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alla fede buddhista» Richard Gere eifilmai tempi dei cinesi allollywood «La laurea honoris causa al Dalai Lama a Pisa? Avvicina scienza occidentale e filosofie orientali» di Matteo Persivale «Che l'università di Galileo, a Pisa, con il suo prestigio e la sua storia, abbia deciso di con- ferire al Dalai Lama una laurea honoris causa in Psicologia clinica e in scienza della salute è un momento di gioia per tut- ti. Per noi buddhisti che, attra- verso la meditazione e lo stu- dio, sappiamo che il buddhi- smo è, anche, una scienza del- la mente, una neuroscienza. Ma è una gioia anche per chi vede come la scienza occiden- tale si stia avvicinando sempre più a posizioni la coscienza è ovunque, un po' come la gra- vità delle filosofie orientali. Scienziati, filosofi, monaci, semplici buddhisti come me: un dialogo straordinariamen- te interessante, che cresce». Richard Gere non ha il tono di voce di chi si sta prendendo una rivincita «Il buddhi- smo non vuole dominare, non vuole dire "ecco noi abbiamo ragione e voi torto", è tutto il contrario, non c'è nulla in pa- lio, c'è la gioia di diventare più saggi» però è chiaro che il viaggio in Italia del Dalai Lama di questi giorni è un po' più speciale degli altri. Per la laurea pisana con due giornate di studio (mercoledì e giovedì) suddivise in tre ses- sioni (Scienze della Mente e Neuroscienza, Scienza della mente nella Filosofia Occiden- tale, Scienza della Mente nella Fisica Quantistica) e relatori importanti come Michel Bit- bol, Remo Bodei, Federico Faggin, Donald Hoffman, Ste- ven Laureys, Massimo Pregno- lato, Matthieu Ricard e Giu- seppe Vitiello. Per il lancio del termine «mindscience», scienza della mente, come alternativa al ter- mine «neuroscience», neuro- scienza. Il Dalai Lama è arriva- to ieri in Sicilia e proseguirà poi verso Firenze e Pisa. «Io ho 68 anni ormai e ricor- do che, da ragazzo, quando mi avvicinai al buddhismo, senti- vo parlare di due professori di Harvard che indagavano sugli stati di coscienza, la natura della percezione dell'essere noi stessi. Li consideravano due hippie. Da oltre un decen- nio però è un tema cutting ed- ge di assoluta avanguardia, della ricerca neuro scientifica, tanti grandi scienziati se ne occupano. Altro che hippie! (ride) Io di recente sono stato invitato a dialogare con un professore importante, Ri- chard Davidson dell'università Insieme Richard Gere assieme al Dalai Lama durante un incontro avvenuto a Rho Fiera nel 2016, quando all'autorità religiosa fu conferita la cittadinanza onoraria. L'attore hollywoodiano ha abbracciato da anni la fede buddhista ed è un sostenitore dei Dalai Lama nel mondo (Fotograrni riai Llatarazzn) del Wisconsin ha appena scritto con Daniel Goleman, l'autore di Intelligenza emoti- va che è un bestseller mondia- le, il saggio Altered Traits ap- pena uscito negli Stati Uniti che consiglio a tutti a uno dei dibattiti del centro "92nd St Y" di New York». Cercare di unire scienza e fi- losofia non è facile: «No, la scienza deve poter misurare tutto con strumenti tecnici: e il cervello è così difficile da ana- lizzare che soltanto da qualche anno ci sono strumenti davve- ro efficaci . Sa che a Harvard, Yale, Mit, misurano le reazioni della corteccia prefrontale del- le persone che meditano? Il problema del buddhismo è

hollywoodiano ha abbracciato un sostenitore alla fede buddhista»rassegna.be.unipi.it/20170918/MG91021.pdf · verso la meditazione e lo stu-dio, sappiamo che il buddhi-smo è, anche,

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alla fede buddhista»Richard Gere eifilmai tempi dei cinesi allollywood«La laurea honoris causa al Dalai Lama a Pisa?Avvicina scienza occidentale e filosofie orientali»

di Matteo Persivale

«Che l'università di Galileo,a Pisa, con il suo prestigio e lasua storia, abbia deciso di con-ferire al Dalai Lama una laureahonoris causa in Psicologiaclinica e in scienza della saluteè un momento di gioia per tut-ti. Per noi buddhisti che, attra-verso la meditazione e lo stu-dio, sappiamo che il buddhi-smo è, anche, una scienza del-la mente, una neuroscienza.Ma è una gioia anche per chivede come la scienza occiden-tale si stia avvicinando semprepiù a posizioni la coscienzaè ovunque, un po' come la gra-vità delle filosofie orientali.Scienziati, filosofi, monaci,semplici buddhisti come me:un dialogo straordinariamen-te interessante, che cresce».

Richard Gere non ha il tonodi voce di chi si sta prendendouna rivincita «Il buddhi-smo non vuole dominare, nonvuole dire "ecco noi abbiamoragione e voi torto", è tutto ilcontrario, non c'è nulla in pa-lio, c'è la gioia di diventare piùsaggi» però è chiaro che ilviaggio in Italia del Dalai Lamadi questi giorni è un po' piùspeciale degli altri.

Per la laurea pisana con due

giornate di studio (mercoledìe giovedì) suddivise in tre ses-sioni (Scienze della Mente eNeuroscienza, Scienza dellamente nella Filosofia Occiden-tale, Scienza della Mente nellaFisica Quantistica) e relatoriimportanti come Michel Bit-bol, Remo Bodei, FedericoFaggin, Donald Hoffman, Ste-ven Laureys, Massimo Pregno-lato, Matthieu Ricard e Giu-seppe Vitiello.

Per il lancio del termine«mindscience», scienza dellamente, come alternativa al ter-mine «neuroscience», neuro-scienza. Il Dalai Lama è arriva-to ieri in Sicilia e proseguiràpoi verso Firenze e Pisa.

«Io ho 68 anni ormai e ricor-do che, da ragazzo, quando miavvicinai al buddhismo, senti-vo parlare di due professori diHarvard che indagavano suglistati di coscienza, la naturadella percezione dell'esserenoi stessi. Li consideravanodue hippie. Da oltre un decen-nio però è un tema cutting ed-ge di assoluta avanguardia,della ricerca neuro scientifica,tanti grandi scienziati se neoccupano. Altro che hippie!(ride) Io di recente sono statoinvitato a dialogare con unprofessore importante, Ri-chard Davidson dell'università

InsiemeRichard Gereassiemeal Dalai Lamaduranteun incontroavvenuto a RhoFiera nel 2016,quandoall'autoritàreligiosafu conferitala cittadinanza

onoraria.

L'attorehollywoodiano

ha abbracciato

da anni la fede

buddhista ed è

un sostenitore

dei Dalai Lama

nel mondo

(Fotograrni riaiLlatarazzn)

del Wisconsin ha appenascritto con Daniel Goleman,l'autore di Intelligenza emoti-va che è un bestseller mondia-le, il saggio Altered Traits ap-pena uscito negli Stati Unitiche consiglio a tutti a unodei dibattiti del centro "92ndSt Y" di New York».

Cercare di unire scienza e fi-losofia non è facile: «No, lascienza deve poter misuraretutto con strumenti tecnici: e ilcervello è così difficile da ana-lizzare che soltanto da qualcheanno ci sono strumenti davve-ro efficaci . Sa che a Harvard,Yale, Mit, misurano le reazionidella corteccia prefrontale del-le persone che meditano? Ilproblema del buddhismo è

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che è un'esperienza prima diogni altra cosa, e come si co-munica un'esperienza simile?Non a parole, il linguaggio halimiti strutturali: per certi versiè impossibile spiegare cos'è ilbuddhismo. Forse con la poe-sia. Anche per questo è infini-tamente affascinante».

L'impatto del buddhismo,dello studio, della meditazio-ne sulla vita di Gere è «letteral-mente impossibile da descri-vere. Ho superato il modo dipensare dualistico occidenta-le, ho visto che ogni cosa non èseparata ma è parte di un tut-to, ho percepito la possibilitàdi trovare una via che liberidalla sofferenza. Buddha inse-gna che tutto è relativo: 2500anni prima che ci arrivasse an-che la scienza con Einstein».

Quali sono i limiti di questodialogo? «Mappare il puntodel cervello dove alberga lacompassione? Ma cos'è lacompassione? Si può impara-re? Davidson pensa di si. È uncammino lungo, ma ci siamoabituati. Pensi al cammino delTibet». Negli anni `9o unaqualche forma di autonomiada Pechino se non di indipen-

denza sembrava a portata dimano, ora molto meno. Sono ilimiti della nonviolenza? «Oh,la violenza nel breve terminefunziona, niente da dire. Ge-nera odio, terrore, altra violen-za, al punto che non solo nonfunziona più ma peggiora tut-to. Ecco, vede, il Dalai Lamaama tutti, ama anche i cinesi,proprio tutti, anche quelli che

lo odiano. Non può non averesuccesso, la filosofia di un uo-mo come lui. C'era molto entu-siasmo anni fa, ora c'è moltatristezza. Io dico che non ècambiato niente: il Tibet saràautonomo, nel giro di una ge-nerazione la situazione attualesarà finita. È una trasformazio-ne radicale, richiede tempo,ma non si ferma».

Ottimismo buddhista? «No,realismo. Pensi a Liu Xiaobo,un eroe, morto in carcere perla libertà di parola. Le pare unaprova di forza? È stata una pro-va di debolezza. Pechino spen-de, in sorveglianza, più diquanto spenda per le forze ar-mate. Sostenibile? No. Finirà».

Gere è diventato un attorepiù bravo, ed è rimasto mira-colosamente bello, ma si vedemolto meno, al cinema, inquesti anni. A Hollywood ilpotere delle aziende cinesi èsempre più grande, dalla pro-prietà della sale statunitensi alpeso del mercato di Pechino.«L'influenza cinese a Hollywo-od è un fatto. Mi rende felice?No. C'è una linea, per terra,tracciata con chiarezza: oltrenon si va, o si pagano le conse-guenze. Io le ho pagate, le pa-go, le pagherò: è così. Almenoho un nome, una filmografia,costruiti in un'industria del ci-nema diversa da quella di og-gi. Oggi faccio i film che mi in-teressano. I kolossal? Non miinteressano. Anche se me li la-sciassero fare».

@ RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli studi sulla coscienzaI docenti che se neoccupavano eranoconsiderati hippie, oggisono all'avanguardia

Il profilo

• TenzinGyatso(nato LhamoDondrub)è un monacobuddhistatibetano nato aTal<tser, in Cina,82 anni fa. È luiil quattordi-cesimo DalaiLama del Tibet

• Il Dalai Lamaè un convintoassertore dellanon violenza edella pace. Il 10dicembre 1989ha ricevuto ilPremio Nobelperla pace peril fatto che nellasua lotta perla liberazionedel Tibetha semprerifiutato l'usodella violenza,preferendoricercaresoluzionipacifichebasate sullatolleranzae il rispettoreciproco