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1 GIORNATA DELLA MEMORIA: DIECI GIORNI DI EVENTI PER NON…DIMENTICARE con il patrocinio e il contributo economico di

GIORNATA DELLA MEMORIA - eventiesagre.it · reportage dal lager , in cui attraverso parole, rumori come lo sferragliare del treno, musiche del tempo e non, quali «Auschwitz (Canzone

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GIORNATA DELLA MEMORIA:

DIECI GIORNI DI EVENTI PER

NON…DIMENTICARE

con il patrocinio e il contributo economico di

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WIESEL E LEVI: IN SCENA DUE STORIE PER RICORDARE LA SHOAH Busto Arsizio, Como, Intra, Sondrio e Villafranca di Verona: queste le città coinvolte nel progetto «Giornata della memoria…dieci giorni per non dimenticare», promosso dall’associazione culturale «Educarte», con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto onlus e della Fondazione Cariplo di Milano. L’iniziativa, riservata agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, è in

cartellone da lunedì 24 gennaio a mercoledì 3 febbraio 2011 e prevede l’allestimento degli spettacoli «La notte» e «Se questo è un uomo»…

Busto Arsizio (Varese), venerdì 21 gennaio 2011 - Sul palco per non dimenticare . Sul palco per ricordare i milioni di vittime, ebrei e prigionieri politici, che morirono nei campi di concentramento nazisti. Anche quest’anno, il teatro Sociale di Busto Arsizio ricorda la Giornata della memoria , momento di riflessione istituito -come recita la legge 211 del 20 luglio 2000 - «per ricordare le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, i cittadini italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che -anche in campi e schieramenti diversi- si sono opposti al progetto di sterminio, ed anche a costo della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

«Dieci giorni per non…dimenticare», giovani in platea e sul palco Nel solco di una tradizione che ha portato a indagare oltre a storie locali incentrate sul tema delle persecuzioni nazi-fasciste (quali quelle di Angioletto Castiglioni e del dottor Aladár Hábermann), anche grandi classici della letteratura concentrazionaria (come il «Diario di Anna Frank» e «Se questo è un uomo» di Primo Levi), la sala di piazza Plebiscito volge la propria attenzione al romanzo breve «La notte» , scritto dal giornalista e novellista Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986 . Lo spettacolo, per la regia e la riduzione scenica di Delia Cajelli , è al centro del progetto itinerante «Giornata della memoria: dieci giorni per non…dimen ticare» , promosso dall’associazione culturale «Educarte» , con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto onlus e della Fondazione Cariplo di Milano . L’iniziativa, in programma da lunedì 24 gennaio a mercoledì 3 febbraio 2011 , si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e si propone di sensibilizzare, attraverso il linguaggio drammaturgico, le giovani generazioni sul valore della memoria di una delle pagine più tristi della nostra storia recente, così da promuove l’esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole, basata sul rispetto degli altri, dei diritti umani, della dignità della persona, dei valori di uguaglianza, di libertà e di giustizia. Nell’arco di dieci giorni, quattro attori del teatro Sociale (Gerry Franceschini , Mario Piciollo , Anita Romano e Claudio Tettamanti ) e alcuni allievi dei laboratori teatrali «Officina della creatività» saranno, dunque, in teatri, auditorium e scuole del nord Italia per mettere i giovani a confronto con la drammatica vicenda di Elie Wiesel, una delle testimonianze più umane e più alte del dramma della Shoah. Sei i matinèe in cartellone che toccheranno le città di Como (lunedì 24 gennaio 2011, ore 8.45 e ore 11.00), Intra (martedì 25 gennaio 2011, ore 10.15), Busto Arsizio (mercoledì 26 e giovedì 27 gennaio 2011, ore 10.15) e Sondrio (3 febbraio 2011, ore 10.15). E’, inoltre, in programma una replica serale al teatro Sociale di Busto Arsizio (giovedì 27 gennaio 2011, ore 21.00), nell’ambito della stagione cittadina «BA Teatro» e del cartellone comunale per la Giornata della memoria 2011.

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Dalla stella gialla alla «marcia della morte»: la Shoah secondo Elie Wiesel «La notte», testo pubblicato a Parigi nel 1958 ed edito in Italia solo nel 1980 da Giuntina editore, si configura come un diario, cupo e disperato, degli eventi occorsi agli ebrei di Sighet, piccolo centro della Transilvania, negli anni dal 1941 al 1945, cioè dalle prime avvisaglie di antisemitismo alla prigionia nei campi di concentramento, fino all'orr ore della «marcia della morte» . L'obbligo di indossare la stella gialla, gli editti di divieto a entrare nei caffè e nei ristoranti, la reclusione nei ghetti sono solo alcuni degli episodi narrati dall'autore, romeno di nascita e statunitense d’adozione, prima di descrivere la propria esperienza di prigioniero nei luoghi infernali di Birkenau, di Auschwitz (nel sottocampo di Buna) e di Buckenwald , lager dove vide morire i genitori e la sorella più piccola. Elie Wiesel, allora appena quindicenne, sperimentò fame, sete, percosse, lavoro massacrante e sadiche torture. In campo di concentramento, assistette alla morte di donne, uomini e bambini (indimenticabili le pagine dedicate all’«angelo dagli occhi tristi»). Vide padri e figli arrivare ad essere estranei, addirittura nemici, per una crosta di pane. Capì che la sola parola d’ordine di Auschwitz era «Lavorate o finirete nel camino!». Perse la sua fervente fede, di fronte alla scoperta del male assoluto. Un male che rimase come cicatrice indelebile nella sua mente. Lo spettacolo prodotto dall’associazione culturale «Educarte», con la collaborazione dal teatro Sociale di Busto Arsizio, si fonda principalmente sulla parola, sulla «testimonianza». A fare da colonna sonora saranno pochi effetti acustici come lo sferragliare del treno, i rumori di guerra, il suono della sirena, l’insistente bussare alle porte del ghetto e canzoni quali «Lili Marlene» di Hans Leip e «La vie en rose» di Édith Piaf. Grande spazio verrà dato a musiche della cultura yiddish come «Hevenu Shalom Zingt», «David Melech» e «O Ir Klejne Lichtelech», oltre a un canto kaddish nella versione musicale di Ravel . «Per la scelta di questa brano –racconta Delia Cajelli- mi sono avvalsa dell’aiuto di Jonathan Sierra, un ebreo che vive in Israele. Il testo del kaddish, in aramaico, esalta la grandezza e l’eternità del Signore e, pur non contenendo accenni alla morte, è la principale preghiera in ricordo delle persone scomparse. Viene recitato dai figli e dai parenti stretti del defunto al momento della sepoltura, nel primo periodo del lutto e in occasione degli anniversari della sua scomparsa». La scenografia, fatta di pochi elementi come mucchi di gamelle e vecchi abiti, oltre al filo spinato (per la prima volta usato come elemento scenico in uno spettacolo del teatro Sociale per la Giornata della memoria), pone in evidenza la scritta «Arbeit macht frei» («Il lavoro rende liberì»). Emblema stesso della Shoah, quest’iscrizione è stata riprodotta fedelmente lo scorso anno dagli studenti della attuale classe V F del liceo artistico «Paolo Candiani» di Busto Arsizio, sotto la supervisione della professoressa Emilia Bonfanti, quale invito alla preservazione della memoria del genocidio ebreo e dei suoi simboli. Un invito che l’associazione culturale Educarte e il teatro Sociale di Busto Arsizio intendono rivolgere agli «adulti di domani», perché, come scriveva Primo Levi, «ogni uomo civile è tenuto a sapere che Auschwitz è esistito, e che cosa vi è stato perpetrato», per far sì che l’orrore non si ripeta. Per rendere ancora più coinvolgente la narrazione, «la prima parte dello spettacolo –spiega Delia Cajelli- verrà recitata con una tecnica di teatro sperimentale. Gli attori saranno in platea, tra il pubblico, e gli spettatori si ritroveranno tutti a interpretare la parte degli ebrei di Sighet, la comunità al centro della prima parte del racconto «La notte»». La regista bustese sottolinea, inoltre, che il ruolo del protagonista sarà affidato a giovani int erpreti : «ho assegnato la parte di Elie Wiesel giovane a tre mie studenti dei laboratori «Officina della creatività», che si passeranno il testimone nelle varie repliche. Stefano Montani sarà in scena a Como e nella replica del 26 gennaio a Busto

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Arsizio, Lorenzo Gianquintieri a Sondrio e Davide Zanzottera a Intra e nei due spettacoli del 27 gennaio a Busto Arsizio».

«Se questo è un uomo», da quattordici anni in repertorio In occasione della Giornata della memoria 2011, verrà anche riproposto lo spettacolo «Se questo è un uomo» , tratto dall’omonimo racconto che Primo Levi compose, tra il dicembre del 1945 e il gennaio del 1947, per documentare la drammatica condizione degli ebrei nei campi di concentramento e per raccontare la sua stessa vicenda di deportato ad Auschwitz. Un testo, questo, pubblicato nel 1947 per i tipi dell’editore De Silva e ristampato nel 1958 da Einaudi, che la critica ha definito testimonianza alta del dramma della Shoah e del sistema di disumanizzazione e di morte in vigore nei lager nazisti, insieme ad altri due lavori dell’autore torinese, di religione ebraica: «La tregua» (1963) e «I sommersi e i salvati» (1986). Lo spettacolo del teatro Sociale, in repertorio dall’aprile 1997, si configura come un documento-reportage dal lager, in cui attraverso parole, rumori come lo sferragliare del treno, musiche del tempo e non, quali «Auschwitz (Canzone del bambino nel vento)» di Francesco Guccini e l’aria «Lili Marlene» di Hans Leip (resa famosa dall’interpretazione di Marlene Dietrich), si viene condotti alla scoperta dei ritmi di vita e delle storie di chi è stato prigioniero nelle fabbriche della morte del regime nazista, di chi è sopravvissuto e ha potuto raccontare l’orrore del folle «piano hitleriano di epurazione della razza ebraica», ma anche dei tanti che non hanno fatto più ritorno alle proprie case. Quest’anno il recital verrà rappresentato, per iniziativa dell’associazione culturale «Educarte», a Villafranca di Verona , in due repliche riservate al liceo scientifico statale «Enrico Medi» (lunedì 31 gennaio 2011, ore 9.00 e ore 11.00).

Informazioni al pubblico : Il teatro Sociale srl, piazza Plebiscito 8, 21052 Busto Arsizio (Varese), tel. 0331 679000, fax. 0331 637289, [email protected], www.teatrosociale.it. Informazioni alla stampa : Ufficio stampa teatro Sociale di Busto Arsizio - Annamaria Sigalotti, piazza Plebiscito, 8 – 21052 Busto Arsizio (Varese) tel. 0331.679000, fax. 0331.637289, cell. 347.5776656, e-mail:[email protected].

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LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO «LA NOTTE»

LA NOTTE

(Giornata della memoria 2011) dall’omonimo romanzo di Elie Wiesel con gli attori del teatro Sociale (Gerry Franceschini, Mario Piciollo, Anita Romano e Claudio Tettamanti) e con la partecipazione gli allievi di «Officina della creatività» di «Educarte» (nella parte di Elie Wiesel giovane, si passeranno il testimone Lorenzo Gianquintieri Stefano Montani, Davide Zanzottera) regia e riduzione scenica di Delia Cajelli produzione: associazione «Educarte» – teatro Sociale di Busto Arsizio spettacolo di prosa (teatro-documento)

Sul palco per non dimenticare. Sul palco per ricordare i milioni di vittime, ebrei e prigionieri politici, che morirono nei campi di concentramento nazisti. Il teatro Sociale di Busto Arsizio ricorda la Giornata della memoria, momento di riflessione istituito -come recita la legge 211 del 20 luglio 2000- «per ricordare le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, i cittadini italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che -anche in campi e schieramenti diversi- si sono opposti al progetto di sterminio, ed anche a costo della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Nel solco di una tradizione che ha portato ad indagare, oltre a storie locali incentrate sul tema delle persecuzioni nazi-fasciste, anche grandi classici della letteratura concentrazionaria come il «Diario di Anna Frank» e «Se questo è un uomo» di Primo Levi, il teatro Sociale di Busto Arsizio volge la propria attenzione al romanzo breve «La notte» , scritto dal giornalista e novellista romeno Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986 .

IL LIBRO «LA NOTTE» Il testo, pubblicato a Parigi nel 1958 ed edito in Italia solo nel 1980, si configura come un diario, cupo e disperato, degli eventi occorsi agli ebrei di Sighet, piccolo centro della Transilvania, negli anni dal 1941 al 1945, cioè dalle prime avvisaglie di antisemitismo alla prigionia nei campi di concentramento, fino all'orrore della «marcia della morte». L'obbligo di indossare la stella gialla , gli editti di divieto a entrare nei caffè e nei ristora nti , la reclusione nei ghetti sono solo alcuni degli episodi narrati dall'autore romeno, prima di descrivere la propria esperienza di prigioniero nei luoghi infernali di Birkenau, Auschwitz e Buckenwal d, lager dove vide morire i genitori e Zipporà, la sorella più piccola. L’idea di raccontare questa testimonianza singolare, «unica dopo tante altre», venne data a Elie Wiesel, nel maggio del 1955, dal giornalista e scrittore francese François Charles Mauriac, autore della prefazione al testo, pubblicata anche nell’edizione italiana (Giuntina, Firenze 1980). In queste pagine si legge una delle migliori descrizioni de «La notte»: «[…] Quella mattina, il giovane israeliano che mi interrogava per conto di un giornale di Tel Aviv mi ispirò una simpatia dalla quale non dovetti difendermi molto a lungo, perché il nostro discorso prese quasi subito una presa personale. Mi trovai a evocare dei ricordi del tempo dell’occupazione. Non sono sempre le circostanze alle quali abbiamo direttamente partecipato che ci toccano di più, e io confidai al mio giovane visitatore che nessuna visione di quegli anni oscuri mi aveva tanto segnato come quei vagoni riempiti di bambini ebrei alla stazione […] Questo sogno ha finito di dissiparsi per me

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davanti a quei vagoni carichi di bambini […] - Quante volte ho pensato a quei bambini! Io sono uno di loro! – Aveva visto scomparire sua madre, una sorellina adorata e tutti i suoi tranne suo padre nel forno alimentato da creature viventi. In quanto al padre, doveva assistere al suo martirio, giorno dopo giorno, alla sua agonia e alla sua morte! […]». Elie Wiesel, appena quindicenne, sperimentò fame, sete, percosse, lavoro massacrante e sadiche torture. Assistette alla morte di donne, uomini e bambini (indimenticabili le pagine dedicate all’«angelo dagli occhi tristi»). Vide padri e figli arrivare ad essere estranei, addirittura nemici, per una crosta di pane. Capì che la sola parola d’ordine di Auschwitz era «Lavorate o finirete nel camino!». Perse la sua fervente fede, di fronte alla scoperta del male assoluto. Un male che rimase come cicatrice indelebile nella sua mente: «Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, -scrisse, infatti, l'autore- che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai».

LO SPETTACOLO Lo spettacolo «La notte», per la riduzione scenica e la regia di Delia Cajelli , vedrà in scena gli attori del teatro Sociale (Gerry Franceschini , Mario Piciollo , Anita Romano e Claudio Tettamanti ) e gli allievi laboratori teatrali «Officina della creatività» , corsi per studenti delle scuole di ogni ordine e grado che l’associazione «Educarte» tiene nella città di Busto Arsizio. Lo spettacolo sarà basato interamente basato sulla parola, sulla «testimonianza», ripercorrendo scrupolosamente le pagine più significative del romanzo. La prima parte della rappresentazione darà un ruolo attivo al pubblico, che interpreterà la parte degli ebrei di Sighet, la comunità nella quale viveva Elie Wiesel. A fare da colonna sonora al racconto saranno pochi effetti acustici come lo sferragliare del treno, i rumori di guerra, il suono della sirena, l’insistente bussare alle porte del ghetto e canzoni del tempo, musiche della cultura yiddish , oltre a un canto kaddish nella versione musicale di Ravel . La scenografia, fatta di pochi elementi come mucchi di gamelle e vecchi abiti, oltre al filo spinato (per la prima volta usato come elemento scenico in uno spettacolo del teatro Sociale per la Giornata della memoria), pone in evidenza la scritta «Arbeit macht frei» («Il lavoro rende liberì»). Emblema stesso della Shoah, quest’iscrizione è stata riprodotta fedelmente lo scorso anno dagli studenti della attuale classe V F del liceo artistico «Paolo Candiani» di Busto Arsizio, sotto la supervisione della professoressa Emilia Bonfanti, quale invito alla preservazione della memoria del genocidio ebreo e dei suoi simboli. Un invito che l’associazione culturale Educarte e il teatro Sociale di Busto Arsizio intendono rivolgere agli «adulti di domani», perché, come scriveva Primo Levi, «ogni uomo civile è tenuto a sapere che Auschwitz è esistito, e che cosa vi è stato perpetrato», per far sì che l’orrore non si ripeta.

LE MUSICHE

Lo sferragliare del treno, i rumori di guerra, il suono della sirena, l’insistente bussare alle porte del ghetto e canzoni del tempo, quali «Lili Marlene» di Hans Leip e «La vie en rose» di Édith Piaf, sottolineeranno più punti dello spettacolo. Grande spazio verrà dato a musiche della cultura

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yiddish come «Hevenu Shalom Zingt», «David Melech» e «O Ir Klejne Lichtelech», oltre a un canto kaddish nella versione musicale di Ravel . «Per la scelta di questa brano, che accompagnerà più momenti dello spettacolo, –racconta Delia Cajelli- mi sono avvalsa dell’aiuto di Jonathan Sierra, un giovane ebreo che vive in Israele. Il testo del kaddish, in aramaico, esalta la grandezza e l’eternità del Signore e, pur non contenendo accenni alla morte, è la principale preghiera in ricordo delle persone scomparse. Viene recitato dai figli e dai parenti stretti del defunto al momento della sepoltura, nel primo periodo del lutto e in occasione degli anniversari della sua scomparsa».

KADDISH (TESTO BASE) Yitgadàl veyitqadàsh shemèi rabà (il pubblico risponde: Amèn) be’almà diverà khirutèi veyamlìkh malkhutèi bechayekhòn uvyomeikhòn uvchayei dekhòl bet-Yisraèl ba’agàla uvizmàn karìv veimrù Amèn. Yhèi shemèi rabà mevaràkh le’alàm ul’almèi ‘almayà yitbaràkh veyishtabàch veyitpaàr veyitromàm veyitnasè veyitadàr veyit’alèh veyithalàl shemèi deKudshà Berìkh-hù le’ilà min kol bir'khatà veshiratà tushbechatà venechematà daamiràn bealmàh veimrù Amèn. Yhèi shelamà rabà min-shemayà vechayìm tovìm ‘aleinu ve’àl kol Yisraèl veimrù Amèn. Osèh shalòm bimromàv hù ya’asèh shalòm ‘alèinu ve’àl kol Yisraèl veimrù Amèn. Note per la pronuncia: * q: pronunciare come una k, dura. * ch e kh: sono due aspirate-gutturali che in Italiano non esistono. Pronunciare come in Tedesco buch, hoch, auch. * h (non nelle combinazioni ch e kh) : è sempre muta. * z: pronuncia dolce, come italiano la s di caso, Tommaso, naso. * sh: come la sc di sciare, scemo, scendere

TRADUZIONE Sia esaltato e santificato il Suo grande nome nel mondo che Egli ha creato secondo la Sua volontà e perduri il Suo regno nella vostra vita, nei vostri giorni

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e nella vita di tutto il Popolo di Israele presto e quanto prima e direte Amen. Sia benedetto il Suo grande nome sempre ed eternamente sia benedetto, lodato, glorificato, innalzato, sfoggiato, esaltato, elevato e celebrato il nome del Santo Benedetto, al di sopra di ogni benedizione e canto, lode e consolazione pronunciate al mondo, e direte Amen. Giunga tanta pace dal cielo e una buona vita sia concessa a noi e a tutto il Popolo di Israele e direte Amen. Colui che crea la pace nei cieli possa portare la pace a noi e a tutto il Popolo di Israele e direte Amen.

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TEATR0 SOCIALE, DA SEDICI ANNI SUL PALCO PER NON DIMENTICARE Sul palco per non dimenticare : è questo il monito che da sedici anni guida l’attività del teatro Sociale di Busto Arsizio. E’, infatti, l’aprile del 1995 quando Delia Cajelli , direttore artistico della sala di piazza Plebiscito e presidente dell’associazione culturale «Educarte», produce il suo primo spettacolo sul tragedia della Shoah: gli allievi della scuola di recitazione per attori professionisti «Il metodo» portano in scena, negli spazi del bustocco Palazzo Cicogna, «Il diario di Gusen» del pittore milanese Aldo Carpi . Due anni dopo, il 30 aprile 1997, al Tempio civico Sant’Anna, «casa della memoria» della città di Busto Arsizio, si tiene la prima nazionale del recital «Se questo è un uomo », tratto dall’omonimo romanzo di Primo Levi . Lo spettacolo entra a far parte del repertorio della compagnia stabile di piazza Plebiscito e tuttora viene rappresentato in teatri, auditorium e scuole del nord Italia. Questo gennaio il recital verrà, per esempio, proposto a Villafranca di Verona. Con l’istituzione da parte dello Stato italiano della Giornata della memoria , nel luglio 2000, la sala bustocca intensifica la propria attività sul fronte della produzione di rappresentazioni teatrali dedicate al ricordo delle vittime del regime nazista. Nel 2001 presenta «Il fumo che sale lento», sulla storia di Anna Frank , e propone, negli spazi del Tempio civico Sant’Anna, la mise en espace «Olocausto», con testi come «Scarpette rosse e riccioli biondi» di Joyce Lussu e «Ai miei compagni che non tornarono» di Giovannino Guareschi . Nel 2002 è la volta della riduzione scenica del rom anzo «La notte» di Elie Wiesel ; nei due anni successivi vanno in scena «Destinatario sconosciuto» di Kressmann Taylor e «Olocausto», recital con testi tratti in prevalenza dall’oratorio «L’istruttoria» di Peter Weiss . Nel 2005, anno in cui inizia la collaborazione tra il teatro Sociale di Busto Arsizio e l’associazione culturale «Educarte», diventano piéce le storie di Liliana Segre , Goti Bauer e Giuliana Tedeschi , raccontate nel libro «Come una rana d’inverno» di Daniela Padoan . Seguono gli allestimenti di «Giustizia, non vendetta», tratto dal volume «Il girasole» di Simon Wiesenthal (l’uomo passato alla storia come il «cacciatore dei nazisti») e di «Chi vuol veder la mamma, faccia un passo avanti», sulla vicenda dei venti bambini di Bullenhuser Damm . Nel 2008 va in scena «Dedicato ad…Angelo», sui fatti occorsi al concittadino Angelo Castiglioni, reduce dal campo di Flossemburg. Il 2009 è l’anno della favola per bambini «C’era una volta il cattivo Adolf», ispirata al racconto «Quando Hitler rubò il coniglietto rosa» di Judith Kerr , e del recital «L’Olocausto è…donna», teso a restituire la realtà della deportazione dal punto di vista femminile. Lo scorso anno il teatro Sociale di Busto Arsizio ha prodotto, con la preziosa collaborazione dell’associazione culturale «Educarte» e della dottoressa Anna Maria Hábermann (che ha gentilmente messo a disposizione lettere e materiale inedito della sua famiglia), lo spettacolo «Hábermann, ultima testimone del silenzio» , sulla storia del dottor Aladár Hábermann , medico ebreo ungherese, trapiantato a Busto Arsizio nel 1933, che aiutò e assistette profughi ebrei e perseguitati dal nazi-fascismo nel territorio della provincia di Varese, mentre nella sua terra natale perdeva, a causa delle leggi razziali, i genitori e il figlio Tamás , scomparsi in lager nazisti. Sempre nel 2010, e più precisamente nel mese di giugno, l’associazione culturale «Educarte» ha collaborato con il liceo scientifico statale «Arturo Tosi» di Busto Arsizio, nell’ambito del progetto triennale «Officina della creatività - Cantiere pe r la formazione e per lo sviluppo della creatività artistica della PERSONA» , alla realizzazione di una learning week sul libro «I sommersi e i salvati » di Primo Levi , alla quale hanno partecipato una ventina di adolescenti e che si è concluso con uno spettacolo teatrale dal titolo «Shoah». Lo scorso anno il teatro Sociale

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ha, inoltre, realizzato, in occasione della Festa della Liberazione, uno spettacolo sulla strage di Marzabotto dal titolo «Hanno memoria le querce! Hanno memoria». Nel 2011 l’associazione presieduta da Delia Cajelli e il teatro Sociale di Busto Arsizio propongono un nuovo adattamento scenico del romanzo «La notte» di Elie Wiesel, una delle testimonianze più umane e più alte del dramma della Shoah . Lo spettacolo, che verrà messo in scena dagli attori del teatro Sociale (Gerry Franceschini, Mario Piciollo, Anita Romano e Claudio Tettamanti) e dagli allievi dei due laboratori teatrali «Officina della creatività », è al centro del progetto itinerante «Giornata della memoria: dieci giorni di eventi per non…dimenticare» , promosso dall’associazione culturale «Educarte», con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto onlus e della Fondazione Cariplo di Milano . L’iniziativa, in cartellone dal 24 gennaio al 3 febbraio 2011, toccherà le città di Como, Busto Arsizio, Intra e Sondrio.

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INFORMAZIONI PRATICHE

«GIORNATA DELLA MEMORIA, DIECI GIORNI PER NON…DIMENTICARE» progetto itinerante promosso dall’associazione culturale «Educarte», con il patrocinio e il contributo economico della Fondazione comunitaria del Varesotto onlus e della Fondazione Cariplo di Milano

La notte dall’omonimo romanzo di Elie Wiesel con gli attori del teatro Sociale (Gerry Franceschini, Mario Piciollo, Anita Romano e Claudio Tettamanti) e con la partecipazione gli allievi di «Officina della creatività» di «Educarte» (nella parte di Elie Wiesel giovane, si passeranno il testimone Lorenzo Gianquintieri, Stefano Montani e Davide Zanzottera) regia e riduzione scenica di Delia Cajelli produzione: associazione «Educarte» – teatro Sociale di Busto Arsizio spettacolo di prosa (teatro-documento)

- lunedì 24 gennaio 2011, ore 8.45 e ore 11.00 - Como, teatro Nuovo di Rebbio (nella parte di Elie Wiesel giovane: Stefano Montani) - martedì 25 gennaio 2011, ore 10.15 – Intra, Centro Socio Incontro Sant’Anna (nella parte di Elie Wiesel giovane: Davide Zanzottera) - mercoledì 26 gennaio 2011, ore 10.15 – Busto Arsizio, teatro Sociale (nella parte di Elie Wiesel: Stefano Montani) - giovedì 27 gennaio 2011, ore 10.15 e ore 21.00 - Busto Arsizio, teatro Sociale (nella parte di Elie Wiesel giovane: Davide Zanzottera) - mercoledì 3 febbraio 2011 – Sondrio, Sala polifunzionale Don Bosco (nella parte di Elie Wisel giovane: Lorenzo Gianquintieri)

Se questo è un uomo dall’omonimo romanzo di Primo Levi con gli attori del teatro Sociale cast: Delia Cajelli, Gerry Franceschini, Anita Romano regia e riduzione scenica di Delia Cajelli produzione: associazione «Educarte» – teatro Sociale di Busto Arsizio spettacolo di prosa (teatro-documento)

- lunedì 31 gennaio 2011, ore 9.00 e ore 11.00 – Villafranca di Verona, Liceo scientifico statale «Enrico Medi», auditorium (via Magenta 7/A)

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LA GIORNATA DELLA MEMORIA A BUSTO ARSIZIO progetto promosso dall’associazione culturale «Educarte», con il patrocinio e il contributo

economico della Fondazione comunitaria del Varesotto onlus e della Fondazione Cariplo di Milano, nell’ambito del cartellone comunale per la Giornata della memoria 2011

mercoledì 26 gennaio 2011–ore 10.15 e giovedì 27 gennaio 2011–ore 10.15 e ore 21.00

La notte dall’omonimo romanzo di Elie Wiesel con gli attori del teatro Sociale (Gerry Franceschini, Mario Piciollo, Anita Romano e Claudio Tettamanti) e con la partecipazione gli allievi di «Officina della creatività» di «Educarte» (nella parte di Elie Wiesel giovane, si passeranno il testimone Lorenzo Gianquintieri, Stefano Montani e Davide Zanzottera) regia e riduzione scenica di Delia Cajelli produzione: associazione «Educarte» – teatro Sociale di Busto Arsizio spettacolo di prosa (teatro-documento)

Ingresso : matinèe (fascia d’età consigliata: scuole secondarie di primo e secondo grado) posto unico € 6,50; spettacolo serale: libero e gratuito Nota : Lo spettacolo serale è promosso dal teatro Sociale, in collaborazione con l’associazione culturale «Educarte», nell’ambito delle manifestazioni cittadine per la Giornata della memoria 2011 e del cartellone di «BA Teatro », rassegna che comprende, sotto l’egida e con il contributo economico dell’amministrazione comunale, le programmazioni di quattro tra le principali sale teatrali della città. Le rappresentazioni mattutine, anche esse inserite nel cartellone cittadino per la Giornata della memoria 2011 e nella rassegna «Il teatro per i ragazzi e dei ragazzi» di «Educarte», vedranno la partecipazione di oltre settecento studenti , provenienti dal liceo scientifico «Leonardo Da Vinci» di Gallarate, dal liceo classico «Giovanni Pascoli» di Gallarate, dal liceo scientifico «Arturo Tosi» di Busto Arsizio, dall’Istituto «Karol Wojtyla» di Cassano Magnago, dall’Istituto comprensivo «Benedetto Croce» di San Macario, dall’Istituto comprensivo «Sandro Pertini» di Busto Arsizio (scuola secondaria di primo grado «Enrico Fermi»), dall’istituto omnicomprensivo europeo «Giuseppe Mazzini» di Buscate e dall’Istituto tecnico industriale «Siai Marchetti» di Busto Arsizio. La replica del 27 gennaio 2011 è già sold out.