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Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA .................................... 2 1.1. Il quadro normativo nazionale e regionale .................................................. 2 1.2. Il rapporto ambientale del PUG di Corigliano D’Otranto ............................ 3 2. IL PIANO URBANISTICO GENERALE 2012 ............................................. 3 2.1. Il processo del piano e le sue competenze ................................................. 3 3. LA SITUAZIONE AMBIENTALE ................................................................ 4 3.1. I contenuti del Rapporto ambientale ........................................................... 4 3.2. Principali criticità delle matrici ambientali .................................................... 5 3.2.1 Qualità dell’aria ......................................................................................... 5 3.2.2. Acqua ....................................................................................................... 6 3.2.3 Consumo di suolo ..................................................................................... 7 3.2.4 Beni storico-culturali in aree extraurbane ................................................ 10 3.2.5 Natura e biodiversità ............................................................................... 12 3.2.6 Aree percorse dal fuoco .......................................................................... 14 3.2.7 Energia: produzione di energia da fonti rinnovabili ................................. 15 3.2.8 Agricoltura: aziende agricole e SAU ....................................................... 15 3.2.10 Turismo ................................................................................................. 16 3.2.11 Rifiuti ..................................................................................................... 17 4 IL PIANO: DAGLI OBIETTIVI GENERALI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI E LE MODALITA’ DI AZIONE ............................................................................ 19 4.1 Riferimenti, articolazioni e disciplina del piano .......................................... 20 4.2 La forma del Piano .................................................................................... 21 4.3 L’articolazione del territorio comunale ...................................................... 21 4.4 L’apparato normativo del piano ................................................................. 22 4.5 I meccanismi attuativi del piano ................................................................ 23 5 LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ ........................................ 24 5.1 Scenario di riferimento e scenario di piano ............................................... 24 5.2 La coerenza .............................................................................................. 25 5.2.1 La coerenza esterna .............................................................................. 25 5.2.2 Coerenza esterna - Strategia europea per lo sviluppo sostenibile ......... 26 5.2.3 Coerenza esterna - Piani e programmi sovraordinati ............................. 30 5.2.4 La coerenza interna ............................................................................... 95 6 IL MONITORAGGIO .............................................................................. 113 6.1 Struttura e funzionalità del monitoraggio ...................................................... 113 6.2 Il monitoraggio del Contesto ....................................................................... 115 6.3 Il monitoraggio del Piano ........................................................................... 115 6.4 Lo schema operativo ................................................................................. 117
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1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA La Valutazione ambientale strategica rappresenta uno strumento per l’integrazione delle
considerazioni ambientali nella programmazione, sotto la guida del principio di precauzione, per
sviluppare la comprensione degli effetti ambientali di piani e programmi, per incrementare i
livelli di razionalità decisionale, e per favorire iter trasparenti e partecipati, coerentemente con
gli obiettivi di sviluppo sostenibile interventi delineati con le strategie di Lisbona e di Goteborg.
La procedura è dunque orientata a fornire elementi conoscitivi e valutativi per la formulazione
delle decisioni definitive del piano o programma e consente di documentare le ragioni poste a
fondamento delle scelte strategiche, sotto il profilo della garanzia e della coerenza delle stesse
con le caratteristiche e lo stato dell’ambiente.
1.1. Il quadro normativo nazionale e regionale
La direttiva 2001/42/CE relativa alla valutazione ambientale dei Piani e Programmi è stata
recepita a livello nazionale con il Dlgs 152/2006 e le sue successive modificazioni. L’ultimo
atto, oggi vigente, di tali modificazioni è costituito dal Dlgs 4/2008, che stabilisce contenuti e
procedure anche per la valutazione ambientale dei Piani e programmi (VAS). Detto decreto
costituisce formalmente il recepimento della direttiva 2001/42/CE.
L’applicazione della VAS al PUG di Corigliano d’Otranto fa riferimento alla norma nazionale. La
Regione Puglia infatti si attiene alla puntuale applicazione di suddetta normativa, inoltre
attraverso la circolare 1/2008 individua l’autorità competente prevista dal Dlgs 4/20083 e fissa
le modalità di svolgimento del processo di VAS secondo sei fasi:
- scoping, che prevede la consultazione dei soggetti con competenze ambientali ai fini della
definizione delle informazioni necessarie all’ elaborazione del Rapporto ambientale che deve
descrivere i presumibili effetti sull’ambiente;
- lo svolgimento di consultazioni sulla bozza del piano e sul relativo Rapporto Ambientale,
coinvolgendo sia i soggetti con competenze ambientali che il pubblico nelle sue diverse
aricolazioni, ai fini della definizione e della condivisione dei contenuti del piano;
- la valutazione del Piano, del Rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni. L’istruttoria
sull’insieme dei documenti elaborati deve consentire una valutazione attendibile dei possibili
effetti ambientali del Piano, in modo da consentire la decisione in merito agli obiettivi di
sostenibilità ambientale, e indirettamente anche economica e sociale, delle trasformazioni;
- l’espressione di un parere motivato da parte dell’autorità competente per la VAS, soggetto
terzo rispetto al pianificatore, che svolge una funzione dialettica di rappresentanza degli
interessi ambientali nella formazione del Piano. Tale parere costituisce il risultato della
istruttoria tecnica di cui al punto precedente e risulta determinante per l’approvazione del
Piano;
- l’informazione sulla decisione, a partire dalla dichiarazione di sintesi che accompagna
l’approvazione del piano, deve esplicitare le motivazioni sottese alle scelte, gli effetti ambientali
attesi dalle azioni previste e il sistema di monitoraggio necessario a verificare, nella successiva
fase di attuazione, che gli obiettivi vengano realmente conseguiti. Deve anche prevedere,
qualora gli obiettivi attesi non fossero conseguiti, meccanismi di retroazione sui contenuti del
Piano al fine di riorientarne gli effetti;
- il monitoraggio, è lo strumento con il quale dovranno essere seguiti nel tempo gli effetti della
attuazione del Piano. Il progetto di monitoraggio comprende l’indicazione dei soggetti, delle
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modalità di costruzione e misura degli indicatori, le modalità di informazione e coinvolgimento
del pubblico nella interpretazione dei risultati e la frequenza con la quale effettuarlo, stabilendo
in tal modo la circolarità del processo di pianificazione.
1.2. Il rapporto ambientale del PUG di Corigliano D’Otranto
I contenuti del Rapporto ambientale sono definiti nell’allegato VI al Dlg 4/2008: ad essi il
presente Rapporto ambientale si rifà nella forma e nella sostanza, anche secondo i contenuti
seguenti:
• l’illustrazione dell’impostazione del Piano e dei principi generali di riferimento;
• la descrizione, rispetto alla scala e alle competenze del Piano, dello stato delle diverse
componenti ambientali, delle probabili tendenze e le criticità;
• l’esplicitazione del sistema degli obiettivi di carattere generale e il passaggio agli obiettivi
specifici, calibrati tenendo conto delle criticità ambientali rilevate e della loro articolazione
territoriale, anche attraverso la valutazione degli scenari possibili in assenza del Piano;
• l’illustrazione delle azioni del Piano, accompagnata delle valutazioni che hanno guidato la
scelta delle azioni proposte;
• la stima degli effetti attesi e della loro coerenza con gli obiettivi generali e specifici assunti
(coerenza interna) e con gli obiettivi ambientali dei piani e programmi sovraordinati e degli altri
piani che si collocano sul medesimo territorio (coerenze esterna);
• descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio, compreso il sistema degli
indicatori, la periodicità dei rapporti e le forme di retroazione da adottare nell’eventualità che gli
obiettivi non siano raggiunti;
• la redazione di una “Sintesi non tecnica” finalizzata a far comprendere con semplicità ma con
rigore i contenuti del Piano e della relativa valutazione ambientale ad un largo pubblico, in
modo da favorire la partecipazione attiva alla definizione del Piano da parte delle collettività coinvolte.
2. IL PIANO URBANISTICO GENERALE 2012 2.1. Il processo del piano e le sue competenze
Dopo l’approvazione dell’Atto di Indirizzo, con Delibera dalla Giunta Municipale n. 78 del
14.06.2007, la redazione per il Piano Urbanistico Generale del Comune di Corigliano d’Otranto
ha avuto una prima formalizzazione con l’adozione del Documento Programmatico Preliminare
per il PUG e del documento di scoping, avvenuta con Del. CC n. 24 del 20.07.2009.
Il DPP di Corigliano d’Otranto rappresenta il documento del PUG che contiene il Sistema delle
Conoscenze, i Quadri Interpretativi, i risultati dell’attività di partecipazione della comunità alla
produzione delle conoscenze e alla individuazione delle problematiche da affrontare, nonché la
definizione degli obiettivi e una prima indicazione delle azioni da promuovere nel PUG. Durante
la fase di elaborazione del DPP, una Conferenza di Copianificazione intermedia, finalizzata alla
condivisione del sistema delle conoscenze, tenutasi il 25.02.09, ha consentito il confronto e la
verifica del Sistema delle conoscenze in elaborazione e la sua stesura in veste compiuta già
all’interno del DPP.
A seguito dell’adozione del DPP, la Seconda Conferenza di Copianificazione, tenutasi il
14.01.2010, ha consentito il confronto e il perfezionamento della metodologia per la
elaborazione dell’adeguamento al PUTT/P. Ha consentito inoltre di mettere a punto le proposte
progettuali in riferimento agli interventi sul sistema infrastrutturale, nonché a verificare in via
preliminare la coerenza con i contenuti del DRAG – Indirizzi, criteri e orientamenti per la
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formazione, il dimensionamento e il contenuto per i PUG e con il PTCP della Provincia di
Lecce.
La elaborazione del PUG ha comportato la ridefinizione in chiave progettuale dei Quadri
Interpretativi del DPP stesso, alla luce di una più dettagliata articolazione degli obiettivi generali
e alla loro ponderazione in riferimento allo stato di fatto e di diritto del territorio derivante dalle
condizioni dalle discipline sovraordinate e dalla pianificazione locale previgente.
In particolare le Invarianti strutturali individuate nei Quadri Interpretativi sono state ridefinite
anche alla luce delle nuove informazioni rese disponibili dalla Carta Idrogeomorfologica
dell’Autorità di Bacino della Puglia, dai dati forniti a seguito dell’apertura del tavolo tecnico con
la stessa AdB ai fini della condivisione delle nuove perimetrazioni del Piano stralcio per
l’Assetto Idrogeologico, della approvazione del Piano di Tutela delle Acque, nonché in funzione
della definizione progettuale delle invarianti infrastrutturali e della stessa idea complessiva di
città e di territorio per lo sviluppo sostenibile di Corigliano d’Otranto.
Inoltre le articolazioni in Contesti Rurali e Urbani effettuate dal DPP sono state ridefinite e
sintetizzate in fase di costruzione del PUG, compatibilmente con i caratteri connotativi, le
risorse e le criticità individuate, anche al fine di costruire una disciplina urbanistica di tutela e
uso del territorio più snella, equa e facilmente applicabile.
In conclusione, il Documento Programmatico Preliminare per il PUG costituisce parte integrante
del PUG stesso, rappresentandone:
- il documento di costruzione del Sistema delle Conoscenze;
- il documento di costruzione dei Quadri interpretativi, intesi quale prima definizione delle
Invarianti Strutturali e dei Contesti Territoriali, di definizione dei problemi e delle questioni
emergenti nel territorio comunale;
- il documento di testimonianza delle attività partecipative condotte durante la elaborazione
del DPP stesso, finalizzate all’ascolto dei bisogni, delle esigenze e dei desideri della
comunità locale, nonché a fornire un contributo alla definizione del sistema delle
conoscenze, arricchendo con i saperi locali i saperi tecnici;
- il documento di definizione degli obiettivi progettuali derivanti dall’Atto di Indirizzo, dal
Sistema delle Conoscenze, dai Quadri Interpretativi, dalle attività partecipative.
Il PUG di Corigliano d’Otranto disciplina le trasformazioni fisiche e funzionali di rilevanza
urbanistica, ambientale, paesistica dell'intero territorio comunale; le Norme Tecniche di
Attuazione costituiscono la disciplina generale urbanistica di Piano Regolatore Generale, ai
sensi della L 1150/42 e sue integrazioni, e di Piano Urbanistico Generale, ai sensi della LR
Puglia n. 20 del 27/07/2001, nonché del Documento Regionale di Assetto Generale - DRAG
“Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani
Urbanistici Generali”, approvato con Delibera di Giunta Regionale n.1328 del 3/08/2007.
3. LA SITUAZIONE AMBIENTALE 3.1. I contenuti del Rapporto ambientale
L'analisi ambientale necessaria alla redazione della Valutazione Ambientale Strategica del
PUG di Corigliano D’Otranto prende in considerazione tutte le componenti ambientali
selezionando, nel riconoscimento del loro stato e delle loro tendenze, gli aspetti direttamente
coinvolti nelle trasformazioni urbanistiche del Piano .
L'analisi riprende quindi, a partire dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente dell’ARPA Puglia
del 2009, gli elementi di specifico interesse per il PUG. Rimane naturalmente il problema della
completezza e attendibilità dei dati, soprattutto con riferimento alla loro disponibilità o
popolabilità alla scala comunale.
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Nel presente Rapporto l’analisi delle variabili ambientali segue il modello logico PSR (Pressioni-
Stato-Risposte) proposto dall’OCSE, sviluppato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA5),
adottato dall’ APAT6, per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo
ambientale.
Nel modello PSR adottato gli indicatori ambientali sono articolati in:
- indicatori di pressione (Pressure): gli effetti delle diverse attività umane che costituiscono fonti
di pressione sulle componenti ambientali;
- indicatori di stato (State): stato quantitativo e qualitativo delle diverse componenti
ambientali, tendenze che le contraddistinguono, criticità;
- indicatori di risposta (Response): misure intraprese per evitare/ridurre gli effetti e migliorare lo
stato dell’ambiente.
Tale metodologia di valutazione tiene ovviamente conto dei contenuti specifici del PUG e
pertanto gli indicatori sono stati selezionati in via prioritaria interrogandosi sulla criticità delle
varie componenti ambientali e sulle potenzialità del Piano nel contribuire a superarle.
3.2. Principali criticità delle matrici ambientali
3.2.1 Qualità dell’aria
QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI (fonte RSA 2009) Arpa Puglia
SUBTEMATICA NOME FONTE
Qualità dell’aria
CO ARPA Puglia
PM2.5 ARPA Puglia
NO2 ARPA Puglia
O3 ARPA Puglia Emissioni in
atmosfera
Andamento delle
emissioni di CO2
ARPA-IN.EM.AR.
Allo stato attuale, la stazione di rilevamento dell’Arpa di Maglie in via Montegrappa risulta la più
vicina al centro urbano di Corigliano d’Otranto, situata a distanza di circa 6 Km e in grado di
monitorare i livelli di CO, PM2.5, NO2, O3, SO2. Si sono pertanto assunti i valori ad essa riferiti
ai fini della popolabilità di una parte degli indicatori coinvolti. Non risulta possibile popolare gli
indicatori riferiti al PM10 ed al benzene poiché le stazioni in grado di rilevare tale inquinante
(Santa Barbara a Galatina e Lecce) risultano situate a eccessiva distanza dal centro urbano di
Corigliano (rispettivamente 18 e 25 Km), anche se a livello regionale questi due inquinanti non
hanno determinato criticità di tipo diffuso.
Monossido di carbonio (CO)
Il valore massimo raggiunto dal monossido di carbonio (CO), sostanza gassosa che si forma
per combustione incompleta di materiale organico, ad esempio nei motori degli autoveicoli e nei
processi industriali, non ha mai superato nel 2011 il valore limite di 10mg/m (media mobile 8h
giornaliera).
PM2.5
La direttiva comunitaria 2008/50/CE, di prossimo recepimento nella legislazione nazionale, ha
fissato un valore obiettivo di 25 µg/m3 da raggiungere entro il 1° gennaio 2010 per questo
inquinante, insieme di particelle, originate da sorgenti antropiche e naturali con diametro
aerodinamico inferiore a 2,5 µm (10-6 m). Entro il 1° gennaio 2015 gli Stati Membri dovranno
invece rispettare il valore obiettivo di 20 µg/m3. I rilevamenti non hanno mai superato nel 2011
il valore obiettivo più stringente di 20 µg/m.
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Biossido di azoto (NO2)
Gas tossico che si forma nelle combustioni ad alta temperatura. Sue principali sorgenti sono i
motori a scoppio, gli impianti termici, le centrali termoelettriche. I rilevamenti hanno registrato in
tutto il corso del 2011 valori molto al di sotto del valore massimo giornaliero di 200µg/m³ .
Ozono(O3)
Sostanza non emessa direttamente in atmosfera, si forma per reazione tra altri inquinanti,
principalmente NO2 e idrocarburi, in presenza di radiazione solare.
Il livello massimo registrato non ha mai superato nel 2011 il valore limite di 180µg/m³.
Emissioni in atmosfera: CO2
Nel 2007 le emissioni di CO2 a Corigliano sono state stimate in 14,91 Kt, rientrando dunque nel
range più basso della scala regionale.
Non è stato possibile reperire una serie storica riferita all’emissione di CO2 pertanto si assume
il dato 2007 come riferimento per il monitoraggio.
I trasporti su strada, con un valore percentuale del 77% ed il riscaldamento con il 20%,
coprono quasi l’intero comparto emissivo, suggerendo in modo chiaro i settori sui quali far leva
per la costruzione di politiche di abbattimento per le emissioni di CO2.
3.2.2. Acqua La regione Puglia ha predisposto ed attivato il sistema di monitoraggio dei corpi idrici
sotterranei con il quale si è provveduto alla definizione della loro qualità ambientale. Il PTA
riporta i risultati del suddetto monitoraggio in generale aggregati per acquiferi sotterranei
principali (Tavoliere, Murgia, arco Ionico e Salento). Per l’acquifero del Salento l’obiettivo per il
2015 è il raggiungimento dello stato qualitativo in classe 2, per lo stato quantitativo la classe B.
La diffusione dei dati del progetto Tiziano della Regione Puglia consentirebbe una lettura alla
scala dei territori comunali circa lo stato dei corpi idrici sotterranei e le influenze di natura
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antropica sugli stessi; risulterebbe inoltre un valido strumento per la fase successiva di
monitoraggio della VAS.
L’acquifero del Salento risulta POTENZIALMENTE VULNERABILE DA NITRATI in quanto nel
corso del monitoraggio sono stati rilevati valori di guardia attorno ai 40 mg/l di Nitrati (NO3) nel
33% dei siti monitorati e nel 7% dei siti indagati risultano essere già fuori norma.
Non essendo dunque vulnerato da nitrati, non risulta essere soggetto alle misure di protezione
del Piano di Tutela delle Acque né al Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati in
attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento
provocato da nitrati provenienti da fonti agricole.
3.2.3 Consumo di suolo Il trend del consumo di suolo è stato valutato a partire dalle seguenti fonti cartografiche:
- IGM 1949, rapporto 1:25.000
- Rilievo aerofotogrammetrico 1987, rapporto 1:5000
- Carta Tecnica Regionale 2006, rapporto 1:5000
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Nel 1949 l’armatura infrastrutturale fa da supporto all’insediamento sparso, che forma un’ampia
corona circolare attorno al centro urbano e lungo la serra. Il centro urbano al 1949 si espande
per piccole aggiunte attorno al nucleo antico e occupa all’incirca 31 ettari.
Nel 1987 si compie il processo di infrastrutturazione del territorio: l’ammodernamento della SS
16e la realizzazione della SP 367, in rilevato, che taglia il territorio a est della serra, e realizza
un complesso nodo infrastrutturale nei pressi dell’ingresso alla città. Prosegue il processo di
perforazione insediativa nelle campagne, anche con materiali nuovi, come i capannoni
artigianali. Grazie alle lottizzazioni degli anni ’60 e ’70 e poi alla approvazione del PdF, la città
subisce una rilevante espansione verso la ferrovia e verso Cutrofiano e Galatina, con impianti a
maglia regolare diversamente edificati, e al piede e sul versante della serra verso nord. In un
intervallo di tempo di soli 35 anni, dal 1949 al 1987 l’agglomerato urbano è cresciuto del 330%
circa, occupando un’area di 104 ettari, a fronte di un aumento della popolazione di alcune
centinaia di abitanti.
A circa venti anni di distanza, le trasformazioni del sistema insediativo evidenziano la
consistente presenza delle tipologie specialistiche produttive, i capannoni, localizzati
preferenzialmente lungo l’asse attrattore della SS. 16, all’interno e all’esterno delle aree
tipizzate dal PdF. Anche in altre aree del territorio comunale e nella città sia pur declinati in
termini urbani, i “grandi oggetti” sono i principali materiali della nuova espansione: agli anni ’80
risalgono le realizzazioni della “167”, del palazzetto dello sport (mai completato),
dell’ampliamento della stabilimento di acque minerali. Le prime due operazioni costituiscono
anche varianti al PdF.
Negli anni successivi le trasformazioni del territorio aperto sono con evidenza consistenti e
nella duplice direzione del rafforzamento dell’insediamento lineare lungo la SS 16 che
raggiunge al 2006 un’estensione complessiva di circa 35 ha, e della diffusione insediativa in
un’ampia fascia periurbana, soprattutto lungo la via per Cutrofiano e sulla serra a sud
dell’abitato; si osserva inoltre la progressiva perforazione insediativa dell’area dei seminativi a
sud.
L’insediamento urbano è, in sostanza, fermo per quanto riguarda l’espansione, attestandosi a
135 ha di suolo consumato; le trasformazioni avvengono nella direzione della saturazione delle
maglie residue del PdF, a fronte di una rilevante dinamica nell’extraurbano.
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Si riportano di seguito i valori del consumo di suolo dell’agglomerato urbano e delle aree
produttive riferite agli anni 1949, 1987 e 2006 e i valori medi di consumo di suolo della provincia
di Lecce elaborati da ARPA Puglia nella Relazione sullo stato dell’ambiente 2009 (TABELLA1).
TABELLA 1
Centro urbano Aree produttive
ha ha/ha tot ha ha/ha tot
1949 31 1,11% - -
1987 104 3,71% - -
2006 135 4,8% 35 1,25%
Media
provinciale(1)
10,06 % 0,79%
(1) Relazione sullo stato dell’ambiente 2009 dell’ARPA Puglia
La tabella 2 si riferisce invece al consumo di suolo ad opera delle nuove urbanizzazioni
secondo la metodologia delle Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali
Strategiche dei piani e programmi della VAS del PPTR, al fine di individuare una serie di
indicatori utili nella successiva fase di monitoraggio per quel che attiene la tematica paesaggio.
La differenza sostanziale nei valori complessivi di consumo di suolo rispetto alla tabella 1 sono
soprattutto imputabili alle superfici della dispersione insediativa, delle reti infrastrutturali e delle
attività estrattive non contemplati o computati a parte dalla Relazione sullo stato dell’ambiente
dell’ARPA Puglia 2009.
TABELLA 2
%superfici urbanizzate su superfici totali (2)
Ha ha/ha tot
2006 Corigliano d’Otranto 875 ha (3) 31,2%
2006 Tavoliere Salentino 13,9%
(2) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle
Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010)
(3) Valutati sulla base dell’uso del suolo 2006 Regione Puglia secondo i codici 1 del livello 1 del CLC, riferiti al territorio
comunale di Corigliano d’Otranto.
TABELLA 3
%superfici urbanizzate su superfici totali (4)
n° edifici
extraurbani
Rapporto edifici extraurbani/superficie territoriale totale
2006 2962(5) 1,05
2006 Tavoliere Salentino 137.088 (4) 1,26 (4) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010) (5) Valutati sulla base della CTR 2006 Regione Puglia considerando gli edifici sparsi + insediamenti discontinui + aree produttive inferiori a 2 ha nel territorio extraurbano. Quest’ultimo è stato individuato in parte sulla base delle indicazioni di cui alla nota 4, ma attraverso una lettura in negativo di quelli che il piano ha considerato come territori urbani. Si precisa inoltre che 815 dei 2962 edifici sparsi risalgono al 1949 e che 2047 dei 2962 risultano avere una superficie coperta inferiore a 50 mq. Ciò in ragione della convinzione che tale metodo di misurazione restituisce un dato distorto, nonostante inferiore alla media riferita all’ambito di paesaggio di appartenenza del Tavoliere Salentino, in quanto moltissimi edifici sparsi risultano essere piccole costruzioni rurali non abitabili, senza servizi e privi di impatti sull’ambiente e sul paesaggio. Al contrario, spesso ne costituiscono la cifra (costruzioni in pietra a secco come pagghiare e furni). A titolo esemplificativo, nel caso specifico del comune di Corigliano d’Otranto, sottraendo al dato complessivo gli edifici sparsi con superficie inferiore a mq 50, il numero si riduce di 1/3.
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3.2.4 Beni storico-culturali in aree extraurbane1
La Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia approvata con DGR N. 1787 del 28.11.2006 ha
recensito per il territorio comunale di Corigliano d’Otranto tre beni storico-culturali in aree
extraurbane: si riferiscono all’area archeologica della Necropoli di Padulano (foglio 27 particella
114, vincolo archeologico ai sensi dell’Art.4 della L 1089/39, nota n. 7365 dell’1/6/1988 della
Soprintendenza Archeologica della Puglia) e a due aree di interesse archeologico relative a un
probabile insediamento messapico di età arcaica, databile attorno al VI sec), sulla serra a nord
dell’abitato; due dolmen, in contrada “Plao”, lungo la strada vecchia per Maglie.
In sede di primi adempimenti del PUTT approvati con Del CC n.41 del 26/11/2003 vengono
individuati sette beni storico-culturali in aree extraurbane, corrispondenti alle Segnalazioni
Architettoniche degli Ambiti Territoriali Distinti, in particolare:
- Cappella Madonna degli Angeli
- Masseria Caracciolo
- Masseria Chiecci
- Masseria Cicchella
- Masseria Madonna della Vergine
- Masseria Torre Cumirri
- Parco Pozzelle
Il PUG2012 ha costruito il sistema delle Invarianti del sistema del patrimonio storico-culturale,
individuando in ambito extraurbano:
1 quarantacinque beni architettonici diffusi (elementi areali):
- Masseria APPIDE’
- Masseria AVARISTE
- Masseria BAFARI
- Masseria BARROTTA
- Masseria BUIA
- Masseria CAGGIULA
- Masseria CARACCIOLO
- Masseria CASE O RUDERI GERVASI
- Masseria CATALANO
- Masseria CATALDO
- Masseria CHIECCI
- Masseria CICCHELLA
- Masseria COSTA
- Masseria CUTINA
- Masseria DEGLI ANGELI
- Masseria DEL FEUDO
- Masseria DELLA VERGINE
- Masseria MAGLIESE
- Masseria MENELEO
- Masseria MONTANO
- Masseria MORTARO
1 Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle
Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010)
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- Masseria PADULANO DI SOPRA
- Masseria PADULANO DI SOTTO
- Masseria PALOMBARO
- Masseria POGGIO REALE
- Masseria POZZELLE
- Masseria SANT’ELIA
- Masseria SCHIATTARICHI
- Masseria SIPARI
- Masseria TORRE CUMIRRI
- Masseria VECCHIA PESCHIULLI
- Masseria Zara
- Cappella MADONNA DEGLI ANGELI
- Casa ARGRICÒ
- Casa BRIAMO
- Casa COCCALUTO (ex Masseria Dello Leo)
- Casa DONNELLA
- Casa MASSERONE
- Casa MONTAGNA
- Casa PANARÈ
- Casa SAMI
- Casa SICAMINE
- Casino FEUDO GRANDE
- Casino PIRAZZO
- Serbatoio AQP
2 un’area archeologica e due aree di interesse archeologico (elementi areali):
- la Necropoli di Padulano (foglio 27 particella 114, vincolo archeologico ai sensi dell’Art.4
della L 1089/39, nota n. 7365 dell’1/6/1988 della Soprintendenza Archeologica della
Puglia);
- due aree di interesse archeologico relative a un probabile insediamento messapico di età
arcaica, databile attorno al VI sec, sulla serra a nord dell’abitato; due dolmen, in contrada
“Plao”, lungo la strada vecchia per Maglie;
3 gli elementi di attrezzamento storico del territorio:
- trecentosessanta tra pagghiare e furni (beni puntuali)
- muri a secco (elementi lineari)
- tracciati viari storici (elementi lineari)
- le pozzelle (elementi areali)
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3.2.5 Natura e biodiversità
Beni storico culturali in aree extraurbane
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Principali aspetti naturalistici2
Nonostante in tutto il Salento centrale non vi sia la presenza di aree naturali riconosciute e
protette, e nonostante la profonda vocazione colturale diffusa nell’area, il territorio di Corigliano,
presenta ancora degli interessanti lembi di ambienti naturali e semi-naturali di notevole valore
naturalistico.
L’aspetto più importante è rappresentato dalle fitocenosi a dominanza erbacea (prati-pascoli) in
cui localmente si osserva l’ingresso di specie arbustive, generalmente pulvinanti (timo arbustivo
ad esempio) che segnano il caratteristico passaggio alla fisionomia di gariga. Tali comunità,
particolarmente diffuse nel settore settentrionale della serra a confine col territorio di Soleto,
rivestono un grande valore in termini conservativi, riconosciuto anche a livello istituzionale, in
quanto tipologia di habitat inclusa nell’Allegato I direttiva 92/43/CEE. In particolare i prati-
pascoli del territorio sono riferibili alla tipologia di habitat classificato come prioritario
nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE e indicato con il codice 6220* (Percorsi sub-steppici di
graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea). Il valore naturalistico ed ecositemico di
tali formazioni è legato inoltre alla funzione di habitat di specie, in senso lato, che esse
rivestono per importanti specie di avifauna di notevole interesse conservativo, in particolare di
specie legate agli ambienti aperti (rapaci diurni, gruppo degli alaudidi). Tali ambienti sono
frequentati da rettili quali lo splendido colubro leopardino (Elaphe situla).
Un altro aspetto di rilievo del territorio è rappresentato da piccoli lembi di boschi e formazioni di
macchia alta a dominanza di leccio (Quercus ilex). Nonostante l’aspetto residuale di tali
formazioni forestali, i nuclei boschivi in esame rivestono una grande importanza, sia perché
testimonianza tangibile dell’originaria foresta sempreverde che rivestiva l’area, sia perché
anche tali formazioni sono incluse nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE (codice 9340).
Questi ambienti rappresentano inoltre un’area di rifugio per numerose specie ornitiche di
piccola taglia quali i sedentari verzellino (Serinus serinus), cardellino (Carduelis carduelis),
occhiocotto (Sylvia melanocephala), capinera (Sylvia atricapilla), cinciallegra (Parus major),
merlo (Turdus merula) e gli svernanti tordo bottaccio (Turdus philomelos), fringuello (Fringilla
coelebs). Tra gli estivanti si ricordano invece la tortora (Streptopelia turtus) e il rigogolo (Oriolus
oriolus). Tra i mammiferi legati a tali ambienti la faina (Martes foina) e l’ubiquitaria volpe
(Vulpes vulpes).
Un interessante protocollo approvato di recente dalla regione Puglia e finalizzato allo sviluppo
della tartuficoltura in Salento, da concretizzarsi mediante interventi di micorizzazione volti a
migliorare e ad incrementare l’attitudine tartufigena dei boschi salentini, conferiscono un
ulteriore valore aggiunto al residuale patrimonio forestale del territorio di Corigliano.
Il valore di biodiversità del territorio si manifesta anche nella presenza di esemplari sparsi e di
piccoli nuclei di altre essenze forestali quali il bagolaro (Celtis australis) e altre tre specie
quercine caducifoglie, il farnetto, la quercia virgiliana e la vallonea, presente con un esemplare
maestoso nel centro storico, altri rarissimi esemplari di Quercus macrolepis si rinvengono sulla
serra di Soleto, appena al di fuori dei confini del territorio comunale.
L’indicatore utile a quantificare il numero e la superficie di habitat CORINE Biotopes presenti
in Puglia rinviene dalla Carta della Natura elaborata dall’ISPRA in collaborazione con l’ARPA
PUGLIA. La disponibilità cartografica della carta consentirà non solo una precisazione
dell’individuazione degli aspetti naturalistici su scala comunale, ma consentirà anche di
ottenere dati confrontabili utili nella fase di monitoraggio.
2 DPP approvato con Del. CC n. 24 del 20.07.2009.
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3.2.6 Aree percorse dal fuoco
Il territorio comunale non presenta aree percorse dal fuoco negli anni che vanno dal 2000 al
2008.
Mappa delle aree percorse dagli incendi. Fonte: Corpo Forestale dello Stato. Dato aggiornato al 10.09.2009
Carta delle risorse della naturalità: leccete, vegetazione naturale, pseudo steppe e pascoli
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3.2.7 Energia: produzione di energia da fonti rinnovabili
Il territorio comunale è interessato al 2009
solo da impianti fotovoltaici.
Se ne contano venti (dati disponibili per gli
anni 2008-2009), sviluppano una potenza
complessiva di 7500 KW circa e occupano
circa 66 ettari di suolo. Tutti gli impianti
sono caratterizzati da una potenza che
non supera mai i 1000 KW.
Rispetto al dato regionale riferito al 2009
(fonte RSA 2009 dell’ARPA Puglia) la
produzione complessiva di energia
fotovoltaica è ancora molto bassa (6,25
kw per ettaro contro i 49,4 kw per ettaro
regionali).
Non sono disponibili dati disaggregati a
livello comunale circa i consumi energetici
totali, per settore merceologico e per
categoria di utilizzatori. Tali dati
consentirebbero la costruzione
dell’indicatore sull’efficienza energetica del
comune attraverso il rapporto tra consumi
energetici e PIL, utile anche nella fase
successiva di monitoraggio.
3.2.8 Agricoltura: aziende agricole e SAU
Sulla base di un metodo combinato di foto
interpretazione e sopralluoghi di campo è stata
elaborata una descrizione dell’uso del suolo che
analizza la situazione colturale del territorio di
Corigliano al 2005.
Di seguito si riportano i valori percentuali riscontrati
nelle varie classi di destinazione d’uso individuate:
frutteti: 0,2 %
incolti: 9.3%
uliveti 9.8%
pascoli: 10,2%
indirizzo misto: 25,5 %
seminativi: 28.6%
lecceta: 0,9%
altra vegetazione spontanea: 0,1%
vigneti: 0,4%
Le 480 aziende agricole di Corigliano d’Otranto outilizzano l’88% circa della superficie
disponibile, con una dimensione media aziendale di 2,37 ettari di superficie agricola totale e 2,1
Impianti fotovoltaici nel territorio comunale di Corigliano d’Otranto (anni 2008-2009)
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ettari di superficie agricola utilizzata (SAU3). La superficie agricola totale ammonta a 1007,01
ettari pari al 36% della superficie del territorio comunale.
Nonostante parte della popolazione leccese sia dedita all'attività agricola, il settore concorre
solo per il 3,1% alla formazione del valore aggiunto provinciale, intendendo per valore aggiunto
la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche
produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati (materie prime e
ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive).
A Corigliano la superficie agricola totale viene utilizzata per l’88.68% di cui circa il 60% a
seminativi, il 39% a coltivazioni legnose agrarie e meno dell’1% a prati permanenti e prati
pascoli. Il restante 11,32% viene impiegato solo per lo 0,35% da colture boschive e il 10,97%
da altre superfici. Tra i seminativi l’80,85% delle aree è coltivato a cereali, l’8,24% a coltivazioni
orticole e il restante 10,9% a coltivazioni foraggiere avvicendate. La quota parte maggiore delle
coltivazioni legnose agrarie è rappresentata dall’olivo (94,17%), la vite e i frutteti non
raggiungono il 3%, mentre gli agrumi superano di poco lo 0,5% del totale.
3.2.10 Turismo
A Corigliano d’Otranto si registrano 6.104 arrivi e 18.422 presenze, tra turisti italiani e stranieri
nel 2010.
La crescita del settore da un lato contribuisce positivamente allo sviluppo socio-economico,
dall’altro può generare impatti sull’ambiente. Le condizioni di criticità ambientale sono
determinate dal consumo di risorse energetiche, idriche, e di territorio (suolo, vegetazione, etc.)
e dalle pressioni generate sull’aria, sui rifiuti, sull’ambiente marino costiero, sul suolo, sul
paesaggio. E’ pur vero che Crigliano non essendo centro costiero, soffre meno la pressione
esercitata dalla stagionalità del fenomeno turistico.
In Puglia, come nel resto d’Italia, la stagionalità è una delle caratteristiche principali del
fenomeno turistico.
Gli indicatori di pressione ambientale sono in grado di monitorare il carico del turismo sul
territorio, le pressioni e gli impatti esercitati sull'ambiente. Il rapporto "numero degli arrivi per
popolazione residente" rappresenta il peso del turismo sulle dimensioni urbane, mentre il
rapporto "presenze per popolazione residente" offre l'idea dello sforzo sopportato dal territorio e
dalle sue strutture in termini di surplus di servizi e di infrastrutture (trasporti,approvvigionamento
3 Superficie Agricola Utilizzata (SAU): insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto; costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole.
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idrico e alimentare, smaltimento di acque reflue e di rifiuti, strutture per il tempo libero)
necessario a colmare la differenza del numero di residenti dovuta alla fluttuazione stagionale
delle presenze.
INTENSITA’ TURISTICA
Popolazione residente
(2010)
Arrivi
(2010)
Arrivi/abitanti
(2010)
Presenze
(2010)
Presenze /abitanti
(2010)
5.889 6.104 0.96 18.422 3,13
Il rapporto arrivi/abitanti risulta allineato con il dato provinciale alla stessa data, mentre il
rapporto presenze/abitanti mostra un valore pari a 3,13 contro 5,1 del dato provinciale.
3.2.11 Rifiuti
Corigliano d’Otranto fa parte dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) Le 2, che comprende i
seguenti comuni: Alezio, Andrano, Aradeo, Bagnolo del Salento, Botrugno, Cannole,
Carpignano Salentino, Castrignano de' Greci, Castro, Collepasso, Corigliano d'Otranto, Cursi,
Cutrofiano, Diso, Galatina, Galatone, Gallipoli, Giuggianello, Giurdignano, Maglie, Martano,
Melpignano, Minervino di Lecce, Muro Leccese, ò ,Neviano, Nociglia, Ortelle, Otranto,
Palmariggi, Poggiardo, San Cassiano, Sanarica, Sannicola, Santa Cesarea Terme, Scorrano,
Seclì, Sogliano Cavour, Soleto, Spongano, Sternatia, Supersano, Surano, Tuglie, Uggiano la
Chiesa, Zollino.
Obiettivi del piano d’Ambito: pianificazione e programmazione
Il piano d’Ambito ha intenzione di attivare nel primo periodo di attuazione del PO FESR 2007-
2013:
- interventi di miglioramento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti
inquinati
- potenziamento e ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata
- realizzazione di impianti di compostaggio
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- potenziamento della rete impiantistica dedicata al trattamento e valorizzazione delle frazioni
rivenienti dalla raccolta differenziata. Completamento della dotazione impiantistica di base
per il trattamento della frazione residuale dei rifiuti urbani
- bonifica di siti di interesse nazionale e regionale inquinati
- azioni di informazione.
Nel medio periodo ha intenzione di avviare azioni di pianificazione relativi alla realizzazione di
impianti di compostaggio e isole ecologiche informatizzate in ognuno dei comuni dell’ATO.
Dotazione impiantistica
L’ATO è dotata di un impianto complesso di trattamento RSU residuali da raccolta differenziata
(selezione, biostabilizzazione a Poggiardo e discarica servizio-soccorso nel comune di
Corigliano d’Otranto) e un impianto di produzione CDR localizzato nel comune di Cavallino.
Produzione di RU e raccolta differenziata
Nel 2011 il comune di Corigliano d’Otranto ha prodotto RSU per un totale di 2.243.735,00 Kg,
di cui il 29,98 differenziata. Negli anni precedenti la percentuale di raccolta differenziata sul
totale è stata di un punto percentuale circa più bassa e comunque piuttosto distante
dall’obiettivo nazionale (Testo Unico Ambientale) del 65% entro il 2012, mentre la produzione di
rifiuti pro-capite/anno per il 2011 risulta pari a kg 381 da portare a 300 kg pro-capite/anno
fissati dal V Programma comunitario d’Azione Ambientale.
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4 IL PIANO: DAGLI OBIETTIVI GENERALI AGLI OBIETTIVI SPECIFICI E LE MODALITA’ DI AZIONE
Il PUG 2012, in coerenza con gli strumenti di pianificazione e programmazione sovraordinati,
persegue le seguenti finalità generali:
a) la tutela e la valorizzazione ambientale e paesaggistica, da perseguire attraverso la
cura della risorsa naturale “acqua”; l’utilizzazione e la produzione dell’energia da fonti
rinnovabili; la conoscenza, il monitoraggio, la salvaguardia, la riqualificazione e la
messa in valore dei beni culturali e del paesaggio, con particolare riferimento al
patrimonio rurale;
b) il miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano, da perseguire
attraverso: la riqualificazione e valorizzazione del tessuto edilizio esistente;
l’integrazione sociale delle diverse etnie presenti sul territorio; la realizzazione di
edilizia economica e popolare al fine di rispondere alle esigenze abitative; il
potenziamento, il miglioramento, la valorizzazione e la nuova individuazione di spazi
per aggregazione sociale e di partecipazione alla vita cittadina;
c) lo sviluppo socio-economico, da perseguire attraverso: l’ampliamento, il miglioramento e
la razionalizzazione delle aree produttive lungo la SS. 16; la valorizzazione della
cultura e delle tradizioni locali; il potenziamento e la valorizzazione delle iniziative a
turistiche a carattere ecocompatibile.
Il PUG 2012 persegue tali finalità, seguendo criteri di equità, economicità, efficacia, pubblicità e
semplificazione dell'azione amministrativa, nel rispetto dei principi della massima
partecipazione e trasparenza e della sostenibilità, della qualità urbana e della perequazione
urbanistica nel quadro della legislazione vigente.
Il PUG, ai sensi dell’Art. 9 della LR 20/2001 e degli Indirizzi del DRAG, articola i contenuti
progettuali in “previsioni strutturali” e in “previsioni programmatiche”.
Le “previsioni strutturali” sono oggetto della parte strutturale del PUG (PUG/S) che definisce gli
obiettivi e la disciplina di salvaguardia e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio,
indica le scelte di assetto di medio-lungo periodo a partire dai contesti territoriali individuati e
detta indirizzi e direttive per le previsioni programmatiche e per la pianificazione attuativa.
Le “previsioni programmatiche” sono oggetto della parte programmatica del PUG (PUG/P) che
contiene gli obiettivi specifici e la disciplina delle trasformazioni diffuse delle componenti
territoriali non disciplinate dal PUG/S, nonché degli interventi di trasformazione territoriale,
coerenti con il livello strutturale e realizzabili nel breve-medio periodo. Per le previsioni
programmatiche da realizzarsi tramite attuazione indiretta, il PUG/P ne stabilisce il termine di
validità, compreso tra i cinque e i dieci anni, entro il quale va sottoscritta la relativa convenzione
urbanistica, pena la decadenza della previsione.
La disciplina del PUG 2012 si esprime attraverso indirizzi, direttive e prescrizioni.
Gli indirizzi, sono intesi come disposizioni che il PUG/S fornisce per la definizione della
disciplina del PUG/P ai fini della tutela, della gestione sostenibile, della riqualificazione e la
trasformazione del territorio nonché per il corretto inserimento paesaggistico delle azioni di
trasformazione.
Le direttive sono intese come disposizioni alle quali è obbligatorio attenersi nella formazione del
PUG/P e degli strumenti attuativi del piano. Le direttive sono dettate dal PUG/S e dal PUG/P in
coerenza con eventuali indirizzi forniti dal PUG/S.
Le prescrizioni sono disposizioni cogenti, direttamente vincolanti e conformative della proprietà
privata, relativamente agli usi e alle trasformazioni urbanistico-edilizie degli immobili e delle
aree. Le prescrizioni si esprimono nei modi e nelle forme stabilite nel presente Titolo ed hanno
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ad oggetto i temi di cui al successivo Art. I.6, comma 3. Le prescrizioni relative alle Invarianti
strutturali, di cui alla Parte Seconda, Titolo III delle presenti norme, sono oggetto del PUG/S. Le
prescrizioni relative alle altre componenti del territorio sono oggetto della disciplina del PUG/P.
La conformazione della proprietà è progressiva. Essa ha inizio con le previsioni del PUG/S e si
completa con la disciplina urbanistica generale di PUG/P nel caso di interventi ad attuazione
diretta, con la disciplina di PUE nel caso di interventi ad attuazione indiretta.
4.1 Riferimenti, articolazioni e disciplina del piano
Il PUG 2012, formato ai sensi della legislazione nazionale e regionale vigenti, è redatto in
coerenza con il Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Indirizzi, criteri e
orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali
(PUG), approvato con DGR n.1328 del 03.08.2007, nonché con gli indirizzi, le direttive e le
prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce, approvato con
DCP n. 75 del 24.10.2008.
Il complesso delle prescrizioni normative del PUG deriva, oltre che dal dettato degli strumenti
di pianificazione o di settore sovraordinati, anche dall’Atto di Indirizzo per la formazione del
PUG, approvato con Delibera di Giunta n. 78 del 14.06.2007, dal Documento Programmatico
Preliminare adottato dal Consiglio Comunale il 20.07.2009 e successivamente pubblicato,
nonché dall’insieme delle conoscenze raccolte e sistematizzate nel Sistema delle
Conoscenze e nei Quadri Interpretativi e dai criteri definiti nel Rapporto Ambientale della
VAS.
Il PUG 2012 regola le trasformazioni di cui dettando indirizzi e prescrizioni progettuali e
procedimentali che, nel loro insieme, costituiscono la disciplina di piano e riguardano:
a) caratteristiche fisiche (quantitative e qualitative) delle trasformazioni;
b) caratteristiche funzionali (destinazioni e modalità d'uso) dell'elemento trasformato;
c) requisiti prestazionali dell'elemento trasformato;
d) prerequisiti del territorio per l'assorbimento degli effetti urbanistici, ambientali,
paesaggistici e delle trasformazioni sul contesto territoriale;
e) soddisfacimento degli standard di legge;
f) modalità di attuazione delle trasformazioni.
La disciplina del PUG 2012, sia per quanto riguarda le disposizioni strutturali del PUG/S sia per
quanto riguarda le disposizioni programmatiche del PUG/P, è strutturata sull’articolazione del
territorio comunale in Contesti territoriali e Invarianti strutturali di cui al DRAG. In particolare, i
Contesti sono distinti tra Contesti rurali e Contesti urbani; le Invarianti strutturali sono
considerate appartenenti al Sistema naturalistico-ambientale o al Sistema del patrimonio
storico-culturale, o al Sistema della mobilità, delle reti tecnologiche e degli impianti, o al
Sistema delle dotazioni urbane e territoriali. Per i Contesti territoriali il PUG/S fissa obiettivi e
prestazioni, da perseguirsi attraverso disposizioni strutturali e disposizioni programmatiche ed
individua al loro interno gli Ambiti di trasformazione, la cui attivazione per Comparti e la cui
disciplina è definita dal PUG/P in coerenza le specifiche indicazioni del PUG/S; per le Invarianti
strutturali il PUG/S definisce direttamente la disciplina.
Il PUG 2012 individua all’interno dei Contesti rurali e dei Contesti urbani, oltre alle Invarianti
strutturali, le altre componenti che non costituiscono invarianti strutturali le quali sono oggetto
delle disposizioni del PUG/P.
Le componenti, individuate negli elaborati grafici, sono disciplinate rispettivamente dal PUG/S o
dal PUG/P e costituiscono zonizzazione urbanistica, ambientale e paesaggistica dell'intero
territorio comunale.
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4.2 La forma del Piano
Si intende per forma piano la modalità con la quale il piano articola, formula ed organizza la
propria disciplina in funzione delle proprie intenzioni progettuali in riferimento allo stato di fatto e
di diritto delle diverse porzioni del territorio, tenendo conto delle diverse disposizioni
sovraordinate, utilizzando diverse modalità attuative e tecniche di piano. Allo scopo di illustrare
la forma piano del PUG 2012 si descrivono di seguito dell’articolazione del territorio comunale
assunta dal piano per le disposizioni strutturali e per le disposizioni programmatiche, gli
elaborati del piano e la struttura dell’apparato normativo, i meccanismi attuativi adottati.
4.3 L’articolazione del territorio comunale
Il PUG 2012 è composto, in ossequio agli indirizzi del DRAG per la formazione dei Piani
Urbanistici Generali (PUG), di previsioni e disposizioni strutturali e di previsioni e disposizioni
programmatiche.
La disciplina del PUG 2012, sia per quanto riguarda le disposizioni strutturali del PUG/S sia per
quanto riguarda le disposizioni programmatiche del PUG/P, è strutturata sull’articolazione del
territorio comunale in Contesti territoriali ed Invarianti strutturali la cui individuazione sul
territorio è contenuto fondamentale del PUG/S. Mentre i Contesti, che ricomprendono al loro
interno componenti diversi dello spazio (spazi aperti, edificato, infrastrutture, etc), consento di
interpretare e valutare le condizioni ambientali, insediative e relazionali complessive delle varie
porzioni del territorio comunale, si prestano a individuare obiettivi ed intenzioni progettuali cui
orientare la disciplina urbanistica degli elementi che li compongono, le Invarianti strutturali, che
riguardano i singoli oggetti per le quali è scontata l’intenzione progettuale della conservazione e
della tutela o della salvaguardia, possono e devono essere oggetto di disciplina
immediatamente applicabile.
In relazione a questa interpretazione del significato nella forma del piano dei Contesti e delle
Invarianti, il PUG 2012 nel PUG/S individua planimetricamente i Contesti e li fa oggetto di
indirizzi e direttive per la successiva definizione, da parte del PUG/P, della disciplina
urbanistica del territorio in essi ricompreso; individua poi planimetricamente le Invarianti e le
disciplina.
Allo scopo di formulare e comunicare in modo più significativo ed efficace i contenuti di cui
sopra e di orientare la definizione della disciplina urbanistica, il PUG/S articola i Contesti in
rurali ed urbani per identificarne, fin da subito ed in modo sintetico, il carattere di appartenenza
allo spazio rurale o allo spazio urbano; il PUG/S analogamente classifica le Invarianti in
riferimento alla loro appartenenza al Sistema naturalistico-ambientale, al Sistema del
patrimonio storico-culturale, al Sistema della mobilità, delle reti tecnologiche e degli impianti e
del Sistema delle dotazioni urbane e territoriali.
Il contenuto progettuale del PUG/S si esprime, a livello di insieme, attraverso le previsioni che
riguardano il progetto di Rete ecologica ed il progetto della mobilità e, soprattutto, attraverso la
individuazione di tre Progetti strategici: “Mezzaluna verde”, “Mezzaluna urbana”, “Porta urbana
orientale”. Per la attivazione ed attuazione di detti progetti, del progetto della mobilità nonché
per rispondere alle esigenze di sviluppo della città, il PUG/S individua gli Ambiti di
trasformazione come porzioni di contesto urbano trasformabili attraverso un processo di
programmazione e definizione della disciplina urbanistica affidato al PUG/P e che il PUG/S
stesso orienta attraverso apposite schede (le Schede d’Ambito di trasformazione); queste
ultime prevedono l’individuazione da parte del PUG/P di comparti unitari da sottoporre ad
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attuazione indiretta tramite PUE, la applicazione di criteri perequativi e di incentivi per la
sostenibilità ambientale e la qualità degli interventi.
Allo scopo di definire la disciplina urbanistica del territorio non ricompreso nelle Invarianti
strutturali disciplinate dal PUG/S, il PUG/P articola i Contesti, sia rurali che urbani, in
componenti oggetto appunto di detta disciplina. Le principali componenti dei Contesti rurali
sono l’Area agricola, l’Insediato sparso esistente, la Nuova edificazione. Le componenti dei
Contesti urbani, oggetto di specifica disciplina, prevalentemente ad attuazione diretta, sono i
Tessuti, articolati in rapporto al Contesto di appartenenza, ed i Comparti, ciascuno dei quali
sottoposto ad attuazione indiretta unitaria, e definito articolando gli Ambiti di trasformazione
secondo gli indirizzi e le direttive del PUG/S; essi sono oggetto di disciplina urbanistica
generale per la formazione dei relativi PUE.
4.4 L’apparato normativo del piano
La Relazione generale e le Norme tecniche d’attuazione del Piano hanno ad oggetto
contemporaneamente sia il PUG/S che il PUG/P per motivi di sostanziale unicità e continuità
delle disposizioni strutturali e programmatiche del Piano.
Le carte previsionali e cioè la Carta delle previsioni strutturali e la Carta delle previsioni
programmatiche, ambedue composte da tre planimetrie in rapp. 1:5.000 sono distinte a causa
del loro diverso contenuto.
Le disposizioni del PUG/S per essere adeguatamente rappresentate hanno richiesto la
elaborazione di altre Carte, in rapp. 1:10.000, dedicate, oltre che all’adeguamento al PUTT/P,
alla Rete ecologica (Carta della Rete ecologica) ed al paesaggio (Carta per la qualità
paesaggistica del territorio); queste ultime necessarie per applicare quei contenuti della
disciplina di piano orientati a favorire la qualità ecologica e paesaggistica.
Sia le disposizioni del PUG/S sia quelle del PUG/P relative alla disciplina dei suoli sottoposti
alle previsioni più trasformative, sono espresse in particolare nelle Schede d’Ambito e nelle
Schede di Comparto, raccolte nei due repertori rispettivmente del PUG/S (Repertorio delle
Schede degli Ambiti di trasformazione) e del PUG/P (Repertorio delle Schede dei Comparti di
trasformazione).
Il contenuto dei due tipi di Schede è in stretta relazione. In particolare quello della Scheda
d’Ambito, del PUG/S, è strettamente propedeutico al contenuto della Scheda di Comparto,
definita dal PUG/P. in effetti la Scheda d’Ambito contiene obiettivi relativi al paesaggio, agli
aspetti insediativi, alle reti infrastrutturali, agli spazi e ai servizi pubblici cui vanno finalizzate le
previsioni del PUG/P e la relativa disciplina. Contiene inoltre i criteri per la definizione dei
Comparti, le grandezze urbanistiche da applicarsi e le destinazioni d’uso da prevedersi nella
definizione in sede di PUG/P della disciplina urbanistica per la formazione del PUE. Contenuto
essenziale delle Schede d’Ambito è l’attribuzione, alle varie porzioni dell’Ambito, tenendo conto
della destinazione pregressa di Programma di Fabbricazione, degli Indici di utilizzazione
territoriale perequati (UtP) da attribuirsi ai suoli ricompresi nei Comparti.
In continuità con la Scheda d’Ambito, la Scheda di Comparto del PUG/P contiene
l’articolazione in Comparti dell’Ambito di trasformazione di appartenenza e, per i Comparti di cui
è prevista l’attivazione, le disposizioni normative e grafiche necessarie alla formazione dei
PUE. La Scheda è composta da due fogli, dei quali il primo grafico, con lo Schema d’assetto
morfologico-funzionale e l’Indirizzo per la configurazione spaziale estesi all’intero Ambito. Lo
Schema indica, con valore di direttiva per il futuro PUE, l’organizzazione spaziale e la
distribuzione degli spazi aperti e delle Aree di concentrazione delle quantità edificatorie, le linee
di continuità della rete della mobilità e della Rete ecologica. Il secondo foglio, di testo, contiene
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una breve descrizione dello stato di fatto, i principali obiettivi di assetto in coerenza con quelli
d’Ambito definiti dal PUG/S; contiene inoltre, con valore prescrittivo per il PUE, i parametri
urbanistici, ivi compresi gli UtP fissati nella Scheda d’Ambito da applicarsi anche ai fini
perequativi per individuare le quantità edificatorie attribuite alla proprietà, le quantità edificatorie
eventualmente accoglibili per trasferimento di compensazioni o per edilizia residenziale
pubblica, le quantità edificatorie riconosciute come premialità per l’accoglienza, ovvero per la
qualità del progetto, le quantità edificatorie disponibili per compensare l’assunzione di impegni
per la realizzazione di opere extrastandard. La Scheda contiene inoltre la gamma delle
destinazioni d’uso ammesse, le prescrizioni relative alla cessione di aree per standard, agli
impegni relativi alle opere di urbanizzazione secondaria, nonché a prescrizioni particolari da far
oggetto della convenzione urbanistica.
L’apparato normativo è articolato in tre Parti, ciascuna suddivisa in Titoli a loro volta divisi in
Capi; le prime due dedicate alle disposizioni di PUG/S, la terza alle disposizioni del PUG/P.
La Prima parte contiene disposizioni generali per il PUG e fornisce, nei tre Titoli che la
compongono, la definizione di tutti gli elementi utilizzati per la costruzione della disciplina di
piano e da utilizzare nella sua gestione: dai parametri urbanistici, alla classificazione degli usi,
dalle categorie di intervento alle modalità attuative.
La Seconda parte contiene le disposizioni del PUG/S relative agli indirizzi e alle direttive per i
Contesti territoriali rurali ed urbani; contiene inoltre la disciplina delle Invarianti strutturali e gli
indirizzi e direttive per gli Ambiti di trasformazione.
La Terza parte contiene le disposizioni di PUG/P che consistono nella disciplina delle
componenti dei Contesti rurali, di quelli urbani, nonché di quelle di progetto dei Sistemi.
4.5 I meccanismi attuativi del piano
Il Piano prevede di utilizzare i tradizionali meccanismi attuativi diretto e indiretto, accompagnati
da alcune prescrizioni atte a favorirne una applicazione corretta ed efficace. In particolare il
Piano utilizza, accanto all’Attuazione diretta semplice, l’Attuazione diretta condizionata nel caso
della necessità di condizionare l’atto abilitativo di un intervento all’approvazione, in sede
tecnica, di un progetto di sistemazione unitaria di insieme, allo scopo di assicurare il corretto
inserimento dell’intervento nel contesto architettonico e ambientale, ovvero all’impegno, da
parte degli interessati, al completamento di opere di urbanizzazione primaria.
Per quanto riguarda l’Attuazione indiretta, cioè tramite PUE, cui sono assoggettati tutti i
Comparti programmati dal PUG/P per dare attuazione agli Ambiti di trasformazione individuati
dal PUG/S, il Piano ne precisa una utilizzazione particolarmente assistita dal PUG/P, il quale è
ricco di indicazioni, attraverso le Schede dei Comparti, di indicazioni e di suggerimenti circa i
contenuti del futuro PUE e della convenzione relativa.
Il PUG 2012 prevede anche, per un caso specifico e cioè per l’Ambito di riorganizzazione
dell’ingresso alla città, la possibilità di far ricorso all’Attuazione indiretta condizionata a
procedura selettiva che consiste nel condizionare l’inserimento di una previsione di
trasformazione nel PUG/P, alla selezione, attraverso un procedimento concorsuale, di un
assetto urbanistico scelto tra proposte diverse sia per suoli impegnati, che per soluzioni
progettuali, che per soggetti operatori, come quello più conveniente e rispondente al
perseguimento degli obiettivi di pubblico interesse posti a base del procedimento concorsuale.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
24
5 LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITA’ 5.1 Scenario di riferimento e scenario di piano
Lo scenario di riferimento in assenza di piano può essere riferito alle risposte evidenziate nel
paragrafo 5.2.3 del rapporto, con riferimento alle diverse componenti ambientali, regolamentate
dagli altri piani e programmi vigenti, in larga parte riferiti alla scala regionale e provinciale e
pertanto poco sensibili alle specificità locali del territorio comunale e privi di strategie di
raccordo.
Uno scenario così delineato presuppone pertanto esiti non solo parziali ma anche la probabile
generazione di potenzialità di conflitto.
Nell’arco temporale di validità del PUG2012 ci si attende un miglioramento della qualità dell’aria
e una riduzione dei consumi energetici complessivi grazie alle azioni per la mobilità urbana, per
l’edilizia sostenibile residenziale e per le attività produttive. Allo stesso modo le azioni sullo
spazio rurale e quello urbano, con riferimento alla chiusura del ciclo delle acque, alla
realizzazione di reti per la mobilità dolce, all’incentivazione di pratiche agricole estensive
perseguono obiettivi di tutela dei corpi idrici sotterranei sia in termini di preservazione della
risorsa acqua, sia in termini di tutela qualitativa.
L’attuazione delle previsioni programmatiche con riferimento alle trasformazioni propriamente
urbanistiche sono tese da una parte a ridurre dall’altra a gestire il consumo di suolo, con
l’obiettivo specifico di arrestare il meccanismo delle frequenti realizzazioni in variante agli
strumenti previgenti (con riferimento alle aree produttive), prive di qualità ecologica e
paesaggistica, gettando le basi per l’avvio di una progettazione sostenibile non solo della
componente edificata ma anche dello spazio urbano. Si rimanda a tal proposito al Repertorio
delle Schede degli Ambiti di Trasformazione PUG/S.2 e al Repertorio delle Schede dei
Comparti PUG/P.2.
La disciplina delle invarianti riferite al sistema naturalistico ambientale e le norme che regolano
l’edificazione in zona agricola sono tese a preservare gli spazi naturali esistenti e a consentire
connessioni per la costruzione di una rete ecologica integrata che rappresenti il sistema
riorganizzativo della funzionalità ecologica del territorio nel suo complesso e che si ponga
quindi a fondamento di un nuovo scenario di assetto e gestione del territorio improntato sui
criteri di sostenibilità ambientale.
La disciplina del PUG2012 per il paesaggio è mirata non solo a rispondere ai piani specifici
sovraordinati, ma considera il paesaggio come indicatore della qualità dello sviluppo territoriale
ed urbano, e il paesaggio di qualità come fondamentale risorsa per lo sviluppo. Per questo il
PUG/S assume il paesaggio come categoria sintetica di lettura-interpretazione del territorio e,
al contempo, come categoria di proposta/progetto per il medesimo territorio. Ciò sulla base di
una concezione del paesaggio che si fonda sull’approccio percettivo e considera il paesaggio
come linguaggio del territorio.
Il progetto delle reti per la mobilità dolce inoltre stabilisce nuove opzioni per la fruizione dei beni
culturali e ambientali diffusi. Le limitazioni della dispersione e le regole insediative e degli usi
per lo spazio rurale declinate sulla base delle peculiarità specifiche dei contesti, tendono a
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
25
stabilire regole di convivenza tra i diversi paesaggi del territorio di Corigliano ai fini della sua
concreta valorizzazione.
5.2 La coerenza
L'orientamento alla sostenibilità di tutte le azioni governate dalla Pubblica amministrazione
richiede che siano dimostrate, nel processo di VAS, la coerenza esterna e la coerenza interna
di ciascun piano. La coerenza esterna riguarda il sistema degli obiettivi: gli obiettivi generali del
piano devono contribuire o almeno non essere in contraddizione con gli obiettivi ambientali
definiti da piani, programmi o decisioni di livello sovraordinato. L'analisi della coerenza esterna
costituisce una componente sostanziale ai fini della valutazione del grado di orientamento alla
sostenibilità dell'azione di Piano. Essa rende evidente infatti la capacità del Piano sottoposto a
VAS di collaborare con Piani e programmi di altri settori o di altri livelli di governo al
raggiungimento di comuni obiettivi generali di tutela dell'ambiente. La coerenza interna riguarda
invece il sistema degli obiettivi specifici del piano e le azioni proposte dal piano stesso. Non
dovrebbero sussistere contrasti tra i diversi obiettivi specifici e non dovrebbero sussistere
contrasti tra le azioni finalizzate al raggiungimento di un obiettivo e il raggiungimento degli altri
obiettivi. Ad ogni obiettivo dovrebbe corrispondere almeno una azione finalizzata a conseguirlo
e un indicatore idoneo a misurarlo.
Viceversa, non dovrebbero essere previste azioni non esplicitamente finalizzate ad uno o più
specifici obiettivi.
Su questi presupposti si sviluppano, nei paragrafi che seguono, l'analisi di coerenza esterna e
l'analisi di coerenza interna del PUG2012.
5.2.1 La coerenza esterna
La valutazione della coerenza esterna si confronta sia con gli obiettivi e le strategie per lo
sviluppo sostenibile delineate a livello europeo (Agenda di Goteborg) e a livello nazionale
(Rapporto Italia 2007), sia con quanto emerge dalla analisi del quadro locale rispetto a quello
che propone il piano.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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5.2.2 Coerenza esterna - Strategia europea per lo sviluppo sostenibile
(Matrice di Valutazione 1 - Agenda di Goteborg, aggiornamenti 2006 e successivi)
OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012
tut
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Ob.1.1 Ridurre le emissioni di gas
a effetto serra e mantenere gli
impegni del protocollo
di Kyoto (entro il 2020 ridurre del
20% le emissioni di CO2 rispetto
al 1990)
Ob.1.2 Adottare una politica
energetica sostenibile
Ob. 1.3 Integrare adattamento ai
cambiamenti climatici e il loro
contenimento in tutte le pertinenti
politiche
Ob.1.4 Aumentare la quota di
energia
coperta da fonti rinnovabili (20%
cento entro il 2010)
Ob.1.5 Promuovere il consumo di
biocarburanti nei trasporti (5,75%
dei consumi entro il 2010,
biocarburanti di
seconda generazione)
Ob.1.6 Migliorare l'efficienza
energetica e
ridurre i consumi complessivi di
energia (+ 20% efficienza
energetica entro il 2020)
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
27
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Ob.2.1 Dissociare crescita
economica e domanda di
trasporto
Ob. 2.2 Ridurre consumo di
energia ed emissioni di CO2 nei
trasporti (veicoli leggeri 140 g/km
entro il 2009 e 120 g/km entro il
2012)
Ob. 2.3 Ridurre inquinanti e
minimizzare
effetti sulla salute
Ob. 2.4 Passaggio equilibrato a
modi di trasporto ecocompatibili
Ob. 2.5 Ridurre inquinamento
acustico da trasporti e relativi
effetti sulla salute
Ob. 2.6 Dimezzare il numero dei
decessi per incidenti stradali
rispetto al 2000 entro il 2010
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Ob.3.1 Inquadrare lo sviluppo
sociale ed economico nei limiti
della capacità di carico degli
ecosistemi. Dissociare la crescita
economica dal degrado
ambientale
Ob. 3.2 Migliorare le prestazioni
ambientali dei prodotti e dei
processi e incentivare imprese e
consumatori a tenerne conto
Ob. 3.3 Raggiungere un livello
medio di "ecologizzazione" delle
commesse pubbliche pari a quello
dei paesi più performanti
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Ob. 4.1 Diminuire, migliorando
l'efficacia dell'utilizzo, il consumo
di risorse non rinnovabili:
Consumare le risorse
rinnovabili ad un ritmo compatibile
con la loro capacità di
rigenerazione
Ob. 4.2 Aumentare la
competitività promuovendo
innovazioni ecoefficienti
Ob.4.3 Evitare il
sovrasfruttamento delle
risorse naturali (risorse alieutiche,
la biodiversità, l'acqua, l'aria, il
suolo e l'atmosfera e ripristinare
gli ecosistemi marini degradati
entro il 2015, conformemente al
piano di Johannesburg (2002)
Ob. 4.4 Arrestare la perdita di
biodiversità e contribuire a ridurre
sensibilmente il tasso mondiale di
perdita di biodiversità entro il
2010
Ob. 4.5 Contribuire efficacemente
al conseguimento entro il 2015
dei quattro obiettivi globali ONU
per le foreste.
Ob. 4.6 Ridurre i rifiuti e
migliorare l'efficienza nello
sfruttamento delle risorse
naturali ragionando in termini di
ciclo di vita e promuovendo il
riutilizzo e il riciclaggio.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
28
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Sal
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Ob. 5.1 Migliorare la protezione
contro le minacce sanitarie
potenziando la capacità di
rispondervi in modo coordinato.
Ob. 5.2 Migliorare ulteriormente la
normativa sui prodotti alimentari e
i mangimi, rivedendo fra l'altro la
legislazione sull'etichettatura dei
prodotti alimentari.
Ob. 5.3 Continuare a promuovere
norme rigorose in materia di
salute e benessere degli animali
nell'Unione europea e a livello
internazionale.
Ob. 5.4 Arrestare l'aumento delle
malattie legate allo stile di vita e
delle malattie croniche,
soprattutto fra i gruppi e nelle
zone svantaggiate sotto il profilo
socioeconomico.
Ob. 5.5 Ridurre le ineguaglianze
in materia di salute sia all'interno
degli Stati membri sia tra di essi
Ob. 5.6 Far sì che entro il 2020 le
sostanze chimiche, antiparassitari
compresi, siano prodotte,
maneggiate e utilizzate in modi
che non pongano rischi gravi per
la salute umana e l'ambiente.
Ob. 5.7 Migliorare l'informazione
sull'inquinamento ambientale e le
conseguenze negative sulla
salute.
Ob. 5.8 Migliorare la salute
psichica e intervenire per
affrontare i rischi di suicidio.
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Incl
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Ob. 6.1 Assicurare un alto grado
di coesione sociale e territoriale a
livello di UE e negli Stati membri,
nonché il rispetto della diversità
culturale
Ob. 6.2 Sostenere gli Stati
membri nei loro sforzi intesi a
modernizzare la protezione
sociale in vista dei cambiamenti
demografici
Ob. 6.3 Aumentare in modo
significativo la partecipazione al
mercato del lavoro delle
donne e dei lavoratori più anziani
in conformità di obiettivi fissati e
aumentare l'occupazione dei
migranti
Ob. 6.4 Continuare a sviluppare
una politica di migrazione dell'UE,
accompagnata da politiche intese
ad aumentare l'integrazione
dei migranti e delle loro famiglie,
tenendo anche conto della
dimensione economica della
migrazione.
Ob. 6.5 Ridurre gli effetti negativi
della globalizzazione per i
lavoratori e le loro famiglie.
Ob. 6.6 Promuovere l'aumento di
assunzioni di giovani. Intensificare
gli sforzi per ridurre al 10% la
dispersione scolastica e
per assicurare che almeno l'85%
dei ventiduenni abbiano
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
29
completato l'istruzione secondaria
superiore.
Ob. 6.7 Aumentare la
partecipazione delle persone con
disabilità al mercato del lavoro.
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Ob. 7.1 Compiere progressi
significativi verso il rispetto degli
impegni dell'UE per quanto
riguarda gli obiettivi e i traguardi
concordati a livello internazionale.
Ob. 7.2 Contribuire al
miglioramento del governo
mondiale dell'ambiente, specie
nel contesto del follow-up dei
risultati del vertice mondiale 2005,
e al rafforzamento degli accordi
ambientali multilaterali (MEA).
Ob. 7.3 Aumentare il volume di
aiuti fino a raggiungere lo 0,7%
del reddito nazionale lordo (RNL)
nel 2015, con un obiettivo
intermedio dello 0,56% nel 2010.
Ob. 7.4 Promuovere lo sviluppo
sostenibile nel quadro dei
negoziati dell'OMC,
conformemente al preambolo
dell'accordo di Marrakech che
istituisce l'Organizzazione
mondiale del commercio, in cui
s'individua nello sviluppo
sostenibile uno degli obiettivi
principali dell'Organizzazione.
Ob. 7.5 Migliorare l'efficacia, la
coerenza e la qualità delle
politiche di aiuti dell'UE e degli
Stati membri nel periodo 2005-
2010.
Ob. 7.6 Includere le
considerazioni relative
allo sviluppo sostenibile in tutte le
politiche esterne dell'UE,
compresa la politica estera
e di sicurezza comune, fra l'altro
individuando nello sviluppo
sostenibile uno degli obiettivi della
cooperazone allo sviluppo
multilaterale e bilaterale.
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Istruzione e formazione
aumentare la coesione sociale e il
benessere attraverso investimenti
nel capitale sociale e assicurando
pari opportunità per tutti e la
partecipazione dei cittadini,
specie dei gruppi svantaggiati, per
conseguire un grado di
consapevolezza e di
comprensione più elevato della
complessità e delle numerose
interdipendenze esistenti nel
mondo attuale.
Ricerca e sviluppo
La ricerca sullo sviluppo
sostenibile deve includere progetti
a breve termine di supporto alla
decisione come pure concetti
visionari a lunga scadenza e deve
affrontare problemi di natura
mondiale e regionale.
Deve promuovere orientamenti
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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interdisciplinari e transdisciplinari
in cui intervengano le scienze
sociali e naturali e colmare il
divario fra scienza, definizione
delle politiche e attuazione. Deve
essere sviluppato ulteriormente il
ruolo positivo della tecnologia per
la crescita intelligente.
È ancora necessario proseguire la
ricerca sull'interazione fra sistemi
sociali, economici ed ecologici e
sulle metodologie e strumenti di
analisi dei rischi, "back casting"
(verifica di ipotesi attuali usando
usando dati del passato),
"forecasting" (previsione circa il
futuro) e sistemi di prevenzione
Risulta confermata la coerenza del PUG2012 con le strategie europee ed italiane di sviluppo
sostenibile. Sarà possibile verificare il percorso di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità
anche attraverso le fasi di monitoraggio per il piano.
5.2.3 Coerenza esterna - Piani e programmi sovraordinati
I Piani e programmi dei quali valutare le possibili interrelazioni, positive e negative, con il
PUG2012 sono stati selezionati sulla base delle inevitabili interdipendenze degli obiettivi e delle
ricadute sul territorio coinvolto.
PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI)
STATO DI ATTUAZIONE
Il Piano di Assetto idrogeologico a stralcio del Piano di Bacino della Regione Puglia è stato
approvato con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia del
30.11.2005 (n.39 del registro delle deliberazioni). La pubblicazione dell’atto è avvenuta sul
B.U.R.P. n.15 del 02/02/2006.
Il Piano è stato successivamente aggiornato più volte, per tenere conto delle modifiche
apportate alle perimetrazioni delle aree a rischio.
NATURA E FINALITÀ
Il Piano di Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Puglia (PAI) è
finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e della stabilità geomorfologica
necessario a ridurre gli attuali livelli di pericolosità e a consentire uno sviluppo sostenibile del
territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d'uso.
Il PAI costituisce Piano Stralcio del Piano di Bacino, ai sensi dall’articolo 17 comma 6 ter della
Legge 18 maggio 1989, n. 183 (attualmente recepita dal nuovo Codice dell’Ambiente D. Lgs.
152/2006 del 14/04/2006) ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo,
normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le
norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo ricadente
nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Puglia.
OBIETTIVI GENERALI
la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con interventi
idrogeologici, idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari compatibili con i criteri di recupero
naturalistico;
la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati
e delle infrastrutture contro i movimenti franosi e gli altri fenomeni di dissesto;
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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il riordino del vincolo idrogeologico;
la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d’acqua;
lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto intervento
idraulico, nonché della gestione degli impianti.
OBIETTIVI SPECIFICI
la definizione del quadro di rischio idraulico ed idrogeologico in relazione ai fenomeni di
dissesto evidenziati;
l’adeguamento degli strumenti urbanistico-territoriali;
l’apposizione di vincoli, l’indicazione di prescrizioni, l’erogazione di incentivi e l’individuazione
delle destinazioni d’uso del suolo più idonee in relazione del diverso grado di rischio;
l’individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla
tutela ed al recupero dei valori monumentali ed ambientali presenti;
l’individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che
determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di rilocalizzazione;
la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle
infrastrutture con modalità di intervento che privilegino la conservazione e il recupero delle
caratteristiche naturali del terreno;
la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della
naturalità dei bacini idrografici;
il monitoraggio dello stato dei dissesti.
CONTENUTI PRINCIPALI
Il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) individua:
Diversi gradi di pericolosità geomorfologica:
Aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3): porzioni di territorio
interessate da fenomeni franosi attivi o quiescenti;
Aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2): porzioni di territorio caratterizzate
dalla presenza di due o più fattori geomorfologici predisponesti l’occorrenza di instabilità
di versante e/o sede di frana stabilizzata;
Aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1): porzioni di territorio
caratterizzate da bassa suscettività geomorfologia all’instabilità;
Diversi gradi di pericolosità idraulica:
Bassa probabilità di inondazione (BP)
Media probabilità di inondazione (MP)
Alta probabilità di inondazione (AP)
Diversi gradi di rischio idrogeologico:
Rischio moderato (R1)
Rischio medio (R2)
Rischio elevato (R3)
Rischio molto elevato (R4)
Alvei fluviali in modellamento attivo e le aree golenali
Fasce di pertinenza fluviale
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO
Nel territorio di Corigliano d’Otranto, rispetto alle componenti di rischio geomorfologico, il
PAI, aggiornato con Delibera di Comitato Istituzionale n. 58 del 07.12.2012 individua:
aree a pericolosità geomorfologia molto elevata - P.G.3
aree a pericolosità geomorfologia elevata - P.G.2
Il territorio di Corigliano d’Otranto, rispetto alle componenti di rischio idraulico individuate dal
PAI, aggiornato con Delibera di Comitato Istituzionale n. 58 del 07.12.2012 , è interessato da:
aree ad alta probabilità di inondazione – A.P.
aree a media probabilità di inondazione – M.P.
aree a bassa probabilità di inondazione – B.P.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE PER LA PUGLIA 2007 – 2013
STATO DI ATTUAZIONE
Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 è stato approvato con Delibera di Giunta
Regionale n.148 del 12.02.2008, pubblicata nel B.U.R.P. n. 34 del 29/02/2008.
NATURA E FINALITÀ
Il Programma di Sviluppo Rurale, redatto secondo le indicazioni dei Regolamenti CE n.
1698/2005 e n. 1974/2006 e conformemente agli Orientamenti Strategici Comunitari (OCS) e
al Piano Strategico Nazionale (PSN), è finanziato al 57,5% dal nuovo Fondo Europeo Agricolo
per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e rappresenta uno strumento di attuazione della strategia di
sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2007-2013.
OBIETTIVI GENERALI
L’obiettivo generale del Programma, così come definito dall’art.4 del Reg. (CE) n. 1698/2005,
consiste nell’ "accrescere la competitività del settore agricolo e forestale sostenendo la
ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione".
Tale obiettivo generale si articola nei seguenti quattro obiettivi prioritari:
I. Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale.
II. Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale.
III. Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.
IV. Attuazione dell’impostazione Leader.
OBIETTIVI SPECIFICI
1.1 Promozione dell’ammodernamento e dell’innovazione nelle imprese e dell’integrazione
delle filiere
1.2 Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale
1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche
1.4 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo
e forestale e sostegno del ricambio generazionale:
2.1. Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agroforestali ed alto valore
naturale, da perseguire:
� conservando la diversità delle specie e degli habitat attraverso la tutela e la diffusione di
sistemi agricoli e forestali ad “alto valore naturale”;
� conservando la diversità genetica vgetale promuovendo la coltivazione di specie/varietà a
rischio di estinzione.
2.2. Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde:
� mantenendo e diffondendo pratiche e sistemi agricoli in grado di favorire il risparmio idrico e
la riduzione di carichi inquinanti per l’acqua derivanti dalle attività di coltivazione
2.3. Riduzione dei gas serra:
� riducendo le emissioni di gas ad effetto serra e di ammoniaca, derivanti dalle attività di
coltivazione e incrementando la fissazione di CO2.
2.4. Tutela del territorio da ottenere:
� tutelando gli elementi caratteristici del paesaggio rurale;
� promuovendo la permanenza delle attività agricole sostenibili nelle aree svantaggiate;
� promuovendo i sistemi agricoli e forestali finalizzati alla tutela della risorsa suolo,
contrastando in particolare il fenomeno della desertificazione e, nelle zone collinari, anche i
fenomeni di erosione.
3.1 Mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali in aree rurali
3.2 Miglioramento dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione
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CONTENUTI PRINCIPALI
Nel PSR, il territorio regionale è stato suddiviso in 4 macro aree omogenee (come illustrato in
figura):
A - Poli urbani;
B - Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata;
C - Aree rurali intermedie;
D - Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.
PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO Misura 311 Azione 1: Ospitalità agrituristica La Misura 3.1.1 del PSL, ovvero “Diversificazione in attività non agricole”, si pone l’obiettivo di incrementare la diversificazione delle attività e delle fonti di reddito della famiglia agricola, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse fisiche, naturali e agricole disponibili, favorire l’ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro, contrastare la diminuzione di competitività del settore agricolo e il conseguente abbandono delle attività. In particolare, l’obiettivo dell’Azione 1 “Investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica in contesto aziendale” è quello della costituzione di un sistema agrituristico di alto livello sia per quanto riguarda la qualità che per la completezza dei servizi offerti. Per questo il GAL Isola Salento nell’aprile del 2011 ha pubblicato il “Bando pubblico per la presentazione di domande di aiuto sull’Azione 1 – Investimenti funzionali alla fornitura di ospitalità agrituristica in contesto aziendale secondo le disposizioni normative vigenti” che ha messo a disposizione di privati imprenditori contributi pubblici a copertura del 50% dei costi ammissibili. Misura 311 azione 2 – Masserie Didattiche Le masserie didattiche sono aziende agricole che si impegnano nell’educazione del pubblico e, in particolare, nell’accoglienza e nell’educazione di gruppi scolastici e di individui promuovendo la conoscenza degli aspetti storici, culturali e antropologici legati all’agricoltura e all’ambiente rurale. La Regione Puglia ha posto particolare attenzione su questo tema attraverso la Legge Regionale n.2/2008 che regola il riconoscimento, l’accreditamento e le attività del percorso formativo delle masserie didattiche. La procedura individuata dalla legge stabilisce criteri e caratteristiche che le aziende agricole devono possedere per richiedere il riconoscimento e lo svolgimento conseguente delle attività socio educative. La “didattica” nelle masserie responsabilizza la pratica agricola, assegnandole un ruolo pedagogico che valorizza e consolida la nuova era della multifunzionalità rurale: ad esse il compito di “fare scuola” a piccoli e grandi attraverso la promozione dei valori legati all’ambiente, all’alimentazione sana e consapevole, all’agricoltura sostenibile ed allo spazio rurale. Attraverso questo bando il GAL Isola Salento ha inteso incrementare la fornitura di servizi educativi e didattici alla popolazione, con particolare riferimento a quella scolare e studentesca, promuovendo una rete di fattorie didattiche sul territorio. Anche in questo caso la finalità è quella di sostenere la diversificazione delle attività e dei servizi per la qualità della vita, nonché la diversificazione del reddito della famiglia agricola. Misura 311 azione 4 ‐ Produzione e commercializzazione di prodotti artigianali in ambito aziendale Sempre a bando è stata attivata anche l’azione 4 della misura 311 mirata alla realizzazione di spazi aziendali attrezzati, per la trasformazione, esposizione e vendita di prodotti artigianali non compresi nell’Allegato 1 del Trattato costitutivo della UE. Anche in questo caso l’obiettivo del bando è stato quello di diversificare le attività agricole e al fine di favorire la creazione di nuove fonti di reddito e occupazione, valorizzando il ruolo multifunzionale delle aziende agricole. Misura 313 azione 2 ‐ Centri di Informazione, Accoglienza Turistica e Promozione dei Prodotti Tipici Locali Il territorio di intervento del nostro GAL, presenta una notevole attrattività turistica, ancora non pienamente espressa soprattutto nei contesti rurali più periferici. Ciò avviene per la diffusa limitatezza di una offerta qualificata, di servizi di indirizzo e guida per il turista, di strutture che agevolino la fruizione delle aree naturali. Così le linee strategiche intercettate dal Piano di Sviluppo Locale "Distretto Turistico Rurale di Qualità" hanno previsto di procedere ad una diversificazione dell’economia dell'area
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grazie alla valorizzazione in chiave turistica delle risorse locali ed allo sviluppo di prodotti turistici che sappiano coniugare l’offerta ricettiva con l’offerta di prodotti tipici, con la fruizione di siti naturali e con le risorse storico‐culturali. Pertanto, grazie alle previsioni della Misura 313 Azione 2 dello stesso PSL, il GAL ha attivato le Amministrazioni Comunali partner in vista della definizione di investimenti ad esclusiva titolarità pubblica che, nel contesto della strategia di sviluppo locale, assumono un’importante priorità realizzativa, quali quelli relativi alla realizzazione di una rete di Centri di Informazione, Accoglienza Turistica e Promozione dei Prodotti Tipici Locali del GAL. Misura 313 azione 4 ‐ Commercializzazione e promozione dell’offerta di turismo rurale. L’obiettivo principale della Misura 3.1.3. “Incentivazione di attività turistiche” è quello di diversificare l’economia del comprensorio territoriale del GAL Isola Salento valorizzando in chiave turistica le risorse locali, sviluppando prodotti turistici che sappiano coniugare l’offerta ricettiva con l’offerta di prodotti tipici, con la fruizione di siti naturali e con le risorse storico‐culturali.L’Azione 4 “Commercializzazione e Promozione dell’offerta turistica rurale” in particolare mira a promuovere servizi per la commercializzazione dell’offerta ricettiva e servizi per la conoscenza e la fruizione del territorio e delle sue risorse. Misura 313 azione 5 ‐ Creazione di strutture di piccola ricettività. Anche l’azione 5 ha l’obiettivo di migliorare la qualità e quantità dei servizi turistici rurali questa volta attraverso la riqualificazione e l’adeguamento di immobili, nonché l’acquisto di arredi e di attrezzature per lo svolgimento di attività ricettive di piccole dimensioni non classificate come strutture alberghiere e organizzate in forme innovative di ospitalità (quali ad esempio l’albergo diffuso). Nel nostro territorio i centri storici costituiscono un patrimonio unico nel suo genere che è rimasto sostanzialmente intatto, anche se spesso in stato di abbandono. La creazione di forme di ricettività organizzata al loro interno rappresenta uno strumento per dare valore a questo particolare e peculiare aspetto della identità del comprensorio.
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PROGRAMMA OPERATIVO FESR 2007/2013
Stato di attuazione
Il programma è in fase di attuazione. Il ciclo di spesa si chiuderà nel 2015.
Natura e finalità
Il programma disciplina l’erogazione dei fondi strutturali relativamente allo Sviluppo Regionale
nella Regione Puglia.
L'obiettivo è quello di sostenere lo sviluppo e la crescita del sistema economico al fine della
convergenza con i livelli medi di sviluppo dell'UE, mobilitando le potenzialità endogene
regionali tramite il miglioramento della competitività ed attrattività del sistema territoriale e la
diversificazione e innovazione delle strutture produttive.
Obiettivi generali
Le priorità d’intervento e i relativi obiettivi strategici possono essere sintetizzabili come segue:
Asse I “Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la
competitività”
In linea con la strategia di Lisbona l’obiettivo generale dell’asse è lo sviluppo del sistema
regionale dell’innovazione
Asse II ”Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali ed energetiche per lo sviluppo”
L’obiettivo generale è: Garantire le condizioni di sostenibilità ambientale dello sviluppo e livelli
adeguati di servizi ambientali per la popolazione e le imprese
Asse III “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale”
Obiettivi strategici regionali sono i seguenti:
- promuovere e sostenere una strategia di inclusione sociale e di costruzione di una società
regionale inclusiva.
- sostenere e qualificare una strategia orientata alla tutela della salute e del benessere
Asse IV “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo”.
Il macro obiettivo della politica regionale è “migliorare l’attrattività del territorio regionale, anche
turistica, attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e paesaggistiche per uno
sviluppo in chiave sostenibile
Asse V “Reti e collegamenti per la mobilità”
- Creazione di una “piattaforma logistica regionale” integrata e polivalente
- Creazione di un sistema di trasporto pubblico integrato
- Sviluppo di reti di trasporto locali ed urbane sostenibili ed accessibili
Asse VI: “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione”
Macro obiettivi della politica industriale regionale sono:
- Innovazione e competitività delle filiere tradizionali verso segmenti di prodotto e mercato a
maggiore valore aggiunto.
- Nascita, attrazione e sviluppo di nuove specializzazioni manifatturiere e terziarie, a più
elevato contenuto tecnologico e di conoscenza.
Asse VII “Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani”
- Contrasto dell’abbandono
- Rafforzamento dei caratteri identitari dei luoghi come risorse da tutelare e valorizzare per
favorire il progresso socio economico e la crescita dell’occupazione
Asse VIII “Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse”
La finalità della politica regionale di intervento a favore della promozione
dell’internazionalizzazione
può essere sintetizzata nel concetto di “far conoscere la Puglia, frontiera dell’Europa nel
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Mediterraneo, nel mondo e far conoscere il mondo in Puglia”, così come definito
nell’ambito del Piano regionale per
l’internazionalizzazione (PRINT).
Asse IX “Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci”
- Promuovere l’innovazione della pubblica amministrazione e rafforzare il rapporto con i
cittadini attraverso la partecipazione e il dialogo
- Superare le criticità “di sistema” della pubblica amministrazione nella gestione del PO FESR
Obiettivi specifici
ASSE I
a) Elevare la domanda e la propensione delle imprese ad investire in Ricerca ed Innovazione
b) Qualificazione del sistema regionale pubblico della ricerca e migliorare il raccordo tra
domanda e offerta
c) Potenziare l’Infrastrutturazione di Comunicazione Digitale
d) Promuovere la Società dell’Informazione diffusiva e inclusiva
e) Sviluppare l’industria dei contenuti digitali
f) Accrescere l’attivazione e la diffusione di servizi innovativi
ASSE II
a) completare il processo di costruzione di efficienti sistemi di gestione della risorsa, al fine di
tendere all’autosufficienza e di rafforzare iniziative e sperimentazioni di risparmio idrico;
b) garantire la tutela quali – quantitativa e il risanamento dei corpi idrici, e perseguire usi
sostenibili e durevoli delle risorse idriche integrando gli obiettivi di qualità nelle politiche
settoriali, quali quella agricola, industriale e turistica;
c) creazione di sistemi di adduzione e distribuzione integrati, dotati di specifici sistemi di
accumulo e regolazione, tali da gestire ponderatamente il flusso delle portate di
distribuzione alle singole utenze;
d) realizzare un sistema di governo e di presidio del territorio diffuso ed efficiente, e una
pianificazione territoriale compatibile con le esigenze della sicurezza ambientale,
sviluppando politiche di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali a rapido innesco
(frane, alluvioni, sismi) e garantendo la tutela e il risanamento del patrimonio naturale,
ambientale e paesaggistico della Regione;
e) proteggere il suolo dell’inquinamento e dal degrado (desertificazione, erosione, ecc.);
f) recuperare e riqualificare le fasce costiere degradate;
g) adeguare i sistemi di monitoraggio e migliorare lo stato delle conoscenze.
h) ridurre le emissioni di gas serra, secondo gli indirizzi generali di politica energetica e gli
obiettivi contenuti nel PEAR.
i) ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti anche attraverso l’incentivazione del riutilizzo e
del riciclaggio.
ASSE III
a) promuovere e sostenere politiche di prevenzione del rischio di esclusione sociale e politiche
di inclusione sociale per i cittadini e le famiglie pugliesi in svantaggio economico e sociale,
nonché per quei segmenti della società pugliese che sono o possono essere interessati dai
processi di cambiamento e di innovazione della dinamica economica e sociale
b) sostenere e qualificare una politica di innalzamento dei livelli di benessere e della salute dei
cittadini pugliesi, anche attraverso una politica orientata a migliorare l’infrastrutturazione
sociosanitaria, a prevenire i rischi sanitari e le malattie, nonché i rischi di esclusione e i
fenomeni di marginalità sociale;
c) garantire condizioni di sicurezza a cittadini e imprese, riqualificando contesti a rischio di
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criminalità
ASSE IV
a) promuovere l’economia turistica attraverso la qualificazione, la diversificazione e la
promozione dell’offerta turistica integrata dei sistemi territoriali, il completamento e la
qualificazione delle infrastrutture ed azioni di marketing territoriale;
b) tutelare, valorizzare e promuovere i beni e le attività culturali al fine di aumentare
l’attrattività Territoriale;
c) promuovere il sostegno e lo sviluppo delle Aree Naturali Protette e l’attuazione della Rete
Natura 2000 anche attraverso lo sviluppo della connettività ecologica diffusa sul territorio
regionale.
ASSE V
a) contribuire alla realizzazione di un sistema regionale di trasporto e di logistica integrato,
sicuro, interconnesso e omogeneo;
b) potenziare i sistemi della portualità pugliese con specifico riferimento alle infrastrutturazioni,
agli interventi “dell’ultimo miglio”, al rafforzamento della retroportualità;
c) potenziare i sistemi aeroportuali con riferimento al miglioramento della qualità dei servizi ed
alla maggiore integrazione con gli altri servizi ed infrastrutture di trasporto regionali
puntando essenzialmente, allo sviluppo della filiera aeroportuale ed alla sua completa
accessibilità;
d) potenziare il sistema ferroviario interregionale ed intra-regionale (con specifico riferimento al
rafforzamento ed al collegamento dei corridoi internazionali di trasporto n. 8 con l’Est
Europa e n. 1 con la Campania e il Tirreno);
e) promuovere target omogenei di servizi di trasporto nella regione e standard di performance
minima per dotazioni infrastrutturali e servizi (puntando in primo luogo ad innalzare il livello
di servizio reale nei differenti contesti territoriali, nonché a favorire l’interoperabilità delle
reti, il potenziamento del materiale rotabile collegato all’innovazione nnovativiurali delle reti,
l’integrazione delle reti e, quindi, delle tariffe);
f) realizzare sistemi di controllo e monitoraggio della qualità dei servizi di trasporto nella
regione, nonché la connessione/ accessibilità delle aree produttive, dei sistemi urbani e dei
centri minori alle reti principali.
g) potenziare e innovare le reti e i servizi di trasporto pubblico urbano ed extra-urbano e
sviluppare infrastrutture e per la mobilità accessibile ed ecosostenibile (rete ciclabile
regionale, veicoli a basso impatto ambientale per il trasporto pubblico locale, ecc).
ASSE VI
a) consolidare la crescita del tessuto produttivo attraverso progetti integrati di filiera promossi
anche dai Distretti Produttivi, a favore dell’innovazione e dell’integrazione delle fasi di
produzione e di Commercializzazione;
b) favorire la creazione di strutture e/o di programmi nel campo dell’innovazione, della
formazione e della logistica, che siano di supporto anche ai Distretti Produttivi;
c) ampliare l’offerta di strumenti finanziari nnovativi per il sistema imprenditoriale regionale, per
migliorarne il livello di capitalizzazione, attraverso l’aumento del capitale di rischio (si
riferisce alla macroattività accesso al microcredito).
d) valorizzare in chiave internazionale il territorio pugliese favorendo l’ampliamento e la
qualificazione della base occupazionale, nonché lo sviluppo sostenibile, anche attraverso la
valorizzazione delle eccellenze territoriali, settoriali e culturali ed il rafforzamento della
partecipazione ai processi di partenariato;
e) intensificare e rendere stabile il raccordo tra le istituzioni e gli operatori locali, al fine di
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massimizzare le ricadute sul territorio di eventuali accordi di partenariato interistituzionale
siglati nei vari Paesi di riferimento;
ASSE VII
a) contrastare l’abbandono e il degrado urbano, anche mediante azioni di recupero e riuso di
edifici e di spazi abbandonati e dismessi per il soddisfacimento della domanda di centri di
aggregazione sociale, culturale, sportiva e di verde urbano, con progetti integrati ed un
approccio partecipativo;
b) tutelare, valorizzare, ricostruire/costruire identità sia dei centri minori di carattere storico, sia
dei centri storici delle città medio-grandi;
c) consolidare, rafforzare, riqualificare, razionalizzare e, dove necessario, disegnare le reti
funzionali e le trame di relazione che connettono i luoghi abitati, di produzione e di
consumo, quelli storici, quelli naturalistici e di svago;
d) promuovere lo sviluppo ecosostenibile e garantire la riqualificazione ambientale anche
attraverso il monitoraggio ed il contenimento dell’inquinamento e integrare la componente
ambientale nella pianificazione territoriale e urbana attraverso l’incentivazione della
valutazione ambientale strategica (VAS) alla pianificazione urbana.
ASSE VIII
a) proiezione dell’immagine della regione sui principali mercati mondiali ed il consolidamento
della relativa posizione internazionale attraverso la valorizzazione delle
eccellenze territoriali, settoriali e culturali, ed il rafforzamento della partecipazione ai
processi di partenariato soprattutto nella prospettiva del ruolo centrale dell’Italia e
della Puglia nella realizzazione e partecipazione al mercato di libero scambio nel
Mediterraneo, previsto per il 2010 in funzione degli obiettivi del Processo di Barcellona;
b) rafforzamento della capacità proattiva degli attori regionali nei vari settori economici,
culturali ed istituzionali in relazione alla partecipazione sia ai processi di
internazionalizzazione, guardando ai Paesi esterni all’Europa, con particolare
attenzione ai mercati emergenti, sia ai vantaggi del mercato interno europeo, per via
di una maggiore e migliore accesso alle conoscenze, alle competenze ed agli strumenti
finanziari necessari;
c) rafforzamento della capacità dei soggetti pubblici di sviluppare politiche di
cooperazione territoriale in grado di offrire all’intera politica regionale unitaria una
“sponda” per la proiezione internazionale;
d) Intensificazione e stabilizzazione del raccordo fra le istituzioni e gli operatori locali al fine di
massimizzare le ricadute sul territorio di eventuali accordi di partenariato siglati nei
vari settori e paesi di riferimento.
ASSE IX
a) diffondere la partecipazione e la cultura politica
b) Promuovere l’innovazione organizzativa
c) sostenere l’attuazione efficace ed efficiente del Programma Operativo
Previsioni/finanziamenti attivati nel territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
Linea 2.5 riferita al Piano d’Ambito LE2 (Interventi di miglioramento della gestione del
ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati)
Azione 7.2.2 – “Realizzazione di infrastrutture dei programmi PIRP per Comuni
dell’Area Vasta Salento 2020
Due finanziamenti sulla linea d’intervento 1.1 “Sostegno alle attività di ricerca delle
imprese”
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DOCUMENTO REGIONALE DI ASSETTO REGIONALE (DRAG)
Stato di attuazione
A seguito delle disposizioni dell’art. 38 della legge regionale 22/2006, che ha integrato e
modificato la 20/2001, il processo di formazione del DRAG può essere articolato in funzione
delle “materie organiche” individuate dall’art. 4 della legge regionale 20/2001, definendo
programmi e tempi di formazione specifici e differenziati, anche se organicamente connessi.
Conseguentemente, l’attività di elaborazione del DRAG si è articolata nelle seguenti cinque
“Aree tematiche”:
1. la pianificazione paesaggistica, ex lettera a) del terzo comma dell’art. 4
2. l’indirizzo alla pianificazione comunale, ex lettera b) del terzo comma dell’art. 4
3. l’indirizzo alla pianificazione provinciale, ex lettera b) del terzo comma dell’art. 4
4. la pianificazione infrastrutturale, ex lettera c) del terzo comma dell’art. 4
5. l’integrazione della pianificazione settoriale e della programmazione, di cui al secondo
comma dell’art. 4.
Lo stato della pianificazione relativa è la seguente:
1. Area pianificazione paesaggistica: si veda la scheda sul PPTR
2. Area indirizzi alla pianificazione comunale: approvazione del DRAG - Indirizzi, criteri e
orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali (PUG) (DGR n. 1328/2007);
presa d’atto dello schema del DRAG - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani
urbanistici esecutivi (PUE) (DGR 6 ottobre 2009, n. 1824).
3. Area indirizzi alla pianificazione provinciale: è stato approvato il DRAG – Indirizzi, criteri e
orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei PTCP (DGR 29
settembre 2009, n. 1759)
4. Area pianificazione infrastrutturale: è stato adottato lo Schema di DRAG – Schema dei
Servizi Infrastrutturali di Interesse Regionale (DGR 3 marzo 2010, n. 594).
La presente scheda riguarda la parte del DRAG relativa all’indirizzo della pianificazione
comunale,finalizzata, pertanto, a fornire elementi inerenti al metodo di elaborazione dei Piani
Urbanistici Generali (PUG).
Natura e finalità
Il DRAG, previsto dalla Legge regionale n. 20/2001, rappresenta lo strumento che definisce le
linee generali dell’assetto del territorio. In particolare il DRAG determina: a) il quadro degli
ambiti territoriali rilevanti al fine della tutela e conservazione dei valori ambientali e dell’identità
sociale e culturale della Regione; b) gli indirizzi, i criteri e gli orientamenti per la formazione, il
dimensionamento e il contenuto degli strumenti di pianificazione provinciale e comunale,
nonché i criteri per la formazione e la localizzazione dei Piani Urbanistici Esecutivi (PUE) di cui
all’art. 15; c) lo schema dei servizi infrastrutturali di interesse regionale.
Obiettivi generali
Gli obiettivi del DRAG (quindi propri anche della parte relativa agli “Indirizzi, criteri e
orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali” qui discussa) possono essere
sintetizzati nei seguenti cinque punti:
1. la tutela e la valorizzazione del paesaggio, attraverso il rinnovamento degli strumenti di
pianificazione vigenti secondo le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio;
2. il miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita delle popolazioni, attraverso il
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sostegno all’innovazione delle pratiche di pianificazione locale, perché questa, riconosciuto
l’esaurimento della spinta all'espansione urbana, si orienti decisamente verso il recupero dei
tessuti urbani consolidati, la riqualificazione delle aree degradate e la bonifica delle aree
inquinate;
3. la semplificazione del processo di formazione e di verifica delle scelte locali di governo del
territorio, attraverso la promozione e il sostegno della pianificazione provinciale e di area vasta,
perché questa costituisca quadro di coordinamento ed occasione di servizio per la
pianificazione locale, definendo i limiti e le opportunità delle trasformazioni territoriali di grande
scala ed orientando la pianificazione locale alla valorizzazione del territorio in un quadro di
sviluppo sostenibile;
4. una più efficiente e sostenibile dotazione infrastrutturale, attraverso la promozione di rapporti
virtuosi tra pianificazione territoriale e pianificazione delle infrastrutture e la definizione di
contenuti e modi di uno sviluppo armonico degli insediamenti e della loro dotazione di
attrezzature ed infrastrutture e il ripristino delle regole fondamentali della buona progettazione
urbana ed infrastrutturale;
5. la garanzia di una sollecita attuazione delle scelte di governo territoriale, attraverso la più
generale costruzione di rapporti sinergici fra il sistema di governo del territorio e le iniziative di
tutela ambientale e di programmazione dello sviluppo.
Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici della parte del DRAG relativa agli “Indirizzi, criteri e orientamenti per la
formazione dei piani urbanistici generali” sono:
1. Individuazione di criteri di carattere generale per la formazione dei PUG, in relazione alle
specificità dei contesti locali;
2. Illustrazione delle fasi di avvio della formazione del PUG;
3. Definizione degli orientamenti per la costruzione del sistema delle conoscenze nel corso
dell'intero processo di formazione del PUG e dopo la sua approvazione.
4. Individuazione degli indirizzi e dei criteri per la elaborazione del progetto del PUG, mediante
la distinzione tra i contenuti e le finalità delle “previsioni strutturali” e quelli delle “previsioni
programmatiche”, laddove la prima è finalizzata alla disciplina degli obiettivi di sostenibilità
ambientale e territoriale, della salvaguardia e protezione dell'ambiente e della salute, della
tutela e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio, della definizione delle grandi
scelte di assetto di medio-lungo periodo e degli indirizzi e direttive per la componente
programmatica e per la pianificazione attuativa; la seconda alla disciplina delle trasformazioni
territoriali e alla gestione dell'esistente, in coerenza con le previsioni strutturali e con le capacità
operative locali di breve-medio periodo.
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PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO – PAESAGGIO (PUTT-P)
Stato di attuazione
Il Piano è stato approvato con delibera di G.R. n. 1748 del 15/12/2000 pubblicata sul BURP n. 6
del 13/01/2001. Il Comune di Corigliano d’Otranto ha adottato con Del. CC n. 41 del 26/11/2003 i primi adempimenti di cui all’art. 5.05 del PUTT/P. Il PUG 2012 costituisce anche la sede per
effettuare l’adeguamento della strumentazione urbanistica comunale alla disciplina di tutela del
PUTT/P.
Natura e finalità
Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio è stato redatto con l’obiettivo di
tutelare il patrimonio naturale e paesaggistico, in ottemperanza a quanto richiesto dalla Legge
Galasso n. 431 del 1985.
In base a quanto disposto dalla dall'art. 7 della L.R. n. 56/80 “Tutela ed uso del territorio” esso si
configura non solo come piano meramente paesaggistico ma anche come piano urbanistico
territoriale, e come tale rappresenta un quadro organico di riferimento per la pianificazione
generale e/o di settore del territorio regionale sia di pari livello sia sottordinata.
Obiettivi generali
Il Piano disciplina i processi di trasformazione fisica del territorio perseguendo lo scopo di
tutelarne l’identità storica e culturale e promuovendo la salvaguardia e la valorizzazione delle
risorse territoriali.
Contenuti principali
L’apparato normativo del PUTT si articola su tre livelli, e si applica a tutte le aree esterne al
territorio costruito:
1. “Indirizzi di tutela”: sono definiti in relazione ad una suddivisione del territorio regionale in aree
omogenee per caratteri costitutivi fondamentali delle strutture paesistico-ambientali (gli Ambiti
Territoriali Estesi – ATE), ai quali è assegnato un valore paesaggistico su una scala che va dalla
A (valore eccezionale) alla E (valore normale).
2. “Direttive di tutela”: costituiscono l’apparato normativo indiretto. Sono volte alla salvaguardia
delle componenti dei tre sistemi strutturanti il territorio da farsi in sede di redazione degli
strumenti di pianificazione sottordinati e dell’esercizio di funzioni amministrative attinenti la
gestione del territorio.
3. “Prescrizioni di base”: sono relative agli Ambiti Territoriali Distinti (ovvero alle "emergenze" e/o
alle "componenti ed insiemi di pregio" che costituiscono gli elementi caratterizzanti e strutturanti
il territorio regionale dal punto di vista paesaggistico), raggruppati secondo tre sistemi: il sistema
dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico, quello della copertura
botanico/vegetazionale e colturale, e, infine, quello dei caratteri della stratificazione storica
dell’insediamento. Esse sono direttamente vincolanti e applicabili distintamente a livello di
salvaguardia provvisoria e/o definitiva nel processo di adeguamento, revisione o nuova
formazione degli strumenti di pianificazione sottordinati, nonchè di rilascio di autorizzazione per
interventi diretti.
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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
Ambiti Territoriali Distinti (ATD):
ATD del sistema dell’assetto geologico, geomorfologico, idrogeologico (proposta PUG 2012) :
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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
Ambiti Territoriali Distinti (ATD):
ATD del sistema della copertura botanico vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica
(proposta PUG 2012):
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45
Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
Ambiti Territoriali Distinti (ATD):
ATD del sistema della stratificazione storica dell’organizzazione insediativa (proposta PUG
2012):
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46
Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
Ambiti Territoriali Estesi (ATE) (proposta PUG 2012):
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
47
PIANO PAESAGGISTICO TERRITORIALE REGIONALE (PPTR)
Stato di attuazione
Il nuovo Piano Paesistico Territoriale della Regione Puglia (PPTR) è attualmente in fase di
redazione. Lo schema del PPTR è stato adottato con DGR 20 ottobre 2009, n. 1947;
successivamente, in data 11 gennaio 2010, la Giunta Regionale ha approvato la Proposta di
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) che sostituisce tale Schema. Tale
approvazione, non richiesta dalla legge regionale n. 20 del 2009, è stata effettuata per
conseguire lo specifico accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali previsto dal
Codice e per garantire la partecipazione pubblica prevista dal procedimento di Valutazione
Ambientale Strategica. Pertanto, nessuna norma di salvaguardia è entrata in vigore a seguito di
detta approvazione. Si procederà all'adozione ai sensi della legge regionale n. 20 del 2009 solo
a valle del previsto accordo con il Ministero. E solo dopo tale adozione entreranno in vigore le
misure di salvaguardia, le quali riguarderanno, come previsto dalle Norme Tecniche di
Attuazione della Proposta di PPTR, i beni paesaggistici e gli ulteriori contesti paesaggistici. Ne
consegue che allo stato attuale vige ancora esclusivamente il PUTT/Paesaggio e che ogni
provvedimento comunale inerente ai valori paesaggistici dovrà fare riferimento solo ad esso.
Natura e finalità
Il PPTR è piano paesaggistico ai sensi degli artt. 135 e 143 del Codice, con specifiche funzioni
di piano territoriale ai sensi dell'art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 “Norme per la pianificazione
paesaggistica”. Esso è rivolto a tutti i soggetti, pubblici e privati, e, in particolare, agli enti
competenti in materia di programmazione, pianificazione e gestione del territorio e del
paesaggio. Ai sensi dell'art. 145, comma 3, del Codice, le previsioni del PPTR sono cogenti e
non sono derogabili da parte di piani, programmi e progetti di settore e territoriali; inoltre esse
sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli
strumenti urbanistici e negli atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative
di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali protette, secondo quanto
previsto dalle disposizioni normative di cui all'art. 6 delle presenti norme. Le disposizioni
normative del PPTR individuano i livelli minimi di tutela dei paesaggi della Regione. Eventuali
disposizioni più restrittive contenute in piani, programmi e progetti di cui al comma 3 sono da
ritenersi attuative del PPTR, previa acquisizione del parere di compatibilità paesaggistica volto
alla verifica di coerenza rispetto alla disciplina del PPTR.
In attuazione dell'art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 “Norme per la pianificazione
paesaggistica” e del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del Paesaggio” e
successive modifiche e integrazioni (di seguito denominato Codice), nonché in coerenza con le
attribuzioni di cui all'articolo 117 della Costituzione, il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale
(PPTR) persegue le finalità di tutela e valorizzazione, nonché di recupero e riqualificazione dei
paesaggi di Puglia, conformemente ai principi di cui all'articolo 9 della Costituzione ed alla
Convenzione europea sul Paesaggio adottata a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata con L. 9
gennaio 2006, n. 14. Il PPTR persegue, in particolare, la promozione e la realizzazione di uno
sviluppo socioeconomico auto-sostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio
regionale, anche attraverso la conservazione ed il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari
della identità sociale, culturale e ambientale del territorio regionale, il riconoscimento del ruolo
della biodiversità, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati e coerenti, rispondenti a
criteri di qualità e sostenibilità.
Obiettivi generali
L'insieme degli obiettivi generali e specifici delinea la visione progettuale dello scenario
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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strategico di medio lungo periodo che si propone di mettere in valore, in forme durevoli e
sostenibili, gli elementi del patrimonio identitario individuati nell’Atlante, elevando la qualità
paesaggistica dell’intero territorio regionale. Gli obiettivi generali sono:
1. Realizzare l’equilibrio idrogeomorfologico dei bacini idrografici
2. Sviluppare la qualità ambientale del territorio
3. Valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata
4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici
5. Valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo
6. Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee
7. Valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia
8. Valorizzare la fruizione lenta dei paesaggi
9. Valorizzare, riqualificare e ricostruire i paesaggi costieri della Puglia
10. Definire standard di qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili
11. Definire standard di qualità territoriale e paesaggistica per l’insediamento, la riqualificazione
e il riuso delle attività produttive e delle infrastrutture
12. Definire standard di qualità edilizia, urbana e territoriale negli insediamenti residenziali
urbani e rurali.
Obiettivi specifici
Gli obiettivi generali sono articolati in obiettivi specifici, elaborati alla scala regionale. La
declinazione degli obiettivi generali in obiettivi specifici assume valore di riferimento ai Progetti
territoriali per il paesaggio regionale ed ai Progetti integrati di paesaggio sperimentali, alle Linee
guida e agli obiettivi di qualità degli ambiti di paesaggio.
Gli obiettivi specifici sono:
1.1 Progettare una strategia regionale dell’acqua intersettoriale, integrata e a valenza
paesaggistica;
1.2 salvaguardare la ricchezza e la diversita’ dei paesaggi regionali dell’acqua;
1.3 progettare il riequilibrio idrogeologico e la salvaguardia idraulica dei bacini idrografici;
1.4 promuovere ed incentivare un’agricoltura meno idroesigente;
1.5 innovare in senso ecologico il ciclo locale dell’acqua;
1.6 chiudere il ciclo locale dell’acqua negli insediamenti urbani, produttivi e turistici.
2.1 valorizzare le aree naturali e seminaturali come core areas principali della rete ecologica;
potenziare le aree naturali relitte al fine di incrementare la valenza della rete anche a livello
locale;
2.2 aumentare la connettività e la biodiversità del sistema ambientale regionale;
2.3 riqualificare i corsi d’acqua (fiumi, torrenti, lame) come corridoi ecologici multifunzionali della
rete fra l’interno, le pianure e il mare; recuperandone la qualità, promuovendo la rinaturazione
delle fasce di pertinenza e quindi il ripristino della capacità di parziale autodepurazione;
2.4 elevare il gradiente ecologico degli ecosistemi a “naturalità diffusa” delle matrici agricole
tradizionali (in particolare oliveto, vigneto, frutteto) come rete ecologica minore (qualità ecologica
delle colture, siepi, muretti a secco, piantate, ecc);
2.5 impedire le saldature urbane (fra reti di città, nelle periferie urbane, negli spazi interclusi della
campagna urbanizzata);
2.6 mantenere, riqualificare e valorizzare gli spazi aperti costieri (naturalistici e agricoli);
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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2.7 migliorare la connettività complessiva del sistema attribuendo funzioni di progetto a tutto il
territorio regionale, riducendo processi di frammentazione del territorio e aumentando i livelli di
biodiversità del mosaico paesistico regionale.
2.8 perseguire la multifunzionalità della rete, essenziale alla attuabilità dei progetti: la
qualificazione dei singoli elementi della rete devono vedere la concorrenza di più obiettivi (e
settori di finanziamento): ambientali, idrogeologici, agroforestali paesaggistici, fruitivi, di mobilità
dolce, turistici, ecc).
2.9 articolare specifici strumenti per limitare, tendenzialmente bloccare, il “consumo” di nuovi
suoli agricoli e naturali a fini infrastrutturali ed edilizi.
2.10 creare le condizioni per uno sviluppo diffuso di nuove unità naturali in particolare negli
ecomosaici naturalisticamente più poveri;
2.11 promuovere neo-ecosistemi con funzione di aree tampone tra le principali sorgenti (puntuali
ed areali) di impatto e l’ambiente circostante. A tale riguardo attenzione prioritaria rivestono i
perimetri degli azzonamenti urbanistici ad elevata pressione intrinseca (es. aree industriali) ed in
generale le frange urbane;
2.12 finalizzare i progetti di riforestazione all’elevamento della qualità ecologica e alla soluzione
delle maggiori criticità ambientali (progetti CO2, riforestazione urbana, corridoi ecologici, ecc)
3.1 definire geografie e identità paesaggistiche delle diverse civilizzazioni storiche della Puglia;
3.2 definire le regioni geografiche di primo e secondo livello e gli ambiti di paesaggio
corrispondenti;
3.3 definire, descrivere e rappresentare i caratteri territoriali, urbani, rurali e paesaggistici di
lunga durata (invarianti strutturali) della regione e dei singoli ambiti;
3.4 definire le invarianti delle figure territoriali di cui si compone ogni ambito; descrivere le
condizioni di riproducibilità delle invarianti, definire le regole statutarie per le trasformazioni
territoriali che rispettino la riproducibilità del patrimonio;
3.5 attivare processi di autoriconoscimento e riappropriazione identitaria della qualità
ambientale, territoriale e paesaggistica dei mondi di vita locali.
4.1 evidenziare e valorizzare i caratteri dei paesaggi rurali storici; reinterpretare la complessità e
la molteplicità dei paesaggi rurali di grande valore storico e identitario e ridefinirne le potenzialità
idrauliche, ecologiche, paesaggistiche, produttive e identitarie;
4.2 promuovere il ripopolamento rurale nel contesto della multifunzionalità dell’agricoltura;
4.3 rivitalizzare i paesaggi del pascolo (e delle filiere del formaggio e della carne ) e del bosco in
relazione all’attivazione di nuove economie agroalimentari;
4.4 valorizzare l’edilizia e manufatti rurali tradizionali anche in chiave di ospitalità agrituristica;
4.5 promuovere regole di salvaguardia degli spazi rurali e delle attività agricole
dall’urbanizzazione: bloccando il consumo urbano-industriale. commerciale del suolo agricolo,
limitando le deruralizzazioni e le espansioni edilizie in aree rurali, limitandole alla valorizzazione
delle attività di servizio all’agricoltura e all’agriturismo, promuovendo la conversione produttiva
delle colture insostenibili (ad es. per eccesso di prelievo d’acqua);.
4.6 promuovere l’agricoltura periurbana (parchi agricoli, “ristetti”) per valorizzare le persistenze
rurali storiche e per elevare la qualità della vita delle urbanizzazioni contemporanee (vedi
obiettivo generale 6).
5.1 fornire perimetrazioni certe e georeferenziare a tutti i beni culturali e paesaggistici censiti;
5.2 trattare i beni culturali (puntuali e areali) in quanto sistemi territoriali integrati nelle figure
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
50
territoriali e paesistiche di appartenenza per la loro valorizzazione complessiva;
5.3 promuovere il percorso multiscalare di territorializzazione dei singoli beni: dall’unità
topografica (bene areale, puntuale o lineare), alla definizione del sito comprensivo di singoli
beni, alla definizione del contesto topografico stratificato (CTS) come insieme di siti, fino alla
definizione del Comprensorio come insieme territoriale di CTS di cui si definiscono le relazioni
coevolutive;
5.4 inserire la Carta dei beni Culturali nel sistema informativo dei Beni Patrimoniali del PPTR che
comprende tutti i beni da sottoporre a prescrizioni;
5.5 promuovere il recupero delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco;
5.6 perimetrare le città storiche (antiche e moderne) come “siti” della carta dei beni culturali e
attivarne progetti di riqualificazione degli spazi pubblici;
5.7 denotare e riqualificare i beni culturali e paesaggistici inglobati nelle urbanizzazioni recenti
come nodi di qualificazione della città contemporanea;
5.8 recuperare la percettibilità e l’accessibilità monumentale alle città storiche; riqualificare le
“porte “ delle città, rendere percepibili paesaggisticamente i margini urbani (bersagli visivi:
fondali, skilines, belvederi, ecc);
5.9 riqualificare e recuperare il riuso delle infrastrutture storiche (strade, ferrovie, sentieri,
tratturi);
5.10 valorizzare il carattere policentrico dei sistemi urbani storici evitando le saldature lineari che
li trasformano in conurbazioni continue;
5.11 promuovere l’identità paesaggistica delle molteplici costellazioni urbane (nodi e reti) che
connotano i sistemi insediativi storici della Puglia;
5.12 valorizzare i paesaggi storici dell’interno (Subappennino Dauno, Media Valle dell‘Ofanto,
Gargano montano, alta Murgia, Val d’Itria, Salento interno) sviluppandone e arricchendone le
attività socio-economiche peculiari e promuovendo relazioni di reciprocità e complementarietà
con i paesaggi costieri;
5.13 rivitalizzare le città storiche dell’interno, articolandone l’ospitalità con lo sviluppo di un
turismo ambientale, culturale (ecomuseale) ed enogastronomico sovrastagionale.
6.1 riprogettare nelle urbanizzazioni contemporanee spazi pubblici di prossimità e comunitari;
6.2 riqualificare i tessuti a bassa densità per integrarli nel paesaggio agricolo e relazionarli alla
città;
6.3 definire i margini urbani e i confini dell’urbanizzazione, per migliorare la transizione tra il
paesaggio urbano e quello della campagna aperta;
6.4 contenere i perimetri urbani da nuove espansioni edilizie e promuovere politiche per
contrastare il consumo di suolo;
6.5 limitare gli interventi di edificazione al territorio già compromesso dalle urbanizzazioni
promuovendone la riqualificazione, la ricostruzione, e il recupero;
6.6 individuare strategie articolate e differenziate per la riqualificazione delle urbanizzazioni
periferiche dei diversi sistemi urbani tenendo conto dei differenti livelli di urbanizzazione, di
sviluppo socioeconomico e di pressione insediativa, nonché delle criticità e delle morfotipologie
urbane e territoriali individuate;
6.7 riqualificare gli spazi aperti periurbani e/o interclusi per elevare la qualità abitativa delle
urbanizzazioni periferiche, per ristabilire un rapporto di scambio alimentare, ricreativo, igienico,
fruitivo fra città e campagna a diversi livelli territoriali (greenbelt nei margini urbani, parchi di
cintura, forestazione periurbana, ecc);
6.8 potenziare la multifunzionalità delle aree agricole periurbane, migliorando le funzioni agricole
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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di prossimità urbana con un progetto culturale ed economico innovativo;
6.9 promuovere circuiti corti e mercati di prossimità nel territorio agricolo periurbano;
6.10 valorizzare la edilizia rurale periurbana riqualificandola e rivitalizzadola per ospitare funzioni
urbane di interesse collettivo o attività rurali nell’ottica della multifunzionalità;
6.11 favorire interventi di forestazione urbana con lo scopo di costruire nuove cinture verdi di
protezione per le aree industriali, e per qualificare le fasce di rispetto lungo le strade;
6.12 bloccare la proliferazione delle aree industriali nel territorio rurale;
6.13 arretrare gli insediamenti delle aree periurbane costiere e recuperare i caratteri del
paesaggio naturale.
7.1 evidenziare i grandi scenari caratterizzanti l’immagine della Puglia;
7.2 salvaguardare i luoghi (belvedere) e le visuali panoramiche (bacini visuali, fulcri visivi) dei
paesaggi pugliesi;
7.3 individuare, salvaguardare e valorizzare le strade, le ferrovie e i percorsi panoramici e di
interesse paesistico-ambientale;
7.4 riqualificare e valorizzare i viali di accesso alle città;
7.5 ridurre e mitigare gli impatti e le trasformazioni che alterano o compromettono le relazioni
visuali
7.6 organizzare gli itinerari panoramici e di interesse paesistico-ambientale;
7.7 valorizzare la percezione e la fruizione paesaggistica dei beni pesaggistici e dei CTS.
8.1 Promuovere la fruizione carrabile lenta di qualità degli ambiti e delle figure paesaggistiche,
valorizzando i percorsi di connessione storici tra le reti di città e le strade di valenza
paesaggistica, riqualificando le strade caratterizzate da fenomeni di addensamento di attività
produttive o saturazione tra i centri urbani;
8.2 progettare la fruizione ciclopedonale del territorio regionale;
8.3 progettare sinergie intermodali valorizzando la struttura diffusa del sistema ferroviario;
8.4 valorizzare la fruizione via mare del sistemi di centri costieri;
8.5 assicurare la percorribilità lungo fiumi, lame e gravine;
8.6 assicurare l’interconnessione delle reti lente attraverso l’individuazione e il potenziamento di
nodi di scambio strategici;
8.7 riqualificare la percorribilità pedonale e ciclabile delle marine costiere di recente formazione;
8.8 valorizzare i collegamenti della costa con l’interno;
8.9 riqualificare gli accessi pedonali e ciclabili alle città storiche.
9.1 Non perdere il ritmo: salvaguardare l’alternanza storica di spazi inedificati ed edificati lungo
la costa pugliese;
9.2 il mare come grande parco pubblico della Puglia;
9.3 salvaguardare la diversità e varietà dei paesaggi costieri storici della Puglia;
9.4 riqualificare ecologicamente gli insediamenti a specializzazione turistico-balneare;
9.5 dare profondità al turismo costiero, creando sinergie con l’entroterra;
9.6 decomprimere la costa attraverso progetti di delocalizzazione.
10.1 definire standard di prestazione energetica degli edifici e degli insediamenti urbani che
rendano coerente la riduzione dei consumi di energia con l'elevamento della qualità
paesaggistica;
10.2 rendere coerente lo sviluppo delle energie rinnovabili sul territorio con la qualità e l'identità
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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dei diversi paesaggi della Puglia;
10.3 favorire l’uso integrato delle FER sul territorio, promuovendo i mix energetici più appropriati
ai caratteri paesaggistici di ciascun ambito;
10.4 individuare standard di qualità territoriale e paesaggistica per le diverse tipologie degli
impianti di energie rinnovabili;
10.5 promuovere il passaggio dai “campi alle officine”, favorendo la concentrazione delle nuove
centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili in aree produttive o prossime ad esse e
lungo le grandi infrastrutture;
10.6 disincentivare la localizzazione di centrali fotovoltaiche a terra nei paesaggi rurali;
10.7 promuovere il cointeressamento dei Comuni nella gestione della produzione energetica
locale;
10.8 selezionare drasticamente le zone in cui è ammessa l’installazione di impianti eolici, e
favorire l’aggregazione intercomunale;
10.9 promuovere le energie da autoconsumo (eolico, fotovoltaico, solare termico) nelle città e
negli edifici rurali;
10.10 attivare azioni sinergiche fra la riduzione dei consumi e la produzione di energie da fonti
rinnovabili;
10.11 sviluppare l'utilizzo energetico delle biomasse prodotte localmente: potature oliveti e
vigneti, rimboschimenti con funzioni di mitigazione ambientale, ecc.
Per gli insediamenti industriali:
a11.1 garantire o riqualificare la relazione fra l'insediamento produttivo e il suo contesto
paesaggistico;
a11.2 potenziare e/o riqualificare la relazione tra l'insediamento produttivo e le componenti
ambientali del contesto (suolo, vegetazione, acqua);
a11.3 riqualificare l’impianto delle aree a partire dal ridisegno degli spazi pubblici prossimi ai lotti:
i viali, le strade di servizio, le aree parcheggio, le aree verdi, i servizi;
a11.4 attribuire rilevanza alla qualità compositiva dell’impianto, curando la qualità delle tipologie
edilizie e urbanistiche, dei materiali da costruzione, e dei confini dell'insediamento;
a11.5 orientare la progettazione degli edifici al risparmio energetico, alla produzione di energia
rinnovabile e al riuso della risorsa idrica.
a11.6 produrre regole e valutazioni:
- sui requisiti dimensionali e di complessità funzionale per garantire aree produttive
ecologicamente e paesaggisticamente attrezzate;
- sulla localizzazione degli insediamenti in relazione alla grande viabilità;
- di integrazione paesaggistica e di tutela dei valori ambientali dell’area;
- sulla riqualificazione urbanistica dell’area: inserimento dell’area nel contesto, topografia,
visibilità;
- sulla riqualificazione della qualità edilizia ed urbanistica;
- sull’uso efficiente delle risorse, sulla chiusura dei cicli, sulla produzione energetica;
- sulla relazione tra la struttura produttiva e lo spazio agricolo circostante;
- sulla riqualificazione e il riuso delle aree e degli impianti estrattivi dismessi
Per le infrastrutture:
- garantire la sostenibilità paesaggistica e ambientale con interventi di mitigazione e
riqualificazione, nei casi di contesti particolarmente degradati, e di salvaguardia e valorizzazione,
nei contesti di particolare pregio;
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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- adeguare o potenziare le prestazioni funzionali dell’infrastruttura attraverso interventi di
razionalizzazione e regolamentazione dei flussi, di potenziamento o adeguamento
dell’interconnessione, ecc…
- valorizzare le potenzialità connettive attraverso interventi di integrazione e messa a sistema di
elementi patrimoniali e relazioni territoriali.
12.1 qualificare i tessuti urbani a maglie larghe;
12.2 dare forma e funzioni urbane al tessuto discontinuo a maglia regolare;
12.3 riqualificare gli insediamenti lineari lungo gli assi storici;
12.4 alleggerire l’impatto delle piattaforme turistico ricettive residenziali;
12.5 contenere e riqualificare la campagna urbanizzata.
Contenuti principali
Le disposizioni normative del PPTR si articolano in indirizzi, direttive e prescrizioni, oltre che in
linee guida per orientare strumenti o interventi di particolare rilievo.
Gli indirizzi sono disposizioni che indicano ai soggetti attuatori gli obiettivi generali e specifici del
PPTR da conseguire.
Le direttive sono disposizioni che definiscono modi e condizioni idonei a garantire la
realizzazione degli obiettivi generali e specifici del PPTR da parte dei soggetti attuatori mediante
i rispettivi strumenti di pianificazione o di programmazione. Esse, pertanto, devono essere
recepite da questi ultimi secondo le modalità e nei tempi stabiliti dal PPTR, nelle disposizioni che
disciplinano l’adeguamento dei piani settoriali e locali, contenute nel Titolo VII delle presenti
norme, nonché nelle disposizioni che disciplinano i rapporti del PPTR con gli altri piani.
Le prescrizioni sono disposizioni conformative del regime giuridico dei beni oggetto del PPTR,
volte a regolare gli usi ammissibili e le trasformazioni consentite. Esse contengono norme
vincolanti, immediatamente cogenti, e prevalenti sulle disposizioni incompatibili di ogni
strumento vigente di pianificazione o di programmazione regionale, provinciale e locale.
In applicazione dell’art. 143, comma 8, del Codice le linee guida sono raccomandazioni
sviluppate in modo sistematico per orientare la redazione di strumenti di pianificazione, di
programmazione, nonché di interventi in settori che richiedono un quadro di riferimento unitario
di indirizzi e criteri metodologici, il cui recepimento costituisce parametro di riferimento ai fini
della valutazione di coerenza di detti strumenti e interventi con le disposizioni di cui alle presenti
norme.
Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano d’Otranto
Il PUG, in accordo con i principi e le previsioni del PPTR, considera il paesaggio come indicatore
della qualità dello sviluppo territoriale ed urbano, e il paesaggio di qualità come fondamentale
risorsa per lo sviluppo. Per questo il PUG/S assume il paesaggio come categoria sintetica di
lettura-interpretazione del territorio e, al contempo, come categoria di proposta/progetto per il
medesimo territorio. Ciò sulla base di una concezione del paesaggio che si fonda sull’approccio
percettivo e considera il paesaggio come linguaggio del territorio.
La concezione di paesaggio assunta è quella per la quale il paesaggio è l’insieme dei segni
naturali ed antropici, identificabili in se e nelle loro relazioni come risorse fisico-naturalistiche,
storiche, sociali e simboliche, attraverso i quali il territorio si racconta, racconta i suoi caratteri, la
sua storia, il suo rapporto con gli uomini; con ciò comunicando a chi sa e vuole leggere tali
segni, il suo stato di salute, i suoi pregi ed i suoi difetti. In sintesi, il paesaggio come linguaggio
del territorio. Da questa concezione discende una teoria interpretativa secondo la quale il
rapporto delle trasformazioni del territorio con il paesaggio non è nient’altro che il rapporto tra i
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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“segni della trasformazione” ed i “segni del territorio”.
Il Piano, assume i seguenti obiettivi di qualità per il paesaggio da perseguire nella attuazione
delle previsioni di trasformazione considerate interventi significativi dal punto di vista
paesaggistico:
- assumere il paesaggio come indicatore della qualità territoriale e urbana e assicurare la
qualità del paesaggio considerandola risorsa fondamentale per lo sviluppo;
- favorire una specifica attenzione al paesaggio, quale esito dell’intreccio
- tra segni naturali e segni antropici, ai fini di ridefinire l’immagine percepibile di Corigliano e
delle sue diverse parti;
- promuovere politiche di sviluppo che incentivino il legame tra agricoltura e territorio in modo
da rafforzare gli esisti percepibili che di questa simbiosi permangono nel paesaggio rurale;
- incrementare gli spazi e i percorsi di percezione e fruizione paesaggistico-ambientale del
territorio e della città in particolare cogliendo le occasioni fornite dalla formazione della rete
ecologica, sia in contesti rurali che urbani;
- promuovere la qualificazione paesaggistica delle trasformazioni insediative e infrastrutturali
attraverso l’opportuno inserimento degli interventi previsti nei Paesaggi di appartenenza.
Tali obiettivi sono da perseguirsi attraverso una specifica procedura, disciplinata dal PUG, di
definizione dell’inserimento paesaggistico degli interventi, che integra la documentazione definita
in sede di quadro normativo nazionale regionale in materia di paesaggio.
Al fine di promuovere la qualità del paesaggio del territorio di Corigliano d’Otranto come
elemento di identità sociale e ambientale e come risorsa per lo sviluppo, il PUG/S articola il
territorio comunale in Paesaggi con caratteristiche territoriali e percettive riconoscibili,
assumendo il paesaggio come riferimento per le trasformazioni previste, allo scopo della loro
qualificazione paesaggistica anche in ordine alle finalità della Lr. n.14 del 10.06.2008.
Il PUG/S, al fine di evidenziare le componenti significative che li costituiscono e le relazioni
reciproche che le legano, raggruppa i Contesti Territoriali in Paesaggi, e definisce uno specifico
elaborato del PUG/S, la Carta per la qualità paesaggistica del territorio, finalizzata a svolgere un
ruolo di guida per l’inserimento paesaggistico degli interventi di trasformazione previsti dal PUG
stesso.
La Rete Ecologica Regionale
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Il patto città-campagna
Il sistema infrastrutturale per la mobilità dolce
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PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI (PRT)
STATO DI ATTUAZIONE
Il documento contenente i principi, indirizzi e linee di intervento in materia di PRT è stato
approvato dal Consiglio Regionale con L.R. 23 giugno 2008 n. 16, pubblicato sul B.U.R. Puglia -
n. 103 del 30/06/2008. Sulla base di tale documento è stato elaborato dall'Assessorato Trasporti
e Vie di Comunicazione della Regione il Piano Attuativo 2009-2013 del Piano Regionale dei
Trasporti (PRT) per le modalità stradale, ferroviaria, marittima ed aerea. La proposta di Piano,
redatta in conformità all’art. 7 della L.R. 18/2002 “Testo unico sulla disciplina del trasporto
pubblico locale” come modificato dalla LR 32/2007, non è ancora stata approvata.
NATURA E FINALITÀ
Il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) della Regione Puglia è il documento programmatico
settoriale volto a realizzare sul territorio regionale, in armonia con gli indirizzi comunitari in
materia di trasporti, con gli obiettivi del Piano generale dei trasporti e delle Linee guida del Piano
generale della mobilità e con le proposte programmatiche concertate in sede di Conferenza delle
regioni e Coordinamento delle regioni del Mezzogiorno, un sistema di trasporto delle persone e
delle merci globalmente efficiente, sicuro, sostenibile e coerente con i piani di assetto territoriale
e di sviluppo socio-economico regionali e sovraregionali.
Il PRT è redatto, adottato ed approvato in conformità alle disposizioni dell’articolo 7 della legge
regionale 31 ottobre 2002, n. 18 (Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale) come
modificato dalla legge regionale 2 marzo 2004, n. 2 (Disposizioni in materia di trasporti –
Modifiche e integrazioni alla legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18) e dalla legge regionale 15
novembre 2007, n. 32 (Modifica all’articolo 7 della legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18).
OBIETTIVI GENERALI
Il PRT si propone gli obiettivi generali di:
a) adottare un approccio improntato alla co-modalità nella definizione dell’assetto delle
infrastrutture e dell’organizzazione dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci,
finalizzato a garantire efficienza, sicurezza, sostenibilità e, in generale, riduzione delle
esternalità;
b) contribuire alla creazione di una rete sovraregionale di infrastrutture e servizi per il trasporto di
persone, merci e per la logistica – in connessione con il Corridoio VIII e il Corridoio I – che veda
la Puglia protagonista tra le regioni del Mezzogiorno e nel “Sistema mediterraneo” a supporto
dello sviluppo di relazioni e integrazioni di natura culturale, economica e sociale;
c) configurare una rete di infrastrutture e servizi sulla base di criteri di selezione delle priorità, che
garantisca livelli di accessibilità territoriale rispondenti alla valenza sociale, economica e
paesaggistico-ambientale delle diverse aree della regione nel rispetto dei vincoli di budget
imposti a livello nazionale e regionale;
d) strutturare un sistema di infrastrutture e servizi di mobilità concepito in modo da garantirne la
fruizione da parte di tutte le categorie di utenti/operatori;
e) garantire tempi certi di attuazione degli interventi programmati dai Piani attuativi attraverso il
coinvolgimento degli Enti locali nei processi di pianificazione e attraverso forme di partecipazione
e concertazione con i soggetti economici e sociali interessati dai processi stessi;
f) garantire l’efficacia degli interventi programmati dai Piani attuativi, la coerenza della
pianificazione sviluppata dai diversi settori e livelli amministrativi e il corretto funzionamento del
sistema della mobilità nel suo complesso promuovendo forme di copianificazione intersettoriale
(in primis trasporti-territorio) e indirizzando la pianificazione sott’ordinata;
g) contribuire a raggiungere gli obiettivi dei piani di riassetto urbanistico e territoriale e dei piani di
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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sviluppo economico e sociale attraverso un’adeguata interpretazione delle istanze che nascono
dal sistema insediativo e da quello economico sociale.
Il Piano Attuativo, una volta approvato, prefigurerà l’assetto infrastrutturale da perseguire nei
prossimi anni per migliorare la mobilità interna, per potenziare i collegamenti del sistema
regionale nell’ambito delle reti nazionali e internazionali e per garantire la competitività del
sistema economico pugliese a partire dai suoi settori trainanti.
OBIETTIVI SPECIFICI
Il PRT si propone i seguenti obiettivi specifici:
realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per affermare il ruolo di piattaforma
logistica multimodale della Puglia nel Mezzogiorno e più in generale nello spazio
euromediterraneo;
realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per lo sviluppo della logistica e
dell’intermodalità nel trasporto merci da parte delle imprese del sistema produttivo pugliese;
promuovere forme ambientalmente e socialmente sostenibili del trasporto delle merci
nell’ambito dei sistemi urbani;
migliorare i livelli di sicurezza del trasporto delle merci in ambito regionale;
accrescere la competitività, la specializzazione e la complementarietà del sistema portuale
regionale;
garantire un’efficiente interconnessione tra le reti di rango sovraregionale e quella regionale;
migliorare l’accessibilità interna alla regione a supporto della coesione territoriale e
dell’inclusione sociale, dello sviluppo locale e della valorizzazione di ambiti a valenza
strategica;
potenziare e integrare l’offerta di collegamenti sovraregionali di trasporto passeggeri a
supporto della competitività del sistema economico pugliese;
riconoscere al trasporto aereo un ruolo strategico per i collegamenti di lungo raggio;
riconoscere alla modalità ferroviaria il ruolo di sistema portante della rete regionale di
trasporto pubblico locale;
contribuire a mantenere e potenziare il ruolo della ferrovia nei collegamenti di lunga
percorrenza, in previsione dei futuri sviluppo del sistema alta capacità/alta velocità;
indirizzare la riorganizzazione del TPL su gomma in forma complementare e integrata
rispetto ai servizi ferroviari;
promuovere forme di mobilità sostenibile nei centri urbani e nei sistemi territoriali rilevanti e
per la valorizzazione di ambiti a valenza ambientale strategica a livello regionale;
promuovere la piena accessibilità alle reti e ai servizi di trasporto da parte di tutte le
categorie di utenti attraverso la progressiva eliminazione delle barriere architettoniche e
sensoriali rispetto a infrastrutture fisiche e informazioni;
massimizzare l’efficienza gestionale dei servizi di trasporto su ferro creando le condizioni per
la progressiva riconversione dei servizi automobilistici sostitutivi di servizi ferroviari;
contribuire a realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per il libero accesso e
la circolazione sulla rete ferroviaria regionale finalizzato alla piena valorizzazione del
patrimonio infrastrutturale, alla massimizzazione della capacità ferroviaria e dei benefici
derivanti da tutti gli investimenti settoriali.
Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano d’Otranto
Per perseguire l’obiettivo di un sistema della mobilità integrata, ecosostenibile, efficiente e
sicura, che garantisca le relazioni territoriali e comunali e che allo stesso tempo sia attenta agli
esiti paesaggistici, il PUG/S l’insieme degli elementi della mobilità di progetto composto da nuovi
svincoli e connessioni stradali, dall’adeguamento di alcuni tratti della viabilità esistente e da
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
58
nuovi tracciati, volti a consentire una razionalizzazione del sistema della mobilità attuale, a
minimizzare l’impatto della mobilità esistente sull’ambiente urbano, a qualificare il margine della
città, a realizzare una mobilità alternativa ciclopedonale in grado di innervare il territorio e di
rendere fruibili i beni naturalistici e il paesaggio di Corigliano d’Otranto.
Per quanto concerne la viabilità di connessione territoriale e un suo efficiente e sicuro
collegamento con il centro urbano, il progetto prevede la razionalizzazione degli svincoli nel
tratto compreso tra la SS 16 e la SP 367, volta a mettere in sicurezza e ad assicurare adeguata
accessibilità, da parte della grande viabilità, sia al centro urbano di Corigliano che alle aree
produttive esistenti e a garantire l’accessibilità a quelle di progetto. Gli interventi in oggetto
prevedono, nello specifico:
- la riconfigurazione dello svincolo alla SP367 fino a farlo diventare uno svincolo completo,
attraverso la rimozione della rampa in direzione nord per la SP 367 e la realizzazione di uno
svincolo a livelli sfalsati del tipo a trombetta che si riconnette alla SP 34 nel tratto compreso
tra la SP 367 e la linea FSE in corrispondenza di una rotatoria di progetto del diametro di 20
metri;
- il posizionamento di una rotaria tra la SP367
e la SS 16, ovvero sulla SP 34, del diametro di 50
metri, in posizione di connettore tra la nuova viabilità
a servizio della zona artigianale, la SP 34 ed il
riconfigurato svincolo di Corigliano d’Otranto posto
sulla SS 16 in direzione Maglie;
Per la risoluzione del problema dell’attraversamento
della linea ferroviaria Sud Est e della messa in
sicurezza della viabilità carrabile esistente, il
progetto prevede la realizzazione di due sottopassi
carrabili posti sulla SP 34 e sulla SP 228 seguendo
le geometrie previste per le strade extraurbane locali
di tipo F e la contestuale chiusura dei due passaggi
a livello attuali; in particolare:
- il sottopasso posto sulla SP 228 prevede
una variante al tracciato esistente della strada
provinciale in oggetto in maniera di allontanarsi dalle
aree a pericolosità idraulica come perimetrale
dall’AdB fino a raggiungere, dopo esser passato sotto la linea FSE e la Strada Vicinale
Gallizze, la Via Vecchia Maglie all’altezza del bivio con la Strada Vecchia Comunale Pleo in
maniera da riconnettersi con via Einaudi;
- il sottopasso posto sulla SP 34 corre accanto alla condotta principale di AQP, in maniera da
evitare interferenze plano-altimetriche tra la condotta ed il tunnel, venendo a costituire parte
della viabilità di aggiramento urbano posta a nord dell’abitato che, proseguendo su Via
D’annunzio, Via Sicilia, Via Lucania e Via Lazio, permette di raggiungere la SP 33 per
Galatina direttamente dalla SS 16, dalla SP 367 e dalla SP 34 senza attraversare il centro
urbano. La riorganizzazione dell’accesso urbano, vista anche al rimozione del passaggio a
livello con relativa riorganizzazione della viabilità, consente la realizzazione di un parcheggio
di interscambio ferro-gomma nell’area compresa tra il sottopasso e la linea ferroviaria,
collegato direttamente alla stazione attraverso un collegamento con passerella in quota,
nonché di un’area per le fermate per le autolinee extraurbane. Tale intervento viene a
costituire un nodo intermodale per lo scambio ferro-gomma-bici, e il parcheggio di
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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interscambio, testata dei percorsi ciclo-pedonali extraurbani, dovrà anche prevedere spazi
verdi e luoghi di sosta e di ristoro.
Per la risoluzione del problema dell’attraversamento urbano da parte del traffico, anche pesante,
sulla direttrice Cutrofiano-SS 16, il PUG/P individua una area di salvaguardia nella quale il
PUG/P potrà prevedere la realizzazione di una strada di tipo F “Strada extraurbana locale” cui
sarà affiancato un tratto della viabilità ciclabile, al margine sud dell’abitato, volta a costituire un
percorso alternativo per il traffico di attraversamento, e al contempo a costituire un margine
verde nel caso di future espansioni del centro urbano, al momento non previste dal PUG/S. Tale
tracciato potrà essere realizzato partendo dalla rotatoria tra il nuovo sottopasso ferroviario sud
posto sulla SP 228 e la Via
Vecchia Maglie utilizzando,
rettificandolo, parte del tracciato
della Strada Vecchia Comunale
Pleo per poi seguire un tracciato
da realizzarsi ex-novo che,
passando in fregio alla dolina, al
tessuto urbano esistente e
all’Ambito di trasformazione
AT3.1, si riconnetterà alla
viabilità provinciale esistente in
corrispondenza della rotatoria
prevista dalla Provincia di Lecce
tra la SP 49 e la SP 49 bis. In
sede di PUG/P saranno definiti i
tempi e le modalità di
realizzazione dell’infrastruttura,
gli usi consentiti nelle fasce di
rispetto stradale, nonché le
caratteristiche specifiche
dell’opera, ovvero: la larghezza
della carreggiata stradale, le
rotatorie per intersezioni con la
viabilità esistente, le fasce di
rispetto e le opere di
risanamento ambientale e
inserimento paesaggistico per mitigare l’impatto della nuova strada sull’ambiente e sul
paesaggio. In ogni caso l’area compresa nelle fasce di rispetto dovrà essere attrezzata a verde e
per la mobilità ciclopedonale, tramite la realizzazione di una pista ciclabile in terra battuta o
comunque in materiale permeabile, in carreggiata separata e messa in sicurezza con l’uso di
materiali e opere naturali, prevalentemente utilizzando il verde di arredo stradale.
Gli interventi sul sistema della mobilità anulare intorno al centro urbano sono completati dalla
previsione di infrastrutture di rallentamento del traffico in ingresso al centro urbano dalla SP 33 e
dalla SP 49, quest’ultimo già previsto dalla Provincia di Lecce, attraverso rotatorie e isole in
corrispondenza degli attraversamenti delle strade ciclabili.
Infine, il PUG/S individua quale elemento caratterizzante il progetto della mobilità la
realizzazione di una rete di mobilità dolce, di tipo ciclopedonale, sui numerosi tratti della viabilità
rurale, che innerva i Contesti Rurali, anche nell’ambito del progetto strategico “Mezzaluna
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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verde”, e che attraversa l’ambito urbano collegando gli spazi verdi esistenti e di progetto e le
attrezzature urbane, collegando in particolare le attrezzature dedicate ai bambini; per la
realizzazione della rete ciclopedonale extraurbana, può essere individuata anche le sede del
sedime delle condotte AQP, come parte integrante delle direttrici della rete ciclabile regionale, i
cui itinerari principali sono stati individuati con il progetto di cooperazione CYRONMED (Cycle
Route Network of the Mediterranean), promosso e coordinato dall'Assessorato ai Trasporti della
Regione Puglia, e inseriti nella legge regionale n. 16 del 2008 su "Principi ed indirizzi del Piano
Regionale dei Trasporti".
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
61
PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE (PRAE)
STATO DI ATTUAZIONE
Adottato con D.G.R. n°2112 del 10/11/2009 approvato con D.G.R.n°445 del 23/02/2010.
NATURA E FINALITÀ
Il PRAE è il documento di indirizzo, programmazione e di pianificazione regionale del settore
estrattivo a livello regionale. Esso si configura quale piano regionale di settore con efficacia
immediatamente vincolante e costituisce variante agli strumenti urbanistici generali. Le
previsioni contenute nelle presenti disposizioni prevalgono automaticamente sulle eventuali
previsioni difformi contenute nei piani urbanistici.
Il PRAE persegue le seguenti finalità:
a) pianificare e programmare l’attività estrattiva in coerenza con gli altri strumenti di
pianificazione territoriale, al fine di contemperare l’interesse pubblico allo sfruttamento delle
risorse del sottosuolo con l’esigenza prioritaria di salvaguardia e difesa del suolo e della tutela
e valorizzazione del paesaggio e della biodiversità;
b) promuovere lo sviluppo sostenibile nell’industria estrattiva, in particolare contenendo il
prelievo delle risorse non rinnovabili e privilegiando, ove possibile, l'ampliamento delle attività
estrattive in corso rispetto all’apertura di nuove cave;
c) programmare e favorire il recupero ambientale e paesaggistico delle aree di escavazione
abbandonate o dismesse;
d) incentivare il reimpiego, il riutilizzo ed il recupero dei materiali derivanti dall’attività estrattiva.
OBIETTIVI GENERALI
Programmazione delle attività estrattive per garantire uno sviluppo delle attività produttive
coordinato e compatibile con l’ambiente.
OBIETTIVI SPECIFICI
• Individuare le aree di potenziale sfruttamento non soggette a vincoli preclusivi dell’attività
estrattiva;
• disporre norme per l’esercizio, il recupero e la chiusura delle cave;
• individuare le aree nelle quali subordinare l’attività di coltivazione di cave alla preventiva
approvazione di Piano Particolareggiato finalizzati al recupero del territorio sotto il profilo
paesaggistico ed ambientale.
CONTENUTI PRINCIPALI
Il P.R.A.E. contiene:
1) la relazione illustrativa delle finalità e dei criteri informativi del piano;
2) le norme tecniche per la progettazione e la coltivazione delle cave e per il recupero
ambientale delle aree interessate;
3) la carta giacimentologica implementata con sistema GIS contenente:
a) l’indicazione delle risorse di potenziale sfruttamento;
b) i vincoli urbanistici, paesaggistici, culturali, idrogeologici, forestali, archeologici;
c) la tabella dei fabbisogni di cui all’art. 31 comma 1 lett. e) l.r. n. 37/85.
La carta giacimentologica individua le aree di potenziale sfruttamento non soggette a vincoli
preclusivi dell’attività estrattiva.
Il PRAE individua 8 aree nelle quali l’attività è subordinata alla preventiva approvazione di
Piano Particolareggiato (P.P.). I piani particolareggiati hanno funzione di riordino dell’attività
estrattiva finalizzata al recupero del territorio sotto il profilo paesaggistico ed ambientale.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO
Nell’ambito territoriale di Corigliano d’Otranto
risulta vigente il solo Bacino di Piano
Particolareggiato comprendente i comuni di
Cursi, Melpignano e Corigliano, utilizzato per
l’estrazione della calcarenite tipo “carparo” (BPP
n.129, estensione totale di 902.3 ha), recepito
dal PUG2012.
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PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA)
STATO DI ATTUAZIONE
Il Piano di Tutela delle Acque è stato adottato con Deliberazione della Giunta Regionale 19
giugno 2007, n. 883 e successivamente approvato con DGR 4 agosto 2009, n. 1441
NATURA E FINALITÀ
Si tratta di un piano di settore, introdotto nella normativa italiana dal D. Lgs. 152/1999 recante
“Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, attualmente sostituito dal D.Lgs.
152/2006 “Norme in materia ambientale”.
Il Piano si configura come strumento di pianificazione regionale e rappresenta un piano stralcio
di settore del Piano di Bacino, le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per
le amministrazioni e gli enti, pubblici e privati.
È finalizzato alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali, marine costiere e
sotterranee. Il Piano introduce, tra l’altro, il concetto di “tutela integrata” delle risorse idriche,
come tutela sinergica degli aspetti qualitativi e quantitativi.
OBIETTIVI GENERALI
1. prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;
2. conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate
a particolari usi;
3. perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;
4. mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di
sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate;
5. mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;
6. impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi
acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi
acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico.
OBIETTIVI SPECIFICI
1. individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici;
2. individuazione di un sistema di misure volte alla tutela integrata degli aspetti qualitativi e
quantitativi finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica
destinazione dei corpi idrici (destinati all’estrazione acqua potabile, alla balneazione, alla vita dei
pesci, alla vita dei molluschi);
3. individuazione e mantenimento del deflusso minimo vitale per i corpi idrici superficiali;
4. disciplina degli scarichi nel rispetto dei valori limite fissati dallo Stato, nonché definizione di
valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore;
5. adeguamento dei sistemi di fognatura, collegamento e depurazione degli scarichi idrici,
nell'ambito del servizio idrico integrato;
6. individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento nelle zone
vulnerabili e nelle aree sensibili;
7. individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle
risorse idriche;
8. individuazione di misure per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e di ogni altra
fonte di inquinamento contenente sostanze pericolose o per la graduale eliminazione degli stessi
allorché contenenti sostanze pericolose prioritarie.
PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO
Un’estesa porzione del Comune di Corigliano ricade nelle “aree di sottoposte a tutela quali–
quantitativa” che rappresentano una fascia di rispetto delle aree interessate da contaminazione
salina dell’acquifero (che rischia un progressivo aumento del tenore salino, rendendo
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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inutilizzabile la risorsa acqua). In questa fascia devono essere adottate delle misure che
consentano di rallentare il fenomeno sopradescritto, attraverso un riordino delle utilizzazioni per
conseguire una migliore distribuzione areale degli emungimenti.
Quasi la totalità del territorio comunale ricade in zona di protezione speciale idrogeologica di tipo
B2 nelle quali “è vietata la realizzazione di opere che comportino la modificazione del regime
naturale delle acque (infiltrazione e deflusso)..(omissis) e la trasformazione dei terreni coperti da
vegetazione spontanea…(omissis)”.
Il PUG2012 recepisce le norme del PTA ed inoltre estende la disciplina di tutela della zona a
protezione speciale idrogeologica “B” all’intero territorio comunale, stante la estensione del
perimetro, che lo riguarda quasi per intero.
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PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI (PRGR)
STATO DI ATTUAZIONE
L’attività del Commissario Delegato si è sostanziata nell’approvazione del nuovo piano di
gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate della regione Puglia attraverso la
seguente decretazione:
• D.C. n 41 del 06.03.2001 “Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica aree inquinate”;
• D.C. n. 296 del 30.09.2002 “Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica aree inquinate.
Completamento, integrazione e modificazione”;
• D.C. n. 56 del 26.03.2004 “Piano di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili in Puglia, ex art. 5
D.Lgs. n. 36/03. Integrazione pianificazione regionale”;
• D.C. n. 187 del 9.12.2005 “Decreti Commissariali 6/3/2001 n. 41 e 30/9/2002 n. 296 – Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti. Aggiornamento, completamento e modifiche”.
Per la parte riguardante i rifiuti speciali si veda la scheda relativa al PGRS.
NATURA E FINALITÀ
La Regione deve provvedere alla predisposizione, l'adozione e l'aggiornamento dei piani
regionali di gestione dei rifiuti. In tale piano è contenuta:
a. la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata
dei rifiuti urbani, anche pericolosi, secondo un criterio generale di separazione dei rifiuti di
provenienza alimentare e degli scarti di prodotti vegetali e animali o comunque ad alto tasso di
umidità dai restanti rifiuti;
b. l'elaborazione, l'approvazione e l'aggiornamento dei piani per la bonifica di aree inquinate di
propria competenza;
c. l'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, anche pericolosi, e
l'autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti, fatte salve le competenze statali […];
d. l’autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero dei rifiuti, anche
pericolosi;
e. la promozione della gestione integrata dei rifiuti;
f. l'incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti ed al recupero degli stessi.
OBIETTIVI GENERALI
Il Piano approvato con Decreto Commissariale n° 187 del 09/12/2005 (aggiornamento,
completamento e modifica al Piano Regionale di gestione dei rifiuti in Puglia), ha i seguenti
scopi:
quantificare gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e precisare quelli di raccolta differenziata per
ciascuna filiera, ricalcolando quindi gli “indici di recupero-obiettivo” alla luce delle
abbondanze relative delle diverse frazioni nei rifiuti “residuali”;
calcolare il fabbisogno impiantistico complessivo della regione, sia per ciò che concerne gli
impianti di trattamento biologico che quelli di recupero energetico (produzione di CDR).
OBIETTIVI SPECIFICI
Gli obiettivi del Piano consistono in:
potenziamento della raccolta differenziata fino al raggiungimento di valori superiori rispetto al
65%
limitazione dello smaltimento in discarica entro il 2010 nel rispetto dei requisiti, delle
prescrizioni, delle condizioni e degli obiettivi del D.Lgs. n. 36/2003;
diminuzione del rifiuto e del riciclo dello stesso e che, a valle della raccolta differenziata,
proceda a operazioni di biostabilizzazione e produzione di CDR.
IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO (PIANO D’AMBITO RIFIUTI
ATO LECCE 2)
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Azioni da attivare nel primo periodo di attuazione del PO FESR 2007-2013:
- interventi di miglioramento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti
inquinati
- potenziamento e ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata
- realizzazione di impianti di compostaggio
- potenziamento della rete impiantistica dedicata al trattamento e valorizzazione delle frazioni
rivenienti dalla raccolta differenziata. Completamento della dotazione impiantistica di base
per il trattamento della frazione residuale dei rifiuti urbani
- bonifica di siti di interesse nazionale e regionale inquinati
- azioni di informazione
Pianificazione di:
- impianti di compostaggio con previsione dei costi di investimento
- isole ecologiche informatizzate in ognuno dei comuni dell’ATO con previsione dei costi di
investimento
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PIANO REGIONALE DI QUALITÀ DELL’ARIA (PRQA)
STATO DI ATTUAZIONE
Il Piano, già adottato con deliberazioni di Giunta Regionale n. 328 dell'11 marzo 2008 e n. 686
del 6 maggio 2008, è stato emanato con Regolamento Regionale n. 6 del 21 maggio 2008
pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 84 del 28 maggio 2008.
NATURA E FINALITÀ
Il PRQA è stato redatto in conformità alle recenti disposizioni normative nazionali e comunitarie
che assegnano alle Regioni competenze in materia di monitoraggio della qualità dell’aria e della
pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con livelli di concentrazioni superiori ai
valori limite.
OBIETTIVI GENERALI
L’obiettivo generale del PRQA è quello di conseguire il rispetto dei limiti di legge per quegli
inquinanti – PM10, NO2, Ozono – per i quali, nel periodo di riferimento per la redazione del
piano, sono stati registrati superamenti nel territorio regionale.
OBIETTIVI SPECIFICI
Questi obiettivi sono perseguiti attraverso una strategia articolata nei seguenti obiettivi specifici:
1. ridurre le emissioni da traffico autoveicolare nelle aree urbane;
2. incrementare la quota di trasporto pubblico, favorire e incentivare le politiche di mobilità
sostenibile;
3. eliminare o ridurre il traffico pesante nelle aree urbane;
4. ridurre le emissioni inquinanti degli insediamenti industriali;
5. incrementare i livelli di coscienza ambientale della popolazione;
6. favorire la più ampia applicazione del PRQA;
7. aumentare le conoscenze in materia di inquinamento atmosferico;
8. accelerare i naturali processi di degradazione degli inquinanti;
9. adeguare la rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria alla normativa vigente.
CONTENUTI PRINCIPALI
Il Piano individua le seguenti linee di intervento generali:
miglioramento della mobilità nelle aree urbane;
riduzione delle emissioni da impianti industriali;
sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale;
interventi per l’edilizia
prescrizioni per la mobilità urbana e l’educazione ambientale.
Il territorio regionale è inoltre suddiviso in 4 zone (si veda figura allegata) in funzione della
tipologia di emissione a cui sono soggetti i comuni e delle conseguenti diverse misure di
risanamento da applicare (tale classificazione è basata su simulazioni modellistiche dei livelli di
concentrazione in atmosfera, effettuate a partire da una stima delle emissioni inquinanti,
attraverso la metodologia CORINAIR, e dai dati di qualità dell’aria rilevati dalle reti di
monitoraggio:
ZONA A: comprendente i comuni in cui la principale sorgente di inquinanti in atmosfera è
rappresentata dal traffico veicolare;
ZONA B: comprendente i comuni sul cui territorio ricadono impianti industriali soggetti alla
normativa IPPC;
ZONA C: comprendente i comuni con superamenti dei valore limite a causa di emissioni da
traffico veicolare e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla
normativa IPPC.
ZONA D: comprendente tutti i comuni che non mostrano situazioni di criticità.
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Zonizzazione dei Comuni pugliesi in funzione della tipologia di emissione
PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO
Il territorio comunale di Corigliano d’Otranto ricade nella zona D “di mantenimento” del PRQA,
può pertanto accedere ai fondi per la messa in atto delle misure del piano sulla base della
disponibilità finanziaria comunque prioritaria per i comuni ricadenti nelle altre zone.
Gli obiettivi e le azioni del PUG2012 sono orientate, coerentemente con il PRQA, al
miglioramento dei livelli della qualità dell’aria attraverso una serie di misure relative al sistema
della mobilità e al sistema insediativo. Le previsioni di piano sulle reti per la mobilità dolce, il
miglioramento dei livelli di accessibilità, la promozione dell’utilizzo del sistema ferroviario, la
riqualificazione degli ambiti riferiti alle aree produttive esistenti anche in termini di efficienza
energetica, e le direttive per la nuova edificazione con riferimento alla legge regionale 13/2008
“norme per l’abitare sostenibile” convergono sulla mission del PRQA.
INDICAZIONI PER LA QUALITÀ ECOLOGICA DEGLI INSEDIAMENTI: ADEMPIMENTI PER
IL PUG
Il PRQA prevede, pur assegnando loro un ruolo marginale, alcune misure che interessano
l’edilizia e che pertanto potrebbero essere integrate nei meccanismi che regolano le fasi
attuative del PUG .
Il Piano promuove infatti i sistemi capaci di degradare gli inquinanti atmosferici al fine di
aumentare le capacità auto-depurative dell’ambiente urbano (richiamati nel Decreto del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 1 aprile 2004 - Linee guida per l’utilizzo dei
sistemi innovativi nelle Valutazioni di Impatto Ambientale. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile
2004).
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PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) DELLA PROVINCIA
DI LECCE
STATO DI ATTUAZIONE
Lo Schema di Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce è stato adottato con
DCP n. 39 del 15 giugno 2007 e approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 24/10/2008. NATURA E FINALITÀ
Il Piano costituisce l’atto di programmazione generale riferito all’intero territorio provinciale e
definisce gli indirizzi strategici e l’assetto fisico e funzionale del territorio con riferimento ali
interessi sovracomunali.
Le disposizioni del PTCP (Titolo II delle NTA e tavola A1) rappresentano la disciplina di
coordinamento e di attuazione dei piani stralcio di Assetto idrogeologico (PAI) e hanno carattere
immediatamente vincolante.
Le disposizioni del PTCP (Titolo III e IV delle NTA) costituiscono il recepimento, la specificazione
e l’integrazione delle previsioni della pianificazione paesaggistica vigente (PUTT/P).
Il PTCP recepisce specifica ed integra inoltre le previsioni dei seguenti piani regionali di settore:
Piano regionale dei trasporti
Piano regionale di sviluppo rurale
Piano regionale di tutela delle acque
Piano regionale delle attività estrattive
Il PTCP costituisce il riferimento per l’elaborazione e la verifica di conformità dei piani e dei
programmi di settore provinciali e per l’aggiornamento di quelli vigenti.
Il PTCP indirizza e coordina gli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali attraverso
indirizzi, direttive e prescrizioni e costituisce il riferimento per la verifica di compatibilità degli
strumenti urbanistici comunali e loro varianti.
OBIETTIVI GENERALI
Il piano si propone, come obiettivo generale, la costruzione di un quadro di coerenze all’interno
del quale comuni e istituzioni possano individuare le politiche di miglioramento della qualità e
dell’offerta fisica, sociale e culturale del territorio provinciale.
Tale obiettivo generale è declinato in obiettivi più specifici:
- il miglioramento del benessere e dei redditi individuali e collettivi,
- la crescita della produzione e dell’occupazione nel rispetto delle naturalità;
- il miglioramento della mobilità e dell’accessibilità;
- una diversa articolazione dei modi dell’abitare nelle situazioni di concentrazione e
dispersione;
- la tutela e il recupero dei centri antiche e del patrimonio culturale diffuso;
- lo sviluppo di un turismo compatibile.
L’ipotesi di organizzazione territoriale che traduce questi obiettivi è quella di considerare il
“Salento come parco”, dove concentrazione e dispersione sono compresenti e integrate; per
abitare il parco in modo moderno e efficiente sono necessarie nuove infrastrutture e un nuovo
modello di sviluppo.
Per la costruzione del “Salento come parco” il PTCP articola gli obiettivi sopra definiti in quattro
insiemi di politiche:
- politiche del welfare;
- politiche della mobilità;
- politiche della valorizzazione;
- politiche insediative.
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OBIETTIVI SPECIFICI
Il PTCP:
a) stabilisce le invarianti storico-culturali e paesaggistico-ambientali, specificando e integrando le
previsioni della pianificazione paesaggistica regionale, attraverso l’indicazione delle parti del
territorio e dei beni di rilevante interesse paesaggistico, ambientale, naturalistico e storico-
culturale da sottoporre a specifica normativa d'uso per la loro tutela e valorizzazione;
b) individua le diverse destinazioni del territorio provinciale in relazione alla prevalente vocazione
delle sue parti e alle analoghe tendenze di trasformazione, indicando i criteri, gli indirizzi e le
politiche per favorire l'uso integrato delle risorse;
c) individua le invarianti infrastrutturali, attraverso la localizzazione di massima delle
infrastrutture per i servizi di interesse provinciale, dei principali impianti che assicurano
l’efficienza e la qualità ecologica e funzionale del territorio provinciale e dei “nodi specializzati”;
d) individua le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica ed idraulico forestale
ed in genere per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque, indicando le aree
che, sulla base delle caratteristiche geologiche, idrogeologiche e sismiche del territorio,
richiedono ulteriori studi ed indagini nell’ambito degli strumenti urbanistici comunali;
e) disciplina il sistema delle qualità del territorio provinciale.
Inoltre, il piano:
a) definisce le strategie e gli indirizzi degli ambiti paesaggistici, da sviluppare negli strumenti
urbanistici comunali;
b) contiene indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale, in particolare definendo i criteri
per la individuazione dei “contesti territoriali” di cui al DRAG/PUG, da parte dei Comuni nella
elaborazione dei propri strumenti urbanistici comunali.
CONTENUTI PRINCIPALI
Il PTCP contiene le seguenti tipologie di previsioni:
indirizzi: che stabiliscono obiettivi per la predisposizione dei piani sottordinati, dei piani
settoriali provinciali e di altri atti di pianificazione o programmazione degli enti pubblici;
direttive: da osservarsi per l’elaborazione dei contenuti dei piani sottordinati, dei piani
settoriali provinciali e di altri atti di pianificazione o programmazione degli enti pubblici;
prescrizioni: direttamente incidenti sul regime giuridico dei beni, regolando gli usi
ammissibili e le trasformazioni consentite.
POLITICHE DEL WELFARE:
Per “politiche del welfare” intende un insieme di azioni tese ad aumentare il benessere
individuale e collettivo delle popolazioni locali che comprendono i temi della salubrità, della
sicurezza conservazione e diffusione della naturalità, della prevenzione dei rischi, delle energie
rinnovabili e delle infrastrutture sociali.
Tali politiche vengono organizzate in:
• Politiche della salubrità che consistono in azioni relative al ciclo delle acque e al ciclo dei rifiuti.
Per quel che concerne il ciclo delle acque il piano prevede strategie mirate a: limitare gli sprechi
d’acqua, razionalizzare degli usi e sprechi dell’acqua, gestire in modo oculato e salvaguardare la
risorsa acqua; sono presenti quattro temi strategici:
1. la regimazione delle acque superficiali, attuata tramite azioni volte alla limitazione dei rischi
di alluvionamento e al recupero delle acque meteoriche e reflue a fini civili non potabili
utilizzando tecniche di fitodepurazione e raccolta in appositi bacini di raccolta e trattamento
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delle acque di prima pioggia. Nell’elaborato SC-AV 3.1. sono rappresentate le aree a
pericolosità rispetto agli allagamenti molto alta (non presenti nel comune di Corigliano);
2. percolazione delle acque negli acquiferi, tutelata tramite azioni volte alla difesa del suolo
rispetto agli usi e attività che possono essere fonti di inquinamento del substrato (comprese
non solo le caratteristiche di permeabilità del territorio, ma anche la presenza di depuratori,
discariche, cave e siti inquinati sul territorio). Nell’elaborato SC-AV 3.1. sono rappresentate
gli elementi significativi per il deflusso naturale delle acque individuati nell’intorno di
Corigliano (vore, doline e rete idrografica superficiale); a Corigliano sono presenti solamente
vore e doline, ma non una rete idrografica superficiale;
3. processo di salinizzazione delle falde, tutelata tramite azioni volte alla limitazione del
processo stesso tramite l’arresto dell’ingresso delle acque marine, razionalizzando il prelievo
delle acque dal sottosuolo e controllando i loro utilizzo. La provincia viene divisa in tre fasce:
di salvaguardia (fenomeno dell’ingressione di acqua marina marcato), di ricarica (tendenza
di espansione del fenomeno di ingressione dell’acqua marina) e di approvvigionamento
idrico (meno soggetta al fenomeno di ingressione dell’acqua marina). Corigliano appartiene
alla fascia di approvvigionamento idrico, in cui è possibile l’emungimento dell’acqua dai
pozzi controllandone la profondità;
4. depurazione e recupero delle acque reflue, attuata tramite la realizzazione di depuratori o
fitodepurazione; nel comune di Corigliano sono presenti due impianti di depurazioni
comunali.
Le azioni relative al ciclo dei rifiuti mirano all’eliminazione delle discariche a favore della raccolta
differenziata e alla creazione di isole ecologiche, dove effettuare anche il primo trattamento.
• Politiche della diffusione della naturalità, che hanno la finalità di favorire l’espansione della
nuova naturalità, partendo dalla salvaguardia di quella esistente e coinvolgendo tutto il territorio
attraverso: la diffusione della vegetazione naturale, assecondando i processi naturali in aree
abbandonate; la diffusione della vegetazione naturale con interventi progettuali ispirati a
processi naturali; l’estensione della concezione della naturalità.
Vengono individuati 3 livelli di naturalità cui corrispondono differenti politiche ambientali:
- naturalità esistente (habitat prioritari, siti di interesse comunitario), per la quale si possono
attuare interventi volti alla tutela degli equilibri ecologici, idrogeologici e paesaggistici senza
mutare la situazione esistente, a meno che non si tratti di interventi di miglioramento;
- primo buffer di espansione, in cui si possono attuare interventi che incoraggino la diffusione
della naturalità tramite riconversione naturalistica;
- secondo buffer di espansione, in cui si possono attuare interventi che non pregiudichino nel
futuro di la possibilità di divenire aree di nuova naturalità.
La diffusione della naturalità può avvenire tramite: espansione in aree contigue a quelle di
concentrazione della naturalità (espansione a macchia compatta e centrifuga), infiltrazione
tramite forme allungate che generano corridoi ecologici come i versanti delle serre e i canali
idrografici (espansione a corridoio) o percolazione nei paesaggi.
Nel comune di Corigliano d’Otranto il PTCP evidenzia alcuni elementi della naturalità esistente
(macchia mediterranea) e i corrispondenti primo e secondo buffer di espansione. Ambiti di
infiltrazione di naturalità (versanti delle serre) sono individuati nei comuni di Martignano,
Martano, Carpignano Salentino, Cannole, Scorrano (vedi elaborato SC-AV 3.1.)
• Politiche delle energie rinnovabili il cui intento è quello di trasformare il Salento da consumatore
a produttore/esportatore di energia facendo ricorso a tecnologie innovative che utilizzino fonti di
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energia rinnovabili (solare, eolica e da bio-massa): i tetti fotovoltaici potrebbero essere finalizzati
alla produzione di energia legata ai consumi domestici; piccole e medie centrali fotovoltaiche e a
biomassa site nelle piattaforme industriali potrebbero essere finalizzate alla produzione di
energia legata ai consumi per la produzione e all’esportazione di energia; centrali eoliche in
luoghi ventosi o
piattaforme sul mare.
• Politiche di prevenzione dai rischi il cui scopo è effettuare e costantemente aggiornare una
prevenzione dei rischi, studiare e programmare azioni tese a prevenirli, prestare soccorso a
persone
che ne sono vittime, superare le situazioni di emergenza; tali scopi intersecano le politiche
ambientali, infrastrutturali e insediative.
• Politiche delle infrastrutture sociali, attuate con una progettazione territoriale che tenda ad
evitare la
formazione di nuovi poli accentranti e di grandi dimensioni che subiscono il deficit del trasporto e
del traffico a favore di infrastrutture sociali di media dimensione uniformemente distribuite sul
territorio e specializzate in modo più riconoscibile da realizzare ex novo o da recuperare e
riorganizzare le esistenti. L’organizzazione delle infrastrutture sociali può avvenire lungo la
strada dei centri e la ferrovia. Nell’elaborato SC-AV 3.1. sono riportate le infrastrutture sociali
indicate dal PTCP nell’intorno di Corigliano: attrezzature scolastiche, servizi sanitari, servizi
generici, parchi urbani ed extraurbani.
POLITICHE DELLA MOBILITA’
Per “politiche della mobilità” il PTCP un insieme di azioni tese ad aumentare l’accessibilità ad
una serie diffusa di destinazioni interne ed esterne al Salento e di conseguenza ad aumentare
l’efficienza, il comfort e la sicurezza dei movimenti materiali ed immateriali all’interno del Salento
e verso l’esterno. Il PTCP sottolinea che una maggiore e più efficiente infrastrutturazione
stradale del Salento non coincide solo con la costruzione di nuovi grandi assi, ma anche ad una
loro razionalizzazione ed integrazione entro un insieme articolato di interventi che consentano
spostamenti più rapidi e sicuri tra varie destinazioni.
Il PTCP propone di non gerarchizzare il territorio salentino attraverso l’identificazione di grandi
assi (chiamati “tubi”), ma di utilizzare in modo integrato le caratteristiche sia delle grandi
infrastrutture della mobilità esistenti, sia quelle della più minuta rete che percorre il territorio
salentino (definita “spugna”).
L’insieme dei grandi assi costituito dalle SS 101, 274, 275 e 367 (tubo) diventa, nel PTCP, una
figura aperta,funzionale soprattutto al trasporto pesante e connessa, attraverso una serie di assi
trasversali (pendoli), alle principali aree produttive, ai principali porti (Gallipoli ed Otranto) ed
aeroporti (Brindisi e Galatina). La ferrovia raggiunge le principali piattaforme industriali ed i porti
commerciali.
Tra le maglie di questa rete principale, composta dal tubo e dai pendoli e dalla ferrovia trova
posto la rete minuta della percolazione fatta di elementi la cui funzione è “l’irrorazione capillare
del territorio” (spugna).
All’interno del territorio di Corigliano il “tubo” (porzione della SS 367) interseca la SS 16.
Le politiche della mobilità organizzano l’accessibilità del Salento lungo le due dorsali orientate
NO-SE sulle quali affaccia il maggior numero di centri urbani e lungo le quali, grazie anche alla
vicinanza della ferrovia, si sono disposti negli anni più recenti molte infrastrutture sociali ed
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alcuni tratti di strade mercato. L’obiettivo è quello di integrare il trasporto pubblico su ferro e
quello su gomma.
Il PTCP suggerisce di rafforzare l’accessibilità lungo le due dorsali. La SS 16 che attraversa il
territorio di Corigliano costituisce un tratto di una delle due “strade parco” attorno alle quali il
PTCP suggerisce di “organizzare i luoghi della centralità collettiva contemporanea lasciando che
i centri urbani e la dispersione insediativa affaccino su questa sorta di ‘valle delle infrastrutture’”.
Tra le politiche della mobilità il PTCP propone, per valorizzare il potenziale narrativo dei percorsi
salentino, di selezionare alcuni percorsi (itinerari narrativi) che, integrandosi con la ferrovia,
collegano gli elementi del patrimonio culturale salentino; le strade parco, gli attraversamenti e i
sentieri costituiscono la rete degli itinerari narrativi.
Importante nell’intorno di Corigliano è la strada parco che connette Maglie con Otranto.
Un ultimo obiettivo delle politiche della mobilità è la valorizzazione della rete delle infrastrutture
minori, alla quale è appoggiato il fenomeno della dispersione insediativa. Viene definita dal
PTCP la rete di percolazione, la “spugna”.
POLITICHE DELLA VALORIZZAZIONE:
Nelle “politiche di valorizzazione” vengono proposte azioni tese a migliorare ed aumentare i
redditi reali della popolazione, a distribuirle in maniera egualitaria e ad aumentare i livelli di
occupazione (che accompagnino quindi lo sviluppo e favoriscano relazioni co-evolutive tra
impresa e territorio, scoraggiandone altre).
Nelle politiche di valorizzazione viene data importanza:
• al ruolo delle produzioni agricole (agricoltura di eccellenza);
• al consolidamento e allo sviluppo delle produzioni industriali (lo sviluppo locale: produzione
industriale)
• alla definizione di un modello di sviluppo turistico e di uso ricreativo del territorio ecosostenibile
(leisure).
Un ruolo decisivo per la valorizzazione dello spazio rurale viene dato dal PTCP allo sviluppo
delle attività agricole, ed in particolare a: viticoltura, colture olearie, orticoltura e floricoltura in
serra.
Tale sviluppo è perseguibile con:
• espansione dei vigneti che specie in territori dove c’è una produzione vinicola di qualità
potrebbe dar luogo a itinerari per la degustazione del vino, da fare avvenire nelle ville e nei
casini adiacenti ai vigneti che in alcuni casi sono stati abbandonati a favore di manufatti di tipo
industriale di scarsa qualità;
• mantenimento degli oliveti che si basa sulla conservazione degli impianti olivicoli, specie di
vecchio impianto (con maglia 10x10) che hanno permesso lo sviluppo completo della chioma;
tale mantenimento deve avvenire non solo negli impianti solo ad oliveto, ma anche in quelli in cui
sono presenti altre specie arboree da frutto tradizionali;
• razionalizzazione del polo floricolo in quanto le coltivazioni in serra si sono dimostrate
competitive per l’utilizzazione del suolo; il PTCP propone di infrastrutturare l’area delle serre
organizzando il recupero dei materiali di scarto e la depurazione e riutilizzazione delle acque
usate per l’irrigazione.
Il frutteto non si è dimostrato nel corso del tempo un tipo di coltura resistente ad altre
utilizzazioni del suolo più redditizie, ma può essere utilizzato, senza necessariamente trattarsi di
una produzione destinata alla commercializzazione per l’esportazione, in spazi di minori
dimensioni che si infiltrino nelle aree della dispersione insediativi al fine di recuperare le aree
agricole marginali e incolte e aumentare le biodiversità del territorio.
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Nel comune di Corigliano il PTCP sono riconoscibili significative aree coltivate ad oliveto, di cui, il
PTCP propone il mantenimento.
Per quel che concerne lo sviluppo locale inteso come produzione industriale lo scopo del PTCP
è l’arricchimento delle risorse disponibili per lo sviluppo della produzione industriale tramite:
• Aree produttive attrezzate
• Infrastrutture della mobilità ed energetiche e relative alla raccolta e al trattamento delle acque
reflue e dei rifiuti
Un ruolo di riferimento per gli insediamenti produttivi dispersi viene riconosciuto dal PTCP alle
piattaforme industriali, mentre le aree industriali non ancora completate potrebbero essere
sfruttate per l’insediamento di attrezzature destinate alla produzione di energia eolica e
fotovoltaica, al trattamento dei rifiuti e a strutture di vendita al dettaglio, all’ingrosso, artigianato
di servizio, strutture bancarie.
A Corigliano è presente una vasta area industriale strettamente “allacciata” con la SS 16; il
PTCP evidenzia una ideale prosecuzione dell’insediamento produttivo verso il Comune di
Castrignano dei Greci e verso l’area SISRI (Consorzio per lo Sviluppo Industriale e dei Servizi
Reali alle Imprese) di Maglie, individuando due aree di potenziale espansione dell’insediamento
produttivo.
Per leisure il PTCP intende un insieme di politiche per il tempo libero che aumentino e migliorino
la fruibilità e l’abitabilità del Salento non solo da parte delle popolazioni provenienti da fuori al
Salento, ma anche della popolazione salentina stessa. Per questo le politiche del leisure non
devono essere confuse con quelle turistiche.
Nel “progetto del Salento come parco” vengono proposti il riconoscimento, la messa in evidenza
e la valorizzazione del territorio del Salento fatto di:
• “strati”, cioè depositi della cultura materiale (muretti a secco, pagghiare, edicole votive,
casedde, masserie…) che con la maglia olivetata sono lo “spessore”del parco;
• “stanze”, cioè parti di territorio fortemente connotate da caratteri comuni radicati nel territorio o
nella cultura;
• “circuiti” selezione di itinerari narrativi che uniscono le stanze del parco.
La politica promossa dal PTCP si basa su:
• tutela degli strati;
• valorizzazione delle stanze e dei circuiti.
Nella tavola SC-AV 3.1. sono riportati gli “strati del parco” presenti a Corigliano e nei comuni
limitrofi: aree archeologiche, torri e castelli, muretti a secco, pagghiare, masserie, ville e casini;
nonché “le stanze del parco”, una delle quali coincide con la Grecìa Salentina.
POLITICHE INSEDIATIVE:
Le “politiche insediative” proposte dal PTCP riguardano un insieme di azioni finalizzate alla
costruzione di un territorio funzionale, un ambiente e uno spazio abitabile nel quale sia possibile
governare i processi di concentrazione e dispersione.
L’insediamento salentino viene riconosciuto dal PTCP come “concentrato” in nuclei urbani di
medie e piccole dimensioni (una fitta rete di centri antiche con attorno estese e compatte
periferie moderne) al quale si contrappone un insieme “disperso” di insediamenti rurali o semi –
rurali (ville, villini e casini, masserie e manufatti agricoli). Il PTCP costruisce differenti strategie
per la concentrazione e per la dispersione.
Le strategie della concentrazione sono riferite ai luoghi dove gli insediamenti si sono concentrati
in passato e nei tempi recenti quali:
• i centri antichi, la cui riqualificazione ha anche una valenza sociale (è il luogo dove risiede la
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popolazione anziana); sono ambiti (anche se in alcuni casi interessati da inquinamento acustico
ed aereo) ricchi di luoghi collettivi e infrastrutture sociali che li rendono interessanti.
Interventi necessari:
- recupero spazi aperti e spazi collettivi;
- recupero tecniche costruttive tradizionali e sperimentazione di quelle innovative ma compatibili;
• le periferie urbane moderne caratterizzate da rapporti di copertura alti, mancanza di aree da
destinare a parcheggio o a verde; sono ambiti che si sono configurate: per aggiunta (sottoposte
a progressiva densificazione e a cambi di destinazioni d’uso, a causa dei cambiamenti degli usi
e dei consumi della popolazione, aree le cui infrastrutture e servizi sono in crisi); per addizione
(incomplete dal punto di vista infrastrutturale, specie degli spazi collettivi).
Interventi necessari:
- demolizione di parti di città e sostituzione con gli elementi mancanti (aree a parcheggio, a
verde..)
- manutenzione straordinaria della rete infrastrutturale e suo completamento;
• le periferie urbane contemporanee caratterizzate da rapporti di copertura bassi, notevoli
dimensioni degli spazi aperti esistenti.
Interventi necessari:
- realizzazione dei progetti non realizzati degli spazi aperti.
• le piattaforme industriali che hanno come obiettivo un migliore funzionamento delle aree
pianificate sfruttando la densità infrastrutturale anche come servizio diretto alle aree della
dispersione.
Interventi necessari:
- arricchire le aree produttive di attività, attrezzature, servizi e infrastrutture che siano anche
più flessibili;
- consentire le infiltrazioni ambientali.
Le strategie della dispersione prevedono la limitazione all’edificazione dispersa in modo tale da
non compromettere il raggiungimento di altri obiettivi prioritari (salvaguardia aree pregevoli,
acquiferi, naturalità…). Le limitazioni riguardano:
• vincoli assoluti nelle aree di naturalità esistente, nei SIC, SIN e SIR e nella fascia di prima fase
di espansione della naturalità;
• vincoli graduati nelle aree di seconda fase di espansione della naturalità esistente.
Nei territori della dispersione vengono riconosciute dal PTCP tre principali situazioni:
1. Aree con If < 0.03mc/mq (aree di agricoltura di eccellenza) in cui domina l’uso agricolo e vi si
prevede la conservazione del paesaggio;
2. Aree con If < 0.03 mc/mq (aree agricole marginali) in cui prevale la riconversione agricola e si
prevede una politica insediativa con If > 0.03 mc/mq che dia luogo ad un progetto di paesaggio
di insediamento a bassa densità; tale progetto deve rispettare i vincoli dati da: pericolosità
allagamento, fasce di salvaguardia, naturalità esistente o potenziale, vincoli.
3. Aree con If >0.03 mc/mq; si tratta di ambiti territoriali (divisi in: piane, aree a bassa densità in
ambito subcostiero, ambiti di prossimità ai centri) investiti dall’abusivismo, dalla carenze
infrastrutturali e problemi ambientali. L’edificazione è prevista solo se inserita in un progetto di
riqualificazione di aree a bassa densità.
Il PTCP legge il territorio comunale di Corigliano identificando:
• per le aree della concentrazione: il centro antico, una corona di aree pianificate (zone b, c e d
non
servite da “pendoli”);
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• per le aree della dispersione: un ambito di prossimità al centro (che si sviluppa intorno alle aree
pianificate e verso Sogliano) e vaste porzioni di aree di potenziale espansione della dispersione
insediativa.
STRUMENTI E PROCEDURE
Il PTCP introduce (art. IV.2 delle NTA) i Piani Operativi Integrati (POI).
INDICAZIONI PER LA QUALITÀ ECOLOGICA DEGLI INSEDIAMENTI: ADEMPIMENTI PER
IL PUG
Particolarmente rilevanti sono le indicazioni contenute nel TITOLO IV delle NTA – Disposizioni
riguardanti la sostenibilità degli insediamenti, in particolare:
CAPO I – Qualità ecologico – ambientale degli insediamenti
Art. III.69 – Qualità ecologico – ambientale degli insediamenti
Art. III.70 – Requisiti degli insediamenti in materia di smaltimento e depurazione dei reflui
Art. III.71 – Requisiti degli insediamenti in materia di gestione dei rifiuti
Art. III.72 – Requisiti degli insediamenti in materia di uso razionale delle risorse idriche
Art. III.73 – Requisiti degli insediamenti in materia di clima acustico
Art. III.74 – Requisiti degli insediamenti in materia di inquinamento elettromagnetico
Art. III.75 – Requisiti degli insediamenti in materia di qualità dell’aria e caratteristiche
meteoclimatiche locali
CAPO II - Art. III.76 – Aziende a rischio o insalubri
PREVISIONI PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIGLIANO D’OTRANTO
(sintesi ed estratti delle azioni e degli indirizzi per la pianificazione comunale riportati nelle NTA)
POLITICHE DEL WELFARE
3.1.2.3 - Regimazione delle acque (tav. W.1.1.1)
Promozione della fitodepurazione, del riutilizzo delle acque di prima pioggia, della creazione di reti duali di distribuzione
idrica per le nuove espansioni edilizie.
Indirizzi alla pianificazione comunale con riferimento a doline, vore ed elementi idrografici.
3.1.2.4 – Pericolosità allagamenti (W.1.1.3)
3.1.2.5 - La percolazione delle acque negli acquiferi
Promozione dello studio dei siti inquinati al fine di individuarne il grado di pericolosità e le modalità di recupero e di
utilizzo più adatte in relazione alle caratteristiche di vulnerabilità delle falde e ai costi di bonifica. Proposta di un'intesa tra
le AUSL, gli Enti di prevenzione e le Associazioni interessate per stabilire idonee soglie per l'utilizzo dei coadiuvanti
chimici in agricoltura.
Indirizzi per la pianificazione comunale: verifica e al completamento delle informazioni
3.1.2.6 la vulnerabilità degli acquiferi (tav. W.1.2.2)
Indirizzi per la pianificazione comunale: verifica e al completamento delle informazioni
3.1.2.7 il processo di salinizzazione delle falde(tavv. W.1.3.1, W.1.3.2, W.1.3.2.1, W.1.3.2.2)
Indirizzi per la pianificazione comunale: verifica e al completamento delle informazioni
3.1.2.8 le fasce di salvaguardia
Nella fascia di approvvigionamento si potrà concentrare il maggior prelievo delle acque dalla falda profonda
controllandone la profondità di emungimento.
3.1.2.9 la depurazione e il recupero delle acque reflue
in sede di formazione dei diversi strumenti urbanistici a scala inferiore a quella provinciale ed, in particolare, in occasione
della formazione degli strumenti urbanistici comunali si dovrà procedere alla verifica dello sviluppo e dell'efficienza della
rete fognaria comunale e all'individuazione delle aree da destinare agli impianti di depurazione e di fitodepurazione.
Le norme tecniche di attuazione degli strumenti urbanistici comunali dovranno contenere specifiche indicazioni sulle più
idonee tecniche di fitodepurazione da adottare in riferimento alle caratteristiche litologiche, di permeabilità e di
vulnerabilità del territorio.
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3.1.2.10 disposizioni relative alla razionalizzazione del ciclo dei rifiuti
Indirizzi per la pianificazione comunale: provvedere alla formazione e localizzazione delle isole ecologiche è
ovviamente compito dei Comuni che potranno stabilire intese tra di loro e con la Provincia per l’ubicazione e
realizzazione degli ecocentri e per la organizzazione dei servizi di raccolta, smaltimento e trattamento dei rifiuti.
3.1.3.1 politiche di diffusione della naturalità (tavv. W.2.2.1,W.2.2.2, W.2.2.3, W.2.2.4)
All’interno del primo buffer sono consentiti unicamente interventi che incoraggino la diffusione della naturalità attraverso
la riconversione naturalistica delle pratiche agricole, forestali e pastorali. Le aree limitrofe ai luoghi della residenza o della
produzione esistenti sono destinate a spazi aperti con finalità di conservazione e promozione della natura.
All’interno del secondo buffer sono consentiti interventi che non pregiudichino la possibilità alle aree in esso
contenute di diventare, nel tempo, aree di nuova naturalità. Le pratiche agricole forestali e pastorali devono tendere ad
un basso impatto ambientale. Se prossime a tessuti edificati le aree comprese nel secondo buffer devono essere
destinate a spazi aperti per attrezzature a verde e tempo libero; se investite da processi di dispersione insediativa
devono consentire ampi processi di percolazione.
Le aree della percolazione della naturalità, attraverso le matrici territoriali definite dagli usi e dagli assetti insediativi,
interpretati in funzione della capacità di facilitare o ostacolare la potenziale espansione della naturalità,
assumono un ruolo significativo nella costruzione degli scenari di espansione ed infiltrazione della naturalità proposti dal
Piano e più in generale entro le politiche ambientali individuate.
indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione degli strumenti urbanistici a scala inferiore a quella
provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione degli strumenti urbanistici comunali i Comuni, attraverso
analisi di dettaglio, potranno specificare ed eventualmente correggere gli studi utilizzati nella
costruzione del Piano territoriale e le relative indicazioni ed in particolare potranno:
-valutare la consistenza della vegetazione naturale e soprattutto il suo stato di conservazione e di tutela dal
rischio di incendio, estinzione o erosione;
-individuare ed incentivare i processi di rinaturalizzazione nelle aree potenzialmente più predisposte alla diffusione di
nuova naturalità.
3.1.3.2 un progetto di diffusione della naturalità
3.1.3.3 concentrazioni di naturalità
nelle aree di concentrazione della naturalità il Piano Territoriale di Coordinamento detta le seguenti prescrizioni:
1.nelle aree boschive, specie a ridosso dei centri abitati o delle aree della diffusione, che mostrino segni di sofferenza
della vegetazione a causa di incendi, erosione o degrado di origine antropica, gli interventi di manutenzione debbono
essere finalizzati ad una riconversione graduale delle formazioni boschive verso cenosi più stabili recuperando la
funzionalità ecologica, salvaguardando la ricchezza floristica del sottobosco (anche attraverso limitazioni d'uso
e percorrenza), guidando le dinamiche spontanee in direzione del querceto mediterraneo compatibilmente con la
natura del suolo e le relative potenzialità di evoluzione della cenosi;
2.tutte le aree costiere di interazione terra-mare (grotte sommerse, fondali a posidonieti e coralligeni non presenti
tra i siti di interesse comunitario) debbono essere tutelate per la particolare vulnerabilità di queste biocenosi marine la
conservazione delle quali è fortemente legata alla gestione degli ambienti terrestri prospicienti il tratto di costa ma anche
a questa non prossimi per la diffusione del vettore acqua allo spargimento di fattori inquinanti (scarichi a mare di
acque reflue non trattate, pressione antropica, pesca abusiva, etc.);
3.le aree di macchia mediterranea, specie quella a quercia spinosa (Quercus calliprinos) e cisti (Cistus salvifolius,
Cistus monspeliensis e Cistus creticus) presente nei coltivi arborati, nei coltivi abbandonati e negli incolti,
debbono essere tutelate come vegetazione potenziale o come avvio di una evoluzione spontanea naturalistica degli
agroecosistemi olivetati e dei coltivi in genere;
4.nelle aree abbandonate e nei coltivi arborati esistenti, le
dinamiche spontanee di recupero della macchia mediterranea più xerofila con forte presenza di fico d’india
(Opuntia ficus-indica) debbono essere assecondate ed indirizzate verso la stabilizzazione delle formazioni arboree
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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ed arbustive, mediante idonee sistemazioni del suolo, protezione dei margini, controllo delle specie infestanti ed
eventuali integrazioni vegetazionali lungo le connessioni ambientali. Sui versanti più acclivi e nelle stazioni meno
favorevoli, è da promuovere il rimboschimento con specie autoctone. Onde evitare inquinamento genetico, le specie di
nuova introduzione dovranno essere rigorosamente selezionate tra quelle autoctone e preferibilmente allevate in vivai
locali;
5.sono vietati tutti gli interventi che ostacolano il processo di colonizzazione dei boschi di latifoglie a quercia spinosa
(Quercus calliprinos) quali l'apertura di sentieri, lo scarico di rifiuti, la degradazione ad opera di incendi più o meno
dolosi, l'inserimento di specie estranee alla fitocenosi;
6.debbono essere invece favoriti i processi spontanei e gli interventi antropici di diffusione dell'areale boschivo nelle
parti contermini attraverso l'impianto di siepi e la costituzione di ecotopi lungo i muri a secco o nelle aree già colonizzate
dalla vegetazione spontanea, secondo una distribuzione spaziale che ne favorisca la diffusione;
7.tutti i manufatti rurali ed in particolare i muretti a secco, dovranno essere conservati anche per favorire ed
incentivare la vegetazione spontanea presente lungo i loro bordi, importante elemento di micro-infiltrazione della
naturalità nella matrice ambientale.
indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione degli strumenti urbanistici a scala inferiore a quella
provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione degli strumenti urbanistici comunali i Comuni,
fatte salve le specificazioni ed eventuali correzioni delle indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento conseguenti
ad analisi di maggior dettaglio, sono tenuti a rispettare in modo fedele le precedenti prescrizioni (indirizzi, obblighi e
divieti).
3.1.3.4 espansioni di naturalità
nelle aree della espansione della naturalità il Piano Territoriale di Coordinamento detta le seguenti prescrizioni:
1.deve essere incentivata una graduale riconversione dei coltivi presenti o delle aree abbandonate dall'agricoltura verso
interventi di riforestazione indirizzati alla salvaguardia ambientale, oppure verso coltivazioni a basso
impatto ambientale (agricoltura integrata e biologica) entrambe indicate dalle direttive comunitarie.
2.i filari arborei dovranno essere restaurati e potenziati lungo i percorsi principali di accesso ai campi coltivati ed agli
insediamenti isolati, lungo le canalizzazioni agricole. E’ suggerito l'inserimento, prevalentemente lungo i percorsi
pedonali e ciclabili, di nuove siepi e nuove fasce boscate, allo scopo di ripristinare una rete di corridoi indispensabile
per la corretta fruizione dell'ambiente rurale e per il riequilibrio biologico del territorio. E. consentito l’utilizzo esclusivo di
specie spontanee dotate di buona rusticità, in aderenza con le caratteristiche ecologiche e fitogeografiche locali,
privilegiando una disposizione spaziale che tenga conto della vicinanza, connessione e densità degli elementi per
favorire gli scambi tra i vari elementi del paesaggio. Onde evitare inquinamento genetico, le specie di nuova introduzione
dovranno essere rigorosamente selezionate tra quelle autoctone e preferibilmente allevate in vivai locali.
3.nelle aree agricole di pianura dovrà essere garantita l'efficienza idraulica del sistema di canali per lo scorrimento delle
acque meteoriche con operazioni periodiche di manutenzione e la protezione dei margini delle canalizzazioni con
impianti erbacei ed arbustivi, potenziando le formazioni esistenti e, dove possibile, ripristinandole. Laddove le
canalizzazioni irrigue e di deflusso siano vicine ai percorsi, dovrà essere promossa la realizzazione di siepi e
sistemazioni vegetazionali dei canali al fine di creare fasce di dimensioni consistenti ove far sviluppare la vegetazione
spontanea.
indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione degli strumenti urbanistici a scala inferiore a
quella provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione degli strumenti urbanistici comunali i Comuni,
come nel caso precedente e fatte salve le specificazioni ed eventuali correzioni delle indicazioni del Piano Territoriale di
Coordinamento conseguenti ad analisi di maggior dettaglio, sono tenuti a rispettare in modo fedele le precedenti
prescrizioni (indirizzi, obblighi e divieti).
3.1.4.1 disposizioni generali in ordine alle politiche
Energetiche
3.1.4.2 scenari energetici innovativi
indirizzi per la pianificazione comunale: nella predisposizione dei loro strumenti urbanistici i Comuni dovranno prevedere
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luoghi ove possano essere ubicate eventuali centrali fotovoltaiche dando la preferenza alle aree produttive non ancora
occupate. In modo analogo quando prevedono la realizzazione di importanti addizioni
residenziali, come sono ad esempio i quartieri ex lege n.167, debbono studiare la possibilità di coprire i fabbisogni
energetici domestici del quartiere con centrali dello stesso tipo o con tetti fotovoltaici. Nei loro regolamenti edilizi infine
debbono dettare norme che consentano l'installazione di pannelli solari sulle superfici più esposte, solitamente i tetti,
degli edifici senza che ciò alteri il paesaggio urbano.
3.1.5.1 la prevenzione dei rischi
indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno inserire nelle norme tecniche di attuazione dei propri
strumenti urbanistici e nei propri regolamenti edilizi prescrizioni adeguate a prevenire i rischi e coerenti a quanto disposto
dal Piano Territoriale di Coordinamento e dal Programma di previsione e Prevenzione di Protezione Civile.
3.1.5.2 la prevenzione dei rischi di incendio nelle aree
Urbanizzate
Le principali prescrizioni del Piano Territoriale di Coordinamento (obbligatorie per i nuovi insediamenti e di
adeguamento obbligatorio per quelli esistenti) sono quelle consigliate come misure strutturali di sicurezza per questi
ambiti insediativi dall'ICONA per la Spagna e prescritti dal Codice forestale francese.
-distanza fra gli immobili: distanza minima 10 m per evitare la propagazione del fuoco per irraggiamento
-realizzazione di fasce parafuoco: se perimetrali rispetto le aree urbanizzate, fasce di almeno 25 m prive di
vegetazione, che potranno essere adibite a viabilità principale, secondaria, piste ciclabili, ecc.; se interne alle aree
urbanizzate, vie di accesso ed evacuazione larghe almeno 5 m oltre le banchine, con pendenza non superiore al 12% e
curve di raggio non inferiore a 15 m;
-tecniche costruttive degli immobili: realizzazione delle facciate e dei tetti degli edifici con materiale resistente al
fuoco; comignoli con parascintille di materiale non combustibile e fessure di ampiezza < 2 cm;
-condutture elettriche: da realizzare nelle fasce parafuoco (interne ed esterne)
3.1.6.1 disposizioni generali relative alle infrastrutture Sociali (tavv. W.5.1, W.5.1.1, W.5.1.2, W.5.1.3, W.5.1.4)
3.1.6.1 accessibilità e localizzazione delle grandi attrezzature sociali
La Provincia promuove intese tra i Comuni per il rafforzamento del ruolo della strada dei centri e per l'uso integrato di
ferrovia e trasporto su gomma (art. 3.2.2.7).
indirizzi per la pianificazione comunale: in diversi Comuni del Salento, come mostra il mosaico dei piani urbanistici
comunali (tav. I.2.1.1) la difficoltà a reperire spazi adeguati entro il centro urbano antico o moderno ha fatto sì che molte
delle grandi infrastrutture sociali si siano ubicate al margine della città, eventualmente lungo alcune strade di
circonvallazione. Se ciò ha dato luogo ad alcuni problemi (ad esempio nell'ubicare le stazioni delle autolinee con le quali
scolari e cittadini raggiungono le stesse infrastrutture sociali in prossimità delle stazioni ferroviarie), offre però anche
un'occasione straordinaria di disegno di una città integrata al resto dl territorio.
POLITICHE DELLA MOBILITA’
3.2.1.1 una strategia incrementale per le infrastrutture della mobilità (tavv. M.4.1.1, M.4.1.2, M.4.1.3, M.4.1.4).
indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione dei diversi strumenti urbanistici a scala inferiore a quella
provinciale ed, in particolare, in occasione della formazione dei piani urbanistici comunali si specificano ed
eventualmente correggono le indicazioni fornite dal Piano Territoriale di Coordinamento in ordine ai tracciati dei diversi
tratti stradali e ferroviari attraverso analisi e rappresentazioni di dettaglio in scala non superiore a 1:10.000. Inoltre si
dovranno prevedere adeguate fasce di rispetto lungo i tratti delle grandi reti ed impedire accessi agli stessi tratti non
concordati attraverso specifiche intese.
3.2.2.3 tubo, pendoli, ferrovia, porti commerciali, aeroporti (tav. M.3.1.1, M.5.1.2)
il Piano prevede azioni di adeguamento incrementali delle SS. 101, 274, 275 che ne rendano costanti le caratteristiche
tecniche, di nuova costruzione di alcuni tratti, di completamento dei pendoli che congiungono le superstrade alle
maggiori zone produttive e di revisione di alcuni svincoli, in particolare la razionalizzazione degli svincoli del tubo
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mediante .rotatorie all'olandese. in prossimità delle intersezioni con i pendoli, (tav. M.5.1.3 Adeguamento e tratti di nuova
costruzione.).
Date le velocità generalmente consentite sui tratti di questa parte della rete viabilistica salentina gli adeguamenti
debbono ispirarsi prioritariamente ad un criterio di massima sicurezza: dovranno perciò essere impediti nuovi accessi
isolati alle stesse strade e chiusi quelli esistenti mediante la costruzione di strade laterali di servizio.
indirizzi per la pianificazione comunale: nei loro strumenti urbanistici i Comuni dovranno prevedere la chiusura degli
accessi isolati ai tratti della rete sopra richiamati e provvedere alla chiusura di quelli esistenti mediante la costruzione
eventuale di strade di servizio o controviali laterali. In particolare non dovranno essere previsti nuovi insediamenti
industriali o residenziali lungo queste strade se non in presenza di strade laterali di servizio e di loro ingressi controllati.
3.2.2.4 strade dei centri, ferrovia, trasporto pubblico su Gomma (tav. M.3.1.2)
il Piano Territoriale di Coordinamento, riprendendo in parte i programmi già formulati dall'Amministrazione provinciale,
propone che in una prima fase si dia un.assoluta priorità alla ristrutturazione del tratto ferroviario
Lecce-Maglie-Tricase-Galliano; in una fase successiva il Piano propone la costruzione di un prolungamento della rete
ferroviaria sino a S. Maria di Leuca.
La Provincia promuove intese tra la stessa Provincia, i Comuni e le Società di trasporto per la razionalizzazione del
trasporto pubblico intercomunale e provinciale.
il Piano propone quindi: di eliminare i passaggi a livello, di rinnovare il materiale rotabile e, in alcuni tratti, l'armamento; di
aumentare la frequenza delle corse; di riqualificare le stazioni e le aree contermini (piazzali delle
stazioni, stazioni delle autocorriere e luoghi centrali ad essi connessi); di riorganizzare i percorsi delle linee
automobilistiche facendo in modo che essi convergano sulle stazioni ferroviarie; di istituire, infine, la carta del trasporto
integrato cioè una forma di carta a chips che consenta di utilizzare ogni mezzo di trasporto (treno ed autobus) in tutto
il territorio provinciale.
indirizzi per la pianificazione comunale: nei loro strumenti urbanistici generali ed attuativi e nelle loro politiche per il
commercio i Comuni debbono prestare particolare attenzione alla riqualificazione dei piazzali delle stazioni e delle aree
contermini, ubicando in prossimità delle stazioni ferroviarie le stazioni delle autocorriere ed un insieme di attività (bar,
ristoranti, negozi e centri commerciali, alberghi e locali destinati al divertimento) che facciano delle stesse
aree dei luoghi centrali per un'area più vasta del singolo centro urbano.
3.2.2.5 itinerari narrativi: strade parco, attraversamenti, sentieri.; ferrovia, porti turistici, aeroporti (tav. M.3.1.3)
gli itinerari narrativi utilizzano nella maggior parte dei casi strade esistenti che necessitano di adeguamenti coincidenti
più che con allargamenti delle carreggiate, con una loro migliore e nuova attrezzature laterale (aree di sosta panoramica
e parcheggio, ingressi a percorsi di altra natura, rapporto con le piste ciclabili, etc.).
La Provincia propone progetti e promuove intese tra i Comuni e con la stessa Provincia per la realizzazione degli itinerari
narrativi in stretta integrazione con le Politiche di valorizzazione proposte dal Piano.
indirizzi per la pianificazione comunale: nello studio e formulazione dei propri strumenti urbanistici generali ed
attuativi e nelle loro politiche per il commercio i Comuni dovranno porre particolare attenzione ai punti di intersezione tra i
veri tratti della rete ed ai punti di contatto con i luoghi notevoli (centri antichi, monumenti, masserie,
aree archeologiche, porti turistici, ecc.). In linea generale intersezioni e punti di contatto danno luogo al passaggio da
una tecnica di movimento ad un'altra (ad esempio dal movimento in aereo, in automobile od in treno al movimento
in autobus, in bicicletta, in barca, pedonale, ecc.) e, quindi, ad una domanda di specifici luoghi di sosta e parcheggio.
Ma proprio per questo gli stessi punti di intersezione e contatto possono divenire luoghi centrali attrattivi. Per questo i
Comuni debbono integrare i propri programmi di riordino e razionalizzazione del traffico e della sosta alle proposte del
Piano Territoriale di Coordinamento.
3.2.2.6 la rete della percolazione (spugna) (tav.M.3.1.4)
Gli interventi consistono nel rifacimento dei manti stradali (sovente nella loro asfaltatura) e, soprattutto, nella
eliminazione di punti di criticità causati da ostacoli (ad es. un edificio che obbliga a improvvise deviazioni del percorso) o
da tratti pericolosi (ad es. curve troppo strette ed improvvise).
indirizzi per la pianificazione comunale: la maggior parte degli interventi tesi al miglioramento della rete della
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percolazione investe strade comunali o vicinali. La loro progettazione è parte integrante delle politiche urbanistiche
dei singoli Comuni che tendono peraltro, a causa delle scarsità delle risorse loro disponibili, a scaricarne almeno in
parte la realizzazione sulla Provincia. Ciò avviene soprattutto quando gli interventi sono collegati alla costruzione di
nuove circonvallazioni o a nuovi allacciamenti alla rete viabilistica maggiore. Ne discende l'opportunità di un
coordinamento delle azioni dei diversi livelli amministrativi attraverso specifiche intese nelle quali si stabiliscano
chiaramente ruolo ed aspetti tecnici delle opere da eseguire.
3.2.2.7 la ferrovia
già da tempo la Provincia ha messo a punto una strategia di recupero e valorizzazione della ferrovia che ha trovato
sinora molti ostacoli non del tutto giustificati.
Il Piano Territoriale di Coordinamento suggerisce una sua maggiore articolazione e scansione nel tempo passando
attraverso le seguenti fasi:
1.istituzione, sull'esempio delle province di Bolzano e di Trento, di una tessera magnetica di libera circolazione su
tutti i mezzi urbani ed extraurbani del Salento; tessera che faciliterebbe molto le popolazioni giovani (studenti) e anziane
che frequentano le maggiori attrezzature sociali consentendo di praticare nei loro confronti forti riduzioni tariffarie;
2.miglioramento del materiale rotabile per dare maggior comfort ai passeggeri e poter proporre la ferrovia come mezzo di
trasporto anche ai turisti;
3.razionalizzazione della rete del trasporto pubblico automobilistica dando luogo a bacini di gravitazione attorno
alle stazioni ferroviarie;
4.sistemazione dei piazzali delle stazioni ferroviarie con l'immissione di attività commerciali, di ristorazione e connesse al
loisir ed i relativi parcheggi;
5.eliminazione graduale dei passaggi a livello con conseguenze importanti sulla sicurezza stradale e sulla velocità
commerciale della ferrovia;
6.prolungamento della ferrovia sino a Monteroni, raggiungendo il campus universitario e sino a S. Maria di Leuca onde
aumentarne il bacino di utenza.
indirizzi per la pianificazione comunale: come ovvio la maggior parte delle azioni previste deve essere realizzata,
attraverso specifiche intese, da Provincia e Società di trasporto, ma i Comuni possono svolgere un'azione importante
nella sistemazione e riqualificazione delle aree in prossimità delle stazioni, a cominciare dai loro piazzali, rendendoli
disponibili ad accogliere le attività richiamate al punto 4.
3.2.2.8 piattaforme logistiche
la Provincia promuove intese con le associazioni di categoria, gli Enti preposti e i Comuni per l'istituzione ed
organizzazione di piattaforme logistiche nelle aree industriali più accessbili (servite cioé da pendoli, tubo e ferrovia).
indirizzi per la pianificazione comunale: le piattaforme industriali esistenti divengono nel Piano Territoriale di
Coordinamento luoghi strategicamente importanti da molti punti di vista (centri di ricerca, ecocentri, filiera di trattamento
dei prodotti di scarto, piattaforma logistica, produzione di energia da fonti rinnovabili ecc.). Ciò implica una gestione
oculata degli spazi disponibili cui i Comuni dovranno prestare particolare attenzione.
3.2.3.1 attraversare i centri urbani, le strade mercato e le aree Produttive
Circonvallazioni
Il Piano Territoriale di Coordinamento propone di evitare .forme chiuse. come quelle costituite appunto dai tanti tratti di
semicerchio (spesso posti, in due comuni contermini, dai lati opposti rispetto il percorso principale) e propone un
programma generale, fondato su .forme aperte. di linee tangenziali che uniscono principalmente le strade dei centri e gli
attraversamenti est-ovest entro un'organizzazione per larghe .quadre. dell'intera maglia viabilistica salentina.
Attraversamento di centro urbano
questo obiettivo può essere raggiunto con
-il restringimento della carreggiata: in questo caso ovviamente si dovrà segnalare l'evento più che attraverso la
segnaletica, con un disegno, diurno e notturno e largamente anticipato, del manufatto stradale che implichi il
necessario rallentamento e la necessaria concentrazione dell'attenzione dell'automobilista. Il cambiamento di colore
dell'asfalto attira la vista, il cambiamento di rugosità della pavimentazione avverte l'udito; una più forte illuminazione
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notturna risveglia l'attenzione; un successivo restringimento della carreggiata costringe al rallentamento.
-il restringimento degli spazi laterali alla carreggiata: ad esempio dei marciapiedi: anche in questo caso, che può
prevedere opere di difesa del pedone o di impedimento dell'invasione da parte sua della carreggiata, si tratta di
anticipare, con il disegno del manufatto stradale, l'evento e la necessità di rallentamento. In entrambi questi casi la
soluzione del problema risiede sovente nella sistemazione degli spazi laterali ed, in particolare, degli spazi di sosta,
degli ingressi e delle uscite. Lo studio delle misure adeguate a risolvere l'attraversamento di un centro urbano senza
aumentare la velocità di scorrimento (spesso anzi rallentandola) implica un'analisi approfondita del tessuto
urbano attraversato, della disposizione delle principali funzioni lungo il tracciato di attraversamento e nelle sue
prossimità (disposizione dei negozi e delle principali funzioni che attraggono traffico automobilistico e pedonale) e deve
risolversi in un progetto complessivo di carattere urbanistico oltre che stradale.
attraversamento di una zona produttiva
Spesso lungo le strade extra-urbane si sono venute a formare, in modi informali, zone produttive anche di notevole
estensione. Esse danno luogo ad un numero spesso elevato di intersezioni impegnate frequentemente da mezzi
pesanti e lenti. Questo tipo di attraversamento si confonde in molti casi con l'attraversamento di una strada mercato: la
strada mercato è un fenomeno relativamente recente nel nostro paese. Caratteristica della strada mercato è la
formazione di un paesaggio esteticamente aggressivo (con le ovvie conseguenze sull'attenzione dell'automobilista) e,
spesso, la poco previdente disposizione e l'insufficiente dimensionamento degli spazi di sosta e degli attraversamenti
pedonali ed automobilistici. In questo caso l'attraversamento è ricercato ed è la ragion d'essere della stessa strada
mercato.
In tutti i casi di attraversamento devono essere individuati i punti di soglia, ed i tratti di transito all'interno di un centro
o di una zona produttiva da affrontare seguendo le indicazioni riportate negli abachi.
3.2.4.1 la sicurezza stradale
POLITICHE DELLA VALORIZZAZIONE
3.3.1.1 valorizzazione
3.3.2.1 politiche territoriali per l'agricoltura (tav. V1.1)
il Piano Territoriale di Coordinamento intende favorire la conservazione del paesaggio agrario salentino
ed il suo rafforzamento come produzione agricola (espansione dei vigneti, mantenimento degli oliveti,
razionalizzazione del polo floricolo) e come produzione di servizi ambientali.
E. favorito l'insediamento di attività vivaistiche del settore floricolo in una logica di ampliamento del polo floricolo e di
quelle provenienti dagli interventi di riforestazione e salvaguardia ambientale del territorio.
3.3.2.2 agricoltura di eccellenza 1: il vigneto (tav. V.1.2.3,V.1.2.4, V.1.2.5, V.1.2.6)
3.3.2.3 agricoltura di eccellenza 2: l'oliveto (tav. V.1.2.1, V.1.2.2)
è favorita la consociazione con altre specie fruttifere e erbacee purché compatibili con la coltura dell'olivo, al fine di
aumentare la redditività del territorio e potenziarne la biodiversità. Ove non sia possibile operare un'azione di
consociazione tra colture agricole è consigliabile mantenere, o ripristinare, all'interno del sesto d'impianto delle colture
arboree delle nicchie di naturalità con piante autoctone, favorendo i processi spontanei di diffusione della vegetazione
con l'impianto di siepi ed ecotopi caratterizzanti lungo i muri a secco o nelle aree già colonizzate dalla vegetazione
spontanea, secondo una distribuzione spaziale che ne favorisca la diffusione.
3.3.2.4 agricoltura di eccellenza 3: il frutteto
3.3.2.5 agricoltura di eccellenza 4: le colture in serra
3.3.2.6 agricoltura e territorio rurale
in linea generale debbono essere favorite tutte le azioni di conversione da un'agricoltura convenzionale ad
una ecocompatibile. E. favorito il reimpianto con cultivar produttive ad alta vocazionalità nel pieno rispetto delle
caratteristiche agroecologiche (climatiche, pedologiche) del territorio in modo da non provocare dannosi impatti di tipo
ambientale ed il depauperamento delle risorse idriche. E. consigliata la disposizione delle nuove colture arboree secondo
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sesti d'impianto varianti da 4 a 8 metri sulla fila e da 8 a 14 metri sull'interfila a secondo dell'esigenza del
singolo territorio e delle sue disponibilità idriche.
E. consigliato l'intervento con azioni di inerbimento, anche naturale, in modo da favorire il mantenimento delle risorse
idriche e migliorare la fertilità del suolo. Le strade rurali esistenti (strade di accesso ai lotti fondiari e strade interne ai lotti)
devono essere conservate secondo la tradizione delle .strade bianche. ovvero realizzate con massicciata e terra battuta
stabilizzata con pietrisco. E. escluso l'uso di manti stradali impermeabili.
indirizzi per la pianificazione comunale: ai Comuni spetta il compito di controllare e regolare i processi di edificazione
nelle zone E, riconoscendo nell'Imprenditore Agricolo a Titolo Principale (IATP) l’unico soggetto titolare del diritto. La
residenza in zona E può essere concessa esclusivamente nel caso in cui lo IATP dimostri di condurre
una superficie produttiva agricola in grado di generare un fabbisogno di lavoro pari ad almeno una unità lavorativa/
anno; la concessione per i fabbricati strumentali all'attività agricola può essere rilasciata allo IATP a seguito della
presentazione di un Piano di Miglioramento Aziendale (Pma) che dimostri, sulla base di uno dei criteri estimativi
classici, la convenienza alla trasformazione. Una volta approvato, il Pma vincola all'inedificabilità assoluta per i 10
anni successivi la superficie aziendale interessata.
Il Piano Territoriale di Coordinamento ritiene necessaria una conoscenza approfondita della superficie comunale rispetto
agli usi agricoli soprattutto rispetto alle sue potenzialità produttive. In sede di formazione dei diversi strumenti
urbanistici a scala inferiore a quella provinciale e, in particolare, in sede di formazione dei piani urbanistici
comunali si dovrà procedere, attraverso analisi di dettaglio, a specificare ed eventualmente correggere, gli studi
utilizzati nella costruzione del Piano territoriale ed in particolare si dovrà:
-procedere ad una stesura dettagliata della Carta dell'uso del suolo in cui siano riportate con particolare dettaglio le
aree ad agricoltura marginale o abbandonate; e, dove possibile, procedere alla costruzione della Carta pedologica
e della Carta della fertilità potenziale dei suoli;
-conoscere le caratteristiche della struttura produttiva agricola aggregando i dati Istat con quelli cartografici per
avere una distribuzione spaziale delle conoscenze e delle modalità di conduzione agricola del territorio, utilizzando allo
scopo i dati contenuti negli archivi UMA (Utenti Motori Agricoli);
-conoscere le caratteristiche dell'imprenditore agricolo, per collegare le potenzialità del territorio agricolo ai tipi
d'impresa presenti e alle scelte da questi effettivamente attuate;
-procedere alla costruzione di una Carta tematica a fini agrituristici rilevando le potenzialità presenti tra paesaggi culturali
e consistenza del patrimonio di ville e masserie presenti sul territorio.
3.3.3.1 politiche territoriali per lo sviluppo industriale
3.3.3.2 le aree produttive pianificate e non (tav. V.2.1.1, V.2.1.2, V.2.1.3, V.2.1.4)
come noto molte delle aree industriali previste non sono state occupate da imprese che hanno preferito altre modalità di
insediamento. In situazioni nelle quali le aree industriali sono poco o male utilizzate, con qualche spreco di capitale fisso
già formato, potrà essere favorito l'insediamento di attrezzature destinate alla produzione di energia (eolica e
fotovoltaica), al trattamento dei rifiuti (dando luogo al sorgere di filiere per il trattamento e la lavorazione dei materiali di
scarto recuperati), di sedi di ricerca e di attività terziarie come strutture di vendita all'ingrosso e al dettaglio
(compatibilmente con i piani per la valorizzazione del commercio al dettaglio urbano), di artigianato di servizio, agenzie
bancarie, ecc. In questo caso le aree produttive non ancora utilizzate possono divenire una risorsa mobilitabile per lo
sviluppo futuro, purché si pensi ad una loro gestione non tradizionale.
-per le aree pianificate il Piano indica come soggetto principale una società di promozione e sviluppo per l'avvio della
quale potrebbe avere ruolo di promotore la Provincia, ma che potrebbe trovare nella presenza di organismi già attivi
(gruppi gal, consorzi, ecc.) un'importante condizione d'avvio. Un soggetto di questo tipo ha il compito di organizzare,
entro accordi di programma ed attraverso specifiche intese con le amministrazioni di volta in volta interessate, il miglior
funzionamento delle aree industriali e la loro promozione, costruendo appositi bandi per gli aspetti insediativi, affrontando
delicate questioni di perequazione e di riequilibrio ambientale.
- per le aree non pianificate, solitamente coincidenti con la dispersione delle sedi produttive lungo alcune strade della
maglia viabilistica salentina, il Piano Territoriale di Coordinamento suggerisce che i Comuni, eventualmente e quando
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necessario attraverso specifiche intese con i Comuni contermini, in occasione della predisposizione dei propri strumenti
urbanistici, divengano il principale soggetto promotore di una razionalizzazione insediativa (concentrazione dei nuovi
insediamenti e dell'espansione di quelli esistenti in determinati tratti della rete viabilistica, limitazione degli accessi alla
rete stradale maggiore e costruzione di controviali, previsione di interventi di mitigazione e compensazione ambientale).
d. indirizzi per la pianificazione comunale: per questi tre ambiti d'azione (migliore funzionamento delle aree e dei contesti;
promozione, riequilibrio ambientale) e per le due declinazioni (aree pianificate/aree non pianificate) il Piano Territoriale di
Coordinamento fornisce raccomandazioni che possono essere oggetto di discussione tra gli attori locali.
Esse delineano un campo d'azione vasto, entro il quale possono essere individuate alcune poche azioni fattibili e
integrate con altre politiche (patti, leader...) che si ritengono prioritarie.
3.3.4.1 politiche territoriali per il tempo libero e il turismo: il parco (tav. V.3.1)
3.3.4.2 stanze e circuiti del parco (tavv. V.3.2, V.3.3.1, V.3.3.2, V.3.3.3, V.3.3.4, V.3.4)
il Piano Territoriale di Coordinamento costruisce una regia per la tutela degli strati (gestione plurima del paesaggio), per
la valorizzazione delle stanze e dei circuiti del Salento come parco e ciò anche al fine di accedere più agevolmente alle
numerose fonti di finanziamento previste dai recenti indirizzi comunitari della PAC in materia agro ambientale o di
recupero e tutela del patrimonio. Più in particolare prevede che tutti i manufatti rurali (muri a secco, casedde, pagghiare,
edicole votive, colonne di ingresso alle proprietà dette .li purtune.) siano tutelati. In caso di degrado, i muri in pietrame a
secco, sia nella funzione di opere di contenimento e terrazzamento dei versanti, sia come elementi di divisione fondiaria,
dovranno essere ripristinati, anche ricorrendo ai contributi previsti dalle direttive comunitarie e dalle leggi regionali,
secondo le tecniche tradizionali, conservando e favorendo la vegetazione spontanea presente lungo i bordi.
La valorizzazione di specifici luoghi costieri, come ad esempio le torri costiere con la costruzione di attrezzature minimali
reversibili; la valorizzazione delle zone archeologiche (inserendone ad esempio porzioni entro parchi urbani e quindi
entro le zone a standard); delle ville comunali e dei giardini; il riuso delle cave come giardini contemporanei (ma anche
serbatoi d'acqua, giacimenti di materiali di scarto da utilizzare nelle costruzioni stradali, etc.); la realizzazione di itinerari
dei giardini segreti, attraverso i giardini privati dei centri antichi e dei palazzi nobiliari, ove non sia possibile l'acquisizione
pubblica; la conservazione e valorizzazione degli orti urbani intesi come vero e proprio serbatoio di specie orticole tipiche
dell'agricoltura tradizionale e dei cosiddetti .frutti antichi., cioè di cultivar tradizionali in via di rarefazione e di specie
ornamentali tipiche di mode particolari corrispondenti all'epoca di impianto; la riqualificazione e la caratterizzazione e
rifunzionalizzazione dei giardini maggiormente degradati o in stato di semi-abbandono conservandone il carattere di
hortus conclusus costituiscono alcune delle azioni che la Provincia promuove secondo uno specifico programma da
concordare con le amministrazioni e gli operatori interessati.
indirizzi per la pianificazione comunale: in sede di formazione dei diversi strumenti urbanistici a scala inferiore a quella
provinciale e, in particolare, in sede di formazione dei piani urbanistici comunali si dovrà procedere, attraverso analisi di
dettaglio, a specificare ed eventualmente correggere, gli studi utilizzati nella costruzione del Piano Territoriale ed in
particolare si dovrà procedere ad una stesura dettagliata di una carta degli strati, delle stanze e dei circuiti del parco che
può integrare quella predisposta dal Piano.
3.3.4.3 un nuovo modello di ricettività turistica (tavv. V.3.5.1, V.3.5.2, V.3.5.3, V.3.5.4)
le azioni che si ispirano a questa strategia possono essere riferite all'idea di costruzione de l'albergo più grande del
mondo, cioè alla costruzione di un'offerta turistica che si esprima in un numero di alberghi, anche di piccole e medie
dimensioni, ma di grande qualità interna ed esterna (relativa cioè al contesto ubicativo), in alberghi ed attrezzature
agrituristiche ospitate in antiche masserie, in appartamenti e mini-appartamenti situati nei centri antichi, nei villaggi e nei
campeggi turistici esistenti, in case di vacanza disperse nella campagna. Un'offerta turistica, anche assai più consistente
di quella attuale, ma che utilizzi in modi efficienti e tali da valorizzarle le strutture edilizie esistenti. Un'espansione
dell'offerta ricettiva che non venga valutata unicamente in numero di posti letto, ma anche in termini di qualità
dell'attrezzatura ricettiva e del suo contesto e sia quindi conseguenza di azioni di recupero, restauro e riqualificazione più
che di nuove costruzioni, con il possibile utilizzo delle aree circostanti per una espansione di naturalità.
indirizzi per la pianificazione comunale: molta parte di questa strategia è affidata alle amministrazioni comunali ed alla
loro azione quotidiana. Ma la Provincia può farsi promotrice di specifiche intese tra queste, gli operatori turistici ed i
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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proprietari di immobili per dar luogo a programmi che aspirino a diverse forme di finanziamento.
3.3.4.4 villaggi turistici
non sembra che i villaggi turistici siano destinati a godere in futuro della fortuna avuta in passato.
L'estendersi di comportamenti ispirati ad un maggior individualismo fa probabilmente sì, nell'opinione di molti tour
operatore, che la domanda che si rivolgerà in futuro ai villaggi turistici sia sempre minore e di minor livello.
azioni: ciò fa sì che i villaggi turistici esistenti debbano essere coinvolti in azioni che li integrino maggiormente al contesto
del Salento come parco e soprattutto debbano esserlo quelli dei quali è prevista la nuova costruzione. Il che implica una
diversa attenzione alla loro ubicazione (che forse non deve ricercare l'isolamento dai centri urbani più prossimi); alla loro
attrezzatura (che forse non deve essere risolta totalmente all'interno del villaggio, ma deve integrarsi con quella delle
aree contermini); al loro progetto urbanistico e di paesaggio (che deve aprirsi e coinvolgere il territorio circostante).
indirizzi per la pianificazione comunale: nella costruzione dei loro strumenti urbanistici i Comuni dovrebbero valutare
attentamente quanto affermato nei punti precedenti. Sono già presenti nel Salento casi di dismissione di villaggi turistici e
iniziative per la costruzione di nuovi villaggi turistici interrotte e fallite.
3.3.4.5 spiagge di famiglia
3.3.5 Vincoli e salvaguardie (tavv. V.5.1.1, V.5.1.2, V.5.21.3,V.5.1.4)
3.3.5.1 vincoli, salvaguardie e valorizzazione la Provincia promuove in primo luogo un continuo aggiornamento e
perfezionamento delle conoscenze del territorio nelle direzioni esplorate dal Piano costruendo una banca dati che possa
essere utilizzata nella predisposizione delle intese tra i diversi livelli istituzionali. Esse sono la base per le valutazioni di
progetti di trasformazione che vengono loro presentati. In questo senso il vincolo più importante che il Piano Territoriale
suggerisce è quello della necessità per ogni attore di fornire giustificazioni fondate delle proprie proposte.
indirizzi per la pianificazione comunale: nello studio ed elaborazione dei loro strumenti urbanistici i Comuni dovranno
tenere conto di tutti i vincoli ed ambiti di tutela e salvaguardia dettati da leggi, regolamenti e Piani di livello sovraordinato
specificandoli ed articolandoli ed eventualmente correggendoli tramite analisi più dettagliate ed approfondite.
POLITICHE INSEDIATIVE
3.4.1.1 concentrazione e dispersione (tavv. I.1.1, I.1.2, I.1.4, I.1.5.1, I.1.5.2. I.1.5.3)
3.4.2.1 strategie della concentrazione
3.4.2.2 i centri antichi
Le azioni da intraprendere consistono in una modernizzazione delle strutture commerciali, attraverso accordi tra i
commercianti (sull'esempio dei .programmi di strada. o di zona messi in atto in altre città); una più intensa azione per
aumentare la loro capacità ricettiva diffusa (entro l'ipotesi dell'albergo più grande del mondo.); una più attenta selezione
delle strade che possono concretamente essere destinate al traffico pedonale; conseguenti programmi per il traffico e la
sosta; una più diffusa presenza di attrezzature sociali.
Perché ciò possa avvenire occorre predisporre progetti, più che norme, che affrontino:
-il recupero degli spazi aperti ed, in particolare, degli spazi collettivi. Le ridotte dimensioni della gran parte dei centri
antichi salentini consentono l'estesa pedonalizzazione di alcuni itinerari. Il recupero degli spazi aperti (piazze, strade,
ville e giardini) deve però ispirarsi al disegno minimale dello spazio antico.
-il recupero delle tecniche costruttive tradizionali e la sperimentazione di tecniche costruttive innovative, ma compatibili:
la storia delle tecniche costituisce una parte importante della storia dell'architettura. Il ricorso a tecniche non adeguate od
incompatibili sta sullo stesso piano della falsificazione di altri aspetti degli edifici o delle parti di città antica.
indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti
urbanistici analizzare in profondità il tessuto antico e predisporre progetti che ne affrontino il recupero fisico e sociale nei
termini di recupero dell'abitabilità dell'edilizia antica.
3.4.2.3 la città moderna, le periferie e le aree di espansione previste dai piani (aree C)
indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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urbanistici analizzare in profondità il tessuto della città moderna e predisporre progetti che ne affrontino il recupero fisico
e sociale nei termini di recupero dell'abitabilità; dovranno altresì analizzare in profondità i caratteri della città
contemporanea e predisporre progetti che ne affrontino il completamento e il miglioramento dell'abitabilità e
dell'articolazione funzionale.
3.4.2.4 piattaforme industriali
tre sono gli ambiti d'azione proposti: quello teso ad un migliore funzionamento delle aree pianificate e dei contesti
produttivi locali; quello della promozione della singola zona o del distretto e quello del riequilibrio ambientale.
A questo fine le aree produttive, solitamente pensate come monofunzionali debbono essere arricchite di attività ed
attrezzature e dotate di infrastrutture e servizi adeguati. Al loro interno si dovrà in alcuni casi procedere al ridisegno delle
strade e degli spazi associati alle infrastrutture in funzione dei diversi utilizzi ed alla ricomposizione degli spazi aperti e
costruiti in un disegno che dia ampia flessibilità d'uso per gli spazi aperti e garantisca sufficienti infiltrazioni ambientali.
indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti
urbanistici analizzare in profondità le diverse situazioni insediative della produzione e predisporre progetti che ne
affrontino il recupero e la valorizzazione.
3.4.2.5 le strade mercato
le strade mercato dovranno essere dotate di infrastrutture e servizi adeguati. Al loro interno si dovrà in alcuni casi
procedere al ridisegno delle strade e degli spazi associati alle infrastrutture in funzione dei diversi utilizzi ed alla
ricomposizione degli spazi aperti e costruiti in un disegno che dia ampia flessibilità d'uso per gli spazi aperti e garantisca
sufficienti infiltrazioni ambientali.
indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti
urbanistici analizzare in profondità le diverse situazioni insediative della produzione e predisporre progetti che ne
affrontino il recupero e la valorizzazione.
3.4.2.6 villaggi turistici e spiagge di famiglia
3.4.3.1 strategie della dispersione (tavv.I.2.1.1, I.2.1.2, I.2.1.3, I.2.1.4)
3.4.3.2 limitazioni alla edificazione dispersa
le limitazioni si configurano come vincolo assoluto non aedificandi (entro i Sic, Sin, Sir e nelle aree di naturalità esistente
e nella prima fase di espansione della naturalità) e come vincolo graduato nelle aree della seconda fase di espansione
della naturalità
indirizzi per la pianificazione comunale: gli strumenti urbanistici locali dovranno indicare le modalità edificatorie
collegate alla prossimità alla naturalità esistente (seconda fase di espansione).
3.4.3.3 situazioni disperse
nei territori della dispersione è possibile riconoscere tre principali situazioni:
1.aree con un indice edificatorio stimato (If) < 0.03 mc/mq: sono gli ambiti territoriali nei quali è dominante l’uso agricolo
del territorio (aree dell'agricoltura di eccellenza). La strategia proposta dal Piano Territoriale di Coordinamento per
queste aree mira alla conservazione del paesaggio ed al presidio dell'attività umana sul territorio.
2.aree con un indice < 0.03 mc/mq in aree agricole marginali:
sono ambiti territoriali nei quali il tema principale è quello della riconversione agricola, incentivata da nuove politiche
insediative che ammettano un If >0.03 mc/mq. Ciò spinge a considerare questi territori come investiti da un nuovo
progetto di paesaggio di insediamento a bassa densità. Gli elementi che il Piano considera vincolanti e limitanti
l'edificazione dispersa sono: la pericolosità all'allagamento, il rispetto delle restrizioni relative alle diverse fasce di
salvaguardia, la presenza di naturalità esistente o potenziale (prima fase di espansione), la tutela e salvaguardia degli
elementi connotanti le diverse stanze e l'unitarietà del loro ambiente ad eccezione della Grecìa, la salvaguardia di
masserie torri e castelli e altri manufatti e delle aree loro limitrofe, e vincoli sovraordinati (dal vincolo archeologico, ai
vincoli Galasso, all'ambito esteso A del PUTT/P).
3.aree con un indice > 0.03 mc/mq: in ambiti territoriali, spesso investiti da pratiche abusive che hanno prodotto gravi
carenze infrastrutturali (pozzi e smaltimento acque reflue), con conseguenti problemi ambientali. Esse possono essere
distinte, in via di prima approssimazione, in piane, aree a bassa densità in ambito subcostiero, ambiti di prossimità
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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ai centri. Come nel caso precedente gli elementi che il Piano considera vincolanti e limitanti l'edificazione dispersa sono:
la pericolosità all'allagamento, il rispetto delle restrizioni relative alle diverse fasce di salvaguardia, la presenza di
naturalità esistente o potenziale (prima fase di espansione), la tutela e salvaguardia degli elementi connotanti le diverse
stanze e l'unitarietà del loro ambiente ad eccezione della Grecìa, la salvaguardia di masserie torri e castelli e altri
manufatti e delle aree loro limitrofe, e vincoli sovrordinati (dal vincolo archeologico, ai vincoli Galasso, all'ambito esteso A
del PUTT/P).
Obiettivo principale, in ognuno di questi casi, è la riqualificazione ambientale attraverso progetti di recupero promossi dai
Comuni. La nuova edificazione eventualmente prevista si deve inserire in un più ampio progetto di riqualificazione di
aree a bassa densità.
indirizzi per la pianificazione comunale: i Comuni dovranno nel corso della predisposizione dei propri strumenti
urbanistici analizzare in profondità le situazioni della dispersione insediativa esistenti e predisporre norme e progetti che
ne affrontino il recupero e la valorizzazione mirando soprattutto a sostenere e promuovere l'espansione della naturalità.
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PIANO STRATEGICO “SALENTO 2020”
Stato di attuazione
Il processo di Pianificazione Strategica in Puglia è disciplinato dalle Linee guida per la
Pianificazione Strategica territoriale di Area Vasta, approvate con Deliberazione della Giunta
Regionale 4 luglio 2007, n. 1072 e pubblicate sul BURP n. 104 del 20-7-2007. Tale processo
ha visto le seguenti attività:
- Avvio del percorso di pianificazione strategica e del processo di VAS (concluso il 31 ottobre
2007);
- Costruzione del Metaplan del Piano Strategico di Area Vasta e predisposizione del Piano
Urbano della mobilità (concluso il 30 settembre 2008).
- Avvio operativo del piano e della sua implementazione. Quest’ultima fase è stata realizzata
tramite la l’approvazione e il finanziamento di un Programma stralcio del Piano Strategico,
approvato dalla Giunta regionale nel dicembre 2009.
Natura e finalità Il Piano Strategico è finalizzato alla costruzione di una strategia di sviluppo di medio-lungo
termine dell’Area Vasta e alla costruzione di programmi d’azione per il suo raggiungimento. Nel
fare questo, il Piano individua anche una serie di Progetti di Qualità necessari a innescare lo
sviluppo dell’Area in coerenza con la visione strategica individuata.
Un territorio di qualità, in grado di valorizzare gli aspetti vocazionali, di competitività, di un uso
equilibrato di risorse, di convivenza civile e d’accoglienza, in un quadro di sicurezza e di
sostenibilità ambientale.
E' la visione generale che sottende la costruzione del Piano Strategico Salento 2020, che punta
a valorizzare i punti di forza del territorio salentino, esaltando una organizzazione sistemica
degli stessi, e a intervenire risolutamente su quei nodi che finora hanno impedito un pieno
sviluppo e un pieno dispiegamento delle potenzialità e delle ricchezze territoriali.
Obiettivi generali
1 COMPETITIVITA’ E INNOVAZIONE: migliorare la competitività dei sistemi produttivi locali tra
vecchie e nuove economie
2 QUALITA’ TERRITORIALE: migliorare la competitività e l’attrattività dei sistemi urbani e dei
sistemi extraurbani, in chiave turistica, del territorio
3 SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE, ECONOMIA DELLA CONOSCENZA: far evolvere le
diverse componenti locali verso un ecosistema digitale in grado di determinare la crescita e la
qualificazione del territorio nel nuovo contesto di globalizzazione
Obiettivi specifici
1.1 Favorire il superamento di modelli di specializzazione tradizionali attraverso la creatività,
l’introduzione dell’innovazione ed il collegamento del sistema delle imprese con il sistema
della ricerca. Sostenere le imprese motrici che esprimono produzioni di eccellenza
accompagnando i settori – vecchi e nuovi – nei processi di internazionalizzazione. Politiche
di innovazione, diversificazione e apertura devono, necessariamente, essere
accompagnate da politiche sul capitale umano tese a valorizzare talenti e creatività.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
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Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
1. Completamento sistemazione zona Murica:il progetto prevede la costruzione di un muro a
secco perimetrale, illuminato con elementi incassati nello stesso, che faccia da cornice alla
zona in cui verranno collocati diversi
elementi di arredo urbano in modo da caratterizzarla quale zona ristoro.
2. Completamento ristrutturazione, per il riuso del castello completa ristrutturazione del
Castello nelle zone da utilizzare come contenitore di carattere culturale nonché nelle torri da
destinare come foresteria per ospitare i vari relatori e personalità inviate (inserito nel primo
1.2 Fare del Salento meridionale un sistema “amico” degli insediamenti produttivi, degli Start
Up innovativi e delle manifatture di eccellenza, favorendo l’attrazione degli investimenti e la
riconversione ecologica delle infrastrutture fisiche.
1.3 Valorizzazione delle tipicità e qualità alimentari locali, rafforzamento delle filiere corte,
mediante la sperimentazione di un nuovo sistema di sviluppo dei circuiti economici locali
connettendo la creazione di reti commerciali dei prodotti agricoli con l’offerta ricettiva
puntando al recupero di una forte dimensione identitaria del territorio e dei suoi prodotti
enogastronomici.
1.4 Agevolare il passaggio da un modello economico, basato sullo sfruttamento delle risorse
limitate di origine fossile e sulla produzione di rifiuti inquinanti, ad un nuovo modello fondato
sulle fonti rinnovabili pulite e sui cicli produttivi chiusi che recuperano materia ed energia da
ogni scarto.
2.1 Messa in sicurezza e superamento delle criticità dovute ad un’incontrollata espansione
delle superficie urbanizzate, alla diffusa incuria del territorio ed alla ininterrotta azione degli
agenti bioclimatici.
2.2 Tutela e valorizzazione dei paesaggi e dell’ambiente quale bene patrimoniale ed identitario
del Salento.
2.3 Azioni tese al superamento delle situazioni di degrado abitativo e disagio sociale nelle
periferie, di abbandono dei centri storici, con interventi atti a migliorare la qualità dei
contesti urbani, a salvaguardare la salute ed il benessere delle genti, anche attraverso il
risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.
2.4 Politiche in grado di fare del Sud Salento un sistema di qualità attraverso la valorizzazione
del patrimonio storico-culturale, di quello marino e costiero, e del sistema portuale.
2.5 Migliorare l’accessibilità e la capacità competitiva potenziando le reti di collegamento per il
sistema dei trasporti e della logistica.
3.1 Migliorare la diffusione e la qualità delle infrastrutture ICT come condizione fondamentale
per la crescita del territorio in un contesto di globalizzazione.
3.2 Supportare la diffusione e l’uso dell’ICT presso le PMI per rafforzare la competitività del
territorio in un contesto di globalizzazione.
3.3 Favorire nella PA lo sviluppo idoneo all’impiego diffuso dell’ICT per giungere all’offerta
avanzata di servizi a cittadini e imprese contribuendo, in tal modo, alla qualificazione del
territorio in un contesto di globalizzazione.
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Apq stralcio per l’Area Vasta Sud Salento approvato con DGR n. 9 del 15 gennaio 2010) .
3. Messa in opera basolato per completamento strade Centro Storico per caratterizzare la
parte antica del Comune.
4. Messa in opera impianto illuminazione artistica nelle strade del Centro Storico per
valorizzare la parte antica del Comune mettendo in evidenza i suoi elementi architettonici e
urbanistici.
5. Messa in opera impianto illuminazione nelle strade individuate come piste ciclabili per la
fruizione e valorizzazione di alcuni elementi caratteristici del Comune mettendo in evidenza i
suoi elementi architettonici e urbanistici.
6. Completamento sistemazione Parco Pozzelle: il progetto prevede la costruzione di un'ampia
gradonata in muro a secco, illuminata con elementi incassati nella stessa, che faccia da
cornice alla zona in cui sono collocati i pozzi e sulla quale si svolgono diverse manifestazioni
soprattutto nel periodo estivo.
7. Completamento sistemazione parco comunale "città dei bambini": completamento di un'area
già in parte sistemata destinata a parco comunale
8. completamento sistemazione area c/o lottizzazione "Case": l'intervento vuole prevedere un
adeguato impianto di illuminazione, la necessaria rete idrica con i relativi attacchi antincendio
nonché alcuni allacci alla rete di fognatura nera. L'intervento si configura in una serie di opere
destinate al completamento di un'area già
destinata ad allocazione di attrezzature collettive.
9. Recupero e valorizzazione di area immediatamente adiacente a specie arborea denominata
Quercia Vallonea: l'intervento si configura in una serie di lavori atti a valorizzare un esemplare
secolare di Quercia Vallonea.
10. Riqualificazione urbana di Piazza Aldo Moro: l'intervento è da inserirsi in un'ottica di
riqualificazione di aree verdi e parchi attrezzati perseguendo il principio della sostituzione del
cemento con forme floreali e arboree tipicamente mediterranee.
11. Realizzazione ostello della gioventù nell'ex Scuola Elementare: l'intervento è da inserirsi in
un'ottica di riqualificazione di un bene di proprietà comunale inserito nel progetto "Bollenti
Spiriti -Agorà" e già in parte finanziato.
12. Realizzazione dimora storica nel castello: l'intervento è rivolto alla ristrutturazione delle
torri da destinare come foresteria per ospitare i vari relatori e personalità invitate, si colloca in
una serie di lavori atti a pervenire alla completa ristrutturazione del Castello nelle zone da
utilizzare come contenitore di carattere culturale (convegni, corsi tematici, sale multimediali,
varie manifestazioni destinate alla promozione delle peculiarità locali, ecc)
13. Realizzazione di struttura ricettiva/dimora storica nel Palazzo Comi: l'intervento prevede la
ristrutturazione del palazzo da destinare a dimora per ospitare i vari relatori e personalità
invitate, si colloca in una serie di interventi atti a completare la ricettività del centro storico da
utilizzare come contenitore di carattere culturale.
14. Piano di miglioramento dell'attrattività del Territorio ai fini turistici" e Piano integrato di
sviluppo territoriale" (in associazione con i comuni di Carpignano Salentino, Castrignano Dei
Greci, Cutrofiano, Martano, Melpignano,Soleto, Sternatia e Zollino): nasce da un'idea portante
di rigenerazione urbana-territoriale e di sviluppo del turismo sostenibile che si basa su un
generale miglioramento della qualità della vita del cittadino e del turista, sulla valorizzazione e
riqualificazione del Territorio e sullo sviluppo di un turismo dell'entroterra in forte appoggio a
quello della fascia costiera. Il Piano prevede interventi a carattere territoriale e puntuale. Gli
interventi a carattere territoriale, consistono, sinteticamente, nella realizzazione di: - una rete di
mobilità dolce, da realizzarsi all'interno del Territorio urbanizzato, rurale e costiero; - percorsi e
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sentieri ricreativi; - un servizio di trasferimento dalle aree di scambio e dal centro urbano alle
aree di balneazione e di fruizione costiera; - iniziative di ospitalità ed educational tour; -
segnaletica turistica e pannelli informativi; - iniziative di informazione ed educazione
ambientale.
Gli interventi a carattere puntuale, possono così schematizzarsi: eliminazione delle barriere
architettoniche dei siti di particolare valenza storico-culturale.
A questi progetti si affiancano quelli di livello sovra locale (soggetto proponente Provincia di
Lecce) rivolti a rafforzare le infrastrutture sociali, ambientali, culturali e turistiche dell’intero
territorio provinciale.
Tutti gli interventi previsti, anche se per gran parte non ancora inseriti negli accordi quadro di
programma, risultano in coerenza con gli obiettivi e le azioni del PUG2012, in quanto diretti a
rafforzare il sistema dell’armatura urbana pubblica riferita agli spazi pubblici, alle attrezzature
di interesse collettivo e al verde urbano e a generare un’offerta turistica di qualità, concorrendo
allo sviluppo sostenibile del territorio .
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PROGRAMMA D’AZIONE PER LE ZONE VULNERABILI DA NITRATI (PIANO NITRATI)
Stato di attuazione
Il Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati è stato approvato il 23 gennaio 2007 con
deliberazione della Giunta Regionale n. 19, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione
Puglia n. 19 del 6 febbraio 2007.
Natura e finalità
Il piano dà attuazione alla direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque
dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole, recepita a livello nazionale
dal D.Lgs. 152/99 recante “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, attualmente
sostituito dal D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”.
Esso si applica alle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) già designate e perimetrale con Delibera
della Giunta Regionale n. 2036 del 30 dicembre 2005, che ha imposto sulle stesse le prime
misure di salvaguardia.
Obiettivi generali
Protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole
attraverso la definizione ed attuazione dei Programmi d’Azione nonché la predisposizione ed
attuazione di interventi di formazione e di informazione degli agricoltori e della collettività.
Obiettivi specifici
Il Programma d’Azione prevede le misure necessarie alla:
1. protezione e risanamento delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola;
2. limitazione d’uso dei fertilizzanti azotati in coerenza con il Codice di Buona Pratica Agricola
approvato con Decreto Ministeriale del 19 aprile 1999;
3. promozione di strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del
rapporto agricoltura-ambiente;
4. accrescimento delle conoscenze attuali sulle strategie di riduzione degli inquinanti zootecnici
e colturali, mediante azioni di informazione e di supporto alle aziende agricole.
Il Programma d’Azione proposto, inoltre, contiene il Piano di Comunicazione Nitrati, che
attraverso azioni di formazione e informazione rivolte alla collettività, si pone l’obiettivo di fornire
elementi di lettura e di comprensione del problema dei nitrati e delle metodologie utilizzabili per
affrontarlo efficacemente, promuovendo l’adozione dei Codici di Buona Pratica Agricola e del
Programma d’Azione, sollecitando il senso di responsabilità individuale nella tutela della risorse
idriche.
Previsioni per il territorio del Comune di Corigliano D’Otranto
All’interno del territorio comunale di Corigliano d’Otranto non ricadono zone vulnerabili da nitrati
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DOCUMENTO STRATEGICO DELLA REGIONE PUGLIA (DSR) 2007-2013
STATO DI ATTUAZIONE
Il Documento Strategico della Regione Puglia (DSR) 2007-2013 è stato adottato con Delibera di
Giunta Regionale 1 agosto 2006, n. 1139, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia
n. 102 del 9 Agosto 2006.
NATURA E FINALITÀ
Il DSR 2007-2013, redatto in conformità alla vigente legislazione comunitaria, nazionale e
regionale, rappresenta lo schema generale di orientamento programmatico per l’utilizzo delle
risorse comunitarie del ciclo di programmazione 2007-2013, sulla base del quale sono
predisposti i Programmi Operativi a valere sui Fondi Strutturali.
OBIETTIVI GENERALI
Sono stati individuati tre obiettivi di carattere generale:
1. rafforzare i fattori di attrattività del territorio, migliorando l’accessibilità, garantendo
servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità ambientali;
2. promuovere l’innovazione, l’imprenditoria e lo sviluppo dell’economia della conoscenza
anche attraverso la valorizzazione del lavoro competente e dei distretti produttivi;
3. realizzare condizioni migliori di occupabilità, di coesione e di inclusione sociale.
Il perseguimento dei tre obiettivi generali verrà sostenuto attraverso la realizzazione di cinque
obiettivi trasversali che dovranno considerarsi in tutte le linee di intervento da attuarsi:
- ambiente;
- pari opportunità;
- dimensione territoriale dello sviluppo;
- cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale europea e di prossimità;
- sviluppo della partecipazione e contributo alla costruzione di una nuova etica pubblica.
OBIETTIVI SPECIFICI
Gli obiettivi generali e trasversali verranno realizzati mediante la programmazione e
l’implementazione di tre politiche prioritarie, con relativi obiettivi specifici:
1. Politiche di contesto:
1.1. Trasporti e reti di comunicazione: realizzazione di un sistema regionale di trasporto e di
logistica integrato e sicuro, interconnesso e omogeneo; potenziamento dei sistemi della
portualità pugliese; potenziamento dei sistemi aeroportuali; potenziamento del sistema
ferroviario; potenziamento e innovazioni delle reti di trasporto pubblico e della mobilità
accessibile e ecosostenibile.
1.2. Sviluppo urbano sostenibile: contrasto del degrado delle “periferie”; qualificazione dei
servizi collettivi di base; restauro e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente;
rafforzamento delle identità dei centri urbani; costruzione di trame di relazioni tra i centri
urbani e con il territorio aperto; miglioramento della qualità della vita nelle città; creazione
di condizioni diffuse di legalità e sicurezza nelle città.
1.3. Ambiente e risorse naturali: tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche;
promozione di energie rinnovabili e del risparmio energetico; incentivo del riutilizzo e del
riciclaggio dei rifiuti; completamento della messa in sicurezza di siti contaminati;
promozione di politiche di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali; promozione della
bonifica e del riuso dei siti di cava dismessi; tutela e valorizzazione del patrimonio
tratturale; promozione dello sviluppo della rete delle aree protette; tutela degli ecosistemi
marini e costieri; miglioramento del monitoraggio dell’ambiente e del territorio.
2. Politiche di ricerca e innovazione dei sistemi produttivi:
2.1. Ricerca, sviluppo e trasferimento: qualificazione della domanda di ricerca e innovazione
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delle imprese; sostegno alle imprese nei settori dell’hi-tech; potenziamento del sistema
regionale della ricerca; promozione di progetti cooperativi di ricerca.
2.2. Innovazione nella PA: innalzamento delle capacità e competenze delle PA;
rafforzamento della cooperazione interistituzionale orientata al cambiamento;
accrescimento delle condizioni di legalità e sicurezza; supporto nella nascita di
esperienze di cittadinanza attiva.
2.3. Società dell’informazione: promozione della diffusione dell’accessibilità e dell’uso di
tecnologie ICT; sviluppo dell’industria dei contenuti digitali.
2.4. Sistemi produttivi locali: maggiore efficacia negli aiuti alle imprese; qualificazione
dell’offerta produttiva locale; promozione e consolidamento dell’economia turistica
regionale; sostegno ai processi di innovazione, internazionalizzazione e integrazione
delle imprese e delle filiere.
3. Politiche per dell’inclusione, del lavoro, della formazione e del welfare.
3.1. Formazione per un lavoro di qualità: Formazione iniziale, formazione superiore e alta
formazione, politiche attive del lavoro e formazione permanente, formazione continua e
politiche dell’occupazione e dell’adattabilità.
3.2. Inclusione sociale e salute: Promozione di politiche di inclusione per famiglie in forte
svantaggio economico; promozione di politiche di prevenzione del rischio di esclusione
sociale per segmenti affetti da processi di cambiamento economico e sociale;
innalzamento del livello di benessere e salute; prevenzione di rischi sanitari.
Il PUG2012 accoglie gli obiettivi specifici del DSR declinandoli sulle specificità che
caratterizzano il territorio coriglianese.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
95
5.2.4 La coerenza interna
L’analisi di coerenza interna è finalizzata a verificare la rispondenza, internamente al piano
stesso tra le strategie, gli obiettivi e le azioni previste.
Mediante tale analisi è possibile evidenziare le eventuali contraddizioni all’interno del piano,
considerando in particolare le componenti strutturali, le criticità ambientali, gli obiettivi, gli effetti
significativi dovuti alle azioni in esso previste.
Si prefigura quindi come strumento in grado di verificare l’efficacia prestazionale del piano.
La verifica della coerenza interna tra le azioni di piano non ha sostanzialmente rilevato
incoerenze.
Nelle matrici che seguono sono riportate le relazioni fra obiettivi e azioni.
Questa analisi ha consentito di articolare alcune proposte di rafforzamento e/o perfezionamento
delle relazioni fra obiettivi e azioni previste dal piano.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
96
MATRICE DI VALUTAZIONE 2: AZIONI - OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012
OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012
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Tutela e messa in sicurezza degli elementi
che concorrono a salvaguardare i percorsi
delle acque e i recapiti, relativamente al
rischio idrogeologico
Regolamentazione dello smaltimento delle
acque piovane di tutte le attività
(residenze, attività produttive e agricole,
infrastrutture e impianti) ricadenti
sull'impronta della falda destinata al
consumo umano
Tutela dei versanti, in sede di redazione
dei piani particolareggiati per l'apertura di
nuove cave
Incentivazione di pratiche agricole e di
attività di manutenzione del territorio
Pulitura e messa in sicurezza e
valorizzazione delle vore
Realizzazione di corridoi ecologici
principali lungo i versanti della serra, per la
connessione delle aree naturali ora
insularizzate, e per la conservazione e
valorizzazione delle invarianti strutturali
costituite dai versanti acclivi e dagli ambiti
di pregio
Realizzazione di corridoi
d’interconnessione attraverso il
potenziamento dei lembi residuali di
vegetazione spontanea sparsi nella trama
agricola e presenti in particolare lungo le
strade rurali e i muretti a secco
Realizzazione di una rete ecologica
urbana in modo tale da creare una
continuità con il territorio aperto e avente
l’obiettivo di mettere in relazione il verde
pubblico, le essenze monumentali
pubbliche e private, i giardini storici e i
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina
97
giardini interni alle corti, l’attraversamento
urbano del corridoio ecologico lungo via s.
Leonardo
Conservazione e valorizzazione delle aree
naturali e seminaturali esistenti nel
territorio anche attraverso la promozione di
progetti di rinaturalizzazione e
qualificazione dei margini delle stesse
Rinaturalizzazione delle cave estinte Promozione della fruizione delle aree
naturali attraverso la realizzazione di una
rete di mobilità dolce, ciclopedonale, da
realizzarsi utilizzando i tracciati rurali
esistenti e il sedime delle condotte
AQP
Riqualificazione ambientale e
paesaggistica dei margini delle linee
ferroviarie Sud Est e della Sp.
367 attraverso barriere di mitigazione degli
impatti visivi e sonori
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Incentivazione di azioni di conoscenza dei
beni culturali e identitari nel territorio
rurale, della risorsa acqua nei suoi aspetti
storici, simbolici, etici, produttivi, della
storia produttiva locale.
Contenimento della diffusione insediativa
dovuta ad attività produttive estranee ai
contesti rurali.
Promozione di campagne di scavo per
l’accertamento delle presenze
archeologiche nel territorio.
Valorizzazione paesaggistica dei versanti
delle serre, anche attraverso progetti di
rinaturalizzazione.
Promozione di forme di tutela e di
incentivazione alla conservazione delle
colture estensive rappresentate dagli
uliveti di antico impianto.
Realizzazione di circuiti e itinerari tematici
e territoriali finalizzati alla qualificazione,
fruizione e messa in rete delle risorse
paesaggistiche e dei beni culturali rurali e
urbani, anche in collaborazione
con i comuni contermini
Realizzazione di percorsi attrezzati
ciclabili, pedonali, equestri, finalizzati alla
fruizione dei beni paesaggistici e culturali e
a rendere accessibili gli itinerari tematici e
territoriali.
Promozione di incentivi e premialità
finalizzati al recupero del patrimonio
edilizio nel territorio rurale, attraverso
rifunzionalizzazioni a fini compatibili con le
attività agricole, turistico-ricettive e
culturali.
Riqualificazione e reintegrazione
ambientale e paesaggistica degli
insediamenti ad elevato impatto
ambientale e paesaggistico.
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Riqualificazione delle infrastrutture di
collegamento territoriale in termini
ambientali e paesaggistici:
riduzione di inquinamento del suolo e
sottosuolo, dell’inquinamento acustico e
luminoso, inserimento paesaggistico delle
infrastrutture e individuazione di varchi per
la percezione del paesaggio.
Realizzazione di fasce di mitigazione
ambientale dei tracciati e degli svincoli.
Promozione in sede provinciale della
risoluzione del problema
dell’attraversamento urbano da parte
dei flussi di traffico provenienti dai comuni
contermini per raggiungere la SS. 16.
Promozione di forme di incentivazione per
l’utilizzo della linea ferroviaria per gli
spostamenti sovralocali e per la creazione
di forme integrate di mobilità sostenibile
(treno + bici) .
Riorganizzazione della mobilità urbana e
realizzazione di una rete di “mobilità
dolce”, pedonale e ciclabile, integrata al
sistema dei servizi e delle attrezzature,
complementare alla viabilità carrabile
urbana ed extraurbana.
Realizzazione di parcheggi residenziali
diffusi e di un sistema di piccole aree
permeabili attrezzate a
parcheggio per i flussi turistici.
Realizzazione della fogna bianca Monitoraggio e controllo dello sfruttamento
delle risorse idriche in funzione della
presenza di pozzi ad uso privato o
agricolo, al fine di prevenire il
depauperamento della risorsa idrica.
Salvaguardia delle aree per la captazione
delle risorse idriche destinate all’uso
potabile, al fine di prevenire l’inquinamento
della falda da usi impropri.
Miglioramento dei livelli di accessibilità,
razionalizzazione e messa in sicurezza del
nodo di accesso al centro urbano e alle
aree produttive, dalla viabilità di
collegamento territoriale (SS 16 e SP 367).
Adeguamento delle infrastrutture al fine di
aumentarne i livelli di sicurezza, attraverso
la rimozione o la mitigazione delle criticità
lungo la linea ferroviaria (passaggi a
livello), negli incroci pericolosi, nelle strade
interessate dal traffico veloce e dal traffico
pesante (incroci sulla Maglie-Cutrofiano).
Realizzazione di fasce di mitigazione
ambientale della viabilità di collegamento
territoriale e del tracciato delle FSE, da
intendere come “infrastruttura verde”.
Riprogettazione degli accessi urbani dalle
strade provinciali da Galatina e Cutrofiano
e dalla SS. 16.
Razionalizzazione e riorganizzazione
dell’ingresso al centro urbano, della
stazione e del suo piazzale, anche con la
finalità di incentivare l’uso della ferrovia
per trasporti intercomunali
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Salvaguardia dei segni e degli assetti
consolidati della trama agricola
Incentivazione alla reintroduzione di
colture e di cultivar di valore tradizionale
oramai scomparse o in forte declino nel
territorio
Disincentivazione alla localizzazione nel
territorio rurale di attività produttive non
legate all’agricoltura e alle attività
connesse
Incentivi alla qualificazione delle funzioni
agricole nei contesti periurbani, finalizzate
alla qualificazione del margine del territorio
urbano
Realizzazione di percorsi ciclopedonali
lungo i tracciati rurali nella campagna e sul
sedime delle condotte AqP, consentendo
la fruizione del patrimonio rurale
Realizzazione di fasce di mitigazione
ambientale lungo i principali tracciati delle
infrastrutture di collegamento territoriale
Creazione di una fascia periurbana, la
“mezzaluna verde”, per la fruizione dei
luoghi e degli spazi aperti significativi per
la memoria e l’identità della comunità di
Corigliano (pozzelle, ecc)
Valorizzazione dell’area dei Salesiani
come penetrazione strategica della
“mezzaluna verde”, finalizzata a dotare la
città di spazi verdi e attrezzati di valenza
urbana
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Regolamentazione della diffusione
insediativa all’interno del territorio rurale,
attraverso misure di indirizzo della nuova
edificazione e la prescrizione di tecnologie
e forme sostenibili e ecocompatibili.
Incentivazione al recupero e al riuso del
patrimonio edilizio rurale degli elementi
storici di attrezzamento del territorio, dei
manufatti della storia agraria per fini
produttivi legati alla ricettività, al
turismo culturale, all’agriturismo.
Valorizzazione delle masserie, da
intendere come presidi di conservazione e
valorizzazione delle qualità ambientali e
paesaggistiche dei contesti delle serre e
della valle sud ovest, orientate verso
usi ecocompatibili e sostenibili
(agriturismo, turismo culturale ecc).
Riqualificazione ecologica e paesaggistica
delle aree produttive esistenti (pianificate e
non) e incremento dell’offerta di aree
ecologicamente attrezzate per attività
produttive, in contiguità con
quelle esistenti.
Ridefinizione funzionale, morfologica e
ambientale del contesto rurale misto di
accesso alla città dalle infrastrutture di
collegamento territoriale, da attrezzare con
funzioni di interesse sovra locale.
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Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione urbana
diffusa attraverso la promozione di
interventi di recupero, riuso e
valorizzazione del patrimonio edilizio
storico e riqualificazione dei suoi spazi
pubblici
Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione urbana
diffusa attraverso la riqualificazione dello
spazio costruito, la definizione di spazi e
attrezzature pubbliche e l’individuazione di
aree per l’edilizia residenziale pubblica
integrate nel tessuto urbano
Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione urbana
diffusa attraverso la qualificazione dei
fronti urbani della viabilità principale,
incentivando la riconversione ad
usi commerciali dei piani terra degli edifici
Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione urbana
diffusa attraverso la messa in rete di
servizi e attrezzature attraverso la
creazione di reti per la mobilità sostenibile
Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione urbana
diffusa attraverso la conservazione e dei
caratteri tipomorfologici dell’edilizia di
tradizione e del verde privato
interno alle corti (isolato salentino)
Conservazione e valorizzazione della
“mezzaluna urbana”, cintura dei luoghi
della socialità e degli spazi di interesse
collettivo, attraverso la conservazione
delle funzioni esistenti e la qualificazione
ambientale e urbanistica degli spazi
relativi, privilegiando l’utilizzo per finalità
pubbliche degli edifici dismessi.
Qualificazione urbanistica e architettonica
degli ingressi ovest alla città dalle strade di
collegamento intercomunale
Riconfigurazione dell’assetto dell’accesso
orientale alla città, comprensiva della
riqualificazione urbanistica e architettonica
della piazza della stazione, come nuova
porta urbana.
Valorizzazione degli elementi rilevanti per
la memoria e l’identità della città,
promuovendone l’utilizzo a scopi pubblici e
la loro messa a sistema con la rete dei
servizi, delle attrezzature urbane e degli
spazi pubblici.
Completamento e riqualificazione dei
tracciati del margine urbano, da intendersi
come viali urbani di affaccio sul territorio
rurale, con la finalità di definizione
morfologica, di qualificazione del margine
e del rapporto città campagna e di
assicurare la percezione del paesaggio
dalla città.
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MEZZA LUNA E CUNEO VERDE
Ha l’obiettivo di valorizzare i beni del
patrimonio paesaggistico-ambientale e
storico-culturale attraverso itinerari
tematici (Itinerario dell’acqua) che rendano
fruibili e beni, con la finalità di promuovere
attività culturali e per il tempo libero legate
alla produzione tradizionale, anche
attraverso la valorizzazione del giardino
storico dei Salesiani per la creazione di
spazi aperti e attrezzature urbane.
La “mezzaluna e il cuneo verde”
caratterizzeranno morfologicamente il
margine urbano e l’ingresso alla città da
via Galatina, anche perseguendo
l’adeguamento e la messa in sicurezza
della viabilità di connessione tra rete
extraurbana e rete urbana, nonché la
creazione di una rete di mobilità
alternativa, prevalentemente
ciclopedonale.
MEZZA LUNA URBANA
L’azione prevede la qualificazione e
valorizzazione della “mezzaluna” urbana,
cintura di attrezzature e spazi aperti
esistenti nel cuore della città, agganciata
al grande parco urbano attrezzato del
giardino storico dei Salesiani. Obiettivi
sono pertanto anche la riconversione di
edifici storici e di archeologia industriale a
usi pubblici; la riqualificazione di via
Don Bosco, della piazza del Castello e di
Piazza Vittoria e dei fronti urbani
prospicienti; il potenziamento del verde
urbano e l’attrezzamento degli spazi
aperti.
PORTA URBANA ORIENTALE
Riorganizzazione degli spazi finalizzata
alla riqualificazione dell’accesso alla città.
L’area oltre la ferrovia deve essere
arricchita di attrezzature di rango
sovralocale, sfruttando l’alta condizione di
accessibilità dell’area, diventando
contemporaneamente occasione per la
riorganizzazione morfologica del contesto
e l’aggancio alla città consolidata. La
stazione e la sua piazza, elementi di
connessione tra l’area da riorganizzare e
la città consolidata, costituiscono il nodo
intorno al quale questa operazione prende
corpo, insieme alla riqualificazione dei viali
urbani all’incrocio con la piazza
della stazione, via Ferrovia e via San
Leonardo.
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MATRICE DI VALUTAZIONE 3: AZIONI DEL PUG/S - OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012
OBIETTIVI STRATEGICI DEL PUG2012
1 - tutela e la valorizzazione ambientale e paesaggistica
2 - cura della risorsa naturale “acqua”
3 - utilizzazione e la produzione dell’energia da fonti rinnovabili
4 - conoscenza, monitoraggio, salvaguardia, riqualificazione e messa in valore dei beni culturali e del paesaggio, con particolare
riferimento al patrimonio rurale
5 - miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano
6 - riqualificazione e valorizzazione del tessuto edilizio esistente
7 - integrazione sociale delle diverse etnie presenti sul territorio
8 - realizzazione di edilizia economica e popolare al fine di rispondere alle esigenze abitative
9 - miglioramento, valorizzazione e nuova individuazione di spazi per aggregazione sociale e di partecipazione alla vita cittadina
10 - sviluppo socio-economico
11 - ampliamento, miglioramento e razionalizzazione delle aree produttive lungo la SS. 16
12- valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali
13 -potenziamento e valorizzazione delle iniziative a turistiche a carattere ecocompatibile
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Per il contesto della la Piana Olivetata CR1 si assumono gli obiettivi specifici del mantenimento dell’attuale
assetto agricolo e del miglioramento delle qualità ecologiche, nonché della valorizzazione degli elementi del
patrimonio storico, presenti in gran numero; in funzione della presenza dell’attiguo contesto per le attività
produttive e delle tendenze di trasformazione lungo la SS 16, va inoltre assicurata, ove possibile la continuità
ecologica e paesaggistica dello spazio rurale.
1. Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle
invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve
essere orientata a:
a) promuovere e incentivare l’attività agricola, in particolare modo in forme a basso impatto
ambientale;
b) potenziare i corridoi ecologici di discontinuità insediativa lungo la SS 16 in corrispondenza dei
Pozzi dell’AQP;
c) mitigare gli effetti negativi dell’attività produttiva sull’ambiente circostante l’impianto estrattivo,
anche in funzione della vulnerabilità delle invarianti presenti, con particolare riferimento
all’acquifero;
d) promuovere il recupero e la conservazione dei numerosi “furni”, come precondizione per
qualunque intervento di trasformazione del territorio, anche con forme di incentivazione quali
premialità volumetriche o riconoscimento di pari diritti edificatori da utilizzare non in situ.
In accoglimento degli obiettivi
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Per il contesto della a fascia di infrastrutture e impianti CR2 si assume come obiettivo primario per il contesto la
qualificazione ambientale del contesto e la eliminazione degli episodi di degrado, attraverso la sua
valorizzazione in termini ambientali, la realizzazione di opere di mitigazione dell’impatto delle infrastrutture e
degli impianti sull’ambiente e sul paesaggio, la riorganizzazione degli usi nelle aree marginali in prossimità
dell’accesso alla città; ciò con la finalità che il Contesto assuma il ruolo di “pausa verde” tra la “valle delle
infrastrutture”, definita e recepita dal PTCP, e la serra, e in particolare tra le aree produttive lungo la SS. 16 e il
centro urbano.
Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle
invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere
orientata a:
- realizzare fasce arboree di mitigazione ambientale per tutto lo spessore delle fasce di rispetto della viabilità,
delle infrastrutture e degli impianti, utilizzando essenze autoctone e materiali del paesaggio tradizionale;
disciplinare gli eventuali interventi di modifica e ampliamento di infrastrutture e impianti esistenti prevedendo
contestualmente tutte le opere di mitigazione ambientale e paesaggistica;
- vietare la realizzazione di nuove infrastrutture e impianti all’interno del contesto;
riqualificare l’accesso allo spazio urbano dalle infrastrutture di collegamento territoriale, anche attraverso la
realizzazione di attrezzature e funzioni di interesse sovralocale, compatibili con la finalità generale della
qualificazione ambientale e paesaggistica;
realizzare corridoi di continuità ambientale;
- incentivare la silvicoltura naturalistica e le attività agro-ambientali a basso impatto come quelle vivaistiche,
forestali e agricole.
In accoglimento degli obiettivi
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Il Contesto rurale a prevalente valore ambientale e paesaggistico CR3, denominato “La serra”, per i suoi valori
paesaggistici e per la sostanziale assenza di dinamiche di trasformazione in senso insediativo e colturale, è
suscettibile di una valorizzazione in senso ambientale, come importante presidio di naturalità in un territorio già
così fortemente antropizzato. Pertanto obiettivi fondamentali sono la conservazione e il potenziamento degli
ambienti naturali e seminaturali, il mantenimento delle attività agricole a basso impatto ambientale, la
valorizzazione dei beni storico-culturali attraverso interventi di cura, manutenzione e uso compatibile con i valori
depositati.
Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle
invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere
orientata a:
- promuovere interventi di rinaturalizzazione e di espansione delle aree boscate;
- realizzare corridoi d’interconnessione tra le aree naturali attraverso il potenziamento dei lembi residuali di
vegetazione spontanea sparsi nella trama agricola e presenti in particolare lungo le strade rurali e i muretti a
secco;
- promuovere la salvaguardia e la valorizzazione delle invarianti strutturali presenti, nonché la fruizione delle
aree naturali e dei beni culturali attraverso la realizzazione di una rete di mobilità dolce, ciclopedonale, da
realizzarsi utilizzando i tracciati rurali esistenti e il sedime delle condotte dell’AQP:
- vietare qualunque intervento che modifichi l’assetto ambientale e paesaggistico, ivi compresa la realizzazione
di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
In accoglimento degli obiettivi
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Per il Contesto rurale Multifunzionale CR4, denominato “La serra periurbana”, il PUG/S individua come obiettivi
generali quello della qualificazione ambientale e paesaggistica del margine urbano, agendo attraverso la
valorizzazione dei beni del patrimonio paesaggistico-ambientale e storico-culturale, della dotazione di nuove
attrezzature per il tempo libero e lo sport, alla integrazione delle aree naturali e del verde all’interno dello spazio
urbano, così come indicato dal PTC della Provincia di Lecce (Art. 3.1.3.5) “infiltrazioni di naturalità”, nonché in
attuazione del Progetto strategico “Mezzaluna verde” .
Tali obiettivi sono perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle
invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere
orientata a:
- promuovere di interventi di valorizzazione ecologico-ambientale e fruitiva delle aree naturali e seminaturali,
delle Pozzelle, di Murica, della lecceta e delle strade rurali, nonché del Serbatoio dell’AQP e dello stabilimento
Eureka;
- realizzare aree attrezzate per lo sport e il tempo libero;
- creare una rete ciclo-pedonale orientata a sostenere e collegare tra loro la città, i luoghi significativi della
mezzaluna e le strutture ricreative e sportive;
- realizzare opere di arredo urbano lungo le strade principali e progettazione delle sezioni stradali anche
secondo obiettivi di traffic-calming;
- riqualificare il patrimonio edilizio esistente e regolamentare l’edificazione diffusa, anche riconoscendo quantità
premiali condizionate al soddisfacimento degli obiettivi di cui ai precedenti punti.
In accoglimento degli obiettivi
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Per il Contesto rurale multifunzionale da tutelare del versante CR5, denominato “La valle a elevata
frammentazione”, a causa delle dinamiche di cui è investito, si assume l’obiettivo della regolazione degli usi
insediativi, in forme che risultino compatibili con la salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici e delle
attività produttive agricole, con il contenimento del consumo di suolo per usi non agricoli, anche attraverso la
prescrizione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili per la riqualificazione della edilizia esistente e per
la nuova edificazione.
Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle
invarianti del PUG/S e le disposizioni;della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere
orientata a:
- conservare e valorizzare l’attività produttiva agricola, anche favorendo la ricomposizione fondiaria;
- mitigare gli effetti negativi dell’attività produttiva sull’ambiente circostante l’impianto, anche in funzione della
vulnerabilità delle invarianti e degli insediamenti presenti;
- incentivare il recupero e al riuso del patrimonio edilizio rurale delle masserie, degli elementi storici di
attrezzamento del territorio, dei manufatti della storia agraria per fini produttivi legati alla ricettività, al turismo
culturale, all’agriturismo;
- disciplinare la riqualificazione dell’edilizia esistente imponendo il rispetto di standard ambientali, tecnologici ed
energetici volti ad assicurare un basso impatto sull’ambiente e la qualificazione del paesaggio,
- disciplinare la nuova edificazione con standard analoghi a quelli alla lettera c), e orientando la localizzazione
della nuova edificazione con la finalità di non compromettere le aree agricole, anche in coerenza con quanto
disposto dal PTCP, Art. 3.4.3.3 “situazioni disperse”.
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Per il Contesto rurale a prevalente funzione agricola CR7, denominato “La valle dei seminativi” gli obiettivi per
riguardano il potenziamento delle attività produttive agricole nella direzione di una agricoltura più estensiva e
diversificata, anche con la finalità di qualificarne il paesaggio; la mitigazione dell’impatto delle attività estrattive e
la rimozione dei detrattori ambientali e paesaggistici; la valorizzazione del patrimonio storico delle masserie,
anche per usi legati alle attività ricettive e agrituristiche.
Tali obiettivi vanno perseguiti dal PUG/P attraverso la disciplina urbanistica, che integra la disciplina delle
invarianti del PUG/S e le disposizioni della pianificazione sovraordinata; la disciplina del PUG/P deve essere
orientata a:
- promuovere la reintroduzione di varietà colturali tradizionali nelle coltivazioni presenti;
- mitigare gli effetti negativi delle attività estrattive sull’ambiente circostante, anche in funzione della vulnerabilità
delle invarianti e degli insediamenti presenti;
- favorire la qualificazione sostenibile delle strutture ricettive presenti.
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Per il Contesto Urbano da tutelare CU1, denominato “La città storica”, definita anche in quanto Invariante
strutturale ai sensi del DRAG, gli obiettivi sono mirati al recupero dei complessi e gli edifici di valore storico e
architettonico, alla conservazione dei i tessuti edilizi e gli edifici esistenti, nonché i loro specifici e stratificati
caratteri storici e morfotipologici, alla incentivazione della destinazione residenziale prevalente e delle attività
commerciali e artigianali che rivestono un valore storico-artistico e di identità sociale e culturale, nonché
integrare le attrezzature e i servizi mancanti per il consolidamento della funzione residenziale e lo svolgimento
delle altre funzioni compatibili: Tali obiettivi sono articolati in funzione della tutela degli elementi connotativi dei
tessuti del Nucleo antico, della Città storica novecentesca:
- per il Nucleo antico, il PUG/S persegue la tutela integrale dell’insediamento urbano, racchiuso nel perimetro
della città murata quattrocentesca, e dei suoi elementi tipo morfologici connotativi: la struttura attorno al
percorso matrice in direzione nord–sud, gli impianti morfologici di influenza arabo-greca e romana, la cinta di
isolati medioevali formanti l’anello perimetrale all’interno del tracciato delle mura
- per la Città storica novecentesca, il PUG/S assume il morfotipo dell’ “isolato salentino”, isolato formato da
edilizia storica a schiera o a corte, allineata col filo stradale, con il cortile interno adibita a orto o a giardino
produttivo, come invariante strutturale da salvaguardare e utilizzare come regola per gli interventi, in quanto
elemento costitutivo della forma urbis
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Per il Contesto urbano da manutenere e qualificare CU2 denominato “La città consolidata”; gli interventi sono
finalizzati al mantenimento o completamento dell’impianto urbanistico attuale e al suo ripristino ove
compromesso, alla conservazione degli edifici di valore architettonico, al miglioramento della qualità
architettonica, tecnologica e funzionale della generalità del patrimonio edilizio, alla qualificazione e maggiore
dotazione degli spazi e servizi pubblici, delle opere di urbanizzazione, e alla presenza equilibrata di attività tra
loro compatibili e complementari in modo da evitare carichi urbanistici incongrui rispetto al contesto. Il PUG/S
dispone che tali obiettivi siano perseguiti dal PUG/P tramite una disciplina ad attuazione diretta o diretta
condizionata, articolata in funzione delle diverse morfotipologie insediative della città consolidata, nonché delle
norme urbanistico-edilizie del previgente Programma di Fabbricazione, che regoli, in alternativa all’utilizzo
dell’Indice di Utilizzazione fondiaria, la facoltà di adeguare ogni unità edilizia esistente - a eccezione di quelle
vincolate come bene ambientale o architettonico - ai caratteri tipologici prevalenti rilevabili nel contesto urbano
di cui fa parte, assicurando la coerenza tra gli aspetti funzionali e quelli morfologici, nonché la conservazione o il
ripristino dell’impianto morfologico dell’ “isolato salentino”
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Per il Contesto urbano da consolidare e qualificare CU3, denominato “la città in via di consolidamento”, gli
interventi assumono le medesime finalità assunte per la città consolidata, in forme coerenti con il mantenimento
o completamento dell’impianto urbanistico esistente e con una adeguato disegno del margine urbano e la cura
del rapporto con la campagna: la conservazione degli edifici di valore architettonico, il miglioramento della
qualità architettonica, tecnologica e funzionale della generalità del patrimonio edilizio, la qualificazione e
maggiore dotazione degli spazi e servizi pubblici, delle opere di urbanizzazione, la presenza equilibrata di
attività tra loro compatibili e complementari in modo da evitare carichi urbanistici incongrui rispetto al Contesto.
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Per il Contesto urbano da completare e qualificare - CU4, denominato “le attività produttive” gli interventi sono
finalizzati all’adeguamento tecnologico e funzionale delle attività produttive già insediate, anche attraverso
incentivi normativi, salvaguardando e migliorando la compatibilità ambientale delle attività stesse, nonché alla
integrazione o la creazione di nuove infrastrutture, servizi e sistemi idonei a garantire la salute, la sicurezza e
l’ambiente, al fine di favorirne la trasformazione in aree ecologicamente attrezzate, anche in applicazione del
D.lgs 152/06, finalizzata a qualificare dal punto di vista ambientale ed energetico il contesto
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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema naturalistico-ambientale con la finalità di favorire la
sostenibilità dello sviluppo del territorio comunale, attraverso la promozione di regole di comportamento volte ad
assicurare il buon funzionamento dei cicli biologici della natura, mediante la conservazione, la valorizzazione e la
riqualificazione delle componenti naturali e antropiche esistenti ovvero l’introduzione sostenibile e compatibile del
nuovo nel tempo.
Per gli aspetti naturalistico-ambientali, articolati in elementi idro-geomorfologici, aree a pericolosità idraulica e
geomorfologica, di tutela delle acque e di rilevanza vegetazionale, il PUG/S promuove il potenziamento degli
ecosistemi naturali e seminaturali attraverso la formazione della Rete ecologica locale, che costituisce un contenuto
progettuale qualificante del PUG, da realizzarsi in coerenza con il progetto di rete ecologica regionale e provinciale.
A tal fine gli obiettivi assunti sono:
- tutelare la risorsa suolo, ovvero gli elementi morfologici del territorio, i percorsi delle acque e i recapiti, ai fini di
ridurre il rischio di inondazione, di frane e di cedimenti dei versanti;
- tutelare la risorsa acqua in quanto bene primario, ovvero la falda acquifera destinata al consumo umano, per
preservarla dal depauperamento e dal rischio di contaminazione;
- conservare la naturalità, ripristinarla laddove possibile, migliorare la funzionalità ecologica degli spazi naturali e
dell’intero territorio coriglianese, anche in coerenza con il progetto di rete ecologica regionale e provinciale;
- migliorare le qualità ecologiche delle aree agricole, promuovendo la diffusione di sistemi agricoli dal carattere
estensivo e incentrati sulla conservazione della biodiversità naturale e colturale, in modo da garantire la
sopravvivenza di nicchie ecologiche e di catene trofiche non eccessivamente semplificate;
- conservare l’assetto dei versanti della serra, in quanto invarianti ambientali di carattere geomorfologico,
naturalistico, paesaggistico, che presiedono alla funzionalità della rete ecologica potenziale;
- promuovere la formazione di nuove aree verdi pubbliche e/o di uso pubblico secondo una distribuzione
strategica ai fini della continuità della rete ecologica;
- migliorare la possibilità concreta di fruizione del patrimonio ambientale e naturalistico, anche ai fini di una più
adeguata offerta turistica “verde” del territorio.
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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema del Patrimonio storico culturale con la finalità di favorire la
conservazione, il rinnovamento e la valorizzazione della identità culturale del territorio comunale, attraverso la
promozione di regole di comportamento volte ad assicurare la salvaguardia, la valorizzazione e la riqualificazione e
all’utilizzo compatibile delle strutture, dei segni e delle testimonianze che rendono riconoscibile il territorio e lo
qualificano in senso culturale, costituendone una delle principali leve e strumenti per uno sviluppo sostenibile.
Per il Patrimonio storico-culturale, articolato in beni architettonici diffusi, Elementi storici di attrezzamento del
territorio, Aree di interesse archeologico, Città storica, Manufatti di rilevante valore per la memoria e l’identità della
città, gli obiettivi prioritari sono volti a:
- conservare le espressioni materiali della identità del paesaggio rurale di Corigliano, preservarlo dalla
introduzione di funzioni con esse non compatibili e promuovere una introduzione sostenibile del nuovo nel
tempo;
- promuovere forme consapevoli di conservazione, valorizzazione e messa a sistema dei beni culturali, dei
manufatti della storia agraria, degli elementi storici di attrezzamento del territorio, promuovendo interventi che
utilizzino modalità e tecnologie compatibili con i valori originari e che non ne alterino in modo irreversibile i
caratteri;
- tutelare e valorizzare la città storica, il patrimonio urbano diffuso, i giardini storici, i monumenti, le attrezzature,
gli edifici e impianti di rilevante valore per la forma e l’identità della città in modo compatibile con i valori
originari e senza alternarne in modo irreversibile i caratteri;
- incentivare azioni di sistema e di marketing territoriale per la messa in rete del patrimonio culturale e
paesaggistico per la promozione turistica del territorio.
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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema della mobilità, delle reti tecnologiche e degli impianti e delle
dotazioni urbane e territoriali, articolate nelle seguenti famiglie: Rete ferroviaria, Viabilità primaria esistente di
connessione territoriale e urbana, con relativi nodi di scambio, Viabilità di progetto carrabile e ciclopedonale, che
costituisce un contenuto progettuale qualificante del PUG, Reti tecnologiche e impianti, con l’obiettivo garantire al
territorio di Corigliano d’Otranto le infrastrutture necessarie al soddisfacimento della domanda di trasporto di
persone e merci in rapporto alle funzioni ed alle attività presenti o previste, nonché l’efficienza funzionale delle reti e
degli impianti in modo da garantire la salubrità e la qualità ambientale del territorio e dell’insediamento; ciò
favorendo l’integrazione fisica e funzionale delle diverse reti nonché delle infrastrutture esistenti con quelle da
adeguare e con quelle di progetto al fine di perseguire la funzionalità, la sicurezza del sistema infrastrutturale e la
sua compatibilità ambientale.
Gli obiettivi prioritari per il Sistema sono definiti nell’ottica della costruzione di una rete infrastrutturale integrata,
ecosostenibile, efficiente e sicura, che garantisca le relazioni territoriali e comunali e che allo stesso tempo sia
attenta agli esiti paesaggistici; essi consistono nel:
- promuovere l’utilizzo della ferrovia per i collegamenti a livello territoriale e locale anche per incentivare e
migliorare l’accessibilità al territorio, sia negli spostamenti quotidiani della comunità locale, sia per il turismo
diffuso, in coerenza con i programmi in corso delle Ferrovie Sud-Est;
- favorire l’uso di forme di mobilità sostenibile potenziando l’intermodalità e i servizi annessi, con particolare
riferimento alla mobilità ciclopedonale anche per le relazioni tra Corigliano e i comuni contermini,
eventualmente in attuazione del progetto di rete ciclabile europea Cyronmed;
- migliorare l’accessibilità locale e la dotazione di parcheggi per i residenti e per i flussi turistici;
- migliorare, integrare, potenziare il sistema delle reti tecnologiche, aumentandone l’efficienza e la sicurezza,
compatibilmente con l’ambiente e con le esigenze dell’insediamento assumendo modelli e tecniche sostenibili
nella gestione delle risorse idriche, nel trattamento e nei cicli dei rifiuti, nel sistema fognario, nella produzione e
distribuzione dell’energia;
- mitigare l’impatto degli impianti tecnologici presenti nel territorio.
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Il PUG/S individua e disciplina le Invarianti del Sistema delle dotazioni urbane e territoriali, con l’obiettivo garantire
al territorio di Corigliano d’Otranto le attrezzature necessarie al soddisfacimento di servizi e spazi per le funzioni
sociali, assistenziali, scolastiche, culturali, per il tempo libero e per lo sport; ciò favorendo l’accessibilità, la fruibilità
e la valorizzazione delle attrezzature esistenti, nonché l’integrazione con nuove attrezzature, da realizzare
preferibilmente all’interno degli Ambiti di Trasformazione di cui al cap. 2.
Il PUG/S, inoltre, promuove il ruolo territoriale delle dotazioni di Corigliano d’Otranto, assicurandone l’accessibilità
anche dall’area vasta, attraverso l’adeguamento del sistema della mobilità, la dotazione di parcheggi e la
localizzazione accessibile delle attrezzature di progetto.
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La rete ecologica è uno strumento di estrema importanza per la conservazione della natura e per un assetto
sostenibile del territorio, fondato sui principi della biologia della conservazione, basato sul concetto che vede
l’areale di ogni specie costituito da un insieme di aree che, in condizioni ottimali, sono collegate tra loro da
connessioni (corridoi) a formare una maglia interconnessa (rete); le connessioni sono di natura diversa a seconda
della specie presa in considerazione e quindi esistono diverse reti ecologiche quante sono le specie presenti su un
dato territorio L’obiettivo strategico generale è quindi la definizione di un modello di rete ecologica integrata che
rappresenti il sistema riorganizzativo della funzionalità ecologica del territorio nel suo complesso e che si ponga
quindi a fondamento di un nuovo scenario di assetto e gestione del territorio improntato sui criteri di sostenibilità
ambientale.
Pertanto per qualificare dal punto di vista ecologico il territorio di Corigliano d’Otranto e per assicurare il buon
funzionamento dei cicli naturali, anche in funzione della presenza della falda idrica sotterranea che costituisce una
risorsa per il territorio del Salento di cui Corigliano è custode, il PUG/S definisce la Rete ecologica come sistema
interconnesso delle componenti di valore naturalistico del territorio, composta da nodi (aree) e corridoi
(connessioni). La Rete ecologica è finalizzata a mantenere la continuità strutturale e funzionale delle aree naturali,
attraverso la integrazione e il rafforzamento di dette componenti ed a ripristinarne la continuità ove compromessa
dall’intervento antropico.
Il PUG/S, al fine di individuare la Rete ecologica locale quale rete ecosistemica polivalente, a partire dagli indirizzi
del PTCP relativi alla diffusione della naturalità, in relazione alle sue diverse forme (espansione, infiltrazione,
percolazione) nonché dal progetto di rete ecologica regionale promosso dal PPTR, prende in considerazione le
aree e i frammenti di naturalità e pregio paesistico dispersi nel territorio rurale, nonché gli elementi di connettività
diffusa del territorio rurale stesso, nonché gli elementi di potenziale connettività ecologica relativi ad alcune delle
possibili trasformazioni promosse dallo stesso PUG.
La Rete ecologica, articolata in due livelli di rilevanza (Componenti di I livello e Componenti di II livello) si realizza
attraverso l’attuazione ordinaria delle previsioni, ovvero la predisposizione di misure atte a qualificare dal punto di
vista della sostenibilità gli usi e le trasformazioni del territorio disciplinate dal PUG/S e dal PUG/P.
Le Componenti di I livello costituiscono l’armatura della Rete ecologica. Le Aree primarie sono aree naturali di
dimensioni significative e/o di alto valore funzionale e qualitativo ai fini del mantenimento della vitalità delle
popolazioni floro-faunistiche. Le Connessioni primarie sono aree naturali con struttura lineare e prevalentemente
continua, le quali svolgono la funzione di connettere fra loro le aree di alto valore naturale e di costituire habitat
adeguati per alcune specie di avifauna, nonché di garantire le connessioni e le relazioni dinamiche tra ecosistemi.
Le Componenti di II livello costituiscono la parte di Rete ecologica cui è affidata la diffusione e connessione locale
della stessa rete nel territorio comunale. Nelle aree ricomprese in Componenti di II livello esistenti gli interventi,
consentiti dalla disciplina di PUG/S e PUG/P, sono volti alla conservazione e rafforzamento degli elementi di
naturalità e all’integrazione di quelli che risultano deboli o compromessi, alla creazione di ambienti naturali,
attraverso la formazione di nuove zone boscate, fasce vegetate, boschetti, zone a vegetazione arborea e arbustiva.
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Per perseguire l’obiettivo di un sistema della mobilità integrata, ecosostenibile, efficiente e sicura, che garantisca le
relazioni territoriali e comunali e che allo stesso tempo sia attenta agli esiti paesaggistici, il PUG/S l’insieme degli
elementi della mobilità di progetto composto da nuovi svincoli e connessioni stradali, dall’adeguamento di alcuni
tratti della viabilità esistente e da nuovi tracciati, volti a consentire una razionalizzazione del sistema della mobilità
attuale, a minimizzare l’impatto della mobilità esistente sull’ambiente urbano, a qualificare il margine della città, a
realizzare una mobilità alternativa ciclopedonale in grado di innervare il territorio e di rendere fruibili i beni
naturalistici e il paesaggio di Corigliano d’Otranto.
Per quanto concerne la viabilità di connessione territoriale e un suo efficiente e sicuro collegamento con il centro
urbano, il progetto prevede la razionalizzazione degli svincoli nel tratto compreso tra la SS 16 e la SP 367, volta a
mettere in sicurezza e ad assicurare adeguata accessibilità, da parte della grande viabilità, sia al centro urbano di
Corigliano che alle aree produttive esistenti e a garantire l’accessibilità a quelle di progetto. Gli interventi in oggetto
prevedono, nello specifico:
- la riconfigurazione dello svincolo alla SP367 fino a farlo diventare uno svincolo completo, attraverso la
rimozione della rampa in direzione nord per la SP 367 e la realizzazione di uno svincolo a livelli sfalsati del tipo
a trombetta che si riconnette alla SP 34 nel tratto compreso tra la SP 367 e la linea FSE in corrispondenza di
una rotatoria di progetto del diametro di 20 metri;
- il posizionamento di una rotaria tra la SP367 e la SS 16, ovvero sulla SP 34, del diametro di 50 metri, in
posizione di connettore tra la nuova viabilità a servizio della zona artigianale, la SP 34 ed il riconfigurato
svincolo di Corigliano d’Otranto posto sulla SS 16 in direzione Maglie;
Per la risoluzione del problema dell’attraversamento della linea ferroviaria Sud Est e della messa in sicurezza della
viabilità carrabile esistente, il progetto prevede la realizzazione di due sottopassi carrabili posti sulla SP 34 e sulla
SP 228 seguendo le geometrie previste per le strade extraurbane locali di tipo F e la contestuale chiusura dei due
passaggi a livello attuali; in particolare:
- il sottopasso posto sulla SP 228 prevede una variante al tracciato esistente della strada provinciale in oggetto
in maniera di allontanarsi dalle aree a pericolosità idraulica come perimetrale dall’AdB fino a raggiungere, dopo
esser passato sotto la linea FSE e la Strada Vicinale Gallizze, la Via Vecchia Maglie all’altezza del bivio con la
Strada Vecchia Comunale Pleo in maniera da riconnettersi con via Einaudi;
- il sottopasso posto sulla SP 34 corre accanto alla condotta principale di AQP, in maniera da evitare
interferenze plano-altimetriche tra la condotta ed il tunnel, venendo a costituire parte della viabilità di
aggiramento urbano posta a nord dell’abitato che, proseguendo su Via D’annunzio, Via Sicilia, Via Lucania e
Via Lazio, permette di raggiungere la SP 33 per Galatina direttamente dalla SS 16, dalla SP 367 e dalla SP 34
senza attraversare il centro urbano. La riorganizzazione dell’accesso urbano, vista anche al rimozione del
passaggio a livello con relativa riorganizzazione della viabilità, consente la realizzazione di un parcheggio di
interscambio ferro-gomma nell’area compresa tra il sottopasso e la linea ferroviaria, collegato direttamente alla
stazione attraverso un collegamento con passerella in quota, nonché di un’area per le fermate per le autolinee
extraurbane. Tale intervento viene a costituire un nodo intermodale per lo scambio ferro-gomma-bici, e il
parcheggio di interscambio, testata dei percorsi ciclo-pedonali extraurbani, dovrà anche prevedere spazi verdi
e luoghi di sosta e di ristoro.
Per la risoluzione del problema dell’attraversamento urbano da parte del traffico, anche pesante, sulla direttrice
Cutrofiano-SS 16, il PUG/P individua una area di salvaguardia nella quale il PUG/P potrà prevedere la
realizzazione di una strada di tipo F “Strada extraurbana locale” cui sarà affiancato un tratto della viabilità ciclabile,
al margine sud dell’abitato, volta a costituire un percorso alternativo per il traffico di attraversamento, e al contempo
a costituire un margine verde nel caso di future espansioni del centro urbano, al momento non previste dal PUG/S.
Tale tracciato potrà essere realizzato partendo dalla rotatoria tra il nuovo sottopasso ferroviario sud posto sulla SP
228 e la Via Vecchia Maglie utilizzando, rettificandolo, parte del tracciato della Strada Vecchia Comunale Pleo per
poi seguire un tracciato da realizzarsi ex-novo che, passando in fregio alla dolina, al tessuto urbano esistente e
all’Ambito di trasformazione AT3.1, si riconnetterà alla viabilità provinciale esistente in corrispondenza della
rotatoria prevista dalla Provincia di Lecce tra la SP 49 e la SP 49 bis. In sede di PUG/P saranno definiti i tempi e le
modalità di realizzazione dell’infrastruttura, gli usi consentiti nelle fasce di rispetto stradale, nonché le caratteristiche
specifiche dell’opera, ovvero: la larghezza della carreggiata stradale, le rotatorie per intersezioni con la viabilità
esistente, le fasce di rispetto e le opere di risanamento ambientale e inserimento paesaggistico per mitigare
l’impatto della nuova strada sull’ambiente e sul paesaggio. In ogni caso l’area compresa nelle fasce di rispetto
dovrà essere attrezzata a verde e per la mobilità ciclopedonale, tramite la realizzazione di una pista ciclabile in
terra battuta o comunque in materiale permeabile, in carreggiata separata e messa in sicurezza con l’uso di
materiali e opere naturali, prevalentemente utilizzando il verde di arredo stradale.
Gli interventi sul sistema della mobilità anulare intorno al centro urbano sono completati dalla previsione di
infrastrutture di rallentamento del traffico in ingresso al centro urbano dalla SP 33 e dalla SP 49, quest’ultimo già
previsto dalla Provincia di Lecce, attraverso rotatorie e isole in corrispondenza degli attraversamenti delle strade
ciclabili.
Infine, il PUG/S individua quale elemento caratterizzante il progetto della mobilità la realizzazione di una rete di
mobilità dolce, di tipo ciclopedonale, sui numerosi tratti della viabilità rurale, che innerva i Contesti Rurali, anche
nell’ambito del progetto strategico “Mezzaluna verde”, e che attraversa l’ambito urbano collegando gli spazi verdi
esistenti e di progetto e le attrezzature urbane, collegando in particolare le attrezzature dedicate ai bambini; per la
realizzazione della rete ciclopedonale extraurbana, può essere individuata anche le sede del sedime delle condotte
AQP, come parte integrante delle direttrici della rete ciclabile regionale, i cui itinerari principali sono stati individuati
con il progetto di cooperazione CYRONMED (Cycle Route Network of the Mediterranean), promosso e coordinato
dall'Assessorato ai Trasporti della Regione Puglia, e inseriti nella legge regionale n. 16 del 2008 su "Principi ed
indirizzi del Piano Regionale dei Trasporti.
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Il PUG considera il paesaggio come indicatore della qualità dello sviluppo territoriale ed urbano, e il paesaggio di
qualità come fondamentale risorsa per lo sviluppo. Per questo il PUG/S assume il paesaggio come categoria
sintetica di lettura-interpretazione del territorio e, al contempo, come categoria di proposta/progetto per il medesimo
territorio. Ciò sulla base di una concezione del paesaggio che si fonda sull’approccio percettivo e considera il
paesaggio come linguaggio del territorio.
La concezione di paesaggio assunta è quella per la quale il paesaggio è l’insieme dei segni naturali ed antropici,
identificabili in se e nelle loro relazioni come risorse fisico-naturalistiche, storiche, sociali e simboliche, attraverso i
quali il territorio si racconta, racconta i suoi caratteri, la sua storia, il suo rapporto con gli uomini; con ciò
comunicando a chi sa e vuole leggere tali segni, il suo stato di salute, i suoi pregi ed i suoi difetti. In sintesi, il
paesaggio come linguaggio del territorio. Da questa concezione discende una teoria interpretativa secondo la quale
il rapporto delle trasformazioni del territorio con il paesaggio non è nient’altro che il rapporto tra i “segni della
trasformazione” ed i “segni del territorio”.
Il Piano, assume i seguenti obiettivi di qualità per il paesaggio da perseguire nella attuazione delle previsioni di
trasformazione considerate interventi significativi dal punto di vista paesaggistico:
- assumere il paesaggio come indicatore della qualità territoriale e urbana e assicurare la qualità del paesaggio
considerandola risorsa fondamentale per lo sviluppo;
- favorire una specifica attenzione al paesaggio, quale esito dell’intreccio tra segni naturali e segni antropici, ai
fini di ridefinire l’immagine percepibile di Corigliano e delle sue diverse parti;
- promuovere politiche di sviluppo che incentivino il legame tra agricoltura e territorio in modo da rafforzare gli
esisti percepibili che di questa simbiosi permangono nel paesaggio rurale;
- incrementare gli spazi e i percorsi di percezione e fruizione paesaggistico-ambientale del territorio e della città
in particolare cogliendo le occasioni fornite dalla formazione della rete ecologica, sia in contesti rurali che
urbani;
- promuovere la qualificazione paesaggistica delle trasformazioni insediative e infrastrutturali attraverso
l’opportuno inserimento degli interventi previsti nei Paesaggi di appartenenza.
Tali obiettivi sono da perseguirsi attraverso una specifica procedura, disciplinata dal PUG, di definizione
dell’inserimento paesaggistico degli interventi, che integra la documentazione definita in sede di quadro normativo
nazionale regionale in materia di paesaggio.
Al fine di promuovere la qualità del paesaggio del territorio di Corigliano d’Otranto come elemento di identità sociale
e ambientale e come risorsa per lo sviluppo, il PUG/S articola il territorio comunale in Paesaggi con caratteristiche
territoriali e percettive riconoscibili, assumendo il paesaggio come riferimento per le trasformazioni previste, allo
scopo della loro qualificazione paesaggistica anche in ordine alle finalità della Lr. n.14 del 10.06.2008.
Il PUG/S, al fine di evidenziare le componenti significative che li costituiscono e le relazioni reciproche che le
legano, raggruppa i Contesti Territoriali in Paesaggi, e definisce uno specifico elaborato del PUG/S, la Carta per la
qualità paesaggistica del territorio, finalizzata a svolgere un ruolo di guida per l’inserimento paesaggistico degli
interventi di trasformazione previsti dal PUG stesso.
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Per realizzare gli obiettivi di qualificazione individuati per i contesti e per le invarianti, per rispondere alle domande
della comunità di nuovi spazi per la residenza,e i servizi, nonché per dotare la città di attrezzature e spazi verdi di
qualità e di rilevante valore per la memoria e l’identità locale, il PUG/S definisce Ambiti di trasformazione, ovvero
porzioni di territorio individuate all’interno dei Contesti Urbani o Rurali, suscettibili di trasformazione per attuare
obiettivi di riqualificazione, valorizzazione e/o nuovo impianto, da realizzarsi attraverso attuazione indiretta.
In particolare, il PUG/S individua i seguenti Ambiti:
L’Ambito di nuovo impianto a carattere prevalentemente residenziale AT1 è la parte di territorio di circa 3,8 ha,
prevalentemente non edificata e non urbanizzata, appartenente al Contesto Rurale Multifunzionale CR4 La Serra
periurbana, compresa tra il prolungamento di via Mazzarello e via Pozzelle e localizzata sul margine est del centro
urbano, nella quale il PUG/S prevede la realizzazione di nuovi insediamenti prevalentemente residenziali a
completamento e/o integrazione di quelli esistenti, finalizzati anche al soddisfacimento della domanda di edilizia
sociale. Il nuovo impianto insediativo è da realizzarsi in continuità fisica, morfologica e funzionale con la città
esistente, allo scopo di costituire un nuovo margine urbano in un paesaggio caratterizzato da uno stretto rapporto
tra il territorio agricolo e la città.
L’Ambito di valorizzazione urbana e paesaggistica Parco dei Salesiani AT2 è costituito dalla parte di territorio di
circa 17 ha, prevalentemente non edificata e non urbanizzata, appartenente al Contesto Rurale Multifunzionale
CR4 La Serra periurbana, che corrisponde all’area agricola dei Salesiani adiacente al centro storico ricompresa tra
le vie Mazzarello e Galatina. L’obiettivo principale dell’Ambito è quello di dotare la città di un grande parco urbano,
di circa 7 ha, in un luogo che rappresenta una risorsa sociale e simbolica di primaria importanza per l’intera
comunità di Corigliano d’Otranto, a servizio della cittadinanza e della comunità territoriale.
La fattibilità del parco è assicurata dalla previsione della cessione del suolo necessario, in sede di convenzione
urbanistica di accompagnamento al PUE, che prevede la realizzazione, oltre che del parco, di quinte edificate al
margine di esso, costituite da edilizia prevalentemente residenziale.
Gli Ambiti di ridefinizione della disciplina pregressa AT3.1, AT3.2, AT3.3, AT3.4, sono immediatamente prossimi
alla città consolidata e in via di consolidamento e hanno le seguenti estensioni territoriali: Ambito AT3.1 9,2 ha,
Ambito AT3.2 3,9 ha, Ambito AT3.3 2,1 ha e Ambito AT3.4 1,8 ha. In base alla disciplina pregressa del Programma
di Fabbricazione, gli Ambiti interessano suoli urbanizzabili per i quali il PUG/S promuove la ridefinizione delle forme
e delle localizzazioni, con la finalità di contribuire alla qualificazione del margine urbano, attraverso l’accorpamento
delle aree da cedere come standard urbanistici e per le attrezzature e la conservazione delle Invarianti e degli spazi
aperti di pregio e/o vincolati prossimi alla città.
L’Ambito di nuovo impianto a carattere produttivo AT4 localizzato tra la SP 367 e la SS 16 e lungo quest’ultima,
all’interno del Contesto Rurale a prevalente funzione agricola CR1 della Piana olivetata, nel quale il piano prevede
di realizzare un nuovo insediamento prevalentemente produttivo a integrazione di quello esistente.
Per tale Ambito il PUG/S promuove la realizzazione di aree produttive ecologicamente attrezzate, ovvero dotate
delle infrastrutture atte a minimizzare gli impatti sull'ambiente naturale, sugli operatori e i residenti, attraverso la
garanzia della salubrità e la sicurezza dei luoghi di lavoro, conseguendo inoltre una riduzione dei costi per
l'approvvigionamento idrico ed energetico.
Gli Ambiti di completamento e riqualificazione per le attività produttive AT5.1, AT5.2 e AT5.3 sono costituiti da parti
di territorio già prevalentemente edificate e urbanizzate attraverso il ricorso alle procedure di cui all’Art. 5 del DPR
447/98, localizzate lungo la SS 16, all’interno del Contesto Rurale a prevalente funzione agricola CR1 della Piana
olivetata. Per essi il PUG/S prevede la riqualificazione degli insediamenti produttivi, attraverso un progetto unitario
e integrato che favorisca la realizzazione delle opere di urbanizzazione, ovvero infrastrutture, parcheggi, servizi,
spazi verdi, interventi di mitigazione e miglioramenti della viabilità e della sicurezza.
L’Ambito di valorizzazione dello spazio rurale Golf Appidè AT6 è individuato con la finalità di dotare Corigliano
d’Otranto di una struttura qualificante per l’attrazione di un turismo qualificato nell’intero Salento; pertanto il PUG/S
individua l’Ambito, di estensione di circa 830 ha, nel quale prevedere la realizzazione di un’attrezzatura per
l’esercizio dell’attività sportiva del golf, rinviando al PUG/P la definizione di una disciplina atta a promuoverla, a
partire dai criteri e dalle regole che il PUG/P stesso definisce per la Zona Agricola, attraverso una serie di incentivi
per orientare le trasformazioni in chiave eco-sostenibile.
L’Ambito di riorganizzazione urbana e infrastrutturale dell’ingresso alla città AT7, come porzione di suolo nella
quale il PUG/S intende perseguire l’obiettivo della dotazione di una porta significativa d’ingresso alla città in termini
paesaggistici e di funzioni accolte, attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio, la qualificazione ambientale
e paesaggistica degli spazi aperti esistenti, la realizzazione dell’attrezzamento del nodo infrastrutturale determinato
dall’attraversamento della ferrovia e dalla presenza della stazione; per tale Ambito il PUG/S dispone un
procedimento selettivo, attraverso il quale potrà essere individuata una porzione di suolo unica, di una estensione
variabile tra 1/4 e 1/3 dell’intero Ambito, che si estende per circa 30 ha, per insediare attività di tipo produttivo
terziario e turistico ricettivo ricreativo con i relativi servizi, particolarmente qualificanti e caratterizzanti la “Porta
urbana orientale”, uno dei Progetti strategici di seguito citati.
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Il PUG/S, infine, Il PUG/S definisce Progetti strategici un insieme coordinato di contenuti progettuali e azioni,
pubbliche e/o private, che mirano, attraverso un approccio integrato, alla risoluzione di problemi e alla
qualificazione di specifiche parti del territorio e dell’insediamento di Corigliano, la cui valorizzazione viene
considerata, appunto, strategica nel processo di pianificazione comunale. I Progetti strategici comportano
definizioni progettuali unitarie d’area che hanno ad oggetto contenuti contemporaneamente appartenenti a più temi
di riferimento: la rete ecologica, la rete della mobilità, l’insediamento. Per la realizzazione degli obiettivi di cui ai
Progetti strategici, il PUG/P può attivare una o più azioni tra quelle previste nei rispettivi articoli, nelle forme di
progetti di OO.PP. o di PUE, anche tematici, ancorché non previsti dal PUG/S, senza che ciò ne costituisca
variante; ciò eventualmente anche prevedendo premialità di carattere economico, in riferimento all’accesso a fonti
di finanziamento per la realizzazione degli interventi, o urbanistico, attraverso premialità volumetriche da esercitarsi
all’interno dei Comparti di trasformazione che ne prevedano l’accoglienza.
Per Corigliano il PUG/S individua tre Progetti strategici.
La Mezzaluna Verde; che ha l’obiettivo di valorizzare i beni del patrimonio paesaggistico-ambientale e storico-
culturale presenti nel Contesto Rurale Multifunzionale CR4 denominato La serra periurbana, attraverso interventi
materiali e immateriali finalizzati alla fruizione degli stessi beni, e alla promozione di attività culturali e per il tempo
libero. La Mezzaluna verde caratterizzerà paeaggisticamente il margine urbano e conterrà al suo interno una rete di
mobilità alternativa, prevalentemente ciclopedonale, che congiungerà il Serbatoio storico AQP, la Murica e le
Pozzelle, a supporto di un “itinerario tematico dell’acqua”, fino a raggiungere il bosco e la rete dei percorsi
ciclopedonali; fini della realizzazione di tali obiettivi, il PUG/S individua le seguenti azioni:
- promozione di interventi di valorizzazione ecologico-ambientale e fruitiva delle Pozzelle, di Murica, del bosco di
lecci e delle strade rurali di collegamento;
- creazione di una rete ciclo-pedonale orientata a sostenere e collegare tra loro la città, i luoghi significativi della
mezzaluna e le strutture ricreative e sportive;
- realizzazione di aree attrezzate per lo sport e il tempo libero;
- realizzazione di opere di arredo urbano lungo le strade principali e progettazione delle sezioni stradali anche
secondo obiettivi di traffic-calming;
- qualificazione dei fronti urbani lungo il margine della città;
- riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
La Mezzaluna Urbana, progetto che ha l’obiettivo di qualificare e valorizzare la cintura di attrezzature e spazi aperti
esistenti nel cuore della città, agganciata al grande parco urbano attrezzato del giardino storico dei Salesiani,
attraverso la riconversione di edifici storici e di archeologia industriale a usi pubblici e di interesse pubblico, la
riqualificazione di via Don Bosco, della piazza del Castello e di Piazza Vittoria e dei fronti urbani prospicienti; il
potenziamento del verde urbano e l’attrezzamento degli spazi aperti, anche con servizi volti a soddisfare il
fabbisogno pregresso della città storica e della città consolidata. Per il soddisfacimento di tale obiettivo, il PUG/S
individua le seguenti azioni:
- realizzazione di un sistema unitario di opere di arredo urbano lungo le strade e le piazze, riqualificazione delle
sezioni stradali e riqualificazione dei fronti prospicienti i principali spazi aperti;
- incentivazione alla riconversione dell’edificio dei Salesiani, dell’ex Manifattura Tabacchi, del pastificio Pedone per
funzioni di interesse pubblico;
- realizzazione di piccole aree verdi attrezzate per lo sport e il tempo libero e di parcheggi;
- creazione di una rete ciclo-pedonale orientata a sostenere e collegare tra loro la città, i luoghi significativi della
Mezzaluna urbana e il Parco urbano del giardino storico dei Salesiani.
La Porta Urbana Orientale, che ha l’obiettivo di riqualificare gli spazi dell’accesso alla città, da perseguire
attraverso: la razionalizzazione del sistema della mobilità e della accessibilità, condizione necessaria per la
riorganizzazione morfologica e funzionale dell’area oltre la ferrovia, il superamento in sedi separate carrabile e
pedonale della linea ferroviaria, la riorganizzazione morfologica e funzionale della stazione e la sua piazza, la
riqualificazione dei viali urbani all’incrocio con la piazza della stazione, via Ferrovia e via San Leonardo. Sono per
questo individuate le seguenti azioni:
- riorganizzazione dell’assetto viabilistico al fine di aumentarne i livelli di sicurezza e curando l’integrazione
paesaggistica delle infrastrutture;
- inserimento di fasce di mitigazione ambientale lungo i tracciati viari e ferroviari;
riqualificazione morfologica e funzionale dell’ingresso alla città, con la previsione dell’inserimento di nuove
attrezzature di rango sovralocale;
- definizione della soluzione progettuale per il superamento pedonale e ciclabile della linea ferroviaria da realizzare
congiuntamente al parcheggio di interscambio gomma-ferro-bici, alla fermata delle autolinee;
- riqualificazione, tramite un progetto unitario, dell’edificio della Stazione, della piazza prospiciente, di via Ferrovia e
di via San Leonardo, dei fronti urbani relativi; conservazione e valorizzazione del giardino storico su via Ferrovia.
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Attuazione indiretta e diretta condizionata
La disciplina del PUG 2012 è definita in riferimento a criteri di perequazione tra le proprietà degli immobili
interessati da previsioni trasformative nonché, ai fini del perseguimento della qualità della città pubblica, tra
pubblico e privato nella distribuzione tra proprietà privata e Amministrazione comunale delle valorizzazioni
conseguenti a dette previsioni trasformative. Tali criteri comportano anche il ricorso a meccanismi di premialità e
compensazione.
La perequazione nei confronti dei privati consiste nell’attribuire alla proprietà privata le medesime opportunità
edificatorie nelle medesime situazioni; ciò in particolare nei casi di attuazione indiretta o di attuazione diretta
condizionata, attraverso l’applicazione dell’Indice territoriale perequato. Il PUG/S individua l’Indice perequato
secondo principi di equità e di uniformità, tenendo conto, in particolare, della disciplina urbanistica previgente e del
perseguimento di obiettivi di interesse pubblico generale.
Nel caso dell’Attuazione indiretta la quantità edificatoria di base attribuita alla proprietà può essere percentualmente
incrementata per premialità e per compensazione, finalizzate ad incentivare l’assunzione da parte della proprietà di
impegni aggiuntivi a quelli di legge nella progettazione e realizzazione delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche;
essa si esprime attraverso il riconoscimento di incrementi di quantità edificatorie rispetto alle quantità di base e
attraverso l’introduzione di nuove destinazioni d’uso.
La compensazione consiste nell’attribuire alla proprietà privata quantità edificatorie a fronte della cessione alla
Amministrazione comunale di immobili per standard in alternativa all’esproprio, ovvero della contribuzione, con
oneri aggiuntivi (extraoneri), alla realizzazione di opere pubbliche.
Tali incrementi sono percentualmente suddivisi in due parti: una per premialità e per compensazioni attribuibili al
consorzio dei proprietari del Comparto a fronte dell’accettazione di determinate condizioni, l’altra a disposizione
dell’Amministrazione Comunale per allocazione di Edilizia Sociale.
Le premialità sono attribuite alla proprietà qualora questa si impegni a:
mettere a disposizione dell’Amministrazione Comunale superfici fondiarie e relativa edificabilità per allocare Edilizia
Sociale (ERP, Edilizia convenzionata, Edilizia agevolata, etc.), nonchè per compensazioni finalizzate ad
acquisizioni di immobili per il soddisfacimento degli standard in alternativa all’esproprio, ad operazioni di
qualificazione urbana o di eliminazione di detrattori ambientali, alla realizzazione di opere pubbliche;
realizzare, nell’ambito della Sul di base del Comparto, quote di Edilizia Sociale;
redigere ed eseguire le previsioni del Piano urbanistico esecutivo del Comparto secondo i requisiti prestazionali di
natura eco-sostenibile;
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6. IL MONITORAGGIO
6.1 Struttura e funzionalità del monitoraggio
Ai sensi dell’art. 18 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “il monitoraggio assicura il controllo sugli
impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi approvati e
la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare
tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il
monitoraggio è effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali”.
In tal senso l’attività del monitoraggio diventa lo strumento centrale dei processi di VAS di p/p,
in quanto non si riduce alla semplice raccolta ed aggiornamento di dati ed informazioni o
all’adempimento burocratico del processo stesso, ma rappresenta un elemento di supporto alle
decisioni che va strutturato e progettato già dalla fase di redazione del rapporto ambientale e
gestito durante l’attuazione del p/p per tutto il periodo di validità.
A tal fine, nel corso dell'elaborazione del piano e del relativo rapporto ambientale, il Dlgs
152/2006 e s.m.i. prescrive la necessità di definire le misure per il monitoraggio (fortemente
ancorate ai risultati delle attività di valutazione), con particolare riferimento alle responsabilità,
alla sussistenza delle risorse necessarie, alle modalità di svolgimento, alla comunicazione dei
risultati, etc.
Nel dettaglio, si dovranno stabilire gli indicatori e i relativi metodi di calcolo, gli strumenti di
supporto (ad esempio database o web-gis), i meccanismi di ri-orientamento del piano in caso di
effetti negativi imprevisti e il ruolo della partecipazione dei soggetti con competenze ambientali
e del pubblico.
Da un punto di vista metodologico, il monitoraggio VAS può essere descritto come un processo
a tre fasi che affianca e accompagna il processo di attuazione del piano, i cui risultati devono
essere inseriti all'interno di rapporti periodici:
analisi: nell’ambito di questa prima fase vengono acquisiti i dati e le informazioni necessari a
quantificare e popolare gli indicatori. Si procede in questo modo al controllo degli impatti
significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del p/p e alla verifica del raggiungimento degli
obiettivi di protezione ambientale posti, tramite la misurazione degli scostamenti rispetto ai
target prefissati;
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diagnosi: alla luce dei risultati dell’analisi, questa seconda fase consiste nell’identificazione e
nella descrizione delle cause degli eventuali scostamenti registrati rispetto alle aspettative,
ascrivibili sia a cambiamenti intervenuti sul contesto ambientale che a problemi nell'attuazione
del p/p;
terapia: individua se e quali azioni di ri-orientamento del p/p sia necessario intraprendere
(possono riguardare obiettivi, azioni, condizioni per l'attuazione, tempi di attuazione, ecc) per
renderlo coerente con gli obiettivi di sostenibilità fissati.
La fase di analisi
L’attività preliminare della fase di analisi consiste nell’acquisizione continua di informazioni e
dati aggiornati, sia da fonti esterne (banche dati e sistemi informativi territoriali di Regioni,
Province, Agenzie ambientali, dati socioeconomici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente,
ecc), sia tramite campagne di rilievo appositamente organizzate. Su tale base, si procede
periodicamente, con modalità trasparenti e ripercorribili, al calcolo e alla rappresentazione degli
indicatori. Essi hanno lo scopo di descrivere un insieme di variabili che caratterizzano, da un
lato il contesto e lo scenario di riferimento, dall’altro lo specifico p/p, in termini di azioni e di
effetti diretti e indiretti, cumulati e sinergici.
L’aspetto centrale di questa fase è costituito dall’elaborazione degli indicatori per il
monitoraggio del p/p e dal confronto con gli andamenti previsti per lo scenario di riferimento e/o
per gli obiettivi del p/p.
La fase di diagnosi
La fase di diagnosi richiede che vengano prese in considerazione le possibili cause
dell’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi di p/p, quali ad esempio:
× perdita di validità delle previsioni riguardanti l’andamento delle variabili da cui dipende lo
scenario di riferimento. Le modifiche degli andamenti previsti possono essere influenzate
da intervenute modifiche del contesto o dall’avvio di politiche e programmazioni specifiche;
× conflitti tra i soggetti coinvolti nel processo o comportamenti non previsti;
× modalità di attuazione e gestione degli interventi di p/p differenti rispetto a quelle
preventivate;
× effetti imprevisti derivanti dall’attuazione degli interventi, oppure effetti previsti ma con
andamento diverso da quello effettivamente verificatosi.
Per eseguire la diagnosi, è necessario tentare di ricostruire il legame tra le cause e gli effetti
delle azioni del p/p. Si noti che per analizzare tale legame occorre tenere conto anche delle
dinamiche temporali, considerando le serie storiche degli indicatori, in quanto spesso il tempo
di risposta necessario perché si manifesti un effetto può coprire diversi anni e andare molto
oltre l’arco temporale del p/p. Per comprendere ad esempio gli impatti sulla salute prodotti
dall’inquinamento atmosferico in un certo periodo, è necessario disporre di serie storiche che
descrivano l’andamento delle concentrazioni degli inquinanti e consentano di interpretare gli
eventuali cambiamenti intervenuti nel periodo considerato.
Al fine di chiarire le relazioni causa-effetto può rivelarsi utile, inoltre, analizzare i dati disponibili
al massimo livello di disaggregazione possibile. Infatti l’aggregazione dei dati tramite operatori
matematici (medie, massimi, ecc.) e l’utilizzo di indici sintetici tendono talvolta ad occultare i
fenomeni o a renderne incomprensibile il significato. L’indicatore va dunque sempre
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documentato in modo da capire che tipo di fenomeno rappresenti realmente.
La fase di terapia
Qualora la fase di diagnosi metta in luce l’esistenza di scostamenti significativi tra previsioni di
p/p e realtà, identificando le cause dell’inefficacia nel perseguire gli obiettivi o la non
sostenibilità degli effetti, si rende necessaria un’attività di ri-orientamento.
La terapia è volta in questo senso a segnalare, sulla base dei risultati della diagnosi, su quali
aspetti del p/p è opportuno intervenire e come. Ad esempio, qualora si sia registrato un ritardo
nell’attuazione delle decisioni del p/p, sarà necessario procedere alla ridefinizione delle
modalità attuative previste. In caso ciò non fosse possibile, si prenderà atto dell’inattuabilità
delle azioni in questione. Se invece ci fossero problemi di scostamento dallo scenario di
riferimento prefigurato, sarà opportuno riformulare alternative di p/p alla luce delle modifiche
dello scenario.
Il sistema di monitoraggio, alla luce di quanto esposto,sarà strutturato in due macroambiti :
1. Il monitoraggio del contesto che studia le dinamiche complessive di variazione del
contesto di riferimento del piano. Esso deve essere effettuato mediante indicatori di
contesto strettamente collegati agli obiettivi di sostenibilità fissati dalle strategie di
sviluppo sostenibile. Il popolamento degli indicatori di contesto è affidato a soggetti
esterni al singolo piano ( Sistema agenziale, ISTAT, Enea, ecc) che ne curano la
verifica e l’aggiornamento continuo. Essi vengono assunti all’interno del piano come
elementi di riferimento da cui partire per operare le proprie scelte e a cui tornare,
mostrando in fase di monitoraggio del piano come si è contribuito al raggiungimento
degli obiettivi di sostenibilità prefissati e che variazioni ad esso attribuibili si siano
prodotte sul contesto.
2. Il monitoraggio del piano che riguarda strettamente i contenuti e le scelte del piano. La
definizione degli elementi che lo costituiscono deve relazionarsi direttamente con gli
elementi del contesto, evidenziandone i collegamenti. Tramite indicatori che misurano il
contributo del piano alla variazione del contesto si verifica in che modo l’attuazione del
piano stia contribuendo alla modifica degli elementi di contesto, sia in senso positivo
che in senso negativo.
6.2 Il monitoraggio del Contesto
Per la definizione del monitoraggio del contesto è necessario definire le informazioni
necessarie alla sua descrizione e gli obiettivi con cui lo sviluppo deve armonizzarsi.
Gli indicatori di contesto presi in considerazione sono stati opportunamente selezionati dal
Catalogo degli indicatori ambientali per il monitoraggio del contesto ambientale 2009, rapporto
conclusivo della Convenzione 2008-2009 tra ISPRA e Agenzie Ambientali in relazione
all’attuazione del monitoraggio VAS.
6.3 Il monitoraggio del Piano
Per comprendere quale sia l'effettivo contributo del PUG alle variazioni del contesto ambientale
è necessario verificare quali tra i suoi obiettivi possano avere ricadute sugli obiettivi di
sostenibilità fissati (obiettivi di piano correlati). Se il piano non ha diretta finalità ambientale
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(piani ambientali di settore), i suoi obiettivi saranno generalmente riconducibili a determinanti,
come le attività economiche (agricoltura, trasporti, industria).
Un primo livello di indicatori proposto per il monitoraggio del piano è rappresentato dagli
indicatori di processo: loro ruolo è la descrizione dello stato di attuazione delle azioni
attivate dal piano, nonché delle mitigazioni e delle compensazioni.
In questa logica, ciascun obiettivo o azione deve essere legato da un lato, all’obiettivo di
sostenibilità di riferimento; dall’altro, al determinante (o ai determinanti). Questa
sistematizzazione aiuta nell’identificazione degli indicatori di processo più idonei a descrivere
l’attuazione del piano.
Gli indicatori di processo sono facili da calcolare e hanno un tempo di risposta molto rapido: per
queste ragioni possono essere utilizzati sin dall'inizio della fase attuativa; viceversa, non sono
specificatamente definiti per descrivere gli effetti ambientali delle azioni attivate.
A questo scopo, è necessario introdurre un secondo livello di indicatori, in grado di “tradurre” la
verifica dell’attuazione del p/p nella interpretazione del suo contributo alla variazione del
contesto ambientale.
Il ruolo degli indicatori che misurano il contributo del piano alla variazione del contesto è
quello di registrare e valutare l'entità degli impatti indotti dagli obiettivi di piano correlati
sugli obiettivi di sostenibilità generale, svolgendo il ruolo di “ponte” fra gli indicatori di
processo e gli indicatori di contesto.
6.3.1. Le modalità di correlazione fra gli indicatori
Parallelamente alla definizione degli indicatori, è necessario definire le modalità di correlazione
fra tipologie diverse di indicatori. Quest’attività rappresenta la chiave per poter interpretare gli
esiti del monitoraggio e attribuire significato agli indicatori rispetto ai relativi obiettivi di
sostenibilità.
Tre sono i livelli di correlazione fra gli indicatori da strutturare per rendere efficace il sistema di
monitoraggio (tabelle 01, 02, 03, 04 e 05), sia in “orizzontale” (monitoraggio del piano), che in
“verticale” (monitoraggio del piano e del contesto):
1. la relazione “orizzontale” fra gli indicatori di processo e gli indicatori che misurano il
contributo del p/p alla variazione del contesto, che correla la verifica dell’efficacia
dell’attuazione del p/p con la valutazione della incisività dei suoi effetti sul contesto di
riferimento. A titolo puramente esemplificativo, se un piano urbanistico finanzia la
costruzione di ambiti residenziali, considerando un obiettivo di riduzione delle
emissioni, l’indicatore di processo stimerà i metri cubi realizzati, mentre l’indicatore che
misura il contributo del p/p alla variazione del contesto valuterà le prestazioni
energetiche della cubatura realizzata, in termini di aumento dei consumi energetici,. In
questo modo si relaziona la verifica dell’attuazione dello strumento con l’obiettivo di
sostenibilità e i suoi potenziali effetti sul contesto.
2. la relazione “verticale” fra gli indicatori che misurano il contributo del p/p alla variazione
del contesto e l’indicatore di contesto correlato, che mette in luce quanta parte della
variazione del contesto sia prevedibilmente attribuibile al p/p. Ad esempio, continuando
il ragionamento del caso precedente, se l’indicatore che descrive il contributo del piano
alla variazione del contesto si esprime come incremento dei consumi energetici,
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l’indicatore di contesto correlato stimerà l’impatto che tale incremento avrà in termini di
emissioni. Si tratta in questo caso di stabilire una relazione quantitativa, tramite
coefficiente di conversione, tra le Tep prodotte dall’attuazione del piano e le emissioni
di gas serra. Ciascuna delle azioni del piano che abbiano effetto sull’obiettivo di
riduzione delle emissioni contribuiranno al popolamento di questo indicatore di
contesto correlato, che registrerà i loro effetti singoolarmente e in maniera complessiva.
3. la relazione “verticale” fra gli indicatori di contesto correlato e l’indicatore di contesto
generale (che misura l’obiettivo di sostenibilità generale), che consente una lettura
degli effetti cumulati del p/p e quindi del contributo complessivo del p/p all’obiettivo di
sostenibilità generale. Consente inoltre di correlare il singolo p/p alle strategie per lo
sviluppo sostenibile e al monitoraggio complessivo del contesto ambientale.
In via generale, la relazione tra gli indicatori può essere strutturata ed esplicitata sulla base di
modelli qualitativi o quantitativi.
6.4 Lo schema operativo
L'organizzazione del sistema di monitoraggio è rappresentata nelle tabelle che seguono e sono
costituite da sei colonne. Gli elementi laterali della tabella (colonne 1 e 6) contengono gli
elementi che costituiscono lo sfondo entro cui il PUG deve essere posizionato, ovvero:
1. gli obiettivi di sostenibilità ambientale (generali o specifici) -riportati nella prima
colonna-, derivanti dalle strategie di sostenibilità e precisati all’interno del processo di
VAS;
2. gli indicatori di contesto –riportati nella sesta colonna–, collegati agli obiettivi di
sostenibilità, per i quali si può fare riferimento direttamente al Catalogo indicatori del
rapporto sullo stato dell’ambiente.
A partire da questi due elementi, si inseriscono le informazioni relative al PUG, in particolare:
3. gli obiettivi del piano correlati agli obiettivi di sostenibilità ambientale, ovvero gli
obiettivi di piano che possono avere effetti ambientali positivi o negativi sugli obiettivi di
sostenibilità – riportati nella seconda colonna;
4. le azioni di piano, raggruppate per determinanti (macro-categorie di attività
economiche, quali le attività produttive, i trasporti, il turismo, ecc…), suddivise in azioni
“verso l’obiettivo” (che concorrono al raggiungimento dell’obiettivo di sostenibilità
ambientale) e in azioni “contro l’obiettivo” (che determinano effetti negativi sull’obiettivo
di sostenibilità ambientale) nella terza colonna. La colonna contiene determinanti,
azioni di piano ed eventuali mitigazioni previste dalla VAS sulle azioni di piano che
hanno effetto sull’obiettivo in esame.
5. gli indicatori di processo che misurano direttamente il grado di attuazione delle azioni
nella quarta colonna;
6. gli indicatori che misurano il contributo del piano alla variazione dell'indicatore di
contesto nella quinta colonna (contributo del piano agli indicatori di contesto). Il
contributo si esprime sia rispetto all’obiettivo di sostenibilità ambientale che agli obiettivi
di sostenibilità specifici. Si tratta di indicatori che “traducono” gli effetti dell’attuazione
del piano sul contesto ambientale, relazionandoli agli indicatori di contesto (sesta
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colonna). Fra gli indicatori di contesto “correlati” e l’indicatore “generale” esiste una
relazione che può essere in alcuni casi di una semplice aggregazione o di una
relazione definita in termini di operazioni matematiche (somma, moltiplicazione, ecc.).
In altri casi, l’indicatore “correlato” potrà fornire informazioni indirette per il
monitoraggio dell’indicatore generale.
La Tabella prevede una doppia lettura, ovvero una lettura “orizzontale” per riga, e una lettura
verticale per colonna.
La lettura per riga consente di identificare e descrivere gli effetti ambientali delle singole azioni
o degli obiettivi del piano, siano essi positivi o negativi, sugli obiettivi di sostenibilità specifici.
La lettura per colonna, che mette in relazione gli indicatori di contributo del piano alla variazione
del contesto con gli indicatori di contesto ambientale, dà conto (attraverso la loro aggregazione
o correlazione) degli effetti cumulati generati dall’attuazione del piano. Questo tipo di lettura
consente dunque sia di ragionare in termini di effetto complessivo delle azioni di piano rispetto
all’obiettivo generale considerato (contributo del piano all’indicatore di contesto generale), sia di
monitorare il cambiamento del contesto nel lungo periodo in termini generali, ovvero non
riferibili unicamente al piano considerato (indicatore di contesto generale).
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Tabella 01 - ARIA
OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici)
OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
Obiettivo di sostenibilità generale Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (atmosfera) C - Raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportano impatti negativi significativi per la salute umana e gli ecosistemi (limiti alle concentrazioni e alle emissioni ) – PAA, COM(2005)446, DM 60/2002
Promozione di forme di incentivazione per l’utilizzo della linea ferroviaria per gli spostamenti sovralocali e per la creazione di forme integrate di mobilità sostenibile (treno + bici). Riorganizzazione della mobilità urbana e realizzazione di una rete di “mobilità dolce”, pedonale e ciclabile, integrata al sistema dei servizi e delle attrezzature, complementare alla viabilità carrabile urbana ed extraurbana.
Determinante 1
Riduzione di emissioni inquinanti Riduzione di emissioni di CO2
Emissioni di sostanze inquinanti: CO
PM2.5 NO2
O3
CO2
Progetto della rete della mobilità
- Lunghezza rete ciclopedonale realizzata - Valutazione flussi ferroviari
Promozione di trasformazioni urbane attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione e incentivazione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili.
Determinante 2
Riduzione di emissioni di CO2 Riduzione di emissioni inquinanti
Trasformazioni urbane sostenibili (interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbana, nuova edificazione)
- Superfici in mq di pannelli fotovoltaici e solari installati - Numero immobili riqualificati e nuove costruzioni che raggiungono almeno il livello 3 fissato dal Protocollo regionale ITACA.
Determinante 3
Riduzione di emissioni di CO2 Riduzione di emissioni inquinanti
Trasformazioni urbane sostenibili (interventi sui tessuti produttivi esistenti e realizzazione degli ambiti di trasformazione a carattere produttivo)
- Superfici in mq di pannelli fotovoltaici e solari installati - Numero immobili riqualificati e nuove costruzioni che raggiungono almeno il livello 3 fissato dal Protocollo regionale ITACA.
Regolamentazione della diffusione insediativa all’interno del territorio rurale, attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili. Incentivazione al recupero e al riuso del patrimonio edilizio rurale degli elementi storici di attrezzamento del territorio, dei manufatti della storia agraria per fini produttivi legati alla ricettività, al turismo culturale, all’agriturismo.
Determinante 4
Riduzione di emissioni di CO2 Riduzione di emissioni inquinanti Recupero degli edifici esistenti in zona
agricola
- Numero degli interventi su edifici che raggiungono almeno il livello 3 fissato dal Protocollo regionale ITACA.
Comune di Corigliano d’Otranto – PUG 2012 Il Rapporto Ambientale – luglio 2013 Pagina - 120 -
Tabella 02- ACQUA
OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI
DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
Obiettivo di sostenibilità generale Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (acqua) C - Proteggere, migliorare e ripristinare tutti i corpi idrici sotterranei e prevenire o limitare le immissioni di inquinanti negli stessi - Ridurre in modo significativo l’inquinamento – Dlgs 152/2006 C- Perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili (risparmio idrico, eliminazione degli sprechi, riduzione dei consumi , incremento di riciclo e riutilizzo) – Dlgs 152/2006
Regolamentazione dello smaltimento delle acque piovane di tutte le attività (residenze, attività produttive e agricole, infrastrutture e impianti) ricadenti sull'impronta della falda destinata al consumo umano
Determinante 1
Immissione di acque non inquinate nelle falde sotterranee Riduzione dei consumi di acqua potabile
Stato qualitativo e quantitativo della falda sotterranea
Pozzo LE_PS17LE Pozzo LE_P1 COR
Dati progetto Tiziano disponibili: Analisi chimiche, microbiologiche
e qualitative
Trasformazioni urbane sostenibili: interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbani, nuova edificazione (zona agricola, centro urbano e aree produttive)
- Numero immobili riqualificati e nuove costruzioni che hanno adempiuto agli obblighi del Dlgs 152/2006.
- Quantità di fogna bianca realizzata
Regolamentazione della diffusione insediativa all’interno del territorio rurale, attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili. Incentivazione al recupero e al riuso del patrimonio edilizio rurale degli elementi storici di attrezzamento del territorio, dei manufatti della storia agraria per fini produttivi legati alla ricettività, al turismo culturale, all’agriturismo.
Promozione di trasformazioni urbane attraverso misure di indirizzo della nuova edificazione e la prescrizione e incentivazione di tecnologie e forme sostenibili e ecocompatibili.
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Tabella 03- SUOLO
OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI
DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
Obiettivo di sostenibilità generale Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (SUOLO) C - Invertire la perdita di superficie forestale tramite la gestione Sostenibile delle Foreste (Sustainable Forest Management - SFM), la protezione, il restauro, l'afforestazione e la riforestazione ed aumentare l'impegno per prevenire la degradazione delle foreste D- Assicurare la tutela e il risanamento del suolo e sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione – Dlgs 152/2006
Tutela e messa in sicurezza degli elementi che concorrono a salvaguardare i percorsi delle acque e i recapiti, recepimento dei piani sovraordinati relativamente al rischio idaulico geomorfologico e alla tutela delle acque. Tutela dei versanti, in sede di redazione dei piani particolareggiati per l'apertura di nuove cave Incentivazione di pratiche agricole e di attività di manutenzione del territorio Salvaguardia dei segni e degli assetti consolidati della trama agricola Incentivazione alla reintroduzione di colture e di cultivar di valore tradizionale oramai scomparse o in forte declino nel territorio Disincentivazione alla localizzazione nel territorio rurale di attività produttive non legate all’agricoltura e alle attività connesse Incentivi alla qualificazione delle funzioni agricole nei contesti periurbani, finalizzate alla qualificazione del margine del territorio urbano Realizzazione di percorsi ciclopedonali lungo i tracciati rurali nella campagna e sul sedime delle condotte AqP, consentendo la fruizione del patrimonio rurale
Determinante 1
Uso del suolo: - classi di uso del
suolo (agricole, naturali, artificiali: quantità e variazione)
- Percentuali di aree a
rischio idraulico e geomorfologico (quantità e variazione)
Risanamento di suolo e sottosuolo Aumento delle superfici agricole e naturali
Uso del suolo: superfici aree agricole e naturali (quantità e
variazione)
Percentuali di aree a rischio idraulico e geomorfologico
(quantità e variazione)
Recepimento dei piani sovraordinati relativamente al rischio idaulico, geomorfologico, alla tutela delle acque e alle attività estrattive.
Determinante 2
Progetto della rete della mobilità in ambito urbano ed extra urbano
Determinante 3
Nuova disciplina della zona agricola per la nuova edificazione e per gli edifici esistenti.
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A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (SUOLO) C - Invertire la perdita di superficie forestale tramite la gestione Sostenibile delle Foreste (Sustainable Forest Management - SFM), la protezione, il restauro, l'afforestazione e la riforestazione ed aumentare l'impegno per prevenire la degradazione delle foreste D- Assicurare la tutela e il risanamento del suolo e sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione – Dlgs 152/2006
Regolamentazione della diffusione
insediativa all’interno del territorio
rurale, attraverso misure di
indirizzo della nuova edificazione e la
prescrizione di tecnologie e forme
sostenibili e ecocompatibili.
Incentivazione al recupero e al riuso
del patrimonio edilizio rurale degli
elementi storici di
attrezzamento del territorio, dei
manufatti della storia agraria per fini
produttivi legati alla ricettività, al
turismo culturale, all’agriturismo.
Determinante 4
Risanamento dei suoli artificiali esistenti
Consumo di suolo (quantità e variazione)
Rapporto edifici extraurbani/superficie territoriale
totale (1)
%superfici urbanizzate su superfici totali (1)
(1) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio.
Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei
piani e programmi (2010)
Interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbana, nuova edificazione (zona agricola, centro urbano e aree produttive)
Consumo di suolo in ambito urbano ed extraurbano Numero di edifici dismessi esistenti recuperati e rifunzionalizzati.
Valorizzazione delle masserie, da
intendere come presidi di
conservazione e valorizzazione delle
qualità ambientali e paesaggistiche
dei contesti delle serre e della valle
sud ovest, orientate verso
usi ecocompatibili e sostenibili
(agriturismo, turismo culturale ecc).
Determinante 5
Razionalizzazione del consumo di suolo e realizzazione di spazi naturali negli ambiti di trasformazione (introduzione di indici relativi alla permeabilità dei suoli e alla piantumazione di essenze arboree nella disciplina dei comparti)
Azioni contro l’obiettivo
Attuazione degli ambiti di trasformazione urbana, nuova edificazione (zona agricola, centro urbano e aree produttive)
Consumo di suolo in ambito urbano ed extraurbano Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione
urbana diffusa attraverso la
promozione di interventi di recupero,
riuso e valorizzazione del patrimonio
edilizio storico e riqualificazione dei
suoi spazi pubblici ,la riqualificazione
dello spazio costruito, la definizione
di spazi e attrezzature pubbliche e
l’individuazione di aree per l’edilizia
residenziale pubblica integrate nel
tessuto urbano, la messa in rete di
servizi e attrezzature attraverso la
creazione di reti per la mobilità
sostenibile, la conservazione e dei
caratteri tipomorfologici dell’edilizia di
tradizione e del verde privato
interno alle corti (isolato salentino)
Determinante 6 Risanamento dei suoli artificiali esistenti
Rinaturalizzazione di cave estinte
% superfici rinaturalizzate
Completamento e riqualificazione dei
tracciati del margine urbano, da
intendersi come viali urbani di
affaccio sul territorio rurale, con la
finalità di definizione morfologica, di
qualificazione del margine e del
rapporto città campagna e di
assicurare la percezione del
paesaggio dalla città.
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Tabella 04- NATURA E BIODIVERSITA’
OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI
DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
A - Conservazione e gestione delle risorse naturali B- Migliorare la gestione ed evitare il sovra sfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (biodiversità) C - Arrestare la perdita di biodiversità e contribuire a ridurre il tasso di perdita di biodiversità - SSS
Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
Realizzazione di corridoi ecologici
principali lungo i versanti della serra,
per la connessione delle aree naturali
ora insularizzate, e per la
conservazione e valorizzazione delle
invarianti strutturali costituite dai
versanti acclivi e dagli ambiti di
pregio
Realizzazione di corridoi
d’interconnessione attraverso il
potenziamento dei lembi residuali di
vegetazione spontanea sparsi nella
trama agricola e presenti in
particolare lungo le strade rurali e i
muretti a secco
Realizzazione di una rete ecologica
urbana in modo tale da creare una
continuità con il territorio aperto e
avente l’obiettivo di mettere in
relazione il verde pubblico, le
essenze monumentali pubbliche e
private, i giardini storici e i giardini
interni alle corti, l’attraversamento
urbano del corridoio ecologico lungo
via s. Leonardo.
Conservazione e valorizzazione delle
aree naturali e seminaturali esistenti
nel territorio anche attraverso la
promozione di progetti di
rinaturalizzazione e qualificazione dei
margini delle
Promozione della fruizione delle aree
naturali attraverso la realizzazione di
una rete di mobilità dolce,
ciclopedonale, da realizzarsi
utilizzando i tracciati rurali esistenti e
il sedime delle condotte
AQP.stesse
Riqualificazione ambientale e
paesaggistica dei margini delle linee
ferroviarie Sud Est e della Sp.
367 attraverso barriere di mitigazione
degli impatti visivi e sonori
Determinante 1 Arrestare la perdita di biodiversità in ambito urbano e rurale
%superfici aree naturali su superfici totali
Realizzazione del progetto di rete ecologica
Superfici naturali (quantità e variazione)
Determinante 2
Arrestare la perdita di biodiversità in ambito urbano e rurale Realizzazione di nuovi spazi naturali in ambito urbano e nelle aree produttive
Trasformazioni urbane sostenibili: interventi sui tessuti edilizi esistenti, attuazione degli ambiti di trasformazione urbana (zona agricola, centro urbano e aree produttive)
Numero edifici dismessi recuperati e rifunzionalizzati Superfici naturali (quantità e variazione)
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Tabella 05 - PATRIMONIO E PAESAGGIO
OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI
DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
A- Protezione e conservazione delm patrimonio culturale – SNAA Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi – CEP
Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
Patrimonio culturale
Incentivazione di azioni di
conoscenza dei beni culturali e
identitari nel territorio rurale, della
risorsa acqua nei suoi aspetti storici,
simbolici, etici, produttivi, della storia
produttiva locale.
Promozione di incentivi e premialità
finalizzati al recupero del patrimonio edilizio nel territorio
rurale, attraverso rifunzionalizzazioni
a fini compatibili con le attività
agricole,
turistico-ricettive e culturali
Contenimento della diffusione
insediativa dovuta ad attività
produttive estranee ai contesti rurali
Determinanti Protezione e conservazione del patrimonio culturale
Quantità di beni appartenenti al patrimonio storico-culturale recuperati, sul totale di quelli esistenti
Individuazione, tutela e valorizzazione delle Invarianti del sistema del patrimonio storico-culturale: - Elementi storici di attrezzamento del territorio - Beni architettonici diffusi - Aree di interesse archeologico - Città storica - Manufatti di rilevante valore per la memoria e l’identità della città
Quantità di beni appartenenti al patrimonio storico-culturale recuperati, sul totale di quelli esistenti.
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OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI
DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
A- Protezione e conservazione delm patrimonio culturale – SNAA Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi – CEP
Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
Paesaggio rurale
Valorizzazione paesaggistica dei
versanti delle serre, anche attraverso
progetti di rinaturalizzazione.
Promozione di forme di tutela e di
incentivazione alla conservazione
delle colture estensive
rappresentate dagli uliveti di antico
impianto.
Realizzazione di circuiti e itinerari
tematici e territoriali finalizzati alla
qualificazione, fruizione e
messa in rete delle risorse
paesaggistiche e dei beni culturali
rurali e urbani, anche in
collaborazione
con i comuni contermini.
Realizzazione di percorsi attrezzati
ciclabili, pedonali, equestri, finalizzati
alla fruizione dei beni
paesaggistici e culturali e a rendere
accessibili gli itinerari tematici e
territoriali.
Riqualificazione e reintegrazione
ambientale e paesaggistica degli
insediamenti ad elevato impatto
ambientale e paesaggistico.
Salvaguardia dei segni e degli assetti
consolidati della trama agricola.
Incentivazione alla reintroduzione di
colture e di cultivar di valore
tradizionale oramai scomparse o in
forte declino nel territorio
Disincentivazione alla localizzazione
nel territorio rurale di attività
produttive non legate all’agricoltura e
alle attività connesse.
Regolamentazione della diffusione
insediativa all’interno del territorio
rurale, attraverso misure di
indirizzo della nuova edificazione e la
prescrizione di tecnologie e forme
sostenibili e ecocompatibili.
Incentivazione al recupero e al riuso
del patrimonio edilizio rurale degli
elementi storici di
attrezzamento del territorio, dei
manufatti della storia agraria per fini
produttivi legati alla ricettività, al
turismo culturale, all’agriturismo.
Valorizzazione delle masserie, da
intendere come presidi di
conservazione e valorizzazione delle
qualità ambientali e paesaggistiche
dei contesti delle serre e della valle
sud ovest, orientate verso usi ecocompatibili e sostenibili (agriturismo, turismo culturale ecc).
Determinanti Tutela e valorizzazione del paesaggio urbano e rurale di pregio e riqualificazione dei paesaggi degradati
1. Diversità mosaico agro paesistico (1) 2. Frammentazione del paesaggio (1) 3. Proliferazione edifici in aree extraurbane (2) 4. “Consumo di suolo” a opera di nuove urbanizzazioni (2) 5. Dinamiche negli usi del suolo agroforestale (1) 6. Esperienza del paesaggio rurale (1) 7. Artificializzazione del paesaggio rurale (1)
(1) Già individuati per la tematica Suolo (2) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010).
Definizione di obiettivi e prestazioni per i contesti rurali Nuova disciplina per la zona agricola Progetto di rete ecologica Progetto della rete della mobilità Individuazione degli obiettivi di qualità per il paesaggio e norme sull’inserimento paesaggistico degli interventi
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OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' (generali e specifici) OBIETTIVI DI PIANO CORRELATI
DETERMINANTI, AZIONI DI PIANO ED EVENTUALI MITIGAZIONI PREVISTE
INDICATORI DI PROCESSO (per azione o gruppi di azioni ove necessari)
CONTRIBUTO DEL PIANO agli indicatori di contesto INDICATORI DI CONTESTO
A- Protezione e conservazione delm patrimonio culturale – SNAA Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi – CEP
Contributo del piano all’indicatore di contesto generale
Indicatore di contesto generale
Paesaggio urbano
Riqualificazione ecologica e
paesaggistica delle aree produttive
esistenti (pianificate e non) e
incremento dell’offerta di aree
ecologicamente attrezzate per attività
produttive, in contiguità con quelle esistenti.
Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione
urbana diffusa attraverso la
promozione di interventi di recupero,
riuso e valorizzazione del patrimonio
edilizio storico e riqualificazione dei
suoi spazi pubblici Promozione di interventi integrati di completamento e di riqualificazione urbana diffusa attraverso la riqualificazione dello spazio costruito, la definizione di spazi e attrezzature pubbliche e l’individuazione di aree per l’edilizia residenziale pubblica integrate nel tessuto urbano Promozione di interventi integrati di
completamento e di riqualificazione
urbana diffusa attraverso la
conservazione e dei caratteri
tipomorfologici dell’edilizia di
tradizione e del verde privato interno alle corti (isolato salentino)
Qualificazione urbanistica e
architettonica degli ingressi ovest alla
città dalle strade di collegamento
intercomunale e riconfigurazione
dell’assetto dell’accesso orientale
alla città, comprensiva della
riqualificazione urbanistica e
architettonica della piazza della
stazione, come nuova porta urbana.
Determinanti Tutela e valorizzazione del paesaggio urbano e rurale di pregio e riqualificazione dei paesaggi degradati
1. Diversità mosaico agro paesistico (1) 2. Frammentazione del paesaggio (1) 3. Proliferazione edifici in aree extraurbane (2) 4. “Consumo di suolo” a opera di nuove urbanizzazioni (2) 5. Dinamiche negli usi del suolo agroforestale (1) 6. Esperienza del paesaggio rurale (1) 7. Artificializzazione del paesaggio rurale (1)
(2) Già individuati per la tematica Suolo (2) Valutazione Ambientale Strategica del PPTR. Gli indicatori per il paesaggio. Indicazioni per la redazione delle Valutazioni Ambientali Strategiche dei piani e programmi (2010).
Definizione di obiettivi e prestazioni per i contesti urbani Nuova disciplina per trasformazioni urbane e delle aree produttive esistenti Attuazione degli ambiti di trasformazione Progetto di rete ecologica Progetto della rete della mobilità Individuazione degli obiettivi di qualità per il paesaggio e norme sull’inserimento paesaggistico degli interventi