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04 Inverno 2017 Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro:“Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB - Firenze”. Periodico di Informazione della Fondazione Ospedale pediatrico Meyer Onlus Il Meyer diventa più grande per i più piccoli LE STORIE DI M+ Domitilla, da paziente a infermiera LA BUONA NOTTE Fiabe e musica per i bambini ACCOUNTABILITY DAY La Fondazione presenta il suo bilancio

Il Meyer diventa più grande - Sfogliami.it · fans club Toscana: quando la solidarietà è rock• Torna il Memorial Nico Giannotti • La Fondazione Galligani sostiene l’Audiologia

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Il Meyerdiventa più grandeper i più piccoli

LE STORIE DI M+ Domitilla, da paziente a infermiera

LA BUONA NOTTE Fiabe e musica per i bambini

ACCOUNTABILITY DAY La Fondazione presenta il suo bilancio

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

Editore Fondazione Meyer

Direttore Responsabile Roberta Rezoalli

Gruppo redazionale Alessandro Benedetti, Maria Baiada, Emmanuele Bittarelli, Duccio Boldrini, Giulia Bonechi, Caterina Castellani, Patrizia Gianassi, Maria Vittoria Giannotti, Melania Mannelli, Giulia Righi

Foto Vincenzo Errico, Irene Maniscalco, Edoardo Micheletti, Alessia Nucci, Dario Orlandi, Giulia Righi

Direzione e redazione Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze Tel. 055.5662316 - Fax 055.5662300

Impaginazione Tabloid soc. coop. - [email protected]

IN QUESTO NUMERO

» Pag. 3 La notte in cui i bambini attraversarono la città

» Pag. 4 - 5 Il Meyer diventa più grande per i più piccoli

» Pag. 6 Il Parco della salute La Neuropsichiatria torna al Meyer

» Pag. 7 Il Family Center Anna Meyer Una sala operatoria tutta nuova

» Pag. 8 Il Meyer Health Campus

» Pag. 9 • STORIE DI M+Domitilla, da paziente a infermiera

» Pag. 10 Un Natale sotto il segno del Meyer

» Pag. 11 Appuntamento al Teatro Verdi per una serata di musica e magia

» Pag. 12 • EVENTI Una serata di festa per Miadi • Eataly Firenze: cena in via Martelli • October Cup: ecco la sesta edizione • Pink Floyd fans club Toscana: quando la solidarietà è rock• Torna il Memorial Nico Giannotti • La Fondazione Galligani sostiene l’Audiologia

» Pag. 13 Accountability day, la Fondazione Meyer presenta il suo bilancio

» Pag. 14 La buona notte ai bambini? Con una favola e le note di una ninna nannaDONATORI IN PRIMO PIANO Gli amici di Svink vincono il terremoto

» Pag. 15 • IMPRESA AMICA DEL MEYER L’impegno solidale di Sebach

Cari amici,stavolta il nostro giornale è davvero di-verso dal solito. Per raccontarvi le grandi novità in arrivo, abbiamo deciso, anche se a malincuore, di rinunciare alla pagina delle lettere e a quella dei consigli forniti dai nostri esperti. Il Meyer sta infatti attra-versando un momento davvero speciale della sua lunga storia, come ci spiega nel suo editoriale il Direttore generale, Alber-to Zanobini, (a pagina 5): l’Ospedale si prepara a diventare più grande per i più piccoli. Per questo abbiamo deciso di dedicare le pagine di questo numero a raccontarvi come crescerà: a pagina 6 vi mostriamo il Parco della Salute, a pagina 7 il Family Center Anna Meyer, a pagina 8 il Campus dove si formeranno i pediatri di domani. A pagina 4 il presidente della Fondazione Meyer Gianpaolo Donzelli ci spiega perché, per crescere, abbiamo bisogno del vostro sostegno. E infine a pagina 13 troverete il resoconto dell’Ac-countability Day, la giornata dedicata alla trasparenza, in cui la Fondazione presen-ta il suo bilancio.Buona lettura

LA REDAZIONE

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA FONDAZIONE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO ANNA MEYER DI FIRENZE ONLUSAutorizzazione del Tribunale di Firenze n. 5428 del 10/06/2005

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4 3

La notte in cui i bambini attraversarono la città

Alle 2.55 l’ultima cullina della Terapia intensiva neonatale en-tra nel varco aperto del Pronto Soccorso del nuovo Ospedale

pediatrico Meyer, a Villa Ognissanti. Mani attente a amorevoli la portano a destina-zione. Nella camera calda, l’”anticamera” del Pronto Soccorso dove le ambulanze scaricano i piccoli pazienti, c’è silenzio. Tutti gli operatori che per sette lunghe ore hanno accolto e indirizzato i bambini tra-sferiti dalla vecchia sede di via Luca Gior-dano trattengono per un attimo il respiro. E quando le porte degli ascensori si chiudo-no dietro a quell’esserino tenuto caldo nella cullina termica si guardano, applaudono, si abbracciano e abbracciano tutti i volontari – i vigili urbani, gli operatori del 118, quelli delle Misericordie, della Protezione Civi-le, i poliziotti, i carabinieri, i tassisti – che hanno permesso di trasferire, senza sbava-ture di orari e nella più completa sicurezza, tutti i bambini del Meyer e i loro genitori.

Quella in cui nacque il nuovo Meyer fu una not-te lunga e magica. Da quella notte – era il 14 dicembre del 2007 – sono passati dieci anni: vo-gliamo ricordarla con un emozionante racconto in presa diretta.

Sono le 3 del mattino quando dai walkie talkie una voce – quella della coordinatrice dell’Ospedale che ha guidato le operazioni – risuona in tutti i mezzi di soccorso, nelle auto della polizia municipale, dai diffusori delle motociclette, nelle camionette dove i volontari infreddoliti si preparano a tor-nare a casa: “Tutti i bambini sono arrivati. Grazie. Grazie a voi, a tutti voi”. La lunga notte che ha portato, sull’onda dell’amore e di un’organizzazione perfettamente sincro-nizzata, i bambini del Meyer nella nuova casa, inizia alle 20,25 con i primi dieci pic-coli che potevano muoversi. Sette pulmini sono pronti per loro fuori dalla vecchia sede di via Luca Giordano. Arrivano nell’a-trio davanti al Pronto soccorso, in braccio alla mamma, sulle carrozzine, con i papà, i parenti pieni di bagagli e le infermiere del reparto. Scivolano nel “tunnel” che la Pro-tezione Civile ha allestito per farli sentire al caldo. I flash dei fotografi e l’attenzione dei giornalisti li sorprende. Erano preparati e pronti all’evento fin dal mattino, medici e infermieri avevano spiegato loro tutto an-che con chi sarebbero saliti sul pulmino. L’attenzione della città e dei media è un’e-mozione forte, i bambini guardano i clown che li accompagnano, alcuni salutano con la mano. I volontari con i cappelli rossi lu-minosi si presentano ai bambini come “I Babbi Natale” che li condurranno nella sua casetta del Polo Nord. I bambini sgranano gli occhi. Via a via tutti salgono per fare un viaggio nella notte di una Firenze che per loro ha svuotato 5 chilometri di strade, illu-minandole a giorno. Un viaggio che accen-de l’eccitazione dei bambini. La slitta sono

i pulmini delle associazione e il Polo Nord appare ai loro occhi con i lumini accesi del parcheggio che disegnano ghirigori sulla collina. La luce bianca e rossa del Pronto Soccorso, l’arrivo nella camera bianca, l’ac-coglienza dei musicisti, tante mani prote-se verso di loro per accompagnarli nelle camere di degenza con la melodia delle filastrocche. Dopo di loro, altri cinquanta bambini, quelli più gravi della Rianima-zione e della Tin, con patologie complesse, faranno quel tragitto dentro ad ambulanze attrezzate, riparati dalle coperte termiche dorate in cui i volontari li avvolgono. L’or-ganizzazione è rodata, i ritmi sono precisi. Alle 2.55 l’ultima cullina neonatale arriva al Nuovo Meyer. Con lei arrivano anche tutti gli uomini e le donne della task force del Meyer. Il nuovo Ospedale funziona e lo fa già a pieno ritmo. La prima famiglia che porta il bimbo al Pronto Soccorso arriva alle 19.55. Le sofisticate apparecchiature della sala operatoria di Neurochirurgia ini-ziano a lavorare alle 2,40 per il primo de-licato intervento da fare per un bambino di 12 anni con compressione midollare. Al mattino il Nuovo Meyer si sveglia con tan-tissime cose da fare. I genitori perlustrano le stanze, scoprono i primi dettagli da mo-dificare, medici e infermieri tastano i nuovi spazi, c’è ancora molto da conoscere. Come in una casa nuova, dove si è appena traslo-cati, il giorno dopo incomincia il lavoro per far si che quella mura si ritaglino addosso a chi le abita. Così è per gli operatori, così è per i bambini che già al mattino animano la ludoteca.

Roberta Rezoalli, ufficio stampa Meyer

DIECI ANNI FA IL TRASFERIMENTO DEI PICCOLI PAZIENTI DA VIA LUCA GIORDANO: COSÌ IL 15 DICEMBRE NACQUE IL NUOVO MEYER

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

I l Meyer si prepara a crescere anco-ra. Con Mpiù, un piano di sviluppo destinato a cambiare, nell’arco di tre anni, il suo volto: sarà una tra-

sformazione radicale quella che porterà l’Ospedale fiorentino dedicato ai bambi-ni ad allinearsi alle realtà più avanzate a livello mondiale in ambito pediatrico. La crescita del Meyer riguarderà tre aree distinte, ma interdipendenti: l’Ospeda-le, che sarà sempre più destinato ai ri-coveri e alla cura delle patologie ad alta complessità, il Meyer Health Campus, cuore della formazione e della didatti-ca, e il Parco della Salute, una struttura che accoglierà la Neuropsichiatria, gran parte delle attività ambulatoriali e i Day Hospital medici. Grazie alla possibilità di disporre di due nuove sedi – l’ex facol-tà di Teologia di via Cosimo il Vecchio e l’ex clinica Villanova in via di Careggi, entrambe in posizione strategica per la loro vicinanza all’Ospedale - il Meyer aumenterà in modo considerevole gli spazi a sua disposizione: dagli attuali 30mila metri quadri a 40mila. E l’incre-mento riguarderà anche le aree esterne, con sette ettari in più di verde, tra par-chi, olivete e boschi. Una crescita indi-spensabile per il futuro del Meyer: negli ultimi dieci anni, l’Ospedale pediatrico fiorentino ha aumentato in modo con-sistente tutta la sua attività. Il raffronto tra i dati relativi al 2007, anno del tra-sloco dalla sede di via Luca Giordano a quella attuale, e il 2017 descrive con chiarezza questo andamento: i ricoveri sono passati da 7.331 a 8762; i Day Ho-spital da 27.054 a 38.558; le prestazioni di specialistica ambulatoriale da 413.005 a 685.414. Un’operazione di sviluppo ne-cessaria e impegnativa dal punto di vista economico. Il piano è stato presentato il 23 settembre scorso durante una Confe-renza dei servizi, nel corso della quale

Il Meyer diventapiù grande per i più piccoli

sono intervenuti Stefania Saccardi, as-sessore regionale per il Diritto alla Salu-te, Sara Funaro, assessore al Welfare del Comune di Firenze e Luigi Dei, rettore dell’Università degli Studi di Firenze. A illustrare i dettagli del progetto è stato Alberto Zanobini, Direttore Generale del Meyer, mentre Gianpaolo Donzelli, presidente della Fondazione Meyer, ha

IN 10 ANNI SONO AUMENTATI RICOVERI E PRESTAZIONI. ADESSO L’OSPEDALE È PRONTO AD ALLARGARSI E SI FA IN TRE

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4 5

L’editoriale

di Alberto Zanobini

UNA SFIDA CHE GUARDA AL FUTURO

L’Ospedale Meyer sta vivendo una fase speciale della sua lunga storia. Sta av-viandosi su una strada complessa di cambiamento e sviluppo, con l’obiet-tivo di continuare a migliorare le cure dei bambini e dei ragazzi, accrescen-do i suoi spazi e la sua tecnologia per l’assistenza, la formazione e la ricerca.Ma non è solo una questione di spazi e tecnologia. Non c’è infatti un vero pro-getto di cambiamento senza una visio-ne del futuro, poggiata sull’amore del bene comune.Il Meyer del futuro che vogliamo e che stiamo già oggi costruendo giorno per giorno, è un ospedale che vuole innovare le linee assistenziali e vuole aprire nuove prospettive per la ricerca. Vuole rappresentare un luogo speciale e attrattivo per i migliori professionisti della salute dei bambini. Un grande Ospedale pediatrico pubblico che non si accontenta del tanto amore che già riceve, ma che si sforza di trasformare questo amore della comunità in una tensione continua verso nuovi obiettivi di accoglienza e di cura.Alla fine del 2020 contiamo di conse-gnare alla Città di Firenze, alla Regio-ne Toscana e al Paese una cittadella sanitaria per i più piccoli, avvolta da ben 10 ettari di verde, all’avanguardia internazionale della cura e della ricer-ca pediatrica, imparando sì dai mi-gliori centri mondiali, ma affermando sempre più uno “stile Meyer”, con cura e con passione.Oggi il Meyer è un “noi”, è l’idea che da soli non si costruisce nulla di duraturo: soltanto insieme possiamo percorrere questa strada difficile ma entusia-smante di fare “più grande” il Meyer, più grande per i più piccoli.Insieme agli operatori, ai genitori e alle famiglie, alle bambine e ai bam-bini, ai volontari.E a voi donatori.

TRASPARENZA

UN SITO PER SEGUIRE L’OSPEDALE CHE CRESCE

L’operazione Mpiù nasce sotto il segno della trasparenza. Anche grazie a un nuovo sito, www.meyerpiu.it. Un canale di comunicazione attraverso cui il Meyer e la sua Fondazione vogliono chiamare a raccolta la loro comunità di riferimento, rendendo partecipi i cittadini e gli ope-ratori dell’importante trasformazione in atto. Tutti potranno seguire in diretta i cambiamenti in corso dentro l’Ospedale: ogni cantiere avrà la sua vetrina virtuale, con scheda dei progetti, costi e tempistica di realizzazione. Sarà quindi possibile seguire lo stato di avanzamento dei lavori, attraverso simboli grafici chiari e immediatamente comprensibili.

concluso la mattinata. Ospite speciale di questo momento così importante per il futuro del Meyer, una testimonial di eccezione: Domitilla, una ex paziente curata nell’Ospedale pediatrico e che, una volta cresciuta, ha deciso di diven-tare infermiera: oggi lavora nel reparto di Diabetologia. La sua storia ve la rac-contiamo a pagina 9.

Direttore generale del Meyer

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

Il Parco della salute sorgerà nell’ex clinica privata Villanova situata in via di Careggi, proprio alle spalle del Meyer. Si tratta di un grande

edificio di 5.100 metri quadri immerso in un’area verde di 3,9 ettari, di cui l’O-spedale pediatrico, grazie a un accor-do siglato lo scorso luglio con Unipol Sai, ha ottenuto la disponibilità con un contratto di affitto con diritto di riscat-to che, in futuro, consentirà di proce-dere a un’acquisizione. Già destinata in passato ad attività sanitarie, la strut-tura è al momento in fase di ristrut-turazione. In continuità con le carat-teristiche ambientali dell’Ospedale, il Parco della Salute evoca, già nel nome, la peculiarità di essere immerso nel verde: una grande area boschiva che, non solo sarà bella alla vista, ma anche utile e preziosa per proporre interven-ti di prevenzione e promozione della salute. In questa struttura, come det-to, si concentreranno tutte le attività ambulatoriali, soprattutto quelle che, in virtù della loro minore complessità, non necessitano di essere inserite nel contesto strettamente ospedaliero. Qui

Gli ambulatori? Nel Parco della Salute

LA STRUTTURA, CIRCONDATA DA UN’AREA VERDE, OSPITERÀ ANCHE IL CENTRO PRELIEVI E LA DIABETOLOGIA

troveranno posto anche il Centro pre-lievi e le stanze riservate ai donatori di sangue, ma anche il Centro per la diabetologia pediatrica, punto di rife-rimento per i bambini affetti da que-sta patologia cronica molto diffusa e le loro famiglie. Il parco renderà possibi-le dare vita a tutta una serie di attività all’aria aperta, nell’ottica di lavorare, insieme ai pazienti e alle associazioni, sul fronte della prevenzione. Una volta ultimato, l’edificio sarà dotato di sale di attesa, area gioco e spazi riservati all’allattamento materno.

LA NEUROPSICHIATRIA TORNA AL MEYER

Nel Parco della Salute sarà inoltre tra-sferita, in una ala separata dalle atti-vità ambulatoriali specialistiche, la Neuropsichiatria infantile, unica attivi-tà di ricovero prevista nella struttura. Finora questo reparto, si trovava a Villa Ulivella: il piano di sviluppo consentirà a questo servizio, così importante per i bambini e gli adolescenti con proble-matiche di tipo psichiatrico, di tornare al Meyer, consentendo inoltre un no-tevole risparmio economico. I pazienti avranno a disposizione un’area verde a loro dedicata.

5.100 mq

di struttura

39.000 mq

di parco

COM’È

COME SARÀ

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4 7

Una pagoda immersa nel verde, per far sentire a casa i bambi-ni e le famiglie che entrano in Ospedale per un periodo di ri-

covero: sarà questo il Family Center Anna Meyer, uno spazio di 500 metri quadrati destinato a rivoluzionare il concetto di supporto al percorso assistenziale dei pic-coli pazienti e dei loro genitori, dalla fase di pre-ricovero a quella delle dimissioni. L’edificio sarà un piccolo padiglione auto-nomo, pensato in linea con la filosofia ar-

Un salotto nel parco a misura di famigliaIL FAMILY CENTER ANNA MEYER SARÀ IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER I PICCOLI E I GENITORI CHE DEVONO AFFRONTARE UN PERIODO DI RICOVERO

UNA SALA OPERATORIA TUTTA NUOVA PER INTERVENTI DI ALTA SPECIALITÀL’ospedale si allarga e respira, acquistando nuovi spazi e libe-rando alcuni di quegli esistenti. Un’operazione ancora tutta da realizzare, ma alcuni degli effetti benefici si possono già toccare con mano: a novembre è stata inaugurata una sala operatoria nuova di zecca, dotata della at-trezzature più d’avanguardia per effettuare interventi chirurgici di alta specialità. La sala potrà es-sere utilizzata per interventi di diverso tipo: dalla neuro-orto-pedia alla neurochirurgia pas-sando per l’otorino. Qui dentro,

tra pareti dipinte di colori vivaci e lampade scialitiche – che illu-minano senza generare ombre - si muoverà anche il neuro robot, un sistema robotizzato dedicato alla neurochirurgia stereotas-sica. La sala sarà attrezzata in modo che il tavolo operatorio possa essere ruotato in più di-rezioni, in modo da essere il più versatile possibile e sarà dotata di un sistema di videodidattica e videoregistrazione: gli interventi più complessi, o interessanti, potranno così essere registrati e trasmessi a fini formativi.

chitettonica che ha ispirato la realizzazione del Meyer, e sarà collocato nel parco, tra il Giardino di Cice e l’ingresso dell’Ospedale, integrandosi con l’ambiente circostante in modo ecosostenibile. Il Family Center sarà il luogo deputato all’accoglienza e fungerà da punto di raccordo per tutte quelle attivi-tà di supporto necessarie ai bambini e alle famiglie. Ad attenderli, fin dal momento del loro ingresso nella struttura, ci saranno tutta una serie di attività e di figure profes-sionali che l’Ospedale mette a disposizione:

dagli assistenti sociali alle psicologhe, dagli infermieri agli insegnanti, dalle associazio-ni di volontariato a quelle dei genitori. Le famiglie potranno così incontrare gli ope-ratori in un ambiente professionale e acco-gliente, pensato per mettere a proprio agio bambini e famiglie in un momento così de-licato quale quello che precede il ricovero. Gli spazi, ideati come un grande open spa-ce, saranno modulabili in base alle diverse esigenze: accanto agli uffici, concepiti per garantire la privacy, ci saranno delle aree deputate all’attesa, pensate per garantire il comfort di un salotto domestico: divani, giochi, schermi e collegamento wi-fi. Il progetto è in corso di approvazione da par-te del Comune e della Soprintendenza, ma il cronoprogramma dei lavori prevede la sua ultimazione entro il 2019.

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

Un campus per far crescere i pediatri di domani

Nell’ex facoltà teologica di via Cosimo il Vecchio, è nato il Meyer Health Campus, un edificio di 4.800 metri quadri:

è questa la sede destinata alla didattica e alla formazione. Già parzialmente utiliz-zato, è a disposizione del personale e de-gli specializzandi con cinque aule attrez-zate: la data prevista per l’inaugurazione della struttura, prima del genere in Ita-lia, è il 24 febbraio 2018. Il Meyer Health Campus sarà facilmente raggiungibile a piedi dall’Ospedale perché collegato al parcheggio del Meyer da un cammina-mento interno. In collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e la Regione Toscana, il Campus ospiterà tutte le attività forma-tive, di ricerca e innovazione in ambito pediatrico; guiderà la formazione dei pe-diatri di domani e accompagnerà i pro-fessionisti che si occupano della salute di bambini e ragazzi con le attività di forma-zione continua certificata. Sarà la sede delle scuole di specializzazione dell’area pediatrica, dei centri di formazione delle professioni sanitarie e del network di si-mulazione pediatrica regionale. Il nuovo polo multidisciplinare accoglie-rà ricercatori, scienziati, studenti e ospiti stranieri, favorendo scambi di conoscen-ze e occasioni di crescita professionale in stretta e costante connessione con le atti-vità assistenziali. Il progetto complessivo e finale di ristrutturazione consentirà la

realizzazione di sale di studio e lettura, due grandi auditorium oltre alle altre aule, una foresteria e un’area ristoro. An-che il Meyer Health Campus è immerso in un’area verde di 3,5 ettari: olivi e prati sono lo scenario in cui si formeranno i giovani pediatri.

IL MEYER HEALTH CAMPUS È LA SEDE DEDICATA ALLA DIDATTICA E ALLA FORMAZIONELE PRIME AULE SONO GIÀ IN FUNZIONE: NEL FEBBRAIO 2018 L’INAUGURAZIONE

LA CURIOSITÀI nomi delle aule sono ispirate ai grandi pensatori e intellettuali del Rinascimento fiorentino: da Lorenzo dei Medici a Pico della Mirandola, da Marsilio Ficino ad Agnolo Poliziano.

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4 9

Domitilla ha ventiquattro anni, un sorriso fresco e in-telligente e indossa la sua divisa blu con visibile orgo-

glio. Da pochissimi mesi è un’infer-miera del Meyer. Sembrano molto lontani – ma non lo sono per niente – i tempi in cui invece è stata una paziente dell’ospedale. Era il 2011 quando le fu diagnosticato un tumore al plesso brachiale, sul nervo radiale, la “centralina” che comanda il braccio: “Pensavo fossero dolori legati alla mia attività sportiva – racconta – e invece la risonanza magnetica portò a

NEL PERIODO TRASCORSO AL MEYER,

MI HA COLPITO OSSERVARE COME GLI OPERATORI SANITARI TRATTANO I PAZIENTI: RIESCONO A VEDERE LE PERSONE, E NON SOLO LA MALATTIA

Domitilla, da paziente a infermiera del Meyer

Fatto: dal primo giugno 2017 Domitilla porta una divisa blu, ci ha appuntato sopra delle mollette di legno a forma di farfalla e quando cammina nei corri-doi del Meyer guarda divertita i bambi-ni che in certe ore del giorno schizza-no come saette davanti agli ambulatori dell’ospedale. Deve essere una sensa-zione potentissima tornare al Meyer da infermiera. Provare a replicare quello che ha vissuto da paziente, applicarlo ai bimbi che vede tutti i giorni: “Per questo ho pianto di gioia quando ho visto i risultati del concorso”, dice con un sorriso che si apre sul volto come un sipario pieno di promesse.Domitilla è uno dei volti del Meyer: la malattia che arriva, irrompe nella vita di tutti i giorni, e l’impegno dei piccoli pazienti che si salda a quello di medi-ci e infermieri per provare a salvare la quotidianità. Continuare ad andare a scuola, certe volte, fa parte della cura. Un Meyer più grande e spazioso farà in modo che le tenaci Domitille possano essere sempre di più.

Chiuso quel capitolo, mentre conti-nuava la sua battaglia contro il tumo-re, se ne è aperto un altro: “Nel perio-do trascorso al Meyer, mi ha colpito osservare come gli operatori sanitari trattano i pazienti: riescono a vedere le persone, e non solo la malattia”. E a quel punto Domitilla ha deciso: voleva riuscirci anche lei, indossare quegli occhiali speciali che guardano di là dagli occhi e giù fin dentro i poz-zi profondi delle persone, dalle parti del cuore, dell’anima. E voleva farlo, assolutamente, al Meyer.

Le storie

di

ERA L’ANNO DELLA MATURITÀ

E IO AVEVO DECISO CHE NON VOLEVO PERDERLO. GRAZIE AL PROGETTO “SCUOLA IN OSPEDALE” CI SONO RIUSCITA

questa diagnosi”. Da quel giorno Domi-tilla, che all’epoca aveva 18 anni e l’e-same di maturità alle porte, ha inizia-to il suo percorso dentro il Meyer: “Ho subito un intervento a novembre e poi otto cicli di chemioterapia, e per molti mesi ho fatto dentro e fuori dall’ospe-dale”. Di quel periodo Domitilla porta un ricordo marcato: “Era l’anno della maturità e io avevo deciso che non vo-levo perderlo: volevo studiare e fare l’esame normalmente. Per questo non ho interrotto gli studi frequentando la scuola dell’ospedale e grazie a questo programma ci sono riuscita”. Due gior-ni prima della fatidica data, era a fare su e giù nei corridoi del reparto per ri-petersi la tesina: “È stato difficile, ma tutti, infermieri e medici, mi sprona-vano e l’amicizia con un altro paziente che aveva affrontato la stessa cosa mi ha dato molta forza”. La tenacia porta lontano e Domitilla, in barba alla ma-lattia e temprata anche dalla necessità di combatterla, ne aveva da vendere: maturità fu.

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

A Natale possia-mo essere tutti più… Meyer! Le festività na-

talizie sono l’occasione per riscoprire il dono,

quello più vero, che non chiede nulla

in cambio se non il desiderio di fare stare meglio chi lo riceve. Nel

caso di una dona-zione alla Fondazione Meyer, parliamo dei bambini ricoverati in

Ospedale. Una semplice pallina o

Un Natale sotto il segno del Meyer Tanti doni per aiutarci a fare sempre di più

IL REGALO PIÙ BELLO? PRENDERSI CURA DI TUTTI I BAMBINI

Roberto Vecchioni in una sua canzone dice “Forse quest’inverno sarà freddo e ci sarà la neve... farò più lunghi i passi per non guardare indietro, par-lerò con le stelle.” Correndo il rischio di essere considerato persona poco evo-luta, lo confesso, questo Natale farò come Vecchioni, parlerò con le stelle e comunicherò loro i miei desideri e chissà forse la luna, maestosa come sempre, cercherà di essere anche lei un’interlocutrice privilegiata dei miei dialoghi. Ecco come realizzerò il rito dello scambio dei doni. Chiederò che il Meyer e tutti i suoi Amici si prendano sempre più cura delle persone, soprat-tutto dei bambini, di tutti i bambini del mondo, bisognosi di doni, per mi-gliorarne le loro condizioni precarie di vita. “La qualità migliore di un animo generoso è l’istinto al bene. Nessun uomo di spirito elevato si compiace di cose abiette e sordide: lo attira e lo esalta la bellezza delle cose gran-di”. Con queste parole il filosofo lati-no Seneca invitava l’amico Lucilio a riflettere sull’importanza del dono e, soprattutto, della sua destina-zione. Prima di ogni dono nasce l’emozione che lo accompagna e che ne prefigura l’effetto per chi lo riceve. Auguro a ciascuno di fare doni dove l’altro sia parte costruttiva del proprio io, condividendo le paro-le di Kahlil Gibran: “L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bel-lezza sono in noi”. Buon Natale.

di Gianpaolo DonzelliPresidente della Fondazione Meyer

un colorato biglietto di auguri solidale sono la forma attraverso cui sarà possibi-le contribuire alla missione che il Meyer porta avanti ogni giorno con passione: garantire le migliori cure e accoglienza ai suoi piccoli pazienti e alle loro famiglie.I donatori che ci hanno sostenuto lo scor-so Natale ci hanno permesso di portare avanti tutti quei progetti che sono stati presentati sinteticamente nella pagina di questa rivista dedicata al bilancio 2016.Questo Natale la solidarietà per la Fon-dazione Meyer porterà invece con sé una nuova sfida: aiutare il Meyer a diventare più grande attraverso il progetto Meyer-Più.I modi per stare a fianco del Meyer sono tanti.

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4 11

Un Natale sotto il segno del Meyer Tanti doni per aiutarci a fare sempre di più

APPUNTAMENTO AL TEATRO VERDI

Uno spettacolo all’insegna di musica e magia

Il Teatro Verdi, l’irresistibile verve di Maria Cassi e un traguardo importante da festeggiare: quello dei dieci anni trascorsi dalla na-scita del nuovo Meyer. Sono questi gli ingredienti del tradizionale spettacolo natalizio che l’Ospedale pediatrico e la sua Fondazione

dedicano a tutti i fiorentini. Il prossimo 14 dicembre, a partire dalle 20.30, grandi e piccini potranno accomodarsi sulle poltrone del teatro di via Ghibellina per trascorrere una serata davvero speciale, all’insegna del divertimento, della musica e dei ricordi di una notte magica: quella del 14 novembre di dieci anni fa, quando i bambini lasciarono la sede dell’ospedalino di via Luca Giordano per approdare in quella del nuovo ospedale. Protagonista indiscussa della serata, l’attrice Maria Cassi, che si esibirà sul palco insieme al chitarrista Marco Poggiolesi, Pasquale Ri-molo alla fisarmonica e i Rabarbari. Ai brani musicali si alterneranno parti parlate, di grande comicità e poesia, nello stile dell’artista fiorenti-na. Ad aprire la serata, il Direttore Generale del Meyer, Alberto Zanobini e il Presidente della Fondazione Meyer Gianpaolo Donzelli. Sarà inoltre proiettato il video realizzato la notte del 14 dicembre. Nel corso della se-rata sarà inoltre conferito il premio Anna Meyer, dedicato a personalità che si sono nelle opere di solidarietà verso i bimbi nel mondo. Ad ag-giudicarsi la prima edizione, lo scorso anno, fu Pietro Bartolo il medico che, a Lampedusa, da anni, lavora per aiutare profughi e clandestini. L’ingresso è gratuito con invito, fino a esaurimento dei posti disponibili.

I biglietti possono essere scaricati dal sito della Fondazione Meyer (www.fondazionemeyer.it) oppure ritirati nell’Uffi-

cio Donazioni della Fondazione

Per chi non vuole rinunciare ai rega-li natalizi per sé e i propri cari, su www.fondazionemeyer.it come ogni anno sarà possibile scegliere fra tanti gadget solida-li, dagli addobbi per decorare l’albero - tra cui le immancabili palline I Love Meyer - al calendario dell’avvento, fino ad arrivare ai simpatici peluche. Il Natale e l’inizio dell’anno possono esse-re anche il momento giusto per stringere un legame più duraturo con il Meyer e de-cidere di aiutare i piccoli pazienti dell’O-spedale ogni giorno. Come? Con una donazione continuativa a sostegno delle attività portate avanti dalla Fondazione Meyer. Chi ha un’impresa può invece pensare di fare gli auguri personalizzati ai propri clienti e fornitori insieme alla Fondazione Meyer, con biglietti, lettere, cartoline di carta, email augurali o il nuovo calenda-rio 2018.Qualunque sia la forma che assumerà, ogni donazione aiuterà il Meyer a diventa-re più grande. Più grande per i più piccoli.

MARIA CASSI SARÀ LA PROTAGONISTA DELLA GRANDE FESTA DEL 14 DICEMBRE

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

Tanti vip e tantissimi fiorentini: è stata un successo la serata organizzata lo scorso settembre in onore di Miadi

a Villa Viviani. Il nome di questo progetto nasce da un’esperienza molto importante: quella di Mia e Dimitri, due bambini, che alcuni anni fa, hanno trascorso un periodo di ricovero al Meyer. Una prova non facile per i piccoli e le loro famiglie, ma tutto è finito bene. Quella situazione, così partico-lare, ha unito i loro genitori, entrambi della Rufina, che hanno così deciso di dare vita a un progetto per aiutare i bambini ricove-rati in quell’ospedale così speciale. Un per-corso di solidarietà che, strada facendo, ha conquistato il cuore di molti sostenitori: tra loro anche Agnese Landini Renzi, madrina delle iniziative organizzate negli anni. Que-sto impegno solidale coordinato dalla Fon-dazione Meyer ha avuto inizio nel 2015 con un’iniziativa di raccolta fondi fra aziende e partner: un’avventura culminata con una cena finale che ha coinvolto tutti i parteci-panti. Il primo obiettivo è stato la ristruttu-razione del reparto di oncoematologia del Meyer. Il 2016 è stata la volta di adottare

Una serata di festa per Miadi

Eventi

EATALY FIRENZE: CENA IN VIA DEI MARTELLI Un’unica tavolata sotto le stelle, rigorosamente bianca, con vista sul Battistero di Firenze. È lo scenario da favola della cena lungo via dei Martelli che Eataly ha organizzato a favore della Fondazione Meyer per il secondo anno consecutivo. La cena è stata curata da cinque celebri chef italiani ed il ricavato è stato destinato al progetto Play Therapy della Fondazione Meyer: clown, musicisti, cani in corsia e ludoteca per regala-re un sorriso ai bambini ricoverati.

OCTOBER CUP: ECCO LA SESTA EDIZIONEÈ giunto alla sesta edizione il torneo femminile under 14 “Oc-tober Cup”, organizzato dalla Pallavolo Nottolini in collabora-zione con il Pantera Volley e il Volley Porcari. Una due giorni di sport, dove a scendere in campo è stata anche la solidarietà, con una raccolta fondi a sostegno della Fondazione Meyer.

PINK FLOYD FANS CLUB TOSCANA: QUANDO LA SOLIDARITÀ È ROCKLa solidarietà può essere rock. Lo ha dimostrato il Pink Floyd Fans Club Toscana che, domenica primo ottobre, ha organizzato un concerto al Teatro Cestello di Firenze, nel cuore di San Frediano. Duran-te la serata, rivolta agli amanti del rock dei Pink Floyd ma anche alle famiglie, si sono esibite due famose cover band: i Breathe Floyd e i Pink Noise. Il ricavato del biglietto è stata devoluto alla Fondazione Meyer.

TORNA IL MEMORIAL NICO GIANNOTTIL’A.S.D. Barga ha organizzato il 17 settembre la settima edizione del Memorial “Nico Giannotti”, riservato alla categoria pulcini 2007/2008, allo Stadio Johnny Moscardini di Barga. L’iniziativa, che si svolge dal 2011, è l’occasione per l’intera comunità di Barga di stare insieme in una giornata di sport e beneficenza per il Meyer, in ricordo del picco-lo Nico Giannotti. Quest’anno l’iniziativa ha sostenuto l’Oftalmologia dell’Ospedale.

LA FONDAZIONE GALLIGANI SOSTIENE L’AUDIOLOGIA

La Fondazione Galligani resta ancora al fianco del Meyer e della sua Fondazione. Quest’anno grazie alla loro importante donazione è arrivato un prezioso so-stegno per l’Audiologia dell’Ospedale pediatrico, con la quale è stato possibile acquisire un nuovo audio-metro. Un’attrezzatura che permetterà di effettuare precisi esami di audiometria ai bambini da 5 anni in su con un’accurata valutazione audiologica, una diagnosi precoce e più completa, nonché un miglio-re sistema di refertazione collegabile al computer. La consegna da parte di Marco e Luca Galligani è stata

fatta il 6 settembre alla presenza della dottoressa Benedetta Bianchi, referente per l’Audiologia infantile del Meyer e di Alessandro Benedet-ti, Segretario generale della Fondazione Meyer.

un progetto ambizioso, che ha previsto la realizzazione di un Centro specialistico di Neuro-ortopedia guidato dal dottor Manue-le Lampasi. Ora Miadi riparte con slancio per raccogliere fondi a favore della Gineco-logia pediatrica del Meyer, con l’acquisto di un ecografo di alta definizione. L’ecografia rappresenta ancora oggi una delle meto-diche più affidabili a disposizione. L’altro grande pregio di questa metodica è che

consente di arrivare a una diagnosi in tem-pi rapidi e senza ricorrere a pratiche invasi-ve: superata la diffidenza iniziale, i piccoli pazienti che si sottopongono all’esame capi-scono che non c’è niente di cui avere timore e lasciano volentieri che il medico faccia il suo lavoro. Grazie a questa apparecchiatura sarà possibile, in un’unica mattina, comple-tare gli accertamenti diagnostici necessari e arrivare più rapidamente ad un diagnosi.

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Un momento importante, inte-ramente dedicato alla traspa-renza: è l’Accountability Day, la giornata con cui la Fondazione

Meyer racconta alla sua comunità di riferi-mento il bilancio di un anno di attività. Un incontro per illustrare i traguardi raggiunti, le idee divenute realtà e i progetti realizza-ti per i bambini dell’Ospedale pediatrico. A darsi appuntamento, l’11 novembre scorso, nella Hall Serra, sono stati i donatori, i vo-lontari, le associazioni e le aziende che, du-rante il 2016, hanno dato il loro sostegno e il loro contributo. Quello che la Fondazione si trova a presentare è un bilancio decisamen-te il positivo. Ancora una volta, si conferma l’affetto che l’ospedale e la sua Fondazione riscuotono in Toscana e non solo: negli ul-timi anni, le donazioni hanno registrato in-fatti un trend di crescita sempre costante. E sono oltre 250 gli eventi benefici organizzati per la raccolta fondi.Nel corso del 2016 sono stati raccolti 8.702.958 euro, di questi, quasi la metà ar-riva dal 5 per mille: sono sempre più nu-merosi – circa 150mila - i contribuenti che scelgono di destinare questa quota alla Fon-dazione Meyer nella propria dichiarazione dei redditi. E così, in questa modalità di rac-colta, la Fondazione è salita al settimo posto nella classifica delle onlus attive a livello nazionale. Il risultato raggiunto grazie al sostegno di tanti privati cittadini (il 59%) e imprese Per il 30%) è frutto di un percorso portato avanti negli anni dallo staff della Fonda-zione con impegno e costanza: tra le varie attività che hanno permesso di raggiunger-lo, campagne di comunicazione specifica come quella del Natale, l’iniziativa dell’sms solidale, che ha portato il Meyer anche sul palco dell’Ariston di Sanremo. Molte an-che le iniziative di fidelizzazione rivolte a privati e aziende, come la tessera dedicata agli Amici del Meyer e l’Impresa Amica. Importante anche l’attivazione di un cana-le per effettuare le donazioni online. Come sono stati spesi i soldi raccolti? L’88% è stato destinato all’attività sanitaria e alla ricerca scientifica dell’Ospedale, mentre il 12% è andato a tutte quelle attività di accoglienza destinate a far sentire a proprio agio il bam-bino anche quando si trova in ospedale.

Accountability Day,la Fondazione Meyer presenta il suo bilancio

Anche quest’anno si rivela particolarmen-te positivo il dato che fotografa l’efficienza della nostra onlus, per quanto riesce a con-tenere i costi della macchina organizzativa: i donatori, insomma, possono contare sul fatto che il denaro affidato alla Fondazione Meyer viene impiegato per gli scopi istitu-zionali, con la massima efficienza ed effica-cia. La trasparenza è, da sempre, una del-le priorità: tutti i bilanci della Fondazione vengono revisionati da anni dal collegio dei sindaci revisori, ma a passarli al setaccio, certificandoli, è anche una società di revi-sione esterna. E come sempre, il documen-to è disponibile e scaricabile dal sito della Fondazione Meyer: http://www.fondazio-nemeyer.it/bilancio-2016.Ovviamente tutte le attività sostenute sono progetti in cui crediamo fermamente e che riteniamo importanti, ma ci sono iniziative a cui siamo legati in modo particolare. Tra queste, il Bando Giovani Innovatori, nato per premiare, con criteri meritocratici, i

giovani talenti che lavorano nel pediatrico fiorentino. I ricercatori sono stati invita-ti a presentare progetti innovativi: quelli che tra loro sono stati selezionati, hanno trascorso un periodo di permanenza in prestigiosi centri all’estero: al loro rientro porteranno nella loro pratica quotidiana al Meyer il loro nuovo bagaglio di conoscenze e competenze.

Altro progetto sostenuto dalla Fondazio-ne, T3Ddy, il laboratorio congiunto isti-tuito con il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze, che declina la stampa 3D in modo innovativo per una serie di avanzatissimi impieghi: dalla creazione di modelli tridimensionali per migliorare l’approccio chirurgico, alla realizzazione di “gessi” davvero su misura degli arti, più leggeri e comodi per i bam-bini, all’impiego educativo e ludico grazie al carrello della “maker therapy”, oltre al vasto utilizzo nella simulazione in pedia-tria per la formazione degli operatori.

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Gli Amici del Meyer » Inverno 2017 • n. 4

Abbandonarsi al sonno, cullati dalle immagini di una favo-la o dalle note di un brano musicale, che sussurra una

ninna nanna. Succede al Meyer, dove la scorsa estate è decollata La Buona-notte del Meyer, un programma fatto di favole, filastrocche, canti e musiche che una volta a settimana portano ai piccoli ricoverati un momento specia-le prima di addormentarsi. Si tratta di uno dei molti progetti che l’Ospedale dedica all’umanizzazione delle cure, per aiutare i bambini ad affrontare nel modo più sereno possibile il momento del ricovero.La Buonanotte del Meyer, realizzata in collaborazione con la Fondazione Meyer, va in scena ogni giovedì sera nelle aree di degenza dell’ospedale, a settimane alterne: un giovedì sono pro-tagonisti i libri, quello dopo la musica.Quando nelle stanze dell’ospedale le mille incombenze della giornata lascia-no il posto all’atmosfera un po’ sospesa e incantata della sera, i bambini si pre-parano al sonno. È a quel punto i volon-tari dell’associazione Helios entrano in azione. Con un carrellino di legno - che è poi una piccola libreria con le ruote, piena di testi accuratamente scelti dalla direzione scientifica della LudoBiblio del Meyer- raggiungono il primo repar-to e propongono ai piccoli, che nel frat-tempo si sono radunati ad aspettarli, il primo libro. Tutti in cerchio, ognuno con la sua seggiolina e con la voce del lettore che arriva a prenderli per mano, i bambini ascoltano la prima lettura.Finita quella, i volontari si spostano nel secondo reparto e poi ancora nel terzo, con altre due differenti letture: i bam-bini che lo desiderano possono seguirli da un reparto all’altro, in modo da par-tecipare a tutti e tre i momenti.

La buona notte ai bambini? Con una favola e le note di una ninna nanna

Il paese dove vivono, Valle Castellana Teramo, è stato danneggiato dal terremoto. Ma loro non si sono arresi. E anche in un momento così difficile hanno deciso di portare avanti il loro appunta-mento con la solidarietà a favore dei bambini del Meyer. Loro sono un gruppo di ragazzi: Stefa-no, Alessandro, un altro Stefano, Valentino, Domenico, Daniele, Marco e Giusi. “Ma senza l’aiuto dell’amministrazione comunale, degli sponsor e dei tanti ragazzi che ci hanno dato una mano stavolta non ce l’avremmo proprio fatta” tiene a precisare Stefano Volpini. E così, anche quest’an-no, in questo piccolo paese dell’Abruzzo al confine tra le Marche e il Lazio, a dieci chilometri in linea d’aria da Amatrice, il 13 agosto è andato in scena lo Svik Day, una grande festa in ricordo di Svik, soprannome di Vittorio Di Marco, un ragazzo generoso, scomparso improvvisamente cinque anni fa. È nel segno della sua memoria che gli amici più cari, ormai da cinque anni, organizzano questo evento, dove la tristezza lascia il posto alla determinazione di guardare sempre avanti,

facendo del bene: ai bambini del Meyer, ma anche a quelli della scuola materna di Valle Castellana e al paese di Pescara del Tronto. “Quest’anno – spiega Volpini – non era facile far tornare la gente nel paese danneggiato dal sisma. Per questo abbiamo pensato di ar-ricchire l’evento con un raduno di auto d’epoca, tanti piatti tipici e lo spettacolo di un comico”. La ricetta è stata vincente: anche stavolta lo Svik Day è stato un successo.

Qualcosa di simile accade anche con la musica: in questo caso sono i musicisti della Cooperativa Athenaeum musicale fiorentino a spostarsi nei reparti per

suonare musiche e intonare canti della buonanotte per i piccoli. Così i bambini si sentono il più possi-bile a casa.

GLI AMICI DI SVIK VINCONO IL TERREMOTODONATORI IN PRIMO PIANO

OGNI GIOVEDÌ, APPUNTAMENTO CON LA LETTURA O CON LA MUSICA. E I BIMBI SI SENTONO A CASA

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Una grande azienda con un grande cuore. Attentissima al benessere dei dipendenti, rispettosa dell’am-biente e impegnata in progetti so-

lidali. Stiamo parlando di Sebach, una realtà imprenditoriale fiorentina – ha sede a Certal-do – e presente anche all’estero, dalla Francia all’India. Nata nel 1987, ha conquistato in po-chi anni una posizione leader nella fornitura di bagni mobili. Da un anno è nata una col-laborazione con la Fondazione Meyer per la salute dei bambini. Antonella Diana, ammini-stratore delegato di Sebach, racconta la storia e i motivi alla base di questa scelta.Come è nato il vostro impegno so-lidale?Siamo da sempre attenti e im-pegnati in attività legate alla beneficienza. Partiamo dalla convinzione che le aziende non operino in una bolla, ma che siano parte integrante del tessuto sociale; essere coinvolti in azioni di solidarietà per noi è un modo di dire: “Siamo qui, siamo pronti a dare il nostro contributo al mondo di cui facciamo parte”. In aggiunta, crediamo che godere di una certa visibilità significhi anche avere la responsabilità di dare il buon esempio, e per questo scegliamo di destinare periodicamente parte delle nostre risorse ad azioni e progetti solidali collaborando con di-verse associazioni. Uno degli ultimi è stato il calendario 2016 all’interno del quale, ritratti unici di bambini con autismo, ci hanno aiu-tato a portare l’attenzione su un tema caro a tante famiglie. Quest’anno ci siamo messi an-cora più in prima linea ritraendo i figli dello staff di Sebach per il calendario dedicato al Meyer. Quale è l’aspetto che più vi ha colpiti di una realtà come il Meyer?Il Meyer è una realtà conosciuta e apprezzata in tutto il mondo: un Ospedale pediatrico spe-cializzato anche in malattie rare è prezioso e il lavoro di chi ogni giorno affronta situazioni così delicate e complesse va sostenuto. Tra le tante cose che ci hanno colpito, l’umanità e la preparazione dei medici e di tutto lo staff. Fan-no un lavoro straordinario, lavorano con com-

L’impegno solidale di Sebach

Grazie al sostegno di Sebach, sarà possibile acquistare due cardiostimolatori esterni per la Cardiologia pediatrica del Meyer. Il pacemaker temporaneo è un’apparecchiatura elettromedicale che garantisce ai piccoli pazienti con aritmie cardiache la possibilità di mantenere un ritmo cardiaco adeguato, in attesa che l’applicazione di un pacemaker definitivo o un intervento cardiochirurgico risolvano la criticità. Si tratta di un generatore esterno di impulsi elettrici alimentato a batteria: un’apparecchiatura apparentemente semplice, ma indispensabile, in alcuni momenti, per supportare l’attività cardiaca e permettere la risoluzione di momenti molto critici

IL PROGETTO SOSTENUTO

DUE CARDIOSTIMOLATORI PER MANTENERE IL GIUSTO RITMO CARDIACO

petenza cercando di infondere sicurezza e

tranquillità a pazienti e genitori. È incredibile.

Quella di sostenere il Meyer è stata una scelta condivisa anche con i dipen-denti?Ovviamente sì, e con grande entusiasmo, e non poteva essere altrimenti. Non fosse altro che tra di noi ci sono tantissimi genitori per i quali il Meyer è spesso un punto di riferimen-to. E poi, come non si può essere d’accordo nell’aiutare e sostenere una struttura che cerca di migliorare la vita dei bambini? Non appena l’ho proposto ai nostri dipendenti, si sono naturalmente dimostrati tutti ben pro-pensi a sostenere questa causa insieme ai loro bambini, che hanno accettato di essere foto-grafati per questa iniziativa. Secondo lei esistono dei vantaggi per un’a-zienda che inserisce la solidarietà nella sua attività?La gestione aziendale è una faccenda com-plessa, dove i vantaggi economici spesso prendono la precedenza. Ma questo è un caso diverso. Fare beneficenza fa bene agli altri, alla società e a noi stessi, e i vantaggi morali, gli stimoli positivi che azioni di questo tipo portano al micro-cosmo aziendale, si riflet-

tono positivamente anche sulla produttività e sulla motivazione. Una situazione ideale, dove si vince un po’ tutti. Quali consigli si sentirebbe di dare a un’a-zienda che ha in mente di intraprendere lo stesso percorso solidaristico che voi avete avviato?L’unico consiglio che posso dare è quello di non pensarci troppo, ma di agire immedia-tamente. Sapere che alcuni tuoi piccoli gesti possono rivelarsi fondamentali e determinan-ti per altre persone, è la leva giusta da muove-re per percorrere la strada della solidarietà. Sebach è stata inserita tra le otto aziende “small” migliori per qualità della vita lavora-tiva. Come siete riusciti a raggiungere que-sto risultato? Impegnandoci in modo che il nostro staff viva il lavoro in modo positivo. Il nostro Gruppo ha da sempre sviluppato una filosofia di gestione delle risorse umane improntata all’armonia e alla serenità, tipica delle aziende internazio-nali. E la nostra vocazione non può che farci seguire questa strada. Studi sempre più det-tagliati mostrano che un ambiente lavorativo sereno permette di ottenere migliori presta-zioni e risultati da parte dei dipendenti. Un po’ come con la solidarietà: occuparsi delle perso-ne fa bene a loro, e all’azienda.

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• Bonifico Bancariointestato a: Fondazione Ospedale Meyer

Cassa Risparmio Firenze SpA IT19F0616002999100000008775

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• Online su

www.fondazionemeyer.it

• Bollettino Postale c/c 17256512 intestato a

Fondazione dell’Ospedale Meyer, Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze

• Direttamente presso la nostra sede

c/o Ospedale Meyer, viale Pieraccini, 24 Per gli orari di apertura consultare www.fondazionemeyer.it

Vuoi aiutare i bambini dell’Ospedale Meyer?Puoi sostenerci con diverse modalità, a tua scelta:

Donazioni speciali• LASCITI TESTAMENTARI: Puoi aiutare i bimbi del Meyer anche ricordandoli nel tuo

testamento. Per avere tutte le informazioni su come fare un lascito e avere risposta in forma riservata puoi contattare Alessandro Benedetti, Segretario Generale della Fondazione Meyer, allo 055.5662316 o via email: [email protected].

• 5X1000: nella dichiarazione dei redditi destina il 5 per 1000 alla Fondazione Meyer. Basta apporre la firma e indicare il codice fiscale della Fondazione Meyer (94080470480) nel primo riquadro a sinistra, quello dedicato al sostegno del volontariato e delle ONLUS.

• IN MEMORIA di una persona cara scomparsa la tua donazione avrà ancora più valore. Se lo desiderate, una lettera di ringraziamento sarà inviata alla famiglia della persona scomparsa.

• FESTE, CENE, EVENTI... possono diventare occasioni importanti per raccogliere fondi e aiutare i bambini del Meyer. Solo gli eventi preventivamente concordati con la Fondazione Meyer saranno ufficiali. Contattaci allo 055.5662316 e ti aiuteremo a comunicare il tuo evento.

Per informazioni:FONDAZIONE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO ANNA MEYER ONLUS Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze • Tel. 055.5662316 • Fax 055.5662300email: [email protected]

PRIVACY E TRASPARENZA. Ai sensi della normativa in materia di protezione di dati personali, decreto legislativo 196/2003, ti informiamo che i tuoi dati verranno utilizzati per le attività istituzionali della Fondazione dell’Ospedale pediatrico Anna Meyer e non saranno comunicati a terzi salvo per scopi comunque connessi all’attività della Fondazione. In relazione ai dati forniti, potrai chiederne l’aggiornamento, l’integrazione o la cancellazione e potrai opporti all’invio di materiale promozionale esercitando i diritti di cui all’art.7 del D.Lgs. 196/2003 rivolgendoti alla Fondazione dell’Ospedale pediatrico Anna Meyer, Titolare del trattamento, Viale Pieraccini 24, 50139-Firenze o via email: [email protected].

DEDUCIBILITÀ. La legge consente a privati e aziende di dedurre integralmente le donazioni a favore di Onlus come Fondazione dell’Ospedale pediatrico Meyer. Le donazioni sono deducibili solo nel caso di pagamento con Assegno, Bonifico bancario, Bollettino postale, Bancomat o Carta di Credito. Per tutte le informazioni sulla deducibilità della tua donazione puoi chiedere al commercialista o al CAF.

Il Meyer diventa più grande.