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Giovanni Battista Pergolesi 1710 - 1736

Giovanni Battista Pergolesi · SERPINA Adunque? Io già no 'l preparai voi di men ne farete, padron mio bello, e ve ne cheterete. UBERTO Vespone, ora che ho preso il cioccolatte già

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Giovanni Battista

Pergolesi

1710 - 1736

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L’opera comica

• Nobiltà finanzia teatri minori e l’opera buffa

• La corte finanzia dramma serio

• Non è possibile risalire alle origini dell’opera comica

• Nel 1600 allestimenti occasionali

• Nel 1700 l’opera comica nasce a Napoli ufficialmente, poi arriva in tutta Italia e Europa

• Nuovi teatri specifici

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I nomi per definire il nuovo genere

• Intermezzo, opera buffa, dramma giocoso, commedia per musica, farsa, burletta.

• Si divide in due forme principali:

• 1 opera breve: fatta da pochi episodi comici chiamata «intermezzo»

• 2 commedia musicale: di dimensioni intere

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Temi

• Quotidianità della vicenda

• Carattere giocoso

• Ritmo teatrale rapido e vivace

• Realtà quotidiana

• Un’immagine di verità

• Spontaneità espressiva

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Attori

• Interpreti meno capaci vocalmente dei virtuosi

• 2-3 attori

• Valorizzano l’azione mimica

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La fortuna

• Per la sua economicità ha avuto una circolazione più intensa

• Napoli e Venezia si specializzano nel genere

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I libretti

• Gli intrecci sono semplici con poche situazioni

• Serie di conflitti, bisticci, equivoci tra i due protagonisti

• Lieto fine obbligatorio

• Argomenti tratti da «commedia dell’arte»

• Travestimenti

• Equivoco sulla persona – scambi di identità

• Italiano colloquiale

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La serva padrona

• 1733

• Libretto di G. Federico

• Per basso (Uberto) e soprano (Serpina), più un personaggio muto (Vespone, servo di Uberto) e complesso d’archi

• Prima esecuzione al San Bartolomeo di Napoli

• Intermezzo dell’opera seria Il prigionier superbo

• si afferma come modello del suo genere

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La trama

Un ricco e attempato signore di nome Uberto ha al suo servizio lagiovane e furba Serpina che, con il suo carattere prepotente, approfittadella bontà del suo padrone.

Uberto, per darle una lezione, le dice di voler prendere moglie: Serpinagli chiede di sposarla, ma lui, anche se è molto interessato, rifiuta. Perfarlo ingelosire Serpina gli dice di aver trovato marito, un certo capitanTempesta, che in realtà è l'altro servo di Uberto (Vespone) travestito dasoldato.

Serpina chiede a Uberto una dote di 4000 scudi; Uberto, pur di nonpagare, sposerà Serpina, la quale da serva diventa finalmente padrona.

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• UBERTO: «Io m'ho cresciuta questa serva piccina. L'ho fatta di carezze, l'ho tenuta come mia figlia fosse! Or ella ha preso perciò tanta arroganza, fatta è sì superbona, che alfin di serva diverrà padrona.»

• SERPINA: Lasciatemi insegnare la creanza a quel birbo.

UBERTO Ma in presenza del padrone?

SERPINA Adunque perch'io son serva, ho da esser sopraffatta. Ho da essere maltrattata? No signore, voglio esser rispettata, voglio esser riverita come fossi padrona, arcipadrona, padronissima.

• UBERTO Io crederei, che la mia serva adesso, anzi, per meglio dir, la mia padrona, d'uscir di casa mi darà il permesso

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• UBERTO (accorgendosi di Serpina) Oh qui sta ella. Facciam nostro dover. Posso o non posso? Vuole o non vuol la mia padrona bella?...

• SERPINA: Mi dia la destra in sua presenza.

UBERTO Sì.

SERPINA Viva il padrone.

UBERTO Va ben così?

SERPINA E viva ancor Vespone. (Vespone si leva i mustacchi)

UBERTO Ah! ribaldo! tu sei? E tal inganno... lasciami...

SERPINA E non occorre più strepitar. Ti son già sposa, il sai.

UBERTO È ver, fatta me l'hai: ti venne buona.

SERPINA E di serva divenni io già padrona.

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Modi colloquiali e dialettali

• Serpina: «E m’ave ad uscir l’anima aspettando? … Voi mi state sui scherzi … Per me io un marito m’ho trovato … Io me l’ho allevata … Statti a vedere che costui mi farà…»

• Aria di Uberto: «Aspettare e non venire» (due infiniti che hanno due soggetti impliciti -io- aspettare e -lei- non venire). Spiega in maniera realistica lo stato di perplessità e di confusione del protagonista, che da più di tre ore attende di essere servito della cioccolata che non gli arriverà mai.

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Aspettare e non venire

Scena unica

Anticamera.

Uberto non interamente vestito, e Vespone di lui servo, poi Serpina.

[Aria]

UBERTO

Aspettare e non venire,

stare a letto e non dormire,

ben servire e non gradire,

son tre cose da morire.

https://www.youtube.com/watch?v=xAYiDjA_nhc

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• Il rapporto tra recitativo e aria è diverso da opera seria

• Le arie sono parte integrante che si inserisce nell’azione drammatica

•Continuità di pensiero: esempio di continuità tra recitativo e aria in sempre in contrasti di Uberto

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Recitativo (4.50)

SERPINA Ma me la pagherai.

UBERTO Io costui t'inviai...

SERPINA Ed a che fare?

UBERTO A che far? Non ti ho chiesto il cioccolatte, io?

SERPINA Ben, e per questo?

UBERTO E m'ha da uscir l'anima aspettando che mi si porti?

SERPINA E quando voi prenderlo dovete?

UBERTO Adesso. Quando?

SERPINA E vi par ora questa? È tempo ormai di dover desinare.

UBERTO Adunque?

SERPINA Adunque? Io già no 'l preparai voi di men ne farete, padron mio bello, e ve ne cheterete.

UBERTO Vespone, ora che ho preso il cioccolatte già dimmi: «Buon pro vi faccia e sanità.» (Vespone ride)

SERPINA Di chi ride quell'asino?

UBERTO Di me, che ho più flemma d'una bestia. Ma bestia non sarò, più flemma non avrò, il giogo scuoterò, e quel che non ho fatto alfin farò!

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Aria (6.00)

[Aria]

UBERTO

(a Serpina) Sempre in contrasti con te si sta.

E qua e là, e su e giù e sì e no.

Or questo basti, finir si può.

(a Vespone) Ma che ti pare? Ho io a crepare? Signor mio, no.

(a Serpina) Però dovrai per sempre piangere la tua disgrazia, e allor dirai che ben ti sta.

(a Vespone) Che dici tu? Non è così? Ma così va!

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Recitativo

SERPINA In somma delle somme per attendere al vostro bene io mal ne ho da ricevere?

UBERTO (a Vespone) Poveretta! la senti?

SERPINA Per aver di voi cura, io, sventurata, debbo esser maltrattata?

UBERTO Ma questo non va bene.

SERPINA Burlate, sì!

UBERTO Ma questo non conviene.

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Caratteristiche musicali

• Procedimento martellante delle iterazioni verbali

• Incisi melodici brevi, interrotti da frequenti pause

• Rimbalzare di monosillabi antitetici: qua e la, su e giù, si e no

• Linguaggio musicale che favorisce gesti e movimenti

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Stizzoso mio stizzoso

[Aria]

SERPINA Stizzoso, mio stizzoso voi fate il borïoso, ma non vi può giovare.

Bisogna al mio divieto star cheto, e non parlare. E... Serpina vuol così.

Cred'io che m'intendete, dacché mi conoscete son molti e molti dì.

https://www.youtube.com/watch?v=ZUa3AN-_hM0

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Musica - azione

• Aderenza della musica all’azione drammatica e alla caratterizzazione psicologica della situazione e dei personaggi

• Aria di Serpina: A Serpina penserete (l’alternanza di sezioni in 4/4 largo e in 3/8 Allegro serve a delineare i due aspetti della personalità della protagonista: l’ardente passionalità e la frivola esuberanza

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A Serpina penserete

• [Aria]

• SERPINA A Serpina penserete qualche volta, e qualche dì e direte: «Ah! poverina, cara un tempo ella mi fu.» (Ei mi par che già pian piano s'incomincia a intenerir.) S'io poi fui impertinente, mi perdoni: malamente mi guidai: lo vedo, sì. (Ei mi stringe per la mano, meglio il fatto non può gir.)

• https://www.youtube.com/watch?v=E1MDbrv2zVE

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Similarità con Stabat Mater

• https://www.youtube.com/watch?v=xHQVtYzjLao&t=813s

• Min. 4.38: cujus animan gementem

• Min. 10.22: Quae moerebat et dolebat

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Duetto finaleSERPINA Contento tu sarai, avrai amor per me?

UBERTO So che contento è il core e amore avrò per te.

SERPINA Di pur la verità.

UBERTO Quest'è la verità.

SERPINA Oh dio! mi par che no.

UBERTO Non dubitar, oibò!

SERPINA Oh sposo grazïoso!

UBERTO Diletta mia sposetta!...

Insieme

SERPINA Così mi fai goder.

UBERTO Sol tu mi fai goder.

SERPINA Se comandar vorrò, disgusto non avrai or serva più non son.

UBERTO Disgusto non avrò, se comandar vorrai: ma con discrezion.

SERPINA Quanto sei caro, quanto!

UBERTO Quanto sei cara, quanto!

SERPINA E UBERTO Quest'è per me piacer!

https://www.youtube.com/watch?v=JOgzLyd0GTo

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La querelle des bouffons

• 1752 a Parigi

• Rappresentazione de La serva padrona di Pergolesi e di Acis et Galatée di Jean-Baptiste Lully

• In seguito si formarono due fazioni che presero nome dai settori della sala ove abitualmente si riunivano: il coin du roi comprendeva i sostenitori della musica francese, che sedevano sotto il palco del re; nel coin de la reine confluirono invece gli "italianisti«

• Nel 1754 Luigi XV, stanco delle polemiche, troncò la querelle decretando il bando dei bouffons dai teatri francesi.

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Teatro alla moda – Benedetto Marcello

• Il teatro alla moda è un libello satirico

• Opinioni critiche sull'ambiente dell'opera seria italiana delle prime due decadi del XVIII secolo

• Le critiche: l'artificiosità delle trame, lo stile stereotipato della musica, le scenografie stravaganti e i macchinari, l'ignoranza e la venalità dei compositori e dei poeti, la vanità e la volgarità dei cantanti, l'avidità degli impresari e l'inettitudine dei musicisti.

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Il teatro alla moda

• “Non dovrà il Virtuoso moderno aver solfeggiato, né mai solfeggiare per non cader nel pericolo di fermar la voce, d'intonar giusto, d'andar a tempo, etc, essendo tali cose fuori affatto del moderno costume.”

• “Non dovrà il moderno compositore di musica possedere notizia veruna delle regole di ben comporre... non saprà quanti e quali siano li modi ovvero toni ...saprà poco leggere, manco scrivere, e per conseguenza non intenderà la lingua latina...”

• “In primo luogo non dovrà il Poeta moderno aver letti, né leggere mai gli Autori antichi Latini o Greci. Imperciocché nemmeno gli antichi Greci o Latini hanno mai letto i moderni.”