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Amt für Jagd und Fischerei Graubünden Uffizi da chatscha e pestga dal Grischun Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni Loëstrasse 14, 7001 Coira Tel: 081 257 38 92, fax: 081 257 21 89, E-mail: [email protected], Internet: www.jagd-fischerei.gr.ch C:\Documents and Settings\u80772485\Local Settings\Temporary Internet Files\i01 Faktenbericht Graubünden 2007.doc Gli orsi nel Cantone dei Grigioni – 2007 Esperienze dell’Ufficio per la caccia e la pesca e dei collaboratori esterni durante l’estate- autunno 2007 1° novembre 2007 Sommario 1. Comportamento territoriale degli orsi, con particolare riferimento a JJ3 2. Problemi, danni e prevenzione 3. Cattura, sorveglianza e dissuasione di JJ3 4. Personale impegnato¨ Allegati: schede fotografiche 1. Comportamento territoriale degli orsi, con particolare riferimento a JJ3 Dal 3 giugno al 31 ottobre 2007, nei Grigioni è stato possibile documentare la presenza conti- nua di 2, eventualmente 3 orsi bruni. Due individui provenienti dalla popolazione trentina sono stati identificati anche geneticamente, in particolare JJ3 (giovane del 2006) e MJ4 (giovane del 2005). Un’assegnazione precisa agli individui noti delle diverse osservazioni e degli eventi do- cumentati e raccolti nell’Engadina Bassa e nella Val Monastero nel periodo di giugno resta diffi- cile. Presenze dell’orso nei Grigioni nel 2007. Punti neri oltre confine, azzurri relativi a MJ4 e blu a JJ3.

Gli orsi nel Cantone dei Grigioni – 2007 - newsd.admin.ch · Nonostante il gregge del passo Flüela (950 pecore) sia sorvegliato da un pastore, lo stesso non è in grado di tenere

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Amt für Jagd und Fischerei Graubünden Uffizi da chatscha e pestga dal Grischun Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni Loëstrasse 14, 7001 Coira Tel: 081 257 38 92, fax: 081 257 21 89, E-mail: [email protected], Internet: www.jagd-fischerei.gr.ch

C:\Documents and Settings\u80772485\Local Settings\Temporary Internet Files\i01 Faktenbericht Graubünden 2007.doc

Gli orsi nel Cantone dei Grigioni – 2007

Esperienze dell’Ufficio per la caccia e la pesca e dei collaboratori esterni durante l’estate-autunno 2007

1° novembre 2007

Sommario 1. Comportamento territoriale degli orsi, con particolare riferimento a JJ3 2. Problemi, danni e prevenzione 3. Cattura, sorveglianza e dissuasione di JJ3 4. Personale impegnato¨ Allegati: schede fotografiche 1. Comportamento territoriale degli orsi, con particolare riferimento a JJ3 Dal 3 giugno al 31 ottobre 2007, nei Grigioni è stato possibile documentare la presenza conti-nua di 2, eventualmente 3 orsi bruni. Due individui provenienti dalla popolazione trentina sono stati identificati anche geneticamente, in particolare JJ3 (giovane del 2006) e MJ4 (giovane del 2005). Un’assegnazione precisa agli individui noti delle diverse osservazioni e degli eventi do-cumentati e raccolti nell’Engadina Bassa e nella Val Monastero nel periodo di giugno resta diffi-cile.

Presenze dell’orso nei Grigioni nel 2007. Punti neri oltre confine, azzurri relativi a MJ4 e blu a JJ3.

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JJ3 – figlio di Jurka, fratello di Lumpaz (JJ2) L’orso più spesso osservato e identificato geneticamente è stato JJ3, che prima, fino alla fine di maggio, aveva girovagato per diversi giorni nella Val Trafoi nello Stelvio. JJ3 è un maschio di orso bruno di ca. 21 mesi, nato nel gennaio del 2006 nella Val di Tovel (in Trentino). Ha 4 fratelli: JJ1 (“Bruno”) e JJ2 (“Lumpaz”), nati nel gennaio 2004, e JJ4 e JJ5 – un maschio e una fem-mina della stessa figliata del 2006. Nella tarda primavera del 2006, JJ3 ha cominciato a staccarsi dalla madre e a migrare. Dopo aver soggiornato in Alto Adige, quest’estate ha raggiunto la Svizzera. Dopo il 3 luglio le sue escursioni possono essere distinte con sicurezza da quelle dell’altro indi-viduo. A partire da questa data viene osservato molto spesso e ci sono riscontri oggettivi della sua presenza stabile relativi a versante meridionale del Passo del Flüela. La prova che si tratta di JJ3 viene fornita dalle analisi genetiche effettuate da un campione di peli, che sono stati rac-colti il 20 luglio (campioni relativi a due escrementi, raccolti sempre sul Flüela il 4 luglio, sono stati inviati a un laboratorio di Bologna, dove non sono mai pervenuti). Nell’arco di pochi giorni sul Passo del Flüela vengono sbranate 21 pecore e un lama. In questo periodo l’orso passa le giornate prevalentemente ritirato nei suoi giacigli diurni che si trovano generalmente in quota, in mezzo a formazioni a pino mugo, mentre nelle ore crepuscolari e di notte girovaga in cerca di altre pecore da predare o alla ricerca di altre fonti alimentari. JJ3 viene osservato e filmato ripe-tutamente dal lato opposto della vallata. La sera del 10 luglio i guardacaccia possono osservare una predazione di pecora nelle immediate vicinanze della strada del passo Flüela. Nonostante il gregge del passo Flüela (950 pecore) sia sorvegliato da un pastore, lo stesso non è in grado di tenere unite le pecore e quindi di difenderle efficacemente dagli attacchi ripetuti dell’orso. Solo l’arrivo di ulteriori due pastori con i loro dapprima 3, poi 2 cani da guardia, in combinazione con la recinzione del gregge, risolve la delicata situazione. Il 14 luglio alle ore 02.00, in piena notte, l’orso si fa allontanare dalle immediate vicinanze del gregge ormai recinta-to appena dopo lo sparo di due colpi di fucile in aria. Nella notte tra il 14 e il 15 luglio, nei pressi del recinto delle pecore viene fatto un primo tentativo di cattura con i lacci e le molle Aldrich per munire l’orso di radiocollare. Nella notte del 18/19 luglio JJ3 saccheggia due cassonetti della spazzatura sul Flüela, per poi abbandonare il Flüela stesso portandosi nella zona del Dischma, una valle laterale presso Da-vos. Alle ore 21.00 del 19 luglio viene osservato da un pastore in questa valle. Il 20 luglio sbra-na una pecora a Davos-Frauenkirch, ormai sul lato destro della Valle del Landwasser. Il 22 luglio sbrana e ferisce complessivamente 3 pecore nella Val d’Oir presso Alvaneu. Ad Alvaneu vengono immediatamente impiegati i cani da guardia del programma “Herdenschutz” (protezione delle greggi). Il numero limitato di pecore (120), la mancanza di un pastore sul posto e l’assenza di un rifugio adeguato sono stati in definitiva i motivi che hanno spinto poi a rinun-ciare all’intervento dei cani e di un pastore in favore di uno spostamento del gregge sui pascoli di fondovalle, dove sono poi stati regolarmente recintati durante le ore notturne. Dato che l’animale nelle notti successive aveva fatto ritorno sul sito di predazione, il 25 luglio viene fatto un secondo tentativo di cattura con i lacci e le molle Aldrich. L’orso, però, a partire da questo momento non si avvicina più alle pecore. Il 26 luglio sbrana un’ulteriore pecora nella regione del Piz Mulain / Mosch. Si compie un nuovo un tentativo di cattura, ma ancora una volta senza successo. Il 5 e 6 agosto viene ripetuto un tentativo di cattura presso il primo sito di pre-dazione nella Val d’Oir, dove l’orso era tornato nel frattempo. Rimane un tentativo. Il 6 agosto l’orso si sposta sull’altro lato della vallata. Il 12 agosto viene catturato nella Val Spadlatscha (Ela) e munito di radiocollare GPS/GSM – VHF. A partire da questo momento l’animale può essere quindi sorvegliato attentamente. Oltre ai dati provenienti dal GPS, l’orso viene localizza-to regolarmente e con precisione sia dal coordinatore del progetto Paolo Molinari che dal suo assistente e localizzatore Mario Theus, con il supporto di Claudio Signer. Dal 15 agosto al 20 settembre l’orso rimane prevalentemente sul lato meridionale della vallata tra i Comuni di Alvaneu e Brienz. In questo periodo uccide in un attacco altre 4 pecore. Nello stesso periodo e nella stessa area consuma le carcasse di questi quattro animali nonché quella di un vitello. Quest’ultimo era precipitato dalle rocce ed era stato spostato dai guardacaccia di poche centinaia di metri dall’area in cui era caduto nella bandita di caccia di Mulain. Si presume

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che anche questa operazione abbia potuto contribuire, durante la stagione venatoria in corso, a ridurre gli incontri tra l’orso e l’uomo, e quindi a evitare potenziali conflitti.

A partire dal 21 settembre l’orso allarga il suo areale di presenza. Per la prima volta l’animale si porta in direzione di Lenzerheide, attraversa la valle in prossimità della periferia del paese e uccide una capra. Nei giorni successivi ritorna regolarmente a Lenzerheide e nella sua frazione Valbella. Lì inizia a utilizzare anche le fonti alimentari disponibili nel paese (generalmente resti organici presenti nella spazzatura). Impara inoltre in fretta a sfruttare la situazione locale e il comportamento appreso dalla madre Jurka, ovvero quello di utilizzare anche i centri abitati per la ricerca attiva di cibo. Generalmente JJ3 trova da mangiare presso i cassonetti della spazzatu-ra, ma anche altre fonti organiche alternative come resti di macellazione presso le fattorie o resti simili presso i carnai allestiti dai cacciatori per la caccia alla volpe.

I giacigli diurni si trovano sempre nelle mughete situate al limite superiore della vegetazione sul complesso del Lenzerhorn. Dal 24 settembre al 9 ottobre, nel corso di 10 notti vengono esegui-te azioni di dissuasione. L’11 ottobre l’animale cambia zona e ritorna nell’area da lui ben cono-sciuta situata sopra Alvaneu e si reca nell’area soprastante del Ramoz. Il 20 ottobre fa ritorno a Lenzerheide. La notte successiva si effettua un altro intervento dissuasivo e il giorno successivo

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l’animale viene scacciato dalla regione di Lenzerheide con una vera e propria battuta e “spinto” verso Alvaneu. In previsione di una potenziale ricattura vengono allestiti tre siti di foraggiamento per l’orso. Dapprima gli stessi non vengono trovati da JJ3. Il 25 ottobre fa un’escursione e si sposta sull’altro lato della vallata. Al suo ritorno nell’areale di presenza privilegiato, il 27 ottobre, rovista nuovamente nei cassonetti dei rifiuti a Surava.

In rosso le posizioni dell’orso rilevate con il GPS, in giallo i centri abitati. È possibile notare la relativa concentrazione dei punti a dimostrazione del fatto che nel periodo di sorveglianza JJ3 ha utilizzato un areale di dimensioni piuttosto modeste. MJ4 e altri? Nel caso del secondo orso identificato con certezza si tratta di MJ4, un figlio di Maja e di Joze. Segnalazioni sicure relative a questo individo provengono dalla Val Monastero, da Ivraina e dal massiccio del Sarsura. Ad oggi non è stato invece possibile chiarire se anche le altre segnala-zioni provenienti dall’Engadina Bassa (Val d’Uina, Val S-charl, Val Sinestra e Alp Munt, Ardez) siano attribuibili a questo individuo piuttosto che a un altro. È possibile che appartengano a un terzo animale, sconosciuto e ad oggi non identificato. Riassunto: Dall’inizio di giugno del 2007 almeno due orsi bruni di sesso maschile sono immigrati in Svizze-ra dall’Italia. Gli individui sono stati identificati: si tratta di JJ3 ed MJ4. Nel corso degli ultimi anni, JJ3 si è sviluppato caratterialmente, trasformandosi gradualmente da orso molto appariscente in orso problematico e infine in orso pericoloso. La scoperta delle fonti alimentari artificiali nelle zone abitate a Lenzerheide hanno svolto un ruolo decisivo per questo sviluppo comportamenta-le. Nonostante ciò, grazie al fatto che è stato possibile radiocollarare l’animale, come pure al grande sforzo dei guardacaccia e alle misure di protezione per gli apicoltori e gli allevatori, la

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situazione è sempre rimasta entro limiti sostenibili e si sono potuti evitare seri conflitti con l’uomo. Tuttavia, ciò è stato possibile solo grazie all’impegno professionale dei guardacaccia e a un ulteriore e serio impegno di altro personale tecnico specializzato. 2. Problemi, danni e prevenzione Animali domestici sbranati I danni ad animali domestici risarciti ammontano a CHF 39'890 / € 23'530, mentre quelli ad alveari a CHF 6200 / € 3660. Un’attribuzione precisa ai singoli individui dei danni registrati nei Grigioni prima del 3 luglio 2007 non è possibile. Predazioni non attribuibili con precisione a uno dei due individui, JJ3 o MJ4 : - Scuol, S-charl-Plazèr 18 pecore Circa il 30% di questi danni sicuramente non è a carico di JJ3, per i restanti può essere considerato potenzialmente come responsabile. Predazioni che certamente non sono attribuibili a JJ3: - Sent, Val da Ruinas 7 pecore - Sent, Curtinatsch 3 pecore Predazioni che sono certamente opera di JJ3: - Susch, Flüela 21 pecore, 1 lama - Davos, Frauenkirch 1 pecora - Alvaneu 8 pecore - Lenzerheide 1 capra Danni alle arnie che non possono essere attribuiti a uno dei due individui, JJ3 o MJ4: - Val Monastero, Susch 3 CHF 4'500 - € 2’655 CHF 4'500.- € 2’655 Danni alle arnie che possono essere attribuiti certamente a JJ3: - Lenzerheide 1 CHF 1'700.- € 1’003 CHF 1'700.- € 1’003 Vengono risarcite esclusivamente quelle predazioni e quei danni che sono identificati come tali e protocollati dai guardacaccia. Diversi contadini, allevatori e pastori hanno chiesto ulteriori ri-sarcimenti per i danni provocati dall’orso, ad esempio per le spese supplementari causate dalla sua presenza, per il lavoro supplementare eseguito per la sorveglianza delle greggi e l’installazione di recinzioni oppure per capi mancanti o andati persi. Complessivamente, ad oggi tali richieste ammontano a CHF 13'300.- (€ 7’847), ma sono state rifiutate. Questo non è avve-nuto tanto per il fatto che le richieste erano prive di fondamento, ma solo per il fatto che non vi era una chiara base legale analoga a quella per gli animali identificati con certezza. Le misure di protezione delle greggi sono state applicate sia sul Flüela che in Val Sinestra. In entrambe le situazioni con l’effetto che, dopo aver attuato le misure di protezione delle greggi, non sono stati registrati più danni. Ciò è accaduto certamente anche per il fatto che l’orso aveva ormai abbandonato l’area. Diversi alpeggi grigionesi che si trovavano entro l’areale occupato dagli orsi quest’estate avevano già avviato le misure di protezione con i cani (ad es. Val Mona-stero, Alp Russenna). Su questi alpeggi non sono avvenute predazioni. Non è stato possibile agire con la protezione dei cani nella regione di Alvaneu-Surava sempli-cemente perché lì il gregge era troppo piccolo e non accompagnato da un pastore e perché mancava nell’area un rifugio disponibile per il pastore stesso. Queste pecore sono state trasferi-te nel fondovalle. In Val S-charl è stato messo a disposizione un pastore permanentemente presente subito dopo i primi danni del 2 luglio 2007. Una protezione con l’ausilio dei cani è stata tuttavia rifiutata no-nostante i proprietari delle pecore fossero stati informati sulla procedura dai responsabili del Plantahof (specializzati per le misure di prevenzione).

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Misure di prevenzione delle arnie sono state avviate in Val Monastero, presso Susch e a Lenzerheide. In parte ciò è avvenuto nell’ambito di un progetto dell’UFAM-WWF e in parte an-che su base volontaria. Alcune delle misure sono tuttavia arrivate in ritardo, sebbene di poco.

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Incursioni in aree urbane abitate e antropizzate Fino a metà settembre JJ3, l’orso meno schivo, si era fatto vedere solo rare volte in prossimità di caseggiati o baite presso gli alpeggi, anche se in Val Trafoi e presso Trepalle a Livigno aveva già mostrato questo comportamento, probabilmente appreso dalla madre Jurka. Generalmente si è limitato a rovistare nei bidoni per il compostaggio o alla ricerca di altre fonti alimentari, tal-volta ribaltando i sacchi e i cassonetti anche con una certa irruenza. Tali comportamenti indesiderati vengono registrati al rifugio del passo Flüela, presso le baite dell’alpeggio di Alvaneu, come pure nei maggenghi Prosut e Bärenboden, situati nel Comune di Filisur. Dopo aver “scoperto” Lenzerheide, JJ3 impara presto a muoversi anche in mezzo alle abitazioni per sfruttare le risorse trofiche presenti praticamente ad libitum. In questo periodo viene anche osservato ripetutamente da diverse persone. Subito dopo aver osservato un chiaro cambiamento nel suo comportamento alimentare e territo-riale, iniziano le misure di dissuasione. Con queste misure è possibile scacciare l’orso da Lenzerheide e spingerlo verso la Valle dell’Albula. Il 27 ottobre, tuttavia, l’animale fa nuovamen-te una visita presso i cassonetti della spazzatura nel Comune di Surava. Incontri con persone Nel corso della sua migrazione da Trafoi attraverso il Flüela nella Valle dell’Albula JJ3 è stato ripetutamente osservato, fotografato e filmato anche nelle ore diurne. In queste occasioni si è potuto osservare che l’orso talvolta evita attivamente l’uomo e talvolta lo ignora completamente. Solo in rari casi si è avuta l’impressione che gli incontri potessero potenzialmente tramutarsi in una situazione critica. In due di questi casi, nei maggenghi di Alvaneu sono stati poi sparati due colpi di fucile in aria, ai quali l’orso ha reagito con una fuga immediata. La grande maggioranza delle osservazioni riguardavano tuttavia un animale poco elusivo, ma dal comportamento asso-lutamente non aggressivo. Dopo queste azioni di disturbo è stato osservato un altro comportamento curioso: l’animale si ritirava in un nascondiglio (buona copertura vegetale) e restava lì immobile anche per lunghi periodi nonostante l’immediata vicinanza di persone. Nella comunicazione con la cittadinanza si è sempre sostenuto che l’orso non si comporta in modo aggressivo nei confronti dell’uomo, ma che si possono comunque verificare situazioni critiche quando, per un caso fortuito, l’orso si trovasse alle strette senza una via di fuga. Con le misure di dissuasione e l’azione di spostamento forzato raggiunto tramite la battuta non si è voluto solo allontanare l’orso dalle aree abitate, ma anche aumentare il grado di timore dell’animale nei confronti dell’uomo.

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3. Cattura, sorveglianza e dissuasione di JJ3 Squadra di cattura Già nell’ottobre del 2005 è stato creato un team speciale per l’orso, con lo scopo di formare e allenare un gruppo in grado di operare sul fronte del monitoraggio ed eventualmente della cattu-ra di orsi. Inizialmente tale formazione è stata condotta dagli esperti Paolo Molinari e Hans Roth, a partire dal 2006 prevalentemente a carico di Paolo Molinari. Ulteriori operazioni di ge-stione sono state spesso sviluppate ad hoc secondo il sistema “learning by doing”. Ne sono un esempio sia le fasi di allenamento e di preparazione per una cattura con l’elicottero sia lo svi-luppo di tattiche adeguate e possibilmente efficaci per le misure di dissuasione. Tentativi di cattura In totale sono stati fatti quattro tentativi di cattura in tre aree distinte e in quattro periodi diversi. I primi tre tentativi sono stati effettuati con i lacci e le molle Aldrich presso pecore sbranate e/o aree in cui si era attirato l’orso artificialmente con l’ausilio di frutti e verdure. In totale sono state investite 8 notti di cattura. L’orso non è mai ritornato nelle aree prescelte per la cattura. Nel frat-tempo è stato possibile osservare ripetutamente l’animale in aree oltre il limite della vegetazione forestale, anche per periodi prolungati. In queste occasioni maturò l’idea di cattura con l’ausilio dell’elicottero, specificatamente di una immobilizzazione con dardo sparato da un fucile narcoti-co (lanciasiringhe) da un elicottero. Il primo passo è consistito nell’effettuare voli di prova presso l’eliporto di Samedan, per provare come il metodo potesse funzionare al meglio. Appena termi-nati gli allenamenti è iniziata la fase operativa. L’occasione non tardò ad arrivare, e così il 12 agosto è stato possibile catturare, immobilizzare, munire di radiocollare e rilasciare l’orso. SorveglianzaLa sorveglianza dell’animale è avvenuta via satellite tramite un collare dotato di sistema GSM/GPS e con localizzazioni convenzionali da terra (sistema VHF). Il collare è stato pro-grammato in maniera tale da registrare ogni ora una posizione con il GPS. Ogni 8 ore queste informazioni venivano poi trasmesse. In teoria ci potevano raggiungere 24 posizioni al giorno, ma generalmente arrivava solo un terzo delle posizioni a causa del fatto che in realtà vengono registrate solo posizioni in grado di mettersi in contatto con un numero minimo di satelliti. Ad oggi, circa 650 posizioni sono state registrate così. Con l’ausilio del sistema VHF sono state registrate ulteriori 200 localizzazioni. In questa maniera, dopo la cattura è stato sempre possibi-le tenere sotto controllo l’animale, ovvero trovare rapidamente il luogo di presenza più attuale. Dissuasione Le operazioni di dissuasione sono state attentamente pianificate. Dato che era noto che i colpi a pallettoni di gomma hanno una efficacia solo limitata, sono stati utilizzati anche i petardi della ditta Pneudart®. Questi colpi speciali possono essere sparati solo con un lanciasiringhe. Sono caricati a polvere nera ed esplodono quando raggiungono l’animale. I tiri dovevano essere sempre accompagnati da un suono di allarme (tromba a gas), in maniera tale che l’animale po-tesse sempre associare il suono con il tiro e che quindi, nell’ambito di operazioni future, potesse essere scacciato anche con il solo impiego della tromba. Il risultato delle dissuasioni di Lenzerheide può essere così commentato: o nel corso delle prime dissuasioni l’orso fuggiva sempre, per poi però tornare poco dopo a

rovistare in un altro cassonetto della spazzatura; o JJ3 non è mai tornato presso un cassonetto dove era stato colpito. Con l’aumentare degli

interventi, si sono create delle “aree a rischio”, che il plantigrado ha cercato di evitare (vedi l’immagine successiva);

o l’ultimo intervento dissuasivo, effettuato la sera del suo ritorno a Lenzerheide, alla periferia del paese, immediatamente prima che l’orso vi potesse entrare, e combinata con la battuta di inseguimento del giorno successivo, ha allontanato l’orso, che ha ripiegato verso la Valle dell’Albula. Almeno per quanto riguarda Lenzerheide, è stato quindi possibile registrare un primo successo.

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Le aree in cui l’orso era stato col-pito ripetutamente con pallettoni di gomma e colpi di petardo sono state via via evitate dall’animale e si sono create delle aree di non presenza come raffigurato dai cerchi nell’immagine. La battuta di inseguimento è sta-ta effettuata ai piedi del Lenzer-horn. Grazie alle condizioni di in-nevamento, a un costante con-tatto radio con personale molto agile anche su terreno impervio e a precise localizzazioni è stato possibile inseguire e scacciare l’animale dalla zona desiderata.

Nonostante ciò, il successo delle operazioni di dissuasione va valutato in modo critico. Dopo tali operazioni, JJ3 non si avvicina più a un determinato cassonetto. Tuttavia, queste esperienze non sembrano insegnargli che deve evitare di frequentare i centri abitati. Dopo i primi successi, infatti, il 20 ottobre l’orso fa ritorno a Lenzerheide. Nonostante nuove dissuasioni apparente-mente coronate da successo, il 27 ottobre compie una nuova incursione, questa volta a Surava. Le operazioni di dissuasione sono molto impegnative. Per un totale di 11 notti, in ognuna delle quali erano presenti da 4 a 5 guardacaccia, oltre ai due tecnici-esperti, l’orso, nonostante il fatto che fosse radiocollarato, è stato colpito 6 volte. Gli interventi dissuasivi si sono rivelati operazio-ni complicate nella pratica: infatti, a fronte di 6 operazioni di successo, in almeno 12 occasioni, l’orso è riuscito ad avvicinarsi indisturbato a cassonetti dei rifiuti e sacchi della spazzatura e quindi a fuggire prima della dissuasione stessa. JJ3, che da figlio di Jurka ha imparato la ricerca di cibo nei centri abitati, ha evidentemente mantenuto un comportamento sbagliato che ad oggi non ci è stato possibile correggere. 4. Personale impegnato L’Ufficio per la caccia e la pesca del Cantone dei Grigioni si è applicato con impegno nelle ope-razioni di monitoraggio e gestione dell’orso nei Grigioni. 60 guardacaccia, un ricercatore esperto e un veterinario hanno investito direttamente e indirettamente le loro competenze nel campo della fauna selvatica e dell’orso in questo progetto. Senza l’ausilio di un corpo di guardacaccia altamente professionale, presente in tutto il Cantone, un tale sforzo lavorativo e un simile impe-gno in termini di “misure accompagnatorie” nella gestione della problematica dell’orso non sa-rebbero stati possibili. Negli ultimi mesi sono state consacrate in totale 2.350 ore per attività di consulenza delle popolazione e di sorveglianza degli orsi. A queste ore si aggiungono quelle degli esperti e dei tecnici. Una parte consistente del lavoro è stata dedicata anche alla comuni-cazione e all’informazione del pubblico. Come esperto consulente abbiamo incaricato il ricercatore faunistico e specialista nella gestio-ne dei grandi mammiferi carnivori Paolo Molinari di Tarvisio. A partire da settembre gli è stato affiancato un assistente, l’ingegenere forestale ETH Mario Theus. L’Ufficio per la caccia e la pesca del Cantone dei Grigioni ha comunque raggiunto uno scopo importante. Grazie al lavoro intenso con JJ3, non da ultimo anche a seguito del suo peculiare comportamento, è stato possibile raccogliere informazioni ed esperienze estremamente interes-santi e importanti per tutto il futuro processo gestionale legato alla presenza di questa specie in Svizzera. Ciò è stato importante anche per capire l’importanza dell’infrastruttura e della logistica

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necessarie per poter sorvegliare tali problematiche. Oltre ai guardacaccia, che devono essere davvero in condizioni di poter operare in situazione di terreno impervio, è importante anche il materiale disponibile, dai binocoli ai visori notturni, dalle radiotrasmittenti alle armi e via dicendo. È stato inoltre possibile mostrare alla cittadinanza che, a fronte di ogni problema causato dall’orso, il servizio fornito dall’Ufficio per la caccia e la pesca attraverso i guardacaccia era effi-cace e che le guardie erano sempre presenti offrendo la loro assistenza.