Upload
others
View
16
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
GEMME SPIRITUALI |
DEL 5-11 AGOSTO
“SCAVIAMO PER TROVARE 2 TIMOTEO1-4”
2Tm 2:3, 4 — Come possiamo ridurre al minimo il nostro coinvolgimento negli “affari commerciali della vita”? (w17.07 10 par. 13)
13. (a) Quale consiglio diede Paolo a Timoteo? (b) Come possiamo seguire il consiglio di Paolo?
13 Timoteo era un uomo di fede. Dopo averlo definito “eccellente soldato di Cristo Gesù”, Paolo gli
disse: “Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari commerciali della vita,
affinché guadagni l‟approvazione di chi lo ha arruolato come soldato” (2 Tim. 2:3, 4). Oggi i
seguaci di Gesù, tra cui oltre un milione di ministri a tempo pieno, mettono in pratica questo
consiglio di Paolo a seconda delle loro circostanze. Resistono all‟influenza del mondo e della
pubblicità, ricordando che “chi prende a prestito è servitore dell‟uomo che fa il prestito” (Prov.
22:7). Satana sarebbe felice di vederci impiegare tutto il nostro tempo e le nostre energie per il
sistema commerciale di questo mondo. Non dimentichiamo che alcune nostre decisioni potrebbero
tenerci in una sorta di schiavitù economica per anni. Grossi debiti per comprare una casa,
proseguire gli studi, pagare un‟auto costosa o addirittura un matrimonio da favola possono diventare
pesi molto gravosi. Semplificando la nostra vita e riducendo debiti e spese, invece, dimostriamo di
agire con “saggezza”. Così facendo saremo schiavi di Dio, non del sistema commerciale (1 Tim.
6:10).
2Tm 2:23 — Qual è un modo in cui possiamo evitare “i dibattiti sciocchi e da ignoranti”? (w14 15/7 14 par. 10)
10. Cosa dovremmo fare se venissimo in contatto con l‟apostasia?
10 Oggi non capita spesso che i servitori di Geova debbano confrontarsi con l‟apostasia all‟interno
della congregazione. In ogni caso, se dovessimo sentire qualche insegnamento contrario alle
Scritture dovremmo respingerlo con decisione, indipendentemente dalla fonte. Non è prudente
mettersi a discutere con gli apostati, che sia di persona, rispondendo a ciò che scrivono sui loro
blog, o con qualunque altro mezzo di comunicazione. Anche se lo si facesse nell‟intento di aiutare
l‟individuo, queste discussioni sarebbero contrarie alla direttiva scritturale che abbiamo appena
esaminato. In quanto servitori di Geova dobbiamo piuttosto evitare completamente l‟apostasia,
respingerla del tutto.
Evitiamo di metterci a discutere con gli apostati (Vedi il paragrafo 10)
COSA AVETE IMPARATO SU GEOVA DAI CAPITOLI IN PROGRAMMA QUESTA SETTIMANA?
w08 15/9 p. 29-p. 31 par. 11
Punti notevoli delle lettere a Timoteo
(2 Tim. 1:1–4:22)
Per preparare Timoteo in vista dei tempi difficili avvenire, Paolo scrive: “Dio non ci diede uno
spirito di codardia, ma di potenza e di amore e di sanità di mente”. A Timoteo viene raccomandato:
“Lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere, ma di essere gentile verso tutti, qualificato
per insegnare”. — 2 Tim. 1:7; 2:24.
Paolo esorta Timoteo: “Rimani nelle cose che hai imparato e sei stato persuaso a credere”. Gli
insegnamenti apostati stanno prendendo piede, perciò l‟apostolo consiglia al giovane sorvegliante:
“Predica la parola, datti ad essa con urgenza . . . , riprendi, rimprovera, esorta”. — 2 Tim. 3:14; 4:2.
Risposta a domande bibliche:
1:13: Cos‟è “il modello di sane parole”? Le “sane parole” sono “quelle del nostro Signore Gesù
Cristo”, i veri insegnamenti cristiani. (1 Tim. 6:3) Ciò che Gesù insegnò e fece era in armonia con
la Parola di Dio, perciò l‟espressione “sane parole” può per estensione riferirsi a tutti gli
insegnamenti biblici. Tali insegnamenti ci aiutano a capire quello che Geova richiede da noi.
„Continuiamo a tenere questo modello‟ mettendo in pratica ciò che abbiamo imparato dalla Bibbia.
4:13: Cos‟erano “le pergamene”? Il termine “pergamene” si riferisce a pelli appositamente trattate
per essere usate come materiale scrittorio. È possibile che Paolo chiedesse alcune parti delle
Scritture Ebraiche così da studiarle mentre era detenuto a Roma. Forse alcuni rotoli erano di papiro
e altri di pergamena.
Lezioni per noi:
1:5; 3:15. Il motivo fondamentale per cui Timoteo aveva fede in Cristo Gesù, una fede che influiva
su tutto ciò che Timoteo faceva, era l‟istruzione scritturale che aveva ricevuto in famiglia sin
dall‟infanzia. È davvero importante che i genitori riflettano seriamente su ciò che stanno facendo
per adempiere questa responsabilità nei confronti di Dio e dei loro bambini.
1:16-18. Quando i nostri compagni di fede affrontano prove, persecuzione o prigionia, preghiamo
per loro e facciamo tutto il possibile per aiutarli. — Prov. 3:27; 1 Tess. 5:25.
2:22. I cristiani, specialmente i giovani, non devono lasciarsi assorbire da body building, sport,
musica, svago, hobby, viaggi, conversazioni frivole e cose simili, al punto da avere poco tempo per
le attività spirituali.
w14 15/7 pp. 12-16 I servitori di Geova „rinunciano all‟ingiustizia‟
1. Cos‟ha un posto di assoluto rilievo nella nostra adorazione?
VI È mai capitato di vedere il nome Geova su un edificio pubblico o su un oggetto esposto in un
museo? Sarà sicuramente stato emozionante, visto il posto di assoluto rilievo che il nome proprio di
Dio occupa nella nostra adorazione; non per nulla ci chiamiamo Testimoni di Geova! In tutto il
mondo non c‟è un altro gruppo che sia così strettamente legato al nome divino. D‟altra parte, siamo
consapevoli che il privilegio di portare tale nome è anche una responsabilità.
2. Quale responsabilità deriva dal privilegio di portare il nome di Dio?
2 Il fatto che usiamo il nome di Dio non ci fa avere automaticamente il suo favore. Dobbiamo vivere
in armonia con le sue norme. È per questo che la Bibbia ci ricorda che i suoi servitori devono
“[allontanarsi] dal male” (Sal. 34:14). L‟apostolo Paolo espose chiaramente lo stesso principio
quando scrisse: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci all‟ingiustizia”. (Leggi 2 Timoteo
2:19.) In qualità di suoi Testimoni siamo ampiamente conosciuti come persone che “[nominano] il
nome di Geova”. Ma in che senso dobbiamo “[rinunciare] all‟ingiustizia”?
“ALLONTANATEVI” DAL MALE
3, 4. Quale dichiarazione incuriosisce da tempo i biblisti, e perché?
3 Soffermiamoci sul contesto scritturale a cui si riferisce Paolo in 2 Timoteo 2:19. Il versetto
menziona “il solido fondamento di Dio” e poi parla di due dichiarazioni impresse su di esso.
La prima, “Geova conosce quelli che gli appartengono”, è evidentemente una citazione di Numeri
16:5. (Vedi l‟articolo precedente.) La seconda — “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci
all‟ingiustizia” — incuriosisce da molto tempo i biblisti. Come mai?
4 Il modo in cui Paolo formula la sua affermazione fa pensare che stia citando un‟altra fonte.
Tuttavia nelle Scritture Ebraiche non sembra esserci nessun passo che corrisponda a tale citazione.
A cosa si riferisce allora l‟apostolo quando dice: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci
all‟ingiustizia”? Dato che subito prima cita Numeri capitolo 16, che descrive la ribellione di Cora, è
possibile che anche la seconda dichiarazione abbia a che fare con quell‟episodio?
5-7. Quali avvenimenti dei giorni di Mosè fanno da sfondo alle parole di Paolo che si trovano in
2 Timoteo 2:19? (Vedi l‟illustrazione iniziale.)
5 La Bibbia dice che Datan e Abiram, figli di Eliab, si unirono a Cora nel capeggiare la ribellione
contro Mosè e Aaronne (Num. 16:1-5). Mancarono pubblicamente di rispetto a Mosè e respinsero la
sua autorità, che pure era di origine divina. Quei ribelli rimasero in mezzo al popolo di Geova,
mettendo così a rischio la salute spirituale degli israeliti fedeli. Quando venne il momento di fare
una distinzione tra i suoi leali adoratori e i ribelli, Geova diede un comando chiaro.
6 La narrazione riferisce: “A sua volta Geova parlò a Mosè, dicendo: „Parla all‟assemblea, dicendo:
“Ritiratevi d‟intorno ai tabernacoli di Cora, Datan e Abiram!”‟ Dopo ciò Mosè si levò e andò da
Datan e Abiram, e gli anziani d‟Israele andarono con lui. Quindi parlò all‟assemblea, dicendo:
„Allontanatevi, vi prego, d‟innanzi alle tende di questi uomini malvagi e non toccate nulla che
appartiene a loro, perché non siate spazzati via in tutto il loro peccato‟. Immediatamente si
ritirarono d‟innanzi al tabernacolo di Cora, Datan e Abiram, da ogni parte” (Num. 16:23-27). A
quel punto Geova mise a morte tutti i ribelli. Viceversa, i suoi adoratori leali, che allontanandosi
avevano “[rinunciato] all‟ingiustizia”, ebbero salva la vita.
7 Geova vede cosa c‟è nel cuore, e riconosce la lealtà di quelli che gli appartengono, ma i suoi leali
dovettero comunque agire senza esitazioni separandosi dagli ingiusti. È possibile dunque che,
quando scrisse: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci all‟ingiustizia”, Paolo si riferisse agli
avvenimenti narrati in Numeri 16:5, 23-27. Questa conclusione sarebbe in armonia con la sua prima
dichiarazione: “Geova conosce quelli che gli appartengono” (2 Tim. 2:19).
“RESPINGI LE QUESTIONI STOLTE E DA IGNORANTI”
8. Perché usare il nome di Geova o appartenere alla congregazione cristiana non è sufficiente?
8 Facendo riferimento ai suddetti eventi, Paolo volle ricordare a Timoteo che doveva agire in modo
risoluto per proteggere la sua preziosa relazione con Geova. In sé, appartenere alla congregazione
cristiana non era sufficiente, proprio come ai giorni di Mosè non bastava semplicemente
“[nominare] il nome di Geova”. Gli adoratori fedeli devono “[rinunciare] all‟ingiustizia” senza
esitare. Cosa significava questo per Timoteo? E cosa possono imparare gli odierni servitori di
Geova dalle parole ispirate di Paolo?
9. Che effetto avevano sulla congregazione cristiana primitiva “le questioni stolte e da ignoranti”?
9 La Parola di Dio offre consigli mirati riguardo alle forme di ingiustizia a cui i cristiani devono
„rinunciare‟, ossia che devono respingere. Ad esempio, nel contesto immediato di 2 Timoteo 2:19
Paolo dice a Timoteo che è sbagliato “contendere per delle parole” e lo esorta a “[evitare] i discorsi
vuoti”. (Leggi 2 Timoteo 2:14, 16, 23.) Alcuni componenti della congregazione promuovevano
insegnamenti apostati. Sembra poi che altri stessero introducendo idee controverse. Anche se forse
non erano in diretto contrasto con le Scritture, tali idee creavano divisioni e generavano battibecchi
e dibattiti intorno a parole, dando luogo a un‟atmosfera spiritualmente poco sana. Per questo Paolo
sottolineò la necessità di “[respingere] le questioni stolte e da ignoranti”.
w15 1/11 pp. 12-15 “Mio figlio diletto e fedele nel Signore”
Per un periodo di circa 14 anni, Timoteo dedicò una grande quantità di tempo a
collaborare con l‟apostolo Paolo, suo amico. Nell‟opera svolta insieme a Paolo
affrontò molti pericoli, ma con l‟apostolo condivise anche le diverse gioie
(2 Corinti 11:24-27). A un certo punto, Timoteo venne perfino imprigionato per
la sua fede (Ebrei 13:23). Imitò l‟apostolo Paolo anche nei profondi e sinceri
sentimenti che provava per i fratelli e le sorelle, dimostrando amore e
interessamento. Per questo Paolo gli scrisse: “Ricordo le tue lacrime”
(2 Timoteo 1:4). Sembra che Timoteo, come Paolo, avesse imparato a „piangere
con quelli che piangono‟, mostrando loro empatia ed essendo così più efficace
nell‟incoraggiarli e confortarli (Romani 12:15). Impariamo tutti dal suo esempio!
Non sorprende che con il tempo Timoteo sia diventato un eccezionale sorvegliante cristiano. Paolo
gli affidò non solo la responsabilità di visitare le congregazioni per rafforzarle e incoraggiarle, ma
anche quella di nominare uomini qualificati che servissero in qualità di anziani e servitori di
ministero (1 Timoteo 5:22).
Paolo era molto legato a Timoteo e dava a quell‟uomo più giovane di lui molti suggerimenti utili e
consigli paterni. Esortò Timoteo a coltivare i suoi doni spirituali e a continuare a crescere e a
migliorare (1 Timoteo 4:15, 16). Lo incoraggiò a non permettere mai che la sua giovinezza, e forse
una certa insicurezza, lo trattenessero dal prendere posizione nei confronti di ciò che è giusto
(1 Timoteo 1:3; 4:6, 7, 11, 12). Paolo diede al giovane anche consigli su come affrontare i
“frequenti casi di malattia” che lo tormentavano, probabilmente dei ricorrenti disturbi di stomaco
(1 Timoteo 5:23).
A un certo punto Paolo si rese conto che si avvicinava la fine della sua vita; evidentemente era stato
condannato a morte. Inviò un‟altra lettera ispirata a Timoteo, nella quale scrisse queste toccanti
parole: “Fa tutto il possibile per venire presto da me” (2 Timoteo 4:9). Paolo amava profondamente
Timoteo; lo chiamò “mio figlio diletto e fedele nel Signore” (1 Corinti 4:17). Non stupisce che
volesse avere a fianco quel caro amico mentre si avvicinava la sua ora. Ognuno di noi farebbe bene
a chiedersi: “Gli altri mi vedono come una fonte di conforto a cui rivolgersi quando affrontano
problemi?”
Timoteo riuscì a raggiungere Paolo in tempo? Non lo sappiamo. Sappiamo però che fece sempre il
possibile per dare a Paolo e a molti altri conforto e incoraggiamento. Nella sua vita fu sempre
coerente col significato del suo nome, “uno che onora Dio”. E lasciò un eccellente esempio di fede
da imitare per tutti noi, giovani e meno giovani.
w19 ottobre pp. 1-32 Rimaniamo fedeli durante la “grande tribolazione”
17. Perché non dobbiamo aver paura di Armaghedon? (Vedi l‟immagine in copertina.)
17 Come abbiamo detto nell‟articolo precedente, quasi tutti noi stiamo vivendo sin dalla nascita negli
ultimi giorni. Ma abbiamo anche la prospettiva di sopravvivere alla grande tribolazione. La guerra
di Armaghedon sarà il grandioso culmine della conclusione di questo sistema di cose. Comunque
non abbiamo nulla da temere. Perché? Perché sarà la guerra di Dio (Prov. 1:33; Ezec. 38:18-20;
Zacc. 14:3). Quando Geova darà l‟ordine, Gesù Cristo condurrà gli eserciti celesti in battaglia. Avrà
al suo fianco gli unti risuscitati e miriadi di angeli. Insieme combatteranno contro Satana, i demòni
e i loro eserciti terreni (Dan. 12:1; Riv. 6:2; 17:14).
18. (a) Cosa ha promesso Geova? (b) In che modo Rivelazione 7:9, 13-17 vi dà ragione di aver
fiducia nel futuro?
18 Geova ha promesso: “Nessun‟arma fabbricata contro di te avrà successo” (Isa. 54:17). “Una
grande folla” di fedeli servitori di Geova sopravvivrà alla “grande tribolazione” e continuerà a
rendergli sacro servizio. (Leggi Rivelazione 7:9, 13-17.) La Bibbia ci dà ogni ragione per aver
fiducia nel futuro. Sappiamo che “Geova protegge chi gli è fedele” (Sal. 31:23). Tutti coloro che
amano e lodano Geova saranno felici di assistere al momento in cui rivendicherà il suo santo nome
(Ezec. 38:23).
19. Quale meravigliosa prospettiva ci attende nel prossimo futuro?
19 Pensiamo a come potrebbe essere formulato il passo di 2 Timoteo 3:2-5 se dovesse descrivere le
persone nel nuovo mondo, quando non ci sarà più l‟influenza di Satana. (Vedi il riquadro “Gli
uomini saranno...”) Il fratello George Gangas,* che servì nel Corpo Direttivo, disse: “Come sarà
bello il mondo quando tutti saranno fratelli e sorelle! Presto avrete il privilegio di vivere nel nuovo
sistema di cose. Vivrete tanto quanto vive Geova. Vivremo per sempre”. Che meravigliosa
prospettiva!
Gli uomini saranno...
altruisti, amanti delle ricchezze spirituali, modesti, umili, che lodano Dio, ubbidienti ai genitori,
grati, leali, molto legati alla famiglia, disposti all‟accordo, sempre pronti a parlare bene degli altri,
capaci di controllarsi, miti, pieni di amore per la bontà, fidati, arrendevoli, non orgogliosi, amanti di
Dio piuttosto che dei piaceri, sinceramente devoti a Dio
w19 luglio pp. 2-7 Prepariamoci ora per la persecuzione
ARTICOLO DI STUDIO 27
Prepariamoci ora per la persecuzione
“Tutti quelli che desiderano vivere con devozione a Dio uniti a Cristo Gesù saranno perseguitati”
(2 TIM. 3:12)
CANTICO 129 Continueremo a perseverare
IN QUESTO ARTICOLO*
1. Perché dobbiamo prepararci per la persecuzione?
LA SERA prima di essere messo a morte, il nostro Signore Gesù disse che tutti quelli che vogliono
essere suoi discepoli saranno odiati (Giov. 17:14). Da allora fino ai nostri giorni i cristiani fedeli
sono stati perseguitati da nemici della vera adorazione (2 Tim. 3:12). Man mano che la fine di
questo sistema di cose si avvicina, ci aspettiamo un‟opposizione ancora più forte (Matt. 24:9).
2-3. (a) Perché la paura è pericolosa? (b) Di cosa parleremo in questo articolo?
2 Come possiamo prepararci ora per affrontare la persecuzione? Non è necessario cercare di
immaginare tutto quello che potrebbe succederci. Se lo facessimo, potremmo farci prendere
dall‟ansia e dalla paura. Le cose spaventose che immaginiamo potrebbero portarci a smettere di
servire Geova ancor prima che arrivino le prove vere (Prov. 12:25; 17:22).
La paura è un‟arma potente che il nostro “avversario, il Diavolo”, cerca di usare contro di noi
(1 Piet. 5:8, 9). Quindi, cosa possiamo fare ora per rafforzarci in vista della persecuzione?
3 In questo articolo vedremo come possiamo rafforzare l‟amicizia che abbiamo con Geova e perché
è di vitale importanza farlo ora. Vedremo anche come sviluppare il coraggio. Infine, capiremo come
reagire all‟odio degli oppositori.
COME RAFFORZARE LA NOSTRA AMICIZIA CON
GEOVA
4. In base a Ebrei 13:5, 6, di cosa dobbiamo essere convinti, e perché?
4 Dobbiamo essere convinti che Geova ci ama e che non ci abbandonerà mai. (Leggi Ebrei
13:5, 6.) Molti anni fa La Torre di Guardia osservò: “Colui che conosce Dio meglio confiderà
maggiormente in lui in tempo di prova”. È proprio vero: per rimanere fedeli di fronte alla
persecuzione dobbiamo amare Geova e confidare completamente in lui, non dubitando mai del suo
affetto per noi (Matt. 22:36-38; Giac. 5:11).
5. Cosa vi può aiutare a percepire l‟amore di Geova?
5 Leggiamo la Bibbia ogni giorno con l’obiettivo di avvicinarci di più a Geova (Giac. 4:8). Mentre
leggiamo concentriamoci sulle toccanti qualità di Geova. Cerchiamo di vedere il suo amore e il suo
affetto in quello che dice e fa (Eso. 34:6). Alcuni potrebbero far fatica a credere che Dio li ami
perché non hanno mai ricevuto amore. Se questo è il nostro caso, proviamo a fare ogni giorno un
elenco dei modi in cui Geova ci ha mostrato misericordia e generosità (Sal. 78:38, 39; Rom. 8:32).
Se pensiamo alla nostra vita e meditiamo su quello che leggiamo nella Parola di Dio, di sicuro ci
verranno in mente tante cose che Geova ha fatto per noi. Maggiore è la nostra gratitudine nei suoi
confronti, più forte sarà la nostra amicizia con lui (Sal. 116:1, 2).
6. In base a Salmo 94:17-19, in che modo le preghiere sentite possono aiutarvi?
6 Preghiamo regolarmente. Pensiamo a un bambino nell‟abbraccio affettuoso del papà. Si sente al
sicuro, libero di raccontargli le cose belle e brutte successe durante la giornata. Noi possiamo avere
lo stesso tipo di legame con Geova se ci avviciniamo a lui pregando in modo sentito ogni giorno.
(Leggi Salmo 94:17-19.) Quando preghiamo, dovremmo „versare come acqua il nostro cuore‟
davanti a Geova, il nostro amorevole Padre, parlandogli delle nostre paure e preoccupazioni (Lam.
2:19). Quale sarà il risultato? Proveremo quella che la Bibbia definisce “la pace di Dio che è al di là
di ogni comprensione” (Filip. 4:6, 7). Più preghiamo in questo modo, più ci sentiremo vicini a
Geova (Rom. 8:38, 39).
Sviluppiamo coraggio avendo fiducia in Geova e nel suo Regno
Stanley Jones era convinto che il Regno di Dio è reale e questo rafforzò la sua fede (Vedi il
paragrafo 7)
7. Perché dovreste essere convinti che le promesse di Dio relative al Regno si adempiranno?
7 Dobbiamo essere convinti che le benedizioni del Regno di Dio diventeranno realtà (Num.
23:19). Se la nostra fede in queste promesse non è abbastanza forte, sarà più facile per Satana e per
chi è sotto il suo controllo riuscire a spaventarci (Prov. 24:10; Ebr. 2:15). Come possiamo rafforzare
ora la nostra fede nel Regno di Dio? Durante lo studio personale dedichiamo del tempo ad
approfondire le promesse di Dio relative al Regno e i motivi per cui possiamo essere sicuri che si
adempiranno. In che modo questo ci sarà d‟aiuto? Pensiamo all‟esempio di Stanley Jones, che passò
sette anni in prigione per la sua fede.* Lui stesso spiegò cosa lo aveva aiutato a perseverare:
“Essendo fortificato con la conoscenza del Regno di Dio, essendo sicuro d‟essa, non dubitandone
mai per un momento, non potei essere smosso”. Se abbiamo una forte fede nelle promesse di Dio, ci
avvicineremo di più a lui e non ci faremo vincere dalla paura (Prov. 3:25, 26).
8. Cosa può rivelare l‟atteggiamento che abbiamo verso le adunanze? Spiegate.
8 Frequentiamo regolarmente le adunanze. Le adunanze ci aiutano ad avvicinarci di più a Geova.
Il nostro atteggiamento verso le adunanze può rivelare molto sul modo in cui affronteremo la
persecuzione in futuro (Ebr. 10:24, 25). In che senso? Se oggi manchiamo alle adunanze a causa di
piccoli ostacoli, cosa faremo in futuro, quando radunarci con i compagni di fede potrebbe
significare mettere in pericolo la nostra incolumità? Se invece siamo decisi a frequentare le
adunanze, non smetteremo di radunarci con i fratelli nemmeno quando gli oppositori cercheranno di
impedircelo. Ora è il momento di imparare ad apprezzare profondamente le adunanze. Se le
consideriamo preziose, nessun tipo di opposizione, nemmeno un divieto da parte del governo, potrà
impedirci di ubbidire a Dio anziché agli uomini (Atti 5:29).
Imparare a memoria versetti e cantici può rivelarsi molto utile in vista della persecuzione (Vedi il
paragrafo 9)*
9. Perché imparare dei versetti a memoria è un buon modo per prepararsi per la persecuzione?
9 Impariamo a memoria i nostri versetti preferiti (Matt. 13:52). È vero, la nostra memoria non è
perfetta, ma Geova può usare il suo potente spirito santo per aiutarci a ricordare quei passi biblici
(Giov. 14:26). Un fratello che nella Germania dell‟Est fu imprigionato e messo in isolamento disse:
“Avere imparato a memoria centinaia di versetti si rivelò una grande benedizione! Potevo riempire
quelle giornate vuote meditando su vari argomenti biblici”. Quei versetti aiutarono il nostro fratello
a rimanere vicino a Geova e a perseverare fedelmente.
(Vedi il paragrafo 10)*
10. Perché dovremmo imparare a memoria i nostri cantici e le nostre canzoni?
10 Impariamo a memoria e cantiamo i nostri cantici e le nostre canzoni. Quando erano in prigione
a Filippi, Paolo e Sila “[lodarono] Dio con canti” che conoscevano a memoria (Atti 16:25). In modo
simile, da cosa vennero rafforzati i fratelli dell‟ex Unione Sovietica che furono mandati in esilio in
Siberia? La sorella Marija Fedun‟ raccontò: “Cantammo tutti i cantici che conoscevamo”. Disse che
quei cantici incoraggiarono tutti loro e li aiutarono a sentirsi più vicini a Geova. Sicuramente
cantare i cantici e le canzoni del nostro sito rafforza anche noi. Perché non cerchiamo di imparare a
memoria i nostri brani preferiti già da ora? (Vedi il riquadro “Dammi più coraggio”.)
“Dammi più coraggio”
Il congresso di zona del 2018 si è concluso con un nuovo brano musicale di grande impatto
intitolato “Dammi più coraggio”. Dopo il congresso Lumia, una bambina di otto anni, ha scritto:
“Grazie per la nuova canzone. Mi ha colpito tanto! Mentre cantavo ho deciso che, quando andrò in
seconda, dirò ai miei compagni di classe che sono testimone di Geova. Sono sicura che Geova è con
me”.
COME SVILUPPARE IL CORAGGIO
11-12. (a) In base a 1 Samuele 17:37, 45-47, come faceva Davide a essere coraggioso? (b) Quale
importante lezione impariamo dall‟esempio di Davide?
11 Per affrontare la persecuzione abbiamo bisogno di coraggio. Cosa possiamo fare se ci sembra di
non averlo? Ricordiamo che il vero coraggio non dipende dalla nostra corporatura, dalla nostra
forza o dalle nostre capacità. Pensiamo all‟esempio del giovane Davide, che affrontò Golia. In
confronto a quel gigante Davide era piccolo, debole e male armato. Non aveva nemmeno una spada.
Però aveva tanto coraggio, e non ebbe paura di combattere contro quel nemico arrogante
.
12 Come faceva Davide a essere così coraggioso? Era convinto che Geova era con lui. (Leggi
1 Samuele 17:37, 45-47.) Davide non pensò a quanto Golia fosse grande in confronto a lui. Si
concentrò piuttosto su quanto Golia fosse piccolo in confronto a Geova. Cosa impariamo da questo
episodio? Saremo coraggiosi se siamo convinti che Geova è con noi e che i nostri oppositori sono
piccoli in confronto al nostro Dio Onnipotente (2 Cron. 20:15; Sal. 16:8). Ma come possiamo
sviluppare il coraggio ora, prima che arrivi la persecuzione?
13. Come possiamo sviluppare il coraggio? Spiegate.
13 Possiamo sviluppare ora il coraggio predicando la buona notizia del Regno di Dio. La
predicazione, infatti, ci insegna a confidare in Geova e a non aver paura degli uomini (Prov. 29:25).
Proprio come i muscoli si irrobustiscono con l‟esercizio, il nostro coraggio si rafforza quando
predichiamo di casa in casa, nei luoghi pubblici, nel territorio commerciale e in modo informale. Se
sviluppiamo ora il coraggio di predicare, saremo decisi a non smettere nemmeno nel caso in cui la
nostra opera venisse vietata (1 Tess. 2:1, 2).
Nancy Yuen non volle smettere di predicare la buona notizia (Vedi il paragrafo 14)
14-15. Cosa impariamo dall‟esempio di Nancy Yuen e Valentina Garnovskaja?
14 Possiamo imparare molto dall‟esempio di due sorelle fedeli che mostrarono grande coraggio.
Nancy Yuen, che viveva in Cina, era alta solo un metro e mezzo, ma non si lasciava intimidire
facilmente.* Non volle mai smettere di predicare la buona notizia del Regno di Dio, e per questo
rimase imprigionata per più di 20 anni. I funzionari che la interrogarono la definirono “la persona
più cocciuta” del paese.
Valentina Garnovskaja era convinta che Geova era con lei (Vedi il paragrafo 15)
15 Valentina Garnovskaja, che viveva nell‟ex Unione Sovietica, venne imprigionata tre volte per un
totale di 21 anni.* Per quale motivo? Era così decisa a continuare a predicare che fu condannata
come “delinquente particolarmente pericolosa”. Come riuscirono queste due donne fedeli a essere
così coraggiose? Erano convinte che Geova era con loro.
16. Qual è il segreto per avere vero coraggio?
16 Come abbiamo visto, per sviluppare il coraggio non dobbiamo fare affidamento sulle nostre forze
e capacità. Dobbiamo essere convinti che Geova è con noi e che è lui a combattere per noi (Deut.
1:29, 30; Zacc. 4:6). È questo il segreto per avere vero coraggio.
COME REAGIRE ALL‟ODIO DEGLI UOMINI
17-18. Come riportato in Giovanni 15:18-21, quale avvertimento diede Gesù? Spiegate.
17 Ovviamente ci fa piacere essere rispettati dagli altri, ma non dobbiamo commettere l‟errore di
misurare il nostro valore in base all‟opinione che gli altri hanno di noi. Gesù disse: “Felici voi
quando gli uomini vi odieranno, quando vi espelleranno, vi insulteranno e screditeranno il vostro
nome a causa del Figlio dell‟uomo” (Luca 6:22). Cosa intendeva dire Gesù?
18 Gesù non stava dicendo che ai cristiani avrebbe fatto piacere essere odiati; stava spiegando cosa
sarebbe successo. Noi non facciamo parte del mondo. Seguiamo gli insegnamenti di Gesù nella
nostra vita e predichiamo il messaggio che anche lui predicava. Di conseguenza il mondo ci odia.
(Leggi Giovanni 15:18-21.) Noi desideriamo piacere a Geova. Se le persone ci odiano perché
amiamo il nostro Padre celeste, questo è un loro problema.
19. Come possiamo imitare l‟esempio degli apostoli?
19 Non vorremmo mai permettere a dei semplici esseri umani di farci vergognare di essere testimoni
di Geova, qualsiasi cosa dicano o facciano (Mic. 4:5). Possiamo imparare a non aver paura degli
uomini esaminando l‟esempio che diedero gli apostoli a Gerusalemme poco dopo la morte di Gesù.
Sapevano quanto i capi religiosi ebrei li odiassero (Atti 5:17, 18, 27, 28). Eppure continuavano ogni
giorno ad andare al tempio e a dimostrare con la predicazione di essere discepoli di Gesù (Atti
5:42). Non si fecero fermare dalla paura. Anche noi impareremo a non aver paura degli uomini se
facciamo sapere agli altri — a scuola, al lavoro e nella zona in cui viviamo — che siamo testimoni
di Geova (Atti 4:29; Rom. 1:16).
20. Perché gli apostoli erano felici anche se erano odiati?
20 Nonostante fossero maltrattati, gli apostoli erano felici. Perché? Sapevano che erano odiati perché
facevano la volontà di Dio, e lo consideravano un onore (Luca 6:23; Atti 5:41). L‟apostolo Pietro in
seguito scrisse: “Anche se doveste soffrire per amore della giustizia, felici voi!” (1 Piet. 2:19-21;
3:14). Se ci è chiaro che gli uomini ci odiano perché facciamo ciò che è giusto, non permetteremo
mai che la paura ci paralizzi.
PREPARARSI ORA RECHERÀ BUONI RISULTATI
21-22. (a) Cosa avete deciso di fare per prepararvi ad affrontare la persecuzione? (b) Cosa vedremo
nel prossimo articolo?
21 Non sappiamo quando un‟ondata di persecuzione, o addirittura un divieto governativo, ostacolerà
l‟adorazione che rendiamo a Geova. Ma sappiamo che possiamo prepararci ora rafforzando la
nostra amicizia con Geova, sviluppando il coraggio e imparando come reagire all‟odio degli
uomini. Quello che facciamo adesso per prepararci ci aiuterà a rimanere saldi in futuro.
22 Ma cosa faremmo se dovesse essere davvero imposto un divieto governativo alla nostra opera?
Nel prossimo articolo vedremo alcuni princìpi che ci aiuteranno a continuare a servire Geova anche
in queste circostanze.
COSA CI INSEGNANO QUESTI VERSETTI SU COME PREPARARCI PER LA PERSECUZIONE?
Salmo 116:1, 2
2 Cronache 20:15
1 Pietro 3:14
QUALI ALTRE GEMME SPIRITUALI AVETE SCOPERTO NEI CAPITOLI IN PROGRAMMA QUESTA SETTIMANA?
w91 15/1 p. 31
Confidiamo nella forza che Dio dà
GEOVA dà ai suoi servitori la forza di sopportare prove e persecuzione. E quanto bisogno avevano
Timoteo e gli altri cristiani di quella forza! Nel 64 E.V. un incendio devastò Roma, e si sparse la
voce che il responsabile fosse l‟imperatore Nerone. Per scagionarsi, egli incolpò i cristiani, e
sembra che ciò desse origine a un‟ondata di persecuzione. Fu probabilmente in quel tempo (verso il
65 E.V.) che l‟apostolo Paolo fu nuovamente imprigionato a Roma. Pur essendo vicino alla morte,
egli scrisse allora la sua seconda lettera a Timoteo.
La lettera di Paolo preparava Timoteo a resistere agli apostati e a rimanere saldo di fronte alla
persecuzione. Lo incoraggiava a continuare a fare progresso spirituale e gli spiegava la situazione di
Paolo in prigione. Inoltre, questa lettera aiuta i lettori a confidare nella forza che Dio dà.
Soffri il male e insegna con mitezza
Dio impartisce potenza onde possiamo sopportare la persecuzione quali proclamatori della buona
notizia. (1:1-18) Paolo non dimenticò mai Timoteo nelle sue preghiere, e ricordava la sua fede
senza ipocrisia. Dio diede a Timoteo „non uno spirito di codardia, ma uno spirito di potenza e di
amore e di sanità di mente‟. Egli perciò non doveva vergognarsi di dare testimonianza e di soffrire il
male per amore della buona notizia. Timoteo, inoltre, doveva „continuare a tenere il modello di sane
parole‟ udite da Paolo, proprio come noi dobbiamo attenerci strettamente alla pura verità cristiana
anche se altri se ne allontanano.
Le cose che Paolo aveva insegnato dovevano essere affidate a uomini fedeli che avrebbero
insegnato ad altri. (2:1-26) Timoteo fu esortato ad essere un eccellente soldato di Cristo, fedele nel
soffrire il male. Paolo stesso soffriva in prigione per aver predicato la buona notizia. Egli incoraggiò
Timoteo a fare tutto il possibile per presentarsi a Dio come un operaio approvato, evitando i discorsi
vuoti che violano ciò che è santo, e gli ricordò che lo schiavo del Signore deve istruire altri con
mitezza.
Predica la parola!
Per affrontare gli ultimi giorni e difendere la verità scritturale ci sarebbe stato bisogno della forza di
Dio. (3:1-17) Tra gli empi sarebbero sorti uomini „che imparano sempre ma non sono mai in grado
di venire all‟accurata conoscenza della verità‟. Tali „uomini malvagi e impostori avrebbero
progredito di male in peggio, sviando ed essendo sviati‟. Tuttavia, Timoteo doveva „rimanere nelle
cose che aveva imparato‟. E così dovremmo fare anche noi, sapendo che „tutta la Scrittura è ispirata
da Dio e utile per insegnare, riprendere, correggere e disciplinare nella giustizia, affinché l‟uomo di
Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona‟.
Timoteo doveva opporsi agli apostati e compiere il suo ministero. (4:1-22) Per far questo doveva
„predicare la parola‟ e attenersi ad essa. Questo era essenziale, poiché la congregazione attraversava
un “tempo difficoltoso” a motivo del fatto che alcuni insegnavano false dottrine. Anche gli odierni
testimoni di Geova si attengono alla Parola di Dio, predicandola con urgenza nella congregazione e
alle persone di fuori, anche in condizioni sfavorevoli. Paolo „aveva osservato la fede‟, anche se
alcuni l‟avevano abbandonato. Ma „il Signore gli aveva infuso potenza, affinché per mezzo suo la
predicazione fosse compiuta pienamente‟. Confidiamo anche noi nella forza che Dio dà e
continuiamo a predicare la buona notizia.
[Riquadro/Illustrazione a pagina 31]
Un soldato eccellente: Paolo esortò Timoteo: “Quale eccellente soldato di Cristo Gesù accetta la
tua parte nel soffrire il male. Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari
commerciali della vita, affinché guadagni l‟approvazione di chi lo ha arruolato come soldato”.
(2 Timoteo 2:3, 4) Un fante romano „soffriva il male‟ quando doveva portare armi pesanti, una
scure, un cesto, razioni di cibo per tre giorni e altre cose. (Giuseppe Flavio, La guerra giudaica,
libro III, capitolo 5) Egli non si dedicava al commercio, poiché questo non avrebbe fatto piacere ai
suoi superiori, e le sue spese erano coperte. In maniera analoga, il cristiano sopporta le prove che
l‟essere un “eccellente soldato di Cristo” comporta. Anche se forse ha un lavoro secolare per
assolvere le sue responsabilità scritturali, egli non deve immischiarsi in cose materiali al punto di
smettere di combattere la guerra spirituale. (1 Tessalonicesi 2:9) Dando testimonianza di casa in
casa, brandisce “la spada dello spirito, cioè la parola di Dio”, e contribuisce a liberare le persone
dall‟errore religioso. (Efesini 6:11-17; Giovanni 8:31, 32) Visto che sono in gioco delle vite,
possano tutti i soldati cristiani continuare ad avere l‟approvazione di Gesù Cristo e di Geova Dio in
questo modo.
w19 marzo pp. 20-25 Mostriamo empatia nel ministero
. Qual è una caratteristica straordinaria della personalità di Gesù? Spiegate.
UNA caratteristica straordinaria della personalità di Gesù è la sua capacità di capire le difficoltà che
affrontiamo noi esseri umani imperfetti. Quando era sulla terra, Gesù sapeva „rallegrarsi con quelli
che si rallegravano‟ e „piangere con quelli che piangevano‟ (Rom. 12:15). Ad esempio, quando i
suoi 70 discepoli rientrarono da una campagna di predicazione contenti dei buoni risultati ottenuti,
Gesù “si rallegrò” (Luca 10:17-21). In un‟altra occasione, quando notò l‟effetto della morte di
Lazzaro sui suoi cari, Gesù “si commosse profondamente e si turbò” (Giov. 11:33).
2. Come riuscì Gesù a mostrare empatia agli altri?
2 Come riuscì un uomo perfetto come Gesù a essere così misericordioso e compassionevole verso
esseri umani peccatori? Soprattutto, Gesù amava le persone. Come abbiamo visto nell‟articolo
precedente, lui aveva “particolare affetto per gli esseri umani” (Prov. 8:31). Spinto dall‟amore per
gli uomini, Gesù acquisì una conoscenza profonda del loro modo di pensare. L‟apostolo Giovanni
spiega: “Sapeva cosa c‟era nell‟uomo” (Giov. 2:25). Le persone si rendevano conto della grande
compassione e dell‟amore che Gesù provava per loro e perciò ascoltavano il messaggio del Regno.
Più svilupperemo sentimenti simili a quelli di Gesù, più saremo efficaci nel nostro ministero
(2 Tim. 4:5).
3-4. (a) Se abbiamo empatia come considereremo il ministero? (b) Cosa scopriremo in questo
articolo?
3 Per l‟apostolo Paolo predicare era un dovere, e lo stesso vale per noi (1 Cor. 9:16). Se però
abbiamo empatia non considereremo il ministero un semplice obbligo. Piuttosto, predicheremo
perché ci interessiamo delle persone e vogliamo aiutarle. Sappiamo inoltre che “c‟è più felicità nel
dare che nel ricevere” (Atti 20:35). Se predichiamo motivati da questo principio, il ministero ci darà
più soddisfazione.
4 In questo articolo scopriremo come mostrare empatia nel ministero. Innanzitutto vedremo cosa
impariamo dai sentimenti che Gesù provava per le persone. Poi prenderemo in esame quattro modi
in cui possiamo imitare il suo esempio (1 Piet. 2:21).
GESÙ MOSTRÒ EMPATIA NEL MINISTERO
w19 marzo pp. 8-13 Ascoltiamo la voce di Geova!
“ASCOLTATELO”
7. Secondo Matteo 17:1-5, in quale occasione Geova parlò dal cielo, e cosa disse?
7 Leggi Matteo 17:1-5. La seconda volta che Geova parlò dal cielo fu quando Gesù “fu
trasfigurato”. Gesù aveva invitato Pietro, Giacomo e Giovanni ad accompagnarlo su un alto monte.
Lì ricevettero una visione straordinaria. Il volto di Gesù diventò sfolgorante come il sole e le sue
vesti brillarono. Apparvero due figure che rappresentavano Mosè ed Elia; i due personaggi
iniziarono a parlare con Gesù della sua futura morte e risurrezione. I tre apostoli erano “storditi dal
sonno”, ma quando furono completamente svegli videro quella straordinaria visione (Luca 9:29-32).
Subito dopo li coprì una nube luminosa, e dalla nube udirono una voce, la voce di Dio. Come aveva
fatto al battesimo di Gesù, Geova gli espresse di nuovo il suo amore e la sua approvazione dicendo:
“Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio, che io ho approvato”. Ma questa volta aggiunse:
“Ascoltatelo”.
8. Che effetto ebbe la visione su Gesù e sui discepoli?
8 Quella visione diede un‟anticipazione della gloria e del potere che Gesù avrebbe avuto come Re
del Regno di Dio. E sicuramente servì a incoraggiare e fortificare Cristo in vista delle sofferenze e
della morte atroce a cui sarebbe andato incontro. Edificò anche la fede dei discepoli e li rafforzò per
le prove e gli anni di intensa attività che li attendevano. Circa 30 anni dopo, l‟apostolo Pietro
menzionò la trasfigurazione, a indicare che il ricordo di quella visione era ancora nitido nella sua
memoria (2 Piet. 1:16-18).
9. Quali pratici consigli diede Gesù ai suoi discepoli?
9 “Ascoltatelo”. Con queste parole Geova rese chiaro quanto desidera che noi ascoltiamo suo Figlio
e gli ubbidiamo. Quando era sulla terra, Gesù disse molte cose che meritano la nostra attenzione.
Per esempio, insegnò con amore ai suoi seguaci a predicare la buona notizia, e ricordò loro più volte
di vigilare (Matt. 24:42; 28:19, 20). Li esortò anche a continuare a fare ogni sforzo e a non
arrendersi mai (Luca 13:24). Gesù sottolineò quanto era importante che i suoi discepoli si amassero
gli uni gli altri, rimanessero uniti e osservassero i suoi comandamenti (Giov. 15:10, 12, 13). Che
pratici consigli diede Gesù ai discepoli! Questi consigli sono validi ancora oggi.
10-11. Come possiamo dimostrare che stiamo ascoltando Gesù?
10 Gesù disse: “Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce” (Giov. 18:37). Dimostriamo
di ascoltare la voce di Gesù quando „continuiamo a sopportarci gli uni gli altri e a perdonarci senza
riserve‟ (Col. 3:13; Luca 17:3, 4). Inoltre ascoltiamo la sua voce predicando con zelo la buona
notizia “sia in tempi favorevoli che difficili” (2 Tim. 4:2).
11 Gesù disse anche: “Le mie pecore ascoltano la mia voce” (Giov. 10:27). I seguaci di Cristo
dimostrano di ascoltare Gesù non solo prestando attenzione alle sue parole ma anche mettendole in
pratica. Non si lasciano distrarre dalle “preoccupazioni della vita” (Luca 21:34). Al contrario, per
loro la cosa più importante è ubbidire ai comandi di Gesù, anche quando si trovano in situazioni
difficili. Molti fratelli perseverano di fronte a dure prove, come attacchi degli oppositori, estrema
povertà o disastri naturali. E rimangono fedeli a Geova a qualunque costo. Questi fratelli possono
trovare conforto nelle seguenti parole di Gesù: “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, ecco chi
mi ama. E chi mi ama sarà amato dal Padre mio” (Giov. 14:21).
Il nostro ministero ci aiuta a continuare ad ascoltare Gesù (Vedi il paragrafo 12)*
12. In quale altro modo dimostriamo di ascoltare Gesù?
12 Un altro modo in cui possiamo dimostrare che stiamo ascoltando Gesù è collaborare con coloro a
cui lui ha affidato l‟incarico di guidarci (Ebr. 13:7, 17). Nell‟organizzazione di Dio ci sono stati
molti cambiamenti negli ultimi anni, riguardanti ad esempio strumenti e metodi nuovi da usare nel
ministero, il modo in cui ora si svolge l‟adunanza infrasettimanale e il sistema con cui costruiamo,
ristrutturiamo e manteniamo in buono stato le nostre Sale del Regno. Siamo veramente grati del
modo attento e amorevole in cui veniamo guidati. Siamo certi che Geova benedirà gli sforzi che
facciamo per seguire le istruzioni della sua organizzazione.
13. In quali modi ascoltare Gesù è per il nostro bene?
13 Ascoltare tutte le cose che Gesù ha insegnato è per il nostro bene. Gesù promise ai suoi discepoli
che sarebbero stati ristorati dai suoi insegnamenti. “Troverete ristoro per voi stessi”, disse. “Infatti il
mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero” (Matt. 11:28-30). La Parola di Dio, che include i
quattro Vangeli, ci ristora, ci rafforza a livello spirituale e ci rende saggi (Sal. 19:7; 23:3). Gesù
affermò: “Felici [...] quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Luca 11:28).
„GLORIFICHERÒ IL MIO NOME‟
14-15. (a) In base a Giovanni 12:27, 28, quale fu la terza occasione in cui Geova parlò dal cielo?
(b) In che modo le parole di Geova confortarono e rafforzarono Gesù?
14 Leggi Giovanni 12:27, 28. Il Vangelo di Giovanni riporta una terza occasione in cui Geova parlò
dal cielo. Qualche giorno prima di morire, Gesù si trovava a Gerusalemme per celebrare la sua
ultima Pasqua. “Sono profondamente turbato”, disse. Poi pregò: “Padre, glorifica il tuo nome”. In
risposta suo Padre disse dal cielo: “L‟ho glorificato e lo glorificherò di nuovo”.
15 Gesù era turbato perché sentiva la grande responsabilità di rimanere fedele a Geova. Era
consapevole del fatto che sarebbe stato brutalmente flagellato e avrebbe subìto una morte atroce
(Matt. 26:38). Ma più di ogni altra cosa Gesù voleva glorificare il nome di suo Padre. Fu accusato
di bestemmia, ed era preoccupato che la sua morte recasse disonore a Dio. Quanto saranno state
rassicuranti per Gesù le parole del Padre! Gli garantirono che il nome di Geova sarebbe stato
glorificato. Lo avranno anche confortato e rafforzato in vista di quello che stava per succedere.
Anche se Gesù fu forse l‟unico dei presenti a capire le parole che il Padre aveva pronunciato, Geova
fece in modo che venissero riportate nella Bibbia per tutti noi (Giov. 12:29, 30).
Geova glorificherà il suo nome e libererà il suo popolo (Vedi il paragrafo 16)*
16. Perché a volte potremmo essere preoccupati che il nome di Geova venga infangato?
16 Come Gesù, anche noi potremmo essere preoccupati quando il nome di Geova viene infangato.
Forse, come Gesù, stiamo subendo delle ingiustizie. O forse siamo turbati da bugie che gli
oppositori diffondono su di noi. Magari pensiamo all‟impatto negativo che queste notizie hanno sul
nome di Geova e sulla sua organizzazione. In situazioni come queste le parole di Geova possono
darci molto conforto. Non dobbiamo preoccuparci troppo. Possiamo star certi che “la pace di Dio
che è al di là di ogni comprensione custodirà il [nostro] cuore e le [nostre] facoltà mentali mediante
Cristo Gesù” (Filip. 4:6, 7). Geova glorificherà sempre il suo nome. Per mezzo del Regno porrà
rimedio a tutti i danni che Satana e questo mondo hanno causato ai suoi fedeli servitori (Sal.
94:22, 23; Isa. 65:17).
ASCOLTARE LA VOCE DI GEOVA È PER IL NOSTRO
BENE
17. Secondo Isaia 30:21, come ci parla Geova oggi?
17 Anche oggi Geova ci parla. (Leggi Isaia 30:21.) È vero che non lo sentiamo parlare dal cielo.
Comunque ci ha dato la sua Parola scritta, la Bibbia, mediante cui ci provvede istruzioni. Inoltre,
Geova tramite il suo spirito spinge “l‟economo fedele” a nutrire spiritualmente i Suoi servitori
(Luca 12:42). Riceviamo davvero tanto cibo spirituale sotto forma di pubblicazioni stampate o
digitali, video e registrazioni audio.
18. In che modo le parole di Geova possono rafforzare la nostra fede e darci coraggio?
18 È importante che teniamo a mente quello che Geova disse quando suo Figlio era sulla terra. Le
parole di Dio, preservate nella Bibbia, ci assicurano che Geova ha ogni cosa sotto controllo e che
porrà rimedio a qualsiasi danno Satana e il suo mondo malvagio possano averci causato. Vogliamo
continuare ad ascoltare attentamente la voce di Geova. In questo modo riusciremo a perseverare di
fronte a qualsiasi problema possa presentarsi oggi o nel futuro. La Bibbia ci ricorda: “Avete bisogno
di perseveranza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, riceviate ciò che vi è stato promesso”
(Ebr. 10:36).
SPIEGATE COSA AVETE IMPARATO DALLE PAROLE DI GEOVA RIPORTATE IN...
Marco 1:11
Matteo 17:5
Giovanni 12:28