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La sfida delle sostenibilità.
• La definizione di sviluppo sostenibile secondo il rapporto Brundtland (1997): generazioni presenti e generazioni future.
• I tre pilastri della sostenibilità: economica, sociale, ambientale.
• La sfida dell’Antropocene (Crutzen, 2002); la grande accelerazione.
• In discussione sono le contraddizioni del modello di sviluppo dell’era industriale.
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Economia e sostenibilità ambientale.
• Risorse naturali esauribili e risorse naturali rigenerabili.
• Quale obiettivo economico: massimizzare il consumo o massimizzare il benessere sociale?
• Il futuro conta meno del presente? Il problema del tasso di sconto.
• Un tasso di sconto pari al tasso di crescita del consumo pro-capite?
• Ma la crescita è compatibile con la sostenibilità?
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Decrescita o crescita verde?
• La crescita economica non è crescita materiale, ma crescita di valore economico.
• Il valore economico rivelato dal mercato non è il valore economico sociale: non tiene conto delle esternalità e dei problemi di equità.
• Oltre il PIL: esigenze e problemi.
• Ridurre l’intensità materiale del PIL; ma tenendo presente che anche I servizi hanno una base materiale (ICTs, turismo).
• Cambiare il modello di crescita economica.
• La novità di una “green economy”: puntare non al massimo tasso di crescita, ma un sentiero di crescita sostenibile
• Processi sostenibili di trasformazione della materia e dell’energie:
• Massimizzare il potenziale di riciclaggio e minimizzare l’entropia dall’uso dell’energia;
• Puntare al minimo flusso di materia e di energie dallo stadio iniziale della produzione a quello finale del consumo..
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E’ possibile una crescita verde?.
La pressione dell’attività economica sull’ambiente dipende da:
• scala dell’attività economica (effetto scala negativo);
• composizione della produzione e del consumo (effetto di composizione ambiguo);
• natura dello sviluppo tecnologico(effetto della tecnica ambiguo).
• La grande sfida: cambiare una struttura bloccata nel modello di crescita corrente.
• Per controbilanciare l’effetto scala negativo:
• Non basta un effetto di composizione più orientato all’ambiente;
• E’ cruciale il ruolo di un progresso tecnologico orientato all’ambiente.
• Necessità di integrare: regolazione ambientale, politica industriale verde , ruolo attivo della società..
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Regolazione ambientale
• Attraverso tasse ambientali e/o permessi negoziabili di inquinamento fornisce incentivi all’adozione di:
• Tecnologie orientate all’ambiente già esistenti;
• Innovazioni orientate all’ambiente incrementali ma all’interno del regime tecnologico esistente.
• Non basta per le necessarie innovazioni radicali:
• Che cambino il regime tecnologico in modo da ridurre l’impatto ambientale del PIL;
• Sostituiscano le strutture produttive e infrastrutture energetiche esistenti.
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Politica industriale verde.
• Il mercato resiste all’introduzione di innovazioni radicali orientate all’ambiente.
• Intervento del governo per la promozione di innovazioni orientate all’ambiente attraverso:
• La domanda diretta e indiretta del governo (green procurement);
• Il sostegno agli investimenti in R&S.
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Ruolo della società.
• Cambiare il modello di consumo.
• Modificare le norme sociali di comportamento.
• Necessari per sostenere le politiche.
• Elinor Ostrom: beni ambientali come «commons» o «common pool resources» (CPRs).
• Insufficienza della dicotomia stato-mercato: ruolo delle gestioni comunitarie.
• Approccio policentrico.
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La rivoluzione tecnologica spinge verso la sostenibilità?
• L’impatto della rivoluzione digitale: più potenzialità di ricchezza ma…
• Impatto sull’occupazione, sui redditi e sulla disuguaglianza.
• Verso una crisi della domanda globale di lungo periodo (già adesso ci sono segni)?
• Politiche di sostegno del reddito e della domanda (reddito di cittadinanza o di partecipazione?).
• Verso nuovi tipi di produzione e occupazione sostenibili (energia distribuita, bioagricoltura).
La sfida del cambiamento climatico.
Cambiamento della temperatura e concentrazione di CO2 1850-2010 (UNEP, GEO5, 2012)
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• Agenzia Internazionale per l’Energia: Scenario 450.
• Stabilizzare concentrazione di CO2 nell’atmosfera a 450 ppm.: garantire che la temperatura non aumenti oltre 2° rispetto ai livelli preindustriali.
• Questo scenario richiede riduzioni di emissioni così drastiche da apparire irrealistico.
• Scenario INDC (Intended Nationally Determined Contributions): dalle politiche che le varie nazioni hanno dichiarato di voler perseguire.
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Scenario INDC: non adeguato a mantenere la porta aperta alla stabilizzazione dell’incremento della temperatura a 2°.
Scenario intermedio (Bridge Scenario) basato su:
• Aumento dell’efficienza energetica;
• Crescita degli investimenti nelle energie rinnovabili:
• Riduzione dei sussidi ai combustibili fossili.
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Quali strategie per affrontare il cambiamento climatico.
• Ridurre le emissioni di gas serra: bene pubblico globale.
• Della riduzione di gas serra beneficiano tutti anche coloro che non vi hanno contribuito.
• Ogni paese cercherà di scaricare sugli altri il maggior onere possibile della riduzione di emissioni.
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Ulteriori difficoltà per un accordo sul cambiamento climatico:
• Differenza tra paesi maturi e paesi in via di sviluppo.
• Soluzioni tecnologiche esistono ma non sono facili da implementare (fonti fossili non convenzionali).
• Opinione pubblica non sembra sentire l’urgenza di un problema che appare troppo lontano nel tempo.
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Un prezzo per il carbonio: tasse o permessi.Il prezzo dei permessi di carbonio nel sistema europeo (Helm, 2012).
• Oltre Kyoto: da «top-down» a «bottom-up». L’accordo di Parigi.
• Approccio Partire dalle Intended Nationally Determined Contributions (INDCs) e migliorarle
• Processo di revisione che inizia sperimentalmente nel 2018, entra in funzione nel 2023 e si ripete ogni 5 anni.
• Sostegno finanziario dai paesi avanzati a quelli in via di sviluppo.
• Il ruolo dei grandi paesi emergenti (Cina).
• Promozione della cooperazione scientifica e tecnologica.
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