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Provincia di CrotoneAssessorato al Mercato del LavoroI
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Articolo 6 FSE Provincia di Crotone – Il piano strategico per lo sviluppo dell’occupazione
Indice
Capitolo 1 – Il quadro di contesto
1.1 La popolazione provinciale
1.2 Le infrastrutture del territorio crotonese
1.3 Le caratteristiche e le dinamiche del tessuto produttivo
1.4 Il grado di apertura del mercato
1.5 Il “prodotto” culturale della provincia
1.6 Il sistema turistico locale
1.7 Il mercato del lavoro
1.8 Le principali criticità domanda/offerta di lavoro
Capitolo 2 – La partecipazione del territorio
2.1 Premessa
2.2 Il settore turismo
2.3 Il Terzo Settore
2.4 Il settore dei Beni Culturali
Capitolo 3 – I problemi da affrontare
3.1 Le criticità del mercato del lavoro
3.2 Le criticità dell’industria
3.3 Le criticità del turismo e dei beni culturali
3.4 Le criticità del terzo settore
Capitolo 4 – Le esperienze internazionali
4.1 Obiettivo dell’analisi di benchmarking
4.2 I Paesi interessati
Articolo 6 FSE Provincia di Crotone – Il piano strategico per lo sviluppo dell’occupazione
4.3 La metodologia della ricerca
4.4 La descrizione dei progetti
4.5 Le evidenze emerse
4.6 Un piano di trasferimento delle buone prassi
Capitolo 5 – Le opzioni strategiche
5.1 La metodologia utilizzata
5.2 Una possibile strategia di intervento nel Terzo Settore
5.3 Una possibile strategia di intervento nel Turismo e nei Beni Culturali
5.4 Una possibile strategia di intervento nell’Industria e nel Mercato del Lavoro
Capitolo 6 – La strategia generale
6.1 La situazione di partenza
6.2 Gli obiettivi
Capitolo 7 – Le misure e le azioni
7.1 Gli Assi prioritari di intervento
7.2 Le misure
Capitolo 8 – I progetti pilota
8.1 I progetti pilota da realizzare
Capitolo 9 – Il piano di comunicazione
9.1 Premessa
9.2 Il perché del piano di comunicazione
9.3 Struttura e metodologia
9.4 Linee programmatiche e obiettivi
9.5 La strategia media
Capitolo 10 – Il budget
10.1 Le risorse disponibili
Capitolo 1 Il quadro di contesto
1.1 La popolazione provinciale
La provincia di Crotone comprende 27 comuni e si estende su un’area di 1710,68 Kmq,
per una popolazione totale pari a 173.122 abitanti (figura 1.1).
Figura 1.1 I comuni della provincia
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
CerenziaCastelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
CerenziaCastelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
La densità demografica (abitanti/Kmq) è molto bassa (101,2). Essa, infatti, è nettamente
al di sotto del valore nazionale di 189,1 e di quella del Sud Italia (166,6). Tale dato, in
particolare, è influenzato dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio, che
comprende la maggior parte dei comuni in aree interne collinari o di media montagna.
Tabella 1.1 La densità abitativa: confronti territoriali.
Densità demografica
Mezzogiorno 166,6
Italia 189,1
Cosenza 110,3
Reggio Calabria 177,0
Crotone 101,2
Catanzaro 154,4
Vibo Valentia 149,7
Calabria 133,3
Fonte: ns elaborazioni su dati Istat
Sulla fascia costiera, infatti, in particolare attorno al comprensorio urbano di Crotone, la
pressione antropica è notevolmente superiore, attestante a un valore pari a 1001,0
abitanti per Kmq.
La maggiore concentrazione abitativa nell’area del capoluogo di provincia deriva
soprattutto dal maggiore sviluppo economico in essa presente e dalla sua posizione
strategica che la pone al crocevia di traffici marittimi sulle rotte mediterranee Oriente-
Occidente.
Tabella 1.2: Numero di comuni per zona altimetrica e provincia - Censimento 2001 (valori assoluti e composizione percentuale di riga) - Province della Regione Calabria
COMUNI COMUNI (COMPOSIZIONE % ) PROVINCE
Montagna Collina Pianura Totale Montagna Collina Pianura Totale
Cosenza 80 68 7 155 51,6 43,9 4,5 100
Crotone 7 14 6 27 25,9 51,9 22,2 100
Catanzaro 23 56 1 80 28,8 70 1,3 100
Vibo Valentia 8 42 0 50 16 84 0 100
Reggio di Calabria 35 54 8 97 36,1 55,7 8,2 100
Totale 153 234 22 409 37,4 57,2 5,4 100
Fonte: ns elaborazioni su dati Istat
Crotone è una provincia giovane. Nel territorio provinciale, infatti, la percentuale di
individui tra 0- 14 anni è pari al 18% circa. Le classi senili (oltre 70 anni), invece,
assorbono appena il 9% dei residenti (tabella 1.3). Tale andamento demografico, genera
la necessità di prevedere sistemi di promozione e di sviluppo occupazionale per far fronte
alla grande massa di forza lavoro potenziale che nei prossimi anni il territorio esprimerà.
Tabella 1.3 Percentuali per classi d’età
0-14 15-24 25-29 30-70 71 - 100 e +
Crotone 17,96 15,13 7,84 49,69 9,37
Italia 14,21 10,79 7,18 55,24 12,58
Meridione 16,83 13,42 7,65 51,40 10,70
Italia insulare 16,07 12,98 7,48 52,27 11,19
Fonte:Ns elaborazioni su dati Istat
1.2 Le infrastrutture del territorio crotonese
La provincia di Crotone è collegata al resto della regione e del paese tramite:
• 80km di rete ferroviaria;
• 600km di strade provinciali;
• un porto industriale e commerciale;
• tre porti turistici;
• un aeroporto.
Secondo gli indici elaborati dall’Istituto Tagliacarne sulla dotazione di infrastrutture nelle
province italiane, la provincia di Crotone dispone di un indice generale di
infrastrutture economiche e sociali pari a poco della metà di quello italiano
(55%). La percentuale si alza al 59,2% se si prendono in considerazione solo le
infrastrutture economiche.
Tabella 1.4 La dotazione infrastrutturale nel 2001 (Italia= 100)
La dotazione di infrastrutture (Italia=100) Crotone Calabria Mezzogiorno
Indice di dotazione della rete stradale 84,3 106,9 91,8
Indice di dotazione della rete ferroviaria 33,7 104,9 84,7
Indice di dotazione dei porti (e bacini di utenza)
94,9 126,7 109,2
Indice di dotazione di aeroporti (e bacini di utenza)
92,9 70,7 60,5
Indice di dotazione di impianti e reti energetico-ambientali
45,2 52,8 63,8
Indice di dotazione delle strutture e reti per la telefonia e la telematica
29,6 61,5 65,0
Indice di dotazione delle reti bancarie e servizi vari
33,7 55,1 61,0
Indice generale infrastrutture economiche 59,2 82,7 76,6
Indice generale infrastrutture (economiche e sociali)
55,0 78,0 78,1
Fonte: Istituto Tagliacarne
I ritardi maggiori, rispetto alla media italiana (100) la provincia li registra nella dotazione
di:
• rete ferroviaria (33,7);
• impianti e reti energetico-ambientali (45,2);
• reti bancarie e servizi vari (33,7);
• strutture e reti per la telefonia e la telematica (29,6).
Tali carenze infrastrutturali incidono sia sul sistema produttivo “tradizionale” basato sul
trasporto/scambio di beni materiali, sia sulle imprese della cosiddetta “New economy”,
basata sul trasporto e scambio di beni immateriali (servizi). La bassa dotazione , inoltre,
si impatta negativamente sulle opportunità di sviluppo delle imprese locali, che trovano
difficoltà di accesso a strumenti di finanza innovativa e a servizi reali avanzati.
1.3 Le caratteristiche e le dinamiche del tessuto produttivo
L’analisi della distribuzione percentuale delle imprese attive nella provincia al 2003 mostra
un territorio fortemente caratterizzato in senso agricolo. Crotone, infatti detiene il primato
regionale per quota di imprese (30,5%) assorbite dal settore primario, facendo segnare
un divario superiore di quasi 10 punti percentuali dalla media italiana, una forte presenza
di imprese nel settore del commercio (28,1%), del commercio ingrosso e dettaglio,
dell’industria (24,5%), servizi (12,1%) ed infine del settore turismo (4,3%).
La provincia di Crotone, con 16.435 imprese registrate nel 2003 (1.246 imprese iscritte a
fronte di 1.087 cessazioni, con un saldo complessivo pari a 159), mostra un tessuto
imprenditoriale attivo che dal 1997 ha sempre registrato saldi, tra imprese iscritte e
cessate, positivi. Il livello di crescita complessiva, tuttavia, è contrastato
dall’elevato tasso di mortalità delle imprese (7,7%) tra i più alti a livello
nazionale.
Allo stato attuale, comunque, il tasso di sviluppo, inteso quale differenza tra il tasso di
natalità (Iscritte/media attive nel biennio) e il tasso di mortalità (cessate /media attive nel
biennio) delle imprese, presenta i livelli più alti nei seguenti settori:
• l’intermediazione immobiliare con un tasso costante ma non alto;
• l’istruzione con picchi di sviluppo nel 2001 notevoli;
• il turismo che cresce nel biennio 2002/2003;
• il commercio che cresce nel triennio 2001/2003.
Tale andamento testimonia un progressivo passaggio dalla tradizionali attività
dell’agricoltura verso attività economiche della manifattura e, soprattutto, dei servizi.
La struttura imprenditoriale locale, inoltre, è caratterizzata da imprese di
piccole dimensioni. Circa i tre quarti delle imprese locali, infatti, occupa meno di 10
addetti.
La dinamica imprenditoriale e la dimensione ridotta delle aziende sono sintomatiche di un
territorio in grado di sviluppare nuove iniziative, ma di un tessuto produttivo non ancora
organizzato per supportare la crescita dimensionale, di mercato e di innovazione, delle
attività imprenditoriali locali.
L’indicatore più significativo in grado di spiegare le difficoltà di crescita delle
aziende è dato dalla loro bassa capacità di cooperazione, intesa in questa sede
quale numero di imprese in gruppo localizzate sul territorio. Tali indicatore evidenzia
ovviamente, solo le relazioni esistenti di natura formale e non tiene conto delle reti
informali, che rappresentano la maggior parte delle relazioni esistenti, ma che tuttavia
non permettono di realizzare politiche di sviluppo su larga scala.
La tabella seguente mostra, in particolare, il numero di società di capitale costituite in
gruppo che operano sul territorio regionale.
Tabella 1.5 Imprese in gruppo delle società di capitale
SOCIETA' DI CAPITALE
Imprese
in gruppo*
% sul totale
soc. cap.
% sul totale addetti
% sul totale
fatturato
V.A. provinciale (in milioni di euro)
CS 407 20,7 40,9 43,0 9.065
CZ 98 9,6 18,5 23,5 4.971
RC 127 10,6 30,5 31,2 7.128
KR 69 17,3 50,5 56,2 1.892
VV 40 12,3 17,0 25,2 2.001
Calabria 741 15,1 33,2 35,7 25.057
Nord-Ovest 46.759 28,0 87,5 72,9 370.391,6
Nord-Est 28.616 26,6 67,4 61,7 254.510,7
Centro 26.082 22,5 82,2 65,9 239.368,6
Sud-eIsole 14.023 17,7 47,6 47,6 273.925
ITALIA 115.480 24,6 76,6 66,4 1.140.830
* La colonna si riferisce alle imprese aventi forma giuridica di società di capitale ed inserite in un gruppo d'impresa, come capogruppo o come società partecipata. Si tenga presente che in veste di capo-gruppo si possono avere anche persone fisiche o altre forme giuridiche diverse dalle società di capitale (ditte individuali, società di persona, fondazioni o altre forme).
Fonte: Unioncamere - Osservatorio sui gruppi d'impresa, 2002
La caratteristica dimensionale e la limitata presenza di vere e proprie capacità di
relazione, determina un’impossibilità di sviluppo distretti industriali significativi e
evidenziando la debolezza o filiere produttive o di cluster di imprese. Esistono, tuttavia,
dei “bacini produttivi locali”, cioè di aree di specializzazione produttiva, composte da
raggruppamenti di territori comunali omogenei a livello provinciale, o ancora di
microsistemi a livello comunale con particolari vocazioni produttive. Recenti ricerche di
marketing territoriale hanno permesso di “mappare” tali diverse realtà produttive,
fornendo significativi risultati dal punto di vista della comprensione dei subsistemi
“eccellenti” del territorio crotonese.
Lo sviluppo nel tempo di queste attività è stato possibile grazie propensione naturale del
modo dell’imprenditoria allo sfruttamento di caratteristiche morfologiche del territorio e
alla dotazione di beni storici artistici. Certamente rilevante nelle scelte delle capacità
imprenditoriali sono state i diversi orientamenti programmatori economico-politici ed
urbanistiche adottate nel tempo dagli enti locali.
I sistemi utilizzati per la classificazione delle aree, omogenei dal punto di vista produttivo,
sono stati i seguenti:
• sistema di sviluppo agricolo ed agroindustriale: si contraddistingue per
l’intensa presenza del settore agricolo che in alcune aree si integra a valle
con una industria di trasformazione dei prodotti della terra, basata su un
tessuto di piccole e medie imprese;
• sistema di sviluppo turistico: accanto alle tradizionali aree estive e
balneari, è possibile individuare aree territoriali caratterizzate dal patrimonio
artistico e culturale, aree la cui offerta turistica è basata sulle bellezze
naturalistiche ed ambientali e dai beni storici architettonici. L’aderenza al
modello di sviluppo è stata valutata anche in base alla dotazione e alla
qualità delle strutture ricettive presenti.
• sistema di sviluppo basato sull’industria manifatturiera “leggera”: in
parte in connessione con le tradizioni artigiane radicate sul territorio si è
sviluppata una industria manifatturiera, specificamente nei settori del legno
arredamento, del tessile abbigliamento, della lavorazione dei minerali non
metalliferi, della carta e dell’editoria, cui si aggiunge l’industria chimica, della
gomma e della plastica.
Tale livello di analisi ha consentito, in sostanza, una prima classificazione dei contesti
locali provinciali per caratteri generali, mentre nel seguito sono stati individuati i sistemi
esistenti.
1.3.1 Il Sistema agro-alimentare
Il sistema agroalimentare è particolarmente presente nell’area, dove rilevanti
specializzazioni lo caratterizzano. La provincia è fortemente caratterizzata in senso
agricolo. Crotone detiene, infatti, il primato regionale per quota di imprese (30,5%)
assorbite dal settore primario, facendo segnare un divario superiore di quasi 10 punti
percentuali dalla media italiana.
I seminativi e i cereali, pur essendo le colture meno sviluppate, risultano concentrati in
alcune aree interne del Marchesato, mentre i settori più rappresentati sono le produzioni
agricole-lavorazione carni e il lattiero-caseario. Il primo è presente massicciamente
nell’area costiera a Nord di Crotone. Si tratta in particolare, dei grandi distretti
dell’agroalimentare della produzione vitivinicola della zona di Cirò
Il lattiero-caseario e la zootecnia sono diffusi essenzialmente nelle aree interne della Sila,
nella quali determinano grossi quantitativi di produzione (figura 1.2).
Figura 1.2 Aree di specializzazione produttiva basate sul modello agricolo e agroalimentare
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
Cerenzia
Castelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Produzione agricola e lavorazioni carni
Zootecnica e caseario
Seminativi e cereali
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
Cerenzia
Castelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Produzione agricola e lavorazioni carni
Zootecnica e caseario
Seminativi e cereali
Fonte: Elaborazioni su dati Unità Tecnica per l’Internazionalizzazione, 2003
1.3.2 Il sistema di sviluppo turistico
Il sistema di sviluppo turistico è caratterizzato dalla diversità di sistemi d’offerta, con forte
propensione allo sviluppo di forme più avanzate per la valorizzazione delle numerose
risorse locali (figura 1.3). Convivono sul territorio, infatti, numerose aree che
offrono possibilità di fruizione disparate. La provincia di Crotone, ricca di
potenzialità attrattive turistiche, alcune delle quali valorizzate solo in parte, è
essenzialmente vocata per una fruizione balneare e storico-archeologica, del territorio.
All’interno di essa, infatti, è localizzata la più importante e unica riserva marina regionale
(Isola Capo Rizzuto) e alcune rilevanti testimonianze del periodo magno-greco. In figura
si distinguono oltre al tipo di turismo che accoglie il comune, anche le risorse disponibili,
che sono gli ambiti turistici, intesi come risorse strumentali sfruttabili, le aree
archeologiche, e le risorse ambientali.
Figura 1.3 Tipologia di turismo nella provincia di Crotonese e distribuzione dei siti per tipologia di interesse turistico nella provincia
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
CerenziaCastelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Turismo balneare
Turismo culturale, storico ed artistico
Turismo ambientale e naturalistico
88
8
7
7
8
10
8
Ambiti turistici
4
1
Aree archeologiche
Aree protette
2
4
2
1
1
1
10
10
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
CerenziaCastelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Turismo balneare
Turismo culturale, storico ed artistico
Turismo ambientale e naturalistico
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
CerenziaCastelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Turismo balneare
Turismo culturale, storico ed artistico
Turismo ambientale e naturalistico
88
8
7
7
8
10
8
Ambiti turistici
4
1
Aree archeologiche
Aree protette
2
4
2
1
1
1
10
10
Fonte: ns elaborazione su dati infocamere e Istat e Natura 2000
1.3.3 Il sistema dell’industria manifatturiera leggera
Il sistema dell’industria manifatturiera leggera si caratterizza per un medio sviluppo.
Esistono aree di specializzazione nella chimica e nelle materie plastiche ed
aree a specializzazione della produzione del mobilio.
In generale, dunque, la rispondenza a tale sistema di sviluppo è coerente con le
caratteristiche geo-morfologiche del territorio, particolarmente ricco di aree boschive, da
cui derivano numerose aziende di piccole dimensioni impegnate nelle attività di taglio e
prima lavorazione, a cui si unisce un nucleo di aziende di prodotti finiti, quali sedie e
arredamenti per interni ed esterni, mentre poco sviluppata risulta l’industria della carta,
che è presente in poche aree del catanzarese e a Cosenza.
La figura 1.4 mostra in dettaglio le aree di specializzazione basate sull’industria
manifatturiera leggera.
Figura 1.4 Aree di specializzazione produttiva basate sull’industria manifatturiera leggera
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
Cerenzia
Castelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Chimica, gomma e plasica
Legno
Scandale
San Nicola dell'Alto
Caccuri
Cerenzia
Castelsilano
SavelliVerzino
Pallagorio
Umbriatico
Melissa
Strongoli
Ciro' Marina
Crucoli
Crotone
Cotronei
Cirò
Rocca di Neto
Mesoraca
Petilia Policastro
Cutro
Isola di Capo Rizzuto
San MauroMarchesato
RoccabernardaSanta Severina
Belvederedi Spinello
Casabona
Carfizzi
Chimica, gomma e plasica
Legno
Fonte: Elaborazioni su dati Unità Tecnica per l’Internazionalizzazione, 2003
1.4 Il grado di apertura del mercato
Nel 2002 la provincia di Crotone ha esportato merci per 26,5 milioni di euro sia verso
paesi europei che verso paesi americani e asiatici. Anche le importazioni non sono state
molto cospicue (circa 72 milioni di euro) provenienti maggiormente dall'Europa, ed hanno
determinato un saldo negativo di circa 45,5 milioni di euro.
Emerge, pertanto, una bassa vocazione dell’imprenditoria locale verso gli
scambi commerciali con l'estero e il principale sbocco delle produzioni
provinciali è rappresentato dal mercato domestico. Per valutare appieno la
significatività di tali dati sono stati costruiti due indicatori di sintesi:
• il grado di apertura dell'economia all'interscambio, che è
rappresentato dal rapporto tra l'export provinciale e il valore
aggiunto totale provinciale;
• la propensione all’esportazione, che è il rapporto tra esportazioni
provinciali e PIL provinciale.
La propensione all'esportazione (4,1) è, infatti, tra le più basse d'Italia, la penultima
tra le 103 province, mentre il grado di apertura dell'economia all'interscambio
(1,2) è di poco superiore al dato regionale ma è inferiore di circa il 90% rispetto al tasso
medio nazionale (figura 1.5).
Figura 1.5 Tasso di apertura e propensione all’esportazione
1,24,1 1,2 3,2
10,8
23,723,9
47
05
101520253035404550
Crotone Calabria Sud e Isole Italia
tasso di apertura propensione all'esportazione
Fonte:dati ICE
I preparati e le conserve di frutta, i prodotti chimici di base e le bevande sono i prodotti
principalmente esportati dalla provincia, mentre tra le merci importate ai primi posti
troviamo i prodotti agricoli, lattiero-caseari e chimici.
Per quanto riguarda i mercati di sbocco della produzione locale, Crotone ha scambi di
import-export con paesi europei quale la Germania e con il nord America, a testimonianza
di un ritardo delle aziende nei confronti di processi di apertura verso mercati nuovi non
legati ad un consumo che deriva essenzialmente dalla forte presenza di calabresi emigrati
in tali territori.
In termini assoluti, è da evidenziare come, nel periodo 1995-2002, le esportazioni della
provincia di Crotone abbiano avuto andamenti altalenanti, alternando annate di forte
crescita, ad altre di ribassi consistenti.
Tutto ciò evidenzia ulteriormente come l’approccio all’internazionalizzazione della classe
imprenditoriale crotonese non segua dei percorsi strategici ben definiti, ma sia legato allo
sfruttamento di particolari opportunità periodiche che non garantiscono il consolidamento
delle posizioni competitive internazionali.
1.5 Il “prodotto” culturale della provincia
Crotone è una provincia di grandi contrasti: la più antica della Magna Grecia, ma anche la
più giovane d'Italia. La città capoluogo, è un giacimento di memorie e di cultura, il
paesaggio della provincia è solcato da fiumi e da fiumare e c'è un sommerso archeologico
di insediamenti greci, di necropoli e di ville romane, fino ai calanchi di Altilia.
La fondazione della città di Crotone risale all’VIII secolo A.C. ed è opera di coloni Achei
che le attribuirono il nome di Kroton. Nell’Alto Medioevo il territorio assunse il nome di
Marchesato Crotonese, che rimase tale fino ai giorni nostri. La città offre diverse
possibilità di visita turistica: la Cattedrale, i Palazzi Nobiliari, il Castello Fortezza
comunemente chiamato Castello di Carlo V, nasce come una rudimentale fortezza
sull'antica Acropoli greca, per difendere il territorio dalle invasioni straniere. Nel corso
degli anni, successive dominazioni apportarono modifiche per migliorarne la difesa, ma la
costruzione attuale è opera degli Spagnoli, che ne fecero una delle più possenti fortezze
militari d'Italia.
L’area balneare di maggiore interesse ha uno sviluppo costiero di circa 40 Km, da Parco
Archeologico Capo Colonna a isola-fortezza Le Castella, (frazione del comune di isola
capo Rizzuto) dove la linea di costa si frastaglia, fuoriuscendo con numerose lingue di
terra che costituiscono importanti promontori.
Per ciò che riguarda l’offerta di centri per la fruizione della cultura, il livello qualitativo
dell’offerta dei musei crotonesi, in termini di servizi accessori, è molto basso. In base ai
dettami della Legge 4/93, che ha introdotto i servizi accessori nelle strutture museali,
infatti, i musei provinciali non sono ancora in linea con gli standard dei più importanti
musei regionali e nazionali.
Di tutti i servizi attivabili, allo stato attuale, risultano presenti in maniera diffusa
esclusivamente le visite guidate (72,7%) e la possibilità di dare accesso ai disabili (45,5%
delle strutture) (figura 1.6). Sono quasi del tutto assenti servizi ritenuti strategici
nell’ottica di incrementare i tempi di permanenza dei visitatori presso le strutture e la
diffusione del patrimonio culturale provinciale. Si tratta, in particolare, dei servizi di
mediateca (9,1%) di biblioteca e di caffetteria/punto ristoro, che sono completamente
assenti.
È ancora da potenziare, inoltre, l’offerta di servizi quali le attività didattiche (36,4%) e,
soprattutto, l’archivio storico e fotografico (27,3%), che rappresentano uno degli
elementi chiave nell’ottica della diffusione della conoscenza della storia e delle tradizioni
locali.
Figura 1.6 I servizi offerti dai musei crotonesi
27,327,3
36,4
27,3
9,1
45,5
72,7
Archivio fo tografico
Archivio storico
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Fonte: Dipartimento beni culturali
La presenza di “eventi” a matrice culturale (manifestazioni teatrali, musicali e
cinematografiche), del resto è, nella provincia di Crotone, limitata. Tale situazione è
dovuta all’assenza sul territorio di teatri e sale cinematografiche, ciò determina
significative conseguenze sulla numerosità dell’offerta presente e sugli introiti
determinati.
Tabella 1.6 Le rappresentazioni teatrali e musicali
Rappresentazioni Biglietti venduti Spesa PROVINCE REGIONI
N. per 100.000 abitanti
N. per 100.000 abitanti
Totale (migliaia di
euro)
per abitante (in euro)
Catanzaro 344 90,1 67.961 17.803 465 1,22
Cosenza 861 115,5 176.803 23.719 1.526 2,05
Crotone 147 84,4 40.994 23.538 166 0,95
Reggio Calabria 603 105,3 146.014 25.503 994 1,74
Vibo Valentia 73 41,3 16.801 9.512 135 0,76
Calabria 2.028 98,9 448.573 21.877 3.285 1,60
Sud 27.959 134,0 6.829.707 32.726 65.710 3,15
ITALIA 123.610 214,3 32.264.214 55.937 402.235 6,97
Fonte: Istat, 2000
Notevoli possibilità di sviluppo sono connesse alla valorizzazione del
patrimonio enogastronomico della provincia, ricco di numerosi elementi di
“eccellenza”, la cui qualità intrinseca è ampiamente riconosciuta dagli attuali consumatori.
In particolare, nell’area crotonese è molto diffuso il consumo della carne di maiale e del
peperoncino rosso, mentre le “eccellenze” enogastronomiche sono rappresentate dalle
produzioni di formaggi e di vino.
Altri prodotti tipici del patrimonio gastronomico locale sono il pecorino crotonese, la
sardella di Crucoli, il finocchio di Isola Capo Rizzuto ed il salato di Crotone; che da un
recente studio curato dall’Assessorato all’Agricoltura risultano essere tra i 207 “tesori” di
golosità della Calabria. L’area, inoltre, può vantare nel comune di Cerenzia, ai piedi della
Sila, una qualificatissima produzione di liquirizia, utilizzata nell'industria dolciaria,
nell'erboristeria e per la preparazione di liquori (figura 1.7).
Figura 1.7 Le aree di produzione delle tipicità agroalimentari nella provincia di Crotone
In sintesi, dunque, l’analisi della rete del turismo culturale mostra la necessità di
sostanziali interventi che favoriscano lo sviluppo integrato di questa particolare tipologia
di turismo. Sono assenti dal network, come già evidenziato, importanti “nodi” strategici,
quali auditorium musicali, parchi letterari e siti archeologici, mentre è da potenziare la
presenza di musei, teatri e centri congressi.
L’attuale sistema d’offerta si caratterizza, quindi, per una sostanziale
connotazione turistica tradizionale, evidenziando una consapevolezza ancora
latente dell’eccellenza dei fenomeni culturali calabresi e crotonesi.
Tali considerazioni sono confermate dalla presenza sul territorio di operatori di
complemento impegnati in attività legate alla fruizione di risorse tipiche del turismo
regionale (alberghi, ristoranti, bar) piuttosto che nella realizzazione e gestione di parchi
letterari, sale d’ascolto, negozi di dischi, teatri, promoter musicali, librerie e biblioteche.
Un network d’offerta integrato, quindi, per questa tipologia turistica è la sintesi di un
potenziale ancora inespresso, anche a causa dello scarso supporto degli enti di
promozione turistica istituzionali (APT, Pro Loco, enti locali). Rispetto a tale ultimo
elemento, l’attività degli enti di promozione a volte risulta poco efficace poiché esistono
sul territorio diversi esempi di divergenze tra le risorse e la fruibilità comunicata e
l’effettiva qualità dell’offerta, a causa della mancanza di interventi strutturali mirati.
1.6 Il sistema turistico locale
La provincia di Crotone ha registrato, nel 2003, un numero di arrivi turistici pari a
102.691, per un complessivo di presenze pari a 602.757. La permanenza media è,
dunque, pari a 5,9 giorni, a testimonianza di un fenomeno turistico legato essenzialmente
alla fruizione della risorsa mare nei mesi estivi, che coincidono con il periodo di ferie degli
italiani.
L’analisi storica dei flussi turistici evidenzia, inoltre, un andamento altalenante, tipico di
un “prodotto” ancora debole, non adeguatamente supportato da politiche di sviluppo
coerenti con le risorse territoriali. Anche la principale risorsa sfruttata
turisticamente, il mare, ha notevoli potenzialità ancora non adeguatamente
valorizzate.
L’analisi degli arrivi per kmq di costa, infatti, un notevole divario tra Crotone, le altre
province calabresi e altre regioni, come la Puglia, la Liguria e l’Abruzzo, che per
caratteristiche geomorfologiche e patrimonio artistico, risultano similari al territorio
provinciale (tabella 1.7).
Tabella 1.7 Densità turistica delle spiagge
Km costa Arrivi Arrivi per Km di costa
Cosenza 227,9 519.468 2.279
Catanzaro 102,6 222.484 2.168
Crotone 113,9 102.691 902
Reggio Calabria 202,9 203.212 1.002
Vibo Valentia 68,4 244.799 3.579
Calabria 715,7 1.292.654 1.806
Puglia 865 2.254.043 2.606
Liguria 349,3 1.963.579 5.621
Abruzzo 125,8 1.613.845 12.829
Fonte: Ministero dell’ambiente e Osservatorio turistico calabrese
La dotazione delle strutture alberghiere nella provincia è costituita prevalentemente da
alberghi “tre stelle”, con un’incidenza di strutture di alta categoria molto bassa (8,2%)
(figura 1.8). L’offerta extralberghiera, inoltre, è caratterizzata essenzialmente dalla
presenza di campeggi. Tale elemento strutturale determina la necessità, nel medio
termine, di indirizzare l’offerta turistica territoriale verso target di utenti, quali famiglie e
giovani, con esigenze coerenti al sistema d’offerta ricettiva tipico di tali tipologia di
strutture.
Figura 1.8 Incidenza delle categorie d’albergo per provincia
0,9 0,0 0,0 2,1 1,1 0,9
15,3
9,3 8,2 9,4 11,0 11,8
43,7 44,4
55,1
40,6 40,743,8
24,7
35,2
26,5
36,534,1
30,4
15,311,1 10,2 11,5 13,2 13,1
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
Cosenza Catanzaro Crotone Reggio Vibo Calabria
5 stelle 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella
Fonte: ns elaborazione su dati Nomisma
1.7 Il mercato del lavoro
Le Forze Di Lavoro (FDL) attualmente presenti in provincia di Crotone ammontano,
complessivamente, a 56mila unità (Forze di lavoro- Media 2003, Istat) pari al 39,16% del
totale della popolazione residente nella provincia di 15 anni e oltre. Il numero di Forze
di Lavoro provinciali è, dunque, basso. Sul territorio regionale, infatti, in media, su
100 persone residenti di 15 anni e/o oltre 44,83 appartengono alle forze di lavoro.
Tale dato di sintesi risulta ancora più critico in considerazione della composizione della
Non Forze Di Lavoro (NFDL). L’analisi di quest’ultimo aggregato, infatti, evidenzia come il
peso dei soggetti anziani sul totale delle NFDL non rappresenti l’elemento critico in grado
di spiegare il basso numero di soggetti che si “offrono” sul mercato del lavoro. Su 60
soggetti appartenenti alle NFDL crotonesi, infatti, solo 20 hanno 65 anni o oltre mentre
gli altri 40 hanno tra i 15 ed i 64 anni (sono cioè soggetti in età lavorativa) (tabella 1.8).
Emerge, in sintesi che la parte preponderante delle NFDL del crotonese è
rappresentata da persone in età da lavoro non attivi.
Tabella 1.8 Incidenza percentuale dei 2 aggregati delle NFDL sulla popolazione della provincia di Crotone, della Calabria e dell’Italia nell’anno 2003
Aree NFDL età lavorativa/ popolazione
NFDL età non
lavorativa/ popolazione
Totale
Italia 26,05 31,93 57,98
Calabria 35,57 19,60 55,17
KR 40,56 20,28 60,84
Fonte: Elaborazione su dati Istat
Alla luce di tali evidenze, emerge dunque che la provincia di Crotone ha un elevato
bacino di potenziali FDL non collocate sul mercato.
Ai fini di un ulteriore confronto delle dinamiche in atto è stato considerato il tasso di
attività, inteso quale rapporto tra le forze di lavoro ed i soggetti in età lavorativa (tabella
1.9). Esso misura, quindi, il peso della popolazione che si colloca sul mercato del lavoro
sul totale della popolazione in età lavorativa. Esprime, pertanto, la percentuale della
popolazione che offre la propria mano d’opera rispetto al totale delle persone che
potenzialmente potrebbero farlo (persone in età lavorativa), costituendo, pertanto, un
indicatore della forza di lavoro potenziale.
Tabella 1.9 Tassi di attività della provincia di Crotone, della Calabria e dell’Italia nel 2003 (valori in migliaia)
Aree Soggetti in età
lavorativa Forze di lavoro Tassi di attività (%)
Italia 39124 24150 61,73
Calabria 1354 755 55,76
KR 114 56 49,12
Fonte: Elaborazione su dati Istat
A Crotone tale valore è pari al 49,12%, contro un dato calabrese del 55,76% e un dato
nazionale del 61,73%. In valore assoluto in provincia di Crotone esiste una massa critica
di potenziali lavoratori disponibili per il sistema produttivo pari a 58mila unità.
Rispetto alle caratteristiche socio-demografiche il tasso di attività maschile è pari al
67,86%, mentre quello femminile ammonta al 31,03%. Ciò significa che su 10
maschi in età lavorativa circa 7 si presentano sul mercato del lavoro, mentre su 10
femmine in età lavorativa solo 3 si offrono sul mercato del lavoro.
Esaminando la dinamica del mercato del lavoro nella provincia di Crotone tra il 1995 (la
provincia è stata costituita nel 1994) e il 2003, emerge che al 2003 43mila sono gli
occupati (+5mila posti di lavoro rispetto al 1995) e 13mila sono i disoccupati (-3mila
persone in cerca di occupazione rispetto al 1995).
In termini generali, quindi, la provincia di Crotone ha visto migliorare, dalla data della sua
costituzione, la propria situazione occupazionale. Peraltro ciò è accaduto in misura più
accentuata rispetto a quanto verificatosi nella regione Calabria.
Si registra, inoltre, un incremento dell’occupazione dei soggetti compresi nella fascia di
età 15-24 anni, a differenza della media nazionale che è in diminuzione.
Nella provincia è in aumento il numero di coloro che non proseguono gli studi
al di là delle scuole dell’obbligo o del conseguimento del diploma superiore.
I dati del censimento 2001 dell’Istat evidenziano, in effetti, che nella provincia di Crotone
solo il 2,53% della popolazione è in possesso della laurea, contro un 3,43% a livello
regionale ed un 3,83% nazionale. Nel complesso, ancora, considerando anche i diplomati,
i possessori di un titolo di studio di medio-alto livello nella provincia di Crotone sono il
17,16% della popolazione, contro una media regionale del 19,82% ed una nazionale del
22,41%.
In estrema sintesi, l’analisi occupazionale dei diversi settori in provincia di Crotone mostra
una sostanziale aderenza con il modello di sviluppo economico in atto nel territorio
regionale. I principali elementi di fondo sono, infatti:
• Quasi i due terzi dell’occupazione è concentrata nei servizi;
• I comparti del terziario con le dinamiche di crescita occupazionale
più interessanti sono quelli legati all’intermediazione monetaria e
finanziaria, alle attività immobiliari ed agli altri servizi;
• L’occupazione nelle attività dei settori primari (agricoltura,
silvicoltura e pesca) è in diminuzione;
• L’occupazione nell’industria è stabile, con una leggera crescita solo
nel settore delle costruzioni.
1.8 Le principali criticità domanda/offerta di lavoro
Il mercato lavoro della provincia di Crotone è fortemente caratterizzato da
elementi di divergenza tra le aspettative e la percezioni degli imprenditori e
quelle dei lavoratori, attuali o potenziali.
In termini generali, infatti, solo per le tematiche che attengono al mercato del lavoro
esistono delle traiettorie comuni di sviluppo. In particolare, si ritiene necessario, per la
crescita occupazionale, realizzare interventi di:
• potenziamento delle occasioni di incontro tra domanda e offerta di
lavoro;
• qualificazione del sistema formativo provinciale, orientandolo
maggiormente verso lo sviluppo di competenze tecniche
specializzate;
• promozione della “cultura” imprenditoriale per lo sviluppo di nuove
iniziative private.
Di contro,emerge il basso livello di fiducia dei lavoratori nei confronti del settore privato,
che si traduce in maggiori aspirazioni di lavoro all’interno di Enti Pubblici.
Tra i settori privati, solo il turismo è considerato da entrambe le categorie un settore con
buone prospettive di crescita e bisognoso, in tal senso, di interventi mirati per la crescita
di competitività.
L’elemento di maggiore criticità si riscontra nelle aree funzionali di impiego, come
evidenziato nella tabella seguente.
Tabella 1.10 Le aree funzionali maggiormente richieste
IMPRESE LAVORATORI
commerciale amministrazione
informatica comunicazione/pubblicità
progettazione gestione del personale
progettazione
Emerge, dunque, come la domanda di lavoro abbia un’aspettativa d’impiego
maggiormente orientata verso aree più innovative della gestione di impresa, quali ad
esempio la comunicazione, la pubblicità, la gestione del personale e la progettazione, a
fronte di una classe imprenditoriale che privilegia la selezione di persone da impiegare in
ruoli di natura commerciale, intesi quali agenti di vendita, e di informatizzazione,
soprattutto per le esigenze di gestione dei dati e di amministrazione aziendale.
In sostanza, l’imprenditore crotonese è poco orientato all’investimento in risorse umane
di alto profilo, preferendo gestire in proprio le aree strategiche di indirizzo direzionale e
operativo. Tutto ciò si traduce, pertanto, in un’offerta di lavoro concentrata
essenzialmente in aree “a basso valore aggiunto”, che non investono le tematiche
strategiche e direzionali.
Infine, dalle analisi effettuate risulta evidente il basso ricorso che le aziende fanno
all’attività dei Centri per l’Impiego (CpI). I servizi da essi offerti vengono, infatti,
giudicati di poca o nulla validità, a fronte di un giudizio molto positivo da parte dei
lavoratori.
In tale contesto diventa, pertanto, strategico analizzare il livello qualitativo dei servizi che
i CpI offrono alle imprese e attivare piani strategici di “avvicinamento” delle imprese ai
CpI, per favorire lo sviluppo di aree di incontro tra domanda e offerta di lavoro, così
come richiesto da tutti gli attori coinvolti nel mercato del lavoro.
Capitolo 2 La partecipazione del territorio
2.1 Premessa
Nel Quadro del progetto “Un Piano Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione”,
finanziato nell’ambito dell’art. 6 del FSE – Azioni a carattere innovativo – la Provincia di
Crotone, ha inteso promuovere la concertazione locale per la condivisione di obiettivi e
strategie di intervento atte ad impattare positivamente sugli indicatori occupazionali nei
prossimi anni.
Tali attività concertative sono state attuate attraverso una serie di sessioni di
moderazione tematiche sulle opportunità di creare nuova occupazione, in particolare nei
settori:
• Turismo;
• Risorse Culturali;
• Terzo Settore.
Ciò al fine di trovare risposte ai problemi che gli operatori locali riscontrano
quotidianamente nel territorio. Alle sessioni di moderazione e all’analisi dei contributi
pervenuti dagli attori locali coinvolti, per singolo settori di intervento, sono dedicati i
paragrafi seguenti.
2.2 Il settore turismo
2.2.1 Prima riunione del 17/09/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di confronto del 17 settembre 2004
Nome Cognome Ente /Associazione/Azienda
Rossin Tiziana Area Marina Protetta Capo Rizzuto
Ferdinando Verardi Conf. Cooperative Crotone
Salvatore Barresi PIT 12 sila crotonese
Lino Fazio Turismo S.c.P.A.
Massimo Zappia UIL – Crotone
Aristide Fazio Consorzio turistico Conca D’oro
Daniela Reperti Assindustria
Francesco Pugliano Provincia
Sculco Vincenzo Provincia - CPI
Alfonso Russo Camera di commercio
Maria Monti Camera di commercio
Cesare Spanò Confcommercio
In tale incontro vengono stabilite le linee guida. Un approccio multidisciplinare, teso a
favorire, secondo il nuovo programma di governo dell’ente intermedio, politiche di
sviluppo integrato e sistemico.
Coerentemente con il modello strategico ricorrente nelle esperienze dei “patti territoriali”,
si intende infrastrutturare un nuovo ambiente operativo caratterizzato da relazioni stabili
tra le istituzioni, le parti sociali, gli imprenditori, le organizzazioni dei cittadini, all’interno
del quale possano essere pianificati e sottoscritti accordi quadro, azioni strategiche e
percorsi di sviluppo, funzionali allo sviluppo del turismo, della cultura e dei servizi alle
persone e a garantire contestualmente significative e durature ricadute occupazionali
In evidenza la necessità di creare una banca dati delle risorse disponibili; in parte la
mappatura delle risorse è già stata effettuata, ma va eventualmente integrata con gli
elementi che sono stati tralasciati dalle ricerche precedenti. Si necessita quindi:
• censimento delle strutture ricettive (alberghi, villaggi, residence, campeggi, ecc.)
• censimento delle altre strutture d’accoglienza (agriturismi, ristoranti, ecc.)
• censimento degli operatori che forniscono servizi ai turisti (noleggio
auto/pullman, guide, escursioni guidate, negozi di artigianato tipico, produttori di
eno-gastronomia tipica, ecc.)
• censimento delle risorse naturalistiche e ambientali, con eventuale
predisposizione dei azioni di pulitura e recupero dei siti, predisposizione e
manutenzione di sentieri, ecc.)
• censimento delle risorse storico-culturali (chiese, palazzi, castelli, scavi
archeologici, musei, ecc.); potrebbe essere utile individuare gli eventuali siti che
presentino situazioni di emergenza storica e architettonica, con la predisposizione
di azioni di recupero e restauro degli stessi
Inoltre, le risorse storico-culturali così individuate devono essere rese fruibili
turisticamente attraverso:
• coinvolgimento dei vettori turistici per favorire l’arrivo dei turisti nella provincia di
Crotone mediante voli a prezzi speciali, o con la predisposizione di opportuni
servizi navetta dai principali scali aereoportuali della zona (S. Anna, ma anche
Lamezia e Bari)
• analisi della rete stradale locale, con eventuale realizzazione di opere di
manutenzione e abbellimento delle strade che rientrano nei percorsi turistici
• predisposizione di una rete adeguata di mezzi di trasporto interna (creazione di
nuove aziende di noleggio mezzi)
• potenziamento e miglioramento della rete di accoglienza (formazione degli
operatori per una migliore qualità del servizio offerto, diffusione della conoscenza
delle lingue per il personale di alberghi e ristoranti, creazione di un servizio di
prenotazione integrato e informatizzato tra i vari alberghi)
• formazione di personale per l’accompagnamento (guide turistiche, guide per le
escursioni ambientalistiche, istruttori per le attività sportive e ricreative,
animatori, ecc.)
• predisposizione di punti informativi per la distribuzione di informazioni e materiale
(già presenti)
• le varie risorse vanno collegate tra loro con la creazione di pacchetti organizzati,
predisponendo percorsi artistici e ambientali con il coinvolgimento di tutti gli
operatori interessati (per i mezzi di trasporto, le guide, gli istruttori per le attività
che è possibile svolgere nei luoghi visitati, ecc.)
• le attività e i percorsi offerti devono essere adeguatamente pubblicizzati con il
coinvolgimento delle agenzie di viaggio e con varie iniziative di promozione del
territorio (creazione di stand espositivi in convegni e fiere del settore, come già
avviene).
2.2.2 Seconda riunione del 21/09/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 21 settembre 2004
Cognome Ente /Associazione/Azienda
Dott. De Masi Vicepresidente della Provincia di Crotone
Avv. Guerra Assessore Provinciale
Dott. Pugliano Assessore Provinciale
Dott. Sculco Responsabile del Centro Provinciale per l’Impiego
Dott. Aprigliano Segretario Provinciale della CGIL
Dott. Venneri Segretario Provinciale della CISL
Dott.ssa Rossin Rappresentante dell’Area Marina Protetta
Dott.ssa Reperti Segretaria dell’Associazione Provinciale Industriali
Dott.ssa Monti Ufficio Promozione della CCIAA
Sig. Russo Rappresentante della CCIAA per il settore Turismo
Dott. Spanò Dirigente della Confcommercio
Dott. Mazzà Responsabile Provinciale della Lega Cooperative
Ing. Veraldi Presidente di Confcooperative
Prof. L. Fazio Presidente del Consorzio Turismo SCPA
Dott. A. Fazio Presidente del Consorzio Conca d’Oro
Dott. Barresi Responsabile Unico di Progetto del PIT 12 Crotone
Dott. Sulla Presidente del PIT 13 Crotone
Dott. Iannuzzi Responsabile di Progetto del PIT 13 Crotone
Ing. Bombardieri Rappresentante dell’APT
Dott. Carvello Rappresentante della GAL Kroton
L’Ass. al Lavoro e alla Formazione Professionale, Avv. Guerra, apre l’incontro e dopo aver
ringraziato per la massiccia partecipazione i convenuti delinea gli obiettivi della sessione
odierna di lavoro che si configura come un incontro preliminare. Ha sottolineato
l’importanza del ruolo che le parti-sociali svolgeranno nell’ambito del progetto, in quanto
saranno chiamate a individuare alcune figure professionali di cui le imprese lamentino la
carenza e i possibili percorsi integrati di sviluppo a rilevante impatto occupazionale, in
modo che sia possibile programmare una conseguente opera di formazione per la quale
sia poi garantito l’assorbimento delle risorse formate da parte del mondo del lavoro
locale.
Il dott. Misiti, senior partner della PSM-Associati s.r.l., sottolinea che l’obiettivo finale sarà
quello di pervenire ad un piano di sviluppo occupazionale che possa essere condiviso
anche dalle aziende dei tre settori oggetto delle sessioni. Viene quindi espressa la
richiesta di collaborazione da parte delle imprese e delle associazioni per far emergere
l’esigenza di particolari figure professionali e a definire nuove linee programmatiche che
permettano di sfruttare in maniera efficace l’opportunità offerta dai fondi di cui è prevista
l’erogazione nei prossimi 6 anni.
Il prof. Fazio, Presidente del Consorzio Turismo SCPA, concorda sulla necessità che un
piano occupazionale valido debba prendere le mosse dalle esigenze espresse dalle
imprese: una analisi superficiale permette già di individuare la carenza di personale
qualificato a tutti i livelli, dagli addetti al management alberghiero, agli animatori, alle
donne al piano, alle guide turistiche. Per tutte queste figure attualmente è necessario
attingere a personale proveniente da fuori provincia, poiché la manodopera locale si
configura come poco qualificata, sia nelle conoscenze culturali che nella conoscenza delle
lingue straniere, elementi di base indispensabili per operare nel settore turistico. Viene
altresì auspicata una qualche forma di formazione imprenditoriale, in considerazione del
fatto che molti operatori del settore provengono da altri ambiti e non possiedono quindi
una vera professionalità nell’ambito del turismo. Altra priorità segnalata è quella di creare
un coordinamento fra le tre “zone” del turismo crotonese, Sila, riserva marina e parco
eno-gastronomico.
Il dott. Misiti sottolinea come, nell’ambito della formazione, possa essere rilevante il
coinvolgimento delle scuole, che ormai offrono un’ampia gamma di progetti formativi:
importante sarebbe poter coordinare tale impegno formativo con le esigenze
effettivamente espresse dalle imprese locali.
Il dott. Iannuzzi, Responsabile del PIT 13 Crotone, forte anche della propria specifica
esperienza nella progettazione di corsi formativi nell’ambito dello stesso PIT, ribadisce la
necessità di un coordinamento con il mondo delle imprese, per prevenire il rischio di
impiegare le ingenti risorse disponibili nella creazione di figure professionali che il tessuto
provinciale, alquanto debole sul fronte dell’offerta occupazionale, non sia in grado di
assorbire.
Il dott. Mazzà, in rappresentanza della Lega delle Cooperative, concorda con la necessità
di promuovere l’incontro con le imprese perché si creino le condizioni per garantire
l’occupazione delle risorse formate, anche nella forma di un programma di sviluppo di
nuova imprenditorialità.
Il sig. Russo, rappresentante della CCIAA, settore Turismo, conferma le considerazioni sin
qui fatte, dando voce alla difficoltà, comuni a tutti gli imprenditori, di reperire personale
qualificato e propositivo, ad ogni livello professionale.
Il rappresentante di Confcommercio, Cesare Spanò, concordando con la necessità di
interrogare le aziende per definire le effettive necessità di figure professionali qualificate,
esprime la sua piena collaborazione all’iniziativa.
Il dott. Carvello, in rappresentanza della GAL Kroton, suggerisce prudenza nella
definizione degli obiettivi, evitando la scelta di percorsi che si allontanino troppo dalla
realtà oggettiva del tessuto provinciale e cercando invece di investire sulle sue effettive
potenzialità; grande importanza assume il dialogo con le imprese per far sì che la
formazione sia il più possibile specifica, ovvero configurata e programmata sulla base di
effettive esigenze del mercato lavorativo. Viene altresì sottolineato come una promozione
dell’occupazione non possa prescindere dalla definizione di una più efficace strategia di
comunicazione tra i canali privilegiati di scambio tra domanda e offerta, coinvolgendo
quindi anche i centri per l’impiego.
Il dott. Venneri, Segretario Provinciale della CISL, osserva come la situazione attuale sia
una conseguenza della mancanza di coordinamento delle istituzioni verificatasi nel
passato, fonte di dispersioni di risorse materiali e immateriali, ed esprime quindi il suo
apprezzamento per il presente sforzo di una ricerca di concertazione tra le parti,
sottolineando comunque la necessità di accelerare il processo di trasferimento delle
deleghe in materia di formazione e piani occupazionali, perché le strategie possano
essere definite e realizzate da chi ha l’esperienza e la conoscenza diretta delle esigenze
della provincia.
Il dott. Fazio, Presidente del Consorzio Conca d’Oro di Le Castella, ribadisce ancora come
il problema da parte degli imprenditori sia la difficoltà di reperire sul mercato locale figure
dotate di adeguata professionalità, ad ogni livello. Viene sottolineato, ad esempio, come
tali carenze non riguardino solo la fase operativa, ma anche la preliminare fase di
presentazione e valorizzazione dell’offerta turistica della provincia: si suggerisce quindi la
creazione di figure professionali in grado di “vendere” al meglio il prodotto “Provincia di
Crotone”, prodotto per il quale vi è sicuramente un forte interesse, considerando che le
imprese turistiche della provincia hanno registrato un miglioramento delle performance,
sullo sfondo di una stagione estiva che è invece stata fortemente negativa a livello
nazionale e regionale.
La dott.ssa Ruperti, Segretaria dell’Associazione Industriali della Provincia di Crotone,
concorda sulla necessità di una maggiore attenzione al marketing turistico per
un’adeguata promozione delle risorse della Provincia, così come concorda con gli
interventi precedenti per ciò che riguarda la necessità di una maggiore concertazione tra
le parti per la definizione di un solido piano occupazionale, che deve comunque
mantenersi entro linee realistiche e tenere oggettivamente conto della situazione attuale
della Provincia. Vengono comunque ribadite la necessità di una più stabile
comunicazione tra le parti e di un coinvolgimento del mondo scolastico.
Il dott. Barresi, Responsabile Unico di Progetto del PIT 12 Crotone, sottolinea
l’importanza di definire innanzi tutto una strategia per lo sviluppo del territorio, sulla base
della quale sia poi possibile identificare le competenze professionali da creare con
specifici progetti formativi, sfruttando anche una struttura operativa già dotata di una
banca dati sulle risorse umane disponibili, qual è il Centro per l’Impiego.
Il dott. Sulla, Presidente del PIT 13 Crotone, sottolinea ancora l’importanza del dialogo
tra le parti, anche alla luce dell’esperienza dei tre progetti PIT operanti nella provincia di
Crotone, che hanno basato sul dialogo e la concertazione l’ottimizzazione delle loro
attività, al fine di evitare inutili duplicazioni. Si lamenta però che tale dialogo non si
estenda anche alle imprese, che spesso, pur convocate, risultano assenti nella definizione
delle strategie, vanificando così in parte gli sforzi delle istituzioni, in quanto la formazione
non può risultare efficace se resta avulsa dal tessuto industriale del territorio. Viene fatto
notare, inoltre, come il sistema turistico locale sia reso intrinsecamente debole dal basso
numero di imprese operanti sul territorio e dal loro piccolo dimensionamento, il che porta
ad auspicare l’incentivazione di investimenti esterni, soprattutto da parte di grandi
operatori turistici internazionali, che possano creare un esempio d’eccellenza che funga
da guida per le imprese locali.
Il Presidente della Confcooperative, Ing. Veraldi, manifesta l’interesse dell’organizzazione
che egli rappresenta, auspicando che si offra alle risorse formate anche una cultura
imprenditoriale che possa incentivare la creazione di nuove attività, anche in forma
cooperativa, che possono rappresentare una forma di tutela e di garanzia anche per gli
stessi lavoratori, sottolineando come attualmente sul territorio provinciale vi sia una
scarsa presenza di cooperative nel settore turistico.
Il rappresentante dell’APT Crotone comunica i dati dei risultati della stagione appena
conclusa, confermando come vi sia stata una crescita del settore e come vi sia un forte
interesse per la provincia di Crotone da parte del mercato, interesse al quale l’APT
risponde mediante i propri centri informativi sul territorio e, prossimamente, anche con
l’apertura di un sito Web. Viene infine suggerita l’esigenza di agire, oltre che a livello della
diffusione dell’informazione, anche a livello delle aziende, promuovendo una
imprenditorialità più consapevole e fornendo in tal senso assistenza alle imprese
turistiche della provincia.
La dott.ssa Rossin, in rappresentanza dell’Area Marina Protetta, illustra alcune delle
iniziative condotte nella stagione appena conclusa, sottolineandone il successo, segno di
un interesse del mercato turistico in generale verso la provincia di Crotone e in
particolare verso le tematiche ambientali. Si auspica quindi la promozione di iniziative
volte a creare una maggiore coscienza dell’importanza delle risorse ambientali e del loro
possibile sfruttamento nell’ottica di un turismo “ecocompatibile”, partendo anche dalla
sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale in materia di tutela ambientale.
La dott.ssa Monti, dell’Ufficio Promozione della CCIAA, osserva come il dialogo tra le parti
sia fondamentale, ma che sia altrettanto fondamentale che tale dialogo sia a doppio
senso e che le imprese, in risposta alla possibilità di ottenere risorse qualificate che
rispondano alle loro specifiche esigenze, manifestino la volontà di valorizzare e gratificare
adeguatamente tali risorse.
Prima della conclusione dei lavori, gli intervenuti hanno consegnato un form di adesione
al programma di “Sessioni di Moderazione”, contenente, tra l’altro, l’indicazione delle
preferenze tematiche sulle quali si svolgeranno i prossimi tavoli del partenariato locale.
2.2.3 Terza riunione del 12/10/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 12 ottobre 2004
Cognome Ente
Dott. A. Fazio Presidente del Consorzio Conca d’Oro
Raffaele Gareri Responsabile dell’Area Marina Protetta
Sig. Francesco Vignis Rappresentante UIL
Sig. Massimo Zappia Rappresentante UIL
Dott. Enzo Facente Provincia KR
Dott. Russo Alfonso Camera di Commercio
Dott. Aprigliano Segretario Provinciale della CGIL
Sig Paonessa Rappr. Associazione recupero delle tradizioni di dialettali
Il tavolo si apre con l’invito rivolto agli attori del tavolo, da parte di Enzo Facente, di
presentare le attività in campo, le iniziative svolte ed in programma. Il primo a prendere
la parola è Sig. Pasquale Mazza, Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone. Si
sottolinea attraverso il suo intervento il problema della “Conoscenza”, della scarsa
popolarità delle potenzialità del territorio, e suggerisce pratiche atte a far risaltare le
risorse a disposizione. Ciò, asserisce Mazzà, consentirebbe agli imprenditori di “fare la
loro parte”, e attraverso una connessione più efficace tra pubblico e privato si creerebbe
occupazione. Enzo Facente sottolinea il problema della stagionalizzazione del fenomeno
come problema che rende gli imprenditori più cauti, chiede quali attività potrebbero
arginare il fenomeno. Il presidente della comunità montana prende la parola descrivendo
le attività che si svolgono per la produzione e la promozione del vino Cirò che crea
occupazione certa e sottolinea il bisogno di creare nuove leve attraverso la formazione
(es. guide turistiche, arte orafa ecc.). Sig. Massimo Zappia, Rappresentante UIL, focalizza
l’attenzione sulla riqualificazione dei beni già presenti sul territorio spiegando che
innanzitutto bisognerebbe creare “impresa” prima valorizzandoli. Il Sig Paonessa,
presenta i lavori che ha promosso in passato riguardanti la cultura letteraria ed artistica e
lamenta la poca sensibilità della popolazione a riguardo, suggerisce anche l’informativa
nelle scuole sugli eventi presenti nel territorio. Fa notare inoltre le potenzialità di sviluppo
che il turismo scolastico può apportare al turismo in generale, facendo notare che gli
studenti del sud vanno a nord per visitare mete di attrattiva culturale, cosa che non
avviene al contrario per le poche strutture ricettive e prezzi troppo alti. Suggerisce infine
di fare “sistema” per contravvenire. Dott. Aprigliano, Segretario Provinciale della CGIL,
propone uno studio sui Beni Culturali per le potenzialità, in sinergia, con tutte le attività
monitorate sul territorio. Dott. Tedesco, Parco Archeologico, illustra le iniziative svolte e
sottolinea la necessità di mettere a conoscenza la popolazione affinché le risorse esistenti
vengano valorizzate. Suggerisce un piano di sviluppo provinciale per i beni culturali in
modo da tutelarli e valorizzarli.
Le tematiche affrontate sul tema del Turismo hanno evidenziato le seguenti carenze:
• La necessità di avere una banca dati delle risorse disponibili sul territorio in modo
da renderle maggiormente fruibili;
• Censimento delle struttre ricettive;
• Censimento delle strutture di accoglienza (agriturismi ecc.);
• Censimento degli operatori che forniscono servizi ai turisti;
• Censimento delle risorse naturalistiche;
• Censimento delle risorse storico-culturali
• La creazione di pacchetti organizzati per rendere fruibili tali risorse nel loro
complesso;
• L’esigenza di particolari figure professionali
• Predisposizione di percorsi artistici ed ambientali con il coinvolgimento degli
operatori del territorio per l’organizzazione dei trasporti, guide, istruttori ecc.
• Pubblicizzazione delle attività.
2.3 Il Terzo Settore
Il Terzo Settore è inserito nel progetto “ Un piano strategico per lo sviluppo
dell’occupazione” il quale fa riferimento all’art. 6 del FSE che riguarda le azioni innovative
da utilizzare nei territori dove il livello occupazionale è molto basso. I tre incontri che si
sono svolti fino ad ora, hanno fornito importanti risposte, generando una serie di
proposte che dovrebbero essere aderenti alle problematiche affrontate. In questo elenco
metteremo in evidenza le fasi salienti e le proposte relative alle discussioni avute.
2.3.1 Prima riunione del 24/09/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 24 settembre 2004.
Cognome Ente
Salvatore Barresi Arcidiocesi di Crotone S.Severina
Francesco Cortese Camera di Commercio di Crotone
Pino De Lucia Forum III settore KR
Alessandra Infante Copross Consorzio provinciale dei servizi locali
Pasquale Mazzà Legacoop Kr
Dott. Enzo Facente Provincia KR
Michele Sculco Caritas Diocesana di Crotone S.Severina
Filippo Sestito Aurora Centroservizi per il volontario
Santo Vezzano Cooperativa Orizzonti Nuovi
Ferdinando Verardi Confcooperative
Francesco Vignis UIL
Massimo Zappia UIL
Avv.Guerra Ass. Prov. Per il lavoro e la formazione professionale
In data 24/09/04 presso il Centro per l’Impiego di Crotone si è tenuto il primo incontro
che ha avuto come tema il Terzo Settore. Al tavolo hanno partecipato diversi esponenti e
rappresentanti di Enti, Associazioni, Aziende e Sindacati. Il convegno è iniziato con
l’Intervento del neo assessore Avv. Guerra la quale ha sottolineato come la paternità del
progetto sia ovviamente dell’assessorato al lavoro e che gli incontri con gli attori invitati,
verteranno sullo sviluppo dell’occupazione nel nostro territorio cercando di esplicare
soluzioni ed idee per tematizzare in modo costruttivo ed eloquente i successivi tavoli.
Il progetto “ Un piano strategico per lo sviluppo dell’occupazione” sviluppa le proprie
dinamiche tramite l’art. 6 del FSE che riguarda le azioni innovative da applicare nei
territori dove il bisogno occupazionale è rilevante. Da questa affermazione l’ass. Guerra
ha continuato i lavori dell’incontro, affermando come sia indispensabile avere in questo
momento una vera concertazione con la quale enucleare le azioni più valide per
determinare la sconfitta del problema “disoccupazione”.
Il Dr. Facente proseguendo nel dibattito, ha spiegato come la richiesta di società di servizi
nella nostra zona, sia realmente notevole e come bisognerebbe facilitare la realizzazione
di queste. Il Vice Presidente dell’Agorà sig. Riganello ha parlato di nuove figure
professionali intermedie, che non sono garantite come per es. l’animatore o il mediatore,
data la mancanza di formazione; di conseguenza esistono molti casi nei quali questi
operatori del sociale vengano sottopagati e non posseggano una figura professionale
riconosciuta.
Il portavoce dell’Associazione Forum terzo settore nonché Presidente Agorà Pino De
Lucia, ha spiegato come l’assistenza alle persone abbia la capacità di creare un valore
aggiunto all’occupazione e che purtroppo nel nostro territorio non sia certa la presenza di
figure atte alla professione sociale. Le cooperative che lavorano nel sociale –spiega
ancora De Lucia – nascono intorno ad un “bisogno” e che intorno a queste si sviluppano.
Gli Interventi successivi – Orizzonti Nuovi, Uil, Legacoop. Crotone, Confcooperative,
Copross, hanno sviluppato i temi del settore evidenziando le diverse problematiche.
Nella discussione si è parlato della mancanza di riqualificazione del personale, della
difficoltà di reperire risorse utilizzabili ai fini sociali, alla possibilità di accrescere le
condizioni ideali per incrementare l’inserimento di nuove forze lavoro nel sociale, alla
necessità di incentivare le imprese che operano già da diversi anni con profitto nel
settore. Il Dr. Barresi Responsabile Diocesano delle Politiche Sociali ha spiegato come sia
d’uopo costruire un percorso che edifichi una rete di relazioni tra le associazioni e
cooperative esistenti ed a questo proposito risulterebbe significativo la creazione di una
consulta nel sociale che rafforzi ancora ulteriormente l’idea del sociale. Le conclusioni
tratte hanno fortemente chiarito i problemi e le necessità del tema proposto. I presenti
hanno comunque confermato come la concertazione ed un piano adatto siano i cardini di
un miglioramento della situazione in un prossimo futuro, che dovrebbe dare una
funzionale risposta logica e coerente alle problematiche del settore.
2.3.2 Seconda riunione del 14/10/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 14 ottobre 2004.
Cognome Ente
Francesco Vignis UIL
Pino De Lucia Presidente della Coop. Agorà Kroton
Fabio Riganello Rappresentante del CSV
Massimo Zappia UIL
Il secondo tavolo sul III settore, si è tenuto in data 14/10/04 presso il Centro per
l’Impiego di Crotone.
L’incontro ha avuto inizio con un’introduzione del dr. Facente, il quale ha cercato di
esporre gli scopi dell’incontro. Ha illustrato ai convenuti la necessità di segnalare le
risorse utili per incentivare l’occupazione sociale, specificando l’importanza di individuare
le azioni di supporto al problema. Durante l’incontro le proposte e le idee sono state
molteplici. Si è parlato per esempio, di un “manifesto” che dovrebbe, contenere tutte le
regole ed i principi da far sottoscrivere sia alle aziende che alle amministrazioni. Uno
strumento così strutturato nella propria fattispecie, potrebbe dare anche la possibilità di
indirizzare verso il mercato del lavoro le persone svantaggiate, promovendo l’applicazione
della L.R. 5 e le Coop. Sociali di Tipo B. Ovviamente l’utilizzo del “manifesto”, darebbe più
regolarità ed efficacia alla comunicazione.
Il presidente della Coop. Agorà Kroton, Pino De Lucia, intervenendo, porta l’attenzione
verso una mancanza di analisi nel nostro territorio, riguardo la presenza delle cooperative
che si occupano del sociale. Molte di queste, infatti, esistono solo nella carta e comunque
negli anni non hanno mai assunto personale, usando forme di lavoro occasionale o
alimentando il lavoro sommerso. Le cooperative oltre a fornire aiuto umano, dovrebbero
creare anche posti di lavoro. La formazione, in effetti, di talune figure professionali, non
fornisce titoli riconosciuti anche al di fuori del proprio territorio. In tal senso ricollegandosi
a quest’ultimo problema Fabio Riganello rappresentante del CSV, ha rilevato come la
legge 23 non sia riuscita a definire le nuove figure professionali.
Le cooperative che operano hanno attualmente diverse problematiche da affrontare, una
di queste è la difficoltà incontrata nell’amministrare e rendicontare progetti, rischiando
così di perdere dei finanziamenti.
Durante la discussione si è pensato al rilancio del turismo al sociale. Quest’ultima
potrebbe essere una comunione di intenti,capace di arricchire due problematiche quali
sono lo sviluppo del turismo ed il miglioramento occupazionale, attenta nel creare nuovi
posti di lavoro e maturare un concetto nuovo ed importante del turismo culturale ed
itinerante. Il Dott. Zappia, rappresentante della UIL, rileva come questa operazione deve
essere studiata, coinvolgendo e sensibilizzando tutti gli attori, in modo da non far fallire
questa esperienza. Il Dott. Vignis, sempre della UIL suggerisce la creazione di una borsa
del turismo sociale. A questo proposito, è utile creare una rete di collegamenti atti a
condividere le finalità del progetto. Questa nuova applicazione del turismo al sociale,
dona a quest’ultimo un ampio raggio di applicazione, non soffermandosi quindi solo nel
recupero di persone svantaggiate, ma dando a queste la possibilità di trovare inserimenti
lavorativi. Durante la discussione sono emerse altre proposte che possono utili per il
lancio delle Coop. di tipo B, quali, la raccolta differenziata e l’utilizzo dei beni confiscati
alla mafia.
2.3.3 Terza riunione del 26/10/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 26 ottobre 2004.
Cognome Ente
Francesco Vignis UIL
Sergio Trollio Direttore della Coop. Kroton
Enzo Facente Provincia KR
Introduce alla riunione Enzo Facente Spiegando che il tema da affrontare riguarda
l’immigrazione, problema molto sentito nella provincia, ed a livello nazionale. È presente
Sergio Trollio direttore della cooperativa Kroton spiega come l’accoglienza nel centro di
S.Anna viene effettuata. Spiega inoltre la modifica dei flussi di immigrazione, e del
problema della richiesta del permesso di soggiorno molto sentito a livello burocratico in
quanto sul territorio se ne occupa solo la questura.
Durante la riunione vengono proposti diverse iniziative per favorire l’integrazione degli
extracomunitari regolarizzati e non attraverso tirocini retribuiti con i quali dare la
possibilità agli extracomunitari di avere in futuro un inserimento più semplice e meno
traumatico nel nostro mercato del lavoro, la costituzione di un “Tavolo di coordinamento
permanente tra i Comuni” capace di creare centri informativi per gli immigrati e si avverte
la necessità di effettuare un censimento degli immigrati comprese le stime sui clandestini
al fine di conoscere ed affrontare il problema con cognizione di causa.
Inoltre si ritiene necessario fornire strutture di prima accoglienza e di permanenza ai
rifugiati. Il Centro d’Identificazione non è sufficiente ed i capannoni, ove risiedono
attualmente gli immigrati, non permettono loro di vivere in modo soddisfacente.
Le tematiche affrontate sul tema del Terzo settore hanno evidenziato i seguenti punti:
• Creazione di una “rete di collegamenti” tra le varie associazioni, aziende ed
amministrazioni, che dovrebbero dar vita ad una consulta del sociale.
• Vi sono figure professionali che hanno bisogno di un riconoscimento del proprio
titolo, anche al di fuori della propria regione.
• Mancano nel nostro territorio, figure professionali intermedie come il mediatore e
l’animatore.
• Dar vita ad un “manifesto” che sia contenitore e raccoglitore di regole e principi
da far sottoscrivere alle aziende e alle amministrazioni. Questo strumento nella
sua fattispecie, dovrebbe garantire una continuità comunicativa e potrebbe
indirizzare verso il mercato del lavoro le persone svantaggiate.
• Una “analisi” dettagliata della presenza di aziende del sociale nel nostro territorio,
permetterebbe di determinare dati sensibili sul fabbisogno di finanziamenti,
personale e formazione..
• La mancanza della “rendicontazione” non permette l’acquisizione regolare di
personale e la pianificazione di progetti con conseguente perdita di finanziamenti.
• “Tirocini” retribuiti e formativi con i quali dare la possibilità agli extracomunitari di
avere in futuro un inserimento più semplice e meno traumatico nel nostro
mercato del lavoro.
• Formazione di un “Tavolo di coordinamento permanente tra i Comuni” capace di
creare centri informativi per gli immigrati.
• La necessità di effettuare un “censimento” con il quale capire le dinamiche del
fenomeno fornendo dati statistici sulla presenza degli immigrati.
• E’ necessario fornire strutture di prima accoglienza e di permanenza ai rifugiati.
Nella nostra zona il Centro d’Identificazione non è sufficiente ed i capannoni, ove
risiedono attualmente gli immigrati, non permettono loro di vivere in modo
soddisfacente.
2.4 Il settore dei Beni Culturali
2.4 1 Prima riunione del 28/09/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 28 settembre 2004.
Cognome Ente
Avv. Guerra Assessore Provinciale per il Lavoro e la Formazione
Professionale
Dott. Facente Coordinatore del Progetto
Dott. De Santis Partner PSM Associati
Prof. Paonessa Presidente Associazione “I Cutrunisi”
Avv. Meo Vice Presidente Vicario Confcooperative KR/CZ
Dott.ssa Gualtieri Crotone Sviluppo PIT di Crotone
Sig. Vignis Collaboratore UIL
Dott. Barresi Responsabile Unico di Progetto/Cons. Ec. Soc.
Dott. Pesavento Responsabile CGIL
Dott. Zappia Responasabile UIL
Dott. Carvelli APT
Il dott. Facente apre l’incontro facendo riferimento agli aspetti normativi – finanziari
dell’art. 6 del Regolamento del Fondo Sociale Europeo, che consentono di finanziare
azioni a carattere innovativo per promuovere nuove strategie per lo sviluppo
dell’occupazione.
Si richiede al territorio, quindi agli attori, uno sforzo notevole poichè è un settore nuovo,
con la consapevolezza dell’aggravata situazione territoriale e la ricerca di nuove strategie
per creare nuovi posti di lavoro.
L’Ass. al Lavoro e alla Formazione Professionale, avv. Guerra, delinea gli obiettivi per
stabilre le linee guida per gli incontri tematici successivi.
Rileva che nelle risorse culturali bisogna parlare anche delle chiese.
Ingiusto è il trattenimento delle deleghe da parte della Regione, tipo l’imprenditoria
femminile.
Per la Provincia è necessario promuovere la qualificazione dei soggetti che possono poi
eseguire delle vere e proprie attività. Ci sono degli elementi che vanno tra di loro ben
collegati per arrivare a dei risultati positivi.
Il dott. De Santis, Partners PSM, sottolinea che l’incontro, è finalizzato a ricevere un
contributo dai diversi attori, per giungere ad un piano positivo di organizzazione. Il
progetto ha già vissuto una prima fase di studio del territorio, come seconda fase richiede
un’analisi più dettagliata, una fase di sviluppo per il perfezionamento dello stesso. Non è
solo un piano di formazione, ma è pronto a recepire tutte le istanze di cui necessita il
progetto. Lo strumento per le parti sociali deve essere compreso in modo chiaro.
La dott.ssa Gualtieri, Crotone Sviluppo, PIT di Crotone, consiglia l’intervento ad un tavolo
di tutti gli interessati a collaborare, per valutare i progetti culturali realizzati in passato,
integrare con proposte nuove che mirino a sanare le parti mancanti dei programmi
precedenti, per realizzare progetti futuri più completi, sviluppare il territorio per creare
occupazione.
Il prof. Paonessa, Presidente dell’Associazione “I Cutrunisi”racconta di una sua esperienza
personale, come guida volontaria della RAI, in occasione delle esibizioni di Maiorca nella
nostra città e sottolinea l’esigenza di attivare degli operatori specializzati nel settore per
poter garantire guide turistiche adeguate nel nostro territorio. Impronta il discorso su
musica, folklore, recite e poesie e attirare turismo scolastico, senile e in categorie.
L’avv. Meo, Vice Presidente Vicario Confcooperative KR/CZ, esprime il parere di dover
indagare oltre i dati forniti dalla Camera di Commercio, poiché non tutte le Associazioni
Culturali sono disposte ad iscriversi alle organizzazioni Cooperativistiche. Bisogna quindi
formare delle cooperative finanziando i progetti di cultura.
Il dott. Vignis, collaboratore UIL, espone l’importanza della fruibilità del sito internet per
meglio pubblicizzare su vasta scala le grandi risorse del nostro patrimonio culturale.
Il dott. Barresi, Responsabile Unico di Progetto/Cons. Ec. Soc. invita a riflettere su
questioni che nella Provincia di Crotone sono affrontate in modo superficiale. La Legge
Ronchey 236 art. 1, dà un contributo notevole rivoluzionando la possibilità di sfruttare al
meglio le risorse culturali, facendo impresa e microimpresa, partendo da una situazione
culturale già esistente. I due importanti elementi sono i beni culturali e le risorse per lo
sviluppo locale. La Chiesa è la più grossa industria culturale del crotonese, ma i beni
ecclesiastici sono chiusi, non esiste un’organizzazione per la fruibilità dei beni. Propone
quindi:
• Ingegnerizzazione finanziaria (legare in pratica i beni culturali al privato);
• Messa in rete dei beni, rete civica, digitalizzazione dei beni in modo da poterne
fruire;
• Parco storico archeologico ambientale (che esiste ma non è fruibile);
• creare occupazione;
• rafforzare il rapporto con il polo didattico di Crotone.
Spiega inoltre l’importanza di nuovi finanziamenti.
Il dott. Pesavento Responsabile CGIL, interviene dicendo che la formazione professionale
è diventata un mercato, ma spesso i giovani formati non hanno sbocco nella società. Non
serve inventare nuove figure se poi non esiste un mercato di sbocco adeguato. I beni
storici e culturali non sono stati ben monitorati, nonostante finanziamenti. Importante è
creare le reti tra tutti i settori, ma è chiaro però che bisogna poi mettere in atto le risorse
umane per far nascere quel meccanismo necessario. La CGIL ha fatto un’indagine nel
settore alberghiero che si sente poco rappresentato, c’è un cattivo funzionamento delle
infrastrutture, una difficile realtà territoriale.
Menziona l’ottima idea che hanno avuto a Montagna (VE), dove un gruppo di persone si
sono messe in rete e si sono organizzati a ricevere turisti alla stazione e portarli in giro in
visita per il paese.
Il Partner PSM, (dott. De Santis), interviene ancora focalizzando l’attenzione fra l’art. 6 e
gli strumenti di programmazione. Con l’art. 6 bisogna mettere insieme tutte le parti
sociali, non è solo un monitoraggio per la creazione per la figura formativa, ma occorre
individuare gli strumenti attraverso i PIT e i PIS, delle richieste, creare un’offerta nel
settore culturale e creare una risposta positiva. Importante è capire gli strumenti che
prevedono d’istruire e sviluppare a livello regionale o nazionale.
Il dott. Barresi interviene ancora chiedendo che l’Assessore Provinciale alla Cultura,
provveda alla stesura di libri riguardanti i beni culturali. Fa notare ancora, che purtroppo
nella nostra Provincia i beni culturali sono fruibili in parte dal Comune e in parte da
privati, bisogna quindi inventare qualcosa per attirare turismo, sia nel pubblico che nel
privato. Propone un determinato tipo di collaborazione tra Ente Pubblico e Chiesa.
Il dott. Facente interviene ancora, rilevando che non bisogna fare di questi vari progetti
un fatto stagionale, ma bisogna creare un qualcosa che duri dodici mesi l’anno.
Il dott. Carvelli rappresentante dell’Assessore Provinciale alla Cultura dott. Poerio, in
risposta alla richiesta di monitoraggio fatta dal dott. Barresi, informa che lo stesso è stato
avviato da poco e che esistono dei problemi di tipo organizzativo. La Provincia ha gia
provveduto all’attuazione di parchi culturali nel territorio, ma le risorse sono però irrisorie
e ribadisce che una certa collaborazione tra Provincia e Comune potrebbe sicuramente
portare a risultati vantaggiosi.
Prima della conclusione il dott. De Santis e il dott. Facente, invitano i soggetti individuati
a fornire ogni contributo utile al fine di identificare i percorsi di sviluppo più
realisticamente traducibili in azioni per lo sviluppo dell’occupazione, oltre alla sintetica
presentazione delle attività progettuali in corso d’opera.
2.4.2 Seconda riunione del 19/10/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 19 ottobre 2004.
Cognome Ente
Sig. Carlo Rizzo Presidente comunità montana Alto Crotonese
Dott. Tedesco Parco Archeologico
Sig. Massimo Zappia Rappresentante UIL
Sig. Francesco Vignis Rappresentante UIL
Dott. Aprigliano Segretario Provinciale della CGIL
Sig Paonessa Giuseppe Rappr. Associazione recupero delle tradizioni di dialettali
Sig. Pasquale Mazza Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone
Arch. Luigi Gambardella Comunità Montana Alto Crotonese
Il tavolo si apre con l’invito rivolto agli attori del tavolo, da parte di Enzo Facente, di
presentare le attività in campo, le iniziative svolte ed in programma. Il primo a prendere
la parola è Sig. Pasquale Mazza, Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone.
Si sottolinea attraverso il suo intervento il problema della “Conoscenza”, della scarsa
popolarità delle potenzialità del territorio, e suggerisce pratiche atte a far risaltare le
risorse a disposizione. Ciò, asserisce Mazzà, consentirebbe agli imprenditori di “fare la
loro parte”, e attraverso una connessione più efficace tra pubblico e privato si creerebbe
occupazione. Enzo Facente sottolinea il problema della stagionalizzazione del fenomeno
come problema che rende gli imprenditori più cauti, chiede quali attività potrebbero
arginare il fenomeno.
Il presidente della comunità montana prende la parola descrivendo le attività che si
svolgono per la produzione e la promozione del vino Cirò che crea occupazione certa e
sottolinea il bisogno di creare nuove leve attraverso la formazione (es. guide turistiche,
arte orafa ecc.). Sig. Massimo Zappia, Rappresentante UIL, focalizza l’attenzione sulla
riqualificazione dei beni già presenti sul territorio spiegando che innanzitutto
bisognerebbe creare “impresa” prima valorizzandoli.
Il Sig Paonessa, presenta i lavori che ha promosso in passato riguardanti la cultura
letteraria ed artistica e lamenta la poca sensibilità della popolazione a riguardo,
suggerisce anche l’informativa nelle scuole sugli eventi presenti nel territorio. Fa notare
inoltre le potenzialità di sviluppo che il turismo scolastico può apportare al turismo in
generale, facendo notare che gli studenti del sud vanno a nord per visitare mete di
attrattiva culturale, cosa che non avviene al contrario per le poche strutture ricettive e
prezzi troppo alti. Suggerisce infine di fare “sistema” per contravvenire.
Dott. Aprigliano, Segretario Provinciale della CGIL, propone uno studio sui Beni Culturali
per le potenzialità, in sinergia, con tutte le attività monitorate sul territorio. Dott.
Tedesco, Parco Archeologico, illustra le iniziative svolte e sottolinea la necessità di
mettere a conoscenza la popolazione affinché le risorse esistenti vengano valorizzate.
Suggerisce un piano di sviluppo provinciale per i beni culturali in modo da tutelarli e
valorizzarli.
2.4.3 Terza riunione del 28/10/04
Qui di seguito riportiamo i partecipanti al tavolo di concertazione del 28 ottobre 2004.
Cognome Ente
Sig. Vignis Rappresentante UIL
Sig Paonessa Rappr. Associazione recupero delle tradizioni di dialettali
Sig. Enzo Facente Responsabile Provinciale Lega cooperative di Crotone
Il 28 ottobre 2004 presso il Centro per l’Impiego sito in Via delle Nazioni Unite alla
presenza di vari operatori si è svolto l’incontro specifico sul tema risorse culturali ed
eventi.
Il Dott. Facente ha aperto la discussione sottolineando l’importanza che riveste
l’organizzazione di eventi a carattere culturale ed artistico, nonché la realizzazione di
manifestazioni legate alla tradizione culturale per la valorizzazione del bene culturale. E’
necessario tuttavia che gli eventi siano significativi, per essere capaci di attrarre pubblico,
attirare turismo e dare contributi non scontati alla crescita del dibattito e del confronto
nel mondo dei beni culturali.
Molto si potrebbe fare partendo dalle risorse che appartengono al territorio recuperando
manifestazioni folkloriche e popolari, sforzandoci poi di immaginare come tutto questo
possa creare azioni per favorire l’occupazione. Si sono poi susseguiti gli interventi degli
operatori presenti i quali hanno proposto azioni ribadendo carenze e punti di debolezza
del settore quali: cattiva gestione e conservazione del patrimonio artistico- culturale;
scarsa diffusione di una cultura industriale nell’offerta dei servizi culturali; debolezza
gestionale e manageriale delle istituzioni preposte alla tutela del patrimonio, mancata
integrazione fra politiche di sviluppo ed iniziative di valorizzazione dei beni culturali.
Ecco alcuni degli interventi: Operatore Confindustria:
“Ogni anno si organizzano eventi ma sono “ mordi e fuggi” che lasciano più problemi che
non azioni. Abbiamo bisogno di recuperare la memoria storica di questo territorio. Per
fare questo oltre a valorizzare i resti è necessario essere anche culturalmente preparati.”
Operatore UIL:
“ Io partirei proprio dalla definizione di evento. L’evento può essere qualcosa che nasce e
muore in un breve periodo (es. manifestazioni miss.); oppure decidi che l’evento sia da
un lato la finalizzazione di un percorso che non solo pubblicizza ma che poi ti
accompagna durante tutto il percorso. Ad esempio si potrebbe creare un evento che
accompagni e materializzi la memoria storica di Crotone.
Allargare la conoscenza degli eventi già presenti sul territorio magari telematicamente. Si
deve poi superare il criterio di presentare le cose solo perché esistono, si potrebbe
pensare di riscoprire vecchi mestieri, la Provincia potrebbe creare un cd che presenti le
caratteristiche di ogni singolo comune.”
Operatore non identificato
“ Il problema è la promozione perché se la gente non sa, non conosce. Se non c’è
sinergia, unione tra coloro che operano nell’ambito del settore. Sollecitare la presenza
delle istituzioni per creare tavoli operativi.”
Operatore Crotone Sviluppo:
“ secondo me si perde di vista il cliente, bisogna capire effettivamente attraverso indagini
cosa vuole il cliente. Vuole una villeggiatura al mare? Oppure esiste un target di cliente
che preferisce un itinerario gastronomico o culturale? Solo dopo avere analizzato
l’esigenza del cliente si può discutere sulle modalità di come e cosa attuare.
Il progetto dell’art. 6 FSE prevede la fase dell’analisi dei fabbisogni. Quindi tale progetto
così come predisposto potrebbe essere utile sia per conoscere il fabbisogno del territorio
e sia successivamente per creare in base alle risultanze azioni a favore dell’occupazione.”
Dott. Facente
“Concludendo, dalla discussione è emerso che uno dei problemi è sulla tipologia degli
eventi e sulla loro sistematizzazione.
Bisogna poi sviluppare una cultura dell’evento sul territorio che là dove sviluppata diventa
cultura essa stessa. Arrivare in un posto per vivere esperienze, sensazioni ma è
necessario che ci siano persone in grado di crearle.
E’ fondamentale infine un’analisi dei fabbisogni per indirizzare meglio le azioni di
intervento.”
Il dott. Facente ha aperto le sessioni di moderazione nell’ambito delle Risorse Culturali
facendo riferimento agli aspetti normativi – finanziari dell’art. 6 del Regolamento del
Fondo Sociale Europeo, che consentono di finanziare azioni a carattere innovativo per
promuovere nuove strategie per lo sviluppo dell’occupazione.
Si richiede al territorio, quindi agli attori, uno sforzo notevole poiché è un settore nuovo,
con la consapevolezza dell’aggravata situazione territoriale e la ricerca di nuove strategie
per creare nuovi posti di lavoro. Inoltre ha sottolineato che si tratta di un settore
inesplorato e solo potenzialmente attrattivo in cui vi è poca conoscenza e consistenza del
livello di conservazione del patrimonio ma nel quale si poterebbe fare tanto proprio
perché si parte da zero, quindi è possibile definire un percorso di sviluppo territoriale.
Nel corso delle riunioni sono emerse numerose problematiche che hanno trovato
riscontro nei numerosi operatori presenti nelle riunioni:
Le principali problematiche emerse ed affrontate nel corso dell’incontri hanno riguardato:
• La necessità di richiedere un contributo concreto agli operatori presenti nel
settore per predisporre un adeguata pianificazione degli interventi;
• L’Esistenza di una forte criticità nell’area dell’animazione di contatto. La maggior
parte degli animatori, infatti, disponibili in loco è rappresentato da figure
professionali specializzate;
• La necessità di sviluppare un più forte partenariato tra associazioni culturali e
strutture ricettive;
• La necessità di predisporre degli incentivi finanziari finalizzati alla trasformazione
delle associazioni no-profit in attività imprenditoriali;
• l’integrazione del piano sull’occupazione con quanto previsto dagli altri strumenti
di programmazione concertata (PIT – PIS);
• la necessità di un programma di recupero del patrimonio culturale che lo renda
fruibile pubblicizzandone la sua unicità;
• la predisposizione degli adeguati strumenti di ingegnerizzazione finanziaria al fine
di mettere insieme operatori pubblici e privati e garantire una gestione efficace
della risorsa culturale;
• il ricorso alle nuove tecnologie per rendere maggiormente innovativa la proposta
nel settore (creazione di un parco storico archeologico e ambientale);
• la necessità di sviluppare un adeguato sistema di monitoraggio dei beni culturali
(affidandolo magari agli operatori del settore);
• La mancanza di un adeguato sistema infrastrutturale capace di rendere fruibili le
risorse presenti nell’area in oggetto;
• Lo sviluppo di una cultura d’impresa capace di destagionalizzare l’attività del
settore;
• Incentivazione della cooperazione tra gli operatori del settore, incentivando la
nascita di associazioni di scopo;
• cattiva gestione e conservazione del patrimonio artistico- culturale;
• scarsa diffusione di una cultura industriale nell’offerta dei servizi culturali;
• debolezza gestionale e manageriale delle istituzioni preposte alla tutela del
patrimonio
• mancata integrazione fra politiche di sviluppo ed iniziative di valorizzazione dei
beni culturali.
Proposte
• Ingegnerizzazione finanziaria (legare in pratica i beni culturali al privato);
• Messa in rete dei beni, rete civica, digitalizzazione dei beni in modo da poterne
usufruire;
• Parco storico archeologico ambientale
• Rafforzare il rapporto con il polo didattico di Crotone.
• Recuperare manifestazioni folkloriche e popolari
• Destagionalizzazione
• Creare un analisi dei fabbisogni per indirizzare meglio le azioni di intervento.
Capitolo 3 I problemi da affrontare
3.1 Le criticità del mercato del lavoro
Il mercato del lavoro in Provincia di Crotone si caratterizza, in generale, per una bassa
numerosità della forza lavoro (39,16% della popolazione), che pone evidenti problemi di
reperibilità di risorse lavorative alle imprese e agli Enti locali.
In generale, tuttavia, tale indicatore non è frutto di un’età media elevata della
popolazione (la provincia di Crotone ha un’età media della popolazione tra le più giovani
d’Italia), bensì di una bassa propensione al lavoro da parte dei soggetti in età lavorativa.
Le ragioni vanno ricercate essenzialmente nella scarsa fiducia nei confronti del sistema
lavorativo, soprattutto nel settore privato, che non viene considerato in grado di garantire
sbocchi professionali adeguati alle competenze e, soprattutto, stabili.
Tale elemento di criticità risulta molto più marcato nella popolazione femminile, la quale,
del resto, risulta occupata in misura nettamente inferiore rispetto alla popolazione
maschile (16,2% vs. 44,9%). In sostanza, fattori culturali e politiche del lavoro poco
coerenti con le reali esigenze delle donne, determinano un apporto marginale
dell’occupazione femminile al mercato del lavoro locale, con evidenti problemi in termini
di pari opportunità.
È da evidenziare, tuttavia, come negli ultimi anni il numero di persone attivamente in
cerca di lavoro sia incrementato, ma in una misura non ancora sufficiente a colmare il
gap accumulato nel tempo. Gli ultimi dati disponibili sulla disoccupazione nell’area (Istat,
2003), infatti, mostrano con chiarezza un aumento del tasso di disoccupazione non
determinato dalla reale perdita di posti di lavoro, ma piuttosto dalla progressiva crescita
della forza di lavoro presente a livello provinciale, alla quale non sono stati offerti ancora
validi strumenti di impiego per la creazione di nuovi posti di lavoro.
Tale elemento strutturale amplia notevolmente il potenziale bacino di lavoratori che
possono arricchire il patrimonio di conoscenze/competenze territoriali. La riforma del
mercato del lavoro (D.Lgs. n°469 del 23/12/97), che ha trasferito alle Province compiti e
funzioni in materia di collocamento e politiche attive del lavoro ha, di fatto, trasformato i
vecchi “uffici di collocamento” in “Centri per l’Impiego”, ossia strutture nelle quali si
erogano, gratuitamente, i servizi pubblici per l’impiego, in risposta ai principali bisogni
espressi dall’utenza (persone e aziende) a livello territoriale, quali, ad esempio, avere
informazioni qualificate, trovare un lavoro o scegliere un percorso professionale, trovare
la persona professionalmente più appropriata per la propria azienda, ecc.
Tutto ciò ha ulteriormente rafforzato la centralità di tali strutture nel processo di crescita
e razionalizzazione del mercato del lavoro, attraendo un numero sempre crescente di
utenti in cerca di occupazione. In provincia di Crotone, in particolare, circa un quarto
della popolazione risulta iscritta ai due Centri per l’Impiego (Crotone e Cirò Marina) che,
del resto, hanno attivato tutti i servizi che la Legge prevede. Allo stato attuale, tuttavia,
tali strutture non sembrano in grado di fungere da veri propulsori della crescita
occupazionale, in quanto il ricorso che le aziende fanno dei loro servizi è ancora
marginale, preferendo selezionare i lavoratori attraverso la conoscenza diretta o la
segnalazione di un amico.
Risultano, pertanto, limitate le occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro, a
tutto danno di una armonizzazione del processo di selezione del personale, che, invece,
permetterebbe di inserire in organico risorse umane con qualifiche professionali
maggiormente aderenti ai compiti richiesti.
In tale contesto, importanti criticità che nel futuro sarà necessario affrontare riguardano
le opportunità di lavoro che il territorio è in grado di offrire alla popolazione. Attualmente,
infatti, lo scenario occupazionale locale è caratterizzato da:
• Un limitato ricorso a figure manageriali di alto profilo;
• Un elevato ricorso a forme di lavoro “atipiche”, quali soprattutto
collaborazioni coordinate e continuative e contratti a progetto;
• Un’elevata presenza di forme di lavoro “sommerse”.
Il potenziamento delle occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro rappresenta,
dunque, una priorità fondamentale per lo sviluppo delle politiche del lavoro future, anche
in considerazione del ruolo centrale che può svolgere, in tale ambito, la formazione
professionale. La programmazione di attività formative coerenti alle esigenze del tessuto
produttivo locale, infatti, può rappresentare il punto di svolta nell’ottica di una crescita
occupazionale e produttiva basata sulle reali competenze presenti a livello provinciale.
Il problema principale in tale ambito è quello della concertazione tra Enti pubblici e
imprenditori, che deve rappresentare l’elemento nuovo “di rottura” rispetto ai precedenti
periodi di programmazione.
La debolezza del sistema “lavoro” nella provincia di Crotone è testimoniata anche dai dati
relativi alle classi d’età degli occupati e ai titoli di studio posseduti. Circa il 14% dei
giovani tra i 15 e i 24 anni, infatti, risulta occupato. Emerge, dunque, una realtà nella
quale un numero sempre crescente di giovani non prosegue gli studi, o lo fa in maniera
discontinua, e inizia a lavorare prima, a scapito probabilmente dell’acquisizione di titoli di
livello più alto e di maggiori possibilità di carriera. Per tali ragioni, in generale, i titoli di
studio posseduti dai residenti sono di livello medio-basso, fermandosi essenzialmente al
diploma di scuola superiore.
Per coloro i quali decidono di intraprendere gli studi universitari (sono attualmente circa
5.800 gli studenti universitari crotonesi, la maggior parte dei quali studia in un ateneo
fuori regione) esistono, comunque, oggettive difficoltà a collocarsi nel mercato del lavoro
locale, come testimoniano i dati sul numero di laureati che lavora continuativamente nei
tre anni successivi alla laurea (43,9%)
3.2 Le criticità dell’Industria
Il territorio della provincia di Crotone è fortemente orientato verso un modello di sviluppo
agricolo, sia delle attività primarie, sia dell’industria derivata. I dati sulla composizione del
tessuto produttivo locale (Movimprese, 2003) evidenziano, infatti, un numero di imprese
attive nel settore primario pari al 30,5% del totale, a fronte di una specializzazione nel
terziario (Servizi e Commercio) che interessa appena il 44% delle imprese. La
connotazione agricola provinciale, inoltre, risulta ancora più evidente in considerazione
dell’elevato numero di aziende della manifattura che sono specializzate nella produzione
di conserve alimentari e prodotti derivati dall’agricoltura locale.
In tal senso diventa cruciale la conservazione e lo sviluppo del know how territoriale, in
grado, tra l’altro, di produrre 3 vini DOC, 2 vini IGT, 2 produzioni DOP (Caciocavallo
Silano e olio Alto Crotonese). Uno dei principali problemi che affliggono la provincia di
Crotone è, infatti, la progressiva riduzione di manodopera specializzata nel settore
agricolo, che potrebbe in futuro, in mancanza di politiche di sviluppo mirate, far
disperdere l’enorme capitale di conoscenze, sul quale si fonda la qualità delle produzioni
agricole locali.
Il tessuto produttivo locale, ancora, si caratterizza per la totale dominanza di
microimprese, tanto nel settore industriale, quanto in quello dei servizi (il 98% delle
imprese ha meno di 9 dipendenti e il 75% è costituito in forma di ditta individuale). Tale
elemento, unito alla bassa propensione alla cooperazione della classe imprenditoriale
crotonese, ostacola fortemente lo sviluppo dei mercati di destinazione, soprattutto di
quelli esteri.
Le esportazioni rappresentano, infatti, appena il 4,1% del PIL della provincia che, del
resto, presenta un valore pro-capite più basso anche del dato regionale.
L’eccessiva polverizzazione delle imprese rende anche problematico lo sviluppo di progetti
di ricerca innovativi, in grado di favorire lo sviluppo delle opportunità di business
attraverso la sperimentazione di nuove combinazioni prodotto/tecnologia/mercati (Aree
Strategiche d’Affari). Il tessuto imprenditoriale, dunque, pur in un contesto dinamico che
presenta un numero di imprese attive in linea con le medie nazionali, evidenzia notevoli
gap di cultura manageriale, testimoniati dalla vita media delle imprese, che è molto
bassa, e dall’elevato tasso di mortalità, soprattutto delle ditte individuali (8,5% nel 2002).
In tale ottica è possibile, inoltre, analizzare la ridotta incidenza, rispetto alla tendenza
nazionale e regionale, delle attività del settore terziario, soprattutto di quello avanzato
(servizi alle imprese). La presenza di una tale tipologia di servizi, infatti, appare
fortemente legata alle caratteristiche del tessuto produttivo, in quanto imprese con bassa
complessità gestionale e di piccole dimensioni, non avvertono la necessità di acquistare
servizi reali avanzati nelle aree, ad esempio, del marketing, della direzione strategica, del
controllo di gestione, ecc. In sostanza, in mancanza di una domanda a elevato potenziale
di sviluppo e di una cospicua disponibilità di figure professionali specializzate, per le
ragioni già esposte nel paragrafo precedente, ostacola la crescita dell’offerta di servizi
reali avanzati, strategici per lo sviluppo dimensionale delle imprese.
In sintesi, per potenziare la presenza dei prodotti del territorio negli attuali mercati di
destinazione, ampliare il numero dei mercati di sbocco e render maggiormente
competitività l’offerta delle produzioni locali, è necessario programmare interventi
nell’ambito:
• Della cooperazione territoriale, sia tra privati che tra privati ed Enti
pubblici, finalizzata alla nascita di consorzi e marchi unici;
• Delle integrazioni “di filiera” tra imprese;
• Dello sviluppo di progetti di ricerca scientifica e tecnologica;
• Della promozione e del marketing;
• Dello sviluppo dell’offerta di servizi reali avanzati alle imprese.
Ulteriore fattore di ostacolo allo sviluppo di competitività, sia dell’industria tradizionale sia
del settore terziario avanzato, è l’attuale dotazione complessiva di infrastrutture. Il
territorio provinciale, infatti, soffre di un ritardo considerevole soprattutto in (Base Italia
= 100):
• rete ferroviaria (33,7);
• impianti e reti energetico-ambientali (45,2);
• reti bancarie e servizi vari (33,7);
• strutture e reti per la telefonia e la telematica (29,6).
Le infrastrutture stradali e aeroportuali, inoltre, che quantitativamente sarebbero in grado
di supportare lo sviluppo economico provinciale, presentano tuttavia standard di qualità
assolutamente non adeguati a garantire la facile accessibilità del territorio.
In termini generali, dunque, tutti i futuri progetti di sviluppo dell’area non dovranno
prescindere da un potenziamento delle infrastrutture locali, che rappresentano il
maggiore fattore d’influenza per tutti i settori e comparti economici che operano
attivamente nel territorio.
La provincia di Crotone soffre, infine, di un costo del denaro elevato, che ostacola
l’accesso al credito, in misura ancora più rilevanti in un’area nella quale, come già
evidenziato, la quasi totalità delle imprese sono di piccole dimensioni. Le ridotte
dimensioni aziendali, infatti, sono indice anche di minori disponibilità finanziarie,
fondamentali per la realizzazione di progetti di sviluppo tecnologico, produttivo e di
marketing. Tale elemento strutturale è presente, in misura ancora più rilevante, su tutto il
territorio regionale, come evidenziato nella tabella seguente.
CZ CS RC VV KR Calabria Italia
Tasso di interesse 9,2 10,5 10,2 8,8 9,2 9,9 6,6
Sofferenze bancarie / Impieghi clientela ordinaria
19,94 33,82 36,62 35,83 21,09 29,44 6,68
Fonte: Banca d’I talia
Il tasso di interesse attivo che deve pagare la clientela alle banche che operano in
provincia di Crotone è pari al 9,2%, contro una media nazionale del 6,6%.
L’elemento critico che determina tale differenza di tassi praticati sono le sofferenze
bancarie che, in generale su tutto il territorio provinciale, sono elevate. In provincia di
Crotone l’indice di insolvenza bancaria si attesta al 21,09 %, più basso della media
regionale, ma, comunque, molto più alto rispetto alla media italiana (6,68%).
3.3 Le criticità del turismo e dei Beni Culturali
Il “prodotto” turistico della provincia di Crotone soffre attualmente di un posizionamento
dell’offerta incentrato quasi esclusivamente verso lo sfruttamento della risorsa balneare e
di una conseguente eccessiva stagionalità dei flussi turistici e standardizzazione del target
di fruitori/turisti.
Gli ultimi dati sul turismo disponibili (Osservatorio turistico Calabria, 2004) evidenziano
uno sfruttamento delle risorse territoriali ancora ad uno stato embrionale. Gli arrivi e le
presenza turistiche sono, infatti, molto ridotte rispetto alle potenzialità dell’area. Nel
2003, in particolare, gli arrivi provinciali sono stati 102.691 e le presenze 602.757, per
una permanenza media di 5,9 giorni, tipica del turismo balneare.
Confrontando i dati generali rispetto ai km di costa che l’area possiede (tabella seguente)
emerge, tuttavia, come il territorio non sfrutti adeguatamente neanche le potenzialità del
principale “prodotto” turistico che commercializza nei mercati di destinazione.
Km costa Arrivi Arrivi per Km di costa
Crotone 113,9 102.691 902
Calabria 715,7 1.292.654 1.806
Puglia 865 2.254.043 2.606
Liguria 349,3 1.963.579 5.621
Abruzzo 125,8 1.613.845 12.829
Gli arrivi per km di costa sono, infatti, 902 contro un dato regionale, ad esempio, di
1.806. Prodotti turistici similari, per caratteristiche e risorse territoriali, quali ad esempio
la Puglia e la Liguria registrano, rispettivamente, 2.606 e 5.621 arrivi per km di costa.
L’eccessiva dipendenza del settore turistico dalla risorsa mare determina una ridotta
capacità dell’offerta locale di differenziare le forme di turismo praticabili, attraverso la
costruzione di “pacchetti” di turismo culturale, naturalistico, sportivo, ecc. o anche
semplicemente integrando l’attuale sistema d’offerta con le aree interne del territorio e
con un sistema di servizi periferici strutturati “ad hoc”.
Uno dei principali problemi allo sviluppo turistico è, infatti, proprio quello relativo alla
commerciabilità del prodotto, in quanto sono poco presenti forme di offerta “a pacchetto”
che, invece, rappresentano un elemento strategico in grado di garantire l’inserimento
dell’offerta territoriale nei cataloghi dei tour operator, nazionali e soprattutto
internazionali. Non a caso attualmente l’area risulta poco conosciuta, sia perché poco
veicolata attraverso il canale dei tour operator, che spesso rappresentano i veri
“influenzatori” delle scelte di viaggio dei turisti; sia perché non sono state realizzate
politiche promozionali e di marketing territoriale specifiche per i mercati e i segmenti di
consumo potenzialmente più interessanti per l’offerta locale.
La realizzazione di un sistema integrato passa necessariamente attraverso un percorso
strategico e operativo condiviso dagli Enti locali e dagli imprenditori del settore, che,
invece, avvertono una mancanza di dialogo con il settore pubblico proprio sulle tematiche
relative alla programmazione settoriale, percepita quale strumento di indirizzo “calato
dall’alto” che spesso non coglie appieno le problematiche e le esigenze di coloro i quali
sono gli erogatori del servizio al turista.
In tale ambito, dunque, risulta critico lo sviluppo di attività promozionali e di servizi
coerenti con il sistema di offerta presente a livello locale e indirizzate a target ben definiti,
selezionati sulla base di analisi sui modelli dei consumo turistici. Si ritiene, infatti, che solo
attraverso interventi mirati sarà possibile attirare flussi turistici numerosi in segmenti
nuovi, quali gli anziani, gli stranieri, le scolaresche, gli escursionisti, ecc. che offrono le
maggiori opportunità di destagionalizzazione.
Lo sviluppo turistico di un territorio, del resto, passa anche attraverso il potenziamento
dei servizi e delle infrastrutture specifiche. In particolare, l’esigenza di intercettare flussi
turistici che attualmente visitano altre aree similari e target di utenti differenziati per
provenienza e condizioni socio-economiche, determina la necessità di riprogettare il
sistema di erogazione attuale e di potenziarlo attraverso la realizzazione di nuovi servizi.
Attualmente la provincia di Crotone soffre di una limitata offerta strutturale di:
• Eventi e manifestazioni culturali;
• Servizi periferici per il turismo;
• Centri per la fruizione della cultura;
• Strutture sportive;
• Strutture congressuali;
• Beni culturali e architettonici fruibili.
Le analisi condotte sull’offerta turistica locale (Rapporto Economico-Produttivo, 2004)
hanno evidenziato, inoltre, la bassa attrattività che le strutture esistenti hanno nei
confronti dei visitatori dell’area. Le strutture museali provinciali, ad esempio, al di là del
servizio di guida, non sono ancora allineate ai dettami della Legge 4/93 che ha introdotto
e regolato l’esercizio dei “servizi aggiuntivi” nei siti museali di Stato, risultando, pertanto,
poco competitivi rispetto anche ad altri musei della regione Calabria. Sono poco
sviluppate, inoltre, le nuove tecnologie, multimediali e non, per la fruizione del patrimonio
culturale (audioguide, visualizzazioni in 3D, acquisto ticket online, ecc.), che, invece,
rappresentano i punti di forza dei principali centri per la fruizione della cultura in Italia e
nel mondo.
Tutto ciò, in un territorio che fu patria della Magna Grecia (Kroton fu una delle colonie più
grandi e importanti) e che ospita 16 siti archeologici, 14 castelli e uno dei borghi più belli
del Sud Italia (Santa Severina) inserito nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, rappresenta
un fattore di ostacolo alla crescita qualitativa dell’offerta, con evidenti ricadute dal punto
di vista della soddisfazione e del tasso di ritorno dei fruitori/turisti.
Il patrimonio enogastronomico locale, ricco di produzioni di “eccellenza” (vini DOC e IGT,
olio DOP, salumi e formaggi in fase di certificazione) risulta al momento poco valorizzato,
sia dal punto di vista commerciale (cfr. par. 3.2) sia dal punto di vista dell’attrazione di
flussi di turismo enogastronomico, che rappresenta un segmento di mercato in forte
crescita negli ultimi anni. Lo sviluppo di tale segmento, tuttavia, necessita di una serie di
interventi “materiali” che consentano l’effettiva fruibilità delle risorse. In tale contesto si
inserisce, ad esempio, il progetto delle “Strade del vino”, regolate dalla Legge Quadro
n°268/99, che la Regione Calabria ha identificato, per la provincia di Crotone, nel
percorso denominato “Strada dei vino, dei saperi e dei sapori” che gravita nell’area di
Torre Melissa. A tutt’oggi, purtroppo, di tale strada esiste solo l’organismo di gestione, il
tracciato di massima, la descrizione dei vini e dei prodotti inseriti, il disciplinare e il logo,
mentre manca totalmente sul territorio la segnaletica informativa e, soprattutto, tale
strada non è presente in nessun catalogo nazionale e internazionale.
In proposito, è da evidenziare come tutto il territorio, ma in particolare le aree interne,
soffrano di evidenti difficoltà di accesso e fruibilità delle risorse, a causa anche di un
sistema di connessioni fisiche, intese quali strade e mezzi di trasporto, ancora poco
sviluppato e/o da migliorare per ciò che riguarda i tracciati e la manutenzione. Tutto ciò
non permette, al momento, di ampliare la portata del business turistico in maniera
capillare in tutta la provincia e rende problematico lo sviluppo e la promozione di
iniziative progettuali specifiche.
La “rete” territoriale manca, ancora, di un sistema di uffici informativi per il turismo
integrati e diffusi in tutto il territorio e, soprattutto, in grado di fungere da veri e propri
centri servizi per rispondere a tutte le necessità dei turisti (informazioni, prenotazioni,
materiale informativo, vendita ticket, ecc.).
Le nuove e mutate esigenze della domanda turistica, sempre più attenta al rapporto
qualità/prezzo e desiderosa di conoscere appieno le ricchezze che un territorio sa offrire,
rappresentano importanti sfide dal punto di vista della professionalità che il settore
richiede. In tale ambito, a causa essenzialmente dei limitati ritorni economici complessivi
che il settore genera, il territorio non esprime ancora delle professionalità specializzate
nell’erogazione di servizi turistici in grado di supporto lo sviluppo integrato. Risultano
attualmente iscritti all’albo regionale delle professioni turistiche, infatti, solo 11 persone
tra guide, interpreti, accompagnatori e direttori tecnici di agenzia di viaggi, mentre è
totalmente assente la figura delle guide ambientali ed escursionistiche.
La ricettività dell’area, infine, risulta sufficientemente dotata per quanto riguarda il
comparto alberghiero, mentre è necessariamente da potenziare in quello extralberghiero,
soprattutto nell’offerta agrituristica e nell’ospitalità diffusa. Tali ultime tipologie, in
particolare, sono poco sviluppate sul territorio provinciale, ma presentano interessanti
potenzialità di sviluppo, in considerazione della notevole presenza di casolari e di centri
storici abbandonati o, comunque, in stato di evidente degrado, che potrebbero essere
ristrutturati e adibiti a ricettività turistica.
Rispetto all’offerta alberghiera, invece, l’elemento cruciale sul quale orientare gli
interventi futuri deve essere quello del miglioramento qualitativo, più che dell’incremento
dei posti letto disponibili. In termini generali, infatti, i posti letto attualmente disponibili
sono sfruttati meno degli altri contesti nazionali (l’indice di utilizzazione lordo, inteso
quale rapporto tra le presenze registrate nell’anno e il totale delle presenze potenziali,
ossia posti letto complessivi X 365 giorni, è pari al 19% contro una media nazionale del
34%). L’offerta alberghiera provinciale è tuttora di medio-basso livello, poiché oltre un
terzo delle strutture (36,7%) è di categorie 1-2 stelle, mentre le strutture 4-5 stelle
rappresentano solo l’8,2% del totale. Alcuni fondamentali servizi di un’offerta alberghiera
standard per le località turistiche, quali ad esempio l’accompagnamento dei gruppi, l’aria
condizionata, la spiaggia privata, la piscina e le strutture sportive sono, inoltre, offerti
solo da un numero marginale di strutture ricettive.
3.4 Le criticità del Terzo Settore
Il settore dell’assistenza e delle cooperative sociali è presente nel territorio provinciale
grazie all’impegno di quanti hanno deciso di dedicarsi all’assistenza nei confronti di
persone svantaggiate a rischio di esclusione sociale (immigrati, minori a rischio, disabili,
anziani, ecc.), pur in un contesto attualmente non regolamentato e carente di un piano di
programmazione specifico.
Il processo di qualificazione dell’offerta deve, infatti, necessariamente passare attraverso
una maggiore tutela e riconoscimento degli operatori specializzati, anche per prevenire
fenomeni di esercizio dell’attività in mancanza di specifiche competenze professionali,
che, ovviamente, abbassano gli standard qualitativi dei servizi erogati agli utenti.
I titoli professionali conseguiti a livello provinciale non sono, ad oggi, riconosciuti a livello
nazionale, non consentendo ai possessori di esercitare attività in maniera continua e con
prospettive economiche tali da garantire un tenore di vita adeguato.
Per tali ragioni, il territorio provinciale non è ancora in grado di esprimere professionalità
adeguate per lo sviluppo qualitativo del settore, soprattutto nelle figure intermedie, quali
ad esempio il mediatore e l’animatore.
I pochi operatori specializzati presenti, inoltre, non hanno ancora attivato una “rete” forte
di relazioni, tale da consentire una maggiore efficienza ed efficacia del processo di
erogazione dei servizi. Anche nel terzo settore, in sostanza, il territorio sconta la bassa
propensione alla cooperazione della popolazione locale, che si traduce in un insieme di
servizi alla persona spesso poco differenziati e con standard qualitativi appena sufficienti
rispetto ai bisogni dei fruitori.
In tale contesto sociale, sono da potenziare le strutture e i centri di erogazione dei
servizi, diversi per tipologia di utente. È il caso, solo per fare alcuni esempi, delle
strutture di prima accoglienza e di permanenza per i rifugiati, dei centri di aggregazione
per gli anziani, dei centri di recupero per i tossicodipendenti. In particolare, la presenza di
strutture dedicate consentirebbe di aggregare i servizi in spazi unici, con evidenti ricadute
positive in termini di qualità del servizio ed efficienza dei costi.
Le risorse finanziarie attualmente dedicate sono, inoltre, esigue rispetto alle necessità,
soprattutto in considerazione di un disagio sociale crescente, dovuto al ritardo di sviluppo
economico di cui soffre l’area. Il numero di fruitori potenziali dei servizi è, dunque, in
crescita, anche a causa dei continui flussi di extracomunitari in ingresso, anche
clandestino, nel territorio.
Alla luce di tali evidenze, emerge dunque il basso tasso di innovazione nelle modalità di
erogazione dei servizi, che non permette di adeguare il sistema di offerta agli attuali
standard competitivi. Si tratta, in sostanza, di realizzare investimenti, ad esempio, in
nuove attrezzature, in professionalità, in sistemi di accessibilità, al fine di avviare un
percorso finalizzato ad “avvicinare” i servizi alle reali esigenze della domanda e generare
livelli di soddisfazione crescenti tra i fruitori.
La costruzione di un sistema d’offerta orientato alla domanda, inoltre, presuppone una
piena conoscenza del dimensionamento del mercato potenziale e delle necessità dei
fruitori. Un nodo cruciale in tale ambito è quello della realizzazione di un monitoraggio
costante della domanda, attualmente non presente, finalizzato a comprendere problemi
di accessibilità, standard di servizio attesi, bisogni reali, ecc., per poter meglio indirizzare
le politiche e le risorse finanziarie verso le aree di intervento maggiormente critiche.
La necessità di dotare il territorio di un piano programmatico di settore si spiega anche in
ragione delle opportunità di accesso ai fondi comunitari e nazionali ad esso dedicati. A
livello locale, infatti, il numero di progetti di finanziamento presentati ad una Direzione
Generale della Commissione Europea oppure ad un Ministero è molto basso proprio
perché ancora non è ben definito un percorso di sviluppo strategico e operativo in grado
di fissare priorità di intervento e strumenti di realizzazione.
In termini più generali, comunque, nella popolazione locale non è ben presente una reale
“cultura” dell’assistenza alle persone, intesa quale dovere morale di ogni buon cittadino.
Tale atteggiamento distaccato è tipico delle aree in ritardo di sviluppo, nelle quali le
difficoltà economiche portano ad essere più attenti ai propri problemi, piuttosto che
avvicinarsi a quelli degli altri. È anche su questo punto fondamentale che dovranno
incentrarsi gli interventi futuri, al fine di ridurre al minimo i casi di esclusione sociale e,
sotto questo profilo, incentivare la popolazione all’aiuto reciproco e alla cooperazione,
che, come già evidenziato, rappresenta una problematica ricorrente in ogni aspetto
economico e sociale del territorio.
Nella provincia di Crotone, infine, non sono ancora state attivate politiche attive del
lavoro e sbocchi professionali accessibili e idonei a valorizzare le capacità delle persone
svantaggiate che, di conseguenza, hanno poche possibilità di accesso al mondo del
lavoro. In tal modo, dunque, si rischia di aggravare i fenomeni di esclusione sociale già
presenti, accentuando le differenze tra strati della popolazione più ricchi e strati della
popolazione poveri ed emarginati.
Capitolo 4 Le esperienze internazionali
4.1 Obiettivo dell’analisi di benchmarking
L’obiettivo specifico della fase di benchmarking, applicata al progetto “Un piano strategico
per lo sviluppo dell’occupazione nella provincia di Crotone”, consiste nella ricerca in
ambito internazionale delle migliori strategie adottate dai Paesi Europei e delle buone
prassi in materia di occupazione, al fine di prevederne la sperimentazione ed il
trasferimento nell’area della provincia di Crotone.
Dopo avere studiato la situazione economica, occupazionale e sociale della provincia di
Crotone, dove è risultata una popolazione relativamente giovane ma con un tasso di
disoccupazione giovanile (15-29 anni) pari al 44,3%, sono stati analizzati i contenuti ed i
risultati ottenuti nell’ambito dei Tavoli di “animazione e sessioni di moderazione”
organizzati dalla Provincia di Crotone, in collaborazione con gli altri partners, per
individuare fabbisogni, opportunità e criticità nei seguenti settori strategici:
• turismo;
• beni culturali;
• III settore (no-profit).
Dagli incontri avvenuti durante le sessioni di moderazione sono emersi una serie di spunti
utili al fine di orientare la ricerca di benchmarking internazionale verso quelli che sono i
fabbisogni e le esigenze della provincia di Crotone nell’ambito dei tre settori oggetto del
progetto.
In sintesi le criticità riscontrate sono state le seguenti:
• mancanza di un censimento dettagliato delle strutture turistiche ricettive e dei
beni storico-culturali presenti sul territorio provinciale;
• carenza di figure professionali specifiche operanti nell’ambito dei tre settori
considerati, dovendole spesso ricercarle al di fuori del territorio provinciale;
• bassa coesione tra gli operatori presenti.
4.2 I Paesi interessati
La ricerca di benchmarking internazionale è stata condotta analizzando iniziative e buone
prassi nel territorio Comunitario, includendo sia i Paesi del bacino del Mediterraneo
(Portogallo, Spagna e Grecia) che i paesi del Nord (Slovenia, Austria, Germania, Francia,
Gran Bretagna).
In una prima fase è stato studiato il mercato del lavoro dei Paesi considerati passando,
successivamente, allo studio del funzionamento del collocamento dei disoccupati da parte
delle strutture pubbliche e private presenti. Da questo studio è emerso in sintesi che i
servizi preposti ad orientare ed aiutare l’utente nella ricerca del lavoro, nei paesi oggetto
della suddetta ricerca, non presentano notevoli differenze rispetto al territorio nazionale.
Nella maggioranza dei Paesi considerati, sono presenti:
• Centri per l’orientamento professionale e l’impiego pubblici (operanti a livello
locale);
• Agenzie di lavoro interinale;
• Uffici di orientamento e collocamento privati;
• Informagiovani;
• Inserzioni sui giornali.
Le principali differenze sono state riscontrate nei Paesi del Nord Europa dove sono
presenti Agenzie per l’Impiego, sia pubbliche che private, specializzate nel collocamento
settoriale. Dallo studio condotto, sono emersi risultati positivi sulla capacità di favorire il
collocamento delle persone iscritte. Ciò deriva dal fatto che tali strutture, tutte collegate
in rete, hanno una profonda conoscenza dei settori nei quali operano, avendo stretto forti
rapporti con le realtà aziendali esistenti.
Dallo studio sulle modalità di collocamento adottate nei Paesi comunitari, sono state
valutate le relative buone prassi confrontandole con il funzionamento del Centro per
l’Impiego della provincia di Crotone.
4.3 La metodologia della ricerca
Successivamente la ricerca è stata concentrata sullo studio delle iniziative, progetti e
programmi, realizzati nei Paesi europei considerati per contrastare il problema della
disoccupazione.
Il primo passo è stato quello di individuare le fonti informative più adatte per investigare
sulle prassi, in linea con le problematiche occupazionali della Provincia di Crotone. I
progetti con ricadute occupazionali realizzati nel contesto europeo, generalmente,
appartengono alle diverse iniziative finanziate da Fondi Comunitari (FSE, FERS, ecc.).
Di conseguenza, la ricerca è stata condotta nell’ambito delle banche dati dei diversi
programmi comunitari: Equal, Interreg, Leonardo e Nascent., programmi che al momento
rappresentano uno degli strumenti principali proposti dalla Comunità Europea per
promuovere formazione, occupazione e scambio di buone prassi tra i paesi europei. In
particolare sono stati analizzati 776 progetti realizzati nell’ambito dell’Iniziativa
Comunitaria Equal, 298 progetti Interreg e 55 programmi Leonardo.
L’analisi, inoltre, è stata allargata studiando le buone prassi derivanti da altre iniziative,
prescindendo quindi da quelle finanziate dalla Comunità Europea.
Un’altra fonte informativa è stato il contatto con le Camere di Commercio nazionali dei
paesi considerati, dalle quali è stato possibile ottenere informazioni sul mercato del lavoro
locale e sulla presenza eventuale di iniziative progettuali di particolare interesse.
I contenuti delle diverse iniziative comunitarie sono stati approfonditi attraverso l’avvio di
contatti diretti con i soggetti attuatori dei progetti, molti dei quali hanno dato la loro
disponibilità verso lo sviluppo di una futura cooperazione comune.
Il risultato degli oltre 1.000 progetti analizzati è stato quello di individuare le diverse
buone prassi nei tre settori considerati nel progetto (turismo, beni culturali e III settore).
Dall’analisi delle buone prassi internazionali sono stati selezionati i seguenti progetti:
• Cinderella (Austria);
• Pathway to employment and career (Grecia);
• Perspective (Grecia);
• Saber&Arte (Portogallo);
• ISERA (Portogallo);
• Professional skills programme for young drug dependants undergoing social
reintegration (Spagna);
• Socially useful jobs (Spagna);
• Un percorso verso lo sviluppo turistico (Spagna);
• Il Turismo: un settore emergente nel Mojanes (Spagna);
• SEFIA (Francia);
• Development of the curriculum of export in diagnosis and first intervention of
restoration and maintenance of cultural and artistic heritage (Slovenia);
• Socially Insured training and employment (Germania);
• Patience and Partnership: successfully supporting women entrepreneurs in the
United Kingdom;
• Benefit Agency.
Il lavoro di benchmarking è proseguito con la valutazione dei presupposti per una
possibile replicabilità nel territorio della provincia di Crotone dei progetti realizzati nei
Paesi europei considerati. Tale analisi è stata condotta considerando i risultati derivanti
dai “Tavoli di moderazione” realizzati nell’ambito dei tre settori considerati (turismo, beni
culturali e III settore).
4.4 La descrizione dei progetti
4.4.1 Turismo
4.4.1.1 Saber&Arte
Gli obiettivi che il progetto intende realizzare sono:
• promuovere attività di formazione indirizzata a giovani e adulti, gran parte donne
svantaggiate, inerenti le tecniche imprenditoriali utilizzate nei micro-business con
riferimento ai settori del turismo culturale e dell’art&crafts mediante l’uso di
strumenti IT e la formazione in atelier;
• individuare modalità innovative di ricerca e creazione di posti di lavoro puntando
sulla valorizzazione delle opportunità offerte dai settori tradizionali
dell’artigianato, delle produzioni tipiche combinate con le più recenti nozioni di
marketing, tecniche promozionali e management;
• favorire la creazione di reti locali e regionali che consentano la promozione di
artisti, lavori artistici, imprese culturali e la gamma di attività correlate al turismo;
• promuovere la nascita di un Centro per la Promozione di Talenti (CPT) allo scopo
di dare visibilità al progetto Saber&Arte, un centro di servizi integrati finalizzato a
dare impulso ai settori sopra descritti.
4.4.1.2 Un Cammino verso lo sviluppo turistico
Il progetto è stato oggetto di un approfondimento in previsione di una possibile
replicabilità nella Provincia di Crotone. I risultati emersi da tale studio sono stati analizzati
attentamente al fine di valutare le reali possibilità di applicazione nel contesto di
riferimento locale. Dalla suddetta analisi è derivata una proposta di trasferimento della
buona prassi spagnola che costituisce uno dei prodotti realizzati nell’ambito dell’attività di
benchmarking.
4.4.1.3 El turismo: un sector emergente en el Mojanés
Il progetto è il risultato di più di un decennio di accordi tra 10 località. L’attività di
cooperazione ha prodotto la redazione di un piano per rilanciare l’economia del territorio
promuovendo la nascita di attività economiche basate sulle grandi potenzialità del
turismo.
Per facilitare la promozione economica del territorio è stato creato un Consorzio del
Moianés, sorto con l’intento di realizzare un Piano di Gestione dello Sviluppo del
Territorio. Nell’ambito di tale piano sono state definite quattro linee di azione che vedono
nel turismo il settore trainante per la ripresa economica del territorio di riferimento
assicurando l’equilibrio tra diversi settori economici:
1) creazione di infrastrutture di supporto per la promozione turistica (un Ecomuseo,
l’ampliamento dei servizi erogati dall’Ufficio di Promozione Turistica, la creazione di
itinerari tematici;
2) definizione di prodotti turistici classificati in aree tematiche;
3) investire nella formazione delle risorse umane per elevare il livello di professionalità
degli addetti ai servizi turistici favorendo la nascita di iniziative imprenditoriali;
4) promozione e diffusione del marchio commerciale “El Mojanés, regione naturale”.
4.4.2 Beni Culturali
4.4.2.1 Development of the curriculum of expert in diagnosis and first intervention of
restoration and maintenance of cultural and artistic heritage.
Il progetto (sviluppo del curriculum di esperto nella diagnosi e nel primo intervento del
restauro del mantenimento del patrimonio artistico culturale) ha come obiettivo la
creazione di figure professionali nel campo dei beni culturali prevedendo la possibilità di
interventi di prevenzione straordinari legati ad eventi che possono causare gravi danni. Il
progetto forma parte integrante di una strategia europea messa a punto al fine di
rivitalizzare aree a scarsa vocazione imprenditoriale caratterizzate da una forte presenza
di beni culturali e da un alto rischio di calamità naturali. La formazione di personale
specializzato richiede l’acquisizione di una serie di competenze in materia di :
• diagnostica della tipologia di intervento necessario sul bene;
• tecniche di imballaggio e di trasporto;
• utilizzo delle applicazioni tecnologiche ai fini del restauro;
• consolidamento strutturale;
• tecniche di catalogazione e conservazione dei beni;
• sicurezza degli operatori e salvaguardia del patrimonio artistico-culturale;
• certificazione e qualità.
L’elemento di originalità introdotto nel progetto è rappresentato dalla creazione di un
dialogo permanente fra il mondo della ricerca ed il mondo della formazione che intende
promuovere un modello formativo basato sull’apprendimento continuo fatto di studio,
ricerca e sperimentazione.
4.4.2.2 Socially Useful Jobs
Il progetto si rivolge a soggetti che risultano disoccupati, di età superiore a 40 anni,
offrendo loro un’opportunità di collaborazione remunerata per un impiego in attività di
natura sociale avviando un processo di ricerca del lavoro con un atteggiamento pro-
attivo.
Nell’ambito delle attività socialmente utili le iniziative realizzate sono state le seguenti:
• assistenza agli anziani;
• lezioni private a favore dei bambini poveri;
• ricerca di punti di intervento dell’arredo urbano (danni alla proprietà urbana,
marciapiedi rotti e così via);
• segnaletica delle aree turistiche;
• raccolta di vecchi mobili da riciclare;
• intervista agli anziani per evidenziare le carenze della loro condizione sociale;
• attività di sensibilizzazione nei confronti degli animali, l’ambiente, ecc.
I risultati prodotti nell’ambito delle attività previste nel progetto sono stati molto positivi
considerato che il 75% dei partecipanti alle attività socialmente utili ha trovato una
collocazione in ambito lavorativo apportando enormi benefici al tessuto sociale locale.
4.4.3 Terzo Settore
4.4.3.1 Patience and Partnership: Successfully Supporting Women Entrepreneurs in the
United Kingdom
La WBDA (Women’s Business Development Agency), organizzazione non profit, è leader
nell’offerta di servizi a favore delle donne interessate ad avviare un’attività
imprenditoriale favorendo lo sviluppo economico nelle regioni del West Midlands e del
South West.
Al fine di consolidare la crescita dell’imprenditorialità femminile, la WBDA ha realizzato
programmi basati sul cosiddetto “Patience Model”, strumento fondamentale per garantire
una consulenza finalizzata alla realizzazione di iniziative imprenditoriali di successo a
favore delle donne e di tutte le categorie economicamente svantaggiate. Le
caratteristiche principali della metodologia promossa dall’organizzazione può essere
descritta sinteticamente nei seguenti punti:
• le attività poste in essere comprendono il supporto, la formazione e l’assistenza a
tutte le categorie che incontrano enormi difficoltà nell’inserirsi nel tessuto
imprenditoriale del paese;
• un’attenzione particolare rivolta alla valutazione dei bisogni dei soggetti
destinatari dell’iniziativa in modo da individuare le barriere che ostacolano
l’accesso al lavoro nel tentativo di trovare la soluzione più adatta alla loro
eliminazione;
• la tendenza ad applicare le metodologie già consolidate ai singoli progetti;
• un’attività di monitoraggio costante sullo stato di avanzamento del progetto che
consenta di apportare eventuali correttivi in itinere eliminando il rischio di
insuccesso dell’iniziativa posta in essere.
4.4.3.2 Cinderella
II progetto ha lo scopo di creare un impiego qualificato a favore delle donne nel settore
dell’assistenza infantile garantendo la qualità delle strutture preposte all’assistenza
infantile. Gli obiettivi indicati nel progetto possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
• promuovere il reinserimento lavorativo delle donne dopo un periodo di assenza
dal mercato del lavoro per maternità mediante la definizione e qualificazione di
una nuova professione (the Edu-care) specializzata nell’educazione e
nell’assistenza infantile;
• creare strutture (es:cooperative sociali) in grado di accogliere le donne formate
alla gestione di piccoli centri di assistenza infantile nelle proprie case;
• incoraggiare gli edu-carers a stabilire un rapporto personale con ogni bambino ,
• organizzare corsi di formazione per gli edu-carers strutturati in moduli
comprendenti materie come la psicologia evolutiva, la pedagogia, la sociologia
familiare, la comunicazione, l’igiene, il management organizzativo e la
pianificazione imprenditoriale.
4.4.3.3 Perspective
La finalità principale del progetto consiste nell’organizzare, sviluppare e verificare metodi
basati su un approccio integrato allo scopo di migliorare le prospettive di occupazione di
carcerati ed ex carcerati in modo da facilitare il loro inserimento nella società. Altro
obiettivo essenziale è quello di offrire una serie di servizi integrati che contemplino tutte
le esigenze del target di riferimento.
L’assunto di partenza dell’intervento sta nella convinzione che il processo di integrazione
debba iniziare in prigione prendendo in considerazione i bisogni dei detenuti. In concreto,
l’approccio integrato promosso prevede la creazione di un centro pre-rilascio e di un
centro post-rilascio messi a disposizione sia dei detenuti che ex detenuti.
Il carattere innovativo del progetto coincide con l’approccio integrato nei confronti dei
bisogni del gruppo target. Nell’ambito della metodologia promossa, viene predisposto uno
strumento di valutazione efficace al fine di offrire un’occupazione che sia più rispondente
alle esigenze ed aspirazioni dei detenuti.
Altro elemento fondamentale della metodologia è dato dall’empowerment dei partecipanti
da realizzare attraverso le seguenti azioni:
• una volta individuati i loro bisogni, i soggetti target dell’intervento sono messi in
condizione di svolgere un lavoro retribuito all’interno della prigione;
• l’inserimento lavorativo degli ex detenuti è garantito dalla presenza di gruppi di
collegamento destinati a favorire il contatto con i datori di lavoro.
4.4.3.4 Professional Skills Programme for young drug Dependents Undergoing social
reintegration
Il progetto intende sviluppare un programma di formazione finalizzato all’inserimento
sociale ed occupazionale di soggetti con problemi di tossicodipendenza nell’ambito
dell’ARTSANS NETWORK PROGRAMME elaborato appositamente per la messa a punto di
iniziative a favore della categoria target.
La gamma articolata di lavori inseriti nel programma ammonta a 27 e va dalle
applicazioni tecniche di insetticidi, acconciature, elettronica, giardinaggio, arti grafiche,
pittura, addestramento di pesci, alla panetteria, alla lavorazione del marmo, al riciclaggio
di mobili, al lavoro nei vivai.
4.4.3.5 Tip-Spezial
Il progetto si rivolge a giovani tra i 26 ed i 25 anni ex detenuti o che ancora stanno
scontando la pena. Il programma di recupero e di integrazione occupazionale si basa su
diversi metodi di ricerca e sviluppo e su procedure di “learning by doing”.
Gli obiettivi perseguiti tramite l’intervento sono:
• sviluppare una prospettiva di crescita personale che impedisca al soggetto target
di ricadere nel circolo della criminalità,
• raggiungere una situazione di vita e di lavoro regolari;
• sperimentare situazioni lavorative reali;
• creare qualifiche-chiave e competenze sociali.
I risultati prodotti dal progetto sono incoraggianti con una percentuale che raggiunge il
60% di soggetti coinvolti nell’esperimento che hanno trovato un lavoro regolare.
4.4.3.6 Accueil et formation des demandeurs d’asile
Il progetto intende dare una risposta concreta al problema molto sentito che riguarda il
numero di richiedenti asilo. La costante crescita del fenomeno pone seri problemi in
quanto presuppone che il paese si doti di un sistema di accoglienza efficace.
Il progetto mira a dimostrare che mediante un’azione congiunta tra tutti i soggetti che
operano nel settore dell’accoglienza è possibile garantire il rispetto della dignità umana
anche per quelle categorie che per svariati motivi si trovano in una situazione di
precarietà.
L’intervento consiste nell’offrire accoglienza e formazione ad un target di 60 richiedenti
asilo e si articola in una serie di azioni:
• assicurare il supporto legale per tutta la durata della procedura di richiesta di
asilo;
• garantire i servizi sociali di base, l’assistenza sanitaria e l’alloggio, nel tentativo di
preservare l’unità del nucleo familiare;
• offrire corsi di francese finalizzati a facilitare l’inserimento nel tessuto sociale;
• prevedere nel percorso formativo l’inserimento del bilancio delle competenze e
l’elaborazione di un programma professionale;
• favorire l’accesso ad una formazione professionale qualificante nella prospettiva
di un inserimento lavorativo nel paese di accoglienza o di rientro nel paese di
origine, eventualità, quest’ultima, concessa solo su richiesta del beneficiario e
tenuto conto dello status giuridico riconosciuto.
4.4.3.7 Socially Insured Training and Employment
Il progetto si rivolge a soggetti con precedenti condanne giudiziarie,disoccupati di lungo
termine privi di una qualifica professionale, ed adulti svantaggiati con handicaps sociali
(tossicodipendenza, debiti, problemi d’alloggio ed emigrazione).
Gli obiettivi che il progetto intende realizzare sono: la stabilizzazione sociale, la
formazione e l’inserimento professionale dei destinatari dell’iniziativa. E’ previsto, inoltre,
l’elaborazione di un piano di supporto e promozione finalizzato ad individuare e
monitorare gli obiettivi professionali raggiunti nel campo della pittura. Il progetto pone in
essere interventi formativi anche nel settore del restauro e delle riparazioni mediante
l’acquisizione di conoscenze ed abilità basilari richieste dalla pittura, dalla pittura a spray,
dalla tappezzeria, dalla decorazione. L’attività formativa promossa dal progetto viene
completata dall’applicazione pratica e da un tirocinio in azienda.
4.4.4 Progetti o strategie operative rivolte al miglioramento della gestione dei centri
preposti all’inserimento lavorativo
4.4.4.1 Pathway to employment and career
Il progetto mira a sviluppare un sistema innovativo di orientamento professionale ed un
sistema di stimolo al lavoro finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro di
disoccupati, giovani, donne ed altri gruppi sociali a rischio. Il sistema intende collegare i
servizi di formazione allo scopo di aumentare il tasso di occupazione dei gruppi target.
L’elemento di forza del progetto è rappresentato dalla partnership basata sulla
cooperazione tra due potenti organizzazioni professionali a diffusione nazionale come la
Camera di Commercio di Atene e l’Unione delle Camere Elleniche del Commercio e
dell’Industria, in modo che sia garantita la partecipazione dei datori di lavoro al nuovo
sistema di consulenza professionale e promozione occupazionale posto in essere
nell’ambito del progetto.
Gli obiettivi indicati nel progetto sono descritti di seguito:
• sviluppo di un sito internet per la ricerca e registrazione di offerte e domande di
lavoro,
• registrazione e mappatura delle persone disoccupate,
• indagine sulle posizioni offerte dalle aziende al fine di prevedere un adeguamento
delle competenze e conoscenze da acquisire in base alle richieste del mercato;
• creazione di un sistema innovativo per lo sviluppo di curriculum riferiti ad
occupazioni specifiche come strumento messo a disposizione di coloro che
intendono migliorare il proprio profilo professionale;
• sviluppo e applicazione di un sistema integrato di guida ed orientamento
professionale finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro.
4.4.4.2 ISERA
Il progetto è stato promosso dalla delegazione regionale dell’Istituto de Emprego e
Formacao Professional presente nella città di Algarve, ente responsabile della
implementazione delle politiche a favore dell’impiego e formazione professionale definite
ed approvate dal governo centrale. A fronte del persistente squilibrio tra domanda ed
offerta di lavoro, il progetto ISERA mira a fornire sostegno alle imprese avvalendosi delle
tre reti regionali per l’impiego istituite per risolvere i problemi relativi alla disoccupazione
ed alla qualificazione.
L’intervento di sostegno alle imprese si è concretizzato nelle seguenti attività:
• sviluppare un rapporto di fiducia con le imprese fornendo risposte adeguate alle
reali necessità dell’impresa,
• promuovere strategie di sviluppo sulla base di un approccio pro-attivo richieste
alle imprese coinvolte;
• aumentare il tasso di penetrazione dei servizi nel mercato attraverso l’incremento
dei numeri di contatti con le imprese, delle offerte raccolte, del tasso di risposta
alle offerte ricevute.
4.4.4.3 Fusione di employment service e benefit agency
L’esperienza maturata nel Regno Unito ha visto l’accorpamento degli uffici preposti
all’erogazione delle indennità di disoccupazione da un lato, e dall’altro i servizi pubblici
per l’impiego in un unico organismo. La costituzione di un organismo unico ha posto le
premesse per la nascita del concetto di lavoro socialmente utile ossia di attività poste in
essere per il benessere della collettività. La creazione di tale strumento ha permesso di
combattere il fenomeno del ricorso o del prolungamento della condizione di disoccupato
causato dalla convenienza a ricevere il sussidio di disoccupazione. Inoltre la nascita della
suddetta tipologia di lavoro ha consentito di smantellare un sistema distorto dovuto al
fatto che gli occupati illegali percepivano le provvidenze destinate a favore dei “veri”
disoccupati. Come ultimo aspetto innovativo introdotto dai lavori socialmente utili figura
la possibilità di colmare la carenza di domanda di lavoro da parte delle aziende mediante
l’offerta di lavori “fuori mercato” , che, tuttavia, risultano essere utili alla collettività quali:
• assistenza agli anziani;
• servizi alla persona in generale;
• manutenzione dell’ambiente e dei beni culturali;
• recupero urbano;
• protezione civile;
• varie forme di turismo rivolte a categorie particolari (es:il turismo sociale).
4.5 Le evidenze emerse
L’analisi di benchmarking si è inserita all’interno del progetto “Un piano strategico per lo
sviluppo dell’occupazione nella provincia di Crotone”, come fase avente lo scopo la ricerca
di strategie implementabili nel contesto della provincia di Crotone.
L’analisi ha voluto tener conto della scelta dei Paesi europei presi in considerazione, per
questo è stata indirizzata, da un lato, a Paesi che presentono condizioni economiche
occupazionali simili a quelle della Provincia di Crotone, e quindi, problematiche simili –
paesi appunto come la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Slovenia – dall’altro a Paesi del
Nord Europa, quali Austria, Germania, Francia e Gran Bretagna, che rappresentano un
punto di riferimento interessante per le prassi realizzate, avendo avuto un impatto
positivo in termini di inserimento lavorativo dei disoccupati.
Ognuno dei progetti selezionati si inserisce, seppure in maniera non vincolante, all’interno
di uno dei settori oggetto d’interesse del “Piano strategico per lo sviluppo
dell’occupazione”:
• Turismo;
• Beni culturali;
• III settore.
Il terzo settore, in particolare, trova ampio spazio, dal momento che ad esso si è voluto
ricollegare non solo l’insieme di quei progetti finalizzati all’orientamento e all’inserimento
nel mercato del lavoro di gruppi socialmente a rischio o notoriamente discriminati, ma
anche buone prassi adottate in alcuni paesi europei per migliorare l’erogazione dei servizi
offerti dai Centri per l’Impiego, e norme giuridiche emanate nell’ambito dei servizi
assistenziali. Il riferimento in quest’ultimo caso è alla Gran Bretagna, dove, lo ripetiamo,
sono stati fusi in un unico organismo Employment Service e Benefit Agency, strategia già
di per sé presentata come buona prassi.
I progetti trascritti nella presenta ricerca non sono ovviamente esaustivi di tutto il
materiale raccolto e archiviato, tuttavia rappresentano per il tipo di innovazione, il campo
d’intervento, i beneficiari coinvolti e le caratteristiche dell’area all’interno della quale sono
nati, dei punti di riferimento interessanti da segnalare alla Provincia di Crotone per
l’intervento innovativo di politica di sviluppo territoriale che questa intende realizzare.
Ovviamente, le particolarità giuridiche dell’Italia rispetto al resto d’Europa, così come le
differenze territoriali, dei servizi, della gestione degli enti ecc., non rendono possibile una
completa implementabilità delle prassi individuate nel contesto Crotonese, né tuttavia
l’obiettivo della presente ricerca vuol essere questo.
Come si nota nella parte conclusiva dell’analisi, infatti, lo studio di questi progetti offre
solo uno spunto per l’attivazione di nuove strategie da proporre nell’area in questione,
strategie che però possono trarre vantaggio dall’esperienza maturata nel contesto
transnazionale in termini di tipologia di programma, settore d’intervento, strumenti
utilizzati, risultati raggiunti e problematiche riscontrate.
4.6 Un piano di trasferimento delle buone prassi
Il progetto spagnolo “Un Cammino verso lo Sviluppo Turistico” è stato selezionato
come buona prassi per essere replicato nell’ambito della Provincia di Crotone.
Si tratta di un itinerario turistico di circa 200 km che si snoda lungo il percorso legato alle
migrazioni dei Catari dei secoli XIII e XIV. Nonostante le condizioni poco favorevoli del
contesto socio-economico di riferimento (declino dell’attività industriale estrattiva e
tessile), il progetto ha favorito il rilancio economico della regione (la regione del
Berguedà situata nella Catalogna del nord) mediante la riconversione in area turistica del
territorio valorizzando le risorse che presentavano una vocazione turistica.
I risultati ottenuti mediante la realizzazione del progetto possono essere sintetizzati nei
seguenti punti:
- innovazione: il carattere innovativo è legato al fatto che si è trattato di
un’iniziativa pilota senza precedenti per un territorio, come la regione situata
nella Catalogna del nord, caratterizzato da una spiccata vocazione industriale
piuttosto che turistica;
- crescita dell’occupazione in termini di creazione di nuovi posti di lavoro;
- concertazione, come strategia per la pianificazione di interventi finalizzati allo
sviluppo economico del territorio basato sulle sinergie tra ente pubblico e
soggetti privati;
- valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico dell’area
attraversata dal percorso;
- la creazione di un marchio turistico che attribuisca un’identità precisa al
territorio lungo il quale si snoda il percorso.
Dall’approfondimento dell’analisi delle opportunità di sviluppo turistico presenti sul
territorio, è derivata la messa a punto di un altro progetto denominato “Terra dei
Dinosauri” incentrato sul recupero della figura dei dinosauri. Tale iniziativa ha
comportato la creazione di un circuito a tema favorendo la messa in rete di tutte le
località accomunate dalla presenza di tracce o resti che testimoniano l’esistenza degli
animali preistorici.
Scopo dell’iniziativa è stato creare un valido complemento al percorso basato sul binomio
natura- cultura così come proposto con l’itinerario legato alla figura dei Catari.
La realizzazione di tale progetto ha consentito di raggiungere i seguenti obiettivi:
- dare ulteriore impulso all’attività economica;
- favorire la creazione di nuovi posti di lavoro;
- avvalersi dello strumento della cooperazione come metodo efficace di
pianificazione territoriale;
- stimolare lo scambio di esperienze;
- puntare sulla valorizzazione del binomio cultura-natura sulla base delle
caratteristiche del territorio;
- ricercare nuove opportunità di networking a livello europeo.
4.6.1 Gli obiettivi del piano di trasferimento
Gli elementi di seguito riportati sono da annoverarsi tra gli obiettivi che il progetto per la
trasferibilità della buona prassi intende realizzare:
- Innovazione: nell’ambito della elaborazione dell’attività progettuale sono state
individuate una serie di proposte innovative ritenute valide per favorire lo
sviluppo economico del territorio quali ad esempio la creazione di un marchio
territoriale comprensivo delle risorse naturali e storico-culturali da un lato, e
dall’altro, dello standard qualitativo dei servizi presenti sul territorio. Altro
elemento innovativo è rappresentato dalla messa in rete delle località finalizzata
alla definizione di un sistema integrato di risorse e servizi caratterizzato da una
forte connotazione turistica.
- Crescita dell’occupazione e sviluppo economico: l’analisi delle
caratteristiche della provincia di Crotone ha evidenziato l’esigenza di puntare
sullo sviluppo turistico del territorio allo scopo di rilanciare l’economia locale. Da
qui, la ricerca tra i progetti sperimentati in altri contesti europei di una buona
prassi che potesse essere facilmente replicata sul territorio. Considerata la
valenza sociale che il fenomeno turistico, divenuto ormai bisogno irrinunciabile,
ha assunto negli ultimi anni, l’indagine è stata orientata all’individuazione di una
proposta progettuale incentrata sulla valorizzazione turistica di un territorio,
quale quello della Provincia di Crotone, connotato da una forte vocazione
industriale, caratteristica comune alla regione della Catalogna del nord. La
regione spagnola, infatti, ha conosciuto, grazie al progetto, uno sviluppo turistico
che le ha permesso di superare la grave crisi economica che l’aveva investita. E’
fondamentale che qualsiasi strategia di marketing territoriale finalizzata alla
valorizzazione turistica si raccordi e si integri con lo strumento di
programmazione economica di cui la Provincia di Crotone intende dotarsi (Piano
Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione).
- Concertazione: la concertazione, intesa come modus operandi basato sulla
condivisione delle scelte strategiche destinate ad avere una ricaduta sul territorio,
potrebbe rappresentare anche per la provincia calabrese un elemento di forza
che vedrebbe la partecipazione di tutti gli attori, sia soggetti pubblici che
organismi privati, all’attività di pianificazione territoriale.
- Collaborazione e condivisione dei valori identitari di un territorio: tale
iniziativa consentirebbe di sviluppare un’esperienza, senza precedenti per la
provincia di Crotone, di collaborazione tra i diversi soggetti che operano in ambito
locale creando le premesse per la condivisione dei valori con cui il territorio viene
identificato nell’immaginario collettivo.
- Valorizzazione delle risorse naturali e recupero del patrimonio storico-
culturale: la realizzazione della strategia di marketing turistico contenuta nel
progetto comporta la valorizzazione delle risorse naturali esistenti sul territorio ed
al contempo il recupero del patrimonio storico-culturale. Come dimostrato
dall’esperienza spagnola, l’associazione natura-cultura rappresenta un binomio
vincente per una realtà, come la provincia di Crotone, caratterizzata da una forte
connotazione culturale legata all’epoca della Magna Grecia e da un patrimonio
naturalistico dominato da un mare dalle acque cristalline e da un territorio
interno ancora incontaminato.
- Creazione di prodotti differenziati: la varietà delle risorse di cui dispone la
provincia di Crotone renderebbe possibile diversificare l’offerta turistica mediante
la creazione di un ventaglio di proposte quali ed esempio: itinerari a tema
(prodotto culturale, prodotto natura, prodotto basato sul binomio natura-cultura
oppure cultura-enogastronomia, natura-enogastronomia), suddivisi per tipologia
di turista, motivazione del viaggio e durata del soggiorno (se si tratta di
vacanzieri del fine settimana, oppure turisti interessati ad un soggiorno più
lungo). La differenziazione dell’offerta turistica risponde all’esigenza di individuare
nuovi mercati in grado di garantire una presenza costante, e non circoscritta ai
soli mesi estivi, di turisti. Per poter operare efficacemente su diversi mercati è
necessario conoscerne a fondo le caratteristiche e dinamiche per poter
intervenire tempestivamente alle eventuali nuove tendenze che emergono.
- Riconoscimento del titolo di patrimonio dell’umanità da parte
dell’UNESCO: visto l’ingente patrimonio culturale presente nella Provincia di
Crotone, la possibilità di ottenere un tale riconoscimento apporterebbe valore
aggiunto alla valenza culturale del territorio consentendo inoltre l’inserimento
della località nel circuito mondiale. Tale ipotesi potrebbe essere suffragata dalla
storia passata che ha visto la città di Crotone protagonista indiscussa all’epoca
della Magna Grecia e sede della famosa scuola filosofico-matematica legata alla
figura del famoso filosofo- matematico greco Pitagora.
- Unicità della proposta offerta: le risorse, disseminate lungo il percorso, se
valorizzate attraverso una strategia di marketing efficace, possono rendere
l’itinerazione sul territorio un’esperienza unica ed irripetibile tanto da apportare
valore aggiunto e impulso all’affermarsi di nuove destinazioni turistiche. E ciò vale
anche per la promozione turistica della provincia di Crotone.
- Garanzia di uno standard qualitativo elevato dei servizi offerti e
professionalità degli operatori: sulla base delle indicazioni emerse dall’analisi
della buona prassi spagnola si è giunti alla conclusione che non basta disporre di
risorse turistiche. Al contrario la connotazione turistica si determina dal grado di
fruibilità che le risorse ed il territorio presentano. Anche per Crotone, quindi,
risulta indispensabile uniformare la gamma dei servizi offerti (viabilità,
attrezzature, segnaletica….) ad uno standard qualitativo elevato ed omogeneo su
tutto il territorio in modo che l’immagine complessiva della località possa essere
percepita nell’immaginario del turista come sinonimo di qualità, elemento capace
di apportare vantaggio competitivo nella scelta della località di vacanza. La
qualità di un territorio si misura attraverso il livello di professionalità che gli
operatori locali del turismo esprimono. Essi devono essere adeguatamente
formati (giusta conoscenza del territorio e delle competenze tecniche proprie del
mestiere oltre al supporto delle lingue straniere in previsione dell’’apertura ai
mercati esteri).
- Diffusione della cultura dell’accoglienza e condivisione dei valori
identitari legati al territorio: lo sviluppo turistico di un determinato territorio
presuppone la diffusione della cultura dell’accoglienza, elemento essenziale per la
valutazione positiva di un luogo, che non può prescindere dalla conoscenza e
condivisione da parte di tutti gli operatori locali dei valori che contribuiscono a
definire l’identità di una località. Nel caso di Crotone i valori identitari devono
diventare patrimonio dell’intera collettività al fine di rafforzare l’appeal turistico
del territorio.
4.6.2 Lo sviluppo del progetto in provincia di Crotone
Per quanto riguarda i contenuti del progetto si tratta di creare una serie di itinerari che
tocchino i punti considerati più rilevanti dal punto turistico realizzando una sorta di
circuito facilmente percorribile e dotato di tutti i servizi necessari per agevolare la
conoscenza del territorio. La presenza nel territorio provinciale sia del mare che della
montagna rende possibile la diversificazione delle proposte di itinerazione basati sul
binomio mare- montagna. In tale ottica occorre, quindi, curare la realizzazione di
materiale informativo come cartine topografiche, depliant e brochure di presentazione
delle diverse proposte segnalando i punti di interesse e indicando i punti di ristoro.
Una volta presentato l’itinerario nel suo complesso è necessario procedere alla
classificazione delle tipologie di percorso a seconda del mezzo utilizzato (mountain
bike, cavallo, piedi) prevedendo la possibilità di noleggiare un veicolo (macchina,
pulmino, taxi) oppure servendosi del servizio pubblico (autobus-treno).
Un altro elemento di interesse è dato dalla durata del soggiorno che può variare da un
minimo coincidente con il fine settimana, seguito da tre giorni, una settimana fino ad un
massimo di quindici giorni.
Un altro aspetto fondamentale è rappresentato dall’insieme dei servizi offerti lungo il
percorso: la disponibilità di figure professionali di cui avvalersi per la scoperta del
territorio (guide locali, accompagnatori, guida di montagna); un sistema di prenotazione
informatizzato attivo in diversi punti del percorso e la possibilità di scegliere diverse
tipologie ricettive presenti lungo l’itinerario, servizio trasferimento bagagli, la
predisposizione di pacchetti turistici personalizzati, negozi, punti di ristoro in montagna,
punti informativi, circuito museale).
4.6.2.1 Le fasi del progetto
La gestione risulta essere un aspetto fondamentale per il successo di un progetto di
valorizzazione del territorio, distinto rispetto all’attività amministrativa.
Per la gestione ed organizzazione di tutte le iniziative realizzate in campo turistico, si
potrebbe profilare la possibilità di affidare l’attività di gestione del progetto ad un
organismo ad hoc che abbia la responsabilità del coordinamento ed implementazione
delle diverse fasi del progetto sulla base di specifiche competenze tecniche richieste per
assolvere adeguatamente la funzione di cooordinamento ed implementazione.
Nell’ambito della strategia di marketing territoriale si ricollegano le iniziative finalizzate ad
accrescere la visibilità del territorio provinciale come meta turistica mediante la
realizzazione di un sito web curando la definizione della veste grafica tale da attirare
l’interesse dei potenziali clienti users di internet, oggi sempre più numerosi nel ricorrere
allo strumento informatico invece del canale organizzato delle agenzie di viaggio per
scegliere e pianificare la propria vacanza. Oltre alla veste grafica, è opportuno sviluppare
in maniera adeguata ed esaustiva i testi che devono dare contenuto al sito
differenziandoli a seconda del cliente target al quale è rivolta la comunicazione e del
mercato considerato. Appare utile prevedere una presentazione chiara dell’insieme di
itinerari proposti unitamente alla gamma completa di servizi che il territorio è in grado di
offrire.
A completamento della strategia di comunicazione online risulta indispensabile corredare i
contenuti con un archivio di foto delle località di maggiore interesse dedicando uno spazio
all’interno del sito alle informazioni utili relative ai seguenti aspetti: mezzi di trasporto,
ricettività, ristorazione, elenco dei punti vendita disseminati lungo il percorso, proposte di
visita, con possibilità di degustazioni dei prodotti tipici, delle aziende agroalimentari locali
la cui presenza rende l’enogastronomia punto di forza del territorio.
Per meglio veicolare l’immagine della provincia anche su mercati di lingua straniera, si
rende necessaria la realizzazione di materiale informativo (brochure, depliants,
guide, cataloghi) disponibili almeno nelle due lingue, inglese e tedesca, che si riferiscono
ai principali mercati di provenienza dei turisti stranieri.
Tra gli elementi ritenuti indispensabili al fine della valorizzazione del territorio si prevede
l’elaborazione di un marchio territoriale in grado di dare una connotazione positiva
al territorio capace di sintetizzare tutte le risorse esistenti lungo il percorso ivi compresi i
valori identitari condivisi dalla comunità locale.
4.6.2.2 I risultati attesi dal progetto
Dall’analisi delle caratteristiche del territorio della provincia di Crotone è emerso un dato
importante, che rappresenta il punto di partenza per l’elaborazione di una strategia
finalizzata al rilancio dell’economia locale. Tale elemento è dato dalla vocazione turistica
della provincia calabrese. Una volta individuato il settore sul quale puntare al fine di dare
impulso all’attività economica locale, si è proceduto alla ricerca e selezione della buona
prassi che offrisse opportunità di crescita tali da consentire la replicabilità nella provincia.
Secondo le previsioni i risultati attesi dalla realizzazione del progetto possono essere
sintetizzati nei seguenti punti:
- Creazione di un’immagine turistica che consenta alla provincia di inserirsi,
come valida alternativa alle località turistiche già affermate, nel circuito turistico
internazionale;
- Sviluppo di una serie di attività (ricerca, diffusione, utilizzo) collegate
al turismo culturale mediante una strategia di valorizzazione del territorio
basato sul recupero del patrimonio culturale, storico ed archeologico di cui la
provincia di Crotone dispone;
- Valorizzazione del patrimonio naturalistico mediante la promozione di
forme innovative di turismo che siano rispettose delle risorse e favoriscano la
diffusione delle coscienza e del rispetto per l’ambiente;
- Realizzazione di iniziative mirate alla comunicazione delle risorse
turistiche mediante la elaborazione e pubblicazione di materiale informativo,
didattico allo scopo di sensibilizzare il pubblico alla conoscenza del patrimonio
culturale;
- Diffusione della cultura dell’accoglienza e condivisione dei valori che
contraddistinguono l’identità del territorio;
- Predisposizione di un insieme di pacchetti turistici differenziati per
target, durata del soggiorno e motivazione del viaggio allo scopo di creare
un’offerta articolata che consenta di utilizzare a fini turistici tutte le risorse
presenti sul territorio.
Capitolo 5 Le opzioni strategiche
5.1 La metodologia utilizzata
L’approccio strategico per la costruzione del piano di sviluppo economico e occupazionale
della provincia di Crotone è stato basato, come già evidenziato, sulla condivisione delle
criticità presenti nei settori economici ritenuti a maggiore potenziale di sviluppo, in
termini di capacità e risorse, tecnologiche, ambientali, architettoniche, ecc.
L’insieme delle problematiche emerse (cfr. Capitolo 3) è stato analizzato con l’obiettivo di
individuare misure e azioni di intervento idonee a rimuoverle e a creare i presupposti per
uno sviluppo complessivo del tessuto economico locale. A tal fine la metodologia
progettuale utilizzata è stata quella del PCM (Project Cycle Management), che prevede lo
sviluppo delle seguenti attività:
• Costruzione dell’albero dei problemi. I problemi emersi vengono messi in
relazione di causa/effetto, al fine di individuare il percorso logico di sviluppo
progettuale per il superamento dei problemi di più alto livello;
• Costruzione dell’albero degli obiettivi. I problemi individuati e inseriti nell’albero
vengono riportati in termini di obiettivi da raggiungere e integrati, attraverso il
Forking, da ulteriori obiettivi che completano, dal punto di vista logico-deduttivo,
quelli già individuati;
• Clustering degli obiettivi. Dall’albero degli obiettivi vengono ricavati i possibili
progetti da sviluppare, individuando le tematiche affini che richiedono una
strategia progettuale autonoma;
• Costruzione del quadro logico del progetto. I progetti individuati attraverso il
clustering vengono riportati in termini di quadro logico, ossia attraverso la
specificazione degli obiettivi generali, dell’obiettivo specifico, dei risultati, degli
indicatori di valutazione, delle attività previste e degli elementi esterni da
considerare per la buona riuscita del progetto.
Nel seguito sono descritte alcune possibili ipotesi di intervento costruite sulla convergenza
di opinioni tra operatori istituzionali e imprenditori locali, che rappresentano base
fondamentale di pianificazione degli obiettivi, delle misure e delle linee di intervento del
Piano Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione.
Sono, altresì, considerati alcuni fattori d’influenza esterna che nelle fasi operative
potrebbero ostacolare la buona riuscita degli interventi, dei quali l’Amministrazione
provinciale dovrà monitorare l’andamento e gestire la criticità sui processi di sviluppo
locali. Le opzioni strategiche considerate si riferiscono al Terzo Settore, al Turismo e Beni
Culturali e all’Industria nel suo complesso.
5.2 Una possibile strategia di intervento nel Terzo Settore
I principali problemi di carattere generale che riguardano il Terzo Settore sono rinvenibili
nella bassa competitività del settore, nell’esiguo numero di fruitori dei servizi offerti e in
una qualità delle vita bassa per le persone svantaggiate. In tale contesto, dunque, la
problematica generale, per operatori e fruitori, è la limitata incidenza del settore
sull’economia locale. L’obiettivo generale degli interventi da realizzare nel Terzo Settore
è, dunque: Incrementare l’incidenza del settore sull’economia locale. L’obiettivo
generale è stato declinato in una serie di obiettivi specifici, ognuno dei quali perseguito
attraverso una linea di interventi mirata. Si tratta, in particolare, di:
• Incrementare la competitività del settore (linea d’intervento
“Competitività”);
• Incrementare il numero di fruitori dei servizi alla persona (linea
d’intervento (“Conoscenza”);
• Migliorare la qualità della vita delle persone svantaggiate (linea
d’intervento “Integrazione”).
Le figure seguenti evidenziano l’albero dei problemi, l’albero degli obiettivi e il clustering
degli interventi progettuali possibili nel Terzo Settore.
Figura 5.1 L’albero dei problemi del Terzo Settore
Il III° settore è poco regolamentato
I titoli professionali acquisiti hanno valenza solo provinciale
I servizi sono scarsamente “certificati”
La presenza di figure professionali intermedie è
limitata
La presenza di figure professionali specializzate è
scarsaL’offerta di lavoro per le persone svantaggiate è
limitata
La presenza di imprese specializzate nel sociale è
limitata
Le possibilità di programmazione di politiche
settoriali sono limitate
La conoscenza del III° settore è limitata
Gli operatori del sociale sono poco integrati
La dimensione dell’utenza potenziale è poco conosciuta
La mappatura degli operatori del III° settore è poco
presente
L’offerta di servizi del III°settore è limitata
L’offerta del turismo sociale èlimitata
La cultura dei servizi alla persona è poco diffusa
Il livello di collaborazione territoriale è basso
Il numero di fruitori di servizi è basso
La qualità dei servizi offerti èbassa
L’innovazione nei servizi èlimitata
L’incidenza del settore sull’economia locale è limitata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è bassa
La competitività del settore èbassa
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è
limitata
La tipologia di servizi offerti èlimitata
Il III° settore è poco regolamentato
I titoli professionali acquisiti hanno valenza solo provinciale
I servizi sono scarsamente “certificati”
La presenza di figure professionali intermedie è
limitata
La presenza di figure professionali specializzate è
scarsaL’offerta di lavoro per le persone svantaggiate è
limitata
La presenza di imprese specializzate nel sociale è
limitata
Le possibilità di programmazione di politiche
settoriali sono limitate
La conoscenza del III° settore è limitata
Gli operatori del sociale sono poco integrati
La dimensione dell’utenza potenziale è poco conosciuta
La mappatura degli operatori del III° settore è poco
presente
L’offerta di servizi del III°settore è limitata
L’offerta del turismo sociale èlimitata
La cultura dei servizi alla persona è poco diffusa
Il livello di collaborazione territoriale è basso
Il numero di fruitori di servizi è basso
La qualità dei servizi offerti èbassa
L’innovazione nei servizi èlimitata
L’incidenza del settore sull’economia locale è limitata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è bassa
La competitività del settore èbassa
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è
limitata
La tipologia di servizi offerti èlimitata
Figura 5.2 L’albero degli obiettivi del Terzo Settore
La regolamentazione del III°settore è realizzata
I titoli professionali sono riconosciuti
La certificazione dei servizi èrealizzata
Le figure professionali intermedie sono presenti
Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le
persone svantaggiate èincrementata
Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate
La programmazione politica settoriale è realizzata
La conoscenza del III° settore è realizzata
L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata
La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta
La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata
L’offerta di servizi del III°settore è incrementata
L’offerta del turismo sociale èsviluppata
L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona
è realizzatoIl livello di cooperazione
territoriale è incrementato
Il numero di fruitori di servizi è incrementato
La qualità dei servizi offerti èincrementata
L’innovazione nei servizi èrealizzata
L’incidenza del settore sull’economia locale è
incrementata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è
migliorata
La competitività del settore èincrementata
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è
realizzata
La tipologia di servizi offerti èampliata
La regolamentazione del III°settore è realizzata
I titoli professionali sono riconosciuti
La certificazione dei servizi èrealizzata
Le figure professionali intermedie sono presenti
Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le
persone svantaggiate èincrementata
Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate
La programmazione politica settoriale è realizzata
La conoscenza del III° settore è realizzata
L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata
La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta
La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata
L’offerta di servizi del III°settore è incrementata
L’offerta del turismo sociale èsviluppata
L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona
è realizzatoIl livello di cooperazione
territoriale è incrementato
Il numero di fruitori di servizi è incrementato
La qualità dei servizi offerti èincrementata
L’innovazione nei servizi èrealizzata
L’incidenza del settore sull’economia locale è
incrementata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è
migliorata
La competitività del settore èincrementata
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è
realizzata
La tipologia di servizi offerti èampliata
Figura 5.3 Il clustering del Terzo Settore
La regolamentazione del III°settore è realizzata
I titoli professionali sono riconosciuti
La certificazione dei servizi èrealizzata
Le figure professionali intermedie sono presenti
Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le
persone svantaggiate èincrementata
Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate
La programmazione politica settoriale è realizzata
La conoscenza del III° settore è realizzata
L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata
La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta
La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata
L’offerta di servizi del III°settore è incrementata
L’offerta del turismo sociale èsviluppata
L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona
è realizzatoIl livello di cooperazione
territoriale è incrementato
Il numero di fruitori di servizi è incrementato
La qualità dei servizi offerti èincrementata
L’innovazione nei servizi èrealizzata
L’incidenza del settore sull’economia locale è
incrementata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è
migliorata
La competitività del settore èincrementata
COMPETITIVITA’CONOSCENZA
INTEGRAZIONE
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è
realizzata
La tipologia di servizi offerti èampliata
La regolamentazione del III°settore è realizzata
I titoli professionali sono riconosciuti
La certificazione dei servizi èrealizzata
Le figure professionali intermedie sono presenti
Le figure professionali specializzate sono presenti L’offerta di lavoro per le
persone svantaggiate èincrementata
Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate
La programmazione politica settoriale è realizzata
La conoscenza del III° settore è realizzata
L’integrazione degli operatori del sociale è realizzata
La dimensione dell’utenza potenziale è conosciuta
La mappatura degli operatori del III° settore è realizzata
L’offerta di servizi del III°settore è incrementata
L’offerta del turismo sociale èsviluppata
L’incremento della “cultura”dei servizi alla persona
è realizzatoIl livello di cooperazione
territoriale è incrementato
Il numero di fruitori di servizi è incrementato
La qualità dei servizi offerti èincrementata
L’innovazione nei servizi èrealizzata
L’incidenza del settore sull’economia locale è
incrementata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è
migliorata
La competitività del settore èincrementata
COMPETITIVITA’CONOSCENZA
INTEGRAZIONE
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è
realizzata
La tipologia di servizi offerti èampliata
La linea di intervento “Competitività” si pone come obiettivo specifico l’incremento della
competitività del settore, verificabile attraverso la crescita del reddito generato per gli
operatori specializzati del 30% nei tre anni dalla data di entrata in vigore del Piano.
La ricerca di una maggiore competitività passa anche attraverso il raggiungimento di
alcuni risultati operativi. Per la linea di intervento tali risultati triennali sono:
• Realizzazione di processi di innovazione nei servizi, attraverso
l’incremento di efficienza del 30% nei processo di erogazione dei
servizi;
• Incremento della qualità dei servizi offerti, misurabile attraverso il
grado di soddisfazione degli utenti. Si prevede di ottenere un
numero di utenti soddisfatti pari al 50% del totale.
Per la verifica degli indicatori di valutazione dell’obiettivo specifico e dei risultati attesi, si
utilizzeranno basi di dati delle cooperative sociali e di altri operatori del settore, e basi di
dati costruite “ad hoc” in studi e ricerche realizzate sui fruitori dei servizi.
La tipologia di attività che saranno realizzate riguarda il riconoscimento dei titoli
professionali acquisiti nel settore, la formazione di figure professionali specializzate e
intermedie, la regolamentazione normativa del settore, la certificazione dei servizi
erogati.
I fattori esterni di maggiore influenza sullo sviluppo degli interventi previsti si riferiscono:
• Alla complessità di utilizzo delle tecnologie necessarie
all’incremento della qualità dei servizi;
• Alla facilità di accesso alle tecnologie necessarie, in termini di costo,
logistica, brevetti esistenti, ecc.;
• Al tasso di innovazione complessivo del settore, che potrebbe
rendere obsolete in poco tempo tecnologie innovative sulle quali si
è investito in ambito locale;
• L’adeguamento della normativa nazionale, necessario per agevolare
anche la mobilità lavorativa e la certificazione della professionalità
delle risorse umane specializzate nel settore.
La figura 5.4 mostra in dettaglio gli interventi del progetto “Competitività”.
Figura 5.4 Il progetto “Competitività”
L’obiettivo specifico della linea di intervento “Conoscenza” riguarda l’incremento del
numero complessivo di fruitori dei servizi, che si prevede possa essere nell’ordine del
40% nei tre anni dall’entrata in vigore del Piano. Tale obiettivo specifico è stato poi
declinato in una serie di risultati operativi, anch’essi nei tre anni, di seguito descritti:
• Incremento del 20% del numero di imprese specializzate
nell’erogazione di servizi alla persona;
• Realizzazione di una programmazione politica settoriale, attraverso
la predisposizione di un piano di sviluppo settoriale;
• Incremento del livello di conoscenza sugli elementi distintivi della
domanda e dell’offerta settoriale.
Il raggiungimento di tali risultati operativi sarà monitorato attraverso le basi di dati
disponibili presso l’Amministrazione Provinciale e le cooperative sociali, mentre per la
conoscenza degli elementi distintivi di domanda e offerta si realizzerà una ricerca sul
campo.
Le attività previste riguardano, tra l’altro, la realizzazione di ricerche sulla domanda, il
censimento degli operatori esistenti, la promozione delle attività di assistenza alle
persone, gli incentivi alla nascita di nuove imprese specializzate.
Regolamentare il III° settore
Riconoscere i titoli professionali
“Certificare” i servizi
Formare figure professionali intermedie
Formare figure professionali specializzate
La qualità dei servizi offerti èincrementata
L’innovazione nei servizi èrealizzata
L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata
La competitività del settore è incrementata
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Il reddito generato per gli operatori specializzati è aumentato del 30% in tre anni
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
Numero di fruitori soddisfatti pari al 50% in tre anni
L’efficienza del processo di erogazione dei servizi è
aumentata del 30% in tre anni
Rapporti di ricerca sulla domanda
Dati cooperative sociali
ATTIVITA’
Dati cooperative sociali e altri operatori del settore
Realizzare progetti pilota di innovazione
Tasso di innovazione complessivo del settore
Complessità delle tecnologie necessarie
Facilità di accesso alle tecnologie necessarie
Adeguamento della normativa nazionale
Regolamentare il III° settore
Riconoscere i titoli professionali
“Certificare” i servizi
Formare figure professionali intermedie
Formare figure professionali specializzate
La qualità dei servizi offerti èincrementata
L’innovazione nei servizi èrealizzata
L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata
La competitività del settore è incrementata
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Il reddito generato per gli operatori specializzati è aumentato del 30% in tre anni
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
Numero di fruitori soddisfatti pari al 50% in tre anni
L’efficienza del processo di erogazione dei servizi è
aumentata del 30% in tre anni
Rapporti di ricerca sulla domanda
Dati cooperative sociali
ATTIVITA’
Dati cooperative sociali e altri operatori del settore
Realizzare progetti pilota di innovazione
Tasso di innovazione complessivo del settore
Complessità delle tecnologie necessarie
Facilità di accesso alle tecnologie necessarie
Adeguamento della normativa nazionale
Il principale fattore esterno di influenza sulla riuscita delle attività previste riguarda
essenzialmente la numerosità della domanda presente nel territorio provinciale, della
quale non si conosce, al momento, il reale dimensionamento potenziale.
La figura seguente evidenzia il progetto “Conoscenza”.
Figura 5.5 Il progetto “Conoscenza”
La linea di intervento “Integrazione” si pone come obiettivo specifico il miglioramento
complessivo della qualità della vita delle persone svantaggiate attraverso la realizzazione
di attività finalizzate al raggiungimento dei seguenti risultati operativi:
• L’incremento della tipologia di servizi offerti dagli operatori del
settore. Si prevede di aumentare il numero di servizi offerti del 10%
in tre anni;
• La piena integrazione sociale delle persone svantaggiate.
Tale ultimo risultato, in particolare, sarà verificato mediante l’utilizzo di attività di studio e
ricerca indirizzata direttamente ai fruitori dei servizi. Il valore obiettivo programmato è
pari al 50% di soggetti che si ritiene integrato nella società crotonese.
A tale proposito, le attività programmate prevedono la creazione di consorzi tra operatori
del settore, l’individuazione di sbocchi professionali e l’incremento dell’accessibilità ai
servizi territoriali per le persone svantaggiate, la costruzione di “pacchetti” di offerta di
turismo sociale per l’attrazione di flussi dall’esterno, ma anche per promuovere la mobilità
turistica interna al territorio.
Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate
La programmazione politica settoriale è realizzata
La conoscenza del III° settore è realizzata
Realizzare ricerche sulla domanda
Censire gli operatori del settore
Promuovere le attività di assistenza alle persone
Il numero di fruitori di servizi è incrementato
L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementataOBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTI
I fruitori dei servizi alla persona sono incrementati del 40% in tre anni
Dati operatori del settore
RISULTATI
INDICATORI
FONTI
ATTIVITA’
Gli operatori specializzati sono aumentati del 20% in tre anni
Il piano di sviluppo settoriale è realizzato e applicato
Gli elementi distintivi della domanda e dell’offerta sono
pienamente conosciuti
Dati cooperative sociali Dati Amministrazione provinciale
Rapporti di ricerca
Realizzare ricerche sui servizi erogati e potenziali
Incentivare la nascita di nuove imprese specializzate
Numerosità delle persone svantaggiate presenti sul territorio provinciale
Le imprese specializzate nel sociale sono aumentate
La programmazione politica settoriale è realizzata
La conoscenza del III° settore è realizzata
Realizzare ricerche sulla domanda
Censire gli operatori del settore
Promuovere le attività di assistenza alle persone
Il numero di fruitori di servizi è incrementato
L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementataOBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTI
I fruitori dei servizi alla persona sono incrementati del 40% in tre anni
Dati operatori del settore
RISULTATI
INDICATORI
FONTI
ATTIVITA’
Gli operatori specializzati sono aumentati del 20% in tre anni
Il piano di sviluppo settoriale è realizzato e applicato
Gli elementi distintivi della domanda e dell’offerta sono
pienamente conosciuti
Dati cooperative sociali Dati Amministrazione provinciale
Rapporti di ricerca
Realizzare ricerche sui servizi erogati e potenziali
Incentivare la nascita di nuove imprese specializzate
Numerosità delle persone svantaggiate presenti sul territorio provinciale
La corretta realizzazione degli interventi previsti potrà essere condizionata dai seguenti
fattori esterni:
• L’incremento della qualità della vita complessiva, a seguito di
investimenti in infrastrutture, progetti eco-sostenibili, servizi alle
persone e ai cittadini, ecc.;
• Lo sviluppo del turismo sociale nei prossimi anni a livello nazionale
e internazionale;
• L’effettiva disponibilità di strutture ricreative sul territorio, da
creare ex novo o attraverso la rifunzionalizzazione di quelle già
esistenti;
• L’attuale complessità delle barriere architettoniche presenti sul
territorio, che potrebbe renderne molto lunga e costosa la
rimozione;
• La capacità di comunicare verbalmente con gli extracomunitari, che
richiede la realizzazione di specifici percorsi di apprendimento per
stranieri.
La figura 5.6 evidenzia in dettaglio gli interventi del progetto “Integrazione”.
Figura 5.6 Il progetto “Integrazione”
Individuare sbocchi professionali per le persone
svantaggiate
L’offerta di servizi del III°settore è incrementata
Costruire “pacchetti” di offerta di turismo sociale
Creare consorzi di settore
L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è migliorata
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è realizzata
Incentivare gli investimenti in nuovi servizi
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTI
Il numero di persone svantaggiate che ritiene di aver migliorato la propria condizione di vita è pari al 60% in tre anni
Rapporti di ricerca
RISULTATI
INDICATORI
FONTI
Il numero di persone svantaggiate che si ritiene integrato nella società è pari al
50% in tre anni
La tipologia di servizi offerti èincrementata del 10% in tre
anni
Dati cooperative sociali Rapporti di ricerca
ATTIVITA’
Promuovere l’integrazione tra operatori specializzati e non
Incrementare le opportunità di “accesso” ai servizi per le
persone svantaggiate
Sviluppo del turismo sociale nei prossimi anni
Incremento della qualità della vita complessiva
Complessità delle barriere architettoniche presenti
Capacità di comunicare con gli extracomunitari
Disponibilità di strutture ricreative
Individuare sbocchi professionali per le persone
svantaggiate
L’offerta di servizi del III°settore è incrementata
Costruire “pacchetti” di offerta di turismo sociale
Creare consorzi di settore
L’incidenza del settore sull’economia locale è incrementata
La qualità della vita delle persone svantaggiate è migliorata
L’integrazione sociale delle persone svantaggiate è realizzata
Incentivare gli investimenti in nuovi servizi
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTI
Il numero di persone svantaggiate che ritiene di aver migliorato la propria condizione di vita è pari al 60% in tre anni
Rapporti di ricerca
RISULTATI
INDICATORI
FONTI
Il numero di persone svantaggiate che si ritiene integrato nella società è pari al
50% in tre anni
La tipologia di servizi offerti èincrementata del 10% in tre
anni
Dati cooperative sociali Rapporti di ricerca
ATTIVITA’
Promuovere l’integrazione tra operatori specializzati e non
Incrementare le opportunità di “accesso” ai servizi per le
persone svantaggiate
Sviluppo del turismo sociale nei prossimi anni
Incremento della qualità della vita complessiva
Complessità delle barriere architettoniche presenti
Capacità di comunicare con gli extracomunitari
Disponibilità di strutture ricreative
5.3 Una possibile strategia di intervento nel Turismo e nei Beni Culturali
Le principali problematiche di cui soffre attualmente il settore turistico provinciale
riguardano la limitatezza delle opportunità di lavoro stabile, La bassa incidenza
sull’economia locale, l’eccessiva stagionalità dei flussi turistici, il basso numero di arrivi
complessivi. Per tali ragioni gli interventi settoriali dovranno essere finalizzati al
raggiungimento del seguente obiettivo generale: “incrementare l’incidenza del
settore sull’economia locale per creare opportunità di lavoro stabile e
continuative nel corso dell’anno”, il quale dipende direttamente dal raggiungimento
di alcuni obiettivi specifici:
• Destagionalizzare i flussi turistici in entrata (linea d’intervento
“Potenziamento dell’offerta”);
• Incrementare il numero complessivo degli arrivi turistici (linea
d’intervento “Qualificazione dell’offerta”).
Le figure seguenti mostrano l’albero dei problemi, l’albero degli obiettivi e il clustering
relativo agli interventi possibili nel Turismo e nei Beni Culturali.
Figura 5.7 L’albero dei problemi del Turismo e dei Beni Culturali
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
scarsa
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono limitati
La conoscenza delle risorse
culturali è limitata
L’offerta di servizi per la cultura è
limitata
I centri per la fruizione della
cultura locali sono poco attraenti
L’utilizzo di strumenti
innovativi per la promozione dei beni culturali è
limitato
I beni culturali sono poco fruibili
L’offerta di eventi e manifestazioni
culturali è limitata
Le tipicità locali sono poco valorizzate
Il turismo culturale è poco sviluppato
Gli itinerari eno-gastronomici sono
poco fruibili
Le possibilità di diversificazione dell’offerta turistica sono
limitate
L’offerta di strutture sportive
è limitata
Il turismo sportivo è poco sviluppato
La presenza di strutture
congressuali èlimitata
Il turismo business è poco sviluppato
Il turismo è molto concentrato sulla
risorsa mare
L’offerta balneare è poco integrata con il patrimonio delle aree interne
La rete territoriale degli uffici per il turismo è poco
sviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiere
è limitata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èmedio-bassa
Il target di turista è poco
differenziato
I flussi turistici sono stagionali
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
limitate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è limitata
La ricettività nelle aree interne è
limitata
Il sistema dei trasporti è poco
sviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo è limitata
La specializzazione nelle professioni turistiche è bassa
I percorsi turistici sono poco fruibili
L’offerta “a pacchetto” è
limitata
Gli studi sulla domanda turistica
sono limitati
Le risorse territoriali sono poco conosciute
Il sistema della promozione è
poco coordinato
La presenza sui cataloghi
internazionali èlimitata
La presenza sui cataloghi nazionali
è limitata
Gli arrivi internazionali sono limitati
Gli arrivi nazionali sono limitati
Il territorio è poco conosciuto sui
mercati tradizionali
Il numero di arrivi turistici è basso
Il sistema di offerta è poco coerente con le
risorse
Gli Enti di promozione sono poco integrati con
il territorio
Le imprese turistiche sono scarsamente “certificate”
I marchi territoriali sono poco utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo
percepito è basso
Il tasso di ritorno dei turisti è basso
La promozione del patrimonio
culturale è limitata
Il patrimonio culturale è poco
valorizzato
Le produzioni artigianali sono
poco integrate con l’offerta turistica
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
scarsa
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono limitati
La conoscenza delle risorse
culturali è limitata
L’offerta di servizi per la cultura è
limitata
I centri per la fruizione della
cultura locali sono poco attraenti
L’utilizzo di strumenti
innovativi per la promozione dei beni culturali è
limitato
I beni culturali sono poco fruibili
L’offerta di eventi e manifestazioni
culturali è limitata
Le tipicità locali sono poco valorizzate
Il turismo culturale è poco sviluppato
Gli itinerari eno-gastronomici sono
poco fruibili
Le possibilità di diversificazione dell’offerta turistica sono
limitate
L’offerta di strutture sportive
è limitata
Il turismo sportivo è poco sviluppato
La presenza di strutture
congressuali èlimitata
Il turismo business è poco sviluppato
Il turismo è molto concentrato sulla
risorsa mare
L’offerta balneare è poco integrata con il patrimonio delle aree interne
La rete territoriale degli uffici per il turismo è poco
sviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiere
è limitata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èmedio-bassa
Il target di turista è poco
differenziato
I flussi turistici sono stagionali
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
limitate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è limitata
La ricettività nelle aree interne è
limitata
Il sistema dei trasporti è poco
sviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo è limitata
La specializzazione nelle professioni turistiche è bassa
I percorsi turistici sono poco fruibili
L’offerta “a pacchetto” è
limitata
Gli studi sulla domanda turistica
sono limitati
Le risorse territoriali sono poco conosciute
Il sistema della promozione è
poco coordinato
La presenza sui cataloghi
internazionali èlimitata
La presenza sui cataloghi nazionali
è limitata
Gli arrivi internazionali sono limitati
Gli arrivi nazionali sono limitati
Il territorio è poco conosciuto sui
mercati tradizionali
Il numero di arrivi turistici è basso
Il sistema di offerta è poco coerente con le
risorse
Gli Enti di promozione sono poco integrati con
il territorio
Le imprese turistiche sono scarsamente “certificate”
I marchi territoriali sono poco utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo
percepito è basso
Il tasso di ritorno dei turisti è basso
La promozione del patrimonio
culturale è limitata
Il patrimonio culturale è poco
valorizzato
Le produzioni artigianali sono
poco integrate con l’offerta turistica
Figura 5.8 L’albero degli obiettivi del Turismo e dei Beni Culturali
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
realizzata
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono realizzati
La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata
L’offerta di servizi per la cultura è
potenziata
L’attrattività dei centri per la fruizione della
cultura è incrementata
L’utilizzo di strumenti innovativi per la
promozione dei beni culturali è
incrementato
La fruibilità dei beni culturali èincrementata
L’offerta di eventi e manifestazioni culturali
è potenziata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato
La fruibilità degli itinerari eno-
gastronomici èincrementata
La diversificazione dell’offerta turistica è
realizzata
L’offerta di strutture sportive è incrementata
Lo sviluppo del turismo sportivo è
realizzato
Il numero di strutture
congressuali èincrementato
lo sviluppo del turismo business
è realizzato
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente è realizzata
L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle
aree interne
La rete territoriale degli uffici per il
turismo èsviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èincrementata
La differenziazione del target di turista
è realizzata
I flussi turistici sono destagionalizzati
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
incrementate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è incrementata
La ricettività nelle aree interne èincrementata
Il sistema dei trasporti èsviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo èincrementata
La specializzazione nelle professioni
turistiche è realizzata
La fruibilità dei percorsi turistici è
incrementata
L’offerta “a pacchetto” èincrementata
Gli studi sulla domanda turistica
sono realizzati
La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata
Il coordinamento del sistema della promozione
è realizzato
La presenza sui cataloghi
internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali
è incrementata
Gli arrivi internazionali
sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il numero di arrivi turistici è incrementato
Il sistema di offerta è coerente
con le risorse
Gli Enti di promozione sono integrati con il
territorio
Le imprese turistiche sono
“certificate”
I marchi territoriali sono
utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo percepito
è incrementato
Il tasso di ritorno dei turisti è
incrementato
La promozione del patrimonio culturale èrealizzata
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è
realizzata
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
realizzata
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono realizzati
La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata
L’offerta di servizi per la cultura è
potenziata
L’attrattività dei centri per la fruizione della
cultura è incrementata
L’utilizzo di strumenti innovativi per la
promozione dei beni culturali è
incrementato
La fruibilità dei beni culturali èincrementata
L’offerta di eventi e manifestazioni culturali
è potenziata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato
La fruibilità degli itinerari eno-
gastronomici èincrementata
La diversificazione dell’offerta turistica è
realizzata
L’offerta di strutture sportive è incrementata
Lo sviluppo del turismo sportivo è
realizzato
Il numero di strutture
congressuali èincrementato
lo sviluppo del turismo business
è realizzato
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente è realizzata
L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle
aree interne
La rete territoriale degli uffici per il
turismo èsviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èincrementata
La differenziazione del target di turista
è realizzata
I flussi turistici sono destagionalizzati
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
incrementate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è incrementata
La ricettività nelle aree interne èincrementata
Il sistema dei trasporti èsviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo èincrementata
La specializzazione nelle professioni
turistiche è realizzata
La fruibilità dei percorsi turistici è
incrementata
L’offerta “a pacchetto” èincrementata
Gli studi sulla domanda turistica
sono realizzati
La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata
Il coordinamento del sistema della promozione
è realizzato
La presenza sui cataloghi
internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali
è incrementata
Gli arrivi internazionali
sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il numero di arrivi turistici è incrementato
Il sistema di offerta è coerente
con le risorse
Gli Enti di promozione sono integrati con il
territorio
Le imprese turistiche sono
“certificate”
I marchi territoriali sono
utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo percepito
è incrementato
Il tasso di ritorno dei turisti è
incrementato
La promozione del patrimonio culturale èrealizzata
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è
realizzata
Figura 5.9 Il clustering del Turismo e dei Beni Culturali
POTENZIAMENTO
DELL’OFFE
RTA
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
realizzata
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono realizzati
La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata
L’offerta di servizi per la cultura è
potenziata
L’attrattività dei centri per la fruizione della
cultura è incrementata
L’utilizzo di strumenti innovativi per la
promozione dei beni culturali è
incrementato
La fruibilità dei beni culturali èincrementata
L’offerta di eventi e manifestazioni culturali
è potenziata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato
La fruibilità degli itinerari eno-
gastronomici èincrementata
La diversificazione dell’offerta turistica è
realizzata
L’offerta di strutture sportive è incrementata
Lo sviluppo del turismo sportivo è
realizzato
Il numero di strutture
congressuali èincrementato
lo sviluppo del turismo business
è realizzato
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente è realizzata
L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle
aree interne
La rete territoriale degli uffici per il
turismo èsviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èincrementata
La differenziazione del target di turista
è realizzata
I flussi turistici sono destagionalizzati
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
incrementate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è incrementata
La ricettività nelle aree interne èincrementata
Il sistema dei trasporti èsviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo èincrementata
La specializzazione nelle professioni
turistiche è realizzata
La fruibilità dei percorsi turistici è
incrementata
L’offerta “a pacchetto” èincrementata
Gli studi sulla domanda turistica
sono realizzati
La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata
Il coordinamento del sistema della promozione
è realizzato
La presenza sui cataloghi
internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali
è incrementata
Gli arrivi internazionali
sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il numero di arrivi turistici è incrementato
Il sistema di offerta è coerente
con le risorse
Gli Enti di promozione sono integrati con il
territorio
Le imprese turistiche sono
“certificate”
I marchi territoriali sono
utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo percepito
è incrementato
Il tasso di ritorno dei turisti è
incrementato
La promozione del patrimonio culturale èrealizzata
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è
realizzata
QUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA
POTENZIAMENTO
DELL’OFFE
RTA
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
realizzata
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono realizzati
La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata
L’offerta di servizi per la cultura è
potenziata
L’attrattività dei centri per la fruizione della
cultura è incrementata
L’utilizzo di strumenti innovativi per la
promozione dei beni culturali è
incrementato
La fruibilità dei beni culturali èincrementata
L’offerta di eventi e manifestazioni culturali
è potenziata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato
La fruibilità degli itinerari eno-
gastronomici èincrementata
La diversificazione dell’offerta turistica è
realizzata
L’offerta di strutture sportive è incrementata
Lo sviluppo del turismo sportivo è
realizzato
Il numero di strutture
congressuali èincrementato
lo sviluppo del turismo business
è realizzato
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente è realizzata
L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle
aree interne
La rete territoriale degli uffici per il
turismo èsviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èincrementata
La differenziazione del target di turista
è realizzata
I flussi turistici sono destagionalizzati
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
incrementate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è incrementata
La ricettività nelle aree interne èincrementata
Il sistema dei trasporti èsviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo èincrementata
La specializzazione nelle professioni
turistiche è realizzata
La fruibilità dei percorsi turistici è
incrementata
L’offerta “a pacchetto” èincrementata
Gli studi sulla domanda turistica
sono realizzati
La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata
Il coordinamento del sistema della promozione
è realizzato
La presenza sui cataloghi
internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali
è incrementata
Gli arrivi internazionali
sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il numero di arrivi turistici è incrementato
Il sistema di offerta è coerente
con le risorse
Gli Enti di promozione sono integrati con il
territorio
Le imprese turistiche sono
“certificate”
I marchi territoriali sono
utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo percepito
è incrementato
Il tasso di ritorno dei turisti è
incrementato
La promozione del patrimonio culturale èrealizzata
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è
realizzata
L’integrazione tra Enti “operatori”della cultura è
realizzata
Gli interventi di recupero del patrimonio
culturale sono realizzati
La conoscenza delle risorse culturali èrealizzata
L’offerta di servizi per la cultura è
potenziata
L’attrattività dei centri per la fruizione della
cultura è incrementata
L’utilizzo di strumenti innovativi per la
promozione dei beni culturali è
incrementato
La fruibilità dei beni culturali èincrementata
L’offerta di eventi e manifestazioni culturali
è potenziata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Lo sviluppo del turismo culturale è realizzato
La fruibilità degli itinerari eno-
gastronomici èincrementata
La diversificazione dell’offerta turistica è
realizzata
L’offerta di strutture sportive è incrementata
Lo sviluppo del turismo sportivo è
realizzato
Il numero di strutture
congressuali èincrementato
lo sviluppo del turismo business
è realizzato
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente è realizzata
L’offerta balneare è integrata con il patrimonio delle
aree interne
La rete territoriale degli uffici per il
turismo èsviluppata
La presenza di strutture ricettive extralberghiereè incrementata
La qualitàdell’offerta ricettiva
alberghiera èincrementata
La differenziazione del target di turista
è realizzata
I flussi turistici sono destagionalizzati
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono
incrementate
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale
è incrementata
La ricettività nelle aree interne èincrementata
Il sistema dei trasporti èsviluppato
L’offerta di servizi periferici per il
turismo èincrementata
La specializzazione nelle professioni
turistiche è realizzata
La fruibilità dei percorsi turistici è
incrementata
L’offerta “a pacchetto” èincrementata
Gli studi sulla domanda turistica
sono realizzati
La conoscenza delle risorse territoriali èrealizzata
Il coordinamento del sistema della promozione
è realizzato
La presenza sui cataloghi
internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali
è incrementata
Gli arrivi internazionali
sono incrementatiGli arrivi nazionali sono incrementati
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il numero di arrivi turistici è incrementato
Il sistema di offerta è coerente
con le risorse
Gli Enti di promozione sono integrati con il
territorio
Le imprese turistiche sono
“certificate”
I marchi territoriali sono
utilizzati
Il rapporto qualità/prezzo percepito
è incrementato
Il tasso di ritorno dei turisti è
incrementato
La promozione del patrimonio culturale èrealizzata
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’integrazione delle produzioni artigianali con l’offerta turistica è
realizzata
QUALIFICAZIONE DELL’OFFERTA
La linea d’intervento “potenziamento dell’offerta” (figura 5.10) si pone come obiettivo
specifico la destagionalizzazione dei flussi turistici, attraverso la realizzazione di attività di
potenziamento di sistemi di offerta finalizzati alla valorizzazione di risorse turistiche
alternative al balneare. In particolare, si intende distribuire maggiormente gli arrivi
turistici nell’arco dei 12 mesi e verificare tale trend degli arrivi attraverso l’analisi dei dati
di accesso alle strutture ricettive provinciali.
I risultati attesi dalle attività, e gli indicatori di valutazione nei tre anni dall’entrata in
vigore del Piano, sono:
• La diversificazione dell’offerta turistica, attraverso l’incremento
degli arrivi nelle località interne del 20%;
• La differenziazione delle risorse sfruttate turisticamente, attraverso
l’incremento dei visitatori delle attrattive turistiche diverse dal
balneare del 20%;
• La differenziazione del target di turista, mediante la crescita degli
arrivi di giovani e di scolaresche del 10%;
• Lo sviluppo del turismo business, attraverso l’incremento degli
eventi congressuali del 20%;
• Lo sviluppo del turismo sportivo, misurato attraverso la crescita dei
flussi di turismo specifico del 10%;
• Lo sviluppo del turismo culturale, misurato attraverso la crescita dei
flussi di turismo specifico del 15%;
• La valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso l’incremento
di patrimonio culturale fruibile del 20%;
• L’incremento di attrattività dei centri per la fruizione della cultura,
misurato dal numero di visitatori (+40%);
• La valorizzazione delle tipicità locali, attraverso l’incremento di
acquisti dei prodotti tipici del 40%.
Le fonti dalle quali trarre il dimensionamento degli indicatori nel tempo riguarderanno
sistemi di monitoraggio approntati “ad hoc” quali ricerche sulla domanda, biglietti di
ingresso alle strutture museali e sportive, dati di vendita delle imprese di prodotti tipici,
registri presenza delle strutture ricettive.
Il raggiungimento dei risultati sarà perseguito attraverso la realizzazione di attività quali,
ad esempio, il potenziamento dell’offerta di strutture congressuali e sportive, l’utilizzo di
strumenti innovativi per la fruizione del patrimonio culturale, l’incremento della rete di
uffici territoriali per il turismo, la realizzazione di studi e ricerche sul mercato del turismo
culturale, il recupero e la rifunzionalizzazione di elementi di pregio del patrimonio
culturale.
Il corretto sviluppo delle attività previste, dipende, ovviamente, da fattori esterni che
condizionano, o potrebbero condizionare, l’effettiva possibilità di conseguire i risultati
previsti. Tali fattori esterni riguardano:
• Lo sviluppo dei turismi di nicchia nei prossimi anni, ossia
l’evoluzione nei modelli di consumo turistici verso la fruizione di
tipologie turistiche alternative rispetto alle tradizionali offerte di
turismo “di massa”;
• La concorrenza di altri contesti locali con vocazioni turistiche e
sistemi di offerta similari, che potrebbero incidere sui risultati
complessivi in termini di prezzi praticati, innovazione tecnologica,
competitività distributiva, capacità di incoming;
• La disponibilità di risorse finanziarie per la realizzazione delle
attività di recupero dei beni culturali, che potrebbero non essere
sufficienti a rendere fruibile una quantità di patrimonio artistico,
storico, architettonico, tale da giustificare la costruzione di un
sistema di offerta basato proprio sul tali elementi di pregio;
• Lo sviluppo dell’eno-gastronomia di qualità nel territorio
provinciale, intesa quale mission degli imprenditori del settore
verso l’innovazione di prodotto e di processo orientata all’alta
qualità;
• La qualità delle acque balneari, che devono essere salvaguardate da
scarichi abusivi sia da terra sia direttamente in mare;
• La qualificazione e lo sviluppo del settore artigiano nei prossimi
anni.
Figura 5.10 Il progetto “Potenziamento dell’offerta”
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata
I flussi turistici sono destagionalizzati
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Gli arrivi turistici sono distribuiti lungo tutti i 12 mesi dell’anno
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
ATTIVITA’
Dati sugli arrivi mensili delle strutture ricettive
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate
La diversificazione dell’offerta turistica èrealizzata
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente èrealizzata
La differenziazione del target di
turista è realizzata
Lo sviluppo del turismo business
è realizzato
Lo sviluppo del turismo sportivo
è realizzato
Lo sviluppo del turismo culturale
è realizzato
Gli arrivi nelle località interne
sono incrementati del 20% in
tre anni
I visitatori delle attrattive diverse dal balneare sono incrementati del 20% in tre anni
Gli arrivi dei giovani e delle
scolaresche sono incrementati del 10% in tre anni
Gli eventi congressuali sono
aumentati del 20% in tre anni
I flussi turistici sportivi sono
incrementati del 10% in tre anni
I flussi turistici culturali sono aumentati del
15% in tre anni
Dati delle strutture ricettive
Numero di ingressi registrati
Dati delle strutture ricettive
Dati delle strutture congressuali
Ricerche sulla domanda
Ricerche sulla domanda
Realizzare attivitàdi promozione del
patrimonio culturale
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’attrattività dei centri per la fruizione
della cultura èincrementata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Incrementare l’offerta di servizi
per la cultura
Integrare gli operatori della cultura e del
balneare
Realizzare studi sulle risorse
culturali
Realizzare interventi di recupero del patrimonio culturale
Utilizzare strumenti
innovativi per la promozione/valoriz
zazione
Incrementare l’offerta di eventi e manifestazioni
culturali
Il patrimonio culturale fruibile èincrementato del 20% in tre anni
Il numero di visitatori è incrementato del
40% in tre anni
Gli acquisti di prodotti tipici sono incrementati del 40% in tre anni
Rapporti di ricerca Numero di ingressi registrati
Dati aziende di settore
Integrare le produzioni
artigianali con l’offerta turistica
Incrementare la fruibilità degli itinerari eno-gastronomici
Incrementare l’offerta di strutture
sportive
Incrementare l’offerta di strutture
congressuali
Incrementare la rete territoriali
degli uffici informativi turistici
Incrementare la presenza di strutture
extralberghiere
Incrementare la qualità dell’offerta
alberghiera
Disponibilità di risorse per il
recupero dei beni culturali
Sviluppo dei turismi di nicchia nei prossimi anni
Concorrenza di altri contesti locali
Qualificazione del settore artigiano nei prossimi anni
Sviluppo dell’eno-gastronomia di
qualità
Qualità delle acque balneari
Cambiamento dei modelli di consumo turistici
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata
I flussi turistici sono destagionalizzati
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Gli arrivi turistici sono distribuiti lungo tutti i 12 mesi dell’anno
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
ATTIVITA’
Dati sugli arrivi mensili delle strutture ricettive
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate
La diversificazione dell’offerta turistica èrealizzata
La differenziazione delle risorse sfruttate
turisticamente èrealizzata
La differenziazione del target di
turista è realizzata
Lo sviluppo del turismo business
è realizzato
Lo sviluppo del turismo sportivo
è realizzato
Lo sviluppo del turismo culturale
è realizzato
Gli arrivi nelle località interne
sono incrementati del 20% in
tre anni
I visitatori delle attrattive diverse dal balneare sono incrementati del 20% in tre anni
Gli arrivi dei giovani e delle
scolaresche sono incrementati del 10% in tre anni
Gli eventi congressuali sono
aumentati del 20% in tre anni
I flussi turistici sportivi sono
incrementati del 10% in tre anni
I flussi turistici culturali sono aumentati del
15% in tre anni
Dati delle strutture ricettive
Numero di ingressi registrati
Dati delle strutture ricettive
Dati delle strutture congressuali
Ricerche sulla domanda
Ricerche sulla domanda
Realizzare attivitàdi promozione del
patrimonio culturale
La valorizzazione del patrimonio
culturale èrealizzata
L’attrattività dei centri per la fruizione
della cultura èincrementata
La valorizzazione delle tipicità locali
è realizzata
Incrementare l’offerta di servizi
per la cultura
Integrare gli operatori della cultura e del
balneare
Realizzare studi sulle risorse
culturali
Realizzare interventi di recupero del patrimonio culturale
Utilizzare strumenti
innovativi per la promozione/valoriz
zazione
Incrementare l’offerta di eventi e manifestazioni
culturali
Il patrimonio culturale fruibile èincrementato del 20% in tre anni
Il numero di visitatori è incrementato del
40% in tre anni
Gli acquisti di prodotti tipici sono incrementati del 40% in tre anni
Rapporti di ricerca Numero di ingressi registrati
Dati aziende di settore
Integrare le produzioni
artigianali con l’offerta turistica
Incrementare la fruibilità degli itinerari eno-gastronomici
Incrementare l’offerta di strutture
sportive
Incrementare l’offerta di strutture
congressuali
Incrementare la rete territoriali
degli uffici informativi turistici
Incrementare la presenza di strutture
extralberghiere
Incrementare la qualità dell’offerta
alberghiera
Disponibilità di risorse per il
recupero dei beni culturali
Sviluppo dei turismi di nicchia nei prossimi anni
Concorrenza di altri contesti locali
Qualificazione del settore artigiano nei prossimi anni
Sviluppo dell’eno-gastronomia di
qualità
Qualità delle acque balneari
Cambiamento dei modelli di consumo turistici
L’obiettivo specifico della linea di intervento “qualificazione dell’offerta” riguarda
l’incremento del numero di arrivi turistici, che si prevede possano aumentare del 20%
complessivamente nei tre anni dall’entrata in vigore del Piano. Il raggiungimento di tale
obiettivo presuppone il perseguimento di una serie di risultati operativi intermedi, che
sono di seguito descritti insieme ai relativi indicatori di valutazione triennali:
• Incremento degli arrivi internazionali del 30%;
• Incremento degli arrivi nazionali del 15%;
• Incremento del tasso di ritorno dei turisti, misurato in termini del
30% di arrivi turistici rappresentati da turisti che ritornano;
• Incremento del 40% della presenza dell’offerta provinciale sui
cataloghi dei tour operator internazionali;
• Incremento del 30% della presenza dell’offerta provinciale sui
cataloghi dei tour operator nazionali;
• Ampliamento del livello di conoscenza del territorio presso i tour
operator nazionali (20% dei tour operator conosce la provincia di
Crotone);
• Incremento del rapporto qualità/prezzo percepito, attraverso
specifiche indagini sui turisti dell’area.
Tali risultati operativi saranno perseguiti attraverso un insieme di attività quali, ad
esempio, la realizzazione di offerte “a pacchetto”, la mappatura delle risorse turistiche
locali, l’incremento di offerta ricettiva delle aree interne, la formazione di figure
professionali specializzate, la realizzazione di “marchi” territoriali.
I fattori di influenza esterni considerati critici per la riuscita delle attività sono:
• La disponibilità della spesa turistica globale nei prossimi anni,
intesa quale quota del reddito che la popolazione mondale destinerà
ai consumi turistici, variabile critica in un contesto di difficoltà
economiche, soprattutto dei Paesi di area Euro;
• La situazione economica nei Paesi obiettivo, che potrebbe ridurre le
disponibilità finanziarie dei potenziali target di clienti;
• Lo sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione, la cui implementazione
potrebbe rendere poco competitivo il ricorso ai classici canali
intermediati dai tour operator;
• Il rapporto di cambio dell’euro con le altre monete, che potrebbe
rendere troppo costosa l’offerta provinciale per i turisti non UE;
• La competitività del “prodotto” turistico Calabria, in quanto
elemento di scelta primario nella selezione della destinazione
turistica. In tale ambito appare cruciale l’integrazione con le attività
promozionali istituzionali poste in essere dall’organismo regionale;
• Il potenziamento del sistema delle infrastrutture, necessario per
permettere una reale integrazione del territorio valorizzando
pienamente i “pacchetti” turistici che la programmazione
provinciale saprà realizzare.
La figura seguente evidenzia in dettaglio il sistema degli interventi del progetto
“qualificazione dell’offerta”, definendo con chiarezza il quadro delle fonti da cui trarre
indicazioni circa il livello di raggiungimento dei risultati programmati.
Figura 5.11 Il progetto “Qualificazione dell’offerta”
Gli arrivi nazionali sono incrementati
Gli arrivi internazionali sono incrementati
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata
Il numero degli arrivi turistici è incrementato
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Gli arrivi turistici sono cresciuti del 20% in tre anni
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
ATTIVITA’
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate
Il tasso di ritorno dei turisti è incrementato
La presenza sui cataloghi internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali è incrementata
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il rapporto qualità/prezzo percepito è incrementato
Gli arrivi internazionali sono cresciuti del 30% in
tre anni
Gli arrivi nazionali sono cresciuti del 15% in tre
anni
Il 30% dei turisti ritorna nei tre anni
La presenza èincrementata del 40% in
tre anni
La presenza èincrementata del 30% in
tre anni
Il 20% dei tour operator nazionali conosce la provincia di Crotone
I turisti reputano il rapporto qualità/prezzo di
buon livello
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Indagini presso i tour operator internazionali
Indagini presso i tour operator nazionali
Indagini presso i tour operator
Indagini presso i turisti
Realizzare offerte “a pacchetto”
Realizzare piani integrati di promozione turistica
Costruire sistemi di offerta coerenti con le risorse
Realizzare marchi territoriali
Incrementare l’offerta ricettiva delle aree interne
Sviluppare il sistema dei trasporti
Incrementare l’offerta di servizi periferici per il
turismo
Formare operatori specializzati nelle
professioni turistiche
Realizzare studi sulla domanda turistica
Mappare le risorse turistiche territoriali
Integrare gli enti di promozione con gli
operatori privati
“Certificare” le imprese turistiche
Potenziamento del sistema delle infrastrutture
Competitività del “prodotto turistico”
Calabria
Rapporto di cambio dell’euro
Disponibilità della spesa turistica nei prossimi anni
Situazione economica nei Paesi obiettivo
Sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione
Gli arrivi nazionali sono incrementati
Gli arrivi internazionali sono incrementati
L’incidenza del settore turistico sull’economia locale è incrementata
Il numero degli arrivi turistici è incrementato
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Gli arrivi turistici sono cresciuti del 20% in tre anni
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
ATTIVITA’
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Le opportunità di lavoro stabile nel turismo sono incrementate
Il tasso di ritorno dei turisti è incrementato
La presenza sui cataloghi internazionali èincrementata
La presenza sui cataloghi nazionali è incrementata
La conoscenza del territorio sui mercati
tradizionali è realizzata
Il rapporto qualità/prezzo percepito è incrementato
Gli arrivi internazionali sono cresciuti del 30% in
tre anni
Gli arrivi nazionali sono cresciuti del 15% in tre
anni
Il 30% dei turisti ritorna nei tre anni
La presenza èincrementata del 40% in
tre anni
La presenza èincrementata del 30% in
tre anni
Il 20% dei tour operator nazionali conosce la provincia di Crotone
I turisti reputano il rapporto qualità/prezzo di
buon livello
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Dati ufficiali delle strutture ricettive
Indagini presso i tour operator internazionali
Indagini presso i tour operator nazionali
Indagini presso i tour operator
Indagini presso i turisti
Realizzare offerte “a pacchetto”
Realizzare piani integrati di promozione turistica
Costruire sistemi di offerta coerenti con le risorse
Realizzare marchi territoriali
Incrementare l’offerta ricettiva delle aree interne
Sviluppare il sistema dei trasporti
Incrementare l’offerta di servizi periferici per il
turismo
Formare operatori specializzati nelle
professioni turistiche
Realizzare studi sulla domanda turistica
Mappare le risorse turistiche territoriali
Integrare gli enti di promozione con gli
operatori privati
“Certificare” le imprese turistiche
Potenziamento del sistema delle infrastrutture
Competitività del “prodotto turistico”
Calabria
Rapporto di cambio dell’euro
Disponibilità della spesa turistica nei prossimi anni
Situazione economica nei Paesi obiettivo
Sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione
5.4 Una possibile strategia di intervento nell’industria e nel mercato del lavoro
Gli interventi da programmare nei settori industriali della Provincia dovranno tenere conto
delle attuali criticità presenti e, dunque, perseguire il seguente obiettivo generale
“fortificare il tessuto produttivo locale, in termini di capacità di attrarre
investitori dall’esterno, espansione dimensionale delle imprese, valorizzazione
del know how e innovazione, per garantire opportunità di lavoro più coerenti
con i titoli e le capacità professionali presenti sul territorio”.
Il perseguimento dell’obiettivo generale necessita, poi, di una convergenza verso obiettivi
specifici in grado di garantire o meno il successo della strategia. Tali obiettivi specifici
sono:
• Sviluppare nuove opportunità di business per le imprese locali
(linea d’intervento “Innovazione”);
• Incrementare il livello complessivo di appeal del territorio verso
nuovi potenziali investitori (linea d’intervento “Cooperazione”);
• Armonizzare gli interventi della formazione professionali con le reali
esigenze delle imprese locali (linea d’intervento “Lavoro”).
Nel seguito sono rappresentati graficamente l’albero dei problemi, l’albero degli obiettivi e
il clustering degli interventi relativi ai settori industriali e al mercato del lavoro.
Figura 5.12 L’albero dei problemi delle attività produttive
Il livello di cooperazione territoriale è basso
Le reti tra imprese sono poco presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èlimitata
Le integrazioni di “filiera”sono poco presenti
Il ricorso delle aziende ai CpIè limitato
La dotazione complessiva di infrastrutture è bassa
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è
difficile
L’offerta produttiva territoriale è poco
competitivaL’incontro tra domanda e offerta di lavoro è limitato
La coerenza tra le esigenze delle imprese e la formazione
è limitata
La vita media delle imprese èbassa
Il livello di appeal del territorio è basso
Le opportunità di business sono poco sviluppate
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è bassa
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono poco
sviluppati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile è basso
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è basso
Il ricorso a figure manageriali è limitato
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è elevato
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è elevata
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-basso
La dimensione media delle imprese è ridotta
La numerosità della forza di lavoro è bassa
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”
territoriale è in calo
L’incidenza delle donne sugli occupati è ridotta
L’età in cui si inizia a lavorare è bassa
L’accesso al credito èdifficoltoso
Le politiche locali sul lavoro sono poco condivise
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
limitata
Il tessuto produttivo è debole
Il livello di cooperazione territoriale è basso
Le reti tra imprese sono poco presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èlimitata
Le integrazioni di “filiera”sono poco presenti
Il ricorso delle aziende ai CpIè limitato
La dotazione complessiva di infrastrutture è bassa
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è
difficile
L’offerta produttiva territoriale è poco
competitivaL’incontro tra domanda e offerta di lavoro è limitato
La coerenza tra le esigenze delle imprese e la formazione
è limitata
La vita media delle imprese èbassa
Il livello di appeal del territorio è basso
Le opportunità di business sono poco sviluppate
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è bassa
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono poco
sviluppati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile è basso
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è basso
Il ricorso a figure manageriali è limitato
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è elevato
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è elevata
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-basso
La dimensione media delle imprese è ridotta
La numerosità della forza di lavoro è bassa
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”
territoriale è in calo
L’incidenza delle donne sugli occupati è ridotta
L’età in cui si inizia a lavorare è bassa
L’accesso al credito èdifficoltoso
Le politiche locali sul lavoro sono poco condivise
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
limitata
Il tessuto produttivo è debole
Figura 5.13 L’albero degli obiettivi delle attività produttive
Il livello di cooperazione territoriale è alto
Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èrealizzata
Le integrazioni di “filiera”sono incrementate
Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato
La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali
è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
L’espansione del business èrealizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Le figure manageriali sono presenti
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto
La dimensione media delle imprese è incrementata
La numerosità della forza di lavoro è elevata
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta
L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata
L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata
L’accesso al credito è piùsemplice
La condivisione delle politiche locali è realizzata
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
realizzata
Il tessuto produttivo è forte
Il livello di cooperazione territoriale è alto
Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èrealizzata
Le integrazioni di “filiera”sono incrementate
Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato
La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali
è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
L’espansione del business èrealizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Le figure manageriali sono presenti
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto
La dimensione media delle imprese è incrementata
La numerosità della forza di lavoro è elevata
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta
L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata
L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata
L’accesso al credito è piùsemplice
La condivisione delle politiche locali è realizzata
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
realizzata
Il tessuto produttivo è forte
Figura 5.14 Il clustering delle attività produttive
Il livello di cooperazione territoriale è alto
Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èrealizzata
Le integrazioni di “filiera”sono incrementate
Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato
La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali
è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
L’espansione del business èrealizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Le figure manageriali sono presenti
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto
La dimensione media delle imprese è incrementata
La numerosità della forza di lavoro è elevata
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta
L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata
L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata
L’accesso al credito è piùsemplice
La condivisione delle politiche locali è realizzata
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
realizzata
Il tessuto produttivo è forte
LAVOROCO
OPERAZ
IONE
INNOVAZIONE
Il livello di cooperazione territoriale è alto
Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èrealizzata
Le integrazioni di “filiera”sono incrementate
Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato
La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali
è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
L’espansione del business èrealizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Le figure manageriali sono presenti
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto
La dimensione media delle imprese è incrementata
La numerosità della forza di lavoro è elevata
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta
L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata
L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata
L’accesso al credito è piùsemplice
La condivisione delle politiche locali è realizzata
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
realizzata
Il tessuto produttivo è forte
Il livello di cooperazione territoriale è alto
Le reti tra imprese sono presentiLa comunicazione tra
Istituzioni e operatori èrealizzata
Le integrazioni di “filiera”sono incrementate
Il ricorso delle aziende ai CpI èaumentato
La dotazione complessiva di infrastrutture è incrementata
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali
è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
L’espansione del business èrealizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Le figure manageriali sono presenti
Il ricorso a forme di lavoro “atipiche” è ridotto
La presenza di forme di lavoro “sommerso” è ridotta
I titoli di studio posseduti sono di livello medio-alto
La dimensione media delle imprese è incrementata
La numerosità della forza di lavoro è elevata
L’occupazione nei settori primari “di eccellenza”territoriale è cresciuta
L’incidenza delle donne sugli occupati è incrementata
L’età in cui si inizia a lavorare è aumentata
L’accesso al credito è piùsemplice
La condivisione delle politiche locali è realizzata
La coerenza delle politiche del lavoro alle esigenze locali è
realizzata
Il tessuto produttivo è forte
LAVOROCO
OPERAZ
IONE
INNOVAZIONE
Obiettivo specifico della linea di intervento “Lavoro” è rendere coerenti i percorsi di
formazione e qualificazione professionali con le reali esigenze delle aziende territoriali.
Indicatore diretto del raggiungimento di un tale obiettivo è, infatti, l’incremento del 30%
del numero di allievi di corsi di formazione professionale assunti da aziende operanti nel
territorio della provincia di Crotone nei tre anni dall’entrata in vigore del Piano.
In tale ottica, la linea di intervento propone attività finalizzate, nei tre anni, a:
• Incrementare le occasioni di incontro tra domanda e offerta di
lavoro, misurato attraverso la crescita del 30% dei contatti diretti
tra aziende e soggetti in cerca di occupazione;
• Incrementare il numero di aziende che ricorre ai Centri per
l’Impiego provinciale (+20%).
Il raggiungimento di questi risultati operativi sarà immediatamente verificabile attraverso
i dati a disposizione dei due Centri per l’Impiego provinciali. In termini generali,
comunque, le attività previste, il cui dettaglio analitico è descritto nel capitolo 6,
riguardano la condivisione delle politiche di sviluppo locale tra enti e operatori privati, la
promozione delle attività dei Centri per l’Impiego, l’armonizzazione delle politiche del
lavoro con le esigenze del territorio, la realizzazione di percorsi formativi per gli operatori
del settore pubblico.
Lo sviluppo delle attività previste, tuttavia, dovrà tenere conto di alcuni fattori esterni che
possono influenzare negativamente i risultati operativi programmati. A tale proposito,
infatti, il processo di armonizzazione tra le politiche e le esigenze del territorio richiede un
rafforzamento del partenariato locale possibile solo in presenza di stabilità politica di
governo a livello provinciale. La maggiore capacità di risposta degli Enti alle esigenze
degli operatori privati, inoltre, necessita di nuovi investimenti in tecnologie informatiche
in grado di creare un network informativo di gestione delle politiche attive del lavoro.
Il dettaglio di obiettivi, risultati e attività previste è riportato nella figura seguente.
Figura 5.15 Il progetto “Lavoro”
La linea di intervento “Cooperazione” è finalizzata, attraverso un processo di
rafforzamento delle “reti” territoriali, all’incremento del livello di appeal del territorio,
soprattutto in termini di nuovi investimenti produttivi attirati dall’esterno. In tale ottica,
indicatore chiave per la valutazione della riuscita degli interventi programmati sarà il
numero di aziende esogene che si saranno localizzate nel territorio. Il valore atteso è pari
ad un incremento del 10% nei tre anni dall’avvio del piano.
L’obiettivo specifico sarà perseguito attraverso una serie di risultati operativi, misurabili
anch’essi nei tre anni, di seguito descritti:
• la maggiore competitività dell’offerta territoriale, valutata quale
capacità di esportare i prodotti locali. In tale ambito si stima un
incremento del 10%;
• la semplificazione dei processi di commercializzazione dei
prodotti/servizi locali, attraverso la creazione di forme di offerta
integrata in grado di garantire quantità e qualità in linea con gli
Attivare processi di comunicazione pubblico-
privato costanti
Il ricorso delle aziende ai CpIè aumentato
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Condividere le politiche di sviluppo locali con gli operatori privati
Armonizzare le politiche del lavoro con le esigenze del
territorio
Il tessuto produttivo è forte
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
RISULTATI
INDICATORI I contatti diretti tra aziende e soggetti in cerca di lavoro sono aumentati del 30%
in tre anni
Il numero delle aziende che si rivolgono ai CpI è
incrementato del 20% in tre anni
Dati CpIDati CpI e aziendeFONTE
ATTIVITA’
Potenziare le occasioni di incontro tra domanda
e offerta di lavoro
Promuovere le attività dei Centri per l’Impiego
Il numero di allievi dei corsi assunti è incrementato del 30% in tre anni
Dati CpI e aziende
Realizzare percorsi formativi degli operatori pubblici
Stabilità politica di amministrazione del territorio
Investimenti in nuove tecnologie informatiche degli
Enti pubblici
Attivare processi di comunicazione pubblico-
privato costanti
Il ricorso delle aziende ai CpIè aumentato
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è realizzato
Le esigenze delle imprese e la formazione sono coerenti
La vita media delle imprese èaumentata
Condividere le politiche di sviluppo locali con gli operatori privati
Armonizzare le politiche del lavoro con le esigenze del
territorio
Il tessuto produttivo è forte
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
RISULTATI
INDICATORI I contatti diretti tra aziende e soggetti in cerca di lavoro sono aumentati del 30%
in tre anni
Il numero delle aziende che si rivolgono ai CpI è
incrementato del 20% in tre anni
Dati CpIDati CpI e aziendeFONTE
ATTIVITA’
Potenziare le occasioni di incontro tra domanda
e offerta di lavoro
Promuovere le attività dei Centri per l’Impiego
Il numero di allievi dei corsi assunti è incrementato del 30% in tre anni
Dati CpI e aziende
Realizzare percorsi formativi degli operatori pubblici
Stabilità politica di amministrazione del territorio
Investimenti in nuove tecnologie informatiche degli
Enti pubblici
standard dei maggiori brand distributivi. Si stima una crescita dei
consorzi tra privati del 20%.
Le attività da realizzare nell’ambito della linea di intervento saranno indirizzate, tra le
altre, a incentivare le integrazioni di “filiera”, a creare marchi comuni, a promuovere la
localizzazione di attività produttive “a monte” o “a valle” dei settori strategici per lo
sviluppo locale.
I fattori esterni che hanno influenza sulla buona riuscita delle attività e, dunque, sul
raggiungimento dei risultati previsti possono essere così sintetizzati:
• sviluppo economico dei Paesi obiettivo, che determina il volume
complessivo di consumi;
• rapporto di cambio dell’euro, che influenza la competitività
dell’offerta nei Paesi extra UE;
• dotazione complessiva di infrastrutture a livello locale, intesa anche
quale dotazione di servizi nelle aree urbane e produttive, che può
ostacolare la “trasferibilità” di merci e servizi in tempi rapidi;
• capitale sociale territoriale, inteso quale sintesi del finalismo
convergente, della fiducia reciproca, del rispetto degli accordi e
della competenza presenti nel contesto economico locale. analisi
macroeconomiche hanno, infatti, dimostrato che le aree in ritardo di
sviluppo presentano una dotazione di capitale sociale molto bassa;
• barriere all’entrata presenti nei nuovi mercati obiettivo, sia a livello
di contesto economico, sia a livello di singolo comparto produttivo.
Forti barriere all’entrata possono, infatti, rendere poco conveniente
l’investimento per la penetrazione di uno o più mercato
potenzialmente appetibili.
La figura seguente evidenzia in dettaglio tutti gli elementi di analisi considerati nella
definizione del progetto “Cooperazione”.
Figura 5.16 Il quadro logico “Cooperazione”
La linea di intervento “Innovazione” si pone come obiettivo specifico l’espansione delle
opportunità di business per le aziende operanti nel territorio, attraverso lo sviluppo
dell’innovazione, intesa quale capacità di competere offrendo nuove combinazioni di
prodotto/tecnologia/mercato (Aree Strategiche d’Affari). Si stima di incrementare del
20%, nei tre anni dall’avvio del Piano, le ASA nelle quali sono presenti le imprese locali,
dati misurabile attraverso specifiche indagini presso le aziende.
In tale ambito i risultati operativi attesi dalla realizzazione delle attività previste, nei tre
anni, riguardano:
• l’incremento del 15% del numero di imprese specializzate
nell’erogazione di servizi reali avanzati alle imprese;
• l’avviamento di 3 progetti di ricerca scientifica e tecnologica a
impatto diretto sul territorio provinciale;
• l’incremento del 10% del numero di laureati che trova un lavoro
stabile nell’ambito locale;
• l’incremento del 15% del numero di neolaureati che rimane nel
territorio in cerca di una occupazione
il raggiungimento di tali risultati sarà verificato attraverso il monitoraggio costante dei
dati in possesso dei Centri per l’Impiego, della Camera di Commercio, di Movimprese,
Creare marchi comuni
Promuovere accordi cooperativi tra imprese
Incentivare le integrazioni di “filiera”
Incremento della dotazione complessiva di infrastrutture
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
Il tessuto produttivo è forte
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Il numero di aziende esogene è incrementato del 10% in tre anni
RISULTATI
FONTE Dati ISTAT sull’export
Incremento delle esportazioni del 10% in tre anni
INDICATORI
ATTIVITA’
Determinare standard di accesso alla cooperazione
Il numero di consorzi locali è incrementato del 20% in tre anni
Dati Camere di Commercio
Promuovere la localizzazione di attività produttive “a monte” o “a valle” dei settori strategici
Dati movimprese
Incremento del capitale sociale territoriale
Potenziamento delle barriere all’entrata in nuovi mercati
Sviluppo economico dei Paesi obiettivo
Potenziamento dei servizi nelle aree urbane e industriali
Rapporto di cambio dell’euro
Creare marchi comuni
Promuovere accordi cooperativi tra imprese
Incentivare le integrazioni di “filiera”
Incremento della dotazione complessiva di infrastrutture
La commercializzazione dei prodotti/servizi territoriali è più semplice
L’offerta produttiva territoriale è competitiva
La vita media delle imprese èaumentata
Il livello di appeal del territorio è aumentato
Il tessuto produttivo è forte
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
INDICATORI
FONTE
Il numero di aziende esogene è incrementato del 10% in tre anni
RISULTATI
FONTE Dati ISTAT sull’export
Incremento delle esportazioni del 10% in tre anni
INDICATORI
ATTIVITA’
Determinare standard di accesso alla cooperazione
Il numero di consorzi locali è incrementato del 20% in tre anni
Dati Camere di Commercio
Promuovere la localizzazione di attività produttive “a monte” o “a valle” dei settori strategici
Dati movimprese
Incremento del capitale sociale territoriale
Potenziamento delle barriere all’entrata in nuovi mercati
Sviluppo economico dei Paesi obiettivo
Potenziamento dei servizi nelle aree urbane e industriali
Rapporto di cambio dell’euro
degli Istituti di Ricerca e degli Enti Locali, per quanto riguarda il numero di laureati e
neolaureati residenti.
In estrema sintesi, alcune tra le attività da realizzare riguardano la semplificazione
dell’accesso al credito, l’incentivo all’assunzione di figure manageriali nel settore privato,
la promozione dell’occupazione femminile, la creazione di Centri di ricerca per
l’innovazione, l’attivazione di percorsi di Alta formazione per imprenditori, la realizzazione
di attività di assistenza tecnica alle imprese.
Il quadro dei fattori critici di influenza esterna sulle attività e sui risultati di progetto è
riconducibile a:
• la pressione competitiva esercitata da imprese localizzate in altri
territori regionali, nazionali e internazionali;
• le barriere all’accesso di nuove tecnologie. Si potrebbe trattare, ad
esempio, di costi molto elevati, di complessità logistica di
localizzazione, di complessità di know how necessario, ecc.;
• le risorse finanziarie da destinare a incentivi agli investimenti
produttivi in nuove tecnologie;
• le possibilità di incremento dell’offerta di strutture scolastiche e
universitarie;
• il sistema dei servizi locali alle famiglie, che devono consentire
anche alle donne madri un facile accesso al mercato del lavoro;
• il potenziamento dei controlli da parte della guardia di finanza sulla
regolarità delle assunzioni e sulle risorse umane impiegate nel
settore privato;
• l’impatto dei fenomeni malavitosi sui processi di sviluppo e
investimento delle aziende;
• le politiche per il lavoro a livello di Governo centrale.
La figura 5.17 evidenzia l’insieme di interventi del progetto “Innovazione”.
Figura 5.17 Il quadro logico “Innovazione”
La vita media delle imprese èaumentata
L’espansione del business è realizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Incentivare l’assunzione di figure manageriali
Ridurre il ricorso a forme di lavoro “atipiche”
Ridurre la presenza di forme di lavoro “sommerso”
Incentivare la prosecuzione degli studi
Incentivi agli investimenti produttivi delle imprese
Realizzare attività di assistenza tecnica alle imprese
Incentivare l’occupazione nei settori primari “di eccellenza”
Promuovere l’occupazione femminile
Ridurre l’impatto dei lavoratori giovanissimi
Semplificare l’accesso al credito
Il tessuto produttivo è forteOBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
Incremento delle Aree Strategiche d’Affari del 20% in tre anni
Dati di vendita aziendali FONTE
INDICATORI
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
Incremento del numero di imprese specializzate del 15%
in tre anni
Numero di progetti di ricerca scientifica e tecnologica pari a
3 in tre anni
I laureati assunti a tempo indeterminato sono aumentati
del 10% in tre anni
I neolaureati che vivono sul territorio sono aumentati del
15% in tre anni
Dati Camera di Commercio e Movimprese
Dati Enti di ricerca Dati CpI Dati Enti comunali
ATTIVITA’
Attivare percorsi di Alta Formazione per imprenditori
Riduzione dell’impatto dei fenomeni malavitosi
Creare Centri di ricerca per l’innovazione
Ampliamento dell’offerta di strutture scolastiche e
universitarie
Potenziamento dei controlli della Guardia di Finanza
Ampliamento dell’offerta di servizi alle famiglie
Concorrenza di imprese di altri territori
Politiche per il lavoro a livello di Governo nazionale
Barriere all’accesso di nuove tecnologie
La vita media delle imprese èaumentata
L’espansione del business è realizzata
L’offerta di servizi reali avanzati alle imprese
è incrementata
I progetti di ricerca scientifica e tecnologica sono avviati
Il numero di laureati che trova lavoro stabile
è incrementato
Il numero di neolaureati che rimane sul territorio è
incrementato
Incentivare l’assunzione di figure manageriali
Ridurre il ricorso a forme di lavoro “atipiche”
Ridurre la presenza di forme di lavoro “sommerso”
Incentivare la prosecuzione degli studi
Incentivi agli investimenti produttivi delle imprese
Realizzare attività di assistenza tecnica alle imprese
Incentivare l’occupazione nei settori primari “di eccellenza”
Promuovere l’occupazione femminile
Ridurre l’impatto dei lavoratori giovanissimi
Semplificare l’accesso al credito
Il tessuto produttivo è forteOBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO SPECIFICO
Incremento delle Aree Strategiche d’Affari del 20% in tre anni
Dati di vendita aziendali FONTE
INDICATORI
RISULTATI
INDICATORI
FONTE
Incremento del numero di imprese specializzate del 15%
in tre anni
Numero di progetti di ricerca scientifica e tecnologica pari a
3 in tre anni
I laureati assunti a tempo indeterminato sono aumentati
del 10% in tre anni
I neolaureati che vivono sul territorio sono aumentati del
15% in tre anni
Dati Camera di Commercio e Movimprese
Dati Enti di ricerca Dati CpI Dati Enti comunali
ATTIVITA’
Attivare percorsi di Alta Formazione per imprenditori
Riduzione dell’impatto dei fenomeni malavitosi
Creare Centri di ricerca per l’innovazione
Ampliamento dell’offerta di strutture scolastiche e
universitarie
Potenziamento dei controlli della Guardia di Finanza
Ampliamento dell’offerta di servizi alle famiglie
Concorrenza di imprese di altri territori
Politiche per il lavoro a livello di Governo nazionale
Barriere all’accesso di nuove tecnologie
Capitolo 6 La strategia generale
6.1 La situazione di partenza
Il territorio della provincia di Crotone è caratterizzato da alcuni elementi distintivi, in
senso positivo e negativo, tali da determinare, all’interno del più vasto contesto
competitivo tra territori, minacce e opportunità che dall’esterno potrebbero incidere sui
processi di sviluppo futuri.
Una rappresentazione in tal senso è stata operata ricorrendo alla swot analysis, che è
riportata nella matrice che segue.
Tabella 6.1 La swot analysis del territorio crotonese
PUNTI DI FORZA OPPORTUNITA’ • Il patrimonio culturale del territorio riveste grande
importanza storica e artistica; • Sono presenti nel territorio 3 vini DOC, 2 vini IGT e
2 produzioni DOP (Caciocavallo Silano e olio Alto Crotonese);
• La Riserva Marina di Isola Capo Rizzuto attrae un numero sempre crescente di visitatori;
• Esistono bacini di specializzazione, soprattutto nel settore agricolo e dell’agroindustria, che realizzano prodotti di elevata qualità;
• La gastronomia locale offre una grande varietà di piatti e produzioni tipiche;
• Il territorio è caratterizzato da un’elevata densità imprenditoriale (unità locali/popolazione residente);
• Le imprese artigiane rappresentano oltre il 20% della realtà imprenditoriale locale;
• L’offerta ricettiva territoriale nelle aree balneari è adatta a target di clientela numerosi e diversificati;
• Il parco nazionale della Sila è un’area a forte appeal presso un vasto numero di persone;
• Il patrimonio ambientale e floro-faunistico presenta risorse tipiche del territorio;
• Esiste un numero considerevole di scuole di formazione accreditate;
• La popolazione è giovane.
• È in costante aumento la domanda turistica basata sulla fruizione delle risorse eno-gastronomiche;
• Certificazione della qualità dell’offerta; • Incremento dell’offerta di “servizi aggiuntivi” nelle
strutture museali; • La ricchezza di risorse storico-ambientali offre
ampie possibilità di diversificazione e destagionalizzazione dei flussi turistici;
• Ampliamento dell’offerta di servizi alle famiglie (banca del tempo, asili condominiali, ecc.);
• Ampliamento dell’offerta delle strutture scolastiche e formative;
• Le nuove forma di lavoro flessibile (Legge Biagi) possono garantire un più facile accesso al lavoro per particolari categorie di persone;
• Il bacino di potenziali lavoratori presenti nel territorio è elevato;
• Sviluppo del comparto del terziario avanzato, in assistenza tecnica alle imprese;
• Sviluppo di progettualità per il reperimento di fonti di finanziamento esterne al territorio (Fondi nazionali e comunitari);
• Creazione di consorzi di settore; • Sviluppo di attività di ricerca scientifica svolta
direttamente nel territorio; • Integrazione degli Enti locali di promozione del
territorio con gli operatori privati; • Maggiore aderenza dell’offerta formativa alle reali
esigenze delle imprese locali; • Integrazione e valorizzazione delle produzioni
artigianali.
PUNTI DI DEBOLEZZA MINACCE • I servizi sono ancora poco accessibili a tutti per la
presenza di barriere architettoniche materiali e immateriali;
• L’attuale dotazione infrastrutturale locale non supporta adeguatamente lo sviluppo economico e sociale;
• Gli investimenti in nuove tecnologie informatiche da parte degli Enti pubblici risultano non in linea con gli standard di servizio richiesti;
• L’attuale dotazione di capitale sociale territoriale è bassa;
• il territorio è poco “aperto” ai mercati esteri, come testimonia il basso tasso di esportazione;
• I beni del patrimonio culturale risultano spesso in stato di abbandono;
• Il reperimento di lavoratori è difficile a causa dell’esiguità della forza lavoro presente;
• Il processo di selezione dei lavoratori avviene spesso per conoscenza personale o segnalazione e non attraverso un percorso di orientamento tra competenze professionali e fabbisogni delle imprese;
• Il tasso di occupazione femminile è molto basso; • I titoli di studio posseduti sono, generalmente, di
livello medio-basso; • Esistono difficoltà di collocamento nel mercato del
lavoro per figure professionali di alto profilo; • La manodopera specializzata nel settore agricolo è
in calo; • La propensione alla cooperazione degli
imprenditori locali e bassa; • Le imprese locali dello stesso settore operano solo
in pochi casi in ottica di “filiera”; • Il costo del denaro è elevato; • Il sistema dei servizi periferici per il turismo e la
cultura è poco sviluppato; • Il livello di specializzazione professionale nel
turismo e nel terzo settore è basso; • La presenza di strutture ricettive nelle aree interne
è limitata; • L’offerta ricettiva extralberghiera è limitata; • Il tasso di mortalità delle imprese è elevato.
• Il mancato adeguamento della normativa nazionale sull’organizzazione del Terzo Settore;
• Lo sviluppo di nuovi modelli di consumo turistici che privilegiano la fruizione di risorse non presenti nel territorio;
• Lo sviluppo di modelli innovativi di offerta turistica da parte di aree turisticamente similari;
• La bassa competitività dell’offerta in relazione al rapporto di cambio dell’euro rispetto alle altre monete;
• La situazione economica complessiva nei Paesi che generano, o potrebbero generare, i maggiori flussi turistici in ingresso;
• La percezione del “prodotto” turistico Calabria non in linea con il posizionamento prescelto a livello locale;
• Le politiche per il lavoro a livello di Governo Centrale non coerenti alle esigenze del territorio;
• La disponibilità di risorse finanziarie non sufficienti a supportare lo sviluppo socio-economico;
• La qualità delle acque balneari minacciata da agenti esterni al territorio (scarichi di navi in mare, scarichi di altri litorali portati dalla corrente, ecc.);
• Lo sviluppo produttivo e competitivo di Paesi con vocazioni agricole similari al territorio crotonese;
• La limitata aderenza dell’offerta formativa al contesto;
• L’esclusione dal mercato interno/estero.
In estrema sintesi, dunque, il territorio crotonese ha i suoi principali punti di forza nelle
risorse naturalistiche, storiche, culturali, enogastronomiche in esso insite, e nell’enorme
potenzialità derivante dalla forte presenza di giovani. Di contro i punti di debolezza
principali sono rinvenibili nelle aree dei servizi e delle infrastrutture, le cui carenze
ostacolano lo sviluppo in tutti i settori economici, oltre che nella presenza di figure
professionali specializzate.
Nel medio-lungo termine le opportunità di sviluppo si presenteranno soprattutto nel
settore turistico, per effetto del crescente interesse verso forme di turismo che sfruttino
risorse diverse dal balneare, di cui il territorio è ricco, oltre che nella creazione di forme di
lavoro flessibili e più adatte alle ridotte dimensioni delle imprese locali e nell’integrazione
tra operatori, nella logica dei distretti e dei consorzi di settore.
Le principali minacce sono inerenti alla concorrenza di altri contesti locali con
caratteristiche simili, alla riduzione di competitività dell’offerta locale per effetto
dell’apprezzamento dell’euro rispetto alle altre monete, alla situazione economica nei
principali mercati di sbocco delle produzioni locali e/o di generazioni di arrivi turistici e,
infine, a un’offerta formativa non coerente alle reali esigenze delle imprese locali.
6.2 Gli obiettivi
Il “Piano Strategico per lo sviluppo dell’Occupazione” è uno degli strumenti attraverso cui
la Provincia di Crotone intende costruire un modello di programmazione e valutazione
degli interventi/risultati autonomo, incentrato sulla valorizzazione e sul potenziamento del
know how e della capacità di “fare impresa” del territorio locale.
L’obiettivo generale del Piano è quello di “incrementare le opportunità di lavoro
agendo sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione dei
prodotti/processi e sulla crescita dell’autoimprenditorialità”.
La strategia che si intende adottare, in coerenza con la nuova strategia per la crescita e
l’occupazione dell’UE che ha rivisitato gli obiettivi di Lisbona, è, dunque, basata sulla
crescita economica indotta da processi di sviluppo endogeni, stimolati attraverso un
progressivo riorientamento del sistema degli incentivi verso i settori con le maggiori
potenzialità di crescita e una maggiore attrazione di persone nel mercato del lavoro, in
particolare con misure dirette a ridurre la disoccupazione giovanile e a modernizzare i
sistemi di protezione sociale.
Le risorse disponibili saranno, ancora, destinate ad accrescere la capacità di
adeguamento dei lavoratori e delle imprese, migliorando l’istruzione, il sistema della
formazione professionale e favorendo l’integrazione con il sistema locale delle nuove
tecnologie dell’informazione e delle comunicazione.
In sostanza, le risorse finanziarie che il Piano metterà a disposizione saranno utilizzate
per incentivare interventi nel campo:
• dello sviluppo dell’autoimprenditorialità, attraverso ad esempio
l’erogazione di servizi reali avanzati, il supporto alla stipula di
accordi commerciali, la formazione specialistica per la gestione
d’impresa, le attività promozionali/pubblicitarie, ecc.;
• del lavoro flessibile, sperimentando nuove forme di lavoro flessibile,
nuove politiche attive per specifici target di lavoratori, realizzando
percorsi formativi ad hoc, ecc.
• dell’innovazione tecnologia, di prodotto, di processo, ecc.
Di contro, tutto l’insieme di interventi di natura materiale, quali ad esempio i nuovi
investimenti in impianti, attrezzature, macchinari, ecc. o di incentivo alle assunzioni, sotto
forma di interventi del tipo PIP, Borse Lavoro, contributi per assunzioni, ecc. non sono
espressamente previsti, ma potranno trovare applicazione attraverso altre fonti di
finanziamento (POR, Leggi nazionali e regionali) che saranno comunque individuate dalle
azioni di sostegno e di assistenza tecnica che il Piano prevede.
La figura seguente evidenzia in dettaglio la logica di fondo che ispira il sistema di
concessione degli incentivi economici previsti nell’ambito degli interventi che il Piano
intende sviluppare.
Figura 6.1 La logica di fondo del sistema degli incentivi previsti dal Piano
Sistema degli incentivi del Piano
Sviluppo dell’autoimprenditorialità
• Servizi reali
• Accordi commerciali
• Formazione specialistica
• Promozione/pubblicità
• ……………….
Lavoro flessibile
• Nuove forme di lavoro flessibile
• Politiche attive per target di lavoratori
• Formazione professionale
• ……………….
Investimenti materiali
• Impianti
• Macchinari
• Attrezzature
• ……………….
Assunzioni
• Contributi per Assunzioni;
• PIP
• Borse Lavoro
• ……….
Sistema degli incentivi non
previsti dal Piano
Aree di in
tervento del Piano
Aree d
i intervento attivabili
attraverso altri strumenti
Innovazione
• Ricerca e sperimentazione
• Nuovi servizi
• Nuove tecnologie
• ……………….
Sistema degli incentivi del Piano
Sviluppo dell’autoimprenditorialità
• Servizi reali
• Accordi commerciali
• Formazione specialistica
• Promozione/pubblicità
• ……………….
Lavoro flessibile
• Nuove forme di lavoro flessibile
• Politiche attive per target di lavoratori
• Formazione professionale
• ……………….
Investimenti materiali
• Impianti
• Macchinari
• Attrezzature
• ……………….
Assunzioni
• Contributi per Assunzioni;
• PIP
• Borse Lavoro
• ……….
Sistema degli incentivi non
previsti dal Piano
Aree di in
tervento del Piano
Aree d
i intervento attivabili
attraverso altri strumenti
Innovazione
• Ricerca e sperimentazione
• Nuovi servizi
• Nuove tecnologie
• ……………….
I settori nei quali appaiono maggiori le possibilità di sviluppo sono il turismo, i beni
culturali, l’agroalimentare e il Terzo Settore, inteso quale servizi alla persona. La scelta di
questi settori primari deriva da considerazioni di fondo basate sull’analisi delle risorse,
delle potenzialità e delle competenze richieste e/o già presenti sul territorio, tutti fattori
che offrono la possibilità di sviluppare progetti innovativi anche senza richiedere ingenti
investimenti.
Il Piano destinerà, dunque, notevole attenzione alle problematiche e alle priorità presenti
nei settori strategici, basando la programmazione degli interventi proprio su tali criticità.
Il tessuto imprenditoriale crotonese è attualmente caratterizzato da un forte dinamismo,
con un numero di imprese attive consistente, in relazione alla popolazione residente, ma
anche da un elevato tasso di mortalità delle stesse. Si registra anche una notevole
polverizzazione delle imprese, il 98% delle quali sono di piccole dimensioni (meno di 9
dipendenti), a testimonianza di un contesto economico-produttivo che, pur vantando
delle riconosciute eccellenze nei comparti agroalimentare e vinicolo, non è ancora riuscito
a organizzarsi in ottica di “filiera” e a offrire prodotti più competitivi per i mercati
internazionali. La crescita di competitività rappresenta, dunque, uno degli obiettivi globali
ai quali il Piano tende per “aprire” l’economia locale ai mercati esterni, sia di livello
nazionale, sia di livello internazionale, attraverso una crescita generalizzata delle
competenze territoriali non solo tecniche, ma anche e soprattutto manageriali e
progettuali.
Il modello di sviluppo occupazionale che il Piano vuole perseguire è fortemente orientato
alla coesione sociale e alla creazione di reti territoriali vaste e articolate. Ci si riferisce
essenzialmente alle reti immateriali, considerate quale sintesi del livello di cooperazione
locale, che rappresenta uno dei fattori critici per il potenziamento delle filiere territoriali,
dalle materie prime alla commercializzazione, e per la creazione di “pacchetti” di offerta
vendibili nel comparto turistico. La strategia di intervento intende, dunque, concentrare la
maggiore enfasi alla costituzione di consorzi tra imprese, alla creazione di marchi
territoriali e di marchi commerciali, alla stipula di accordi con i principali distributori
internazionali. Le reti locali dovranno essere costruite in coerenza con le “eccellenze” che
il territorio esprime e convergere verso un’organizzazione interna flessibile e attenta alle
esigenze dei mercati di consumo. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo sarà anche
necessario attivare un percorso di “avvicinamento” della Pubblica Amministrazione agli
attori locali e creare strutture più snelle ed efficienti, in grado di sviluppare progettualità,
anche attraverso il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e la realizzazione di
azioni di e-government, e ridurre i tempi di risposta alle esigenze del territorio.
La strategia perseguita mira anche a incrementare gli standard qualitativi dei prodotti e
dei servizi erogati dalle imprese crotonesi, oltre che investire sull’immagine complessiva
del territorio, attualmente legata più a elementi tipici delle aree del Mezzogiorno d’Italia,
quali ad esempio la criminalità, il degrado urbano, l’assenza di servizi, ecc. che alle reali
risorse presenti. In quest’ottica, dunque, obiettivo prioritario sarà creare una nuova
immagine positiva del territorio e delle sue risorse, non più percepito esclusivamente
come un’area in forte ritardo di sviluppo, bensì come un’area dotata di elementi peculiari
e di pregio e dalle grandi potenzialità ancora inespresse.
D’altra parte le imprese locali dimostrano poca propensione all’innovazione, preferendo
competere sempre negli stessi mercati geografici e nelle stesse Aree Strategiche d’Affari.
In tale ottica, il Piano vuole sostenere lo sviluppo di innovazione, sia tecnologica, sia
organizzativa e di marketing, per ampliare le opportunità di business delle imprese,
superando la logica degli incentivi diretti, ma creando un sistema di azioni di sostegno,
sotto forma di servizi di assistenza tecnica e di sperimentazione, atte a fornire basi di
conoscenze e supportare il processo decisionale del management aziendale.
È attraverso la crescita dimensionale delle organizzazioni che operano sul territorio, in
sostanza, che il Piano intende ridurre sensibilmente l’impatto di due elementi chiave
attualmente presenti in misura preoccupante nel mercato del lavoro: le forme di lavoro
“sommerse” e le forme di lavoro cosiddette “atipiche”, che sono state recentemente
riformate attraverso la “Legge Biagi”. Tali ultime forme, in particolare, se da un lato
rappresentano una criticità per tutti quei lavoratori impiegati stabilmente presso Enti e
aziende, che non riescono a trovare un’occupazione stabile, dall’altro può rappresentare
un’opportunità per aziende e lavoratori alla ricerca di flessibilità di impiego e di orario di
lavoro.
Più generale, è anche necessario incrementare le opportunità di impiego, e di
autoimpiego, attraverso l’innalzamento del livello medio di istruzione dei lavoratori
crotonesi, che spesso iniziano a lavorare in giovane età e prima di completare un ciclo di
studi dopo la scuola dell’obbligo. La strategia perseguita in tale ambito identifica, dunque,
nell’istruzione, scolastica e specialistica, il nodo fondamentale per attivare processi di
sviluppo qualitativo dell’offerta territoriale. Si punta, in concreto, a creare un’ampia base
sociale dalla quale nasceranno le future classi dirigenti, sia nel settore pubblico sia in
quello privato, partendo da un percorso formativo e didattico più strutturato per
affrontare il contesto competitivo nazionale e internazionale. Si vogliono garantire,
inoltre, opportunità di formazione continua anche agli attuali lavoratori provinciali,
attraverso specifici accordi concertati con i rappresentanti degli imprenditori.
Il Piano punta anche a connettere il sistema della formazione professionale con il mondo
delle imprese, per superare le storiche difficoltà di reperimento di manodopera
specializzata lamentata dagli imprenditori. Obiettivo prioritario è quello di costruire un
sistema della formazione in grado di garantire sbocchi professionali sul territorio,
attraverso la realizzazione di piani formativi concordati con le imprese e strutturati per
garantire occupazione sia nei ruoli operativi, sia nei ruoli manageriali.
Andrà ripensato il sistema locale degli incentivi per il lavoro, superando la logica della
finanziabilità dei progetti sulla base di una mera valutazione quantitativa dei posti di
lavoro generabili, ma sposando un nuovo approccio focalizzato sull’abbattimento dei costi
di avviamento, attraverso il prestito di strutture del patrimonio pubbliche e l’accesso al
credito privilegiato, e su un vincolo di operatività, ad esempio attraverso l’utilizzo di
materie prime locali e/o l’erogazione di servizi gratuiti alle fasce della popolazione più
deboli.
Ulteriore obiettivo del Piano è l’incremento del numero di fruitori dei servizi sociali,
attraverso il potenziamento della quantità e della qualità dei servizi erogati e la crescita
del numero di operatori specializzati, organizzando il sistema in maniera capillare su tutto
il territorio, anche nei comuni più piccoli e dell’entroterra. Si vuole, dunque, combattere
fenomeni di esclusione sociale e di emarginazione che si ripercuotono negativamente su
altre piaghe sociali, purtroppo eccessivamente radicate nel contesto crotonese, quali la
tossicodipendenza e la delinquenza.
Il territorio della Provincia di Crotone, inoltre, è ricco di risorse storiche, culturali,
naturalistiche, enogastronomiche, che offrono ampie possibilità di diversificazione
dell’offerta turistica locale. Proprio in tale ambito il Piano persegue due obiettivi specifici:
la destagionalizzazione dei flussi turistici in ingresso; l’incremento e la diversificazione dei
target di utenti. Lo sviluppo del settore turistico, e di conseguenza delle occasioni di
lavoro stabile all’interno dei singoli comparti, dovrà necessariamente passare attraverso la
valorizzazione delle tipicità locali, intese quale sintesi perfetta di risorse, professionalità,
sistema di incoming, prodotti, ma anche promuovendo specifiche iniziative per la
diffusione della cultura dell’ospitalità presso le popolazioni locali. Il mercato turistico, del
resto, sta sempre più evolvendo verso una fruizione dei territori non più monorisorsa, ma
basata sulla logica dei turismi plurimi, anche di nicchia, che attivano flussi differenziati le
cui motivazioni di viaggio sono le più disparate (risorse naturalistiche, enogastronomia,
cultura, balneare, sport, ecc.).
La strategia generale sarà, dunque, orientata, oltre che alla costruzione delle reti di
offerta territoriale e dei “pacchetti” integrati da offrire ai tour operator, anche verso il
miglioramento complessivo della qualità e della capillarità dei servizi di incoming. Il Piano,
pur non offrendo incentivi diretti al miglioramento delle strutture ricettive alberghiere già
esistenti, favorirà, attraverso apposite azioni di sostegno, la selezione e la conoscenza dei
mercati obiettivo, la promozione dell’offerta territoriale e l’assistenza tecnica per
l’adeguamento degli standard di erogazione dei servizi.
Un ruolo fondamentale, nella strategia generale, riveste l’offerta ricettiva extralberghiera,
attualmente poco sviluppata. L’attrazione di flussi di turisti diversificati necessita, infatti,
di tipologie ricettive diverse dall’alberghiero, nelle quali il turista, a prezzi accessibili,
possa riscoprire pienamente il contatto con la natura e con le popolazioni e le tradizioni
locali. È il caso, ad esempio, di agriturismi, di b&b, di case in affitto, di campeggi, ecc. di
cui il Piano vuole promuovere lo sviluppo, soprattutto nelle aree interne, attraverso le
azioni di sostegno e di assistenza tecnica.
È attraverso tali variabili, in sintesi, che il Piano Strategico per lo Sviluppo
dell’occupazione nella Provincia di Crotone intende porre le basi per uno sviluppo
complessivo dell’economia locale, partendo dalla crescita di consapevolezza del valore e
delle potenzialità delle risorse territoriali e dal capitale sociale, inteso quale sintesi della
capacità degli attori locali di “fidarsi” gli uni degli altri, in termini di rispetto degli accordi,
di competenze tecniche, di affidabilità e di unità d’intenti, convergenti verso un unico
modello di sviluppo condiviso e partecipato da tutti.
La figura seguente mostra la strategia generale del Piano degli interventi declinata per
obiettivo generale, obiettivi globali e obiettivi specifici.
Figura 6.2 La strategia del Piano per lo sviluppo dell’occupazione
Incrementare le opportunità di lavoro agendo sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione dei prodotti/processi e sulla crescita dell’autoimprenditorialità
Accrescere la competitivitàdelle imprese locali nei mercati nazionali e internazionali
Sviluppare la coesione sociale e le reti territoriali
Promuovere l’innovazione, tecnologica, organizzativa e di marketing
Accrescere la dimensione media delle imprese locali
Innalzare il livello medio di istruzione dei lavoratori
Connettere il sistema delle formazione professionale con le imprese
Incrementare il numero di fruitori dei servizi alla persona
Destagionalizzare i flussi turistici in ingresso
Incrementare e diversificare i target di turisti del territorio
Migliorare i servizi di incoming turistico
Incrementare il capitale sociale del territorio
Qualificare l’offerta di servizi alla persona del Terzo Settore
Promuovere lo sviluppo turistico del territorio
Incrementare le opportunità di lavoro agendo sulla valorizzazione delle risorse locali, sull’innovazione dei prodotti/processi e sulla crescita dell’autoimprenditorialità
Accrescere la competitivitàdelle imprese locali nei mercati nazionali e internazionali
Sviluppare la coesione sociale e le reti territoriali
Promuovere l’innovazione, tecnologica, organizzativa e di marketing
Accrescere la dimensione media delle imprese locali
Innalzare il livello medio di istruzione dei lavoratori
Connettere il sistema delle formazione professionale con le imprese
Incrementare il numero di fruitori dei servizi alla persona
Destagionalizzare i flussi turistici in ingresso
Incrementare e diversificare i target di turisti del territorio
Migliorare i servizi di incoming turistico
Incrementare il capitale sociale del territorio
Qualificare l’offerta di servizi alla persona del Terzo Settore
Promuovere lo sviluppo turistico del territorio
Capitolo 7 Le misure e le azioni
7.1 Gli assi prioritari di intervento
La strategia del Piano Strategico per lo sviluppo dell’occupazione è articolata secondo uno
schema di programmazione che prevede, per il raggiungimento dell’obiettivo generale,
una serie di obiettivi intermedi, quali:
• Gli obiettivi globali, che descrivono le modalità con cui la strategia consegue
l’obiettivo generale
• Gli obiettivi specifici, che descrivono il contributo di ogni linea di intervento,
all’interno degli Assi prioritari, al conseguimento degli obiettivi globali, secondo
nessi causali misurabili e coerenti con la strategia.
Da una visione complessiva dei problemi e delle potenzialità della Provincia di Crotone,
così come emerge dalle analisi della situazione attuale e dall’esame delle esperienze
internazionali di rilievo in contesti socio-economici similari, deriva l’identificazione di 7
Assi prioritari, sui quali concentrare gli sforzi per lo sviluppo occupazionale dell’area nei
prossimi anni:
• Asse 1 – Competitività;
• Asse 2 – Innovazione;
• Asse 3 – Integrazione;
• Asse 4 – Lavoro;
• Asse 5 – Potenziamento dell’offerta;
• Asse 6 – Qualificazione dell’offerta;
• Asse 7 – Azioni di sostegno.
Nei paragrafi seguenti sono presentati sinteticamente, per ciascun Asse prioritario:
• Le priorità e le strategie di intervento;
• Gli obiettivi specifici;
• Le linee di intervento.
Asse 1 – Competitività
L’economia del territorio crotonese soffre attualmente di un gap competitivo nei confronti
delle sfide e degli standard di offerta che la crescente pressione competitiva derivante
dalla globalizzazione dei mercati impone. Tale elemento si traduce in una qualità
complessiva dei servizi territoriali, in termini di capacità di risposta alle esigenze della
domanda, di medio-basso livello, soprattutto nell’area dei servizi alla persona. Le
principali cause di tale situazione di contesto sono ascrivibili ad una “cultura”
imprenditoriale dei servizi ancora da potenziare e ad una specializzazione nelle
professioni specifiche che è presente solo in misura embrionale.
L’Asse “Competitività” è, dunque, finalizzata all’accrescimento competitivo delle imprese e
delle competenze territoriali. Per tali ragioni, la strategia generale è orientata verso
interventi di incremento del valore, reale e percepito, dei servizi e delle professionalità
che gli operatori economici impegnati nei tre settori strategici del piano sono in grado di
offrire. Gli obiettivi specifici perseguiti riguardano, dunque:
• l’incremento del livello di conoscenze specialistiche degli operatori economici;
• lo sviluppo di nuove professionalità nel Terzo Settore;
• la crescita di valore complessivo dei servizi territoriali.
Si intende, in sostanza, intervenire attraverso azioni di “certificazione” dei servizi erogati
nei diversi comparti turistici e nel Terzo Settore, e di formazione/sviluppo di competenze
specialistiche per la creazione di nuove figure professionali nell’ambito socio-assistenziale
e per l’aggiornamento professionale degli imprenditori e dei dipendenti della Pubblica
Amministrazione locale che ricoprono ruoli dirigenziali. Le linee di intervento previste
sono:
• Certificazione dei servizi del Terzo Settore;
• Formazione specialistica;
• Alta formazione;
• Certificazione delle imprese turistiche.
Asse 2 – Innovazione
La realizzazione di un sistema economico sostenibile nel tempo è funzione dello sviluppo
di una capacità di innovare le componenti elementari che ne sono alla base. È il caso, ad
esempio, del know how, della tecnologia, del marketing, ecc. che rappresentano gli
elementi di base sui quali le organizzazioni territoriali possono costruire i propri percorsi
di sviluppo e sperimentare nuovi progetti. La Provincia di Crotone, in tale ambito, esprime
una capacità innovativa bassa, che determina l’esigenza di interventi mirati. L’Asse,
pertanto, ha come obiettivo globale l’incremento della capacità di innovazione del
territorio. Gli obiettivi specifici dell’Asse sono:
• Incremento dei mercati nei quali le organizzazioni locali competono;
• Sviluppo di nuovi prodotti e servizi;
• Incremento del livello di conoscenza sulle nuove tecnologie;
• Potenziamento degli strumenti innovativi per la promozione dei prodotti locali,
soprattutto attraverso il web e le tecnologie multimediali.
Gli interventi previsti riguardano azioni specifiche per lo sviluppo della capacità
manageriale e per la gestione del ricambio generazionale nelle aziende, attraverso la
crescita di figure professionali di alto profilo, interventi diretti per la ricerca e la
sperimentazione da svolgersi direttamente sul territorio e non più acquisita dall’esterno,
iniziative per la crescita delle attività promozionali attraverso l’utilizzo di strumenti
innovativi. In sintesi, le linee di intervento previste sono:
• Sviluppo della managerialità;
• Ricerca e sperimentazione;
• Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione.
Asse 3 – Integrazione
Gli interventi previsti nell’Asse impatteranno sulla capacità degli attori locali di cooperare
e realizzare forme di offerta integrate, che valorizzano al meglio le specifiche competenze
di ognuno. Il livello di cooperazione territoriale è, infatti, basso, caratterizzando lo
scenario competitivo come rappresentato da una moltitudine di aziende che offrono i loro
prodotti sul mercato senza operare strategie commerciali comuni, in grado di consentire
ai prodotti locali di penetrare i canali di intermediazione di grandi volumi, quali ad
esempio la Grande Distribuzione o le grosse Compagnie di import/export. Il basso tasso
di cooperazione influenza negativamente anche il sistema di erogazione dei servizi
territoriali, sia di natura infrastrutturale (trasporti, sanità, telecomunicazioni), sia di
natura immateriale (servizi alla persona), impedendo di fatto una fruizione del territorio
che ne valorizzi tutte le risorse.
La strategia generale sarà basata sulla costruzione di sistemi d’offerta integrati
commercializzati nella logica del “pacchetto” di servizi. L’obiettivo globale dell’Asse è,
dunque, l’espansione dei mercati e dei clienti serviti dalle imprese locali. Gli obiettivi
specifici dell’Asse sono:
• Integrare l’offerta commerciale degli operatori economici locali;
• Costruire “pacchetti” di servizi turistici e non;
• Attivare economie di scale per le imprese aderenti ai network;
• Incrementare le opportunità di fruizione di tutte le risorse territoriali.
In sintesi, gli interventi previsti sono orientati alla costruzione di sistemi d’offerta integrati
frutto di cooperazione non solo settoriale, ma soprattutto intersettoriale. L’Asse prevede
le seguenti linee di interventi:
• Operatori del Terzo Settore;
• Balneare e Cultura;
• Produzioni artigianali.
Asse 4 – Lavoro
La Provincia di Crotone mostra nel mercato del lavoro tutti i caratteri tipici delle economie
con difficoltà di sviluppo, soprattutto nell’area dell’armonizzazione tra le esigenze delle
imprese e le competenze professionali e tecniche offerte dalle risorse umane. In
particolare, si tratta di un mercato del lavoro ancora troppo “rigido” rispetto alle attuali
specificità socio-economiche e al livello di complessità che la concorrenza globale ha
raggiunto. Alla luce di tali evidenze, l’Asse si propone di ampliare le possibilità di accesso
al mercato del lavoro per tutti quei soggetti attualmente esclusi. L’obiettivo globale è
stato, ancora, declinato in una serie di obiettivi specifici:
• Individuare nuovi strumenti flessibili di accesso al mercato del lavoro;
• Agevolare le occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro;
• Semplificare i processi di selezione del personale per le aziende locali;
• Individuare sbocchi professionali per le persone svantaggiate.
L’Asse prevede interventi dal punto di vista dell’incremento dell’accessibilità al mercato
del lavoro, attraverso strumenti formativi e infrastrutturali, e il potenziamento delle
occasioni di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, mediante la creazione di
strumenti di marketplace, da utilizzare su web. Le linee di intervento previste sono:
• Accessibilità;
• Incontro domanda/offerta di lavoro.
Asse 5 – Potenziamento dell’offerta
Il tessuto imprenditoriale crotonese è caratterizzato da una forte presenza di attività
economiche concentrate in settori tradizionali e ormai maturi, quali ad esempio
l’agricoltura, l’industria pesante, l’alberghiero, il commercio. Diviene critico il
potenziamento dell’offerta locale nelle aree più innovative e a maggiore valore aggiunto,
caratterizzate da elevata flessibilità organizzativa e alto valore percepito dal cliente. In
sostanza, nel territorio è da potenziare l’offerta di imprese del settore terziario,
soprattutto nel turismo e nei servizi sociali, e di imprese del settore agricolo orientate a
produzioni tipiche di nicchia, che valorizzino il know how esistente.
Obiettivo globale dell’Asse è, dunque, il potenziamento dell’offerta territoriale di servizi e
di attività a forte contenuto di “tipicità” per creare occasioni di lavoro stabile in settori
strategici per lo sviluppo. Obiettivi specifici sono, in tal senso:
• Destagionalizzare i flussi turistici in ingresso;
• Diversificare l’offerta turistica ricettiva e di servizi del territorio;
• Incrementare il numero di imprese specializzate nelle produzioni agricole tipiche
e di qualità;
• Differenziare le modalità di fruizione turistica del territorio;
• Ampliare la qualità e a quantità dei servizi alla persona;
L’Asse interviene sulla creazione di nuove imprese e nuovi servizi nel Terzo Settore, sul
potenziamento dell’offerta di servizi specifici per la fruizione della cultura e la creazione di
nuovi sistemi d’offerta mirati a forma di turismo diverse dal balneare (culturale,
ambientale, sportivo, congressuale, ecc.), sulla valorizzazione e la crescita dei “saperi”
tradizionali del territorio nei settori agricoli. Una particolare attenzione è, inoltre, riservata
allo sviluppo della ricettività nelle aree interne del territorio, che attualmente attivano
soltanto flussi escursionistici di passaggio e non di soggiorno. Le linee di intervento
previste sono:
• Nuove imprese nel Terzo Settore;
• Nuove forme di turismo;
• Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività;
• Imprese agricole.
Asse 6 – Qualificazione dell’offerta
Il sistema turistico locale necessita di nuove politiche mirate per lo sviluppo delle
strategie competitive. In particolare, per attirare un numero sempre crescente di visitatori
bisogna investire in attività commerciali e di marketing coerenti con le attrattive che il
territorio è in grado di offrire. Ci si riferisce alle risorse, ai servizi, alle strutture ricettive,
al sistema dei prezzi, ecc. che rappresentano l’insieme di variabili tipiche che determinano
la scelta dei canali di intermediazione, dei target di clienti da servire, delle aree obiettivo.
L’Asse intende proporre un nuovo approccio organizzativo per la gestione del settore a
livello locale e per l’incremento dei standard di servizio attualmente offerti. Obiettivo
globale è, dunque, l’incremento del numero di arrivi turistici nella provincia di Crotone.
Obiettivi specifici dell’Asse sono:
• Potenziare il sistema di informazioni al turista nel territorio;
• Potenziare la presenza dell’offerta territoriale sui cataloghi dei principali tour
operator nazionali e internazionale;
• Penetrare nuovi mercati turistici internazionali;
• Creare organismi e strumenti di coordinamento e di organizzazione generale del
settore a livello locale;
• Promuovere la conoscenza delle risorse e delle attrattive che l’area crotonese
offre nei principali mercati di sbocco nazionali e internazionali;
• Incrementare il livello di soddisfazione percepita dal turista in visita nell’area
crotonese.
Le attività previste riguardano la creazione di strutture territoriali pensate appositamente
per le esigenze del turista e per il coordinamento delle attività, quali Uffici informativi e
Agenzie Locali. L’asse, tuttavia, promuove iniziative anche nel campo della qualificazione
dei servizi periferici per il turismo e per la valorizzazione del patrimonio culturale. In
sintesi le linee di intervento previste sono:
• Uffici informativi turistici;
• Agenzia Locale per il turismo;
• Servizi periferici per il turismo;
• Valorizzazione del patrimonio culturale.
Asse 7 – Azioni di sostegno
L’Asse “Azioni di sostegno” comprende tutte le attività necessarie per la corretta ed
efficace gestione degli interventi del Piano Strategico per lo sviluppo dell’Occupazione
nella Provincia di Crotone fornendo assistenza tecnica e basi di dati fondamentali per il
supporto decisionale e il controllo delle attività poste in essere da tutti gli altri Assi
Prioritari del Piano. Le tipologie di attività che saranno realizzate nell’ambito dell’Asse
sono le seguenti:
• Ricerche sulla domanda;
• Mappatura degli operatori e delle risorse;
• Promozione dell’assistenza alle persone;
• Ricerche sui servizi del Terzo Settore;
• Sbocchi professionali per persone svantaggiate;
• Condivisione delle politiche di sviluppo;
• Marketing territoriale;
• Marchi locali;
• Assistenza tecnica alle imprese.
7.2 Le misure
Nel seguito sono proposte in dettaglio le schede di misura relative alle singole azioni
previste, con indicazione di: finalità, interventi, soggetti destinatari, procedure di
attuazione, spese ammissibili, indicatori di valutazione.
In termini generali, la tabella 7.1 evidenzia la strutturazione del Piano in Assi Prioritari e
Misure di intervento.
Tabella 7.1 Gli Assi e le Misure del Piano Strategico per lo Sviluppo dell’Occupazione
ASSE MISURE
1 Competitività
1.1 - Certificazione dei servizi del Terzo Settore 1.2 - Formazione specialistica 1.3 - Alta formazione 1.4 - Certificazione delle imprese turistiche
2 Innovazione
2.1 - Sviluppo della managerialità 2.2 - Ricerca e sperimentazione 2.3 - Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione
3 Integrazione
3.1 - Operatori del Terzo Settore 3.2 - Balneare e Cultura 3.3 - Produzioni artigianali
4 Lavoro
4.1 - Accessibilità 4.2 - Incontro domanda/offerta di lavoro
5 Potenziamento
dell’offerta
5.1 - Nuove imprese nel Terzo Settore 5.2 - Nuove forme di turismo 5.3 - Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività 5.4 - Imprese agricole
6 Qualificazione
dell’offerta
6.1 - Uffici informativi turistici 6.2 - Agenzia Locale per il turismo 6.3 - Servizi periferici per il turismo 6.4 - Valorizzazione del patrimonio culturale
7 Azioni di sostegno
7.1 - Ricerche sulla domanda 7.2 - Mappatura degli operatori e delle risorse 7.3 - Promozione dell’assistenza alle persone 7.4 - Ricerche sui servizi del Terzo Settore 7.5 - Sbocchi professionali per persone svantaggiate 7.6 - Condivisione delle politiche di sviluppo 7.7 - Marketing territoriale 7.8 - Marchi locali 7.9 - Assistenza tecnica alle imprese
Asse 1 – Competitività Misura 1.1 – Certificazione dei servizi del Terzo Settore
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene iniziative nel campo della realizzazione di attività di certificazione di
qualità dei servizi erogati dagli operatori del Terzo Settore. Si intende, in sostanza,
incrementare il livello di fiducia che i fruitori, attuali o potenziali, attribuiscono agli
operatori specializzati e innalzare gli standard qualitativi di erogazione dei servizi. Gli
interventi attuati sono finalizzati alla:
• Armonizzazione dei processi di erogazione dei servizi degli operatori del Terzo
Settore;
• Determinazione di standard qualitativi di offerta comuni tra tutti gli operatori;
• Riorganizzazione dei processi di erogazione dei servizi agli utenti.
Tali attività, in particolare, consentiranno di avvicinare le percezioni degli utenti attuali e
potenziali ai reali benefici connessi alla fruizione dei servizi, in virtù della chiara
identificazione di modalità di erogazione e standard qualitativi previsti.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola in una sola azione finalizzata all’ottenimento di una certificazione di
qualità per i servizi erogati dalle imprese che operano nel Terzo Settore. A tal fine
saranno possibili, in ambito aziendale, le seguenti tipologie di intervento:
• Sviluppo della cultura della qualità in tutta l’organizzazione;
• Incremento del livello di efficacia ed efficienza dei processi aziendali;
• Coinvolgimento del personale nei piani di sviluppo della qualità e del
“miglioramento continuo”, attraverso specifiche politiche di addestramento
interno;
• Realizzazione di politiche di CRM (Customer Relationship Management) e SCM
(Supply Chain Management) per l’allineamento dell’offerta alle reali esigenze
della domanda e per il miglioramento della trasparenza e della qualità dei
prodotti acquistati;
• Attività di verifiche ispettive interne finalizzate al monitoraggio
dell’implementazione del Sistema di Qualità.
Le politiche per la qualità e le modalità di implementazione del sistema (contenuti, azioni,
procedure, impatti organizzativi) saranno definite sulla base delle indicazioni contenute
nelle norme specifiche sulla certificazione di qualità.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Operatori del Terzo Settore;
• Cooperative sociali;
• Associazioni e/o Consorzi di operatori del Terzo Settore.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, che l’attuerà attraverso il
seguente iter amministrativo.
Fase 1 – Predisposizione bandi e selezione
L’Amministrazione Provinciale provvederà alla predisposizione di uno o più bandi di gara,
che saranno accompagnati da un’attività informativa specifica, attraverso servizi
generalizzati e di help desk per i soggetti proponenti. In tale fase saranno, dunque,
predisposti:
• Formulari per la presentazione dei progetti;
• Guide alla compilazione dei formulari e agli allegati da presentare;
• Criteri generali di selezione.
La selezione avverrà da parte di apposita Commissione nominata dall’Amministrazione
Provinciale, che valuterà le proposte in base ai seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Rilevanza di giovani e/o donne nella compagine sociale;
• Bacino di utenza servito;
• Esistenza di relazioni formali con altri operatori del settore e non;
• Potenziale di sviluppo dei servizi e/o dell’utenza.
Al termine della fase di selezione sarà pubblicata la graduatoria con l’indicazione dei
soggetti ammessi al contributo e del relativo importo, mentre sarà data evidenza dei non
ammessi e delle cause di non ammissibilità della domanda.
FASE 2 – Realizzazione interventi
La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
FASE 3 – Monitoraggio e conclusione
In tale fase, che si avvierà contestualmente all’inizio delle attività operative, sarà
costituito un Comitato di Monitoraggio con funzioni di indirizzo e controllo delle attività,
attraverso la predisposizione di specifici indicatori e di format per relazionare sullo
svolgimento delle attività. La fase si concluderà con i controlli finali, la certificazione della
spesa e l’erogazione del saldo e/o la revoca/rimodulazione del finanziamento.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
1.1.a • Spese per lo svolgimento di azioni pubblicitarie, informazione al pubblico e convegni;
• Spese per l’addestramento del personale; • Spese per attività di consulenza; • Spese di Certificazione (a favore degli Enti che
rilasciano la certificazione); • Spese per la progettazione del Sistema di Qualità.
Asse 1 – Competitività Misura 1.2 – Formazione specialistica
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è finalizzata all’accrescimento competitivo delle imprese, degli operatori e più
in generale delle competenze territoriali. La strategia generale individuata mira ad
ampliare il bagaglio di conoscenza presente con il fine comune di elevare il livello di
“servizio” sia erogato che percepito. La formazione specialistica diviene, in tal senso, il
luogo di apprendimento, ricerca e sperimentazione delle competenze utili per superare il
gap competitivo esistente sul territorio e rilevato in fase di svolgimento del Progetto.
Gli obiettivi che si intendono perseguire sono i seguenti:
• adattare o generare nuovi schemi mentali per operare secondo logiche orientate alla
soddisfazione delle esigenze territoriali rilevate;
• creazione di nuovi modelli di intervento locale per lo sviluppo professionale,
utilizzando “le migliori pratiche” rilevate in ambito nazionale ed internazionale;
• costruire una piattaforma culturale, idonea ad elevare la sensibilità
nell’interpretazione dei fatti, dei problemi e degli eventi sotto il profilo economico,
organizzativo ed istituzionale;
• generare e mobilitare energie collettive del territorio;
Gli obiettivi descritti intendono creare le condizioni per realizzare delle identità
professionali; l’idea di fondo è che il ruolo della formazione non può essere predefinito e
“imposto” come modello da seguire, ma piuttosto “costruito”, armonizzando le
caratteristiche specifiche della realtà e le potenzialità professionali di ogni figura da
formare.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola in 1 azione finalizzata all’innalzamento delle conoscenze
specialistiche nell’ambito dei settori individuati nel Piano.
La Formazione ha come fine quello di creare valore aggiunto, con un piano di
coinvolgimento che va al di là dell’apprendimento di discipline, investendone piuttosto il
profilo culturale globale e dunque l’atteggiamento verso le opportunità offerte dal lavoro.
L’approccio è quello del “learning” centrato sull’apprendimento, non solo individuale, ma
collettivo: è il gruppo, l’organizzazione che impara e che a sua volta crea conoscenza. Il
luogo privilegiato di una formazione così orientata è pertanto on the job, in stretto
rapporto con il mondo del lavoro e col mercato del lavoro.
Le due dimensioni fondamentali della formazione saranno allora quella contestuale e
quella comunicativa: gli uomini e le organizzazioni devono saper gestire il contesto locale
(la conoscenza tacita, le relazioni specifiche) e contemporaneamente far comunicare il
sistema locale con i sistemi globali.
La formazione interiorizza gli obiettivi e i metodi della ricerca effettuata sul campo. Non si
può formare partendo da una conoscenza precostituita, se si pensa di confrontarsi con un
mercato in continua evoluzione e innovatività.
A tal fine sono state individuate le seguenti tipologie di intervento:
• Erogazione di percorsi formativi ad hoc rilevati in fase di svolgimento del progetto
• Realizzazione di percorsi di aggiornamento professionale riferito a categorie di
utenti con competenze specifiche.
2. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione provinciale di Crotone;
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Organizzazioni ed Enti no profit;
• Imprese;
• Associazioni e/o Consorzi di imprese.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura verrà attuata attraverso il seguente iter amministrativo.
Fase 1 – Individuazione delle Figure Professionali
L’Amministrazione Provinciale di concerto con i rappresentanti dei tre settori di
riferimento, provvederanno alla individuazione delle Figure professionali verso le quali
erogare i percorsi formativi individuati in fase di svolgimento del Piano.
Fase 2 – Predisposizione bandi e selezione
L’Amministrazione Provinciale provvederà alla predisposizione di bandi pubblici di
selezione delle figure professionali. I bandi verranno adeguatamente pubblicizzati
coinvolgendo rappresentanti di categorie e settori.
Fase 3 – Realizzazione interventi Formativi
La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:
• Analisi dei fabbisogni formativi
• Taratura dei percorsi formativi
• Individuazione del Personale Docente
• Erogazione degli interventi formativi
FASE 4 – Monitoraggio
La fase consiste nella definizione e monitoraggio dei Piani individuali di apprendimento a
partire da bilanci delle competenze da attivare nella fase iniziale del processo formativo
nei confronti dei soggetti interessati.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
1.2.a • Spese per lo svolgimento di azioni di informazione;
• Spese per il personale docente; • Spese per attività di consulenza; • Spese per la progettazione e realizzazione del
Sistema di Monitoraggio.
Asse 1 – Competitività Misura 1.3 – Alta Formazione
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
Le attività della misura sono rivolte a imprenditori, quadri e dirigenti di Enti locali.
Riguardano temi relativi all'innovazione territoriale, alla valorizzazione del capitale sociale
del territorio, per la costituzione di reti locali che supportino grandi progetti di sviluppo
territoriale. Il tutto con l’intento di aumentare e rafforzare la capacità di accesso, della
Pubblica amministrazione, ai finanziamenti dell'Unione Europea e ai processi di riforma e
modernizzazione in atto.
L'Alta Formazione, è uno strumento in linea con le nuove esigenze della società e del
mercato del lavoro, necessario per valorizzare al meglio la varietà delle competenze
accumulate e per offrire la possibilità di utilizzare nuove metodologie innovative.
Obiettivi della misura sono:
• Utilizzare attraverso la formazione, le esperienze di successo sviluppate in Italia e in
altre parti del mondo, promovendo a tale fine, una intensa sinergia tra il settore
pubblico e quello privato che coinvolga le Amministrazioni, imprese ed i centri di
ricerca (Università).
• Favorire il processo di crescita territoriale
• Consolidare rapporti di collaborazione fra le Imprese ed le Amministrazioni, al fine di
attuare, in modo concertato, interventi di sviluppo.
• Sostenere il trasferimento di competenze e innovazione verso i vari livelli individuati
del sistema locale.
• Attuare le politiche di sviluppo regionale nazionali ed europee al fine di favorire il
benessere delle popolazioni locali e la loro partecipazione al processo di crescita.
2. INTERVENTI PREVISTI
In questi ultimi anni le Istituzioni pubbliche hanno avviato un complesso processo di
modernizzazione, disegnando, tra l’altro, un modello di azione amministrativa fondato
sulla misurazione di costi, rendimenti e sulla valutazione dei risultati dell’azione
amministrativa.
In particolare, per le amministrazioni dello Stato, il processo di programmazione e
controllo ha l'obiettivo di organizzare in modo efficace ed efficiente il complesso delle
attività finalizzate a definire l'indirizzo politico e ad attuarlo mediante concreti atti e
comportamenti amministrativi.
L’obiettivo degli interventi è quello di offrire un aggiornamento in quei campi ritenuti
strategici che vanno dal diritto e le sue più recenti evoluzioni, all’economia, al
management, strumenti di lettura e di valutazione del bilancio, tecniche per la
definizione degli obiettivi e dei risultati raggiunti, la gestione della comunicazione interna
ed esterna, l’accesso ai finanziamenti dell'Unione Europea e ai processi di riforma e
modernizzazione in atto.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione provinciale di Crotone;
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Enti pubblici;
• Organizzazioni ed Enti strumentali;
• Imprese;
• Associazioni e/o Consorzi di imprese.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Fase 1 – Attività di Bilancio delle Competenze
Realizzazione di apposito studio finalizzato a conoscere il bilancio delle competenze di
Imprenditori, Dirigenti e Quadri e della Pubblica Amministrazione interessati al processo.
FASE 2 – Predisposizione delle Sessioni Formative
Sulla base delle evidenze emerse nella fase precedente, saranno predisposti specifiche
sessioni caratterizzate dal livello di responsabilità/operatività. La selezione degli
imprenditori avverrà in relazione a caratteristiche rilevabili in termini di dimensione
dell’impresa (fatturato, n. dipendenti, ecc.) e attraverso bandi pubblici adeguatamente
pubblicizzati.
FASE 3 – Erogazione dei Percorsi Formativi
Sulla base delle sessioni verranno organizzati percorsi formativi con personale Docente
altamente specializzato. Per le sessioni di Diritto ed Economia, al fine di fornire elementi
sostanziali sulle profonde modifiche effettuate in campo finanziario e contabile che hanno
caratterizzato il sistema ordinamentale italiano negli ultimi anni, anche alla luce della
trasformazione in senso federale dello Stato, potranno essere coinvolti docenti
Universitari.
FASE 4 – Monitoraggio
La fase consiste nelle attività di monitoraggio dei Piani individuali di apprendimento, a
partire da bilanci delle competenze attivati nella fase iniziale del processo formativo nei
confronti dei soggetti interessati.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
• Spese per lo svolgimento di azioni di informazione;
• Spese per il personale docente; • Spese per attività di consulenza; • Spese per la progettazione e realizzazione del
Sistema di Monitoraggio.
Asse 1 – Competitività Misura 1.4 – Certificazione delle imprese turistiche
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene iniziative finalizzate all’ottenimento delle certificazioni di qualità e
ambientale, secondo le Norme UNI EN ISO 9001:2000 e UNI EN ISO 14001:2004, delle
imprese turistiche; favorendo, tra queste, quelle che opteranno per l’implementazione di
un Sistema di Gestione Integrato, contenente cioè, entrambe le Norme suddette.
La certificazione delle imprese, grazie all’ottimizzazione dei processi gestionali ed alla
visibilità internazionale è in grado di accrescere il valore aggiunto di un’azienda turistica
offrendo la massima garanzia di qualità dei servizi offerti e di tutela ambientale a turisti e
cittadini.
Per questo motivo gli strumenti di gestione della qualità e dell’ambiente possono venire
incontro alle nuove frontiere del turismo introducendo un nuovo concetto di “turismo
sostenibile”, in modo di salvaguardare gli interessi comuni e facendo incontrare le
esigenze economiche di settore con le istanze ambientali di turisti e cittadini.
Per tali ragioni, obiettivi specifici della misura sono:
• Qualificare le imprese turistiche e determinare standard qualitativi comuni fra
tutti gli operatori, attraverso l’implementazione di un Sistema di qualità;
• Determinare indicatori ambientali comuni tra tutti gli operatori e valutare gli
aspetti ambientali che hanno impatti significativi sul territorio, attraverso
un’Analisi Ambientale Iniziale;
• Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale del territorio e salvaguardare le
bellezze del paesaggio, delle risorse naturali e, in generale, del territorio,
attraverso l’implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale.
La misura è collegata con gli interventi di assistenza tecnica previsti nella misura 7.9, che
permetteranno di estendere le certificazioni anche alle imprese operanti nei settori
industriali.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione finalizzata all’analisi di tutti gli aspetti ambientali
significativi delle imprese turistiche, attraverso l’individuazione di indicatori ambientali
indispensabili per misurare e monitorare il miglioramento delle prestazioni ambientali e,
infine, progettare e l’implementare un Sistema di Gestione Ambientale.
Per tali ragioni, obiettivi specifici dell’azione sono l’acquisizione di una conoscenza
completa e documentata degli effetti ambientali connessi con le attività d’impresa
specifiche e l’individuazione, tra questi ultimi, di quelli più significativi, su cui concentrare
gli obiettivi di miglioramento delle prestazioni e il sistema di monitoraggio.
Le attività previste saranno, dunque, incentrate su:
• Studi e ricerche per l’analisi ambientale iniziale, finalizzata a comporre il quadro
di riferimento dei rapporti tra l'ambiente e l'attività di una organizzazione;
• Realizzazione di sistemi di monitoraggio per la verifica degli impatti ambientali
generati;
• Implementazione di sistemi di qualità ambientale certificata secondo le nomre
UNI EN ISO 14000.
Le politiche per la qualità e le modalità di implementazione del sistema (contenuti, azioni,
procedure, impatti organizzativi) saranno definite sulla base delle indicazioni contenute
nelle norme specifiche sulla certificazione di qualità ambientale.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese della ricettività turistica (alberghi, villaggi, agriturismi, ecc.);
• Ristoranti;
• Imprese di servizi turistici;
• Associazioni e consorzi di imprese che svolgono attività turistiche.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, chel’attuerà secondo il seguente
iter amministrativo.
FASE 1 – Attività propedeutiche all’attuazione
Realizzazione di appositi studi e analisi finalizzati alla conoscenza del territorio e delle
attività interessate dalla misura. Individuazione degli eventuali soggetti terzi cui affidare
l’attuazione delle azioni preliminari e loro convenzionamento. Tali soggetti terzi dovranno
curare:
o L’assistenza alla pianificazione e realizzazione di tutti gli strumenti informativi,
gestionali, di valutazione necessari per la gestione della qualità e dell’ambiente
nel settore turistico.
o L’attività di promozione, informazione e formazione, supporto tecnico con l’ausilio
di linee guida per l’attuazione dell’azione.
o L’attività di studio sugli impatti ambientali derivanti dall’attività turistica.
FASE 2 – Individuazione delle operazioni da realizzare
Sulla base delle evidenze emerse nella fase precedente, saranno predisposti specifici
bandi di gara, i cui criteri di valutazione generali seguiranno le seguenti priorità:
• Qualità del soggetto proponente;
• Impatto occupazionale generabile;
• Specifico ambito di attività;
• Capacità di potenziamento del network locale.
Saranno in ogni caso preferite le imprese che intendano perseguire già dalla fase
progettuale una particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, adottando criteri
ambientali con disponibilità di spazi verdi, di salvaguardia del territorio, di utilizzo di
nuove tecnologie ecocompatibili e che siano composte da giovani e/o donne.
La fase istruttoria consisterà nell’esame di ammissibilità delle domande e nella selezione
delle stesse, con conseguente pubblicazione della graduatoria. La graduatoria indicherà i
soggetti ammessi al contributo, l’importo concesso ad ognuno, l’elenco degli esclusi e le
cause di esclusione.
FASE 3 – Attuazione, monitoraggio e sorveglianza delle operazioni
Erogazione del 1° anticipo all’avvio dei lavori e di quote per stati di avanzamento lavori.
Attività di osservazione, sorveglianza, verifica e controllo in itinere, da parte di apposita
Commissione nominata dall’Amministrazione Provinciale. Attività di assistenza tecnica e
tutoraggio dei soggetti destinatari, monitoraggio e valutazione della spesa, preparazione
di interventi correttivi e di riprogrammazione dell’azione.
FASE 4 – Conclusione
Controlli finali, certificazione della spesa e conclusione dell’azione.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
1.4.a • Spese per la pianificazione, la ricerca e gli studi sugli aspetti ambientali significativi;
• Spese per la progettazione del Sistema di Gestione Ambientale;
• Spese di Certificazione (a favore degli Enti che rilasciano la certificazione);
• Spese per le attività di Consulenza; • Spese per la formazione del personale; • Spese per la costituzione e la gestione di aree
attrezzate; • Spese per lo svolgimento di azioni pubblicitarie,
informazione al pubblico e convegni.
Asse 2 – Innovazione Misura 2.1 – Sviluppo della managerialità
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è indirizzata allo sviluppo di nuova managerialità all’interno delle
organizzazioni, pubbliche e private, operanti sul territorio. In particolare, sarà possibile
attivare strumenti per la gestione del ricambio generazionale all’interno delle imprese
locali, per consentire un graduale passaggio di competenze gestionali e tecniche dalle
vecchie alle nuove generazioni, anche attraverso la realizzazione di specifici percorsi
formativi. La misura sostiene anche la crescita di competenze manageriali presso gli
attuali agenti locali dello sviluppo, sia pubblici sia privati, attraverso un insieme di
iniziative finalizzate a:
• Incrementare la presenza di figure professionali manageriali nelle organizzazioni
locali;
• Diffondere una nuova cultura manageriale nella gestione delle attività locali;
• Ampliare le opportunità di business e di penetrazione di nuovi mercati per le
organizzazioni locali;
• Orientare le strategie gestionali locali verso criteri di maggiore efficienza ed
efficacia.
Gli interventi previsti avranno carattere intersettoriale, e dovranno essere realizzati
attraverso la predisposizione di piani di attuazione finalizzati alla gestione delle attività e
dei percorsi di crescita professionali per i manager e le figure di alto profilo.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola nelle seguenti azioni:
Azione 2.1.a – Ricambio generazionale
L’azione è mirata a quelle aziende con fabbisogni direzionali legati alla gestione del
ricambio generazionale tra i genitori imprenditori e i loro figli. Si tratta, in sostanza, di
garantire lo sviluppo dell’attività d’impresa attraverso il trasferimento di competenze a
coloro i quali nel futuro rappresenteranno il nuovo management aziendale. In tale
ambito, gli interventi previsti sono:
• Corsi di formazione in azienda;
• Contributi alla partecipazione a Master accreditati per dirigenti d’azienda;
• Interventi di consulenza direzionale per l’affiancamento in azienda.
Azione 2.1.b – Nuove figure manageriali
L’azione è finalizzata alla creazione di situazioni di contesto favorevoli alla crescita di
figure manageriali all’interno delle aziende locali, attraverso interventi indirizzati sia nei
confronti della classe imprenditoriale, sia nei confronti della forza lavoro provinciale. Le
attività previste si pongono, dunque, l’obiettivo di incrementare il fabbisogno di figure
manageriali e, al tempo stesso, l’offerta territoriale di tali figure per effetto di interventi
specifici, quali:
• Piani formativi in aula e in azienda per laureati e dipendenti;
• Stage di approfondimento in azienda;
• Analisi organizzative aziendali;
• Selezione del personale da impiegare in ruoli manageriali, con il coinvolgimento
di imprenditori, lavoratori, sindacati e Amministrazione Provinciale.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese;
• Associazioni e consorzi di imprese.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura sarà attuata attraverso le seguenti fasi.
Fase 1 – Attività propedeutiche
In questa fase l’Amministrazione Provinciale individuerà soggetti esterni competenti in
materia di formazione professionale e di servizi reali avanzati, la cui selezione avverrà a
seguito di manifestazione d’interessi per la creazione di una check list di strutture
accreditate per l’erogazione dei servizi. La check list potrà essere aggiornata annualmente
su iniziativa dell’Amministrazione Provinciale e attraverso successive Manifestazioni
d’interessi. A tali strutture, in particolare, le imprese selezionate quali destinatarie di
interventi formativi dovranno rivolgersi per l’acquisizione dei servizi.
Fase 2 –Manifestazioni d’interessi e selezione
La selezione delle imprese destinatarie degli interventi avverrà attraverso una o più
manifestazioni di interesse aperte alle PMI del territorio, accompagnate da specifici servizi
informativi e di assistenza per supportare i proponenti.
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta e del soggetto proponente. Al termine,
l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti ammessi al
contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione delle attività
previste. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà considerando la qualità
dei soggetti proponenti in base ai seguenti criteri di priorità:
• Fabbisogni di professionalità;
• Settore merceologico;
• Politiche di sviluppo future;
• Adesione a network locali formalizzati.
Criterio generale per la selezione delle proposte sarà, comunque, l’impegno formale delle
imprese ammesse al contributo ad impiegare in ruoli di alto profilo le risorse umane
formate in aula e con gli stage aziendali.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e delle modalità d’impiego
delle risorse umane formate. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da
parte dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di
indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità dei progetti e il
raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con l’erogazione del saldo o con la revoca e/o la rimodulazione del
finanziamento.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
2.1.a • Corsi di formazione in azienda; • Master di specializzazione; • Spese per consulenza direzionale.
2.1.b • Spese per consulenza direzionale; • Spese per stage aziendali; • Preparazione moduli formativi; • Preparazione materiale didattico; • Spese per Commissioni di valutazione delle
competenze e dei profili professionali.
Asse 2 – Innovazione Misura 2.2 – Ricerca e sperimentazione
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è attiva nell’ambito del sostegno alla crescita delle attività di ricerca scientifica
e sperimentazione, sul campo e di laboratorio, finalizzate a produrre soluzioni innovative
per il territorio dal punto di vista tecnologico e produttivo. Gli obiettivi che la misura
persegue sono:
• Ridurre il costo di acquisizione delle innovazioni;
• Indirizzare le attività di ricerca scientifica e tecnologica verso gli ambiti di
maggiore interesse per le esigenze del territorio;
• Creare le condizioni di contesto favorevoli allo sviluppo dell’innovazione, anche
attraverso processi indotti nel settore privato;
• Sperimentare soluzioni innovazione nel campo delle nuove tecnologie e
dell’efficienza dei processi produttivi.
Le attività si svilupperanno con il supporto di Istituti di ricerca scientifica e Università, e
risultano interdipendenti a tutte le altre misure che impattano sulle attività economiche
locali, soprattutto nell’area della riorganizzazione dei processi e delle risorse umane.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura prevede lo sviluppo dei seguenti interventi:
Azione 2.2.a – Nuove tecnologie
L’azione persegue l’obiettivo di sperimentare l’utilizzo di nuove tecnologie da applicare
alle produzioni locali attraverso un processo di ricerca in laboratorio e di testing della
tecnologia direttamente presso le aziende. Le nuove tecnologie da sperimentare potranno
riguardare i macchinari, le attrezzature, i sistemi di gestione informatica, e, in generale,
tutte le componenti del processo produttivo e gestionale delle imprese.
Azione 2.2.b – Metodi di produzione
L’azione è attiva nel campo della sperimentazione di nuovi metodi di produzione per i
prodotti locali, intendendosi la sperimentazione di processi produttivi innovativi che non
richiedano l’utilizzo di nuove tecnologie. In sostanza, l’azione sostiene la ricerca sul
campo di soluzioni produttive innovative, che impattino, ad esempio, sull’organizzazione
del lavoro, sul lay out degli impianti, sulle combinazioni delle materie prime, sulla
struttura organizzativa, ecc. tali da ottimizzare gi indicatori di efficienza e di efficacia
aziendali, senza richiedere investimenti in nuove tecnologie.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione provinciale di Crotone;
• Università e Centri di ricerca.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Associazioni e consorzi di imprese.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i
Beneficiari finali, la cui selezione avverrà a seguito di Manifestazioni d’interesse e di
verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. In via preliminare, i
Beneficiari finali saranno preferibilmente selezionati tra quelli localizzati sul territorio
regionale.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,
verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi
informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i
bando/i.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. In
tal senso, al/i bando/i saranno ammessi a partecipare solo imprese locali già costituite in
forme associative o consortili e/o con forme di partenariato create “ad hoc” (ATS, ATI). Al
termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti
ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,
la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità dell’attività di ricerca da sviluppare;
• Innovatività della proposta;
• Impatti sul fatturato;
• Impatti occupazionali a medio-lungo termine;
• Potenziale di sviluppo dei mercati serviti;
• Efficienza/efficacia delle soluzioni da sperimentare.
• Impatti di natura ambientale.
Nella domanda di ammissione, inoltre, dovrà già essere indicato il soggetto responsabile
delle attività di ricerca, la cui qualità, in termini di capacità di raggiungere i risultati
previsti, rappresenterà criterio fondamentale per l’ammissione della proposta.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine
tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono
superare l’importo massimo del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario
finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento
in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
2.2.a • Ricerca e sperimentazione in laboratorio; • Ricerca e sperimentazione sul campo.
2.2.b • Ricerca e sperimentazione sul campo.
Asse 2 – Innovazione Misura 2.3 – Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è attiva nei confronti dello sviluppo competitivo dell’offerta territoriale,
attraverso la valorizzazione di interventi di implementazione di nuovi strumenti, di natura
info-telematica e non, per la promozione e per la fruizione delle risorse territoriali. In
particolare, la misura persegue i seguenti obiettivi:
• Innovare le procedure e gli strumenti per la fruizione delle risorse del territorio;
• Realizzare piani di promozione verso l’esterno attraverso l’utilizzo di strumenti
innovativi;
• Dotare il territorio di nuovi strumenti tecnologici, il cui utilizzo possa essere
facilmente riproducibile in altri ambiti economici;
• Incrementare il livello di conoscenza tra i residenti delle opportunità di utilizzo di
nuovi strumenti tecnologici e non;
• Delineare un quadro conoscitivo di base per la gestione dell’innovazione in
ambito locale.
La misura è collegata con le misure dell’Asse 6, in quanto offre opportunità di sviluppo
innovative per gli strumenti di promozione/valorizzazione/fruizione attualmente utilizzati
dagli operatori e dagli Enti locali competenti per il turismo e i Beni Culturali. Gli interventi
presti, inoltre, sono collegati alla misura 5.4, in quanto supportano la nascita di network
in nuove forme di offerta turistica alternativa alla tradizionale offerta balneare.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura prevede lo sviluppo dei seguenti interventi:
Azione 2.3.a – Promozione delle risorse turistiche
L’azione sostiene l’attività specifica finalizzata ad incrementare l’utilizzo di strumenti
innovativi per la promozione delle risorse turistiche locali. L’innovazione potrà riguardare
sia gli strumenti di tipo tradizionale, sia gli strumenti che utilizzano nuove tecnologie
connesse al web, quali ad esempio la multimedialità.
L’attività prevista si estende alla promozione di tutte le risorse turisticamente vendibili e
dovrà essere realizzata tenendo presente la tipologia di risorsa da promuovere e il target
di riferimento. In particolare, gli interventi previsti riguardano:
• La progettazione e il testing di strumenti innovativi;
• L’implementazione di strumenti innovativi di tipo tradizionale e multimediale;
• La realizzazione di siti web totalmente interattivi.
Azione 2.3.b – Fruizione dei Beni culturali
L’azione è mirata allo sviluppo di strumenti innovativi finalizzati all’incremento della
fruibilità dei beni culturali del territorio. Si tratta, dunque, di realizzare interventi
direttamente sui beni culturali che si intendono valorizzare, a supporto di tutte le attività
promozionali previste nell’azione 2.3.a e nelle azioni dell’Asse 6. la tipologia di attività
previste riguarda anche in questo caso:
• La progettazione e il testing di strumenti innovativi;
• L’implementazione di strumenti innovativi di tipo tradizionale e multimediale;
• La realizzazione di siti web totalmente interattivi.
Gli interventi previsti impatteranno sia sull’accessibilità fisica, ad esempio in termini di
nuovi strumenti per particolari utenti, quali disabili, ciechi, neonati, ecc. sia sulla qualità
intrinseca del “prodotto” culturale, in termini di nuovi strumenti audiovisivi di
informazione, di nuovi strumenti multimediali per riproduzioni in 3D, ecc.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione provinciale di Crotone;
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese del settore informatico;
• Università e Centri di ricerca;
• Imprese turistiche, esclusi gli operatori della ricettività;
• Associazioni e consorzi di imprese turistiche, esclusi gli operatori della ricettività;
• Musei;
• Biblioteche;
• Altri operatori della cultura, in forma singola e/o associata.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’iter attuativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,
verranno elaborati competenti strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi
informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i
bando/i.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti
ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,
la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Innovatività della proposta;
• Tecnologia utilizzata;
• Impatti occupazionali e ambientali generati;
• Ricadute occupazionali per giovani e donne;
• Bacino di utenza interessato dagli interventi;
• Localizzazione degli interventi.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine
tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono
superare l’importo massimo del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e della funzionalità tecnica
delle soluzioni tecnologiche. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione che
determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali
verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con l’erogazione del saldo o la revoca e/o rimodulazione del
contributo concesso.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
2.3.a • Progettazione e studi; • Test degli strumenti; • Siti web; • Implementazione strumenti innovativi multimediali; • Implementazione strumenti innovativi di tipo
tradizionale.
2.3.b • Progettazione e studi; • Test degli strumenti; • Siti web; • Implementazione strumenti innovativi multimediali; • Implementazione strumenti innovativi di tipo
tradizionale.
Asse 3 – Integrazione Misura 3.1 – Operatori del Terzo Settore
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene l’integrazione tra gli operatori specializzati del Terzo Settore attraverso
il coordinamento settoriale e la corretta specifica degli ambiti di attività dei singoli. In
particolare, gli interventi saranno mirati a permettere un migliore coordinamento tra le
attività e i servizi erogati da ogni singolo operatore, per effetto dell’incremento del livello
di cooperazione tra gli operatori e/o del potenziamento delle reti relazionali già esistenti.
Tale maggiore collaborazione è, inoltre, finalizzata a:
• Specializzare l’offerta dei singoli operatori sulla base delle esigenze dei contesti
locali;
• Stabilire regole di accesso al partenariato;
• Diffondere una cultura della cooperazione quale elemento strategico per lo
sviluppo competitivo del settore.
Ulteriore elemento distintivo a cui le attività previste tendono è l’armonizzazione del
sistema di offerta, che dovrà essere organizzato in maniera da garantire l’erogazione di
particolari tipologie di servizi nelle aree di maggiore necessità e da massimizzare
l’efficienza e l’efficacia, evitando “duplicazioni” e “vuoti d’offerta”. Per tali ragioni, la
misura si integra con le azioni previste nelle misure 7.1 e 7.2, in quanto rappresenta uno
strumento operativo per l’organizzazione del settore in base alle criticità che
emergeranno nelle fasi di ricerca, e con la misura 7.8, che sostiene la creazione di marchi
territoriali per sistemi di offerta integrati.
Una prima fase operativa sarà realizzata attraverso le attività previste dai progetti pilota
finalizzati alla determinazione di standard di accesso alla cooperazione e all’integrazione
tra il settore pubblico e i privati, che l’Amministrazione Provinciale intende promuovere e
che supporteranno tutti gli interventi previsti dalla misura.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura prevede lo sviluppo di una sola linea di intervento finalizzata alla costruzione di
reti relazionali stabili e formalizzate tra gli operatori locali del Terzo Settore. Tale obiettivo
generale sarà perseguito attraverso un modello di interventi tipico della costruzione e
della gestione delle partnership, attraverso il quale, in sostanza, saranno selezionati gli
operatori, definiti ruoli, competenze e standard di accesso, identificati sistemi di
monitoraggio e controllo e stabiliti criteri per il trasferimento delle informazioni.
Gli strumenti utilizzati potranno consistere in tavoli permanenti di coordinamento,
protocolli d’intesa, riunioni, attività formative del personale finalizzate al coinvolgimento
intorno allo sviluppo della partnership e campagne promozionali delle reti locali attivate.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Associazioni di categoria del Terzo Settore.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Cooperative sociali;
• Imprese che a vario titolo operano nel Sociale;
• Professionisti che operano nel Sociale.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e le Associazioni di
categoria del Terzo Settore. In particolare, ai Beneficiari finali spetterà il compito di
organizzare la concertazione e l’integrazione territoriale, utilizzando tutti gli strumenti
ritenuti idonei e coerenti con gli obiettivi della misura.
In via preliminare, i Beneficiari finali dovranno dotarsi di un Piano Generale di
Coordinamento che stabilisca le regole di accesso alla cooperazione e la strategia
generale di intervento. A tale strumento sarà data ampia rilevanza presso gli operatori del
territorio, attraverso la realizzazione di specifici eventi e campagne promozionali.
In fase attuativa, infine, saranno determinati gli assetti organizzativi per la gestione del
partenariato locale, con la costituzione degli organi e la nomina dei rappresentanti dei
diversi attori sociali.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
3.1.a • Spese per Comitati di valutazione e monitoraggio; • Definizione standard di accesso; • Tavoli di concertazione; • Riunioni; • Formazione del personale sulle tematiche relative
alla gestione della partnership; • Nascita di Consorzi, Cooperative, ecc.; • Spese per la promozione delle reti locali.
Asse 3 – Integrazione Misura 3.2 – Balneare e Cultura
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
Gli interventi della misura sono finalizzati allo sviluppo della cooperazione tra operatori
specializzati nell’erogazione di servizi per lo sfruttamento della “risorsa mare” e operatori
della cultura, intesa quale elemento distintivo del territorio, in termini di beni artistici,
archeologici, enogastronomici, architettonici, ecc. Attraverso le azioni previste si intende,
in sostanza:
• Favorire uno sviluppo integrato delle risorse balneari e culturali;
• Ampliare la durata della stagione turistica oltre i tradizionali mesi estivi;
• Promuovere l’integrazione e la cooperazione nel settore turistico;
• Avviare un processo di riposizionamento dell’offerta turistica locale verso target di
utenza più variegati.
Saranno, dunque, possibili interventi nel campo dell’integrazione delle offerta attraverso
strumenti quali, ad esempio, l’acquisto di ticket unici per lidi balneari e beni culturali, la
stipula di convenzioni tra operatori per beneficiare di sconti particolari, la realizzazione di
campagne promozionali integrate, ecc.
La misura si integra con gli interventi previsti dalle misure 6.3 e 6.4 poiché impatta
direttamente sull’organizzazione del settore turistico e, di conseguenza, sulla nascita di
nuove attività imprenditoriali “di supporto” e sulla valorizzazione del patrimonio culturale.
La misura, ancora, è collegata con gli interventi della misura 7.8, in quanto costruisce
sistemi di offerta integrati che possono richiedere la commercializzazione sotto un unico
marchio. Gli interventi previsti, inoltre, saranno realizzati facendo specifico riferimento ai
risultati, parziali e finali, che il progetto pilota sull’integrazione tra i soggetti pubblici e i
privati otterrà nel corso della sua realizzazione.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola in due linee di intervento di seguito descritte:
Azione 3.2.a – Pacchetti di servizi
L’azione è finalizzata alla costruzione di pacchetti di servizi integrati che permettano
all’offerta turistica balneare e culturale locale di competere con un sistema di prodotto
maggiormente orientato alla valorizzazione sinergica delle risorse di “eccellenza”. La
costruzione di pacchetti di servizi prevede lo sviluppo delle seguenti attività:
• Selezione degli operatori;
• Determinazione di standard di qualità e organizzativi finalizzati al potenziamento
degli operatori nei network già esistenti;
• Programmazione delle politiche di marketing per la gestione della rete;
• Integrazione organizzativa degli operatori coinvolti, anche attraverso la
predisposizione di sistemi informatici integrati.
Azione 3.2.b – Sistemi di promozione
L’azione prevede lo sviluppo di interventi mirati alla promozione dei pacchetti di offerta
attivati e/o già esistenti. In particolare, sarà possibile svolgere le attività strettamente
inerenti all’utilizzo di strumenti promozionali, ossia:
• Pubblicità su mass media;
• Siti web;
• Strumenti promozionali (brochure, manifesti, cartelloni, ecc.);
• Partecipazione e organizzazione di eventi a tema (workshop, fiere di settore,
educational, visite studio per tour operator, ecc.).
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Associazioni di categoria degli operatori balneari e culturali.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Associazioni e Consorzi di imprese, al cui interno siano presenti almeno tre delle
seguenti tipologie di operatori:
o Ricettività turistica (alberghiera ed extralberghiera);
o Ristorazione;
o Lidi balneari;
o Guide turistiche;
o Musei;
o Siti archeologici;
o Vettori di trasporto;
o Associazioni Pro Loco;
o Agenzie di viaggio e/o Tour Operator;
o Altre imprese che operano nei comparti turistici del balneare e della
cultura.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e le Associazioni di
categoria degli operatori del balneare e del comparto culturale. L’iter amministrativo per
la realizzazione delle attività previste è composto dalle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi e selezione
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara, dei quali sarà
data ampia rilevanza sul territorio attraverso campagne informative specifiche e appositi
servizi di help desk per i proponenti. La fase istruttoria delle domande, a cura di
un’apposita Commissione nominata dai Beneficiari finali, consisterà in una preliminare
verifica di ammissibilità (soggetti proponenti, documentazione amministrativa, allegati
richiesti dal bando) e nella procedura di selezione vera e propria, nel corso della quale
saranno valutate le domande in base ai seguenti criteri di priorità:
Per l’azione 3.2.a:
• Qualità del partenariato richiedente;
• Impatti occupazionali generati dal network;
• Mercato potenziale;
• Tipologia dei pacchetti integrati proposti;
• Potenziale di sviluppo del network a livello locale;
• Localizzazione degli interventi.
Per l’azione 3.2.b:
• Qualità del partenariato richiedente;
• Piano di comunicazione proposto;
• Mercati obiettivo;
• Potenziale di flussi turistici attivabili;
• Accordi commerciali esistenti.
Al termine sarà pubblicata la graduatoria con l’indicazione dei soggetti ammessi e del
contributo concesso ad ognuno, dando comunicazione agli esclusi delle cause di
esclusione.
Fase 2 – Realizzazione degli interventi
La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi. In tale fase sarà anche costituito un
Comitato di Monitoraggio con funzioni di indirizzo e controllo delle attività, attraverso la
predisposizione di specifici indicatori e di format per relazionare sullo svolgimento delle
attività.
Fase 3 – Rendiconto e conclusione
L’iter si concluderà con il rendiconto finale della spesa e con l’erogazione del saldo o la
revoca/rimodulazione del finanziamento accordato.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
3.2.a • Spese per Comitati di valutazione e monitoraggio; • Definizione standard di accesso; • Tavoli di concertazione; • Riunioni; • Spese per la stipula di accordi commerciali; • Spese per integrazione di sistemi informatici; • Piani di marketing.
3.2.b • Acquisto spazi pubblicitari sui media; • Progettazione, pubblicazione e manutenzione di
siti web; • Progettazione, realizzazione e diffusione di
materiale promozionale (brochure, cataloghi, manifesti, ecc.)
• Organizzazione eventi a tema (workshop, educationals, ecc.);
• Partecipazione a fiere di settore; • Spese per contatti con tour operator (viaggi,
distribuzione cataloghi, ecc.); • Spese per assunzione di testimonial.
Asse 3 – Integrazione Misura 3.3 – Produzioni artigianali
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è dedicata alla realizzazione di interventi finalizzati alla promozione delle
attività artigianali e alla loro integrazione con il sistema economico locale, soprattutto con
le attività del settore turistico. Priorità di intervento sarà data a quelle iniziative
focalizzate anche sul trasferimento e la diffusione del know-how artigiano nelle produzioni
tipiche del territorio. Gli obiettivi specifici della misura sono:
• Promuovere lo sviluppo delle attività artigianali;
• Consolidare e potenziare il know-how tecnico-produttivo delle attività artigianali
presso la popolazione locale;
• Sviluppare accordi di cooperazione tra il settore artigiano e gli altri settori
produttivi.
L’integrazione sarà perseguita non solo con operatori di altri settori, ma anche tra gli
stessi artigiani, nell’ottica di sviluppare un sistema di offerta integrato e caratterizzato
dalla promozione dell’artigianato locale. La misura, pertanto, è collegata con gli interventi
previsti dalla misura 7.8, in quanto lo sviluppo di marchi locali rappresenta uno degli
elementi critici in grado di incrementare le performances economiche settoriali.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura prevede lo sviluppo dei seguenti interventi:
Azione 3.3.a – Integrazione con l’offerta turistica
Gli interventi sono finalizzati all’inserimento delle produzioni artigianali all’interno del
prodotto turistico locale e dei programmi di viaggio che si effettuano sul territorio. Sarà
possibile, in sostanza, raccordare le attività tipiche dell’artigianato con le imprese che più
direttamente si occupano di incoming territoriale, vale a dire le imprese della ricettività
turistica, sia alberghiera sia extralberghiera. Tale raccordo potrà effettuarsi sotto diverse
forme, quali, ad esempio:
• Acquisti scontati in negozi convenzionati;
• Inserimento di laboratori artigiani negli itinerari turistici;
• Distribuzione di materiale promozionale delle imprese artigiane nelle strutture
ricettive.
Azione 3.3.b – Valorizzazione del know-how
L’azione è dedicata alla valorizzazione dei “saperi” artigiani del territorio attraverso le
seguenti tipologie di interventi:
• Promozione della formazione on the job per il potenziamento della manodopera
specializzata;
• Realizzazione di manifestazioni d’interessi per il coinvolgimento dei giovani
artigiani sulle tematiche del “fare impresa”;
• Campagne di sensibilizzazione sul valore e le opportunità offerte dall’artigianato;
• Educational sulle tradizioni artigiane locali.
L’azione intende, in sostanza, da un lato stimolare la nascita di nuove iniziative
imprenditoriali tra i giovani che esercitano già attività artigianali; dall’altro, promuovere lo
sviluppo del settore attraverso specifiche campagne di diffusione che facciano avvicinare
un numero crescente di persone alle produzioni artigianali.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Associazioni di categoria degli artigiani e degli operatori turistici.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese artigiane, in forma singola o associata;
• Imprese della ricettività turistica, alberghiera ed extralberghiera;
• Imprese della ristorazione;
• Consorzi e Associazioni di imprese artigiane e imprese turistiche;
• Per l’azione 3.3.b: Imprese della comunicazione e pubblicità; Comuni e altri Enti
Locali.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e le Associazioni di
categoria degli artigiani e degli operatori turistici. L’iter amministrativo per la realizzazione
delle attività previste è composto dalle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi e selezione
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara, dei quali sarà
data ampia rilevanza sul territorio attraverso campagne informative specifiche e appositi
servizi di help desk per i proponenti. La fase istruttoria delle domande, a cura di
un’apposita Commissione nominata dai Beneficiari finali, consisterà in una preliminare
verifica di ammissibilità (soggetti proponenti, documentazione amministrativa, allegati
richiesti dal bando) e nella procedura di selezione vera e propria. Per la selezione delle
domande saranno tenuti presenti i seguenti criteri di priorità:
Per l’azione 3.3.a:
• Qualità del soggetto proponente;
• Impatti occupazionali generati dal network;
• Potenziale di sviluppo del network a livello locale;
• Esistenza di accordi preliminari finalizzati alla nascita di reti formali;
• Localizzazione degli interventi.
Per l’azione 3.3.b:
• Qualità del soggetto proponente;
• Piano di comunicazione proposto;
• Aree di intervento locale;
• Potenziale di nuove iniziative imprenditoriali attivabili;
Al termine sarà pubblicata la graduatoria con l’indicazione dei soggetti ammessi e del
contributo concesso ad ognuno, dando comunicazione agli esclusi delle cause di
esclusione.
Fase 2 – Realizzazione degli interventi
La fase di realizzazione degli interventi consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi. In tale fase sarà anche costituito un
Comitato di Monitoraggio con funzioni di indirizzo e controllo delle attività, attraverso la
predisposizione di specifici indicatori e di format per relazionare sullo svolgimento delle
attività.
Fase 3 – Rendiconto e conclusione
L’iter si concluderà con il rendiconto finale della spesa e con l’erogazione del saldo o la
revoca/rimodulazione del finanziamento accordato.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
3.3.a • Spese per Comitati di valutazione e monitoraggio; • Definizione standard di accesso; • Tavoli di concertazione; • Riunioni; • Nascita di Consorzi, Cooperative, ecc.; • Stipula di convenzioni per acquisti in promozione; • Spese per la pubblicizzazione dei network locali.
3.3.b • Formazione continua on the job; • Manifestazioni d’interessi per giovani imprenditori
artigiani; • Eventi promozionali (fiere, workshop,
educationals, ecc.); • Realizzazione campagne di sensibilizzazione.
Asse 4 – Lavoro Misura 4.1 - Accessibilità
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
L’obiettivo generale della misura è l’incremento delle opportunità di accesso al mercato
del lavoro, sia in termini di accessibilità fisica ai luoghi di lavoro, sia in termini di nuove
opportunità lavorative, anche per particolari categorie di persone con problemi di
inserimento lavorativo e sociale.
Per tali ragioni, la misura persegue anche i seguenti obiettivi specifici:
• Garantire pari opportunità di accesso al mercato del lavoro;
• Stimolare la crescita di conoscenze specifiche in particolari ambiti lavorativi;
• Attivare iniziative per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di
lavoro;
• Incrementare le opportunità di lavoro flessibile e l’autoimprenditorialità.
Le iniziative previste avranno un primo momento di sperimentazione attraverso la
realizzazione di un progetto pilota relativo alla promozione dell’occupazione femminile,
che rappresenterà base fondamentale per la successiva progettualità esecutiva in tema di
Pari Opportunità.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola in una sola azione che persegue gli obiettivi generali e specifici già
descritti. L’azione verrà attuata attraverso la realizzazione di attività specifiche indirizzate
alle categorie di persone a maggior rischio di esclusione dal mercato del lavoro. In
particolare, gli interventi previsti riguardano:
• L’organizzazione di corsi di formazione gratuiti per tossicodipendenti, per
immigrati e per giovani di famiglie disagiate;
• L’organizzazione di corsi di formazione gratuiti per aspiranti giovani imprenditori
sulle tematiche dell’organizzazione e della gestione di un’attività d’impresa;
• L’organizzazione di stage aperti ai partecipanti dei corsi presso organizzazioni
pubbliche e/o private operanti sul territorio provinciale;
• La realizzazione di attività progettuali finalizzate all’identificazione di interventi nel
campo della maggiore accessibilità al mercato del lavoro;
• La realizzazione di attività promozionali mirate alla diffusione delle problematiche
legate all’accessibilità al mercato del lavoro.
Le attività corsuali saranno propedeutiche alla realizzazione di studi e ricerche sui
potenziali ambiti di lavoro nei quali risulta più semplice l’integrazione e lo sbocco
professionale per le particolari categorie di persone alle quali gli interventi sono
indirizzati.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale - Centri per l’Impiego;
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Società di ricerca e pubblicità;
• Imprese della formazione professionale;
• Associazioni di categoria;
• Comuni;
• SER.T;
• Associazioni no profit.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, che l’attuerà di concerto con i
due Centri per l’Impiego presenti nel territorio attraverso uno o più bandi di gara. A tal
fine, sarà organizzato un tavolo permanente di coordinamento tra le strutture
dell’Amministrazione coinvolte, al fine di indirizzare l’attività attuativa verso quella
tipologia di interventi ritenuti, di volta in volta, coerenti agli obiettivi generali della misura.
Le procedure amministrative di attuazione saranno sviluppate secondo le seguenti fasi.
Fase 1 – Attività propedeutiche
In questa fase saranno realizzati studi e ricerche finalizzati all’individuazione dei percorsi
professionali più idonei all’ingresso nel mercato del lavoro per i soggetti con problemi
sociali e di strumenti flessibili da poter sperimentare per incrementare le occasioni di
lavoro. Per tale tipologia di attività l’Amministrazione Provinciale potrà servirsi da soggetti
esterni, da individuare e selezionare attraverso procedure di evidenza pubblica, con i
quali saranno sottoscritte apposite convenzioni e/o contratti di fornitura di servizi.
In tale fase rientrano anche le attività connesse alla definizione di dettaglio delle
procedure di attuazione della misura, all’informazione preliminare, alla promozione e
all’animazione sul territorio, da effettuarsi anche attraverso la rete di sportelli dei Centri
per l’Impiego, e alla definizione delle linee guida per la predisposizione dei bandi.
Fase 2 – Bandi e selezione
In questa fase si svolgeranno le attività preparatorie del/i bando/i di gara, quale la
stesura, l’approvazione e la pubblicazione, le attività di pubblicizzazione degli interventi
previsti e di assistenza tecnica ai soggetti proponenti e si darà avvio all’istruttoria delle
domande presentate.
Tale fase istruttoria consisterà in un’attività preliminare di verifica di ammissibilità delle
domande rispetto al soggetto proponente, alla documentazione allegata e al rispetto dei
requisiti formali previsti dal/i bando/i. Successivamente si procederà alla selezione delle
domande ammissibili e alla quantificazione dei contributi concessi, pubblicando la
graduatoria e dandone comunicazione ai soggetti ammessi. Saranno privilegiate le
proposte progettuali in grado di dimostrare concreti impatti nei seguenti ambiti di
priorità:
• Pari opportunità di accesso al mercato del lavoro;
• Sviluppo di figure professionali specializzate tra soggetti con problemi sociali;
• Rapporto costi/figure professionali create;
• Coerenza delle figure professionali rispetto alle esigenze delle organizzazioni
locali;
• Qualità dei contenuti formativi proposti.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
L’attuazione delle operazioni da parte dei soggetti ammessi a finanziamento dovrà
avvenire secondo il seguente schema:
• Presentazione del progetto esecutivo e degli allegati richiesti nella delibera di
concessione del contributo;
• Avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;
• Verifica per stadi di avanzamento lavori e relative erogazioni.
Per l’attività di monitoraggio dei progetti sarà nominata un’apposita Commissione, la
quale avrà il compito di determinare tempi e modalità del monitoraggio, predisponendo la
modulistica da utilizzare. Criterio generale per l’attuazione del controllo sarà quello della
preliminare verifica dei contenuti del materiale didattico proposto e degli stage formativi
(ove previsto).
Fase 4 – Conclusione e chiusura delle operazioni
I progetti si concluderanno con le verifica finale della coerenza delle attività realizzate e
del piano dei costi rispetto al piano di lavoro approvato. A tal fine sarà anche controllata
la modulistica utilizzata per il monitoraggio per l’erogazione del saldo e/o l’eventuale
revoca o riduzione del finanziamento accordato.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
4.1.a • Ricerche tematiche; • Progettazione esecutiva di interventi nel campo
dell’accessibilità al mercato del lavoro; • Progettazione moduli formativi; • Fitti di locali e attrezzature per corsi di
formazione; • Organizzazione di stage presso aziende o Enti; • Attività promozionali (campagne pubblicitarie,
realizzazione materiale promozionale, ecc.); • Organizzazione eventi (seminari, convegni,
dibattiti, ecc.).
Asse 4 – Lavoro Misura 4.2 – Incontro domanda/offerta di lavoro
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è incentrata sul potenziamento delle occasioni di incontro diretto tra la
domanda e l’offerta di lavoro, attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali e innovativi
predisposti “ad hoc”. Gli obiettivi specifici che la misura persegue sono:
• Facilitare i processi di selezione del personale da parte delle imprese locali;
• Ampliare le opportunità di lavoro per i disoccupati crotonesi;
• Rendere più coerenti le offerte di lavoro con i reali profili professionali dei
candidati.
Per facilitare i processi di avvicinamento delle imprese ai lavoratori si ritiene, in sostanza,
necessario creare spazi, fisici e virtuali, nei quali gli scambi di informazioni siano costanti
e permettano di individuare e/o sperimentare nuovi strumenti di reclutamento del
personale, trasferire ai lavoratori notizie di carattere generale sulle aziende, l’ambito di
attività, il modello organizzativo, le proposte di lavoro, ecc.
L’attivazione della misura richiederà l’utilizzo, tra l’altro, di strumenti info-telematici via
web, dei quali l’Amministrazione provinciale dovrà dotarsi in fase iniziale.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola nelle seguenti azioni:
Azione 4.2.a – Marketplace domanda/offerta di lavoro
L’azione supporta il raggiungimento degli obiettivi generali della misura attraverso la
realizzazione di luoghi, fisici e/o virtuali, all’interno dei quali possa effettivamente aversi
l’incontro e lo scambio di informazioni tra la domanda e l’offerta di lavoro. Le attività
dovranno svolgersi con il coordinamento e l’affiancamento dei Centri per l’Impiego
provinciali, i quali potranno anche fornire sedi e strutture per l’erogazione dei servizi
previsti. Gli interventi da realizzare potranno, dunque, riferirsi a:
• Implementazione di un portale web specifico per il marketplace domanda/offerta
di lavoro;
• Realizzazione di studi per l’identificazione degli elementi rilevanti da considerare
per la realizzazione del portale e degli altri strumenti di marketplace;
• Attivazione di servizi diretti presso i Centri per l’Impiego (sale riunioni, agenda
incontri, preselezione candidati, ecc.);
• Realizzazione attività formative dirette al personale dei Centri per l’Impiego sui
nuovi servizi da attivare;
• Promozione degli strumenti e delle iniziative attivate per il potenziamento delle
occasioni di incontro diretto tra la domanda e l’offerta di lavoro attraverso
specifici eventi e/o campagne pubblicitarie.
Azione 4.2.b – Strumenti innovativi
L’azione è finalizzata all’implementazione di strumenti innovativi finalizzati a facilitare il
reclutamento di personale da parte delle aziende e il contatto diretto con le stesse da
parte dei potenziali lavoratori. L’obiettivo specifico sarà perseguito attraverso l’utilizzo di
nuovi strumenti, dei quali sarà testata l’efficacia nelle fasi iniziali, del tipo:
• Telefoni cellulari solo riceventi per contattare direttamente i potenziali lavoratori;
• Invio di sms personali su telefoni cellulari privati e/o di messaggi di posta
elettronica per segnalare le offerte di lavoro coerenti al profilo professionale e
alle competenze dei potenziali lavoratori;
• Invio di sms e/o messaggi di posta elettronica alle aziende per segnalare la
disponibilità lavorativa di risorse umane con competenze idonee a svolgere le
mansioni ricercate;
• Concorsi di idee aperti ai privati promossi dalle aziende, al fine di selezionare le
risorse umane che abbiano proposto le soluzioni più interessanti rispetto
all’oggetto del concorso.
Nell’ambito dell’azione sarà, tuttavia, possibile proporre, da parte dell’Amministrazione
provinciale e degli altri attori locali, e attivare altri strumenti, purché coerenti con gli
obiettivi generali e specifici della misura
Gli interventi previsti saranno comunque realizzati attraverso la partecipazione dei Centri
per l’Impiego, ai quali spetterà il compito di implementare gli strumenti ed erogare i
servizi informativi richiesti.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale - Centri per l’Impiego provinciali.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Società di ricerca e pubblicità;
• Imprese del settore informatico;
• Associazioni di categoria;
• Imprese;
• Associazioni e Consorzi di imprese.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale, che l’attuerà di concerto con i
due Centri per l’Impiego presenti nel territorio attraverso uno o più bandi di gara. A tal
fine, sarà organizzato un tavolo permanente di coordinamento tra le strutture
dell’Amministrazione coinvolte, al fine di indirizzare l’attività attuativa verso quella
tipologia di interventi ritenuti, di volta in volta, coerenti agli obiettivi generali della misura.
Le procedure amministrative di attuazione saranno sviluppate secondo le seguenti fasi.
Fase 1 – Attività propedeutiche
La fase è relativa allo sviluppo delle attività preliminari all’attuazione degli interventi. In
particolare, saranno selezionati dall’Amministrazione Provinciale, attraverso procedure di
evidenza pubblica, soggetti privati da incaricare per le attività di studio e ricerca relative
all’individuazione dei bisogni della domanda e dell’offerta di lavoro per settori economici
e/o caratteri demografici e sociali. Tali attività di studio saranno fondamentali per
indirizzare l’attività amministrativa successiva e individuare eventuali ulteriori tematiche
sulle quali attuare la misura.
Fase 2 – Bando e selezione
In questa fase si procederà alla predisposizione dei bandi di gara, alla loro approvazione
e pubblicazione, e a tutte le attività di comunicazione/assistenza necessarie a fornire una
diffusione generalizzata e un supporto informativo a tutti i soggetti proponenti.
Nei diversi bandi saranno contenute tutte le informazioni relative alle modalità, ai tempi
di consegna, al contenuto tecnico e ai criteri di selezione delle domande. In termini
generali, saranno privilegiate le domande con i maggiori impatti nei seguenti ambiti:
• Contatto diretto tra domanda e offerta di lavoro;
• Innovatività della proposta;
• Tasso di occupazione generale;
• Tasso di occupazione giovanile e femminile;
• Strumenti di lavoro flessibili.
La selezione delle proposte pervenute avverrà per mezzo di apposita Commissione
nominata dall’Amministrazione Provinciale, che vaglierà le domande in base ai criteri di
ammissibilità, di coerenza alle finalità del bando e di qualità del soggetto proponente,
stilando la graduatoria, con indicazione delle domande ammesse e del finanziamento
concesso.
Fase 3 – Realizzazione interventi e controllo
L’attuazione delle operazioni da parte dei soggetti ammessi a finanziamento dovrà
avvenire secondo il seguente schema:
• Presentazione del progetto esecutivo e degli allegati richiesti nella delibera di
concessione del contributo;
• Avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;
• Verifica per stadi di avanzamento lavori e relative erogazioni.
Per l’attività di monitoraggio dei progetti sarà nominata un’apposita Commissione, la
quale avrà il compito di determinare tempi e modalità del monitoraggio, predisponendo la
modulistica da utilizzare e definendo un sistema di indicatori coerenti con gli obiettivi
prefissati dal bando. La Commissione dovrà , inoltre, evidenziare in corso d’opera
eventuali difformità nelle attività e nelle metodologie utilizzate, indicando le modalità di
riallineamento del progetto, secondo piani di lavoro concordati nelle di aderse fasi
operative.
Fase 4 –Rendiconto e conclusione
In questa fase si svolgeranno le attività conclusive di controllo di tutti gli elaborati e le
relazioni prodotte nel corso della realizzazione dei progetti, oltre che delle relazioni
conclusive per la verifica delle metodologie attuative utilizzate e dei risultati raggiunti.
Sarà, inoltre, verificata la spesa ed erogato il saldo e/o revocato il finanziamento, con
conseguente svincolo delle eventuali fideiussioni versate.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
4.2.a • Studi e ricerche sulla domanda e l’offerta di lavoro;
• Creazione portale web; • Aggiornamento e manutenzione portale web; • Fitto sale riunioni; • Formazione del personale dei CpI; • Progettazione e realizzazione software integrati; • Spese per attività promozionali.
4.2.b • Acquisto di telefoni cellulari solo riceventi; • Realizzazione di concorsi di idee; • Costruzione di banche dati informatiche; • Progettazione e studi; • Qualsiasi altra spesa funzionale alla realizzazione
di strumenti innovativi per l’incontro domanda/offerta di lavoro.
Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.1 – Nuove imprese nel Terzo Settore
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene azioni di ampliamento dell’offerta specializzata nel Terzo Settore,
attraverso un insieme di interventi finalizzati a:
• Incrementare il numero di operatori specializzati nel Terzo Settore;
• Promuovere uno sviluppo capillare sul territorio dei servizi alla persona;
• Sviluppare iniziative innovative nel campo dei servizi alla persona;
• Ampliare la base di utenti che fruiscono dai servizi.
Il conseguimento di tali obiettivi richiede la realizzazione di attività specifiche per lo
sviluppo di progetti, in ambito privato, che siano in grado di ampliare il numero di
operatori presenti, innescare processi innovativi nelle modalità di erogazione dei servizi
attualmente già offerti e introdurre servizi totalmente innovativi. In particolare, la misura
intende sviluppare il sistema d’offerta del Terzo Settore partendo da una maggiore facilità
di accesso ai servizi, per effetto dello sviluppo capillare su tutto il territorio, e dalla
realizzazione di progetti innovativi in grado anche di estendere l’attuale utenza potenziale
verso target attualmente non serviti.
La misura si svilupperà sinergicamente con le attività del progetto pilota sullo sviluppo di
nuovi servizi nel Terzo Settore, che individuerà e avvierà la sperimentazione di nuove
tipologie di servizi, che rappresenteranno la base su cui indirizzare gli interventi di
potenziamento dell’offerta di settore.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola nelle due azioni descritte nel seguito:
Azione 5.1.a – Ampliamento degli operatori specializzati
L’azione prevede interventi finalizzati alla crescita del numero di operatori specializzati
nell’erogazione di servizi alla persona. Si intendono realizzare politiche integrate per
abbattere i costi di avviamento dell’attività imprenditoriale, anche attraverso
l’individuazione di strutture del patrimonio pubblico, provinciale o comunale, da destinare
a sede di imprese specializzate nel sociale.
Le iniziative previste si integrano con le attività della misura 7.9, che prevede l’assistenza
tecnica, da parte di strutture convenzionate con l’Amministrazione provinciale, per la
gestione delle fasi di start-up aziendale.
Azione 5.1.b – Sviluppo dell’offerta di servizi
L’azione sostiene lo sviluppo dell’offerta di servizi, intesa quale innovazione nelle modalità
di erogazione dei servizi e/o implementazione di servizi totalmente innovativi. A tale
scopo, è possibile realizzare interventi nel campo:
• Dell’analisi di benchmarking su tipologie di servizi innovativi implementati con
successo in altri contesti locali;
• Della promozione/divulgazione dei nuovi servizi a livello locale;
• Della sperimentazione preliminare di nuovi servizi prima della messa in opera.
Per progetti particolarmente innovativi e strategici, inoltre, sarà anche possibile la
concessione di contributi per il funzionamento del sistema nel 1° anno di attività.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Associazioni di categoria del Terzo Settore;
• Per l’azione 5.1.b: Comuni e altri Enti Locali.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Cooperative sociali;
• Imprese operanti nel Terzo Settore;
• Consorzi e Associazioni di imprese operanti nel Terzo Settore;
• Società operanti nel campo delle ricerche di mercato.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura sarà attuata di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i Beneficiari finali
individuati attraverso la realizzazione delle quattro fasi descritte nel seguito.
Fase 1 – Attività preliminari
Studi e ricerche di benchmarking e di mappatura delle risorse del patrimonio pubblico da
poter destinare ai servizi del Terzo Settore. Eventuale identificazione di soggetti terzi, da
selezionare tramite procedure di evidenza pubblica ai sensi della normativa vigente, co-
responsabili dell’attuazione della misura in particolare per le attività di selezione dei
progetti, verifica degli stadi di avanzamento e controllo finale sul rendiconto della spesa.
Fase 2 – Selezione dei progetti
La selezione dei progetti avverrà attraverso uno o più bandi di gara, il cui oggetto
specifico sarà determinato sulla base delle risultanze emerse dalle attività di studio e
ricerca preliminari. Ai bandi realizzati sarà dato ampio risalto utilizzando servizi di help
desk, strumenti di comunicazione tradizionale e informatica e campagne pubblicitarie. I
progetti saranno selezionati utilizzando i seguenti criteri di priorità:
Azione 5.1.a:
• Innovatività delle proposte progettuali;
• Valorizzazione di strutture del patrimonio pubblico;
• Impatto occupazionale;
• Compatibilità ambientale;
• Bacino di utenza potenziale da servire;
• Capacità di sviluppo di networks di offerta a livello locale;
• Rilevanza della componente giovanile e femminile nella compagine sociale del
proponente.
Azione 5.1.b:
• Coerenza dell’offerta alle esigenze della domanda;
• Bacino di utenza potenziale;
• Innovatività della proposta;
• Modalità di implementazione del servizio al termine della fase di sperimentazione;
• Modalità di trasferimento dell’innovazione e di coinvolgimento del territorio;
• Localizzazione dell’iniziativa (preferibilmente nelle aree con gap di offerta rispetto
alla domanda potenziale)
La selezione delle proposte viene effettuata da una Commissione di valutazione nominata
dall’Amministrazione Provinciale. L’Amministrazione Provinciale approva l’elenco delle
imprese ammesse alle agevolazioni e l’elenco delle imprese la cui richiesta è risultata
inammissibile indicandone i motivi e provvede, inoltre, alla pubblicazione delle
graduatorie nelle modalità previste dalle Leggi vigenti.
I soggetti non ammessi possono presentare eventuali ricorsi e controdeduzioni, i cui
termini saranno fissati nel/i bando/i, sulle quali l’Amministrazione Provinciale si esprime
approvando la graduatoria definitiva e notificando agli interessati i relativi provvedimenti
di concessione delle agevolazioni.
Fase 3 – Attuazione e monitoraggio
La realizzazione delle attività inizierà con l’approvazione, da parte dell’Amministrazione
Provinciale o di altro beneficiario finale individuato, del piano esecutivo del progetto, che
deve contenere specifico dettaglio dei tempi, dei costi analitici, delle attività previste, del
sistema di monitoraggio, delle persone responsabili e dei risultati/output del progetto.
Durante lo svolgimento delle attività sarà erogato, in quote, il contributo concesso e
svolta tutta l’attività di monitoraggio e controllo in itinere sulla rispondenza degli
interventi operativi al progetto esecutivo approvato. Sarà anche possibile svolgere attività
di assistenza tecnica e tutoraggio ai soggetti destinatari, direttamente
dall’Amministrazione Provinciale o da altri soggetti selezionati attraverso procedure di
evidenza pubblica.
Fase 4 – Conclusione e rendiconto
Erogazione del saldo (o revoca del contributo) e svincolo di eventuali fideiussioni, attività
amministrative e di “reporting” connesse con la conclusione dei progetti, predisposizione
della relazione finale di rendiconto, certificazione della spesa effettuata e conclusione
dell’azione.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
5.1.a • Assistenza tecnica; • Assegnazione strutture pubbliche per servizi
sociali; • Piani di promozione integrata dei servizi;
5.1.b • Analisi di benchmarking; • Test di nuovi servizi; • Contributi per il 1°anno di attività; • Spese per il trasferimento dell’innovazione a livello
locale; • Piani di promozione integrata dei servizi;
Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.2 – Nuove forme di turismo
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è attiva per lo sviluppo di forme di fruizione turistica del territorio provinciale
diverse dalla tradizionale offerta balneare. Coerentemente alle principali risorse
territoriali, la misura prevede interventi nell’ambito di tre nuove forme di turismo:
sportivo, congressuale, naturalistico-ambientale. Attraverso la valorizzazione di tali nuove
forme di offerta turistica, la misura persegue alcuni importanti obiettivi strategici:
• Ampliare il target di utenti turistici del territorio;
• Attivare processi di destagionalizzazione dei flussi turistici in ingresso;
• Incrementare il numero di arrivi turistici nel territorio;
• Dotare il territorio di strutture e servizi fruibili in tutto l’anno anche dai cittadini;
• Promuovere lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nel settore turistico.
La misura funge da “collettore” fondamentale per gli interventi previsti all’interno
dell’Asse 6 “Qualificazione dell’offerta”, in quanto serve a dotare il territorio delle
infrastrutture e del sistema di servizi di supporto strategici per la costruzione di
“pacchetti” di offerta integrati di tali nuove forme di turismo.
Gli interventi da realizzare, inoltre, potranno essere progettati, in fase esecutiva,
considerando i risultati del progetto pilota che l’Amministrazione Provinciale realizzerà
sullo sviluppo del sistema dei trasporti, che costituiscono elemento primario per drenare
flussi turistici dalle coste alle altre aree del territorio e favorire una fruizione integrata
delle risorse.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura è composta da tre azioni, la cui descrizione è riportata nel seguito:
Azione 5.2.a – Turismo sportivo
L’azione prevede la realizzazione di interventi di potenziamento dell’offerta di servizi e
strutture per lo sport, finalizzati all’attrazione di flussi turistici. Le tipologia di interventi
realizzabili sono dunque, coerentemente alla strategia generale del Piano, di incentivo alla
nascita di iniziative imprenditoriali nel campo dello sport, attraverso azioni di sistema,
quali ad esempio l’assegnazione di strutture e/o di spazi da adibire alla pratica dello
sport, organizzazione di eventi sportivi, la stipula di accordi con Tour operator e agenzie
di viaggi.
Lo sviluppo operativo dell’azione avverrà di concerto con gli Enti Locali proprietari di
strutture utili alla destinazione sportiva.
Azione 5.2.b – Turismo congressuale
L’azione prevede interventi mirati alla crescita dell’attività congressuale nel territorio
provinciale, intesa non soltanto in termini di numero di eventi organizzati, ma soprattutto
quale sintesi di un processo di costruzione di reti d’offerta che sappiano, nell’ambito degli
eventi organizzati, ampliare la permanenza dei partecipanti e la loro possibilità di
fruizione delle risorse territoriali.
A tal fine, le tipologie di operazioni previste riguardano:
• La stipula di accordi e convenzioni con altre imprese turistiche del territorio,
ricettive e non;
• La promozione dell’offerta mediante la realizzazione di materiale promozionale;
• L’organizzazione di eventi congressuali di più giorni con visite del territorio;
• La stipula di accordi commerciali con PCO e tour operator.
Azione 5.2.c – Turismo naturalistico-ambientale
L’azione è finalizzata alla realizzazione di interventi per lo sviluppo di un’offerta di turismo
naturalistico-ambientale che possa fungere da fattore di attrazione primario del territorio
e attivare un numero significativo di arrivi turistici. Sono, dunque, previsti interrventi di
valorizzazione e promozione del patrimonio naturalistico-ambientale attraverso:
• Individuazione di strutture da adibire a usi diversi, quali rifugi e casolari;
• Manutenzione e recupero sentieri;
• Organizzazione di eventi a carattere ambientale (corsi di educazione ambientale,
mostre fotografiche, seminari, ecc.);
• Realizzazione di materiale promozionale sulle risorse ambientali locali;
• Stipula di accordi con Parchi naturali, tour operator e altre imprese turistiche del
territorio e non.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• APT;
• PIT;
• Per l’azione 5.2.b: PCO;
• Per l’azione 5.2.c: Comunità Montane
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Strutture congressuali;
• Guide turistiche;
• Tour operator e agenzie di viaggio;
• Imprese di servizi turistici;
• Associazioni sportive;
• Associazioni naturalistiche.
• Ogni altra impresa o associazione che opera nel campo sportivo, congressuale e
ambientale.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’attuazione della misura sarà supportata da uno staff di assistenza per la predisposizione
degli atti che sostanziano le procedure di attuazione. In linea generale, la procedura
attuativa prevede le seguenti fasi principali:
Fase 1 – Attività preparatorie
In questa fase l’Amministrazione Provinciale svolgerà attività informativa e di
pubblicizzazione rivolta sia ai soggetti beneficiari sia a tutti gli attori locali del territorio,
attraverso la pubblicizzazione delle linee guida per l’attuazione delle azioni previste, la
presentazione di manifestazioni d’interesse (eventuale), la pubblicazione dei bandi di
gara.
Fase 2 – Selezione delle proposte
La selezione delle proposte avverrà attraverso una fase di istruttoria finalizzata alla
verifica di ammissibilità e da una fase di selezione vera e propria, nella quale sarà stilata
la graduatoria e notificato agli interessati il provvedimento di concessione del
finanziamento.
I soggetti non ammessi possono presentare eventuali ricorsi, i cui termini saranno
determinati nei bandi, sui quali l’Amministrazione Provinciale si pronuncia e approva la
graduatoria definitiva. Durante tale fase sarà nominata dall’Amministrazione Provinciale
un’apposita Commissione deputata allo svolgimento di tutte le attività di valutazione. Per
la selezione dei progetti saranno utilizzati i seguenti criteri di priorità:
Azione 5.2.a:
• Esistenza di accordi commerciali di distribuzione;
• Natura e localizzazione delle strutture sportive;
• Pratiche sportive da incentivare;
• Studi specifici sulla domanda potenziale;
• Programma dettagliato di eventi a carattere sportivo;
• Piano di comunicazione del progetto;
• Impatti occupazionali previsti;
• Soggetto proponente: giovani e/o donne.
Azione 5.2.b:
• Esistenza di accordi commerciali di distribuzione;
• Natura e localizzazione delle strutture congressuali;
• Studi specifici sulla domanda potenziale;
• Programma dettagliato di eventi congressuali;
• Network d’offerta territoriale attivato;
• Piano di comunicazione del progetto;
• Impatti occupazionali previsti;
• Soggetto proponente: giovani e/o donne.
Azione 5.2.c:
• Esistenza di accordi commerciali di distribuzione;
• Natura, localizzazione e destinazione d’uso delle strutture individuate;
• Servizi accessori presenti (pacchetto d’offerta);
• Studi specifici sulla domanda potenziale;
• Programma dettagliato di eventi a carattere ambientale-naturalistico;
• Piano di comunicazione del progetto;
• Impatti occupazionali previsti;
• Soggetto proponente: giovani e/o donne.
Fase 3 – Attuazione e monitoraggio
Le attività previste per l’attuazione dei progetti finanziati sono le seguenti:
• Presentazione da parte del soggetto titolare del finanziamento del progetto
esecutivo e di tutti gli altri allegati richiesti nella delibera di concessione del
contributo;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Attuazione per stadi di avanzamento e successive erogazioni;
• Rendiconto finale ed erogazione saldo (o eventuale revoca del contributo).
I termini di erogazione delle anticipazioni e del saldo, nonché le modalità di rendiconto
della spesa, saranno determinate dai bandi di gara e/o dalle delibere di concessione dei
contributi. Le attività di monitoraggio saranno realizzate da un organismo creato “ad hoc”
e composto da rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale, dei soggetti beneficiari e
dei soggetti destinatari, le cui funzioni saranno quelle di individuare un sistema di
indicatori di riferimento, di determinare le modalità di acquisizione delle informazioni per
il monitoraggio e di svolgere le attività di controllo in itinere sui progetti.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
5.2.a • Assegnazione in gestione di strutture sportive; • Assegnazione spazi da adibire alla pratica
sportiva; • Organizzazione di eventi a carattere sportivo; • Studi per la identificazione delle pratiche sportive
da promuovere; • Protocolli e convenzioni con altre imprese
turistiche; • Progettazione e realizzazione di materiale
promozionale (brochure, depliant, ecc.); • Spese per manutenzione degli impianti.
5.2.b • Assegnazione spazi da adibire a strutture congressuali;
• Organizzazione di eventi congressuali; • Studi per la identificazione delle caratteristiche
delle strutture per tipologia di eventi congressuali; • Protocolli e convenzioni con altre imprese
turistiche; • Accordi commerciali con PCO e Tour operator; • Progettazione e realizzazione di materiale
promozionale (brochure, depliant, ecc.).
5.2.c • Assegnazione in gestione di strutture quali rifugi, casolari, ecc. attualmente dismessi;
• Organizzazione di eventi a carattere ambientale; • Protocolli e convenzioni con altre imprese
turistiche; • Protocolli e convenzioni con i Parchi naturali; • Accordi commerciali con Tour operator; • Progettazione e realizzazione di materiale
promozionale (brochure, depliant, ecc.); • Spese per recupero e manutenzione sentieri, siti
ambientali, ecc.
Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.3 – Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene il potenziamento della ricettività turistica delle aree interne del
territorio provinciale e della ricettività diversa dal comparto alberghiero. In tal senso, gli
obiettivi della misura sono:
• Attivare flussi turistici che pernottano nelle aree interne;
• Favorire lo sviluppo dell’indotto economico derivante dal turismo nelle aree
interne;
• Promuovere la conoscenza delle risorse tipiche e di “eccellenza” dell’entroterra
crotonese;
• Sviluppare nuove forme di ricettività turistica a basso impatto ambientale.
Gli interventi previsti sono in generale orientati allo sviluppo di tutte le tipologie ricettive,
sia alberghiere, sia extralberghiere, ma una particolare attenzione sarà dedicata a quelle
iniziative di valorizzazione di forme ricettive più idonee a rappresentare il contesto di
riferimento di aree montane e premontane, quali, ad esempio, residenze storiche, paesi-
albergo, case di privati adibite a ospitalità diffusa, ecc.
Per tali ragioni, la misura potrà essere attivata in maniera integrata con le misure 7.1 e
7.2, le cui attività risultano fondamentali per la mappatura delle risorse e per la
comprensione delle esigenze dei fruitori/turisti.
La realizzazione degli interventi previsti, inoltre, sarà supportata dai risultati di un
progetto pilota sullo sviluppo del sistema dei trasporti, che rappresenta un elemento
critico per l’incremento di accessibilità dei comuni dell’entroterra crotonese.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in tre azioni di seguito descritte:
Azione 5.3.a – Ricettività nei centri storici
L’azione mira all’attivazione di interventi, da parte di privati cittadini proprietari di
immobili siti in centri storici, finalizzati all’incremento delle capacità di ricettività turistica
delle aree dell’entroterra. In particolare, si intende stimolare l’adesione dei privati
attraverso la creazione di strutture, sul modello dei Centri Servizi, in grado di supportare
le attività tipiche di front e back office di una struttura ricettiva, quali ad esempio le
prenotazioni, la pulizia delle stanze, la lavanderia, l’organizzazione di visite guidate sul
territorio, ecc. alla quale i proprietari degli immobili possano aderire, a prezzi
convenzionati, per creare un’offerta integrata.
Per tali ragioni, saranno fissati standard minimi di qualità per avere accesso alla rete e
usufruire di servizi reali in convenzione, tra i quali materiale promozionale, business
planning, gestione amministrativa, ecc.
Azione 5.3.b – Strutture del patrimonio pubblico
L’azione è finalizzata alla creazione di iniziative per favorire il riutilizzo funzionale di
strutture del patrimonio pubblico da adibire a nuova ricettività turistica. Gli interventi, in
particolare, potranno riguardare la progettazione e il business planning per l’ottenimento
di finanziamenti a valere su fondi nazionali, regionali e comunitari, per i quali
l’Amministrazione provinciale fornirà l’assistenza tecnica.
Si potranno, in sostanza, adibire tali strutture, anche da parte di privati, a fini agrituristici,
di bed & breakfast, di ostelli per la gioventù, ecc. beneficiando anche di piani di
promozione integrati cofinanziati dall’Amministrazione provinciale.
Per progetti particolarmente rilevanti sarà possibile affidare a titolo gratuito tali strutture
pubbliche ai privati, purché inseriti in network locali e attraverso la stipula di convenzioni
per l’acqusizione di servizi comuni di incoming, quali ad esempio la gestione delle
prenotazioni, la lavanderia, il trasporto, ecc. La realizzazione degli interventi potrà
avvenire attraverso la cooperazione tra l’Amministrazione provinciale e altre
Amministrazioni locali proprietarie degli immobili.
Azione 5.3.c – Emersione della ricettività sommersa
L’azione prevede interventi mirati a favorire l’emersione della ricettività sommersa
costituita dalle seconde case che, soprattutto nei mesi estivi, ospitano turisti. Si intende
stimolare l’emersione attraverso la nascita, a partire dalle aree a maggiore incidenza del
fenomeno, di servizi di supporto alla ricettività, quali ad esempio, la gestione delle
prenotazioni, la lavanderia, la pulizia delle stanze, ecc. da erogare a prezzi convenzionati,
insieme alla possibilità di avere accesso a cataloghi e campagne promozionali.
Tali servizi saranno erogati in maniera integrata a tutti gli operatori che avranno deciso di
“emergere” costituendo un network locale coordinato dall’Amministrazione provinciale e
dai Comuni interessati.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Comuni.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Privati cittadini;
• Imprese della ricettività turistica;
• Imprese di servizi turistici;
• Associazioni e Consorzi di imprese;
• Società operanti nel campo delle ricerche di mercato.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le attività della misura saranno realizzate secondo il seguente schema di intervento:
Fase 1 – Individuazione delle operazioni da realizzare
L’Amministrazione Provinciale gestirà direttamente l’attuazione di queste operazioni di
concerto con i Beneficiari finali. Per gli interventi previsti nell’ambito dell’azione 5.3.c
l’Amministrazione Provinciale può anche gestire l’attuazione senza la cooperazione con i
Beneficiari finali. Questi ultimi, in particolare, saranno coinvolti attraverso manifestazioni
d’interesse e selezionati in base alle potenzialità di sviluppo di offerta ricettiva nei centri
storici e alla presenza di beni culturali “di eccellenza”. Tale attività di selezione sarà svolta
riferendosi direttamente alle evidenze emerse da studi e ricerche preliminari sulle risorse
culturali del territorio e sulla domanda turistica, per le quali l’Amministrazione Provinciale
provvederà all’affidamento dei lavori attraverso procedure di evidenza pubblica.
I Beneficiari finali selezionati dovranno inviare all’Amministrazione Provinciale la
documentazione tecnica ed amministrativa occorrente per le successive fasi di
affidamento dei lavori. L’Amministrazione Provinciale esaminerà la documentazione
tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di valutazione positiva, provvederà alla
concessione dei finanziamenti.
Fase 2 – Selezione delle proposte
I Beneficiari finali dovranno avviare le attività per la selezione delle specifiche tipologie di
operazioni attraverso procedure di evidenza pubblica. La selezione delle operazioni sarà
effettuata attraverso uno o più bandi di gara. Durante il periodo di apertura del bando
saranno attivi servizi di help desk per i proponenti, integrati da specifici servizi di
assistenza telematica e da altre attività di pubblicizzazione dei bandi e degli interventi
previsti.
Il Beneficiario finale, attraverso una propria apposita Commissione, effettua la verifica
amministrativa delle proposte di finanziamento e l’istruttoria per la formulazione della
proposta di ammissibilità e per la determinazione della spesa ritenuta ammissibile. Per la
selezione delle proposte progettuali saranno considerati i seguenti criteri di priorità, la cui
parametrizzazione avverrà a seguito degli studi specifici che saranno effettuati nella fase
1:
Azione 5.3.a:
• Standard di servizio offerti;
• Esistenza di accordi di cooperazione a livello locale;
• Compatibilità ambientale;
• Soluzioni architettoniche e materie prime utilizzate;
• Impatto occupazionale generato;
• Localizzazione della struttura all’interno delle aree comunali selezionate;
• Predominanza della componente femminile e giovanile.
Azione 5.3.b:
• Destinazione d’uso della struttura;
• Innovatività della proposta progettuale;
• Inserimento in network locali d’offerta;
• Compatibilità ambientale;
• Soluzioni architettoniche e materie prime utilizzate;
• Impatto occupazionale generato;
• Localizzazione della struttura all’interno delle aree comunali selezionate;
• Predominanza della componente femminile e giovanile.
Azione 5.3.c:
• Adesione al network locale;
• Standard di servizio erogati;
• Caratteristiche qualitative della struttura;
• Localizzazione della struttura;
• Compatibilità ambientale;
• Impatto occupazionale generato;
• Predominanza della componente femminile e giovanile.
L’Amministrazione Provinciale approva successivamente l’elenco delle proposte ammesse
alle agevolazioni e l’elenco dei Soggetti proponenti la cui richiesta è risultata
inammissibile indicandone i motivi e provvede alla relativa pubblicazione. I soggetti non
ammessi possono presentare eventuali ricorsi e controdeduzioni sulle quali
l’Amministrazione Provinciale si esprime approvando la graduatoria definitiva e
notificando agli interessati i relativi provvedimenti di concessione delle agevolazioni.
Fase 3 – Attuazione, monitoraggio e controllo
In questa fase vengono realizzate dal Beneficiario Finale le seguenti attività tecnico-
amministrative:
• presentazione da parte del soggetto titolare del finanziamento degli allegati
richiesti nella delibera di concessione del contributo;
• avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;
• verifica per stati di avanzamento dei lavori e successive erogazioni;
• rendiconto finale ed erogazione saldo.
I termini di erogazione delle anticipazioni e del saldo, nonché le modalità di rendiconto
della spesa, saranno determinate dai bandi di gara e/o dalle delibere di concessione dei
contributi. Le attività di monitoraggio saranno realizzate da un organismo composto da
rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale e dei soggetti beneficiari, le cui funzioni
saranno quelle di individuare un sistema di indicatori di riferimento, di determinare le
modalità di acquisizione delle informazioni per il monitoraggio e di svolgere le attività di
controllo in itinere sui progetti.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
5.3.a • Studi di fattibilità; • Attivazione Centri Servizi locali; • Acquisizione di servizi reali comuni (prenotazioni,
lavanderia, gestione amministrativa, ecc.); • Business planning; • Realizzazione materiale promozionale; • Manifestazioni d’interessi; • Spese per acquisto di arredi urbani realizzati con
materie prime locali e da imprese locali.
5.3.b • Studi di fattibilità; • Business planning; • Manifestazioni d’interessi per l’assegnazione; • Realizzazione materiale promozionale.
5.3.c • Attivazione Centri Servizi locali; • Acquisizione di servizi reali comuni (prenotazioni,
lavanderia, gestione amministrativa, ecc.); • Realizzazione cataloghi; • Realizzazione materiale promozionale comune; • Convenzioni con altre imprese turistiche; • Stipula di accordi di partenariato tra operatori.
Asse 5 – Potenziamento dell’offerta Misura 5.4 –Imprese agricole
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è focalizzata sulla promozione e lo sviluppo delle tradizioni agricole del
territorio crotonese, attraverso interventi di diffusione/trasferimento del sapere tecnico-
produttivo e di promozione di nuove imprenditorialità, soprattutto in quelle produzioni a
carattere fortemente tipico e distintivo del territorio, che attualmente rischiano di essere
completamente abbandonate. Le iniziative da realizzare saranno finalizzate a:
• Promuovere la diffusione dei caratteri di tipicità delle produzioni agricole locali;
• Attivare processi di trasferimento del “sapere” tra vecchie e nuove generazioni;
• Promuovere lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali nel settore agricolo;
• Potenziare le iniziative imprenditoriali di valorizzazione delle produzioni tipiche
eccellenti “di nicchia”
La misura è strettamente collegata agli interventi previsti nella misura 7.2, attraverso i
quali si intendono realizzare studi e ricerche per la mappatura delle risorse da valorizzare
e delle produzioni che rischiano di scomparire. Tali interventi potranno essere attivati
congiuntamente a quelli previsti in questa misura. In tal modo sarà possibile indirizzare
gli interventi di sviluppo imprenditoriale verso quei comparti e quelle produzioni che
offrono maggiori potenzialità di crescita nel medio-lungo termine.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si suddivide in due azioni:
Azione 5.4.a – Diffusione del sapere
Le attività previste nell’ambito dell’azione sono finalizzate alla divulgazione e alla
promozione dei “saperi” agricoli del territorio, in un’ottica complessiva di incremento della
base potenziale di soggetti interessati ad investire nelle attività del settore primario. Gli
interventi possibili sono, pertanto:
• Piani di formazione continua per agricoltori;
• Promozione specifica attraverso eventi e campagne di sensibilizzazione;
• Attività divulgative su nuove tecniche colturali.
Azione 5.4.b – Nuove imprese
L’azione mira ad incrementare il numero di imprese agricole che operano sul territorio,
con particolare riferimento a iniziative imprenditoriali promosse da giovani agricoltori,
mediante interventi di sostegno alla progettazione e realizzazione dell’iniziativa (studi di
fattibilità, business plan, ecc.) e di contenimento delle spese di avviamento, per effetto di
accordi e convenzioni per l’assegnazione di terreni agricoli di proprietà pubblica e per la
stipula di contratti di fornitura/vendita con altri operatori locali della filiera.
Sarà, inoltre, possibile realizzare studi per l’individuazione delle colture da privilegiare,
secondo criteri di tipicità, qualità organolettiche e potenziale commerciale. Tale ultima
tipologia di attività potrà essere realizzata in collaborazione con Associazioni locali
impegnate nel campo della promozione dei prodotti tipici.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Associazioni di categoria del settore agricolo.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Centri di sperimentazione e ricerca in Agricoltura;
• Società operanti nel campo delle ricerche di mercato;
• Imprese agricole;
• Associazioni e Consorzi di imprese agricole.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’Amministrazione Provinciale attuerà la misura di concerto con i Beneficiari finali, che
saranno coinvolti attraverso Manifestazioni d’interessi e selezionati sulla base di criteri di
competenza determinati in sede di bando. Relativamente alle procedure amministrative,
che saranno gestite da apposite Commissioni nominati dall’Amministrazione Provinciale
e/o dai Beneficiari finali, è possibile individuare le quattro fasi descritte nel seguito.
Fase 1 – Informazione e realizzazione bandi di gara
La fase riguarda la realizzazione dei bandi di gara per l’attuazione della misura. Le attività
previste sono, dunque:
• Definizione dei criteri di partecipazione e degli indicatori e parametri di selezione;
• Pubblicizzazione attraverso servizi e strumenti specifici (help desk, assistenza ai
proponenti) e generali (promozione su siti web e media tradizionali);
• Approvazione del bando da parte della Giunta Provinciale e/o di altri Beneficiari
finali;
• Pubblicazione del bando.
Fase 2 – Valutazione e selezione dei progetti
La fase prevede la realizzazione dell’istruttoria per la verifica dell’ammissibilità dei progetti
e per la determinazione della spesa massima ammissibile. In base alle risultanze
dell’attività istruttoria si procederà alla selezione delle proposte e alla definizione della
graduatoria, con l’indicazione dei soggetti ammessi al contributo e di quelli esclusi, con
indicazione delle motivazioni. I soggetti esclusi possono presentare ricorso, sul quale
l’Amministrazione Provinciale e/o gli altri Beneficiari finali si pronunciano. I termini dei
ricorsi e delle pronunce saranno definiti dai bandi. La fase si conclude con la stesura della
graduatoria definitiva e con la notifica del provvedimento di concessione del
finanziamento ai soggetti interessati.
Per la selezione delle proposte saranno tenuti in considerazione i seguenti criteri di
priorità:
Azione 5.4.a:
• Bacino potenziale di nuovi imprenditori;
• Tipologia e qualità delle competenze professionali da sviluppare;
• Localizzazione degli interventi;
• Piano di promozione del progetto;
• Capacità di stimolare integrazioni di filiera a livello locale.
Azione 5.4.b:
• Qualità dell’attività di ricerca e sperimentazione da realizzare;
• Mercato potenziale penetrabile;
• Impatto occupazionale;
• Predominanza di giovani e donne;
• Tipologia delle colture da realizzare;
• Capacità di esportazione della produzione;
• Impatto sull’ambiente.
Fase 3 - Attuazione
Per avviare l’attuazione degli interventi, il destinatario della sovvenzione è tenuto alla
presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo e
all’adozione di un sistema di monitoraggio del progetto basato sugli stadi di avanzamento
lavori. Durante la fase di attuazione i Beneficiari finali provvederanno all’erogazione di
anticipazioni, sulla base di rendiconti e relazioni intermedie delle attività svolte, e
provvederanno a verificare la congruità delle realizzazioni al piano di lavoro approvato.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio si svolgeranno durante tutta la durata del progetto e saranno
basate sulla verifica degli indicatori qualitativi e quantitativi adottati in sede di attuazione
dello stesso. La conclusione delle attività avverrà con le verifica finale degli indicatori e
con la certificazione della spesa, secondo le modalità definite dall’organismo di
monitoraggio.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
5.4.a • Formazione continua on the job; • Eventi promozionali (fiere, workshop,
educationals, ecc.); • Realizzazione campagne di sensibilizzazione; • Attività finalizzate alla diffusione di nuove
tecniche.
5.4.b • Analisi e studi di fattibilità; • Business planning; • Manifestazioni d’interessi per giovani imprenditori
agricoli; • Protocolli e convenzioni per l’assegnazione di
terreni.
Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.1 – Uffici informativi turistici
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
Gli interventi previsti dalla misura sono finalizzati al miglioramento della qualità e quantità
dell’informazione resa ai turisti nei luoghi di soggiorno e su tutto il territorio provinciale.
Tale obiettivo generale sarà perseguito attraverso la creazione di reti territoriali di uffici
informativi turistici, all’interno delle quali sarà possibile, per il turista, tra l’altro, ricevere
informazioni dettagliate su trasporti, manifestazioni, luoghi da visitare, locali notturni,
ecc. La costruzione del network avverrà per mezzo di una intensa attività di
armonizzazione delle informazioni e del materiale promozionale disponibile, al fine di
rendere il servizio informativo omogeneo tra tutti i punti territoriali di contatto con il
turista.
La misura è sinergica a tutte le altre che impattano sul turismo, in quanto richiede uno
sforzo cooperativo a tutti gli attori locali impegnati nel settore, sia a livello pubblico, sia a
livello privato, che devono fornire informazioni tempestive, aggiornate e non difformi
l’una dall’altra sull’offerta territoriale del momento.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura si articola nelle due azioni descritte:
Azione 6.1.a – Reti territoriali
L’azione è finalizzata alla costruzione di reti relazionali a livello territoriale finalizzate al
potenziamento e al coordinamento delle attività di informazione turistica. L’obiettivo è,
dunque, quello di incrementare la qualità dell’informazione offerta al turista, non solo nei
luoghi di soggiorno, ma in maniera capillare su tutto il territorio, attraverso:
• la creazione di sistemi di monitoraggio e controllo delle risorse turistiche;
• la riorganizzazione complessiva del sistema informativo locale, definendo con
chiarezza ruoli, compiti e responsabilità degli attori locali coinvolti;
• la definizione della distribuzione logistica degli uffici sul territorio;
• l’integrazione con altri operatori turistici, per l’erogazione di ulteriori servizi, quali
ad esempio, la vendita di tickets e di materiale promozionale e illustrativo.
Azione 6.1.b – Promozione e diffusione
L’azione è tesa a supportare tutte le attività di promozione e pubblicizzazione degli uffici
informativi per il turismo. Sarà, dunque, possibile realizzare tutti gli interventi
direttamente finalizzati ad incrementare la visibilità e il livello di conoscenza sull’attività
svolta dalla rete territoriali di informazioni al turista. In particolare, gli interventi possibili
sono:
• realizzazione campagne pubblicitaria a mezzo stampa e televisione;
• realizzazione strumenti di comunicazione, quali brochure, manifesti, siti web,
ecc.;
• attivazione di numeri verdi.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• APT;
• Comuni.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Associazioni Pro Loco;
• Enti di gestione di aree protette, siti archeologici, musei e ogni altra attrattiva
turistica;
• Associazioni no profit;
• Imprese che operano nel campo della promozione e pubblicità;
• Comunità Montane.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le attività previste dall’azione 6.1.a saranno attuate sulla base di un Programma specifico
per l’organizzazione del sistema di informazione turistica che sarà approntato
dall’Amministrazione Provinciale. Il Programma dovrà definire ruoli, responsabilità,
organizzazione territoriale, sistemi e modalità di diffusione dell’informazione.
In ogni caso, la realizzazione delle attività avverrà di concerto tra l’Amministrazione
Provinciale e i Beneficiari finali, che saranno selezionati a seguito di Manifestazioni
d’interesse e di verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. I
Beneficiari finali provvederanno a dare attuazione tecnico-amministrativa alla misura
attraverso le seguenti fasi:
Fase 1 – Bando e selezione
L’attuazione della misura avverrà attraverso più bandi di gara specifici. In questa fase i
Beneficiari finali provvederanno a definire le procedure di attuazione, ad approvare e a
pubblicare il bando fornendo tutte le informazioni e le attività di assistenza ai soggetti
proponenti. La procedura di selezione delle domande pervenute sarà realizzata da
un’apposita Commissione nominata dai Beneficiari finali e consisterà in:
• una verifica preliminari dei requisiti formali per l’ammissibilità e sull’aderenza
delle proposte alle finalità del bando;
• una valutazione sulla qualità dei progetti presentati;
• la stesura della graduatoria, con indicazione dei soggetti beneficiari e
dell’ammontare dei singoli contributi concessi.
Per la selezione delle domande pervenute saranno considerati quali elementi prioritari i
seguenti:
• bacino di utenza potenziale;
• capacità di potenziamento del network di offerta locale;
• canali e strumenti di comunicazione utilizzati;
• impatti occupazionali generati direttamente e nell’indotto;
Fase 2 – Realizzazione attività
La fase di realizzazione delle attività è composta dalla presentazione degli allegati richiesti
in sede di delibera di concessione del contributo da parte dei soggetti beneficiari, ivi
compreso l’eventuale progetto esecutivo, l’avvio dei lavori e la concessione per contributo
per tranche sulla base della verifica degli stadi di avanzamento lavori. Il monitoraggio
sull’attuazione e sulla conclusione del progetto sarà demandato ad apposita Commissione
nominata dal Beneficiario finale, che si occuperà della costruzione del sistema di indicatori
idonei a verificare la realizzazione delle attività e il raggiungimento dei risultati previsti.
Fase 3 – Rendiconto e conclusione
I progetti finanziati si concluderanno attraverso la stesura di una relazione finale sulle
attività e i risultati conseguiti, la verifica finale del rendiconto, con conseguente
certificazione della spesa ed erogazione del saldo, o eventuale revoca/riduzione del
finanziamento e lo svincolo di eventuali fideiussioni versate a garanzia.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
6.1.a • Acquisto software integrati; • Creazione sistemi di monitoraggio e controllo; • Spese per attività di monitoraggio; • Spese per Comitati di coordinamento della rete; • Stipula di accordi con gli operatori turistici.
6.1.b • Attivazione di numeri verdi; • Realizzazione siti web; • Progettazione e realizzazione materiale
promozionale; • Acquisto spazi pubblicitari; • Realizzazione campagne pubblicitarie.
Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.2 – Agenzia Locale per il turismo
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è dedicata al supporto delle attività dell’Agenzia Locale per il turismo. In tale
ambito sostiene tutti quegli interventi necessari al regolare funzionamento dell’Ente e al
coordinamento a livello territoriale. Obiettivo generale della misura è, dunque, il supporto
alle attività che l’Agenzia Locale dovrà svolgere, al fine di centralizzare il ruolo dell’Ente
nel processo di programmazione strategica e di gestione del settore turistico a livello
provinciale. Saranno privilegiate le iniziative dell’Ente finalizzate a:
• Costruire sistemi di offerta locale coerenti con le risorse esistenti;
• Coordinare le attività di promozione e di valorizzazione del territorio;
• Integrare in ottica di “filiera” le iniziative, pubbliche o private, attive nel settore
turistico;
• Potenziare la presenza dell’offerta territoriale sui cataloghi dei tour operator
nazionali e internazionali.
La misura è sinergica a tutte le altre che impattano sul turismo e sarà supportata dalle
attività di sperimentazione che l’Amministrazione Provinciale realizzerà attraverso il
progetto pilota sulla nascita dei Consorzi di settore, dei quali l’Agenzia di Sviluppo sarà
promotrice per quanto riguarda il settore turistico.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione finalizzata alla realizzazione degli strumenti e delle
politiche necessarie al corretto funzionamento dell’Agenzia Locale per il turismo.
All’interno dell’azione sarà possibile realizzare le seguenti tipologie di interventi:
• Progettazione, strutturazione e gestione di offerte “a pacchetto”;
• Realizzazione di piani integrati di promozione turistica del territorio;
• Stipula di accordi commerciali con tour operator nazionali e internazionali;
• Realizzazione di piani di sviluppo e coordinamento settoriali;
• Stipula di convenzioni, accordi, protocolli per l’aderenza delle offerta dei singoli
operatori agli standard determinati;
• Promozione e organizzazione di Consorzi tra operatori turistici.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Agenzia Locale per il Turismo.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Strutture alberghiere ed extralberghiere;
• Operatori della ristorazione;
• APT;
• Associazioni Pro-Loco;
• Enti locali;
• Enti di gestione di aree protette;
• Imprese di servizi turistici;
• Ogni altro Ente o impresa, in forma singola o associata, che opera nel settore
turistico.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura è a titolarità dell’Amministrazione Provinciale e dell’Agenzia Locale per il
turismo. Per l’attuazione della stessa l’Amministrazione Provinciale metterà a disposizione
fondi per la costituzione e per il funzionamento della struttura dell’Agenzia e per il
finanziamento di attività progettuali ed economiche di impatto nel settore turistico, che
l’Agenzia dovrà attuare e controllare.
La metodologia di attuazione della misura si avvia mediante una serie di attività
propedeutiche di seguito descritte. In via preliminare, infatti, saranno realizzate tutte le
attività necessarie alla costituzione, alla regolamentazione e alla definizione delle
competenze dell’Agenzia. In tale fase sarà anche possibile realizzare studi specifici di
benchmarking per l’analisi dei modelli organizzativi e delle competenze presenti in altre
realtà nazionali e internazionali similari, che l’Amministrazione Provinciale potrà assegnare
all’esterno attraverso una procedura di evidenza pubblica.
Per l’avvio delle attività operative l’Agenzia dovrà dotarsi di un Piano Strategico di
interventi e di un programma operativo da monitorare e aggiornare annualmente.
L’attuazione degli interventi da parte dell’Agenzia avverrà attraverso una procedura
amministrativa strutturata nelle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi di gara e selezione
L’attuazione dei programmi di intervento annuali avverrà attraverso la predisposizione di
uno o più bandi di gara, per i quali l’Agenzia predisporrà apposita attività informativa sia
di natura generale, sia indirizzata ai soggetti proponenti, attraverso attività di assistenza
tecnica. Nei bandi saranno contenute modalità di presentazione e selezione dei progetti,
criteri di ammissibilità e natura delle operazioni previste.
L’Agenzia provvederà a selezionare le proposte e a stilare la graduatoria, indicando
soggetti beneficiari e ammontare dei contributi concessi. Ai soggetti non ammessi sarà
data motivazione sulle cause di esclusione, con possibilità di ricorrere entro un termine
fissato dal bando. Il bando determinerà, inoltre, anche i tempi e le modalità di risposta ai
ricorsi e per la pubblicazione della graduatoria definitiva.
Saranno privilegiati, in sede di selezione, le proposte progettuali in grado di impattare
positivamente sulle seguenti dimensioni:
• Occupazione giovanile e femminile;
• Rafforzamento e ampliamento del network di offerta locale;
• Realizzazione di attività innovative per il territorio;
Fase 2 – Realizzazione interventi
Le attività di realizzazione degli interventi saranno sviluppate attraverso le seguenti fasi:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte dei soggetti beneficiari;
• Avvio delle attività ed erogazione del 1° anticipo;
• Verifica stadi di avanzamento lavori ed erogazioni ulteriori anticipi.
Sarà cura dell’Agenzia organizzare il sistema di monitoraggio della spesa e realizzare la
modulistica per il rendiconto della spesa e delle attività effettuate. In particolare, per il
monitoraggio sarà costituito un organismo “ad hoc” che dovrà verificare gli stadi di
avanzamento, approvare i piani di lavoro e autorizzare l’erogazione degli anticipi.
Fase 3 – Rendiconto e conclusione
La coerenza delle attività realizzate, dei risultati raggiunti e della spesa sostenuta rispetto
allo schema di progetto approvato sarà verificata in sede di rendiconto finale. Le attività
si concluderanno con la certificazione della spesa sostenute e dei risultati raggiunti,
l’erogazione del saldo e/o la revoca del finanziamento e lo svincolo delle eventuali
fideiussioni aperte a garanzia.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
6.2.a • Progettazione e studi; • Spese per Comitati di controllo e monitoraggio
della rete territoriale; • Spese per promozione e organizzazione di
Consorzi; • Realizzazione materiale e campagne promozionali; • Spese per stipula di accordi commerciali; • Connessione a sistemi di prenotazione; • Definizione standard di qualità per le offerte.
Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.3 – Servizi periferici per il turismo
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura si propone di supportare lo sviluppo dei servizi periferici nel settore turistico,
attraverso interventi di qualificazione delle località di soggiorno e di sostegno alla nascita
di nuove imprese specializzate proprio nell’erogazione di tali servizi. Obiettivo prioritario
della misura è lo sviluppo di tutti quei servizi, al di fuori della ricettività di base
(pernottamento e ristorazione), fondamentali per completare il sistema d’offerta e
ampliare le possibilità di penetrazione di nuovi mercati. Gli obiettivi specifici sono,
dunque, i seguenti:
• Incrementare il valore percepito dal cliente del prodotto turistico “Crotone”;
• Ampliare le opportunità di fruizione del territorio;
• Attrarre nuovi target di utenti, sia nazionali sia internazionali;
• Accrescere il valore dell’indotto generato dai flussi turistici in ingresso.
La misura può essere attivata e integrata con gli interventi della misura 7.1, che fornirà le
basi di dati conoscitive per la valutazione delle preferenze dei turisti e per la costruzione
di cluster sui quali costruire il sistema di prodotto locale, e con gli interventi della misura
7.2, per ciò che riguarda la conoscenza della tipologia di operatori esistenti.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura è composta da due azioni d’intervento:
Azione 6.3.a – Qualificazione delle località di soggiorno
L’azione prevede interventi finalizzati ad incrementare complessivamente la qualità dei
servizi urbani e di accoglienza al turista delle località di soggiorno attraverso:
• Miglioramento dei servizi igienici e di pulizia;
• Miglioramento degli arredi urbani;
• Ammodernamento e potenziamento della segnaletica;
• Creazione di percorsi alternativi ai centri abitati per i periodi di maggiore
affollamento;
• Creazione di servizi navetta in ambito comunale;
• Predisposizione di aree pedonali chiuse al traffico.
Azione 6.3.b – Imprese integratrici dell’offerta
L’azione promuove la qualificazione dell’offerta turistica locale attraverso il sostegno alla
nascita di imprese integratrici dell’offerta, intese quali imprese che erogano servizi
turistici finalizzati al completamento delle filiere e delle reti territoriali. In particolare, gli
interventi previsti riguardano:
• L’individuazione della tipologia di imprese da promuovere;
• Lo studio delle reti territoriali esistenti, formali e informali;
• La connessione alle principali strutture ricettive del territorio;
• La promozione attraverso gli Uffici Informativi locali e le pubblicazioni turistiche
del territorio;
• L’attività di business planning per l’attivazione di finanziamenti a valere sul fondi
nazionali, regionali o comunitari.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Per l’azione 6.3.a: Comuni;
• Per l’azione 6.3.b: Agenzia Locale per il Turismo, PIT, Comunità Montane.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese;
• Associazioni no profit;
• Associazioni e Consorzi di imprese;
• Privati cittadini.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i
Beneficiari finali, la cui selezione avverrà a seguito di Manifestazioni d’interesse e di
verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. In via preliminare, i
Beneficiari finali selezionati dovranno inviare all’Amministrazione Provinciale la
documentazione tecnica ed amministrativa occorrente per le successive fasi di
affidamento dei lavori. L’Amministrazione Provinciale esaminerà la documentazione
tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di valutazione positiva, provvederà alla
concessione dei finanziamenti. L’iter attuativo successivo sarà caratterizzato dallo
sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,
verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi
informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i
bando/i.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti
ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,
la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Impatti occupazionali e ambientali generati;
• Ricadute occupazionali per giovani e donne;
• Bacino di utenza interessato dagli interventi;
• Localizzazione degli interventi.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine
tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono
superare l’importo massimo del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario
finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento
in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
6.3.a • Piani per il traffico; • Ammodernamento segnaletica; • Acquisto arredi urbani; • Realizzazione servizi navetta; • Spese per affidamento di servizi igienici e di
pulizia.
6.3.b • Accordi con strutture ricettive territoriali; • Campagne pubblicitarie; • Realizzazione cataloghi e strumenti di
comunicazione;; • Studi sui network locali esistenti; • Business planning.
Asse 6 - Qualificazione dell’offerta Misura 6.4 – Valorizzazione del patrimonio culturale
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura prevede interventi finalizzati alla valorizzazione del patrimonio culturale, sia in
termini di maggiore fruibilità, sia in termini di promozione delle risorse di “eccellenza”. In
particolare, gli obiettivi che la misura persegue sono i seguenti:
• Realizzare eventi e occasioni di divulgazione del patrimonio culturale locale;
• Incrementare il livello di fruibilità degli elementi di pregio e degli itinerari a
matrice culturale;
• Riutilizzare beni architettonici di proprietà pubblica attualmente abbandonati per
finalità di interesse culturale;
• Promuovere la conoscenza del valore dei beni culturali presenti nel territorio
presso le popolazioni locali;
• Stimolare lo sviluppo di sistemi di offerta incentrati sulla fruizione della cultura
locale.
La misura può essere attivata e integrata con le misure 7.1 e 7.2, in quanto la
realizzazione degli interventi previsti non può prescindere, da un lato, da un’analisi
dettagliata del patrimonio esistente, della sua valenza e delle opportunità di sviluppo
turistico che da esso possono derivare; dall’altro, da un’analisi dei modelli di consumo in
essere presso i potenziali target di utenza turistica interessati alle risorse culturali.
2. INTERVENTI PREVISTI
Le misura è articolata in tre azioni descritte nel seguito:
Azione 6.4.a – Eventi e manifestazioni
L’azione è finalizzata alla realizzazione di eventi e manifestazioni a carattere culturale che
fungano da momenti di attrazione e di contatto tra le peculiarità culturali del territorio e i
pubblici esterni di potenziale interesse. In particolare, gli eventi da realizzare dovranno
avere natura e destinatari diversi, tematiche fortemente legate alle tradizioni e alle
risorse del territorio e rappresentare la “vetrina” per l’offerta culturale crotonese. Saranno
pertanto possibili i seguenti interventi:
• workshop ed educational per operatori;
• sagre e fiere;
• concerti;
• eventi realizzati in ambienti particolari, quali castelli, centri storici, siti
archeologici, ecc.
Azione 6.4.b – Itinerari eno-gastronomici
L’azione mira a realizzare interventi di sistema per la nascita e la promozione di itinerari
eno-gastronomici da fruire 12 mesi all’anno. Obiettivo principale è, infatti, quello di
mettere in rete gli operatori della ristorazione e della filiera vinicola e proporre un’offerta
integrata attraverso cataloghi e pacchetti commercializzati dai principali tour operator
nazionali e internazionali. Le attività da realizzare saranno, dunque:
• Progettazione degli itinerari;
• Stipula di accordi di integrazione tra operatori dell’enogastronomia;
• Realizzazione degli itinerari attraverso interventi di incremento della fruibilità
(segnaletica, strade di accesso, aree di sosta, punti di informazione, ecc.);
• Promozione degli itinerari mediante cataloghi e altri strumenti di comunicazione.
Azione 6.4.c –Funzionalizzazione di beni del patrimonio culturale
L’azione sostiene lo sviluppo di progettualità relativa alla rifunzionalizzazione e al riutilizzo
di beni del patrimonio culturale attualmente in stato di abbandono o non valorizzati a fini
turistici e/o economici. In tale contesto sostiene anche attività di recupero, sotto forma di
restauro, di opere d’arte e oggettistica di pregio del patrimonio archeologico e artistico.
In sostanza, sarà possibile realizzare attività di studio, progettazione e business planning
per l’identificazione delle modalità di riutilizzo dei beni e attività di recupero/restauro di
elementi di pregio del patrimonio culturale.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• Per l’azione 6.4.c: Sovrintendenze ai Beni Culturali;
• Per l’azione 6.4.a: Associazioni Pro-Loco e Comuni;
• Per l’azione 6.4.b: Agenzia Locale per il Turismo.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Per le azioni 6.4.a e 6.4.c: Associazioni no-profit;
• Per l’azione 6.4.a: Promoter musicali e culturali;
• Per l’azione 6.4.b: Imprese, in forma singola o associata, che operano a vario
titolo nel comparto enogastronomico; Imprese di servizi turistici;
• Per l’azione 6.4.c: Imprese, in forma singola o associata, che operano a vario
titolo nel comparto culturale.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i
Beneficiari finali, la cui selezione avverrà a seguito di Manifestazioni d’interesse e di
verifica dei requisiti sulla base delle specifiche finalità della misura. In via preliminare, i
Beneficiari finali selezionati dovranno inviare all’Amministrazione Provinciale la
documentazione tecnica ed amministrativa occorrente per le successive fasi di
affidamento dei lavori. L’Amministrazione Provinciale esaminerà la documentazione
tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di valutazione positiva, provvederà alla
concessione dei finanziamenti. L’iter attuativo successivo sarà caratterizzato dallo
sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,
verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nel/i periodo/i di apertura del/i bando/i specifici servizi
informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al/i
bando/i.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti
ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno. In termini generali,
la selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Impatti occupazionali e ambientali generati;
• Ricadute occupazionali per giovani e donne;
• Bacino di utenza interessato dagli interventi;
• Localizzazione degli interventi.
Per gli interventi dell’azione 6.4.c saranno utilizzati ulteriori criteri di seguito indicati:
• Qualità delle soluzioni di restauro proposte;
• Tipologia e valore storico delle opere da restaurare;
• Destinazione d’uso delle opere da restaurare.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine
tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono
superare l’importo massimo del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario
finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento
in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
6.4.a • Progettazione e realizzazione materiale promozionale;
• Realizzazione campagne promozionali; • Spese per la logistica dell’evento; • Fitto di locali e attrezzature; • Spese per artisti, musicisti, attori, cabarettisti, ecc.
6.4.b • Progettazione; • Stipula di accordi tra operatori; • Segnaletica; • Realizzazione di cataloghi; • Stipula di accordi commerciali con tour operator.
6.4.c • Progettazione e studi; • Business planning; • Spese per restauri.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.1 – Ricerche sulla domanda
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è finalizzata alla realizzazione di attività di ricerca per la comprensione delle
dinamiche in atto nei modelli di consumo e nei gusti della domanda di mercato nei settori
strategici per lo sviluppo economico della provincia di Crotone.
Per tali ragioni, le attività previste possono essere attivate nell’ambito di una qualsiasi
delle misure del Piano, qualora gli interventi da realizzare necessitino di una attività di
ricerca sul campo, preventiva, in itinere o a consuntivo.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione dedicata al sostegno delle attività di ricerca. Sarà
possibile realizzare ricerche specifiche sulla domanda dal punto di vista della
comprensione delle aspettative, dei modelli di consumo (acquisti medi, luoghi di acquisto,
tassi di riacquisto, utilizzo del prodotto, ecc.), della sensibilità al prezzo, ecc., ma anche
test di prodotto per verificare il gradimento di nuovi prodotti da immettere sul mercato
e/o di innovazione su prodotti già in commercio.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese, escluse quelle del Terzo Settore;
• Enti pubblici;
• Associazioni e Consorzi di imprese, esclusi quelli del Terzo Settore.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le fasi attuative saranno realizzate dall’Amministrazione Provinciale, che si avvarrà del
supporto di organizzazioni competenti in materia di ricerche di mercato, la cui selezione
avverrà a seguito di procedura di evidenza pubblica. A tali organizzazioni, in particolare,
spetterà il compito di verificare gli approcci metodologici utilizzati nelle ricerche, di
validare i report prodotti e i risultati raggiunti e di indirizzare gli interventi programmatici
per l’adattamento delle strategie competitive locali alle evidenze emerse. L’iter
amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso più bandi di gara aperti agli imprenditori
operanti nei settori/comparti economici ritenuti più strategici per lo sviluppo locale, sulla
base di scale di priorità definite annualmente dall’Amministrazione Provinciale. In tal
senso, verranno elaborati strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di
assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti
ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione
delle attività di ricerca. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà
considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Campione e target di riferimento;
• Metodologie di ricerca utilizzate;
• Finalità specifiche della ricerca;
• Presenza di un piano più complessivo di investimenti in servizi reali e in
innovazioni di prodotto.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine
tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore e/o di opportunità competitiva per le
imprese aggiudicatrici. In ogni caso le varianti non possono superare l’importo massimo
del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte
dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori
di riferimento in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei
risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.1.a • Ricerche sui modelli di consumo; • Ricerche sui bisogni e le aspettative; • Studi per la clusterizzazione della domanda; • Test di prodotti/servizi presso l’utenza finale.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.2 – Mappatura degli operatori e delle risorse
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene attività di ricerca finalizzate alla mappatura delle risorse territoriali e
degli operatori, soprattutto in settori attualmente poco sviluppati, per i quali non esistono
dati di contesto in grado di supportare il processo di programmazione degli interventi
strutturali.
La misura, dunque, opera a supporto di tutte quelle attività per le quali sarà necessario,
nelle fasi attuative del Piano, costruire mappe particolareggiate necessarie alla maggiore
comprensione delle variabili di stock presenti in un dato settore o contesto locale. Per tali
ragioni, gli interventi previsti potranno essere attuati sinergicamente con le misure degli
Assi 3, 5 e 6, attraverso il coordinamento dei uffici settoriali competenti all’interno
dell’Amministrazione provinciale.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura è composta da quattro linee di intervento di seguito descritte.
Azione 7.2.a – Settore turistico
L’azione è specifica per gli studi da realizzare nel settore turistico.
Azione 7.2.b – Terzo Settore
L’azione è specifica per gli studi da realizzare nel Terzo Settore.
Azione 7.2.c – Beni culturali
L’azione è specifica per gli studi da realizzare nel settore dei Beni Culturali.
Azione 7.2.d – Produzioni tipiche in Agricoltura
L’azione riguarda gli studi da realizzare nel settore agricolo, nell’ambito del quale saranno
anche possibili attività di ricerca finalizzate alla realizzazione di studi di fattibilità sulla
valorizzazione e il potenziamento di quelle produzioni tipiche “a rischio” perché poco
praticate pur in presenza di una qualità intrinseca elevata. Le attività previste potranno
essere realizzate in collaborazione con Associazioni attive nel campo della promozione e
della valorizzazione dei prodotti tipici di qualità.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese di servizi turistici;
• Per l’azione 7.2.c: Sovrintendenze ai Beni Culturali;
• Per l’azione 7.2.d: Associazione Slow Food; ARSSA.
• Imprese del Terzo Settore;
• Imprese che operano nel settore della Cultura;
• Imprese agricole;
• Associazioni e Consorzi di imprese turistiche, del Terzo Settore, culturali e
agricole.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso più bandi di gara per affidamento di
servizi per i diversi settori interessati dalla misura. In tal senso, verranno elaborati
strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di
assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando il soggetto
vincitore dell’appalto di servizi e l’importo relativo. In termini generali, la selezione delle
proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Modalità di acquisizione dei dati;
• Sistema di georeferenziazione utilizzato.
Le proposte progettuali dovranno, inoltre, contenere indicazioni utili atte a favorire una
successiva classificazione delle risorse e degli operatori, in termini di
strategicità/prospettive di breve-medio-lungo periodo, da parte dell’Amministrazione
Provinciale.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento delle attività di studio e ricerca fisserà
il periodo di tempo massimo consentito per la realizzazione delle stesse.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate. A tal proposito, sarà nominata
un’apposita Commissione che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di
riferimento in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei
risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.2.a • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche per la mappatura delle risorse esistenti.
7.2.b • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche per la mappatura delle risorse esistenti.
7.2.c • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche per la mappatura delle risorse esistenti.
7.2.d • Studi e ricerche sugli operatori presenti; • Ricerche sui prodotti tipici; • Studi di fattibilità sulle produzioni tipiche da
salvaguardare.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.3 – Promozione dell’assistenza alle persone
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
L’obiettivo prioritario della misura è quello di realizzare interventi coordinati mirati alla
promozione di una “cultura” dell’assistenza, con particolare attenzione alle problematiche
legate a fasce di popolazione con problemi sociali, quali ad esempio, tossicodipendenti,
anziani, immigrati, portatori di handicap, ecc.
In tal senso, gli interventi previsti privilegeranno maggiormente la dimensione
“immateriale” e potranno essere costituiti da campagne di divulgazione, spot pubblicitari,
eventi a tema, ecc. La misura è connessa alle misure 3.1 e 5.1 e potrà attivare interventi
anche contestualmente allo sviluppo delle fasi operative di queste ultime, rappresentando
un elemento strategico per l’incremento della conoscenza del settore e delle sue
problematiche specifiche.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura è articolata in una sola azione mirata alla realizzazione di interventi
“immateriali” per la promozione della cultura dell’assistenza. Le attività potranno
consistere in:
• Campagne promozionali;
• Spot pubblicitari;
• Eventi a tema.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese del Terzo Settore;
• Imprese operanti nel campo pubblicitario.
• Cooperative sociali;
• Enti pubblici;
• Associazioni e Consorzi di imprese del Terzo Settore.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara per affidamento
di servizi di comunicazione. In tal senso, verranno elaborati strumenti operativi atti a
definire:
• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di
assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando il soggetto
aggiudicatore dell’appalto di servizi e l’importo relativo. In termini generali, la selezione
delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Strumenti di comunicazione previsti;
• Qualità del messaggio e della grafica proposti;
• Piano di comunicazione previsto.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il contratto di appalto di servizio fisserà il periodo di tempo massimo consentito per la
realizzazione delle stesse.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione che determinerà, in fase
iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità del
progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.3.a • Progettazione materiale promozionale; • Stampa materiale promozionale; • Distribuzione materiale promozionale; • Acquisto spazi pubblicitari; • Spese per organizzazione di eventi (convegni,
seminari, tavoli di discussione, ecc.).
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.4 – Ricerche sui servizi del Terzo Settore
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura offre supporto conoscitivo alle altre misure specifiche per il Terzo Settore (1.1,
3.1, 5.1) in quanto è finalizzata alla realizzazione di studi e ricerche per l’individuazione,
da un lato, di possibili traiettorie di sviluppo nei sistemi di erogazione dei servizi alla
persona, dall’altro, di nuovi servizi in aree di intervento attualmente non ancora
strutturate per le esigenze dei fruitori. La misura prevede, inoltre, interventi trasversali,
finalizzati alla verifica del potenziale numero di fruitori servibili attraverso lo sviluppo dei
nuovi servizi.
Gli interventi previsti, pertanto, saranno realizzati con il supporto degli operatori di
settore, ai quali spetterà il compito di fornire indicazioni riguardo i bisogni e le aspettative
della domanda e di partecipare al processo di identificazione delle possibili soluzioni, in
termini di nuovi servizi da erogare.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura è articolata in una sola azione costituita da attività di ricerca finalizzata alla
comprensione delle dinamiche evolutive nelle aspettative, nei bisogni, nelle possibilità di
accesso, ecc. dei target di domanda di servizi sociali, per verificare le opportunità di
implementazione di nuovi servizi e stimarne il potenziale di mercato.
Tali studi potranno anche avere carattere di analisi tendenziali finalizzate alla
elaborazione di previsioni sugli elementi strutturali e le caratteristiche che il Terzo Settore
potrà assumere nel medio-lungo termine.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese del Terzo Settore;
• Cooperative sociali;
• Società di ricerca;
• Associazioni e Consorzi di imprese del Terzo Settore.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,
verranno elaborati strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di
assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti
ammessi al contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione
delle attività di ricerca. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà
considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Metodologie di ricerca utilizzate;
• Utenza potenziale del nuovo servizio;
• Impatti occupazionali generabili;
• Innovatività della proposta;
• Tipologia dei nuovi servizi identificati.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di ordine
tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non possono
superare l’importo massimo del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate. A tal proposito, sarà nominata
un’apposita Commissione da parte dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in
fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità del
progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con l’erogazione del saldo e/o l’eventuale revoca o rimodulazione
del finanziamento.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.4.a • Studi sui bisogni dell’utenza; • Test sul gradimento dell’utenza verso gli attuali
servizi; • Analisi sul potenziale di mercato; • Studi di fattibilità per nuovi servizi; • Georeferenziazione dell’offerta e della domanda di
servizi per il sociale.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.5 – Sbocchi professionali per persone svantaggiate
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene interventi di identificazione, attraverso la partecipazione di soggetti
pubblici e privati, di sbocchi professionali adatti a valorizzare le capacità di persone con
problemi di inserimento sociale, quali disabili, tossicodipendenti, immigrati, ecc. In
particolare, la misura è finalizzata alla creazione di elementi conoscitivi, da gestire
successivamente attraverso l’applicazione di strumenti specifici attivati nell’ambito delle
politiche per il lavoro realizzate a livello locale.
Si tratta di definire un percorso metodologico di analisi idoneo a delineare un quadro
logico di interventi per l’accesso di tali categorie di persone al mercato del lavoro,
attraverso, ad esempio, l’analisi delle attitudini, l’individuazione di attività lavorative con
carichi di sforzo fisico minimi, la stipula di accordi per la concessione di salari minimi, ecc.
La misura, dunque, si integra con gli interventi previsti dalle misure 4.1 e 4.2, in quanto
impatta direttamente sugli strumenti di accessibilità al mercato del lavoro e di incontro tra
la domanda e l’offerta di lavoro.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione dedicata alla crescita delle opportunità di impiego
per persone con problemi di inserimento sociale. Ai fini del raggiungimento dell’obiettivo
generale, previa la realizzazione delle attività preliminari di conoscenza delle realtà
lavorative e del disagio sociale, sarà possibile attivare interventi integrati nell’ambito di un
Piano per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, da realizzare di concerto tra
tutti gli attori locali del settore, che dovrà definire strumenti e politiche attive per il lavoro
focalizzate sugli utenti dei servizi sociali.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale - Centri per l’Impiego provinciali.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese del Terzo Settore;
• SER.T;
• Centri per l’accoglienza degli immigrati.
• Imprese;
• Associazioni e Consorzi di imprese;
• Enti pubblici.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’attuazione della misura avverrà secondo il seguente schema di interventi.
Fase 1 – Attività preliminari
In questa fase l’Amministrazione Provinciale dovrà dotare il territorio di un Piano per
l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, nel quale identificare
dettagliatamente gli interventi e le politiche settoriali, nonché gli strumenti operativi da
adottare, per i quali sarà anche possibile avviare azioni pilota di sperimentazione.
In questa fase saranno, pertanto, coinvolti gli attori locali del settore, attraverso la
realizzazione di specifiche attività di comunicazione istituzionale.
Fase 2 – Predisposizione bandi e selezione
La misura sarà attuata attraverso uno o più bandi di gara, per i quali saranno attivati
specifici servizi informativi e di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza
generalizzata.
Alla scadenza, le domande pervenute saranno valutate da un’apposita Commissione
nominata dall’Amministrazione Provinciale, che procederà alla fase istruttoria, che
comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, e alla pubblicazione della
graduatoria, indicando i soggetti ammessi al contributo e la quota di contributo concessa
ad ognuno. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà considerando i
seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Innovatività delle soluzioni proposte;
• Impatti occupazionali presso le persone svantaggiate;
• Complessità tecnico-gestionale delle soluzioni proposte;
• Riproducibilità delle soluzioni proposte.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte
dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori
di riferimento in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei
risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo e/o l’eventuale revoca o rimodulazione del
finanziamento.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.5.a • Piano per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate;
• Stipula di accordi per la concessione di un salario minimo;
• Definizione di profili professionali; • Studi e ricerche; • Analisi delle opportunità di lavoro.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.6 – Condivisione delle politiche di sviluppo
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura è finalizzata all’adozione di una metodologia di coordinamento delle politiche di
sviluppo del territorio basata sulla piena condivisione tra gli attori sociali interessati ai
diversi ambiti di intervento. Le attività previste sono, dunque, pienamente integrate con
tutte le altre misure del Piano e potranno rappresentare punto di riferimento per
l’adozione delle politiche di coordinamento all’interno delle stesse. A tale proposito,
l’insieme degli interventi da realizzare dovrà essere inserito all’interno di un Piano
Territoriale per la concertazione che definisca obiettivi, competenze, ruoli, tempi e
modalità della comunicazione, regole di funzionamento del partenariato locale, ecc. e alla
cui predisposizione sarà dedicata parte della misura.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione che ne persegue gli obiettivi generali. I possibili
ambiti di applicazione degli interventi, da individuare nelle attività di predisposizione e
attuazione del Piano Territoriale per la concertazione, sono rinvenibili in:
• Tavoli di concertazione;
• Strumenti di comunicazione interpartenariale;
• Piani di coordinamento territoriale;
• Creazione di organismi di controllo e indirizzo del partenariato.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Associazioni di categoria;
• Associazioni sindacali;
• Associazioni e Consorzi di imprese;
• Enti pubblici.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
La misura sarà attuata attraverso la predisposizione, l’adozione e l’applicazione di un
Piano Territoriale per la concertazione, al quale affidare il compito di determinare linee
guida, competenze, ruoli e responsabilità ai diversi attori locali del partenariato coinvolti
nelle attività di concertazione. La verifica di coerenza degli interventi realizzati e la loro
capacità di impattare positivamente sul coordinamento delle politiche di sviluppo del
territorio sarà, dunque, sempre effettuata facendo specifico riferimento alle indicazioni
contenute nel Piano.
Lo stesso, infine, dovrà istituire gli organismi interni di controllo e indirizzo, demandando
agli attori locali coinvolti il compito di nominare i propri rappresentanti interni.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.6.a • Funzionamento organismi di controllo e indirizzo; • Spese per l’organizzazione di eventi (tavoli,
riunioni, ecc.); • Spese per comunicazioni tra i soggetti coinvolti; • Piano per la concertazione territoriale.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.7 – Marketing territoriale
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura si propone di avviare un’attività di marketing per la promozione del territorio,
sia verso gli stakeholders interni, sia verso i potenziali investitori e acquirenti provenienti
da aree esterne. Si tratta, in sostanza, di attivare una serie di interventi integrati, sia a
livello pubblico sia a livello privato, per l’incremento del grado di appeal che il territorio,
nel suo complesso, ha verso gli stessi residenti e attori locali e verso i pubblici esterni,
nazionali e internazionali.
La misura, pertanto, risulta strategica a fini della crescita delle performances del sistema
economico locale e deve integrarsi con le attività previste da tutte le altre misure. Risulta
determinante, infatti, contestualizzare le politiche di marketing agli assets del territorio e
indirizzare gli interventi, sia verso l’interno sia verso l’esterno, alle categorie, imprenditori,
professionisti, privati cittadini, Enti Pubblici, ecc., le cui esigenze e aspettative meglio di
adattano ai sistemi di offerta presenti.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura è articolata negli interventi di seguito descritti.
Azione 7.7.a – Marketing territoriale interno
L’azione si articola in una serie di attività finalizzate alla stesura e all’attuazione di un
piano di marketing territoriale per gli stakeholders interni. Sarà possibile realizzare i
seguenti interventi:
• Analisi territoriali sui bisogni della collettività;
• Mappatura delle risorse materiali e immateriali del territorio;
• Misurazione dei gap di offerta percepiti dal pubblico locale;
• Attività di progettazione degli interventi e di coordinamento tra gli attori locali
agenti dello sviluppo;
• Attività operative di attuazione degli interventi previsti nel piano di marketing
Azione 7.7.b – Marketing territoriale esterno
L’azione è finalizzata alla predisposizione e all’attuazione di un piano di marketing
territoriale rivolto ai pubblici esterni, ossia agli attori sociali non residenti sul territorio. Siu
tratta, in sostanza, di turisti, imprese, opinion leader, Associazioni, Enti Pubblici, ecc. a
vario titolo interessati, o potenzialmente interessati, all’offerta locale. Sarà possibile
realizzare le seguenti tipologie di interventi:
• Analisi di contesto del territorio (Attrattive turistiche, servizi logistici, produzioni di
eccellenza, know how, servizi per il tempo libero, ecc.);
• Identificazione delle aree distrettuali e delle loro caratteristiche;
• Analisi dei modelli di sviluppo economico di altre realtà territoriali similari;
• Eventi per i pubblici esterni (workshop, seminari, educational, visite studio, ecc.);
• Campagne di promozione/valorizzazione del territorio attraverso l’utilizzo di
strumenti e media diversificati.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone;
• PIT;
• Comunità Montane.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Enti pubblici;
• Imprese operanti nel campo dei servizi reali avanzati;
• Associazioni e Consorzi di imprese;
• Associazioni di categoria e sindacali;
• Investitori esterni.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
Le fasi attuative saranno realizzate di concerto tra l’Amministrazione Provinciale e i
Beneficiari finali. In via preliminare, i Beneficiari finali dovranno inviare
all’Amministrazione Provinciale la documentazione tecnica ed amministrativa occorrente
per le successive fasi di affidamento delle attività. L’Amministrazione Provinciale
esaminerà la documentazione tecnica ed amministrativa pervenuta, e in caso di
valutazione positiva, provvederà alla concessione dei finanziamenti. L’iter attuativo
successivo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bando
La selezione delle operazioni avverrà attraverso un unico bando di gara per azione di
intervento. In tal senso, verranno elaborati dai Beneficiari finali competenti strumenti
operativi atti a definire:
• Il quadro di riferimento nel quale si devono inserire le operazioni da selezionare;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nel periodo di apertura del bando, specifici servizi informativi e
di assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata al bando.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto. Al
termine, il Beneficiario finale competente pubblicherà la graduatoria, indicando il soggetto
vincitore dell’appalto di servizi e l’importo di aggiudicazione. In termini generali, la
selezione delle proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità del proponente;
• Approcci metodologici utilizzati;
• Interventi proposti;
• Bacino di utenza interessato dagli interventi;
• Localizzazione degli interventi.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi. Nella realizzazione delle attività è
ammesso il subappalto di parti di servizio, purché espressamente indicate nel progetto
esecutivo e comunque non oltre il secondo livello.
Sono, inoltre, ammesse varianti in corso d’opera purché esistano comprovati motivi di
ordine tecnico e per sopravvenute cause di forza maggiore. In ogni caso le varianti non
possono superare l’importo massimo del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte del Beneficiario
finale competente che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento
in base ai quali verificare la qualità del progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con la certificazione della spesa finale, attraverso l’approvazione del
rendiconto, e con l’erogazione del saldo.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.7.a • Analisi sui bisogni e i benefici ricercati dai residenti;
• Mappatura delle risorse territoriali; • Analisi di benchmarking; • Analisi swot; • Progettazione esecutiva degli interventi; • Campagne stampa; • Progettazione, stampa e diffusione di materiale
promozionale.
7.7.b • Mappatura delle risorse territoriali; • Analisi di benchmarking tra territori; • Identificazione delle aree distrettuali locali e delle
vocazioni; • Analisi dei profili d’offerta delle principali aziende
che operano nei settori strategici; • Analisi swot; • Progettazione esecutiva degli interventi; • Visite studio e missioni esplorative; • Campagne stampa; • Progettazione, stampa e diffusione di materiale
promozionale; • Eventi promozionali a livello locale ed
extraterritoriale.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.8 – Marchi locali
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura sostiene la creazione di marchi territoriali per la promozione e la
commercializzazione dei prodotti e dei servizi locali. I marchi da realizzare potranno
riguardare filiere produttive, sistemi di erogazione dei servizi, reti di produttori e/o
commercianti, dovranno avere carattere di tipicità ed essere evocativi del territorio.
Gli interventi previsti sono sinergici alle misure dell’Asse 3, in quanto supportano il
processo di integrazione e di networking tra operatori locali fornendo lo strumento
fondamentale per la penetrazione dei mercati e la costruzione di risorse fiduciarie verso i
clienti finali.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione che agisce da “collettore” per tutte le iniziative
finalizzate alla costruzione di network territoriali, nel settore pubblico e nel settore
privato. Gli interventi previsti afferiscono alla creazione di marchi locali per aree
territoriali, prodotti e servizi, sia integrati secondo una logica di “filiera”, sia che operano
allo stesso stadio del ciclo produttivo.
Saranno, pertanto, possibili azioni nel campo della progettazione grafica, della definizione
dell’acronimo, della registrazione del copyright, del restyling di marchi già esistenti.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• PIT;
• Associazioni e Consorzi di imprese manifatturiere e di servizi;
• Associazioni di Comuni e/o di altri Enti pubblici.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Predisposizione bandi
La selezione delle operazioni avverrà attraverso uno o più bandi di gara. In tal senso,
verranno elaborati strumenti operativi atti a definire:
• Il quadro di contesto nel quale si inseriscono gli interventi programmati;
• Il formulario e la guida alla compilazione delle proposte;
• I criteri e la griglia di valutazione usati per selezionare le proposte.
Saranno, inoltre, attivati, nei periodi di apertura dei bandi specifici servizi informativi e di
assistenza per supportare i proponenti e dare rilevanza generalizzata ai bandi.
Fase 2 – Istruttoria e selezione
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta, del soggetto proponente e dell’idea progetto.
Criterio vincolante per l’ammissibilità della proposta è la presenza di soggetti proponenti
associati, in qualsiasi forma tra quelle previste dalle Leggi vigenti. Al termine,
l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti ammessi al
contributo e la quota di contributo concessa. In termini generali, la selezione delle
proposte avverrà considerando i seguenti criteri di priorità:
• Qualità dei proponenti;
• Progetto grafico;
• Potenziale di sfruttamento del marchio;
• Valore aggiunto generato;
• Tipologia di produzioni/servizi interessati;
• Localizzazione degli interventi proposti;
• Capacità di impattare sui network locali.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate. A tal proposito, sarà nominata
un’apposita Commissione da parte dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in
fase iniziale, un sistema di indicatori di riferimento in base ai quali verificare la qualità del
progetto e il raggiungimento dei risultati previsti.
La fase si concluderà con l’erogazione del saldo e/o l’eventuale revoca o rimodulazione
del finanziamento.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.8.a • Progettazione grafica; • Definizione dell’acronimo; • Registrazione copyright del marchio; • Restyling di marchi già esistenti.
Asse 7 – Azioni di sostegno Misura 7.9 – Assistenza tecnica alle imprese
1. DESCRIZIONE E FINALITA’ DELLA MISURA
La misura si propone di creare le condizioni di contesto organizzativo favorevoli allo
sviluppo competitivo delle imprese locali secondo criteri di efficienza e di efficacia. Gli
strumenti attivati in tal senso saranno quelli classici dell’assistenza tecnica, sotto forma di
incentivi per l’acquisto di servizi reali avanzati. Saranno, dunque, possibili interventi
diretti, ad esempio, nel campo del marketing, della certificazione di qualità, della
selezione del personale, della promozione e pubblicità, e, in generale, tutte le attività di
consulenza finalizzate al miglioramento qualitativo dei diversi aspetti della gestione di
un’impresa.
Gli interventi previsti, pertanto, sono collegati a tutte le iniziative che impattano sulle
organizzazioni private che operano nel territorio crotonese e, in particolare, con le misure
degli Assi 3, 4, 5 e 6.
2. INTERVENTI PREVISTI
La misura si articola in una sola azione dedicata alle attività di assistenza tecnica alle
imprese locali, sotto forma di erogazione di servizi reali avanzati. I servizi da acquistare
potranno riguardare tutti gli aspetti gestionali e strategici della gestione aziendale, quali,
ad esempio, il marketing, la selezione del personale, la pubblicità, le ricerche di mercato,
il controllo di gestione, la certificazione di qualità.
3. BENEFICIARI FINALI
• Amministrazione Provinciale di Crotone.
4. SOGGETTI DESTINATARI
• Imprese;
• Associazioni e Consorzi di imprese.
5. PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DELLE AZIONI
L’iter amministrativo sarà caratterizzato dallo sviluppo delle seguenti fasi.
Fase 1 – Attività propedeutiche
In questa fase l’Amministrazione Provinciale individuerà soggetti esterni competenti in
materia di assistenza tecnica alle imprese, la cui selezione avverrà a seguito di
manifestazione d’interessi per la creazione di una check list di strutture accreditate per la
fornitura dei servizi. La check list potrà essere aggiornata annualmente su iniziativa
dell’Amministrazione Provinciale e attraverso successive Manifestazioni d’interessi. A tali
strutture, in particolare, le imprese selezionate quali destinatarie di interventi di
assistenza tecnica dovranno rivolgersi per l’acquisizione dei servizi.
Fase 2 –Manifestazioni d’interessi e selezione
La selezione delle imprese destinatarie degli interventi di assistenza tecnica avverrà
attraverso una o più manifestazioni di interesse aperte alle PMI del territorio,
accompagnate da specifici servizi informativi e di assistenza per supportare i proponenti.
La fase istruttoria comprende la verifica amministrativa e di ammissibilità, attraverso
l’analisi della documentazione prodotta e del soggetto proponente. Al termine,
l’Amministrazione Provinciale pubblicherà la graduatoria, indicando i soggetti ammessi al
contributo e la quota di contributo concessa ad ognuno per la realizzazione delle attività
di ricerca. In termini generali, la selezione delle proposte avverrà considerando la qualità
dei soggetti proponenti in base ai seguenti criteri di priorità:
• Fabbisogni di servizi reali;
• Settore merceologico;
• Politiche di sviluppo future;
• Tassi di crescita del fatturato e fatturato totale;
• Numero di dipendenti;
• Adesione a network locali formalizzati.
Fase 3 – Attuazione delle operazioni
La fase di attuazione consiste nelle seguenti attività:
• Presentazione degli allegati richiesti nella delibera di concessione del contributo
da parte del soggetto titolare del finanziamento;
• Avvio del progetto ed erogazione del 1° anticipo;
• Realizzazione in itinere delle attività previste e successive erogazioni per stadi di
avanzamento lavori;
Il provvedimento di approvazione e finanziamento dei progetti fisserà il periodo di tempo
massimo consentito per la realizzazione degli stessi.
Sono ammesse varianti in corso d’opera della tipologia di servizi acquistati purché
esistano comprovati motivi di opportunità commerciale, tecnica e/o competitiva per le
imprese aggiudicatrici. In ogni caso le varianti non possono superare l’importo massimo
del contributo.
Fase 4 – Monitoraggio e conclusione
Le attività di monitoraggio saranno realizzate in itinere e a conclusione del progetto
attraverso il controllo delle relazioni sulle attività realizzate e sulla certificazione della
spesa. A tal proposito, sarà nominata un’apposita Commissione da parte
dell’Amministrazione Provinciale che determinerà, in fase iniziale, un sistema di indicatori
di riferimento in base ai quali verificare la qualità dei servizi erogati e il raggiungimento
dei risultati previsti.
La fase si concluderà con l’erogazione del saldo o con la revoca e/o la rimodulazione del
finanziamento.
6. SPESE AMMISSIBILI
Azione Tipologia delle spese ammissibili
7.9.a • Consulenze esterne; • Acquisto basi di dati; • Realizzazione piani di marketing; • Acquisto software personalizzati; • Acquisto servizi di assistenza pre e post vendita; • Spese per la progettazione e la realizzazione di
campagne promozionali; • Spese per la progettazione e la realizzazione di
supporti promozionali (brochure, pieghevoli, gadgets, ecc.);
• Analisi dei costi e dei processi organizzativi; • Analisi dei fabbisogni formativi e tecnologici; • Spese per la selezione del personale; • Progettazione e realizzazione del package di
prodotto; • Spese per l’implementazione di sistemi di controllo
di gestione; • Certificazioni di qualità e ambientali, escluse le
imprese turistiche e del Terzo Settore.
Capitolo 8 I progetti pilota
8.1 I progetti pilota da realizzare
8.1.1 “Titoli professionali del Terzo Settore”
Uno dei principali elementi di criticità presenti nell’ambito dei servizi alla persona in
provincia di Crotone è rappresentato dal basso numero di figure professionali
specializzate e intermedie. Le cause fondamentali risiedono nel ritardo accumulato dal
settore dal punto di vista dell’organizzazione complessiva, intesa quale chiara distinzione
di ruoli e competenze tra gli operatori e, soprattutto, in termini di riconoscimento e
garanzia delle figure professionali presenti.
Chi attualmente è impegnato attivamente nel settore, in sostanza, non può contare su
una legislazione chiara in materia di tutela del lavoro e della professionalità e,
soprattutto, non potrebbe esercitare la professione al di fuori del territorio provinciale, in
quanto i titoli professionali acquisiti non sono riconosciuti in altri contesti locali.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è la realizzazione di un regolamento in grado di
disciplinare il lavoro all’interno del Terzo Settore.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Creare reti di cooperazione tra operatori provati e Enti Pubblici;
• Conoscere le problematiche attuali di regolamentazione del settore;
• Individuare figure professionali in grado di erogare i servizi
maggiormente richiesti dalla domanda;
• Realizzare un sistema di garanzia e di tutela per i lavoratori del
settore;
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.1.
Tabella 8.1 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Analisi e studi 3 mesi
Concertazione 2 mesi
Regolamentazione 2 mesi
Monitoraggio 12 mesi
Durata complessiva dell’intervento 19 mesi
La prima fase consisterà nella realizzazione degli studi conoscitivi della realtà attuale del
settore, in termini di organizzazione, competenze, ruoli e responsabilità degli attori locali
coinvolti.
La fase successiva sarà dedicata alla concertazione, tra Enti pubblici e privati, per
individuare le traiettorie organizzative può idonee a rimuovere gli ostacoli che
attualmente impediscono uno sviluppo armonico del settore.
La Terza Fase “Regolamentazione” sarà dedicata alla realizzazione del regolamento di
riorganizzazione e disciplina del settore e delle figure professionali, condiviso da tutti gli
operatori specializzati.
L’ultima fase, quella di Monitoraggio, servirà a controllare i primi effetti dell’applicazione
del nuovo regolamento e a individuare eventuali criticità che richiedono una ulteriore e
successiva regolamentazione.
I costi previsti
Il costo complessivo del progetto è stimato pari a circa 27.000,00 euro. Di tale costo di
seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse finanziarie per
ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Analisi e studi 10.000,00
Concertazione 3.000,00
Regolamentazione 4.000,00
Monitoraggio 10.000,00
Totale 27.000,00
Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una
continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero
funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.
8.1.2 “Nuovi servizi nel Terzo Settore”
Il settore dei servizi alla persona offre numerose opportunità di sviluppo di nuovi servizi
pensati “ad hoc” sulle esigenze dei diversi target potenziali di utenti (madri, famiglie,
tossicodipendenti, stranieri, immigrati, ecc.), ma tali opportunità necessitano di attività di
sperimentazione e di studio per individuare le tipologie di servizi da implementare.
In tale ambito diviene fondamentale innovare le modalità di erogazione degli attuali
servizi offerti e/o sperimentare l’adozione di servizi totalmente innovativi, per ampliare la
base di fruitori e offrire nuove opportunità di lavoro nel settore a soggetti attualmente
emarginati dal mercato del lavoro. È il caso, ad esempio, degli asili condominiali o della
Banca del Tempo, per le madri che hanno difficoltà a lavorare fuori della propria
abitazione o per i soggetti con disponibilità di tempo limitate per accudire i propri figli.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto
L’obiettivo generale del progetto è l’ampliamento del numero di fruitori dei servizi alla
persona.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Avviare la sperimentazione di nuovi servizi alla persona;
• Ampliare le opportunità di lavoro per i soggetti in situazioni di
disagio;
• Pianificare sistemi di erogazione dei servizi basati sulle esigenze dei
potenziali fruitori;
• Concertare sistemi di accesso ai servizi agevolati per particolari
categorie di utenti potenziali;
• Verificare la fattibilità dei potenziali investimenti da realizzare per
l’implementazione finale dei servizi.
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.2.
Tabella 8.2 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Progettazione e bando 1 mese
Selezione delle idee 1 mese
Sperimentazione 6 mesi
Studi e ricerche 4 mesi
Durata complessiva dell’intervento 12 mesi
La prima fase consisterà nella progettazione e realizzazione del bando di gara per la
sperimentazione di nuovi servizi.
La seconda fase riguarda la selezione delle idee progetto pervenute e la stipula delle
convenzioni.
La fase successiva sarà dedicata alla sperimentazione sul campo dei nuovi servizi
progettati. Sarà fondamentale, in questa fase, identificare:
• Criticità;
• Punti di forza;
• Livello di soddisfazione dell’utenza;
• Situazioni di contesto idonee alla replicabilità delle esperienze;
• Impatti generati.
L’ultima fase riguarda la realizzazione di studi per la verifica di fattibilità
dell’implementazione dei nuovi servizi su tutto il territorio provinciale.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 43.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Progettazione e bando 1.000,00
Selezione delle idee 2.000,00
Sperimentazione 30.000,00
Studi e ricerche 10.000,00
Totale 43.000,00
Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una
continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero
funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.
8.1.3 “Consorzi di settore”
Uno dei principali fattori di criticità per lo sviluppo economico del territorio provinciale
risiede nella scarsa capacità di penetrazione dei grandi mercati nazionali e internazionali,
a causa essenzialmente della ridotta dimensione delle imprese e del basso livello di
cooperazione presente. In particolare, gli operatori non attivano percorsi di sviluppo
settoriali incentrati sulla logica della “filiera” produttiva, che, invece, potrebbe generare
significativi vantaggi competitivi dal punto di vista commerciale, tecnologico, qualitativo e
dei prezzi.
La creazione di Consorzi di settore, in tale ottica, rappresenta un tassello fondamentale
per la promozione dei prodotti locali e per lo sviluppo di canali commerciali di
intermediazione di grossi quantitativi di merce, quali ad esempio la GDO e gli importatori
più importanti dei Paesi di destinazione dei prodotti locali.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è la crescita di competitività dei prodotti crotonese sui
mercati nazionali ed esteri attraverso l’incremento dei quantitativi offerti sotto un unico
marchio commerciale.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Adeguare il sistema di prodotto territoriale alle esigenze dei mercati
obiettivo;
• Incrementare gli investimenti in marketing verso i mercati esteri;
• Selezionare i settori strategici sui quali concentrare la
sperimentazione;
• Determinare gli standard di qualità necessari per l’ingresso nei
Consorzi;
• Ridurre i costi sulle materie prime;
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.3.
Tabella 8.3 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Analisi e studi 3 mesi
Progettazione e bando 2 mese
Costituzione Consorzi 3 mesi
Comunicazione e promozione 4 mesi
Monitoraggio Intera durata
Durata complessiva dell’intervento 12 mesi
La prima fase consisterà nella realizzazione degli studi di fattibilità per le analisi
preliminari sul gradimento dei prodotti crotonesi in Italia e all’estero e sul potenziale di
mercato penetrabile al termine delle attività di progetto.
La fase successiva sarà dedicata alla progettazione degli interventi e alla realizzazione di
“Manifestazioni di interesse” per il coinvolgimento delle imprese. In linea di massima,
saranno definiti:
• Gli assetti organizzativi dei Consorzi;
• Le politiche di marketing;
• I sistemi di selezione delle aziende.
Durante la terza fase si procederà alla creazione dei Consorzi e alla nomina degli
organismi di gestione.
La quarta fase prevede, invece, le attività di comunicazione e promozione dei Consorzi
attraverso workshop, presenza a fiere specializzate, convegni, ecc.
L’ultima fase, durante la quale si valuteranno i risultati raggiunti, darà la possibilità di
determinare la coerenza di quanto realizzato rispetto agli obiettivi prestabiliti e al
potenziale stimato, in modo da determinare gli elementi di trasferibilità del progetto ad
altri contesti produttivi del territorio crotonese.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 130.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Analisi e studi 30.000,00
Progettazione e bando 15.000,00
Costituzione Consorzi 5.000,00
Comunicazione e promozione 60.000,00
Monitoraggio 20.000,00
Totale 130.000,00
Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una
continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero
funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.
8.1.4 “Accesso alla cooperazione”
Il basso tasso di cooperazione sociale, a tutti i livelli economico-produttivi, rappresenta
uno degli elementi principali in grado di spiegare il ritardo di sviluppo economico nel
quale si trova la Provincia di Crotone.
Il “capitale sociale” del territorio, inteso quale sintesi del grado di fiducia reciproca, di
rispetto degli accordi e di convergenza di obiettivi tra tutti gli attori locali, rappresenta,
infatti, l’elemento fondamentale da rafforzare per incrementare le opportunità di sviluppo
economico e di crescita della qualità della vita per la popolazione crotonese.
Il progetto intende rafforzare il tessuto relazionale dell’area, ponendo particolare
attenzione alla realizzazione di un sistema di regole e di standard condivisi sui quali
costruire i cardini fondamentali della cooperazione sociale.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è la determinazione di un quadro di regolamenti generali
per la promozione e la gestione della cooperazione tra gli attori locali.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Promuovere i vantaggi derivanti dalla cooperazione territoriale;
• Identificare il sistema di relazioni ottimale per il supporto allo
sviluppo locale;
• Mappare l’attuale struttura relazionale presente nel territorio;
• Attivare processi di coinvolgimento degli operatori per la
convergenza verso il network ideale;
• Verificare gli impatti economici derivanti dalle prime fasi di
sperimentazione.
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.4.
Tabella 8 4 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Analisi e studi 4 mesi
Animazione e concertazione 4 mesi
Networking 2 mesi
Monitoraggio 6 mesi
Durata complessiva dell’intervento 16 mesi
La prima fase sarà incentrata sulla realizzazione di studi e analisi per la costruzione del
“sistema rete” ideale per lo sviluppo programmatico e socio-economico del territorio.
Focus dell’analisi sarà anche l’identificazione degli operatori chiave (best performer del
territorio) sui quali concentrare gli sforzi di integrazione.
La seconda fase riguarderà le attività di animazione territoriale e di concertazione,
finalizzate al coinvolgimento degli operatori locali e alla prima verifica sulle disponibilità e
sulle modalità di cooperazione che il territorio intende adottare.
La fase successiva, quella del networking, sarà focalizzata sulla costruzione della rete di
relazioni formali, attraverso la stesura di Disciplinari e Protocolli d’intesa per la
regolamentazione degli standard di accesso alle diverse reti locali individuate.
L’ultima fase, infine, riguarderà le attività di monitoraggio dei primi risultati d’impatto che
i network locali avranno generato, sia per gli operatori aderenti, sia nell’indotto.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 65.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Analisi e studi 20.000,00
Animazione e concertazione 20.000,00
Networking 10.000,00
Monitoraggio 15.000,00
Totale 65.000,00
Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una
continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero
funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.
8.1.5 “Nuovi standard di accesso al credito”
La capacità di crescere, innovare e investire in competenze per le imprese dipende dalle
dotazioni finanziarie complessive, sulle quali operare le proprie di allocazione ai diversi
fabbisogni organizzativi. Tale disponibilità finanziaria, in un contesto locale caratterizzato
soprattutto da imprese di piccole dimensioni, è presente solo in misura limitata e non
consente la realizzazione di programmi di sviluppo aderenti alle nuove e mutate esigenze
dei mercati di consumo.
Diventa, pertanto, cruciale l’apporto degli istituti di credito locali, che devono supportare
le aziende nei loro progetti di sviluppo. Attualmente, tuttavia, il costo del denaro in
provincia di Crotone è molto più alto della media nazionale, mentre il totale degli impieghi
rispetto ai depositi è sensibilmente più basso. La stipula di accordi tra l’Amministrazione
provinciale e gli istituti di credito, anche attraverso la creazione di fondi di garanzia, per
la concessione di agevolazioni privilegiate a un insieme di aziende selezionate e certificate
dall’Amministrazione provinciale diventa elemento fondamentale per la valutazione della
capacità di investire efficacemente della classe imprenditoriale locale.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è la sperimentazione di una nuova metodologia di
erogazione di prestiti bancari a tassi agevolati.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Attivare nuovi strumenti finanziari garantiti;
• Verificare la capacità di innovazione delle imprese locali in presenza
di dotazioni finanziarie maggiori;
• Stipulare accordi di cooperazione tra Istituti bancari e
Amministrazione provinciale;
• Incrementare il livello di fiducia reciproca tra Istituti bancari e
operatori privati.
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.5.
Tabella 8.5 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Concertazione 3 mesi
Manifestazione d’interessi 3 mesi
Avvio dei programmi 12 mesi
Monitoraggio e controllo 12 mesi
Durata complessiva dell’intervento 18 mesi
La prima fase consisterà nella concertazione tra l’Amministrazione provinciale e gli Istituti
di credito locali per la definizione dello schema di accordo e degli Istituti aderenti
all’iniziativa.
La fase successiva sarà dedicata alla progettazione degli interventi e alla realizzazione di
“Manifestazioni di interesse” per il coinvolgimento delle imprese. In linea di massima,
saranno definiti i criteri necessari per l’adesione al progetto e selezionate le aziende
ritenute più meritevoli.
Durante la terza fase si avvierà il programma di finanziamento con l’erogazione dei
prestiti agevolati alle aziende e con la definizione degli indicatori per il monitoraggio e il
controllo dell’iniziativa.
L’ultima fase, che si svilupperà in parallelo con l’erogazione dei prestiti, sarà dedicata alle
attività di monitoraggio e controllo effettuate sulle aziende beneficiarie, in termini di
modalità di utilizzo dei fondi ricevuti, efficacia delle azioni intraprese, rispetto dei tempi di
rimborso dei prestiti, eventuali fattori di ostacolo al corretto sviluppo delle attività
programmate.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 20.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Concertazione 8.000,00
Manifestazione d’interessi 4.000,00
Avvio dei programmi 3.000,00
Monitoraggio e controllo 5.000,00
Totale 20.000,00
8.1.6 “Promozione dell’occupazione femminile”
Il mercato del lavoro in Provincia di Crotone è attualmente caratterizzato da una forte
differenza occupazionale tra gli uomini e le donne. In particolare, il tasso di occupazione
femminile è inferiore di circa tre volte a quello maschile, in un contesto nel quale la
numerosità della Forza Lavoro femminile (Numero di persone che si offrono sul mercato
del lavoro) è, inoltre, molto esigua.
Tale carattere strutturale dell’occupazione provinciale è ascrivibile essenzialmente a un
fattore culturale di discriminazione e alla carenza di progetti specifici per l’inserimento nel
mercato del lavoro delle donne, soprattutto se con figli a carico.
Il progetto mira a realizzare una serie di iniziative di promozione dell’occupazione
femminile, tra le quali convegni, materiale informativo sui possibili sbocchi professionali,
protocolli d’intesa per l’incremento della manodopera femminile, ecc.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è la creazione delle condizioni di contesto favorevoli per
un incremento del tasso di occupazione femminile.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Stipulare protocolli di intesa con le aziende per la crescita
dell’occupazione femminile;
• Promuovere nuove forme di lavoro flessibile adatte alle donne con
figli a carico;
• Valorizzare le competenze femminili attraverso attività di
promozione e comunicazione;
• Sviluppare la cultura delle Pari Opportunità di accesso al mercato
del lavoro.
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.6.
Tabella 8.6 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Comunicazione e promozione 6 mesi
Concertazione 2 mesi
Realizzazione degli interventi 3 mesi
Durata complessiva dell’intervento 11 mesi
La prima fase è incentrata sulla realizzazione di campagne di comunicazione sulle Pari
Opportunità, attraverso spot, riunioni, convegni, materiale cartaceo (opuscoli, pieghevoli,
ecc.).
La fase di Concertazione sarà incentrata sugli incontri tra l’Amministrazione Provinciale ei
rappresentanti degli imprenditori, per definire le basi sulle quali costruire le politiche per
le Pari Opportunità nella Provincia.
L’ultima fase riguarda la realizzazione degli interventi programmati, ossia di protocolli
d’intesa, Patti, Codici Etici, ecc. per impegnare gli operatori economici e sociali del
territorio nei confronti delle tematiche legate alle Pari Opportunità.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 65.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Comunicazione e promozione 50.000,00
Concertazione 6.000,00
Realizzazione degli interventi 9.000,00
Totale 65.000,00
Il corretto avanzamento delle attività inserite nel progetto pilota è sottoposta ad una
continua azione di check ed eventuale adeguamento delle azioni qualora non fossero
funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici del progetto.
8.1.7 “Sviluppo del sistema dei trasporti”
Il territorio provinciale soffre di un gap infrastrutturale notevole, soprattutto per ciò che
riguarda le reti di connessione fisica, ossia strade, autostrade, sistemi di collegamento.
Tale problematica è maggiormente avvertita nelle aree interne, che, invece, sono ricche
di risorse storiche, ambientali, paesaggistiche e architettoniche di sicuro interesse
turistico, per le quali diventa prioritario incrementare il livello di fruizione, a partire dalla
facilità di accesso logistico.
In sostanza, il turista, ma anche il residente, deve potersi spostare con facilità sul
territorio, in modo da avere l’opportunità di visitare e conoscere posti diversi e fungere
esso stesso da veicolo promozionale per le ricchezze ei bacini di tipicità insiti nella
Provincia di Crotone.
Si vuole, dunque, promuovere uno sviluppo del sistema dei trasporti locale attraverso la
concessione privilegiata di tratti di strade a competenza provinciale ai vettori di trasporto,
a fronte di garanzia del servizio in linea con le esigenze di mobilità e di sviluppo turistico
di tutte le arre interne del territorio.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è l’incremento delle possibilità di fruizione delle risorse
territoriali.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Potenziare il sistema locale dei trasporti;
• Incrementare le possibilità di accesso a tutte le aree del territorio,
sia costiere, sia interne;
• Determinare standard minimi di erogazione dei servizi;
• Riprogrammare il sistema delle concessioni delle tratte stradali ai
vettori di trasporto.
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.7.
Tabella 8.7 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Analisi e studi 6 mesi
Coordinamento 3 mesi
Progettazione e bando 1 mese
Erogazione del servizio 6 mesi
Monitoraggio Intera durata
Durata complessiva dell’intervento 16 mesi
La prima fase consisterà nella realizzazione di studi mirati a individuare le aree di
maggiore criticità per la mobilità interna e la suddivisione delle competenze tra i diversi
organismi territoriali (Comuni, Provincia, ANAS).
La seconda fase sarà incentrata sulle attività di coordinamento tra i diversi Enti
competenti per le strade, al fine di determinare un modello di trasporti e di standard di
servizio condiviso da tutti.
La fase successiva sarà dedicata alla progettazione degli interventi e alla realizzazione di
“Manifestazioni di interesse” per il coinvolgimento dei vettori di trasporto. Le
manifestazioni d’interesse riguarderanno i singoli tratti di strada considerati prioritari per
l’avvio della sperimentazione. In linea di massima, saranno definiti:
• Le modalità e le condizioni economiche di concessione delle tratte stradali;
• Gli standard di erogazione del servizio richiesti;
• I criteri di selezione dei vettori di trasporto.
La quarta fase riguarderà la selezione delle imprese e l’erogazione del servizio da parte
delle imprese aggiudicatici.
L’ultima fase, il monitoraggio, si svilupperà per tutta la durata del progetto e permetterà
di valutare i risultati raggiunti e il livello di coerenza di quanto realizzato rispetto agli
obiettivi prestabiliti, in modo da determinare, se necessari, i dovuti interventi correttivi.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 75.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Analisi e studi 40.000,00
Coordinamento 8.000,00
Progettazione e bando 2.000,00
Erogazione del servizio 5.000,00
Monitoraggio 20.000,00
Totale 75.000,00
8.1.8 “Integrazione pubblico/privato”
La pianificazione strategica territoriale e le scelta di strumenti efficaci e adatti al contesto
locale di riferimento rappresentano i due tasselli fondamentali per la generazione di
processi endogeni di sviluppo socio-economico. Tali strumenti programmatici e operativi,
tuttavia, per risultare effettivamente efficaci, richiedono una piena condivisione da parte
di tutti gli attori locali agenti dello sviluppo.
Ciononostante, la programmazione politica spesso viene effettuata non concertando gli
interventi insieme agli operatori privati, con il risultato che le politiche e gli strumenti
adottati non risultano efficaci in quanto poco utili per le effettive esigenze dei destinatari.
Il progetto da realizzare intende creare i presupposti per una piena integrazione tra gli
Enti pubblici locali e i privati, imprenditori e cittadini, al fine di sperimentare un nuovo
approccio di programmazione politica territoriale, che parte “dal basso” e sia largamente
condiviso.
Obiettivi generali e obiettivi specifici del progetto.
L’obiettivo generale del progetto è l’attivazione di percorso di integrazione tra l’azione
politica istituzionale e i rappresentanti degli attori locali privati.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale sono stati individuati un insieme di obiettivi
specifici quali:
• Individuare gli strumenti operativi più idonei a realizzare
l’integrazione;
• Condividere le azioni di governo locale con i principali attori privati
agenti dello sviluppo;
• Promuovere la cooperazione pubblico-privato a tutti i livelli
istituzionali della Provincia;
• Realizzare sistemi di monitoraggio e di ascolto del territorio per la
verifica di coerenza dell’azione amministrativa.
Modalità e tempi di realizzazione
Le attività previste per la realizzazione del piano d’intervento saranno scadenzate da una
serie di fasi, così come evidenziato nella tabella 8.8.
Tabella 8.8 Fasi e timing del progetto
FASI TEMPI
Coinvolgimento 3 mesi
Concertazione 3 mesi
Monitoraggio e controllo 6 mesi
Durata complessiva dell’intervento 12 mesi
La prima fase sarà dedicata al coinvolgimento degli attori locali attraverso la promozione
del progetto e delle sue finalità, utilizzando gli strumenti tipici della comunicazione
(comunicati stampa, brochure, manifesti, ecc.). Obiettivo prioritario della fase è quello di
ampliare il più possibile la base sociale di riferimento con la quale sperimentare le prime
attività di concertazione.
La fase successiva riguarderà le attività di concertazione territoriale, durante le quali si
pianificheranno le direttrici dello sviluppo locale e si individueranno alcuni strumenti
operativi di attuazione.
L’ultima fase, quella del monitoraggio, sarà demandata ad un Comitato misto pubblico-
privato, che avrà il compito di verificare lo stato d’attuazione delle politiche programmate,
il rispetto degli impegni assunti, gli elementi di criticità e gli ostacoli da rimuovere.
I costi previsti
Il costo complessivo del piano di intervento è stimato pari a circa 48.000,00 euro. Di tale
costo di seguito è evidenziato il prospetto che mostra l’assorbimento delle risorse
finanziarie per ogni singola voce di spesa.
Voci di spesa Costi previsti
Coinvolgimento 30.000,00
Concertazione 8.000,00
Monitoraggio e controllo 10.000,00
Totale 48.000,00
Capitolo 9 Il Piano di Comunicazione
9.1 Premessa
Il presente “Piano di Comunicazione” appositamente elaborato per la Provincia di Crotone
nell’ambito del progetto “Un piano strategico per l’occupazione nella provincia di
Crotone”, finanziato attraverso l’art. 6 del Regolamento del Fondo Sociale Europeo riferito
ad azioni a carattere innovativo con cui promuovere nuove strategie per l’occupazione, si
ispira alla legge 150/2000 e alla Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica 7 febbraio
2002, che ha rappresentato un ulteriore riconoscimento della importanza della
comunicazione per le Amministrazioni pubbliche, nonché al Regolamento (CE) n.
1159/2000 della Commissione relativo alla azioni informative e pubblicitarie sugli
interventi dei Fondi Strutturali.
Pertanto esso definisce i principi, gli obiettivi, le strategie e le azioni di comunicazione che
la Provincia di Crotone realizzerà per informare e comunicare le linee e gli obiettivi del
“Piano strategico per l’occupazione della Provincia”, coerentemente con gli obiettivi
generali di trasparenza e di buona amministrazione che l’Ente Provincia intende
perseguire.
9.2 Il perché del piano di comunicazione
“Il silenzio costituisce di per sé una comunicazione e, se si può scegliere se parlare o
restare in silenzio, nessun organismo vivente può in realtà scegliere di non comunicare”.
(Wilden - voce Comunicazione dell’Enciclopedia Einaudi, 1978)
In virtù di questa affermazione, da tempo condivisa nel mondo dell’impresa e adesso
accolta anche nel settore pubblico, si può quindi affermare che, se ogni comportamento
ha una valenza comunicativa, allora è necessario pianificare la comunicazione, in modo
da renderla funzionale ai propri obiettivi ed evitare che azioni comunicative inconsapevoli
possano addirittura danneggiare l’Ente.
L’elaborazione del piano di comunicazione non nasce, quindi, solo dalla necessità di
recepire le norme, ma dalla consapevolezza dell’enorme valore che la comunicazione ha
in una Pubblica Amministrazione che si vuole dire moderna.
Del resto comunicare le linee strategiche di uno strumento di sviluppo socio
economico qual è il “Piano Strategico per l’Occupazione” che vuole
“contribuire allo sviluppo dell’occupazione favorendo l’impiegabilità, lo spirito
imprenditoriale, la capacità di adattamento, le pari opportunità nonché
l’investimento nelle risorse umane” è azione qualificante non solo per l’Ente, ma
anche per chi lo rappresenta.
La comunicazione, infatti, costituisce uno strumento di fondamentale importanza per
realizzare appieno i principi di trasparenza, pubblicità, semplificazione, efficacia e
partecipazione che reggono l’azione amministrativa. In questa prospettiva, la
comunicazione si connota come un’attività di interesse pubblico, una vera e propria
funzione volta a garantire il perseguimento degli scopi dell’amministrazione e la tutela dei
diritti dei cittadini. In particolare, l’attività che l’Ente Provincia svolge attraverso le azioni
di questo piano:
• costituisce un valore aggiunto ai servizi offerti e contribuisce ad orientare le
scelte coerentemente ai reali bisogni ed esigenze della collettività;
• contribuisce a realizzare un modello di amministrazione ‘relazionale’, assicurando
la conoscibilità dell’attività amministrativa e favorendo la partecipazione della
collettività alla gestione della cosa pubblica;
• accresce l’efficienza dell’azione amministrativa e fornisce ausilio per la
realizzazione dei piani e degli obiettivi di governo e della ‘missione’ istituzionale
dell’Ente;
• costituisce elemento imprescindibile del sistema democratico, consentendo agli
amministratori di rendere note le proprie azioni ed ai cittadini di conoscere, e
quindi di valutare con maggiore consapevolezza, le scelte di governo;
• consente lo scambio di informazioni e notizie tra l’Ente Provincia e gli altri Enti
Locali, attivando partecipazione e sinergia;
• consente di promuovere il territorio e le peculiarità locali e rappresenta un
elemento trainante per lo sviluppo e la crescita – culturale, economica e civile –
dell’intera comunità.
Il presente piano di comunicazione, coerentemente con le considerazioni fin qui fatte,
intende pertanto creare un sistema integrato di comunicazione e definire una strategia
unitaria, in base alla quale pianificare ed armonizzare tutte le azioni comunicative, interne
ed esterne, e renderle coerenti non solo con le esigenze di presentazione e informazione
delle linee strategiche emerse nel “Piano Strategico per lo sviluppo dell’Occupazione” ma
anche con gli obiettivi generali e la missione dell’Ente.
9.3 Struttura e metodologia
Nei punti precedenti il termine comunicazione non è stato utilizzato secondo la definizione
posta dalla legge 150/2000, ma nella sua accezione più vasta, per sottolineare che il
Piano disciplina tanto le attività di informazione che quelle di comunicazione, interna ed
esterna, che verranno realizzate dalla Provincia nell’ambito dello stesso. Nella redazione
del Piano ovviamente si è tenuto conto della distinzione tra informazione e comunicazione
operata dalla legge, anche se, piuttosto che rimarcare i differenti compiti e funzioni, si è
preferito evidenziare i collegamenti e le possibili integrazioni tra le attività di informazione
e quelle di comunicazione e tra queste e gli altri settori dell’Ente.
Il Piano di comunicazione si snoderà lungo il seguente percorso:
• definizione delle linee programmatiche generali;
• definizione degli obiettivi generali;
• definizione degli obiettivi specifici;
• progettazione delle azioni di informazione e comunicazione e pianificazione di
mezzi.
9.4 Linee programmatiche e obiettivi
9.4.1 Il contesto
Definire gli obiettivi di comunicazione non può prescindere da un’analisi della situazione
attuale, che individui le esigenze ed i fattori di criticità cui far fronte e che tenga conto sia
dell’aspetto funzionale-organizzativo sia di quello relativo allo stato delle attività e dei
servizi di comunicazione.
Per quanto riguarda il primo aspetto, va osservato che la Provincia di Crotone è
costantemente impegnata in un processo di aggiornamento della propria struttura
organizzativa e di ridefinizione e adeguamento delle competenze, sia perché è stata
istituita solo da un decennio, sia per la necessità di assicurare la piena attuazione dei
principi che reggono l’azione amministrativa introdotti dalle leggi di riforma degli anni ‘90,
sia per consentire lo svolgimento delle nuove funzioni attribuite all’Ente. Soprattutto
questo terzo elemento risulta di fondamentale importanza ai fini del Piano, in quanto il
cosiddetto federalismo amministrativo ha ridefinito notevolmente le competenze degli
Enti locali, assegnando alla Provincia nuove e fondamentali funzioni in settori, come quelli
del lavoro e dei trasporti, che hanno un impatto diretto sulla vita della collettività.
Da ciò nasce l’esigenza di informare cittadini, enti ed imprese, per orientarli nei
rapporti con l’amministrazione nel nuovo assetto di competenze e, al tempo stesso, per
riaffermare il ruolo di un soggetto istituzionale ancora poco ‘percepito’
all’esterno. Costituisce, infatti, un grave fattore di criticità la scarsa conoscenza del
ruolo e delle funzioni della Provincia, che viene spesso immaginato come ente lontano
dalle problematiche e dalle esigenze reali dei cittadini.
Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente legati alla comunicazione, va notato che
in questi anni la giovane Provincia di Crotone ha realizzato notevoli progressi
nell’attuazione della normativa di settore e nell’ampliamento dell’offerta di attività di
informazione e comunicazione. Oggi l’Ente dispone di un U.R.P., un Ufficio Stampa, un
sito internet abbastanza articolato e aggiornato e per quanto riguarda il Settore
Mercato del Lavoro dispone di sportelli informativi presso i 2 Centri per l’Impiego, 1
Punto Informativo Lavoro sul territorio provinciale (Petilia Policastro?), altri ne sono in via
di definizione, che all’occorrenza danno anche informazioni sull’Ente, e il portale lavoro
(che rientra nel Sistema Informativo Lavoro, il cosiddetto S.I.L.) costantemente
aggiornato e pieno di informazioni utili a chi cerca lavoro e a chi cerca lavoratori. Inoltre,
il Settore ha realizzato e realizza ogni anno diverse pubblicazioni informative o
promozionali per avvicinare i cittadini al nuovo mercato del lavoro.
9.4.2 Linee programmatiche
Il Piano di Comunicazione si ispira ad alcune linee programmatiche che costituiscono una
cornice di riferimento di carattere generale, nell’ambito della quale vengono poi delineati
gli obiettivi specifici e le conseguenti azioni di comunicazione del “Piano Strategico per
l’Occupazione”.
Integrazione. Tutte le attività di informazione e comunicazione devono essere
coordinate tra loro ed integrate in una strategia di comunicazione unitaria e coerente con
gli obiettivi generali dell’Ente. L’insieme dei messaggi e delle informazioni realizzati dalla
Provincia deve offrire un’immagine unitaria sia all’interno che all’esterno dell’Ente e
costituire un’identità condivisa e facilmente riconoscibile.
Programmazione. Le azioni del presente piano non possono essere improvvisate e
slegate dal contesto di riferimento e dagli obiettivi più generali perseguiti dall’Ente. La
programmazione fa riferimento anche all’individuazione di forme, mezzi e contenuti più
adeguati in relazione agli obiettivi prefissati e alle diverse tipologie di pubblico.
Interattività. Le iniziative di comunicazione privilegiano l’interattività e la
pluridirezionalità dei messaggi. Obiettivo è la creazione di un “reticolo” di flussi di
comunicazione tra la Provincia ed i suoi interlocutori, cioè cittadini, imprese, associazioni
ed altri soggetti istituzionali.
Visibilità. Tutte le attività di informazione e comunicazione, anche se poste in essere dal
singolo Settore devono contribuire ad accrescere la visibilità dell’Amministrazione
provinciale sul territorio e farne conoscere le attività ed i compiti. L’Ente dovrà essere
percepito come interlocutore diretto per il soddisfacimento di bisogni concreti.
Accessibilità. La comunicazione costituisce la “porta d’accesso” per l’attività e la vita
istituzionale della Provincia. I messaggi e le informazioni prodotti e, in generale, qualsiasi
forma di interazione con l’utenza devono essere improntati alla semplicità ed alla
chiarezza e devono utilizzare i canali ed i contenuti che consentano la massima
trasparenza su tutto ciò che riguardi l’Ente.
Qualità. La comunicazione, sia interna che esterna, è strumento fondamentale per
accrescere la qualità dei servizi e per garantire l’efficienza della macchina amministrativa.
Ogni iniziativa dovrà quindi essere funzionale al miglioramento delle prestazioni, in
termini di organizzazione e di risultato, e dovrà privilegiare il feed-back per orientare le
attività dell’Ente ai bisogni ed alle esigenze della collettività.
Informazione. L’Ente, attraverso il Settore Mercato del Lavoro diventa un soggetto
erogatore di informazioni a favore di cittadini, imprese, enti ed altre istituzioni, al fine di
favorire lo sviluppo della comunità locale e promuovere all’esterno la realtà provinciale.
9.4.3 Obiettivi generali
Coerentemente con i principi indicati nel paragrafo precedente ed in linea con i
programmi ed i fini istituzionali dell’Ente, sono posti i seguenti obiettivi generali di
comunicazione.
Creazione di un sistema di comunicazione integrata per:
• garantire la coerenza degli obiettivi di comunicazione con i fini ed i programmi
generali dell’Ente, mediante la definizione di una strategia integrata;
• definire un preciso ‘stile’ di comunicazione, che venga utilizzato in ogni iniziativa
e da tutti i servizi del settore, per quanto riguarda le azioni del “Piano
Strategico...”;
• assicurare unitarietà d’immagine e d’identità;
• costituire una “rete territoriale” di comunicazione con gli altri servizi sparsi sul
territorio.
Rafforzare l’immagine della Provincia di Crotone
Rafforzare e diffondere l’immagine istituzionale dell’Ente nella quale prevalgano i seguenti
elementi di connotazione:
• vicinanza ai cittadini e capacità di costituire un interlocutore diretto per il
soddisfacimento di concreti bisogni ed esigenze, soprattutto in seguito
all’attribuzione di nuove funzioni e per settori di particolare impatto sul pubblico,
quale il mercato del lavoro;
• impegno sociale, soprattutto in fase di studio e di sensibilizzazione su particolari
tematiche relative alla crescita economica, sociale e civile della collettività;
• capacità di agire da volano per lo sviluppo economico e per la creazione di
rapporti di scambio tra la realtà locale e partner nazionali ed internazionali, sia
pubblici che privati;
• modernità ed innovazione, sia per l’aspetto organizzativo che per la capacità di
adeguarsi alle esigenze espresse dalla collettività;
• sussidiarietà, intesa come capacità di intervenire ogni volta che gli enti territoriali
minori non siano in grado di raggiungere i loro obiettivi;
• coordinamento, essendo la Provincia non solo e non tanto ente erogatore di
servizi di base, ma soggetto istituzionale di raccordo e programmazione.
Tutte queste componenti dovranno costituire, nel loro insieme, l’immagine della Provincia
di Crotone e definire la “missione” percepita da cittadini, imprese ed associazioni, non
solo nella dimensione locale, ma anche in quella nazionale ed internazionale.
Chiara identità visiva
Obiettivo è anche quello di coordinare “visivamente” i messaggi, le informazioni, i
documenti e qualunque altra forma di interazione con l’esterno o l’interno dell’Ente,
costituendo un’identità unitaria e facilmente riconoscibile mediante l’utilizzo di precisi
elementi di connotazione visiva.
Visibilità e conoscenza dell’Amministrazione provinciale di Crotone
Il Piano, poiché è incentrato sulla presentazione del “Piano Strategico per l’Occupazione”,
tema sicuramente sempre attuale nei nostri contesti territoriali permetterà all’Ente
Provincia di darsi una grande “visibilità” nel contesto locale. Tale obiettivo è certo
prioritario per rispondere alla situazione di non grande visibilità dell’Ente e per assicurare
l’attuazione dei principi di partecipazione, pubblicità e trasparenza dell’azione
amministrativa, soprattutto alla luce del trasferimento di compiti e funzioni amministrative
operato a favore della Provincia negli ultimi anni.
Miglioramento della qualità dell’interazione.
In particolare:
• individuare nuove modalità di interazione, anche mediante l’ausilio di strumenti
informatici e telematici, con l’utenza, modo questo anche per semplificare i
procedimenti amministrativi;
• incrementare, mediante l’ausilio di strumenti informatici e telematici l’efficienza
delle procedure volte a garantire la partecipazione ai procedimenti amministrativi
e il diritto di accesso agli atti;
• privilegiare il feed-back con l’utenza e con i potenziali interlocutori, per rilevarne i
bisogni, le preferenze ed il grado di soddisfazione, oltre che la conoscenza
dell’Ente.
Sviluppo della comunicazione interna
Costituisce un altro obiettivo fondamentale, essenziale non solo per lo sviluppo delle
attività di informazione e comunicazione, ma anche per migliorare l’intera azione
amministrativa. In particolare, sarà necessario:
• creare flussi di informazione tra gli organi burocratici e politici dell’Ente e tra
questi ed i
• Servizi di informazione e comunicazione;
• realizzare prodotti informativi, anche a diffusione telematica, sui compiti ed i
progetti
• dell’Ente, destinati esclusivamente ai dipendenti, per accrescerne la motivazione
ed il senso di appartenenza;
• favorire lo scambi di culture ed esperienze tra i diversi settori
dell’Amministrazione.
9.4.4 Obiettivi specifici e target
Alla luce delle considerazioni fin qui fatte il fine ultimo del piano di comunicazione sarà
riconducibile, in sostanza, alla “pprrooggeettttaazziioonnee ddii uunnaa ccaammppaaggnnaa ddii ccoommuunniiccaazziioonnee
ee ddii iinnffoorrmmaazziioonnee vvoollttaa aa ddeeffiinniirree uunn iinnssiieemmee ddii ssttrruummeennttii ddii iinnffoorrmmaazziioonnee aattttii
aa iinnffoorrmmaarree ii ttaarrggeett ssuullllee ffiinnaalliittàà,, ssuuii ccoonntteennuuttii,, ssuullllee ooppppoorrttuunniittàà ee ssuullllee
aattttiivviittàà,, cchhee ssii aannddrraannnnoo aa rreeaalliizzzzaarree,, pprreevviissttee nneell ““PPiiaannoo SSttrraatteeggiiccoo ppeerr
ll’’OOccccuuppaazziioonnee””.
L’impostazione metodologica dell’intero intervento dovrà essere mirata a soddisfare,
quindi, due obiettivi specifici, di comunicazione istituzionale e specialistica, di seguito
declinati:
• Informare le istituzioni e gli stakeholder presenti nel territorio provinciale su
obiettivi e attività del “Piano Strategico”, di come sia uno strumento di aiuto per
l’occupazione e per la formazione di risorse umane, per attivare atteggiamenti
collaborativi utili al raggiungimento degli obiettivi;
• Informare l’opinione pubblica del territorio provinciale su obiettivi e attività del
“Piano Strategico”, di come sia uno strumento di aiuto per l’occupazione e per la
formazione di risorse umane, per attivare atteggiamenti collaborativi utili al
raggiungimento degli obiettivi.
In termini operativi, saranno anche perseguiti i seguenti obiettivi operativi:
• Posizionare l’Ente come soggetto attento alle problematiche dell’occupazione con
particolare riferimento alle fasce più deboli, mettendo in evidenza il programma e
i servizi che si intendono attuare nell’ambito di tale specifico progetto;
• Costruire una forte brande image dell’Ente Provincia su elementi e valori che
richiamano un suo forte orientamento alla soddisfazione del bisogno di
democrazia partecipativa da parte dei cittadini;
• Progettare servizi e prodotti informativi e comunicativi, editoriali, coerenti con
l’identità visiva proposta e gli obiettivi prefissati;
• Progettare e realizzare eventi tematici per il sostegno all’azione di comunicazione.
I target, o meglio il pubblico di riferimento, destinatari delle azioni di comunicazione
sono:
A. le istituzioni: comuni, CCIAA, GAL, Comunità Montane, etc
B. gli stakeholder: Università, Istituti di formazione, Organizzazioni di orientamento
professionale, Associazioni imprenditoriali di categoria, Sindacati dei lavoratori, Servizi e
strutture per le imprese, Centri studi e società di ricerca sui settori lavoro/formazione,
Opinion leaders aree cultura, economia, mondo giovanile;
C. l’opinione pubblica: Cittadini disoccupati di lunga durata o esposti al rischio di
disoccupazione di lunga durata, Studenti, Giovani laureati in cerca di primo impiego,
Giovani diplomati in cerca di opportunità di qualificazione professionale, Cittadini
appartenenti a fasce deboli, Cittadini interessati agli strumenti esistenti per la creazione di
impresa, Operatori della formazione professionale e del mondo del lavoro interessati ad
avere un aggiornamento continuo, Donne.
9.5 La strategia media
La strategia media, coerentemente alla strategia sopra esposta, utilizzerà un mix di
strumenti, mezzi e veicoli utili al raggiungimento degli obiettivi specifici e operativi
prefissati in relazione ai target da raggiungere, e precisamente:
• annunci stampa, su stampa quotidiana regionale e per raggiungere
gli stakeholders del mondo imprenditoriale anche stampa
quotidiana extraregionale;
• spot su radio locali;
• Affissioni manifesti e poster 6x3.
Annunci stampa
Le pagine pubblicitarie, potrebbero essere pensate come una multi soggetto con una
creatività appositamente pensata, da veicolare sulle principali testate giornalistiche
regionali e provinciali.
Pubblicità su radio
La pubblicità su radio verrà fatta attraverso degli spot appositamente ideati e realizzati,
rispettando tutta l’idea creativa che l’Amministrazione Provinciale deciderà di realizzare
per la promozione del Piano, delle opportunità offerte e dei servizi per l’impiego.
Affissioni
I manifesti saranno rivolti a sensibilizzare l’opinione pubblica. Saranno, dunque, delle
“affiche” che hanno l’obiettivo di incuriosire e di tenere assieme i motivi della campagna.
Il formato delle affiche è di max. cm 70x100. I soggetti richiameranno i temi dalla
strategia creativa scelta.
Per dare continuità e coerenza a tutta la serie delle affissioni i medesimi soggetti dei
manifesti saranno riproposti in versione mt. 6x3.
Capitolo 10 10.1 Le risorse disponibili
RISORSE DISPONIBILI ASSE MISURE 2006 2007 2008
TOTALE
1 Competitività
1.1 - Certificazione dei servizi del Terzo Settore (4.1) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
1.2 - Formazione specialistica (3.7) 200.000 e 200.000 € 200.000 € 600.000 €
1.3 - Alta formazione (3.7) 200.000 € 300.000 € 400.000 € 900.000 €
1.4 - Certificazione delle imprese turistiche (4.1) 200.000 € 200.000 € 200.000 € 600.000 €
TOTALE 700.000 € 800.000 € 900.000 € 2.400.000 €
2 Innovazione
2.1 - Sviluppo della managerialità (3.9) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
2.2 - Ricerca e sperimentazione (3.16) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
2.3 - Strumenti innovativi per la promozione e per la fruizione (4.2) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
TOTALE 300.000 € 300.000 € 300.000 € 900.000 €
3 Integrazione
3.1 - Operatori del Terzo Settore (5.2) 150.000 € 150.000 € 200.000 € 500.000 €
3.2 - Balneare e Cultura
3.3 - Produzioni artigianali (4.2) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
TOTALE 250.000 € 250.000 € 300.000 € 800.000 €
4 Lavoro
4.1 – Accessibilità (3.1) 50.000 € 100.000 € 150.000 € 300.000 €
4.2 - Incontro domanda/offerta di lavoro (3.1) 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
TOTALE 150.000 € 200.000 € 250.000 € 600.000 €
5 Potenziamento
dell’offerta
5.1 - Nuove imprese nel Terzo Settore (5.2) 100.000 € 100.000 € 200.000 € 400.000 €
5.2 - Nuove forme di turismo (4.4) 200.000 € 200.000 € 200.000 € 600.000 €
5.3 - Ricettività turistica delle aree interne e nuova ricettività (4.4) 500.000 € 600.000 € 500.000 € 1.600.000 €
5.4 - Imprese agricole (4.5 – 4.6 – 4.7) 1.000.000 € 1.000.000 € 1.000.000 € 3.000.000 €
TOTALE 1.800.000 € 1.900.000 € 1.900.000 € 5.600.000 €
6 Qualificazione
dell’offerta
6.1 - Uffici informativi turistici ( 4.3) 50.000 € 100.000 € 100.000 € 250.000 €
6.2 - Agenzia Locale per il turismo (4.3) 500.000 € 500.000 € 500.000 € 1.500.000 €
6.3 - Servizi periferici per il turismo (4.3) 50.000 € 100.000 € 100.000 € 250.000 €
6.4 - Valorizzazione del patrimonio culturale (2.3) 200.000 € 200.000 € 200.000 € 600.000 €
TOTALE 800.000 € 900.000 € 900.000 € 2.600.000 €
7 Azioni di sostegno
7.1 - Ricerche sulla domanda (3.16) 50.000 € 50.000 € 50.000 € 150.000 €
7.2 - Mappatura degli operatori e delle risorse
7.3 - Promozione dell’assistenza alle persone (5.2)
7.4 - Ricerche sui servizi del Terzo Settore (3.16) 50.000 € 60.000 € 60.000 € 170.000 €
7.5 - Sbocchi professionali per persone svantaggiate 50.000 € 60.000 € 60.000 € 170.000 €
7.6 - Condivisione delle politiche di sviluppo 25.000 € 25.000 € 25.000 € 75.000 €
7.7 - Marketing territoriale 100.000 € 100.000 € 100.000 € 300.000 €
7.8 - Marchi locali 30.000 € 30.000 € 30.000 € 90.000 €
7.9 - Assistenza tecnica alle imprese 40.000 € 40.000 € 40.000 € 120.000 €
TOTALE 345.000 € 365.000 € 365.000 € 1.075.000 €
TOTALE GENERALE 4.345.000 € 4.715.000 € 4.915.000 € 13.975.000 €