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A.S.2010/11 prof. Giuseppe Suprano Pagina 1 FORZA AGENTE SU UN TRATTO DI FILO RETTILINEO Consideriamo per semplicità un campo magnetico uniforme, le linee di forza sono parallele ed equidistanti. Si osserva una forza di origine magnetica F , esercitata sul filo immerso nel campo magnetico per un tratto di lunghezza l percorso dalla corrente i, che nel dispositivo sperimentale è equilibrata dalla forza elastica di facile misura. Sperimentalmente si verifica che l’i ntensità della forza risulta direttamente proporzionale alla lunghezza del tratto di filo immerso nel campo magnetico (l), all’intensità di corrente (i) ed è dipendente dall’ angolo () formato tra la direzione della corrente e le linee di forza del campo magnetico. La constante di proporzionalità (B), dipendente solo dal corpo magnetico, è detta induzione magnetica. L’intensità della forza risulta : sen l i B F . Situazioni particolari: =0 0 F Il filo è disposto nella direzione delle linee di forza. =/2 l i B F La forza è massima se il filo risulta disposto perpendicolarmente alle linee di forza. La costante di proporzionalità B dipende solo dal campo magnetico. In presenza di campi magnetici varianti essa varia da punto a punto ed è l’intensità della grandezza vettoriale “Vettore induzione magnetica” che descrive le caratteristiche del campo magnetico. Il Vettore induzione magnetica B presenta: Direzione : tangente alle linee di forza Verso: concorde con il verso di percorrenza delle linee di forza Intensità: ricavabile considerando la forza agente su di un tratto di filo disposta perpendicolarmente alle linee di forza l i F B Dispositivo sperimentale 0 N S i l

FORZA AGENTE SU UN TRATTO DI FILO RETTILINEO · Considerando la grandezza vettoriale B & ed indicando con l * un vettore avente per direzione e verso quello della corrente ed intensità

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FORZA AGENTE SU UN TRATTO DI FILO RETTILINEO

Consideriamo per semplicità un campo magnetico uniforme, le linee di forza sono parallele ed

equidistanti. Si osserva una forza di origine magnetica F

, esercitata sul filo immerso nel campo

magnetico per un tratto di lunghezza l percorso dalla corrente i, che nel dispositivo sperimentale è

equilibrata dalla forza elastica di facile misura.

Sperimentalmente si verifica che l’intensità della forza risulta direttamente proporzionale alla

lunghezza del tratto di filo immerso nel campo magnetico (l), all’intensità di corrente (i) ed è

dipendente dall’angolo () formato tra la direzione della corrente e le linee di forza del campo

magnetico. La constante di proporzionalità (B), dipendente solo dal corpo magnetico, è detta induzione

magnetica. L’intensità della forza risulta : senliBF .

Situazioni particolari:

=0 → 0F Il filo è disposto nella direzione delle linee di forza.

=/2 → liBF La forza è massima se il filo risulta disposto

perpendicolarmente alle linee di forza.

La costante di proporzionalità B dipende solo dal campo magnetico. In presenza di campi magnetici

varianti essa varia da punto a punto ed è l’intensità della grandezza vettoriale “Vettore induzione

magnetica” che descrive le caratteristiche del campo magnetico.

Il Vettore induzione magnetica B

presenta:

Direzione : tangente alle linee di forza

Verso: concorde con il verso di percorrenza delle linee di forza

Intensità: ricavabile considerando la forza agente su di un tratto di filo disposta

perpendicolarmente alle linee di forza li

FB

Dispositivo sperimentale

0

N S

i

l

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o Unità di misura N / A ∙ m = J∙ s / C m2 = Volt ∙ s / m2 = Tesla

( 1 Gauss = 10-4 Tesla) ( essendo 1 Volt ∙ s = 1 Weber → 1 Volt ∙ s / m2 = 1 Weber / m2)

o Formula dimensionale [ B ] = [ m ∙ t-2 ∙ i-1]

Considerando la grandezza vettoriale B

ed indicando con l un vettore avente per direzione e verso

quello della corrente ed intensità uguale alla lunghezza del conduttore immerso nel campo

magnetico,possiamo esprimere la forza F

mediante il seguente prodotto vettoriale : BliF

.

La forza F

presenta:

Modulo : senliBF

Direzione : perpendicolare al piano individuato da l

e B

Verso : definito mediante la regola della mano sinistra.

N.B : REGOLA DELLA MANO SINISTRA

1° vettore l

: medio

2° vettore B

: indice

Si ha che F

è rappresentato dal pollice

MOMENTO MECCANICO AGENTE SU DI UNA SPIRA

Consideriamo una spira rettangolare di lato:

aCDAB e bBCAD disposta tra due poli magnetici che generano un campo magnetico uniforme: B = Cost La normale alla spira ( n

) forma un angolo con le linee di forza del campo ( B

)

B

C

A

D

α

→ B

→ n

→ n

i

l

B

F

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Rappresentiamo le forze agenti sui tratti rettilinei di filo, tenendo presente la relazione vettoriale

della forza BliF

Analizziamo nel dettaglio le forze:

2F

è perpendicolare al piano individuato dal segmento AD e dal vettore B

4F

è perpendicolare al piano individuato dal segmento BC e dal vettore B

2F

e 4F

presentano la stessa intensità BbiF e risultano disposte sulla stessa retta d’azione, giacente sul piano della spira, il verso delle due forze è opposto in quanto le correnti che circolano nei tratti CB e DA presentano verso opposto. Pertanto la risultante delle 2F

ed 4F

ed il loro momento risultante sono entrambi nulli.

La forza agente sull tratto CD risulta: BaiF 1

La forza agente sull tratto AB risulta: BaiF 3

1F

ed 3F

presentato stessa intensità 31 FFF , agiscono su rette parallele ed hanno verso opposto.

Si è in presenza di una coppia di forza il cui momento, diverso da zero, pone in rotazione la spira.

N S

F1

D=C

A=B

α

B

→ n

F4

F2

F3

F1

B

B

C

D

A

F3

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bBC ed il braccio della coppia di forze risulta : senbd

Il momento scalare di tale coppia di forza risulta :

senBbaiFdM

essendo la superficie della spira S = ab, si ha: senBSiM

Situazioni particolari:

α = 0 M = 0

Il momento torcente è nullo si ha quindi una posizione di equilibrio stabile.

α = 90° M = i S B

Il momento torcente è massimo la spira ruota verso la posizione di equilibrio stabile.

α = 180° M = 0

Si ha una posizione di equilibrio instabile ovvero se sottoponiamo la spira a piccoli spostamenti

essa tende ad abbandonare la posizione di equilibrio instabile ruotando verso la posizione di

equilibrio stabile.

Per angoli α ≠ 0 ed α ≠ 180° la spira ruota tendendo a posizionarsi perpendicolarmente alle linee di

forza in modo che il vettore B

risulti disposto nel verso in cui avanza una vite destrorsa che si avviti

nel verso della corrente.

La formula senBSiM , ricavata nel caso precedente di una spira rettangolare, ha validità

generale per spire di qualsiasi forma.

MOMENTO MAGNETICO DI UNA SPIRA PERCORSA DA CORRENTE

Il momento magnetico di una spira è una grandezza vettoriale, avente:

Modulo : Sims , con S la superficie della spira

Direzione : perpendicolarmente al piano della spira

Verso : coincidente con quello della normale al piano della spira;

ovvero quello nel quale avanza una vite destrorsa quando gira nel

verso della corrente. Si ha quindi : nSims

(n è il versore normale al piano della spira)

Possiamo quindi esprimere il modulo del momento meccanico

senBSiM nel seguente modo: senBmM s .

L’espressione vettoriale del momento meccanico risulta: BmM s

.

F1

α

α

d

B

C

B

i

F3

M

sm

i

B

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MOMENTO MECCANICO AGENTE SU UN MAGNETE

Ad ogni magnete è associato un momento magnetico sm

, avente la direzione Nord-Sud ed il verso che

va dal polo Sud al polo Nord del magnete.

Il momento meccanico risulta: o

BmM

Il magnete tende a disporsi lungo le linee di forza, tale che il vettore B

sia entrante nel polo Sud ed

uscente nel polo Nord.

TEOREMA DI EQUIVALENZA DI AMPERE

Una spira di momento magnetico Sims (sezione S e corrente elettrica i) è equivalente ad un

magnete il cui momento magnetico è 0 smm e si ha che:

un campo magnetico esterno esercita sulla spira e sul magnete una stessa azione meccanica,

poiché si ha un identico momento meccanico.

il campo magnetico prodotto dalla spira e quello prodotto dal magnete, in punti

sufficientemente lontani, sono identici.

MOMENTO MAGNETICO ORBITALE

Ogni elettrone ruota intorno al proprio nucleo e si comporta come una microspira percorsa da corrente

(corrente elementare) la quale ha evidentemente verso opposto a quella del moto dell’elettrone e

determina un momento magnetico orbitale μorb. Il momento magnetico orbitale è quantizzato, cioè non

può assumere qualsiasi valore, ma soltanto valori multipli interi di una quantità elementare detta

«magnetone di Bohr », pari a o = 9,3 10-24 A∙m2.

In considerazione del fatto che l’elettrone ruota anche su se stesso (spin elettronico), esso possiede un

«momento magnetico proprio». Possiamo concludere che ogni elettrone possiede un momento magnetico

totale che è la risultante di quello orbitale e di quello proprio.

Indicando con μs il momento magnetico proprio dell’elettrone dovuto alla rotazione su se stesso (spin

elettronico) e con μB il momento magnetico orbitale si ha che ogni elettrone possiede un momento

magnetico totale μT = μB + μS

Il momento magnetico atomico è dato dalla somma dei momenti orbitali e di spin relativi a tutte le

particelle cariche (elettroni e protoni) costituenti l’atomo.

La corretta trattazione del momento magnetico proprio, relativo ad un elettrone giacente entro un

atomo, e del conseguente momento magnetico atomico necessita dell’apporto della fisica quantistica in

cui il momento magnetico di spin risulta μS=o ed il momento magnetico orbitale risulta μorb=ml ∙o ,

dove o è il magnetone di Bohr ed ml =0,1, 2...... è il numero quantico magnetico.

S

N

B

N S

2F

1F

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A.S.2010/11 prof. Giuseppe Suprano Pagina 6

Determiniamo solo a titolo d’esempio, con considerazioni di fisica classica, il momento

magnetico di un elettrone in un’orbita circolare di raggio r avente velocità v. Il periodo di

rotazione T è dato dal rapporto tra la lunghezza della circonferenza e la velocità: T=2r/v.

L’elettrone in rotazione si comporta come una microspira percorsa da corrente i=e/T la

quale ha evidentemente verso opposto a quella del moto dell’elettrone. Il momento

magnetico risulta: T

eriS 2

IPOTESI D’AMPERE SULLA NATURA DEL MAGNETISMO

Alcune esperienze condotte dal fisico e matematico francese Ampere, non appena gli giunse la notizia

della scoperta di H.C. Oersted di campi magnetici creati dalle correnti elettriche, rivelarono

l’equivalenza tra i magneti permanenti e i circuiti elettrici tanto da indurlo a ipotizzare che anche il

magnetismo dei magneti permanenti fosse dovuto al movimento delle cariche elettriche contenute nei

magneti stessi. Ampere suppose che ogni molecola di una sostanza magnetica sia percorsa interamente

da una corrente elettrica, che la rende simile ad un microscopico magnete. Quando il materiale non è

magnetizzato, ciò significa che questi minuscoli elettromagneti molecolari sono disposti

disordinatamente, in modo che le

loro azioni si annullano a vicenda

Se invece il materiale è

magnetizzato, essi sono

orientati in una sola direzione.

Si hanno le corrente elementari

di Ampere, che danno luogo ad

un magnetismo complessivo.

Pertanto in presenza di un campo

magnetico esterno, le «microspire» tendono ad orientarsi generando a loro volta un campo magnetico

che va a sovrapporsi al campo magnetico esterno. Nei magneti naturali le correnti elementari di Ampere

non sono orientate casualmente: i loro momenti magnetici hanno una direzione preferenziale che origina

il campo magnetico.

Questa teoria magnetica di Ampere ha un’importanza storica in quanto precede l’idea stessa di atomo

che si affermerà molto più tardi. La teoria Amperiana è comunque accettata dai fisici moderni, che

sulla base della struttura atomica (modello atomico di Rutheford) attribuiscono le proprietà

magnetiche della materia al moto orbitale degli elettroni ed alla rotazione su se stessi (spin

elettronico). MAGNETISMO NELLA MATERIA Il campo magnetico nel vuoto generato da un circuito percorso da corrente è descritto dal vettore

induzione magnetica nel vuoto: 0B

. In presenza di un mezzo materiale si ha un differente vettore induzione magnetica che differisce da

0B

per un fattore r

0BB r

r è una costate adimensionale ed è detta permeabilità magnetica relativa. Si definisce permeabilità magnetica assoluta il prodotto tra la permeabilità magnetica del vuoto e la permeabilità magnetica relativa r 0 . Le relazioni individuate per il magnetismo nel vuoto sono d’immediata trasformazione in presenza di un mezzo materiale mediante la semplice sostituzione di al posto di 0 . Le proprietà magnetiche delle diverse sostanze sono dunque descritte dalla permeabilità magnetica o, equivalentemente, dalla suscettività magnetica m (grandezza adimensionale) che risulta:

1 rm

μ

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A.S.2010/11 prof. Giuseppe Suprano Pagina 7

→ →

INTENSITA’ MAGNETICA H E INTENSITA’ DI MAGNETIZZAZIONE M

Nello studio del campo magnetico generato da un elettromagnete occorre considerare sia le correnti

circuitali che le correnti elementari di Ampere.

Indichiamo con

i la corrente di conduzione ( solenoide )

mi la corrente di magnetizzazione (amperiane ) espressa per unità di lunghezza, la sua unità di

misura è AMPERE / m

Il campo magnetico complessivo è descritto dal vettore induzione magnetica B

.

Introduciamo due nuove grandezze: Il vettore intensità magnetica H

dipendente solo dalla corrente di conduzione.

o Direzione : tangente alle linee di forza o Verso: concorde con il verso di percorrenza delle linee di forza o Intensità: inH → unità di misura (AMPERE / m)

Il vettore intensità di magnetizzazione M

dipendete solo dalle correnti di magnetizzazione.

M

è dipendente dalla natura magnetica della materia e quindi dalla suscettività magnetica 1 rm . Si ha:

HM m

o equivalentemente H)(M r

1

Il vettore d’induzione magnetica B

è dipendente sia dalle correnti di conduzione che dalla corrente di magnetizzazione e risulta:

)MH(B

0

Sostituendo H)(M r

1

si ha: HB r

0 HB

Analizziamo le differenze esistenti tra il vettore induzione magnetica B

ed il vettore campo magnetico

H

considerando un solenoide percorso da una corrente i .

Nel vuoto (assenza di mezzo materiale) all’interno del solenoide si ha:

inB 00 e inH 0

In presenza di una sostanza magnetica interna al solenoide si ha :

00 BinB rr e 0HinH

Le relazioni evidenziano che l’induzione magnetica B assume valori differenti nei due casi mentre per

l’intensità magnetica H è valida la stessa relazione sia nel vuoto che in presenza di un mezzo materiale.

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PROPRIETA’ MAGNETICHE DELLA MATERIA

Analizziamo gli effetti prodotto da un campo magnetico sulla materia ed al tempo stesso le variazioni

del campo magnetico in presenza di un mezzo materiale.

La materia può essere suddivisa in sostanze diamagnetiche, sostanze paramagnetiche e sostanze

ferromagnetiche.

SOSTANZE DIAMAGNETICHE

hanno generalmente un numero pari di elettroni e non

hanno un momento magnetico proprio;

le molecole risultano magnetizzate per deformazione

(precessione di LARMOR) e la sostanza acquista una

debole magnetizzazione opposta al campo e le

correnti di magnetizzazione sono opposte alle

correnti elettroniche.

permeabilità magnetica relativa μr < 1

B = μr B0 → B < B0

SOSTANZE PARAMAGNETICHE

hanno generalmente un numero dispari di elettroni e

hanno un debole momento magnetico proprio

le molecole risultano magnetizzate per orientamento

e la sostanza acquista una magnetizzazione nella

direzione del campo e le correnti di magnetizzazione

sono concordi alle correnti elettroniche.

permeabilità magnetica relativa μr > 1

B = μr B0 → B > B0

SOSTANZE FERROMAGNETICHE

Esistono zone dette domini ferromagnetici (domini di Weiss) nelle quali i momenti magnetici

degli atomi, anche in assenza di campo magnetico esterno, sono già paralleli tra loro

Nella sostanza ferromagnetica non magnetizzata i domini si annullano reciprocamente

Immergendo una sostanza ferromagnetica in un campo magnetico, anche se debole, i domini già

orientati concordemente con il campo crescono a spese degli altri

Aumentando l’intensità del corpo magnetico esterno,

tutti i domini tendono a disporsi secondo la direzione

ed il verso del campo stesso, fino a raggiungere la

saturazione magnetica

La magnetizzazione persiste anche all’annullarsi del

campo magnetico esterno

μr >> 1 è dipendente dall’intensità del campo

magnetico applicata per provocare la magnetizzazione

e dipende dalla temperatura

a temperature superiori al punto di CURIE

(dipendente dalla sostanza) le sostanze

ferromagnetiche diventano paramagnetiche in quanto

l’aumentata agitazione termica impedisce

l’allineamento dei momenti magnetici degli atomi.

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A.S.2010/11 prof. Giuseppe Suprano Pagina 9

CICLO D’ISTERESI

Le proprietà delle sostanze ferromagnetiche sono descritte dal ciclo d’isteresi, che consiste in un

diagramma di stato, in cui è riportato, in funzione del campo H, il campo magnetico B presente

all’interno del materiale ferromagnetico.

Il ciclo di isteresi si crea misurando l’induzione magnetica (B) come conseguenza delle variazioni

imposte al campo magnetico applicato (H).

Consideriamo il dispositivo schematizzato in figura.

Da tale schema si vede come possiamo variare il valore della corrente i spostando i due cursori del

potenziometro e possiamo variare anche il verso della corrente i, lasciando fisso il numero di spire n.

Possiamo calcolare H dalla formula inH

Con un altro strumento siamo in grado di misurare il valore della induzione magnetica B che si ha tra i

poli magnetici dell’elettromagnete per effetto della variazione di H.

Lo stato iniziale è quello in cui non si ha corrente elettrica e la sostanza è smagnetizzata.

Facendo variare la corrente elettrica varia il valore del campo H ed otteniamo il ciclo d’isteresi che è un

diagramma del tipo:

Analizziamo nel dettaglio il ciclo d’isteresi:

Stato iniziale: Sostanza smagnetizzata ( i = 0 , H = i n = 0 )

La posizione nel diagramma è l’origine O

Tratto 0Bs : all’aumentare della corrente i si ha l’aumento dell’intensità dei vettori H = i n e B.

Si osserva che il vettore B non aumenta linearmente.

Si giunge alla saturazione magnetica (Bs) in cui l’aumento ulteriore di i e quindi di H non causa

variazione del vettore B. (Bs è l’induzione magnetica di saturazione)

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Tratto BsBr : al diminuire della corrente i si ha che l’intensità dei vettori H e B diminuiscono.

Si osserva che quando si arriva ad avere i = 0 non si ha B = 0 in quanto la sostanza rimane

magnetizzata e si ha un magnetismo residuo Br ≠ 0

Tratto Br (-Hc)

Si osserva che per avere un magnetismo nullo B = 0 accorre annullare il magnetismo residuo e

bisogna quindi invertire il verso della corrente fino a raggiungere una intensità magnetica –Hc

che è detta forza coercitiva.

Tratto (- Hc) (-Bs)

Si osserva che aumentando l’intensità di corrente, di verso negativo, si giunge alla situazione di

saturazione opposta –Bs.

Il tratto –Bs a Bs presenta caratteristiche equivalenti alla trattazione precedente.

L’area del ciclo d’isteresi fornisce una misura del lavoro speso per magnetizzare il provino, lavoro che si

trasforma in energia termica, in quanto, durante il processo il campione si riscalda.

Magneti temporanei: materiali ferromagnetici che presentano una magnetizzazione residua molto

piccola ( ferro dolce) .

Magneti permanenti: materiali ferromagnetici che presentano una elevata magnetizzazione residua

(acciaio = lega di ferro e carbone)

Per smagnetizzare un magnete possiamo procedere in modi differenti.

innalzando la temperatura al di sopra della temperatura di Curie (dipendente dalla sostanza ) il

materiale presenta caratteristiche paramagnetiche

sottoponendo il corpo a ripetute sollecitazioni esterne, come esempio una successione di

martellate

Memorie magnetiche

Elettromagneti

Relè elettromagnetici

FORZA DI LORENTZ

Consideriamo un filo percorso da una corrente elettrica i, immerso in un campo magnetico B

.

L’intensità di corrente (i = Q/ ∆t) che attraversa un conduttore di sezione S è dipendente dalla velocità

di deriva dv degli elettroni che ha verso opposto rispetto a quello della corrente elettrica.

Poiché occorre operare con grandezze vettoriali, è opportuno predefinire il verso positivo, tra i dei

possibili, nella direzione del filo percorso da corrente. Consideriamo come verso positivo quello della

velocità di deriva dv

, rispetto al quale hanno verso opposto la corrente elettrica i ed il vettore l

,

avente lo stesso verso di i ed intensità uguale alla lunghezza del filo percorso da corrente.

In questo caso occorre inserire un segno negativo nella relazione della forza che il campo magnetico

esercita sul filo rettilineo percorso da corrente e si ha : BliF

Detto N il numero di elettroni contenuti nel cilindretto di sezione S ed altezza tvl d , la carica

elettrica che fluisce attraverso la sezione S risulta:

S

tvl d

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A.S.2010/11 prof. Giuseppe Suprano Pagina 11

NeQ con C,e 191961

Essendo dv

lt si ha che intensità di corrente risulta:

l

vNe

t

Qi d

e la forza BliF

che il campo magnetico esercita sul filo rettilineo percorso da corrente risulta:

Bll

vNeF d

poiché dv

ed l

hanno stessa direzione e verso opposto possiamo scrivere:

Bvl

lNeF d

ovvero )Bve(NF d

Considerata Bvef d

la forza esercitata dal campo magnetico su ogni elettrone si ha: fNF

.

Possiamo, quindi, affermare che la forza agente sul conduttore è la somma di tante piccole forze agenti

sui singoli elettroni.

La forza di origine magnetica esercitata sulle cariche in moto in un campo magnetico è detta forza di

Lorentz e per un elettrone si ha: Bvef d

, dove C,e 191961 è la carica dell’elettrone.

Nel caso di una qualsiasi carica elettrica q in moto in un campo magnetico B

con la velocità v

la forza

di Lorentz agente sulla carica q risulta: Bvqf

La forza di Lorentz ha:

Intensità : senBvqf dove è l’angolo

formato tra il vettore velocità v

ed il vettore

induzione magnetica B

;

Direzione : perpendicolare al piano su cui giacciono

il vettore v

e B

Verso : definito mediante la regola della mano

sinistra.

Situazioni particolari:

α = 0 f=0

La forza di Lorentz è nulla se il moto della carica avviene lungo una linea di forza

α = π/2 f = q v B

La forza di Lorentz presenta intensità massima.

La forza di Lorentz f

è sempre perpendicolare alla velocità v

pertanto essa non compie lavoro, non si ha alcuna variazione di

energia cinetica ( L = ∆Ecinetica ) e la velocità si mantiene costante in

modulo. Essa è una forza di natura solo deflettente e l’accelerazione

acquisita dalla carica risulta perpendicolare alla velocità, cioè è

centripeta.

B

v

v

B

f

90

v

B

f

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Moto di una carica immessa in un campo magnetico con velocità V perpendicolare a B

Consideriamo una carica q in moto in un campo magnetico con velocità perpendicolari alle linee di forza. La forza di Lorentz ( Bvqf ) è perpendicolare alla traiettoria e quindi il moto della carica sarà circolare uniforme.

Il moto circolare uniforme è caratterizzato dalla forza centripeta che risulta: r

vmf

2

.

Uguagliando quest’ultima relazione alla forza di Lorentz si ha r

vmBvq

2

m

rBqv

Da cui possiamo ricavare:

il raggio della traiettoria circolare Bq

vmr

la frequenza del moto r

vf

22 risulta

m

Bqf

2

f è indipendente dalla velocità.

Nel caso in cui la velocità v

della carica immersa nel corpo magnetico, presenta sia componente

perpendicolare alle linee di forza V che una componente V nella direzione del vettore B, il moto

risulta essere di tipo elicoidale.

La componente V perpendicolare a B

origina un moto

rotatorio circolare sul piano perpendicolare a B

.

La componente V parallelo a B

non viene

modificata ed origina un moto traslatorio nella

direzione del campo magnetico, la componente del

moto nella direzione delle linee di forza è rettilineo

uniforme. La composizione delle due componenti

origina il moto elicoidale.

Forza agente su di una carica elettrica soggetta sia ad un campo magnetico che a un

campo elettrico La risultante delle forze di natura elettrica e di natura magnetica risulta: BvqEqf

Se la velocità v

è nulla oppure è parallelo a B

si ha la sola forza di natura elettrica Eqf

f

v

B

f = q v B