Il Capitale intellettuale d’impresa nella società della conoscenza: … · 2017-12-03 · Il Capitale Intellettuale…una definizione Il Capitale intellettualed’impresanella

Il Capitale intellettuale d’impresa nella società della conoscenza: gestione, strumenti di misurazione e bilancio

intangibile

Dott.ssa Maria Antonietta Cuccia

A. A. 2017/2018Seminario

28/11/2017

INDICE

28/11/2017Il Capitale intellettuale d’impresa nella società della conoscenza:gestione, strumenti di misurazione e bilancio intangibile

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L’Economia della conoscenza.

Il Capitale Intellettuale d’impresa e gli intangibles assets.

I metodi di misurazione dell’intangibile.

Il bilancio del Capitale Intellettuale.

Il contesto: l’Economia della Conoscenza


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Conoscenza come fattore-chiave del vantaggio competitivo e importanzadegli asset intangibili per definire il valore reale di un’azienda.

Aumento dei flussi di informazione e importanza delle reti di relazione(networking e connettività con fornitori, clienti, partner strategici ecc).

Rapido sviluppo tecnologico e innovazione continua.

Intensificazione della globalizzazione e della competizione.

Accorciamento dei cicli di vita dei prodotti.

Sviluppo di un modello di consumo finale di tipo immateriale.

In sintesi…


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Crescita economica e posizionamento competitivo dipendono:

dalla quantità e dalla qualità dei processi di apprendimento realizzati;

dalla possibilità di accesso alle informazioni;

dalla capacità di estrarre dalle conoscenze possedute il massimo valorepossibile (impiegare nei modi più efficienti la conoscenza a disposizionedell’organizzazione).

L’azienda


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È un sistema socio-economico che, mediante un insieme differenziato di risorse,svolge processi di acquisizione e di produzione di beni e servizi per il mercato.

Ogni azienda è unica in quanto è composta da un particolare insieme di risorse.

Il sistema delle risorse aziendali è un insieme di fattori tangibili e intangibili chel'impresa controlla direttamente o indirettamente nei suoi processi.

Le risorse tangibili sono beni fisici o asset finanziari che costituiscono il capitalemateriale, perfettamente misurato, dell’impresa (come gli immobili, le attrezzaturee i terreni…).

Gli asset intangibili hanno un grande significato strategico e sono fondamentali percreare valore economico. Il bene intangibile per eccellenza è il CapitaleIntellettuale.

Il Capitale Intellettuale…una definizione


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“Il capitale intellettuale è tutto quel materiale intellettuale, sapere, informazione, proprietà intellettuale, esperienza, che può essere messo a

frutto per creare ricchezza”.

“Il capitale intellettuale è sapere utile confezionato”.

(T. A. Stewart, 1997)

L’intelligenza e la conoscenzadiventano capitale intellettualequando vengono organizzate,quando viene data loro unaforma coerente e quandodiviene possibile descriverle,comunicarle ad altri esfruttarle.

Il Capitale Intellettuale…una definizione


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Fonte: https://intangiblefactory.info

Il Capitale Umano


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Insieme di conoscenze, capacità, competenze, abilità professionali e relazionali possedute dalle persone che lavorano all’interno di

un’organizzazione.

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Il Capitale Umano

Il Capitale intellettuale d’impresa nella società della conoscenza:gestione, strumenti di misurazione e bilancio intangibile

28/11/2017

Conoscenze

Capacità

Competenze

Il Capitale Umano


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LE CONOSCENZE (IL SAPERE): cognizioni tecnico-specialistiche acquisiteattraverso lo studio e l’aggiornamento professionale, necessarie per losvolgimento delle attività assegnate (discipline, teorie, modelli, metodi,strumenti, tecniche).

LE CAPACITA’ (IL SAPER FARE): insieme delle abilità personali maturate conl’esperienza professionale e con l’applicazione pratica delle conoscenze.Rappresentano la possibilità di riuscita nell’eseguire un’attività o unaprestazione lavorativa.

LE COMPETENZE (IL SAPER ESSERE): caratteristiche intrinseche checonsentono individualmente di ottenere livelli differenti di performance(es. come una risorsa ricopre un ruolo competenze trasversali).

Il Capitale Umano


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Le componenti del capitale umano determinano la qualità della prestazioneerogata dal lavoratore, concorrendo ad aumentare la produttività diun’impresa e a qualificarla, influenzandone i risultati.

Creatività, esperienza lavorativa, motivazione, capacità di lavorare in team,capacità di apprendimento, grado di formazione e livello professionale.

Il Capitale Strutturale


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È la conoscenza codificata, strutturata in qualche elemento “tangibile”,che la renda condivisibile al personale aziendale e, quindi, trasmissibilenel tempo e nello spazio.

Insieme dei processi del know-how aziendale, strategie, cultura d’impresa,strutture e sistemi, prassi e procedure organizzative, grado di capacità delmanagement e capacità della struttura di soddisfare e valorizzare leproprie risorse umane.

Es. le basi dati: attingere sapere daicolleghi, aiutare le aziende adoperare in modo globale, gestire ilturnover dei dipendenti (possibilitàdi accedere ai dati con facilità).

Il Capitale Strutturale


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Gestire il capitale strutturale significa mettere a sistema i contributi deiprofessionisti che lavorano in azienda.

Compito dell’organizzazione è trasformare in rendimento il saperespecialistico del lavoratore della conoscenza.

Proprietà intellettuale: brevetti,tecnologie, pubblicazioni eprocedimenti che possono esserecoperti da copyright o protettidalle leggi sul segreto aziendale.

Il Capitale Relazionale


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Il patrimonio di relazioni instaurate dall’azienda con il mercato e irapporti stabiliti con i propri stakeholder (clienti, fornitori, rivenditori,partner e tutto il network esterno).

Tali relazioni danno luogo a processi di accumulazione (numero e qualitàdelle relazioni stesse) e sono frutto di investimenti e attività di lungoperiodo.

Il Capitale Relazionale


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L’attività di creazione e sviluppo del capitale relazionale va svolta siaall’interno, per creare identità, valori e cultura comuni, coesione eobiettivi condivisi, che verso l’esterno, per collegare l’organizzazioneall’ambiente in cui opera, per vivere e svilupparsi interagendo con tutti ipubblici.

Incidono in modo rilevante sul capitale relazionale il grado di soddisfazionee fedeltà dei clienti, l’immagine aziendale, la conoscenza e la forza delmarchio.

È legato al concetto di fiducia.

La piattaforma del valore


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Fonte: Saint- Onge, Armstrong, Petrash,, Edvinsson, 1996.

La misurazione dell’intangibile

Intangible assets


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“Sono beni identificabili, non monetari, senza consistenza fisica che sonocontrollati da un’impresa per essere usati nella produzione o nella fornituradi beni o servizi, per essere affittati a terzi, o per scopi amministrativi. Essisono risultanti da decisioni o fatti passati e dai quali ci si attende beneficieconomici futuri” .

(International Accounting Standard Committee, 2004)

Importanza dei fattori intangibili


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Hanno significato strategico e servono a differenziare l’azienda dai propricompetitor.

Non sono facilmente riproducibili e rappresentano il vero vantaggiocompetitivo.

Valgono non tanto in funzione di quanto è costato produrli o acquistarli,ma in funzione del valore che, si reputa, saranno in grado di generare.

Possibilità limitata di iscrivere in bilancio gran parte di essi e dare un valoreche tenga conto delle potenzialità che presentano per l’azienda.

Intangible assets


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Riconosciuti secondo i principi contabili e i criteri di

contabilizzazione

Possono derivare da operedell’ingegno protette, da diritti diproprietà industriale o darapporti contrattuali (brevetti,diritti d’autore, marchi, software,design).

Sono inscrivibili nel bilanciod’esercizio tra le immobilizzazioniimmateriali, qualora abbianoun’utilità pluriennale e rechinodei benefici economici futuri perl’impresa (principi contabilinazionali OIC e internazionaliIAS).

Intangible assets


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Non riconosciutinel sistema contabile

Non hanno un criteriouniversalmente accettato per la loroquantificazione economica (capacitàdei manager, immagine aziendale,un buon rapporto con i fornitori).

L’analisi si basa su documenti redattidalle aziende (secondo diversemodalità e tecniche di stesura).

Riproducono una serie di dati eindicatori utili per il controllointerno di gestione, e per fini dicomunicazione esterna.


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Intangibili legati al marketing e alla clientela: nome e logo, lista clienti,grafica, marche secondarie, idee pubblicitarie, garanzie sul prodotto,pubbliche relazioni, idee promozionali, design e packaging.

Intangibili legati allatecnologia e all’innovazionedi prodotto e di processo:tecnologia, know-howproduttivo e industriale,costi di ricerca e sviluppo,formazione tecnica delpersonale, brevetti, segretiindustriali, software,conoscenze tecniche einformatiche, database.

Classificazione degli Intangible assets


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Intangibili connessi alle risorse umane: capacità del management e deidirigenti d’azienda, competenze dei dipendenti, esperienze professionaliacquisite nel corso del tempo.

Intangibili collegatiall’organizzazione aziendale:struttura organizzativafunzionale, luogo di lavoro,processi decisionali, metodiorganizzativi, sistemiinformativi e di controllointerno manageriale.

Classificazione degli Intangible assets

Perché misurare gli intangibles?


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Stimare in modo attendibile il valore economico del Capitale Intellettuale(particolarmente utile in occasione di operazioni di finanza straordinaria,quali cessioni, fusioni, realizzazione di joint-ventures).

Comprendere la coerenza degli intangibles posseduti con le strategieadottate per migliorare la gestione interna.

Migliorare la comunicazione con gli stakeholders.

Capire perché e quanto investire negli intangibles.

Rivolgersi al futuro e non al passato.

La misurazione dell’intangibile


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È una prassi in continua evoluzione ma è possibile proporre alcunetecniche volte a ridurre e circoscrivere il rischio di arbitrarietà einaffidabilità che sempre si corre quando si vuole attribuire un valoremonetario a entità astratte e intangibili.

Ciò che è davvero importante è rendere la valutazione del CapitaleIntellettuale un momento di pianificazione strategica con valenzaprospettica.

La misurazione dell’intangibile (K. E. Sveiby, 2010)


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Fonte: Sveiby, 2004.

La misurazione dell’intangibile (K. E. Sveiby, 2010)


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Metodi diretti: mirano a fornire una stima economica del Capitale Intellettuale,sia nelle sue singole componenti, sia nella sua globalità. Es. Technology Broker.

Metodi a capitalizzazione di mercato: calcolano la differenza tra valorecontabile (“book value”) e capitalizzazione di mercato (valore azionario). Es.Market to Book Value e Q di Tobin.

Return on assets methods (ROA): calcolano un ritorno sugli asset tangibili intermini di utili e flussi di cassa in relazione ad indici standardizzati di settore diattività produttiva (per differenza si calcola il ROA degli asset intangibili). Es.Knowledge Capital Earnings (KCE).

Modelli multidimensionali: sistemi basati su scorecard, ossia su meccanismi direndicontazione a punteggio con indicatori non monetari. Es. BalancedScorecard, Business Navigator, Intangible Asset Monitor.

I modelli multidimensionali


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Sono i metodi più diffusi e trovano applicazione in qualsiasi tipo di realtàaziendale attraverso l’adattamento di indicatori di performance, qualitativie quantitativi, legati alle diverse aree del Capitale Intellettuale.

Sono in grado di coniugare risultati consuntivi con risultati prospettici e dimonitorare, nel breve come nel lungo termine, il perseguimento degliobiettivi aziendali.

Permettono di realizzare una fotografia delle condizioni di salutedell’organizzazione e sono in grado di supportare il management nelladefinizione della strategia (operazioni di gestione interna day to day).

Gli indicatori sono contestuali e devono essere adattati a ciascunaorganizzazione.

Balanced Scorecard (R. Kaplan, D. Norton, 1992)


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È uno strumento di controllo della gestione strategica dell’impresa e sipropone di monitorare e valutare l’azienda da differenti prospettive:finanziaria, del consumatore, interna dell'impresa, di innovazione eapprendimento.

Per ciascuna prospettiva si individuano: gli obiettivi, gli strumenti, i valori-target, le iniziative.

Attraverso l’esame congiunto dei vari indicatori e l’analisi delleinterrelazioni possibili tra le diverse prospettive e i relativi obiettivi, sipianificano e si correggono le strategie e i processi organizzativi interni.

L’importanza riconosciuta alla Balanced Scorecard è unanime in quantoutilizza indicatori generici, che riflettono obiettivi comuni a molte aziende,integrati con un insieme di indicatori specifici della singola impresa.

Balanced Scorecard (R. Kaplan, D. Norton, 1992)


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Business Navigator


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È stato sviluppato da Skandia, una compagnia di assicurazioni svedese che, nel1994, ha pubblicato un supplemento al bilancio contenente una serie di valorie di informazioni sulle dimensioni che compongono il capitale intangibile.

Seleziona cinque sistemi di indicatori (financial focus, customer focus, humanfocus, process focus, renewal and development focus) giudicati rilevanti e chesi presentano come le capacità richieste per produrre risultati economico-finanziari.

Rispetto alla Balanced Scorecard, esplicita una quinta dimensione focalizzatasulle risorse umane, considerate il cuore dell’organizzazione e motore nellosviluppo del Capitale Intellettuale, in grado di interagire con tutte le altre aree.

Il modello ha il pregio di ricomporre in una visione d’insieme le correlazioni e iflussi di conoscenza alla base della creazione del valore.

Business Navigator


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Fonte: Customer Value, Supplemento al Bilancio Skandia, 1996.

Intangible Asset Monitor (K. E. Sveiby, 1997)


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Si fonda sul principio che sono le persone (individual capital) la principalefonte di vantaggio competitivo. Abilità, conoscenze, esperienze, valori, capacitàrelazionali, analitiche non potranno mai essere completamente codificate.

Suddivide l’area dell’intangibile in tre categorie: struttura interna (brevetti,modelli gestionali, sistemi informativi e amministrativi ecc.), struttura esterna(relazioni, marchi, reputazione), e competenza delle persone.

Il modello comprende anche la categoria dei beni tangibili.

Si presenta come una tabella contenente una serie di indicatori articolatisecondo le tre dimensioni e monitorati in funzione della loro capacità disviluppare la dimensione alla quale si riferiscono, del tasso con cui questerisorse sono in grado di svilupparsi e rigenerarsi, del livello di efficienza con ilquale sono utilizzate e del rischio di poterle perdere.



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Fonte: Sveiby, 1999 - 2001.

È importante sapere che:


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Nessun metodo di valutazione è veramente esaustivo, riuscendo acogliere solo parti o aspetti del Capitale Intellettuale nel suo insieme.

La scelta di un metodo piuttosto che un altro dipende dal contesto diapplicazione ed è relativa a ciò che si vuole misurare e, quindi, ad unospecifico obiettivo.

Nel caso dei modelli multidimensionali, gli indicatori utilizzati sonocontestuali e devono essere adattati a ciascuna organizzazione. Ciò rendepiù difficile effettuare confronti.

Il Bilancio del Capitale Intellettuale



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È un documento a forma libera che va a gestiree valorizzare il Capitale Intellettuale diun’azienda e costituisce un’opportunità dicreare valore e trasparenza per l’impresa.

È da considerarsi complementare al piùtradizionale bilancio d’esercizio, il quale èregolato da pesanti vincoli normativi chepongono forti limitazioni alla tipologia diinformazioni comunicabili.

Consente di colmare l’asimmetria informativasulla creazione del valore aziendale e disviluppare comportamenti proattivi per reagirealle oscillazioni del mercato.

Finalità del Bilancio del Capitale Intellettuale


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Individuare e valutare gli elementi che risultano maggiormente rilevantiper l’azienda ai fini della creazione del valore nel suo complesso.

Ricapitolare sistematicamente tutte le informazioni sugli intangibiliesistenti a fine esercizio, sulle loro variazioni rispetto all’esercizioprecedente e misurare la creazione e la distruzione di valore del CapitaleIntellettuale.

Comunicare con gli stakeholder (originare un sistema virtuoso etrasparente di informazione con un conseguente miglioramentodell’immagine e della reputazione aziendale).

Cogliere in anticipo la possibile evoluzione dell’azienda negli esercizisuccessivi e identificare tempestivamente eventuali segnali di crisi edebolezza.



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La misura del Capitale Intellettuale non si ottiene da un sistema di indiciunivoci e generalizzati, ma è necessario, per ogni tipo di business eazienda, individuare l’insieme di indicatori più idonei a misurare ilpatrimonio intellettuale.

Gli indicatori presentano, solitamente, un trend triennale per consentireuna valutazione comparativa e facilitare l’analisi dell’andamento temporaledella performance.

Si propone di cogliere un’azienda “in movimento”, descrivendo le modalitàattraverso le quali essa trasforma le conoscenze, le competenze e le abilitàin competitività e valore.



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Il livello di dettaglio delle informazioni fornite dipende dalle dimensionidell’impresa, dalla struttura aziendale e dalla capacità di analisi internaed esterna dell’organizzazione.

L’AIAF (Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari) suddividele società secondo il livello di estensione e di completezza delleinformazioni che forniscono con la loro comunicazione esterna:

informazione “minima”; informazione“ragionata”; “bilancio intangibles”.



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Il modello guida del Bilancio del Capitale Intellettuale è costituito da unaserie di indicatori, qualitativi e quantitativi, suddivisi in tre macrosezioni:

“Capitale Umano” (competenze del personale dipendente e manageriali); “Capitale Strutturale” (proprietà intellettuale, processi organizzativi,

sistemi informativi); “Capitale Relazionale” (immagine aziendale, rapporti con clienti e

stakeholders).

* KPI (Key Performance Indicator)


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Un indicatore chiave di prestazione è un indice che monitora l’andamentodi un processo aziendale.

I KPI servono a determinare in quale misura gli obiettivi prefissati,operativi e strategici, sono stati raggiunti (di conseguenza, diverse aziendehanno diversi KPI a seconda dei loro rispettivi criteri di performance opriorità).

Possono essere stabiliti anche in modo arbitrario, ma seguendo specificistandard di settore.

Devono essere: quantificabili, pratici (integrati con gli attuali processiaziendali), direzionali (contribuiscono a determinare se una società stamigliorando), operativi (possono essere messi in relazione al contestopratico per misurare un cambiamento effettivo).



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All’interno delle macrosezioni, gli indicatori sono ulteriormente ripartiti in:

indicatori di crescita e rinnovamento; indicatori di efficienza; indicatori di stabilità.

È indispensabile operare un’analisi incrociata degli indicatori dalla quale faremergere una valutazione oggettiva di ogni dato.

Seguendo una modalità per compartimenti, c’è il rischio che l’efficienza,l’efficacia e tutta l’essenza dell’impresa, ne risultino alterate.

Indicatori del Capitale Umano


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Indicatori di crescita e rinnovamento:

Riguardano l’acquisizione di risorse e competenze al fine di migliorare la competitività aziendale e la qualità

dei servizi proposti, ma anche la partecipazione e la responsabilità

delle diverse risorse.

Totale delle risorse umane assunterispetto all’anno precedente;

Percentuale di presenza femminilenell’organico totale e nelle diversecategorie;

Numero totale di dipendenti (suddivisiper categorie omogenee);

Percentuale del fatturato relativo aspese di formazione;

Ore totali di formazione erogate efruite.



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Indicatori di efficienza:

Sono utili per valutare la flessibilità delle risorse e la produttività del

personale.

Fatturato pro-capite del personale (daconfrontare con altri indicatoriintangibili all’interno del bilancio delcapitale intellettuale);

Valore aggiunto per dipendente;

Valore aggiunto per manager.



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Indicatori di stabilità:

Forniscono informazioni sul grado di solidità del patrimonio intellettuale

dell’azienda.

Età media dei lavoratori (suddivisi percategorie omogenee);

Turnover del personale impiegato;

Indice medio di assenza dell’organico;

Anzianità aziendale media deidipendenti;

Employee satisfaction index (misuratoda indici elementari quali lapercentuale di assenze immotivate, lapercentuale di scioperi interni, ireclami da parte dei dipendenti e lapercentuale di dimissioni).

Indicatori del Capitale Strutturale


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Sono utili a misurare l’acquisizione tecnologica e la capacità dell’azienda

di trasferire in regolamenti e procedure l’acquisizione di nuovo

know-how.

Percentuale di fatturato derivante danuovi prodotti;

Percentuale di fatturato investita inricerca e sviluppo;

Numero di brevetti e marchi registrati;

Percentuale di investimenti in assetintangibili (spese di marketing,formazione delle risorse umane e gliinvestimenti in ICT).



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Riguardano la flessibilità e la produttività della struttura e sono

strettamente correlati alla tipologia di business in cui opera l’impresa.

Tempo medio per lo sviluppo di nuoviprodotti;

Fatturato pro-capite del personale;

Produttività degli stabilimenti e deireparti;

Tasso di utilizzazione degli impianti;

Numero dei processi organizzativimigliorati e quello dei prodotti e servizirivisitati;

Numero processi totalmenteautomatizzati.



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Forniscono informazioni sul grado di solidità del patrimonio intellettuale

dell’azienda. Indicano continuità operativa.

Grado di conformità dei processiproduttivi a determinati parametrifissati da enti certificatori esterni(certificazioni ISO).

Immagine aziendale interna;

Analisi dell’attività di formazione delpersonale (numero ore/giorni diformazione interna per dipendente).

Indicatori del Capitale Relazionale


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Riguardano lo sviluppo di nuovi rapporti e relazioni nel territorio.

Evoluzione del fatturato;

Fatturato per area di business;

Numero complessivo di clienti;

Brand awareness e immagineaziendale;

Percentuale di fatturato derivantedalla nuova clientela;

Numero di nuovi clienti acquisiti.



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Misurano il livello di soddisfazione della clientela e contribuiscono alla costruzione di una buona immagine

aziendale.

Customer satisfaction index (mediantequestionario con scala di punteggio);

Fatturato medio per cliente (consentel’analisi della crescita dei ricavi inrelazione a quella del numero deiclienti);

Numero dei reclami risolti in relazionea quelli presentati;

Indice di concentrazione del fatturato(fatturato dei primi cinque miglioriclienti/fatturato complessivo),esprime la capacità dell’azienda disviluppare le relazioni commercialicon i clienti più importanti.



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Riguardano la composizione del portafoglio clienti, la fedeltà dei

consumatori e il livello di consolidamento delle relazioni con il mercato. Comprendono gli indicatori

di customer loyalty e la durata del rapporto con i fornitori più

importanti e strategici per l’azienda.

Percentuale dei clienti fedeli;

Percentuale del fatturato derivante daclienti fedeli;

Tasso di riacquisto dei clienti fedeli;

Durata complessiva del rapporto con iclienti fedeli;

Numero dei fornitori;

Durata media del rapporto tra aziendae fornitori.

Per concludere…


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Il reporting periodico sulle risorse intangibili rappresenta uno strumentoinformativo supplementare o integrativo al tradizionale bilancio d’esercizio.Adottando questa metodologia di analisi, con cadenza almeno annuale, èpossibile individuare e valutare gli elementi che risultano maggiormenterilevanti per l’azienda ai fini della creazione del valore.

Più si investe negli asset intangibili e nel Capitale Intellettuale, più i marginidi crescita e sviluppo sono elevati in quanto, l’impresa crede nelle propriecapacità, nel miglioramento continuo dei propri processi produttivi e nellaqualità e unicità dei prodotti e servizi offerti alla propria clientela.

È opportuno sviluppare specifici programmi o linee d’azione incentratesulla protezione e sul potenziamento del Capitale Intellettuale d’impresa,coerentemente con le strategie di business, mediante una gestioneefficiente e ottimale delle risorse intangibili.

Grazie per l’attenzione!

[email protected]

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