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I LIBRI DELL’EDITORE
Mauro Anelli
L’ULTIMO
REALITY
Nuova Narrativa Italiana
L’ULTIMO REALITY
Copyright © 2015 Mauro Anelli
Copyright © 2015 Nuova Narrativa Italiana, Milano
In copertina: fotografia copyright © vololibero – Fotolia
ISBN 978-88-99400-00-2
Per consentire la miglior fruizione delle sue opere ai lettori, Nuova
Narrativa Italiana non adotta per propria scelta sistemi di protezione
elettronica contro la pirateria.
Ma scrivere e pubblicare libri è un lavoro, che richiede investimenti e
ore di professionalità e dedizione.
Se hai acquistato regolarmente questo e-book è giusto che tu ne possa
usufruire al meglio per tuo uso personale. Se invece lo distribuisci, o lo
utilizzi dopo averlo ricevuto, scaricato o copiato senza acquistarlo,
considera che stai violando la legge e danneggiando chi, come noi, ha
ancora fiducia nelle persone.
www.nuovanarrativaitaliana.it
NOTA DELL’EDITORE
Cari amici, L’Ultimo Reality è il primo romanzo di Nuova
Narrativa Italiana.
Abbiamo voluto inaugurare le pubblicazioni con un
thriller scritto di nostra mano non per narcisismo o pre-
sunzione, ma per significare cosa intendiamo offrire ai
lettori. Storie intense, di ampio respiro, appassionanti e
diverse, fuori dal comune, da leggere e rileggere più
volte perché sanno coinvolgere e divertire, ma anche
impressionare e far riflettere.
Ci auguriamo di aver colto nel segno e di avervi spesso
con noi. A presto!
Milano, maggio del 2015
Mauro Anelli
A tutti gli scacchisti,
artisti consapevoli
del gioco più nobile
e crudele.
NOTA DELL’AUTORE
Ai lettori che si accostano a questo libro porgo i miei
personali ringraziamenti, corredati di un’avvertenza.
Capita, a volte, nei romanzi più di genere, di lasciarsi un
po’ andare, ma sinceramente non ricordo di avere mai am-
mazzato prima d’ora tanti personaggi come in questa storia.
Non mancano, in verità, precedenti illustri, i Dieci piccoli
indiani della Christie e Il nome della rosa di Eco, tanto per
non citare a caso, ma stavolta ho proprio esagerato.
È un bene, tuttavia, che certi bassi istinti possano ancora
sublimarsi nei libri. Chissà come finiremmo, altrimenti!
Ma è un fatto che scrivendo questo romanzo mi sono
davvero colpevolmente divertito. E in tutta sincerità, spero
che possiate lasciarvi andare e fare altrettanto anche voi.
Buona lettura!
I PERSONAGGI PRINCIPALI
Concorrenti a Castel del Monte
Elizabeth Bell impiegata
Edward Gray pastore evangelico
Alan Reed nullafacente
Susan Reed nullafacente
Rebecca Robinson docente di Storia Medievale
Sebastian Skinner disoccupato (ex galeotto)
Ruby Stowe commerciante
Daniele Vitali disoccupato (ex buttafuori)
Barbra Walker pin-up e attrice porno
Christopher Wise bambino
Addetti della produzione a New York
Gordon Barnes direttore
David Cooper capotecnico
Patricia Cox conduttrice
Jack Taylor stratega e sondaggista
Mark Webb regista
Andrew Wood autore e sceneggiatore
Addetti della produzione a Castel del Monte
Timothy Baker capocuoco
Roland Butler direttore in loco
Robert Carter inviato
Michael Cooper tecnico
Salvatore D’Angelo responsabile dei servizi
Jason Hall medico
Tony Miller cameraman
Ernest Ward responsabile della sicurezza
Coordinatori dell’Unità di Crisi a New York
Clarissa Hunt criminologa
William Knight negoziatore
Oswald Rogers emissario del governo
IL CASTELLO – Piano Terra
PP = Portale d’ingresso principale AP = Antico portale secondario
Pne = Portale interno di Nord-Est Pno = Portale interno di Nord-Ovest
Ps = Portale interno Sud C = Cortile interno G = Gazebo (piano terra)
I-VIII = Sale del piano terra T1-T8 = Torri
S = Torre con servizi sc = Scala a chiocciola nella torre
IL CASTELLO – Piano Superiore
I-VIII = Sale del piano superiore T1-T8 = Torri
S = Torre con servizi sc = Scala a chiocciola nella torre
C = Cortile interno G = Gazebo (piano superiore)
Pfe = Portafinestra Est Pfno = Portafinestra di Nord-Ovest
Pfso = Portafinestra di Sud-Ovest B = Ballatoio con scale di salita
IL GAZEBO – Piano Terra (ristorante)
P = Porta e gradini d’accesso S = Scala a chiocciola
T = Tavolo del ristorante V = Veranda
IL GAZEBO – Piano Superiore
B = Biblioteca C = Cappella G = Sala giochi
S = Scala a chiocciola TV = Sala tv
GLI SCACCHI – Posizione Iniziale
NERO
BIANCO
R = Re D = Donna A = Alfiere
C = Cavallo T = Torre p = pedone
GLI SCACCHI – Notazione Algebrica
NERO
BIANCO
L’ULTIMO REALITY
“Avresti dovuto vedere il sangue!”1
(William Golding, Il signore delle mosche)
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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L’ARRIVO
L’elicottero della Produzione si adagiò nello spiazzo ai piedi
della collina come una gigantesca libellula di acciaio lucido.
All’interno dell’abitacolo, il pilota attese ancora per alcuni
istanti che il rotore riducesse il numero dei giri. Poi il
portellone laterale si aprì e due addetti della Produzione si
affacciarono dallo spiazzo, mentre altri scaricavano i bagagli
dalla stiva.
La prima a scendere tra i concorrenti fu Rebecca Robin-
son, docente di Storia Medievale all’Università di York.
Passò il suo piccolo jack russell a uno degli addetti e stese
in avanti entrambe le braccia fissando con gli occhi diafani
e duri il castello sulla sommità della collina.
Eccoci qua, sospirò tra sé con soddisfazione, ma non lo
diede a vedere. Spiccò quindi un breve salto, a dispetto dei
suoi quasi sessant’anni, e toccò il suolo dello spiazzo sor-
retta dagli addetti.
Dietro di lei, il secondo a lasciare l’elicottero, benedicendo
il terreno di Puglia, fu padre Edward Gray, un maturo pastore
evangelico della Florida che spopolava dalle sue parti per
l’aspetto piacente, i modi gentili, lo sguardo magnetico e
l’eloquio torrenziale. Alto, moro, leggermente brizzolato,
Gray costituiva una sorta d’assicurazione per la Produzione,
almeno nelle fasi iniziali del programma.
Quindi dall’elicottero scese Barbra Walker, una bionda
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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patinata e formosa sui trent’anni, pescata dagli autori
direttamente dalle pagine di una rivista hard. Indossava
un paio di sgambatissimi e attillati shorts e un top altret-
tanto imbarazzante che conquistò subito l’attenzione degli
addetti. Anche Barbra, a suo modo, garantiva già all’avvio
il successo del programma.
Poi, uno alla volta, scesero in sequenza tutti gli altri, fino
all’ultimo dei concorrenti, quando parve d’un tratto che il
portellone si oscurasse dall’interno per un’improvvisa
eclissi. Daniele Vitali, l’unico italiano selezionato, sorrise
agli addetti dall’alto dei suoi quasi due metri di statura e
della sua impressionante vetrina di muscoli.
«Bella giornata, vero?», salutò in inglese. Quindi, unico
tra i concorrenti, gettò un’occhiata di ringraziamento al pi-
lota e abbandonò finalmente l’elicottero.
«Da questa parte», indicò un uomo della Produzione.
Un silenzio irreale avvolgeva la campagna, rotto solo dal
respiro incessante del vento e dal frinire indefesso delle cicale.
In dieci s’incamminarono su per la salita, seguiti a breve
distanza dagli addetti coi bagagli.
In testa al gruppo marciavano Rebecca Robinson, con il
suo piccolo e impettito cane al guinzaglio, e Sebastian
Skinner, un giovinastro australiano che la Produzione
aveva richiamato all’ultimo in sostituzione di un altro
concorrente. Skinner aveva appena finito di scontare in
patria una condanna a tre anni per tentato stupro, atti di
violenza e vandalismo. Tuttavia, in seguito alle selezioni,
era stato ritenuto idoneo a partecipare allo show.
Dietro questa prima coppia arrancavano su per la collina,
riuniti in un terzetto, Edward Gray, Barbra Walker e un’ossuta
e timida zitella della Georgia, Elizabeth Bell, cresciuta nel
profondo Sud degli Stati Uniti, e mai di là veramente riemersa,
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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che non osava quasi alzare gli occhi. Nelle ultime due
settimane la presenza inquietante del castello aveva visitato
senza sosta le sue notti, da sempre insonni e traboccanti
d’incubi. E ora si teneva a testa bassa il più possibile vicino a
Gray, in una sorta di muta e infantile richiesta d’aiuto.
Poco lontano dai tre, lungo la strada, saliva con fatica
Christopher Wise, un bambino, a dispetto del nome impe-
gnativo, che la Produzione aveva voluto a tutti costi nel
programma. Vitali, l’italiano, lo aveva già notato durante il
volo in elicottero sistemarsi ai primi posti presso la cabina
di pilotaggio, e sommergere di domande l’assistente del
pilota. Ora l’osservava ammirato trascinare con sé
caparbiamente un’enorme valigia sotto il sole caldo di
maggio, senza staccare mai lo sguardo dal castello.
«Posso aiutarti?», esordì l’uomo in inglese affiancandosi.
Non gli chiese dei genitori, né di consegnare il bagaglio agli
addetti, e questo fu subito apprezzato da Christopher.
«Sono veri tutti quei muscoli?», domandò di rimando il
bambino fermandosi a guardare il suo interlocutore. Poi
riprese senza attendere risposta:
«Sei qui anche tu per i soldi?».
«...Per i soldi e per altro», ammise Vitali dopo il primo,
sorpreso imbarazzo. «Avevo bisogno di staccare un po’.»
«Okay», decise soddisfatto il piccolo: «Allora puoi por-
tare la mia valigia!».
«Io sono Daniele», fece l’uomo porgendo la mano al
bambino.
«Christopher. Ma tu puoi chiamarmi Chris, se vuoi… Sei
italiano, vero? Com’è che parli così bene inglese?»
«Ho lavorato per più di cinque anni a Liverpool.»
«E ti è piaciuto?»
«Veramente no, ma non potevo farne a meno… Cos’hai
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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nella valigia? Un dinosauro?»
Finalmente il bambino rise, strizzando gli occhi azzurri,
le piccole efelidi e tutto il suo gracile essere biondo in dire-
zione dell’italiano. Poi rispose con un certo orgoglio:
«C’è la mia scacchiera, insieme ad altri giochi. E natu-
ralmente un po’ di libri. Trentun giorni chiusi da soli là dentro
minacciano d’essere lunghi».
Vitali annuì. Poi fece per riprendere a parlare, ma Chri-
stopher lo anticipò, indovinando i pensieri dell’uomo e vol-
tandosi a guardare in basso la strada:
«Sono laggiù. Lui si chiama Alan, e credo che non abbia
mai lavorato in vita sua. Lei, invece, è Susan, e quando fa
qualcosa dipinge… Loro sono qui solo per i soldi. Te lo
assicuro».
«Capisco», commentò preoccupato l’italiano. Ma poi si
lasciò andare:
«Forza! Vediamo chi arriva su per primo! Ti batto anche
con la valigia! Scommettiamo?».
Lontano, ormai staccati da loro, gli ultimi tre concorrenti
e gli addetti della Produzione sudavano lungo il pendio.
Alan Reed, in realtà, era già madido da diverse ore per
via di un cocktail di allucinogeni e altre porcherie che un
amico gli aveva fatto avere alla partenza, e che Reed non
aveva ancora del tutto smaltito.
Accanto a lui la moglie Susan, anche lei sui quarant’anni,
ricoperta di un vestito a fiori come un prato e di
un’abbondante collezione di piercing, canticchiava un
motivetto di Madonna, oscillando qua e là la testa come
un pendolo per assecondarne il ritmo. Ma non era la
coppia a chiudere la fila dei concorrenti.
Ormai distanziato di una buona trentina di metri li
seguiva un uomo basso e in evidente sovrappeso, con
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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indosso una sorta di giubbotto da caccia dalle innumerevoli
tasche. Ruby Stowe, dal Texas, non aveva alcuna intenzione di
dannarsi l’anima su quel pendio, con buona pace della Produ-
zione. Sotto l’enorme cappello da cowboy che gli copriva la
grossa testa calva, divorava con ingordigia l’ennesimo snack,
convinto che presto avrebbe avuto denaro a sufficienza per
soddisfare ogni insaziabile appetito.
“…Ed eventualmente agli eredi”, risuonò da qualche
parte un passo del contratto nel cervello di Stowe. E l’uomo
sogghignò, in una smorfia di feroce determinazione, stac-
cando con i denti un altro boccone.
Come una mosca, intanto, su e giù per la collina fin
dall’arrivo, svolazzava zumando sui volti dei concorrenti il
cameraman della Produzione, al secolo Tony Miller, uno
specialista del genere, con una piccola telecamera tra le mani.
Dopo appena un quarto d’ora aveva già raccolto abbastanza
materiale da abbandonare la fila, risalire fino al piazzale del
castello e di lì apprestarsi a filmare l’arrivo dei concorrenti.
Come un lungo serpente che avvolgesse intorno la coda
dopo mezz’ora anche per il più lento la strada finì, e sul
grande portale d’ingresso del castello Ruby Stowe fu
accolto da Robert Carter, l’inviato, e da Roland Butler, il
responsabile in loco della Produzione, che gli strinsero la
mano sotto lo sguardo rapace della telecamera di Miller e
di altri otto obiettivi nascosti.
«Benvenuto a Castel del Monte!», esclamò Carter con enfasi.
Soltanto allora Stowe sollevò per un attimo il cappello,
dando un’occhiata da sotto in su alla mole impressionante
dell’edificio che incombeva sopra la sua testa.
«Grazie!», rispose appena il texano, seguendo Carter oltre
la soglia del portale.
L’Ultimo Reality stava per incominciare.
PRIMO GIORNO
(share dal 21 % al 27 %)
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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1
Negli studi della Produzione di New York Patricia Cox era
tesa.
Per quanto fosse ancora la più nota e strapagata con-
duttrice della televisione americana, aveva ormai compiuto
trentasette anni e imboccato da un pezzo un’inarrestabile
parabola discendente. Così almeno pensava in quel mo-
mento di se stessa, osservando per l’ennesima volta scorrere
sopra un monitor di servizio le battute iniziali del programma
che si apprestava a presentare in diretta.
Davanti a lei, sul maxischermo a parete dello studio e sui
televisori di mezza America, andava in onda nel frattempo
l’ultimo lancio di quel reality, un sapiente collage delle ri-
prese di Miller con l’arrivo dei concorrenti a Castel del
Monte, che Mark Webb, il regista, aveva montato a tempo
di record.
Nervosa, Patricia richiamò con un gesto da dietro le quinte
un’assistente al trucco perché le ritoccasse nuovamente il
viso. Durante tutta la carriera non era stata mai davvero sicura
del proprio aspetto fisico, e l’aver abortito un bambino
soltanto cinque mesi prima non la stava certo aiutando.
Del resto c’erano state mille ragioni: la storia andata a
male con Richard e le pressioni del suo agente su tutte.
«Non vorrai presentare il reality con il pancione, Patricia!»,
aveva insistito quel figlio di puttana di Morris, e alla fine lei
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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aveva ceduto.
E ora eccola là, allo sbaraglio, come sull’ultima delle
spiagge, a condurre il più costoso e ambizioso reality della
Storia, quando perfino quello stronzo di Stephen Pride, il
principale autore, sceneggiatore e selezionatore del pro-
gramma se l’era svignata da almeno tre mesi, sbattendo la
porta in faccia alla stessa Produzione!
Che mondo di merda!, concluse Patricia tra sé allonta-
nando l’assistente e sistemandosi una manica del tailleur.
Poi guardò di nuovo sul monitor di servizio, cercando di
recuperare la concentrazione.
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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2
Chiuso all’interno della cabina di regia anche Mark Webb
non era tranquillo. Osservava ora Patricia, ora l’infinita pa-
rete di monitor oltre le consolle della cabina, e non riusciva
a capacitarsi d’essere ancora là, a dirigere dopo sette anni
l’ennesimo reality per la Produzione.
Certo, quella volta avevano fatto le cose davvero in
grande, sborsando cifre astronomiche per convincere, tra
gli altri, anche lo Stato italiano e l’UNESCO a mettere a
disposizione quel fottuto castello. Per non parlare degli
allestimenti, dell’impianto di ripresa, dei trucchi e dell’in-
terminabile campagna di lancio del programma che da
mesi martellava le case degli americani.
Si trattava di un successo annunciato, questo era certo,
ma un semplice, banale successo non avrebbe mai
appagato Gordon Barnes, il dispotico direttore della
Produzione. Bisognava stracciare ogni record d’ascolti,
infilare montagne di pubblicità anche nel più piccolo
pertugio, distruggere per sempre la concorrenza! Questo,
senza tante perifrasi, era stato il mandato.
Nelle ultime due settimane il pressing di Barnes e della
Produzione s’era fatto ossessivo, opprimente; gli avevano
tenuto sempre il fiato sul collo. E ora, per la prima volta nella
sua lunga carriera, Mark Webb aveva paura.
E poi c’era quel format, così particolare, un rischio assurdo,
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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un vero azzardo, come si sarebbe definito in altri tempi. E
infine, inutile negarselo, c’era il bambino.
Mark sentì una sorta di nausea risalirgli dallo stomaco
all’idea di dover filmare un minore in una situazione del
genere. Ed era davvero inspiegabile come gli emissari
della Produzione avessero convinto le autorità di vigilanza
ad accettare un bambino in un reality come quello. Di
certo c’era stato lo zampino di Barnes, e forse anche di
qualcuno perfino più potente di lui.
Alla fine Webb si lasciò andare con un sospiro sullo
schienale della poltroncina. In diretta scorreva ora sui
monitor un’allucinante pubblicità di pannolini per cani:
«Siate rispettosi dell’ambiente e dei vostri vicini!», am-
moniva il promoter sorridendo da un marciapiede.
Ancora una manciata di secondi e L’Ultimo Reality sarebbe
andato in onda in tutta America.
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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3
Nel suo ufficio all’ultimo piano del grattacielo della Produzione
perfino un duro come Gordon Barnes tradiva l’emozione.
In piedi, rivolto alle vetrate, dava le spalle alla scrivania,
e guardava fuori, lontano e sotto di sé, il porto di New York
scintillare nella luce accecante del primo pomeriggio.
«Un giorno tutto questo sarà tuo!», scherzò con sarca-
smo il direttore rivolto a se stesso. Poi chiuse gli occhi con
un sospiro, richiamando a sé ogni più piccolo residuo
d’energia.
Sì, non c’era il minimo dubbio. Avrebbero cercato di
fermarli a ogni costo e con ogni mezzo, Barnes lo sapeva.
Prima le produzioni concorrenti, poi i giornali; quindi i
tribunali, il governo e tutte le altre autorità e istituzioni. Era
il prezzo da pagare, e non si trattava solo di soldi.
Ma alla fine, soltanto un giudice avrebbe deciso, il solo
davvero sovrano, e decretato il successo o il fallimento
dell’unico reality degno di tal nome che la televisione
avesse mai mandato in onda. E questo giudice era il
pubblico americano.
A quell’entità magmatica, bizzarra e confusa, ma
perfettamente conosciuta, che poteva innalzare o
stroncare con un solo acuto la più smaliziata delle
produzioni, Barnes rivolgeva gli ultimi pensieri prima
dell’inizio del programma.
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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Mai, prima d’allora, la Produzione aveva osato tanto,
investito a tal punto e assunto un simile rischio. E lo
stesso Barnes, azionista della Produzione e suo direttore,
si giocava in quell’ultimo reality la carriera e i risparmi di
tutta una vita.
«O la va o la spacca!», esclamò ancora voltandosi e tor-
nando a sedere sulla poltrona di pelle scura. Poi mozzò la
testa a un sigaro, lo accese portandoselo alla bocca,
sollevò le gambe fino ad appoggiare sulla scrivania le belle
scarpe da mille dollari, e così sistemato s’apprestò a
seguire sullo schermo a parete dell’ufficio l’inizio
dell’Ultimo Reality.
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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4
Finalmente la sigla del programma partì, preannunciata
negli ultimi minuti da una raffica di sponsor e testimonial
d’eccezione.
Gigantesco e rassicurante come sempre il logo della
Extreme Entertainment Production, la Produzione, cam-
peggiò a tutto schermo per alcuni secondi. Quindi una
musica martellante, una marcia trionfale, cominciò a
scandire in un crescendo le immagini.
Ripreso da un satellite e digitalizzato al computer, il pia-
neta Terra ruotò su se stesso in pochi secondi dagli Stati
Uniti all’Europa. Poi l’occhio della telecamera cominciò a
zumare sempre più a fondo, chilometro dopo chilometro,
dapprima sull’Italia, quindi sulla Puglia e da ultimo su un
piccolo e insignificante rettangolo verde scuro, con al
centro un puntino bianco, che andò via via ingrandendosi
sempre più per svelare finalmente la sua vera natura.
Ripreso dall’elicottero della Produzione, Castel del Monte,
sorta di ancestrale archetipo dell’avventura umana, apparve
sugli schermi nella perfezione matematica delle sue forme,
che secoli di Storia e civiltà non avevano potuto scalfire. Un
ottagono regolare, di rosea pietra calcarea alla luce del
crepuscolo, con otto torri ottagonali disposte tutt’intorno, una
per ciascun vertice, e un cortile interno, altrettanto ottagonale,
che si apriva come un pozzo sulla crosta della terra.
Nuova Narrativa Italiana Mauro Anelli – L’Ultimo Reality
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Poi la telecamera zumò ancora, abbassandosi e girando,
torre dopo torre, lato dopo lato, attorno al castello, alle sue
massicce pareti a strapiombo, all’elegante cornice marca-
piano, al profilo romanico e gotico delle finestre monofore
e bifore, fino a fissarsi sulla parete Est, illuminata ormai a
quell’ora più dalle installazioni della Produzione che dalla
luce naturale, dove si apriva la doppia scalinata d’accesso
all’imponente portale d’ingresso.
Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Im-
pero e “Stupore delle genti”, secondo alcune fonti aveva
impresso proprio sul portale di quel castello il suo inequivo-
cabile sigillo, una gigantesca e doppia “F” maiuscola, normale
e speculare, costruita ad arte attraverso un gioco di colonne,
rilievi e pilastri, con un finto architrave che sorreggeva il
frontone d’ingresso.
Quindi la telecamera riprese nuovamente il suo viaggio,
entrando come un pellegrino nel castello dal portale,
attraversando un paio di sale al piano terra e sbucando
finalmente nel cortile interno, dove s’arrestò, sulle note
trionfanti di chiusura della sigla, inquadrando dal basso
verso l’alto l’ottagono circoscritto nel cielo dalle pareti di
pietra.
THE ULTIMATE REALITY,
campeggiò in inglese una scritta, nel mezzo dell’ottagono.
Era il titolo del programma, scelto da mesi dalla
Produzione.
Continua…