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Maggio 2017 Anno V, N°3 ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE SALUZZO-PLANA Alessandria Noi proteggiamo l’ambiente Sommario: LA NOSTRA CITTA’ 2 LA NOSTRA SCUOLA 4 CULTURA E SPETTACOLO 6 SPECIALE AMBIENTE 8 I PROGETTI DELLA NOSTRA SCUOLA 12 LA PAGINA DELLA CAVOUR 14 Il giornalino scolastico dell’I.I.S SALUZZO-PLANA con inserto della S.M.S. CAVOUR Copertina di Giada Pais

Il giornalino scolastico - itsite.ititsite.it/saluzzoplana/wp-content/uploads/2017/11/FENICE_16_17_3.pdf · lettura di un articolo di Renzo Piano del “Sole 24 Ore”, in cui l’archi-tetto

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Maggio 2017

Anno V, N°3

ISTITUTO D’ISTRUZIONE

SUPERIORE

SALUZZO-PLANA

Alessandria

Noi

proteggiamo l’ambiente

Sommario:

LA NOSTRA CITTA’ 2

LA NOSTRA SCUOLA 4

CULTURA E

SPETTACOLO 6

SPECIALE AMBIENTE 8

I PROGETTI DELLA

NOSTRA SCUOLA 12

LA PAGINA DELLA

CAVOUR 14

Il giornalino scolastico

dell’I.I.S SALUZZO-PLANA

con inserto della S.M.S. CAVOUR

Copertina di Giada Pais

Rigenerazione urbana

Pagina 2 LA NOSTRA CITTA’

Venerdì 19 Maggio l’aula magna del liceo Saluz-zo-Plana ha ospitato, durante la mattinata, la pre-sentazione finale del progetto di riqualificazione urbana dei giardini Pittaluga e del parco Carrà, conosciuto come Skate Park. Il finanziamento dell’ANCI e della banca Sanpao-lo ha mirato alla riprogettazione partecipata delle due aree. Grazie alla collaborazione delle ammi-nistrazioni e la partecipazione attiva dei cittadini, il progetto è stato riconosciuto anche a livello na-zionale ed internazionale. I lavori hanno previsto la pittura del campo da basket grazie all’artista Gùe e, come omaggio, l’opera è stata pubblicata nella rivista dell’NBA. Al Convegno erano pre-senti diversi rappresentati di varie Istituzioni di-sponibili ad attuare dei progetti miranti a riqualifi-care spazi della città di Alessandria, ormai in net-to degrado, incoraggiando noi giovani a parteci-pare attivamente a tali progetti. Successivamente i

ragazzi, provenienti da diverse scuole della città, impegnati nell’alternanza scuola – lavoro, hanno presentato un grafico che mostrava gli esiti di una ricerca empirica effettuata sul territorio alessan-drino, dimostrando la mancanza di spazi di aggre-gazione ed eventi. I ragazzi di Scomodo, prove-nienti da Roma, hanno riportato alcuni esempi di riappropriazione di spazi pubblici della propria città, ormai abbandonati da anni, suggerendo in tal modo la necessità di rispettare quest’ultimi. Altri esempi in altre regioni, come la Puglia, di-mostrano come la street art sia un modo efficace e poco dispendioso per la riqualificazione degli ambienti pubblici. Si auspica, pertanto, un impe-gno comune che miri alla salvaguardia degli am-bienti in cui viviamo sia per il nostro benessere che per quello delle generazioni future.

Angelica Arena

Leggere con le dita

Pagina 3 LA NOSTRA CITTA’

Leggere con le dita EXODOS, il vero volto umano dell’immigrazione

Giovedi 11 maggio è stata inaugurata la mostra fotografica "Exodos. Storie di persone, arrivi e inclusione" con gli interventi dell'assessore re-gionale Monica Cerutti e di Carolina Lucchesi-ni, dell’associazione ‘Passaggi’, autrice del vi-deo presentato durante l’inaugurazione. La mostra, promossa dalla Regione Piemonte in collaborazione con Amgb, racconta storie di persone, arrivi e inclusione, attraverso fughe, abbandoni, paure. Vicende documentate da do-dici fotoreporter torinesi indipendenti attraver-so quaranta immagini che sono il frutto dei loro viaggi nei paesi di partenza, di sosta e di arrivo e che sono state organizzate in un racconto col-lettivo che interroga le coscienze e chiede di non dimenticare uno dei fenomeni più dramma-tici della contemporaneità. Nello stesso giorno si è tenuta la conferenza "Rifondare l’Europa insieme a profughi e migranti", condotta da Guido Viale e Pap Khouma. Viale, sociologo e saggista, autore del libro da cui la conferenza prende il titolo, si occupa di ricerche economi-che, sociali e di politiche attive del lavoro in campo ambientale. Khouma, scrittore senegale-se di nascita e cittadino italiano, è direttore del-la rivista on-line di letteratura della migrazione El Ghibli. Durante l’incontro si è riflettuto sulla necessità di ricostruire un’Europa ormai inca-pace di fronteggiare le tre sfide interconnesse che i suoi popoli devono affrontare: quella am-bientale, quella economica e quella dei profu-ghi. Profughi, non migranti: persone che pre-mono ai confini dell’Europa non alla ricerca di una vita migliore, come in parte succedeva in passato, ma per sfuggire a guerre, stragi, morte per fame e schiavitù. Vicende profonde, tragi-che, narrate per immagini che raccontano quel-la parte dell'immigrazione che pochi conosco-no: il momento in cui bombe, povertà assoluta o cambiamenti climatici spingono uomini e donne a mettere a rischio la propria vita in viaggi di disperazione e speranza insieme e l'ar-rivo, ovvero il momento in cui prevalgono la diffidenza e la paura. Le origini e le cause dell'esodo, il percorso e le difficolta del viaggio, la concretizzazione di una speranza e di un sogno in Piemonte. Sono questi i temi sui quali insistono le fotografie presentate nella mostra. Un'esposizione che si pone quindi in primo luogo l'obbiettivo di rac-

contare il "volto umano" della crisi dei migranti partendo dalle persone, dai volti, dalle storie; ma che cerca anche di fornire il punto di vista torinese sulla crisi dei migranti, un punto di vista sfaccettato e multiforme. Raccontare - attaverso immagini,video o paro-le - non è solo un atto di testimonianza, ma rap-presenta anche il tentativo di cambiare il mon-do, mettendo a disposizione i propri strumenti, l'impegno e la passione, cercando di far arriva-re un messaggio che sposti la percezione e l'i-dea che ognuno ha sulle migrazioni. Raccontare la quotidianità di chi viaggia è quindi un modo per esprimere una condizione esistenziale umana, che è quella infondo di chi rischia la propria vita per cercare un mondo migliore.

Hajar Mekamy

Pagina 4 LA NOSTRA SCUOLA

Nel mese di Ottobre, l’anno scolastico di un affiatato gruppo di allievi dell’Istituto “Saluzzo-Plana” e dell’I.C. De Amicis – Manzoni, in rete con altre scuole della città e in vista della rea-lizzazione del progetto provinciale “Dire, fare, gustare…orti nelle scuole”, si è reso noto in un contesto privilegiato: il Giardino Scolasti-co. Terra e vasi, piantine e zappetta, innaffia-toio sotto il braccio e voilà: comincia la “buona scuola” del giardiniere. I responsabili e gli esperti del Comitato Mensa Cittadino si so-no resi particolarmente disponibili nel suddivi-dere e distribuire le varie mansioni, ruoli e atti-vità che sono state organizzate con una rigo-rosa attenzione. Inoltre, il responsabile, Sig. Umberto Bellingeri, appassionato, con gran-de generosità ed entusiasmo, ha messo a di-sposizione dei ragazzi e dei loro insegnanti che, con professionalità hanno istruito loro sui

diversi metodi, attrezzature, semi e piantine di cui si compone il magnifico Giardino. Grazie alla sapiente collaborazione degli esperti, gli allievi hanno potuto esprimere le loro abilità e potenzialità in ambiti diversi e coinvolgenti. Il periodo è terminato con la presentazione degli orti costruiti nelle varie scuole presso l’Aula Magna dell’IIS “Saluzzo-Plana” di Alessandria, il 20 maggio, con la promessa e la speranza da parte di tutti di ritrovarsi per ripetere e pro-seguire la valida e ottima esperienza prelavo-rativa che ha coinvolto ragazzi e adulti; tale lavoro è stato accolto con molti sorrisi e verrà intrapreso volentieri una seconda volta con altrettanti volti felici.

Micol Schifino

Orti ricostruiti

Pagina 5 LA NOSTRA SCUOLA

Nuova dignità alle nostre periferie:

Convegno di Fossano

Il 5 maggio si è svolto a Fossano il 24°Convegno interregionale della Stampa Studentesca a cui hanno partecipato 400 studenti e docenti redattori di 40 testate giornalistiche di Istituti superiori di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Il te-ma del Convegno “Liberi di scrivere. Il mestiere di redigere. Pertanto la libertà di stampa, soprat-tutto, ma anche altri argomenti sono stati ogget-to di dibattito e di proficua riflessione di noi ra-gazzi, divisi in diverse commissioni. Nello spe-cifico noi, come rappresentanti del Liceo Saluzzo-Plana, abbiamo trattato un tema di attualità molto importante: le periferie abbandonate al degrado e isolate, perché i servizi di infrastruttu-ra sono molto scadenti e poco funzionanti. Il lavoro della commis-sione è iniziato con la lettura di un articolo di Renzo Piano del “Sole 24 Ore”, in cui l’archi-tetto incita i giovani a proporre iniziative, a lottare, a fare in modo che anche la più piccola cosa cambi. Egli defini-sce le periferie “un de-serto di umanità”; infatti solo il 10% della popo-lazione abita i centri sto-rici e chi rappresenta il futuro vive invece nelle zone periferiche. In seguito si è dibattuto su come riabilitare le periferie: ottimizzare i servizi di collegamento tra città e periferia oppu-re ottimizzare la periferia stessa? La maggior parte dei ragazzi sembra optare per l'ottimizza-zione dei soli servizi, poiché ottimizzando una periferia si arriverebbe ad avere una periferia nella periferia. I fondi destinati alle periferie non mancano, eppure molte volte capita di sentire di progetti mai conclusi per mancanza di denaro. Spesso i capitali vengono impiegati per opere non utili ai cittadini: è più importante un par-cheggio di sette piani , di cui solo due vengono impiegati, oppure autobus ad ogni ora che colle-ghino il centro con le zone periferiche e con i paesi?

Inoltre le zone periferiche potrebbero essere ab-bellite attraverso la street art, mezzo creativo e poco dispendioso economicamente che darebbe alla zone un maggior risalto estetico. Si è giunti, pertanto, alla conclusione che un in-teressamento collettivo alle periferie avverrà solo nel momento in cui cambierà la mentalità nei confronti della “cosa pubblica”. Occorre rispetta-re gli spazi pubblici considerandoli come privati, perché da sempre l'essere umano è uno “zoon politikon”, un animale sociale, quindi tutto quel-lo che riguarda la comunità riguarda anche lui. Per poter migliorare la situazione e fare qualcosa di concreto è necessario interiorizzare quest’ulti-mo concetto.

Perché quando le periferie vengono osservate dal centro -per citare Pasolini- vi è “il genocidio di una classe sociale”. Questa esperienza è stata davvero importante, come momento di confronto e di collaborazione, ed ha messo in luce problematiche che riguarda-no non solo noi studenti, ma tutta la comunità cittadina di cui noi siamo parte attiva.

Riccardo Maggi

Pagina 6 CULTURA E SPETTACOLI

Il 15 maggio scorso presso il Teatro comunale in una sala Ferrero quasi totalmente gremita si è svolta l’even-to finale del progetto "Alessandria Classici Contro: Utopia/Europa" organizzata dal nostro Istituto in colla-borazione con l’Università del Piemonte Orientale e con l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

L’evento di rilievo nazionale ha rappresentato un mo-mento di riflessione sui temi dell’utopia antica e moder-na in relazione ai concetti di Europa e cittadinanza, par-tendo dal contributo dei classici greci e applicandolo ai problemi più attuali dell’Europa di oggi.

Luigi Battezzato, professore associato di Letteratura greca presso l’Università degli studi del Piemonte Orientale, ha presentato una riflessione dal titolo “La città dei porci e la città dei filosofi: Platone, Aristofane e l’utopia”. Platone nella Repubblica delinea una città ideale, Kallipolis, nella quale il potere è in mano ai i filosofi, le donne e gli uomini vivono in piena ugua-glianza, i beni e le relazioni sessuali sono in comune. Questa città, che può esistere solo grazie a una rigida censura e a una gerarchia sociale imposta da un’élite, si contrappone alla ‘città dei porci’, misera ma giusta ed egualitaria. Kallipolis ha un vantaggio enorme sulla ‘città dei porci’: sa fare la guerra. A questo punto l’in-terrogativo è: un’utopia violenta ha ragione di essere realizzata?

Stefano Quirico, docente di Storia del pensiero politico del Dipartimento di Giurisprudenza e scienze politiche

economiche e sociali dell’UPO, ha sottolineato che il suo intervento “L’unità europea tra realismo e utopia” pur non volendo risultare troppo didascalico, è comun-que rivolto agli studenti liceali che sono in grado di apprezzare riferimenti filosofici, pone l’accento sulle prospettive utopistiche dell’Europa attuale, partendo dal pensiero dell’umanista Erasmo da Rotterdam fino ad arrivare a Kant. Emerge quindi chiaramente che l’idea di un continente unito, affermatasi nell’età contempora-nea a partire dal 1950, già in età antica era fortemente radicata.

Gli studenti dell’istituto “Saluzzo Plana” si sono inseriti tra i due interventi. L'azione si è articolata in tre mo-menti. Nel primo, “La ragione non è utopia”, uno spet-tacolo teatrale con tre punti di vista sulla Medea di Eu-ripide, gli alunni del Liceo Classico hanno offerto spun-ti di riflessione sulla condizione dello straniero e della donna allora e oggi. Nel secondo,”L'utopia dell'avan-guardia musicale europea”, Giovanni Martinelli del Liceo Musicale ha interpretato esempi della musica d'arte chitarristica del XX secolo da Brouwer a Edlund passando per Takemitsu e Murail. Nel terzo, “L'isola che non c'è”, a 500 anni dalla pubblicazione di Utopia di Thomas More, alcuni allievi del Liceo Linguistico hanno dato lettura di alcuni passi del celebre volume, accompagnati dalle immagini dell'Isola e della Città ideale nell’iconografia della modernità.

Ilaria Remotti

Alessandria: CLASSICI CONTRO 2017

Pagina 7 CULTURA E SPETTACOLI

“Quella magia che alla ragione sostituisce l'anima”

“Perche hai scelto di imparare a recitare?”- “Mi ha

sempre affascinato la recitazione e soprattutto chi fa di

essa una splendida opera d'arte”.

Viene spontaneo chiedere, specialmente ai più giovani,

il motivo che li porta su un palcoscenico. Infatti, oggi,

il teatro sembra perdere sempre più rilievo,a vantaggio

del cinema o della televisione, benché i massimi espo-

nenti del panorama recitativo italiano e non solo, sia

più facile trovarli su un palcoscenico: Ferruccio Soleri,

87 anni e ancora nei panni di Arlecchino, ll Nobel Da-

rio Fo, scomparso da poco, ma nei teatri fino alla fine,

mostri sacri come Vittorio Gassmann, Paolo Poli, Car-

melo Bene, Eduardo de Filippo e tanti altri.

Alessandria ha un'importante tradizione teatrale, infatti

il grande attore Ennio Dollfus, alessandrino di adozio-

ne, qui ha fondato la scuola di recitazione de “I Pochi”

nel 1956, scuola che ha formato attori di spicco come

Massimo Poggio. In città vi sono altri corsi di recitazio-

ne, ad esempio la scuola di Massimo Bagliani o quella di

Massimo Rigo. Non mancano le compagnie teatrali,

molto attive sul nostro territorio: gli “Stregatti”, la

“compagnia teatro Luce” , “Teatro Insieme”, gruppo

fondato nel 1983 da Silvestro Castellana, tutt'ora regi-

sta della compagnia in cui agli inizi collaborò proprio

Dollfus. Inoltre nei teatri di Alessandria hanno recitato

attori di un certo rilievo, l'ultimo, a Febbraio, Federico

Buffa. Eppure il teatro non ha più grande successo, nel

mondo degli adulti come nel mondo degli adolescenti,

anche se non sono pochi i giovani a mettersi in gioco

su un palcoscenico, dall'aula magna della propria scuola

fino a importanti teatri. La partecipa-

zione dei ragazzi è piuttosto elevata sia

per eliminare attraverso il teatro bar-

riere comunicative come la timidezza

o l'imbarazzo, sia per provare un'espe-

rienza che non perde mai il proprio

fascino. Per diversi ragazzi è anche una

passione, un'occasione per essere ca-

tapultati in un'altra vita, in un altro

mondo, in situazioni diverse dalla pro-

pria quotidianità.

L'attore Elio Germano, in una recente

intervista rilasciata durante un pro-

gramma di Rai 3, ha dichiarato che

sarebbe opportuno che la recitazione

diventasse una materia scolastica ob-

bligatoria, poiché permette all'attore di

immergersi totalmente in un'altra per-

sona, e questo aiuta parecchio a riusci-

re a comprendere altre realtà, lontanissime magari.

Specialmente oggi è fondamentale essere in grado di

vestire i panni altrui, per evitare pregiudizi e sentenze

affrettate, ma anche per provare, sebbene solo per la

breve durata dello spettacolo, situazioni e sentimenti

diversi dall'ordinario. Nonostante la mia breve espe-

rienza teatrale, mi sento di confermare la tesi di Ger-

mano: lo scorso anno con “I Pochi”, nello spettacolo

“Il giudizio universale”, mi ero calato nei panni di un

migrante, mentre quest'anno con “Teatro Insieme” ne

“Il primo collezionista”, in quelli di un ragazzo ebreo

durante l'Olocausto. Ho imparato molto di più riguar-

do queste realtà sul palco che su testi scolastici, libri o

attraverso film anche molto interessanti. Tra il vivere

una situazione e immaginarla c'è un abisso, e il teatro è

il mezzo in grado di colmarlo. Un altro grande valore

del teatro è che permette di essere sé stessi. Recitia-

mo molto più nel corso della vita di tutti i giorni che in

un teatro perché l'attore personalizza il personaggio da

interpretare, gli conferisce sfumature del proprio ca-

rattere, e alla fine dietro alla parte recitata si cela la

vera essenza della persona, che raramente si mostra

nel quotidiano. Solo tra un sipario e l'altro si ha la con-

sapevolezza di sé stessi, si comprende “da dove si vie-

ne e dove si va”, si colgono le verità che l'ordinario

nasconde.

Il teatro proietta la vera essenza della realtà, perché.

come affermò Eduardo de Filippo, “nel teatro si vive

sul serio quello che gli altri recitano male nella vita”.

Riccardo Maggi

Pagina 8 SPECIALE AMBIENTE

Ambiente e sostenibilità

Le classi prime dell’Istituto “Saluzzo”, in ottemperanza alle direttive

dell’Ufficio Scolastico della Provincia di Alessandria, volte a favorire l’e-

ducazione ambientale per uno sviluppo sostenibile e l’acquisizione di

competenze sociali e civiche in materia, hanno partecipato al progetto

AMBIENTE con lavori di approfondimento sulle tematiche relative alla

tutela della biodiversità e degli ambienti fluviali ed alla gestione dei ri-

fiuti .

Pagina 9 SPECIALE AMBIENTE

“Coltivare” la biodiversità

“Noi non dobbiamo considerare che la Natura

si accomodi a quello che parrebbe meglio di-sposto a noi, ma conviene che noi accomodiamo l’interesse nostro a quello che essa ha fatto.” Galileo Galilei

In seguito alla visione del film-documentario “Terra Madre”, diretto da Ermanno Olmi, ci sia-mo resi conto dei tanti problemi che la distruzio-ne della biodiversità provoca. La biodiversità è la varietà degli organismi viventi che “abitano” la Terra. Oggi essa sta diminuendo ad una velo-cità molto elevata rispetto al passato e la causa

principale di tale perdita è l'influenza dell'uomo sull'ecosistema terrestre a livello globale. Le conseguenze sono già visibili: alterazione degli habitat naturali, introduzione di specie non au-toctone e di organismi geneticamente modificati (OGM), inquinamento, cambiamenti climatici e sovrasfruttamento delle risorse. L'uomo, infatti, ha modificato profondamente l'ambiente inter-venendo sul territorio, sfruttando le specie diret-tamente, ad esempio tramite la pesca e la caccia e trasferendo animali e piante da un luogo all'al-tro del Pianeta. Tuttavia durante la visione del documentario sono stati presentati molti progetti a salvaguar-dia della biodiversità, tra cui la “Banca del Se-me”, situata nelle isole Svalbard, che custodisce

il maggior numero di semi esistenti al modo, e l’“Arca del Gusto”, un’imbarcazione simbolica che “naviga” in giro per il mondo in cerca di prodotti di eccellenza gastronomica minacciati dall’ omologazione industriale. Molti sono, inoltre, gli orti di “Slow Food”, scolastici e famigliari, che promuovono un’agri-coltura rispettosa del ritmo della natura. Molte scuole, tra cui la nostra, hanno aderito a que-

st’ultimo progetto, intitolato “Dire, fare, gusta-re: un orto per imparare a mangiare senza spre-care”. Il progetto unisce due grandi ed impor-

tanti obiettivi: coltivare seguendo il ritmo della natura e, contemporaneamente, insegnare ai ragazzi una vita sana, nel rispetto degli ecosiste-mi. Per raggiungere questi due obiettivi, i parte-cipanti sono invitati “a sporcarsi le mani” colti-vando il proprio orto nell'ambiente scolastico. Tutte queste iniziative sono importanti perché il nostro sviluppo passa dalla terra, quindi anche noi giovani nel nostro piccolo possiamo fare la differenza.

E tu, saresti pronto a salvare la Terra?

I ragazzi della 1 C Linguistico

Un mare “di plastica”

Pagina 10 SPECIALE AMBIENTE

Noi l'abbiamo scoperto grazie alla visione di un documentario prodotto dalla trasmissione "Presa Diretta". Il reportage inizia presentando il caso delle Maldive, arcipelago di rara bellezza e per questo celebre meta turistica, dove, però, proprio a causa del turismo di massa, vengono prodotte enormi quantità di rifiuti, che i maldiviani, non svolgendo la raccolta differenziata, non riescono a smaltire. Ebbene sì, per anni gli alberghi hanno portato tutti i rifiuti indistinti al centro di un atollo, creando, così, un'isola artificiale; di questi rifiuti, la plastica è la maggiore fonte di inquinamento, perché non viene degradata dai batteri. Essa, quindi, si riduce solo in piccoli frammenti, a causa dell'erosione dell'acqua, che entrano così nella catena alimentare. Molti ma-teriali plastici contengono gli ftalati, aggiunti per renderli più elastici, che sono sostanze mutagene. L’uomo, essendo parte della catena alimentare, as-sume queste sostanze mangiando il pesce. In alcuni laboratori della Sicilia, gli scienziati hanno control-lato il contenuto stomacale dei pesci in cui sono state riscontrate malformazioni, come la dicotomia della spina dorsale, ed in ognuno di essi sono stati ritrovati frammenti di plastica. Un fatto molto più grave è avvenuto ad Augusta, in provincia di Sira-cusa, cittadina dedita alla pesca, dove pochi anni fa sono nati bambini con gravi malformazioni in per-centuale molto superiore alla media nazionale. Pochi di voi sicuramente erano al corrente dell'in-quinamento marino provocato dalla plastica, e quel-li che lo conoscevano non pensavano che potesse determinare conseguenze così gravi! Un nostro ge-

sto irrispettoso verso l'ambiente può far nascere un bambino malato! Questo reportage si intitola "Salviamo il mare", per-ché il messaggio che vuole trasmettere è che noi possiamo ancora intervenire facendo una corretta raccolta differenziata, facendo in modo che la pla-stica possa essere riutilizzata ed impedendone la dispersione nell’ambiente. Con questo articolo spero di avervi ricordato l'im-portanza del rispetto dell'ambiente, perché siamo soprattutto noi giovani a costruire il nostro futuro!

Sara Verrua, 1C Linguistico

Pagina 11 SPECIALE AMBIENTE

I fiumi e le calamità artificiali

Il progetto “Fiumi e territorio”, organizzato

dall’Istituto di Istruzione Superiore Saluzzo-

Plana per le sue classi prime, ha come obiettivo

quello di far capire a noi studenti come funzio-

na un fiume, quali sono le sue caratteristiche e

come l’uomo è intervenuto sugli ecosistemi

fluviali, fornendoci così le conoscenze di base

per comprendere come si dovrebbero gestire

fiumi e territorio in modo corretto ed efficace.

Il giorno 1 aprile 2017, noi della classe 1BL con

le classi 1AL, 1CL e 1BS abbiamo assistito in

aula LIM all’incontro di geomorfologia fluviale,

tenuto dal Dott. A. Mandarino, dottorando

dell’Università degli Studi di Genova. La sua

esposizione è stata supportata dall’utilizzo di slide, testi e sedimenti

provenienti dall’alveo

del fiume, di varie di-

mensioni e più o meno

“consumati” dall’ero-

sione fluviale. Durante

l’incontro è stato spie-

gato cos’è un corso

d’acqua e quali sono i

processi fluviali, come

le opere e gli interventi

antropici hanno modifi-

cato questi ecosistemi

e come si potrebbe

fare per attuare una

gestione sostenibile ed

efficace per mitigare i

rischi e tutelare gli ha-

bitat. Al fine di rendere

più comprensibile i

concetti spiegati, il Dott. Mandarino ha parago-

nato il fiume ad un nastro trasportatore che

erode, trasporta e deposita le rocce ed i sedi-

menti, cambiando così nel tempo la propria

forma e posizione, ovvero plasmando il paesag-

gio. Questa lezione ci ha permesso di com-

prendere quanto i disastri provocati dalle

esondazioni dei fiumi siano in gran parte un

effetto dell’azione irresponsabile, ma talvolta

pienamente consapevole, dell’uomo. Un esem-pio che ci ha particolarmente colpiti è quello

relativo alle aree golenali (aree destinate ad

essere invase dalle acque dei fiumi in caso di

esondazione), o comunque di pertinenza fluvia-

le, all’interno delle quali l’uomo spesso costrui-

sce, mettendo a repentaglio la vita di coloro

che vi abitano o vi lavorano ed i relativi beni.

Altri esempi in tal senso riguardano la storica

estrazione di ghiaia e sabbia per l’edilizia, la sta-

bilizzazione del letto fluviale attraverso l’utiliz-

zo di prismi ed altre opere di difesa e, il tom-

bamento dello stesso, solo per citare alcuni

esempi. A nostro avviso questo incontro è sta-

to molto istruttivo ed interessante, perché,

grazie all’utilizzo di un linguaggio scientifico ma

comprensibile, ci ha permesso di comprendere

l’importanza del ruolo dell’attività umana nella

gestione degli equilibri dei territori fluviali.

Aspettiamo con entusiasmo l’uscita alla con-

fluenza dell’Orba - Bormida, che, come ci ha

raccontato una nostra compagna di classe che

aveva partecipato a questo progetto lo scorso

anno, ci permetterà di osservare ed approfon-

dire gli aspetti trattati.

Classe IBL

Pagina 12 I PROGETTI DELLA NOSTRA SCUOLA

PREMIO GARUZZO

PREMIAZIONE

Concorso di filosofia

Giovedì 11 maggio 2017

Lectio Magistralis

prof. Pietro B.Rossi

Homo ludens:

lo sguardo disincantato e ironico di Umberto Eco

Pagina 13 I PROGETTI DELLA NOSTRA SCUOLA

Pagina 14 LA PAGINA DELLA “CAVOUR”

Disponibilità delle risorse e sostenibilità dello sviluppo

Negli ultimi anni si sono intensificati i processi migratori dai continenti poveri verso quelli ricchi, solitamente per scappare da fame, povertà e disoccupazione, ma anche per fuggire da guerre, persecuzioni o discriminazioni. Tutti que-sto succede per colpa della squilibrata distribuzione della ricchezza, ci sono infatti continenti molto ricchi, ricchi di grandi città, simbolo di ricchezza, e altri continenti talmente poveri che la maggior parte degli abitanti non può permet-tersi nemmeno di mangiare, bere e lavarsi. Questi ultimi infatti preferiscono lasciare il loro Paese di nascita per anda-re a vivere in Paesi ricchi, come ad esempio il Canada, Gli USA e gli stati occidentali dell’Europa. Ma questa disegua-glianza nella distribuzione da dove deriva? Deriva dallo spreco di risorse da parte dei grandi Paesi, che invece di risparmiare le risorse le usano per produrre beni materiali,

senza tener conto della limitatezza delle risorse, soprattutto di acqua e di idrocarburi, come ad esempio il petrolio, e dell’inquinamento prodotto dall’utilizzo e dallo smaltimento di queste. In particolare la produzione di rifiuti da parte dell’uomo è cresciuta smisuratamente negli ultimi anni, il modo migliore per risolvere questo problema sarebbe gesti-re meglio l’utilizzo e lo smaltimento dei rifiuti, ad esempio diminuendo la produzione di rifiuti alla fonte, riducendo la produzione di contenitori e imballaggi inutili, oppure riuti-lizzando al meglio gli oggetti prima di gettarli, e ,in caso questo non sia possibile, riciclare tutto ciò che può essere riciclato, e se qualcosa non può essere né riutilizzata né rici-clata bisognerebbe almeno assicurarsi che l’eliminazione di questo rifiuto venga effettuata in modo sicuro e pulito.

Lorenzo

Nella gran parte del mondo (ad esempio Europa, Asia, India e Stati Uniti) la superficie coltivata supera il 20%. Ma pur-troppo in altre aree, la percentuale è solamente il 5%. Que-sto è dovuto al fatto che stanno diminuendo i lavoratori, tutto perché nelle coltivazioni il progresso di meccanizza-zione ha portato ad avere dei macchinari che diminuiscono la manodopera. Valutando questo, la situazione, cambia da Paese a Paese. Un esempio molto importante è che l'agricoltura dei paesi ancora in via di sviluppo (Asia, America Latina e India) supera circa il 40%. In queste zone i tipi di coltivazione sono 2: l'agricoltura di sussistenza che è per il consumo locale, e si

utilizza nei paesi più poveri l'agricoltura di piantagione, questa agricoltura che è general-

mente una monocultura. Le piantagioni hanno un'alta tecnologia e uno sfruttamento della manodopera locale. Inoltre danneggia gli ecosistemi, impoverendo il terre-

no della varietà dei suoi componenti minerali, oltre che delle falde acquifere, e l'economia locale.

Cina, Stati Uniti, Russia, Brasile e India sono i produttori agricoli migliori del mondo. I principali produttori sono Cina (con il riso) e Stati Uniti (con il grano). Nel Sud del mondo l'allevamento è ancora tradizionale: con allevamenti di sussistenza, nei posti in cui l'agricoltura non produce a sufficienza e dove le condizioni del terreno, e dei microclimi, non consente uno sfruttamento agricolo signifi-cativo del terreno. Nei paesi già sviluppati, invece, sono diffusi dei metodi intensivi di allevamento: dove gli animali stanno in posti appositi. Il maggior produttore di bovini è l'India, mentre la Cina ha il primato di suini e ovini. Un altro primato della Cina è la pesca che è destinata all'au-toconsumo, mentre in altri paesi prevale le risorse ittiche sono utilizzate a scopo commerciale. La crescita della pesca sta causando un eccessivo sfruttamento delle risorse del

mare. Arianna

La durata della vita media di un individuo non è uguale per tutti, ma cambia da regione a regione, infatti, nei paesi più sviluppati, la vita media è intorno agli 80 anni, mentre nei paesi più poveri non superano i 65 anni. La lotta alle grandi malattie negli ultimi anni ha compiuto numerosi progressi però restano comunque numerose malattie ancora da scon-figgere, patologie che provocano un gran numero di morti. Le malattie in un paese dipendono dalle condizioni ambien-tali, economiche e sanitarie in cui vive la popolazione. Nelle regioni più sviluppate prevalgono le cosiddette malattie del benessere Come le malattie cardiovascolari il diabete e alcu-ni tipi di tumori causati da sovrappeso e obesità. Invece Nelle regioni meno sviluppate prevalgono le malattie della povertà dovute alla malnutrizione, mancanza di acqua pota-bile e igiene, Tra le malattie della povertà c'è l'AIDS, la tubercolosi, malaria e la dengue, che provocano il maggior numero di morti premature nel mondo, in particolare ai bambini di età minore ai 5 anni. Un’altra malattia diffusa è

la diarrea per via dell’acqua poco potabile e dei servizi ige-nici. In genere l’aspetto piu terribile è che si tratta di malat-tie che sarebbero curabili con uso di medicine piuttosto faci-li da reperire. Giornalmente muoiono 14 milioni di persone per la mancanza di accesso ai farmaci. Il commercio ha con-sentito alle case farmaceutiche di stabilire il prezzo dei far-maci per evitarne la produzione nei paesi poveri. Dato l’ele-vato tasso di mortalità nei paesi non sviluppati, gli orfani in africa si aggirano intorno ai 20 milioni più di una popolazio-ne nel suo complesso. Le ‘cose’ da eliminare sono la sottoa-limentazione, la malnutrizione, la mancanza di acqua pota-bile, e migliorare condizioni abitative, igeniche e sanitarie. Quindi combattere le malattie significa prima combatttere la povertà che le provoca.

Anouar

Il settore primario nel mondo

Il diritto alla salute

Pagina 15 LA PAGINA DELLA “CAVOUR”

Nel passato lo scopo delle guerre tra stati era la con-quista di nuove colonie e la difesa dei propri posse-dimenti, oggi, sia le cause scatenanti le guerre, sia gli autori di queste carneficine, sono mutati. Oggi, questi conflitti non si svolgono solo tra due o più Stati, bensì, spesso, si svolgono all’interno di un singolo Stato, e sono scatenati dalle differenze etni-che, religiose, politiche e nazionalistiche. Per quan-to riguarda i protagonisti di questi conflitti, invece, essi non sono più forze armate statali ma, bensì, almeno nella maggior parte dei casi, sono bande irregolari di militari, paramilitari e mercenari. I con-flitti più recenti che sono stati registrati sono: la Guerra del Golfo, le guerre tra i vari Stati della Pe-nisola Balcanica, la guerra civile in Ruanda. I con-flitti durati più a lungo sono quelli tra Israele e Pale-stina e tra India e Pakistan. Possiamo approfondire leggermente il discorso sui conflitti in Siria e Ye-men. Cominciamo a parlare del conflitto in Siria. Esso prese piede intorno al 2011 dove vedeva una contrapposizione tra gli anti-Assad, sostenuti dagli occidentali, e il Presidente siriano, che si serviva

dell'alleanze di alcuni Stati dell'Est come la Russia, la Cina e l’Iran. Nello Yemen, invece, la situazione è diversa. Tutto ebbe inizio nel 2015, quando alcu-ni aerei dell’Arabia Saudita e di altri paesi hanno bombardato le postazioni in Yemen dei ribelli sciiti Houthi. È molto complicato da capire perché ai gruppi ribelli si sono aggiunti alcuni supporti da parte di paesi esterni. Tornando al fattore generale delle guerre, vi sono casi di conflitti tra il terrorismo islamico internazionale e gli Stati Uniti, conflitti nati in conseguenza all’attentato alle Torri Gemelle in America, più precisamente a New York, avvenu-to l’11 settembre 2001. Una minaccia di guerra è data dal diffondersi di armi nucleari e dal progresso della tecnologia, che conduce alla produzione di armi sempre più raffinate e potenti. La tensione, attualmente, è tra le due Coree, direttamente ed in-direttamente supportate da Stati Uniti e Cina.

Davide

Le guerre oggi

Le due principali distinzioni di forme di governo sono Paesi democratici e Paesi dittatoriali. Un pae-se è democratico se i cittadini possono votare i governanti, i diritti civili sono riconosciuti, e anche se è riconosciuto il concetto di libertà. Nella demo-crazia i poteri sono divisi in: potere legislativo, che emana le leggi e garantisce la loro applicazione, il potere esecutivo, che fa applicare le leggi, il potere giudiziario. Negli ultimi vent’anni la democrazia si è sempre più diffusa ma esistono ancora degli stati con regimi autoritari.

Si chiama Paese dittatoriale un paese in cui il go-verno è esercitato da un unico partito, da una casta religiosa o da una cerchia di persone. Nella dittatu-ra un unico organo ha un potere assoluto, non ha limitazioni (neanche le leggi).

Un esempio di paese democratico è presente negli stati Europei, dove da ormai un po' di anni le ditta-ture sono state sostituite da un governo democrati-co. Fino all’inizio degli anni ’70 ci sono state le dittature in Portogallo, con la dittatura di Salazar, in Spagna, con la dittatura franchista e in Grecia la dittatu-ra dei colonnelli. Con la caduta del muro di Berlino sono caduti anche i regimi comunisti nell’Europa Orientale e oggi l’Europa è interamente democratica.

In America Latina quasi tutti i paesi sono democratici. Negli ultimi anni però si sono verificati situazioni di

crisi, molte volte accentuate dalla scarsa lotta contro le organizzazioni criminali chiamate “cartelli” (questo soprattutto in Messico).

Nel Nord Africa/Medio Oriente c’è stata una rinascita della vita politica. Rimango, però, dei problemi nelle zone dell’Iran, della Palestina, della Giordania e dell’A-rabia Saudita dove si sono verificati dei peggioramenti e l’unico stato libero che rimane in questa zona è Israe-le.

In Africa, negli ultimi anni, si è verificato un peggiora-mento della vita democratica. La cause sono tante, ma possono essere riunite in violenti conflitti civili e rispo-ste armate. Questo peggioramento si è verificato so-prattutto nel Burundi, nel Congo e nella Somalia.

Le organizzazioni nazionali, come l’Unione Europea, però non hanno una grande politica estera e il loro inter-vento politico è molto inadeguato rispetto alla loro for-za economica. Per avere più potere gli stati si possono unire in una federazione, cioè un insieme di stati. Così facendo, essi danno ad un governo federale centrale la responsabilità della politica estera e della politica eco-nomica; anche se così si riduce l’importanza degli Stati Nazionali, cresce quella delle comunità locali. Nelle città le comunità individuano i problemi e i bisogni e gli amministratori delle città e delle istituzioni cercano delle intese per risolverli.

Marco

Le forme di governo

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Anno scolastico 2016-2107

Terzo numero (maggio 2017)

Docenti supervisori

Prof.ssa Antonella Bisio

Prof.ssa Nadia Bonzano

Prof.ssa Daniela Di Maria

Prof. Giuseppe Galeani

Prof.ssa Lucia Manna

Prof. Giuseppe Maresca

Prof. Walter Salamano (SMS ‘Cavour')

Direttori del Giornale

Angelica Arena

Riccardo Maggi

Redazione

Hajar Mekami, Ilaria Remotti, Micol Schifino,

gli alunni e le alunne delle classi prime del Liceo linguistico.

Rivista di informazione….e non solo

(esente da autorizzazione – C.M. 242 – 02/09/1988