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I contadini Alcuni contadini abitavano all’interno delle mura e coltivavano i campi del signore. I più numerosi vivevano al di fuori e coltivavano la

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I contadiniAlcuni contadini abitavano all’interno delle mura e coltivavano i campi del signore. I più numerosi vivevano al di fuori e coltivavano la terra concessa loro dal signore. Ma la loro vita era dura: dovevano fare le corvée, lavorare per il padrone, obbedire ai suoi ordini e pagare le tasse.

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Erano obbligati, ad esempio, ad utilizzare forno e mulino del signore per cuocere il pane e macinare il grano, pagando ogni volta una tassa. Ma alcuni contadini erano ancora più sfortunati: i servi della gleba, non potevano cambiare padrone e non avevano diritti.

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Il signore e la sua famiglia non vivevano da soli nel castello. Vi erano una moltitudine di servitori.Il castello era il cuore di un piccolo mondo: comprendeva tutto quello che occorreva al castello stesso e a coloro che vi abitavano.

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Ogni giorno, di prima mattina, il nobile assisteva alla Messa, celebrata nella cappella privata. Se era tempo di pace, si dedicava al controllo di tutte le attività che si svolgevano nel feudo.Il momento centrale della giornata era il pranzo, molto abbondante, che si prolungava spesso per alcune ore. Alle stanze dei piani si saliva e si scendeva attraverso botole, scale a chiocciola e a pioli.

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Principale occupazione del nobile signore era la guerra, grazie alla quale conquistava nuove terre e si procurava ricchezze. Con le armi difendeva i propri territori e imponeva tasse e obbligava a lavorare i sudditi per il castello. Ma per fare bene la guerra era necessario allenarsi e abituare il corpo a qualsiasi prova.

La guerra

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I tornei nacquero da questo bisogno e venivano praticati soprattutto dai giovani nobili; si trattava di giochi pericolosi.La parola "torneo” deriva dal verbo “torneare”, che significa girare intorno; con tale termine si intendeva un combattimento collettivo tra squadre armate, il torneo poteva essere a piedi o a cavallo ed aveva un carattere fortemente agonistico.

La “giostra” avveniva invece tra due cavalieri con la lancia in resta.

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I tornei duravano generalmente tre giorni. I combattimenti cominciavano all’alba e duravano fino a tramonto, interrotti da pause.L’ultimo giorno gli spettatori designavano con le loro acclamazioni il cavaliere che si era battuto più valorosamente: costui riceveva allora un premio dalle mani della più nobile dama presente. Ogni sera avevano luogo i banchetti e i divertimenti. Si mangiava, si danzava, si cantava, si rideva: il torneo era un avvenimento festoso.

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L’arcoL’arco medioevale era di legno, più

raramente di metallo o di osso. L’altezza di quest’arma variava tra 1 e 2 metri. La freccia era lunga circa 90 centimetri e poteva raggiungere una distanza di 200 metri.

La balestra a staffaL’uso della balestra risale alla

seconda metà del XII secolo. Era formata da un piccolo arco rigido, fissato su un supporto di legno; tale supporto era munito di una staffa attraverso la quale si passava il piede per tirare sulla corda con più forza.

LE ARMI

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La balista a rotazioneLa balista ha una specie di cric che tende la corda senza che il tiratore debba usare la sua forza. Rispetto all’arco non affaticava il braccio del tiratore.

Il traboccoÈ una specie di fionda gigante, capace di scagliare una palla dai trenta ai cinquanta kg a una distanza superiore ai duecento metri.

Il mangoneÈ un congegno più piccolo del trabocco e più comodo da azionare. Scaglia in una sola volta parecchie palle della grandezza di un pugno ciascuna.

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La castellanaLe donne al castello trascorrevano il loro tempo a ricamare, tessere, suonare nelle stanze a loro riservate, in attesa del signore dalla guerra o in preparazione di qualche sontuoso festeggiamento.

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Era circondata da dame, cavalieri e servitori. Durante il giorno sorvegliava i cuochi affaccendati intorno alle caldaie, i giardinieri intenti a curare i meravigliosi giardini e i servitori che si occupavano delle sale colme di argenti e di oggetti preziosi. La sera accanto ai grandi camini sedeva a ricamare, mentre gli altri familiari giocavano agli scacchi oppure ai dadi.

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Nel castello di Avio c’era “il quartiere delle donne”, uno spazio loro riservato che si trovava nel Palazzo Baronale. Era una zona completamente affrescata da dipinti rappresentanti una finta stoffa rigata e una decorazione floreale di cui rimangono solo alcune tracce. Possiamo notare anche qualche finestra e i segni di un camino. Qui, probabilmente, le donne ben protette (forse anche dal gigante affrescato!) e riparate passavano il loro tempo.

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La contadinaLa donna povera conduceva sempre la stessa misera

esistenza, abitava nelle casupole che circondavano i grandi castelli feudali e come sempre era sottomessa ai padroni.

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Durante il Medioevo le carni, le verdure e la frutta di qualità migliore erano destinate alla tavola del signore. I poveri mangiavano prevalentemente cereali, talvolta grano, più spesso segale e orzo che consumavano sotto forma di pane, zuppe, minestre, farinate. Non si conoscevano né patate, né pomodori che furono importati dall’ America solo dopo il 1492.

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Quando il clima era minaccioso rischiava di rovinare frutta e verdura. Si mangiavano uova e nel 1300 era in aumento il consumo di formaggi e latticini. Di rado si consumava carne bovina, perché i buoi erano preziosi, erano bestie da lavoro.

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Qui al castello, proprio sotto di noi, c’erano i magazzini, in cui venivano conservati i cibi.Bisogna intanto dire che per conservazione si intendono metodi naturali come il congelamento, l'essicazione, la salatura, l'affumicazione.Alcuni castelli erano dotati di una ghiacciaia, dove la neve dell'inverno era conservata per lungo tempo.

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Vediamo ora come si stava a tavola. Nelle case dei ricchi, le tavole erano spesso smontabili: alcune assi erano appoggiate su dei cavalletti. Anche nei pranzi più sontuosi le stoviglie erano ridotte al minino: un piatto, un bicchiere, un cucchiaio. Un coltello, doveva bastare per diversi commensali, era appoggiato al piatto di portata e serviva solo per tagliare via la propria porzione di carne.

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Nel Medioevo i vestiti oltre ad avere la funzione di coprire e di tener caldo, servivano anche ad indicare il ceto sociale di appartenenza.

I poveri Dopo l’anno mille, l’abito di base divenne la tunica. La tunica della donna era lunga fino alle caviglie e fermata in vita da una cintura. Quella dell’uomo era più corta ed arrivava alle ginocchia, era fermata in vita anch’essa da una cintura o cordone. Per le tasche tutti avevano appesa alla cintola la “scarsella”, una specie di borsa in stoffa.

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I nobiliPortavano gioielli, catene d’oro e abiti colorati e lussuosi. La moda dell’epoca voleva per le signore una fronte molto alta, per cui esse si strappavano le sopracciglia e le prime file di capelli. Gli abiti erano composti da una sottoveste che scendeva fino a terra con maniche lunghe e strette e da una sopravveste con ampie maniche fino al gomito, più corta davanti. Le stoffe erano sempre preziose e spesso arricchite con ricami, pellicce ed erano di colore vivace.

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Ai piedi avevano calzature con punte lunghe e sottili. La moda nel corso del Medioevo si fece sempre più elaborata. I modelli, come oggi, cambiavano.

I nobili di sesso maschile usavano molto portare cappelli. Indossavano un corpetto imbottito e senza maniche piuttosto corto, spesso orlato di pelliccia, su di una calzamaglia aderente di un tessuto molto colorato.

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Classe 1CScuola Secondaria di Primo Grado di Avio (TN)