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Quaderni di Casa America annoVII numero1 FRIDA KAHLO tra Messico e Italia

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Quaderni di Casa America

anno•VII numero•1

FRIDA KAHLOtra Messico e Italia

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Quaderni di Casa America

anno•VII numero•1Autorizzazione Tribunale di Genova n. 21208

Abbonamento annuale ordinario € 50, abbonamento sostenitore € 100

Fondazione Casa America - Villa Rosazza, piazza Dinegro 3Tel. 010 2518368 - Fax 010 2544101 [email protected] www.casamerica.it

Presidente: Roberto Speciale

Consiglio d’amministrazione: Angelo Berlangieri, Federico Massone, Luigi Merlo, Bernardino Osio, Piera Ponta, Miguel Ruiz-Cabañas, Victor Uckmar (vicepresidente), Stefano Zara

Coordinatore delle attività pro tempore: Carlotta Gualco

Direttore Responsabile: Fabrizio De Ferrari

Stampa: Essegraph Srl - Genova

In copertina: Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943, olio su masonite, cm 76×61

Progetto grafico: Elena Menichini Hanno collaborato: Alessandro Pagano e Erika NorandoReferenze fotografiche: Ufficio Turismo Ambasciata del Messico in Italia, Marco Bellingeri, Marco Cipolloni, Fabiola Guenther Quezada, Palaexpo di Roma, Fondazione Casa America

Realizzazione editoriale© De Ferrari Comunicazione S.r.l. Via D'Annunzio, 2/3 - 16121 GenovaTel. 010 0986820 - 0986821 - 0986822Fax 010 [email protected]

L’editore rimane a disposizione per gli eventuali diritti sulle immagini pubblicate. I diritti d’autore verranno tutelati a norma di legge.

Il Messico - Scheda geografica ed economicaAmbasciata del Messico in Italia 4

INTERVENTI DEL 17 FEBBRAIO 2014 GENOVA, PALAZZO SAN GIORGIO Roberto Speciale 10Miguel Ruiz-Cabañas 12Oscar Camacho 17Michele Marsonet 20Victor Uckmar 23Alessandra Repetto 25

CONTRIBUTI SUCCESSIVI ALL'INCONTRO DEL 17 FEBBRAIOMessico-Italia: un’alleanza del futuroMario Giro 28Le relazioni Italia-Messico Alessandro Busacca 31Carlos e gli altri: il Messico che non si arrende Francesca D’Ulisse 34

IL MESSICO DI FRIDA KAHLO Frida Kahlo - scheda biograficaAzienda Speciale Palaexpo 38Kahloismo: malattia infantile del feticismoMarco Bellingeri 42La mostra di Frida Kahlo a RomaMario De Simoni 46La mostra di Frida Kahlo e Diego Rivera a GenovaLuca Borzani 51Diego Rivera - scheda biografica Ambasciata del Messico in Italia 53Donne tra arte e politica in America Latina Carlotta Gualco 55Frida: momenti, immagini, ricordi sparsiPino Cacucci 57Tres Fridas: pittura, fotografia e cinemaMarco Cipolloni 66Fabiola Quezada alla Commenda di PrèLuciano Caprile 69

Campagna d’informazione diritti e doveri del cittadino migranteCarmen Barile 73Messico grande potenza turistica Ambasciata del Messico in Italia 76

Corsi di Lingua dell’Associazione Amici di Casa America 78Quaderni di Casa America 79

Sommario

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Commercio estero ed investimenti esteridiretti (IED)• Il Messico è una nazione aperta al restodel mondo. Durante l’ultimo ventennio,il valore delle esportazioni ed importa-zioni è cresciuto, in rapporto al PIL, dal38% al 60%.

• Nel 2013, il commercio estero totale delMessico ha raggiunto i 761,4 miliardi didollari, il che significa che le compra-vendite messicane hanno superato i 2miliardi di dollari al giorno.

• Gli Investimenti diretti esteri (IDE) nel2013 sono stati di 35.188,4 USD, im-porto superiore del 178% allo stesso pe-riodo del 2012 (12.659,4 miliardi di dol-lari).

• Gli IDE nel 2013 corrispondevano perun 73,8% al settore manifatturiero.

• Il Messico ha sottoscritto accordi di li-bero scambio con 44 Paesi, permettendol’accesso a un mercato potenziale di ol-tre un miliardo di consumatori ed al67% del PIL mondiale.

• Le esportazioni del Messico si concen-trano in campo manifatturiero (83%): 1su 6 automobili vendute negli USA èprodotta in Messico, l’industria aero-spaziale messicana è al primo posto alivello mondiale per investimenti di ma-nifattura; il Messico è il principale pro-duttore mondiale di smartphone ed ilsecondo esportatore di apparecchi TV.

• Secondo l’UNCTAD, il Messico occupail 5° posto dei Paesi più attrattivi almondo per gli investimenti esteri direttitra i Paesi della stessa categoria.

In breve, il Messico è oggi:• 14ª economia mondiale per PIL e 2ªeconomia più importante in AmericaLatina (FMI)

• 16° esportatore e importatore mon-diale (WTO)

• 11° paese più popolato del mondo e1° tra le nazioni ispanoparlanti

• 6º produttore mondiale di petrolio e12º esportatore (USEIA)

• 1º produttore mondiale di argento• Leader mondiale nella produzioneortofrutticola (avocado, mango, pa-paya, pomodoro, ecc.)

• 11º meta turistica mondiale (UNWTO)• 12° paese megadiverso per sua ric-chezza naturale (ospita il 10-12%della biodiversità mondiale)

- Il Messico diventa una piattaforma lo-gistica mondiale, tramite Accordi di li-bero scambio con le principali econo-mie del mondo: NAFTA (1994);MEUFTA (2000); Giappone (2005). Ac-cesso preferenziale in 44 paesi.

- Ubicazione geografica strategica: 3.141km di confine con gli Stati Uniti; 11.100km di coste (Pacifico, Atlantico e Caraibi).

- Mano d’opera garantita: paese di gio-vani (età media 27 anni).

- Industrie principali: automobilistica, ae-rospaziale, cemento, petrolchimica, te-lecomunicazioni, informatica e industriaalimentare.

- Il Messico è il principale esportatore diprodotti manifatturieri avanzati di altatecnologia.

Quaderni di Casa America5

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

Il Messico è una Repubblica democratica,rappresentativa e federale formata da 32entità federative. La sede del governo e ipoteri dell’Unione si trovano a Città delMessico, conosciuta anche come Di-stretto Federale. L’attuale Capo di Statoe di Governo è il Presidente Enrique PeñaNieto, insediatosi il 1º dicembre 2012,con un mandato di sei anni.

Realtà economica• Nonostante il contesto di rallentatacrescita economica globale, il Messicoha registrato un tasso del 3,9% nel2011 e 2012 confermandosi un’eco-nomia emergente e dinamica. Nel2013, la crescita è stata dell’1,2%. Peril 2014 si stima una crescita dell’eco-nomia messicana di circa il 3,5%.

• È da rilevare in Messico la crescita dellaclasse media ed il potere d'acquistodella popolazione. Il reddito pro capiteè stato di 15.600 USD nel 2013.

• Il Messico gode di una finanza pub-blica sana, grazie all’ottemperanzadella disciplina fiscale. Nel 2012 il de-bito pubblico rappresentava soltantoil 2,6% del PIL.

• Negli ultimi anni l’accumulo costantedi riserve ha portato ad un massimostorico: attualmente supera i 166 miliardidi dollari, sufficiente a coprire in sovrap-più il debito pubblico esterno (124,8 mi-liardi di dollari, febbraio 2013).

• Si prevede che il Messico sarà unadelle dieci economie più importantinel mondo nel 2020 (Goldman Sachs,Nomura).

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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA4

Il Messico AMBASCIATA DEL MESSICO IN ITALIA

Per maggiori informazioni contattare:Ambasciata del Messico in Italia, Via Lazzaro Spallanzani 16, 00161 Roma, Tel. +39 06 4416061Website: http://embamex.sre.gob.mx/italia, e-mail: [email protected]

Nome ufficiale: Stati Uniti MessicaniCapitale: Città del MessicoSuperficie: 1 972 550 km2

Popolazione: 118.2 milioni di abitantiLingua ufficiale: SpagnoloMoneta: Peso (MX$16,00 = €1,00)Forma di governo: Repubblica FederaleCapo di Governo: Enrique Peña Nieto

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Quaderni di Casa America7

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

Riforme strutturaliIl governo del presidente Enrique PeñaNieto ha posto in essere una serie di im-portanti riforme strutturali per rafforzarelo sviluppo del Paese.

Le principali riforme comprendonoPOLITICA - Corresponsabilizzazionealla guida del Paese.ENERGIA- Ricerca di ammodernamentodell’industria petrolifera confermando laproprietà nazionale degli idrocarburi. TELECOMUNICAZIONI - Rafforza-mento dei diritti connessi alla libertà diespressione e di informazione. ISTRUZIONE - Potenziamento del ruolodell'istruzione per ridurre la disugua-glianza sociale. FISCALE - Imposizione fiscale più equaper ridurre le disuguaglianze nel Paese.

Potenziale di crescita e opportunità di affari• Secondo il WEF, tra le 20 nazioni piùgrandi, il Messico è uno dei cinquePaesi che non avrà carenza di manod’opera nel periodo 2020-2030. Nel-l’attualità la popolazione economica-mente attiva supera i 50 milioni, tratrent’anni saranno 69 milioni (INEGI).

• Più di 100.000 studenti messicani silaureano ogni anno nelle facoltà d’In-gegneria e Tecnologia.

• Grazie ad una politica macroecono-mica adeguata, il Messico si colloca trale nazioni con un minor rischio-paesetra le economie emergenti.

• Il Messico supera i BRIC e tutti i paesi

dell’America Latina per la facilità difare impresa. Per aprire un’azienda inMessico sono necessari soltanto 9giorni.

• Nel Global Competitiveness Report 2012-2013 (WEF), il Messico ha migliorato lasua posizione per il quarto anno conse-cutivo passando dal 53° al 48° posto.

• Per costruire una società NON è ne-cessario avere un socio messicano(100% capitale straniero).

Potenziale turistico• Oggi, il Messico è un punto di riferi-mento nel panorama turistico mon-diale. Nel 2012 ha recepito più di 23,73milioni di turisti stranieri.

• Secondo l’Organizzazione Mondialedel Turismo, il Messico rappresenta laprincipale meta turistica in AmericaLatina ed è uno dei paesi più visitati almondo. Inoltre ha 31 siti culturali o na-turali dichiarati Patrimonio dell’Uma-nità dall’UNESCO.

Relazioni economiche Messico-Italia• L’Italia è il 3° socio commerciale delMessico tra i paesi dell’UE, mentre ilMessico è il 2° socio commerciale del-l’Italia in America Latina.

• L’Accordo Globale Messico-UE assi-cura una linea preferenziale al com-mercio tra l’Italia ed il Messico. Duranteil 2013 questo ha raggiunto la cifra sto-rica di 6.872,2 milioni USD.

• A dicembre del 2013, in Messico si re-gistravano 1.670 società con investi-

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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA6

Il tempio Kukulkan (chiamato anche “el castillo”) nel complesso archeologico Maya Chichén Itzá, situato nel nord della penisola dello Yucatan

Palacio de Bellas Artes, Città del Messico

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INTERVENTI DEL 17 FEBBRAIO 2014 GENOVA PALAZZO SAN GIORGIO

menti italiani nel capitale sociale. • Tra le imprese in testa alle statistichedi investimenti produttivi in Messicosi trovano: Gruppo Techint-Tenaris,Enel Green Power, Barilla, Brembo eAssicurazioni Generali. È da sottoli-neare il recente arrivo di FIAT, Pirelli eFerrero, icone dell’industria italiana.

• Nel 2013, le Aziende leader chehanno esportato merci in Italia sonostate: Pemex, Chrysler Mexico, Mi-nera, Peñasquito, Akra, Polyester, Me-xichen resinas.

• L’investimento economico diretto (IED)dell’Italia dal 1999 al 2013 è stato di195,20 milioni USD, pari allo 0,6%dell’IED totale ricevuto dal Messico.

• Principali esportazioni messicane: vei-coli per il trasporto di persone (20%),parti ed accessori per veicoli (5%), acidipolicarbossilici (5%), piombo e con-centrati (5%), greggio (12%).

• Principali esportazioni italiane: lami-nati di acciaio inossidabile (6%), pro-

dotti derivati dalla raffinazione delpetrolio (5%), parti ed accessori perveicoli (5%), medicinali (3%), mac-chinari ad uso specializzato (3%) eaeroveicoli.

• I settori con maggiore potenziale pergli investimenti italiani in Messicosono: automobilistico, aerospaziale,energie rinnovabili ed infrastrutture.

Bilancia Commerciale Messico-Italia (Milioni di dollari)

Anno Esportazioni messicane Esportazioni italiane Com. Totale Δ(%)2007 482,2 5.560,5 6.042,8 38,12008 588,3 5.221,9 5.810,1 -3,82009 518,6 3.146,7 3.665,3 -36,92010 651,3 3.996,9 4.648,2 26,82011 1.558.8 4.982,7 6.541.5 40,72012 1.302,9 5.462,4 6.765,3 3,42013 1.251,4 5.620,8 6.872,2 1,6

Fonte: Ministero dell’Economia del Messico - Aggiornato al 28 marzo 2014.

Quaderni di Casa America

MESSICO - ITALIA8

L’angelo dell’Indipendenza, Paseo de la Re-forma, Città del Messico

In questa prima parte della Rivista vengono riportati alcuni contenuti dell’incontro“Messico-Italia. Accordi bilaterali ed iniziative istituzionali, economiche e culturali”tenutosi a Genova, presso Palazzo San Giorgio, il 17 febbraio 2014. Anche se nonriportati nel volume all’incontro sono intervenuti anche Luigi Merlo, Francesco Bar-baro, Davide Cabiati, Bernardino Osio, Leonardo Santi.

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Quirinale, inaugurata a marzo e che saràriproposta da settembre a Genova, unevento di grandissima importanza, at-torno al quale sarà necessario organiz-zare alcuni appuntamenti collaterali suirapporti tra il Messico e l’Italia.Il padiglione del Messico a Milano perl’esposizione universale dell’anno pros-simo, centrato sui temi dell’energia, del-l’ambiente e dell’alimentazione, saràun grande padiglione proprio di frontea quello italiano. Genova ha un grande interesse perquesta scadenza per tanti motivi, turi-stici, culturali, economici ma anche per-ché il Porto di Genova è un punto di ri-ferimento per Milano e può fornire un

inoltro rapido e semplificato dellemerci. Fondazione Casa America è statacoinvolta in questo progetto per far co-noscere queste opportunità al Conti-nente latino-americano e alle sue rap-presentanze istituzionali. In questo numero della Rivista quindidiamo conto di tali questioni e pro-viamo ad immaginare i temi sui qualiorganizzare delle iniziative nel pros-simo autunno.Questa nostra pubblicazione quindi èun’anticipazione ed una preparazionedi quelle scadenze sulle quali ci aspet-tiamo di selezionare idee, argomenti edi trovare sinergie con tutti i soggettiistituzionali interessati.

Quaderni di Casa America11

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

I rapporti tra Italia e Messico, già cosìestesi e forti, non possono che essere de-stinati a consolidarsi. Va in questa dire-zione una storia ed una simpatia culturalicomuni assieme alla forza di un’econo-mia, quella messicana, in grande espan-sione, che chiama a sé le eccellenze ita-liane, indotte tra l’altro a guardare almondo a causa dell’attuale ristrettezzadel mercato interno. Politica, cultura edeconomia intrecciano quindi grande-mente il Messico e l’Italia.Ne ho avuto esatta percezione durantela VI Conferenza Nazionale Italia-Ame-rica Latina e Caraibi che si è svolta aRoma nel dicembre scorso. L’Ambascia-tore del Messico è diventato anche Pre-sidente dell’IILA (Istituto Italo-Latinoa-mericano), il luogo d’incontro privilegiatodel nostro Ministero degli Affari estericon tutti i Paesi dell’America Latina. Inquella conferenza si è identificata per laprima volta, in modo solenne, l’AmericaLatina come una priorità strategica delnostro Paese. L’Ambasciatore Cabañasha voluto marcare questo significato in-

vitando a colazione il Ministro degliEsteri messicano José Antonio MeadeKuribreña assieme a 7/8 italiani che sioccupano a diverso titolo di America La-tina e ha avuto la gentilezza di annove-rare anche me tra questi.Subito dopo lui ha accettato di fareparte del Consiglio d’Amministrazionedi Fondazione Casa America come Pre-sidente dell’IILA, stabilendo così unarelazione particolarmente significativatra le nostre culture. Due episodi da allora assumono un fortevalore simbolico: la visita del PresidenteEnrico Letta in Messico a gennaio e lapreparazione del padiglione messicanoa Milano per Expo 2015. La visita e gliincontri di Letta in Messico hannoaperto la strada a molte iniziative eco-nomiche e culturali importanti. Tra que-ste una missione di imprese italiane aCittà del Messico in aprile, la prepara-zione di un importante Forum sulle pic-cole imprese che si terrà a Roma a set-tembre quest’anno. E poi la grandemostra su Frida Kahlo alle Scuderie del

Quaderni di Casa America

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA10

RoBERto SPECIaLEPRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA

Pueblo Bernal, “villaggio” nello stato messicano di Querétaro, che si trova nel comune di Ezequiel Montes, è noto per essere situato ai piedi della Pèña Bernel,

il terzo monolite più grande al mondo

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che questa dichiarazione, che è pubblicae si può consultare presso il sito webdell’IILA, non rifletta soltanto gli inte-ressi dei Paesi latinoamericani con l’Ita-lia, ma una visione del futuro. Questadichiarazione contiene il programma dilavoro che dovrà svolgere l’IILA duranteil presente anno e l’anno prossimo persviluppare i nostri rapporti.Per la prima volta la Conferenza si èconclusa con un documento approvatocon il massimo consenso, senza l’obie-zione di alcun Paese. La VII Conferenzasi svolgerà l’anno prossimo a Milano,al margine dell’EXPO 2015, e sono certoche grazie alla dichiarazione, ed al pro-gramma di lavoro adottato dall’IILA, siavrà un significativo incremento neirapporti economici, politici e culturalitra l’America Latina e l’Italia. Credo che la nostra regione stia regi-strando una crescita significativa, facciol’esempio della Bolivia, il Paese che è cre-

sciuto di più nell’ultimo anno in AmericaLatina. Quest’area, in generale, ha regi-strato una sviluppo importante e pensoche le nostre economie rappresentinouna serie di grandi opportunità per leaziende italiane e il sistema economicodell’Italia. Ovviamente, i nostri Paesi sonomolto interessati a sviluppare questi rap-porti economici. L’IILA deve focalizzarsi in progetti con-creti. Per questa ragione si è deciso, e amio parere si tratta della più importantidecisione in questi anni, di organizzareun Foro Italia-America Latina sulle pic-cole e medie imprese. Credo si tratti diun evento assai significativo: tre giorni,probabilmente in settembre, qui in Italia,per scambiare opinioni ed esperienze sucome sviluppare piccole e medie impresenei nostri Paesi. Ovviamente l’Italia hauna grandissima conoscenza nel settoree grandi storie di successo nel modellodelle PIM, ciò rappresenta per noi unelemento molto importante.Inoltre, l’IILA avrà molte attività pertutto l’anno: dedicate ai singoli Paesi,sulla letteratura, l’economia, la politica,l’arte, e tutte quelle cose che chiamiamocultura in senso ampio. Ogni Paesemembro dell’IILA svolge attività all’in-terno dell’Istituto. Noi consideriamol’IILA la nostra casa e per noi è real-mente un’istituzione utile, special-mente, per quei Paesi che altrimentinon avrebbero grandi opportunità dipresentarsi in altre regioni d’Italia. Inquesto senso l’attività che svolge la

Quaderni di Casa America13

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

Sono veramente contento di essere quiper la quinta volta, credo che Genova siauna città magnifica, quando la visito mirichiama alla mente il senso della storia. Parlerò prima in qualità di presidentedell’IILA, per illustrarvi alcune delleprincipali attività dell’Istituto. Come hadetto il presidente Speciale, l’annoscorso a dicembre abbiamo organizzatola VI Conferenza Nazionale Italia-Ame-rica Latina e Caraibi, l’iniziativa ufficialedel Governo italiano da lungo tempo,è un invito a tutti i Paesi dell’AmericaLatina ad un incontro di amicizia ancheper sviluppare i rapporti economici, po-litici e culturali tra i nostri Paesi e l’Italia.

Perché l’Italia è un luogo speciale, perla sua storia e per lo sviluppo dell’Ame-rica Latina. Quest’anno la Conferenza- devo dirlo non solo come presidentedell’IILA, ma con tutta la mia personaleconvinzione – è stata un vero successo,un grandissimo successo. Perché tutti ipartecipanti hanno percepito che l’Italiaaveva preparato in modo ottimale tutto:il programma, i partecipanti, i relatori,ma soprattutto perché abbiamo svilup-pato insieme un’agenda comune.L’Ambasciatore Scauso lo ricorda bene,egli è stato Ambasciatore d’Italia inMessico, ed è tuttora consigliere del-l’IILA. Il programma che abbiamo svi-luppato insieme, riflette gli interessi deiPaesi della nostra area, ed è un ele-mento fondamentale per il loro suc-cesso. Abbiamo lavorato per molti mesinel consiglio dei delegati e abbiamoscritto una dichiarazione congiunta, unadichiarazione conclusiva che contienetutto ciò che è importante in questomomento per i Paesi latinoamericani eper il nostro rapporto con l’Italia. Credo

Quaderni di Casa America

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA12

MIGUEL RUIz-CaBañaSAMBASCIATORE DEL MESSICO IN ITALIA

Antica città Maya di Calakmul, nello statomessicano del Campeche

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Quaderni di Casa America15

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

Fondazione Casa America è significa-tiva per noi, per tutti Paesi latinoame-ricani. Ringraziamo allora Roberto Spe-ciale e la Fondazione per tutto ciò chestanno facendo assieme all’IILA o coni singoli Paesi dell’America Latina. Passo ora a parlare del Messico e l’Italia.Credo veramente che la storia diploma-tica dei rapporti Italia – Messico sia unastoria di amicizia e di mutua simpatia.L’Ambasciatore Scauso conosce moltobene questa storia, è stato un attore cen-trale in questi ultimi dieci anni nello svi-luppo di questa amicizia. Esiste, senzadubbio, una simpatia reciproca tra ilMessico e l’Italia. Simpatia culturale epolitica, condividiamo gli stessi valori

democratici. Ma sinceramente, a mioavviso, fino ad ora, l’Italia e il Messiconon si erano guardati negli occhi e de-ciso di fare insieme qualcosa di diversodal passato. Credo che ciò che mancavanella nostra relazione era una decisioneal più alto livello, una decisione che so-lamente i capi di Governo e di Stato po-tevano prendere e, secondo me, la visitadel presidente del Consiglio dei Ministriitaliano, nel mese di gennaio, ha innal-zato i rapporti a livello di leadership pre-sidenziale, dando quello slancio alle no-stre relazioni che soltanto i presidentidei governi possono concedere. La visitaè stata veramente un grande successo,durante la settimana dal 13 al 17 di gen-

Quaderni di Casa America

FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA14

Le cascate di Agua Azul, nel cuore della regione del Chiapas

Complesso archeologico Maya Chichén Itzà, situato nel nord della penisola dello Yucatan

naio, i media messicani si sono concen-trati sull’Italia come il grande Paese cheè. Il presidente Enrique Peña Nieto hadichiarato in diverse occasioni, in pub-blico e in privato, che noi messicani ab-biamo l’Italia nella mente e nel cuore, ecredo che lui abbia veramente un deboleper l’Italia, una vera simpatia, un grandeaffetto (un cariño muy grande). Credoche il Presidente abbia sottolineato treo quattro cose importanti per noi mes-sicani: il senso della storia che condivi-diamo, il fare parte della grande civiltàoccidentale di cui l’Italia è il Paese pro-tagonista. Il contributo che gli italianihanno dato alla nostra civiltà, non soloi grandi nomi del Rinascimento, ma an-che gli italiani che hanno contribuitoall’economia del Messico, all’architet-

tura del Messico: la prima stamperia intutto il continente americano è statafondata da un italiano, che veniva daBrescia, nell’anno 1539 a Città del Mes-sico. Questo è solamente un dato storicoma noi abbiamo cento esempi dei con-tributi italiani alla storia del Messico. Èquesta la simpatia che il Presidente hasottolineato: il contributo degli italiania ciò che noi, come popolo messicano,siamo oggi. La visita si è focalizzata su tre temi prin-cipali: economico, politico e culturale.Sul tema economico i due governihanno deciso di sviluppare un businesscouncil, un consiglio composto da im-prese dei due Paesi, dieci aziende italianee dieci aziende messicane al più alto li-vello, per fare raccomandazioni specifi-

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Oggi vi propongo di accompagnarmiin un viaggio attraverso il mio Paese.Conoscerete il Messico in tutte le suesfumature, e sono certo che vi amma-lierà. Tra il Messico e l’Italia vi sonoforti legami di amicizia, e interessi com-merciali che si sono consolidati mag-giormente nel corso degli anni. La storiadel Messico è sempre stata segnata danomi e figure italiane: Amerigo Vespucci,Gian Battista Antonelli, architetto delforte di San Juan de Ulúa, Adamo Boariche costruì il nostro Palazzo delle bellearti e l’edificio postale a Città del Mes-sico. Oggi sempre con più frequenzasentiamo nomi di imprese italiane cheinvestono in Messico e viceversa. Ilprossimo passo è quello di promuoveremaggiormente l’alleanza tra le piccolee medie aziende italiane e messicanein modo tale da rafforzare la catenaglobale dei valori tra i due Paesi. Ognivolta che costruiamo più cose insiemeè per rafforzare la nostra catena globaledi valori. La settimana scorsa in ungiornale internazionale ho letto una

frase che ha richiamato la mia atten-zione: “Il Messico è di moda” e questanon è l’unica notizia uscita su questoargomento, è infatti una tra le decinedi note positive pubblicate ultimamenteche esaltano il valore del modello eco-nomico messicano. Lo stesso autoredella notizia sottolineava che gli analistimondiali prospettano un futuro da eco-nomia emergente per il Messico. Per ilfuturo prossimo Goldman Sachs, No-mura, Accenture, anche Moody’s con-fermano che il Messico sarà un Paeseleader e questa è una delle ragioni perle quali stiamo orientando i nostri sforzial fine di favorire gli investimenti esteridiretti, in particolar modo quelli ad altocontenuto tecnologico.Vi introduco al percorso esplorativo at-traverso il Messico con un piccolo aned-doto. Stamattina alle sette un messicanosi è alzato, e ha spento la sveglia delsuo orologio Panerai disegnato in Italia,poi ha acceso la televisione per ascoltarele notizie sintonizzandosi sul canaleitaliano Rai International per saper cosa

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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

che su come sviluppare ulteriormente inostri rapporti economici. Il Messico èoggi il secondo socio commerciale del-l’Italia tra i Paesi dell’America Latina,dopo il Brasile, e l’Italia è il terzo sociocommerciale del Messico tra i Paesidell’UE. Ma noi abbiamo la sensazioneche ci sono molte opportunità di inve-stimenti ed esportazione che dobbiamosviluppare maggiormente. Dobbiamo anche promuovere il rap-porto politico: le nostre posizioni nelleNazioni Unite hanno molti punti in co-mune, siamo parte del G20, siamo partedell’OCDE e insieme potremmo svol-gere iniziative congiunte nell’ambitodelle Nazioni Unite e del G20.È molto interessante il fatto che il presi-dente messicano e l’allora presidente ita-liano abbiano la stessa concezione di ciòche deve essere fatto sul tema della ri-forma economica, come promuovere unacrescita più robusta e significativa. Il terzoaspetto della nostra relazione, che è statomolto importante durante la visita delPresidente del Consiglio dei Ministridell’Italia, è quello della relazione cultu-rale. Come ha detto il presidente Spe-ciale, ci sarà una grande mostra su FridaKahlo, probabilmente la più importantepittrice del mondo contemporaneo, aRoma dal 18 marzo al 31 agosto, poi que-sta mostra verrà a Genova, al PalazzoDucale, con opere anche del “marito di

Frida”, il più grande pittore messicano,Diego Rivera, quindi ci sarà una mostradi Frida e Diego Rivera. Ho partecipato anche alla cena inau-gurale di una grande esposizione pressoil claustro del Bramante a Roma. Questaesposizione non è sull’arte messicana,ma è una collezione messicana di JuanAntonio Pérez Simon. È un evento ve-ramente interessante perché egli è unimportante collezionista di opere d’arteoccidentali. Il fatto che egli abbia por-tato questa collezione a Roma, è perme una testimonianza dell’interessenello sviluppare il rapporti culturali trai nostri due Paesi. L’anno prossimo avremo l’EXPO Milano2015. Posso dire, senza dubbio, che ilMessico farà un grandissimo sforzo perpresentare un padiglione nazionale chesia degno della sua cultura. Il Messicoha una sorta di orgoglio nazionale nel-l’esibire sempre uno spazio che sia dav-vero grande, ricco di cultura e di mes-saggi di amicizia. Il padiglione delMessico sarà davanti al padiglione del-l’Italia, quindi avremo le due bandieretricolori una di fronte all’altra per tuttoil tempo dell’Expo 2015. Ringrazio il Go-verno dell’Italia per questa decisione,che è stata già comunicata al presidentePeña Nieto, e sono certo che sarà un ul-teriore stimolo al fine di realizzare unospazio degno dell’EXPO Milano 2015.

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oSCaR CaMaChoCONSIGLIERE ECONOMICO DI PROMÉXICO ITALIA

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strutturali sono state affrontate con la ri-forma del settore dell’educazione e dellepensioni, quella del settore finanziario efiscale, del lavoro e nell’ambito politico equella delle comunicazioni. Però vorreisottolineare la più importante: la riformaenergetica, che attrarrà investimento eknow how esteri e aprirà tante opportunitàper gli imprenditori italiani. La comunitàinternazionale ha reagito in maniera po-sitiva a questo cambiamento e l’agenziadel rating Moody’s ha assegnato al Mes-sico una A3 per la prima volta nellanostra storia economica. Oltre a questiimportanti cambiamenti interni è im-portante menzionare, come ha dettol’Ambasciatore, l’iniziativa del businesscouncil. Che cos’è? Una parola che si-gnifica tantissimo ma può significarepoco se noi non facciamo uno sforzodando sostanza per lo sviluppo tra i duePaesi. Nella parte italiana si annoverano,tra gli altri, Marco Tronchetti Provera,Ceo della Pirelli, anche come presidentedello stesso consiglio, Fulvio Conti, am-ministratore delegato di ENEL, AlessandroPansa, di Finmeccanica, Paolo Scaroni,amministratore delegato della Eni e tantialtri imprenditori italiani che saranno inquesto consiglio. E per quanto riguarda

l’azione messicana invece presenziamocon i più importanti imprenditori dellanazione. Tra gli impegni presi dalle dueparti vi è quello di realizzare uno studioeconomico esecutivo che possa fornireuna fotografia reale dello stato attualedella relazione commerciale e del flussod’investimento tra i due Paesi, con l’ob-biettivo d’incrementare il flusso econo-mico. Il business council può essere vistocome un foro di discussione costruttivain cui i grandi imprenditori mettono ingioco le loro conoscenze ed esperienzein un alto dialogo di confronto. Perso-nalmente credo molto in questa strategiadi lavoro, come il nostro Ambasciatore,tanto che uno dei nostri principali focusdella nostra stessa agenzia è quello dipromuovere l’integrazione della catenaproduttiva dei grandi nomi italiani ap-poggiando l’internazionalizzazione dipiccole e medie aziende già loro fornitricidal paese di origine.Siamo arrivati alla fine di questo piccoloviaggio e, come vi avevo detto all’inizio,spero di avervi incantato con questopiccolo assaggio della mia patria, aver-vene trasmesso l’amore e aver stimolatola curiosità per un Paese che vi aspettacon le braccia aperte.

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succede nel mondo, per vedere Renzi,ha indossato il suo vestito di tessutoitaliano prodotto nella sua città di Gua-najuato e prima di uscire ha bevuto uncaffè Illy, azienda fondata in Italia nel1933 e presente in Messico, nella suacucina dove ha estratto la cappa aspi-rante del marchio Elica, è uscito di casa,ha acceso il motore della sua Fiat 500prodotta nello stabilimento di Tolucacon le sue gomme fiammanti Pirelli edopo è arrivato a destinazione finale:la camera di commercio italiana in Mes-sico. Infine all’ora di pranzo ha mangiatoun taco con una tortilla fatta con lapasta dell’impresa messicana Grumache ha uno stabilimento a Venezia. Eper finire uno squisito, delizioso cioc-colatino Ferrero. Però qui in Italia unmessicano, nella prima trattoria, si man-gia una squisita pizza, fatta con granomessicano, perché dovete sapere che il40% della pasta italiana è fatta congrano messicano. Cari amici, questa storia mostra oggi lavicinanza che hanno i nostri due Paesie il successo che molte aziende hannoraggiunto facendo leva sulla grandecomplementarità delle nostre economie.Vorrei invitare, sulla base di questo sin-cretismo, tutti voi a conoscere da vicinoi vantaggi del Messico come destina-zione d’investimento. Però c’è una cosamolto importante che ha detto l’Am-basciatore: il Messico adesso può contaresu un’economia stabile e gode di con-dizioni macroeconomiche favorevoli. A

differenza di altri Paesi, negli ultimidieci anni l’inflazione ha avuto un valorecostante, per l’anno corrente si stimaun valore di 3,5%; un altro indicatoremolto positivo è quello delle riserve in-ternazionali che hanno superato un re-cord di 170 mila miliardi nel 2013, som-ma con la quale saremo in grado di co-prire più di due volte il debito esterototale del Governo federale. Le aziendericonoscono i vantaggi competitivi delMessico e conseguentemente abbiamoricevuto importanti flussi d’investimentodiretti dall’estero, tanto che dal 2005 al2013 il Messico ha superato la Cina el’India con il record storico di 35 miliardidi dollari. Anche la democrazia è unvantaggio competitivo, in quanto visono 112 milioni di abitanti con unamedia di 26 anni e 47 milioni contri-buiscono alla forza lavoro. Un altro fat-tore molto importante è la qualità dellaforza lavoro. Ogni anno si laureano piùdi 115 mila ingegneri, superando nu-mericamente la Germania, il Canada ilRegno Unito, il Brasile e questo prati-camente è un’opportunità che il Messicooffre alla manodopera specializzata. Il Messico è una porta aperta al mondoe per questo nell’ultimo anno il governodel nostro presidente ha approvato unaserie di riforme strutturali che partonodall’esigenza di rilanciare la seconda eco-nomia latinoamericana, superando vecchischemi e privilegi e rilanciando il sistemaproduttivo con l’introduzione di un’im-portante liberalizzazione. Ma le riforme

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In un primo tempo è stata la Cina, maora abbiamo più di 400 studenti cinesie rapporti di cooperazione a non finire,la Cina per noi è ormai un’area aperta.I rapporti strategici sono poi con il Sud-Est asiatico, i paesi del Golfo e tuttal’America Latina. In questo momentosi sta insistendo soprattutto sul Brasileper il programma “Scienza senza fron-tiere” che è partito da un paio d’anni econsentirà a molti studenti brasiliani divenire in Italia e anche a Genova conborse di studio del loro governo, ne ab-biamo un numero piuttosto elevato.Ovviamente il Messico è uno dei Paesipiù importanti dell’America Latina equindi fa parte pienamente delle sud-dette indicazioni strategiche. Noi uti-lizziamo soprattutto il CINDA, un con-sorzio di cooperazione tra Universitàeuropee (dell’Europa del Sud in realtà)e latino-americane. Abbiamo l’onore diessere l’unica Università italiana pre-sente in tale consorzio, in compagniadi molte università spagnole, soprat-tutto, e portoghesi. Genova resta l’unicoAteneo italiano. Il CINDA ci offre ot-time opportunità perché genera ungrande scambio di studenti, anche a li-vello di dottorato, ma anche di docenti.Ho visitato il Messico due volte. Cittàdel Messico è una città fantastica, bel-lissima, anche se molto difficile a dettadagli stessi messicani. Ho visto la casadi Frida Kahlo, che è ora un museo, ela casa di Trotzkij che in realtà era unvero e proprio fortino. Nonostante que-

sto, come tutti sappiamo, Trotzkij vi fuassassinato. Una visita quindi di grandeinteresse, ma quali i motivi delle mievisite? Ci sono andato per firmare, ov-viamente su delega del nostro Rettore,degli accordi di cooperazione accade-mica.Prima con l’Università Autonoma delMessico e in un secondo momento conl’Università Anahuac di Città del Mes-sico. L’accordo con Anahuac è impor-tante perché consente uno scambio distudenti e di docenti a livelli elevati. Poiho visitato - senza firmare accordi, maspero di arrivarci - l’Università Pontificiadel Messico.Il Messico ha delle caratteristiche moltoparticolari. Sono stato molte volte inAmerica Latina, non solo in Perù conRoberto Speciale, ma in tanti altri Paesi(Colombia, Argentina, Panama, Cile).Dal Messico riceviamo meno studentirispetto ad altri Paesi latino-americani.Il motivo, mi è stato detto (e accettotale spiegazione) è che il Messico è vi-cino agli Stati Uniti d’America, e quindigli studenti messicani di solito preferi-scono andare negli Stati Uniti piuttostoche venire in Europa. Questa è stata laspiegazione che mi è stata fornita daimiei colleghi universitari messicani.Non so se sia vero, però ci sono deglielementi che supportano questa inter-pretazione. Quando si va in AmericaLatina, in qualsiasi nazione, non è facileparlare inglese poiché tale lingua nonè molto diffusa. In Messico, invece, l’in-

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Ricopro l’incarico di Pro-Rettore alleRelazioni Internazionali del’Universitàdi Genova dal 2008, quindi da parecchianni, e ogni volta che partecipo alle ini-ziative di Casa America ho la prova diquanto esse siano importanti. Ricordoche una delle prime esperienze che hofatto in questo settore è stata proprioin compagnia di Roberto Speciale. Nelmese di marzo del 2009 siamo andati aLima per il Forum Italia-Perù, con lapresenza del presidente peruviano e dinumerosi politici e imprenditori italiani.Casa America svolge un ruolo fonda-mentale per lo sviluppo dei rapporticulturali, ma non solo, tra Genova, laLiguria e l’America Latina in generale.Desidero fare una breve premessa:l’Università di Genova ha un forte li-vello d’internazionalizzazione. Nonviene molto notato dai media locali, ge-novesi e liguri, ma sulla stampa nazio-nale molto spesso appare che siamo aiprimi posti in Italia per presenza di stu-denti stranieri e per accordi di coope-razioni internazionali, e ovviamente di

questo siamo molto fieri. Sono fiero iostesso perché è uno dei settori in cuil’Università di Genova sta andando me-glio e continua ad andare bene.Abbiamo circa tremila studenti stranierie il 10% degli immatricolati attualmenteprovengono da altri Paesi. L’AmericaLatina in generale è sempre stata unsettore strategico per la nostra univer-sità. Qui vorrei ricordare un fatto fon-damentale: un grosso aiuto in tutti isensi ci viene fornito proprio dal Mini-stero degli Esteri. In quanto Pro-Rettoreall’internazionalizzazione del nostroAteneo ho più a che fare con il Mini-stero degli Esteri che con il MIUR, nelsenso che sono più spesso alla Farne-sina che non nella sede del MIUR. IlMinistero degli Esteri ci dà indicazionie consigli su cosa occorre fare per mi-gliorare la nostra internazionalizza-zione. Sono sempre consigli molto mi-rati e che noi ovviamente accogliamo.Non ci dice che cosa dobbiamo fare, cifornisce appunto consigli e ci indicadelle zone strategiche.

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MIChELE MaRSoNEtPRO-RETTORE ALLE RELAZIONI INTERNAZIONALI, UNIVERSITÀ DI GENOVA

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Innanzitutto, come vetusto vicepresi-dente della Fondazione Casa America,anch’io mi associo al ringraziamentovivissimo per l’Ambasciatore del Mes-sico, che ci ha parlato non soltantocome ambasciatore, ma anche comepresidente dell’IILA, e quindi dandoanche maggior rilievo alla sua pre-senza. Il mio legame con il Messico ri-sale al 1949, cioè quando incominciavoa fare degli studi sui principi comuni didiritto costituzionale tributario, e gli au-tori messicani erano all’avanguardia, inquesto tipo di studio. Quindi sono statolegato al Messico per questo, non hoavuto molte occasioni di visitarlo. Uffi-cialmente nel ‘92 dirigevo la delega-zione italiana all’International FiscalAssociation, e poi qualche volta per tu-rismo. Però il Messico l’ho sempre tro-vato molto legato, come diceva ilprorettore, agli Stati Uniti e quindi didifficile penetrazione e naturalmente iomi sono occupato soprattutto dellaparte culturale e culturale-giuridica. Eanzi, qui a Genova, nel ‘92, per il V Cen-

tenario della Scoperta dell’America, ab-biamo istituito borse di studio, voluteallora dal Governo Ciampi del valore di20.000 dollari all’anno, e abbiamocreato una rete che purtroppo poi si èinterrotta perché dopo quindici anninon è stato ripetuto il finanziamento.Però abbiamo questi 70-80 allora gio-vani studiosi che ci hanno collegato conl’America Latina e sette venivano dalMessico. Io ho cercato di mantenereancora questi legami, anzi di intensifi-carli, in questi anni, proprio nei pros-simi giorni sarà pubblicata l’edizionemessicana del mio Manuale di dirittotributario internazionale. Il professorDominguez in Messico sta curandol’edizione, non la traduzione. La partegenerale è comune, ma c’è una partespeciale che sarà dedicata al sistemamessicano per quanto riguarda la tas-sazione e le esportazioni. Quindi è unvolume che sarà molto utile dal puntodi vista teorico, ma anche pratico. Esegue i volumi già pubblicati per la Co-lombia, per l’Argentina e per il Brasile.

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glese è diffuso non soltanto nelle Uni-versità, ma anche fuori. Allora si spiegail perché di questa preferenza degli stu-denti messicani per le università statu-nitensi e canadesi: dipende ovviamentedalla relativa vicinanza geografica.Ecco qualche sintetica cifra: abbiamoben 256 studenti provenienti dall’Ecua-dor, 97 dal Perù, 16 dalla Colombia, unaventina dal Brasile mentre, nell’ultimoanno accademico, solamente due stu-denti messicani sono venuti a Genovae un genovese è andato in Messico.Credo che questa situazione offra mar-gini di un grande miglioramento, perchéci sono gli spazi per aumentare il livellodi cooperazione accademica e io sto la-vorando per far sì che ciò si verifichi.Devo dire che il viaggio a Città del Mes-sico è piuttosto pesante, anche se poi,una volta arrivati, si sta benissimo.

Desidero infine menzionare il fatto cheabbiamo ben nove rapporti di coope-razione tra l’Università di Genova e leUniversità messicane. Un paio li ho fir-mati io di persona, gli altri i colleghidocenti del mio Ateneo. Nove accordidi cooperazione sono tanti, consentonosoprattutto scambi di docenti ma nonuna presenza massiccia di studentimessicani come noi vorremmo. Conti-nueremo a batterci per realizzare que-sto obiettivo.Ho avuto sempre una grande impres-sione del Paese, bellissimo e difficile,come ho detto, un Paese in cui gli italianisono ben accolti, e soprattutto è un luogoin cui le Università hanno veramentegrande desiderio di stabilire dei rapporticostanti con gli Atenei italiani. Sono si-curo che l’iniziativa di oggi contribuiràin misura notevole al nostro lavoro.

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VICtoR UCkMaRVICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CASA AMERICA

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Il ruolo della Camera di Commercio, enello specifico del settore Internaziona-lizzazione, è quello di fornire alle impreselocali una prima informazione, un primoorientamento sui mercati esteri. Se non possiamo considerarci deglianalisti economici, proprio in conside-razione del rapporto con le imprese,possiamo definirci sicuramente degli“osservatori” economici. Mai come in questi ultimi due anni sipresentano imprenditori nel nostro uf-ficio per porci la stessa domanda “Quic’è crisi, dove posso andare?”. Proprio per tentare di dare delle rispo-ste, cogliamo ogni possibile occasioneper dare informazioni sulle opportunitàdi sviluppo e di business in altri Paesi,così come è stato fatto, per il Messico,in occasione della visita di Sua Eccel-lenza l’Ambasciatore Miguel Ruíz-Ca-bañas Izquierdo nella nostra città epresso la nostra Camera di Commercionel dicembre 2012. Da quella visita ne è derivata una profi-cua collaborazione con ProMexico –

Agenzia governativa per gli investimentiin Messico - e con il dottor Oscar Ca-macho in particolare, il cui risultato èstata la realizzazione di un dossier in-formativo sul Messico, focalizzato sugliaspetti che maggiormente interessano leimprese, e alle quali è stato distribuito. Dall’analisi effettuata si è evidenziatoche il Messico è una delle cinque prin-cipali economie emergenti, la secondaeconomia in America Latina, è un’eco-nomia fortemente dinamica, aperta alcommercio e agli investimenti esteri.Esiste un accordo di libero scambio traUnione Europea e Messico che facilitasicuramente i flussi, oltre al fatto che ilMessico può contare su una posizionegeografica strategica, punto fondamen-tale di collegamento tra Nord e Suddell’America Latina. Considerando i flussi commerciali frala nostra città e il Messico, abbiamo no-tato un trend positivo per quanto ri-guarda le esportazioni: Genova ha te-nuto molto bene, anzi forse haaumentato la propria quota di esporta-

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Prossimamente dopo questo dedicatoal Messico, seguiranno il Perù, l’Uru-guay e la Spagna, anche se non è Ame-rica Latina.Quindi sul piano culturale ho una certasoddisfazione nella rete sviluppataanche attraverso la rivista Diritto e Pra-tica Tributaria Internazionale distribuitaon-line che si è costituita. Sul pianooperativo commerciale invece, siamomolto indietro. Noi italiani non appro-fittiamo del fatto che in America Latinaci sono 60-70 milioni di persone di ori-gine italiana. Però è un continente tra-scurato dalle nostre Autorità. Abbiamosentito che erano ventiquattro anni chemancava un presidente del Governo inMessico. In Argentina l’ultimo presi-dente italiano è stato Prodi. Nessuno sioccupa di Perù, nessuno si occupa diColombia. Mi rivolgo in particolare alrappresentante del Ministero degliEsteri, la Colombia è ancora in stato diblack list. Anzi anche altri Paesi del-l’America Latina sono in black list. Sisono salvati soltanto il Messico e il Bra-sile. E quindi se vogliamo rinvigorire irapporti c’è un caldo invito a fare inve-stimenti in Messico. In questo Conti-nente mancano le banche italiane,strumento essenziale per poter operare.E purtroppo la situazione economica

italiana non credo che dia grandi pos-sibilità alle nostre aziende di fare inve-stimenti capitali all’estero. Bisognapuntare sulle piccole e medie imprese.Clinton diceva: smaller is better. Però cisono difficoltà. Io fui chiamato dal mi-nistro Cavallo, per portare in Argentinal’esperienza che avevo recepito in Cinae in Russia, però si sono fatti molti con-vegni di valore accademico ma conpoche presenze di imprenditori. Ancheperché la joint venture funziona quandoci sono due colossi, quando ci sonomedie imprese è difficile che uno deipadroni si sottometta all’altro. Le pic-cole imprese: credo che il Messico po-trebbe essere un grande ponte per leimprese italiane, soprattutto negli StatiUniti, specialmente per le agevolazionitributarie che ci sono in Messico, sistanno profilando delle zone franche. Ecome fare? Ci possono essere benis-simo degli accordi contrattuali basatisull’informazione. Ogni informazionediventa cosa facile, quindi la piccola im-presa italiana può metterci il suo ta-lento, la sua intelligenza, il suo design equindi fare il prodotto in Messico edesportarlo in altri Paesi dell’AmericaLatina, ma soprattutto negli Stati Uniti.Questa potrebbe essere una via da se-guire, basata sull’informazione.

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aLESSaNDRa REPEttoRESPONSABILE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE - CAMERA DI COMMERCIO DI GENOVA

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Quello che invece possiamo con cer-tezza affermare, riprendendo un com-mento dell’AD di Eni – dottor Scaroni– partecipante alla citata missione ita-liana in Messico, è che questo Paesepuò considerarsi “una miniera quasiinesplorata”. Forse una miniera che anche le nostreimprese devono scoprire. Non a casol’economista James O’Neill, che nel 2001aveva coniato il termine BRICS per indi-viduare i cinque giganti Brasile, Russia,India, Cina e Sudafrica, ha coniato un al-tro acronimo, proprio recentemente:

MINT, che sta per Messico, Indonesia,Nigeria e Turchia. Così come per i BRICS,l’acronimo si collegava ad un significatoproprio del termine (i cinque Paesi con-siderati erano considerati come i “mat-toni” dell’economia mondiale), anchecon MINT valgono le stesse considera-zioni: in inglese infatti MINT non vuoldire solo menta o mentina ma significaanche conio, zecca (dove si “fanno” isoldi…), e questo sicuramente può essereun incentivo a prendere in considera-zione i Paesi MINT, oltre che essere, sispera, un buon auspicio per gli affari!

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zioni verso il Messico, soprattutto perquanto riguarda macchinari e apparec-chiature. Un po’ in calo le importazioni,ma è probabile si tratti di un “calo fi-siologico”, nel senso che le importazionidell’Italia in generale, quindi anchequelle di Genova, sono chiaramente di-minuite. Abbiamo notato tra il 2012 e il2013 un aumento di imprese di geno-vesi che hanno dichiarato di avere rap-porti con l’estero: auspichiamo che que-sto maggior interesse sia dovutoproprio alla diffusione del nostro dos-

sier o forse della brillante presentazioneche il dottor Chamaco aveva fatto delsuo Paese in occasione della presenta-zione nel 2012! Le imprese genovesi che operano conil Messico sono il 2,5% rispetto al datofornito nel corso della recente missionedel nostro Governo in questo Paese,dove si erano evidenziate ben 1400 im-prese italiane presenti in qualche modoin Messico. Non siamo in grado di giu-dicare se siano tante o poche e se au-menteranno.

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Centro Culturale presso la città di Tijuana

La funivia di Zacatecas

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Consapevole della sua nuova forza, ilMessico è uscito dall’isolazionismo tra-dizionale, per ricoprire un ruolo crucialein America Latina. Si guarda con inte-resse all’Italia, al nostro modello eco-nomico di PMI, alla nostra cultura eproduzione cinematografica. In Mes-sico, la classe media sta aumentandoed il consumo è in forte espansione ela domanda di beni del made in Italy.Il rilancio dei rapporti economici nelquadro di un nuovo impulso delle re-lazioni bilaterali, anche in considera-zione del ruolo di protagonista che ilMessico avrà in questo secolo: è il prin-cipale messaggio della visita in Messicodel Presidente del Consiglio, EnricoLetta, tenutasi nei giorni 13 e 14 gen-naio 2014.

Il rafforzamento delle relazioni econo-miche bilaterali ha costituito il tema alcentro dell’incontro tra i due “Enrico”,che hanno ribadito l’esigenza di perse-guire gli obiettivi della crescita e del-l’occupazione. Le recenti riforme varatedal Governo messicano aprono impor-tanti opportunità, che le imprese ita-liane intendono cogliere. Ci sono giàcirca 1.500 imprese, che hanno contri-buito allo sviluppo e all’impiego inMessico, e circa 6 miliardi di USD dicommercio all’anno, ma è forte l’inte-resse a ricevere ancor più investimentiitaliani in tecnologia e a favorire lo svi-luppo delle PMI.È stato dato rilievo al piano “Destina-zione Italia”, per attrarre maggiori in-vestimenti messicani in Italia, grazie alla

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Spesso esaminato solo dall’angolo dellaviolenza e del narcotraffico, il Messicorappresenta un’odierna success story.Dopo decenni di crescita modesta e dirapporto subordinato agli Stati Uniti, ilMessico oggi è la seconda potenza eco-nomica dell’America Latina, che può farleva sulla propria solidità macroecono-mica, un articolato tessuto di imprese,una fitta rete di accordi commerciali, im-portanti risorse energetiche e una popo-lazione giovane. L’immagine di migliaia di immigrati chetentano a piedi il passaggio del Rio Bravofa parte del passato. Il saldo migratoriocon gli USA è diventato nullo dal 2005.Al 14° posto nel mondo, dopo Australiae Spagna, quella messicana è una delleeconomie più aperte e globalizzate conuna percentuale di commercio estero sulPIL superiori a Cina e Brasile. La sua retedi accordi commerciali, la più ampia almondo, gli consente di esportare con daziminimi. Insieme al Cile, è il Paese lati-noamericano con il livello di rischio d’in-vestimento più basso di tutto il subcon-

tinente. La crescita messicana è forte-mente basata sulla manifattura anche adalta tecnologia, in concorrenza con laCina, con un costo della manodoperaequivalente. Il successo maggiore il Paese l’ha conse-guito in ambito istituzionale. Dopo de-cenni di regime ingessato, partito unicoe autarchia, l’alternanza ha cambiato ilvolto della politica, i partiti si sono rifor-mati, la classe dirigente ringiovanita. Peril giovane Presidente Peña Nieto, il 2013si è chiuso con un bilancio positivo, conla realizzazione di molte importanti ri-forme previste dal Patto per il Messico,siglato dal partito al potere con gli altridue partiti nazionali. In pochi mesi sonostate approvate le riforme su lavoro, con-correnza, telecomunicazione, credito allePMI e energia. Resta da vedere come se-guirà la normativa di secondo livello, tut-tavia tali realizzazioni appaiono ai cono-scitori di cose messicane come dei piccolimiracoli in un Paese noto per il suo im-mobilismo. Resta aperta la partita su si-curezza, lotta al narcotraffico e corruzione.

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Messico-Italia:un’alleanza del futuroMaRIo GIRoSOTTOSEGRETARIO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI CON DELEGA PER L’AMERICA LATINA

Fortezza di San Juan de Ulúa, Veracruz

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Il 2014 segna un anno di svolta nellerelazioni tra Italia e Messico, a 140 annidall’allacciamento delle relazioni diplo-matiche. A quasi un quarto di secolodall’ultima visita di un capo dell’esecu-tivo italiano, il nostro precedente Pre-sidente del Consiglio Enrico Letta haeffettuato il 13-14 gennaio 2014 una vi-sita ufficiale in Messico, caratterizzatada un articolato programma di incontricon il Presidente Peña Nieto e le istitu-zioni messicane, con la dinamica co-munità imprenditoriale di quel Paese,con la collettività italiana. La visita haconsentito di rappresentare al più altolivello l’attenzione e il grande interessecon cui l’Italia guarda al Messico in que-sta fase, uno dei protagonisti del nuovosecolo nelle parole di Enrico Letta, chenon a caso era accompagnato da alcunidei più autorevoli rappresentanti del-l’economia italiana. E infatti questonuovo partenariato abbraccia tutti i set-tori delle relazioni: politico, economico-commerciale, culturale, scientifico-tec-nologico, della sicurezza.

La visita, che era stata preparata daprecedenti contatti a livello politico tracui la visita in Messico del nostro Sot-tosegretario Giro e, da ultimo, del Mi-nistro degli Esteri messicano Meade aRoma, ha consentito di mettere a fuocola aree di cooperazione e un programmadi incontri intesi a dare profondità econtinuità al rapporto. Alla visita delPresidente del Consiglio è quindi rapi-damente seguita, agli inizi di aprile,una Missione imprenditoriale focalizzatasu alcuni settori strategici guidata dalVice Ministro dello Sviluppo Economico,Carlo Calenda, accompagnato da au-torevoli rappresentanti dei nostri orga-nismi di promozione economica e daun centinaio di imprenditori; una com-ponente essenziale di tale missione èstata quella scientifico-tecnologico eculturale, curata dal Ministero degliEsteri, che ha dato nuovo impulso allerelazioni bilaterali anche in questi settori.Il periodo di intensa attività tra i nostridue Paesi continua poi a maggio, quandoè previsto un articolato incontro di ap-

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semplificazione amministrativa a alleprivatizzazioni. Nell’ottica di diversifi-care i suoi partner commerciali, il Mes-sico intende rafforzare i suoi rapporticon l’Italia. Perciò il Presidente Letta haanche tenuto la conferenza “Italia eMessico: una partnership per la crescitae gli investimenti” presso il Club degliIndustriali, di fronte ad un pubblico diqualificati imprenditori messicani.L’Expo Milano 2015 è stata un altrotema affrontato durante la visita, con lapossibile partecipazione di Peña Nietoall’inaugurazione del padiglione mes-sicano, situato di fronte al padiglioneitaliano.La visita di Letta si è conclusa con unaserie di incontri nello Stato di Queré-taro con gli imprenditori italiani pre-senti nella regione. Si tratta di un casodi successo: uno degli Stati federali ca-ratterizzato da una crescita costante,buone condizioni di sicurezza e da unimportante afflusso di investimenti insettori ad alto contenuto tecnologico,come l’aerospazio e la chimica. Queré-taro accoglie circa 45 imprese italiane,che generano circa 1.500 posti di lavoroe che rappresenta uno dei pochi casi disuccesso d’internazionalizzazione di undistretto industriale di tipo italiano inMessico. A riprova della solidità dell’impegnodopo due mesi e mezzo e per puntarealle occasioni e investimenti che il Paeseoffre, è stata realizzata la missione dicirca 70 imprese italiane che tornano

in Messico dopo il primo appunta-mento del 2008 che si concentra suquattro settori: automotive, infrastrut-ture, rinnovabili e estrattive. Il Paese ègià il terzo mercato americano per ilnostro export, ma i numeri sono bassie ci sono tutte le potenzialità per farlocrescere anche alla luce dell’aggiorna-mento dell’accordo di libero scambiocon la UE che può aprire ulteriormente.Nella missione di sistema sono presentianche 4 istituti bancari; una novità im-portante perché ad oggi in Messico ein tutta l’America Latina non ci sonopiù banche italiane e un loro rientrocolmerebbe un vuoto e grazie a un piùfacile accesso al credito si favorirebbel’estensione delle imprese italiane.

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Le relazioni Italia - MessicoaLESSaNDRo BUSaCCaAMBASCIATORE ITALIANO IN MESSICO

Chiesa della Virgen de la Asunción, Cupilco

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telecomunicazioni. Il Messico non è piùsolo mercato di sbocco dei nostri pro-dotti, ma anche vero e proprio partnereconomico, con cui – in una epoca diintegrazione dei mercati e catene glo-bali del valore – sono possibili collabo-razioni articolate e diversificate, proiet-tate in particolare, ma non solo, versotutta l’area NAFTA.L’importanza della visita dell’ex Presi-dente del Consiglio in Messico si è ri-flessa anche nel settore culturale-scien-tifico. La ricchezza del patrimonioartistico, archeologico ed etno-antro-pologico messicano, le problematicheconnesse alla sua gestione e tutela el’affinità avvertita nei confronti dell’Ita-lia sono tutti fattori che rendono il Mes-sico un interlocutore prezioso sulloscacchiere culturale latinoamericano.Accanto a progetti di collaborazionenell’ambito delle grandi mostre (in can-tiere una mostra di Michelangelo neiprestigiosi spazi del Teatro di Bellas Ar-tes che faccia da volano a più fecondesinergie tra musei italiani e messicani)e a proposte di coproduzione cinema-tografica che, del pari, promuovano ladiffusione delle rispettive cinematogra-fie nazionali, si sta lavorando all’avviodi un proficuo dialogo tra l’Istituto Su-periore per la Conservazione e il Re-stauro, centro di eccellenza nella tuteladel nostro patrimonio artistico, e l’In-stituto Nacional de Antropologia e Hi-storia (INAH), che con ottimi risultatisi sforza di restaurare e tutelare l’in-

gente patrimonio archeologico e mo-numentale disseminato nel territoriomessicano, che con quello italiano con-divide numerose problematiche. Anche in ambito scientifico e tecnolo-gico, si è ribadita la necessita di unastretta sinergia. In occasione della firmadella Dichiarazione d’intenti congiuntatra AMEXCID (Agencia Mexicana deCooperación Internacional) e la Farne-sina, si é annunciata l’imminente pub-blicazione del bando per la presentazionedi progetti di ricerca congiunti tra i duePaesi (mobilità dei ricercatori e progettidi grande rilevanza), a testimonianza diuna forte volontà di cooperazione in set-tori di ricerca prioritari (scienze di base,scienze biomediche, ambiente ed ener-gia, agricoltura, ricerca aerospaziale e tec-nologie applicate ai beni culturali) e neiquali maggiormente si manifestano leeccellenze di entrambi i Paesi. In conclusione, le relazioni tra Italia eMessico sono entrate in una nuova fasedella loro storia, ricca di potenzialitàancora inesplorate. All’intensificarsi deicontatti a livello politico ed istituzio-nale, si accompagna una crescente at-tenzione delle rispettive società civili,ambienti d’affari e mondo della cultura.Forse il simbolo più significativo di que-sta nuova fase potrebbe essere il padi-glione messicano che verrà costruito inoccasione dell’EXPO 2015 di Milano: illotto selezionato è infatti tra i più grandidisponibili e si ubica giusto davanti aquello del padiglione italiano.

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profondimento e conoscenza reciprocadedicato all’industria del comparto Di-fesa, e nel secondo semestre del 2014,periodo in cui dovrebbe svolgersi alivello di Ministri degli Esteri la RiunioneBinazionale Italia-Messico ormai giuntaalla sua quarta edizione.I rapporti fra Italia e Messico sono sem-pre stati buoni, anche nel passato piùlontano: fra i due popoli vi è una im-mediata simpatia, si riconoscono in al-cune loro caratteristiche comuni e nelleloro storie e culture millenarie. Questonon vuol dire che i contatti siano semprestati intensi – il Messico non ha cono-sciuto le ondate di emigrazione italianadi altri paesi latino-americani – anchese sono stati più profondi di quanto co-munemente si pensi, ad esempio daparte di qualificati ambienti accademicie culturali che hanno fatto da ponte at-traverso i secoli fra i due Paesi. Il rico-noscimento del “brand” Italia in Messicoè molto forte, la disponibilità immediata,i contatti agevoli: il nostro Paese è ap-prezzato nelle sue manifestazioni arti-stiche e culturali, nel suo stile di vita,ma anche nel suo profilo di economiaavanzata a vocazione manifatturiera,con una componente tecnologica di pri-m’ordine in molti settori, proiettataverso le esportazioni e con un ruolo fon-damentale per le piccole-medie im-prese, caratteristiche, queste, che con-dividiamo con il Messico. L’Italia vede nel Messico un grandepaese, che non può più essere caratte-

rizzato solo come una economia emer-gente, bensì un “player” a livello glo-bale, fortemente impegnato ad affron-tare le sfide globali in tutti i contestimultilaterali, con cui sono frequenti leconvergenze. Una economia aperta siaverso l’estero - trattati di libero scambioe apertura agli IDE – sia, sempre più, alproprio interno: recenti riforme strut-turali a valenza costituzionale in moltisettori, fra cui quello energetico e delle

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Donna di Amealco, Querétaro

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scenti che si sono inventati una vita dasicario per guadagnare e fare per qual-che anno la bella vita. Carlos mi rac-conta che sono 75mila i ragazzi coin-volti in almeno il 92% dei reaticodificati dalla Convenzione di Pa-lermo. Sono giovani senza speranza, acui nessuno ha dato mai un’opportu-nità o ha fatto vedere che si può essere“altro”. Sono giovani ai margini, che glistessi genitori, sopraffatti dalla miseriae dalla disperazione, spingono verso lacriminalità. La loro vita dura qualcheanno e a nessuno importa. Secondo leinformazioni di Cauce, lavorano per lopiù per il cartello di Sinaloa, per la fa-miglia Michoacana e per gli Zetas (isoci messicani della nostra ‘ndran-gheta). Perché sono così tanti i giovaniche si uniscono alla criminalità? Cisono varie ragioni: alcuni sono seque-strati e costretti a delinquere, in altricasi le famiglie sono minacciate. Più ditutto, però, pesa il tema della soprav-vivenza: “Uccidere una persona rende600 dollari. Se in un mese commetti 10omicidi porti ai tuoi 6mila dollari. Tantisoldi”. Cauce deve competere con que-sti salari da capogiro. Una parte del suocompito consiste proprio nel far capirela delicatezza della mission: se deludile aspettative di un giovane che haiconvinto a mollare un “lavoro” tantolucroso quel giovane diventerà unuomo ancor più spietato di come loavevi conosciuto. “Ecco perché moltiprogrammi di recupero falliscono”, mi

spiega Carlos. “Non bastano tre/seimesi e qualche conferenza o colloquiocon lo psicologo per cambiare il puntodi vista di un omicida o di un traffi-cante”, continua. “Ci vuole tanto lavoro,devi prima entrare in empatia con lui,devi rafforzare e recuperare il tessutosociale nell’ambito comunitario e edu-cativo, devi coinvolgere la sua famiglia.Occorrono professionalità addestrateper fare questo”. Non ci si improvvisacon i ragazzi perché se ne accorgonosubito e se perdi la loro fiducia è finita.“Servono tempo e soldi” – continuaCarlos – politiche pubbliche di mediotermine, finanziate ad hoc”. A ben ve-dere, il vero motivo per cui tanti giovanientrano nella criminalità è proprio l’as-senza dello Stato. Quello stesso Statoche non solo non li protegge ma nongli dà alternative concrete, gettandolinelle braccia dei cartelli. Serve un in-vestimento per il futuro del Paese.“Tutte le riforme del mondo fatte in unpaese bagnato dal sangue servono apoco” mi dice Carlos. Secondo le sueinformazioni, il primo anno del neoPresidente Peña Nieto è stato il più vio-lento degli ultimi 7: sono stati registratipoco meno di 20mila omicidi legati allacriminalità, con 767 bambini vittime.L’emergenza continua e non bastanoneppure gli arresti eccellenti operati inquesti ultimi mesi, quelli che hannofatto guadagnare le prime pagine deiquotidiani di tutto il mondo e hannofatto gridare al risorgere della tigre az-

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Descrivere un Paese è sempre unasemplificazione. Descrivere un paeselatinoamericano è sempre una sempli-ficazione e spesso si cade pure neglistereotipi. Descrivere il Messico di ogginella sua bellezza, complessità, danna-zione e resurrezione è ancora qualcosadi più complesso a cui ci si arrischiasolo premettendo che si coglierà unaparte del tutto ma lo si farà con il ri-spetto e l’attenzione che si ha verso lecose che stanno a cuore. Questo pre-ambolo per dire che racconterò unastoria, il Messico che potrebbe essere.Una storia che ci riguarda da vicino.Qualcosa di più e meglio delle tantecronache giornalistiche che presentanoil paese degli Aztechi come il luogodell’eldorado per gli affari e i profitti o,al contrario, come il paese dei narcos edei loro metodi brutali di controllo delterritorio. Un terzo Messico, che nonsi rassegna ai due stereotipi precedentima che costruisce, dal basso, in unaprospettiva di pace e di giustizia, unpaese degno. Racconterò la storia di

Carlos Cruz perché ogni volta che loincontro durante una delle sue “fughein Italia” mi convinco che quel meravi-glioso Paese uscirà dal suo contraddit-torio pantano del presente se i pochis-simi come lui saranno la maggioranza.Se il suo percorso di vita e di lavoro, lasua missione laica, diventerà senso co-mune per i tanti che come lui hannoceduto alle lusinghe e al denaro faciledella criminalità ma che, con coraggio,hanno mollato tutto e si sono reinven-tati una nuova vita. Era un pandillero,un capo delle bande giovanili della ca-pitale. Girava con una pistola per “pro-teggere” il suo barrio, il suo quartiere,dalle bande rivali. Spacciava, riscuotevail pizzo, rapinava banche e rubava armi.Ora presiede l’Associazione Cauce ciu-dadano, canale cittadino, e aiuta i ra-gazzi a vedere che un’altra vita è pos-sibile e che il proprio destino non èsolo quello di essere carne da macellodella criminalità organizzata. Parliamodi bambini di dodici/tredici anni ingag-giati per commettere reati o di adole-

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Carlos e gli altri: il Messico che non si arrende FRaNCESCa D’ULISSE DIPARTIMENTO ESTERI PD

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teca (tra tutti, quello di Joaquín “ElChapo” Guzmán, drug lord del Cartellodi Sinaloa). Si tratta di indubbi successi delle forzedell’ordine e della intelligence del Paese(oltre che delle DEA). Passi in avantiimportanti ma si deve fare molto dipiù. Ed è qui che entra in gioco l’Italiamigliore. Carlos e gli amici di Libera lohanno chiesto a tutti gli interlocutoricon cui si sono incontrati durante lavisita in Italia. Con 4 familiari di desa-parecidos messicani sono stati da papaFrancesco (21 marzo), hanno ricevutoattestati di stima e di solidarietà. Hannopartecipato alla marcia di Latina (22marzo “XIX giornata della memoria edell’impegno in ricordo delle vittimeinnocenti delle mafie”), fatto incontriistituzionali. “Dovete sostenere in ognioccasione possibile l’introduzione inMessico di una norma per la gestionesociale dei beni confiscati”. Tutto qui?Mi spiega che sarebbe un passo gigan-tesco e supererebbe la normativa in vi-gore in quel paese che è assolutamenteinadeguata (la Ley de extensión del do-minio). Chi meglio dell’Italia può e develavorare per questo obiettivo? Se unacertezza deve guidarci è che quel cheaccade in Messico ci riguarda moltopiù di quanto si creda. La lotta allemafie da tempo non può più esseresolo “cosa nostra” perché è ormai nelleloro mani ogni attività transnazionale

delittuosa e potenzialmente lucrosa, dalnarcotraffico alla tratta di esseri umani,dal gioco d’azzardo allo sfruttamentodella prostituzione, dall’immigrazioneclandestina al traffico di organi, daidelitti del ciclo alimentare al trafficointernazionale di armi e di armi chimi-che. Il denaro che deriva da queste at-tività criminali è investito indifferente-mente nel nord e nel sud del pianeta:dai grandi appalti che riguardano leinfrastrutture dei paesi in via di sviluppoalle attività economiche di coperturadei paesi a capitalismo maturo. Questostesso denaro, poi, compra governi epacchetti azionari che cambiano la geo-grafia dei patti di sindacato delle grandimultinazionali, oltre a gestire porzionidi territorio nei vari stati falliti (“failedstates”) del pianeta. L’Italia può faremolto grazie alla legislazione antimafiadi cui si è dotata: possiamo e dobbiamocondividere esperienze, know-how, in-telligence e buone pratiche legislative,attivando meccanismi globali di pre-venzione e di ostacolo, di cooperazionee di protezione. Tra gli assi strategicidella relazione tra Italia e Messico, vamessa allora al primo posto la lotta allemafie transnazionali. Se c’è una moraleche si può trarre da questa storia è chesenza legalità, progresso e sviluppoeconomico sono solo apparenza.

http://cauceciudadano.org.mx/

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IL MESSICO

DI FRIDA KAHLO

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Francisco. Conosce il chirurgoLeo Eloesser, che sarà, fino allamorte della pittrice, il suo più im-portante consigliere medico.

Frida abortisce per la prima volta.

1931 Prima esposizione di un’opera diFrida Kahlo alla Sixth Annual Ex-hibition of the San Francisco Soci-ety of Women Artists. A maggiola pittrice fa ritorno in Messico.Conosce il fotografo NickolasMuray, di New York, con il qualeinizia una relazione sentimentaleche durerà dieci anni.

1932 Frida parte per Detroit assieme aRivera, che ha ricevuto un inca-rico per dipingere un murale al-l’Institute of Arts.

A Detroit Frida ha un secondoaborto, spontaneo, e trascorre al-cuni giorni presso l’ospedaleHenry Ford.

1933 La coppia prosegue il suo viaggiodirigendosi a New York, dove Riveraha ricevuto l’incarico di dipingereun murale nel Rockfeller Center.

A dicembre, dopo il clamorosofallimento di questo incarico, idue fanno ritorno in Messico.

1934 Frida scopre che Rivera ha unarelazione con Cristina, sua sorella;la pittrice interrompe la propriaattività artistica.

1935 Frida si separa da Rivera e si tra-sferisce in un appartamento aCittà del Messico. Ha una rela-zione sentimentale con IgnacioAguirre.

Frida parte da sola per New Yorke dopo il suo ritorno si riconciliacon Rivera. I due decidono di co-mune accordo che in futuro vi-vranno vite separate. Frida ha unarelazione sentimentale con loscultore Isamu Noguchi.

1937 Grazie alla mediazione di Ri-vera, Lev Trotzkij e sua moglieNatalia ottengono asilo politicoin Messico. La coppia si stabili-sce nella casa dei genitori diFrida, a Coyoacán. La pittrice hauna breve relazione sentimen-tale con Trotzkij.

1938 Mentre soggiorna in Messico, ilpoeta francese André Breton ri-conosce nell’opera di Frida Kahloun’originale impronta surrealistae scrive l’Introduzione al catalogodella prima esposizione perso-nale dell’artista, che si tiene

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1907 Magdalena Carmen Frieda KahloCalderón nasce il 6 luglio nel vil-laggio di Coyoacán, Città del Mes-sico, figlia del fotografo di originetedesca Guillermo Kahlo e dellasua seconda moglie, Matilde Cal-derón. Modificherà il nome in‘Frida’, senza la ‘e’, dopo il suo ma-trimonio con Diego Rivera.

1910 Inizia la rivoluzione messicana,che scuoterà il Paese fino al 1917.

1914 Frida soffre dei primi problemi disalute, le cui cause restano pocochiare; si sospetta che abbia la po-liomielite. Più tardi il dottor Eloes-ser, suo medico di fiducia, indicheràin una malformazione congenitadella colonna vertebrale (spina bi-fida) l’origine di tutti i problemi cheaffliggono Frida.

1922 Frida frequenta a Città�del Mes-sico la Escuela Nacional Prepa-ratoria, dove osserva Diego Riveramentre lavora al suo dipinto mu-

rale Creaci� (La Creazione). Ha unarelazione sentimentale con Ale-jandro Gomez Arias.

1923 Frida stringe amicizia con la fo-tografa Tina Modotti.

1925 Il 17 settembre Frida è�coinvoltain un incidente mentre viaggia suun autobus: un’asta di metallo letrapassa il corpo da una parteall’altra. Durante la lunga conva-lescenza inizia a dipingere.

1928 Frida entra nel Partito comunistae conosce Diego Rivera.

1929 Il 21 agosto, a Coyoacán, FridaKahlo e Diego Rivera si sposano.Poco prima del matrimonio Fridaha venduto il suo primo quadro,il ritratto di due donne, Salvadorae Hermina.

1930 Frida accompagna Diego Riveranegli Stati Uniti quando l’artistainizia a dipingere murales a San

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Frida Kahlo - scheda biografica azIENDa SPECIaLE PaLaEXPo

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Bravo, fotografa e amica della pit-trice, si tiene la prima esposizionepersonale messicana di Frida Ka-hlo. La pittrice partecipa all’inau-gurazione sdraiata su un letto.

In agosto, a causa di un’infezione,subisce l’amputazione della gambadestra fin sotto al ginocchio.

1954 Nonostante abbia sofferto di pol-monite, Frida prende parte a unamanifestazione contro l’interventodegli Stati Uniti in Guatemala. Il 13luglio muore, si presume a seguitodi un’embolia polmonare. La causaesatta della morte non è stata ap-purata. L’urna contenente le ceneridi Frida viene conservata nella CasaBlu, nel 1955 ceduta da Rivera alloStato messicano.

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presso la Julien Lexy Gallery diNew York. Alcuni suoi quadrisono venduti all’attore statuni-tense Edward G. Robinson.

1939 Frida si reca a Parigi per parteci-pare alla mostra Mexique, orga-nizzata da Breton presso la Gal-leria Renou et Colle. Un suoquadro è acquistato dal Louvre.

Dopo il ritorno di Frida dall’Eu-ropa, la coppia Rivera si separaper la seconda volta e a novembredivorzia. Frida torna a vivere nellacasa dei suoi genitori.

1940 Frida Kahlo prende parte a nume-rose esposizioni, tra Città del Mes-sico, San Francisco e New York.

Dopo l’assassinio di Lev Trotzkij,Frida parte per San Francisco, an-che per motivi di salute. Si ferma inseguito a New York, dove ha unarelazione sentimentale con il mer-cante d’arte Heinz Berggruen.

1940 L’8 dicembre, a San Francisco,Frida Kahlo e Diego Rivera sisposano per la seconda volta.

1941 Di ritorno in Messico, Rivera sitrasferisce da Frida, nella Casa Blua Coyoacán.

1942 Frida diventa insegnante pressoLa Esmeralda, l’Accademia sta-tale di belle arti; qui raccoglie at-torno a sé un gruppo di fedeli se-guaci, che si autodefiniscono LosFridos.

1943 Si tengono mostre dell’artista aCittà del Messico, Philadelphia eNew York.

Le condizioni di salute peggio-rano e Frida svolge nella sua casale lezioni per gli studenti dellaEsmeralda.

1946 Per alcuni mesi deve indossare uncorsetto di ferro. Inizia a scrivereun diario, dove raccoglie disegnie testi poetici molto personali ri-guardanti la propria vita senti-mentale.

A settembre, per il quadro Moisés,Frida riceve dal ministro dell’Edu-cazione il Premio nazionale perl’arte e la scienza e ottiene unsussidio statale.

Subisce numerose operazioni allacolonna vertebrale. Negli anni se-guenti soffrirà sempre più spessodi depressione.

1953 Presso la Galería de Arte Con-temporáneo di Lola Alvarez

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Bancarella di artigianato, Guanajuato

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perché no la fortezza-casa “privata”dell’ex presidente Miguel De la Madrid,una volta residenza blindata dell’ancienrégime. Potrebbe, e forse dovrebbe, fareeccezione almeno una frettolosa visitaal Museo Casa de León Trotzkij nellacalle Viena.In realtà, il cosiddetto kahloismo è sola-mente una delle manifestazioni di uncomplesso intreccio feticista e commer-ciale che ha portato le quotazioni delleopere, anche minori di Frida a livelli diPollock e Warhol.Quella che Carlos Monsiváis chiamavafridomanía, in quanto moda, è solo unodegli aspetti, nemmeno fra più interes-santi o deteriori del kahloismo: bastipensare oggi alle scarpe Converse, indisegno “fridiano”, un diretto e forseben meditato richiamo feticistico a finistrettamente commerciali.Ricordiamo qui che i piedi mutilati fu-rono, come afferma Glatz, sineddotedell’artista in un famoso autoritratto del1938, dal titolo “Lo que el agua me lo

dió”. Graciela Iturbide recentemente hariproposto l’operazione, fotografandole proprie estremità nella stessa vascautilizzata dall’artista, parte di un’operadi gran pregio e assolutamente feticista,che aveva per titolo: “El baño de Frida”.Celebrava così l’apertura di un sacellofino ad allora inviolato del santuario fri-diano e che ha rivelato ai devoti unnuovo deposito di inquietanti reliquie,fra vesti, grembiuli macchiati, grandicontenitori di Demerol - lo stesso op-piaceo di cui poi abusò Michael Jack-son- e persino enteroclismi.D’altra parte, si è dibattuto e si dibatteancor oggi sul particolare surrealismodi Frida. E non potrebbe essere che così,visto che André Breton ne volle fare,forse suo malgrado e per il pubbliconewyorchese, una reificazione di unsurrealismo puro, riconoscendo inge-nuamente la supremazia di una mani-festazione sull’essenza occulta e oniricadella realtà.Ben presto si sarebbe pentito di questaaffermazione, abbandonando sola Fridaa Parigi nel 1939, dopo averle promesso

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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

Maria Cristina Secci nella prefazionealla sua recente opera: Con la imágenen el espejo. El autoretrato literario deFrida Khalo, un’imprescindibile rivisi-tazione del “diario” scritto e illustratodall’artista dal 1942 fino al 1954, annodella sua morte, ha inventato un neo-logismo assai efficace: il kahloismo,“...una especie de religión global for-mada por devotos de la diosa Frida”,anche chiamati da Margo Glantz frido-maníacos, in altre parole il risultato di

un vero e proprio processo di feticizza-zione, inteso letteralmente, come esal-tazione idolatrica di un personaggio re-almente esistito. Questo processo puòoggi essere studiato diacronicamente ei suoi inizi sembrano risalire ai primianni ottanta.Da parte mia, mi sono spesso chiestoperché, pur piacendomi molto e cono-scendolo benissimo, non sono mai riu-scito ad amare veramente il miticoquartiere di Coyoacán. Coyoacán è, fra tante altre cose, il Vati-cano del kahloismo, con un preciso iti-nerario di devozione che conduce finoalla sua basilica: la Casa Azúl, santuariodella divinità e centro, oggi più che mai,del culto alle sue reliquie. Poco o nulla importa ai devoti di altriluoghi che segnarono anch’essi il Mes-sico contemporaneo: per esempio, lacasa-fortezza dell’Indio Fernández,quella di Salvador Novo, quella di JorgeIbargüengoitia, la chiamata Casa de Al-varado, dove trascorse i suoi ultimi anniOctavio Paz, oggi Fonoteca Nacional, e

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Kahloismo: malattia infantile del feticismoMaRCo BELLINGERIUNIVERSITÀ DI TORINO

Trotzkij, Diego Rivera, Natalya Trotzkij, Reba Hansen, André Breton, Frida Kahlo.Coyoacán, Mexico. ©Laure van Heijenoort

Frida Kahlo e León Trotzkij

Converse Frida Kahlo

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d’altra parte già percorso, ma in formainiziatica, da Atonin Artaud nel 1936. Quando Breton giunse alla Casa Azúlsi era ormai consumato e concluso ilben noto affaire tra Frida e Trotzkij,un’avventura che oggi sappiamo nonepisodica ma protrattasi, in manieranon poi così segreta, fra la primavera el’estate dell’anno precedente.Il provato rivoluzionario cinquantot-tenne, avrebbe poi confessato di nonaver potuto resistere all’ambiguo fa-scino di Frida e di quella strana ma-gione che a volte gli sembrava una pri-gione medioevale, nonostante riuscisse,con le debite precauzioni, a realizzareviaggi ed escursioni. Bisogna comunque chiarire che non vifu allora nessun melodrammatico epi-logo ed entrambi rimasero amici, comelo dimostra la dedica di un autoritratto,regalo di compleanno del novembre del1937. Il legame, che intendiamo affet-tuoso, non si esaurì nemmeno quando,per motivi politici e non sentimentali,Trotzkij e sua moglie abbandonaronola Casa Azul per trasferirsi nel vicinofortino di calle Viena, dove si compì, il21 agosto 1940, la tragedia annunciatadel suo assassinio. Fu invece probabil-mente per Frida un passaggio obbli-gato, per affermare la sua posteriore edefinitiva conversione allo stalinismo,rinnegare la vecchia amicizia.Non pare dunque ci sia ormai molto dachiarire sullo strano, e in fondo roman-tico, incontro fra Frida e Trotzkij. Molto

invece si potrebbe ancora approfondiresul contradditorio rapporto tra Frida eBreton e non solo sui due supposti sur-realismi in tensione.Frida non volle o non riuscì a sedurreBreton e invece pare lo fece con la suacompagna Jacqueline Lamba, veraicona e protagonista del surrealismoeuropeo che così entrò a fra far partedella almeno mezza dozzina di donneillustri da lei sedotte.È stato affermato giustamente che infondo la classificazione di Frida come sur-realista ebbe la stessa valenza autoritariadi una definizione maschilista di “donna”.Si potrebbe dunque pensare che al rifiutodi Frida di essere definita autoritariamenteuna surrealista spontanea, e pertanto pri-mitiva, si sommasse un distanziamentopiù intimo: quello dettato da due percorsifeticisti contrapposti.Il primo fu dolorosamente perseguito alfine di raggiungere un’impossibile mul-tipla alterità estetica e di genere, che fa-ceva di Frida stessa, del suo corpo o diparti di esso, la sua vera opera d’arte to-tale. Per l’omofobico Breton la donna-feticcio surrealista era, e deve rimanereun’immagine che riproducesse perquanto possibile la realtà surreale dellafemme-enfant proposta fin dal 1927. Più in la della sua infantile manifesta-zione di khaloismo, l’intreccio fra sur-realismo e feticismo rimane ancor oggiintrigante e non del tutto marginale peruna lettura più attenta della vita-operadell’artista.

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una personale nella sua ormai inesistentegalleria. Quel particolare: “hijo de la .....”,appartenente a un gruppo de “...hijos deperra lunáticos y trastornados que son

los surrealistas”, come ebbe a scrivere inuna lettera al suo eterno amico-amanteNickolas Murray, citata da Margo Glantz,non poteva che fuggire, lasciando il postoa un ben più disposto Marcel Duchamp.Il che non poté impedire che l’artistafosse inopportunamente avvisata dallostesso Breton che un “...bastardo e hijode perra”, un socio del gallerista PierreCollé, considerasse troppo scandalosidue dei suoi quadri, di cui lei stessa avevadovuto pagare il restauro. In più, quei di-pinti sarebbero dovuti essere esposti inuna mostra che riuniva ritratti ottocen-teschi, fotografie di Alvarez Bravo e arti-gianato contemporaneo, una “pura ba-sura” secondo Frida.In altre parole la supposta quintessenzadel surrealismo si vedeva ridotta a ele-mento di un mexican curius che i mes-sicani ormai ben conoscevano daglianni venti cui essi stessi avevano par-tecipato nella ricerca affannosa di unanuova identità nazionale.In realtà supponiamo che Breton sifosse reso conto del pericolo che correvafin dal suo arrivo a Coyoacán nella pri-mavera del 1938. Credo sia ormai chiaroche del Messico, quello vero, non gliimportasse molto: era un esotismo sim-bolico, e magari qualche sua manife-stazione, ovviamente da lui stesso sco-perta, ciò che poteva essere étonnante.In fondo vi si era recato nella necessitàdi usufruire di una borsa ministeriale esoprattutto per vedere Trotzkij; dunquenulla più che uno spazio metaforico,

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Graciela Iturbide, El bano de Frida

Frida Kahlo, Quel che vidi in acqua

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miei pensieri (1943), in cui indossal’amato vestito Tehuana, ricordandocome Tehuantepec sia il nome di unacittà e di una regione del Messico in cuivige tradizionalmente una forma di ma-triarcato. Fra gli altri capolavori assoluti presentiin mostra, alcune delle opere allegori-che più intense. Come l’Autoritratto alconfine fra il Messico e gli Stati Uniti(1932), Il mio vestito è appeso là a New

York (1933), Mosè o Nucleo Solare(1945), L’amoroso abbraccio dell’universo,la terra (Messico), io, Diego e il signorXolotl (1949). Opere capaci di svelareun mondo sorprendente, particolare evivo, forse unico nella storia della pit-tura, un territorio pittorico vigoroso,contrassegnato da vaste riserve di in-tuizione e di generosità.Numerose sono poi le nature morte,interpretate da Frida come autoritrattiimpliciti e al tempo stesso allegorici, at-traverso rappresentazioni simbolichedella sessualità e del desiderio, rag-giunte attraverso la trasfigurazione delleforme dei vari frutti dipinti.

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Nell’ambito dell’ambizioso progettocongiunto fra Scuderie del Quirinale diRoma e Palazzo Ducale di Genova, pro-getto dedicato alla grande artista mes-sicana Frida Kahlo, la mostra romana,con oltre 160 opere fra dipinti, disegni,fotografie, ripercorre e documenta l’in-tera carriera artistica di Frida, ponen-dola anche in connessione con artisti emovimenti coevi.La mostra è a cura di Helga Prignitz-Poda, autrice del catalogo ragionatodella Kahlo, ed è stata resa possibiledall’intensa e appassionata collabora-zione delle maggiori istituzioni messi-cane1, oltre che dalla generosità di moltiprestatori privati.Fra le opere esposte, oltre quarantasono i lavori a olio, fra cui molti straor-dinari autoritratti, forse la vera “cifra”dell’arte di Frida, il tipo di opera cheracchiude i più riposti significati psico-logici ma anche un complesso universosimbolico: tra questi, il celeberrimo Au-toritratto con collana di spine (1940), maiesposto prima d’ora in Italia e imma-

gine della mostra, l’Autoritratto con ve-stito di velluto (1926), dipinto a soli 19anni, il suo primo autoritratto eseguitoper l’amato Alejandro Gòmez Arias,l’Autoritratto come Tehuana (o Diego nei

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La mostra su Frida Kahlo a Roma 20 marzo - 31 agosto 2014

MaRIo DE SIMoNIDIRETTORE GENERALE AZIENDA SPECIALE PALAEXPO DI ROMA

Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei mieipensieri), 1943, olio su masonite, cm 76×61

Autoritratto con vestito di velluto, 1926olio su tela, cm 79,7×59,9

Autoritratto con collana di spine e colibrì,1940, olio su lamina metallica, cm 63,5×49,5

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Chiude la mostra (impossibile qui de-scriverla per intero in tutta la sua ric-chezza) l’ultimo dipinto a olio realizzatoda Frida, l’Autoritratto dentro a un gira-sole (1954), a lungo ritenuto disperso efortunosamente ritrovato fra rifiuti de-stinati a discarica.Oltre ai molti disegni (fra cui la serie Leemozioni, commovente e lancinante eser-cizio di autorappresentazione nato dal-l’amicizia con la psicologa Olga Cam-pos), sono esposte circa 40 fra le più note

fotografie aventi per soggetto Frida Ka-hlo, che fu ritratta dai più noti fotografidell’epoca. In particolare, i famosissimiscatti di Nickolas Muray, ma anche quellidel geniale colombiano Leo Matiz (natonel Paese che ispirò il Macondo di GarcíaMárquez) e la bellissima foto opera diun’altra delle grandi donne dell’arte del‘900, quella Dora Maar amante e ispira-trice di Picasso.I suoi dipinti non sono soltanto lo spec-chio della sua vicenda biografica, se-

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Autoritratto con scimmie, 1943, olio su tela, cm 81,5×63

Allestimento della mostra su Frida Kahlo presso le Scuderie del Quirinale a Roma.

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gnata dalle ingiurie fisiche e psichichesubite nel terribile incidente in cui fucoinvolta all’età di 17 anni. La sua artesi fonde con la storia e lo spirito delmondo a lei contemporaneo, riflettendole trasformazioni sociali e culturali cheportarono alla Rivoluzione messicanae che ad essa seguirono. Attraverso lospirito rivoluzionario reinterpretò il pas-sato indigeno e le tradizioni folkloriche,codici identitari generatori di un’ineditafusione tra l’espressione del sé, il lin-guaggio, l’immaginario, i colori e i sim-boli della cultura popolare messicana.Allo stesso tempo Frida è espressionedell’avanguardia artistica e dell’esube-ranza culturale del suo tempo e lo stu-dio della sua opera permette di capirel’intreccio di tutti i movimenti culturaliinternazionali che attraversarono ilMessico in quel tempo: dal Pauperismorivoluzionario allo Stridentismo, dalSurrealismo a quello che decenni piùtardi prese il nome di Realismo magico. Accompagna l’esposizione un articolatoprogramma di eventi collaterali, co-struito intorno a una serie di conferenzetenute dai più accreditati studiosi in-ternazionali (alcuni vengono espressa-mente dal Messico, come il Presidentedel Colegio de México Javier Garcia-diego) e a una serie di film che raccon-tano la storia di grandi donne.La mostra, così ricca e complessa, tentaquindi di portare Frida oltre il mito: apartire dalla sua incredibile vita, dalla suadimensione di icona assoluta del XX se-

colo, ne fa affiorare anche i possibili in-trecci con altri artisti, attraverso pochi,misurati confronti con opere di Severini,De Chirico, Mense, Penrose, oltre che diDiego Rivera. Restituendo così a Frida,nel luogo italiano che in questi anni haraccontato la grande arte classica, il suoposto nella storia dell’arte.

Nota:1 Embajada de México en Italia; Agencia Mexicanade Cooperaciòn internacional para el Desarrollo dela Secretarìa de Relaciones exteriores (AMEXCID/SRE);Consejo Nacional para la Cultura y las Artes (CO-NACULTA); Instituto Nacional de Bellas Artes(INBA); Gobierno del Estado de Tlaxcala InstitutoCultural Tlaxcalteca Museo de Arte de Tlaxcala; Ba-namex. Banco Nacional de México.

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Il 3 febbraio a Roma, con la presenzadell’Ambasciatore del Messico, il sin-daco Doria e il sindaco Marino abbiamopresentato la collaborazione tra PalazzoDucale e le Scuderie del Quirinale perla realizzazione di due grandi mostresu Frida Kahlo a Genova e a Roma. Duemostre e non solo un riallestimentodella stessa mostra.Se l’ esposizione romana è incentratasulla pittrice e il suo essere una veraicona della pittura del ‘900, quella ge-novese ricostruirà il rapporto tra FridaKahlo e Diego Rivera. Rapporto com-plesso fatto di incontri, abbandoni, di-vorzi e matrimoni. E difficile come puòessere quello “tra un elefante e un uc-cellino”. Per altro la stessa Frika Kahloscrisse: “ho avuto due disgrazie nellavita: “l’incidente in tram” (che l’ha pra-ticamente segnata per tutta l’esistenzadeturpandole il corpo) “e l’incontro conDiego Rivera”. Credo sia un’ esperienza unica nel no-stro Paese. Mi pare che non ci sia maistata una mostra che genera due mo-

stre, favorendo un arricchimento delracconto, aumentando e diversificandoil numero delle opere esposte. Per Pa-lazzo Ducale è un’altra importante spe-rimentazione gestionale in continuitàcon l’esperienza pubblico-privata co-struita in questi anni. Un modo con-creto per misurarsi con la crisi, la ridu-zione delle risorse investite nell’attivitàculturale senza pesare sulle risorse pub-bliche. E anche questo, nel tempo dellacrisi, mi pare un elemento cultural-mente e politicamente significativo.Quali saranno i contenuti della mostra?Ovviamente la personalità umana edartistica di Frida, la sua dimensione in-ternazionale, l’ essere una delle pochee rare artiste del ‘900. È, appunto,un’icona dei percorsi della femminilità,della dimensione interiore, un’ interlo-cutrice apprezzata del surrealista Bre-ton. Diego Rivera rappresenta, quasiall’opposto, l’aspirazione a una culturache diventa movimento collettivo, conuna missione educatrice e civile. È quasicome se fossero due figure in qualche

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La mostra su Frida Kahlo e Diego Rivera a Genova 20 settembre 2014 - 8 febbraio 2015

LUCa BoRzaNIPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE GENOVA PALAZZO DUCALE PER LA CULTURA

Autoritratto con treccia, 1941 olio su masonite, cm 51×38,5

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Diego María de la Concepción Juan Ne-pomuceno Estanislao de la Rivera y Bar-rientos Acosta y Rodríguez nasce l’8 di-cembre 1886 nella città di Guanajuato,Messico. Nel 1892 la famiglia Rivera sitrasferisce a Città del Messico.Fin dall’infanzia, il piccolo Diego mostraattitudine per il disegno e prende le-zioni serali presso la Scuola Nazionaledelle Belle Arti, ora Accademia di SanCarlo. Studia anche insieme a quelli che sa-rebbero poi diventati famosi pittorimessicani, fra cui spiccano SaturninoHerrán, Roberto Montenegro, ÁngelZárraga ed Adolfo Best Maugard, soloper citarne alcuni.In seguito, Diego Rivera si reca a Vera-cruz e ottiene l’appoggio dell’allora go-vernatore Teodoro A. Dehesa per viag-giare a Madrid. Nel 1909, visita svariatimusei europei, e dopo essere stato a

Parigi va in Nord Europa, fermandosi aBrugge e Gante e conosce la pittricerussa Angelina Beloff da cui avrà un fi-glio, che muore l’anno dopo. Pocodopo, decide di ritornare in Messico perpresentare la sua prima mostra indivi-duale, e conosce Guadalupe Marín concui si sposa.Il Gran Circuito Artistico della Societàdi Pittori e Scultori Messicani inizia ipreparativi per il progetto del muralecollettivo nell’Anfiteatro della ScuolaNazionale Superiore, progetto a curadel “Dott. Atl”. Questo è il riferimentoiniziale del suo primo murale intitolato“La Creazione” che Diego Rivera rea-lizzerà 12 anni più tardi in quello stessospazio dove conoscerà poi Frida Kahlo.Dopo il divorzio dalla prima moglie,Diego Rivera e Frida Kahlo si sposanoil 21 agosto 1929. Nel 1930 Diego vieneinvitato dallo scultore americano Ralph

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misura contrapposte. Una che fonda lasua dimensione artistica sulla autori-flessione, sui fantasmi che attraversanola mente e l’anima, sul dolore, l’altra,invece, che appare come un manifestodell’arte intesa come denuncia, rotturapolitica, momento della crescita rivolu-zionaria delle masse.Al di là delle vicende personali e culturalidei due artisti, la mostra è in realtà anchel’occasione per conoscere l’arte messi-cana nel momento in cui assume consa-pevolmente la necessità di affrancarsi daimodelli europei e statunitensi. Questatensione all’ indipendenza culturalemessicana, ma potremmo dire del-l’America Latina nel suo complesso,coincide anche con uno straordinarioperiodo storico del Messico. Siamo in unpunto culminante del ventennio rivolu-zionario, in una stagione di radicalizza-zione della riforma agraria e dellademocratizzazione dello stato. Nell’etàdei totalitarismi il Messico è al centro diun originale percorso di partecipazionepopolare. Ed è un luogo di accoglienzadei fuoriusciti dell’antico continente.Non solo Trotzkij. Perché vedete: primail professor Marsonet citava la casa diTrotzkij. Il governo della Spagna repub-blicana in esilio è in Messico. Larga partedi coloro che sono sopravvissuti allaGuerra Civile Spagnola, e che non sonostati i soppressi in Germania o in Unione

Sovietica, si trovano in Messico. Ci mi-sureremo ancora una volta con la com-plessità e la centralità del ‘900. Un ‘900diverso da quello che noi conosciamo, eche nel contesto in cui ci muoviamooggi, di globalizzazione e di intrecci delleculture, può forse rappresentare delle ra-dici importanti per una conoscenza re-ciproca meno stereotipata. Quindi unamostra d’arte ma non solo e un percorsocomune Genova-Roma-Messico.

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Ritratto di Diego Rivera

Diego Rivera - scheda biografica aMBaSCIata DEL MESSICo IN ItaLIa

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Nel marzo 2013 Fondazione Casa Ame-rica ha organizzato assieme all’Amba-sciata del Messico in Italia e alla Fon-dazione Genova Palazzo Ducale per laCultura una piccola ma importante mo-stra su Tina Modotti, fotografa italianadi fama internazionale che ha vissutoin Messico negli Anni Venti, in un am-biente culturale straordinario, quello delMessico dopo la Rivoluzione, che ha

influenzato la storia dell’arte e della cul-tura mondiali. I nomi Diego Rivera, Da-vid Alvaro Siqueiros, José ClementeOrozco, tra gli altri, richiamano imme-diatamente quella realtà.Nel 2014 torniamo ad occuparci diun’altra artista femminile dalla vitacomplessa e intensa. Si tratta di FridaKahlo, nata in Messico a Coyoacán nel1907 e protagonista dello stesso “pe-riodo magico” in cui ha vissuto la Mo-dotti. La sua mostra è esposta a Romaalle Scuderie del Quirinale e a settem-bre arriverà a Genova, a Palazzo Du-cale, per rimanere esposta sino a feb-braio 2015.Due artiste donne un po’ dimenticatein passato ma rivalutate in questi ultimianni per la loro importanza.L’insegnamento viene dall’America La-tina, e non è un caso, perché in questianni le donne latinoamericane hannoacquisito ruoli di grande importanza(Cristina Kirchner in Argentina, DilmaRousseff in Brasile, Michelle Bacheletin Cile, Laura Chincilla Miranda in Co-

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Stackpole a dipingere le facciate delStock Exchange Luncheon Club di SanFrancisco, California. A questo progettone seguono altri a Detroit commissio-nati dalla famiglia Ford per la realizza-zione di un’opera incentrata sull’uomoe la macchina nel locale Istituto d’Arte.Anche la famiglia Rockefeller richiedea Rivera un murale, nell’omonima torrea New York, che però viene distrutto inquanto non piace al committente. Per-ciò, Diego cede alle insistenze di Fridaed i due fanno rientro in Messico nel1933, stabilendosi nelle case gemelle diSan Angel, disegnate appositamenteper loro dall’architetto Juan O’Gorman.Dal 1934 al 1938 Rivera lavora paralle-lamente ai progetti dei murali nel Pa-lazzo Nazionale e nell’hotel Reforma,dedicandosi anche alla pittura da ca-valletto. In quel periodo partecipa atti-vamente al movimento comunista e dàasilo politico a Leon Trotzkij.In quegli anni la coppia ha molti pro-blemi ed i due si separano in varie oc-casioni, fino a divorziare nel novembre1939.A principio degli anni ’40 Rivera è in-vitato a realizzare il murale Pan-Ameri-can Unity formato da cinque pannelli,che si trova nell’auditorium del CityCollege di San Francisco, California. Lì,l’8 dicembre 1940, si sposa per la se-conda volta con Frida Kahlo.Dipinge nuovi murali per il corridoio alprimo piano del Palazzo Nazionale, inti-tolati “Messico Preispanico e Coloniale”.

Realizza anche opere da cavalletto, so-prattutto ritratti di personaggi della so-cietà messicana ed inizia la costruzionedel Anahuacalli, museo che ospiterà lasua collezione di opere preispaniche. Nel1947 realizza “Sogno di un pomeriggiodomenicale all’Alameda Centrale” nellahall dell’Hotel del Prado, murale oraesposto nel Museo Murale Diego Rivera.Nel 1949 l’Istituto Nazionale delle BelleArti organizza la mostra “Diego Rivera,50 anni di lavoro artistico”, durante laquale si possono vedere per la primavolta opere di tutte le fasi del pittore.Intorno al 1951 Rivera inizia la sua ul-tima opera monumentale nel Cárcamodi Río Lerma intitolata “L’acqua nel-l’evoluzione della specie”. L’anno suc-cessivo Rivera realizza una decorazionein altorilievo della facciata superioredello Stadio Olimpico della Città Uni-versitaria e del murale “Storia del Teatrodel Messico” nonché della facciata prin-cipale del Teatro de los Insurgentes.Il 13 luglio 1954 Frida Kahlo muore eda quel momento Diego non sarà piùlo stesso.Affetto da cancro, sposa nel 1955 EmmaHurtado e si reca in Unione Sovieticaper sottoporsi ad una innovativa curacontro la malattia. Al suo rientro, l’8 di-cembre, suo 70mo compleanno, vieneorganizzato per lui un riconoscimentopubblico nella zona antistante al MuseoAnahuacalli. Il 24 novembre 1957, all’etàdi 81 anni, Diego Rivera muore nel suostudio di San Angel.

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Donne tra arte e politica in America LatinaCaRLotta GUaLCoDIRETTORE DEL CENTRO IN EUROPA E COORDINATORE DELLE ATTIVITÀ

DI FONDAZIONE CASA AMERICA

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“Assassinata dalla vita”, diceva di sestessa nei momenti di livore contro undestino che si era accanito su di lei conperversa crudeltà. Frida amava la vitacon una passione così intensa, che la Pe-lona, la “cagna spelacchiata”, la MorteIrridente della mexicanidad, aveva rinun-ciato a prenderla quando fu il momento,scacciata forse da quell’urlo di dolore di-speratamente vivo che era echeggiatoper interi isolati, sull’immensa plazadello Zócalo, sui palazzi dei Conquista-dores, fino ai teschi di pietra del TemploMayor, risvegliando la selva di spettriche popolano le viscere della distruttaTenochtitlán e convivono tuttora con gliincalcolabili abitanti della megalopoli piùgrande del mondo. Quel 17 settembre1925, la Pelona guardò negli occhi la di-ciottenne Frida, poi il suo corpo nudo einsanguinato, tra i rottami dell’autobusschiantato dal tram, quel giovane corpotrafitto da una sbarra che entrava in unfianco e usciva dal ventre, e si preparò acoprirla con il suo manto nero. La spinadorsale spezzata tre volte, due costole,

la spalla e la gamba sinistra frantumate,una devastazione eccessiva e indecente...Eppure, con l’ostinazione di cui soltantolei era capace, Frida afferrò la vita e se latenne dentro, ritrovando di lì a pocotempo persino la forza per ridere in fac-cia alla Pelona, con quelle sue carcajadas,gli scrosci di risate che erompevano dalpetto e la illuminavano come un fuocod’artificio messicano, contagiando d’al-legria chi andava a trovarla immobiliz-zata a letto, e riservando le lacrime perle eterne notti di solitudine, quandol’alba non arrivava mai e il buio le sem-brava un insulto alla terra più assolatadel mondo. La Pelona si rassegnò ma lerestò accanto ogni giorno, alitandole sulviso, ricordandole la sua presenza a ogniaborto spontaneo, attonita e ammirataper l’energia di quella piccola donna ir-riducibile che subiva l’ennesima cru-deltà: non poter avere il figlio tanto de-siderato, proprio lei, che da giovanissima,vedendo Diego Rivera dipingere gli af-freschi nella sua scuola, aveva detto trasé: “Vedrai, panzón, adesso non ti accorgi

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sta Rica). Anche in Italia negli ultimimesi si è visto qualche cambiamento,non solo nella composizione del nuovoGoverno, ma in alcuni nomi delle listeelettorali e nelle nomine nelle aziendepubbliche.L’Italia è sicuramente in ritardo, ma laquestione si pone per tutta l’Europa.L’America Latina può essere uno sti-molo a fare di più. Non solo, ovvia-mente, come modello in materia di pa-rità di genere, ma anche come unpartner economico sempre più impor-tante e come una realtà socio-politicache, dopo essersi lasciata alle spalle, con

poche eccezioni, un passato di totalita-rismi e instabilità democratiche, è ingrado ora di porsi come un interessantelaboratorio politico e istituzionale.Se consideriamo la grande importanzadell’immigrazione italiana in AmericaLatina e l’influenza della nostra culturain tutto il continente, dettata non soltantodal numero ma dalla capacità di integra-zione e di vitalità dei migranti italiani intermini di apporto produttivo, culturale,politico, capiamo bene come l’Italia po-trebbe avere un ruolo privilegiato, ri-spetto ad altri Paesi europei, nel rapportocon il continente latinoamericano.

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Missione di Santiago de Jalpan, Queretaro, Sierra Gorda

Frida: momenti, immagini, ricordi sparsiPINo CaCUCCISCRITTORE E TRADUTTORE

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nerato pittore muralista in un Paese cheamava l’arte almeno quanto le rivolu-zioni. L’impegno politico, per Diego Ri-vera, nutriva la sua arte e si nutriva diarte: lui e gli altri grandi muralisti, comeOrozco e Siqueiros, dipingevano affre-schi perché l’opera restasse a disposi-zione di tutti, in edifici pubblici, scuole,università, nel patio o sulla scalinata diun palazzo di governo dove chiunquesarebbe potuto passare, mentre la tela,una volta venduta, diventava proprietàprivata di pochi. Diego, profondo cono-scitore di Giotto e Michelangelo, neaveva perfezionato le tecniche di pre-parazione del muro da affrescare, e sol-tanto grazie a ciò, ancor oggi i colori dalui stesi restano identici a distanza ditanti decenni. Diego era uno straordi-nario narratore: i suoi murales sono unviaggio nella storia e nella geografiaumana del Messico, il racconto strug-gente, appassionato, dolente, che fremedi indignazione per le violenze subitema senza indulgere al vittimismo, dovela bellezza scaturisce dal rapporto conle radici ancestrali e con le genti piùumili e genuine, ma soprattutto fieredella propria identità, e non ci si limitaa guardare le sue opere, si viene coinvolticon forza vibrante nei suoi luminosi rac-conti corali.Frida, apparentemente, sembra rivolgersinella direzione opposta. Frida trasformail dolore in arte, dipinge se stessa e ilminuscolo - ma profondo e insondabilecome un abisso - universo che la cir-

conda da vicino; mentre Diego rappre-senta l’universalità del mondo visibile,Frida dipinge pensieri che si materia-lizzano, stati d’animo che si trasfor-mano in forme e colori: lui è l’interpretedi un popolo e della sua lunga e trava-gliata storia, lei è l’immediatezza del-l’esperienza vissuta e immaginata, dovevivere e immaginare si fondono, si com-penetrano, si tormentano a vicenda.L’autoritratto è la sua autobiografia, pre-dilige l’intensità alla vastità, concentrain piccole tele, finemente tratteggiatecon minuscoli pennelli di zibellino, laforza della vita che travolge la soffe-renza, assorbe in se stessa l’identitàdella propria terra e trasmette nei milledettagli dei suoi quadri l’essenza piùintima della mexicanidad, filosofia di Vitae di Morte, l’una che irride all’altra conal centro Frida che inganna entrambe.“La sola cosa che so è che dipingo per-ché ne ho bisogno e dipingo tuttoquello che mi passa per la testa, senzaprendere in considerazione nient’altro”.Amava definirsi la gran ocultadora, forseperché occultava con l’allegria conta-giosa l’inguaribile malinconia che la per-vadeva, ma nei dipinti non si occulta enon inganna: è “tutto quello che le passaper la testa”, senza maschere, lasciandoogni tanto prevalere l’ironia come anti-doto efficace all’autocommiserazione.Frida dipingeva da tempo quando sposòDiego, e forse usò come pretesto i suoiquadri per attirare il “rospo” - così chia-mava affettuosamente Diego - nella sua

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neanche di me, ma un giorno mi faraifare un bambino”...

Frida possedeva una bellezza irripetibile,che forse nessuna foto è riuscita a ren-dere, e che soltanto gli autoritratti pos-sono trasmettere, una bellezza che siconcentrava negli occhi, così profondida dare un senso di vertigine e smarri-mento, lo sguardo capace di incantare,accarezzare, infondere una tenerezza davuoto allo stomaco, ma quello stessosguardo “d’immediatezza perforante”sapeva anche sferzare e annientarequando si imbatteva nell’ipocrisia enell’arroganza umana. La sensualità diFrida era leggendaria in mille testimo-nianze di uomini e donne, una sensua-lità impulsiva e mai studiata, fatta di puroistinto e immune da pose e finzioni cal-colate, ma ad affascinare chi la frequen-tava era anche la sua ironia solare, pro-pria di un carattere temprato che nonconosce la meschinità, ironia che potevaessere caustica, a volte spietata come lanatura messicana: meravigliosa quantoaspra, struggente, unica, e capace di farmolto male a chi non la rispetta.

Da quel giorno in cui Frida aveva co-nosciuto Diego, mormorando la stram-palata promessa che suonava più comeuna sfida irriverente, e il giorno del loromatrimonio, non erano trascorsi sol-tanto diversi anni: nel mezzo, a spartirele acque della gioia da quelle del dolore,c’era l’Incidente, lo strazio del suo corpo

armonioso, le operazioni fallite, i gessie i busti, la miracolosa ripresa voluta eottenuta con “rabbioso amore” per lavita. Vita a cui Frida non si avvinghiavaperché impaurita dalla Morte, dalla Pe-lona che prendeva in giro con le parolee soprattutto con il pennello sulla tela,tutt’altro: figlia prediletta del suo Mes-sico, Frida possedeva quel misto di fa-talismo e prorompente energia checontraddistinguono la sua terra, puntod’incontro degli opposti del mondo,dove l’eccesso convive con l’armonia ei contrasti sono così estremi da lasciareattoniti. Frida non “voleva vivere”, bensì“viveva” a dispetto della sorte, con laquotidiana coscienza di consumarsi infretta come una fiammata che arde piùsplendente della brace lenta.Diego e Frida: l’Elefante e la Colomba.Diego Rivera aveva vent’anni più di lei,era straordinariamente brutto e appa-rentemente sgraziato, enorme in assolutoe ancor più quando le stava a fianco:una coppia che sembrava il simbolo deiforti contrasti della loro terra. Diegoaveva alle spalle una fetta di vita in Eu-ropa, dove era approdato nello stesso1907 in cui Frida nasceva, l’amicizia conPicasso, Apollinaire, Gertrude Stein, unaprima moglie russa che lo adorava e chelui abbandonò a Parigi, una secondamoglie, Lupe Marín, di selvaggia bel-lezza e furibonda come solo una mes-sicana tradita sa essere... Il presente diDiego, quando si sposarono, era di glo-ria e fama eccelse: il più stimato e ve-

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meva così il suo stato d’animo: “Nonposso amarlo per quello che non è”.E a sua volta amava altri e altre, creandola leggenda della sua bisessualità, leg-genda oggi, ma allora realtà vissuta connaturalezza. Però le sue non erano av-venture, tanto che in alcuni casi scatenòpassioni durature che lei preferì inter-rompere perché, alla fine, Diego venivaprima di ogni altro e prima di ogni cosaal mondo, come accadde con IsamuNoguchi, che la amò - rischiando in unpaio di occasioni di prendersi una re-volverata da Diego - e avrebbe conti-nuato ad amarla per anni, anche da lon-tano. O Nick Muray, che traspose tuttoil suo amore in alcuni dei più intensiritratti fotografici di Frida.

Frida aveva cinque sorelle, ma soltantocon una, Cristina, c’era un’intesa totale,una complicità intima e profonda. Cri-stina, donna di rara grazia e dal carat-tere generoso e vitale, aveva potuto rea-lizzare il sogno della maternità ma erastata poi lasciata dal marito, tornandoad abitare nella grande Casa Azul diCoyoacán. Cristina, probabilmente, nonpensò mai di tradire Frida, e se cedettea Diego fu per vari motivi, primo fratutti la capacità diabolica di Diego nelfarsi consolare suscitando la tenerezzafemminile: Frida aveva avuto un aborto,lui era disperato, si sentiva solo, e... im-piegò l’intera gamma delle sue arti se-duttive con Cristina, facendone anchela modella di alcuni murales - del resto,

è difficile trovare tra le molte figure fem-minili delle sue opere un’originale chenon fosse stata sua amante - conscioper sua stessa ammissione del disastroche stava innescando, perché “piùamavo una donna e più la volevo ferire,e Frida fu soltanto la vittima più ovviadi questa mia disgustosa caratteristica”.Quando Frida scoprì Cristina e Diegoinsieme, provò una “nuova” forma didolore nella già variegata gamma dellesofferenze patite: proprio Cristina, tratante donne al mondo, tra tante bel-lezze messicane disponibili, proprio lasorella inseparabile...Frida si trasferì in un piccolo apparta-mento sull’avenida Insurgentes, il “vialepiù lungo del mondo”, avviando unalunga serie di separazioni e ricongiun-gimenti, culminati nel divorzio e succes-sivo ri-matrimonio: perché fino all’ul-timo, lei e Diego avrebbero continuatoa frequentarsi persino nei periodi di piùacuto e devastante contrasto.Il rapporto con Cristina sarebbe tornatoquasi come prima, a distanza di un certotempo, anche se, da alcuni suoi quadri,si nota chiaramente che quella feritanon si rimarginava: nel dipinto “Me-moria”, del 1937, Frida si ritrae con ilcuore strappato dal petto, e poi anchein “Ricordo di una ferita aperta”, del-l’anno successivo, usa le crudeli feriteinferte al corpo come simbolo di unlancinante dolore morale.

Frida nacque nel 1907, ma per tutta la

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Casa Azul di Coyoacán. Lui ne era ri-masto sinceramente colpito, tanto chepiù tardi avrebbe scritto: “Comunicavanouna vitale sensualità a cui si aggiungevauno spirito d’osservazione spietato, masensibile... era chiaro che quella ragazzaera una vera artista”. Provò a esprimer-glielo, e lei lo bloccò subito, inflessibile:“Non sono in cerca di complimenti. Vo-glio le critiche di un uomo serio”.

Il 21 agosto 1929 Frida e Diego si spo-sarono. Poco prima di condurre la figliaall’altare, Guillermo Kahlo, che all’inizioaveva osteggiato il matrimonio con quelpittore famoso anche come dissoluto edonnaiolo, lo prese da parte e gli disse:“E va bene, Diego, è giunto il momentodi avvisarti: Frida è una ragazza intelli-gente e incantevole, ma... si porta den-tro un demone. Un demone nascosto...”“Lo so”, rispose candidamente Diego.

Tra loro due non c’era competizione mareciproca ammirazione, e Diego mo-strava con orgoglio la lettera di Picassoche scriveva di lei: “Né tu né io saremomai capaci di dipingere una testa comequelle di Frida Kahlo”. La loro casa aCittà del Messico divenne ben presto ilpunto di passaggio obbligato e la sededi inenarrabili nottate di baldoria sfre-nata e appassionate discussioni per ar-tisti, scrittori, poeti, “ribelli & sognatori”che erano o sarebbero diventati i pro-tagonisti della cultura mondiale in quelturbinoso e avvincente periodo storico,

Eisenstein, Breton, Neruda, per citarealcuni “stranieri” fra i molti talenti mes-sicani dell’epoca, e poi, quando l’artedi Frida cominciò a farsi notare in Eu-ropa e negli Stati Uniti, avrebbe susci-tato l’entusiastica ammirazione di Kan-dinskij, Miró, Duchamp, Tanguy, mentrei più grandi fotografi sembravano am-maliati dal suo sguardo e dalle espres-sioni del suo viso da volerla immorta-lare in più occasioni, come Weston,Cunningham, Álvarez Bravo...L’amore tra i due e le soddisfazioni chericevevano in due continenti, non signi-ficavano affatto serenità... Frida deside-rava un figlio con tutta se stessa, e rima-neva incinta, sì, ma per abortire entropochi mesi: il suo corpo martoriato latradiva quando lei cominciava a illudersidi aver burlato non solo la morte ma an-che le leggi della vita. Intanto Diego, “ro-spo” o “elefante” poco importava, se-guiva l’istinto più forte di qualsiasi frenoconiugale, sociale o naturale: più diven-tava brutto, grasso e goffo, e più donneconquistava. Non si trattava solo di gloriae fama: Diego possedeva un tale cari-sma, capacità seduttive così suadenti econvincenti, un carattere affascinantesotto tanti punti di vista, che conquistarei favori di una donna rappresentava perlui un impegno quasi quotidiano... E nonsi risparmiava in nessuna situazione, nonperdeva nessuna occasione.Frida ne soffriva, e non certo in silenzio,ma in una frase confidata “ridendo do-lorosamente” a Bertram Wolfe, riassu-

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collettività con le elargizioni del poterepolitico - mise in scena una grottescapantomima per ridicolizzare la misera-bile meschinità dei suoi detrattori: siautoprocessò e si autoespulse, come avoler dimostrare le nullità che erano iburocrati sedicenti comunisti. Frida la-sciò anche lei il partito, a cui aveva ade-rito per pura formalità, ed entrambi ri-masero comunisti nel cuore e neicomportamenti. Poi, quando Trotzkij ar-rivò in Messico, unico paese che glidiede asilo incondizionato, al pari di in-numerevoli perseguitati politici dimezzo mondo, Diego fu il principalepromotore di quell’impresa, convinse ilpresidente Lázaro Cárdenas e orga-nizzò viaggio e accoglienza, e il vecchioLeón, venne ospitato nella grande CasaAzul... Malgrado i sessant’anni di vitabruciata senza risparmio, Trotzkij con-servava intatta la voglia di affascinare eil desiderio di conquistare. A Frida nonsembrò patetico, al contrario: attrattaforse più dalla storia che il fondatore ecomandante supremo dell’ArmataRossa si lasciava alle spalle, gli permisedi sedurla e avvincerla con l’ardore degliideali traditi - dallo stalinismo - ma nonperduti, con l’irruenza dei suoi discorsiinterminabili, e addirittura con la tene-rezza delle sue lettere d’amore che lefaceva scivolare nei libri... e che ognitanto la stupivano, tra il divertito e l’in-trigato, per certe frasi decisamente“spinte”, degne di un adolescente inpiena tempesta ormonale ma che,

scritte da lui, superavano il confine traerotismo e pornografia. Per Frida, “elViejo León” la lusingava e inorgogliva,mettendola al centro dei suoi interessi,ma rappresentava anche il modo piùsottile per una rivalsa intima e tutta sua,una rappresaglia per il rapporto traDiego e Cristina: quale vendetta mi-gliore che farsi amare dall’attuale idolopolitico di Diego... e per giunta, usandoproprio la casa di Cristina, dove si in-contravano salvando le apparenze - an-che se quella singolare relazione era or-mai nota a tutti, Frida non voleva ferireapertamente l’amato Diego - e dove ciavrebbero lasciato per sempre nel dub-bio su quali rapporti i due avessero re-almente.Frida, dal corpo torturato, con la mor-fina a lenire il dolore fisico e la fiaschettadel brandy sempre a portata di mano,con le energie ormai ridotte a pura forzadi volontà, con le lunghe degenze aletto e sulla poltrona, Frida continuavaa dipingere e far impazzire di amore lepersone a cui si concedeva: cosa c’erain lei, da infondere nel cuore degli uo-mini amati - anche solo per un brevetempo – un’insopportabile sensazionedi vuoto quando decideva di lasciarli?Trotzkij, sessantenne, leggenda viventedi rivoluzionario e infaticabile agitatoremalgrado l’esilio, sentendosi dire daFrida che tra loro poteva esserci soltantoamicizia e ideali in comune, ma nonamore, sembrò smarrirsi e perdere ilsenso dei propri giorni, al punto che le

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vita sostenne che il suo anno di nascitaera il 1910: non lo faceva per ridursil’età, bensì per sancire che lei nascevamentre la Revolución scoppiava e tra-volgeva il vecchio mondo: la prima ri-voluzione del secolo e anche l’unica aessere capeggiata da eroi romantici vo-tati alla sconfitta che dichiaravano pa-lesemente di non aspirare al potere, larivoluzione che più d’ogni altra vedevacoinvolti i protagonisti della cultura ac-canto agli indios senza terra, agli ultimidegli ultimi... E a combattere in primafila, c’erano le donne messicane, le leg-gendarie soldaderas a cui Frida si ispiravaanche nel vestiario di ragazzina scape-strata - pantaloni, stivaletti e giubba dicuoio - quando, alle soglie dell’adole-scenza, faceva parte di una banda dimaschi che, considerando poi i destinifuturi di ciascuno, più che una pandilladi teppisti era un cenacolo di intellettualiprecoci. La sua fu una rivendicazione,un’identificazione totale con quella datafatidica che aveva mutato il corso dellastoria non solo messicana. Politica-mente, la Revolución fu una dolorosaserie di fallimenti e tradimenti, perché i“gattopardi” di sempre furono lesti a fin-gere cambiamenti di potere affinchénulla cambiasse davvero. Ma la rivolu-zione messicana ottenne ben altri suc-cessi, più profondi di quanto il miopemondo esterno potesse notare: fu unaventata di rinnovamento culturale scon-volgente, nulla rimase come prima nel-l’interpretazione dell’esistente, nell’arte,

nella letteratura, nei rapporti tra uominie donne, e se tra i primi produsse per-sonaggi come Diego Rivera, tra le se-conde diede vita a memorabili e folgo-ranti astri di eterna luminosità comeFrida Kahlo, rivelò una complessa emultiforme nazione a se stessa, riscat-tando i valori delle radici indigene ac-canto a quelli della modernità nella suaaccezione più positiva, recuperandotutto ciò che si era dimenticato e per-mettendo a donne come Frida - che eraunicama simile a tantissime altrettantoappassionate e agenti - di esprimere il“mondo nuovo che si portavano nelcuore” e diventare ciò che sarebbero di-ventate. Come ha scritto Carlos Fuentes,“nel 1910 il popolo messicano insorse edilagò su tutto il territorio nazionale, larivoluzione diede voce a un paese iso-lato, riconquistò per se stesso i doni in-visibili della lingua, del colore, della mu-sica, dell’arte popolare”. Di tutto questoFrida era figlia, e per tutto questo ci te-neva ad affermare che la sua vera nascitaera avvenuta nel 1910.

L’adesione al comunismo rispondeva aun ideale romantico, non certo a unastruttura di partito. Diego era addirit-tura “segretario generale” del Partito co-munista messicano, e quando si videaccusato di “prendere denaro e otteneremeriti dal governo borghese”, perché lesue opere murali venivano ovviamentepagate con denaro pubblico - confon-dendo ancora una volta le risorse della

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gli occhi aperti sul mondo per l’eternità.Clare Boothe, un’amica di Dorothy chevoleva un “quadro in omaggio alla po-verina”, quando lo vide ebbe un attaccoisterico: stava per distruggerlo a forbi-ciate, poi se ne sarebbe disfatta dichia-rando pubblicamente che lei non avevamai “commissionato” un simile obbro-brio. Essendo una persona che del Mes-sico non poteva capire nulla, tantomeno capì nulla di quel dipinto caricodi dolore condiviso, di comprensioneper chi aveva deciso di porre terminealla sofferenza divenuta insopportabile- e spettava a Dorothy decidere oltrequale limite cessare di tollerarla - quindimolto di più che un omaggio: una ma-nifestazione di profondo affetto daparte di una donna straordinariamentesensibile, così tanto da poter compren-dere cosa avesse provato Dorothy primae durante e addirittura dopo quel volodal grattacielo... la quiete e la serenità

a cui anche lei, Frida, pensava spesso,chiedendosi ogni giorno quale fosse illimite oltre il quale valesse la pena ab-bandonarsi tra le braccia della Pelona.

Perché Frida era così: “una bomba av-volta in un nastro di seta”, come la de-finì André Breton. Ribelle in ogni gestoe sovversiva in ogni pensiero, convulsi-vamente bella di una bellezza a moltiincomprensibile, Frida dalla voce pro-fonda e la risata dirompente, Frida dagliocchi perforanti, eternamente vivi, chenon si sono mai chiusi, che sono rimastifissi su di noi che la guardiamo negliautoritratti, perché, come ha “dipinto”sul Diario poco prima di quel 13 luglio1954, “Continuerò a scriverti con i mieiocchi. Sempre”.

[Tratto dal libro “Viva la vida!” di PinoCacucci per gentile concessione del-l’editore Giangiacomo Feltrinelli].

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scrisse una lettera di nove pagine scon-giurandola di non lasciarlo. Sembraval’implorazione di un ragazzo al primoamore infranto.Trotzkij, qualche anno più tardi, scam-perà miracolosamente a un attentatodi sicari stalinisti, per poi soccombereinfine sotto i colpi dell’agente infiltratoRamón Mercader. Oggi, nella Casa Azuldi Coyoacán, rimasta intatta come eranei giorni in cui lei vi viveva, osservandola miriade di ricordi legati alla lotta,agli ideali politici indissolubilmentelegati e mescolati a quelli culturali,sociali, artistici, la scritta “Viva Stalin”accanto agli eroi della Revolución, daEmiliano Zapata a Pancho Villa, e sa-pendo come lei sapeva che Stalin avevafatto assassinare Trotzkij, è facile, per ilvisitatore “straniero”, pensare a un’in-congruenza, a una contraddizione. Manon è così. Occorrerebbe innanzi tutticonoscere la mexicanidad, quell’armo-niosamente caotico miscuglio di senti-menti che uniscono le infinite differenzedelle popolazioni messicane, e conoscereFrida, cioè una donna appassionata checonservò per tutta la sua vita un idealeallo stato puro, un comunismo roman-tico, un anarchismo istintivo che puntavasu quanto di pulito e sincero potevaesserci nei simboli, cosciente che gliuomini sono immancabilmente riuscitia trasformare i sogni in incubi, e persinoquel “Viva Stalin” si può immaginarecome acuta provocazione in anni chevedevano il “simbolo Stalin” usato come

lo spauracchio dei benpensanti, e sefosse viva dedicherebbe un autoritrattoa Marcos come allora lo dedicò a Trotzkij,e noi, gli stranieri, continueremmo anon capire: eppure, non c’era contrad-dizione in Diego quando dipingevamurales a spese dello stato o accettavaun incarico dal Rockefeller Center diNew York e intanto protestava in primapersona contro la politica imperialistadegli Stati Uniti, e Frida lo capiva e ap-poggiava, perché le opere di DiegoRivera sarebbero rimaste immortali evisibili a tutti, non al chiuso dei museio delle collezioni private, ma in luoghipubblici, e mentre i governanti passanoe scompaiono, i poteri cambiano o crol-lano rovinosamente, le sue opere sonosempre lì, a narrarci i crimini e le con-quiste, le ingiustizie e le esaltanti rivolte,il cammino travagliato di un’umanitàdolente, gioiosa, disperata, sporadica-mente felice...Neanche Frida si sentiva in contraddi-zione accettando - pur raramente - didipingere un quadro su commissione,o su semplice richiesta, di qualche “riccoborghese statunitense”, ma lo faceva sesentiva un particolare coinvolgimento:come quando ritrasse “Il suicidio di Do-rothy Hale”, che volava da un gratta-cielo avvolta da nubi ovattate, quasi fos-sero un sollievo alle sue sofferenzeinteriori, e sul selciato rimaneva il suocorpo abbandonato, e il viso di una bel-lezza viva, finalmente serena, dallosguardo fisso su chi guarda il quadro,

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Ricami artigianali di San Cristobál de Las Casas, Chiapas

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dalle sequenze con Trotzkij, in realtàfocalizzate sul grande rivoluzionariorusso, Frida finisce nel mirino dellemacchine da presa soprattutto durantei suoi viaggi. Per buona parte degli anniTrenta la vediamo nei panni dell’esoticasignora Rivera e poi, sempre più, comeicona folk e logo riconoscibile della pro-pria arte: una figura inseparabile daipropri quadri e dai propri strumenti dilavoro (tavolozze, pennelli e cavallettiadattati alle sue particolari esigenze),ma anche dai propri vestiti e corsetti,indossati ed esibiti come fossero unvero costume di scena, dentro e fuoridal sacrario kitsch delle sue case di Cittàdel Messico. Quando è ormai diventatauna pittrice di successo, i filmati ci resti-tuiscono parentesi luminose e solo inapparenza serene di una solitudine in-quieta, occhi di ciclone e frammenti dinaufragio, alla deriva perchÈ scampatial progressivo ensimismamiento di unadonna inquieta, sempre più sofferentee tormentata, nel corpo e nell’anima.Questa galleria di fotogrammi con-forma un corpus cinematografico la-cunoso e quasi sempre rubricato nelsegno dell’eccentrico e periferico: sulloschermo Frida è rapidamente passatada decoro esotico del personaggioDiego a cornice kitsch della propriaopera. Essendo il cinema una questionedi superfici in movimento, non sor-prende che abbia faticato più della fo-tografia ad andare oltre il personaggioe ad inoltrarsi negli abissi interiori di

una figura dalla mobilità limitata e che,per giunta, passava gran parte del pro-prio tempo utile dipingendo a caval-letto.Questa difficoltà del linguaggio cine-matografico assume un’evidenza strut-turale e strutturante in quasi tutti i doc-umentari, ma ha influenzato e ispiratoanche molte scelte, sia compositive chedi sceneggiatura, dei film a soggetto sullasua vita e la sua opera, pieni di specchi edi tableaux vivants e movimenti dimacchina che provano ad animare, concarrelli e zoom, dettagli di foto e dipinti,o mirano a riprodurre e manipolare, coneffetti proiettivi e di sovraimpressione,frammenti del found footage. Foto equadri, per esempio, hanno sicuramenteispirato il trucco e condizionato le sceltedi recitazione sia di Ofelia Medina, cheha interpretato Frida nel 1984 per PaulLeduc, in Frida: naturaleza viva, sia diSalma Hayek, che nel 2002 ha forte-mente voluto il ruolo di Frida nell’omon-imo e popolarissimo film di Julie Taymor.A questo incantesimo dell’icona di Fridahanno potuto sottrarsi solo Andrea Fer-rari, che presta solo la voce alla pittricenel documentario La cinta que envuelveuna bomba, realizzato da Delgado nel2003, e, in modo diverso, varie Friduchasdel cinema di animazione: per esempioquella del corto Niòa Frida, di CarlosOjeda, 2007, realizzato, attorno all’ideadella metamorfosi del dolore in colore,per l’omonimo spettacolo di teatrodanza della compagnia spagnola Karlik;

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La fotografia e il cinema hanno docu-mentato e raccontato con modi e tempidiversi la vita e la pittura di Frida Kahlo,mostrandocela con i suoi vestiti, nellesue case e tra le sue cose. Comparati-vamente, le foto hanno avuto più pre-senza e più peso, influenzandola eorientando il suo lavoro artistico più alungo e con maggiore profondità. Daquesto punto di vista, Frida non è statasolo la figlia preferita di un fotografo,ma una figlia adottiva dell’arte e dellatecnica fotografiche, da lei trasformatein potenti strumenti di indagine fisicae psicologica. Il fotoritocco è alla basedella sua pennellata e la posa fotogra-fica e il dettaglio sono tra i canoni com-positivi più costanti non solo del suomodo di dipingere, ma anche del suoteatro interiore e del suo sguardo sulmondo. Il corpus delle foto che la rap-presentano è molto vario e ricco: Fridabambina, ritratti di famiglia, nudi diFrida, scatti dei suoi oggetti, dei suoianimali, dei suoi viaggi, dei suoi quadri,delle sue case, dei suoi amici, delle sue

degenze, della sua partecipazione adatti della vita politica e artistica, foto ri-toccate in vario modo, foto diagnostichee addirittura radiografie. Persino unodei suoi capolavori (il celebre e foto-grafatissimo Las dos Fridas) non soloha la logica di un fotomontaggio, matrova puntuale corrispondenza in unfotomontaggio (del padre), di analogosoggetto e titolo.

Con il cinema è diverso. Gli spezzonifilmati in cui Frida compare non sonomolti e documentano solo alcuni pas-saggi della sua vita: se prescindiamo

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Tres Fridas: pittura, fotografia e cinemaMaRCo CIPoLLoNIUNIVERSITÀ DI GENOVA

Frida Kahlo allo specchio

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Nelle composizioni di Fabiola Quezadala memoria artistica della sua terra as-sume un ruolo importante. Intantoemerge un’attenzione particolare per lafigura umana che era una peculiaritàdei muralisti messicani; di conseguenzasi ritrova in lei il recupero di certe fi-sionomie che sono prerogativa di unmondo fissato in un’area fisica e men-tale senza tempo. La mostra intitolata“Il corpo e l’anima”, che sarà ospitata

alla Commenda di Prè nel mese diagosto, è la testimonianza di comequesta artista trapiantata da molti anniin Europa viva compiutamente il sensodi quel ricordo da coniugare alle nuoverealtà con cui è venuta a contatto dopoaver lasciato la terra natale. E proprioper mantenere questo rapporto nonsolo affettivo ma anche visivo e mentaleFabiola ritorna frequentemente là doveha lasciato le radici culturali.

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oppure, dentro il film della Taymor, laFrida dell’incubo in stop motion realiz-zato dai Quay Brothers, o ancor piùquella dell’invasione di Gringolandia, vi-sualizzata dal film attraverso effetti difotomontaggio che includono spezzoniin bianco e nero e giocano col mito cin-ematografico dei cinerotocalchi e di KingKong.L’interpretazione di Ofelia Medina,corpo di Frida in un film senza dialoghi,rende omaggio al muto; quella di SalmaHayek, combinando in modo tecno-logicamente creativo risorse visive e di-aloghi, attualizza Frida riempiendo loschermo di risonanze (“Llorona” inter-pretato da Chavela Vargas, che di Fridafu frequentatrice ed intima amica); lavoce di Andrea Ferrari, trasformandoFrida in proiezione sonora delle sue let-tere e in eco delle sue dichiarazioni,restituisce al repertorio fotocinefo-tografico l’intera superficie delloschermo. Le tre interpretazioni, insiemeai fantasmi, ai mostri e agli esorcismimessi in campo dal cinema di ani-mazione, ci illustrano il complesso sis-tema circolatorio che rende consan-guinee non solo le celebri dos Fridas,

ma addirittura tre diverse Frida: quelladipinta, quella fotografata e quella fil-mata. Si tratta, come abbiamo detto, ditre donne in parte diverse, ma unite,proprio come accade in molti degli au-toritratti che punteggiano la produzionematura di Frida, dall’ombra sempre piùlunga di una dolorosa consapevolezza.Ritratti di autoritratti e rifrazioni di unapulsione analitica a tratti incontrollabile,perchè al tempo stesso feroce, disperatae crudele, le Fridas del cinema sono,ancor più dei loro pittorici modelli, deisofisticati e iperconsapevoli antenatidegli odierni “selfies”, nel senso chemoltiplicano proiettivamente il traumanarcisistico di un rapporto quotidiana-mente operativo, di confidenza mania-cale, di abitudine compulsiva e digrande familiarità sia con l’immaginedel proprio corpo che con lo sguardotecnologico, artificiale, indagatore estraniante dell’occhio meccanico chetale immagine scompone, decostruiscee cattura: l’io policentrico e dislocatodella grande artista si guarda e dalloschermo ci guarda sapendosi guardato,ma anche temendo di non essere ab-bastanza visibile, visto e ascoltato.

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Fabiola Quezada alla Commenda di PrèLUCIaNo CaPRILECRITICO D’ARTE

Mostra “Fabiola Quezada – Il corpo e l’anima”La mostra “Fabiola Quezada - il corpo e l’anima” si terrà a Genova, al

museoteatro della commenda di Prè (Piazza della commenda) e verrà

inaugurata venerdì 18 luglio alle ore 18.

rimarrà esposta fino al 31 agosto 2014.

Per maggiori informazioni:

museoteatro della commenda di Prè

Piazza della commenda - 16126 Genova

Tel. 010 2514760 / 010 2512435 / 010 5573681 (biglietteria)

fax 010 2543908

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di una rosa o l’abbacinante corona di ungirasole della nostra autrice suggeriscono,attraverso un particolare ingrandito, l’at-mosfera del momento in cui sono staticoncepiti condividendo l’emozione nar-rativa di chi li ha scelti come emblema di

un evento esistenziale. Così la ricercadell’anima si trasferisce dagli individuialla natura declinata da un’intuizione,favorita da un respiro di appartenenza aun destino comune. In questo contestoFabiola Quezada riesce a governare i

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L’approccio muralista è riscontrabilenell’immagine dei corpi che invade lascena con una potenza espressiva ac-centuata dalla sottolineatura di parti-colari anatomici che nella descrizioned’insieme tendono a trascurare il voltopoiché quest’ultimo assume un fortevalore espressivo quando si trasformain ritratto o quando sembra emergeredalla figura per imporre un significatodi accusa o di disperazione. Nei dipintila carne significa strazio e dolore: leparti anatomiche portate alla ribalta sifanno macchia narrativa, si impastanocon altre macchie per cogliere talora unmoto di astrazione che pare annullareogni impulso descrittivo. La metamor-fosi dei corpi coinvolge dunque i senti-menti diventandone una palpabile al-legoria.Anche la natura sembra intervenire erispondere a tali sollecitazioni emotivediventando lo specchio emblematico diuna simile situazione narrativa: i fioriraffigurati da Fabiola Quezada assorbono

le emozioni degli umani. D’altronde nonaveva forse affermato Cézanne che lemele ricorrenti nelle sue “nature morte”si atteggiavano come le modelle cheposavano per lui? Pertanto i carnosi petali

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Fabiola Quezada nasce a Temascalapa vicino a Città del Messico. Nel

1991 ottiene la laurea in amministrazione industriale al politecnico di Città

del Messico, contemporaneamente studia pittura con l’artista messicano

José Sirahuen e partecipa alle prime mostre collettive. Nel 1992 il lavoro e la

vita familiare la portano a stabilirsi in Europa. Dal 1999 studia all’accademia

di belle arti di Brera a Milano, dove approfondisce il tema del corpo nella

pittura e nella fotografia e dove si diploma in Pittura nel 2003. Vince il premio

Lissone 2004. Le sue opere fanno parte di collezioni d’arte pubbliche e

private in Italia e in Svizzera. Vive e lavora tra la Svizzera, l’Italia e il Messico.

Viento, 2007, olio su tela, 50x50 cm

Multizone-west, 2012, tecnica mista su tela, 40x40 cm

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gesti e i sentimenti con suadente armoniacomportandosi ora con chirurgica atten-zione nel sezionare, separare e riannodarele storie dei corpi o nel gestire i movimentidei petali; ora consegnando alla nostrasuggestione il risultato di una siffatta

operazione di scarnificazione e di dolore.E la Commenda di Prè, luogo emblem-atico di antiche partenze e di antichesofferenze, accoglie il corpo e l’animadei suoi interpreti per accendere una ri-flessione che ci compete.

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PremessaDa diversi anni Centro in Europa e Fon-dazione Casa America, presieduti daRoberto Speciale e diretti da CarlottaGualco, realizzano progetti dedicati al-l’integrazione dei cittadini migranti,nell’ambito della scuola1, dell’inclusionefinanziaria2, della sostenibilità ambien-tale3 e della sicurezza4 sul presuppostoche questi cittadini possano inserirsi almeglio nelle nostre società condividen-done diritti e responsabilità.

La “Campagna d’Informazione sui Diritti e Doveri del Cittadino migrante”Il Centro in Europa in collaborazionecon Fondazione Casa America hannorealizzato l’iniziativa “Campagna d’In-formazione sui Diritti e Doveri delCittadino migrante”, un’azione di na-tura trasversale che ha coinvolto ambiti

primari d’integrazione quali la salute,l’ambiente e la cultura. Obiettivo delprogetto, finanziato dalla FondazioneCarige, è stato quello di proporsi qualeazione pilota, da testarsi nel territoriogenovese e se del caso estendersi nel-l’ambito ligure o di altre regioni. Si èbasato sul dialogo con i cittadini mi-granti, sollecitati a proporre essi stessile modalità di una loro migliore inte-grazione nella nostra società.

SaluteL’obiettivo fondamentale di questo pro-getto è stato quello di migliorare la frui-zione dell’assistenza sanitaria da partedella popolazione straniera residente aGenova. Per i cittadini stranieri è ancheessenziale conoscere i propri diritti inmateria di assistenza sanitaria, anchealla luce delle più recenti normative,come l’Accordo “Indicazioni per la cor-retta applicazione della normativa perl’assistenza sanitaria alla popolazionestraniera da parte delle Regioni eProvince Autonome italiane”, sancito

Campagna d’Informazione sui Diritti e Doveri del Cittadino migrantea cura di CaRMEN BaRILE

Gran flor, 2009, acrilico su tela, 200x200 cm

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ambienteQuesto terzo progetto ha avuto comeoggetto l’ambiente e soprattutto la tu-tela delle condizioni di sostenibilità am-bientale, al fine di assicurare miglioricondizioni di vita nella dimensione ur-

bana. Il tema di base è stato incentivarel’educazione al riciclo dei materiali at-traverso una corretta gestione della rac-colta differenziata. L’azione si è indirizzata nello specificoai cittadini dell’UE, avendo già ottenutoprecedentemente esiti positivi da unprogetto analogo rivolto ai cittadini deglialtri Paesi del mondo presenti a Genova. La partecipazione dei cittadini europei,delle istituzioni locali, della Regione èstata utile al fine di promuovere il nuovopiano regionale sulla gestione dei rifiutie a sensibilizzare ulteriormente i cittadinialle dinamiche ambientali ed ecologiche.Attraverso un incontro di natura convi-viale sono state condivise informazionie confronti con le realtà di altri Paesi. Èstata esposta una mostra fotografica pro-mossa dall’Agenzia Europea per l’Am-biente sul tema del riciclo. L’esperienzasi è conclusa dopo una visita guidatapresso il centro di trattamento dei rifiutidi via Sardorella a Bolzaneto e alla Fab-brica del Riciclo.

Partner del progetto: Amiu

Note:1 Progetto “Nuovi cittadini, nuovi lavoratori”, edi-zione 2010 e 2011 rivolto agli studenti stranieridella scuola superiore2 Progetto “Edubank” (2012)3 Progetto “Insieme per la sostenibilità ambien-tale” (2013)4 Seminari di cultura latinoamericana destinatialle Forze dell’Ordine (2013)

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FRIDA KAHLO TRA MESSICO E ITALIA

dalla Conferenza Stato-Regioni il 20 di-cembre 2012.Il confronto diretto con i cittadini im-migrati ha attestato la conoscenza deiservizi offerti dalla sanità italiana, il li-vello di accessibilità dei servizi stessi, idiritti e le garanzie che ne derivano so-prattutto nell’ambito della realtà locale. Si è cercato di analizzare e verificarequale fosse la conoscenza effettiva deipresidi e dei servizi sanitari offerti a li-vello locale ai cittadini stranieri, qualifossero i rischi e le patologie diffuse sulterritorio e quale potesse esserne la pre-venzione e la cura. Questa azione ini-ziale, svolta in forma dialogica, è statautile al fine di individuare proposte dimiglioramento dei servizi e di aiuto di-retto ai cittadini immigrati.Fra tali proposte, la previsione di ulterioristrumenti informativi, quali brochure sin-tetiche ed immediate, l’organizzazionedi incontri di in/formazione, la realizza-zione di video illustrativi finalizzati aduna “alfabetizzazione medica”, educandoanche alla prevenzione personale.Partner del progetto: Assessorato regio-nale alla Sanità e ASL3 Genova, Scuoladi Scienze Mediche e Farmaceutichedell’Università di Genova, mediatori lin-guistici e culturali.

Cultura Nel lungo percorso che conduce il cit-tadino immigrato verso un processo dipiena integrazione non può mancarel’aspetto culturale.

L’obiettivo del progetto in questione èstato quello di promuovere e valorizzareil patrimonio culturale, artistico e storicopresente nella realtà genovese. Realtànella quale, per diverse ragioni, i citta-dini immigrati non riescono spesso asentirsi partecipi. Dopo vari incontri preliminari con i mi-granti in cui sono stati esposti gli obiet-tivi del nostro progetto e sono stateavanzate le prime proposte di miglio-ramento sulla fruizione dei beni cultu-rali della città è stato realizzato un mo-mento di dialogo tra i cittadini migrantied alcuni rappresentanti dell’offerta cul-turale genovese, nel quale è stato illu-strato lo scenario culturale, monumen-tale, storico- artistico di riferimento edè stato diffuso del materiale illustrativo. In seguito sono state effettuate dellesperimentazioni di tour guidati in giroper la città, attuate attraverso una poli-tica tariffaria di agevolazione sugli in-gressi. Non è stato proposto il solito“giro turistico”, ma si è voluto scom-mettere, grazie alla collaborazione dienti locali, Comune e Regione sul van-taggio di rendere più accessibile la frui-zione di questi beni incentivandone lapartecipazione dei cittadini: divulgaree promuovere il patrimonio locale at-traverso un passaparola naturale creaacculturazione, interesse e partecipa-zione diretta.

Partner del progetto: Direzione Cultura delComune di Genova, Regione Liguria.

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Autostrada del Sol, Guerrero

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Il programma “Pueblos Mágicos”, svilup-pato dal Ministero del Turismo messicanoinsieme alle autorità locali, ha come ob-biettivo promuovere diversi siti che dasempre fanno parte dell’immaginariocollettivo del Messico e, al contempo,rappresentano nuove e diverse alterna-tive di viaggio per i visitatori messicani estranieri. Tra i più noti degli oltre ottanta“Pueblos Mágicos” si trovano: San Cri-stobal de las Casas, Taxco, Patzcuaro, Te-poztlán, Bernal e Real de Catorce.Inoltre, il turismo di sole e spiaggia inMessico non ha pari al mondo. Contasu un’ottima infrastruttura, sia sulla co-sta del Pacifico, che ai Caraibi, per fare

solo alcuni nomi, Los Cabos, PuertoVallarta, Ixtapa, e sui Caraibi: Cancun,Playa del Carmen e la “Riviera Maya”.

Da non dimenticare l’ottima cucinamessicana che, per la sua ricchezza diingredienti e per la cultura insita in essa,è stata dichiarata patrimonio intangibiledell’umanità dall’UNESCO. Last but notleast, grazie ad una grande tradizionenel servizio turistico, la popolazione ac-coglie con stima e piacere gli stranieri,in tal senso il Messico non ha paragoni.Come sicuramente possono testimo-niare gli oltre 150,000 turisti italiani chevisitano il paese ogni anno.

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alcuni dati: Nome ufficiale: Stati Uniti MessicaniCapitale: Città del MessicoSuperficie: 1 972 550 km2Popolazione: 118,2 milioni di abitanti Lingua ufficiale: SpagnoloMoneta: Peso (MX$16,87 = €1,00)Forma di governo: Repubblica FederaleCapo di Stato e di Governo: Enrique PeñaNieto (1° dicembre 2012)

Il Messico è una grande potenza turi-stica, riceve circa 22 milioni di visitatoristranieri all’anno. Si trova tra le 10 piùimportanti mete turistiche al mondo equesto non è cambiato negli ultimianni. Ciò si deve al fatto che il Messicoha un’offerta turistica unica perchécombina storia, arte e bellezze naturalicon un’infrastruttura di ottima qualitàed eccellente accoglienza. Il Messico ha grandi attrazioni come i sitiarcheologici di diverse culture tra le piùconosciute la teotihuacana, l’azteca e lamaya. Noi messicani siamo consci dellanostra storia che viene valorizzata attra-

verso grandi musei che riescono a tra-smettere perfettamente la sua grandezza. Inoltre, si può conoscere il periodo co-loniale attraverso i “Pueblos Mágicos”(Paesi Magici) che, per la loro bellezzae mistero, sono molto apprezzati dalturismo europeo e mondiale. Un “Pue-blo Mágico” è un posto con particolariattributi simbolici, leggende, storia, inuna parola: MAGIA in tutte le sue ma-nifestazioni socio-culturali.

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Messico grande potenza turisticaaMBaSCIata DEL MESSICo IN ItaLIa

Pueblo mágico, Cuetzalan

Vista di Acapulco, Guerrero

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NEL MESE DI MAGGIO 2014