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Periodico di informazione Riservato ai medici e agli operatori sanitari Giugno 2011, Anno 8 - N 22 In questo numero: Centro Specialistico Epatobiliopancreatico 2 La tecnologia RapidArc in Radioterapia 4 Centro Novarese di Medicina dello Sport 5 Centro medico di Casale Monferrato 6 L'Èquipe Dentale 8 Odontoiatria biologica 10 Il Centro Cuore 16 Speciale Camerun 18 P ROFESSIONALITÀ SEMPRE IN CRESCITA I l Gruppo Policlinico di Monza prosegue nel costante rafforzamento del proprio pa- trimonio professionale e sanitario, amplian- do lo spettro d’azione e potenziando i servi- zi messi a disposizione del pubblico. È con questo spirito che è stato messo a punto il Centro Specialistico Epatobiliopancreatico, diretto dal Dott. Adelmo Antonucci, all’interno dell’Istituto di Oncologia diretto dal Prof. Emilio Bajetta. L’at- tenzione posta al settore dell’evoluzione tecnologi- ca in campo sanitario si è da poco concretizzata ul- teriormente nell’introduzione al Policlinico di Monza della tecnologia RapidArc Varian. Il po- tenziamento dei servizi vede quattro importanti novità: il Centro Novarese di Medicina dello Sport, il Centro Medico di Casale Monferrato, il Centro Cuore dell’Istituto Clinico di Verano Brianza, l’Èquipe dentale. Il primo è un vero e proprio “tempio” degli sportivi, un servizio multi- disciplinare in grado di effettuare anche accerta- menti medici di secondo e terzo livello. Il Centro Medico Monferrato è un ambulatorio polidiagno- stico e polispecialistico, il Centro Cuore provvede alla cardiologia ambulatoriale, mentre l’Èquipe Dentale è un progetto già testato con successo alla Clinica S. Rita di Vercelli, che prossimamente ver- rà attivato anche alla Clinica La Vialarda di Biella. Il Presidente Gian Paolo Vergani

Il Polietico 22

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SEMPREINCRESCITA CentroNovaresedi MedicinadelloSport 5 Centromedico diCasaleMonferrato 6 L'ÈquipeDentale 8 Odontoiatriabiologica 10 IlCentroCuore 16 SpecialeCamerun 18 CentroSpecialistico Epatobiliopancreatico 2 LatecnologiaRapidArc inRadioterapia 4 Giugno2011,Anno8-N22 Periodicodiinformazione Riservatoaimedicieaglioperatorisanitari ÈILTRATTAMENTO CHIRURGICO DITUMORIPRIMITIVI P UNTODIFORZA DEL C ENTRO S PECIALISTICO E PATOBILIOPANCREATICO I L D OTT .A DELMO A NTONUCCI , RESPONSABILE 2

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Periodico di informazioneRiservato ai medici e agli operatori sanitari

Giugno 2011, Anno 8 - N 22

In questo numero:Centro SpecialisticoEpatobiliopancreatico 2La tecnologia RapidArcin Radioterapia 4

Centro Novarese diMedicina dello Sport 5Centro medicodi Casale Monferrato 6

L'Èquipe Dentale 8Odontoiatria biologica 10Il Centro Cuore 16Speciale Camerun 18

PROFESSIONALITÀSEMPRE INCRESCITA

Il Gruppo Policlinico di Monza proseguenel costante rafforzamento del proprio pa-trimonio professionale e sanitario, amplian-do lo spettro d’azione e potenziando i servi-zi messi a disposizione del pubblico. È con

questo spirito che è stato messo a punto il CentroSpecialistico Epatobiliopancreatico, diretto dalDott. Adelmo Antonucci, all’interno dell’Istitutodi Oncologia diretto dal Prof. Emilio Bajetta. L’at-tenzione posta al settore dell’evoluzione tecnologi-ca in campo sanitario si è da poco concretizzata ul-teriormente nell’introduzione al Policlinico diMonza della tecnologia RapidArc Varian. Il po-tenziamento dei servizi vede quattro importantinovità: il Centro Novarese di Medicina delloSport, il Centro Medico di Casale Monferrato, ilCentro Cuore dell’Istituto Clinico di VeranoBrianza, l’Èquipe dentale. Il primo è un vero eproprio “tempio” degli sportivi, un servizio multi-disciplinare in grado di effettuare anche accerta-menti medici di secondo e terzo livello. Il CentroMedico Monferrato è un ambulatorio polidiagno-stico e polispecialistico, il Centro Cuore provvedealla cardiologia ambulatoriale, mentre l’ÈquipeDentale è un progetto già testato con successo allaClinica S. Rita di Vercelli, che prossimamente ver-rà attivato anche alla Clinica La Vialarda di Biella.

Il PresidenteGian Paolo Vergani

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IN PRIMA LINEA CONTRO ITUMORIAL FEGATO EDAL PANCREAS

Il corpo umano è come un sofisticatomotore. Per funzionare correttamenteogni singolo ingranaggio deve svolgerealla perfezione il suo compito. E chimeglio di un chirurgo appassionato di

motori può testimoniare con la propria espe-rienza lavorativa l’assunto sopracitato? AdelmoAntonucci, medico specializzato in chirurgiagenerale, dal 1° febbraio è entrato a far parte delGruppo Policlinico di Monza, e più specifica-mente nell’equipe dell’Istituto diOncologia di-retto dal Prof. Emilio Bajetta, dove va a costi-tuire il nuovissimoCentro Specialistico Epato-biliopancreatico. L’esperienza professionale diAntonucci infatti lo qualifica come esperto inmateria: già primario di Chirurgia Generale edEpatobiliopancreatica all’ospedale San Salva-tore de L’Aquila, dove ha dato vita ad un centrodi riferimento regionale per i tumori al pan-creas e al fegato,Antonucci tra le sue preceden-ti esperienze lavorative annovera anche l’impie-go nell’Unità Operativa di Chirurgia Epatobi-liare all’Istituto Nazionale deiTumori di Mila-no, dove ha conosciuto il Prof.Bajetta.“Abbiamo lavorato fianco a fianco per un lungoperiodo con una notevole stima reciproca - rac-conta Antonucci - È stato proprio lui a cercar-mi e io naturalmente ho accettato subito, dalmomento che conosco la sua professionalità ela sua serietà e l’idea di poter tornare a lavorareinsieme a lui mi ha allettato”. Come un bravodirettore sportivo, il Prof. Bajetta è ben consa-

pevole che se si vuole dar vita ad una squadrad’eccellenza, e in campo sanitario la posta inpalio non è una coppa,ma la vita, è necessarioavvalersi dell’esperienza e della professionalitàdegli operatori migliori in circolazione.L’onco-logia di per sé è un campo molto delicato sottoogni aspetto.Antonucci è stato appositamenteselezionato per occuparsi della Chirurgia On-cologicaAddominale, con particolare specializ-zazione negli interventi sul fegato. “Le difficol-tà che ci troviamo davanti quando parliamo dioncologia sono molteplici - puntualizza Anto-nucci - Gli interventi sono molto delicati. In-terventi per i quali è indispensabile una super-specializzazione”. Quando si ha a che fare con itumori del resto bisogna sfoderare ogni `arma´possibile, in particolarmodo con quelli che col-piscono a livello addominale, tra i più pericolo-si. “Il tumore al pancreas è molto aggressivo -sottolinea Antonucci - e solo nel 20% dei casirisponde alla chemioterapia e/o radioterapia.L’unica terapia possibile pertanto è la chirurgia,ma dei pazienti con diagnosi di tumore delpancreas solo il 20% è operabile quando giun-gono all’osservazione del chirurgo, perché il tu-more non dà sintomi precoci. La difficoltà de-gli interventi sul fegato consiste nel fatto che ilfegato è un organo vitale, e i tumori primitivi(epatocarcinomi) insorgono su fegato affetto dacirrosi, quindi di per sé malato, e i tumori se-condari, cioè le metastasi, si sviluppano su unfegato sano,ma precedentemente trattato conchemioterapia, cioè farmaci tossici per il fegatoche su quest’organo determinano un’alterazio-ne importante della funzione. Se il tumore alpancreas, relativamente raro,nel caso non possaessere operato, è causa di un’elevatamortalità (ilpaziente può vivere al massimo un anno), il da-to medio ci dice che ogni anno esistono 20nuovi casi ogni 100mila abitanti di pazienti af-fetti da epatocarcinoma.E se senza pancreas sipuò comunque vivere, sebbene in condizioniprecarie, senza fegato questo è impossibile: nonesiste nessuna apparecchiatura che possa sop-perirne le sue funzioni”. Come ad ogni nuovaavventura, la voglia di far bene si mischiaall´entusiasmo.“È la prima volta chemi trovo alavorare in Brianza ed è il mio esordio in una

IL DOTT. ADELMO ANTONUCCI,RESPONSABILEDEL CENTRO SPECIALISTICOEPATOBILIOPANCREATICO

IL NUOVOCENTRO SPECIALISTICO EPATOBILIPANCREATICO

PUNTO DI FORZAÈ IL TRATTAMENTOCHIRURGICODI TUMORI PRIMITIVI

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struttura sanitaria privata - chiosa Antonucci -ma mi trovo già a mio agio.Ce la sto mettendotutta per fare al meglio il mio lavoro e contri-buire alla crescita dell’Istituto di Oncologia.Sono sicuro che insieme al Prof. Bajetta potre-mo fare grandi cose”.

ILBILANCIODEIPRIMIMESI:49INTERVENTIEDUEPRIMATIEdi grandi cose il Dott.AdelmoAntonucci neha già portate a termine parecchie, tra cui ope-razioni chirurgichemolto complesse, in un casoda primato nel panorama sanitario italiano. “Inquattro mesi abbiamo effettuato 49 interventichirurgici, più una decina di interventi di Ra-diologia Interventistica che interessavano le viebiliari con l’ausilio del Dott. Luca Mistretta -spiega il Dott.Antonucci - Di questi 49, 45 ri-guardavano tumori, di cui 15 tumori di fegato epancreas”. L’equipe del Dott. Antonucci si ètrovata anche ad affrontare un caso disperato,un intervento di elevatissima difficoltà, che pe-rò ha avuto esito positivo. “Siamo dovuti inter-venire su una paziente, trasferita da un altroospedale, che era stata sottoposta a gastroduo-denoscopia che le aveva riscontrato un poliponel duodeno, risultato alla biopsia un tumoremaligno - racconta il Dott. Antonucci - L’en-doscopista aveva tentato di asportare il polipo,ma come complicanza si è ottenuto la perfora-zione del duodeno stesso. La paziente era stata

operata, le era stata applicata una endoprotesiduodenale, ma senza che ne traesse beneficio.Era giunta da noi in condizioni disperate: pre-sentava una grossa perforazione al duodenocon fuoriuscita in addome dimateriale gastrico,duodenale e pancreatico. L’unica speranza disalvezza era un intervento chirurgico forte-mente demolitivo.Abbiamo informato i fami-liari della paziente sui rischi e sull’impossibilitàdi garantire un esito positivo dell’intervento”.Un intervento che è durato ben 9 ore. “Abbia-mo asportato una parte di stomaco, il duodeno,la testa del pancreas, una parte della via biliare edel colon destro, che risultava adeso alla protesiprecedentemente posizionata e indissolubiledallamedesima - aggiunge ilDott.Antonucci -La paziente ha avuto un lungo percorso postoperatorio.Tutte le professionalità del Policli-nico di Monza sono state coinvolte in questocaso: rianimatori, radiologi, infermieri. Succes-sivamente la paziente è stata dimessa. Si è trat-tato senza dubbio di uno dei rarissimi casi di ri-soluzione positiva di questo tipo di intervento.In letteratura nonho trovato un caso analogo inItalia che abbia avuto tale esito positivo”.Un altromotivo d’eccellenza è l’impiego di unaprocedura assolutamente innovativa, utilizzatain pochissime strutture sanitarie italiane, la lito-trissia e colangioscopia percutanea. “In praticasiamo in grado di eliminare i calcoli di un pa-ziente e vedere dentro le vie biliari senza doveraprire l’addome - precisa il Dott. Antonucci -È una tecnica per la quale ci avvaliamo delle sa-le di emodinamica del Dott.Mistretta.Nel ca-so di un nostro paziente siamo intervenuti ser-vendoci di questa tecnica, quando altrimenti, seavessimo dovuto intervenire chirurgicamentesarebbe stato necessario asportare il 60% delvolume del fegato. Invece è bastato fare unapuntura percutanea per eliminare i calcoli, sen-za nessuna operazione”.

L’INTERAZIONECONLARADIO-LOGIAINTERVENTISTICAAll’interno del centro è poi presente una strut-tura dedicata alla Radiologia Interventistica,coordinata dal Dott. Luca Mistretta. Qualorala chirurgia non fosse perseguibile l’ablazionedei tumori avviene mediante radiofrequenza omicroonde. Per i tumori del pancreas il centrosta avviando uno studio di fattibilità tra i primiin Italia, analogamente alle lesioni del fegato ditermoablazionemediantemicroonde.La colla-borazione con laRadiologia Interventisticami-gliora ulteriormente le prestazioni e i risultati.

IL CENTRO SPECIALISTICO DI CHIRURGIAEPATOBILIOPANCREATICA È UNA STRUTTURACOMPOSTA DA ULTRASPECIALISTI DEDICATOALLA DIAGNOSI E ALLA CURA DELLE PATOLOGIEEPATOBILIOPANCREATICHE, SOPRATTUTTOONCOLOGICHE, CON L’AUSILIO DELLEAPPARECCHIATURE TECNOLOGICHE PIÙ AVANZATE.IL CENTRO SI AVVALE DELLA COMPETENZAE DELLA PROFESSIONALITÀ DEL DOTT. ADELMOANTONUCCI PER LA COMPONENTE CHIRURGICA,COADIUVATO PER LA PARTE DI RADIOLOGIAINTERVENTISTICA DAL DOTT. LUCA MISTRETTA

Istitutodi OncologiaIstituto di Ricovero e Cura ad Alta Specializzazione

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LARADIOTERAPIA DEL FUTUROÈQUI:MENORISCHI E PIÙ VANTAGGI

La tecnologia RapidArc – Variansbarca al Policlinico di Monza.L’innovativo strumento per ra-dioterapia volumetrica ad altaintensità modulata (una recente

evoluzione della IMRT che ne unisce i van-taggi dosimetrici ad una maggiore rapidità diesecuzione) è infatti ora a disposizione del Ser-vizio di Radioterapia del Policlinico, direttodal Prof. Alberto Gramaglia. Le procedure diimplementazione fisica della tecnica di tratta-mento RapidArc sono state portate a terminenelle scorse settimane dalDott.MarcoMapel-li e dalla Dott.ssa Maddalena Catalano, fisicosanitario. In cosa sono consistite le proceduredi implementazione? “Le procedure – spiega ilDott.Mapelli – sono consistite nella frequen-tazione di un corso di formazione organizzatoda Varian nell’ambito del pacchetto commer-ciale acquistato dal Gruppo. Un corso che si ètenuto all’ospedale di Bellinzona e al quale hopartecipato insieme alDott.Cerreta, che seguegli aspetti clinici e alla Dott.ssa Catalano, chesi occupa invece di seguire la parte fisica. Suc-cessivamente ci siamo dedicati all’effettuazio-ne di misure aggiuntive finalizzate alla confi-gurazione del sistema di calcolo, alla calibra-zione della strumentazione dosimetrica dedi-cata alla verifica dei piani di trattamento. Infi-

ne ci siamo concentrati sull’elaborazione diuna traccia di procedura operativa per l’imple-mentazione routinaria della metodica”.Questatuttavia ha rappresentato solamente la primafase. “Nelle settimane successive sono stati ela-borati tre piani di trattamento su altrettanti ca-si clinici. L’accuratezza dell’erogazione è stataverificata mediante strumentazione dosimetri-ca dedicata”. Quali sono i vantaggi offerti daRapidArc in ambito radioterapico? “I vantaggiforniti da questa tecnologia, che è una tecnicadi trattamento VMAT, Volumetric modula-tion arc teraphy, rispetto alla metodica di trat-tamenti conformazionale sono un sensibile ri-sparmio degli organi a rischio e dei tessuti sanicircostanti il volume tumorale da irradiare.Ciòè reso possibile, oltre che dal sistema di eroga-zione delle radiazioni, che utilizza un accelera-tore lineare ed un collimatore multilamellare,anche dal sistema di pianificazione di tipo ‘in-verse planning’. Consente di pianificare e dicalcolare la dose nei volumi di trattamento cer-cando di rispettare i ‘vincoli di dose’, ovvero gliobiettivi imposti a priori dal medico radiotera-pista. Inoltre l’erogazione del trattamento vie-ne resa ancora più precisa sia dalla presenza diun sistema di verifica radiologica a bordo del-l’acceleratore lineare con tecnica IGRT, Imageguided radiation therapy, già in uso nella no-stra struttura sin dalla ripresa dell’attività clini-ca dalla metà dello scorso autunno, sia dall’a-dozione dei sistemi di immobilizzazione re-centemente acquistati dal Policlinico di Mon-za. Esistono tuttavia anche delle criticità diquesto sistema, come l’allungamento dei tempidi ottimizzazione del piano di trattamento e dicalcolo e la necessità di verificare su fantoccicon strumentazione dosimetrica dedicata l’e-rogazione di ogni singolo piano di trattamen-to. Tuttavia sono molto contento dal punto divista professionale di aver contribuito a dotareil Policlinico di Monza di questa metodica ditrattamento a fronte dell’investimento econo-mico profuso e credo che questo sia un puntoqualificante e di crescita per il reparto di Ra-dioterapia e per tutte le figure professionali chein esso operano oltre che un elemento di quali-tà per i trattamenti offerti ai pazienti”.

IL DOTT. MARCO MAPELLIDEL SERVIZIO DIRADIOTERAPIADEL POLICLINICO DI MONZA

IL POLICLINICO SI AVVALEDELLATECNOLOGIA RAPIDARC

IL SERVIZIO DI RADIOTERAPIADEL POLICLINICO DI MONZADISPONE DI DUEACCELERATORI LINEARI:6 MEV VARIAN CLC CLINAC600 C E 6-15 MEV VARIANCLC CLINAC 2100 C

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IL «TEMPIO» DEGLI SPORTIVI A 360°UN SERVIZIOMULTIDISCIPLINARE

Da oggi anche la Clinica SanGaudenzio dispone di unproprio centro specializzatonella medicina dello sport. Èinfatti stato recentemente

inaugurato il Centro Novarese di Medicinadello Sport, che andrà ad arricchire il già riccopanorama di offerta della Clinica San Gau-denzio di Novara e che godrà della collabora-zione con l’IMSTO - Istituto di MedicinaFMSI dello Sport di Torino. Il Centro Nova-rese diMedicina dello Sport sarà coordinato alivello medico dalla Dott.ssa Mirella De Ru-vo, punto di riferimento del settore a livellonazionale.“Una delle ‘mission’ aziendali – spiega il dot-tor Alfredo Lamastra, Direttore Sanitariodella Clinica San Gaudenzio di Novara - èquella di integrarsi sempre di più con il terri-torio e quindi di ricercare ogni forma di inte-grazione con le strutture pubbliche per offrireal cittadino servizi sempre migliori nonché ri-spondere con tempestività ai bisogni assisten-ziali. È proprio in quest’ottica che si è ritenu-ta la Medicina Sportiva una disciplina a forteimpatto sociale: nella sola provincia di Novaraesistono circa 500 società sportive con oltre27.000 tesserati. Il rapporto tessera-ti/popolazione è del 7,8% a fronte di una den-sità regionale pari al 6,1% e nazionale pari al5,7% (dati al 2001), dunque il novarese è defi-nitivamente una terra di sportivi”.Moltissimi sono i bambini, i ragazzi e gliadulti che a scopo dilettantistico o semipro-fessionale intraprendono attività sportive diqualunque genere e ciò comporta l’esigenza dirivolgersi a centri qualificati che affianchino

l’atleta nel percorso non solo certificativo ago-nistico, ma anche sotto il profilo delle indica-zioni/controindicazioni al tipo di attività pra-ticata e, all’occorrenza, del supporto clinicoassistenziale.“Per offrire un servizio d’eccellenza ai nostripazienti – prosegue il Dott. Lamastra - si èdeciso di intraprende questa nuova attività ri-volgendoci ad uno degli Istituti di Medicinadello Sport più prestigiosi nel nostro Paese:l’Istituto di Medicina dello Sport di Torino,diretto dal Professor Gribaudo, stipulandocon loro un’accordo di collaborazione cheprevedesse consulenza ed assistenza conti-nuativa in merito all’organizzazione tecnicadel Servizio di Medicina Sportiva, all’imple-mentazione dei protocolli operativi, al con-trollo della qualità dei servizi clinici erogati,alla ricerca e selezione di medici dello sportqualificati e idonei allo svolgimento delle pre-stazioni medico sanitarie, allo svolgimento, incompartecipazione, di lavori scientifici su te-mi individuati di comune accordo ed interesseed infine all’assistenza per l’affiliazione-con-venzionamento alla Federazione MedicoSportiva Italiana con il conseguente ricono-scimento di Centro Provinciale di riferimen-to”.Il primo effetto di questa collaborazione èstata appunto l’inserimento della Dott.ssaMirella De Ruvo come Direttore Medico.“La Dott.ssa De Ruvo - spiega il dottor La-mastra - specialista in Medicina dello Sport,ha grande esperienza tecnica e gestionale es-sendo lei stessa titolare di un Centro di Medi-cina dello Sport nei pressi di Arona; inoltre siè formata e collabora ancora conl’I.M.S.TO”. Un’esperienza che ora laDott.ssa metterà a disposizione del nuovocentro novarese. “Personalmente mi occupodi Medicina dello sport da 27 anni – spiega laDott.ssa DeRuvo –Da quando, cioè,mi sonospecializzata in Medicina dello Sport proprioaTorino.ANovara non esisteva nulla di com-parabile con quanto il Gruppo Policlinico diMonza ha creato alla Clinica San Gaudenzio.La collaborazione con l’Istituto di Medicinadello Sport di Torino è inoltre un grosso van-

LA DOTT.SSAMIRELLA DE RUVORESPONSABILE DEL CENTRONOVARESE DI MEDICINADELLO SPORT

INAUGURATOILCENTRONOVARESEDIMEDICINADELLOSPORT

IL CENTRO POTRÀ OFFRIRE AI PAZIENTIE AGLI ATLETI UN SERVIZIO MULTIDISCIPLINARE,CHE NON SI ESAURIRÀ CON I CLASSICIACCERTAMENTI ED ESAMI TIPICI DELLA MEDICINASPORTIVA, MA PROSEGUIRÀ ANCHE CONACCERTAMENTI DI SECONDO O DI TERZO LIVELLO

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taggio poiché ci permette di avviare da subitouna realtà di assoluta eccellenza nel settore”.La Dott.ssa De Ruvo sarà coadiuvata da altrefigure professionali, come la Dott.ssa StefaniaValenza, che vanta esperienza pluriennalenella disciplina essendo stata, tra l’altro, ancheMedico Sociale della Asystel Volley femmini-le di Novara in Serie A. Il Centro gode inoltredi una struttura amministrativa dedicata conla segreteria che è stata affidata alla Dott.ssaDebora De Porcellinis, formatasi alla Dire-zione Amministrativa del Centro De Ruvo. Ilcentro godrà anche della collaborazione delDott. Fabio Francese, medico sportivo ed at-tualmente Medico Sociale del Novara Calcioche milita in Serie A.“La realtà di Novara – commenta a propositola Dott.ssa De Ruvo – offre un panoramasportivo in forte evoluzione. Con il NovaraCalcio che attualmente è una realtà in fortecrescita e l’Asystel Volley, la nascita di un cen-tro specializzato di medicina dello sport eraun passaggio quasi naturale”.Tuttavia l’utenza di un centro specializzato inmedicina sportiva non è solamente relativaagli sport professionistici, come spiega la stes-sa Dott.ssa De Ruvo. “L’utenza di questo tipodi centri – precisa – è di ogni tipo. Si tratta diatleti che devono essere seguiti in tutto e pertutto, come quelli che praticano sport a livelloprofessionistico, ma anche di persone di ognifascia d’età, che magari vogliono iniziare apraticare uno sport in tutta sicurezza, preve-nendo eventuali problematiche dovute a que-stioni fisiche. Ad esempio è in forte ascesa lapratica di un certo tipo di sport, come la corsa

o il ciclismo, tra cinquantenni ed ultracin-quantenni, una fascia d’età in cui è molto im-portante iniziare a considerare eventuali pro-blematiche cardiovascolari”.Uno degli obiettivi principali della collabora-zione con l’I.M.S.TO è quello di portare ilservizio di Medicina dello Sport della ClinicaSan Gaudenzio ad ottenere il riconoscimentodi “Centro di riferimento Provinciale dellaFederazione Medico Sportiva Italiana”. Il re-golamento della Federazione prevede infattil’esistenza di un solo Centro riconosciuto perciascuna Provincia del nostro Paese.Ma quali sono i vantaggi per un Centro chenasce all’interno di una realtà strutturata co-me la Clinica San Gaudenzio? “Uno dei van-taggi che il paziente percepisce nel rivolgersial nostro Centro – spiega al riguardo il Dott.Alfredo Lamastra - è che esso è allocato inuna struttura specializzata nella diagnosi e neltrattamento di patologie cardiovascolari, e dalmomento che buona parte degli accertamenticlinico-diagnostici riguardano proprio l’appa-rato cardiovascolare egli può disporre di tuttala tecnologia d’avanguardia per tali delicateindagini”. Sono a disposizione degli atleti siacicloergometro sia il Treadmill per i test dasforzo, apparecchiature holter per il monito-raggio in continuo della pressione sanguignae del ritmo cardiaco inoltre spirometri e am-bulatori oculistici per le prove oftalmologiche.“Il Centro insomma – prosegue la Dott.ssaDe Ruvo – potrà offrire ai pazienti e agli atletiun servizio multidisciplinare, che non si esau-rirà con i classici accertamenti ed esami tipicidella medicina sportiva, ma proseguirà anchecon accertamenti che in gergo sono definiti disecondo o di terzo livello e che di solito sonodemandati a centri esterni, dato che si effet-tuano in regime di Sistema sanitario naziona-le e non più privatistico.Qui da noi invece sa-rà possibile effettuare tutte le analisi necessa-rie direttamente in loco”. “Noi – prosegue ilDott. Lamastra - riteniamo che il rapportotra l’atleta e il Servizio non debba esaurirsi almomento certificativo,ma perdurare per tuttala ‘vita atletica’ del soggetto; pertanto il labo-ratorio per le analisi chimico-cliniche, il servi-zio di riabilitazione post traumatica, il consul-to fisiatrico, il consulto ortopedico, la diagno-stica ecografica muscolo-tendinea ed ogni al-tra risorsa tecnico-strumentale strumentalidella Clinica San Gaudenzio sono a disposi-zione degli atleti e così pure ogni tipo di pro-fessionalità”.

LA DOTT.SSA DE RUVOCON IL SUO STAFF

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ILCENTROMEDICOMONFERRATOCOMPLETA L’OFFERTA PIEMONTESE

Dal mese di marzo il GruppoPoliclinico di Monza haaperto a Casale Monferratoil Centro Medico Monferra-to (CMM), nuovo e moder-

nissimo ambulatorio polidiagnostico e poli-specialistico, diretto dal Dott. Luigi Fruttal-do. Nel CMM vengono svolte tutte quelleattività sanitarie clinico-diagnostiche parti-colari che non trovano riscontro nelle strut-ture pubbliche della zona. L’obiettivo è creareuna presenza fattiva in un comprensorio dalquale già afferisce parte dell’utenza diretta al-le cliniche S. Rita di Vercelli, Salus e ClinicaCittà di Alessandria, in modo da offrire inloco ai pazienti del basso Monferrato i servizisanitari di eccellenza svolti nel Gruppo. Laposizione del Poliambulatorio è strategica, inquanto completa nel Piemonte orientale unafiliera sanitaria ideale che collega le diversecliniche del Gruppo. Il Policlinico di Monzaè presente in più regioni e provincie. Parten-do dalla Valle d’Aosta con l’Istituto ClinicoValle d’Aosta di S. Pierre questo interasse sa-nitario si dirige in valle raggiungendo Ivrea,dove insiste la Clinica Eporediese, prosegue aBiella con la Vialarda, scende a Novara con laClinica San Gaudenzio, devia a Vercelli conla Clinica S. Rita, passa da Casale Monferra-to con il Centro Medico Monferrato, per ter-minare ad Alessandria con le cliniche Salus e

Clinica Città di Alessandria. Il CMM è logi-sticamente allocato nel popoloso quartiere diPorta Milano, non molto distante dal centrocittadino, separato dal tracciato della lineaferroviaria. Posto vicino al casello autostrada-le è facilmente raggiungibile anche dagli abi-tanti dei paesi limitrofi (fino a Valenza) e del-la Lomellina. L’assenza nel quartiere di altriservizi sanitari, fatta eccezione per un soloambulatorio di medicina di base e farmaciaperaltro prospicente il CMM, enfatizza lapresenza e l’opportunità di un’attività sanita-ria polispecialistica e diagnostica di eccellen-za. Le attività ambulatoriali svolte (per oranon convenzionate con il Ssn) comprendonoquelle prestazioni specialistiche che non tro-vano riscontro presso l’Ospedale cittadino,formando con esso una virtuosa integrazione.Le specialità svolte sono:Andrologia,Angio-logia, Cardiochirurgia, Chirurgia della ma-no, del piede, Chirurgia plastica ricostruttiva,Ematologia, Endocrinologia, Reumatologia,Immunologia, Malattie del fegato del ricam-bio, Neurologia per la diagnosi e terapia dellecefalee, Neurochirugia, Proctologia, Psicote-rapia singola e di gruppo, Uro-ginecologia.L’attività clinica è supportata da una qualifi-cata diagnostica ecografica (addome, tiroide,piccole parti, muscolo-articolare, endocavita-ria e ginecologica) e strumentale (ecocolor-doppler arterioso tronchi sovraortici, ECG,ecocardiografia color-doppler, ecc.). L’avviodell’attività poliambulatoriale è stata pro-mossa da un’informativa sui giornali locali edall’attivazione, in collaborazione con laLILT, di iniziative di medicina preventivache spaziano dall’offerta gratuita della map-patura dei nevi della cute per la diagnosi pre-coce del melanoma a cui farà seguito la pre-venzione dei tumori della prostata e di altrepatologie e quindi di altre patologie che risul-teranno essere particolarmente frequenti nelcomprensorio. Il coinvolgimento e l’aggrega-zione di alcuni specialisti locali si prefigge loscopo di favorire nei cittadini la percezionedel Centro come struttura sanitaria casalesenella quotidianità abitudinale delle necessitàmediche.

IL DOTT. LUIGI FRUTTALDODIRETTORE SANITARIODEL CENTRO MEDICOMONFERRATO

NUOVOAMBULATORIOPOLIDIAGNOSTICOEPOLISPECIALISTICO

IL CMM SI CARATTERIZZAPER UN’OFFERTA BASATASULLE ATTIVITÀCLINICO-DIAGNOSTICHEIN PRECEDENZA ASSENTISUL TERRITORIO

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ÉQUIPEDENTALE,ILPROGETTOPER UN SORRISODA PRIMA PAGINA

Équipe Dentale è il progetto in-teramente dedicato alle cureOdontoiatriche che garantisceil massimo della qualità, graziealla grande esperienza di uno

staff di dentisti e all’utilizzo di tecnologiesempre all’avanguardia.La prima clinica Équipe Dentale nasce aTorino nel febbraio 2008. L’idea alla basedella clinica era semplice ma, per certi ver-si, innovativa: in un mercato, quello odon-toiatrico, da poco liberalizzato dalla leggeBersani in cui gran parte dei medici hannovoluto misurarsi sul terreno di politiche diprezzo più o meno chiare, a colpi di ribassio di offerte tanto eclatanti quanto mai con-fuse, i due soci fondatori di Équipe hannovoluto fare una scelta chiara e semplice, madiametralmente opposta: era la qualità,l’alta tecnologia, lo staff di alto livello cheandavano offerti ai pazienti, sicuri che que-sti avrebbero certamente apprezzato l’in-tento di privilegiare in questo modo laconsiderazione della loro salute. Non solo:per vincere i timori di chi è costretto dalproprio bilancio familiare a non imbattersiin considerevoli spese e dubbi risultati,

Équipe Dentale ha scelto di offrire gratui-tamente la visita di diagnosi a tutti; fattoreessenziale per poter formulare un preventi-vo di spesa estremamente preciso, fornen-do così tutti gli elementi necessari per de-cidere se, quando e come iniziare il tratta-mento.E così, in piena crisi economica, il successodi Équipe è stato tale che dopo appena unanno è nata la seconda clinica, a Pianezza,accrescendo la clientela proveniente anchedalla cintura Torinese.Da allora Équipe Dentale è cresciuta, si èmigliorata; gli amministratori hanno con-tinuato a ricercare l’alta professionalità deipropri collaboratori e ad investire in tecno-logie, offrendo ai tanti pazienti le più inno-vative soluzioni di cura applicate ai se-guenti settori:

• Implantologia senza bisturi, All-on-Foure Protesi a carico immediato

• Ortodonzia Invisibile, ma anche Paro-dontologia

• Protesi Fissa• Chirurgia• Conservativa• Igiene, Endodonzia• Prevenzione• Gnatologia• Odontoiatria Infantile• Posturologia• Malattie del Sonno ed Apnee Notturne.

Non c’è trattamento Odontoiatrico che lostaff di Équipe non sia in grado di curare almeglio. Lo staff di dentisti, che svolgonoun’attività d’equipe, vanta una indiscussaesperienza: il direttore scientifico delGruppo, il Dott. Silvio Falcioni, è un me-dico chirurgo che, oltre ad aver scritto epubblicato articoli su numerose rivistetrattando molteplici argomenti in ambitoodontoiatrico, è stato inoltre autore di unmanuale sulla disinfezione e sulla steriliz-zazione in odontoiatria. Il direttore sanita-rio dei nuovi Centri di Vercelli e di Biella,è il Dott. Emanuele Cassarino, medico

IL DOTTOR SILVIO FALCIONIDIRETTORE SCIENTIFICODELL’EQUIPE DENTALE

GIÀ PRESENTE ALLA S. RITA, VERRÀ ATTIVATOA LAVIALARDA

L’EQUIPE DENTALEOFFRE AI PAZIENTILE PIÙ INNOVATIVESOLUZIONI DI CURA

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chirurgo specialista in Chirurgia MaxilloFacciale.Particolare menzione va inoltre attribuitaai due specialisti in Ortognatodonzia efunzione masticatoria, clinicamente espertiutilizzatori del sistema Invisalign, ovverodi quella metodica riconosciuta universal-mente come la tecnica ortodontica di alli-neamento dentale senza ricorrere ad antie-stetici apparecchi metallici. Invisalign pre-vede pertanto l’utilizzo di allineatori se-quenziali praticamente invisibili realizzatimediante sistema Cad Cam.Inoltre, Équipe Dentale vanta uno specia-lista in problematiche legate ai disturbi delsonno quali ad esempio apnee notturne,russamento e bruxismo (digrignamento deidenti); infatti secondo recenti studi, i dis-

turbi del sonno sono direttamente correlatiai problemi gnatologici, ai disordini tem-poromandibolari ed al disallineamento deidenti.L’alta tecnologia a disposizione dello staff èdi ultima generazione: ciò significa dia-gnosi più precise, interventi rapidi, mag-gior sicurezza ma, soprattutto, meno dis-agio per il paziente: ad esempio lo ScannerIntraorale (una sofisticata telecamera) per-mette di ottenere l’impronta delle arcateevitando al paziente il fastidio delle im-pronte tradizionali.L’organizzazione di Équipe Dentale sicontraddistingue per la netta separazionedei ruoli del proprio personale: ammini-strativo e medico sanitario. Ciò permette aisingoli operatori di dedicarsi esclusiva-mente alle propria attività senza sottrarretempo ed attenzione terapeutica al pazien-te, garantendo le giuste competenze a van-taggio di maggior garanzia di qualità e disicurezza dei trattamenti.Nel 2010 l’incontro con la Dirigenza delGruppo Policlinico di Monza ha unito duerealtà che condividono la stessa filosofia dibase nella cura dei pazienti: la qualità, lapassione per il proprio lavoro, il ricorso al-l’alta specializzazione nonché l’utilizzo ditecnologie avanzate e non ultima, ma fina-lità conclusiva, il benessere del paziente.Vincere le perplessità ed i comprensibilidubbi della persona in un momento “fragi-le” e rassicurarLo con un’alta professionali-tà è l’obiettivo che ogni operatore sanitariodeve deoontologicamente porsi così comese lo pongono Équipe Dentale ed il Grup-po Policlinico di Monza.Oggi, la presenza di Équipe Dentale pressola Clinica Santa Rita di Vercelli e l’immi-nente attivazione di un suo Centro Odon-toiatrico presso la clinica La Vialarda diBiella, è la risposta alle numerose richiestedi tanti pazienti bisognosi di cure dentarieche informati di questi moderni metodi dicura hanno già richiesto presso tali sedinumerosissimi “consulti”.Non citato, ma non per questo meno im-portante è l’aspetto estetico e funzionaledei trattamenti odontoiatrici: poter esibireuna dentatura sana ed esteticamente gra-devole e contare inoltre su una perfettamasticazione, soddisfa le esigenze odon-toiatriche di tutte le età: dal bambino all’a-dulto, fino all’anziano.

L’IDEA ALLA BASE DI ÈQUIPE DENTALEÈ SEMPLICE, MA INNOVATIVA: PUNTARE TUTTOSULLA QUALITÀ, SULL’ALTA TECNOLOGIA IMPIEGATAE SU UNO STAFF MEDICO DI ALTA PROFESSIONALITÀ,IN MODO TALE DA POTER GARANTIRE CUREODONTOIATRICHE DEL MASSIMO LIVELLO SOTTOOGNI ASPETTO E PER OGNI TIPO DI TRATTAMENTO.E QUESTA PARTICOLARE SCELTA SI È RIVELATAVINCENTE: LA PRIMA CLINICA NASCE A TORINONEL 2008, OGGI È PRESENTE ANCHE A VERCELLIE PROSSIMAMENTE A BIELLA

POTER ESIBIREUNA DENTATURA SANASODDISFA LE ESIGENZEODONTOIATRICHEDI TUTTE LE ETÀ

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ODONTOIATRIA BIOLOGICAL’INNOVAZIONE CHE MANCAVA

Sin dall’antichità, gli uomini sonostati afflitti da problemi dentalied hanno cercato di lenire il do-lore da essi provocato ricorrendoad una innumerevole quantità di

rimedi. I primi “dentisti” erano dei medicigenerici, ma dal Medio Evo tale compito fuassolto dai barbieri-chirurghi specializzatianche nella cura dei denti. La pratica, l’erro-re, l’osservazione furono i loro primi mae-stri, ma nel XV secolo essi avevano raggiun-to un livello di specializzazione in questanuova branca nettamente superiore a quellodei medici nella medicina tradizionale. Inun’epoca come la nostra in cui i cambiamen-ti avvengono repentinamente, soltanto guar-dando al passato possiamo procedere conintelligenza e sicurezza. Una delle più recen-ti innovazioni in ambito odontoiatrico è: l’o-dontoiatria biologica. L’impostazione “bio-logica” è da intendersi nell’interpretazioneetimologica del termine: “rispetto della vita”significa attenzione alle procedure che do-vrebbero essere sempre fondate sulla micro-invasività. Biocompatibilità è un terminecomposto dal prefisso bio- (dal greco Bios“vita, essere vivente”) e dalla parola “compa-tibilità”, derivante dal latino cum patior (let-teralmente “partecipare a”) traducibile conl’espressione “essere in sintonia con”. L’eti-mo sottolinea dunque in maniera evidente ilcarattere di armonia con la vita di tutto ciòche può definirsi biocompatibile.La necessità che un materiale odontoiatricosia biocompatibile diventa evidente quando,

oltre al singolo dente, si prende in conside-razione l’intero organismo in cui rimarràimpiantato permanentemente e si ragionasulle interazioni che la sua natura chimica efisica avrà in tale contesto.Riabilitare il cavo orale con materiali cheabbiano la maggior biocompatibilità possi-bile, cercare di evitare interferenze tra i ma-teriali usati per i restauri odontoiatrici e l’or-ganismo in cui sono inseriti rappresenta, de-ve essere, un traguardo irrinunciabile.Qualsiasi atto terapeutico deve, prima ditutto, non arrecare danno al paziente. Eccoquindi la fondamentale importanza che ri-veste la biocompatibilità dei materiali chevengono inseriti nella cavità orale dall’odon-toiatra! Essa dipende da quattro variabili:• Composizione del materiale• Collocazione• Interazione del materiale con il cavo orale• Interazione del materiale con eventuali al-tri materiali presenti nel cavo orale.

Lo scopo è di conseguenza, di ricercare ma-teriali e metodiche idonee per il raggiungi-mento del rispetto biologico nel contestodella riabilitazione orale dei pazienti.Le terapie odontoiatriche, fin dalla loro lon-tana origine, hanno avuto per oggetto pre-valentemente gli aspetti riabilitativi e rico-struttivi dell’apparato dentale, e solo in mi-nima parte la cura, nel senso proprio del ter-mine, del cavo orale.Molte aree mediche si occupano di patolo-gie nelle quali la guarigione del paziente odell’organo affetto corrisponde a una resti-tutio ad integrum, cioè a un ritorno alla con-dizione precedente la malattia. Le affezionidella bocca sono invece per lo più patologieche comportano la perdita di struttura e ildanneggiamento irreversibile dei tessuti co-involti; le possibilità terapeutiche, a oggi,non contemplano la rigenerazione dellacomponente lesa, ma prevedono la sua sosti-tuzione con un manufatto artificiale.Nel caso ad esempio della carie dentale, unapatologia legata all’attività dei batteri e deimetaboliti acidi da essi prodotti, che porta al

IL DOTT. ANTONIO ARBISIDIRETTORE DELL’UNITÀDI ODONTOIATRIA BIOLOGICADEL POLICLINICO DI MONZA

LA BIOCOMPATIBILITÀ DEIMATERIALI È FONDAMENTALE

LA NECESSITÀ CHE UN MATERIALEODONTOIATRICO SIA BIOCOMPATIBILEDIVENTA EVIDENTE QUANDO, OLTRE AL SINGOLODENTE, SI PRENDE IN CONSIDERAZIONE L’INTEROORGANISMO IN CUI RIMARRÀ IMPIANTATOPERMANENTEMENTE E SI RAGIONA SULLEINTERAZIONI CHE LA SUA NATURA CHIMICAE FISICA AVRÀ IN TALE CONTESTO

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progressivo rammollimento e alla disgrega-zione prima dello smalto e poi più all’inter-no della dentina, esiste una serie di abitudinialimentari e igieniche che predispongono,causano e perpetuano il processo. Se da unlato è possibile sviluppare azioni preventive,per modificare tali abitudini, e curative, percontenerne gli effetti dannosi, dall’altro laperdita di sostanza dentale è rimediabile so-lamente attraverso un processo di sostitu-zione dei tessuti distrutti con un materialeartificiale. Maggiore è l'entità della perditadella sostanza dentale, più estesa è la dimen-sione del restauro: otturazione semplice, ot-turazione complessa, intarsio, fino ad arriva-re alla ricopertura della porzione di denteresiduo con una corona artificiale oppure al-la sostituzione in toto del dente con un im-pianto osseo.

OTTURAZIONIIl primo utilizzo del mercurio in odontoia-tria risale al 1816 da parte del franceseAuguste Traveau. Da allora milioni di re-stauri in amalgama sono stai realizzati, re-stando il materiale più frequentemente ri-scontrato nel cavo orale.Per lungo tempo si è ritenuto e professatoche l’amalgama, una volta completamenteindurita, fosse un materiale assolutamenteinerte e stabile, in cui tutto il mercurio liberoviene interamente e permanentemente se-questrato all'interno di legami chimici congli altri metalli, incapace di liberarsi nel cavoorale. Una simile rassicurante visione è frut-to di approssimazioni notevoli.

ILRILASCIODIMERCURIODAPARTEDELLEOTTURAZIONIINAMALGAMAÈOGGIUNFAT-TOBENDOCUMENTATOStudi clinici hanno dimostrato come il rila-scio di mercurio dalle otturazioni sia ampia-mente documentabile. Allo stesso modo siconosce dettagliatamente il destino biologi-co all’interno dell’organismo, circa la dina-mica del rilascio di mercurio durante la ma-sticazione, dimostrando che esso aumentarapidamente fin dai primi minuti in cui l’ot-turazione viene caricata. Numerosi altri fat-tori fisici possono esacerbare l’emissione divapori di mercurio tra cui i rialzi termici de-terminati dall’ingestione di cibi o bevandecalde, le forze occlusali che si esercitano sul-le superfici del restauro a seguito del bruxi-smo, lo spazzolamento, tutte le forme di bi-metallismo orale ed anche l’esposizione acampi elettromagnetici ad alta frequenza.L’OMS già dal 1991 dice che la maggioresposizione al mercurio è dovuta agli amal-gami dentali. Il mercurio è una sostanza tos-sica, prima e dopo l’applicazione in bocca.Il 50% dell’amalgama è costituita da mercu-rio. Il mercurio è in assoluto fra le più so-stanze tossiche in natura. Per l’organismonon esiste un valore soglia minimo non tos-sico per il mercurio. Amalgama è un presi-dio medico ancora utilizzato seppur il decre-to ministeriale del 2001 ne limiti l’applica-zione nei bambini sotto i sei anni, nelle don-ne in gravidanza e nei nefropatici, un modoipocrita di affermare la tossicità del materia-le, ma senza avere la forza di impedirne l’usoassoluto. Dal giugno del 2009 in UE vige ildivieto di vendita di termometri al mercurio.

CLEAN UP, UN NUOVOSTRUMENTO DI ASPIRAZIONEODONTOIATRICA

RIABILITARE IL CAVO ORALE CON MATERIALICHE ABBIANO LA MAGGIOR BIOCOMPATIBILITÀPOSSIBILE, CERCARE DI EVITARE INTERFERENZETRA I MATERIALI USATI PER I RESTAURIODONTOIATRICI E L’ORGANISMO IN CUI SONOINSERITI RAPPRESENTA, DEVE ESSERE,UN TRAGUARDO IRRINUNCIABILE. LO SCOPO QUINDIÈ RICERCARE MATERIALI E METODICHE IDONEE PERIL RAGGIUNGIMENTO DEL RISPETTO BIOLOGICO

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IL MERCURIO:MATERIALE TOSSICOStudi scientifici hanno ormai dimostrato latossicità del mercurio contenuto nell’amal-gama, che esce dall’otturazione e si depositanei nostri organi dando sintomi come aller-gie, cefalee, senso di debolezza, vertigini,nervosismo, afte orali, alitosi, caduta dei ca-pelli, disturbi della memoria, depressione,disturbi del sonno. Togliere una fonte cosìimportante di intossicazione da metalli pe-santi è una scelta di ecologia di vita.

ILVEROPROBLEMAÈLARIMOZIONEPer togliere l’amalgama evitando una intos-sicazione acuta da mercurio bisogna farlo inambiente protetto. Così è stato messo apunto un protocollo per fare una rimozionesicura e un protocollo di drenaggio per eli-minare i metalli pesanti che si sono accumu-lati nell’organismo durante la vita dell’ottu-razione.Le otturazioni effettuate dal Policlinico diMonza sono di tipo estetico e prive di me-tallo al fine di evitare interazioni dannose trail metallo e il cavo orale. La rimozione dellevecchie otturazioni metalliche viene esegui-ta in ambiente protetto e sicuro in modo chei vapori di mercurio non vengano inalati dalpaziente.Utilizziamo un nuovo strumento di aspira-zione odontoiatrica munito di speciale dis-positivo per assicurare un’aspirazione otti-male.L’aspiratore viene posizionato direttamentesul dente, dove si adatta ottimamente grazieal suo design ed al materiale estremamenteelastico.Esso è stato disegnato in modo tale da assi-curare un'aspirazione ottimale e tenere ilcampo di lavoro libero da vapori di mercurioe polveri di amalgama.Misure dei livelli di mercurio in bocca du-rante l’eliminazione degli amalgami hannodimostrato che la concentrazione di mercu-rio è di 100 volte inferiore usando CleanUp, rispetto ai normali dispositivi di aspira-zione (Dip. di Biologia clinica dei metalli,Uppsala, Svezia).

LENOSTREPROTESIVengono utilizzate, laddove possibile, mate-riali protesici privi di metallo, (Zirconia)meglio tollerabili nel cavo orale.Inoltre l‘elevata traslucenza della zirconia ela possibilità di infiltrarlo con il colore indi-viduale dei denti del paziente, conferisce allaprotesi dentaria un aspetto estetico e natura-le. Grazie al colore chiaro della zirconia, nonsi formano bordi neri dovuti al ritiro gengi-vale con il passare del tempo, come inveceavviene spesso con l‘uso di metalli nei re-stauri odontoiatrici.

ORTODONZIASi utilizza una innovativa tecnica a bassa fri-

STUDI SCIENTIFICI HANNO ORMAI DIMOSTRATOLA TOSSICITÀ DEL MERCURIO CONTENUTONELL’AMALGAMA, CHE ESCE DALL’OTTURAZIONEE SI DEPOSITA NEI NOSTRI ORGANI DANDOSINTOMI COME ALLERGIE, CEFALEE, SENSODI DEBOLEZZA, VERTIGINI, NERVOSISMO,AFTE ORALI, ALITOSI, CADUTA DEI CAPELLI,DISTURBI DELLA MEMORIA, DEPRESSIONE,DISTURBI DEL SONNO

LE OTTURAZIONI IN ZIRCONIOPERMETTONO DI MANTENEREUN RISULTATO ESTETICONATURALE

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zione che permette il movimento dei dentimantenendosi all’interno della biozona nelrispetto di radici, osso, mucose.Senza le legature elastiche che generano at-trito ed il grippaggio dell’arco, gli attacchiself ligating passivi permettono maggior li-bertà di movimento, risultati più veloci con

utilizzo di forze più leggere. È il senso bio-logicamente più giusto per migliorare laposizione dei denti per un’armonia faccialepiù estetica.

ALITOCATTIVOPer questa problematica importante, in unmomento in cui l’immagine e le relazionisono al primo posto, vengono impostatedelle specifiche terapie naturali fito-terapi-che.

IGIENEORALEAffianchiamo le sedute di igiene orale a pre-scrizioni fitoterapiche per il mantenimentodell’igiene domiciliare.

RADIOLOGIAPer lo sviluppo delle radiografie vengonoutilizzati sistemi innovativi digitali che ridu-cono in maniera importante la dose di ra-diazione.

SBIANCAMENTOVengono effettuate sedute veloci, indoloricon risultanti duraturi nel tempo.

IMPLANTOLOGIALa moderna implantologia, con l’ausilio dimateriali e superfici che riescono ad inte-grarsi con l’osso anche nelle condizioni me-no vantaggiose, permette di risolvere quasiogni caso di edentulia (mancanza di denti)sia parziale che totale.

LASERIndicato per piccoli interventi chirurgicinella bocca. Con questa tecnologia spessonon viene utilizzata né l’anestesia, né sutura.

STERILIZZAZIONEDi regola viene utilizzato materiale monou-so. Laddove ciò non fosse possibile, gli stru-menti seguono un rigido protocollo di steri-lizzazione. Tutti gli strumenti utilizzati nelnostro studio, compresi i trapani, vengonosempre sterilizzati dopo ogni paziente. I ci-cli di sterilizzazione sono regolarmente mo-nitorati mediante uso di test biologici.

LE OTTURAZIONI EFFETTUATE DAL POLICLINICODI MONZA SONO DI TIPO ESTETICO E PRIVEDI METALLO AL FINE DI EVITARE INTERAZIONIDANNOSE TRA IL METALLO E IL CAVO ORALE.LA RIMOZIONE DELLE VECCHIE OTTURAZIONIMETALLICHE VIENE ESEGUITA IN AMBIENTEPROTETTO E SICURO, IN MODO CHE I VAPORIDI MERCURIO NON VENGANO INALATIDAL PAZIENTE.VIENE UTILIZZATO UN NUOVO STRUMENTO DIASPIRAZIONE ODONTOIATRICA MUNITO DI SPECIALEDISPOSITIVO PER ASSICURARE UN’ASPIRAZIONEOTTIMALE. L’ASPIRATORE VIENE DUNQUEPOSIZIONATO DIRETTAMENTE SUL DENTE

STUDI SCIENTIFICIHANNO DIMOSTRATOLA TOSSICITÀ DEL MERCURIOUTILIZZATO IN PRECEDENZAPER LE OTTURAZIONI DENTALI

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CARDIOLOGIA AMBULATORIALEIL PRESIDIODELCENTROCUORE

Il Centro Cuore è una struttura diCardiologia non invasiva ambulato-riale del Policlinico di Monza situatapresso dell’Istituto Clinico Universi-tario di Verano Brianza. Le attività

del Centro riguardano l’erogazione di visitecardiologiche ed elettrocardiogrammi, eco-cardiogrammi, ecografie vascolari, monito-raggi della pressione arteriosa, elettrocardio-grafia dinamica secondo Holter, test ergo-metrici a pazienti di età superiore ai dieci an-ni. Tale attività, coordinata dal Dott. Giu-seppe Gullace coadiuvato dal Dott. Giancar-lo Aldeghi (che svolge, peraltro, le funzionidi direttore medico di presidio) e dallaDott.ssa Federica Nani, è effettuata da lune-dì a venerdì ed è articolata secondo l’orariotipico ambulatoriale e cioè dalle 8,30 alle16,30. Gli specialisti suddetti si avvalgonodella preziosa e qualificata collaborazione delpersonale infermieristico ed amministrativoche opera all’interno dell’Istituto Clinico diVerano Brianza.Di particolare interesse operativo è la moda-lità di lavoro del Centro Cuore che, nei limitidel possibile, cerca di evitare la logica presta-zionale ed operare secondo l’approccio perproblemi; tale modalità mira a pianificaretutto ciò che è necessario per chiudere il per-corso clinico, diagnostico e terapeutico delpaziente all’interno della stessa specialitàcardiovascolare non solo in tempi brevi (equando possibile nella stessa seduta) ma so-prattutto nel rispetto della continuità clinico

assistenziale. Ciò finora applicato quandopossibile ha contribuito alla riduzione deitempi di attesa (che sono tutti all’interno deilimiti previsti dalla Regione Lombardia), allachiusura dei percorsi diagnostico terapeuticidei pazienti in tempi ridotti, in gran parteeliminando il ‘pellegrinaggio’ da struttura astruttura e da specialista a specialista (dellastessa specialità), alla riduzione notevole deldisagio (dei pazienti e degli operatori) e adun più appropriato uso della struttura e delleopportunità sanitarie offerte. Peraltro vaconsiderato che l’offerta in modalità ambula-toriale di prestazioni cardiologiche non inva-sive del Centro consente di poter chiudere ilpercorso del paziente in loco nella stragrandemaggioranza dei casi; a questo va aggiunta lapresenza di un canale preferenziale con il Di-partimento Cardiovascolare del Policlinicodi Monza che consente un percorso internoprotetto per situazioni più complesse cheporta il paziente a proseguire le indagini dia-gnostiche e ad essere sottoposto ad interventiterapeutici (per esempio chirurgici) semprenel rispetto della continuità clinico assisten-ziale. Anche in questo caso l’offerta comple-ta delle prestazioni cardiologiche dalla dia-gnosi alla riabilitazione ed al follow up delPoliclinico di Monza e la presa in carico delpaziente da parte dello specialista che operaal Centro Cuore facilitano l’accesso del pa-ziente e garantiscono a questi un percorsocompiuto ed un riferimento.Il Centro è in fase di rilancio con alcuniaspetti innovativi particolarmente importan-ti e che sicuramente contribuiranno a deter-minare una crescita professionale ed un im-patto positivo sulla popolazione (medici dimedicina generale inclusi). Tra questi, il po-tenziamento della modalità di lavoro sopraesposta fino a diventarne la regola, l’aggior-namento della strumentazione ed il collega-mento in rete con il Policlinico di Monza el’adeguamento del personale costituiranno labase sostanziale per un migliore organizza-zione che porti a dare opportunità sanitariein maniera più efficace, efficiente, compiutae di qualità.

IL DOTT. GIUSEPPE GULLACECOORDINATOREDEL CENTRO CUOREDELL’ISTITUTO CLINICOUNIVERSITARIODI VERANO BRIANZA

ALL’INTERNODELL’ISTITUTOCLINICOUNIVERSITARIODIVERANO

LE ATTIVITÀ DEL CENTRO RIGUARDANOL’EROGAZIONE DI VISITE CARDIOLOGICHE EDELETTROCARDIOGRAMMI, ECOCARDIOGRAMMI,ECOGRAFIE VASCOLARI, MONITORAGGI DELLAPRESSIONE ARTERIOSA, ELETTROCARDIOGRAFIADINAMICA SECONDO HOLTER, TEST ERGOMETRICIA PAZIENTI DI ETÀ SUPERIORE AI DIECI ANNI.IL SERVIZIO È DISPONIBILE DAL LUNEDÌ AL VENERDÌDALLE 8,30 ALLE 16,30

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TRA SCIENZA, ETICA E FILOSOFIAIL NUOVO «VIAGGIO» DI SCHIFFER

Èarrivato in libreria il nuovo librodel Professor Davide Schiffer. IlDirettore del Centro Richerchedi Neurobioncologia della Fon-dazione Policlinico di Monza a

Vercelli, ha infatti pubblicato una nuova operache si intitola “Attraverso il microscopio: neu-roscienze e basi del ragionamento clinico”. Unvolume che non tratta solamente di tematichestrettamente tecniche, ma anche etico-filoso-fiche. “Si tratta di un libro nell’ambito delleNeuroscienze – spiega infatti lo stesso Profes-sor Schiffer - che tratta del rapporto fra ilmondo microscopico e il ‘vissuto’ di chi lo usaper le Neuroscienze: è quindi tecnico, ma allostesso tempo tiene un interesse per il profanoche voglia dedicarsi ai rapporti fra la percezio-ne visiva e il mondo interiore. Come filosofiaesso ha qualcosa a che vedere con quella che infondo sta alla base della ‘polieticità’ del Grup-po Policlinico di Monza”. Il libro prende lemosse dai pensieri di un giovane che alla ma-turità liceale si trova affascinato dalla culturadei classici greco-latini, dai rudimenti filosofi-ci e dall’impatto con le scienze fisiche e natu-rali. Il latino e i suoi naturalisti hanno suscitatoun fervore verso la Botanica Sistematica che loriporta a Linneo e quindi alla conoscenza delmondo naturale, all’esperienza della denomi-nazione dell’esistente come conoscenza equindi agli universali di Guglielmo d’Occam.La scelta della facoltà di Medicina all’Univer-sità fungerà per il protagonista da mediazionefra la filosofia, vista come via alla verità, e la

biologia con il grande mistero dell’uomo nellasua dualità di mente/corpo. L’incontro con ilmicroscopio aprirà la strada all’approfondi-mento della biologia,ma anche alla ricerca deisignificati e delle interpretazioni del mondo. Imeccanismi della percezione, visiva in partico-lare, nelle articolazioni della Gestaltpsycholo-gie, e i suoi rapporti con il mondo interiore, siaquello della memoria esplicita sia della memo-ria implicita, sono affrontati nell’esplorazionedel mondo attraverso il microscopico e nellaricerca di una obiettività scientifica. Locke eKant, Popper e Heidegger fanno da contralta-re a Ramon y Cajal, Golgi, Kandel, Heisen-berg, mentre la semiotica illumina e confondesull’importanza del linguaggio per la cono-scenza. Il segno e il suo riconoscimento si tra-sferiscono nella scienza attraverso l’inter-sog-gettività e il linguaggio appare come l’unicomodo di penetrare l’esistente. Il libro si dilun-ga poi sull’origine di certe denominazioni inpatologia tratte dalla vita quotidiana, sull’an-tropomorfismo spesso applicato agli oggettidel campo microscopico, sempre illustrati subase fenomenologica e psicologica.Il libro del Professor Schiffer, edito da Sprin-ger all’interno della collana “I Blu”, è disponi-bile in libreria da metà maggio al costo di31,63 euro e riguarda da vicino l’attività svoltapresso il centro ricerche vercellese. Lo stessoprofessore non ha voluto fare a meno di citareil Centro Ricerche di Neurobioncologia diVercelli nel commentare la sua ultima fatica.“Penso che si dimostri – ha detto il professorSchiffer - come il Centro Ricerche di Vercellinon sia soltanto un luogo all’altezza dei tempidove si fanno diagnosi neuropatologiche e ri-cerche ormai note anche a livello internazio-nale e che conferisce prestigio al Policlinico,ma anche un luogo dove si coltivano leNeuro-scienze anche nella loro estensione filosoficaed epistemologica di cui il Policlinico non puòche menare vanto”. Il Professor Schiffer delresto aveva già pubblicato un libro sull’argo-mento. “L’altro mio volume ‘Io sono la miamemoria’ – commenta al proposito il profes-sore – era nella stessa scia di pensiero”.

IL PROF. DAVIDE SCHIFFERDIRETTOREDEL CENTRO RICERCHEDI NEUROBIONCOLOGIA

L’ULTIMAAFFASCINANTEFATICALETTERARIADEL PROFESSORE

IL NUOVO LIBRODEL PROF. SCHIFFER

IL LIBRO PRENDE LE MOSSE DAI PENSIERIDI UN GIOVANE CHE ALLA MATURITÀ LICEALESI TROVA AFFASCINATO DALLA CULTURA DEICLASSICI GRECO-LATINI, DAI RUDIMENTI FILOSOFICIE DALL’IMPATTO CON LE SCIENZE FISICHEE NATURALI. SI TRATTA DI UN VOLUMENELL’AMBITO DELLE NEUROSCIENZE,CHE TRATTA DEL RAPPORTO FRA IL MONDOMICROSCOPICO E IL ‘VISSUTO’ DI CHI LO USA

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DALLA BRIANZA AL CAMERUNUNA MANO TESA AI PIÙ BISOGNOSI

Che ne direbbe di un viaggettoin Africa? Così mi disse ilnostro Presidente chiacchie-rando a pranzo nel mese disettembre 2010 ed io, che ho

sempre lo spazzolino da denti in tasca, nonme lo sono fatta dire un’altra volta.Meta del viaggio: il Camerun nell’Africacentrale, nera ed equatoriale, anzi Touloum,un paesino all’estremo nord del Paese, nellaparte più povera e ai confini con il Ciad.Scopo decisamente importante era verifica-re la situazione di quella regione dove alcunimissionari religiosi e laici del PIME (Ponti-ficio Istituto Missioni Estere) stanno co-struendo un ospedale rurale ed hanno ri-chiesto al nostro Presidente un aiuto con-creto per continuare i lavori. Detto, fatto.Organizzato tutto, sono partita, piena di en-tusiasmo, un po’ curiosa e un po’ preoccupa-ta. Prima destinazione Yaoundé, capitale delCamerun, poi di nuovo 1.500 km in aereoper arrivare a Maroua, la porta del Sahel,città di circa 300.000 abitanti nel centro delCamerun e poi ancora tre ore di auto pergiungere a Yagoua, cittadina del nord est vi-cinissima al confine con il Ciad e che dista

60 km da Touloum, dove è in corso di co-struzione l’ospedale. Il posto non è propria-mente quello che si dice la meta di una va-canza: io ero ospite nella missione del Pimedi Yagoua e onestamente devo dire che inconfronto agli abitanti locali ero in un al-bergo di buona categoria: una casa in mura-tura con tetto di lamiera che con 50 gradi ditemperatura non è proprio il massimo, masicuramente è meglio di una capanna con iltetto di paglia dove invece dormono i locali.Sui muri qualche presenza per me non pia-cevole: grossi ragni con zampe corte che pe-rò sono utili perché ottimi mangiatori dizanzare; per terra invece qualche geco di unbel colore arancio e blu che muove in conti-nuazione il muso come per salutarmi.Energia ed acqua sono due beni a cui noisiamo abituati, ma che là sono a disposizio-ne di pochi e non sempre. Tutto serve a ri-pristinare un’attenzione al risparmio nellanostra realtà cui spesso non badiamo.Il mio compito era calarmi nella realtà loca-le, che già il Presidente aveva intuito diffici-le e drammatica e capire quanto veniva ri-chiesto al Gruppo Policlinico di Monza. In-somma come dice il Presidente “cercare di

LA DOTTORESSAMARINA LAVINIA SARACCODIRETTORE AMMINISTRATIVODELL’ISTITUTO CLINICOVALLE D’AOSTA

IL POLICLINICODIMONZAAIUTA ACOSTRUIRE UNOSPEDALE

LA HALL DELLA STRUTTURAREALIZZATADAL POLICLINICO DI MONZA

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trasformare un investimento in questi luo-ghi da semplice opera edilizia che una voltafinita diventa tempio della polvere e dellemosche a impresa che funzioni, evitando diinvestire denaro in un qualcosa che il giornodopo si avvia ad un lento declino”.Perciò ho incominciato a visitare quel pocoche è già presente sul territorio. Ad esempiol’ospedale di Meschin (al nord vicino a Ma-roua) della chiesa Luterana diretto da un te-desco, che è un ospedale ben funzionanteanche se a vederlo a me fa uno strano effet-to: sale operatorie senza alcun concetto disterilità, con un caldo esagerato, un labora-torio con macchinari obsoleti, una radiolo-gia fatiscente, e gli stanzoni di degenza...30letti a un metro l’uno dall’altro, dove sicura-mente la dignità del malato non è contem-plata, un caldo pauroso e una pulizia decisa-mente sommaria. Però c’è e la gente è felice

che ci sia.Si fanno 100 prelievi al giorno, ma non ri-esco ad immaginarmi la qualità e l’affidabi-lità dei risultati, senza parlare dell’igiene cheè inesistente. Il grosso problema che c’è quiè sicuramente la mancanza di pulizia e ilpoco ordine che gli stessi operatori hannonelle loro abitudini, ma credo che ci vorràancora tanto tempo per cambiare la situa-zione.Sicuramente per me era difficile solo imma-ginare una situazione così terribile, abituatacome sono alle nostre strutture pulite efunzionali, ariose e piene di comfort. Eccoqui è tutto il contrario, con maree di genteche vive per terra nei cortili interni dell’o-spedale e che accudisce il malato. Insommauna situazione infernale, sia in ospedale siafuori per le vie, con polvere e plastica dap-pertutto.Altra visita a Yagoua. Un ospedale statale,costruito dalla Cooperazione Italiana alloSviluppo agli inizi degli anni 90, ha ancoraun assetto molto funzionale e gradevole.Tutti i reparti sono collegati fra loro dacamminamenti pavimentati e coperti e ilprogetto dell’ospedale di Touloum ricalcaper molti versi lo stesso schema funzionale.A fronte di questo aspetto positivo, va im-mediatamente rimarcato che la gestionemedica e paramedica del personale, dei ser-vizi e delle attrezzature è spaventosamentedeficitaria e irraccontabile. La presenza diun solo medico per 100 posti letto, infetti-vologo tutto fare che a seconda delle esigen-ze si trasforma da ginecologo a oculista (concesarei e cataratte) a urologo (prostatecto-mie)! Blocco operatorio assolutamente ina-deguato, sporco, caldo con impianto di con-dizionamento in panne, apparecchiature diradiologia obsolete ed in panne, ecografofunzionante, ma inutilizzabile perché privodi sonda, attrezzature di laboratorio obsole-te e reagenti di laboratorio datati 1990 tut-tora utilizzati, centrale di sterilizzazioneparagonabile ad un magazzino polveroso.Questo dissesto totale a far data fine anni‘90 con il subentro della struttura statalenella gestione dell’ospedale. La strutturanon viene praticamente utilizzata dalla po-polazione, che è costretta a cercare cure sa-nitarie valide a grandi distanze, minimo 230km a Maroua (Touloum è a 60 km da Ya-goua). Anche per questa ragione e per assi-stere la popolazione di una zona molta vasta

L’AVVENTURA PARTE DA MONZA. DESTINAZIONETOULOUM, UN PAESINO NELL’ESTREMO NORDDEL CAMERUN. OBIETTIVO: AIUTARE I MISSIONARIRELIGIOSI E LAICI DEL PIME NELLA COSTRUZIONEDI UN OSPEDALE RURALE. IL CONTESTO LOCALEÈ DRAMMATICO: SALE OPERATORIE SENZA ALCUNCONCETTO DI STERILITÀ, MACCHINARI OBSOLETI,STANZONI PER LA DEGENZA DA 30 LETTI POSTIUNO A UN METRO DALL’ALTRO

UNA FASEDELLA COSTRUZIONEDEL BLOCCO OPERATORIO

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e sprovvista di strutture efficenti è nata l’i-dea dell’ospedale rurale di Touloum.L'area su cui insisterà l’ospedale è pianeg-giante e facilmente accessibile dalla stradanazionale da cui dista nemmeno un km, hala consistenza totale di 6 ettari, di cui 4 sonostati già recintati. Il cantiere dispone di duepozzi per l’estrazione dell’acqua disposti l’u-no nei pressi dell’ingresso principale e il se-condo all’estremità del terreno lato stradastatale.Il progetto prevede la realizzazione di unospedale rurale che rispetto al progetto ini-ziale è stato leggermente modificato nellasua distribuzione originale (a chiostro) edha assunto invece una distribuzione a dop-pio pettine più adeguata alle esigenze am-bientali, anche godendo del fatto della tem-peratura sempre favorevole. Pertanto conquesto nuovo assetto, ne deriva che tutti i

reparti saranno collegati fra di loro da uncamminamento pavimentato e coperto e in-framezzati da cortili e spazi aperti dedicatiall’accoglienza dei parenti dei degenti, che,secondo gli usi locali, assistono e accudisco-no i loro parenti ammalati (almeno in quat-tro o cinque persone compresi i bambini)per tutta la durata della loro permanenza inospedale, occupandosi anche dei servizistrettamente collegati al malato (puliziapersonale e cucina pasti, prassi comune atutte le strutture sanitarie pubbliche e priva-te del Camerun).Gli edifici già realizzati sono i seguenti:1 - Struttura a torre per il sostegno della ci-sterna dell’acqua potabile (5.000 litri).2 - Padiglione principale di accesso genera-le alla struttura comprendente le seguentifunzioni: hall aperta sui due lati corti su cuisi affacciano 10 stanze adibite a sala di con-sultazione /ambulatori/day surgery, dotatedi aerazione diretta verso l’esterno del fab-bricato. L’edificio è completo in ogni suaparte ed è già stato utilizzato per un breveperiodo in fase sperimentale.3 - Edificio adibito a servizi igienici suddi-visi in due tronchi. Questo immobile è statoreso indipendente dal padiglione principaleper motivi igienici e ambientali. Gli im-pianti di adduzione dell’acqua e di evacua-zione delle acque saponate e luride sonotutti esterni e di facile accessibilità. Losmaltimento viene effettuato tramite uncomplesso costituito da una fossa di sedi-mentazione e da una fossa perdente, dispo-ste in linea ed interrate.4 - Edificio residenziale per personale ospe-daliero: l’immobile è costituito da 8 locali didimensioni in pianta di 4 metri per 4 ovepossono trovare alloggio altrettanti nucleifamiliari.

In corso di realizzazione:1 - Blocco operatorio: attualmente sono sta-te realizzate tutte le strutture di fondazione,murarie interne ed esterne, le pavimentazio-ni interne in calcestruzzo; tra breve verran-no sistemate le strutture del tetto. L'edificioè organizzato in modo razionale e prevedeil percorso del paziente dalla sua entrata nelblocco (hall-sala di preparazione-sala ope-ratoria-sala di risveglio) e il percorso delpersonale medico con relativo ingresso au-tonomo con office, servizio igienico, zonarelax, locale spogliatoio e preparazione chi-

LO SCOPO DELLA MISSIONE:«CERCARE DI TRASFORMARE UN INVESTIMENTOIN QUESTI LUOGHI DA SEMPLICE OPERA EDILIZIACHE UNA VOLTA FINITA DIVENTA TEMPIODELLA POLVERE E DELLE MOSCHE A IMPRESACHE FUNZIONI, EVITANDO DI INVESTIRE DENAROIN UN QUALCOSA CHE IL GIORNO DOPO SI AVVIAAD UN LENTO DECLINO»

LA FACCIATA DELL’EDIFICIODURANTE I LAVORIDI REALIZZAZIONEDELLO STESSO

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rurgo e ingresso alla sala operatoria. Perquanto riguarda l’alimentazione elettrica,l’attuale situazione è deficitaria, perché larete di distribuzione è sottodimensionata edinsufficiente per le necessità attuali e futuredell’ospedale; pertanto è stato progettato unimpianto a pannelli fotovoltaici che potreb-be trovare collocazione in apposito spaziolimitrofo già previsto, oppure sui tetti deglistessi edifici, senza ovviamente rinunciaread un impianto integrativo di emergenzafornito da un generatore di corrente.Da non sottovalutare la potenzialità di am-pliamento dello stesso ospedale dovuta allapossibilità di acquisizione di terreni adia-centi. Al momento sono stati già investiticirca 122.000 euro in parte grazie a sovven-zioni ricevute da gruppi ed organismi esteri

(per il 40%) e il rimanente 60% con autofi-nanziamento. Entro l’anno il PIME pensadi ricevere sovvenzioni da altre fonti per35.000 euro. Sta cercando altri contributiper continuare la realizzazione delle struttu-re al ritmo attuale e poter completare l'ospe-dale nel 2012.La speranza che l’ospedale di Touloum pos-sa essere sostenuto da un Ente qualificatocome il Gruppo Policlinico di Monza, ov-viamente è forte.Come mi spiegava il sig. Mussi, che è il Di-rettore locale del PIME, una partnership diquesto tipo comporterebbe una serie di fon-damentali benefici per questa iniziativa. Adesempio: un sostegno finanziario da eserci-tarsi in modo diretto sui costi di costruzionee poi nel tempo sul finanziamento totale oparziale dei costi del personale; una collabo-razione sulla formazione del personale conla dislocazione di giovani infermieri nellenostre strutture che potrebbero imparare alavorare bene per poi portare quanto appre-so nei vari centri e che io potrei seguire co-me tutor; un sostegno nell’acquisto dei me-dicinali e dei materiali presso le aziende for-nitrici del Gruppo Policlinico di Monza siaper l’ottenimento di prezzi più vantaggiosisia per la garanzia della fornitura dei farma-ci che difficilmente riescono ad essere ap-provvigionati, ma sicuramente l’aspetto cheva sottolineato maggiormente è la continui-tà della formazione del personale, perché ilproblema principale di questi luoghi e quin-di di questa struttura è l’abbandono del la-voro non appena si presenta una nuova op-portunità.Ovviamente gli standard sia strutturali siafunzionali di queste attività sono ben diversida quelli che conosciamo noi, ma è indi-spensabile calarsi nel contesto per compren-dere che in questa parte del mondo l’arre-tratezza rispetto ai nostri livelli è grande(paragonabile a circa 100 anni fa ) e quindiè indispensabile procedere per passi gradua-li. L’ambiente privato grazie alle sinergiecon il mondo progredito è sicuramente piùattrezzato per giungere a risultati positivi,in contrapposizione con il settore pubblicoche mantiene grande sistemi di inefficienza.E sicuramente il Gruppo Policlinico diMonza ha tutte le carte in regola “per alle-viare un po’ di umana sofferenza nei con-fronti di una popolazione sventurata”.

Marina Lavinia Saracco

SONO GIÀ STATI INVESTITI 122.000 EURO IN PARTEGRAZIE A SOVVENZIONI RICEVUTE DA GRUPPI EDORGANISMI ESTERI (PER IL 40%) E IL RIMANENTE60% CON AUTOFINANZIAMENTO.ENTRO L’ANNO IL PIME PENSA DI RICEVERESOVVENZIONI DA ALTRE FONTI PER 35.000 EURO.È ALLA RICERCA DI ULTERIORI CONTRIBUTIPER CONTINUARE LA REALIZZAZIONEDELLE STRUTTURE AL RITMO ATTUALEE POTER COMPLETARE L’OPERA NEL 2012

UNA VEDUTA DELL’INTERNO:IL CORRIDOIO PRINCIPALECON GLI STUDI MEDICIE GLI AMBULATORI

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