Embed Size (px)
Citation preview
107
3° Circolo Didattico di Ravenna - Scuola Elementare “Grande Albero” di Madonna dell’Albero - Classe 1ª
Docenti coordinatori: Valentina Garavini, Sonia Marangoni
IL PANE DEI NONNI
108
CON GLI OCCHI VEDO…………
COSA?
CON LE MANI TOCCO E PREMO ……… COSA SENTO?
ESPERIMENTI E GIOCHI
CON I SEMI
…
…
109
CON GLI OCCHI VEDO…………
COSA?
CON LE MANI TOCCO E PREMO ……… COSA SENTO?
ESPERIMENTI E GIOCHI
CON I SEMI
…
…
110
CON LE ORECCHIE SENTO ……… COSA?
CON IL NASO ANNUSO ………… COSA?
…
…
111
CON LE ORECCHIE SENTO ……… COSA?
CON IL NASO ANNUSO ……… COSA?
…
…
112
113
SEMI IN AMMOLLO.
ETICHETTA
20 SEMI DI GRANO E 20 SEMI DI ORZO E 20 SEMI DI AVENA E 20 SEMI DI SORGO
LI ABBIAMO MESSI A BAGNO IL GIORNO ………………… ALLE ORE……………
DEVO LASCIARLI FINO AL GIORNO …………………………ALLE ORE……………
PRIMA DI INIZIARE L’ESPERIMENTO CON I LI DEVO METTERE A
A BAGNO NELL’ PER 24 ORE, CIOE’ PER UN INTERO GIORNO.
114
CONFRONTO FRA I SEMI.
TOGLIERE DALL’ I ASCIUGARLI CON UN DI
CARTA E CONFRONTARE CON QUELLI CHE NON SONO STATI A
BAGNO.
FAI UNA CROCE SULLA RISPOSTA CHE SCEGLI.
I SEMI CHE SONO STATI A BAGNO PER ALMENO24 ORE SONO DIVENTATI� PIU’ SOTTILI
� PIU’ SPESSI O GROSSI
COSA PUO’ ESSERE SUCCESSO AI SEMI CHE SONO STATI A BAGNO?
� HANNO ASSORBITO DELL’ACQUA
� HANNO MESSO FUORI DELL’ACQUA.
115
ESPERIMENTO
LA SEMINACOSA OCCORRE?
DISEGNA E COLLEGA.
SEMI
COTONE
CONTENITORI
ETICHETTE
ACQUA
LUCE
CALORE
ARIA
COME SI SEMINA?
DENTRO IL PRIMO CONTENITORE METTO UNPEZZO DI COTONE BEN IMBEVUTO DI ACQUA E10 SEMINI DI
………………………………
OMISSIS: La ricerca prosegue con la descrizione delle operazioni eseguite per la messa acoltura dei diversi semi, che non vengono riportate per economia di spazio (n.d.r.).
116
PER NASCERE E CRESCERE I HANNO AVUTO BISOGNO DI:
………………………………………………
………………………………………………
………………………………………………
………………………………………………
IN QUESTE CONDIZIONI, DA OGNI SEME SI SVILUPPA PRIMA
UNA RADICHETTA
POI UN FUSTICINO
117
DENTRO AL E’ IMMAGAZZINATO DEL NUTRIMENTO CHE VIENEUTILIZZATO DALLA PIANTINA PER LE PRIME SETTIMANE DI VITA.
QUANDO QUESTO NUTRIMENTO FINISCE BISOGNA PIANTARE LEPIANTINE NELLA TERRA.
DOPO 1 MESE
COTONE
TERRA
118
TABELLA DI OSSERVAZIONE DEI SEMI DI …………………DATA DELLA SEMINA
GIORNO………………..
MESE …………………..
ANNO……………………
SEMI CONLUCE DEL
SOLE,CALORE,ACQUA E
ARIA
SEMISENZA
LUCE DELSOLE
SEMISENZA
CALORE
SEMISENZAACQUA
SEMISENZAARIA
1° GI0RNO
-----------------------------------
2° GIORNO
----------------------------------
3° GIORNO
---------------------------------
4° GIORNO
--------------------------------
5° GIORNO
---------------------------------
6° GIORNO
-----------------------------------
7° GIORNO
----------------------------------
CONCLUSIONE SU ……SEMI CHEHOSEMINATO,NE SONO
NATI …….
SU ……SEMI CHEHOSEMINATO,NE SONO
NATI …….
SU ……SEMI CHEHOSEMINATO,NE SONO
NATI …….
SU ……SEMI CHEHOSEMINATO,NE SONO
NATI …….
SU ……SEMI CHEHOSEMINATO,NE SONO
NATI …….
119
CIAO, IO SONO IL CHICCO DI GRANO. QUANDO MI DO’ LE ARIE, MI FACCIO
CHIAMARE “TRITICUM SATIVUM”.
LO SAPEVI CHE IL GRANO E’ UN ERBA? BE’, IO NE SONO IL SEME …
A è autunno I è inverno P è primavera E è estate
NELLA TERRA CRESCE DALLA DOPO IL FIORE SVILUPPA TERRA … …FIORISCE … LA SPIGA, FATTA RADICI E DI CHICCHI GERMOGLIA COME ME.
QUALE STAGIONE? ……………. ……………. …………… ……………….
120
I CHICCHI DI GRANO PER DIVENTARE FARINA FINISCONO AL
DOVE TROVANO DELLE MACCHINE, CHIAMATE MACINE, CHE LO
TRITURANO RIDUCENDOLO IN POLVERE.
LA POLVERE VIENE SETACCIATA, PASSANDO ATTRAVERSO UNA RETE
MOBILE, IL CHE SEPARA LA FARINA DALLA CRUSCA.
LA CRUSCA LA FARINA
È COMPOSTA DAL VESTITO VIENE DALL’INTERNO DEI
DEI CHICCHI. CHICCHI.
OMISSIS: I ragazzi cantano una vecchia canzone (n.d.r.).
121
SCHIACCIANDO ALCUNI DI GRANO RIMASTI,
COSA VEDO?
----------------------------------------------------------------------------------------
CHE SI CHIAMA -----------------------------------------------
PER SCHIACCIARE I SI USA UN E
PER SEPARARE DALLA BUCCIA DEI SI USA UN
DA TE’.’.
122
LA VIENE USATA PER FARE DUE ALIMENTI FONDAMENTALI:
IL E LA
PER FARE IL SI USA LA PIU’ FINE RICAVATA
GRANO TENERO, PROPRIO QUELLO DEL NOSTRO SACCHETTO DI
AGGIUNGENDO ALLA DELLE ALTRE SOSTANZE SI
POSSONO MODELLARE DELLE PICCOLE SCULTURE.
E’ MOLTO SEMPLICE!
IIL PANE
123
COSA OCCORRE? SCRIVI, DISEGNA E
COLLEGA.
GLI INGREDIENTI GLI ATTREZZI
FORNO
FARINA “0” CIOTOLA
LIEVITO GREMBIALE
ACQUA MATTERELLO
ZUCCHERO STROFINACCIO
OLIO FORBICI
SALE TEGLIA
124
DAGLI INGREDIENTI ALL’IMPASTO
HO SBRICIOLATO IL LIEVITO DI BIRRA NELLA CIOTOLA E LO HO
SCIOLTO CON L’ACQUA CALDA.
HO AGGIUNTO POCA FARINA E MESCOLATO BENE.
125
IN QUESTO IMPASTO MOLTO MOLLE HO VERSATO LO
ZUCCHERO E L’OLIO.
POI HO AGGIUNTO ALTRA FARINA E SALE.
126
IN SEGUITO HO CONTINUATO A METTERE FARINA FINO AD
AVERE UN IMPASTO MORBIDO, MA NON APPICCICOSO E HO
LAVORATO MOLTO CON LE MANI.
INFINE HO COPERTO L’IMPASTO PER LASCIARLO LIEVITARE.
127
128
HO MESSO OGNI PANINO CRUDO SULLA TEGLIA DEL FORNAIO.
LE TEGLIE CON I NOSTRI BELLISSIMI PANINI SONO STATE
MESSE NEL FORNO CALDO.
129
IL FORNAIO HA TOLTO I PANINI BEN DORATI DAL FORNO E,
DOPO AVERLI LASCIATI RAFFREDDARE UN POCHINO, LI HA
SISTEMATI NEI SACCHETTINI PER NOI.
130
131
SIAMO ANDATI DAL E ABBIAMO VISTO CHE
- USA LE MACCHINE PER FARE IL PANE
- CI SONO TANTI TIPI DI PANE
- IL PANE HA TANTI NOMI A SECONDA DELLA FORMA O
DEGLI INGREDIENTI.
132
SIAMO ANDATI DAL E ABBIAMO VISTO CHE
- USA LE MACCHINE PER FARE IL PANE
- CI SONO TANTI TIPI DI PANE
- IL PANE HA TANTI NOMI A SECONDA DELLA FORMA O
DEGLI INGREDIENTI.
133
C’era una volta il pane di nonna Giovanna.
LA SIGNORA GIOVANNA ABITA A FORLI’, HA 80 ANNI ED E’ LA NONNA
DELLA MAESTRA VALENTINA. E’ VENUTA A SCUOLA A RACCONTARCI
COME VIVEVA ALLA NOSTRA ETA’ IN CAMPAGNA:
“VIVEVO CON LA MIA FAMIGLIA, COMPOSTA DA MAMMA MARIUCCIA
MORIGI, PAPA’ ORESTE FARNETI E I MIEI DUE FRATELLI MINORI ANGELINA
E FEDERICO, IN UN PAESE VICINO A FORLI’ DI NOME ROMITI.
MI RICORDO ALCUNI MOMENTI DELLA GIORNATA DI QUANDO ERO PICCOLA
(as’era znina).
134
AL MATTINO LA MAMMA CI ALZAVA MOLTO PRESTO PERCHE’ OGNUNO IN
CASA AVEVA DEI COMPITI DA SVOLGERE, PER ESEMPIO IO DOVEVO
ACCUDIRE I MIEI FRATELLINI E PREPARARLI PER ANDARE A SCUOLA.
PRONTI SI SCENDEVA IN CUCINA E, VICINO AL FOCOLARE, SI GUSTAVA IL
PANE BAGNATO NEL LATTE APPENA MUNTO E BOLLITO. ERA UNA DELIZIA!
AL POMERIGGIO SI GIOCAVA NELL’AIA CON GLI ANIMALI E LA MAMMA CI
PREPARAVA LA MERENDA: PANE OLIO ACETO E SALE (e’ pa cun l’oli),
PROVATELO E SENTIRETE CHE BONTA’!
VERSO SERA SI AIUTAVA LA MAMMA A PREPARARE LA CENA, POI SI
MANGIAVA TUTTI ASSIEME INTORNO AL TAVOLONE.
IL BABBO, DOPO CENA, USCIVA E ANDAVA AL CIRCOLO A GIOCARE CON GLI
AMICI E NOI RIMANEVAMO IN CASA CON LA MAMMA. TUTTI INTORNO AL
FOCOLARE CI SCALDAVAMO E LEI CI RACCONTAVA DELLE STORIE, DELLE
POESIE CHE AVEVA LETTO NEI LIBRI DI SCUOLA, CI CANTAVA DELLE
ROMANZE DELLE OPERE CHE AVEVA VISTO IN GIOVENTU’ E ALCUNE
FILASTROCCHE (al zirundeli). ANCORA ALCUNE ME LE RICORDO E SE VOLETE
VE LE RACCONTO.
PER ESEMPIO QUESTA CI INSEGNAVA A ESSERE GENTILI ED EDUCATI CON
GLI ALTRI E DICEVA COSI’:
salutar chi vi saluta,
ringraziar chi dona e aiuta,
sono cose accorte e buone
per ogni sorta di persone.
OPPURE QUESTA PER INSEGNARE CHE NON BISOGNA ASPETTARE TROPPO
TEMPO A FAR LE COSE:
135
ed un cavolo comprò,
mezzogiorno era suonato
quando a casa ritornò.
Tinse l’acqua,
accese il fuoco,
si sedette e riposò
ed intanto a poco a poco
anche il sole tramonto.
Così fatta ormai la sera,
sola al buio ella resto’
ed a letto senza cena
la meschina se ne andò.
QUEST’ALTRA INVECE CI INSEGNAVA A TOGLIERE IL DISTURBO QUANDO SI
ANDAVA A TROVARE QUALCUNO:
quando suona l’Ave Maria
chi è a casa d’altri se ne vada via,
non dico per voi compare
che voi ci potete stare quanto vi pare,
ma se io fossi in casa vostra
come voi siete in casa mia,
a quest’ora me ne sarei già andato via.
PER DARCI LA BUONA NOTTE CI DICEVA:
e cun quest e cun stetar
av salut seza dir etar!
la pigrizia andò al mercato
136
GLI INGREDIENTI ERANO:
farina integrale
furmet o alvadur
acqua
LA PREPARAZIONE ME LA RICORDO COSI’:
Si setacciava la farina con un gran setaccio (e’ sdaz) sopra al tagliere (e’
tulir), che era un asse di legno attaccata al muro con un gancio e due piedi;
in mezzo alla montagna di farina si faceva il cratere (la vule’).
Un altro momento molto importante per la mia famiglia era quando si prepa-
rava il pane circa una volta alla settimana.
Ricordo che la mamma cominciava a sistemare l’occorrente.
137
Poi si prendeva dalla madia (la matrena) il lievito (e’ furmet o alvadur), che
era un pezzo di impasto di pane della settimana prima lasciato in acqua
tutta la notte,
si metteva in mezzo al cratere e si impastava con molta forza.
138
Il sale di solito non si metteva perché il pane si manteneva fresco più a
lungo. Siccome l’impasto era molto, perché serviva per tutta la settimana, la
mamma ci chiamava e ognuno impastava un pezzo … che fatica!
Ma se noi non potevamo aiutarla, si faceva aiutare dal babbo e dalla
‘grama’, un attrezzo che rendeva l’impasto compatto. Mentre il papa’
azionava il manico lei lo girava e girava finchè non diventava bello
uniforme.
139
A questo punto faceva i pezzi e li lasciava riposare sul tagliere per qualche
ora
e poi li portava al forno a legna del paese a cucinarli. Quando andavamo a
ritirarli si sentiva un profumo nell’aria e man mano che il carretto (e’
biruzen) si avvicinava, sempre più intensamente si sentiva, uhmmm che
delizia per i nostri nasi!!!!
140
141
IL PANE DEI NONNI.
VISITA AL MUSEO DELLA VITA CONTADINA DI S. PANCRAZIO:
PERCORSO DAL FORNO AL GRANO.
Visto che nonna Giovanna aveva raccontato come si faceva il pane ai suoi
tempi e ci aveva incuriosito, abbiamo cercato di vedere con gli occhi e
toccare con mano come si faceva e l’occasione è stata il percorso del grano,
presso il Museo della vita contadina di San Pancrazio (Russi). Le foto che
illustrano il percorso sono state utilizzate per raccontare la storia del pane di
nonna Giovanna.
E’ il 19 aprile ’02, siamo pronti per partecipare all’uscita didattica a S.
Pancrazio. Il pullman non arriva in orario, ma dopo circa un’ora e mezza,
finalmente si parte!
Raggiungiamo S. Pancrazio attraverso la strada Ravegnana e arriviamo nella
piazza centrale del paese, dove ci accoglie la guida del museo.
Ci avviamo verso il forno del paese che, sentendo la guida, fa ancora il pane
seguendo i principi di una volta.
PANE ALIMENTO PRINCIPALE, SIMBOLO DELLA VITA.
Qui veniamo accolti con un sorriso dal fornaio Sig. Davide e subito ci
mostra il suo laboratorio: FANTASTICA ED ENTUSIASMANTE
ESPERIENZA!
Felici e contenti ci avviamo al Museo della vita contadina, il quale si trova
nello stabile della scuola elementare del paese.
142
La guida ci mostra e ci spiega tutti gli attrezzi di una volta utilizzati per la
semina e la raccolta del grano.
Poi ci fa vedere, attraverso la proiezione di diapositive, le diverse fasi della
lavorazione del grano come si faceva una volta.
LA CHICCO…STROCCA.
C’ERA UNA VOLTA UN CAMPO LONTANO
DOVE E’ SEMINATO UN CHICCO…LINO
SOTTO AL SOLE, ALLA PIOGGIA E AL VENTODIVIENE UNA SPIGA DAL BEL PORTAMENTO
UN CALDO GIORNO CHICCO…LINO LA RACCOGLIEUN CONTADINO
E DOPO AVERLO LAVORATO CON PASSIONE
NE FA UN BEL PANINO E …
SE LO MANGIA PER COLAZIONE.
