidato alle donne momenti delicatissimi della sua vita. Lui non ha fatto distinzioni fra l’una o l’altra. Ciò che importava a Cristo era il cuore nel quale “il seme” della parola di Dio cadeva. I momenti del pranzo condiviso insieme e dell’Eucari-stia hanno conferito all’incontro una tonalità di fraternità, di reciproco scambio e di sostegno nella preghiera.

Due importanti appuntamenti

1 gennaio

Solennità di Maria Madre di Dio Giornata Mondiale della Pace

Famiglia umana, Comunità di Pace

2 – 4 gennaio Seminario di Pastorale Giovanile Caprino Bergamasco

5 gennaio Celebrazione di ringraziamento per la Famiglia C Verona: S. Zeno - Casa Madre

13 gennaio Laboratorio: “Evangelizzarci per Evangelizzare”

18-20 gennaio Seminario per Superiore Caprino Bergamasco

27 gennaio Secondo incontro formativo per L.C. Milano, via della Chiusa, 9

3 febbraio Celebrazione di ringraziamento per i 200 anni Roma, Parrocchia S. Maddalena

5 febbraio Inizio del XV Capitolo Generale Roma Ottavia

9 febbraio “Un sabato per Dio”: Cristo vive in noi Nelle diverse zone

10 febbraio Laboratorio: Evangelizzarci per evangelizzare

16 febbraio Convegno Carismatico: “Emergenza educativa” Milano via della Chiusa, 9

19 gennaio “Un sabato per Dio”: Cristo vive in noi Nella diverse zone

17 febbraio Incontro Animatrici L.C. Milano via della Chiusa, 9

22 febbraio Incontro di formazione C. 3° Ministero Bergamo Rocchetta

23 febbraio Incontro di formazione C. 3° Ministero Tradate

24-26 gennaio Seminario sulla Leadership, - COSME Asiago

Ricordiamo nella preghiera i parenti defunti

delle nostre Sorella La mamma di M. Vittorina Vaghi (Togo) La sorella di M. Giannina Galimberti (Seregno) e M. Amelia Bernasconi (Monteolimpino) Il Fratello di M. Regina Borali - Pavia La sorella e il Cognato di M. Celestina Mariani - BG Villaggio

Ringraziamo le Comunità che ci hanno raggiunto con le loro testimonianze di vita

vissuta all’insegna della “passione per la gloria di Dio”. Ci auguriamo che in questo ANNO in cui lodiamo il Signore per il dono di S. Maddalena

e della sua presenza nelle nostre comunità e opere, possano giungere alla Redazione “RACCONTI di storie edificanti”, di condivisione di vita con la gente,

arricchiti anche da qualche bella fotografia.

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