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      Come costruire uno studio di registrazione

     

    Lo studio personale

    di Francesco Passarelli 

    Questa rubrica nasce dalla considerazione che l’evoluzione tecnologica di questi ultimi anni ha ridotto notevolmente ladifferenza qualitativa fra le apparecchiature degli studi professionali e quelle degli studi personali, rimane solo la differenzarelativa alla consulenza necessaria per ottimizzare le risorse con motivazioni di carattere puramente tecnico, aldilà di quellecarattere commerciale per le quali basta il negoziante. Il fine di questa rubrica è di fornire soluzioni pratiche e praticabilieconomicamente per risolvere i problemi che si pongono a coloro che vogliono realizzare uno studio di registrazione persoquindi essere anche il motore per discussioni sugli argomenti trattati.

    La prima serie di articoli tratterà l’acustica della stanza, l’impianto elettrico ed il cablaggio, le apparecchiature essenziali e leapparecchiature importanti.

    L’acustica della stanza.

    Generalmente lo studio personale è ricavato nell’unica stanza disponibile di casa, dentro la quale si mette tutto il materialenecessario per la registrazione e si comincia… poi non si capisce bene perché i prodotti realizzati, nonostante leapparecchiature professionali utilizzate, siano mediocri e suonino bene solo nel nostro locale. Non sono stati affrontati iproblemi legati all’acustica della stanza! Essi hanno interferito prima sulla qualità delle registrazioni quindi, ed in modo piùgrave, su quella dei missaggi.

    La "leggenda metropolitana" da sfatare è che siano le apparecchiature a stabilire lo standard qualitativo dei prodotti, invecel’acustica dello studio è un anello determinante nella catena delle nostre apparecchiature. A volte si affronta il problema maprogettazione e realizzazione da parte di un ingegnere acustico o le soluzioni, generalmente estetiche, proposte da unarchitetto non sono certo economiche, allora o ci si affida a dei "praticoni" o si rinuncia del tutto.

    Essendo poco proponibile, in questo constesto, l’abbattimento di pareti e/o la costruzione di una stanza ideale affrontiamoprima di tutto il problema delle dimensioni, quindi le problematiche dei materiali e del loro effetto sul suono. Innanzitutto lastanza ideale non deve assolutamente avere base rotonda o irregolare e/o soffitto a volta o a cupola perché in questi casi iproblemi legati all’acustica sono elevatissimi, risolvibili solo con interventi effettuati con materiali specifici e costosi e ciò ciporterebbe fuori dal nostro tema.

    Tutti gli ambienti, come le casse di risonanza degli strumenti musicali, hanno una risposta acustica legata alle dimensionifisiche in quanto l’onda sonora si riflette su tutte le superfici del locale, creando delle perturbazioni a determinate frequenzefrequenze di risonanza fondamentali della stanza sono date dalla distanza fra le pareti parallele, chiaramente ogni stanza n3 e sono molto importanti perché determinano le cosiddette "onde stazionarie", quelle la cui frequenza che tende, teoricama ripetersi all’infinito nella stanza stessa, rafforzandosi e creando una notevole irregolarità sonora. A queste frequenzefondamentali si aggiungono le loro armoniche, i cosiddetti "modi": i più importanti sono i cosiddetti "modi asssiali", che sisviluppano fra pareti parallele, più dei "modi tangenziali", che effettuano il percorso fra quattro pareti, e dei "modi obliqui", csviluppano fra le sei pareti della stanza.

    Fortunatamente esiste una formula molto semplice per determinare la frequenza di risonanza della nostra stanza ed isuccessivi modi: V/2L, nella quale V è la velocità del suono (331metri/secondo a 0°C, con 760mm di pressione, con possibdi variazioni legate alle condizioni atmosferiche) e 2L è il doppio delle misure della stanza (ossia altezza, larghezza eprofondità). Evidentemente un’ambiente più grande ha frequenze di risonanza più basse, anche se in tutti i casi si devonoanalizzare le frequeenze più critiche che sono quelle fino a 350Hz.

    Passiamo ora a degli esempi pratici: il primo esempio riguarda una stanza sconsigliabile: un cubo da 3m di lato ha ondestazionarie a 57Hz per tutte e tre le dimensioni (V/2L=331/6=56,667Hz per ogni dimensione), ciò creerà un’esaltazione aquesta frequenza di oltre 30dB, difficilmente controllabile sia con mezzi meccanici (pannelli, trappole ecc,) che con mezzielettronici (equalizzatori grafici o parametrici).

    Una stanza larga 5m, profonda 4m ed alta 3m presenterà le seguenti frequenze base: 34Hz, 43Hz e 57Hz, evidentemente molto meno critiche e sembrerebbero ideali, ma approfondendo la nostra analisi scopriamo che il terzo modo dell’altezza è170Hz, così come il quarto della profondità ed il sesto della larghezza! Quindi a questa frequenza si presenterà un’esaltazio

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    elevata che rende la stanza sconsigliabile, a meno di utilizzare degli accorgimenti quali trappole per i bassi accordate intornquesta frequenza.

    Cosa fare prima di impazzire e svolgere calcoli complessi fino alla zona dei 350Hz? Possiamo sfruttare l’esperienza di chi danni progetta regie per gli studi di registrazione e lavorare sui rapporti ottimali, dei quali seguono i 6 esempi più comunemeusati (i rapporti sono per altezza, larghezza, profondità): 1:1,14:1,39 - 1:1,28:1,54 – 1:1,60:2,33 – 1:1,90:1,40 – 1:1,90:1.301:1,50:2,10. Applicate ad un soffitto di 3m le misure diventano 3;3,42:4,17 - 3:3,84:4,62 – 3:4,8:6,99 – 3:5,7:4,2 – 3:5,7:3,9 3:4,5:6,3. È molto più facile ora trovare una stanza giusta o molto vicina a queste dimensioni ed effettuare la nostra scelta,salotto o moglie permettendo…

    L’acustica dello studio è influenzata anche dai materiali con i quali è costruita e rifinita la stanza che, generalmente, ha pare

    muratura, almeno una porta ed una finestra. L’intonacatura delle pareti le rende "vive" e riverberanti, la presenza di carte ostoffe le "ammorbidisce" acusticamente, molto più "vive" sono le porte in legno e le superfici in vetro. La presenza di moltesuperfici "vive" creerà un’esaltazione delle frequenze superiori, mentre materiali morbidi quali carte da parati e stoffe rende

    Per quanto riguarda i materiali ci sono alcune piccole grandi verità da confermare: finestre o porte (in legno o vetro) esaltanfrequenze superiori le tende le attenuano; una parete perfettamente levigata di nuovo propone un aumento e perturbazionedelle frequenze superiori; è consigliabile sfruttare queste conoscenze per collocare il materiale nella nostra regia ottimizzanin modo ergonomico. Per esempio se vogliamo ottenere dal nostro microfono un suono brillante, basta fare la ripresa inprossimità di un vetro, mentre se vogliamo "ammorbidire" il suono ed attenuare le alte la ripresa va effettuata vicino ad unatenda… a questo puto possiamo affrontare anche la nostra prima soluzione per "acustiche variabili": in un locale moltoriverberante e "freddo" possiamo mettere delle tende con stoffe pesanti da aprire per ottenere meno riverberazione ed unsuono più "caldo".

    È importante collocare i monitor in modo tale che il loro "centro focale virtuale" sia all’altezza del nostro orecchio,

    eventualmente inclinando le casse sul fronte orizzontale fra i 6° ed i 16°, preferibilmente su dei supporti che non abbianofrequenze di risonanza critiche, p.es. tubolari in ferro vuoti o "scatole" di legno. È necessario ribadire che i monitor vannocollocati nella posizione prevista dal progettista per limitare i problemi di fase e di perturbazioni, quali il classico "filtro a pettche si viene a creare posizionando orizzontalmente i monitor sul piano rialzato del mixer: in questo caso il nostro orecchio oa percepire il segnale diretto degli altoparlanti, riceve anche il segnale riflesso dalla superficie del mixer con una perturbazidalle medie in su con "buchi" stretti, simili al disegno dei denti di un pettineche diventano molto vicini e sottili alle frequenzesuperiori, alterando notevolmente il nostro ascolto.

    Fortunatamente i modi tangenziali ed obliqui, che complicherebbero i nostri calcoli all’infinito, sono molto meno critici epossiamo "spezzare" queste onde sonore posizionando nel modo corretto la nostra strumentazione in studio. I suggerimenbasati sull’esperienza ci consigliano di utilizzare per il nostro fronte sonoro la parete più uniforme possibile, ossia senza porfinestre e/o tende (o con questi elementi centrali), collocando, nei limiti del possibile il nostro piano di lavoro (con mixer,computer ecc) ad una distanza di almeno mezzo metro dalla parete di fondo e da quelle laterali, in posizione centrale nellastanza, ricreando una posizione di ascolto basata, per il fronte stereo, sul classico triangolo equilatero consigliato anche pe

    l’ascolto hi-fi. È auspicabile che anche la parete dietro il punto ottimale di ascolto("sweet spot") sia uniforme; lo stesso princvale per le pareti parallele allo sweet spot, anche se in questo caso è preferibile avere dei pannelli assorbenti montati sullepareti stesse per ridurre le interferenze del suono riflesso al punto di ascolto.

    Se proprio non riusciamo a trovare una stanza che abbia le misure giuste, non ci resta che affrontare il problema in altro moprima di tutto fare i calcoli necessari, quindi una rilevazione con un analizzatore di spettro per confermare l’esattezza dei nocalcoli, quindi contattare un’azienda che produca/distribuisca trappole per i bassi per risolvere il problema acustico ed utilizper gli ascolti dei monitor near-field a distanza estremamente ravvicinata (max 1m!).

     Articolo pubblicato grazie alla autorizzazione ed alla collaborazione di:

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