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G Gi ornale Roma di il Direttore: Francesco Goccia Foto: Bertea - Pruneti - Tedeschi SPORT PIZZERIA ER PANONTO DUE FORNI LEGNA ARIA CONDIZIONATA AMPIO GIARDINO MERCOLEDI’ CHIUSO Via Enrico Cravero, 4/12 - 00154 Roma - Tel: 06 5135022 - Fax: 06 513502 VIA SARSINA 150 V. dei Romagnoli 812 tel.06.52.44.04.83 BLOCCA IL TUO ORO: www.comprooro18kt.com 2 sedi in: Periodico Sportivo Anno IV Giugno 2013 Roma - Via Vincenzo Brunacci, 63/65 Tel. 06 5576956 Presentando questo coupon avrai fino al 20% di sconto su tutte le marche!!! 6 Bobby Jones 7 Matteo Tambone 8 Alessandro Tonolli 9 Filippo Gorrieri 10 Lorenzo D'Ercole 13 Luigi Datome 16 Bryan Bayley 21 Jordan Taylor 31 Gani Lawal 33 Aleksander Czyz 44 Peter Lorant Coach: Marco Calvani Presidente: Claudio Toti 5 Phil Goss ilgiornalediroma.qxd:Layout 1 10/06/13 11:51 Pagina 1

Il Giornale di Roma

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Speciale Basket - La Roma in finale

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GGiornale RomadiilDirettore: Francesco Goccia Foto: Bertea - Pruneti - Tedeschi SPORT

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Coach:MarcoCalvani

Presidente:ClaudioToti

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Il Capitano, l’MVP del campionato, la bandiera dellaVirtus e il pezzo pregiato della Nazionale Italiana haun solo nome e cognome: Gigi Datome.Questa estate ancora non si sapeva se la squadrasarebbe stata iscritta o meno al campionato ma luinon ha mai avuto dubbi. Ha sempre detto cheavrebbe aspettato un segnale positivo dal presidenteToti, nonostante le tante squadre che locorteggiavano. Alla fine, tutto si è risolto col la fumatanera, il ragazzo nato a Cagliari, passato per laMontepaschi e trapiantato a Roma, ha ricevutol’incoronazione ed è diventato il Capitano, il simbolo,della Virtus.Gigi ci racconti questa incredibile stagione,nata dal nulla e che sta regalando dellesoddisfazioni impensabili?“Quello che abbiamo fatto in questa stagione hadell’incredibile. All’inizio dell’anno non dovevamoneanche essere iscritti al campionato, poi grazie allavolontà del presidente Toti è iniziata questa galoppataincredibile. Ricordo la prima trasferta a Pesaro,

abbiamo vinto e tutti erano contenti perché avevamostrappato una vittoria in trasferta ad una concorrentediretta per la salvezza, adesso invece siamo qui agiocarci una finale scudetto.E’ un anno che porterò sempre nel mio cuore,indipendentemente da come andrà a finire perché hovissuto in un gruppo fatto di gente speciale. Quandosi giocano partite del genere, come quelle controReggio Emilia o Cantù, vuol dire che si ha dentro quelqualcosa in più che ti permette di superare lastanchezza, gli acciacchi, i dolori. Abbiamo lavoratoduramente in palestra, tutti i giorni dell’anno e adesso

non ci vogliamo fermare, siamo arrivati a quattropartite dall’immortalità”.C’è stato qualcosa che può aver influitopositivamente sulla vostra stagione?“Ci siamo resi conto che forse un occasione del

genere non l’avremmo mai più avuta, perché la vita ècosì, la carriera non sai mai cosa ti riserva e questo,ci ha dato un ulteriore spinta. Io personalmente unasemifinale scudetto da protagonista non l’avevo maigiocata ed è un emozione unica. Stiamo stupendol’Italia dall’inizio del campionato e vogliamocontinuare a stupirla, anche perché fermarsi proprioadesso sarebbe uno spreco”.Il vostro atteggiamento, la vostra cattiveriaagonistica, ha trascinato anche il pubblico diRoma. In questi play-off la gente sta avendo unatteggiamento splendido, vi sta spingendoverso il massimo risultato però il grandemerito è dipeso soprattutto da voi, da quelloche avete dimostrato durante l’anno.

“Sono d’accordo, ricordo con piacere le partitecontro Milano e Bologna, in cui al palazzetto c’era unclima caldo, bello… però poi alla lunga l’idea di venirea giocare al Palazzetto due anni fa perché avremmosempre avuto il pienone, non ha portato i risultatisperati. Il pubblico di Roma difficilmente contesta lasua squadra, preferisce restare a casa, distaccarsi,invece in questa stagione siamo riusciti a portare alta,la febbre della Virtus. C’è la continua caccia albiglietto e questa situazione la considero la vittoriapiù bella. Roma aveva bisogno di qualcosa del genere,di riaccendere una passione, di identificarsi neigiocatori che in campo danno tutto e non si

risparmiano mai. Non ricordo una sola partita in cuisiamo usciti dal palazzetto tra fischi o critiche, perchél’impegno è stato sempre massimo e la gente questecose le vede. Abbiamo sempre dato tutto econtinueremo a farlo fino alla fine perché ripeto,siamo arrivati a questo punto e non vogliamo piùfermarci”.Qualcuno all’inizio dell’anno si è sorpreso delfatto che tu sia rimasto a Roma. Si è parlatoanche della tua scelta di rimanere tagliandotilo stipendio. Risultati alla mano però hai avutoragione ancora una volta tu…“Noi abbiamo giocato una semifinale di Coppa Italia,abbiamo espugnato campi difficili come Cantù eSiena, sono stato eletto MVP del campionato e ora,abbiamo raggiunto la finale scudetto. Senzadimenticare l’aspetto più bello di aver riportato lapassione in questa fantastica città. Ho contribuito afare qualcosa di importante in una piazza che cometutti sappiamo è attratta dal calcio. Ho vissutoemozioni particolari che porterò sempre dentro dime e in più l’ho fatto da capitano. Se all’iniziodell’anno avessi detto, resto a Roma per centrare lafinale scudetto mi avrebbero preso tutti per pazzo.La gente diceva che non avevo gli attributi per andarein una grande squadra e che invece preferivo fare ilreietto in una squadra senza ambizioni. Adesso agiochi fatti, vorrei sentire il loro pensiero, anche sepoi magari dall’esterno avevano ragione loro avederla così ma io non mi sono mai pentito e orasono qui, insieme ai miei compagni a giocarmi unoscudetto e non abbiamo intenzione di fermarci sulpiù bello”

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Dopo tanta gavetta come vice allenatore di Roma eottime stagioni da protagonista come head coach ingiro per l’Italia, Marco Calvani, ha avuto lo scorsoanno la possibilità di sedersi da capo allenatore sullapanchina che ama di più, quella della sua città e stadimostrando a tutti il suo valore. Una chanceimportante che Marco, romano de Roma non si èlasciato sfuggire, mettendo in mostra tutta la tigna ela veracità di chi è nato e cresciuto in questa città edi chi la conosce molto bene.Marco, ci racconti questa fantastica stagioneche sta portando avanti la tua squadra?“Abbiamo coronato una stagione in cui se nonfossimo arrivati alla Finale Scudetto avremmo avutotanta amarezza, quindi posso tranquillamente direche tutto è stato ed è fantastico. Secondo me,abbiamo vinto a Luglio, quando il presidente Toti haiscritto la squadra al campionato, perché se siamoqua e abbiamo potuto centrare questo traguardo lodobbiamo a lui. Il presidente ha messo quella firma eha mandato quel fax all’ultimo giorno di mercato,permettendo alla città di Roma di poter vivereancora la pallacanestro e non di doverla guardaredalla finestra. Il primo riconoscimento quindi va datoal presidente e alla società. La stagione poi è statavincente anche per altre cose, il merito è dello staff,siamo riusciti a costruire una squadra con diecielementi nuovi, ognuno venuto da realtà diverse equindi senza nessuna precedente

esperienza, senza nessuna conoscenza tecnica.Siamo riusciti a centrare una semifinale di CoppaItalia, abbiamo centrato il terzo posto al termine dellafase regolare che ci ha permesso di poter giocarequattro partite in casa nelle due serie con ReggioEmilia e con Cantù. Abbiamo reso la stagionevincente, anche al termine di gara 5, in casa, controCantù dove pur dopo la sconfitta il pubblico si èidentificato con noi e a poco meno di un minuto dallafine nonostante la partita purtroppo compromessasi è alzato in piedi e ci ha applaudito. Il giorno dopoil presidente prima della partenza per Cantù èvenuto a trovarci, ci ha ringraziato per tuttoquello che avevamo fatto e ci ha detto che luicredeva al fatto che noi potessimo vincere etornare a giocare davanti al nostro pubblico”.Si respira un aria importante, sia in cittàche all’interno del vostro staff, seid’accordo?“Nessuno al nostro interno, tra giocatori e stafftecnico ha mai raggiunto una finale scudetto edevo dire che è un emozione bella, siamocontenti. Siamo riusciti a rianimare l’interesse diRoma per la pallacanestro e questo certamentedarà una spinta a tutta la realtà e al movimento

del nostro basket.Non pensavamo ad inizio anno di raggiungere la finalescudetto, saremmo stati matti e presuntuosi solo anominare tale traguardo. Scorrendo i roster dellealtre squadre, a parte Siena che si giocherà loscudetto contro di noi ed è arrivata fino in fondo,credo che ce ne siamo tante altre che potevanoessere considerate come noi o meglio di noi. Io hosempre creduto nel lavoro da svolgere durante lasettimana e per il quale ci vogliono tre componenti.Uno staff che propone un lavoro, dei giocatori che lofanno e che ci credono e una società alle spalle chedia un messaggio chiaro alla squadra dove l’allenatoreha libertà e facoltà di proporre quello che vuoletecnicamente. Sono delle piccole cose ma che fannola grande differenza perché se io non avessi avuto ladisponibilità dei giocatori nel fare quelle che eranole nostre proposte, noi oggi non saremmo qua agiocarci la finale. Dobbiamo ringraziarli per quello chehanno fatto durante la settimana e per la loroabnegazione durante gli allenamenti. Ci sono statedelle situazioni in cui abbiamo avuto anche scontriforti ma nessuno ha mai mollato di un centimetro.L’altro segreto di pulcinella è che alle mie spalle c’èuna società forte che mi ha sempre tutelato. Abbiamoavuto anche noi i nostri momenti di crisi e difficoltà,magari non tutti credevano nelle proposte che iofacevo però come in tutti i grandi

club, ed è difficile parlare così perché noi stiamoritornando a certi livelli adesso, non è mai uscito nullae questo è va a grande merito e bravura dei nostridirigenti”.Durante l’anno avete affrontato squadrecostruite da diverse stagioni per raggiungerecerti obiettivi, quindi più pronte e preparatema non vi siete mai tirati indietro…“E’ vero, ce la siamo sempre giocata contro tutti,abbiamo avuto solo un paio di partite in cui abbiamoperso pesantemente, in trasferta contro Sassari eVarese. Forse quello è stato un segnale in cui i nostriavversari hanno messo a nudo quelle che invece

hanno rappresentato per gran parte della stagione lenostre qualità. Se noi giochiamo insieme sia in attaccoche in difesa abbiamo dimostrato di potercelagiocare contro chiunque. Lo abbiamo fatto, vincendoin casa all’andata, proprio contro Varese che ha poichiuso la regular season in testa, e anche a Siena dovesiamo andati a vincere con un disavanzo di puntiimportante. Ci siamo convinti che la coesione traattacco e difesa ci avrebbe permesso di raggiungereogni traguardo”.Marco, hai parlato di Luglio, dell’iscrizione alcampionato ma puoi dirci come è nata questache adesso è una vera e propria realtà?“A Luglio quando il presidente ha dato il mandato adAlberani per la costruzione di questa squadra, gli hadetto con chiarezza che avrebbe dovuto acquistareprima degli uomini e poi dei giocatori. Se questiragazzi, non mollano mai, vuol dire che hannoqualcosa dentro. Giocatori come Phil Goss che è unleader silenzioso, che sa stare al suo posto, checapisce anche quando è il momento che deve stare amargine della squadra per cercare di elevare icompagni, alla fine fa la differenza, Quando in estateio ho puntato i piedi al momento che mi è statodetto che avevamo un budget ristretto e cheavremmo dovuto prendere dei rookie perché eranocon dei contratti più facili da acquistare, ho volutoGoss e Bobby Jones. Phil perché lo conoscevo benee prima ancora del giocatore sapevo che uomo erae Jones perché tecnicamente e tatticamente è ungiocatore molto versatile e mi avrebbe permesso difare delle scelte diverse durante l’anno. Lui e Gigiinfatti sono stati importantissimi.

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Altri due protagonisti di questa cavalcata giallorossasono Phil Goss e Lollo D’Ercole.Il primo voluto fortemente da Marco Calvani per dareuna scossa in un ruolo fondamentale della squadra. Il secondo per la sua grande voglia di giocare, direndersi sempre utile, grande lottatore quando c’è damarcare la guardia avversaria, come successo adesempio nella serie contro Cantù con un certoMazzarino ma anche chirurgico e preciso in attacco.Insomma nel grande gruppo che si è venuto a crearein questa stagione nella Virtus, Phil Goss e LorenzoD’Ercole, stanno decisamente facendo la voce grossa.

PHIL GOSSPhill, quando all’inizio dell’anno seiarrivato nella Capitale, avresti maiimmaginato di poterti giocare una finaleScudetto?“Sono arrivato in Italia giocando in Lega 2 e confessoche non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi qui adisputare una finale Scudetto. Arrivato al Palazzettodello Sport in occasione di Gara 7 contro Cantù hosentito tantissima emozione, ho cercato di calmarmirimanendo dentro lo spogliatoio e provando aconcentrarmi e caricarmi in vista della partita. A giochifatti diciamo che ci sono riuscito abbastanza bene”.

Qual è il segreto di questa squadra che stastupendo tutto il mondo del basketitaliano?“Questo team è eccezionale. Siamo una squadragiovane con tanto talento ma pochissima esperienza.Sono stupito, ma allo stesso tempo consapevole chetutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi è meritato,perché è il frutto del lavoro che facciamo in palestradurante la settimana. Quando ho firmato per Romanon pensavo che avremmo potuto raggiungere la finalescudetto, ma ero sicuro che avremmo fatto beneperché ho subito capito che questo gruppo avevaqualcosa di speciale. Questa è la migliore squadra incui ho giocato e questa esperienza rimarrà sempreimpressa nella mia memoria. All’inizio dell’annoeravamo una squadra che aveva tanto da crescere, siaa livello individuale che di gruppo. Proseguendo siamodiventati non solo grandi giocatori ma anche ungrandissimo gruppo, uniti e compatti. Non esagero sedico che siamo diventati praticamente dei fratelli.Adesso abbiamo raggiunto questo risultato e vogliamoandare avanti senza fermarci. Forza Virtus”.

LORENZO D’ERCOLE“Quello che è successo contro Cantù in gara 7 èqualcosa di incredibile, è un emozione pazzesca per

noi che difficilmente è spiegabile con le parole. Noi,siamo venuti qui in estate e si parlava di Roma comeuna squadra che doveva retrocedere o comunque almassimo, raggiungere una salvezza tranquilla. Gliobiettivi erano questi, poi invece, abbiamo iniziato lastagione, abbiamo iniziato a conoscerci tra di noi, astare insieme e ho capito subito che c’era qualcosa diparticolare in questa squadra. Questa particolarità èvenuta fuori dai miei compagni, siamo un gruppo dipersone straordinarie, lo abbiamo dimostrato incampo e fuori. Abbiamo legato tantissimo, ci aiutiamoa vicenda, stiamo bene insieme e non c’è cosa più veradi quello che sento adesso in giro e cioè che siamoun gruppo incredibilmente unito. Sono orgoglioso digiocare in questa squadra e aver raggiunto la finaleScudetto, è un momento speciale per tutti noi e pertutta Roma che ci ha spinto con grande forza.E’ bello vedere una squadra che gioca, sidiverte e diverte la gente. Però adesso?...“Quando riusciamo a fare il nostro gioco, difendere,rubare palloni, correre in contropiede ci divertiamo e

siamo molto efficaci. Ora siamo tutti estremamentecontenti per questo grandissimo risultato ottenutoma la stagione non è assolutamente finita. Abbiamoquesta finale da giocare e il nostro obiettivo è vincerelo Scudetto. E’ incredibile dopo tutto quello che èsuccesso l’estate scorsa però ci siamo e vogliamocentrare questo obiettivo”.

UN GRAN BEL FILMdi Valentina CervelloniFino Alla Fine Senza Paura...

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Siena, e noi le inseriremo nella

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Definire l’impresa della Virtus un miracolosportivo non è improprio. Ad iniziostagione, dopo un’ estate travagliata doveanche l’iscrizione al campionato era unfatto tutt’altro che certo, l’obiettivomassimo dei giallorossi sembrava undignitoso piazzamento, magari in zonaplayoff. Ma con il trascorrere dellegiornate, il gruppo di Calvani ha presosempre più coscienza dei propri mezzi eguidato da un Datome in grande spolvero,tanto da meritarsi il titolo di MVP delcampionato, ha chiuso la stagioneregolare con un sorprendente, quantomeritato, terzo posto. Il quarto di finaleche vedeva opposta Roma a Reggio Emilaparte con il botto. Gli emiliani, compagineostica, fanno saltare il fattore camposubito in gara 1. L’immediata reazionedella Virtus consente di impattare la seriema il -20 di gara 3 a Reggio lasciapresagire che non sarà facile espugnare ilparquet dei biancorossi. Gara 4 èun’altalena di emozione dove Roma primaallunga, poi si fa riprendere prima diresistere e di mantenere il vantaggio di 3punti che le consente di riportare labilancia in equilibrio. Gara 3 e gara 4

seguono ilcopione prestabilito con due vittorieinterne, ma è in gara 7 che Romadimostra di essere più forte e con unapartita solida e determinata non lasciascampo a Reggio Emilia, battuta 72-59.Migliorano intanto le condizioni di GaniLawal. Il centro ex Roanne, uno deimigliori giocatori della lega nel suo ruolo,è reduce da un infortunio che ne limitaancora le prestazioni ma si vededecisamente in crescendo. La semifinaleregala a Roma un’avversaria inaspettata.Sassari infatti, seconda in regular season,si fa sorprendere sul proprio parquet in

gara 7 da Cantù, formazione che hadeluso piazzandosi solo sesta incampionato, ma che vanta un roster conrotazioni ampie e di qualità. Gara 1sembra dar ragione a chi vede neibrianzoli avversari troppo esperti

per una Virtus già andataoltre le aspettative. Il terzo quarto iniziacon i capitolini in ritardo di 12 punti,diventati poi 19 a tre minuti dalla sirena.Nel finale però, Goss e un ritrovato Lawalconsentono a Roma di agganciare ilsupplementare, dove il maggior cuore deipadroni di casa ha la meglio. Due giornidopo, anche se in maniera menoeclatante, la storia si ripete. Roma soffree va sotto, ma alla fine riesce a spuntarla:è 2-0. Si va in Lombardia, con Cantù chefa valere “l’effetto Pianella”aggiudicandosile due gare interne con l’identicopunteggio di 81-73. Si torna nella capitale

per gara 5 ed il fattore campo, che giàaveva traballato nelle prime due partite,salta. Cantù questa volta non si fasorprendere e conquista il match-pointper chiudere la serie. Roma sembra senzabenzina, ma non ha ancora finito disorprendere. A Cantù, dopo 3 quartiequilibrati dove i canturini cercano discappare, i capitolini riescono a ricucire. Iragazzi di coach Calvani, nell’ultimoperiodo, sfoderano una prestazione fattadi intensità ed attenzione, allungando echiudendo sul 69-74. Le due squadre,come nel turno precedente, dovrannogiocarsi l’accesso al turno successivo ingara 7. Cantù rimane favorita, tutti ancorahanno negli occhi l’impresa di Sassari. Masono proprio i brianzoli a non averne più!Roma scende in campo concentrata,consapevole dell’occasione storica edomina la partita fin dalla palla a due.Dopo 5 anni, a trent’anni dal primo edunico titolo conquistato, l’avversario è lostesso, e fa paura. Siena ha vinto gli ultimi6 titoli consecutivi ed ha raggiunto lafinale superando avversari come Milano eVarese in due serie tiratissime. Unasquadra costruita per vincere contro unasquadra che non doveva nemmenoesserci, Davide contro Golia. Sappiamocom’è andata a finire….

IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE...di Francesco Goccia... Stupendo!!!

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Confermando la tendenza degli ultimi 6 anni, Sienacentra l’atto finale del massimo campionato dipallacanestro. Dalla stagione 1976-77, prima nellaquale il titolo italiano fu assegnato con la formula deiplayoff, che vide il trionfo di Varese sulla VirtusBologna, i toscani hanno raggiunto la finale solo in 7occasioni. Impressionante, però, il dato che vede isenesi sempre vincenti nelle finali disputate e,soprattutto, sempre vincenti nelle ultime sei edizioni,dopo il primo titolo conquistato nel 2004. Gli uominidi coach Banchi, per la prima volta in difficoltà durantela stagione regolare, non partivano favoriti nei playoffper una serie di ragioni: la massacrante stagione diEurolega sembrava aver minato nel fisico un rosterleggermente ridimensionato rispetto agli anniprecedenti ed il cammino nella post-season, daquest’anno disputata con serie al meglio delle settepartite già dai quarti di finale, sembrava tutt’altro cheagevole. Prima avversaria l’Olympia Milano, squadrache, nonostante la non brillante regular season,

sembra in crescita. Il 2-0 maturato inmaniera autoritaria dai meneghini sul parquet amicosembra confermare la tendenza che vede i toscani indifficoltà. Il ritorno al PalaEstra permette ai bianco-verdi di impattare la serie, seppur con qualche patema.Fattore campo rispettato anche nelle due gare

successive con i campioni in carica che cominciano aritrovare il miglior Brown, tornato sui livelli diEurolega. Si arriva cosi a all’atto finale dove Siena, concuore e muscoli, sbanca con autorità il Forum diAssago accedendo alla semifinale. Ad attenderla c’èVarese, che ha vinto la stagione regolare e che hachiuso per 4-1 la serie con Venezia. Anche in questocaso il fattore campo è sfavorevole e lo score deibiancorossi in stagione sul parquet di Masnago èimpressionante: 17-1 tra campionato e playoff. Maproprio in gara 1 riesce l’impresa: Siena allunga nei 2minuti finali ed è 0-1. La Cimberio impatta la serie inun’altra partita tiratissima e in Toscana la Montepaschivince con autorità gara 3. La sorte della serie sembrasegnata quando, con una rimonta da – 19, Siena vincedi un punto anche gara 4. Si ritorna a Varese dovequesta volta sono i lombardi a spuntarla nell’ennesimofinale arroventato. Per mantenere viva la serie però lacapolista deve vincere a Siena e anche

questa volta i numeri non sembranofavorevoli per gli ospiti: la Mens Sana, nei playoff, èimbattuta sul suo campo da ben 41 partite. Adaggravare la situazione per i varesini l’infortunio diDunston e Polonara e il clima teso che si respira, dopola discutibile decisione della Lega di cancellare lasqualifica di Hackett e Brown, pedine decisive nello

scacchiere senese. Ma il basket non è una scienzaesatta e, con un incredibile canestro di Sakota, quandosul cronometro rimangono 62 centesimi, Varese siguadagna il diritto di giocarsi tutto in gara 7 davanti alsuo pubblico. Ormai la logica non conta più, Sienadovrebbe essere stanca ma sono invece i padroni dicasa a crollare fisicamente ed emotivamente nel finaledi una partita che è destinata a lasciare ulterioristrascichi polemici. L’ultimo ostacolo che separa itoscani dal titolo si chiama Virtus Roma, squadra giuntaad una finale alla quale, ad inizio stagione, nessuno,nella capitale, avrebbe nemmeno osato sperare. Sienagioca per il suo settimo titolo consecutivo, Roma perriportare il tricolore all’ombra del Colosseo dopotrent’anni. L’aspettativa è enorme e, come hannodimostrato questi playoff, con 5 serie su 6 deciseall’ultima gara, la tendenza all’equilibrio è assoluta. Ladifferenza la faranno la voglia, la motivazione, ladeterminazione a dare tutto dalla prima palla a duefino all’ultima sirena.

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