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Direttore Michele Cutolo Direttore responsabile Donatella Imperatore Redazione Alessandra Certosino, Giuseppe Cutolo, Massimo Grella, Daniela Ruggiero, Ciro Sorrentino Anno 2 - N. 1 (2) - Febbraio 2020 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 40 del 17 Ottobre 2019 PERIODICO DEL MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI DI NAPOLI E PROVINCIA Pubblichiamo l'intervento del presidente nazionale all'Assemblea dei Servizi MCL sul tema “La persona oltre il click” Le nuove tecnologie sono utili quando sono al servizio delle persone, quando sono strumenti che migliorano la vita dei cittadini, quando creano una società aperta e inclusiva e rappresentano un supporto per la crescita e per uno sviluppo sostenibile. La democrazia rappresentativa da sempre è un elemento costitutivo dello Stato, nasce e accompagna il suo divenire. Grazie ad essa, i cittadini possono intervenire nei processi decisionali e, attraverso i propri rappresentanti, imporre modifiche alle decisioni. La democrazia diretta o digitale è cosa ben diversa: i cittadini hanno un potere decisionale solo in comunità di piccole dimensioni e su questioni di portata limitata. Sulle grandi decisioni politiche la democrazia diretta, e ancor più la democrazia digitale, affida al “popolo” solo il potere di dire un Sì o un No a domande formulate da minoranze dirigenti, non sottoposte a controllo o a sana competizione. Da questo è evidente che non si può parlare di vera democrazia, perché il rischio è quello di vivere in una società sottoposta a una manipolazione permanente, dove tra l'altro le domande contano più delle risposte. Nelle decisioni politiche prescindere dai meccanismi della rappresentanza, e dal concorso plurale dei corpi intermedi, rischia di minare pericolosamente le basi della democrazia, che non può essere consegnata a distorte concezioni di gestione diretta, telematica o a leadership costruite al di fuori del circuito della rappresentanza democratica. In un'epoca come quella in cui viviamo molti si chiedono, però, se servano ancora il volontariato, il Terzo Settore, i corpi intermedi, scavalcati dai social che danno l'impressione a ciascuno di incidere individualmente sulla realtà. E' ancora utile che i cittadini nelle nostre democrazie occidentali, spaesati dentro i grandi flussi di informazione e impotenti davanti ai fenomeni globali, si organizzino assieme per esprimere fattivamente la loro scelta comune di operare? In altre parole: è ancora utile il Noi, in uno sterminato mondo di tanti Io? Ci troviamo in una stagione particolare che dà poco valore alla socializzazione e molto alla riuscita individuale. La diffusa voglia di comunità o di socialità di una volta si è affievolita in favore di una marcata stagione di individualismo, non solo in Europa ma - con le debite differenze - un po' a tutte le latitudini: dalla comunità all'individuo. Oggi le reti e le aggregazioni che formano il tessuto sociale sono sempre più fragili a tutti i livelli: politico, religioso, sindacale, internazionale. Si indebolisce anche il legame familiare, comunitario, associativo o ambientale. In una società in cui i legami sono vissuti come costrizione o come contratti, l'essere autonomi è percepito come una qualità sociale altamente desiderabile? Siamo oggi tutti più liberi, ma anche più soli e i legami rischiano di essere considerati un freno di Carlo Costalli Il Terzo Settore laboratorio di una nuova società civile a continua in 4 pagina Lavorare al presente, guardando al futuro: “educare per rendere più umani noi stessi e la realtà che ci circonda” I Giovani MCL in Cammino, è stato il tema al centro dell'Assemblea Nazionale, tema che trae origine dal discorso di Papa Francesco durante l'udienza per il Movimento del 16 gennaio 2016. Educare i giovani nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo è il leit motiv che il Movimento ha promosso grazie ad importanti percorsi formativi che, nel corso degli ultimi anni, ha organizzato per il proprio gruppo giovanile. Sono state due giornate importanti, non solo per l'elezione del nuovo quadro organizzativo del gruppo giovani del MCL, ma anche perché hanno rappresentato l'occasione per ribadire e testimoniare l'impegno e la presenza dei giovani sia nella vita del Movimento che in quella della società odierna. La formazione e l'educazione dei giovani hanno rappresentato negli anni passati un importante volano della rigenerazione associativa; hanno sostenuto i processi di articolazione delle funzioni organizzative ai diversi livelli territoriali; hanno accompagnato l'acquisizione e lo sviluppo di competenze educative, sociali, professionali. Nonostante la sua vastità e complessità, il mondo MCL ha sempre ritenuto che i giovani fossero parte integrante del Movimento, consolidando negli anni l'idea che attraverso una formazione e un'educazione adeguate fosse possibile la costruzione di un'identità comune. In un mondo che cambia e in cui il lavoro, le relazioni sociali, le istituzioni, i sistemi politici e di comunicazione e l'economia appaiono in costante ed irrefrenabile mutamento, risulta necessario riportare al centro del dibattito l'educazione e la formazione dei giovani. Noi crediamo che in questo scenario educare i giovani e accompagnarli nell'inserimento attivo della società, rappresenti non solo un modo per far acquisire il reddito necessario a condursi I GIOVANI MCL IN CAMMINO AiutaUn è un progetto sociale dedicato a chi voglia offrire al prossimo un qualsiasi tipo di sostegno (materiale, di tempo, economico). Mettendo in comunicazione la domanda e l'offerta questo sito permette al donatore di sce- gliere appunto quale delle 3 carte aprire per accedere alla pagina dedicata all'elenco delle possibili aree in cui interessa donare il proprio aiuto: sostegno economico, vestiario, alloggio, lavoro, istruzione, alimentare, compagnia, sup- porto legale….. Dopo la scelta se si procede alla registrazione, che non è vincolante, il donatore sarà contatta- to dalle associazioni per dare e avere maggiori informazioni sulla tipologia di aiuto. Un modo dunque anche per mettere in contat- to le associazioni che operano nel settore e per smuovere la coscienza sociale perché fare del bene agli altri fa bene anche a noi stessi. IN QUESTO NUMERO a pagina 2 Tra Napoli e New York di Ciro Sorrentino IL FUTURO È DI UNO E DI TUTTI di Gaetano Romano SOCIAL INNOVATION A DIFESA DEI BENI CULTURALI di Maurizio De Pasquale a pagina 3 AVANTI NAPOLI… LA PARTITA NON è ANCORA FINITA! di Massimo Grella MAMMAPACK, UNA STARTUP PARTENOPEA PER ALIMENTI AGLI ITALIANI ALL'ESTERO Jorit regala un altro capolavoro a Napoli di Maria Esposito I DIRITTI DEI DISABILI SONO INVIOLABILI di Luigi Catapano MACCHINETTE MANGIA-PLASTICA PER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA Educazione e formazione al centro del nuovo “viaggio” deciso dall'Assemblea Nazionale di Maria Pangaro “AiutaUn”: ecco l'airbnb del sociale Progetto per fare del bene agli altri Nei giorni precedenti il Santo Natale ho letto un articolo in cui un economista esprimeva la propria contrarietà alla costituzione di un nuovo ente per lo sviluppo del Mezzogiorno, come a contestare quella che nel dopoguerra, e precisamente negli anni '50, è stata la scelta dei padri fondatori della nostra Repubblica. Siamo cioè, e questa è cosa grave se il concetto viene espresso da un tecnico, al dogma, cioè alla politica del laissez-faire, a quel concetto che il mercato trova sempre il suo equilibrio. Concetto molto vecchio, antico, che non teneva e non tiene presente molte variabili che oggi nell'economica moderna sono sussistenti. Basta mettersi in viaggio e fermarsi per una sosta all'Autogrill per osservare come questi siano dislocati in tutta Italia e come segnino una netta differenza di presenza in tutto il territorio nazionale. Presenza chiaramente diffusissima in tutta la parte nord dello Stivale, che sfuma man mano che si scende nella parte centrale e poi in quella Lo sviluppo del Mezzogiorno e la politica del fallimento di Michele Cutolo meridionale del nostro Paese. Il numero di bandierine lungo lo stivale con la “A” di Autogrill definiscono nettamente quella che il Bagnasco già molti anni fa chiamava l'Italia a 3 velocità. Ora, come è possibile sostenere, in situazioni economiche di delega totale agli investimenti da parte delle pubbliche amministrazioni che non vi sia la necessità di commissariare a continua in 4 pagina in modo autonomo nella vita, ma anche un'occasione unica per aiutarli a riconoscere i propri talenti e metterli in gioco concretamente a favore della comunità cui appartengono. Il lavoro, infatti, è il modo in cui l'essere umano afferma la propria individualità a favore degli altri, edificando un'opera portatrice di valore e, quindi, di un significato riconosciuto dagli altri, che lasci un segno nel corso della civiltà ed edifichi lo spazio comune. L'educazione e la formazione al lavoro non sono quindi solo un tema economico ma soprattutto antropologico, urgente oggi come lo fu al tempo della rivoluzione industriale del XIX secolo quando Don Bosco e i Santi sociali di Torino (Orione e Murialdo) diedero forma alla scuola di arti e mestieri per costruire competenze di lavoro e autonomia economica e sociale per i ragazzi di allora. Con l'Assemblea Nazionale i Giovani del MCL si rimettono in cammino per un nuovo ed avvincente viaggio. Nella precedente Assemblea, celebrata a Roma nel 2014, decidemmo di andare avanti senza paura come profeti di speranza. Oggi, accettando le nuove sfide di un mondo e di una società cambiata, decidiamo di ripartire con un bagaglio importante ed una prospettiva dialogica decisi a cogliere quei segni di speranza e quel nuovo giorno che vediamo all'orizzonte. Come sentinelle attente vogliamo essere pronti a coglierne l'avvento; come giovani lavoratori operosi vogliamo tracciare la via che dal cambiamento può portare al bene comune. Sentiamo forte l'urgenza della ripartenza. Per tal motivo, la nostra missione associativa e la nostra fede ci spingono a non attendere e ad intraprendere sin da subito e nel quotidiano un cammino carico, ancora una volta e ancora di più, di speranza per il nuovo quadriennio.

I GIOVANI MCL IN CAMMINO - MCLNAPOLI · all'Assemblea dei Servizi MCL sul tema “La persona oltre il click” Le nuove tecnologie sono utili quando sono al servizio delle persone,

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Page 1: I GIOVANI MCL IN CAMMINO - MCLNAPOLI · all'Assemblea dei Servizi MCL sul tema “La persona oltre il click” Le nuove tecnologie sono utili quando sono al servizio delle persone,

Direttore Michele Cutolo Direttore responsabile Donatella Imperatore Redazione Alessandra Certosino, Giuseppe Cutolo, Massimo Grella, Daniela Ruggiero, Ciro Sorrentino

Anno 2 - N. 1 (2) - Febbraio 2020Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 40 del 17 Ottobre 2019

PERIODICO DEL MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI DI NAPOLI E PROVINCIA

Pubblichiamo l'intervento del presidente nazionale all'Assemblea dei Servizi MCL sul tema “La persona oltre il click”

Le nuove tecnologie sono utili quando sono al servizio delle persone, quando sono strumenti che migliorano la vita dei cittadini, quando creano una società aperta e inclusiva e rappresentano un supporto per la crescita e per uno sviluppo sostenibile. La democrazia rappresentativa da sempre è un elemento costitutivo dello Stato, nasce e accompagna il suo divenire. Grazie ad essa, i cittadini possono intervenire nei processi decisionali e, attraverso i propri rappresentanti, imporre modifiche alle decisioni. La democrazia diretta o digitale è cosa ben diversa: i cittadini hanno un potere decisionale solo in comunità di piccole dimensioni e su questioni di portata limitata. Sulle grandi decisioni politiche la democrazia diretta, e ancor più la democrazia digitale, affida al “popolo” solo il potere di dire un Sì o un No a domande formulate da minoranze dirigenti, non sottoposte a controllo o a sana competizione. Da questo è evidente che non si può parlare di vera democrazia, perché il rischio è quello di vivere in una società sottoposta a una manipolazione permanente, dove tra l'altro le domande contano più delle risposte. Nelle decisioni politiche prescindere dai meccanismi della rappresentanza, e dal concorso plurale dei corpi intermedi, rischia di minare pericolosamente le basi della democrazia, che non può essere consegnata a distorte concezioni di gestione diretta, telematica o a leadership costruite al di fuori del circuito della rappresentanza democratica.In un'epoca come quella in cui viviamo molti si chiedono, però, se servano ancora il volontariato, il Terzo Settore, i corpi intermedi, scavalcati dai social che danno l'impressione a ciascuno di incidere individualmente sulla realtà. E' ancora utile che i cittadini nelle nostre democrazie occidentali, spaesati dentro i grandi flussi di informazione e impotenti davanti ai fenomeni globali, si organizzino assieme per esprimere fattivamente la loro scelta comune di operare? In altre parole: è ancora utile il Noi, in uno sterminato mondo di tanti Io?Ci troviamo in una stagione particolare che dà poco valore alla socializzazione e molto alla riuscita individuale. La diffusa voglia di comunità o di socialità di una volta si è affievolita in favore di una marcata stagione di individualismo, non solo in Europa ma - con le debite differenze - un po' a tutte le latitudini: dalla comunità all'individuo.Oggi le reti e le aggregazioni che formano il tessuto sociale sono sempre più fragili a tutti i livelli: politico, religioso, sindacale, internazionale. Si indebolisce anche il legame familiare, comunitario, associativo o ambientale.In una società in cui i legami sono vissuti come costrizione o come contratti, l'essere autonomi è percepito come una qualità sociale altamente desiderabile? Siamo oggi tutti più liberi, ma anche più soli e i legami rischiano di essere considerati un freno

di Carlo Costalli

Il Terzo Settore laboratorio di una nuova società civile

acontinua in 4 pagina

Lavorare al presente, guardando al futuro: “educare per rendere più umani noi stessi e la realtà che ci circonda” I Giovani MCL in Cammino, è stato i l tema a l centro dell'Assemblea Nazionale, tema che trae origine dal discorso di Papa Francesco durante l'udienza per il Movimento del 16 gennaio 2016.Educare i giovani nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo è il leit motiv che il Movimento ha promosso grazie ad importanti percorsi formativi che, nel

corso degli ultimi anni, ha organizzato per il proprio gruppo giovanile.Sono state due giornate importanti, non solo per l'elezione del nuovo quadro organizzativo del gruppo giovani del MCL, ma anche perché hanno rappresentato l'occasione per ribadire e testimoniare l'impegno e la presenza dei giovani sia nella vita del Movimento che in quella della società odierna. La formazione e l'educazione dei giovani hanno rappresentato negli anni passati un importante volano della rigenerazione associativa; hanno sostenuto i processi di articolazione delle funzioni organizzative ai diversi livelli territoriali; hanno accompagnato l'acquisizione e lo sviluppo di competenze educative, sociali, professionali. Nonostante la sua vastità e complessità, il mondo MCL ha sempre ritenuto che i giovani fossero parte integrante del Movimento, consolidando negli anni l'idea che attraverso una formazione e un'educazione adeguate fosse possibile la costruzione di un'identità comune.In un mondo che cambia e in cui il lavoro, le relazioni sociali, le istituzioni, i sistemi politici e di comunicazione e l'economia appaiono in costante ed irrefrenabile mutamento, risulta necessario riportare al centro del dibattito l'educazione e la formazione dei giovani. Noi crediamo che in questo scenario educare i giovani e accompagnarli nell'inserimento attivo della società, rappresenti non solo un modo per far acquisire il reddito necessario a condursi

I GIOVANI MCL IN CAMMINO

AiutaUn è un progetto sociale dedicato a chi voglia offrire al prossimo un qualsiasi tipo di sostegno (materiale, di tempo, economico).Mettendo in comunicazione la domanda e l'offerta questo sito permette al donatore di sce-gliere appunto quale delle 3 carte aprire per accedere alla pagina dedicata all'elenco delle possibili aree in cui interessa donare il proprio aiuto: sostegno economico, vestiario, alloggio, lavoro, istruzione, alimentare, compagnia, sup-porto legale…..Dopo la scelta se si procede alla registrazione, che non è vincolante, il donatore sarà contatta-to dalle associazioni per dare e avere maggiori informazioni sulla tipologia di aiuto.Un modo dunque anche per mettere in contat-to le associazioni che operano nel settore e per smuovere la coscienza sociale perché fare del bene agli altri fa bene anche a noi stessi.

IN QUESTO NUMEROa pagina 2

Tra Napoli e New Yorkdi Ciro Sorrentino

IL FUTURO È DI UNO E DI TUTTIdi Gaetano Romano

SOCIAL INNOVATION A DIFESA DEI BENI CULTURALIdi Maurizio De Pasquale

a pagina 3

AVANTI NAPOLI… LA PARTITA NON è ANCORA FINITA!di Massimo Grella

MAMMAPACK, UNA STARTUP PARTENOPEAPER ALIMENTI AGLI ITALIANI ALL'ESTEROJorit regala un altro capolavoro a Napoli

di Maria Esposito

I DIRITTI DEI DISABILI SONO INVIOLABILIdi Luigi Catapano

MACCHINETTE MANGIA-PLASTICAPER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA

Educazione e formazione al centro del nuovo “viaggio” deciso dall'Assemblea Nazionaledi Maria Pangaro

“AiutaUn”: ecco l'airbnb del socialeProgetto per fare del bene agli altri

Nei giorni precedenti il Santo Natale ho letto un articolo in cui un economista esprimeva la propria contrarietà alla costituzione di un nuovo ente per lo sviluppo del Mezzogiorno, come a contestare quella che nel dopoguerra, e precisamente negli anni '50, è stata la scelta dei padri fondatori della nostra Repubblica. Siamo cioè, e questa è cosa grave se il concetto viene espresso da un tecnico, al dogma, cioè alla politica del laissez-faire, a quel concetto che il mercato trova sempre il suo equilibrio. Concetto molto vecchio, antico, che non teneva e non tiene presente molte variabili che oggi nell'economica moderna sono sussistenti. Basta mettersi in viaggio e fermarsi per una sosta all'Autogrill per osservare come questi siano dislocati in tutta Italia e come segnino una netta differenza di presenza in tutto il territorio nazionale. Presenza chiaramente diffusissima in tutta la parte nord dello Stivale, che sfuma man mano che si scende nella parte centrale e poi in quella

Lo sviluppo del Mezzogiornoe la politica del fallimento

di Michele Cutolomeridionale del nostro Paese. Il numero di bandierine lungo lo stivale con la “A” di Autogrill definiscono nettamente quella che il Bagnasco già molti anni fa chiamava l'Italia a 3 velocità.Ora, come è possibile sostenere, in situazioni economiche di delega totale agli investimenti da parte delle pubbliche amministrazioni che non vi sia la necessità di commissariare

acontinua in 4 pagina

in modo autonomo nella vita, ma anche un'occasione unica per aiutarli a riconoscere i propri talenti e metterli in gioco concretamente a favore della comunità cui appartengono. Il lavoro, infatti, è il modo in cui l'essere umano afferma la propria individualità a favore degli altri, edificando un'opera portatrice di valore e, quindi, di un significato riconosciuto dagli altri, che lasci un segno nel corso della civiltà ed edifichi lo spazio comune.L'educazione e la formazione al lavoro non sono quindi solo un tema economico ma soprattutto antropologico, urgente oggi come lo fu al tempo della rivoluzione industriale del XIX secolo quando Don Bosco e i Santi sociali di Torino (Orione e Murialdo) diedero forma alla scuola di arti e mestieri per costruire competenze di lavoro e autonomia economica e sociale per i ragazzi di allora.Con l'Assemblea Nazionale i Giovani del MCL si rimettono in cammino per un nuovo ed avvincente viaggio. Nella precedente Assemblea, celebrata a Roma nel 2014, decidemmo di andare avanti senza paura come profeti di speranza. Oggi, accettando le nuove sfide di un mondo e di una società cambiata, decidiamo di ripartire con un bagaglio importante ed una prospettiva dialogica decisi a cogliere quei segni di speranza e quel nuovo g i o r n o c h e v e d i a m o all'orizzonte. Come sentinelle attente vogliamo essere pronti a coglierne l'avvento; come giovani lavoratori operosi vogliamo tracciare la via che dal cambiamento può portare al bene comune. Sentiamo forte l'urgenza della ripartenza. Per tal motivo, la nostra missione associativa e la nostra fede ci spingono a non attendere e ad intraprendere sin da subito e nel quotidiano un cammino carico, ancora una volta e ancora di più, di speranza per il nuovo quadriennio.

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Dolorose malattie, che anzi affrontano con coraggio e con amore, per la vita prima di tutto. Quell'amore che li porta, ogni giorno, a cercare di fare dei passi in avanti, a provare a migliorare le loro condizioni e a farlo con dignità. No, que-sta storia è triste perché racconta di come mana-ger e politici, con specifiche responsabilità su questa vicenda, possano decidere di restare del tutto indifferenti e anzi scegliere di comportarsi come aridi ragionieri. Ad Antonio ed ai suoi amici, nelle scorse setti-mane, è stato seccamente comunicato che le loro cure, almeno per quest'anno, s'inter-rompono. Certo non perché sono miracolosa-mente guariti, ma semplicemente perché il bud-get a disposizione del centro privato dove sono curati (Centro Serapide di Villaricca) è termina-to. Un centro cui questi giovani sono stati desti-nati direttamente dalla loro Asl, la Asl Napoli 2: quindi non per una propria scelta, ma solo per-ché non esistono strutture pubbliche in grado di garantire quelle cure che sono loro dovute - oltre che per un dovere morale e sociale - soprattutto perché lo impone la nostra Costitu-zione. E così queste persone sono ora costrette a fare a meno di stimoli, di assistenza medica e di percorsi fisioterapici: praticamente della mag-gior parte di quello che è necessario per garanti-

Stesso parallelo ma due realtà vera-mente così diverse? La storia di Napoli e del Regno delle due Sicilie ci raccon-ta di numerosi primati di innovazione, di applicazione della tecnica e della tecnologia e di opere architettoniche nonché ambientali. Solo per enume-rarne alcuni gli stabilimenti ferroviari di Pietrarsa, la prima nave a vapore in Italia (la Sicilia), il primo telegrafo elet-trico in Italia e la prima ferrovia Napoli – Portici con relative stazioni (1839), il più antico teatro d'opera in Europa (il San Carlo), le prime attività di assisten-za ai bisognosi (Albergo dei poveri), sanitaria e sociale, attività per l'educazione e l'avviamento ai mestieri, il primo osservatorio sismico al mon-do, l'istituzione delle prime banche moderne basate su sistemi di circolazione di denaro alter-nativi al metallo (quindi su carta), sul credito e sul conto corrente, il primo Monte dei Pegni, il primo ponte sospeso (Garigliano), la prima cat-tedra di economia nel mondo e potremmo andare avanti per molto ancora nel descrivere le meraviglie di un Sud fervido nella cultura, nelle arti e nella tecnica.Un curriculum di tutto rispetto che forse trova gran parte del fondamento nei “geni” dei proge-nitori greci e romani. Perché non sfruttarlo? Per la verità non mancano ancora oggi numero-si esempi di scienziati e scoperte che avvengo-no in questa parte solare e tristemente allegra del nostro caro Paese. E che lieta notizia se un nostro concittadino appare sulle testate giorna-listiche, prima all'estero e poi in Italia, per avere

fatto avanzare la ricerca in modo decisivo!Mettiamoci pure che “dall'alto” ci invitano a uti-lizzare i fondi europei per il Meridione: allora perché non sbracciarci le maniche e prendere esempio oltre i confini?Abbiamo spesso parlato di smart cities. New York da questo punto di vista è una delle città che spinge più avanti l'applicazione delle tecni-che e delle tecnologie per favorire il benessere dei cittadini e una migliore vivibilità di una real-tà di per sé molto complessa. Le problematiche che la Grande Mela ha dovuto affrontare non sono poche visto l'elevata urbanizzazione e gli spazi ristretti, per cui forse la loro esperienza potrebbe esserci utile e, perché no, creare spazi per una giovane rinascita sociale ed economica.Una delle maggiori sfide della città è stata quel-la energetica: questo comporta un migliore uti-lizzo delle risorse per diminuire il consumo e lo spreco energetico, favorirne la produzione e l'autonomia laddove possibile, ottimizzare

di Ciro Sorrentinol'utilizzo degli spazi e la condivisione. Molte città evolute, come quella nel titolo volutamente provocatorio, hanno riutilizzato i tetti in modo da potervi coltivare ortaggi ed isolare termicamente la casa. Infatti, il terreno opportunamente posto sulle sommità delle case e le piante fungono da iso-lanti (oltre a consentire l'auto-produzione di ottimi ortaggi a “metri zero”!). Non solo: essi limitano gli effetti del riscaldamento sulle città. Infatti l'assenza di verde e tutti i pro-blemi connessi sono ben noti. New

York ha anche realizzato un sistema di monito-raggio della temperatura e del consumo ener-getico degli edifici stabilendo degli incentivi per coloro che riescono a sprecare meno. Non mancano esperienze in giro per il mondo: mar-ciapiedi in grado di attirare e smaltire l'inquinamento dalle strade, piante in grado di favorire la depurazione di corsi d'acqua e le terre dai metalli pesanti. Per il riscaldamento? No problem. Tutto serve. Tetti e pareti esterne in grado di catturare la radiazione solare e portarla dentro, pompe di calore che sfruttano le falde acquifere per riscaldare e raffreddare senza alcu-na immissione inquinante nelle stesse. Tutto per il benessere del cittadino, tra industrializza-zione e modernità, tra ambiente e tecnologia.Non si può ipotizzare un loro sviluppo simbioti-co creando indotto e occupazione? L'orgoglio e l'ingegno, come la storia ci insegna, non manca: che dite? L'accendiamo?

L'Italia vanta un immenso patrimonio cul-turale. La numerosità dei beni, dei siti e delle tradizioni è tale che la loro tutela e gestione è spesso complicata in quanto lo Stato, la Chiesa e le istituzioni locali non hanno tutte le risorse finanziarie e le com-petenze per tenere vivi questi luoghi ricchi di storia, soprattutto quando si parla del cosiddetto patrimonio minore.Per far fronte a questa difficoltà sono nate nuove iniziative per il suo uso, attraverso nuovi modelli di gestione che vedono come protagonisti cittadini e professioni-sti che in modo attivo e collaborativo impe-gnano risorse e avviano processi virtuosi di rigenerazione, recupero e riqualificazio-ne.La social innovation può rispondere così al bisogno sociale di promuovere e tutelare le iniziative in ambito culturale e creativo, colmando un gap del sistema di welfare.L'Università Federico II di Napoli ha di recente condotto un censimento degli innovatori sociali e culturali che operano sul territorio partenopeo. E' emerso un dato davvero importante: ci sono 48 orga-nizzazioni che negli ultimi 10 anni sono riuscite a recuperare più di 50 siti abban-donati rigenerandoli e garantendone una fruizione pubblica.Si tratta di iniziative promosse da cittadini appassionati e competenti che associan-dosi prendono in affitto o in comodato d'uso il sito storico-culturale e lo gestisco-no secondo un approccio organizzativo e strategico di innovazione sociale.Il patrimonio culturale viene valorizzato sostanzialmente attraverso tre modelli:- Il modello della valorizzazione culturale e turistica che si basa sulla realizzazione di attività, come l'organizzazione di visite guidate ed eventi culturali;- Il modello della valorizzazione attraver-so la produzione culturale, trasformando questi siti abbandonati in luoghi di spet-tacolo (teatro, musica, laboratori e scuole di musica e teatro);- Il modello della valorizzazione attraver-so l'erogazione di servizi per il territorio.Nonostante la difficoltà iniziale di ricerca delle risorse finanziarie necessarie alla gestione del sito il censimento ha rilevato che tali realtà producono proventi econo-mici pari a circa 8 milioni di euro nell'anno di riferimento, derivanti dalla bigliettazio-ne o dalla partecipazione a bandi, e occu-pazione (dipendenti, collaboratori, tiroci-nanti e volontari).La componente sociale è sicuramente determinante.Lo scambio, la condivisione di risorse, la collaborazione tra associazioni ma anche la fiducia e il desiderio di realizzare insie-me e dar vita a progetti riconoscibili di riva-lutazione del patrimonio artistico cultura-le partenopeo diventano il vero motore di questa nuova comunità degli innovatori sociali, fortunatamente in costante cresci-ta.

di Maurizio De Pasquale

Sede Provinciale NapoliPiazza Garibaldi 49 - 80142 NAPOLI

Tel. 081 267093 - 081 5630455e_mail [email protected]

Periodico del Movimento Cristiano Lavoratori di Napoli e Provincia2

Tra Napoli e New York La tutela dell'immenso patrimonio italiano

SOCIAL INNOVATIONA DIFESA DEI

BENI CULTURALIA Napoli 48 organizzazioni di cittadini e professionisti hanno recuperato in 10 anni oltre 50 siti abbandonati

L'ipocrisia (dal greco ὑποκρίνομαι «fingere») è un atteggiamento, comportamento o vizio di una per-sona che volontariamente finge di possedere cre-denze, opinioni, virtù, ideali, sentimenti, emozioni che in pratica non possiede. Essa si manifesta quan-do la persona tenta di ingannare altre persone con tali affermazioni, ed è quindi una sorta di bugia. (Wi-kipedia).Chiediamoci: E' la vera causa di questa profonda crisi morale della società?Giornali, tv, vox populi, e via di questo passo, tutti alla ricerca della verità, della giustizia, dei colpevoli o dei mandanti.E se fosse una esigenza dettata dalla competizione e dalla ricerca forsennata di un proprio ruolo sociale?L'affermazione personale è proprio un bisogno pri-mario?Se è così, allora perché pensare che chi deve decidere del nostro destino debba comportarsi in maniera diversa? Chi deve prendere decisioni strategiche abbia il destino di tutti come obiettivo finale? Ci sarà sempre l'interesse di qualcuno da salvaguar-dare. Siamo uomini e come tali, vulnerabili.Ne è dimostrazione proprio in questi giorni il gesto di Papa Francesco con la sconosciuta donna cinese. Proprio Lui, che dopo aver riportato la chiesa alle sue responsabilità e reso quel mondo aulico più terreno, si è dimostrato “uomo” con le sue fragilità e le sue debolezze.Ci ha restituito l'umanità del Papa.Proprio colui che ci ha liberato da quel clero “aulico” ed “impenetrabile” dandole le sembianze umane.Per non parlare poi, della piccola Greta che nella sua apparente fragilità ha messo a nudo la grande ipo-crisia della politica post-industriale, “sfruttamento forsennato delle risorse”. Ci ha ricordato semplice-mente che “il pianeta è di tutti e come tale è un dove-re preservarlo”.Allora perché non capire che solo una vita partecipa-ta condotta con la consapevolezza che “il futuro è uno ed è di tutti”, potrà renderci persone migliori in un mondo migliore?

IL FUTURO ÈDI UNO E DI TUTTI

di Gaetano Romano

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In coppa Italia e contro una grande Lazio prima, e contro la Juventus poi in campionato, si è rivista a sprazzi una squadra che per tre mesi aveva raccolto solo sconfitte e delusioni. Ottimo l'inserimento del centrale di centrocampo Diego Demme. Il nome peraltro era già una garanzia. Corre e fa bene ambe-due le fasi, proponendo gioco e pressando ovun-que, mantenendo sempre la posizione a copertura

dei centrali difensivi. Grande acquisto.Le responsabilità della crisi possono essere diverse, ma bene hanno fatto i tifosi a stringersi attorno alla maglia e a pretenderlo dai giocatori, a cui continua-no a garantire cori ed applausi, atmosfera determi-nante per la vittoria. Alla fine vedere la squadra sotto la curva ha ricordato momenti magici tante volte vissuti al San Paolo. Per ripartire il Napoli ha bisogno del “veleno” più volte richiamato da Mister Gattuso e finalmente ritrovato dagli azzurri. I goal del capitano con la Lazio e con la Juve sono stati di pregevole fattura, a dimostrazione di un veemente approccio alle gare che ha portato evidente beneficio e convinzione. Lorenzo Insigne, sempre molto criticato, è quello che ha preso sulle spalle la responsabilità maggiore, in un momento in cui il pallone pesa tantissimo. Da leader ritrovato ha ricucito lo strappo con la tifose-ria, indovinando giocate e comportamenti, spesso tornando sulla linea dei difensori per un lavoro di copertura sulla fascia assai prezioso. Davvero enco-miabile il talento di Frattamaggiore.L'arrivo dei bianconeri e di due ex che hanno scritto la storia degli ultimi anni come mister Sarri ed il pipi-ta Higuain sono stati uno stimolo in più per raddriz-zare una stagione, finora deludente, soprattutto in campionato. La vittoria nel match di domenica 26 gennaio ha restituito felicità al popolo partenopeo, anche perché accompagnata da una prestazione convincente, con giocatori pronti ad aiutarsi e a but-tare il cuore oltre l'ostacolo. Abbiamo accolto Sarri come meritava con la vittoria della squadra…. che ha nel cuore! Ora avanti così…la partita non è anco-ra finita!

di Massimo Grella

Periodico del Movimento Cristiano Lavoratori di Napoli e Provincia3

I diritti dei disabili sono sacrosanti. Devono essere sempre assi-stiti e la loro assistenza non può essere mai subordinata all'esistenza delle risorse finanziarie.Questo in sintesi il contenuto della sentenza n.1 del 2020 del Consiglio di Stato: il diritto di un minore disabile ad essere assi-stito dal servizio sanitario nazionale presso un centro diurno per 5 giorni alla settimana va garantito sempre.Con questa importante pronuncia che farà sicuramente giuri-sprudenza, l'organo di rilevanza costituzionale ha così sottoli-neato che i diritti dei disabili sono inviolabili e non si fanno scon-ti nemmeno se il responsabile del diritto negato è il sistema sani-tario, perché la legislazione nazionale prevede l'assoluta tutela dei disabili in tutto il territorio nazionale.Tale sentenza interviene a distanza di dieci anni dalla n. 80 della Corte Costituzionale del febbraio 2010, rafforzando quanto all'epoca affermato dalla magistratura civile in ragione delle ore di sostegno che il Miur aveva negato agli studenti disabili.

E' un messaggio chiaro quello dei giudici: si tratti del sistema sanitario nazionale o del sistema scolastico pubblico il disabile deve essere protetto, assistito, valorizzato nelle sue capacità.Quello che fa riflettere è che a fronte di tali pronunce dirette a rendere effettivi i principi di giustizia e solidarietà della nostra Costituzione, la politica continui a non considerare una priorità le esigenze dei disabili e delle loro famiglie non aumentando le risorse destinate al fondo nazionale sulla non autosufficienza.Morale della favola: i diritti dei disabili in Italia al momento sem-brano essere riconosciuti solo dai giudici, e non da quelli che dovrebbero mettere in atto tutti i provvedimenti utili ad appli-care le leggi che essi stessi si sono date. Uno dei tanti, troppi paradossi del nostro Paese.

La sentenza del Consiglio di Stato

I DIRITTI DEI DISABILISONO INVIOLABILI

di Luigi Catapano

AVANTI NAPOLI… LA PARTITANON è ANCORA FINITA!

Dopo il San Gennaro di Forcella, il Maradona di San Gio-vanni a Teduccio ed il magnifico ritratto al Vomero di Ila-ria Cucchi, l'artista ha scelto l'icona afroamericana della lotta sociale come simbolo del riscatto della periferia di Napoli Est: il Martin Luther King di Barra.I murales di Agor Jorit, esponente di rilievo internaziona-le della Street Art napoletana, si caratterizzano da sem-pre sia per la straordinaria maestria d'esecuzione, sia per i messaggi che con le sue opere ci vuole comunicare. Messaggi diretti in particolare ai giovani per spingerli a battersi per l'inclusione e per la lotta contro il razzismo.Per questo l'artista di origini olandesi ha scelto il volto dell'attivista afro americano Martin Luther King per la facciata di un imponente palazzo situato nei pressi della stazione della vesuviana di Barra.Il murales è contraddistinto dalle due strisce rosse sul volto, che costituiscono una sorta di firma che Jorit appo-ne sulle sue opere in ossequio a un'usanza tribale africana. Icona massima di giustizia sociale, un ritratto del celebre leader afroamericano situato nella periferia della città diventa un chiaro segnale di riscatto sociale della zona di Napoli Est.E ancora una volta la città di Napoli deve ringraziare que-sto bravissimo writer capace di portare il turismo anche nelle zone più periferiche della nostra città.

Come annunciato dal ministro Costa, per la prima volta proprio a Napoli durante un discorso sulla salvaguardia del clima, le macchinette mangia plastica saranno pre-senti su tutto il territorio nazionale.Difatti nel decreto “Clima” è prevista la possibilità per i Comuni, con fondi dedicati, di installare in tutta Italia queste macchinette mangia plastica che rappresentano senza dubbio la base per costruire un futuro del Paese

basato sulla riduzione dei rifiuti e il riciclo degli esistenti.Già presenti a Roma, dove le macchinette di plastica consentono ai cittadini di inserire le bottiglie ricevendo in cambio dei bonus per acquistare gratis i biglietti della metro, ci auguriamo di vederle presto anche nella nostra città così da trovare sempre meno pla-stica e più biodiversità.

MACCHINETTE MANGIA-PLASTICAPER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA

Il ritratto di Martin Luther King

Jorit regala un altrocapolavoro a Napoli

di Maria Esposito

MAMMAPACK, UNA STARTUP PARTENOPEAPER ALIMENTI AGLI ITALIANI ALL'ESTERO

Una startup tutta partenopea, fondata da circa un anno da due giovani napoletani e diretta a soddisfare un'esigenza molto sentita da tanti italiani che vivono all'estero.Si tratta di acquistare cibo, bevande e altri prodotti per la cura della casa e della perso-na a cui si era abituati quando si stava “a casa” senza pagare prezzi esorbitanti come 3 euro per un pacco di pasta.I due giovanissimi fondatori di Mammapack (35 e 29 anni), entrambi residenti all'estero da diversi anni per esigenze professionali, dopo aver in prima persona con-statato la difficoltà di trovare in Europa prodotti italiani a prezzi italiani, hanno creato questa piattaforma digitale che già conta 5mila clienti.Il “pacco di Mamma” arriva ai clienti direttamente presso il proprio domicilio entro 48/72 ore dall'ordine con generi di ogni tipo, scelti tra circa 10mila prodotti presenti nel supermercato virtuale di Mammapack.I prodotti sono acquistati on line con carta di credito senza alcun sovraprezzo e l'ordine può riguardare anche un solo prodotto. La consegna a domicilio è garantita da una tariffa “flat”.I clienti di certo non mancheranno a questi giovani imprenditori napoletani, se consi-deriamo che gli italiani residenti all'estero sono più di 2,5 milioni e tendono ad aumen-tare di anno in anno.

Page 4: I GIOVANI MCL IN CAMMINO - MCLNAPOLI · all'Assemblea dei Servizi MCL sul tema “La persona oltre il click” Le nuove tecnologie sono utili quando sono al servizio delle persone,

all'affermazione individuale. Ma noi non siamo d'accordo.Il cambiamento è evidente: una volta vaste reti, create dal volontariato politico, civile o comunitario, dai partiti politici, dai corpi intermedi, organizzavano la vita con un modello capillare e creavano solidarietà. Accanto a questi si era formato un vasto mondo associativo operante nel sociale, dalle cooperative all'associazionismo, fino alle imprese del privato-sociale. Tutto ciò ha costituito il nucleo originario di ciò che oggi chiamiamo Terzo Settore: né pubblico, né privato, ma imperniato sulla cittadinanza attiva.Il volontariato era diventato un valore insito nella società stessa e l'Italia era descritta come il Paese dei volontari, in ogni ambito. Un reticolo di iniziative in cui le frontiere tra volontariato puro e iniziativa privata classica quasi si confondevano. Allo stesso tempo era un universo dalle forti identità, in cui ogni esperienza si poneva come unica nel suo genere.Tutto questo, almeno da due decenni, vive un certo declino. I primi segnali si sono manifestati nelle periferie, urbane e umane, laddove i legami sociali si sono rarefatti, le reti sono entrate in crisi, collettività ed esperienze sociali sono talvolta venute meno, provocando la creazione di ghetti in un deserto di solitudini.Questi cambiamenti sociali sono frutto di profonde trasformazioni. Tra la fine del secolo scorso e il nostro è avvenuta una vera rivoluzione, silenziosa ed aggressiva: l'affermazione del mondo globale. Non ci siamo accorti subito delle sue ricadute antropologiche: è cambiata la percezione degli eventi, sembra non esistano più muri di protezione e ci si sente esposti a venti che vengono da lontano. Le conseguenze di questa globalizzazione sulle comunità sociali sono ormai evidenti: sempre più in “rete” (nel senso del web), ma senza reti sociali ed umane…Emerge una richiesta alla politica di rafforzare le frontiere: di fronte agli orizzonti sconfinati del mondo globale, riaffiora il nazionalismo che chiede garanzie per i confini e gioca senza timore con la contrapposizione, con la logica del nemico.Un Paese senza reti sociali rischia di costruire una società di “io soli e spaventati”, che guardano al mondo esterno come ad una minaccia. Allo stesso tempo, però, oggi vediamo che emerge in tanti il bisogno di abitare il mondo globale in modo meno anonimo e isolato: la ricerca di una nuova dimensione comunitaria non è solo un'eredità del passato ma qualcosa da reinventare. Creare spazi comuni di impegno dentro la società risponde ad un desiderio ancora fragile, ma diffuso, di ricostruire la comunità sociale. Oggi si avverte l'esigenza di una socialità aperta capace di integrazione con l'altro. Lo spazio del “Terzo Settore” non è allora una nicchia di valorosi del passato ma il laboratorio di una nuova società civile, in grado di riconnettere il tessuto sociale. Per questo occorre una rinascita di passione civile che spinga a mischiarsi nella dinamica controversa della società globale. Creare reti e comunità sociali fa bene all'Italia tutta e l'aiuta a crescere.Non possiamo accettare che la nostra società si ritragga nei particolarismi e nei localismi impauriti. In Italia tale fenomeno d'introversione ha ridotto speranze, ridimensionato progetti e sogni, aumentato la paura. Urge ricostruire una dinamica sociale intesa come passione per l'Europa, per il mondo, in un'Italia che guardi al futuro come responsabilità e desiderio di partecipare. Esiste già molto: l'universo associativo che mantiene vincoli di relazioni anche con Paesi lontani; aggregazioni di ogni tipo; il commercio equo e solidale; le cooperative; le comunità ed imprese degli immigrati; chi lavora per la difesa dell'ambiente e, soprattutto, la grande rete dei Servizi alla persona in ogni angolo d'Italia, creata e fortificata dai corpi intermedi.Ma tanta generosità non può resistere se non sostenuta da una visione comune e da una cultura condivisa. E' la sfida che come MCL abbiamo davanti. E' qui che si inserisce il ruolo (e lo spazio) dei servizi alla persona: concretamente.Insomma, quale sia il ruolo politico, in senso lato e nobile, del Terzo Settore oggi e soprattutto domani, è un tema interno ed esterno su cui riflettere. Internamente: il dato quantitativo della crescita non può essere l'unica chiave per fotografare il fenomeno e la funzione del Terzo Settore oggi. Ci sono almeno tre questioni che stanno davanti al Terzo Settore per quanto riguarda la propria efficienza e perciò la propria efficacia trasformativa, politica. Ci deve essere una maggiore capacità imprenditoriale e operativa; è necessaria, in secondo luogo, una minore dipendenza dalla politica, specie quella locale (accordi con assessorati, affidamenti diretti…). Infine, il discorso dell'allargamento e differenziazione delle fonti di finanziamento e delle risorse e, perciò, il raggiungimento di una maggiore indipendenza di azione e di pensiero. Noi su questi punti siamo già un passo avanti! La nostra autonomia è un vanto ed un punto di forza.Tutto questo non dipende dai cambi di governo e dalla posizione dei partiti che si avvicendano, si tratta piuttosto di un'autoriforma, di un processo di crescita che deve andare avanti in modo omogeneo, diversificato al suo interno: il coefficiente di efficacia è troppo vario, ci sono situazioni di eccellenza e situazioni, in giro per l'Italia, molto mediocri e qualche volta imbarazzanti!Abbiamo perso tempo, lasciato correre, ma la mano invisibile non provvede a tutto. Chi sa interpretare le domande di chi non ha (casa, lavoro, certezze, sicurezza, salute, giustizia, reti di sostegno), di chi non è in grado di mobilitare risorse proprie, di chi è rimasto privo di radici e necessita di essere integrato (o reintegrato)? Chi sa dare voce e sostanza alla questione ambientale in maniera incisiva, senza accontentarsi di soluzioni semplici o di soluzioni ideologiche?Ci sono molte questioni in cui la galassia di azioni e buone pratiche, debolmente capaci di connettersi tra loro, ancora faticano a diventare politiche: ma noi ci stiamo attrezzando. E' attraverso l'estesa rete territoriale, in Italia e all'estero, rappresentata dagli uffici, dai circoli, dagli operatori e dai tanti collaboratori volontari, che il MCL contribuisce a cucire i legami della società, favorendo la partecipazione, l'inclusione e la democrazia. Rete, diciamolo, con un po' di orgoglio, “in continua crescita”. In tutta Italia.Un ruolo fondamentale in questa azione di cucitura tra Stato-apparato e Stato-comunità da sempre lo hanno i servizi alla persona, che gli enti e le imprese sociali del MCL ogni giorno svolgono: un sistema diffuso e organizzato sul territorio che promuove il lavoro e i lavoratori, educa, incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di emarginazione o a rischio di esclusione sociale.Di fronte alle continue riduzioni dei finanziamenti e ai ritardi nelle erogazioni da parte dei soggetti pubblici che ne rimborsano le prestazioni, il MCL, invece di adeguarsi al ridimensionamento che ne sarebbe derivato, ha scelto di investire per crescere.Tale sviluppo è stato possibile solo grazie al forte coordinamento, al centro e in periferia e tra il centro e la periferia, delle tre linee che ne hanno caratterizzato l'azione: quella organizzativa, quella finanziaria e quella politica.Guardando in prospettiva dobbiamo partire dal presente e dall'esistente, da ciò che siamo diventati oggi, dopo anni di duro lavoro, di rafforzamento della presenza, strategica, territoriale e di crescita dell'offerta in termini qualitativi (oltre che quantitativi). L'esistente attiene a ciò che siamo ed alla realtà in cui ci troviamo ad operare, al ruolo fondamentale dei territori, delle nostre sedi provinciali, dei nostri operatori e dirigenti, con i quali vogliamo condividere un percorso di crescita e di ampliamento della rete dei servizi, come risposta ai bisogni delle persone e come modello di sussidiarietà, da realizzare attraverso un allargamento delle competenze e delle funzioni, con progetti innovativi nel campo della cura alla persona e dell'alta formazione professionale, dialogando attivamente con le istituzioni. Dobbiamo dare sempre più attenzione alle proposte nuove, di ampliamento dei nostri servizi e dei nuovi servizi, in una società in continua trasformazione. Una sfida difficile ed impegnativa che stimola tutti, tutta la famiglia del MCL, avendo scelto un impegno associativo che nella dimensione comunitaria trova la sua realizzazione massima. Un impegno che richiederà sempre maggiori risorse umane ed economiche, che passerà dal rafforzamento delle sinergie tra servizi e fra questi ed il Movimento per rinnovarsi e stare al passo con il continuo mutare del quadro normativo di riferimento per i servizi alla persona, adeguando ed aggiornando, nel contempo, il modello organizzativo, avendo come punto di riferimento il valore del rispetto delle persone che sempre contraddistingue il nostro Movimento.

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Il Terzo Settore laboratorio di una nuova società civiledalla prima pagina

Lo sviluppo del Mezzogiorno e la politica del fallimentodalla prima pagina

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la capacità di spesa da parte di quegli enti pubblici che non dimostrano efficienza nell'impiego dei capitali destinati allo sviluppo?A questo serviva la Cassa del Mezzogiorno, che fino agli anni '80 è stata un modello di spesa capace di creare quelle poche infrastrutture viarie, acquedottistiche, e così via necessarie a un Paese che vuole definirsi moderno.Come si può accettare un Paese in cui vi siano zone in cui i fondi di investimento neanche guardano le possibili operazioni di sviluppo?Non si può nascondere, per uno stupido sciovinismo di appartenenza,

che il nostro territorio, quello che per intenderci vede la presenza sulla cartina di Autogrill con meno “A”, sia infestato dalla malavita organizzata, che, come abbiamo sempre detto, disponendo di ingenti capitali, in aree con scarse risorse per il rischio dovuto alla presenza stessa delle associazioni malavitose e al basso sviluppo economico di contesto, riesce con facilità ad intrufolarsi nell'economia reale. E, soprattutto, basta con queste deduzioni filosofiche, politiche ed economiche. Bisogna fare i conti con la realtà. Bisogna fare i conti con la povertà del Meridione. Bisogna fare i conti con lo spopolamento de Meridione verso un Nord sempre più sviluppato.Ora più che mai c'è la necessità di una politica straordinaria di controllo del territorio e quindi del suo sviluppo.La grande idea del vecchio Governo Conte, rappresentata dall'art.28 del primo decreto sicurezza, che dava la possibilità al prefetto di agire in commissariamento dei responsabili del procedimento amministrativo che non rispondevano nei tempi dovuti alle imprese investitrici o addirittura non rispondevano affatto, è stata cassata per principi di incostituzionalità per le modalità con cui si affidava tale potere sostitutivo. Bene, questa misura andava cambiata o meglio temperata per farla rientrare nell'alveo della costituzionalità. Poiché tale misura svuota il potere del responsabile del procedimento di agire in danno senza che esso stesso sia effettivamente responsabile dei danni che procura. Danni immensi e gravissimi per il pubblico interesse. E, soprattutto, tale azione svuota il mantenimento del potere da parte dei sindaci che, nonostante la legge Bassanini, conservano il veto nei confronti di questo o quell'imprenditore che non fa le cose che gli vengono via via imposte.Il fatto di poter nominare i cosiddetti responsabili degli uffici tecnici saltando il concorso, crea sicuramente una sottomissione contrattuale da parte del tecnico nominato. Il quale farà sempre quello che gli indicherà il sindaco, pena la rescissione immediata del rapporto.Ma come si fa a non capire queste cose? Queste azioni di incertezza del procedimento sono molto più gravi della mancanza di risorse a disposizione.I soldi, se il percorso è chiaro e se l'investimento ha buone possibilità di realizzazione, si trovano.Il problema è il modus operativo degli investimenti da realizzare. Come può un tecnico, un politico, sostenere il contrario e quindi abiurare all'unica scelta che può dare sviluppo al nostro amato Sud?Ovvero la scelta della creazione di un incubatore per lo sviluppo del Mezzogiorno, rappresentata dalla creazione di una nuova Agenzia che sia in grado di valutare l'effetto degli investimenti e soprattutto di far spendere i soldi che ci sono a disposizione nazionali e comunitari, oltre chiaramente all'accompagnamento per le operazioni in partenariato pubblico-privato capaci di suscitare l'interesse dei fondi di investimento internazionale?Sono cose semplici che, devo dire, come afferma l'ex ministro Calenda, diventano difficili in Italia. Qui tutti pensano a questioni filosofiche, a questioni formali, ma nessuno dice che il Paese è ormai sulla via del declino consolidato. Non ci resta che sperare che la politica sia in grado di ritornare alle cose semplici di un tempo. E' chiedere troppo?