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Francesca Comunello
SOCIETÀ, GLOBALIZZAZIONE E
NUOVI MEDIA
GLOBALIZZAZIONE (PRIMA PARTE)
GLOBALIZZAZIONE: COSA FAREMO A LEZIONE?
Sociologia e globalizzazione, sociologia della globalizzazione (Guolo)
Definizioni (Guolo)Globalizzazione o sistema mondo? I. Wallerstein
(Guolo)Glocalizzazione: Robertson (Guolo)Globalizzazione e modernità: Giddens (Guolo) BaumanBeck
16/10/10
GLOBALIZZAZIONI…
Globalizzazione come termine ombrello , o parola passe-partout (rischio che il concetto diventi troppo generico e perda capacità euristica)
Nuovo dogma? Nuovo nemico? È necessaria una maggiore defi nizione analitica
Interesse della sociologia per la globalizzazione risale ai “padri fondatori” (Saint-Simon, Marx, ecc.)
Nel dibattito sociologico è prevalsa però una concezione “nazionale” della sociologia, mentre il campo extranazionale è stato a lungo oggetto di discipline quali scienza della politica, relazioni internazionali, economia politica
L’approccio nazionale però non è più in grado di rendere conto di fenomeni sociali più ampi: sociologia della globalizzazione (o sociologia “mondiale”, Beck 1999).
16/10/10
SOCIOLOGIA E GLOBALIZZAZIONE
Anni ‘60-’70 del Novecento: i sociologi iniziano a tematizzare non episodicamente la globalizzazione, anche se il concetto non è stato ritenuto particolarmente significativo fino agli anni ’80
Dal 1989 “il tema della globalizzazione irrompe con forza nella sociologia”, fino alla nascita di una vera e propria sociologia della globalizzazione
16/10/10
VERSO UNA SOCIOLOGIA DELLA GLOBALIZZAZIONE
La sociologia della globalizzazione si è dovuta confrontare con la posizione degli “scettici”, che “contestano alle radici la presunta globalità della globalizzazione” (Guolo, p. 14)
I processi in corso (economici e culturali) non sono né omogenei né uniformi: secondo gli scettici “il concetto di globalizzazione soff re di un’approssimazione che lo rende scarsamente utile e utilizzabile”
Sociologi e economisti scettici segnalano la mancanza di precisi riferimenti spaziali, che rendono impossibile la verifi ca empirica del concetto
Sociologi: “nazionalisti metodologici” e neomarxisti; per questi ultimi la g. è un prodotto ideologico, un mito disciplinare volto a piegare i cittadini (es. “fl essibilità” del lavoro); nuove forme di imperialismo
16/10/10
LA POSIZIONE DEGLI SCETTICI
Ordine mondiale come prodotto delle azioni delle maggiore potenze statali.
Ordine globale permissivo, Stati che consentono costruzione di reti e rapporti di dipendenze
Ordine del mondo di tipo liberale, crescente interdipendenza degli Stati ed economica, garantita dalla potenza egemone (USA), in grado di consentire la nascita di un mercato globale
Cambiamenti strutturali in diversi ambiti: economico, politico, culturale, ambientale (centralità dell’analisi sociologica)
Concezione multidimensionale: sistema mediatico, sfera culturale
Relazioni tra livello globale, regionale e locale non sono concepite in termini gerarchici (sino a concetto di glocal)
16/10/10
LA POSIZIONE “REALISTICA”
Braudel e analisi storica di lungo periodo: globalizzazione si verifi ca con particolare intensità nell’età contemporanea, ma è un fenomeno plurisecolare
No accezione teleologica, no processo lineare né esiti predeterminati
“Può produrre integrazione o frammentazione, ordine o disordine, esclusione o inclusione, confl itto o cooperazione” (Guolo pp. 17-18)
È il risultato delle azioni contraddittorie di molteplici attori sociali
Progressiva erosione dei tradizionali vincoli spazio-temporali nelle diverse forme sociali
Organizzazione dello spazio territoriale non diventa irrilevante ma non è più dominio esclusivo dello Stato nazionale, cambia la scala su cui si esercita il potere
Sistemi a rete (Castells, 1996)16/10/10
DIMENSIONE TEMPORALE
“Il processo in seguito al quale gli stati nazionali sono condizionati e connessi trasversalmente da attori transnazionali, dalle loro chance di potere, orientamenti, identità, reti” (Beck, 1999, p. 24); “società mondiale” (unificata da condizioni e stili di vita sempre più simili)
“Il prodotto dell’intensificazione delle relazioni sociali mondiali che legano le diverse località, in maniera tale che gli avvenimenti di un luogo sono plasmati da eventi che si verificano a grande distanza e viceversa” (Giddens, 1994)
“Comprensione del mondo [e] […] intensificata coscienza dell’unitarietà del mondo (Robertson, 1999)
16/10/10
DEFINIZIONI (PLURALI)
Fenomeno che riguarda la “comprensione dello spazio e del tempo […] la svalutazione dell’ordine in quanto tale” (Bauman, 1999). Globalizzazione sostituisce il concetto di universalizzazione quando appare chiaro che non ha nulla a che fare con la natura intenzionale e controllata implicita in u.
“…un processo comprendente stati, organizzazioni internazionali, gruppi economici multinazionali, associazioni e gruppi di pressione, che agiscono in modo sistematico allo scopo di espandere alla totalità del globo l’economia di mercato [e] i suoi moelli di organizzazione internazionale della produzione, di governo delle imprese, di tecnologia, di scambi commerciali e mercato del lavoro; nonché sistemi politici, tratti culturali e mezzi di comunicazione che siano con quello coerenti” (Gallino, Dizionario di sociologia)
Processo per cui, negli ultimi decenni del Novecento, lo spazio del mercato sembra aver raggiunto i confi ni demografi ci e territoriali del mondo (Gallino 2002)
16/10/10
DEFINIZIONI
Il tasso di globalizzazione è particolarmente elevato nel caso dell’informazione (mass media, internet)
Estremamente elevata anche per i movimenti di capitale Più limitata la globalizzazione della produzione e dello
scambio di beni e servizi Globalizzazione della politica: numero di paesi che
adottano sistema democratico (sistema pluripartitico, libere elezioni, camere con mandato a termine; UNDP: 80 paesi su 200 nel 2002)
Modelli di consumo e altri tratti della cultura Elemento meno globalizzato: forze di lavoro (libera
circolazione e fl ussi migratori ostacolati da condizioni economiche locali e misure legislative)
Integrazione e diseguaglianze (da L. Gallino: Dizionario di sociologia)
16/10/10
AMBITI DELLA GLOBALIZZAZIONE
Immanuel Wallerstein, nato nel 1930; “The Modern World-System” (4 volumi pubblicati a partire dal 1974)
Preferisce l’etichetta “sistema-mondo” al termine globalizzazione, ritenuto fuorviante; ciò che viene comunemente defi nito globalizzazione non è che “un aspetto dell’economia mondo-capitalista” (globalizzazione caratterizza il capitalismo sin dalle origini)
La teoria del sistema-mondo emerge dall’ insoddisfazione per la più ristretta teoria della modernizzazione, che analizzava le società solo in modo comparativo (con l’Occidente come punto di riferimento)
Nel tempo cambia la reazione alla globalizzazione: nelle democrazie contemporanee i lavoratori richiedono protezione agli Stati
Anche la “fl essibilità” non è una condizione nuova; i l cambiamento rilevante riguarda la velocità con cui vengono prese le decisioni
Per W. I l mondo è un unico sistema, che si impone mediante l’aff ermazione a livello globale del capitalismo16/10/10
WALLERSTEIN: IL SISTEMA-MONDO (WORLD-SYSTEM THEORY)
Economia mondiale capitalistica è caratterizzata da: Mercato unico (dominato da massimizzazione profitto) Strutture statali che cercano di ostacolare il “libero”
funzionamento del mercato Suddivisione più che in classi in spazi: centrali, semicentrali,
periferici (divisione del lavoro a livello mondiale)Contraddizioni interne:
Mentre il capitalismo costruisce uno spazio economico universale (“divisione del lavoro”, “mercato globale”), il mondo continua a essere diviso in stati sovrani con prerogativa dell’uso della forza (>conflitti)
Economia funziona a ritmi ciclici, necessita di espandere confini geografici del sistema (nuove aree di produzione) >contraddizione: passaggio da cultura locale tradizionale a cultura moderna di matrice occidentale, che genera conflitti identitari (su base localistica o religiosa), dando il via a opposizione su scala mondiale (movimenti ecologici, neonazionalisti, fondamentalisti)16/10/10
WALLERSTEIN E L’ECONOMIA MONDIALE CAPITALISTICA
Scelte economiche definite a livello internazionale, quelle politiche a livello nazionale (>contraddizione)
Capitalismo richiede continua formazione di plusvalore (tramite incremento di produttività o redistribuzione salariale diseguale) >anche i modelli della diseguaglianza globale seguono la tripartizione dello spazio
sociale in centro/semiperiferia/periferia; >distruzione ambientale >”Per compensare gli individui delle perdite identitarie, culturali, spaziali,
ambientali, il sistema-mondo deve alimentare il consumo di massa. Ma questo implica la creazione di una corrispettiva domanda di massa, il cui presupposto è una diversa distribuzione del reddito” (Guolo, p. 19)
Il capitalismo come sistema richiede anche la circolazione delle persone (fenomeni migratori e conflitti)
“La teoria del sistema-mondo di Wallerstein, al di là della condivisione o meno dei presupposti ideologici e politici che la ispirano, contribuisce alla nascita della sociologia della globalizzazione” Guolo, p. 20)
16/10/10
WALLERSTEIN: LE CONTRADDIZIONI INTERNE DELL’ECONOMIA
MONDIALE
Roland Robertson, nato nel 1938; “Globalization. Social theory and global culture (1992, tr. it. 19999)
Inizia ad aff rontare il tema della globalizzazione con largo anticipo (metà anni ‘60, Nettl e Robertson)
Teoria della modernizzazione allora era centrata sui concetti classici di Gemeinschaft vs Gesellschaft, mentre gli aspetti soggettivi, interpretativi, culturali erano poco indagati
Teoria della convergenza: sistema mondiale e concetto di invarianza (alcune società convergono per taluni aspetti e divergono per altri, rimanendo invariate per altri ancora)
Analisi della civiltà (tema “eterodosso”)Mette al centro la dimensione culturale, che plasma le
relazioni, ostili o amichevoli, tra le società organizzate su base nazionale
16/10/10
ROBERTSON: LA DIMENSIONE CULTURALE
Separazione tra sociologia e relazioni internazionali ha ostacolato comprensione dei fenomeni globali: relazioni internazionali “hanno trascurato temi come culture, identità, tradizioni, religioni in nome di una visione del mondo imperniata sui rapporti tra stati sovrani”; la sociologia ha posto scarsa attenzione a questioni extrasocietarie
Robertson propone un approccio culturale alla teoria della globalizzazione
“Metacultura”: i codici culturali che condizionano le diverse concezioni della cultura (rapporti tra individuo e società, gruppi sociali, società e mondo come insieme)
Per interpretare la globalizzazione è necessario analizzare temi quali la diff erenza culturale, i l nazionalismo, i nuovi comunitarismi, i fondamentalismi
Individui e società alla ricerca di simboli rilevanti per la propria identità (incluse tradizioni nascoste o “immaginate”)
16/10/10
LA SVOLTA CULTURALE
Compressione del mondo > inasprirsi dei confl itti tra narrazioni di civiltà, società, etnie che rinviano al tema dell’identità
Campo globale: sistema socioculturale prodotto dalla compressione di culture connesse a civiltà, società nazionali, movimenti e organizzazioni internazionali e transnazionali
Per Robertson è globale qualsiasi prospettiva che presenti come centrale l’interesse per il mondo intero
Ne fanno dunque parte anche le prospettive antiglobaliste: per esempio, lo sviluppo di fenomeni “no-global” è sintomo dello sviluppo della coscienza della globalità; anche i fondamentalismi hanno uno stretto rapporto con la dimensione globale/locale
16/10/10
GLOBALIZZAZIONE: UN FENOMENO MULTIDIMENSIONALE
Universale e particolare sono intrecciati in un nesso globale: la globalizzazione favorisce lo sviluppo di individui e di
movimenti interessati al signifi cato del mondo nel suo insieme; la globalizzazione genera la ricerca, anche esasperata, di
identità specifi che: “la ricerca di identità, che implica un certo grado di rifl essività ( l ’ invenzione della tradizione ) o di scelta (un bricolage sempre più globale) va considerata un aspetto essenziale della globalizzazione” (Guolo, p.36)
In proposito: Hobsbawm e Ranger L’invenzione della tradizione (1983); Said, Orientalismo (1978): “il concetto di Oriente è stato quasi interamente un’invenzione europea”; Anderson Comunità immaginate (1991): concetti di nazionalità e nazionalismo sono manufatti culturali creati a partire dalla fi ne del ‘700, “le comunità devono essere distinte non dalla loro falsità/genuinità, ma dallo stile in cui esse sono immaginate” (p. 27)
16/10/10
IDENTITÀ E “INVENZIONE DELLA TRADIZIONE”
Tesi della convergenza della cultura globale (mcdonaldizzazione, cfr. Ritzer 1997) indica tendenza all’unificazione degli stili di vita, dei simboli culturali e dei modelli di consumo. Ne risulta l’immagine di un mondo unico, in cui le culture locali sono sradicate
Robertson respinge la teoria della mcdonaldizzazione del mondo: globalizzazione culturale non significa che il mondo diviene culturalmente omogeneo
Il processo è dialettico e fa coesistere particolare e universale
16/10/10
MACDONALDIZZAZIONE DELLA CULTURA?
Oltre alla dialettica tra universale e particolare, la globalizzazione comporta anche quella tra locale e globale > glocalizzazione
Termine riferito inizialmente a strategia di marketing che pubblicizza su base globale prodotti destinati a mercati locali diff erenziati
Locale e globale sono principi che si compenetrano, mediazione e non contrapposizione tra globale e locale
La “rilocalizzazione” avviene in termini di glocalizzazione (le culture locali sono contaminate, la società globale è post-tradizionale)
Globalizzazione è legata sia alla compressione del mondo in un luogo unifi cato, sia all’intensifi cata coscienza dell’unitarietà del mondo
16/10/10
GLOCALIZZAZIONE
1. Fase germinale (Europa: xv-metà xviii secolo): crescita comunità nazionali, riduzione transnazionalità medievale. Si espande il campo d’azione della Chiesa Cattolica. Inizio della geografi a moderna e diff usione del calendario gregoriano (unifi cazione concetto di tempo)
2. Fase incipiente (da metà ‘700 al 1870): passaggio all’idea di Stato unitario, formalizzazione relazioni internazionali (convenzioni, organismi internazionali); ammissione società non europee nella “società tradizionale”; nascita dialettica nazionalismo vs internazionalismo
3. Fase del decollo (dal 1870 a anni Venti ‘900), 4 punti di riferimento: società nazionali, individui, società internazionale, concezione del genere umano sempre più omogenea; tema della modernità; forme globali di comunicazione (sistema postale e telefonico); letteratura internazionale; migrazioni di massa; competizioni globali (Olimpiadi, Nobel); tempo unifi cato su scala mondiale; Prima guerra mondiale
16/10/10
UN MODELLO A FASI
4. Fase della lotta per l’egemonia (da metà anni ‘20 a ‘60 del ‘900): Società delle Nazioni e poi ONU; concezioni confl ittuali della modernizzazione; totalitarismi; seconda guerra mondiale e Shoah; aumenta rischio globale (bomba atomica, guerra fredda)
5. Fase dell’incertezza (dalla fi ne ‘60, primi segni di crisi inizi anni ‘90): si accentua la coscienza globale; emergono valori post-materialisti; coscienza rischi ecologici globali; si sviluppa concezione genere umano come specie e comunità (anche grazie a movimenti ambientalisti); fi ne guerra fredda e unica potenza mondiale; diritti civili come questione globale; migrazioni di massa; multiculturalità; identità individuale sempre più complessa; si consolida sistema globale dei media; Internet; movimento deglobalizzante/riglobalizzante come islamismo fondamentalista; sviluppo movimenti anti globalizzazione economica (Seattle 1999, “no global); nasce Tribunale penale internazionale
16/10/10
UN MODELLO A FASI (SEGUE)
Crescente interconnessione delle società, dei singoli individui, delle relazioni internazionali e del genere umano
16/10/10
LA DIMENSIONE GLOCALE
Analisi di Robertson si fonda sulla cultura, ma non propone categorie monocausali: concezione multidimensionale
Globalizzazione: “processo dinamico e aperto, che può generare integrazione o confl itto, esclusione o inclusione, convergenza o divergenza, ordine o disordine”
Stretta connessione tra tendenze alla globalizzazione e alla localizzazione
Vita locale rimane al centro dell’esistenza umana anche nel mondo globale, cambia però il vissuto quotidiano (dimensione locale non può più definire i termini dell’esistenza individuale e di gruppo)
16/10/10
Tensione tra omogeneizzazione e eterogeneizzazione culturale (omogeneizzazione spesso intesa come americanizzazione, ma dinamica scalare!)
“La nuova economia culturale globale deve essere compresa come un ordine complesso, sovrastante, disgiuntivo, che non può più essere considerato nei termini dei modelli esistenti di centro-periferia” (Appadurai, 1990, tr. it. 1996, p. 26)
Quadro di riferimento per esplorare queste disgiunzioni: relazioni tra 5 dimensioni: Ethnoscape: panorama di persone in movimento che costituiscono il
mondo mutevole in cui viviamo – rottura di reti stabili ha origine nel movimento umano
Technoscape: configurazione globale, fluida, della tecnologia Finanscape: movimenti finanziari attraverso le barriere nazionaliLa relazione globale tra ethnoscace, technoscape e finanscape è disgiuntiva e imprevedibile, dal momento che ciascuno di questi panorami è soggetto a restrizioni e stimoli intrinseci e allo stesso tempo ognuno agisce come restrizione e parametro per il movimento degli altri
16/10/10
APPADURAI: DISGIUNZIONE E DIFFERENZA
Mediascape: si riferisce sia alla distribuzione elettronica in grado di produrre e diffondere informazione, sia alle immagini del mondo create da questi media; forniscono un largo e complesso repertorio di immagini, racconti ed ethnoscape a spettatori di tutto il globo
Ideoscape: anch’essi concatenazioni di immagini, ma sono spesso direttamente politici e hanno a che fare con l’ideologia degli stati (e le relative controideologie dei movimenti)
I fl ussi globali avvengono all’interno e attraverso le disgiunture tra ethnoscape, technoscape, fi nanscape, mediascape e ideoscape
“La caratteristica centrale della cultura globale oggi è la politica dello sforzo reciproco dell’uguaglianza e delle diff erenza di divorarsi tra loro e di proclamare così la riuscita appropriazione delle idee gemelle dell’Illuminismo dell’universale trionfante e del particolare fl essibile” (Appadurai, tr. it. 1996, p. 38)
16/10/10
APPADURAI (SEGUE)
Anthony Giddens, nato nel 1938 (già direttore della LSE), “Le conseguenze della modernità” (1990, tr. it. 1994)
La sua rifl essione sulla globalizzazione è strettamente legata al concetto di modernità: la globalizzazione è una delle conseguenze fondamentali della modernità, che è intrinsecamente globalizzante
Propone un’analisi istituzionale della modernità in cui “pone l’accento su” aspetti culturali ed epistemologici
Modernità “si riferisce a quei modi di vita o organizzazione sociale che affi orarono in Europa intorno al XVII secolo e che successivamente estesero la loro infl uenza a quasi tutto il mondo” (Giddens p. 15)
Per Lyotard la postmodernità coincide con la “fi ne della grande narrazione” (allontanamento dai tentativi di fondare un’epistemologia e dalla fede in un progresso controllato dall’uomo)
16/10/10
GIDDENS: GLOBALIZZAZIONE E MODERNITÀ
Giddens sostiene che stiamo entrando in un’era in cui le conseguenze della modernità si fanno sempre più radicali e universali >“Modernità radicale” e critica dell’idea di postmoderno
Le discontinuità della modernità: “i modi di vita introdotti dalla modernità ci hanno allontanato […] da tutti i tipi tradizionali di ordinamento sociale” (pp. 17-18; trasformazioni più profonde che in passato)
Ritmo del cambiamento (rapidità estrema, non solo in ambito tecnologico)
Portata del cambiamento (intera superfi cie terrestre attraversata da trasformazione sociale)
Natura delle istituzioni moderne (alcune forme sociali moderne non trovano riscontro nelle precedenti epoche storiche, es. stato-nazione, o dipendenza da fonti energetiche inanimate, o mercifi cazione dei prodotti e del lavoro salariato)
16/10/10
MODERNITÀ RADICALE
Tutte le civiltà premoderne disponevano di strumenti per misurare il tempo, che era però collegato ai luoghi (e la sua misura imprecisa e variabile)
Diff usione dell’orologio meccanico (fine XVIII sec.) ha ruolo centrale nella separazione del tempo dallo spazio (esprime dimensione uniforme di tempo “vuoto”)
Il tempo resto collegato allo spazio finché all’uniformità della misurazione con l’orologio meccanico non corrispose l’uniformità dell’organizzazione sociale del tempo (standardizzazione mondiale dei calendari; fuso orario standardizzato geograficamente)
Allo svuotamento del tempo corrisponde lo svuotamento dello spazio, separazione dello spazio dal luogo
16/10/10
MODERNITÀ, TEMPO E SPAZIO
“Luogo” definito meglio dall’idea di località, ambiente fisico dell’attività sociale geograficamente situata
Società premoderne: luogo e spazio coincidevano (presenza, attività localizzate)
Modernità separa sempre più lo spazio dal luogo, favorendo rapporti tra persone assenti, localmente distanti da ogni data situazione di interazione faccia a faccia
Nascita dello “spazio vuoto” connessa a fattori che Ammettono l rappresentazione dello spazio senza
riferimento a un luogo privilegiati Permettono l’intercambiabilità di diverse unità spaziali“Scoperta” di regioni remote da parte degli esploratori ne è presupposto; mappamondi
16/10/10
LUOGO E SPAZIO
Disaggregazione (disembedding): i rapporti sociali sono “tirati fuori” dai contesti locali d’interazione e ristrutturati su archi di spazio-tempo indefi niti (Giddens p. 32).
Emblemi simbolici: strumenti di scambio con un valore standard (moneta)
Sistemi esperti: “sistemi di realizzazione tecnica o di competenza professionale che organizzano ampie aree negli ambienti materiali o sociali nei quali viviamo oggi” (Giddens, p. 37); presuppongono fi ducia a distanza nell’ interazione (“enucleano le relazioni sociali dall’ immediatezza del contesto”)
Fiducia: medium di interazione coi sistemi astratti che svuotano la vita quotidiana del suo contenuto tradizionale (strettamente correlata a distanziazione e disaggregazione spazio-temporale)
Luhmann: fi ducia (presuppone consapevolezza circostanze di rischio; si prendono in considerazioni alternative) vs confi dare (convinzione che le cose familiari conservino una loro stabilità)
I l globale entra nella vita quotidiana degli individui soprattutto attraverso la mediatizzazione dell’esperienza (relazioni sociali indipendenti dai contesti locali di interazione)16/10/10
DISEMBEDDING
Modernità è di per sé globalizzante: istituzioni moderne, loro disembedding e rifl essività
Globalizzazione: intensifi cazione delle relazioni sociali mondiali che legano le diverse località, in maniera tale che gli avvenimenti di un luogo sono plasmati da eventi che si verifi cano a grande distanza e viceversa. Implicazioni locali e interazione a distanza
Connettività complessa: sviluppo di reti di interconnessione e interdipendenza
Processo dialettico: tensione tra forze disaggreganti della globalizzazione e forze riaggreganti (località, comunità).
Globalizzazione si presenta anche come insieme di processi confl ittuali e contraddittori
Dimensione macro e micro; due modelli interpretativi: Il primo estende l’analisi delle 4 dimensioni tipiche della modernità alla
globalizzazione (sorveglianza, capitalismo, industrialismo, potere militare) Il secondo definisce la globalizzazione a partire dal modo in cui è ordinata
la vita sociale nel tempo e nello spazio
16/10/10
GLOBALIZZAZIONE E MODERNITÀ
Fin dalle origini il capitalismo ha vocazione internazionale, se si può parlare di “società capitalista” è perché ci si riferisce a stato-nazione, caratterizzato da capacità di sorveglianza e controllo dei mezzi della violenza
Sorveglianza societaria diviene sistema mondiale degli stati
Capitalismo societario diviene economia capitalisticaPotere militare societario diviene ordine militare mondiale Industrialismo societario diviene divisione internazionale
del lavoro Il modello si regge sul concetto di espansione delle
quattro dimensioniGiddens però non fornisce spiegazione causale che ne
determina l’espansione
16/10/10
PRIMO APPROCCIO (GIDDENS)
Riconduce manifestazioni istituzionali della modernità alla trasformazione di spazio, tempo, luogo, distanza, prossimità
Modernità “svuota” categorie di tempo e spazio (natura astratta del tempo moderno libera l’attività sociale dalla particolarità del luogo; standardizzazione del tempo facilita il passaggio da contesto nazionale a globale)
Spazio e luogo non sono sinonimi; località sono contesti fisici d’interazione, separando spazio da luogo la modernità favorisce relazioni a distanza
16/10/10
SECONDO APPROCCIO (GIDDENS)
Società globalizzata è post-tradizionale: la tradizione controlla lo spazio attraverso il controllo del tempo, la globalizzazione fa l’inverso, è “azione a distanza”
Nesso tra globalizzazione e nuovo individualismo, maggiore libertà di scelta individuale, mentre vengono meno i vincoli del passato
I l processo globale genera problemi sociali (emergenza ambientale, demografi ca, alimentare, divario nord/sud)
Gli Stati sono troppo piccoli per aff rontare la scala globale dei problemi e troppo grandi per aff rontare irruzione della dinamica globale a livello locale (organizzazioni sovranazionali o locali)
Democrazia: sistemi parlamentari non abbastanza democratici per Information Society (scarsa trasparenza, potere delle corporations, mediatizzazione della politica e defi cit di rappresentanza per attori sociali deboli)
16/10/10