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guia de viajes Cerdeña

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Un lugar que no teneis que dejar de ver.Si teneis oportunidad, acercaros ...

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Page 1: guia de viajes Cerdeña

il nostro SaharaPISCINAS

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Page 2: guia de viajes Cerdeña

piace a lui, si riscopre Grande Innamorato. Di più: “Prigioniero di

una magia che mi terrà avvinto a sé fino all’ultimo dei miei giorni”,

dice Giampaolo Pansa, 66 anni, condirettore de L’Espresso, notista

politico al vetriolo e scrittore di rara maestria. Travolto da un’insoli-

ta passione nell’azzurro mare di Sardegna: non donne, ma dune.

Quelle di Piscinas, in Costa Verde: 5 chilometri quadrati di Sahara

in provincia di Cagliari, maestose colline d’ocra alte fino a 60 metri che il

vento ha cesellato granello su granello e la natura ha guarnito qua e

là di erbe spartane e ginepri secolari. “In Italia non c’è nulla di più

bello”, gongola l’illustre Stregato dalla Duna. E ti racconta di un

amore nato nel più classico dei modi: la voglia di vacanza, un cono-

scente che fa le presentazioni... “Un giorno di pochi anni fa ti leggo

un trafiletto di un collega che parla di un paradiso di sabbia e mare

cristallino, con in mezzo uno strano alberghetto ricavato da un anti-

co deposito minerario. Così, a scatola chiusa, ho prenotato una ca-

mera per qualche giorno: avevo in mente la trama di un nuovo ro-

manzo e tanto bisogno di un posto tranquillo”.

Il seguito della storia è scritto proprio fra le righe di quel romanzo,

uscito nel 1998 e appena ristampato: Ti condurrò fuori dalla notte (Sper-

ling Paperback, 14.500 lire). Trama: un giornalista del Corriere della

Sera sparito nel nulla, un’intraprendente ragazza francese che lo cer-

ca. E lo trova: fuggito da tutto e da tutti, indovinate un po’ dove? “In

verità, pensavo di farlo finire in Maremma. Ma un paio di giorni a Pi-

scinas sono bastati a farmi cambiare idea: il luogo ideale per esiliarsi

dalla realtà non poteva essere che qui”.

E già lo immagini, mentre pensa, e scrive, e arranca sugli immensi

pendii sabbiosi, ed entra in un mondo “che ti accoglie e ti parla”. Il

fustigatore dei piani alti del Pa-

lazzo che cede ai piani alti della

Costa Verde, “le dune come regineche mostrano al mare le loro coronedi ginepro”. Il cronista di razza

che si appassiona, e, pur riba-

dendo “non sono un ecologo”,

trascorre le serate a documentar-

si nella piccola biblioteca del-

l’Hotel Le Dune, l’alberghetto ex

deposito che da queste parti è

un esempio di come archeologia

PISCINAS“È stata un po’ come una storia d’amore, di quelle brevi e vio-

lente, che ti rimangono per sempre qui”. La manona tocca il

cuore e il Grande Arrabbiato, con le iniziali maiuscole come

PISCINASil nostro SaharaD I M E T E L L O V E N È

DOVE SI TROVAL’area di Piscinas occupa

circa 5 chilometri quadrati

lungo la Costa Verde

(Sardegna sud-occidentale), a

circa 100 chilometri da

Cagliari. È attraversata dal

Rio Piscinas e dal Rio

Naracauli. I centri abitati

più importanti della

zona sono Arbus e Guspini.

NELLA PAGINA A FRONTE: LOSPARTO (AMMOPHILA LITTORALIS),

PIANTA TIPICA DI QUESTI AMBIENTI,CONSOLIDA LE DUNE. PAGINE

PRECEDENTI: LA MOLE DELLE DUNE,ALTE FINO A 60 METRI, SI STAGLIA

SUL VERDE DELL’ENTROTERRA.

82 PISCINAS

L’area delle dune fa parte della Riserva naturale del Monte Arcuentu e Rio Piscinas, che si estende per 10.972 ettari;

a sud confina con la Riserva naturale di Capo Pecora, promontoriotufaceo (con imponenti cordoni di dune) di 1.659 ettari.

Nel cuore del piccolo Sahara sardo, l’antico deposito minerariocollegato alla miniera di Ingurtosu, oggi trasformato

in un alberghetto, è stato dichiarato monumento nazionale(1985) dal ministero dei Beni Culturali

per il suo particolare interesse storico e artistico.

COME È PROTETTA ‘‘ ‘‘Angela era tesa a un solo obiettivo: scorgere la striscia azzurra del mare, sotto il globo ros-

so del sole che si avviava al tramonto. E di lì a poco, finalmente, si rese conto di essere al

primo traguardo del suo viaggio: una calma distesa d’acqua, di un bel grigio lucente, e at-

torno la perfezione delle dune, macchiate di arbusti verde scuro, mentre la sabbia le sembrò

una crema spalmata dovunque, di colore identico a quello del cappuccino con la panna.

Ma qualche istante dopo, Angela fece la prima delle tante scoperte che il mondo di Pisci-

nas teneva in serbo per lei: le dune possedevano mille facce, e le esibivano una dopo l’altra

in un batter d’occhio, per ordine del sole e del cielo. Difatti, nell’avvicinarsi all’albergo, la

sabbia le parve già più scura, quasi marrone, la pelle liscia di un enorme e pacifico anima-

le, sdraiato ventre a terra per scrutare il mare. (Giampaolo Pansa, 1998)

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industriale e turismo possano andare d’amore e d’accordo.

Perché nasce la duna? In che modo il vento costruisce castelli di

sabbia che cambiano forma ma non cascano mai? Fa un certo effetto

sentirselo spiegare da uno che non s’è mai occupato di ecosistemi,

ma la competenza acquisita scarpinando tra mare e montagna è in-

discussa: “Volevo impadronirmi del segreto di un piccolo universo,

dove tutto sembra finito e, invece, tutto è rimasto vivo”. Finito come

il mondo minerario, di cui pure Piscinas fa parte (vedere il servizio a

pagina 56); vivo come le dune, le sue piante e i suoi animali. E allora

ecco la storia del vento, che per millenni soffia da nord-ovest e rin-

tuzza la sabbia verso l’entroterra; ecco i cumuli color crema coloniz-

zati da vegetali psammofili (letteralmente,

amici della sabbia): la gramigna delle spiag-

ge, lo sparto pungente, i ginepri che si prostranoassecondando le raffiche. Piante che chiedono

poco, sopportando alti tassi di salinità e fa-

cendo quasi a meno dell’acqua, e danno mol-

to: è il fitto reticolo delle loro radici, infatti,

Lo scenario fatato di Piscinas si spalanca

all’improvviso davanti agli occhi del visitatore che

percorre la strada. Questa scende in strette

curve, fra ruderi spettrali e bosco magnificamente

invadente, da Montevecchio, paese-mausoleo

dell’epopea mineraria. Le dune si ergono alte e si

allontanano per più di 3 chilometri dal mare,

insinuandosi nel bosco e nella rigogliosa macchia.

La sabbia, sottilissima e ambrata, copre

tutto, assecondando gli umori dei venti, così che

il paesaggio è perennemente mutevole. A dare

fissità ci provano tenaci lentischi, cespugliosi ginepri

coccoloni, filliree, corbezzoli e rudi olivastri,

resi striscianti dalla violenza dei venti. Cannucce

selvatiche, sparse tamerici e giunchi indicano

che in passato c’era l’acqua. E poi euforbie e cisti, e

soprattutto una diffusa presenza floreale che,

all’approssimarsi della precoce primavera, spruzza

di colori la sinuosa coltre dorata. Caute pernici

frequentano il limitare delle dune, mentre le lepri vi

si addentrano costantemente. Come le volpi,

che scavano la tana sotto le radici dei ginepri. In

primavera arrivano i gruccioni, che nidificano

a frotte nei pressi del vicino rigagnolo. Topi selvatici,

scarabei, piccoli passeriformi tessono trame di segni

sulla sabbia, per testimoniare la vita sulla duna.

MA LA SCARICA PESANTE di adrenalina al naturalista

curioso l’assicura la visione delle evidenti tracce

del cervo sardo (Cervus elaphus

corsicanus). Orme inconfondibili

svelano lunghe traversate

allo scoperto, raccontando una

frequentazione che parrebbe

fuori luogo soltanto immaginare.

Scampato a uno stermino

che sembrava incombente, il cervo

sardo sta conoscendo qui nuova

abbondanza. Diversi esemplari

vivono ai confini delle dune, che

attraversano regolarmente,

offrendo all’osservatore paziente

e fortunato un’emozione

indescrivibile. (Domenico Ruiu)

SOPRA: UN RAMO SECCO CREA DELICATI GIOCHI D’OMBRA SULLA SABBIA DELLE DUNE. A FRONTE: CERVI (UNA FEMMINACON IL CERBIATTO E UN MASCHIO) NELLA MACCHIA CHE SI ESTENDE ALLE SPALLE DELLE DUNE DI PISCINAS.

QUASI STERMINATA, LA SOTTOSPECIE PROPRIA DELL’ISOLA (CERVUS ELAPHUS CORSICANUS) È OGGI IN NETTA RIPRESA.

APPUNTI DI NATURA

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Angela comprese di essere soltanto una formicuzza al cospetto della Grande Duna: un’entità che ti catturava,

ti rimpiccioliva e ti annullava. Si fermò a osservare Viotti che marciava più spedito ed era già abbastanza lon-

tano, dentro la vallata di sabbia costeggiante il bastione rivolto all’hotel. Gli sembrò un microscopico bambino

che procedeva lasciandosi alle spalle orme come capocchie di spillo. E destinato, di lì a poco, a diventare invi-

sibile sullo sfondo della piana di Piscinas. (Giampaolo Pansa, 1998)

GRUCCIONE(MEROPS APIASTER)

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86 PISCINAS

Chi va a Piscinas non può fare

a meno di pernottare (o quan-

tomeno fare una visita) al sug-

gestivo Hotel Le Dune (� 070

977130, fax 070 977230). Rica-

vato da un deposito minerario

della vicina miniera di Ingur-

tosu, grazie all’intraprendenza

del proprietario Sergio Caroli,

ospita tra l’altro un’interessan-

te biblioteca sulla zona. Da non

perdere, inoltre, la vicina citta-

dina di Guspini.

LA BANCA DEL TEMPO Si trova

proprio a Guspini. Scopo: “rac-

cogliere il patrimonio dei citta-

dini (non quello finanziario ma

l’altro, quello delle idee e della

memoria) e reinvestirlo in ver-

de urbano” (da Montevecchio,

edito dal Comune di Guspini, li-

re 15.000). Così un’area abban-

donata ai margini della città si

è trasformata in giardini a te-

ma: c’è l’Aiuola dei ricordi,

con la bicicletta e i ferri del me-

stiere dell’ex minatore Angeli-

no; il Giardino delle donne del

mondo, con canti, poesie e favo-

le raccontati da ragazze di tut-

te le età; il Giardino del Paradi-

so, con le piante e le essenze

dell’Antico Testamento; e addi-

rittura il Giardino della “libridi-

ne”, aiuole dedicate a libri e no-

tizie utili. Info: � 070 974362.

PAO

LO R

ON

DIN

I

Per qualsiasi informazioneturistica sulla zona di Piscinas,Guspini, Montevecchio e Arbus

si può contattare Informacittà (� 070 972537;

valido anche per chiedere una guida naturalistica, utile

soprattutto se si voglionoorganizzare escursioni per

vedere i cervi) oppure Promoserapis (� 368 53899).

I CONTATTI

che consolida e stabilizza la duna, un po’ come succede con l’inte-

laiatura metallica nel cemento armato.

“Con la storia di documentarmi per ambientare il libro, in quel pe-

riodo a Piscinas ci sono tornato spesso, in ogni stagione”, rivela Pan-

sa. E dall’album dei ricordi saltano fuori, nell’ordine: i bagni in piena

estate nell’acqua “di un turchese perfetto, ma calda no”; l’escursione

in una notte d’inverno per scovare i cervi sardi (vedere anche il riqua-

dro a pagina 85), con “i loro occhi brillanti nel buio, piccoli faretti fissi,

o gemme fosforescenti”. E un paesaggio che contrappone la mobi-

lità nervosa della duna, mai uguale a se stessa, pronta a cambiar for-

ma e colore a seconda di come la accarezzi il sole, all’immutabilità

assoluta del mare. “Ho letto da qualche parte che piace a chi invec-

chia proprio perché è sempre lo

stesso e non ti fa pensare al tempo

che scorre. Il tempo qui è fermo”, di-

ce Pansa. E l’ha fatto dire pure a

Bruno Viotti, quello del libro, quel

giornalista Stregato dalla Duna che

gli assomiglia fin troppo e, guar-

dacaso, è protagonista “del roman-

zo che mi è più caro”.

A CAVALLO SULLE DUNE E-

splorare le montagne di sabbia

di Piscinas a piedi è affascinan-

te, ma piuttosto faticoso. Una

buona alternativa è una bella

cavalcata che, partendo dai din-

torni di Guspini, arrivi pratica-

mente sul mare (vedere la car-

tina). La proposta è del Centro

ippico Grazia Deledda (� 338

5443679; minimo 5-6 persone,

prezzo da concordare), situato

in località Coa Nueddas, a un

paio di chilometri dal centro a-

bitato. Si comincia seguendo u-

na vecchia ferrovia, attraver-

sando le interessanti strutture

minerarie di Montevecchio; poi

ci s’immette nel bosco (si può

anche incontrare il cervo sardo)

e si costeggia il Rio Piscinas fi-

no alle dune. Il tempo di percor-

renza dell’itinerario è di circa 4

ore. A seconda delle esigenze, si

può fare colazione e cena al sac-

co oppure al ristorante.

invito alla visitainvito alla visita

SOTTO: IL TRACCIATO DEL BREVEITINERARIO CHE PROPONIAMO.

PAGINA A FRONTE: GLI UNICI MODIPER ESPLORARE LE DUNE SONO

A CAVALLO O, COME QUI, A PIEDI;NON SONO ASSOLUTAMENTE

AMMESSI I MEZZI MOTORIZZATI.

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