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Il fantastico
Il fantastico Secondo Tzvetan Tedorov in
“Letteratura fantastica” (1970)
• Evento che non si può spiegare con le leggi del mondo a noi familiari.
Il fantastico Secondo Tzvetan Tedorov in
“Letteratura fantastica (1970)”due opzioni per colui che
percepisce
• O si tratta di un’illusione dei sensi (prodotto dell’immaginazione)
• Oppure è accaduto nella realtà, una realtà governata a leggi a noi ignote
Il fantastico Secondo Tzvetan Todorov in
“Letteratura fantastica”
• Il fantastico occupa il lasso di tempo di questa incertezza fra illusione e leggi reali ma ignote
Il perturbante secondo Sigmud Freud
• Perturbante (unheimlich) è l’antitesi di confortevole (heimlich, da heim casa, heimisch patrio, nativo)
• Se qualcosa suscita spavento è ovvio che è perché non è familiare
• L’effetto conturbante è quando il confine fra fantasia e realtà si fa labile.
• Non c’è sempre coincidenza del perturbante nella vita con il perturbante nell’arte .
Il perturbante secondo Sigmud Freud
due tipi di perturbante:
1- uno mediato e nel testo (coinvolge i personaggi)
2- uno immediato e del testo (coinvolge il lettore)
Roger Callois (1913-1978)
• Il fantastico è il tramite di una percezione “conflittuale”: che mette l’uno contro l’altro il mondo delle nostre certezze quotidiane con il mondo dell’impossibile.
Se non si riconosce il realistico non si può nemmeno giungere al cuore del fantastico.
Impossibile
possibile
Il fantastico non è un genere(Cesarini, Lazzarin, Cremonini)
• Non è un modello chiuso né da un punto di vista narrativo, né figurativo
• E’ una scelta stilistica e poetica, un modo.
• Per questo comprende generi diversi, che si mescolano, si sovrappongono
Ma può accadere che questi modi ritaglino comunque uno spazio comune definito sulla rottura del confine realistico-
fantastico
La presunzione di realtà
• Presuppone un orizzonte cognitivo in continua evoluzione e di conseguenza uno spostamento relativo del fantastico
• E’ la storia che sembra spostare la misura del fantastico
Quando si indaga su qualsiasi ramo della cultura (ma
sorprende che ciò avviene indagando anche nel fantastico) ci accorgiamo che qualcosa di
simile è stato già fatto.
Ogni film ogni racconto ha alle sue spalle una lunga tradizione,magari risultano superati, ma comunque memorabili.
Sono i libri e le immagini che conoscono la nostra mente a costituire la nostra presunzione di realtà (anche come estensione plausibile)
Walter Benjamin
• Le risposte (nomi, immagini e forme) che il fantastico da agli scarti della conoscenza caratterizza l’industria culturale.
Bibbia
• Miracoli
• Pestilenze
• Profezie
• Diluvi universali
• Serpenti antropomorfici
• Demoni
Odissea
• Dei con difetti umani ma governati da leggi sovrannaturali
• Mostri attivi (Polifemo e il suo antro claustrofobico)
• Mostri seduttivi (Sirene)
• Maghi (Maga Circe)
• Eroi (Ulisse)
La divina commedia
• La selva oscura (horror)
• Un continuo incontro con fantasmi morti anche se a noi sembrano vivi
• Scorci di puro realismo perturbante (Versi sul Conte Ugolino
Il “Tallone d’Achille” (Eineide) e la “Kriptonite” (Superman)
Contestiamo Benjamin nel senso che la cultura ha sempre conosciuto il mito
come strumento per:
• Colmare i limiti della conoscenza
• Quindi per descrivere luoghi, riti, nomi i cui significati sono andati perduti (il mito un tempo suppliva alle lacune -perlomeno- della storiografia)
• Per puro intrattenimento (prima che nascesse lo spettacolo industriale
Il remake e il sequelsuperfice e trasparenza del mito
• Certezza rassicurante (spettatore)
• Desiderio artistico di colmare la voragine fra industria e tradizione (artista)
Per venire incontro a Benjamin:ammettiamo che il fantastico
quantitativamente si nutre oggi del mito fra inconsapevolezza, routine
oppure esasperazione e ubriacatura, fino alla
banalizzazione.
Anche perché nell’industria culturale il mito diviene espediente solido per sperimentare la solidità
della novità tecnologica cinematografica.
La tecnologia cinematografica (effetti speciali) tende a sostituire lo
stile (naturalezza incontrollata, vocazione dell’autore)
GENERI
FantascienzaHorror
Fantastico
generi
La fantascienza non può liberarsi del mito.
Tuttavia fa uno sforzo di sovrastarlo con un interesse per la scienza.
Si può sostenere che l’horror si nutra completamente del Mito, la fantascienza manifesta il tentativo di fuggirne mettendolo in relazione con le scienze.
Nell’horror il mostro non è altro che l’uomo, l lato oscuro dell’uomo
L’horror è vasto come il genere umano
La fantascienza è vasto come il cosmo. Enfatizza il mondo empirico, le scene reali, e tende a invece mostrare ma in modo offuscato, la magia e la religione in un tentativo di riconcigliare l’uomo con l’ignoto (Sobchack)
Tendenze al postmoderno
Quando l’autore (artigiano) ritiene che non c’è più bisogno di fantastico o di perturbante perché abbiamo visto le stesse immagini innumerevoli volte quindi entrate a far parte della nostra presunzione di realtà.
Il look postmoderno allora si dedica all’assoluta esasperazione perché la citazione non basta più a ridare vita al Mito. Da qui nasce, la parodia, l’esasperazione, l’eccesso del utilizzo di tecnologie di genere, l’amore per l’incongruenza, per l’illogico:
Quindi: LA DESACRALIZZAZIONE DEL MITO
L’autore vince:L’operazione di citazione
raffinata, costituisce l’autore.E’ ciò che mette in crisi un’idea di postmoderno artistico, di fine
della storia artistica.
Da qui nasce un interesse per l’autore nello studio system.
La politica dell’autore si è manifestata anche nell’industria cinematografica più potente, più autoritaria più influente.
Andrew Niccol
• Neozelandese
• Pubblicitario inglese
• Sceneggiatore statunitense
• Regista statunitense
• Autore cult (di culto, genesi del classico)
• Citazionista: inventa una storia che cita fra l’altro La divina commedia
Gattaca
Tu mi hai dato il tuo corpo, io ti ho dato i miei sogni