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PRESIDENTI EIAR Enrico Marchesi – Giancarlo Vallauri – PRESIDENTI RAI Arturo Carlo Jemolo – Spataro – Ridomi – Papafava – Sandulli - Delle Fave – Finocchiaro DIRETTORI Vicenzini – Arata – Bernabei - Principe AMM. DELEGATO Guala – Rodinò - Granzotto Agnes, Biagio: direttore generale RAI (1982-1990) Albertazzi: conduttore del serale Appuntamento con la novella Amato, Giuliano: propone uno schema alla inglese, in cui si designa una rete televisiva nazionale affidata a varie emittenti private consorziate tra loro Annunziata, Lucia: direttrice del TG3 (1996) Apellius: al microfono de Commenti al fatto del giorno. Di grande successo (riesce a indovinare i bisogni del pubblico), non lesina notizie disfattiste e per questo nel 1943 viene sospeso. ARA (associazione radio abbonati): creata nel ’52 per tutelare gli interessi degli abbonati. Arata, Rodolfo: direttore generale RAI (1956 – 1960) Arista, Giovanni battista: annuncia caduta regime (8 settembre 1943) Associazione dei programmisti (1968): partecipe del clima di rivendicazioni giornalistiche, viene fondata dai programmisti RAI con lo scopo di avere più libertà nella ideazione e produzione dei programmi. Balassone, Stefano: braccio destro di Guglielmi e direttore del network di Cecchi Gori. Barbato, Andrea: direttore del tg2, porta con sé l’orientamento de La Repubblica. Con lui la cronaca salta in primo piano, la politica è discussa con approfondimenti e si cerca il dibattito con esperti e le telefonate col pubblico.

Glossario Nomi Trasmissioni Storia Radio TV 1

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PRESIDENTI EIAR

Enrico Marchesi – Giancarlo Vallauri –

PRESIDENTI RAI

Arturo Carlo Jemolo – Spataro – Ridomi – Papafava – Sandulli - Delle Fave – Finocchiaro

DIRETTORI

Vicenzini – Arata – Bernabei - Principe

AMM. DELEGATO

Guala – Rodinò - Granzotto

Agnes, Biagio: direttore generale RAI (1982-1990)

Albertazzi: conduttore del serale Appuntamento con la novella

Amato, Giuliano: propone uno schema alla inglese, in cui si designa una rete televisiva nazionale affidata a varie emittenti private consorziate tra loro

Annunziata, Lucia: direttrice del TG3 (1996)

Apellius: al microfono de Commenti al fatto del giorno. Di grande successo (riesce a indovinare i bisogni del pubblico), non lesina notizie disfattiste e per questo nel 1943 viene sospeso.

ARA (associazione radio abbonati): creata nel ’52 per tutelare gli interessi degli abbonati.

Arata, Rodolfo: direttore generale RAI (1956 – 1960)

Arista, Giovanni battista: annuncia caduta regime (8 settembre 1943)

Associazione dei programmisti (1968): partecipe del clima di rivendicazioni giornalistiche, viene fondata dai programmisti RAI con lo scopo di avere più libertà nella ideazione e produzione dei programmi.

Balassone, Stefano: braccio destro di Guglielmi e direttore del network di Cecchi Gori.

Barbato, Andrea: direttore del tg2, porta con sé l’orientamento de La Repubblica. Con lui la cronaca salta in primo piano, la politica è discussa con approfondimenti e si cerca il dibattito con esperti e le telefonate col pubblico.

Bernabei Ettore: direttore generale RAI (1961 – 1974); suo compito è trasformare l’azienda in una fabbrica del consenso, ponendo la tv al centro della vita politica, sociale e culturale. Il suo capolavoro politico è riuscire a dare spazio alle correnti politiche senza perdere il principale controllo del governo. Due i punti essenziali del suo periodo: accentramento monocratico (il direttore è la figura fondamentale e sotto il suo controllo passa tutto, dall’informazione agli scambi con la politica); scommettere molto più sulla tv che sulla radio (indovinandone il carattere di massa).

Biagi, Enzo: chiamato a dirigere il Tg1 da cui si dimette appena possibile a causa delle potenti pressioni politiche ricevute.

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Camilluccia, accordi della: è il nomignolo con cui si indicano le decisioni prese segretamente dai partiti di maggioranza riguardo alle proporzioni tra le forze politiche nel Consiglio di amministrazione e le spettanze delle varie reti e testate radiofoniche e televisive.

Carelli, Antonio: primo presidente Rai (1954 – 1961)

Carotenuto, Mario: conduttore di Rosso e nero

Carrara: direttore Radiocorriere al nord

Cecchi Gori, Vittorio: crea con Berlusconi la Penta Film, ma la rottura porta debiti e contese. Nel 1995 acquista Videomusic dai Marcucci; nello stesso anno acquista Telemontecarlo da Montedison; a Firenze acquista la tv privata Canale 10 e la Fiorentina Calcio. Nel 1994 è eletto Senatore del Partito Popolare. Il problema del suo network è la liquidità (solo l’esercizio cinematografico provvede il cash flow necessario a una guerra)

Chiodelli, Raul: direttore generale EIAR durante la guerra e la liberazione; ordina alle sedi di collaborare con gli alleati e disattivare le stazioni controllate dai tedeschi; si dimette il 16 settembre 1943 ma rimane amministratore delegato.

Cifarelli: melodrammatico conduttore di Parole di un cittadino italiano (Radio Bari)

Cito, Giancarlo: capolista di Antenna Taranto 6 (emittente sua) per le comunali di Taranto; conduce una campagna elettorale fuori da ogni norma. Ma l’operazione del Garante è inutile (chiede di fornire le registrazioni delle puntate per avere delle prove), e dunque diventa sindaco.

Confalonieri, Fedele: presidente Fininvest dopo la discesa in campo di Berlusconi.

Convenzione RAI: una convenzione, predisposta e approvata dal governo, è una sorta di contratto in cui sono stabilite modalità, termini e limiti del servizio che vengono affidati alla società responsabile di un servizio. La prima convenzione ventennale tra Stato e Rai è del 1952 (realizzata in sordina, fuori dalla sfera decisionale del parlamento e la sinistra malapena se ne accorge), e con essa si stabilisce che l’azienda eserciti in esclusiva l’attività radiotelevisiva (è praticamente un rinnovo di quella tra fascismo ed Eiar del ’27); accentua il carattere para-pubblico della Rai, formalmente una impresa privata, decretando l’obbligo di una maggioranza assoluta dell’Iri (e sei consiglieri sono di nomina ministeriale). Vi è un aumento delle fonti di sostentamento e viene accentuato il regime di monopolio. A condurla è il presidente RAI Cristiano Ridomi.Nel 1972 ci si rende conto essere esclusa l’idea di rinnovare la convenzione per decreto governativo (delusioni nel centrosinistra e anche nella maggioranza): deve esserci un passaggio parlamentare e dunque il coinvolgimento dell’opposizione e degli altri attori politici dell’epoca.

Corrado, Alvaro: primo direttore del giornale radio dell’Italia libera, si dimette per l’uso della radio non corrispondente ad una linea democratica

Curzi, Sandro: nominato direttore tg3 nell’epoca pci. Cutolo, Alessandro: conduttore di Una risposta per voi, programma in cui risponde alla lettere degli spettatori (interessante tipo di divulgazione culturale)

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De Feo, Italo: vicepresidente RAI nel 1969 e vicino politicamente al presidente della Repubblica Saragat, accusa di faziosità Zavoli per il servizio Un codice da rifare. E’ uno delle spie d’allarme che dimostra come la politica ritenga la RAI un personale giocattolo.

Delle Fave, Umberto: presidente RAI (1970-1975)

De Luca, Willy: direttore generale RAI (1980-1982), muore preventivamente.

Dematté, Claudio: nominato tra i professori, presidente RAI (1993-94); nel suo tentativo di combattere la lottizzazione, sollecita le dimissioni di tutti i direttori.

Dipartimento Scuola educazione: nato con la Riforma, struttura centrale per la produzione di trasmissioni didattiche

Doxa: istituto specializzato in sondaggi d’opinione

Fanfani, Amintore: favorito durante il governo Scelba, diventa poi presidente del consiglio e promuove Bernabei

Fede, Emilio: passato a Fininvest nel 1989, diventa direttore di Studio Aperto, primo a dare notizia della guerra del golfo (17 gennaio 1991)

Fichera, Massimo: direttore del secondo canale (1975-80), promotore di una grande fase sperimentale (es. Orlando furioso). Cerca di promuovere negli anni ’80 una produzione di fiction italiana che si rifacesse alla strada battuta dall’America, ma venne cassato. Si fa poi promotore del processo tecnologico con le scoperte giapponesi dello standard Sony a 1125 con la produzione di cortometraggi come Arlecchino (Giuliano Montaldo, luci e colori di Storaro)

Finocchiaro, Beniamino: PSI, funzionario di partito, poi presidente RAI (1975-1977)

Freccero, Carlo: responsabile della programmazione di Canale 5, poi di Rete 4 all’orlo del collasso. Ha l’intuizione di organizzare gli appuntamenti dei programmi in senso orizzontale e quotidiano, replicando lo stesso schema per fasce orarie lungo tutta la settimana. Nominato nel 1996 direttore di Raidue. Durante la sua direzione assumerà l'identità di rete giovane, sperimentale, alternativa e provocatoria.

Formenton, Mario: presidente della Mondadori (1976-87), crea Rete 4 (puntando su telefilm e Paramount)

Gioia: ministro delle Poste nel governo Andreotti 1971; affida con proprio decreto il monopolio della posa e gestione del cavo alla Sip-Stet.

Granzotto, Gianni: amministratore delegato RAI (1965-1969), ipotetico moderatore dello scontro politico in seno alla RAI. Si dimette nel 1969 per essersi rifiutato di firmare l’ordine di servizio del 1969.

Gray, Ezio Maria: Commissario straordinario dell’EIAR durante l’RSI

Gregoretti, Ugo: conduttore di Controfagotto (mix di reportage e fiction)

Gregory, Tullio: Consigliere (uno dei professori) che organizza il piano di rilancio della radiodiffusione (unificate le tre reti e le tre testate)

Guala, Filiberto: primo amministratore delegato RAI (1954-56), presidente della INA-CASE; determina il codice di autoregolamentazione (per il cui controllo sono eretti dei comitati di sorveglianza), stringe

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alleanza con Pio XII; comprende la separazione tra momento creativo e produttivo. Grazie a lui clero, DC e industria culturale vanno a braccetto. Si dimette nel 1956, anche perché i tempi son cambiati e la religione non basta più.

Guglielmi, Angelo: capostruttura RAI1 (1976-87), tra gli ideatori di Bontà Loro. Direttore di Rai3 dal 1987-94: grazie a lui la rinascita del canale e imposizione del modello tv-verità (chiama a lavorare Lio Beghin, scrittore di Chi l’ha visto). Formula: lanciare programmi spregiudicati nella forma e nella struttura (Fuori Orario). Il trucco è quello di parlare della realtà con la realtà e di avere un rapporto a tu per tu con il pubblico (Telefono giallo con Augias invita gli spettatori a chiamare per risolvere il delitto irrisolto). Non temette di contaminare l’informazione con la narrazione e la spettacolarizzazione (formula poi naufragata in altri contesti)

Informazione e potere in Italia: convegno del 1978 in cui il psi lancia una proposta per un sistema misto, che si basi sulla ricerca di un compromesso tra pubblico e privato. Ritenuta troppo arrendevole verso i privati, viene accantonata.

Iseppi, Franco: dirigente democristiano, direttore generale RAI (1996-98)

Jacobelli: insieme a Greci e Ambrogetti, direttore Radiocorriere a Roma.

Jemolo, Arturo Carlo: primo presidente RAI, allontanato una volta fatta la Costituente. Strano: aveva impegnato ogni forza per ricreare uno strumento di diffusione di massa.

La Malfa, Ugo: presenta in parlamento il progetto di riforma della RAI (1959)

Lay, Ubaldo: protagonista di Giallo club, nel ruolo di Sheridan.

Locatelli, Gianni: direttore generale RAI (1993-94), al centro di alcune polemiche per le questioni finanziarie che si trascina dietro.

Luciano: capo del Gabinetto della Cultura popolare, organizza le trasmissioni per i soldati inglesi.

Maccanico, Antonio: ministro delle Poste (1996) di un governo tra le cui priorità c’è un disegno di legge sulla televisione.

Marcucci, fratelli: decidono di costituire una rete con Telecapodistria.

Majano, Anton Giulio: regista di numerosi teleromanzi italiani (da Delitto e Castigo a L’isola del tesoro)

Manca, Enrico: presidente RAI (1986-1992). Nel cda ’88 indica tre dinamiche di evoluzione RAI: a) concorrenza nazionale a competizione internazionale; b) passaggio da una tecnologia semplice a una complessa; c) passaggio da un pubblico semplice alla segmentazione della domanda

Mantelli: musicologo cui viene affidata la direzione di Rai3

Mazzolini: capo gabinetto MCP che obbliga a consegnare le stazioni radio ai nazisti

Milano, Emmanuele: vicedirettore RAI durante la presidenza Manca, direttore Rai 1 dal 1980-87.

Mimum: direttore del TG2 con la Moratti, poi confermato nel 1996.

Moratti, Letizia: presidente RAI (1994-96); toglie a Guglielmi la presidenza di Rai3

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Murdoch, Rupert: vuole trasformare Stream in una piattaforma digitale solida basata sulla pay per view calcistica. Nomina responsabile dello sviluppo europeo di News Corporation Letizia Moratti; con la sua intermediazione Murdoch cerca di entrare in trattativa con Telecom per entrare in Stream, vincolata alla possibilità di acquisire la totalità dei diritti televisivi del calcio italiano. Ma viene bloccato dal decreto ‘anti-Murdoch’, in cui si limita l’acquisizione di diritti calcistici e impedisce ad un solo soggetto di avere i diritti dell’intero campionato. Ciononostante acquisisce il 35% di Stream nell’aprile 1999: ed infatti le quote abbonamenti salgono. Nell’aprile 2000 la sua partecipazione sale al 50% (acquisisce le azioni Sds e Cecchi Gori). E dopo qualche tempo Murdoch acquisisce completamente Telepiù.

Odeon: rotocalco televisivo (1976) che alla spinta informativa affianca un gusto ironico e ricorre ad una elevata spettacolarizzazione

Ordine di servizio 376 (1969): rimpasto delle cariche direttive varato da Aldo Sandulli e che anticipa la stagione della lottizzazione. Per non volerlo firmare si dimise Granzotto.

Padre Mariano: conduttore di Sguardi sul mondo con ascolti da 16 milioni di spettatori.

Papafava, Novello: presidente RAI (1961-1964)

Pasquarelli, Gianni: direttore generale RAI (1990-1993), si occupa del risanamento finanziario dell’azienda.

Pedullà, Walter: presidente RAI (1992-1993)

Pession, Giuseppe: a capo dell’Ispettorato per la radio e la televisione (1937)

Piccone Stella, Antonio: direttore GR nel 1935, corrispondente dall’Etiopia. Diventa Francalancia per Radio Bari e Radio Napoli. Raccoglie in un opuscolo un vademecum del perfetto obiettivo e imparziale giornalista radiofonico; direttore Giornale Radio ai tempi dell’alluvione del Polesine. Il potere gli viene sottratto con l’arrivo di Guala, che fa passare il potere più nelle mani del direttore generale (Vicenzini)

Piccioni, Leone: direttore radio RAI negli anni ’60, promuove una riforma dei palinsesti e dei programmi

Pinzauti, Mario: direttore del GR3, utile e rapido.

Pisu, Raffaele: prima nel 1961 ne L’amico del giaguaro, poi forse l’ideatore di Granbazar, la prima televendita italiana mandata su Telecentro (Bologna). Nel programma si fa le ossa anche Wanna Marchi.

Principe, Michele: direttore generale RAI (1975-1977)

Prodi, Romano: prima presidente dell’IRI, poi presidente del consiglio (1996): non reitera la par condicio e non porta avanti la questione sul conflitto di interessi (viene interpretato come un gesto distensivo nei confronti dell’opposizione).

Professori: Consiglieri nominati da Spadolini e Napolitano in seguito alla legge 206/1993, con lo scopo di spazzare via la lottizzazione.

Pugliese, Sergio: direttore dei programmi alla RAI (1953 – 1965), scelto per la sua posizione super partes.

Quartulli, Aldo: a capo della commissione di tecnici e politici voluta da Andreotti per pensare alla riforma.

Radio Urbe: agenzia creata per il servizio di guerra

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Rendina, Massimo: succede a Vetroni nella direzione del Telegiornale

Ricolfi, Luca: nel 1995 pubblica alcuni suoi studi in cui tende a dimostrare come il 10% dell’elettorato del 1994 abbia avuto un cambio di ideologia a causa della televisione. Menduni lo considera discutibile.

Rivelli, Cesare: direttore generale EIAR durante l’RSI

Rodinò, Marcello: amministratore delegato RAI (1956 – 1965); dai criteri meno intransigenti e giudizialisti rispetto a Guala, con lui nasce la seconda rete (1961)

Rossella, Carlo: direttore del TG1 (1994)

Rosselli, Carlo: antifascista mobilitato nella guerra Civile Spagnola nell’opera di antipropaganda con radio Roma.

Rossini, Armando: direttore generale nominato dal primo c.d.a RAI

Rusca, Luigi: dall’agosto 1944 commissario straordinario dell’EIAR

Saja, Francesco: autorità Antitrust

Sandulli, Aldo: tra i costituzionalisti del 1960, diventa presidente RAI nel 1969 varando l’ordine di servizio 376, ma a seguito di una diatriba su un servizio di Tv7 si dimetterà nel 1970 per proteggere Zavoli.

Santaniello, Giuseppe: garante per la radiodiffusione e l’editoria, che viene interpellato nelle polemiche di editori contro Fininvest per abuso di pubblicità. Assolve Berlusconi, ma gli impone di presentare trimestralmente copia dei contratti di pubblicità e di non superare la quota di ricavi precedente il 9 maggio 1991.

Scalfari, Eugenio: denuncia l’asservimento della TV alla DC e propone un regime concorrenziale tra radiotelevisione pubblica e reti commerciali private (degli editori giornalistici); ma solo Montanelli gli dà ragione.

Scarano, Mimmo: primo direttore RAI1 dopo la riforma; con lui nacquero programmi come Bontà loro e Domenica In. Entra poi nelle fila di Rizzoli facendo partire Primarete indipendente (PIN)

Scelba, Mario: ministro delle poste (1945-47), detiene il controllo RAI; ministro degli interni (1948)

Sellerio, Elvira: uno dei professori nominati da Napolitano e Spadolini

Selva, Gustavo: direttore del GR2 (anni ’70), orientato su una tendenza moderata e a volte faziosa in linea con Il Giornale, ma dalla buona qualità.

Sernesi, Salvino: direttore generale RAI nel 1946 (Spataro presidente), concepisce Rai3, poi direttore generale dell’IRI

Siciliano, Enzo: presidente RAI (1996-98), chiamato a rifondare la RAI sul suo carattere istituzionale e culturale.

Sodano, Gianpaolo: responsabile prima della linea editoriale che prova a rilanciare la RAI nell’ambito della produzione cinematografica, poi transfuga in Mediaset

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Sostituzione doverosa: il processo che vede la RAI divenire distributrice dei film destinati al circuito delle sale.

Spataro: sottosegretario alla Presidenza nel gabinetto Bonomi, poi presidente RAI dall’agosto 1946. Direttore generale è Sernesi, ex dirigente della Banca Nazionale del Lavoro.

Stagione dei convegni: in prossimità del rinnovo della convenzione, tutti i partiti e le forze sociali dissero la loro sulla annunciata Riforma della Rai. Punti principale che vennero discussi furono: a) Monopolio o concorrenza? B) Natura della Rai (Ente pubblico radiotelevisivo o società del gruppo IRI?); c) Passaggio dal governo al parlamento; d) Coinvolgimento delle regioni; e) Coinvolgimento dei sindacati e delle forze sociali; f) Distribuzione dei poteri all’interno dell’azienda (togliere l’assetto monocratico); g) Riconoscimento dell’autonomia professionale dei giornalisti e dei programmisti; h) Garanzie per gli utenti (obbiettività, imparzialità e pluralismo); i) Partecipazione degli utenti; l) Pubblicità. In tutto questo non venne mai presa in considerazione la sostenibilità dei costi (da considerare ormai con la saturazione degli abbonati).

Talk show: non rappresenta più la spiegazione al pubblico di un argomento complesso, ma una forma di intrattenimento parlato in cui si divaga da un argomento all’altro senza portarne nessuno a termine. Qui il presentatore, a differenza del contenitore, acquista importanza: introduce argomenti, decide quali approfondire o meno, attribuisce e toglie la parola in trasmissione. Il talk show esprime una capacità di narrativizzazione della società contemporanea quasi inarrivabile. Tramite esso i politici si possono esporre anche umanamente. E qui il conduttore assume i panni dell’avvocato della gente semplice; dirige la discussione, ma raramente interviene se non per aiutare il pubblico. Quando il talk show incontra l’attualità, la figura del conduttore acquista un potere da opinionista o da mediatore del consenso, ed è in grado di esercitare una pressione discreta sulle istituzioni della politica.

Telesio, Giovanni: funzionario dell’ispettorato che va a Berlino per mettere a punto la strategia collettiva di propaganda con la Germania.

Tre esperti (Martinoli, De Rita, Bruno): a loro Granzotto (amm.del.) affida uno studio sulla riorganizzazione dell’azienda che divenne la prima indicazione per trasformare la RAI in un’impresa capitalistica. Il testo, da ritenersi segreto, viene poi pubblicato sul comunista L’Unità e sul giornale di Confindustria. Cosa essenziale di questo evento: dimostra come ogni cosa che riguarda la RAI diventi materia incandescente in cui tutti vogliono metterci il naso.

Tre referendum legge Mammì: vengono proposti con lo scopo di abrogare alcune parti della legge e depotenziare la Fininvest (promosso da Acli, Arci, sindacato edicolanti). A) ridurre a una le reti disponibili per un solo soggetto; b) limitare la raccolta pubblicitaria; c) vietare le interruzioni pubblicitarie dei film.

Tv e libertà in Italia. Una riforma urgente: convegno a Roma organizzato dal Club Turati a cui partecipano esponenti dei partiti politici, della RAI, docenti universitari, giornalisti e programmisti; si tematizza la riforma della Rai come essenziale strumento di libertà per il mondo politico.

Vallauri, Giancarlo: presidente del gruppo SIP-EIAR; nel 1934 avanza la proposta di mettere sul mercato un modello economico di ricevitore

Veltroni Vittorio: formatosi durante l’EIAR, diventa direttore del telegiornale.

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Verso il regime: convegno del 1959 organizzato dagli amici del Mondo che denuncia l’uso televisivo della DC e propone un progetto di riforma di Ernesto Rossi, presentato da Ugo La Malfa e Oronzo Reale in parlamento.

Vespa, Bruno: direttore del Tg1 (1990-1993)

Vicentini, Gian Battista: primo direttore generale RAI (1954 – 1955), segue il TG

Zavoli, Sergio: autore del discusso servizio Tutto da rifare su Tv7, dello speciale Nascita di una dittatura, del programma Processo alla tappa in cui cerca di far emergere il lato più nascosto di personaggi comuni lungo il Giro d’Italia; direttore del GR1, per cui cerca di adottare uno schema di approfondimento massimo e di lettura critica del giornalista. Diventa presidente RAI (1980-1986), in un momento di grande crisi per la RAI: vorrebbe fare tesoro del libro bianco del precedente cda con tutti i problemi e possibili soluzioni, ma le critiche di lottizzazione impediscono un effettivo sviluppo. Elabora la teoria del realismo innovativo (come conciliare la legge e l’accentuazione imprenditoriale della RAI)

PROGRAMMI RADIO

ANNI ‘50

Alluvione del Polesine: dimostra la maturità raggiunta dalle maestranze radiofoniche degli anni ’30.

Arcobaleno: varietà in cui si alternano interviste, cronache, iniziative benefiche e sussidi, una sorta di anticipazione della tv contenitore. Conduce Foà per la regia di Veltroni.

Radiosera: programma di intrattenimento sul secondo canale

Ciak: rivista cinematografica

Notturno a Cnosso: uno dei migliori esempi di documentario, genere che mostra realtà altrimenti ignorate.

Rosso e nero: presentato da Corrado, è il varietà più famoso del periodo. Trampolino di lancio per molti divi.

Il campanile d’oro: prototipo del Sera,

Bandiera gialla: condotto da Boncompagni, vietato ai maggiori di 18 anni

Domenica insieme: anticipa il contenitore tv

Il gambero: domenica, 13-13.30, Enzo Tortora: quiz alla rovescia con sette domande

Il mondo del varietà: lancia Pippo Baudo

Per voi giovani: condotto da Renzo Arbore

Ping Pong, intervista in tono semiserio tra due rappresentanti di due categorie sociali o professionali

Pomeriggio con Mina: domenica pomeriggio, la cantante guida all’ascolto della musica seria

Radiomattina: sul terzo programma, fascia musicale irradiata dalle 8 alle 15,30

Il salvadanaio: quiz condotto da Bongiorno

Tribuna dei giovani: partendo dalle canzoni, si riflette sui problemi dei giovani

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Informazione

Sette arti: supplemento quotidiano che in orari diversi sui tre canali informa su cultura e spettacolo

Speciale GR: rubrica di servizi regionali realizzata in collaborazione tra redazioni centrali in collaborazione con le sedi regionali della RAI.

Giovani

Chiamate Roma 3131: tre ore in cui raccontare le proprie storie e chiedere consigli

Fumorama (RMC): condotto da Herbert Pagani, programma tendenzialmente musicale dal linguaggio nuovo e dalla vena ironica

Esperimenti di montaggio

Quadrato senza un lato: diretto da Franco Quadri, rubrica di informazione teatrale

Interviste impossibili (1973): vi partecipa gente come Eco, Sciascia e Calvino

ANNI ‘70

Alto gradimento: nata dall’incontro tra Arbore e Boncompagni, usa tutto l’armamentario linguistico e le tecniche d’avanguardia in un mix inedito.

Prima pagina: ideata da Enzo Forcella sulla terza rete, è la più prestigiosa trasmissioni di colloquio col pubblico.

ANNI ‘80

Il paginone: rubrica di carattere culturale (Radio uno)

Radio anch’io: trasmissione legata al dibattito civile (Radio Uno)

Audiobox: trasmissione legata al carattere sperimentale (Radio Uno)

Ora D: programma dedicato all’universo femminile (Radio Tre)

Il filo di Arianna: trasmissione dedicato a dare voce alle minoranze e agli aspetti più nascosti della società (Radio Tre)

PROGRAMMI TV

Anni ‘50

Carosello: scompare nel 1975 per una serie di motivi. A) costa troppo e pochi possono permetterselo; b) nell’era della globalizzazione è poco esportabile; C) è troppo razionale. D) appartiene a un’epoca di complementarietà tra le due reti.

Una risposta per voi: con Alessandro Cutolo che risponde alle lettere

Appuntamento con la novella (1955): Albertazzi ammalia le spettatrici

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Controfagotto: mix di reportage e fiction ideato da Gregoretti.

Lo zecchino d’oro (1957): massima espressione della TV per ragazzi.

Telescuola (dal 1958 al 1966)

Non è mai troppo tardi: vero e proprio corso di lingua italiana per analfabeti, diretto da Alberto Manzi

Anni ‘60

Un, due e tre (varietà, Tognazzi e Vianello) (1960)

Musichiere (pre-Sarabanda; di Garinei e Giovannini, presenta Mario Riva) (1960)

Duecento al secondo: quiz a premi condotto da Riva, anticipa LoR? ma viene sospeso dopo 4 mesi

Cosa fa il signor X: personaggi famosi devono indovinare la professione dell’anonimo

Telematch: diretto da Turchetti e condotto da Riva e Noto; basato sull’alternanza tra studio e diretta televisiva.

Campanile sera (1959): con l’esercizio di indovinare il prezzo di alcuni beni di consumo mostra un’Italia ancora divisa nelle possibilità economiche, ma la pubblicità riuscirà a risolvere questo.

Canzonissima (1956): unisce musica e lotteria. Con Walter Chiari e Raffaella Carrà.

Giallo club (1959): giallo quiz, condotto da Paolo Ferrari.

Tribuna elettorale (11 ottobre 1960): apre spazi di democrazia partecipata, legittima il ruolo di servizio pubblico del mezzo televisivo. Avvicinare la gente alla politica è un dovere primario ma anche un ulteriore movimento di consolidamento della giovane democrazia repubblicana. E’ anche un modo per scoraggiare il disinteresse dalla politica a cui potrebbe condurre il benessere e l’individualismo.

Tribuna politica (26 aprile 1961): diretta da Jader Jacobelli, rubrica per il dibattito politico voluta da Fanfani/Bernabei.

Domenica sportiva (1954): da semplice rubrica calcistica diventa rotocalco di attualità

Processo alla tappa

L’approdo (1963): rubrica culturale dal comitato direttivo eminente (Longhi, Bo), coordinata da Leone Piccioni. Significativo elemento di transizione fra il modello umanistico delle origini e le anticipazioni spettacolari della televisione dei ’70

Sapere: un programma quotidiano organizzato in serie che tenta di mettere a disposizione di un vasto pubblico uno strumento approfondito di conoscenza che spazi in diversi campi

Medicina oggi: programma di approfondimento culturale e dunque di maggior complessità e specializzazione

Specchio segreto (1965, condotto da Nanni Loy): adatta lo stile candid camera per studiare il comportamento degli italiani.

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Tv7 (1963): rubrica dai caratteri del moderno news magazine che riesce a scandagliare la realtà italiana registrandone i cambiamenti e denunciandone i ritardi, le disfunzioni e le ineguaglianze. Poi diventa Tam tam (1977)

ANNI ‘70

Odeon: rubrica televisiva (1976) che alla spinta informativa affianca un gusto ironico e ricorre ad una elevata spettacolarizzazione. Realizzato da Ravel e Giordani, contaminazione tra Tv7 e lo spettacolo offerto da cinema, musica e costume. Inaugura l’abitudine a considerare tutto come spettacolo. Di grande successo.

Teatro

Orlando furioso: diretto da Ronconi, sintesi tra linguaggio d’avanguardia teatrale e tv. Non viene gradito da un pubblico che si aspetta pedagogia, divulgazione e non ricerca: il programma a suo modo rivela l’umanesimo liceale di cui era stata portatrice la televisione.

Culturali e informativi

Rubriche culturali: Boomerang, Settimo giorno

Inchieste: Se scoppia la pace

Speciali: Nascita di una dittatura (Sergio Zavoli)

16 e 35: interessante rubrica di cinema

Cronaca: rubrica impegnata ad affrontare i temi dei giovani, dell’emarginazione, delle devianze sociali.

Intrattenimento

Onda libera (1976): diretto da Beppe Racchia, Benigni si avvale di numerosi linguaggi fondendoli assieme e facendo una parodia del fenomeno dilagante delle Tv private.

Portobello: occupa il posto occupato dal teatro del venerdì; è il primo grande cedimento alle zone d’ombra della Tv commerciale (continuo uso del telefono, compravendite attraverso il video..), e difatti Enzo Tortora, che conduce, è reduce dal mondo delle tv private. Si prova a re-istituire il rapporto con l’Italia provinciale. Una forma di spettacolarizzazione del quotidiano molto simile al tessuto narrativo, ai sapori, all’emotività di un emittente locale.

Talk show

L’altra domenica (1976-79): diretto da Arbore e trasmesso su Rete 2. Simbolo dell’Italia giovane e irrequieta.

Domenica In (1976 - ): diretto da Corrado, nasce per contrastare l’offerta del programma di Arbore. Radio trasferita in immagini: è un chiacchiericcio piacevole, che si può abbandonare quando si vuole; simbolo dell’Italia pantofolaia. Si istituisce lo spettacolo contenitore: è come un circo che per cucire i diversi numeri ha bisogno di un presentatore, che ci invita a casa sua a vedere cosa ha in serbo per noi (e per aumentare questa dimensione intima viene tolto il formale pubblico). E’ la nascita della autoreferenzialità televisiva: ci si collega con quanti programmi o inserti possibili, dove i vari conduttori si scambiano saluti. La nuova abilità indispensabile al presentatore è data dal sapere conferire un’atmosfera particolare, nel saper gestire

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una conversazione e un’oralità televisiva. Istituiscono un rapporto a tu per tu con lo spettatore; ma tutto ciò non deve spostare il contenitore da uno stile ‘neutro’.

Bontà loro (dall’ottobre 1976): è il programma con cui la Tv rivela la realtà; prototipo per una lunga tradizione in cui il principale bisogno è quello di confessarsi. E’ un programma di quelli che dimostra che una riforma attuata su basi prevalentemente pubbliche avesse rinnovato la RAI con scelte di programmi tutti volti alla sfera privata. La conversazione diventa la base della neo-tv.

ANNI ‘80

Informazione

Mixer: adotta il sistema a flusso, un grande rotocalco con dentro di tutto in cui si può cambiare canale quando si preferisce

Linea diretta: di Biagi, cerca di riqualificare la fascia serale (dove Berlusconi faceva più acqua); adotta la pratica dei vecchi servizi giornalistici

Samarcanda:

Fiction

Dallas (1981-82): dopo la prima stagione trasmessa senza attenzione da Rete Uno, viene programmata su Canale 5, creando una enorme fidelizzazione e sfruttando il cliff hanger per mantenere alti gli ascolti. Si inserisce nella prospettiva della library di Fiction straniere usate dalla tv commerciale (creano fidelizzazione, sono già divise per le incursioni pubblicitarie).

Intrattenimento

Processo del lunedì: comincia nel 1980, col pretesto di parlare di calcio si costruisce una lunga fila di ospiti illustri

Maurizio Costanzo Show (1982)

Pronto, Raffaella?

Blitz: su Rete due con Milly Carlucci, prova a spostare su frontiere più moderne l’obiettiva piattezza dei contenitori più in voga

Buona domenica

Fantastico: dal 1979, prosecuzione dell’abbinamento musica-lotteria dopo Canzonissima. Mette in campo tutti gli elementi che riqualificano la proposta del varietà televisivo. Dopo l’egemonia di Pippo Baudo arriva un personaggio come Celentano che dimostra il punto di contaminazione linguistica a cui è giunto il programma.

Te la do io l’America (1981, di Trapani con Beppe Grillo)

Al Paradise (di Antonello Falqui): in esso sono riassunti tutti i generi televisivi compatibili.

Quelli della notte (1985): programma delle 23 di Arbore in cui si fa a pezzi il genere del talk show tv, riciclando la formula radiofonica di Alto gradimento.

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Indietro tutta (1987-88): arma vincente, anche se per un anno solo, contro Fininvest, è la distruzione sistematica dell’universo dei quiz tv. Ideato e condotto da Arbore.

Tv verità

Telefono giallo

Chi l’ha visto?

Quelli che il calcio.. (1993, Fabio Fazio): è a suo modo un programma di servizio ma con una sottile funzione pedagogica (invita alla pacifica convivenza delle diverse tribù). Il rispetto per l’istituzione calcistica impedisce al programma di raggiungere i vertici di Mai dire Gol sulla tv commerciale. Il programma, col suo successo politically correct celebra la fine della tv realtà.

Reality show

Grande fratello: il modo di narrare il quotidiano proprio della soap opera viene intrecciato con attori presi dalla vita, in un’ennesima citazione del neorealismo, che danno corpo con la loro recitazione a un personaggio, discusso in sede di sceneggiatura e nel corso del programma: docu-soap.