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70° Anniversario della costruzione dell’Edificio Scolastico di via Cirinnà sede dell’istituto “Silvio Pellico” Dipartimento Pubblica Istruzione Regione Sicilia 1° ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Silvio PellicoPACHINO (SR) Comune di Pachino 1936- 2006

I "Scoli viecci"

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70° anniversario dalla costruzione dell'edificio scolastico di via Cirinnà

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70° Anniversario della costruzione dell’Edificio Scolastico

di via Cirinnà sede dell’istituto “Silvio Pellico”

Dipartimento Pubblica

Istruzione Regione Sicilia

1° ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE

“Silvio Pellico” PACHINO (SR)

Comune di

Pachino

1936- 2006

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“Il maestro che passeggia all ’ombra del tempio,

tra i discepoli, non la sua saggezza dà loro,

ma piuttosto la sua fede e il suo amore.”

Kahlil Gibran

Un vivo ringraziamento e un plauso ai docenti che con il loro impegno hanno reso

possibile la pubblicazione del presente libretto: M. Ardilio, N. Avarino, G. Calleri,

S. Costa, S. Lupo, A. Rao.

Un particolare ringraziamento al D. D. S. Moncada e all’Ing. S. Minardi.

Si ringrazia tutto il personale della segreteria, i collaboratori scolastici e tutti i

docenti che hanno collaborato per la buona riuscita delle manifestazioni in

occasione del 70° anniversario dell’edificio scolastico: G. Assenza, G. Baiamonte,

M. Brancati, D. Casto, E. Celeste, G. Cicciarella, C. Di Martino, P. Di Martino, T.

Galfo, A. Giannì, O. Gilotti, L. Guarnaccia, P. Luciano, R. Mallia, G. Morana, G.

Padova, A. Petralito, G. Rabito, R. Rotolo, G. Spataro, , C. Spinello, C. Taccone.

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“I NOSTRI PRIMI SETTANT’ANNI”

Nel celebrare i 70 anni della “nostra” S. Pellico mi riesce difficile nasconderVi la forte emozione e l’orgoglio di “ritrovarmi” alla guida di una scuola che da 70 anni rappresenta la “culla” della cultura pachinese.

Nel 1936, infatti, in piena era fascista nasceva questo edificio scolastico, a tutti noto con il nomignolo di “Scuole vecchie”. Qui hanno studiato generazioni di Pachinesi che, ancora oggi, identificano in questa struttura scolastica i luoghi della memoria della giovinezza e gli anni altrettanto indimenticabili ma duri del 2° conflitto mondiale.

L’edificio, realizzato dopo 4 anni di lavoro e inaugurato nel lontano 28 ottobre del 1936, XV anno dell’era fascista, con la sua solenne maestosità incarnava in chi lo osservava e soprattutto nei pachinesi, l’IDEA tangibile e reale di scuola pubblica.

Il fascismo riservò grande importanza alle problematiche legate all’istruzione primaria: la scuola non era considerata solo come “Istituzione voluta dallo Stato” ma diventava uno strumento per migliorare le condizioni socio-economiche del paese, un investimento a lungo termine capace di portare cultura. Fu messo a punto un piano di riorganizzazione del sistema scolastico italiano e in primo luogo l’istruzione fu resa obbligatoria determinando così un incremento del numero degli scolari e rendendo più severe le disposizioni legislative. Nasceva, quindi, forte l’esigenza di edificare nuovi edifici considerando che i locali allora adibiti a scuola erano spesso improvvisati e privi delle più elementari norme igienico- sanitarie.

Così, in questo clima, il 28 ottobre del 1936, inizia la sua gloriosa attività il nuovo edifico scolastico di Via Cirinnà.

Riportiamo le parole, conservate negli archivi di questa scuola, scritte con zelo, garbo e passione da uno degli insegnanti del tempo che meglio di qualunque altro documento è rimasto a testimonianza ancora tangibile dell’emozione e dell’importanza che tale evento e la realizzazione della scuola procurarono a tutta la cittadinanza di allora.

L’insegnante Salvatore Sampieri, infatti, così scriveva nel suo registro di classe “ l’ho visitato stamattina, col signor Direttore(…) sono rimasto sbalordito, le parole non sono sufficienti a descrivere il miracolo, dico il miracolo! Non avrei osato di concepire un casamento così grandioso, superbo, compiuto sino alle minuzie. Stile modernissimo, aule grandiose, arieggiate, ricche di luce, di aria, sole, grandiosità di mezzi nella sua costruzione, io ho sentito lo sgomento della mia aula, della mia classe, del

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paese ancora molto abbandonato nelle sue strade infangate, sudice e piene di fossi, mi sono sentito rivivere, come trasportato in un sogno, in un luogo di bellezza ricreativa sia dal punto di vista spirituale che materiale (...). Penso senza ingannarmi che difficilmente vi sarà l’uguale in Italia”.

Che emozione!!! Che contrasti : “paese abbandonato”- “casamento così grandioso”! Da allora tante tortore approdate e ripartite sulla nostra radura, tanti gli studenti cresciuti e formati in questa importante Istituzione, tanti i bambini diventati adolescenti, tante le ragazze diventate donne. Una scuola è come una nave che ogni anno approda in un porto: alcuni naviganti scendono, altri salgono…..e la navigazione continua. Il viaggio ha sempre una meta. Ma non è il raggiungimento della meta che appaga. È il viaggio. Viaggio fra difficoltà, fra piccoli e grandi problemi, fra gioie, successo e sempre forte senso di appartenenza.

Dal punto di vista, strettamente personale, l’Istituto “S. Pellico” ha segnato profondamente tutta la mia vita.

Mi ha vista ridente, con grembiulino nero e fiocco bianco, tra i suoi banchi; dopo, con qualche anno in più, in cattedra e adesso, ricoprire questo ruolo di grande responsabilità. Ogni volta che penso a questa fortuita coincidenza, essa mi sorprende come un piacevole gioco del destino che mi offre una motivazione in più per ben operare.

I sentimenti che legano la sottoscritta alla “mitica Pellico” sono rimasti forti e immutati: grandi emozioni, duraturo entusiasmo, sufficiente curiosità e costante speranza. Sicuramente ancora molto si potrà e si dovrà fare per “gli anni ancor non nati" della nostra “SCUOLA“. L’impegno non sarà solo mio e di quelli che come me hanno vissuto la storia passata, e che forse, inevitabilmente, sono più portati a conservare i ricordi, ma soprattutto delle nuove generazioni e di quelli che verranno e che in questo millennio si dovranno misurare e confrontare con i grandi cambiamenti scolastici, sociali e culturali che fanno parte della storia sempre in crescita dell’umanità di cui siamo parte.

Buon Compleanno , “mitica” Pellico, Ti auguro ancora lunga, lunga vita!!

Il Dirigente Scolastico Liliana Lucenti

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I “SCOLI VIECCI”: ICONA DELLA CULTURA PACHINESE

Fin dal momento della sua inaugurazione, l’istituto scolastico di via Cirinnà, ha assunto a Pachino il ruolo d’edificio-simbolo rientrando, a pieno titolo, nel novero dei monumenti da tutelare e celebrare in quanto, capace di raccontare gran parte della storia e dell’evoluzione socio-culturale del paese, assurge a simbolo di una comunità che nel primo novecento anelava a riscattare secoli di arretratezza culturale.

A tutt’oggi, nell’immaginario collettivo dei Pachinesi, l’imponente edificio che ospita il 1° Istituto Comprensivo “Silvio Pellico” incarna l’idea stessa di scuola pubblica e resta ancora uno degli edifici più rappresentativi del paese.

Costruito in un periodo in cui la scuola pubblica cessava di essere agli occhi del popolo solo un’istituzione imposta dallo Stato per diventare, finalmente, uno strumento di elevazione culturale e di riscatto sociale, la “mano amica” che attraverso il famoso “pezzo di carta” permetteva al figlio del contadino o dell’artigiano di colmare la distanza sociale ed abbattere la secolare egemonia della classe dominante; l’edificio di via Cirinnà, affettuosamente chiamato “Scoli Viecci”, s’impone nel tessuto urbano: interrompe la maglia ortogonale della planimetria barocca e, con la stessa autorevolezza con cui dimostra agli scolari la valenza dell’istruzione e dell’educazione, si propone come nuovo centro per l’espansione urbanistica del ‘900 che vede il paese crescere verso la periferia ovest.

Dal maestro V. Curcio apprendiamo che per la prima volta si parla di costruire un edificio scolastico nel 1873 e il sindaco di allora, Giuseppe Santuccio, diede incarico di redigere il progetto all’ing. Genovesi La Pira di Noto, ma come spesso accade anche oggi, le diverse opinioni dei consiglieri circa la scelta del sito, non ne permise la realizzazione e, per decenni, la costruzione dell’edificio scolastico rimase solo un punto all’o.d.g. intorno al quale i politici del tempo imbastivano discorsi e allenavano la loro arte oratoria.

Intanto le lezioni si svolgevano in “...aule sparse per tutto il paese, in locali improvvisati che dovevano ospitare 40-50 ragazzi, con servizi igienici assolutamente inadeguati ...” che mettevano a dura prova la pazienza dei maestri e la volontà degli allievi.

♦ Foto dell’Anno Scolastico 1926, per gentile concessione dell’ins. Maria Brancati.

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Una svolta si ebbe nel 1926 allorquando il sindaco del tempo Antonino Adamo Garrano commissionò un nuovo progetto all’ing. netino Tommaso Sallicano. I lavori cominciarono il 25 Agosto 1932 grazie al mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti e la realizzazione dell’opera, eseguita dall’impresa Scuto Salvatore di Catania ed inaugurata il 28 Ottobre 1936 con una grande festa popolare alla presenza delle massime autorità politico-religiose del tempo, costò £ 1.800.000.

L’ammirato e reverenziale rispetto verso la nuova costruzione, la cui bellezza ed imponenza andava ben oltre le aspettative di ognuno, è chiaramente esplicitata nelle cronache entusiastiche, rese ancora più enfatiche dalla retorica del tempo, riportate dai maestri che quel lontano 28 ottobre 1936 scrivevano sui loro registri: “...Non avrei mai osato concepire un casamento così grandioso, superbo, compiuto sin nelle minuzie...” (ins Samperi), “Data memorabile, data gloriosa quella di oggi...si maestoso, lontano dal centro del paese...” (ins. Carmela D’Albergo); “Pachino…ha potuto aprire al culto della scuola il nuovo edificio che sfoggia la sua sagoma robusta in località incantevole…” (ins. Ester Antenna ved. Trobia); “…Questa cittadina ha vissuto ore veramente indimenticabili ….Pachino ha finalmente un decoroso edificio scolastico…” (ins. Diego Maiore).

Ma, se il parere degli insegnanti può sembrare fazioso, basta leggere l’entusiastica descrizione fatta da mons. Sultana “...monumento di grandiosa bellezza d’arte e di meraviglia, uno tra i migliori della Sicilia e dell’Italia....bellissimo prospetto, purissimo nelle sue linee come le opere greche...Entrati al pianterreno si resta colpiti e sorpresi di tutti i rari pregi che vi risplendono...”

Oltre che dal punto di vista estetico, il nuovo edificio era ritenuto valido anche a livello igienico funzionale e didattico “...aule che d’inverno conservano il calore e nella torrida està una dolce frescura. È ben arredato a stile moderno, ricco e signorile... ampie aule..., biblioteca,... aula per i lavori donneschi, ... museo didattico e scientifico,… vasta palestra scoperta... ambulatorio medico... tutto è grandioso, bello e sorprendente... non c’è descrizione che basti, bisogna vederlo!...”

Effettivamente, nel contesto pachinese, la costruzione del fabbricato rappresentò un evento eccezionale perché l’edificio si inseriva in un tessuto urbano modesto che, a parte le due chiese e pochi palazzi nelle vicinanze della piazza, era formato da “...un mucchio di case rudimentali, piccole, disadorne, meno che semplici...” così come lo descriveva l’illustre Vitaliano Brancati nel racconto “Singolare avventura di Francesco Maria”.

È comprensibile la commozione e l’orgoglio del Direttore Didattico Mauro Fortuna che fortemente aveva voluto la costruzione dell’opera e, finalmente, vedeva realizzato il suo sogno di avere “... un edificio scolastico che offra alla scuola tutte le comodità ed i requisiti della didattica e dell’igiene...” ed è

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naturale che tale fabbricato diventasse il vanto dell’intera comunità che, da subito se ne appropria “...un’enorme massa di popolo era assiepata sullo spiazzale... incomincia a visitare i nuovi locali, si riversa simile ad una marea in tempesta...” e che ancora oggi, a settant’anni di distanza riconosce alla “sua” scuola la valenza di “monumento dell’istruzione” con l’appellativo di “Scoli Viecci” sembra quasi conferirgli un “titolo” (corrispondente al “don” che si premette ai vecchi meritevoli di rispetto).

Dall’attento lavoro d’archivio svolto nell’ambito del progetto “Frammenti di storia” curato dalla prof.ssa R. Savarino nell’a. s. 2000-01 con i ragazzi della 3ª H della scuola media “S. Pellico” apprendiamo che “... in concomitanza della costruzione del nuovo edificio, la popolazione scolastica aumentò... nell’anno scolastico 1936-37 c’erano 42 classi che ospitavano 2158 scolari di cui 1165 maschi e 841 femmine... nel primo ‘900 si intensificò il numero dei maestri pachinesi (i f.lli Noto, gli Scorsonelli, Garrano, Sultano, Di Pasquale...) che all’epoca, erano nominati e pagati dal sindaco...” e una serie di altre interessanti notizie sulle condizioni igienico-sanitarie e sociali del paese che permettono di ricostruire uno spaccato di vita della società pachinese del tempo e delle sue aspettative.

“... Il giorno dell’inaugurazione, ricostruisce la Savarino in seguito alla citata ricerca d’archivio, fu una solenne festa per il paese. I Balilla tamburini ed i moschettieri, gli insegnanti, gli alunni delle scuole elementari e dell’avviamento professionale, in perfetta divisa e ben inquadrati, accompagnati dai dirigenti dell’ O.N.B., passando per la piazza V. Emanuele, raggiungono il nuovo edificio scolastico... Durante la cerimonia gli alunni di 4ª e 5ª classe cantarono gli inni della Patria...”

L’edificio, organizzato intorno ad una corte centrale, rispetta i dettami dell’architettura razionalista che in quegli anni, in Italia, convive con tendenze neoclassiciste caratterizzate da un’impronta retorico-celebrativa legata anche alla connotazione monumentale voluta dal fascismo.

Stilisticamente si tratta di un’opera caratterizzata da un compromesso tra le istanze moderne razionaliste e un linguaggio monumentale; la facciata tripartita e simmetrica, è organizzata su due livelli ed utilizza gli elementi immutabili del repertorio classico depurati, però, da ogni connotazione decorativa.

Al di là di ogni significato storico o architettonico più o meno pregevole, la valenza principale dell’edificio di via Cirinnà, è comunque da riscontare e riconoscere nel suo essere la scuola di tutti, i “Scoli Viecci” appunto!

Ins. M. Gabriella Calleri

♦ Il cortile interno

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DAL REGISTRO DELL’INS. DIEGO MAIORE – ANNO SCOLASTICO 1936/37

28 Ottobre 1936 Pachino ha celebrato con lieta solennità il XV annuale della Marcia su Roma rivestendosi di tricolori. E più fausto è stato oggi l’annuale poiché è caduto nell’anno 1° dell’Impero. Questa cittadina ha vissuto ore veramente indimenticabili perché la festa è culminata coll’inaugurazione del nuovo edificio scolastico. Pachino ha finalmente un decoroso edificio scolastico. Non dunque fredde e rigide aule e disciplina mal compresa; non squallide stanze, ma una scuola che sarà focolaio di luce e di gaiezza, recinto ove dominerà chiarezza ed ottimismo,

ambienti sani e lieti; grande edificio ove fanciulli ricchi e poveri, e questi più di quelli, perché più sfortunati saranno preparati alla vita. Ecco realizzata la grande idea del Duce. L’infanzia non deve soffrire. Una Nazione ove l’infanzia soffra è in declino. In un avvenire non molto lontano l’acqua del Lete dovrà cancellare, per merito del Duce, ogni infausta ombra del passato negli animi puerili. Alla inaugurazione sono intervenute tutte le autorità civili e scolastiche e madrina della nuova bandiera è stata la Signorina Ispettrice. DAL REGISTRO DELL’INS. SALVATORE SAMPIERI - ANNO SCOLASTICO 1936/37

28 Ottobre 1936 Anniversario della Marcia su Roma. In Pachino si è festeggiato anche l’inaugurazione del nuovo Casamento scolastico. L’ho visitato stamattina col Signor Direttore, prima della funzione. Sono rimasto sbalordito. Le parole non sono sufficienti a descrivere il miracolo. Dico il miracolo! Non avrei osato di concepire un casamento così grandioso, superbo, compiuto sino alle minuzie. Stile modernissimo. Aule grandiose, arieggiate, ricche di aria, luce, sole. Grandiosità di mezzi nella sua costruzione. Io che sentivo ancora lo sgomento della mia aula, della mia classe, del

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paese, ancora molto abbandonato nelle sue strade infangate, sudice e piene di fossi, mi sono sentito rivivere, come trasportato, in sogno, in un luogo di bellezza ricreativa sia dal punto di vista spirituale che materiale. In poche parole edifizio scolastico bellissimo nelle sua linee architettoniche, nelle sue aule scolastiche, nei suoi saloni grandiosi (ho visto un’aula-salone che può chiamarsi Aula Magna), nelle sue terrazze, nelle sue palestre, ricreatori ecc… Penso, senza ingannarmi, che difficilmente vi sarà l’eguale in Italia. La festa dell’inaugurazione è riuscita meravigliosa per concorso di autorità e di popolazione. La bandiera fu offerta da noi maestri ed è stata tenuta a battesimo dalla signorina Ispettrice. Parlò breve e significativo il Signor Direttore, il Podestà e il Parroco; quest’ultimo a lungo metraggio… DAL REGISTRO DELL’INS. ESTER ANTONNA VED. TROBIA – A. S. 1936/37

28 Ottobre 1936 Ieri Pachino ha vissuto un’ora di delirante entusiasmo perché a quello di salutare, nell’anno I dell’impero, l’alba del XV dell’era fascista, ha aggiunto di veder realizzata una delle sue più belle aspirazioni. Mi è cosa gradita porgere un plauso al R. Direttore Didattico, Cav. Mauro Fortuna, che ha ideato e con la tenacia del suo lavoro (che non si è arrestato alle sbarre degli oppositori biliosi e impotenti) ha potuto far aprire al culto della scuola il nuovo edificio che sfoggia la sua sagoma robusta in località incantevole. Il Direttore Fortuna, tempra di

fascista e di educatore che alla scuola ha dato e dà tutte le energie del suo ingegno, ha capito che il lavoro dell’insegnante e dell’alunno per essere veramente proficuo, deve svolgersi in ambiente adatto, ed ecco perché l’edificio, oltre al pregio architettonico, ha quell’altro, dirò, “pedagogico” di sorgere in località poco frequentata e quindi priva di tutti quei rumori che apparterrebbero a delle eventuali distrazioni. La cerimonia dell’inaugurazione è riuscita. Tutte le organizzazioni del Regime (a cominciare dai piccolissimi Figli della Lupa) ed una imponente massa di popolo era assiepata sullo spiazzale dell’edificio. Si è proceduto, per prima, da parte del Parroco cav. Simone Sultano, alla benedizione della bandiera tenuta a battesimo dalla R. Prima Ispettrice, sig.na Maria Mezzasalma.

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DAL REGISTRO DELL’INS. CARMELA D’ALBERGO – A. S. 1936/37

28 Ottobre 1936 Data memorabile, data gloriosa quella di oggi, il popolo italiano l’ha scritta nel suo cuore e nella sua mente, e la tramanderà ai posteri i quali saranno orgogliosi di essere nati in una terra che vanta sempre degli uomini che, come colonne granitiche, ne sostengono la potenza incrollabile… Oggi si compie il 14° anniversario della Marcia su Roma, e Pachino, proprio oggi, ha voluto festeggiare l’inaugurazione del nuovo edifizio scolastico, che si erge maestoso lontano dal centro del paese, quasi voglia tenersi nascosto agli

sguardi che non sapessero comprendere la missione nobile e santa per cui è sorto. La nuova bandiera, offerta dal corpo insegnante del luogo, sventola solennemente al sole d’ottobre, in attesa del battesimo che le darà anima, vita, nome: quel nome grande, immenso: Italia. Il corteo s’avanza al nome degli Inni Nazionali; la cerimonia incomincia, e la R. Ispettrice, degnamente scelta e voluta dalla scuola di Pachino per madrina della Bandiera, viene salutata con affetto. I Balilla e le Piccole Italiane iniziano il canto e poi la cerimonia ha fine, ed il popolo pachinese, invitato a visitare i nuovi locali scolastici, si riversa simile ad una marea in piena tempesta…

♦ 22 Giugno 1943 : esami di licenza elementare

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Una descrizione analitica, particolareggiata, quasi poetica dell’edificio scolastico di via Cirinnà è stata fatta anche dal Parroco Mons. Simone Sultano in occasione dell’ inaugurazione avvenuta il 28 ottobre 1936 contenuta nel suo libro intitolato:

“PACHINO E I SUOI DINTORNI NELLA STORIA E NELLA LEGGENDA” <<A cavaliere N. O. del paese, lontano dagli strepiti del mondo, in posizione alta e pianeggiante, a termine e in prospicienza della via Guglielmo Pepe, sorge il nuovo edifizio scolastico. È un monumento di grandiosa bellezza d’arte e di meraviglia, uno tra i migliori della Sicilia e dell’Italia. È rettangolare. Si compone di un pianterreno e del primo piano; diviso in due sezioni libere ed indipendenti, perfettamente uguali fra di loro, simmetricamente disposti, pavimentati tutti con eleganti mattonelle di cemento. Tutto s’impone allo sguardo e al pensiero. E pria di tutto il bellissimo prospetto, purissimo nelle sue linee come le opere greche. Nel prospetto l’occhio del visitatore abbraccia 34 finestroni con le superbe invetriate in bell’arte allineati, di cui 18 nel primo piano e 16 al pianterreno; e due grandi e severi portoni; l’uno a destra e l’altro a sinistra nei corpi avanzati dell’edificio. Vi si accede per 5 scalini esterni; da un largo e lungo marciapiede chiuso da un parapetto con ringhiera di ferro. Entrati al pianterreno, si resta colpiti e sorpresi di tutti i rari pregi che vi risplendono in tutta la loro maestà. Il vestibolo, la sala di aspetto, le 10 aule d’insegnamento, la stanza di centro del Direttore, e ai fianchi l’aula delle maestre, e quella dei maestri con la Biblioteca; e nelle corsie rettangolari i lunghi e larghi corridoi nella loro luminosa bianchezza colle loro volte slanciate, dai quali con ingressi separati si accede a tutte le aule simmetricamente disposte. Tutto è grandioso, bello, simmetrico e sorprendente. Si sale al primo piano? E alla vista meravigliata si presentano altre dieci aule d’insegnamento simmetricamente allineate uguali al pianterreno, un’aula vastissima per le grandi riunioni; altre due aule: l’una per i lavori donneschi, e l’altra per il Museo didattico e scientifico; e nelle corsie i lunghi e larghi corridoi nella loro luminosa bianchezza colle volte slanciate. Anche qui nel primo piano tutto è grandioso, bello, simmetrico e sorprendente. Si sale ancora e si accede al grandioso lastrico solare. Si sale ancora, ed eccoci alla magnifica terrazza che circonda e corona il nuovo edifizio; e di lassù il visitatore, quasi aquila posato il volo sul vertice della montagna, spazia libero lo sguardo sugli immensi cieli, sull’immensa terra, sugli immensi mari. Nulla manca dell’indispensabile ed igienico. Le aule nell’inverno conservano il calore; e nella torrida està una dolce frescura. E tutte ben arredate a stile moderno ricco e signorile. Nel pianterreno un vastissimo cortile interno pieno di sole che dà luce a tutto il fabbricato; con accanto una vasta palestra scoperta con 5 archi e 5 finestroni, con a sinistra il locale per gli attrezzi e a destra l’ambulatorio medico, che bellamente chiude la parte estrema delle due ali dell’edificio. Ed anche di costo alla palestra un bello alloggio per il custode, da cui si scende al giardino di nuovo impianto. Dopo averlo visitato, chiunque esclama: Il nostro nuovo edificio scolastico è veramente un monumento di grandiosa bellezza di arte e di meraviglia; non c’è descrizione che basti, bisogna vederlo...>>

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Il direttore didattico dott. Sebastiano Moncada, che per 10 anni ha diretto le Scuole Elementari del 1° Circolo didattico ubicate nell’edificio scolastico di via Cirinnà, nel suo libro dal titolo “PACHINO IL PAESE DALLE MILLE RISORSE” ha tracciato una descrizione del predetto edificio con particolare riferimento oltre alle sue caratteristiche strutturali a quelle socio-ambientali dell’ epoca.

“Negli anni ‘30 le condizioni generali della popolazione, rispetto al passato, erano migliorate anche per effetto degli interventi statali nelle varie regioni e nei vari comuni. Edifici scolastici vennero costruiti ovunque e Pachino non ne rimase escluso. La crescita culturale generalizzata, sia pure a livelli modesti, richiedeva impegni

proporzionati nell’espansione delle attività educative ed istruttive. Per Pachino era ormai insostenibile la situazione scolastica generale con aule sparse in tutto il paese, in locali improvvisati che dovevano ospitare 40-50 ragazzi, con servizi igienici assolutamente non adeguati. Su interessamento delle autorità politiche locali venne finanziata la costruzione di un grande edificio scolastico, capace di contenere tutti gli alunni della scuola elementare del tempo. Il compito di progettazione e di direzione dei lavori fu affidato all’ingegnere Tommaso Sallicano che scelse un’area all’estremità della via Cirinnà a sud del paese. La costruzione dell’edificio, iniziata nel 1930, venne ultimata nel 1936 con materiali in grado di sfidare i secoli. L’inaugurazione del nuovo edificio scolastico costituì un fatto di estrema importanza per insegnanti, genitori, e specialmente per tutta la popolazione scolastica, anche se, per raggiungerlo dalla estremità opposta, i disagi non mancavano. Era, ed è, un edificio esteticamente valido e strutturalmente funzionale, progettato con tutti i requisiti previsti in quell’epoca, non tenendo conto, s’intende, delle opportune barriere architettoniche, dal momento che il fascismo teneva in poca considerazione i portatori di handicap. Ampie aule, lunghi e larghi corridoi, finestre ed aperture ampie e funzionali, un’ampia palestra, un’aula magna attrezzata anche come sala teatro, servizi igienici validi, tre ampi locali per la direzione, la segreteria e l’archivio, costituivano il meglio di quanto si potesse all’epoca concepire per il funzionamento strutturale di una istituzione scolastica. La piazzetta antistante l’edificio e le attigue vie di accesso, come tutte le altre, del resto, erano allo stato grezzo, senza asfalto, né mattonelle, polverose d’estate, fangose d’inverno. All’ingresso, nella

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parte bassa a sinistra ed a destra della scalinata, si notano ancora due palette in ferro, attaccate al muro, appena sporgenti, poste per consentire a tutti gli utenti dell’edificio scolastico di pulirsi dal fango le scarpe prima di entrare nelle aule scolastiche. Quell’edificio diede una spinta considerevole alla riduzione dell’analfabetismo, e non solo strumentale, che in quegli anni toccava altissime percentuali sia per la indigenza di moltissime famiglie che utilizzavano i bambini in ogni tipo di lavoro, sia per la mentalità corrente che riteneva l’istruzione non necessaria.”

Dott. Sebastiano Moncada già Direttore Didattico del 1° Circolo Didattico “S. Pellico”

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Ricerca fotografica In qualità di Coordinatrice delle “Funzioni Strumentali”, ho avuto il piacere

di occuparmi della raccolta di fotografie per la mostra fotografica allestita in occasione del 70° anniversario dell’edificio scolastico di via Cirinnà.

Tale attività mi ha molto coinvolto ed entusiasmato in quanto mi ha dato modo di incontrare tanti docenti, ormai in pensione, che hanno lasciato alle nuove generazioni un’indimenticabile ricordo e un’impronta indelebile di professionalità e generosità.

Sono stata accolta con affetto nelle loro case e, alla richiesta di foto e testimonianze del loro lungo lavoro scolastico, si sono lasciati andare ai dolci ricordi dei momenti trascorsi tra i banchi di scuola.

Non potrò mai dimenticare la dolcezza che trapelava dai loro occhi nel ricordare ora l’uno, ora l’altro alunno tanto che la loro emozione ha finito per coinvolgermi lasciandomi la certezza che la nostra non è una professione come tutte le altre ma una missione alta e nobile che segna profondamente chi l’ha esercitata con passione.

A tutti gli insegnanti in pensione, va il mio ringraziamento per la collaborazione mostrata in questa occasione e, soprattutto, per l’opera educativa svolta in questo Istituto.

Ins. Antonina Rao

♦ Ins. Carlotta Brancati con il Direttore Didattico M. Fortuna

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Primo documento fotografico esistente in

archivio.

Ins .Carlotta Brancati IV Classe Femminile

Piccole Italiane anni ‘30

Piccole Italiane anni ‘30

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Opera Nazionale Balilla

Anni ‘30

Anni ‘40

Anni ‘40

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Ins. Carlotta Brancati e il Direttore Didattico

M. Fortuna

Anni ‘40

Anni ‘40

Anni ‘40

Page 19: I "Scoli viecci"

Ins. M. Murgia Nalbone

Anni ‘40

Lavori donneschi Anni ‘40

Direttrice Migneco e ins. Scicolone

Anni ‘50

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Ins. S. Santostefano III classe Elementare

Anni ‘50

Ins. M. Murgia

Anni ‘50

Ins.Silvano

Anni ‘50

Page 21: I "Scoli viecci"

Attività sportiva

Anni ‘50

Direttore Didattico Panascia

e Ins. P. Mauceri

Anni ‘50

Ins. Pintaldi

Anni ‘50

Page 22: I "Scoli viecci"

Sc. Media

Anni ‘50

Sc. Media

Anni ‘50

Ins. N. Santocono Sgandurra

Anni ‘50

Page 23: I "Scoli viecci"

Corpo docente Anni ’60

Ins. Sgandurra

Anni ‘60

Sala Teatro Docenti

Anni ‘60

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Ins. Fucà

Anni ‘60

Sala Teatro Docenti

Anni ‘60

Ins. M. Brancati Cultrera

Anni ‘60

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Ins. Calì

Anni ‘60

Ins. V. Billeci Classe IV

Anni ’60

Ins .G. Scirè

Anni ‘60

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Ins. R. Gennaro

Anni ‘60

Giuramento docenti

Anni ‘60

Ins. A. Buscemi Bruno

Anni ‘60

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Ins.ti: M. Buccheri, D. Morello, G. Calì,

I. Orecchia, A. Accomando,

A. Lucchesi e C. Geraci Anni ‘60

Ins. G. Basile

Anni ‘60

Ins.ti : M. Buccheri e D. Morello

Anni ‘60

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Ins. M. Accardo Moncada

Anni ‘60

Ins. S. Valvo

Anni ‘60

Ins. A. Scirè Santostefano

Anni ‘60

Page 29: I "Scoli viecci"

Ins. A. Maranci

Anni ‘60

Saggio

Anni ‘60

Saggio

Anni ‘60

Page 30: I "Scoli viecci"

Ins. R. Gentile Calleri

Anni ‘60

Ins. G. Sgandurra

Anni ‘70

Gruppo docenti

Anni ‘70

Page 31: I "Scoli viecci"

Gruppo docenti

Anni ‘70

Festa della Scuola

Anni ‘70

Ins. C. Geraci

Anni ‘70

Page 32: I "Scoli viecci"

Ins. F. Loiacono

Anni ‘70

Ins. Cianchino

Anni ‘70

Ins. A. Schembri Quartarone

Anni ‘70

Page 33: I "Scoli viecci"

Ins. C. Paternò

Anni ‘70

Ins. F. Lentini Ciccardi

Anni ‘70

Ins. A. Accomando Iuvara

Anni ‘70

Page 34: I "Scoli viecci"

Ins. M. Alfano e il Direttore Didattico S. Cugno Garrano

Anni ‘70

Ins. V. Garrano

Anni ‘70

Docenti

Anni ‘70

Page 35: I "Scoli viecci"

Insegnanti nell’Aula Magna

Anni ’70

Ins. M. Brancati Cultrera

Anni ‘70

Ins. G. Cultraro Anni ‘70

Page 36: I "Scoli viecci"

Festa di fine anno

Anni ‘70

Festa di fine anno

Anni ‘80

Ins. M. Di Martino Mizzi

Anni ‘80

Page 37: I "Scoli viecci"

Ins .L. Bonaiuto Randone

Anni ‘80

Ins .C. Cambareri Recupero

Ins. S. Urso

Anni ‘80

Ins. R. Russo Fronte

Anni ‘80

Page 38: I "Scoli viecci"

Ins. G. Mirabile

Anni ‘80

Ins. A. Rao Avolio

Anni ‘80

Ins. A. Schembri Quartarone

Ins. L. Lucenti

Anni ‘80

Page 39: I "Scoli viecci"

Ins. C. Spatola

Anni ‘80

Ins. S. Barbato Franzò

Ins. G. Giuliano Marino

Anni ‘80

Ins. V. Garrano Guarnaccia

Anni ‘80

Page 40: I "Scoli viecci"

Ins. V. Occhipinti Mauceri

Anni ‘80

Ins. F. Lentini Ciccardi

Ins. D. Santocono Marino

Ins. S Liotta Ins. N. Avarino

Anni ‘80

Festa fine Anno

Anni ‘80

Page 41: I "Scoli viecci"

Ins. F. Mauceri Novello

Ins. M. Brancati Cultrera

Anni ‘90

Gruppo docenti , di Segreteria e il

Direttore Didattico Orazio Di Rosa

Anni ‘90

Ins. M. Grech Lauretta

Ins .G. Cannata Mallia

Ins. G. Calleri Selvaggio

Ins. C. Italia Ciavola

Anni ‘90

Page 42: I "Scoli viecci"

Ins. M. Greco Mazzara

Ins. F. Paternò

Anni ‘90

Ins. M. Terranova Morana

Anni ‘90

Festa di Pensionamento docenti

con il Direttore Didattico

prof. F. Saetta

A. S. 1997/98

Page 43: I "Scoli viecci"

Ins. F. Paternò Ins. M. Lupo Ins. S. Urso

Ins. R. Novello Ins. G. Quercia

Ins. C. Incatasciato

Anni 2000

Ins. C. Orlando Ins. G. Pisana Ins. C. Iuvara Ins. D. Casto

Anni 2000

Docenti Sc. Secondaria di 1° Grado

Anni 2000

Page 44: I "Scoli viecci"

Scuola Materna Il Dirigente Scolastico

Prof. G. Blanco

A.S. 2000/2001

La Redazione di “Pellico on line” e il Dirigente Scolastico

Prof. C. Latino

A.S. 2001/2002

Progetto “I Guardiani di Vendicari”

Il Dirigente Scolastico Prof. G. Morana

A.S. 2004/2005

Page 45: I "Scoli viecci"

LA “PELLICO” DEL III MILLENNIO

Il Sistema Educativo in questi ultimi anni ha subito profonde trasformazioni, mutamenti, scossoni ma la Pellico con le sue forti mura che rassicurano e confortano, rappresenta, ancora una volta, un sicuro punto di crescita culturale e formativo.

Sulla base delle esperienze maturate e in un’ottica progettuale

innovativa, la “Pellico” raccoglie la sfida del terzo millennio perché sa di poter attingere dalla sua solida tradizione educativa per costruire nuove strategie didattiche e percorsi formativi in grado di realizzare il grande compito della scuola che è quello di prendersi cura dello sviluppo della persona umana e, nel contempo, della comunità locale.

L’istituzione Scolastica deve essere necessariamente sentita come risorsa della comunità, soltanto così potrà essere all’altezza delle sfide del prossimo futuro ed assicurare una più incisiva qualità educativa.

La scuola ha però bisogno di “alleati” e i primi alleati sono la famiglia e le pubbliche istituzioni, alle quali chiediamo di esserci vicine, con un atteggiamento di costruttiva coerenza.

L’obiettivo della nostra scuola, infatti, è quello di ascoltare la voce dei ragazzi, delle loro famiglie e di tutti coloro che si interessano alla crescita e alla formazione delle nuove generazioni.

Oggi il Piano dell’Offerta Formativa che offriamo all’utenza è stato realizzato tenendo conto di tutta una serie di risorse umane e strutturali, di progetti realizzati che costituiscono la memoria storica della “Pellico”.

Per arricchire e completare i nostri percorsi educativi tutti gli alunni possono usufruire di varie attività : Lingua Francese per le classi di Scuola secondaria di 1° Grado con prima lingua comunitaria Inglese, attività sportive (scacchi, calcio, calcetto, giochi della gioventù, minivolley, psicomotricità) attività artistiche (drammatizzazioni teatrali, coro d’Istituto, laboratori di pittura, manualità e decoupage), arricchimento linguistico (giornalino scolastico, scrittura creativa, lingua latina) tecnologico (informatica e multimediale) e tanti altri laboratori didattici specifici per soddisfare reali bisogni di formazione.

Educare non è un compito facile : alto e nobile è il compito degli insegnanti! I docenti della “S. Pellico” operano con passione e capacità professionale, anche

in condizioni difficili; comprendono le inclinazioni, le inquietudini, le aspirazioni dei loro allievi ponendoli al centro del processo formativo e fornendo loro le basi e gli strumenti per una partecipazione attiva alla vita futura.

Page 46: I "Scoli viecci"

E’ scritto nel Talmud : “…..due cose ciascuno di noi dovrebbe fare a proprio vantaggio : trovare un amico e cercare un buon maestro” .

Ebbene, con sicurezza e orgoglio questo è quello che la “Pellico” offre da sempre!

Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Liliana Lucenti

Dirigente

Scolastico

Il Direttore dei Servizi Generali

Amministrativi: dott.ssa Rosa Spadola

e il personale di segreteria

Page 47: I "Scoli viecci"

Collaboratori del D. S.

Responsabili e fiduciari di plesso

Collaboratori

Scolastici

Sc. dell’Infanzia

Sez. Anni 3

Page 48: I "Scoli viecci"

Sez. Anni 4

Sez. Anni 4

Sez. Mista

Page 49: I "Scoli viecci"

Sez. Anni 5

Scuola Primaria

1ª Sez. A

1ª Sez.B

Page 50: I "Scoli viecci"

1ª Sez. C

1ª Sez. D

2ª Sez. A

Page 51: I "Scoli viecci"

2ª Sez. B

2ª Sez. C

2ª Sez. D

Page 52: I "Scoli viecci"

3ª Sez. A

3ª Sez. B

3ª Sez. C

Page 53: I "Scoli viecci"

3ª Sez. D

4ª Sez. A

4ª Sez. B

Page 54: I "Scoli viecci"

4ª Sez. C

4ª Sez. D

5 ª Sez. A

Page 55: I "Scoli viecci"

5 ª Sez. B

5ª Sez. C

Sc. Secondaria di 1°

Grado

1ª A

Page 56: I "Scoli viecci"

1ª B

1ª C

2ª A

Page 57: I "Scoli viecci"

2ª B

3ª A

3ª B

Page 58: I "Scoli viecci"

LA SCUOLA : LABORATORIO CONTINUO DI ESPERIENZE

La proposta formativa che la scuola oggi prova ad offrire è legata allo svolgimento di Unità di Apprendimento su diverse tematiche interdisciplinari progettate dall’equipe pedagogica all’interno dei Piani Personalizzati. Offerta significativa per la scelta di un curricolo forte, al passo con le esigenze degli alunni che non si accontentano più del classico assioma “…leggere, scrivere e far di conto”. Convinti, come siamo, che nonostante questo l’offerta formativa risulterebbe scarna e poco confacente con le richieste del mondo civile,

caratterizzato da aperti orizzonti e protagonismo giovanile, noi docenti della “Silvio Pellico” abbiamo consapevolmente scelto di imbarcarci nell’avventura non facile della sperimentazione didattica, in un’ottica di approfondimento culturale e di stretta collaborazione fra le varie componenti, interagenti a vario titolo nel discorso educativo. I Laboratori Polivalenti, come quelli a classi aperte, posti in essere nel nostro istituto scolastico sono un’occasione per sottolineare quanto mai stimolante possa essere il lavoro quotidiano all’interno della scuola, impegnati come siamo a sviscerare quanto di positivo alberga nel cuore e nelle menti dei bambini che ci vengono affidati dalle famiglie per orientare il loro percorso di vita verso canali positivi e promozionali. Essi mettono in evidenza la positività di queste attività come momento di scambio e approfondimento culturale, come forma di sperimentazione su specifiche competenze dei bambini, come modalità per fare esperienza insieme a loro. E’ un modo per stimolare gli alunni a maturare, per spingere noi educatori a dare loro la giusta fiducia per far emergere le vere potenzialità in vari campi come quelli della comunicazione orale e scritta, delle lingue straniere, dell’informatica, della musica, dell’arte, dello sport e dell’espressione corporea mediante la danza, attività esperenziali oggi più che mai condizionati da superficialità e incompetenza.. Gli alunni dimostrano entusiasmo nell’affrontare prove come queste, forse difficili per la loro età, perché li interpellano in prima persona nel provare ad esternare le loro potenzialità naturali: a loro va il mio ringraziamento, visti anche i positivi risultati ottenuti e la ricaduta didattica. Questo modo di fare innovazione didattica non nasce a caso, ma mutua da una pluridecennale condizione educativa che ha visto da sempre il corpo docente del nostro istituto confrontarsi con le stimolazioni e le provocazioni formative che

Page 59: I "Scoli viecci"

arrivano a più voci dal mondo esterno, dalla società e dalle sue evoluzioni nel tempo. Le testimonianze che quivi vengono proposte sono il frutto di un costante impegno nel motivare e stimolare gli alunni a dare il massimo delle loro capacità: le narrazioni fantastiche, le liriche in lingua madre e in dialetto, le produzioni grafico-pittoriche di queste pagine, esternazione plastica di vissuti personali dei bambini, confermano il sincero valore dei pungoli educativi forniti dai docenti e gioiosamente accolti dai piccoli discenti. La pubblicazione, all’interno di queste pagine, è un modo per riconoscere in loro tutto l’impegno che hanno avuto nel provare ad esternare emotivamente il grande attaccamento che sentono nei confronti della scuola, vissuta non solo come le mura fisiche che accolgono per buona parte della giornata, ma anche, e soprattutto, per il mosaico di affetti ed emozioni che si intrecciano fra le aule e i corridoi… Proprio per questo sento davvero il bisogno di fare mio il motto scelto per questa occasione che rimarrà indelebile nella memoria collettiva:

“ la Pellico: 70 anni di cuore! ”

Prof. Salvatore Lupo

Page 60: I "Scoli viecci"

Il coro d’Istituto :

“Voci Ribelli”

Pellico in Festa

Progetto P.O.R

“Tandem: una scuola

coeducante .

Ecomuseo”

Page 61: I "Scoli viecci"

Recital :

“I sette a Pachino”

Alla Scoperta di

Vendicari

Laboratorio di scacchi

Page 62: I "Scoli viecci"

Alla Scoperta di

Marzamemi

Giochi in cortile

L’Istituto S. Pellico

diventa set del film

“Salvatore: questa è la

vita” del regista

G.P. Cugno

Page 63: I "Scoli viecci"

Uno dei tanti

laboratori delle classi

quarte

Visita pastorale S.E.

Vescovo

G. Malandrino

Inaugurazione

anno scolastico

2006/2007

Page 64: I "Scoli viecci"

LA “S. PELLICO” NEI VERSI E DISEGNI DEGLI ALUNNI

O SCOLI VIECCI

Cari Scoli viecci sittant’anni sunu passati ri quannu Mussulini vi fici fari. Ma nonnu fu u primu ad assittarisi na sti vanca, puoi ma patri e ma matri e ora ca fai sittant’anni ci sugnu macari iu. Cu sapi quanti stori hai vistu e passatu. Certu se parrassutu i putissuti cuntari, sugnu sicuru ca si filici comu a mia na sta iurnata e che ti puozzu riri : “auguri viecci scoli” e spero ca ni sti vanca si puozzunu assittari macari i ma figghi. Michele Avarino Classe IV Sez. A

L’ECO DEI RICORDI

Se queste mura potessero parlare, ci direbbero di bambini con il grembiulino nero, felici di entrare in classe al suono della campanella. Se queste mura potessero parlare, si udirebbero le voci delle maestre che spiegano e quelle dei bambini che ripetono la lezione. Se queste mura potessero parlare sentiremmo i rumori dei passi e le risate di tutti i bambini che da sempre hanno riempito di gioia la nostra scuola. Marialaura Cammisuli Classe V Sez. B

Page 65: I "Scoli viecci"

LA MIA SCUOLA

Possente e maestosa sulla scalinata m’accogliesti Io intimidita e impaurita mi nascosi nella tua ombra

e mi sentii coccolata. I tuoi corridoi ampi e

spaziosi, calorosamente mi accolsero.

Il sorriso dolce, l’abbraccio caldo delle maestre

mi rassicurarono Pazientemente hai saputo

ascoltare le mie gioie e le mie paure.

Nel tempo la mia vita hai modellato e ancora

modellerai. Certamente, il tuo ricordo

rimarrà impresso nella mia mente e nel mio cuore!

Federica Zani 1ª C

Sc. Sec. di 1° Grado

SCUOLA, VECCHIA MAESTRA

La mia scuola è come una vecchia maestra dallo sguardo severo

ma dal cuore buono che non nega mai il suo perdono. Una vecchia scuola che dietro il

possente muro custodisce un cuore puro,

uno scrigno segreto di storie antiche e tante persone amiche.

Quanti bambini ha conosciuto, quanti ne ha cresciuto!

Anche mio padre è stato scolaretto (dicono fosse un diavoletto),

e la mamma, sempre tanto bella, era un’alunna saputella.

Con orgoglio, adesso ci sono anch’io e domani, ci porterò il figlio mio.

Gli alunni della

II C Sc. Primaria

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