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64 È nota da tempo l’importan- za della dieta nella preven- zione del cancro e ci sono inoltre sempre più eviden- ze che i cibi che favorisco- no lo sviluppo della malat- tia possano peggiorare la prognosi e mentre quelli protettivi possano mi- gliorarla. “L’American Institute for Cancer Re- search- rileva il dott. Paolo Bellingeri, autore di La dieta nel tumore - ha calcolato che le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su dieci e che lo stile di vita alimentare riesce a prevenire anche il 30% di tutte le forme neoplastiche che si diagnosticano”. Dott. Bellingeri, quali sono i presupposti concettuali su cui impostare un corretto approccio al rapporto tra alimentazione e cancro? Per cambiare il modo di mangia- re, è necessario cambiare prima il modo di pensare il cibo e il can- cro, partendo dalla sua stessa de- finizione: “termine generico che comprende più di cento patologie caratterizza- te da crescita anomala e incontrollata di cellu- le”. Quando queste cellule anomale vivono più a lungo del loro ciclo vitale medio e continuano a suddividersi e diffondersi, sfuggendo al fisio- logico controllo, si forma la massa definita come “tumore. Per svilupparsi, un cancro necessita del cosiddetto “microambiente del tumore”, in cui la coesistenza di una condizione di infiam- mazione cronica, ad esempio, induce la produ- zione di sostanze che lo favoriscono; oppure di ormoni come l’insulina, prodotta in seguito a ec- cessi alimentari. L’infiammazione è il principale fattore che unisce tra di loro gli stili di vita nocivi (alimentazione scorretta, sedentarietà, fumo) e le più importanti malattie cronico-degenerative della nostra società. Nella difesa da questa pa- tologia concorrono diversi fattori: alcuni non sono modificabili, come il patrimonio genetico o l’età, ma su altri, dieta e stile di vita, si può intervenire significativamente. Nel nostro or- ganismo ospitiamo le armi per neutralizzare gli eventi infiammatori e che queste armi trovano la loro origine nei cibi che introduciamo, potendo così parlare veramente di prevenzione primaria CON “LA DIETA NEL TUMORE – REGOLE DI UNA SANA ALIMENTAZIONE” PAOLO BELLINGERI PROPONE UN MODO DI PENSARE IL RAPPORTO TRA CIBO E CANCRO, FRUTTO DI UNA LUNGA ESPERIENZA PROFESSIONALE E DELLA RICERCA SCIENTIFICA PIÙ SERIA E ATTUALE, FORNENDO IDEE, STRUMENTI E RICETTE UTILI TANTO PER CHI È MALATO QUANTO PER UN’EFFICACE PREVENZIONE. CULTURA Giovanni Bernuzzi MEDICINA NATURALE - FEBBRAIO 2015 L’Autore Paolo Bellingeri, laureato in Medicina e Chirurgia, con perfezionamento in Nutrizione e Dietetica Applicata, è specializzato in Biologia Clinica e Idrologia Medica. Responsabile dell’Unità di Cure Palliative della propria ASL, si occupa a livello nazionale di formazione nutrizionale in ambito oncologico, dalla prevenzione al supporto nelle terapie, e dal 2012 è membro del Comitato Scientifico “Follow up Stili di vita e Nutrizione” della Rete Oncologica del Piemonte. La dieta nella prevenzione e terapia oncologica

Giovanni Bernuzzi La dieta nella prevenzione e terapia ... · te da crescita anomala e incontrollata di cellu-le”. Quando queste cellule anomale vivono più ... delle forme tumorali

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È nota da tempo l’importan-za della dieta nella preven-zione del cancro e ci sono inoltre sempre più eviden-ze che i cibi che favorisco-no lo sviluppo della malat-tia possano peggiorare la

prognosi e mentre quelli protettivi possano mi-gliorarla. “L’American Institute for Cancer Re-search- rileva il dott. Paolo Bellingeri, autore di La dieta nel tumore - ha calcolato che le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su dieci e che lo stile di vita alimentare riesce a prevenire anche il 30% di tutte le forme neoplastiche che si diagnosticano”.

Dott. Bellingeri, quali sono i presupposti concettuali su cui impostare un corretto approccio al rapporto tra alimentazione

e cancro? Per cambiare il modo di mangia-re, è necessario cambiare prima il modo di pensare il cibo e il can-cro, partendo dalla sua stessa de-fi nizione: “termine generico che

comprende più di cento patologie caratterizza-te da crescita anomala e incontrollata di cellu-le”. Quando queste cellule anomale vivono più a lungo del loro ciclo vitale medio e continuano a suddividersi e diffondersi, sfuggendo al fi sio-logico controllo, si forma la massa defi nita come “tumore. Per svilupparsi, un cancro necessita del cosiddetto “microambiente del tumore”, in cui la coesistenza di una condizione di infi am-mazione cronica, ad esempio, induce la produ-zione di sostanze che lo favoriscono; oppure di ormoni come l’insulina, prodotta in seguito a ec-cessi alimentari. L’infi ammazione è il principale fattore che unisce tra di loro gli stili di vita nocivi (alimentazione scorretta, sedentarietà, fumo) e le più importanti malattie cronico-degenerative della nostra società. Nella difesa da questa pa-tologia concorrono diversi fattori: alcuni non sono modifi cabili, come il patrimonio genetico o l’età, ma su altri, dieta e stile di vita, si può intervenire signifi cativamente. Nel nostro or-ganismo ospitiamo le armi per neutralizzare gli eventi infi ammatori e che queste armi trovano la loro origine nei cibi che introduciamo, potendo così parlare veramente di prevenzione primaria

CON “LA DIETA NEL TUMORE – REGOLE DI UNA SANA ALIMENTAZIONE” PAOLO BELLINGERI PROPONE UN MODO DI PENSARE IL RAPPORTO TRA CIBO E CANCRO, FRUTTO DI UNA LUNGA ESPERIENZA PROFESSIONALE E DELLA RICERCA SCIENTIFICA PIÙ SERIA E ATTUALE, FORNENDO IDEE, STRUMENTI E RICETTE UTILI TANTO PER CHI È MALATO QUANTO PER UN’EFFICACE PREVENZIONE.

CULTURA■ Giovanni Bernuzzi

MEDICINA NATURALE - FEBBRAIO 2015

L’AutorePaolo Bellingeri, laureato in Medicina e Chirurgia, con perfezionamento in Nutrizione e Dietetica Applicata, è specializzato in Biologia Clinica e Idrologia

Medica. Responsabile dell’Unità di Cure Palliative della propria ASL, si occupa a livello nazionale di formazione nutrizionale in ambito oncologico, dalla

prevenzione al supporto nelle terapie, e dal 2012 è membro del Comitato Scientifi co “Follow up Stili di vita e Nutrizione” della Rete Oncologica del Piemonte.

e cancro? Per cambiare il modo di mangia-re, è necessario cambiare prima il modo di pensare il cibo e il can-cro, partendo dalla sua stessa de-fi nizione: “termine generico che

L’AutorePaolo Bellingeri, laureato in Medicina e Chirurgia, con perfezionamento in Nutrizione e Dietetica Applicata, è specializzato in

La dieta nella prevenzione e terapia oncologica

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effi cace. Allora dobbiamo considerare un nuovo approccio, che pone le abitudini di vita e non la genetica come principale agente di insorgenza di un tumore.

Quali sono gli stili di vita da prendere in esame? In primo luogo alimentazione, sovrappeso e obesità (a cui è dedicato uno specifi co capito-lo), mancanza di attività fi sica, fumo ed ecces-so di alcol. Ma anche i fattori ambientali, come l’inquinamento, possono infl uire sulla comparsa delle forme tumorali. Qualsiasi essere vivente produce in continuazione cellule con difetti e alterazioni, le cellule cancerose, che per cresce-re e svilupparsi devono acquisire una notevo-le quantità di energia sotto forma di ossigeno e nutrienti. Ciò avviene tramite il meccanismo detto angiogenesi: quando è in carenza ener-getica, secerne segnali chimici che mobilitano i piccoli vasi sanguigni presenti nelle sue vici-nanze. Un’angiogenesi incontrollata permette la crescita e la diffusione delle cellule: il consu-mo quotidiano di alimenti che contengono na-turalmente inibitori dell’angiogenesi (pomodo-ri, soia, tè, agrumi, mele, noci, crucifere, spezie, erbe aromatiche… ) può ridurre il rischio di ma-lattie angiogenesi-dipendenti. Modifi care lo stile di vita, attraverso alimentazione e attività fi sica, rappresenta quindi la prima risposta in assoluto per contrastare il cancro, nella quale gli alimenti del mondo vegetale svolgono un ruolo priori-tario: grazie alle sostanze chimiche presenti, il loro consumo quotidiano e variato nel rispetto della stagionalità contrasta i radicali liberi, for-nisce un importante aiuto contro il processo di angiogenesi e impedisce alle forme neoplastiche di evolvere e crescere.

A chi è rivolto questo libro e come è sta-to concepito, nella sua genesi e struttura?Da circa vent’anni mi occupo di alimentazione soprattutto nell’ambito oncologico e delle pato-logie degenerative, dapprima attraverso asso-ciazioni di volontariato e poi anche all’interno dei Reparti in cui svolgo la mia attività profes-sionale. Un punto di riferimento fondamentale nella materia è rappresentato dall’opera di re-visione degli studi scientifi ci sugli stretti rap-porti che intercorrono tra alimentazione e can-cro svolta da WCRF (World Cancer Research Fund) e AICR (American Institute for Cancer Re-search) che nel 2007 hanno pubblicato il Second Expert Report 2007 (“Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer: a Glo-bal Prospective”, la cui prima edizione risale al

1997) con dieci raccomandazioni basate su solidi studi scientifi ci: evitare il sovrappeso e l’obesità; evitare i cibi ad alta densità ca-lorica; fare attività fi sica almeno mezz’ora al giorno; ridurre o evi-tare il consumo di carni rosse, so-prattutto gli insaccati; evitare le bevande alcoliche; ridurre l’uti-lizzo del sale; aumentare i cereali e i legumi integrali e lasciare gli integratori alimentari alle pre-scrizioni specialistiche; favorire l’allattamento al seno e suggeri-re le raccomandazioni anche a chi si è già ammalato di cancro. A queste dieci raccomandazioni hanno fatto seguito le dodici re-gole dell’European Code Against Cancer: le une e le altre (diffusa-mente esposte in due capitoli del libro) sottoline-ano come lo stile di vita sia la prima risposta per contrastare il cancro, prevenendo e inibendo gli stati infi ammatori che ne costituiscono il terreno ideale. Oltre a mettere quotidianamente in prati-ca queste regole con i pazienti, con questo libro ho voluto portare tale materia a conoscenza del maggior numero di persone, con l’obiettivo di fornire idee, strumenti, consigli pratici e ricet-te che possano aiutare sia chi è malato sia chi vuole iniziare una prevenzione utile e duratura a divenire protagonista della propria salute e, perché no, della propria terapia. Si tratta quindi di un’opera rivolta ai colleghi ma anche al pub-blico, che espone in forma chiara e semplice solidi e documentati contenuti scientifi ci, con adeguato supporto di dati e bibliografi a.

Un’importante parte del libro è dedicata alle ricette, che dimostrano come sia pos-sibile coniugare l’eccellenza gastronomica con la più corretta alimentazione… L’impostazione di fondo è quella della Dieta me-diterranea, con prevalenza di cibi vegetali e pri-vilegiando i primi con poco glutine, i secondi con legumi, pesce azzurro e poca carme bianca, i dol-ci con minimo uso di zucchero. Le ricette sono suddivise secondo le quattro stagioni e per ognu-na viene presentata un’ampia scelta di insalate, primi, secondi, contorni e dolci, con l’indice glice-mico di ogni ingrediente. In appendice vengono inoltre spiegati i metodi corretti per preparare ottimi piatti nel modo più sano, nel “Glossario gastronomico della cucina preventiva”.

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