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Hammerstein o Dell'Ostinazione_ - Enzensberger, Hans Magnus

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Hammerstein o Dell'Ostinazione_ - Enzensberger, Hans Magnus

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  • Hans Magnus Enzensberger

    Hammersteino Dellostinazione

    Una storia tedesca

    Traduzione di Valentina TortelliEinaudi

  • Si ringrazia per la collaborazione Reinhard Mller(Institut fr Sozialforschung, Amburgo)

    La paura non unideologiak. v. h.

    Il matrimonio del generale Kurt von Hammerstein fu benedetto da sette figli, quattro femmine etre maschi. Qui si parler di lui e della sua famiglia.

    Un giorno difficile.

    Come ogni mattina, il 3 febbraio 1933 alle sette in punto il generale lasci il suo appartamentonellala est del Bendlerblock. Non doveva fare molta strada per raggiungere gli uffici. Si trovavanoal piano di sotto, dove quella sera stessa si sarebbe seduto a tavola con un uomo di nome AdolfHitler.

    Quante volte laveva visto prima di allora? Pare che lavesse incontrato gi nellinverno 1924-25a casa di un vecchio conoscente, il fabbricante di pianoforti Edwin Bechstein. quanto dice suofiglio Ludwig, secondo il quale Hitler non aveva fatto una grande impressione sul padre. Allora loaveva definito un confusionario, anche se abile. La signora Helene Bechstein era stata fin dalprincipio una grande ammiratrice di Hitler. Non solo lo aveva finanziato durante gli anni di Monaco si parlava di prestiti e di gioielli ma lo aveva anche introdotto in quella che riteneva la buonasociet. Aveva dato grandi cene in suo onore per fargli conoscere amici influenti, gli aveva insegnatocome si usa il coltello a tavola, quando e dove si bacia la mano a una signora e come si porta il frac.

    Poi, qualche anno dopo, nel 1928 o 1929, Hitler era passato dallappartamento privato delgenerale nella Hardenbergstrae, non lontano dal Bahnhof Zoo, probabilmente per scoprire cosa sipensasse di lui allo Stato maggiore generale. Franz von Hammerstein, che a quel tempo aveva sette,otto anni, ricorda come suo padre aveva accolto la visita: Erano seduti sul terrazzino echiacchieravano. Lopinione di mio padre era che quelluomo parlasse troppo e in modo troppoconfuso. Lo aveva trattato con freddezza. Eppure Hitler aveva cercato di ingraziarselo e gli avevamandato labbonamento omaggio a un periodico nazista.

    Un terzo incontro era avvenuto il 12 settembre 1931 a casa di un certo signor von Eberhardt, surichiesta di Hitler, che a quel tempo guidava il secondo partito pi forte della Germania.Hammerstein aveva detto per telefono allamico [ed ex ministro della difesa] Schleicher: Ilgranduomo di Monaco desidera parlarci. Schleicher aveva risposto: Purtroppo non posso. Ilcolloquio era durato quattro ore. La prima ora a parte una considerazione di Hammerstein Hitleraveva parlato ininterrottamente, durante le altre tre avevano discusso, e pare secondo il signor vonEberhardt che concludendo Hammerstein avesse dichiarato: Noi vogliamo arrivarci pilentamente. Per il resto siamo dello stesso avviso. Lo aveva detto davvero? Sarebbe un indiziodelle profonde ambiguit tipiche di unepoca di crisi, da cui non erano immuni neppure le teste pifini.

    Dopo quel colloquio, Schleicher aveva chiesto al signor Eberhardt: Allora, cosa ne pensa diquesto Hitler? Anche se molto di quanto dice questuomo da scartare, non possiamo ignorarlo,viste le grandi masse che lo seguono. Che me ne faccio di quello psicopatico? pare avesserisposto Schleicher, a quel tempo generale di brigata e uno degli uomini politici pi influenti delpaese.

  • 1. Kurt von Hammerstein, 1934 ca.

    Non era passato un anno e lo psicopatico aveva preso il potere in Germania. Il 3 febbraio 1933si present per la prima volta davanti al comando della Reichswehr, le forze armate tedesche, peresporre i suoi piani e, se possibile, guadagnarne la fiducia. A fare gli onori di casa quella sera era ilgenerale Kurt Freiherr von Hammerstein-Equord.

    Il barone von Hammerstein aveva allora cinquantaquattro anni e sembrava aver davvero raggiuntolapice della carriera. Nel 1929, quandera generale di brigata, era stato nominato Capo delTruppenamt, lUfficio delle truppe, nome di copertura del Capo di Stato maggiore generale dellaReichswehr, che ufficialmente, stando al Trattato di Versailles, non poteva disporre di un simileorgano di comando. Un anno dopo era stato promosso generale di corpo darmata e nominatoComandante in capo dellesercito; era la carica pi elevata dellesercito tedesco. La scelta a suotempo era stata molto controversa. I partiti di destra lo contestavano violentemente; lo accusavano dinon essere abbastanza nazionalista. Al ministero della difesa lo chiamavano il generale rosso,probabilmente perch, per esperienza personale, conosceva bene lArmata Rossa. Hammerstein eraimpressionato dallo stretto legame che univa lesercito russo al popolo, mentre politicamente laReichswehr era del tutto isolata dalla classe operaia. Nondimeno era assurdo attaccarlo definendolouomo di sinistra come faceva il Vlkischer Beobachter; in fondo, per quanto concerneva il suomodo di essere, era un nobile e un militare della vecchia guardia. Durante unadunanza deicomandanti nel febbraio del 1932, si era espresso in modo piuttosto chiaro: Ideologicamente siamotutti di destra, ma dobbiamo tener presente di chi la colpa se lattuale politica interna in rovina.Sono stati i vertici dei partiti di destra. Sono loro i colpevoli.

    Perci, malgrado potesse vantare una carriera di successo, un anno dopo Hammerstein ne aveva

  • davvero abbastanza del suo incarico.

    La carriera esemplare di un cadetto. 1888 Scuola per cadetti di Pln.1893 Accademia militare di Berlino-Lichterfelde.1898 Sottotenente presso il 3 Reggimento guardie di fanteria di Berlino.1905-907 A Karlsruhe.

    1907 Scuola di guerra a Berlino.1909 Tenente.1911 Nel Reparto mobilitazione dello Stato maggiore generale.1913 Capitano nello Stato maggiore generale.1913 Aiutante del Quartiermastro-generale.1914 Comandante di compagnia nelle Fiandre.1915 Ufficiale addetto alle operazioni presso lo Stato maggiore dell8 Corpo di Riserva.1916 Nello Stato maggiore generale.1917 Maggiore.

    1918 Ufficiale addetto alle operazioni nello Stato maggiore presso il Comando designato diCorpo darmata.1919 Nello Stato maggiore del Corpo Lttwitz.1919 Nel Comando del Gruppenkommando I di Berlino.1920 Tenente colonnello.1920 Capo del Comando del Gruppenkommando II di Kassel.1922 Comandante del 3 Battaglione del 12 Reggimento fanteria di Magdeburg.1924 Capo del Comando della 3 Divisione di Berlino.1925 Colonnello.1929 Generale di brigata, capo del Comando del Gruppenkommando I di Berlino.1929 Generale di divisione, Capo del Truppenamt.1930 Generale di corpo darmata, Comandante in capo dellesercito.

    Un clan molto antico e un matrimonio di rango.

    I baroni von Hammerstein sono una famiglia molto ramificata che discende dallantica nobiltvestfalica ed suddivisa, come informa il Gotha, in due linee e quattro rami. Si erano stabilitimille anni fa in Renania dove, nei pressi di Andernach, sono visibili ancora oggi le rovine di uncastello che porta il loro nome; poi nella zona di Hannover, in Austria e in Meclemburgo. Tra lorofigurano proprietari terrieri, ufficiali, alti funzionari regionali e soprintendenti forestali; le figliecontrassero matrimoni di rango o finirono i loro giorni come canonichesse o madri badesse.

  • Il padre del generale era soprintendente forestale in Meclemburgo-Strelitz. Aveva mandato ilfiglio alla scuola per cadetti, anche se pare che avrebbe preferito fare lavvocato o il mercante dicaff a Brema. Siccome aveva altri due figli, ma nessun patrimonio, non poteva pagare unistruzionesuperiore diversa. Inoltre, a quel tempo il giovane Hammerstein veniva assegnato di tanto in tantoalle mansioni di paggio presso la corte imperiale di Potsdam, cosa che lo divertiva poco, al pari delrigido addestramento. Aveva conosciuto il futuro cancelliere Kurt von Schleicher gi allAccademiamilitare. A ventanni avevano preso entrambi il diploma di ufficiale ed erano entrati nel 3Reggimento guardie di fanteria col grado di sottotenente. Era un reparto che godeva di grandereputazione; ne erano usciti numerosi generali, purtroppo anche Paul von Hindenburg e suo figlioOscar.

    Come preparazione alla Scuola di guerra, Hammerstein era entrato nel reggimento di artiglieriaterrestre di Karlsruhe. Aveva viaggiato portando tutti i suoi averi dentro due ceste da biancheria,dopo aver venduto il resto allasta presso il suo reggimento. Quella decisione avrebbe avuto perHammerstein conseguenze di ampia portata; a Karlsruhe avrebbe incontrato nuovamente la signoraper la quale si era fatto trasferire: la figlia del barone Walther von Lttwitz, capo di Stato maggioreregionale. Si chiamava Maria. Laveva conosciuta nel 1904, a Berlino, e avrebbe fatto di tutto persposarla.

    Lttwitz discendeva da una facoltosa famiglia di funzionari pubblici dellantica nobilt slesiana.Della moglie, una contessa von Wengersky, di origine ungherese, si diceva che avesse sangue gitanoe che fosse completamente diversa dalla maggior parte delle donne tedesche; una delle sue antenateera la leggendaria ballerina Catarina Filipacci che il re di Sassonia aveva convocato alla sua corte.Nella grande casa che i Lttwitz avevano a Berlino, quelle stravaganze non si notavano affatto. Lasociet guglielmina che frequentavano era nelle grazie delle loro maest. Le figlie prendevanolezioni di gavotta, parlavano correntemente il francese ed erano state preparate con cura per i ballidella loro prima stagione mondana; questo valeva in particolare per la secondogenita, Maria, di cuisi diceva che piacesse molto e avesse parecchi corteggiatori. Non era raro contare cento ospiti aquelle feste da ballo. I signori invitati appartenevano alle famiglie giuste e ai giusti reggimenti.

  • 2. Maria e Kurt von Hammerstein il giorno delle nozze, 1907

    Nel suo diario, Lttwitz scrive: Ovviamente il sottotenente Kurt von Hammerstein frequentava lanostra casa come mio vecchio compagno di reggimento. E giocava molto a tennis con le mie duefiglie. Allinizio non immaginavamo che mirasse a Mietze [Maria]. Ma pian piano ce ne rendemmoconto e, siccome a nostro parere non cerano abbastanza risorse per sposarsi e vivere senza pensieri,quando, poco dopo, il signor pretendente si rivolse a me con una proposta di matrimonio, glielo fecinotare. Pretesi che facesse un passo indietro, lui comprese le mie ragioni, ma per salvare leapparenze mi chiese il permesso di non interrompere la frequentazione. Acconsentii, ma, come avreidovuto prevedere, la conseguenza fu che la storia damore and avanti.

    Maria von Hammerstein ricorda: Kurt e io ci eravamo conosciuti nellinverno del 1904. Miaveva colpito perch era particolarmente serio e tranquillo, diverso dagli altri. A una festa incostume, lui vestito da magiaro e io da Vecchia Strasburgo, ballammo insieme parecchio. Quandoero con lui mi sentivo sempre cos strana. Si erano incontrati nuovamente al tennis club. Andando acasa, il signor von Hammerstein mi portava sempre le scarpe. Alla festa daddio port con s quattrobottiglie di spumante. A novembre ci incontrammo nella Festhalle per una fiera di beneficenza. Iodanzavo in abito bianco, tutta dipinta di bianco, nel ruolo di una statuina di Svres. Guardavo alfuturo con una strana apprensione.

    Il signor von Lttwitz non era entusiasta di tutto questo. Gli ufficiali nati da famiglie povere nonerano benvisti nellesercito, figurarsi in famiglia. E Hammerstein non aveva denaro. Poteva portarein dote poco pi che una cartella con la scritta: Per unordinata amministrazione dei debiti. Il

  • padre di Maria aveva abbandonato la sua riluttanza solo quando un nonno gli era venuto in aiuto.Probabilmente anche un altro ostacolo alimentava le sue perplessit. La famiglia von Lttwitz erarigidamente cattolica mentre Hammerstein, che peraltro mostrava poco interesse verso la religione,era protestante. In quegli ambienti, un matrimonio misto era considerato problematico. Anche inseguito, la questione avrebbe contribuito a provocare nei genitori della coppia malumori di ognigenere, ai quali Kurt avrebbe messo fine pronunciando una parola risolutiva: Inoltre, avrebbescritto alla moglie, io sono dellidea che i figli debbano essere battezzati secondo il credo dellamadre, perch lei a insegnare loro i fondamenti della religione. Perci ogni ulteriore chiacchiera superflua. Per quanto mi riguarda, possono anche agitarsi e fare il diavolo a quattro. Non c bisognoche tu ti faccia coinvolgere in certe discussioni. Se hanno qualcosa da dire, che si rivolgano a me.

    Malgrado tutti i problemi, nel 1907, a Karlsruhe, si era potuto celebrare uno splendidomatrimonio. Ne esiste una fotografia ufficiale. Anche se il padre della sposa si lamentava di averdovuto organizzare una festa per pochi intimi, la buona societ sembra rappresentata assaidegnamente. Tutti gli ospiti, tra loro Kurt von Schleicher, il futuro cancelliere del Reich,appartengono allaristocrazia militare; i signori sono in uniforme di gala e onorificenze, le dame ingrande toilette bianca e cappelli riccamente addobbati.

    Il nonno inquietante.

    Una foto pi tarda mostra il padre di Maria in uniforme da generale, lo sguardo freddo, mentremagro, canuto, decorato con il Pour le mrite, punta il braccio destro contro il fianco e squadralosservatore con fare provocatorio.

    Nei ricordi della nipote Maria Therese ha un ruolo molto antipatico.Lo consideravamo un estraneo, rappresentava un mondo scomparso che aveva cercato invano di

    rievocare come per magia. Per noi il suo era un mondo di ombre, il lusso freddo del suoappartamento di servizio cos come le propriet feudali. La maggior parte di noi non lo sopportava.

    Un giorno incaric un pittore di ritrarre me e le mie due sorelle. Quei quadri esistono ancora. Sonotre pastelli che raffigurano Butzi [Marie Luise], a sinistra, che guarda Helga seduta al centro, e mesulla destra. Il nonno rimand indietro al pittore il ritratto di Helga perch trovava che avesse lariada ebrea. Probabilmente aveva letto il libro di Chamberlain che a quel tempo andava molto di moda.[Die Grundlagen des neunzehnten Jahrhunderts (I fondamenti del XIX secolo) di Huston StewartChamberlain, uscito nel 1899, considerato uno scritto fondamentale dellantisemitismo tedesco].

    A casa del nonno non cera una vita familiare cui prendessimo parte. La figlia maggiore vivevaancora con loro perch le aveva proibito di sposare luomo che amava. Noi bambini non potevamomai mangiare allo stesso tavolo con gli adulti; ci davano da mangiare in dispensa. La nonna stavasempre nella veranda del secondo piano, circondata dai glicini. Non potevamo mai salire da leiperch soffriva di tubercolosi. morta in Svizzera nel novembre del 1918.

    Poco dopo accadde un dramma familiare.

  • 3. Walther von Lttwitz, anni Venti

    Nellautunno del 1919, quando tornammo a Berlino dopo le vacanze estive, cera la rivoluzione.Nonno Lttwitz era ancora generale comandante a Berlino. Viveva nella Hardenbergstrae. L nacqueanche mio fratello Ludwig, e la mamma rimase col neonato a casa del nonno. Un giorno ilfeldmaresciallo Hindenburg venne in visita per parlare con lui. La mamma, forse a causa della suaingenua ambizione, pens che avrebbe potuto fare da padrino a mio fratello. Io volevo ingraziarmelae, diversamente da mia sorella maggiore, che mai si sarebbe prestata a una simile sciocchezza,promisi di chiedere a Hindenburg quel favore. Mi presentai da lui con un mazzo di fiori in mano, feciun inchino e glielo chiesi.

    Qualche settimana dopo, quando tornai con la mamma dal nonno, la casa era vuota. Dovera finito?Lo cercammo nello studio e non lo trovammo. Avevo la sensazione che dietro ogni sedia sinascondesse una spia. La casa ci sembrava sinistra. Non potevamo certo sapere che era fuggito e sitrovava dai suoi parenti in Ungheria. Come ha fatto mia madre a sopportarlo? Era cos legata a suopadre che per tutta la vita lui le scrisse una cartolina al giorno con la sua grafia microscopica estretta.

    Alla sua maniera laconica tanto quanto brusca, Lttwitz osserva in merito: Poi, purtroppo, siverific un conflitto tra me e Kurt Hammerstein. Dopo la guerra divenne opportunista e ciscontrammo. E Smilo, il cognato di Hammerstein, dice: La separazione era un fatto compiuto. Unatragedia quasi classica nella cerchia familiare pi ristretta. Mia sorella Maria ha sofferto molto perquel conflitto.

    Qualche aneddoto.

  • Il diciottesimo secolo fu lepoca aurea di una forma espressiva sintetica che oggi non va pi dimoda: laneddoto. Se ne sono serviti autori del calibro di Chamfort, Fontenelle e Lichtenberg. Comefonte storica non gode di buona reputazione. un peccato; chi si interessa di Massime e pensieri,caratteri e aneddoti dovrebbe infatti prestargli se non proprio fede, almeno ascolto.

    Maria Therese, la figlia di Hammerstein, nelle sue piacevoli memorie, assolutamente prive disaccenteria, racconta del padre: Ha due indici giganteschi, ne porge uno a Butzi [Marie Luise] elaltro a me, e ci accompagna lungo il Sdwestcorso a vedere i cavalli portati l dalla MoabiterKaserne, ci mette in mano una zolletta di zucchero e ci mostra come premere forte il pollice controlindice, in modo tale che il cavallo non laddenti. lunico insegnamento di mio padre precedente al1914 che io ricordi (1913).

    I miei genitori corrono intorno al tavolo rotondo apparecchiato per la colazione, sotto il quale misono rannicchiata. Lei ha in mano il giornale del mattino e pap la insegue per prenderlo. Misembrava una cosa molto strana. Anche se avevo solo quattro anni, mi accorsi che non si trattava dibuone notizie. Il giornale annunciava la mobilitazione generale (1914).

    Un giorno, di mattina, mio padre sbircia dalla porta nella nostra camera buia. Ha in testa lelmocon un grande pennacchio bianco e ci saluta perch lascia Berlino per andare al quartier generale conil treno speciale dellimperatore. A quel tempo era capitano nello Stato maggiore generale (1914).

    Helga, la sorella minore di Maria Therese, contribuisce con una storia meno idilliaca: Nellagrande sala da pranzo con le sedie rivestite di damasco verde provenienti da un qualche castello e untavolo tozzo, assolutamente inadatto. Papus [il padre] furioso con noi (Butzi e me), non ricordo piil motivo, ci picchia con il frustino. lunica volta che siamo state picchiate, ma non stato costerribile (1921).

    Ancora Maria Therese: Mio padre ci aveva preso in affitto per tutta lestate una casa a Steinhorst,nei pressi di Celle. Una parte delledificio per era abitata da una famiglia che non voleva andarsenee si era barricata dentro. Non voleva liberare la cucina e intendeva difendere lappartamento con learmi. Mio padre entr nella loro sala da pranzo, anche lui con unarma in mano. lunica volta chelho visto in una situazione da guerra civile, e per di pi in casa sua. Dovette affrontare una lungacausa per indurre finalmente la famiglia ad andarsene. E pensare che laveva presa in affitto solo pernon doversi preoccupare della sua grande famiglia nella Berlino di quegli anni (1921).

    Davanti a casa si fermato un furgone per traslochi: mi precipito e aiuto gli uomini portandodentro le sedie della sala da pranzo. Dopo sento Papus dire di me: Di buon cuore ma sciocca.Deve essergli dispiaciuto che non corressi come gli altri nel nuovo giardino. A lui, lultimoGrandseigneur, la tendenza a non farsi servire era sconosciuta (1924).

    Da Berlino ci porta con s allo Stechlinsee. Ci fa vedere la riserva forestale di suo padre,proprio l vicino. Conosce ogni albero e ci dice i nomi: olmo, ontano, frassino Prende il bosco sulserio. Si procura delle canoe pieghevoli e ci porta sul lago. felice nellambiente dove ha trascorsolinfanzia, e lo siamo anche noi (anni Venti).

    Lo sentivamo parlare solo quando cerano visite. Non ci mandava via, potevamo stare l adascoltare. Ammiravo la sua cultura, ma nel momento decisivo prendevo sempre le parti dellamamma. Una volta venne nella mia stanza, nel mezzanino, a scusarsi perch al Tiergarten, inunoccasione simile, si era talmente arrabbiato che me le aveva date col bastone da passeggio. Lalunga separazione durante e dopo la guerra aveva fatto s che lui e la mamma non si fossero abituati astare insieme. Forse era anche quella la causa del suo totale silenzio a tavola (1926).

    Voleva unEuropa unita, era amico di Coudenhove-Kalergi. Se ci fosse stata una seconda guerramondiale, diceva, la Germania sarebbe stata divisa. Il comunismo arriver, ma cercher di impedire

  • che arrivi il pi a lungo possibile (1929).Joachim Paasche, suo genero, racconta: Una certa tendenza al lusso non gli era estranea. Gli

    piacevano il cognac e un buon sigaro. Presiedeva il pranzo di famiglia in silenzio, senza battereciglio. Ma scoppi a ridere quando non mi accorsi che nel piatto cera della selvaggina e pensai chefosse manzo. Lo sentii rivolgersi al domestico con un comando molto antiquato che non avevo maiudito prima (1931).

    I suoi sette figli erano noti per la loro vivacit e lindole ribelle. E neanche lui somigliava altipico tedesco coscienzioso e gran lavoratore. Gli piaceva la gente, spesso abbandonava il lavoro ese ne andava a caccia (1931).

    La sua autoironia quando lantisemitismo prese il sopravvento: Speriamo di liberarci presto diHitler, cos potr nuovamente maledire gli ebrei. A quel tempo ci si poteva ancora permettere unafrase del genere (1931).

    Margarethe von Oven, la sua segretaria e futura contessa von Hardenberg, ricorda:Quando arrivai in ufficio la mattina dopo lincendio del Reichstag, mi accolse con le parole:

    chiaro che sono stati loro a dargli fuoco! Ero scioccata, e allinizio incredula; ero ancoraimpressionata dalla Giornata di Potsdam e dal giuramento di Hitler. La risposta fu una doccia fredda:Cos anche lei si fatta abbindolare?. Lui e mia madre erano i soli a non farsi buttare sabbia negliocchi (1933).

    E Maria Therese riferisce:Mio padre mi ha baciato due volte in tutta la vita: una volta in corridoio, quando torn a casa in

    licenza durante la prima guerra mondiale, e la seconda volta nel 1935, quando lo salutai per emigrarein Giappone.

    Una chiacchierata postuma con Kurt von Hammerstein (I).

    H: Voleva parlarmi?E: S. Se ha un attimo di tempo.H: Di tempo ne ho in abbondanza. Ma riguardo a cosa?E: Signor generale, mi sono imbattuto nel suo nome ovunque, a Berlino, a Mosca, in Canada La

    sua famigliaH: La mia famiglia non riguarda nessuno.E: Ma riguarda la storia, signor von Hammerstein, nella quale lei ha svolto un ruolo importante.H: Lo crede seriamente? Forse per due, tre anni, poi tutto finito, andato. uno storico?E: No.H: Giornalista?E: Sono scrittore.H: Ah. Temo di non capire niente di letteratura. Nella mia casa paterna non si leggevano romanzi.

    Per quanto mi riguarda, un po di Fontane e Guerra e pace quandero in ospedale. Tutto qui.E: Sto scrivendo un libro su di lei.H: proprio necessario?E: S. Spero non abbia nulla in contrario.H: Il mio vecchio insegnante di latino diceva sempre che i poeti mentono.E: Non mia intenzione. Anzi. Voglio sapere esattamente come stavano le cose, per quanto

    possibile. Ecco perch sono qui. E poi oggi il suo compleanno. Mi sono permesso di portarle una

  • scatolina di Avana. So che ha un debole per i buoni sigari.H (ride): Allora vuole corrompermi. Grazie mille. Comunque, entri pure. Vede, la mia scrivania

    vuota. Non ho pi segreti da custodire. Cosa vuole sapere?E: Forse pu raccontarmi qualcosa su suo suocero, il signor von Lttwitz.H: Era fondamentalmente privo di fantasia e, a livello politico, un caso disperato. Lho capito

    subito, la prima volta che ci siamo incontrati.E: A Berlino, nel 1904.H: Esatto. E poi in guerra, durante il periodo che ho passato allo Stato maggiore. Era il mio

    superiore.E: Ha avuto dei problemi con lui.H: il minimo che si possa dire. Nel dicembre del 1918 a quel tempo era comandante a Berlino

    si era gi esposto troppo.E: La rivoluzione.H: Se vuole chiamare cos quel caos. Come pu immaginare, non avevo un debole per gli

    spartachisti; ma quei criminali dei corpi franchi erano ancora peggio, ed con loro che il vecchioscese a patti, allora.

    E: Represse la rivolta. vero che i suoi soldati furono coinvolti nellassassinio di RosaLuxemburg e Karl Liebknecht? Sua figlia Maria Therese ricorda che quella volta lei si precipit insala da pranzo gridando: I soldati hanno preso una donna dai capelli rossi e lhanno buttata nelLandwehrkanal.

    H: possibile. Il fatto che a quel tempo ero primo ufficiale di Stato maggiore presso ilGruppenkommando di Berlino e Lttwitz era il mio capo. Il suo reparto preferito era la Brigata diMarina Ehrhardt, una ciurmaglia degenerata che ha quegli omicidi sulla coscienza.

    E: Allepoca il ministro della difesa del Reich era Gustav Noske, a cui dobbiamo il famigeratodetto: Qualcuno deve pur fare il lavoro sporco.

    H: S, ai comunisti piaceva citare quella frase. Allora volevano fondare repubbliche dei Consiglisullesempio sovietico. Avrebbe significato la guerra civile. Ovviamente era inaccettabile per me e imiei amici.

    E: I tre Maggiori.H: Dove ha trovato questa espressione?E: La usa Brning nelle sue memorie.H: Ah s? Si riferisce a Kurt von Schleicher e Bodo von Harbou, che avevo conosciuto al tempo

    della Scuola di guerra e del primo conflitto mondiale.E: Di lei scrive: Durante la prima met del 1919, questi tre maggiori, che erano amici e sempre in

    contatto fra loro, esercitavano una grande, se non addirittura preponderante influenza su tutte lequestioni importanti che avevano a che fare con le cose militari. Intende farle un grande elogio.Sostiene che avrebbe impedito il caos.

    H: Be, esagera senzaltro un pochino.E: Un anno dopo, comera previsto nel Trattato di Versailles, Noske voleva finalmente sciogliere i

    corpi franchi che lo tenevano in pugno. A suo suocero la cosa non piaciuta.H: Ovvio. Si rifiutato. Di conseguenza il ministro lo ha congedato, cio lo ha buttato fuori. E

    allora il vecchio ha fatto il putsch. Era il 12 marzo 1920. Mi ricordo ancora bene che ha ordinatoalla Brigata Ehrhardt di marciare sulla capitale e rovesciare il governo. Voleva assolutamente cheaderissi.

    E: Una situazione difficile per lei!

  • H: Perch?E: Si rifiutato.H: Naturalmente. Era unoperazione insensata!E: A quanto pare lei ha fatto tutto il possibile per fargli cambiare idea.H: Tutto inutile.E: A quel tempo il suo amico Schleicher era una persona importante al ministero della difesa. Lha

    messa in guardia sul fatto che rifiutare lubbidienza poteva costarle caro. Rifletti bene, hai cinquefigli. E pare che lei gli abbia risposto: Che vadano a chiedere lelemosina, se hanno fame.

    H: Chi lo dice?E: Suo figlio Kunrat.H: Pu darsi.E: Alla fine suo suocero lha fatta persino arrestare.H: Per tre o quattro ore, poi i miei uomini mi hanno tirato fuori.E: E poi com andata?H: Ha mandato avanti un uomo di paglia di nome Kapp. Un burocrate insignificante e grassoccio

    con il pince-nez e il colletto rigido, che si era avvicinato a Ludendorff, anche lui un fallito, peraltro.E: Per Lttwitz, con i suoi uomini dei corpi franchi, Berlino la prese.H: Un pronunciamento.E: Il cancelliere e il suo gabinetto fuggirono.H: Bauer, si chiamava. Neppure lui una gran cima.E: Poi questo Wolfgang Kapp si autoproclam cancelliere del Reich.H: Non aveva potere. Lttwitz aveva assunto il comando supremo della Reichswehr, voleva

    costituire un regime militare. Ovviamente i soldati non collaborarono. E men che meno i civili. Anzi,organizzarono lo sciopero generale.

    E: Per ci furono duemila morti.H: Unindecenza. Dopo quattro giorni era tutto finito. Alto tradimento! 50 000 marchi di

    ricompensa per la sua cattura ne andava fiero. Non stata facile per Maria, tutta questa storia.Kapp, quella nullit, batt in ritirata in Svezia, e il mio vecchio tagli la corda. Prima a Breslavia epoi, con il passaporto di un parente, in Slovacchia: si fece passare per un certo signor von Lorenz.Da l and in Ungheria, attraversando il confine in carrozza. Una volta, una guardia confinaria a cui ilpassaporto sembrava sospetto cerc di fermarlo. Al galoppo, avanti, marsch! E via, era scomparso.L dove si rifugi, incontr una cugina della mia defunta suocera che spos prontamente. Solo Dio sacome abbia fatto a procurarsi un passaporto vero. Con quello torn in Germania e si nascose da unparroco nellEulengebirge, le odierne montagne di Gry Sowie. Un giorno arriv la poliziacriminale, ben quindici agenti. Dov il generale? Non ne ho idea. Ma il suo letto ancoracaldo. Probabilmente non avevano voglia di trovarlo. Ma perch le racconto tutto questo?

    E: Vada avanti.H: E tre settimane dopo, arriv lamnistia, puntuale come un orologio. Hindenburg era appena

    stato eletto Presidente del Reich e si diede da fare. Mio suocero ebbe persino la sfrontatezza dirivendicare la pensione con effetto retroattivo, e sa cosa? Lha pure ottenuta. Che impudenza; in findei conti, era stato condannato per alto tradimento con sentenza definitiva. Per un po tenne il beccochiuso, fino al 1931; poi sent di avere di nuovo il vento a favore. Il Fronte di Harzburg faceva alcaso suo, e nel 1933 si congratul con i nazisti per aver preso il potere.

    E: Non mi sorprende. Neppure lui tollerava gli ebrei.H: Non era certo il solo. Nellesercito era una cosa normalissima. Avrebbe dovuto sentire le

  • battute dei miei compagni di reggimento! Nessuno ci faceva caso. Tra laltro, i Francesi e gli Inglesierano come noi. Non era fanatismo, piuttosto una cattiva abitudine. Si sono accorti di cosa volevadire quandera troppo tardi.

    E: C qualcuno che non impara mai.H: Lo dice lei! Si vede che il vecchio Lttwitz lo conosce proprio poco. successo nel 1934,

    dopo la notte dei lunghi coltelli. La maggior parte della vecchia guardia ha capito di cosera capacequellHitler. E allora abbiamo ripreso ad andare a caccia insieme, io e Lttwitz, come ai vecchitempi. Probabilmente lei non capisce.

    E: Forse non del tutto. Faccio del mio meglio. Ma posso farle unaltra domanda?H: Avanti.E: Con quale stato danimo, tredici anni dopo, il 3 febbraio 1933, attese il suo ospite nella

    Bendlerstrae?H: Di che umore ero pi di settantanni fa? Probabilmente pessimo.

    Prima glossa.Gli orrori della Repubblica di Weimar.

    Dovremmo essere contenti di non esserci stati.La Repubblica di Weimar fu un fallimento sin dal principio. Non la definizione saccente di chi

    vede le cose a posteriori. Laveva gi descritta in questi termini Ernst Troeltsch nelle sue Spectator-Briefe degli anni 1918-22, e non era stato lunico. Unocchiata ai primi romanzi e reportage diJoseph Roth dovrebbe bastare a convincere chiunque nutra dei dubbi. Non solo le vecchie lite nonerano pronte a venire a patti con la Repubblica. Molti di coloro che tornavano a casa dalla guerraperduta non volevano rinunciare alla lotta come esperienza interiore ed erano animati daldesiderio di rivincita. Inventarono la leggenda della pugnalata alla schiena; poi, per un decennio,la frase chiave fu: Siete voi i veri vincitori. La magistratura e la polizia si aggrappavano a norme econsuetudini di epoca guglielmina. Nelle universit prevalevano tendenze autoritarie,antiparlamentaristiche e antisemite. Pi di una volta, latmosfera sovraeccitata trov uno sbocco inpiani dilettanteschi di putsch e insurrezioni.

    Le cose non andavano meglio sul versante delle Sinistre. Anche loro non tenevano in gran conto lademocrazia e i loro quadri preparavano la rivoluzione.

    La miseria economica contribuiva a creare un clima instabile nella societ tedesca. I debiti diguerra e il pagamento delle riparazioni gravavano pesantemente sulle finanze della Repubblica.Linflazione mandava in rovina il ceto medio e la piccola borghesia. A questo si aggiungeva lacorruzione endemica che arrivava a sfiorare le pi alte cariche dello Stato e dei partiti e che avevaimmediate conseguenze politiche. noto il caso del presidente del Reich Hindenburg. Sul versantedelleconomia, lunico momento di respiro che fece pensare a una ripresa dur in tutto quattro anni,dal 1924 al 1928. Poi la crisi economica mondiale vi mise brutalmente fine. Il crollo economico e laconseguente disoccupazione di massa provocarono un senso di esasperazione nei salariati e diffusitimori di declassamento.

    A questo si aggiunsero i gravami della politica estera, che in certi periodi assunsero proporzioniintollerabili. Il Trattato di Versailles, lontano mille miglia dai lungimiranti accordi di pace a cuimirarono Inglesi e Americani dopo la seconda guerra mondiale, suscit accesi risentimenti nellasociet tedesca. Loccupazione della Ruhr, il separatismo e i conflitti etnici favorirono e

  • amplificarono le tendenze scioviniste. I vicini pi prossimi, soprattutto Francesi e Polacchi, fecerotutto quello che era in loro potere per umiliare ulteriormente i Tedeschi, e anche lUnione Sovieticacerc per quanto pot di destabilizzare la Repubblica.

    In una parola, il paese si trovava in una situazione di guerra civile latente, combattuta non solo coni mezzi della politica, ma sempre pi spesso anche con la violenza. Dalla rivolta degli spartachistialle aggressioni e agli omicidi politici compiuti dai corpi franchi e dalla Reichswehr nera,dallAzione di marzo nella Germania centrale alla sfilata dei nazionalsocialisti davanti allaFeldherrenhalle di Monaco, dalle lotte dei lavoratori di Amburgo e Vienna, al Maggio di sangueberlinese, la democrazia fu stretta sempre pi in una morsa dai militanti di entrambe le fazioni.

    Alla voce Systemzeit (Ora di sistema), oggi troviamo nei dizionari la seguente definizionepoliticamente non sospetta: Lora impostata dallorologio interno del computer e trasmessa alsoftware tramite il sistema operativo. Negli anni Venti e Trenta, in Germania il termine avevaunaltra valenza. Il sistema era un concetto militante coniato in epoca weimariana (e che ebbe unastrana rinascita nel 1968). Fu messo in campo contro la Repubblica da destra e da sinistra, daGoebbels come da Thlmann.

    Nel 1932 e 1933, la spaccatura allinterno della societ assunse non solo in Germania, ma anche inAustria, caratteri che potremmo definire libanesi. Le formazioni paramilitari SA, RoterFrontkmpferbund, Stahlhelm, Hammerschaften, Reichsbanner, Schutzbund e Heimwehr siaffrontavano alla luce del sole e lagonia della Repubblica di Weimar raggiunse il punto critico.

    Resta un mistero, e non n giustificabile con lignoranza, n spiegabile con la mancanza diimmaginazione storica, come i posteri abbiano potuto credere che gli anni Venti fossero davverodorati, come vengono chiamati in Germania. Questo fragile mito trae alimento piuttosto da unamiscela di invidia, ammirazione e kitsch: invidia per la vitalit e ammirazione per i risultati prodottida una generazione di grandi talenti, ma anche nostalgia a buon mercato. Si guarda allennesimarappresentazione dellOpera da tre soldi, ci si stupisce dei prezzi raggiunti alle aste dai Beckmann,dagli Schwitters, dagli Schad, ci si appassiona per le riproduzioni dei mobili Bauhaus e ci si diverteguardando film come Cabaret, che mostrano una Berlino pazza, isterica, polimorfa e perversa. Unpo di decadenza, un pizzico di rischio e una dose massiccia di avanguardia fanno correre un brividodi piacere lungo la schiena dei cittadini dello Stato sociale.

  • 4. Rivista dellapparato militare del KPD, il Partito comunista tedesco, 1923-1925 (Institut fr Sozialforschung, Amburgo).

    La fioritura di questa cultura estremamente minoritaria fa dimenticare la palude su cuigermogliava. Perch anche lambiente intellettuale e artistico degli anni Venti non era del tuttoimmune dai fattori scatenanti la guerra civile. Poeti e filosofi come Heidegger, Carl Schmitt o ErnstJnger, ma anche Brecht, Horkheimer e Korsch, contrapponevano alla pusillanimit della classepolitica il pathos della risolutezza; dove questa risolutezza andasse a parare, era poi secondario.Anche i loro fiancheggiatori, di sinistra come di destra, si crogiolavano nella posa dellassoluto.

    I politici della mediocrit non potevano tenere il passo. Apparivano pallidi e impotenti. Mancavaloro ogni talento nel mobilitare le paure, i risentimenti, la capacit di appassionarsi e lenergiadistruttiva delle masse. Anche per questo, tutti, senza eccezioni, sottovalutarono Hitler, che ci sapevafare come nessun altro. Alla fine, alla classe politica non rest che barcamenarsi tra panico eparalisi.

    La sensazione di impotenza port la maggioranza a rifugiarsi nellestremismo. La gente credette ditrovare protezione e sicurezza solo in organizzazioni come il Partito comunista, la NSDAP, il Partitonazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, il Reichsbund o le SA. Le masse ondeggiavano tra Sinistrae Destra; lincertezza tra i due poli assunse forme epidemiche. Per paura dellisolamento, la gentecercava il gruppo, si rifugiava nella Volksgemeinschaft, la comunit popolare, o nel comunismosovietico. Paradossalmente, per molti di coloro che la intrapresero, questa fuga si concluse nellasolitudine totale: nellesilio, nel campo di concentramento, nelle epurazioni, nel gulag o neltrasferimento coatto.

    Una chiacchierata postuma con Kurt von Schleicher.

  • E: Signor generale, grazie di avermi ricevuto.S: Per me, tralasci pure il generale. Non conta pi. Allora, cosa vuole sapere?E: Lei non ha scritto le sue memorie.S: Provi un po a indovinare perch. Un morto non scrive memoriali.E: Ma non ha pi neanche bisogno di avere peli sulla lingua.S: Questo vero.E: Si tratta del suo amico Kurt von Hammerstein.S: Ah s? Lo ha conosciuto?E: No. vissuto solo nove anni pi di lei.S: Mi racconti.E: Sapeva di aver fallito, ma non si mai rassegnato, e men che meno ha pensato di collaborare.S: Tipico di lui. S, si pu dire che fossimo amici. Dalla notte dei tempi. Ero cadetto a

    Lichterfelde come lui, poi sottotenente nel 3 Reggimento guardie di fanteria, poi la Scuola di guerra,lo Stato maggiore generale e cos via, praticamente la stessa carriera. E cos si impara a conoscersi.Di Hammerstein ci si poteva fidare, era obiettivo, molto intelligente, e soprattutto un amico fedele.

    E: Cosa che non si pu certo dire di lei.S (ride): S, se vuole, ci siamo sempre divisi i ruoli. Una squadra direi quasi ideale.E: Alla fine della guerra lei stato trasferito al ministero della Reichswehr e si assunto la

    direzione della sezione politica nel Truppenamt, una posizione prestigiosa, mentre Hammerstein andato da Lttwitz.

    S: Dal suo inflessibile suocero, s. Io sono rimasto al ministero.E: E l ha fatto una carriera piuttosto rapida.S: Non cera nessun altro che fosse affidabile.E: Nel 1929 era gi generale di brigata e segretario di stato di carriera.S: S, ma non andata male neppure a Hammerstein. Anche lui stato promosso lo stesso anno a

    Capo del Truppenamt, e lanno dopo Comandante in capo dellesercito. Me ne sono occupato io.E: Lei?S: Si fa quel che si pu.E: In queste faccende non mai stato di gusti difficili.S: Cosa intende dire?E: Cordate, nepotismo, favoritismi.S: Macch! Era semplicemente luomo giusto. Quasi tutti i vecchi commilitoni della guerra

    mondiale erano inadatti. Non riuscivano a rassegnarsi alla Repubblica e in realt avrebbero preferitofare un putsch. E i giovani erano immaturi, inesperti e pieni di odio. Dico solo questo: Versailles!Nessuna possibilit di avanzamento, niente soldi per le promozioni. No, qui serviva uno con ilsangue freddo, uno che avesse fatto esperienza nello Stato maggiore generale, non un dilettante o unavventuriero! E se luomo giusto era un amico, tanto meglio!

    E: Eppure, n la Sinistra n la Destra nazionalista erano soddisfatte di quella scelta.S: Crede che la cosa mi preoccupasse? Che urlassero pure.E: La sua fama, signor von Schleicher, un po ambigua.S: Non mi sorprende. Perch, cosaltro dice la gente di me?E: Si dice che lei fosse un virtuoso del gioco politico. Generale da tavolino. Sventato in modo

    infantile. Impeccabile e allegra vita da scapolo. Scaltro e intelligente. Privo di inibizioni.S: Chi lo dice?E: Blomberg, il suo successore al ministero della difesa.

  • S: Tutta invidia. I miei uomini pensavano di me cose ben diverse.E: E chi?

    5. Erwin Planck, 1932 ca (Gedenksttte Deutscher Widerstand).

    S: Per esempio Hammerstein. Ma anche Eugen Ott. Era lui, credo, a pensare che io fossi un bravocommilitone con un gran cuore che non di rado nascondeva dietro il sarcasmo. E non era il solo.Oltre a lui cera Ferdinand von Bredow, il mio uomo al controspionaggio, e naturalmente ErwinPlanck, il segretario di Stato alla cancelleria del Reich, erano i miei collaboratori pi importanti.Potevo fidarmi di loro, e loro di me.

    E: Per quasi tutti gli altri non sembra che la cosa stesse in questi termini. Continuo a sentir dire chelei era opportunista, inaffidabile, traditore, che muoveva i fili dietro le quinte, evitando la luce dellaribalta. Qui attorno si aggira un cacciatore di uomini con occhi che scintillano dironia. Un veloverdognolo sembra nascondergli liride. E anche intorno alla bocca gli si inciso un tratto diimpenetrabilit tuttaltro che innocua, dice un ex comandante delle SA, fuggito dal suo Fhrer dopoil massacro del giugno 1934. Probabilmente, prima aveva negoziato con lei. Per essere il capo deipropri uomini, gli aveva consigliato, non bisogna mostrare scetticismo a buon mercato, ma unacerta dose di cinismo.

    S: Non mi sorprende. Ma gentile da parte sua raccontarmi tutto ci. passata uneternit! Nonavrei pensato che i posteri si interessassero a queste vecchie storie. Avanti, continui pure!

    E: Anche gli osservatori pi benevoli non erano immuni da riserve nei suoi confronti, signor vonSchleicher. Astuto e molto volubile, a volte in modo incoerente, leggo in Brning.

    S: Senti, senti.E: Tuttavia, a sua discolpa ha sottolineato che era stata la professione a renderla cos, il rapporto

    continuo con i servizi segreti, lobbligo di fingere e cos via. Ma soprattutto si espresso sulla sua

  • amicizia con Hammerstein e, trovo, in modo molto indulgente.S: Perch, cosa dice?E: Per temperamento, Schleicher era lopposto di Hammerstein. Perci come accade spesso

    nella vita i due si capivano molto bene. Hammerstein rifuggiva dalla politica finch era pura tatticadi partito. Da questo punto di vista si fidava di Schleicher, che in politica si sentiva a suo agio comeun pesce nellacqua, sebbene spesso Hammerstein dovesse ricondurlo su binari chiari e tranquilli.Questultimo riportava tutte le cose entro contorni semplici e chiari a cui si atteneva, come deve fareun buon esponente dello Stato maggiore. Schleicher era molto sensibile, aveva unimmaginazionerapida e vivace, era facile ferirlo e altrettanto facile influenzarlo. Cos aveva impennate spessodifficili da prevedere. Fiutava ogni pericolo, e di quei pericoli soffriva in silenzio. Esteriormente,soprattutto di fronte al corpo ufficiali, nascondeva tutto questo dietro un cinismo di facciata. Avevabisogno di avere intorno una natura tranquilla, schietta, concreta come quella di Hammerstein, di cuipotersi fidare.

    S: Non male. Non avrei creduto il signor Brning capace di tanto.E: Be, lei ha avuto le mani in pasta anche nella sua caduta. E prima aveva gi fatto fuori un altro

    cancelliere, il buon Hermann Mller, per non parlare del suo protettore e superiore, il ministro delladifesa Groener, che la riteneva il suo cardinale in politicis, e forse era un errore, visto che infondo ha tolto di mezzo anche di lui.

    6. Kurt von Schleicher, Heinrich Brning, Kurt von Hammerstein a Wildbad nel 1930

    S: Credono che fossi cos potente? Mi dipinge come un vero e proprio Machiavelli.E: Ho ricavato tutto dagli archivi. E poi, al posto di Groener, mand avanti il suo candidato, il

    signor von Papen, e tutto questo muovendosi dietro le quinte. E ora, chi avr fiducia in lei? lescrisse Groener. Quasi nessuno. Bisogna smetterla di usare la frusta. Ne capace anche Hitler. Per

  • questo non c bisogno di lei.S: Mi risparmi il suo Hitler.E: Non certo il mio Hitler.S: Lho incontrato per la prima volta solo nel 1931.E: Allora disse che era un uomo interessante con qualit oratorie eccellenti. Nel concepire i suoi

    piani si perde in voli pindarici. E allora bisogna riportarlo sul terreno dei fatti tirandolo per lorlodella giacca. Poi purtroppo il terreno dei fatti non si rivel cos solido.

    S: Chi poteva saperlo allora?E: Ha ragione. C una poesia di Gottfried Benn che dice: Facile dire: politica sbagliata. |

    Quando sbagliata? Oggi? Dopo dieci anni? Dopo un secolo? Nel suo caso non ci volle tanto; bastappena un anno per contraddirla. Nel 1932 era convinto di avere una grande influenza su Hitler, anzi,che lui fosse entusiasta di lei e che non avrebbe mosso un dito n contro di lei n contro laReichswehr.

    S: Ah s?E: Lo ha confermato il suo amico e collaboratore Erwin Planck, il figlio del fisico. E, nellagosto

    dello stesso anno, sembra persino che abbia interceduto presso Hindenburg per il cancellierato diHitler.

    S: Lo proposi solo per metterlo fuori combattimento. Per un certo periodo mi riusc.E: E poi fu la volta di Papen. Lo offr al signor Hindenburg nel giugno del 1932 alle spalle di

    Brning. Altri affermano che voleva reintrodurre la monarchia. O era solo una delle sue battute?S: Molto rumore per nulla.E: Comunque sia, incredibile cosa lei non sia riuscito a tramare da semplice segretario di Stato.

    Mi chiedo come potesse esercitare uninfluenza del genere. Lo ammetta, in fondo Papen era solo ilsuo uomo di paglia.

    S: Un vanitoso imbecille! Mi sono pentito presto di averlo candidato.E: Perch non ha preso il potere lei stesso?S: Non ho mai cercato le luci della ribalta. Sa, in fondo ho sempre lavorato cospirando dietro le

    quinte. Ero un esperto di controspionaggio. In politica mi tornato utile. Le questioni spinose non sidovrebbero mai affidare alla carta. Se lo ricordi!

    E: Alla fine comunque uscito dallombra, si sbarazzato di Papen ed diventato lei stessocancelliere del Reich.

    S: Ma solo per qualche settimana.E: Lei stato il primo e unico cancelliere a non tenere la dichiarazione programmatica di fronte al

    Reichstag, bens alla radio.

  • 7. Kurt von Schleicher con Franz von Papen, 1932 (Gedenksttte Deutscher Widerstand).

    S: vero. Ma a quel punto il Reichstag non aveva pi molta voce in capitolo. Non avrebbeneppure potuto sostenermi. Hindenburg aveva accettato di scioglierlo. Poi avrei potuto continuare agovernare senza maggioranza parlamentare. Ma alla fine mi fece cadere. Si mise daccordo alle miespalle con Papen, quella nullit. Il 22 gennaio ero gi spacciato e il 28 diedi le dimissioni.

    E: Credo che Hammerstein non volesse saperne di tutte le sue complicate manovre. Si lasciavacoinvolgere malvolentieri in simili politiche da retrobottega. Durante i cinquantasei giorni digoverno del cancelliere del Reich Schleicher, come Comandante in capo dellesercito non avevomotivo di occuparmi di politica.

    S: Lha detto testualmente?E: Trovo commovente, signor Schleicher, il modo in cui si fidava di lei. Il ministro della difesa

    Groener, che laveva favorita e la cui benevolenza lei ha mal ripagato, usava dire: Hammerstein, ilsoldato e cacciatore apolitico, segue lamico Schleicher come un cane da caccia ben addestrato.

    S: una sciocchezza. Aveva un carattere forte e sapeva benissimo cosa voleva. Ma vero che lemie attivit lo hanno anche alleggerito. Risparmiami i tuoi sotterfugi, diceva spesso. Maovviamente negli ultimi anni della Repubblica non pi stato possibile.

    E: Ha sempre imprecato contro i politici. Non era portato per manovrare dietro le quinte.S: No. Hammerstein era tuttaltro che il classico intrigante. Non come me: questo che intendeva

    dire, no?E: Non sono in grado di valutarlo. Ripeto solo quello che dicono gli storici. Lei ha cercato per

  • anni di sfruttare le forze disgreganti che erano allopera, mettendole luna contro laltra. Pensava dipoter imbrigliare Hitler e i suoi, cos che diceva, e addomesticarli attraverso la presa del potere.Parole sue!

    S: La diverte, vero, insistere su questo punto? S, ho creduto di poter scavare la fossa sotto i piedidei nazisti per vie parlamentari. Ma avremmo potuto eliminarli solo con la violenza, e per quello mimancavano le forze.

    E: E magari anche la convinzione?S: Lei ha un bel parlare, mio caro! Ho cercato di salvare il salvabile. Una sfida disperata! In realt

    la Germania era ingovernabile fin dal 1930.E: vero che a fine gennaio tratt con Hindenburg senza che Hammerstein ne fosse al corrente?S: Sciocchezze.E: Ancor prima del famoso discorso di Hitler nellappartamento di Hammerstein, la sua

    esautorazione era gi decisa. A ogni modo quello che afferma Brning.S: Ah, BrningE: Il suo amico non poteva immaginare cosa stesse accadendo dietro le quinte.S: Forse immaginare s. Ma non prese mai a male il mio comportamento. Un uomo generoso, al

    contrario di me.

    8. Kurt von Schleicher mentre parla alla radio, 1932 (Gedenksttte Deutscher Widerstand).

  • Seconda glossa.Un viluppo di manovre e intrighi.

    Come giunse la fine della Repubblica di Weimar, un tema che gli storici hanno studiatominuziosamente, giorno dopo giorno, anzi, ora dopo ora. Sono stati esaminati gli atti e i verbali,registrati i discorsi, analizzati i diari e le memorie, decifrate le lettere. Ciononostante, anzi forseproprio per questo, chi non un esperto pi si immerge nelle fonti e meno capisce come sia successo. una lettura demoralizzante. Si ha limpressione di perdersi in un groviglio impenetrabile di dicerie,sotterfugi, complotti e manovre. Dovunque contraddizioni, versioni diverse, pretesti e bugiepropagandistiche. Come accade, forse, per la maggior parte delle svolte impreviste della storia.

    Di rado, tuttavia, la debolezza dei personaggi politici salta tanto agli occhi come in questo caso.Sembrano tutti incomprensibilmente fragili e inadeguati, mentre oscillano incerti tra isteria, illusionee panico, a cominciare dal presidente del Reich, il vecchio Hindenburg, ormai incapace di pensarecon lucidit. Ma anche lesecutivo, Brning, Schleicher, Papen, Meissner e le figure di secondopiano come Hugenberg o Strasser si perdono in un guazzabuglio di speculazioni, vanit,macchinazioni, calcoli insensati e al tempo stesso astuti. I loro tiepidi tentativi di addomesticare laNSDAP dimostrano una cecit che post festum risulta difficile da capire. Da ultimo il parlamento erastato esautorato attraverso leggi speciali che equivalevano allo stato demergenza, la dittaturapresidenziale era ormai un dato di fatto. I militari, mai realmente devoti alla Repubblica, avevanoassunto una posizione apparentemente apolitica, e quelli che erano decisi a difenderla non avevanosaputo risolversi allazione, paralizzati dalla paura di una guerra civile che si voleva evitare a ognicosto.

    Fra la gente, la fiducia nelle istituzioni statali si era esaurita da tempo, la reputazione della classepolitica aveva toccato il fondo. La situazione economica era disperata. Sulle strade comandavano leformazioni paramilitari e i pochi democratici rimasti stavano a guardare il terrore come ipnotizzati:le SA disponevano da sole di oltre 450 000 uomini.

    Lunica figura di spicco ad aver perseguito fin dal principio un obiettivo preciso era stato AdolfHitler. Tutti, e non ultimi i comunisti, ne avevano sottovalutato lenergia distruttiva e la mancanza discrupoli, quanto la capacit di mobilitare le masse disperate.

    Tempi duri.

    Il generale von Hammerstein non aveva solo preoccupazioni politiche, ma anche personali. Lalunga assenza durante la guerra mondiale aveva di per s guastato il rapporto con i figli. Dopo lanascita del quarto, la moglie era esausta e non voleva assolutamente rischiare altre gravidanze,mentre il marito considerava la crescita della famiglia un fatto naturale. In una lettera dal fronteaveva definito le riserve di Maria una idiozia madornale.

    Certo, era la madre a dovere mandare avanti la famiglia. Si sentiva sola e soffocata dal troppolavoro data da tutti quei figli, senza nessun aiuto, dice Maria Therese. Era stata lei a far s che ibambini trascorressero pi tempo possibile in campagna, dove almeno cera abbastanza da mangiare.Negli inverni di carestia del 1917 e 1918 era stata piuttosto dura. Quello che accadeva nel mondo, anoi bambini non giungeva, anche se era linverno della rivoluzione. Per noi il mondo degli adulti nonesisteva, e noi non esistevamo per nostro padre. Era come se non fosse tornato dalla guerra. Era dinuovo qui, e quasi non ce ne accorgevamo, continua a lamentarsi quarantanni dopo Maria Therese.

  • Poco dopo venne rinchiusa come la sorella maggiore Marie Luise in una stupida, retriva scuolaconventuale di Kassel. Quella volta mio padre avrebbe dovuto intromettersi e non farci andare inquella scuola gretta, dalla quale siamo state costrette a scappare. Se ci avesse ragionato sopra,avrebbe risparmiato a se stesso e a noi molti dispiaceri. Ma non mostrava il minimo interesse pernoi. Non ci rivolgeva la parola. Il distacco provocato dalla guerra, persino nei confronti di miamadre, a quel tempo era totale.

    Parallelamente, in quegli anni i figli avevano vissuto le esperienze sociali pi strane. Da un latovenivano invitati dalle famiglie di amici aristocratici con cui si andava a cavallo e si facevano gite incarrozza, come dai parenti slesiani del clan Lttwitz. Appena fui grande abbastanza, raccontaMaria Therese, montai a cavallo senza sella e senza redini. Tutte le vecchie zie uscirono sul pratoper esprimere il loro giudizio. Non sapevo cosera la paura. Spesso i bambini nel frattempo eranodiventati tre femmine e due maschi erano ospiti anche degli amici paterni, nel castello dellafamiglia von Asseburg-Neindorf, nella fertile regione del Magdeburgo. Dallaltro, passavano lunghimesi in casolari presi in affitto in qualche paesino, dove per sopravvivere si allevavano anatre egalline (Hammerstein non ha mai posseduto una casa).

    In quelle condizioni, era impensabile poter dar loro uneducazione aristocratica o anche soloborghese. Era logico dunque che il padre di Maria, il vecchio Lttwitz, si mostrasse moltoinsoddisfatto: E come si adatta, Maria, senza mai proferire una parola di recriminazione, allemisere condizioni in cui venuta a trovarsi grazie al suo matrimonio. Quasi sempre senza domestici,accudisce ai sei bambini e alla casa praticamente da sola. Lttwitz inoltre lamentava nelle figliefemmine la mancanza di quella che riteneva essere una buona educazione. Per contro, Maria vonHammerstein si era abituata a un alto livello di autonomia.

    La figlia secondogenita, Maria Therese, detta Esi, nelle sue memorie si chiede: Chiss se allafine della prima guerra mondiale, [mio padre] non avrebbe preferito cambiare mestiere come lamaggior parte dei suoi amici? Durante la guerra aveva avuto due volte il fuoco di SantAntonio,senzaltro per la rabbia. In ogni caso, di rabbia si era parlato spesso, del dolore che vi eracertamente associato, mai.

  • 9. Maria e Kurt von Hammerstein, estate 1914

    Tra laltro, non bisogna immaginare che gli stipendi degli alti ufficiali durante la guerra mondialefossero molto consistenti. Valeva lantico detto militare: Luniforme del re calda, ma un postretta. Durante la Repubblica di Weimar la sobriet non era stata minore; linflazione prima, e lacrisi economica poi, avevano fatto il resto. Si dice che negli anni Venti, durante i suoi viaggi, ilgenerale si spostasse con noncuranza in quarta classe. Nei primi tempi, soldi non ne avevamo mai,racconta Helga von Hammerstein. Ama [la mamma] non era neppure particolarmente brava a gestireil denaro. Il 20 di ogni mese lo stipendio era finito, e cos gli ultimi dieci giorni dovevamo farne ameno. Una volta, a Kassel, quando cominci linflazione, portammo al rigattiere della citt vecchiapelli di lepre essiccate e le vendemmo. Pi tardi, fortunatamente, c stata qualche zia, o zio, chespesso e volentieri ci veniva in aiuto. Queste difficolt erano sempre prese molto a cuor leggero. Unavolta, a Berlino, quando persi cento marchi a quel tempo una somma enorme, con la quale volevopagare il conto mensile al negozio di alimentari la mia ricchissima madrina venne informata e poteiandare a prendere i soldi da lei. Che sollievo!

    Per molto tempo, presso gli Hammerstein era valsa la regola che i fratelli pi grandi dovevanooccuparsi dei pi piccoli, cosa che aveva contribuito senzaltro alla loro indipendenza, anche se nonerano mancate le consuete rivalit. Ognuna delle tre sorelle era incaricata di occuparsi di uno deifratelli. In seguito Helga ha affermato: Non ho avuto una giovinezza; infatti le era stato affidatoFranz, un compito che le era pesato.

  • 10. Maria von Hammerstein con Marie Luise, Maria Therese e Helga, 1918 ca.

    La simpatica confusione che regnava in casa aveva subito una netta metamorfosi solo quandoHammerstein era stato promosso generale di brigata. Tuttavia, il suocero aveva continuato amostrarsi insoddisfatto di quello stile di vita: Vivevamo da loro in Hardenbergstrae, nella casadove avevo abitato quandero comandante in capo. Ma mentre allora io alloggiavo in stanze lussuose,adesso dovevamo accontentarci di camere modeste, perch gli Hammerstein occupavano solo circaun quarto dei locali che avevo avuto a disposizione in passato. Invece di entrare dal portoneprincipale, dovevamo usare la scala di servizio.

    Solo nel 1930, quando Hammerstein era stato promosso Comandante in capo dellesercito, ilvecchio Lttwitz si era mostrato soddisfatto, ma non era riuscito ad abbandonare i suoi pregiudizi:Ha un congruo stipendio e una bella casa, ma ha raggiunto una posizione politicamente esposta e, acausa di certi errori commessi in passato, gli hanno fatto subito le pulci e lo hanno attaccato. Temoche il governo delle Destre, il cui avvento con il tempo sar inevitabile, metter in difficolt sia luisia il signor von Schleicher, suo amico e protettore.

    In effetti, nella Bendlerstrae Hammerstein aveva a disposizione uno chauffeur personale e unalloggio di rappresentanza di ben tre piani al primo piano cera la sede ufficiale, pensata anche pergli eventi mondani, mentre quello superiore era per la famiglia e sotto il tetto cera un rifugio coningresso indipendente, dove abitavano le tre figlie insieme alla signorina Else Caspari di Osterburg,detta Pari, linsostituibile bambinaia e confidente che le aveva viste nascere. Passava da un castelloallaltro e sapeva mantenere il silenzio su tutti i segreti di famiglia che le venivano rivelati.

    Anche nella Bendlerstrae, Hammerstein si era attenuto al suo sobrio stile di vita come al solito.Non cerano domestici. Pare che al momento di entrare nel nuovo appartamento, la padrona di casafosse scoppiata in lacrime perch temeva gli obblighi sociali che avrebbe comportato. Ricevere trevolte al giorno, cambiarsi dabito, fare conversazione era enormemente snervante. Una lista diospiti che ci rimasta non lascia adito a dubbi. Da un lato vi figura mezzo Gotha, dal principe LuigiFerdinando di Prussia, agli Stolberg, i Brhl, i Dohna e gli Hardenberg; poi, ovviamente, i militari e

  • i politici pi in vista, a cominciare da Hindenburg, Schleicher e Papen, seguiti dagli ambasciatori edai diplomatici di quasi tutte le potenze rappresentate a Berlino. Questo dimostra che la posizione diHammerstein aveva un peso politico inconcepibile oggigiorno per un generale. Colpisce il fatto chenella lunga lista degli ospiti siano presenti nomi cinesi ed egiziani, ma neppure uno dellUnioneSovietica. A quanto pare su quel punto il padrone di casa teneva alla discrezione. Comunque nondava valore al prestigio sociale. Alle varie Eccellenze preferiva probabilmente persone come ilsignor von Arnswaldt, che era soprintendente forestale di professione e sintendeva di caccia.

    11. Maria Therese, Helga, Ludwig, Franz e Kunrat von Hammerstein, 1925 ca.

    E cos Maria von Hammerstein doveva governare una vita domestica complicata. Linventariodella sala da pranzo la dice lunga: 24 sedie di quercia, 48 forchette da ostriche, 238 coltelli, 133bicchieri da sherry e cos via Quando non cerano ospiti ufficiali era invece tutto molto pisemplice e alla buona. Una parente racconta che spesso dagli Hammerstein cerano solo salsicce einsalata di patate. Maria aveva anche troppo da fare; in fin dei conti doveva occuparsi dei bambini. Eper quanto riguardava il generale, forse pensava che, anche se li si ama, anzi, a maggior ragione, settebambini in casa tanti erano ormai non sono sempre facili da sopportare.

  • 12. Kunrat, Hildur, Franz e Ludwig von Hammerstein, 1929 ca.

    Daltronde, nelle famiglie nobili la prolificit era la regola pi che leccezione. Erano abituatealle grandi case in campagna, dove destate si andava in villeggiatura. Entrambi i genitori avevanomolti fratelli, una tradizione che nella famiglia Hammerstein si protratta fino a oggi.

    In ogni caso, il lavoro offriva al generale lopportunit di assentarsi dalla famiglia in ognimomento. Nei suoi uffici era protetto come si diceva allora. In anticamera vegliava su di lui lasegretaria Margarethe von Oven, la stessa che in seguito avrebbe collaborato con i cospiratori del 20luglio. Non aveva idea di cosa combinassero le figlie. I mondi che frequentavano, lui non liconosceva.

    Tre figlie.

    Nel gennaio 1933 la figlia maggiore Marie Luise, detta Butzi, aveva venticinque anni, la sorellaMaria Therese ventiquattro. Helga, la terzogenita, ne aveva appena compiuti venti. I quattro pipiccoli, Kunrat, Ludwig, Franz e Hildur andavano ancora a scuola.

    Anche Maria Therese era riuscita a godersi un po del clima dei roaring twenties; c una foto chela ritrae su una strada di campagna nel Brandeburgo, in sella alla grossa motocicletta che doveva allagenerosit di una ricca zia: a gambe divaricate, i capelli al vento, i gomiti allaltezza delle spalle,guarda losservatore con un sorriso provocatorio.

  • Ma la foto inganna. Gi nel 1926 aveva seguito lesempio della sorella maggiore e si era unita a ungruppo di Wandervgel. Facciamo escursioni con lo zaino finch non cado a terra mezza morta. Cilaviamo dalla testa ai piedi con lacqua gelata negli ostelli della giovent privi di riscaldamento.Siamo spartani, tutto il resto non conta. Il movimento giovanile, la Lebensreform, lesortazione diRilke: La tua vita. Tu devi mutarla, tutto concordava con i suoi slanci idealistici. Marie Thereseera venuta presto in contatto anche con lantroposofia.

    Poi per la sorella maggiore aveva deciso che ormai erano troppo grandi per quelle innocenti gitecon i Wandervgel. Aveva ritenuto che fosse arrivata lora di organizzarsi politicamente. Non erastata certo unesigenza di Marie Therese, che di politica non capiva nulla; ma aveva seguito ilconsiglio della sorella maggiore, proprio come Helga, la minore una decisione che si sarebberivelata gravida di conseguenze per tutte e tre.

    Maria Therese aveva abbandonato molto presto la scuola cattolica. Aveva preso il diploma pressoil liberale Auguste-Viktoria-Gymnasium nella Nrnberger Strae, dove aveva conosciuto WeraLewin, lamica di una vita. La sua famiglia non era religiosa, ma molto interessata al sionismo. Ilpadre era un noto medico ebreo, cancerologo e specialista di malattie professionali. Anche Weraandava volentieri dagli Hammerstein, finch un giorno non vide una grande croce uncinata sullaporta di casa nostra. Laveva scarabocchiata col gesso mio fratello Kunrat, che allora aveva diecianni. Probabilmente aveva letto troppe volte il Vlkischer Beobachter, il giornale nazista che ilfabbricante di pianoforti Bechstein continu per anni a mandare a mio padre e che da noi stava nelcesto della carta straccia. I miei rapporti con Kunrat rimasero cattivi finch non me ne andai dallaGermania. Criticava tutto quello che facevo. Fui felice quando sentii dire che poi aveva rischiato lavita partecipando alla Resistenza.

  • 13. Maria Therese nel 1932-33

    Da quel giorno Wera non venne pi a casa nostra. Ci trovavamo sempre da lei nellaFasanenstrae. Il dottor Lewin suonava il pianoforte e Wera il violino. Nella sua biblioteca ceratutta la letteratura mondiale. Per me era una cosa nuova, perch nel mondo di mio padre non siparlava di romanzi. Alle pareti cerano quadri di Klee e Kirchner, pittori allora sconosciuti. Chedifferenza con il nostro appartamento!

    Da allora, Maria Therese aveva preso a frequentare anche la scuola di canto Unter den Linden, siera interessata agli spettacoli di Max Reinhardt, ascoltava Bruno Walter, Furtwngler e Klempereralla Alte Philarmonie, aveva imparato il russo e letto Tolstoj; pare andasse persino ad alcunispettacoli del teatro yiddish.

    Nonostante lamicizia con Wera, continuavo a coltivare i miei interessi politici. Mi spingevo finoa Neuklln, osservavo tutto con curiosit, pur restandone fuori. Nello Schlerbund, la lega deglistudenti socialisti, aveva conosciuto Nathan Steinberger, detto Nati, un comunista ebreo chesarebbe poi emigrato a Mosca. Ci incontravamo alla stazione, racconta lui, in un locale camuffatoda associazione sportiva, sulle sponde della Sprea, o al liceo nella Weinmeisterstrae, per lecosiddette riunioni pomeridiane, durante le quali i relatori esterni parlavano di fronte agli allievi diidee rivoluzionarie. Dice che Maria Therese era muta come una sfinge. La ragazza aveva fattoescursioni piuttosto lunghe con lo Schlerbund, erano andati in un campo di nudisti, dove per eratutto molto castigato. Avevano dormito sotto la tenda con degli operai senza essere oggetto diinsinuazioni. Nati, con cui passo la notte nel fieno, mi ama, ma io non lo amo. Vedo ancora il suoviso triste. Credo che studiasse filosofia.

    Leggevo i classici del marxismo, anche Engels e Ludwig Feuerbach, lIdeologia tedesca e persinoIl capitale, e allimprovviso credetti di capire il mondo, di aver trovato una chiave per comprenderela confusione del mondo. Con il materialismo storico avevo la sensazione di essere su un terrenosicuro e, per la prima volta, mi sentivo di nuovo felice come lo ero stata a quattordici anni, quando ilmondo aveva cominciato a svelarmi i suoi segreti. Per un certo periodo vidi i miei genitori e i loroamici principalmente come esponenti della loro classe e, nonostante abitassi ancora con loro, smisidi prendere parte alla loro vita.

    Soprattutto, evitavo tutto quello che mi sembrava lusso, come le corse dei cavalli, che fino adallora avevo molto amato. Non volevo essere tra quelli che ballavano sullorlo del precipizio.Tranne me e le mie sorelle, solo i figli degli intellettuali berlinesi provavano le stesse cose. Percieravamo delle pecore nere.

    Mio padre non si informava mai dei nostri compagni di scuola o degli insegnanti. Berlino era comeun grande mare in cui si poteva sparire. Lo sapeva che volevamo esplorare lintera citt, e non solola zona occidentale? O si era rassegnato? Sentivamo pi di lui di essere sullorlo del precipizio? Ilvantaggio era che il pi delle volte la nostra assenza non dava nellocchio, dato che la casa eraancora piena di fratelli piccoli e di una sorellina in fasce.

    Vivere in due mondi che non avevano niente in comune non era cos facile. Una volta, pi tardi,quando ebbi paura della Gestapo ero stata convocata nella Prinz-Albrecht Strae gli dissi cheavevo dei cari amici ebrei. Rispose: Rapporti privati puoi averne. E intendeva dire che solo irapporti politici erano pericolosi. Mi diede coraggio. Non una parola sul fatto che dovessi stare piattenta.

    Presto, lentusiasmo di Maria Therese per il materialismo storico era venuto meno; al contrariodelle sorelle, sentiva in quella dottrina la mancanza di una dimensione spirituale che per lei era

  • importante. Inoltre, a lungo andare non era pronta a legarsi a un partito rinunciando alla suaindipendenza.

    Luniversit non le piaceva. Le lezioni lannoiavano. Non volevo sfogliare vecchi libri, volevovivere. Era andata a Budapest, Barcellona e Praga e aveva insegnato come supplente su unisolafrisone. Nel 1932 Kurt von Schleicher, il suo padrino, le aveva trovato un posto di segretaria in unmisterioso ufficio in Ltzowplatz, diretto da un certo Barone Roland o Rolland che, a quanto sidiceva, aveva lavorato per lo spionaggio militare tedesco fin dal 1914. Malgrado si trattasse inapparenza di una ditta spagnola che importava frutta tropicale, somigliava piuttosto a un salottopolitico in cui si incontravano enigmatiche persone dellambiente dei servizi di informazione. Non chiaro fino a che punto Marie Therese fosse informata di quelle faccende. invece possibile chefosse stata munta da sua sorella Helga, come si dice nel gergo dei servizi segreti, per carpirleinformazioni. La ditta era stata chiusa dopo lascesa di Hitler.

    Non era stata lirrequietezza di Maria Therese a preoccupare il generale, bens le avventure diMarie Luise e della sorella minore Helga. Anche se aveva fatto finta di nulla, non gli era sfuggito chele due ragazze conducevano unesistenza molto libera rispetto ai parametri della famiglia.

    14. Maria Therese nel 1933

    Non era la vita mondana della metropoli ad attrarle. Non potevano trovare grande interesse nelfermento lievemente isterico dei tardi anni weimariani. Marie Luise era stata la prima a interessarsidi questioni esplicitamente politiche. In un curriculum vitae redatto nel 1951 si legge: Lasciatolambiente feudale e borghese delle origini grazie al movimento giovanile, rapporti amichevoli conpersone di estrazione proletaria. Abbandonata la comunit religiosa a 16 anni. Nel 1927, subito

  • dopo il diploma, aveva cominciato a studiare legge a Berlino, e gi durante il primo semestre si eraiscritta al partito comunista. Alluniversit aveva conosciuto un compagno che le era piaciuto.Werner Scholem era ebreo, charmant e aveva alle spalle una lunga carriera politica: cofondatoredella Lega di Spartaco, deputato al Reichstag, membro del Politburo e responsabile organizzativo delpartito. Espulso nel 1926 perch oppositore di sinistra, allinizio si era ritirato dallattivitpolitica ma, comunista senza partito, era rimasto fedele alle sue convinzioni. Nel 1927 aveva ripresogli studi di legge. A quellepoca risale la sua liaison con Marie Luise von Hammerstein. Il fatto cheil generale non avesse aperto bocca su una relazione del genere rivela la sua magnanimit eindipendenza intellettuale.

    In parallelo agli studi universitari, che aveva concluso nel 1931, Marie Luise aveva imparato ilrusso e, a partire dal 1930, aveva accettato degli incarichi di partito sui quali torneremo e cheavrebbero condotto a uninchiesta di polizia. Alcuni amici influenti del padre avrebbero poi fatto inmodo che le indagini venissero sospese, ma dopo la presa del potere da parte di Hitler, gli attisarebbero finiti in mano alla Gestapo.

    Anche Helga, laltra sorella di Marie Luise, aveva dato alla famiglia ogni sorta di preoccupazioni.E il fatto che non avesse voglia di finire il liceo non era stata certo la cosa peggiore. Per la madreinfatti era importante che le figlie ricevessero una buona istruzione; soffriva perch da giovane avevapotuto frequentare solo listituto delle Orsoline a Breslavia, ma non luniversit. Daltro canto, perquanto riguardava la scuola era di vedute estremamente larghe. Potevamo marinare la scuola tutte levolte che volevamo, racconta Helga. Ci scriveva sempre la giustificazione e non si interessavaaffatto dei dettagli sui voti e il comportamento. Il padre dichiarava a tutti quelli che volevano starloa sentire: I miei figli sono repubblicani liberi. Possono dire e fare quello che vogliono. Noi poilo facevamo davvero, e non sempre la cosa gli faceva piacere, notava Helga che, nella primaveradel 1930, aveva smesso di andare a scuola. Nei suoi ricordi degli anni Cinquanta, Maria Theresemostra di apprezzare latteggiamento di Hammerstein: Aveva una fiducia talmente salda in noi cheora, avendo figli di quellet, lo invidio.

    Non deve essergli stato sempre facile. Helga, come gi Marie Luise, era finita nella sferadinfluenza del comunismo fin da quando frequentava il Charlottenburger Gymnasium. Era cominciatotutto in modo relativamente innocente. Anche se ovviamente, grazie alla dottrina e allideologiamarxista a cui aderivamo, eravamo sempre pi informati degli altri sullevoluzione della storiamondiale, accettavamo di buon grado le analisi di Papus sullattualit e il modo in cui tratteggiavapolitici e situazioni.

    Ma le cose non si erano fermate l. Nel maggio del 1928, durante unescursione con loSchlerbund socialista, Helga si era innamorata di un uomo di nome Leo Roth. Se i genitoripensavano che si trattasse dellinnocente storia damore di una quindicenne, ancora considerata lapiccolina della famiglia, sottovalutavano la seriet e la forza di volont di Helga.

    Roth, figlio di un commerciante di abbigliamento di Rzeszw, nella Galizia polacca, emigrato aBerlino anteriormente alla prima guerra mondiale, era scappato pi volte da scuola e aveva litigatoirrimediabilmente con il padre autoritario. Era di indole ribelle. Gi a tredici anni si era unito aunorganizzazione giovanile ebraica; aveva iniziato un apprendistato da fabbro perch volevaemigrare in Palestina, dove i bravi artigiani erano richiesti. Al pi tardi nel 1926 si era consacrato alcomunismo ed era entrato nella Federazione giovanile comunista (KJVD). Era stato coinvolto fin dalprincipio nelle lotte tra le fazioni del movimento. Indottrinamento, cambiamenti di linea, gruppuscoli,consorterie, sospetti e accuse facevano parte della quotidianit politica delle Sinistre militanti. Nel1926 Roth era gi stato dichiarato trotzkista ed escluso dalla federazione giovanile del KPD, il

  • Partito comunista tedesco, perch seguace di Karl Korsch, il teorico marxista che era stato ancheinsegnante di Brecht; tre anni dopo, nellottobre del 1929, il partito lo aveva riammesso perchpoteva averne bisogno. Aveva interrotto ogni rapporto con la famiglia. Da allora in poi sarebbe statoun rivoluzionario di professione e avrebbe lavorato come quadro di partito nellapparato clandestinodel KPD.

    Che dire di questo leggendario apparato? Non dimentichiamo che fin dai tempi di Lenin, lUnioneSovietica riponeva le sue speranze nel fatto che anche in Occidente ci sarebbe stata una rivoluzionecomunista mondiale. Perci a Mosca era stata fondata la Terza Internazionale, il cosiddettoKomintern, che in seguito avrebbe raccolto sotto il suo tetto fino a sessanta partiti. Fin dallinizio erastata dominata dai bolscevichi. Lo statuto dellorganizzazione fissava i seguenti obiettivi: caduta delcapitalismo, instaurazione della dittatura del proletariato, creazione di una repubblica sovieticainternazionale e soppressione completa delle classi sociali.

    A quellepoca, tra i partiti stranieri il KPD era considerato il pi importante, perch in Germaniapoteva contare su molti seguaci fedeli e aveva un ruolo di primo piano anche in parlamento. Gi nel1923, a Mosca era stato progettato un Ottobre tedesco e ad Amburgo era stato inscenato un pietosotentativo di insurrezione. Il Komintern aveva obbligato i partiti comunisti esteri a creare degliapparati clandestini paralleli disciplinati militarmente, che venivano finanziati attraverso i rublidoro russi e la vendita dei diamanti provenienti dal tesoro del Cremlino.

    15. Marie Luise von Hammerstein, 1928 ca.

  • Sotto Stalin, il Komintern era divenuto lorgano di controllo del movimento. La stanza dei bottoniera il Comitato esecutivo, detto IKKI, che aveva anche un proprio servizio di informazione,spionaggio e sabotaggio. LArmata Rossa, che ovviamente possedeva un servizio segreto di stampotradizionale, il cosiddetto IV Bureau, perseguiva in parte interessi diversi e si serviva di propriagenti, mentre il Komintern, soprattutto in Germania, era coadiuvato dallApparato militare internoal partito. Non mancavano le rivalit e le gelosie consuete nei servizi di spionaggio. Nondimeno leloro attivit si integravano, soprattutto nellambito dello spionaggio industriale e militare.

    16. Leo Roth, prima del 1933. Foto tessera tratta da un registro della Gestapo sui collaboratori dellApparato M (Institut frSozialforschung, Amburgo).

    A Mosca, il Komintern gestiva una propria scuola militare che istruiva i quadri del KPD nellaradiotecnica e nei sistemi di cifratura, nonch nelluso di armi ed esplosivi per le future insurrezioni.Leo Roth aveva cominciato a lavorare in questo cosiddetto Apparato M, sottoposto direttamente alPolitburo e in apparenza scrupolosamente separato dal partito, sin dal 1930.

    E Helga? La saga familiare narra che aveva gi combinato qualcosa. Tradotto, significa che adiciassette anni aveva gi lasciato per un certo periodo la casa paterna e si era trasferita a casa delfidanzato, Leo Roth, nello Scheunenviertel, il quartiere ebreopolacco. Come lui, che era nato in unostetl, anche la ragazza voleva dire addio allambiente da cui proveniva. Nel 1929, poco dopo averconosciuto Roth, era divenuta membro della Federazione giovanile del KPD e nel maggio del 1930era entrata nel partito. Da quel momento in poi aveva assunto il nome di copertura Grete Pelgert.

  • Lavoro dufficio.

    I pareri in merito allamministrazione Hammerstein sono discordi. Alcuni sostengono che esistesseun divario tra ufficio e fronte, che il generale fosse pi un politico che un militare. Si lamentavala mancanza di rapporti pi stretti con le guarnigioni e pare che il suo interesse per le truppe e le loronecessit fosse insolitamente modesto.

    I giudizi delle persone che lo conoscevano fin dal servizio reso durante la prima guerra mondialesono di tenore totalmente diverso. Su quel periodo il cognato Smilo von Lttwiz si espresso inquesti termini: Non ho incontrato nessun altro ufficiale dello Stato maggiore che riuscisse a farsicon tanta rapidit una nozione chiara della situazione generale sulla base delle comunicazioni spessocontraddittorie delle truppe, e poi a riassumere in modo conciso e comprensibile a chiunque iprovvedimenti risolutivi con un ordine stringato. Il tutto spesso in pochi minuti, durante i qualilavorava in assoluta calma e tranquillit, senza farsi minimamente distrarre dal telefono o dallepersone che entravano agitate nella stanza. In quel comando, Hammerstein era lunico a mantenere lacalma. La fiducia riposta in lui si basava unicamente sulle sue eccellenti capacit e sul suo giudiziosereno e molto realistico in merito alla situazione.

    Anche i numerosi viaggi di lavoro e dispezione che intraprese come comandante in capodellesercito non collimano con quella descrizione, e le sue amicizie risalenti alla prima guerramondiale, nonch gli stretti contatti con i servizi di informazione, facevano s che fosse sempre benaggiornato.

    Eppure di lui si ricordava la troppa indolenza e uninsolita avversione verso il lavoro ordinario(gi a ventanni, quando aveva ottenuto il primo diploma di ufficiale, nel giudizio si diceva che eradi una pigrizia produttiva). Il generale Hermann Foertsch, prima del 1933 maggiore presso ilministero della difesa, accusato a Norimberga di crimini di guerra durante il secondo conflittomondiale e poi scagionato, assunto nel 1955 da Adenauer come consulente per la fondazione dellaBundeswehr, ha dichiarato a posteriori sul congedo di Hammerstein:

    Anzitutto ragioni politiche: era avversario dei nazionalsocialisti perch aveva visto giusto suglieccessi del movimento. A questo si aggiungeva il fatto che H. era un uomo che evitava ogni lavoroordinario. Era geniale, intelligente, trascurato anche nellaspetto esteriore, molto critico, lievementepessimista, (pigrissimo), e le incombenze legate allamministrazione dellesercito necessitavano diunaltra personalit. Non solo ragioni politiche. In primo luogo Hitler, poi certi ambienti dellaWehrmacht in cui si diceva che la genialit da sola non bastasse.

    Hammerstein veniva dallo stesso reggimento di Schleicher, gli era molto amico. Inoltre era bollatocome repubblicano. Sembra che [nel 1930, prima di assumere la carica] abbia detto: Per lamor diDio, Schleicher, non lo faccia, poi mi toccher lavorare. I nazionalsocialisti vedevano in lui aragione un avversario culturalmente molto superiore e uno spettatore scettico, sarcastico, di quantodicevano e facevano. Nessuno si aspettava che con Hitler quel generale sarebbe rimasto a lungo alsuo posto.

    Schwerin von Krosigk, ministro delle finanze sotto Hitler e condannato per crimini di guerra aNorimberga, dopo il conflitto scrisse:

    Gli esperti dicono che Hammerstein era uno dei massimi geni strategici dellesercito tedesco. Hapotuto dar prova del suo talento solo nei giochi di guerra e alle grandi manovre. La cosa lo annoiava.Cos, pi saliva di grado, e pi saltava agli occhi un suo difetto: Hammerstein era pigro, impossibile trovare una definizione che attenui lasprezza del termine. Ne era consapevole lui stesso,e giustificava questa caratteristica sostenendo che chiunque abbia una posizione di comando deve

  • avere il coraggio di essere pigro. Si spingeva per un po troppo in l con il riposo necessario allaconcentrazione quando, da fanatico cacciatore quale era, dalla tarda estate allinverno inoltratopassava da una battuta di caccia allaltra e di tanto in tanto compariva a Berlino come una meteora. ADahlem eravamo vicini di casa. Nel 1933, quando lo incontrai per strada dopo il congedo daComandante in capo dellesercito [che ha avuto luogo solo nel 1934] e gli chiesi cosa avesseintenzione di fare, rispose che da allora in poi sarebbe stato un cacciatore e pescatore di professione.Ci conoscevamo abbastanza bene perch potessi replicare: Allora non cambier nulla nella sua vitaquotidiana, e lui aveva abbastanza senso dellumorismo per riderci sopra.

    Gli sforzi per conservarsi il posto non facevano per Hammerstein; detestava fare anticamera daHitler, Gring o Blomberg. Andava dritto per la sua strada, manteneva la rotta che consideravaopportuna senza preoccuparsi di risultare gradito o suscitare avversione.

    Erich von Manstein, il futuro feldmaresciallo condannato nel 1949 per crimini di guerra e, al paridel generale Foertsch, impiegato da Adenauer come consulente nella costruzione della Bundeswehr,nelle sue memorie ha espresso su Hammerstein il seguente giudizio: Proveniva come me dal 3Reggimento guardie di fanteria e, insieme al generale von Schleicher, uscito anche lui dal nostroreggimento, era forse una delle persone pi intelligenti che abbia mai conosciuto. Aveva coniatolespressione le norme sono per gli stupidi, e intendeva tutte le persone nella media, una frase chelo caratterizzava. In guerra sarebbe stato un condottiero eccezionale. Come Comandante in capodellesercito in tempo di pace non coglieva limportanza di occuparsi anche del lavoro minuto, e delresto provava un senso di compassione verso loperosit, una caratteristica, diceva, ormaiindispensabile alluomo medio. Dal canto suo, ne faceva un uso moderato, visto che, con la suaintelligenza rapida e la mente acuta, poteva permetterselo. Il suo talento militare andava di pari passocon un giudizio molto chiaro sulla cosa pubblica, che acquisiva osservando obiettivamente lasituazione politica e i fatti contingenti. Limponderabilit dei fattori psicologici non vi trovava moltospazio. Il suo atteggiamento intellettuale, unito al fatto che era in tutto e per tutto un grandseigneur,doveva farne fin dal principio un risoluto avversario dei chiassosi nazionalsocialisti.

    Anche tutti i suoi collaboratori militari concordano sul fatto che, malgrado non amasse il lavorominuto alla scrivania, aveva il raro dono di comprendere le situazioni in modo semplice e istantaneoed esprimere per iscritto i suoi pensieri con frasi di concisione classica. Il figlio Ludwig nota che,parlando al suo aiutante, aveva definito cos il lavoro di un comandate supremo: Si liberi del lavorominuto alla scrivania. Per quello si tenga qualche persona intelligente. Ma si prenda molto tempo perpensare e chiarirsi le idee. Solo cos potr comandare nel modo giusto.

    Un giorno, quando gli chiesero da quale punto di vista valutasse i suoi ufficiali, disse: Li dividoin quattro tipi. Ci sono ufficiali intelligenti, laboriosi, stupidi e pigri. Il pi delle volte due di questecaratteristiche coincidono. Se sono intelligenti e laboriosi, devono entrare nello Stato maggioregenerale. Poi ci sono gli stupidi e pigri che costituiscono il 90 per cento di ogni esercito e sono adattiper compiti di routine. Chi intelligente e insieme pigro si qualifica per gli incarichi di comando pielevati, perch dispone della chiarezza mentale e della stabilit emotiva per prendere decisionidifficili. Bisogna guardarsi da chi stupido e laborioso e non affidargli responsabilit, perchcombiner solo disastri.

  • 17. Kurt von Hammerstein allepoca in cui era Comandante in capo dellesercito

    Di queste massime esiste una traduzione inglese spuntata in un luogo imprevisto. Eric M. Warburgera un ufficiale americano distaccato presso un comando segreto dellesercito, della marina edellaviazione britannica, che nellottobre 1942 si era stabilito nella propriet di Lord Latimer nelBuckinghamshire. Fui assai sorpreso, racconta, di trovare una citazione del generale darmatavon Hammerstein scritta a grandi lettere sulla parete dietro la scrivania dellufficiale di servizio: Idivide my officers into four groups, eccetera. Nel bel mezzo della guerra, gli Inglesi avevano fattopropri i principi di un ufficiale dello Stato maggiore tedesco.

    Sotto la cappa magica.

    Mentre alla luce del giorno i comunisti progettavano fin dal 1919 la rivoluzione in Germania,ordivano insurrezioni e stigmatizzavano il militarismo tedesco, dietro le quinte lAmata Rossalavorava a stretto contatto con la Reichswehr. Karl Radek, arrestato nel febbraio 1919 comeemissario dei bolscevichi, riceveva gli ufficiali tedeschi nella sua cella e allacciava i primi contatti.Un anno dopo, il generale von Seeckt, allora comandante in capo dellesercito, affermava che per darvita alle nuove forze armate tedesche non cera da aspettarsi laiuto dei vincitori, ma solo quellodella Russia bolscevica: La Germania e la Russia sono vincolate luna allaltra come lo eranoprima della guerra. E se la Germania si metter dalla parte della Russia, sar invincibile. Se invecesi metter contro la Russia, perder lunica speranza che le resta per il futuro. Seeckt aveva inviatoa Mosca il vecchio amico Enver Pasci, lex ministro della guerra turco che viveva in esilio aBerlino. Questi aveva comunicato che Trockij parteggiava per la collaborazione con la Germania eche era persino pronto ad accettare il confine orientale tedesco del 1914. Un anno dopo, Lenin si erarivolto a Berlino chiedendo aiuto per creare lArmata Rossa.

    Nellautunno del 1921 si erano avute le prime serie trattative che, com ovvio, erano rimasterigorosamente segrete. Nel 1922 era stata costituita la Sondergruppe R presso il ministero della

  • difesa, una sezione speciale provvista di un bilancio in nero dellammontare di 250 milioni dimarchi. Nellestate del 1923, a Berlino, il comandante dellaviazione sovietica aveva stipulato untrattato con i generali von Seeckt e von Schleicher per la creazione dellindustria russa degliarmamenti e la produzione di materiale bellico a favore della Germania. Inoltre, avevano concordatola partecipazione alle grandi manovre, laddestramento a livello di Stato maggiore degli ufficialirussi da parte dei colleghi tedeschi e lo sviluppo e la verifica di nuovi sistemi di armamento,soprattutto per le forze armate aeree e corazzate. Alla firma dellaccordo pare fossero stati presentianche Karl Radek, Kurt von Hammerstein e Ferdinand von Bredow. Allinterno dello Stato maggioregenerale, che non poteva definirsi tale pubblicamente, era stata costituita una centrale segreta che siera assunta lonere della pianificazione e che aveva organizzato nei minimi dettagli lapparato dicopertura.

    Radek, che a quel tempo era ancora nel Comitato esecutivo del Komintern, aveva dichiarato chiaroe tondo allambasciatore tedesco a Mosca: Sono convinto che il governo sovietico possa lavorarebene con un regime tedesco reazionario. anche il volere del generale von Seeckt, il quale hadichiarato che in Germania bisogna prendere i comunisti alla gola, ma collaborare con il governosovietico.

    I risultati non si erano fatti attendere. Nel 1927 lambasciatore sovietico a Berlino aveva scritto alministero degli esteri moscovita: Partecipare alle grandi manovre e seguire le lezioni nelleaccademie tedesche ci utile. Lo hanno ammesso senza eccezione tutti i soldati che sono venuti qui.Quello che offriamo in cambio ai Tedeschi non ci costa nulla perch pagano tutto loro, e nelle zonepi sperdute dellUnione Sovietica facile trovare un luogo che passi inosservato in cui installarescuole di ogni tipo e altre piccole strutture di addestramento tedesche.

    Era difficile definire piccole le strutture in questione. Presso una base aerea di Lipetsk, tra il 1925e il 1933 erano stati addestrati 120 piloti tedeschi e circa 100 osservatori, nonch testati quasi 100aerei da combattimento delle fabbriche Junkers e Fokker. La base Tomka, presso Volskij, sul Volga,era stata utilizzata dal 1929 per i test speciali comuni destinati allo sviluppo di aggressivi chimicigassosi da impiegare al fronte. Stresemann si era dichiarato daccordo con quei pr