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IL CARDINALE FAULHABER E L'ENCICLICA «MIT BRENNENDER SORGE »Author(s): ANGELO MARTINISource: Archivum Historiae Pontificiae, Vol. 2 (1964), pp. 303-320Published by: GBPress- Gregorian Biblical PressStable URL: http://www.jstor.org/stable/23563499 .
Accessed: 12/06/2014 22:46
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ANGELO MARTINI S. I.
IL CARDINALE FAULHABER E L'ENCICLICA
« MIT BRENNENDER SORGE »
Summarium. — Editur textus schematis encyclicae paratus a card.
Michaele Faulhaber, rogatu card. E. Pacelli a secretis Status Papae Pii XI.
Simul breviter delineatur origo illius encyclicae. Mense Januario 1937
vocantur Romana très Cardinales Germaniae (Bertram, Schulte, Faulha
ber) simul cum episcopis von Galen Monasteriensi et von Preysing Bero
linensi. Collatis consiliis cum cardinali a secretis Status, approbante Pio XI, decernitur publicatio encyclicae de condicione Ecclesiae in Ger
mania. Card. Faulhaber, rogatus, illieo suum schema parat, ex quo oritur
textus definitivus. Demonstratur quomodo hic textus pendeat a textu
Faulhaber, et subiciuntur aliquae considerationes generaliores.
La pubblicazione della lettera enciclica di Pio XI sulla con
dizione della Chiesa cattolica in Germania Mit brennender Sorge
costituì letteralmente una sorpresa mondiale. Letta dai pulpiti delle chiese tedesche la domenica delle Palme 21 marzo 1937,
venne pubblicata nel testo tedesco originale e nella traduzione
italiana dall'Osservatore Romano del 22-23 marzo, mentre in Ger
mania se ne diffondevano migliaia di esemplari stampati tra il
17 e il 21 dello stesso mese, e per la stampa mondiale era stato
preparato in Vaticano e diffuso un ampio riassunto.
La sorpresa era stata completa anche per la polizia segreta e il Governo del Terzo Reich, impotenti ad impedirne la diffu
sione, anche se nel pomeriggio del 20 marzo ne era stata con
segnata una copia alla Gestapo di Monaco di Baviera da un
operaio della tipografia ove se ne erano stampati migliaia di
esemplari e la polizia stessa ne aveva confiscati quattro mila.
La reazione nazionalsocialista si rivolse tutta intera contro
Pio XI e il Segretario di Stato cardinale Pacelli. Nella violenta
polemica giornalistica scatenatasi in Germania, in colloqui pri
vati dello stesso Hitler e di altri massimi dirigenti del partito ο del governo non mancarono accuse a questo ο quello degli uomini politici emigrati quali istigatori ο aiutanti nella stesura
della enciclica. Non vennero accusati i vescovi tedeschi e non
fu compiuto il tentativo di renderli corresponsabili in quello
che venne bollato come un tentativo criminoso compiuto su
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304 ANGELO MARTINI
scala mondiale contro lo Stato nazionalsocialista e il popolo tedesco.
L'enciclica invece non aveva colto di sorpresa l'episcopato germanico. A prescindere dalla conoscenza immediata del testo
quando venne portato a Berlino, alla Nunziatura, e di là, per mezzo di un oculato servizio, distribuito ai 26 destinatari, i
maggiori esponenti della gerarchia, i cardinali Bertram di Bre
slavia, Schulte di Colonia, Faulhaber di Monaco e i vescovi von Galen di Miinster e von Preysing di Berlino fin dal gennaio 1937 erano a conoscenza della preparazione del documento, anzi ave vano pregato Pio XI di volerlo emanare.
In realtà la lotta contro la Chiesa in Germania nel 1936 aveva segnato ulteriori progressi e si era concentrata in modo
particolare sulla scuola confessionale cattolica che si voleva com
pletamente eliminata. Un incontro avvenuto il 4 novembre 1936
nell'Obersalzberg, per invito di Hitler, con il cardinale Faulhaber aveva piuttosto mostrato la sua decisa volontà di raggiungere le sue mete : la unificazione anche spirituale del popolo tedesco nella ideologia nazista, non la ripetutamente asserita volontà di
rispettare le Chiese e il caloroso appello alla collaborazione per il bene e i gloriosi destini del popolo e della patria1.
A Roma si sentì la necessità di consultare qualificati mem bri della Gerarchia di Germania e furono invitati i tre cardinali ed i due vescovi sopra nominati. Cadendo in quell'anno il turno della Germania per la visita ad limina dei vescovi, il viaggio, anche contemporaneo, poteva non destare sospetti alla Gestapo e alla stessa rappresentanza diplomatica.
Di fatto, il 16 gennaio, i prelati, appena terminata una riu nione collettiva dell'episcopato tedesco a Fulda nei giorni 12 e 13 gennaio, si riunirono in Roma presso il Segretario di Stato. Dopo una franca esposizione delle condizioni del cattolicismo e dei cattolici, il card. Pacelli pose la questione sul da farsi. Scartata l'ipotesi di una lettera ad Hitler, i presenti ritennero necessaria una parola del Papa per denunciare pubblicamente la situazione della Chiesa, colpire la dottrina del neopagane simo che si voleva imporre a tutto il popolo e sopratutto alle nuove generazioni fin dai più teneri anni, e rivolgere una parola di conforto ed incoraggiamento al clero e al popolo, ge neralmente forti nella difesa della loro fede e nella fedeltà alla Chiesa, ma esposti pericolosamente alla propaganda quotidiana
1 Di questo incontro, non ancora debitamente messo in luce, porta breve accenno M. Maccarrone, Il nazionalsocialismo e la Santa Sede, Roma 1947, p. 142.
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Titolo posto dal card. Pacelli sul foglio contenente
il manoscritto del card. Faulhaber (cfr. p. 307")
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Facsimile dell'inizio dello schema Faulhaber
(f. 1 del manoscritto, vedi p. 311 lin. 1-17)
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vedi
p.
315
lin.
1-14)
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Inizio della parte V : Nessuna adulterazione di nozioni e termini sacri
(f. 5b del Ins., vedi p. 316 lin. 1-25)
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finale
del
manoscritto
(la
linea
verticale
a destra
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parole
espresse
da
Pio
XI
nell'udienza
collettiva
del
17
gennaio)
(f.
10
del
ms.;
vedi
p.
320
lin.
23-41)
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L'ENCICLICA « MIT BRENNENDER SORGE » 305 r
contraria al cattolicismo e sviluppata con tutti i mezzi, mentre la difesa era resa materialmente impossibile. I vescovi erano ben consci della inutilità delle loro rimostranze alle quali le autorità competenti non davano risposta, apprezzavano in pieno le coraggiose note di protesta della Santa Sede, portate anche a loro conoscenza, ma ritenevano necessario un pubblico atto emanato dal Vicario di Cristo.
Il giorno seguente, domenica 17, i rappresentanti dell'Epi scopato germanico accompagnati dal cardinal Pacelli furono ri cevuti in udienza collettiva da Pio XI. Era egli in ripresa dopo il grave attacco dell'autunno 1936, ma soffriva visibilmente per acuti dolori che non gli davano requie. Dominando con la forza dello spirito gli assalti del male, il Papa interrogò i vescovi rac colti attorno al suo letto, volle che ciascuno parlasse libera
mente, e interloquì con una visione delle cose alta e piena di
spiritualità. L'impressione riportata dai prelati fu assai profonda sopratutto per le parole da Lui dette a riguardo della sua ma lattia e dei lumi avuti, pregando, durante le lunghe ore di soffe renza. Aveva penetrato più a fondo il mistero della croce e l'ef ficacia della sofferenza per il bene del mistico corpo di Cristo che è la Chiesa. Insistendo sul valore salvifico del dolore racco mandò loro di ripetere quei suoi pensieri ai loro fedeli, quando sarebbero tornati a casa. Il Papa era profondamente compreso della gravità della lotta in corso in Germania, e, appellandosi ad una visione soprannaturale della storia dichiarò di essere fiducioso per l'avvenire. Fiducioso che i nemici non avrebbero
prevalso, non che gli assalti sarebbero diminuiti. Intanto si sa rebbe continuato a lavorare per portare il governo al rispetto ed osservanza del concordato, e la Santa Sede avrebbe conti nuato ad assistere i vescovi, come essi con riconoscente sincerità avevano espresso al Papa. Nessuno si faceva illusioni per un sostanziale cambiamento dell'azione del governo, ma i vescovi convenivano che la stipulazione del concordato era stata un bene per la Chiesa in Germania, offrendo almeno una base giuridica per resistere alle manovre di distruzione, e che, senza di esso, il regime avrebbe già liquidato l'insieme delle opere educative, assistenziali organizzative che ne manifestavano e sostenevano la vitalità2.
L'Osservatore Romano del 18-19 gennaio dava notizia della udienza collettiva dei presuli di Germania, il 22 riferiva di una
2 L'andamento dell'udienza si rileva da alcuni appunti relativi ad essa e da una lettera del card. Faulhaber al Segretario di Stato del 21 gennaio del la quale citaremo alcuni passi importanti in seguito.
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306 ANGELO MARTINI
udienza particolare al cardinale Bertram, e nel numero del 25-26 erano ricordate udienze particolari concesse al card. Faulhaber, al card. Schulte, a mons. von Galen, e a mons. von Preysing 3.
Appare chiaro che tra la Santa Sede e l'episcopato tedesco vi era piena identità di vedute nelle decisioni relative alla situa zione della Chiesa nel Reich. Anche se il card. Pacelli aveva già in animo di proporre un'enciclica, l'idea era stata fatta propria dai Vescovi, e l'avevano richiesta come cosa salutare, conside randola una prova di benevolenza del Papa verso la chiesa tede sca. Sulla unanimità dei vescovi chiamati a Roma volle insistere il card. Pacelli al momento della spedizione dell'enciclica in Ger mania. Inviando i plichi al nunzio di Berlino mons. Orsenigo, scriveva nella minuta stesa di suo pugno : « Con questo cor riere V. Ecc. Rev.ma riceverà un plico per ognuno dei Rev.mi Ordinari della Germania, contenente alcune copie di una lettera
Enciclica, che il Santo Padre, in seguito all'unanime e vivo de siderio espresso dai tre Eminentissimi Cardinali e dai due Ecc.mi Vescovi venuti a Roma, nel Gennaio scorso, si è degnato di in dirizzare loro intorno alla condizione della Chiesa Cattolica in codesta Nazione »4. Nella lettera di accompagnamento ai Singoli Ordinari così si esprimeva : « In der Anlage wird ergebenst Ab druck des Apostolischen Sendschreibens uberreicht, welches der
Heilige Vater, den Ihm miindlich vorgetragenen Bitten der Ver treter des hochwiirdigsten Episkopates Deutschlands entspre chend, unter dem 14. d. M. zu erlassen sich gewurdigt hat »5.
Ma i rappresentanti dell'episcopato tedesco non si limita rono a far propria l'idea dell'enciclica, e a dare suggerimenti per la materia da trattare e l'intonazione generale del documento. Per mezzo di uno di loro, il card. Michele Faulhaber, presero parte direttamente alla stesura del documento. Al termine della riunione del 16 gennaio il card. Pacelli aveva pregato il cardi nale di Monaco di voler mettere su carta pensieri, che riteneva utili per l'enciclica. Successivamente, la sera del lunedì 18, gli aveva precisato il suo pensiero : non si trattava di soli appunti, ma di un vero e proprio abbozzo della lettera pontificia. Faul haber si mise al lavoro, da solo, rinunziando anche all'aiuto di un dattilografo, per conservare la massima discrezione e segre
3 L'Osservatore Romano nel mese di gennaio 1937, a causa della malattia del Papa, non porta l'usuale indicazione delle udienze. Riferendo sui progres sivi miglioramenti della di Lui salute, parla anche di personaggi ricevuti in udienza, senza darne il giorno esatto.
4 Pacelli a Orsenigo, 10 marzo 1937, n. 860/37, minuta autografa. s Pacelli ai Vescovi tedeschi, 10 marzo 1937, n. 840/37 minuta dattiloscritta
con correzioni autografe di Pacelli.
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L'ENCICLICA « MIT BRENNENDER SORGE » 307
tezza. Vi dedicò sopratutto le ore della notte, e, all'alba del 21, dopo aver apportato le ultime correzioni, scrisse una lettera al card. Pacelli per presentargli i fogli autografi, nei quali era con tenuto il suo schema. I fogli sono undici, scritti tutti a mano del Faulhaber e portano i segni evidenti della elaborazione che il testo veniva man mano prendendo nella mente dell'autore men tre lo stendeva sulla carta. Fece poi alcune aggiunte, ritenute necessarie rileggendo il manoscritto e che furono portate nel testo ο con segni a penna ο a matita rossa6.
Evidentemente questo testo è stato preceduto da appunti e
sopratutto da maturazione dei concetti quali difficilmente si po trebbero spiegare in un lavoro di primo getto. Il nesso logico delle parti è infatti molto forte, e tutto il ragionamento progre disce con uno sviluppo interno, frutto soltanto di un profondo ripensamento interiore. L'autore stesso ha cura di sottolineare
questa connessione legando le singole parti, l'uno all'altra. Così la genuina fede in Dio, non è possibile senza la genuina fede in Gesù Cristo, questa dipende dalla fede nella Chiesa, a sua volta
poggiata sulla fede al primato del Vescovo di Roma. Il card. Faulhaber ha dato questa forma esteriore al suo
abozzo :
Introduzione : situazione della Chiesa in Germania - eroismo di molti e apostasie di altri - appelli al go verno per il concordato - malattia del Papa mistero del dolore e della croce - parole ai
vescovi (ff. 1-2) '
(I) Reiner Gottesglaube (ff. 2-3) (II) Reiner Christusglaube (ff. 3-4) (III) Reiner Kirchenglaube (ff. 4-5a)
(IV) Reiner Glaube an den Primat (ff. 5a-5b)
(V) Keine Umdeutung heiliger Worte (ff. 5b-6)
(VI) Sittenlehre und Sittliche Ordnung (ff. 6-7)
(VII) Anerkennung des Naturrechts (ff. 7-8)
(Vili) An die Jugend (ff. 8-9) (IX) An die Priester und Getreuen (ff. 9-10) Conclusione (f. 10)
6 I fogli sono del formato 28 χ 22 scritti soltanto su una facciata. La nu
merazione è avvenuta in un secondo tempo, a matita rossa. Non riesco a spie
gare la numerazione 5a, 5b. Si tratta probabilmente di ima svista, rimediata
con l'aggiunta delle lettere. I fogli sono stati collocati dal card. Pacelli in
un foglio doppio, e sulla prima pagina vi scrisse di suo pugno: « I" schema
proposto dall'Em. Card. Faulhaber ». Furono inseriti nella posizione relativa
alla Enciclica « Mit brennender Sorge ».
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308 ANGELO MARTINI
Se si confronta il testo della enciclica appare chiaramente come quest'ultimo ha fatto sua la divisione della materia dello schema Faulhaber, inserendo un ampio paragrafo dedicato al Concordato e sdoppiando il paragrafo finale (IX); in questo modo 7
:
Introduzione : situazione della Chiesa e dei cattolici ni Ger
mania, visita dei rappresentanti dell'Episco pato, eroismi di molti e apostasie di altri
(pagg. A.A.S. 145-146)
(1) Il Concordato (146-148) (2) li] Reiner Gottesglaube (148-150) (3) [III Reiner Christusglaube (150-152) (4) CHI] Reiner Kirchenglaube (152-155) (5) [IV] Reiner Glaube an den Primat (155-156) (6) [V] Keine Umdeutung heiliger Worte und Begriffe
(156-158) (7) [VI] Sittenlehre und sittliche Ordnung (158-159) (8) [VII] Anerkennung des Naturrechts (159-160) (9) [Vili] An die Jugend (160-162)
(10) [IX] An die Priester und Ordensleute (162-164) (11) [IX] An die Getreuen aus dem Laienstande (164-165) Conclusione (165-167).
L'indicazione delle pagine del testo stampato negli Acta Apostolicae Sedis indica pure che le singole parti hanno subito un ampliamento che supera di parecchio la stesura dell'arcive scovo di Monaco. Bisogna però notare che i concetti espressi dal Faulhaber sono stati ripresi nel testo definitivo ed anche le
parole, in molti passi, con qualche mutamento sono passate nella enciclica. Ciò vale per le parole iniziali sempre assai studiate
(si pensi a quelle della Rerum novarum, le cui varianti sono ora note dall'edizione Antonazzi8) : Mit grosser Sorge (Faulhaber) divenute Mit brennender Sorge, ed anche per le citazioni della Sacra Scrittura. Valgano per questa il rilievo che le prime cita
7 L'edizione ufficiale dell'Enciclica in Acta Apostolicae Sedis 29 (1937) 145 167 per il testo tedesco, e pagg. 168-188 per il testo italiano. Da notare che il testo tedesco non porta numerazione progressiva, nè sottotitolo speciale per la parte sul Concordato. Le altre sono indicate fra parentesi, come aveva fatto Faulhaber nel suo manoscritto. Il testo italiano invece ha numerazione pro gressiva, ed incomincia col η. 1. Il Concordato. Questa numerazione riportiamo nel testo con parentesi tonde.
8 Giovanni Antonazzi, L'Enciclica Rerum Novarum. Testo autentico e re dazioni preparatorie. Roma 1957
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L'ENCICLICA « MIT BRENNENDER SORGE » 309
zioni (3 Joh. 4 e 2 Petr. 2,2) e l'ultima (Coloss. 1,9) sono uguali nell'abbozzo Faulhaber e nel testo definitivo.
Tralasciando un confronto ulteriore, facile a compiersi poi ché riportiamo per intero le pagine del Faulhaber, sembrano ne cessarie alcune considerazioni. Evidentemente l'arcivescovo di Monaco non ha avuto il tempo per una redazione compiuta e
sopratutto per rielabolarla con aggiunte ed approfondimenti che molti motivi gli avrebbero suggerito. Ancora commosso per le
parole del Papa nella udienza collettiva del 17 sul mistero della
sofferenza, e memore della sua raccomandazione, ne fece espres sa menzione all'inizio del suo scritto e nella esortazione finale, richiamandosi ai testi di s. Paolo citati da Pio XI. Lo volle poi ricordare al card. Pacelli, spiegandogli che nei passi segnati a fianco con un lungo tratto di matita rossa aveva ripetuto i con cetti uditi dalla bocca del Santo Padre (Wìls am Rande rot gestri chen ist, sind Gedanken, die der Heilige Vater in der unvergess lichen Sonntagsaudienz Selber entwickelte mit dem Zusatz: Sa
gen Sie das zu Hause). Assecondando talune affermazioni di suoi
colleghi, diede allo scritto un tono più pastorale e meno pole mico per non offrire argomenti alla propaganda del governo nazionalsocialista. E' però altrettanto evidente che egli ha avuto di mira la Weltanschauung nazionalsocialista e non ha aborrito dal bollare le concezioni del Rosenberg con parola dura e sfer zante. Resta il fatto che il testo dell'enciclica inserisce il lungo paragrafo relativo al Concordato che inchioda il governo fedi
frago alle sue responsabilità. Questa inserzione corrispondeva all'animo intrepido di Pio XI, ma rispondeva pure alla mentalità del card. Pacelli incline per temperamento a ricapitolazioni sto riche atte a servire di base alle successive argomentazioni dot trinali e pratiche. Nel caso della Germania era evidente la ne cessità di una spiegazione sulla conclusione del Concordato e sulle sue sorti ulteriori. Con chiarezza incisiva l'enciclica affer mava che l'iniziativa era partita dal governo, e che il Papa si era deciso alla conclusione e ratifica « nonostante molte gravi preoccupazioni, non senza sforzo » nel solo spirito di contribuire alla pacificazione, e al bene maggiore del popolo tedesco. Con non minore efficacia si adombra poi la storia delle trattative
per l'esecuzione degli accordi e la lunga e tenace lotta diploma tica per esigere l'osservanza e la fedeltà ai patti liberamente sottoscritti. Anche se il testo definitivo della lettera papale oltre che all'ampiezza possédé un tono qua e là più preciso e peren torio, conviene rilevare che esso è il frutto di una attività du rata fino agli ultimi giorni di febbraio, e proviene dall'ufficio
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310 ANGELO MARTINI
del cardinale Segretario di Stato nel quale si erano redatte le note diplomatiche al governo del Reich, che hanno stretti rappor ti di stile con quello dell'enciclica. Il card. Faulhaber poi, con modestia scrisse al Pacelli nella sua lettera del 21 gennaio, che
gli mandava einen unvollkommenen und wohl auch ganz un brauchbaren Entwurf. E, lasciando la più ampia libertà di uti lizzarlo ο meno, concludeva : Nachtrdglich beim Uberlesen um
1/2 4 Uhr in der Friihe sehe ich, dass das fiir einen bischòflichen
Hirtenbrief in Deutschland vielleicht geht, aber fiir ein papstlì ches Schreiben nicht wiirdig ist. Che se la modestia del cardi nale di Monaco era forse eccessiva, il Segretario di Stato volle
rendergli testimonianza riconoscente per il servizio prestato, scri
vendogli il 2 aprile: Es ist mir eine besondere Herzensangele genheit, Euerer Eminenz meine innigen Wiinsche und neben der
Bestatigung des wierten) Schreibens vom 23. v.M. zugleich herzlichen Dank fiir ailes zu entbieten, was Sie gelegentlich Ihrer letzten Romreise an Miihen und Arbeit auf sich genommen ha ben9.
Supera i limiti di questa presentazione l'entrare a discutere alcune interpretazioni date recentemente all'enciclica, al suo con tenuto ed alla responsabilità del card. Pacelli per tutto il docu mento 10. Rimane tuttavia da far osservare che la redazione del documento avvenne sotto il suo continuo e costante controllo. A parte una aggiunta di suo pugno sul testo del card. Faulhaber, che si riferisce evidentemente a parole dette da Pio XI nella udienza collettiva del 18 gennaio, il testo tedesco originale fino alle bozze, porta i segni della sua costante vigilanza. Se poi si confronta l'enciclica con il testo delle Note diplomatiche, per esempio quella del 30 aprile in risposta alla violenta nota di protesta presentata dal governo tedesco il 12 aprile, preparata e firmata dal card. Pacelli, si rileverà agevolmente la stretta parentela di stile, di espressioni e di argomentazione ".
La pubblicazione del testo completo dell'abbozzo del card. Faulhaber mette ora in più esatta luce la perfetta intesa del l'episcopato germanico con la Santa Sede in un momento di par ticolare gravità per la Chiesa tedesca, come pure la fiduciosa cer
9 Pacelli a Faulhaber, 2 aprile 1937, n. 1177/37. 101 Ci limitiamo a citare Jacques Nobécourt, Le Vicaire et l'histoire, Paris
1964, 163-171; e Guenter Lewy, The catholic Church and Nazi Germany, New York 1964, 156-159.
11 II testo in Maccarrone 166-71. Tutto il carteggio diplomatico 1933-1937 tra il Reich e la Santa Sede sarà pubblicato tra breve a cura del prof. D. AI brecht. Alla di lui cortesia devo la consultazione delle bozze di stampa.
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L'ENCICLICA « MIT BRENNENDER SORGE » 311
tezza di esso di avere nel papa il migliore e il più valido difen sore. Ma ci da modo di spiegare alcuni atteggiamenti di Pio XII durante la seconda guerra mondiale. Egli disse allora, ed anche in seguito, in discorso confidenziale, di non aver mai voluto com
piere un qualsiasi passo destinato alla pubblicità, oppure rivolto nel silenzio di trattative, senza aver prima consultato l'episcopato delle regioni per le quali doveva compiere atti del suo governo pastorale. Ciò è vero non soltanto per gli anni della guerra: vale anche per quelli precedenti, e per quanto è a nostra cono
scenza, rispondeva ad una norma della Santa Sede di lunga tradizione.
TESTO *
An die deutschen Bischote.
Mit grosser Sorge haben Wir die Entwicklung des kirchlich
religiosen Lebens in dem Lande beobachtet, dem der hi. Boni fatius die Frohbotschaft vom Reiche Gottes brachte. Wir spre chen mit dem Apostel der Liebe: « Eine gròssere Freude habe 5 ich nicht als wenn ich hòre, meine Kinder wandeln in der Wahr heit » (3 Joh. 4), und Wir fiigen hinzu : Eine gròssere Sorge haben Wir nicht als wenn Wir hòren, viele verlassen und ver lâstern den Weg der Wahrheit (2 Petr. 2,2). In dieser Sorge um die Freiheit des kirchlich-religiòsen Lebens in Deutschland 10 haben Wir Uns immer wieder in Einzelfragen an die verantwort liche Stelle gewendet, die nach ihrem eigenem Wunsch durch einen feierlichen Vertrag, Wir meinen das Reichskonkordat, mit Uns in Verbindung steht. Heute wenden Wir Uns in vàterlicher Liebe an die deutschen Bischòfe und durch diese an die deut- 15 schen Katholiken, deren Glaube im Feuer der Triibsal als echtes Gold erprobt wird. Wie der Ewige Hohepriester die leidens fàhige menschliche Natur annahm und den Kelch des Leidens trank, ut misericors fieret (Hebr. 2, 17), um fiir fremdes Leid ein erbarmendes Herz zu haben, so richten sich Unsere 20 Gedanken und Gebete in besonderer Liebe in Tagen eigenen
8 horen] die Kinder der hi. Kirche cancellato; viele aggiunta marginale. — 10 des] reli gios-kirchlichen prima stesura cancellata, inversione. — 17-31 Wie der ... zu erleben] segno rosso verticale a margine. Indica parole di Pio XI nell'udienza del 17 gennaio. —- 21 Liebel] jenen auf cancell.
* Le parole qui spazieggiate sono sottolineate nell'originale.
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312 ANGELO MARTINI
Leides auf jene Kinder der Kirche, die durch Unser Mitleid ge tròstet und ermuntert werden sollen.
In Tagen schmerzvoller Krankheit haben wir in einem neuen 25 Licht das Geheimnis erkannt: Ailes Heil geht vom
Kreuze des gottlichen Meisters aus und fiihrt dahin zuriick. So haben Wir auch unter Schmerzen froh
lockt, dass Wir einen Beitrag leisten diirfen, die Kraft des
Kreuzes, die Wir an Uns selber in reicher Filile empfinden, der 30 Menschheit zu verkiinden und zum ersten Mal in unserem Le
ben das kiihne und tiefe Wort des Apostels [2] zu erleben: Wir
erganzen durch unsere Leiden, « was am Leiden Christi fiir sei nen Leib, die Kirche, noch mangelt » (Coloss. 1,24). Das Leiden Christi war nicht mangelhaft, nicht erganzungsbediirftig, es war
35 vollendet mit unendlicher, fiir alle Zeiten wirksamer Siihne kraft. Nur eines solite noch hinzugefiigt werden, seine geschicht liche Fortsetzung durch die Leidensgemeinschaft der einzelnen Glieder mit dem Haupt des mystischen Leibes, die auch der Kirche im ganzen zu gute kommt.
[I] (Reiner Gottesglaube)
Habet acht, ehrwiirdige Sohne und Briider, dass vor allem der Gottesglaube, die erste Grundlage jeder Religion, rein und unverfalscht im deutschen Land erhalten bleibe. Dass
5 man nicht in pantheistischer Verschwommenheit Gott mit dem Weltall gleichsetze und so Gott in der Welt verweltliche und die Welt in Gott vergòttliche. Dass man nicht nach altgerma nischem Aberglauben das diistere unpersònliche Schicksal an die Stelle des persônlichen Gottes riicke, der in seiner Weisheit
io und Vorsehung « kraftvoll und giitig von einem Ende der Welt bis zum andern waltet » (Weisheit 8, 1) und ailes zum guten Ende lenkt. Habet acht, dass nicht die Rasse oder der Staat oder andere Werte der Volksgemeinschaft, die wohl in der Ord
nung der irdischen Werte einen Ehrenplatz beanspruchen kòn 15 nen, iiberschâtzt und mit Gòtzenkult vergottert werden. Dass
nicht der dreimal heilige Gottesname als leere Etikette fiir ir gend ein gedankenloses Gebilde der menschlichen Fantasie ge braucht werde. Unser Gott ist der personliche, iibermenschliche, iiberweltliche, der allmachtige und unendlich vollkommene Gott,
23 getrostet] werden. cariceli. — 24 einem] neuen agg. marg. — 30-31 und] zum ... Leben agg. marg. — 35 unendlicher] fiir ... wirksamer agg. marg. — 36 solite] noch agg. nel testo. — 37 Fortsetzung] des Leidens Christi cariceli.
15 mit] einem wahren cancell. — 15 werden.] Unser Gott cancell. Dass agg. marg. — 18 personliche] iiberweltliche, cancell.
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L'ENCICLICA « MIX BRENNENDER SORGE » 313
einfach in der Dreiheit der Personen, dreipersònlich in der Ein- 20
heit des gòttlichen Wesens, der Konig der Weltgeschichte, der keine fremden Gòtter neben sich dultet, die absolute sittliche
Vollkommenheit, die in souveraner Fassung [3] ihre Gebote gibt und von jedem Menschen dariiber Rechenschaft fordert. Es ist eine nur fiir oberflàchliche Geister annehmbare Irrlehre, wenn 25 man von einem nationalen Gott spricht. Gott ist der
Schòpfer aller Welt, der Kònig aller Vòlker, vor dessen Gròsse die Vòlker klein sind wie Tropfen am Wassereimer (Is. 40, 15). Gott ist der Herr, der sich nicht in die Grenzen eines einzelnen Volkes einsperren lassi. Die Bischòfe der Kirche, auf- 30
gestellt « fiir das, was sich auf Gott bezieht » (Hebr. 5,1), miis sen dariiber wachen, dass die Majestàtsrechte Gottes auch im òffentlichen Leben anerkannt, die Gebote Gottes als Grundlagen der sittlichen Ordnung beobachtet, der Name Gottes und das Wort Gottes nicht gelàstert (Tit. 2, 5), dass die Gotteslâsterun- 35
gen, zeitweise zahlreich wie der Sand am Meere, zum Schweigen gebracht werden.
[II] (Reiner Christusglaube)
Der Gottesglaube wird sich nicht rein und unverfalscht er halten, wenn er nicht gestiitzt wird vom Glauben an Christus. « Niemand kennt den Sohn ausser der Vater, und niemand kennt den Vater ausser der Sohn und wem es der Sohn s offenbaren will » (Lue. 10,22). « Das ist das ewige Leben, dass sie Dich erkennen, den allein wahren Gott, und den Du gesandt hast, Jesus Christus » (Joh. 17,3). Es darf also niemand sagen : « Ich bin gottglaubig, das ist mir genug Religion ». « Wer den Sohn verleugnet, hat keine Gemeinschaft mit dem Vater, und 10 wer den Sohn bekennt, hat auch Gemeinschaft mit dem Vater » (1 Joh. 2,23).
In Jesus Christus ist die Filile der Offenbarung erschienen. « Auf vielerlei Art und in verschiedenen Formen hat Gott zu den Vatern durch die Propheten gesprochen. In der Filile 15 der Zeiten hat er zu uns durch den Sohn geredet » (Hebr. 1,1 f). [4] Die heiligen Biicher des Alten Bundes sind also ein Teil der
24 und] dariiber cariceli. — 24 ist] deshalb cariceli. — 27 Welt,] der sichtbaren cariceli. — 28 wie] der cariceli. — 29 Is. 40, 15).] Gott ist agg. marg. — 29 in] den cariceli, die agg. n. testo — 30 lasst.] Neue Zeile indicazione marginale — 31 Hebr. 5, 1),] haben cariceli. — 33 anerkannt,] der Name Gottes und das Wort Gottes nicht gelàstert (Tit. 2, 5), cariceli. — 35 Wort] Gottes agg. marg. — 35 dass] iiberhaupt cariceli. — 35-36 Gotteslàsterungen,] in der letzten Zeit cariceli.; zeitweise agg. marg.
2 sich] nicht agg. n. testo — 9 mir] Religion cariceli.
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314 ANGELO MARTINI
Offenbarung, und wer die biblische Geschichte und Lehrweisheit des Alien Bundes aus Schule und Kirche verbannt, hat das Wort
20 Gottes gelâstert und den Glauben verleugnet. Der Hôhepunkt der Offenbarung aber ist und bleibt das hi. Evangelium Jesu Christi. Es wâre ein furchtbares Verhângnis, wenn man an die Stelle der Offenbarung, die als Wort Gottes aus der Hohe kam, die sogenannten Offenbarungen von Blut und Rasse setzen wollte.
25 Von Christus dem Gesalbten wurde das Werk der Er io s u η g vollbracht, durch das die Herrschaft der Siinde ge brochen und die Gnade uns verdient wurde, Kinder Gottes zu werden. Seitdem ist kein anderer Name unter dem Himmel den Menschen gegeben, durch den wir selig werden kònnen als der
30 Name Jesus (Apg. 4,12), und kein Mensch kann einen anderen Grund legen als den, der in Christus Jesus bereits gelegt ist
(1 Cor. 3,11).
[Ili] (Reiner Kirchenglaube)
Der Christusglaube wird sich nicht rein und unverfâlscht erhalten, wenn er nicht gestiitzt wird vom Glauben an die Kirche, « die Saule und Grundfeste der Wahrheit »
s (1 Tim. 3,15). Christus selber, hochgelobt in Ewigkeit, hat diese Saule des Glaubens aufgerichtet durch sein Gebot, die Kirche zu hôren (Mat. 18,17) und aus den Worten und Geboten der Kirche seine eigenen Worte und Gebote herauszuhôren (Lue. 10, 16). Die Kirche hat in ihrem Gesetzbuch die Rechte der Laien
io welt innerhalb der Kirche verkiindet, sie kann aber nicht dulden, dass Unberufene und Aussenstehende im Tone angemasster Un fehlbarkeit iiber religiose Fragen entscheiden, iiber kirchliche Stellen in kirchlichen Angelegenheiten zu Gericht sitzen und an der Kirche heute diese und morgen jene vermeintliche Verbes
15 serung vornehmen wollen. Die Geschichte kann es bezeugen, dass ohne die vom Heiligen Geist geleitete Kirche sogar das Zen
traldogma der christlichen Glaubenslehre, der Glaube an Christus den Gottmenschen, friiher oder spater der Irrlehre anheimfallt, E5"] Ohne das Lehramt der Kirche wiirde sein Evangelium mit
20 der Zeit zerblattert. Ohne das Priesteramt der Kirche wiirde
18 die] biblischen cariceli, η — 22-24 Christi.] Es wâre ... wollte. agg. marg. Jetzt neue Zeile in marg. — 26 die] Macht cancell. — 27 Gnade] Kinder Gottes zu werden. trasferito con aggiunta: uns verdient wurde. — 30 und] niem cancell.
5 diese] Stiitze des Glau cancell. — 7 und] in cancell. aus agg. n. testo — 13 Stellen] in ... Angelegenheiten agg. marg. — 16 die] katho cancell. — 16 das] Zentralmacht -macht cancell. -dogma agg. n. testo — 18 Irrlehre] anheimfallen wiirde corretto: -fàllt. wiirde cancell. — 18 anheimfallt.] Sein Evangelium wiirde ohne cancell.; Ohne — 19 Kirche] wiirde sein Evangelium agg. marg.
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L'ENCICLICA « MIT BRENNENDER SORGE » 315
die Feier der hi. Geheimnisse und die Ausspendung der hi. Sa cramente [sic!] missachtet. Ohne das Hirtenamt der Kirche wiirde die Verkiindigung der Gebote zur Aufrichtung der sitt lichen Ordnung mit der Zeit verstummen. Statt der geriihmten « Gottesschau » wiirden wir eine Gotteslàsterung erleben, statt 25 der religiosen Erhebung eine religiose Verwirrung. Es werden in Eueren Gegenden Stimmen laut, die zum Austritt aus der Kirche aufrufen. Wer die Glaubenslehre der Kirche
jemals kennen lernte in ihrer gòttlichen Erhabenheit, die Sitten lehre der Kirche in ihrer weltgeschichtlichen Reformkraft, die 30
Liturgie der Kirche in ihrer geheimnisvollen Wiirde, die Ge schichte der Kirche in ihrem Segen fiir die Kultur, der wird, auch unter Verzichi auf wirtschaftliche oder berufliche Vorteile, der Kirche sagen : Mutter, mir soli die Zunge am Gaumen kleben, wenn ich an meinem Taufgeliibde zum Verrater werde. 35
[IV] (Reiner Glaube an den Primat)
Der Kirchenglaube wird sich nicht rein und unverfâlscht
erhalten, wenn er nicht gestiitzt wird vom Glauben an den Primat des Bischofs von Rom. Gerade damais, als der hi. Petrus den Glauben an Christus den Sohn des leben- 5
digen Gottes bekannte, hat Christus vom Bau seiner Kirche, der
Einen Kirche, und zwar auf Petrus dem Felsen gesprochen (Mat. 16, 18). Der Glaube an Christus, an die Kirche, an den Primat
Pétri stehen also in innerem Zusammenhang, miteinander ste
hend, miteinander fallend. Ueberall in der Welt ist die A u - 10
toritat ein Band der Einheit und eine Biirgschaft der Zu kunft. Am sichersten dort, wo der Autoritat der Beistand des hl. Geistes und der uniiberwindliche Bestand verheissen wurden wie nur der Autoritat der Kirche. [5b] Wenn aber wieder das
Schreckgespenst einer deutschen Nationalkirche 15
euch vorgehalten wird, lasst euch mahnen : Der Vater im Him mel will, dass aile Menschen selig werden und zur Erkenntnis der Wahrheit gelangen (1 Tim. 2,4), der Heiland gab den Apo steln den Befehl, in alle Welt zu gehen und aile Vôlker zu
21-22 Sakramentel verweltlicht cariceli.; missachtet. agg. marg. — 24 geriihmten] deuts cariceli. — 28 aufrufen.] « Priifet die Geister ob sie aus Gott sind » cariceli. — 28 Kirche]
jemals kennenlernte agg. marg. — 29 Erhabenheit] jem cariceli. 6 Bau] der cariceli.; seiner agg. n. testo — 6 Kirche] und zwar cariceli. — 7 Kirche,]
und zwar agg. marg. — 8-10 Mat. 16, 18).] Der Glaube ... fallend agg. marg. — 12 Am] meisten cariceli.; sichersten agg. marg. — 12 wo] die cariceli.; der agg. n. testo — 12 Auto ritat] des kirchlichen Primats ein Wider- cariceli. — 14 wie] nur agg. n. testo — 16 mahnen:]
Solange cariceli. — 19 Befehl,] in alle Welt hinzugehen cariceli.; in aile Welt zu gehen agg. marg.
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316 ANGELO MARTINI
20 lehren (Mat. 28,19), nicht bloss ein einziges Volk. Die Kirche Christi kann also nur eine Weltkirche, nicht eine Nationalkirche sein.
[V] (Keine Umdeutung heiliger Worte)
Ein wachsames Auge werden die deutschen Bischofe auch dafiir haben, wenn religiose Grundbegriffe ihres re
ligiôsen Inhalts beraubt und mit einem profanen Sinn umge 5 deutet werden. 0 f f e η b a r u η g ist die von Gott ausgehende
Mitteilung gottlicher Wahrheiten, nicht die Einfliisterung von Blut und Rasse, nicht die Ausstrahlung der Geschichte eines Volkes. G 1 a u b e ist ein Fiirwahrhalten dessen, was Gott geof fenbart hat und durch die Kirche zu glauben vorstellt, « die feste
io Ueberzeugung vom Unsichtbaren » (Hebr. 11,1). Glauben im re
ligiosen Sinn des Wortes ist nicht gleichbedeutend mit Vertrauen auf die Zukunft eines Volkes. Unsterblichkeit ist das Fortleben der Seele nach dem Tod als persônliches Einzelwesen, nicht das kollektive Mitfortleben im Fortbestand seines Volkes
15 fur eine lange Zukunft im Diesseits. Wo der Glaube an Gott und an das Fortleben der Seele im Jenseits umgedeutet wird, werden die Grundlagen einer jeden religiòsen Weltanschauung umgestossen. Erbsiinde ist die geoffenbarte Tatsache, dass alle Nachkommen Adams im Stammvater gesiindigt haben (Rom.
20 5,12) und erblich belastet wurden (Rom. 5, 17-21). Durch das Leiden und Sterben des Menschensohnes wurde die Welt vom
Fluch der Siinde und des Todes erlost, wurde Christus die Ver
sbhnung fiir die Siinden der Welt (1 Joh. 2,2). Der Glaube an Erbsiinde und Erlosung von der Siinde gehôrt
25 ebenso wie der Glaube 161 an den Schôpfer zum unveràusserli chen Bestand der christlichen Religion. Der billige Spott iiber
Erbsiinde und Siinde iiberhaupt und iiber die Erlosung durch
einen andern kann vor den Tatsachen des tâglichen Lebens nicht
bestehen. « Wenn wir sagen, wir haben keine Siinde, liigen wir
30 uns selber an und die Wahrheit ist nicht in uns » (1 Joh. 1,8). Das Kreuz ist schon als Name vielen eine Torheit und ein
21 Weltkirche,] niemals mehr cariceli. 3 haben,] dass cariceli.; wenn agg. n. testo — 3 Grundbegriffe] zur Zeit oftmals cariceli.
— 4 und] mit cariceli.; zu altra mano — 5 Offenbarung] altra mano n. testo: im christlichen
Sinne — 6 die] Ζ cancell. — 6 Einfliisterung] Einfliisterungen plurale cariceli. — 7 Ausstrah
lung] Ausstrahlungen plurale cancell. — 10 Ueberzeugung] von dem was cancell.; vom cor
retto n. testo — 10 Hebr. 11, 1).] Der cancell. Glauben agg. η η. testo — 11 mit] dem
cancell. — 12 das] personliche cancell. — 14 kollektive] Fortleben cancell.; Mitfortleben
agg. marg. — 16 Jenseits] in solcher Weise agg. n. testo altra mano — 22 Todes] erlost
und cancell.; erlost, wurde agg. marg.
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l'enciclica « mit brennender sorge » 317
Àrgernis geworden, das Kreuz, das uns Christen das Zeichen der
Erlòsung und die Standarte sittlicher Kraft geblieben ist. D e -
mut im Geiste des Evangeliums und Gebet um Gottes Gnade sind mit Selbstachtung und Selbstvertrauen wohl vereinbar. In 35
dem Spott iiber die Demut als Selbstentwiirdigung spottet der Hochmut seiner selbst und weiss nicht wie. Gnade ist ein Zustrom gottlicher Kraft und ein Aufruf, die eigenen Krâfte ein zusetzen. Wo das Uebernatiirliche in den Bereich des Natiirlichen
herabgezogen wird, wo religiose Grundbegriffe und Namen, die lo im Wortschatz der Religion eingebiirgert sind, umgedeutet und dem Sinne nach gefàlscht werden, wird ein Raub am Heiligtum begangen und an der Verwirrung der Geister gearbeitet.
[VI] (Sittenlehre und sittliche Ordnung)
Auf dem Gottesglauben ruht die Sittlichkeit der Menschen und der Vôlker. Alle Versuche, die Sittenlehre und die sittliche Ordnung vom Felsenboden des Glaubens ab zuheben und auf den Flugsand menschlicher Gesetze aufzubauen, 5 fiihren friiher oder spater zum sittlichen Niedergang der ein zelnen Menschen und ganzer Volker. Der Tor, der in seinem Her zen spricht, es gibt keinen Gott, wird Wege der sittlichen Ver dorbenheit wandeln (Ps. 13,17). Die Zahl der Toren, die heute
Religion und Sittlichkeit trennen wollen, ist Légion geworden. io Es ist aber nicht zu leugnen, [7] dass mit der Verbannung des
bekenntnismassigen, das heisst klar und bestimmt gefassten Christentums aus der Schule und dem ôfïentlichen Leben der
sittliche Abstieg eingeleitet wird. Die gewissenhafte Beobachtung der zehn Gebote Gottes und der Kirchengebote, die nichts an- 15 deres sind als Ausfiihrungsbestimmungen zu den Geboten des
Evangeliums, fordert von jedem einzelnen Selbstiiberwindung und sittliche Anstrengung. Wir diirfen aber vertrauen, dass der
giitige Gott, der in seinen Geboten spricht « Du solisi », in seiner Gnade auch das Kônnen und Vollbringen gibt. Ein Verhangnis 20 fiir die Zukunft eines Volkes ist es, wenn Manner und Frauen
aufstehen und die Sittenlehre an die subjektive Willkiir der
Menschen und an den Wechsel der Zeitverhaltnisse ausliefern, statt sie in den heiligen Willen des ewigen Gottes anzuschliessen
35 miti gesunder cancell. — 37 ein] cariceli.; der — 39 Wo] immer cariceli. — 41 im]
Heiligtum cariceli.; Wortschatz agg. marg. 5 und] allein cancell. — 10 geworden.] Die Kultur cancell. — 13 òffentlichen] Leben
agg. n. testo — 15 nichts] anders cancell.; anderes sind agg. marg. — 17 Evangeliums,] sind, cancell. — 21 Volkes] wâre cancell.; ist ag. n. testo — 23 Menschen] und an ... Zeit
verhaltnisse agg. marg. — 24 Willen] des ewigen agg. n. testo.
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318 ANGELO MARTINI
25 und in den Geboten Gottes die ewigen Richtlinien einer objektiven Sittenlehre zur Schulung der Ge wissen und zur Ordnung des Lebens zu erblicken.
[VII] (Anerkennung des Naturrechts)
Im Zug der Zeit liegt es, wie die Sittenlehre so auch d i e
Rechtspflege vora Gottesglauben und von den Gottesge boten mehr und mehr abzulosen. Wir denken nicht bloss an
5 den Eid, der als Anrufung Gottes fur die Pflege der sozialen Ge
rechtigkeit eine iiberaus grosse Bedeutung hat. Wir denken be sonders an das sogenannte Naturrecht, das vom Finger des Schopfers auf die Tafeln des Menschenherzens geschrieben wurde (Rom. 2,14 f) und von der gesunden Vernunft von diesen
io Tafeln abgelesen werden kann. An den Geboten des Naturrechts kann jedes positive Recht, auch das Staatsrecht, auf seinen sitt lichen Gehalt nachgepriift werden. Mit den Geboten des Natur rechts diirfen menschliche Gesetze nicht in Widerspruch [81
geraten. An diesem Masstab gemessen, kann auch der Grund 15 satz «Recht ist, was dem Volke niitzt» keine
reine Rechtsquelle werden, weil er, wenn alle Vòlker nach die sem Grundsatz handeln wiirden, letzten Endes den ewigen Krieg zwischen den Volkern heraufbeschwòren wiirde. Naturrechtlich hat der glaubige Mensch ein Recht, seinen Glauben zu bekennen.
20 Gesetze, die das Bekenntnis des Glaubens unterdriicken, stehen also im Widerspruch mit einem Naturgesetz. Naturrechtlich ha ben gewissenhafte Eltern das erste Bestimmungsrecht fiir die
Erziehung ihrer Kinder. Gesetze, die den Elternwillen in der
Schulfrage ausschalten, stehen also im Widerspruch mit dem 25 Naturrecht.
[Villi (An die Jugend)
Als Stellvertreter dessen, der im Evangelium zu einem Jung mann gesprochen hat : «Willst du zum Leben eingehen, halte die Gebote » (Mat. 19,17), haben Wir ein besonders vater
5 liches Wort fiir die Jugend. Mit tausend Zungen wird der Jugend heute ein Evangelium verkiindet, das nicht vom
26 Sittenlehre] zu erblicken. cariceli.; zur ... erblicken agg. marg. e interlineare. 7 das2] der cancell.; vom agg. n. testo — 8 geschrieben] hat cariceli.; wurde agg. marg. — 9 gesunden] denkenden cancell. — 16 reine], Ree allgemein giltige cancell. —- 17 Krieg]
zwischen den Volkern agg. marg. — 19 bekennen.] Ein cancell. — 24 ausschalten,] und den religiòsen Zwiespalt cancell.
6 der] deutschen cancell.
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L'ENCICLICA «MIT BRENNENDER SORGE» 319
Vater im Himmel geoffenbart ist. Darum sagen Wir dieser von Uns geliebten Jugend das Wort des Apostels : « Wenn einer euch ein anderes Evangelium verkiinden wollte als das, das ihr em
pfangen habt » im Elternhaus und in der Bekenntnisschule, der io sei ausgeschlossen (Gal. 1,9). Es ist ein schones Vorrecht der
Jugend, in lauten Tonen das Lied von der Freiheit und der Treue zu Volk und Vaterland zu singen. Wer aber das Lied von der volkischen Freiheit singt, darf nicht selber in sittlicher Un freiheit in Ketten der Siinde liegen. Wer das Lied von der Treue 15 zum Vaterland singt, darf nicht in Untreue an seiner Kirche zum Verrater werden. [B] Man redet zur Jugend viel von heldi scher Grosse, im Gegensatz zur Demut und Geduld des
Evangeliums. Man solite ihr nicht verschweigen, dass es auch ein Heldentum in sittlichen Kâmpfen gibt und dass die Bewah- 20
rung der Reinheit auch eine Heldentat bedeutet. Man redet zur
Jugend viel von menschlichen Schwachheiten in der Geschichte der Kirche. Man solite ihr nicht verschweigen, dass in der Geschichte der Kirche viel mehr die gôttliche Kraft zum Vorschein kommt als die menschliche Schwachheit, und dass 25
diese Kirche in tausendjâhriger Verbundenheit mit dem deut
schen Volk die abendlândische Kultur begriindete und verteidig te. Man redet zur Jugend viel von sportlichen Uebun
g e η , zuweilen auf Kosten der Sonntagsheiligung. Man solite ihr nicht die Mahnung des Apostels verschweigen, « den Leib als le- 30
bendiges, heiliges, Gott wohlgefalliges Opfer darzubringen », sich
nicht vom Bosen uberwinden zu lassen, vielmehr durch das Gute das Bose zu uberwinden (Ròm. 12,11.21) und in der Rennbahn des ewigen Lebens den Siegerkranz zu gewinnen (1 Cor. 9,24 f).
11X1 (An die Priester und alle Getreuen)
Ein besonderes Wort der Anerkennung richten Wir an die
deutschen Priester. Sie haben unser Weltrundschrei ben iiber die Wiirde und Pflichten des Priestertums als Richt- s
mass fiir ihr persònliches Leben iibernommen. Sie haben ihren
Bischôfen die bei der Priesterweihe versprochene Treue gehal ten. Sie haben mit unermiidlichem Seeleneifer den Acker der
7 geoffenbart] wur cariceli. — 7 dieser] Jugend cariceli.; von agg. marg. — 10 habt »] im Religionsunterricht cariceli. — 12 Lied] von agg. n. testo; der volkischen agg. marg. cancell. — 12 der2] Treue vaterlândischen cariceli. — 13 singen.] Mit caliceli. — 14 der] volkischen agg. marg. — 16 nicht] gegen seine Kirche untreu werden. cancell. ; in Untreue ... werden. agg. marg. — 17 redet] Jugend cancell.; zur Jugend viel agg. marg. — 25 mensch
liche] Freiheit cancell.; Schwachheit, agg. marg. 2 an die] Priester cancell.; deutschen Priester agg. n. testo — 3 Priester] , die cancell.;
Sie haben agg. marg.
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320 ANGELO MARTINI
Seelsorge bestellt, auch in Zeiten, da der bose Feind [10] Un kraut unter den Weizen saie. Ein besonderes Wort der Aner
10 kennung richten Wir an die Mitglieder der r e 1 i -
giosen Verbânde, die tapfer und treu der Kirche die Treue bewahrten. Euere Vater haben seit den Tagen des hi. Bo nifatius den katholischen Glauben durch die Stiirme vergange ner Jahrhunderte bewahrt. Ihr werdet das heilige Erbe euerer
15 Vater nicht verschleudern. An die katholischen El ie r η , die mit heiliger Entschlossenheit fiir die Bekenntnis schule ihre Stimme erhoben, auch unter wirtschaftlichen Opfern. Und endlich an alle Getreuen, die es ablehnten, die
sogenannte Weltanschauung des nordischen Menschen als Ersatz 20 fur die christliche Religion sich aufzwingen zu lassen, die fiir
den Christusglauben Zeugnis abgelegt und gegen die Entchrist
lichung des Volkes sich zur Wehr gesetzt haben. Gleich ihrem
gottlichen Meister ist die Kirche immerdar « ein Zeichen des
Widerspruchs ». Habt Vertrauen ! Wir sind in den Handen Got 25 tes und damit in guten Handen.
Ehrwiirdige Sòhne und Briider! Non recuso dolorem. In schmerzvollen Tagen und schlaflosen Nachten haben Wir im Auf blick zum Kreuz Unsere Leiden fiir Deutschland aufgeopfert und fiir alle, die dem geheimnisvollen Leibe, der Kirche, ein
30 gegliedert sind. « Wir horen nicht auf, fiir euch zu beten und zu rufen » (Coloss. 1,9), dass die Tage der Triibsal abgekiirzt werden und ihr treu erfunden werdet am Tage der Priifung. Die Gnadenmutter von Kevelar [sic ! 3 und Altoetting wird ihren Schutzmantel iiber euch breiten. Der hi. Petrus Canisius, der
35 hi. Albertus Magnus, die Wir in das Ehrenbuch der Heiligen aufgenommen haben, sind Unsere und euere Fiirsprecher am Throne Gottes.
Als Unterpfand gòttlicher Hilfe erteilen Wir euch, den Ober
hirten, eueren Priestern, den Laienaposteln in der Katholischen io Aktion, den Kranken und alien, alien eueren Diòzesanen den
Segen
9 Ein] Wort cariceli.; besonderes agg. marg. — 10-11 religiosen] Gemeinschaften cariceli.; Verbande agg. n. testo — 12-15 bewahrten.] Euere Vater ... verschleudern. agg. marg. — 16 fiir] da cariceli.; die agg. di seguito — 16-17 Bekenntnisschule] und fiir das Heimatrecht cariceli. — 19 Ersatz] der cariceti.; fiir die agg. n. testo; christlichen cariceli, η — 26-30 Ehr wiirdige ... gegliedert sind] segno rosso verticale a margine. Indica parole di Pio XI nel l'udienza del Π gennaio. — 26 Briider!] Non ... dolorem. agg. sopra il testo; recuso] labo caticell. — 28 Leiden] auc cancell. — 29 dem] per le più sofferenti membra del mistico Corpo di Cristo agg. interlineare di mano del card. Pacelli — 39 Priestern,] den ... Aktion, agg. marg. — 40 alleni,] alien agg. n. testo.
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