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1 Alberto Chiara IL POTERE SEGRETO DEL CUORE Estratti dal libro Totale pagine di questo E.book: 101 Totale pagine testo originale: 305 HERMES EDIZIONI - ROMA ISBN 88-7938- © Copyright 2006 by Hermes Edizioni - Via Flaminia, 109 - 00196 Roma o Printed in Italy o S.T.A.R. - Via Luigi Arati, 12 - 00151 Roma.

IL POTERE SEGRETO DEL CUORE - Alberto Chiara · L’Urinoterapia – 8. Il sorriso degli occhi – 9. L’Orbita Microcosmica 32. Conclusioni 302 Postfazione Ezio Ceriana: note biografiche

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Page 1: IL POTERE SEGRETO DEL CUORE - Alberto Chiara · L’Urinoterapia – 8. Il sorriso degli occhi – 9. L’Orbita Microcosmica 32. Conclusioni 302 Postfazione Ezio Ceriana: note biografiche

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Alberto Chiara

IL POTERE SEGRETO DEL CUORE

Estratti dal libro

Totale pagine di questo E.book: 101

Totale pagine testo originale: 305

HERMES EDIZIONI - ROMA

ISBN 88-7938- © Copyright 2006 by Hermes Edizioni - Via Flaminia, 109 - 00196 Roma o

Printed in Italy o S.T.A.R. - Via Luigi Arati, 12 - 00151 Roma.

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QUARTA DI COPERTINA

Scoprire la Realtà divina che permea l'uomo e l'intero Creato è quanto di più emozionante e travolgente possa accadere all'essere umano. Partendo dagli insegnamenti dei più grandi maestri illuminati, questo libro ci guida nella meravigliosa ed entusiasmante scoperta della magia dell'Anima e della sua infinita forza realizzativa. In questo cammino di crescita, gradualmente, viene rivelato il divino potere del Cuore che, come una magica alchimia, istantaneamente ci unisce alla nostra Essenza divina e creatrice, facendoci conoscere noi stessi e il potere di realizzare ogni desiderio. Svelare la magia del cuore significa scoprire il segreto della creazione, riportando alla luce quel processo naturale e spontaneo che unisce l'uomo alla sua Realtà spirituale, rendendolo artefice e creatore della propria vita. L'incontro con il maestro Ezio Ceriana porta l'Autore a intraprendere un lungo e misterioso viaggio che, nella trepidazione e nello stupore del suo cuore, incomincia a svelargli i misteri della Vita e dell'uomo: è il percorso che porta ciascuno a conoscere la sua Essenza divina e creatrice, l'Anima, l'unica capace di donargli tutto ciò che desidera, e che da quel momento lo accompagnerà per sempre, non abbandonandolo più. È un libro utile a tutti coloro che nella vita si sono persi e che sa indicare, come una scia luminosa attraverso l'oscurità, la via d'uscita dal malessere interiore attraverso l'elevazione spirituale.

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Indice

Presentazione di Paola Giovetti Introduzione 1. L’insegnamento

Il cammino - La disciplina della mente - La facoltà d’immaginare - La nostra realtà interiore

2. L’Essere Il potere dell’amore - Il potere dell’Anima

3. L’identificazione La creazione - Guardando Dio

4. La programmazione inconscia La programmazione inconscia e la personalità - L’uomo di potere - L’inizio del cammino

5. Il rilassamento I segnali dell’Anima

6. La meditazione è il silenzio Il silenzio mentale - Il silenzio mi attrae - Meditare è uno stile di vita - La mente e il silenzio - Imparare a guardare la vita.

7. Il silenzio mentale e i pensieri 8. Il silenzio e la personalità

La mente è come un computer - Il silenzio cancella la memoria in- conscia - Nel silenzio impariamo a conoscere - Tornare bambini

9. Il silenzio e la creazione L’intuizione - Il giusto modo di comportarsi

10. Il silenzio e la consapevolezza Il non fare - La forza creativa dell’attenzione

11. Come l’uomo crea la sua realtà Il potere creativo - Il silenzio è creazione – Il livello Alfa - Atteg- giamenti per dormire - La fisica quantistica

12. Affidarsi Il mantra - La legge della gratitudine

13. La sicurezza La sicurezza nella coppia

14. Lo sviluppo dei nostri talenti

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15. La nostra missione nella vita Le nostre scelte - La via del cuore

16. L’uomo che non sa amare Lascia sempre aperto il cuore – Siamo fatti per amare – Il rapporto di coppia – Lo specchio della vita – L’attrazione nella coppia – Il potere di attrarre – I bisogni sono velocemente intercambiabili – Il potere di attrazione dei bisogni – Uscire dalla sofferenza – Osservare le emozioni – Per aiutarci a far crescere il cuore

17. L’amore e l’energia Lo sguardo del cuore – L’ambiente in cui viviamo – Il giudizio ci chiude alla energia – Le forme diverse dell’amore

18. La crescita Crescere oltre l’insegnamento – Non è importante quello che noi sentiamo di essere oggi – Noi siamo la Vita e l’Energia – La crescita e il potere della consapevolezza – Nella crescita c’è la Vita – La forza creatrice dell’uomo in crescita – L’azione e l’energia – La velocità dell’azione

19. Il modello ideale La rotta della nostra vita – Il corpo astrale – Imparare a vedere noi stessi prima di agire – L’energia e il suo punto critico – La riprogrammazione – La forma esteriore

20. L’apparenza Veggenti e cartomanti – La competizione

21. Desideri e bisogni I bisogni sono la nostra energia

22. Realizzare i bisogni La creazione – La presenza di Dio – La spiritualità

23. Imprimere il modello sull’energia creatrice del sé Il livello della creazione – Il modello dissolve la nostra sofferenza – Godere del proprio modello – Lettera all’inconscio – La riprogrammazione – Riprogrammare la nostra giornata – Riprogrammare il passato – L’amore nella creazione

24. Quando il bambino diventa adulto L’educazione – Aiutare gli altri

25. Il bene e il male Aprirsi all’energia – Atteggiamenti di potere

26. Ricordati di te Tutto ciò che non sei ti dirà chi sei – Non giudicarti mai – La preziosità del momento presente

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27. Il maestro è in te Superare il maestro

28. L’amicizia Tutto quello che le persone non ci dicono

29. La morte 30. Le guarigioni

Le guarigioni miracolose – Spiriti e presenze 31. L’energia fisica

1. Il sonno – 2. L’allenamento anaerobico – 3. L’allenamento aerobico – 4. La masticazione – 5. Lo Yoga – 6. I 5 Tibetani – 7. L’Urinoterapia – 8. Il sorriso degli occhi – 9. L’Orbita Microcosmica

32. Conclusioni 302 Postfazione Ezio Ceriana: note biografiche

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Introduzione Questo libro nasce dai miei anni trascorsi accanto a un uomo meraviglioso,

Ezio Ceriana, la persona più felice e innamorata della vita che io abbia mai avuto modo di conoscere, profondo conoscitore degli insegnamenti spirituali che l’Oriente, ma non solo, ha saputo trasmettere in migliaia di anni di assidua e profonda ricerca dei suoi illuminati maestri.

Come molte storie, anche questa inizia in una fredda sera d’inverno: era il lontano gennaio del 1987 e spinto dalla curiosità per una materia per me an- cora molto misteriosa e sconosciuta, mi trovavo con un amico alla presenta- zione di un corso di auto-ipnosi tenuta proprio da Ezio Ceriana; e ancora non sapevo che il conoscerlo, di lì a poco, avrebbe cambiato tutta la mia vita.

Il suo aspetto non tradiva l’età, ormai prossima ai settanta anni, di corpo- ratura esile, incanutito e dal fare molto gentile, sorridente, amorevole con tutti, come un nonno con i suoi adorati nipotini.

Dalle sue parole traspariva una serenità, un’energia e una gioia di vivere certamente inconsuete per un uomo di quell’età.

Parlò per tutta la sera della vita, di questa esperienza meravigliosa e su- blime che tutti siamo venuti a compiere, trasmettendoci un amore e un entu- siasmo tali per essa, che non ci volle molto per capire che era lì per insegnarci tutto, perché, ormai era chiaro: noi non conoscevamo ancora nulla dell’esperienza del vivere.

Per me che lo ascoltavo, ma penso anche per la maggior parte dei pre- senti, la vita era vissuta come un’immane fatica, capace solo di costringerci ad una continua e assidua ricerca delle forze per sopportarne il peso. Per Ezio invece era un’avventura straordinaria, divertente e affascinante; un miracolo così grande e profondamente intriso di Realtà divina, capace solo di sbalor- dirlo ogni giorno di più, al punto da non lasciarlo quasi più andare a dormire alla sera e renderlo impaziente di alzarsi al mattino per scoprire quale sublime meraviglia quel giorno si sarebbe svelata ai suoi occhi. Osservandolo parlare, mi chiedevo da quale paradiso venisse questo incauto, quanto piacevole, “vecchietto”. Sembrava che tutta la sua vita l’avesse trascorsa su un altro pianeta, di certo non su questa terra così afflitta da difficoltà e dolori di ogni genere. Possibile che questa chimera fosse lo stesso luogo nel quale tutti noi avevamo vissuto fino a quel momento? Egli sosteneva che la vita avrebbe soddisfatto ogni nostro desiderio se solo avessimo imparato a viverla nel modo corretto, quindi a comprenderne a fondo le dinamiche energetiche attraverso le quali l’uomo stesso crea la sua realtà.

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Ci spiegava che nulla intorno a noi è normale e scientificamente spiegabile, a partire dalla stessa struttura dell’atomo e quindi di tutta l’energia che com- pone la materia. Essendo un uomo di scienza, prima medico, poi chimico e im- prenditore, conduceva il suo discorso con un’impronta pragmatica e scienti- fica, il che rendeva tutto molto interessante, razionale e ben poco esoterico. Era capace di vedere la vita nella sua essenza dinamica, al di là delle opinioni e dei facili giudizi. Incominciò così a spiegarci, in modo molto semplice, che la realtà vera avrebbe incominciato ad apparire ai nostri occhi, come una magnifica e sublime creazione divina, nel momento stesso in cui avremmo imparato a vivere la vita e non più a pensarla. Nel suo mondo, paure, ansie e depressioni non esistevano più da tempo, perché ormai vi erano solo più gioia, amore e felicità. Occorreva imparare a vivere ed egli era lì a condurci per mano in questo meraviglioso quanto avventuroso cammino, che ci avrebbe portato a conoscere finalmente la Vita, e che avremmo dovuto intraprendere fin dall’adolescenza, e invece solo ora, credo, eravamo disposti a iniziare. Sentivo già quanto bene gli volevo, era forse il nonno adorato che tutti avremmo sempre voluto avere accanto; lo abbracciai forte con il mio sguardo e decisi che da quel momento non lo avrei più lasciato. Mi piace paragonare le persone illuminate da profonda saggezza a delle meteore che, come splendenti e fugaci stelle, giungono a noi inaspettate; esse non entrano mai completamente nella nostra vita, ci passano solo accanto, ci sfiorano illuminandoci con la loro luce, come una dolce carezza della Vita su di noi, per confortarci e indicarci la via, ma poi continuano il loro viaggio per aiutare il Mondo e inesorabilmente ci lasciano, ci abbandonano, costringen- doci così a camminare da soli per scoprire che la nostra Guida è dentro di noi. Soli, sempre soli, ma questa volta con la Vita che ci accompagna. Mi ritengo una persona incredibilmente fortunata, perché sfiorata da una vera, quanto splendida stella che ha saputo con la sua luce indicarmi il cammino. Da Ezio mi sono sentito amato come dal più dolce e affettuoso dei padri, e in me porto ancora intatta l’emozione del suo amorevole sguardo, che solo un cuore grande come il suo sa donare. E ora, a pochi anni dalla sua morte, anche se il mio cuore non ha ancora smesso di piangere, mi sento infinitamente grato alla Vita per avermi concesso di vivere accanto ad una persona così speciale; e ancora lo sento qui, accanto a me, che tenendo stretta la mia mano mi accompagna lungo il sentiero della mia esistenza.

Sono qui e non ti lascerò

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1. L’insegnamento

Ezio Ceriana: una esistenza vissuta con la passione

di chi si è dedicato a creare la propria vita e non a subirla

Ezio era un profondo conoscitore dello spiritualismo in tutte le sue forme, a partire dagli antichi insegnamenti dei saggi Rishi, risalenti a più di 7000 anni fa, fino ai maestri illuminati dei giorni nostri: riusciva a trasmettere l’essen- zialità di ogni disciplina nella sua realtà più vera e profonda, tralasciando gli aspetti religiosi e dogmatici, caratterizzanti ogni tradizione, per una più pra- tica ed efficace applicabilità alla vita di tutti i giorni.

Egli vedeva la spiritualità come un mezzo per poter vivere in modo pieno e gioioso la vita, perché solo in essa risiede la forza realizzativa dell’uomo.

Ezio era poi uno sperimentatore della pratica metafisica e questa peculia- rità rendeva il suo insegnamento unico e straordinario al tempo stesso. Fin dalla sua più giovane età si dilettava a sperimentare gli insegnamenti delle più antiche dottrine spirituali, studiandole ed analizzandole con il rigore e l’approfondimento dell’uomo di scienza, che gli studi di medicina gli avevano trasmesso. La spiritualità era per lui una realtà che l’uomo moderno doveva assolutamente imparare a conoscere per poter realizzare una vita ricca di soddisfazioni e soprattutto felice, perché attraverso di essa ogni individuo può trovare l’energia necessaria per creare l’esistenza desiderata e appagare così ogni suo bisogno. Gli anni trascorsi accanto ad Ezio mi hanno saputo indicare la via su cui intraprendere il mio cammino, quel cammino che ciascuno di noi dovrà un giorno affrontare dentro di sé per scoprire se stesso, il suo vero Io, questa Realtà primordiale e divina che si cela nel profondo di ognuno e della quale tutti i saggi parlano dalla più antica e remota notte dei tempi.

Il cammino I saggi che si sono susseguiti su questa terra, nel lungo scorrere della storia dell’umanità, hanno sempre insegnato che Dio è la pura Consapevolezza onnipresente, onnisciente e onnipotente, che vive in ciascuno di noi.

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Il vero cammino dell’uomo, la ragione della sua vita, è risvegliarsi dal lungo letargo vissuto nel limbo illusorio della mente e divenire consapevole della propria Realtà spirituale, scoprendo che Essa stessa è la forza divina che permea e crea tutto il manifesto che appare. In ognuno di noi c’è una Coscienza, una Presenza, che in questo istante osserva l’attività della mente e del corpo: è la parte di noi che vive l’eternità della vita, oltre ogni tempo e spazio, a differenza del corpo-mente che sappiamo tramutarsi in polvere in tempi molto brevi. Ogni uomo può sentire dentro di sé questa pura Essenza, questo Esserci, perché Essa sola è l’unica sua realtà; a volte può percepirla in modo così sottile e fugace da sembrare solo un’idea creata dalla fantasia, ma portando sempre più sovente l’attenzione su di Essa, questa affiorerà ai suoi sensi in modo sempre più percettibile e definito. Questo è l’inizio del cammino di ogni individuo che si appresti a cercare se stesso, la sua autentica Realtà immortale e creatrice, capace di illuminare di luce divina tutta la sua vita. Dobbiamo chiederci quanta di questa Essenza divina riusciamo a sentire in noi ora; ed è proprio da questa semplice percezione iniziale, alla quale non ab- biamo mai prestato attenzione prima, che incomincia l’avventura alla scoperta di noi stessi; e quando ci riconosceremo, avremo scoperto Dio. Questa pura Presenza in noi, assiste alla manifestazione del creato e ne con- tiene il tutto. Ogni cosa avviene in Essa: il nostro corpo, la mente, i pensieri, tutto ciò che vediamo e sentiamo. Quando inizieremo a percepirla, per la prima volta nella nostra vita incominceremo a conoscere Dio, insieme all’incanto delle sue meravigliose atmosfere che dolcemente affioreranno in noi. Una pratica molto importante, per aiutarci a essere consapevoli della nostra Realtà divina è la meditazione. Cerchiamo allora di capire di cosa si tratta. Meditare significa imparare a disciplinare la mente, perché una mente non disciplinata, è una mente che non si ferma mai, che ininterrottamente continua a trasmettere pensieri e sensazioni diverse, ed è per questo che l’uomo non riesce a sentire nulla della vita e della divina Presenza in lui; percepisce solo le sensazioni create dalla sua mente. In altre parole, l’individuo non può vivere la vita, ma solo pensarla, perché la mente non gli concede mai un attimo di tregua. Una mente non disciplinata crea un flusso continuo e ininterrotto di pensieri così vorticoso, da impedire ad ogni individuo, immerso in questa spessa illusione, di percepire la vita e la sua realtà divina, rendendolo così un essere senza alcun potere, timoroso e bisognoso di tutto, e per tanto i suoi pensieri non potranno che rispecchiare questa triste realtà.

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La nostra realtà interiore Insegnando alla mente a diventare silenziosa, accade che il flusso di pensieri

incominci lentamente a rallentare. Questa spessa coltre di sensazioni creata dai pensieri che, come una fitta nebbia, costituisce l’atmosfera della nostra vita, inizierà in questo modo a diradarsi sempre più, lasciando affiorare in noi la meravigliosa realtà del Sé, con le sue atmosfere di infinita gioia e amore. È la beatitudine dell’Essere, della quale tutti gli illuminati da sempre parlano, la nostra più autentica realtà, che esiste oltre tutte le atmosfere create dalla mente.

Questo libro vuole portare alla luce, con un’attenta analisi, gli insegnamenti di quei grandi uomini che, come il mio caro amico Ezio, si sono avvicendati nel corso dei millenni su questa terra per illuminarci con il loro divino inse- gnamento, testimoniandoci con la loro vita, l’infinito potere di chi ha saputo ritrovare in sé la propria autentica e divina realtà.

Questi saggi ci hanno insegnato, e tuttora lo fanno, che ciascuno di noi se solo accetta di uscire dal sogno illusorio della mente, attraverso un preciso atto di volontà, può trasformare tutta la sua esistenza in una meravigliosa avventura ricca di sorprese e di gioie inimmaginabili, propria di chi, aprendo gli occhi, finalmente vede la Coscienza divina esprimersi in ogni aspetto della realtà in cui vive.

Fin dall’antichità, abbiamo testimonianze di uomini che hanno sviluppato poteri e capacità straordinari, come Mosè, Buddha, Gesù Cristo, ecc., che con la loro vita hanno saputo manifestare il potere divino che vive in ciascuno di noi. Sono uomini che hanno scoperto quella parte di loro che non è il corpo, che non è la mente, ma è una pura Consapevolezza.

Quando l’individuo scopre la sua Essenza, conosce Dio all’interno di sé, e solo allora diventa degno di chiamarsi Uomo, diventando così padrone della propria esistenza, capace di creare la sua vita invece di subirla passivamente come colui che ancora non si conosce.

L’uomo autentico è colui che crea la vita e non la subisce

perché consapevole che Dio abita in lui

Allora quale avventura più grande, stimolante e appassionante possiamo vivere, se non quella di andare alla ricerca di noi stessi, di quella parte più autentica e vera che vive in noi, e senza la consapevolezza della quale ci ob-

blighiamo ad una vita di privazioni e sacrifici? Ma questa realtà onnipotente, come ci insegnano tutti i grandi maestri, non è la nostra personalità con il corpo

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e i suoi pensieri, ma è una presenza al di fuori di tutto quello in cui fino ad oggi ci siamo riconosciuti: è la parte di noi che osserva il tutto. Quando l’uomo inizia a sentire questa Realtà primordiale scopre non solo la forza creatrice infinita, ma anche la sua immortalità, percepisce che cosa significa essere vivo al di là di un corpo e di una mente; prova quella che gli illuminati chiamano “la beatitudine dell’Essere”, ossia uno stato di gioia e amore infiniti, perché finalmente per la prima volta si sente vivo, sente su di sé vibrare la vita vera e non più quella pensata di chi vive solo nei suoi pensieri. N aturalm ente ques è un cammino graduale, lento e armonioso, attraverso il quale l’uomo, cercando se stesso, si risveglia a poco a poco dal suo profondo e lungo letargo.

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5. Il rilassamento Imparare a rilassare il corpo è un aiuto prezioso per condurre la mente al

silenzio, in quanto essendo il corpo e la mente una cosa sola e inscindibile, ab- bandonando il primo, anche la mente si rilasserà, rallentando così la sua fre- netica corsa. Più il corpo è teso, più l’attività della mente è veloce e logorroica; più ci rilassiamo e più anche la mente si calma.

Il corpo, di per sé, sarebbe sempre rilassato, ma è la mente, con le sue programmazioni e i suoi pensieri, che lo mantiene costantemente contratto e teso. Dove c’è una tensione, l’energia vitale non scorre e si blocca; per questo motivo accumulando sempre più tensioni in noi, lentamente riduciamo la quantità di energia di cui possono disporre le nostre cellule e ci ammaliamo.

Imparare a rilassarci non è quindi solo importante per insegnare alla mente a fare il silenzio, ma armonizza anche tutta la nostra fisiologia, incre- mentandone così il relativo livello energetico.

“È una trasformazione che si attua lentamente ogni volta che facciamo il rilassamento. Nervi, muscoli, tendini, tutti gli organi fino alle singole cellule, si aprono per permettere un maggior passaggio di energia e si ristrutturano. Abbiamo bisogno di molta più energia di quella che normalmente usiamo per poter attivare le facoltà di cui disponiamo”.

1 Ezio Ceriana, meditazione del 13-03-00.

Attraverso un processo di contrazione muscolare, la mente registra sul corpo, come sul disco fisso di un computer, memorie capaci di condizionare completamente la nostra vita, in modo del tutto indipendente dalla nostra volontà. Per questo motivo, è fondamentale nel processo di crescita sciogliere queste tensioni muscolari. Scopriremo pure come il nostro stato d’animo è strettamente legato alla quantità di tensioni accumulate sul corpo, e come esso migliora incredibilmente quando il corpo impara a rilassarsi.

Rilassando il corpo nell’arco della giornata, instaureremo con esso un nuovo rapporto e, come un figlio che gioisce per l’attenzione del genitore, anche il corpo, insieme a tutte le sue cellule, ci ringrazierà per questo nostro interesse.

Il corpo è l’essere vivente, prima di ogni altro, che la Vita ci ha affidato per fare questa esperienza terrena, ed è ad esso che dobbiamo dare la priorità delle nostre amorevoli attenzioni imparando a rilassarlo, affinché le sue cellule possano ritrovare l’armonia e il loro naturale livello energetico.

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È bene tutti i giorni, più volte al giorno, anche solo per qualche minuto, abbandonare tutti i nostri muscoli, partendo dai piedi fino ad arrivare alla testa. Parliamo al corpo e diciamogli mentalmente: ”abbandona i piedi, poi le caviglie, i polpacci, le ginocchia, ecc. e arriviamo fino al cuoio capelluto, soffermandoci su ogni parte appena qualche secondo, il tempo che questa si abbandoni fin dove riesce, senza insistere.

Gradualmente insegniamo al corpo a ritrovare il suo naturale stato armonico, impariamo a sentirlo e a scoprire dove è teso, e quindi a rilasciarlo. Facciamo questo senza preoccuparci di quanto riusciamo ogni volta a rilassarci, perché sarà la semplice ripetizione di questa pratica a far sì che si riesca ogni volta ad abbandonarsi di più.

La mente funziona come un computer, utilizzando dei precisi programmi di memoria, che sono sostanzialmente abitudini registrate e utilizzate in modo rigoroso e ripetitivo. Per questo, è sufficiente “inserire” in noi l’abitudine a rilassare il corpo, ripetendo l’esercizio con una certa frequenza, affinché la mente impari a lasciare che il corpo si abbandoni liberamente.

Come tutti i programmi mentali, anche questo lo inseriamo con la ripetizione. Più sovente porteremo l’attenzione sui muscoli rilasciandoli, più il loro rilassamento diventerà profondo e duraturo. È semplicemente un’abitudine che insegneremo al corpo.

Il metodo non si basa quindi sulla concentrazione, su quanto ogni volta riu- sciremo a far scendere in profondità il rilassamento, ma sulla semplice ripeti- zione, incuranti risultato ottenuto. Ci sorprenderemo come, in tempi molto brevi, avremo stabilito un rapporto completamente nuovo con il corpo; sarà un rapporto di amore fatto di attenzioni da parte nostra e di gratitudine da parte delle nostre cellule. Capiremo che cosa significa sentire il corpo e tutte le volte che staremo per apprestarci a rilassarlo, prima ancora di iniziare l’esercizio, sentiremo che esso già ci ringrazierà abbandonandosi spontaneamente. Imparando così a percepire il corpo, spontaneamente inizieremo ad amarlo, ed esso si abbandonerà sempre più a questo nostro amorevole abbraccio, aprendo i suoi canali energetici e colmandosi sempre più di salutare energia.

“Imparare a rilassarci significa eliminare tutte le rigidità e le resistenze che si sono strutturate in noi, aprire i nostri canali energetici ed entrare così in contatto con la nostra ‘Luce interiore’”.

Ezio Ceriana, incontro del 22-11-99.

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6. La meditazione è silenzio

Percepire la nostra Essenza spirituale, il Sé, lungo il corso della giornata, è una cosa che tutti possiamo incominciare a fare, perché questa pura Testimonianza che osserva è la nostra vera realtà e quindi esiste già in noi; dobbiamo solo lasciarla affiorare. Per questo motivo non possiamo non sentirla, anche se la continua e ininterrotta attività della mente ci rende difficoltosa la sua percezione.

Mai nessuno ci ha spiegato l’importanza di portare su di Essa la nostra attenzione, perché solo in questo modo incominciamo a diventarne consapevoli.

L’educazione che abbiamo ricevuto nel corso degli anni, non ci ha insegnato a sentire la nostra Realtà spirituale (possiamo chiamarla Dio, il Sé, il Testimone, la Consapevolezza, l’Anima, ecc.), anzi, ci ha spogliato di tutti i poteri facendoci credere che la Realtà divina è un’Entità completamente disgiunta e al di fuori di noi.

La percezione del Sé incomincia con una sensazione molto sottile che possiamo sentire nel corso delle nostre attività quotidiane, e che con la sua atmosfera così rarefatta e leggera, ci segnala che la nostra coscienza si sta spostando di livello, verso la Realtà nella quale tutto si crea. È una sensazione molto diversa rispetto a tutte quelle che la nostra mente normalmente ci propone, perché appartiene ad una realtà che si trova su di un livello supe- riore, e in quel momento anche la percezione che abbiamo del nostro corpo fisico cambia: lo sentiamo più leggero, quasi eterico, perché incominciamo a percepire il nostro corpo energetico, cioè il corpo astrale. È questo il corpo cau- sale, la parte di noi in cui risiedono tutti i poteri che la natura ci ha donato per vivere questa esperienza terrena.

Lungo la giornata incominciamo a portare sempre più spesso l’attenzione su

questa nostra Realtà sottile che è al di là del corpo-mente, e siccome è l’attenzione lo strumento attraverso il quale dirigiamo l’energia, renderemo sempre più percettibile ai nostri sensi questa Essenza, e più ne diventeremo consapevoli, più lentamente inizieremo a riconoscerci in Essa.

Naturalmente, sarà proprio imparando a rendere sempre più silenziosa la mente, attraverso la meditazione, che potremo accelerare questo processo di sensibilizzazione verso la nostra realtà sottile, il Sé.

Lentamente, a mano a mano che sentiremo questa Presenza, Essa ci accom- pagnerà sempre più in ogni istante della giornata, e incominceremo a provare la

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gioia infinita dell’affidarci; più la sentiremo e più ad Essa ci abbandoneremo per risolvere tutti i problemi della nostra vita. Capiremo, perché lo sentiremo, che il Sé è lì per quello, è la Realtà creatrice alla quale dobbiamo rivolgerci per creare la nostra vita.

L’uomo che vive immerso nell’illusione della mente, per risolvere i suoi problemi, cerca la soluzione utilizzando la mente razionale, senza sapere che questa, oltre a non essere consapevole, non ha alcun contatto con la forza realizzatrice del Sé.

L’individuo ritrova la sua completezza naturale, solo quando diventa co- sciente della sua Essenza spirituale, l’Anima, recuperando in questo modo il potere di trasformare la vita secondo i suoi desideri.

Ogni uomo è fatto di un corpo-mente e di uno Spirito; il corpo-mente è lo strumento attraverso il quale muoversi e interagire nella realtà terrena, lo Spirito, il Sé, è la sua vera Essenza immortale e creatrice. L’individuo che non ha consapevolezza della sua Realtà Spirituale, non si conosce ancora, e cosa può vedere e fare nella vita colui che non riesce neppure a vedere se stesso? Sri Aurobindo così spiega:

“Il ricercatore, a mano a mano che prenderà l’abitudine di concentrarsi sul silenzio dovunque, il dinamismo dello sforzo tenderà a perpetuarsi e a sollecitarlo inaspettatamente in mezzo alle altre attività, sicché se ne ricorderà sempre più spesso. Poi a poco a poco il ricercatore sentirà qualcosa che vive in fondo al suo essere, un’azzurra profondità, un calmo rifugio inviolabile; avrà scoperto dentro di sé il Testimone. Diventerà allora sempre più facile sostituire alle vecchie abitudini quella silenziosa di riferirsi sempre a questa vibrante profondità. Poco per volta ci renderemo conto che non è necessario riflettere: tutto il necessario viene fatto da Qualcosa al di là, o al di sopra di noi, con una precisione e una infallibilità crescenti, a mano a mano che ci abituiamo a riferirci a questo Qualcosa. Ci renderemo conto che non è più necessario ricordare, non è necessario “preparare le azioni”, perché una molla segreta le metterà in moto facendoci fare esattamente quel che bisogna fare, con una saggezza e una preveggenza di cui la nostra mente così miope non è capace”

Sri Aurobindo

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Meditare è uno stile di vita

Trovare il tempo per meditare, come pure per fare sport per il nostro benes-

sere fisico, è uno stile di vita che noi scegliamo e creiamo consapevolmente, perché non possiamo aspettare di avere del tempo libero per farlo: non ne avremo mai, perché viviamo su di un livello di coscienza creato dalla mente, dove tutto il tempo disponibile viene sempre totalmente assorbito dalle atti- vità appunto “mentali”.

Avremo il tempo per meditare solo quando lo decideremo noi, attraverso una precisa scelta, come del resto tutto quanto facciamo nella nostra esistenza. La nostra vita non è nient’altro che il risultato delle nostre scelte. La meditazione è una di queste, certo la più importante perché l’unica in grado di permetterci di conoscere noi stessi. È vero che nella mente, può non essere facile interrompere le attività quotidiane anche solo per un breve “tuffo” nel silenzio mentale, ma questa è la strada e solo noi possiamo decidere se percorrerla o meno. Siamo solo figli di noi stessi e delle nostre scelte, e mai possiamo sentirci schiavi del contesto sociale in cui viviamo, perché noi stessi lo creiamo.

Sono le nostre scelte a dire chi siamo e non le nostre capacità

Meditare una volta al giorno e poi vivere senza sosta nell’illusione della mente tutto il resto della giornata, ci obbliga a dedicare molto tempo alla me- ditazione, e soprattutto richiede una forte concentrazione, senza la quale dif- ficilmente riusciremmo a rallentare il flusso impetuoso dei pensieri con le loro atmosfere. Questo sforzo, necessario a rallentare l’illusione mentale, purtroppo ci impedisce spesso un totale ed efficace abbandono. Invece pochi minuti soltanto di abbandono del corpo e silenzio della mente, più volte nella gior- nata, il tempo di “una telefonata”, creano un contatto continuo con la nostra Realtà spirituale, sempre più profondo e intimo ogni volta che ritorniamo ad Essa. Accadrà magicamente e in tempi molto rapidi, che la spessa coltre di atmosfere opprimenti create dal logorroico lavoro della mente, si assottiglierà sempre più, lasciando affiorare in noi quelle sensazioni piacevoli e leggere dell’Anima, che incominceranno così ad illuminare tutta la nostra vita.

Meditando, giorno dopo giorno, la vita incomincerà a trasformarsi radical- mente, migliorando sempre più ogni suo aspetto, perché prima di tutto saremo noi stessi a cambiare.

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La società di oggi e i suoi ritmi frenetici testimoniano la totale mancanza di un rapporto tra l’uomo e la sua Essenza divina, il quale necessita di brevi momenti di silenzio mentale per ristabilirne il contatto e soprattutto rafforzarlo. Ciascuno di noi contribuisce a creare la società in cui vive e può aiutarla a trasformarsi partendo proprio da se stesso, non piegandosi, suo malgrado, ad abitudini create da un uomo inconsapevole della sua Realtà divina.

La nostra vita deve essere espressione del Dio che è in noi, della nostra realtà autentica, e non invece di quella parte di noi che non è consapevole e che si chiama mente.

Ogni giornata è paragonabile ad una vita intera, nasciamo al mattino e moriamo alla sera. Il trascorrere dei giorni altro non è che la sequenza delle nostre vite, ognuna delle quali perde di ogni significato se vissuta senza sapere chi siamo.

Conosci te stesso e finalmente vivrai e vedrai il Mondo

La mente e il silenzio

Ezio Ceriana dice che la mente, nel suo stato naturale di silenzio, è come un motore che gira al minimo, aspetta solo il comando del pilota per dare il massimo della potenza; ma senza quel preciso atto di volontà, continua a funzionare al minimo, tranquilla e rilassata. Nell’uomo che non medita invece, l’attività mentale è come un motore impazzito che viaggia sempre al massimo, incurante dei comandi del pilota. Tutti i saggi illuminati, a partire dai Rishi, così erano chiamati quei misteriosi poeti e veggenti dell’India, autori dei Veda, vissuti più di 6000 anni fa, ci hanno insegnato che l’uomo, per essere degno di chiamarsi tale, deve impa- rare a disciplinare la mente in modo da poterla condurre al silenzio. Nell’illusione creata dalla mente, ogni singolo pensiero assorbe una quantità enorme di energia, perché quest’ultima deve alimentare tutte quelle atmosfere capaci di dare una parvenza reale a questa apparenza mentale. Il meditante, man mano che la sua mente diventa silenziosa, disporrà di una quantità di energia sempre crescente, preziosa per il suo benessere fisico e per la realizzazione dei suoi obiettivi. Egli assisterà a una trasformazione graduale ma radicale della propria vita, perché le sensazioni e le emozioni che sarà in grado di provare, non saranno più quelle dei suoi pensieri e delle sue program- mazioni inconsce, ma saranno quelle della sua Realtà sovramentale che inizierà ad affiorare in lui. Il meditante non sarà più capace di provare rancori, rabbie e

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frustrazioni, perché quelli sono stati d’animo appartenenti all’illusorietà creata dalla mente; in lui vivranno sempre più le meravigliose atmosfere di beatitudine della sua autentica Realtà. Più la mente si acquieterà, più la Consapevolezza divina si sostituirà a quella mentale. Occorre imparare a portare la nostra Essenza spirituale nella vita di tutti i giorni, non solo per godere profondamente dell’aspetto divino della vita che inizia a mostrarsi a noi come uno spettacolo meraviglioso, in grado di creare ad ogni attimo sussulti di stupore, ma anche per risolvere e soddisfare ogni sorta di bisogno, anche i più venali. Non esiste un mondo razionale e uno spirituale. Non esistono aspetti della vita divini e altri no. Siamo solo noi che, ciecamente, non accettiamo che l’Es- senza divina permei certe realtà della vita, spesso proprio quelle in cui viviamo più immersi. Tutto il creato è Divino, nulla esiste fuori da Dio. Dobbiamo imparare ad affidarci sempre di più a questa Realtà trascendente per vivere ogni aspetto della nostra vita.

L’uomo risvegliato ammira Dio in tutto ciò che vede

Nell’illusione della mente viviamo come se fossimo in schiavitù, spesso fa- cendo un lavoro che non ci piace, o sopportando situazioni difficili e logoranti. Sovente siamo pronti a guardare con sospetto chi si riappropria, almeno in parte, dei poteri che la natura gli ha donato; mentre restiamo indifferenti di fronte al fatto che tutta la nostra vita non testimonia altro che la nostra com- pleta mancanza di Dio. Ci sembra del tutto normale che una persona non riesca a realizzare un’esistenza felice e appagante. Ho avuto la fortuna di conoscere Ezio Ceriana, una persona che ha permesso alla Realtà divina di incominciare ad affiorare nella sua vita, lasciandosi così guidare da Essa in tutte le sue scelte, anche le più semplici. Un’Anima meravigliosa che ha saputo vivere una vita straordinaria, gioiosa, appassionante e soprattutto piena di amore; ma egli era desto alla Vita. Noi invece spesso ancora sogniamo e soffriamo nella nostra mente e non sappiamo neppure chi siamo.

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7. Il silenzio mentale e i pensieri

Il silenzio mentale Vediamo alcuni metodi proposti dai maestri, per imparare a condurre la mente al silenzio. Sri Aurobindo con queste parole racconta l’inizio del suo cammino, grazie all’insegnamento del maestro Lelè:

“Io ho un gran debito verso Lelè, per avermi mostrato questo meccanismo. Lelè mi disse: “siediti in meditazione, senza pensare, osserva solamente la tua mente e vedrai i pensieri arrivare ed entrare dentro. Però prima che arrivino ad entrare, rigettali e continua così fino a che la tua mente sarà capace di un silenzio completo e totale”. “Prima di allora”, dice Aurobindo, “non avevo mai sentito dire che i pensieri potessero venire dal di fuori della mente. Mi sedetti e feci come Lelè mi aveva detto. In un istante la mente divenne silenziosa come l’aria in cima ad una montagna senza vento: poi vidi un pensiero e poi un altro arrivare dal di fuori in un modo assolutamente concreto. Li rigettai prima che potessero entrare ed imporsi al mio cervello; in tre giorni fui libero, completamente. Da quel momento la mia mente divenne un’intelligenza libera, universale. A questo livello ti sorprende il fatto di aver potuto vivere per anni circondato da impossibilità, e scopri invece che tutto è nella condizione della mente, che tutto è possibile, e la vera difficoltà sta nel credere che qualcosa è difficile. Dopo aver vissuto decine di anni rinchiuso dentro un guscio mentale, come una specie di minuscolo gasteropode pensante, ecco che un uomo incomincia a respirare a pieni polmoni. Facendo il silenzio ti accorgi che ogni tua azione è una meditazione, quando ti vesti, quando lavori, sali in tram, ...., perché ti sei sintonizzato là per sempre, e le tue azioni diventeranno più efficaci, più chiaroveggenti, più potenti, senza però invadere la tua pace interiore”. Aurobindo osserva ancora: “ la sostanza mentale è così tranquilla che nulla la può turbare. Se i pensieri arrivano, attraversano la mente come un volo d’uccelli attraversa il cielo nell’aria immobile; passano non

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disturbando nulla, non lasciando traccia del loro passaggio. Anche se un migliaio d’immagini o d’avvenimenti anche violenti attraversassero l’immobilità tranquilla, essa non si turberebbe, come se il tessuto stesso della nostra mente fosse fatto di pace eterna e in- distruttibile. Una mente che abbia conquistato questa calma può cominciare ad agire con maggiore intensità e potenza, sempre conservando quell’immobilità, e ricevendo dall’alto i pensieri a cui dà forma mentale, con la gioia della Verità e la felicità che il potere e la luce lasciano passando”

Sri Aurobindo da “l’avventura della coscienza” Edizioni Mediterranee (p.19).

Tutta la manifestazione si crea nel silenzio più profondo, al livello del- l’Essere, fuori da ogni rumore e attività illusoria della mente.

L’atmosfera che percepiamo della nostra vita è creata dai pensieri e dalle memorie inconsce. Questa illusoria realtà mentale ha una frequenza vibratoria che attira su di noi i pensieri con la stessa lunghezza d’onda. Per capire questo meccanismo, basta osservare come, quando siamo tristi, giungono a noi solo pensieri opprimenti e negativi, mentre quando siamo felici, vediamo apparire solo pensieri piacevoli e ricchi di positività. Con il progredire del silenzio, la frequenza delle nostre atmosfere incomincerà a cambiare, ad alleggerirsi, iniziando così ad attrarre su di noi pensieri sempre più piacevoli.

Per capire cosa sono i pensieri e soprattutto come si formano, bisogna osser- varli attentamente. Ogni pensiero che giunge alla nostra attenzione è sempre preceduto da una sensazione. Sono i nostri stati d’animo a creare la frequenza vibratoria che attrae a noi i pensieri che hanno quella stessa lunghezza d’onda.

Più la mente diventerà silenziosa e maggiormente il corpo si rilasserà, e

l’energia che fluisce in esso crescerà progressivamente, ristrutturandolo e rigenerandolo.

Imparando la meravigliosa pratica del silenzio, assisteremo alla crescita della nostra capacità di agire nella vita in modo sempre più efficace e potente, ma soprattutto sentiremo che la vita è gioia, felicità e amore, al di là di ogni pensiero che la mente ci proporrà.

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Nel silenzio impariamo a conoscere

Con l’affiorare del Sé in noi, compare un nuovo modo di conoscere la realtà, quello per identità. Significa conoscere una cosa non perché la pensiamo e la percepiamo con i nostri sensi fisici, ma perché diventiamo quella cosa. La nostra Essenza infatti può essere ovunque nella realtà universale, trasferirsi in qualsiasi essere o avvenimento e conoscerlo intimamente all’istante, poichè tutto esiste in Essa e quando diventeremo consapevoli di questo nulla ci sarà più estraneo, poiché nulla sarà separato da noi.

La scienza, mediante la fisica quantistica, già vede l’intima unione atomica di tutto il creato, ma questo lo approfondiremo nei prossimi capitoli.

“Quando si conosce Quello, tutto è conosciuto”. SHANDILYA UPANISHAD, II1

La mente pensa la vita, ma non può sentirla, mentre il Sé è la vita perché non è separato da essa. Tutte le risposte alle nostre domande le cercheremo nel silenzio di noi stessi, non più all’esterno, nella razionalità della mente o nel- l’opinione altrui. Ogni cosa vorremo viverla, non ci accontenteremo più, come fa la mente, di crederci e di capirla. Per noi la realtà sarà solo quella che spe- rimenteremo e sentiremo in noi.

L’uomo mentale non sente la Vita non vive la Vita, ma pensa la Vita

Facciamo allora un lungo respiro e incominciamo questo straordinario viaggio alla scoperta di noi stessi e del miracolo della vita, la più affascinante e coinvolgente avventura che l’uomo possa mai compiere. La vita ogni giorno di più, incomincerà a svelarsi ai nostri occhi nel magico incanto della Realtà Divina che la permea, e allora finalmente nasceremo e incominceremo a vivere.

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11. Come l’uomo crea la sua realtà

“Divengo quello che vedo in me stesso. Ciò che il pensiero mi suggerisce, posso farlo, ciò che il pensiero mi rivela, posso divenirlo. Questa dovrebbe essere l’incrollabile fede dell’uomo in sé, poiché Dio lo abita”.

SRI AUROBINDO

L’intento di questo libro è di spiegare, nel modo più esauriente possibile,

qual è la dinamica attraverso cui l’uomo crea la sua realtà. I maestri illuminati hanno sempre insegnato che ciascuno di noi è l’artefice

della propria condizione, ma il come questo avvenga non è di facile com- prensione, in quanto l’uomo mentale, anche quando riesce nel suo intento, spesso ne attribuisce il risultato a cause non corrette.

Abbiamo detto che l’essere umano è formato da una parte fisica, o mole- colare: il corpo-mente, costituito da energia nella sua forma più densa e con- centrata; da una parte eterica, o non molecolare, che costituisce il suo corpo sottile, o corpo astrale; e infine la Consapevolezza, la sua vera Essenza primordiale costituita da energia allo stato non ancora manifesto e dalla quale prende forma tutta la realtà manifesta. Si potrebbe anche dire che la Consapevolezza è l’intelligenza dell’energia.

La Realtà spirituale quindi esiste “a monte” della creazione, ed è proprio imparando a sentirla in noi, diventandone cioè consapevoli, che recuperiamo il potere naturale di creare la nostra vita.

Naturalmente, sta ad ognuno di noi osservare quanto riesce ad accettare questa Realtà spirituale che permea la vita, e quanto invece continua ad essere legato ai vecchi schemi mentali ai quali è abituato ormai da moltissimo tempo. L’importante è non pretendere da subito di accettare la dinamica spirituale dell’esistenza, in quanto occorre comunque tempo per abbandonare la visione non spirituale della vita alla quale siamo tanto legati.

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È bene capire che questa nostra Essenza divina non potremo mai comprenderla con la mente razionale, ma potremo solo sentirla in noi quando incominceremo a viverla. Solo allora la scorgeremo perché solo allora noi saremo in Essa, e questo av- verrà in modo graduale e naturale, perché sarà la nostra crescita a svelarci la realtà, e questo dipenderà unicamente dal nostro desiderio e dalla nostra aspirazione a vedere “come funziona” la vita.

Il potere creativo

Nella Bibbia troviamo l’enunciato: “Chiedete e vi sarà dato” (Matteo 7- 7), ma tutti ci saremo accorti che questa affermazione non funziona, o comunque, nel migliore dei casi, funziona molto poco; vediamo perché.

Innanzitutto nessuno ci ha mai spiegato come chiedere alla Vita, a questa nostra Realtà sovramentale (a Dio, al SÉ, alla Consapevolezza, all’Anima, possiamo dargli il nome che vogliamo, sono tutti sinonimi). Per rispondere a questa domanda dobbiamo, prima di tutto, capire qual è il potere creativo che ciascun uomo possiede.

La Vita ci ha donato uno strumento prezioso, la mente, che mediante l’at- tenzione ci permette di guidare l’energia dove noi desideriamo. Questo è il primo aspetto del potere creativo di ciascun individuo.

Il secondo aspetto, strettamente legato al primo, è il potere dell’immagi- nazione. Ma cos’è l’immaginazione? L’immaginazione è la facoltà di vedere in noi, nel nostro presente, qualcosa che ancora non c’è; ed è proprio attraverso questa miracolosa funzione che possiamo creare qualcosa che ancora non esiste nella nostra vita. È questo il potere che più ci rende simili a Dio, ed è attra- verso di esso che si estrinseca l’atto della creazione.

Come la scienza ha già dimostrato, noi non siamo separati dall’energia che compone l’intero Universo, vediamo allora in quale modo la mente è in grado di guidare parte di questa energia verso la realizzazione di quanto noi immaginiamo. Per spiegare la dinamica energetica mediante la quale l’uomo crea la sua realtà, possiamo dire che è come se all’interno di noi si realizzasse una diapositiva, attraverso cui l’Energia universale che di per sé è indif- ferenziata, realizza istante dopo istante tutta la nostra realtà.

Noi siamo la consapevolezza dell’Energia, e la mente è il nostro strumento per dirigerla

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Questa diapositiva è costituita da due componenti: l’immagine da noi vi- sualizzata e la sensazione corrispondente. Il vero potere creativo è la sensazione; come dicono i maestri: “noi diventiamo quello che sentiamo”; e l’immagine visualizzata ha una funzione soprattutto strumentale, serve cioè a fare affiorare in noi la sensazione desiderata. Le sensazioni sono lo strumento attraverso il quale noi agiamo sulla realtà non molecolare, cioè su quella realtà sottile e vibratoria dalla quale promana tutta la realtà molecolare, quella più solida e manifesta che appare ai nostri sensi fisici. Ogni cosa materiale che vediamo, sentiamo e tocchiamo è il risultato di una realtà più sottile, una “frequenza”, che guida l’energia creando gli atomi e di- sponendoli in modo perfettamente ordinato.

“Dobbiamo capire che il processo della Creazione avviene proprio partendo dall’Energia. È come se ci fosse una diapositiva e uno schermo. L’Energia, che di per sé è indifferenziata, si attiva, e diventando luce passa attraverso questa diapositiva trasformandosi così in un’immagine che viene proiettata su uno schermo. Lo schermo è fatto di carta sensibile che fotografa l’immagine e la fa diventare realtà, proprio quella realtà relativa che io vedo. Il mio pensiero, che spesso è un problema, è la diapositiva, il mio corpo è la carta sensibile. Ora, se io invece di inserire il problema vedo la soluzione, la mia Energia proietta la soluzione che viene fotografata dal mio corpo, che la registra portandola su di sé. Ecco, questo è il meccanismo attraverso il quale noi creiamo la Realtà.”

Ezio Ceriana, incontro del 24-11-98

I nostri pensieri sono l’immagine definita dalla diapositiva, mentre le sen- sazioni che proviamo sono la sua carta sensibile. In ogni istante ciascuno di noi, inconsapevolmente, crea in sé “la diapositiva” dalla quale scaturisce la sua vita; purtroppo però molto spesso le immagini che proietta e le sensazioni che ne derivano, sono costituite solo dai suoi problemi; anziché dai suoi obiettivi. Dobbiamo imparare ad utilizzare questo meraviglioso strumento creativo che la vita ci ha donato. Nel nostro inconscio sono registrate le identificazioni nelle quali ci riconosciamo e che creano, insieme ai nostri pensieri, le sensazioni che sentiamo in noi oggi: sono proprio queste che realizzano la diapositiva creativa dell’uomo mentale.

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“L’uomo diventa ciò che pensa, trasformando in essere l’atmosfera che crea all’interno di sé. Il nostro stato d’animo diviene la diapositiva su cui si plasma questa Energia che incessantemente fluisce in noi operando quei cambiamenti di cui, via via, diveniamo coscienti”.

Ezio Ceriana, incontro del 12-04-99.

Se osserviamo noi stessi in questo preciso istante, sentiamo quali sono le sensazioni che abitano in noi; ebbene, quelle formano la nostra “diapositiva” sulla quale l’Energia universale prende forma, realizzando la nostra vita. È questo il processo attraverso il quale ciascuno crea la sua realtà.

Quanto detto vuole spiegare perché il “chiedi e il ti sarà dato” spesso non funziona. Abbiamo perso il contatto con il nostro stato naturale, quello che ci permetteva di “sentire” quello che visualizzavamo, e oggi le nostre sensazioni corporee, che sono il vero motore della creazione, non corrispondono più alle immagini che ci proponiamo di realizzare. Ad es. se ci visualizziamo ricchi, continuiamo comunque a sentirci poveri, questo significa che c’è un programma inconscio che ininterrottamente continua a trasmetterci le sensazioni di povertà, facendoci sentire e diventare tali.

“Abbiamo perso la capacità di sentirci con la pancia piena, anche quando l’abbiamo ancora vuota”.

EZIO CERIANA

La nostra incapacità a realizzare quanto visualizziamo in noi, testimonia che le nostre “atmosfere interiori”, che sono poi quelle che creano la nostra realtà di oggi, sono ancora troppo intrise dalle sensazioni limitanti dei nostri condizionamenti. Ma imparando a condurre la mente al silenzio, ridurremo sempre più l’energia delle nostre atmosfere condizionanti, lasciando così sempre più libero spazio alle sensazioni autentiche che scaturiranno dalle nostre visualizzazioni. Viviamo questa esperienza terrena per essere consapevoli della nostra Anima e la Vita ci ha dato tutti i poteri per sopravvivere: basta semplicemente imparare a chiedere quello di cui abbiamo bisogno.

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“Noi siamo unicamente quello che pensiamo di essere, diventiamo quello che sentiamo in noi. Se ci sentiamo deboli saremo deboli, se ci sentiamo dei vinti, saremo dei vinti, ma se ci sentiamo dei vincenti, saremo dei vincenti. Siamo noi che dobbiamo scegliere, anche se nessuno ci ha detto, nel momento in cui abbiamo iniziato a strutturarci, di farlo subito e nel migliore dei modi, visto che abbiamo il potere di diventare quello che sentiamo in noi. La difficoltà è che dobbiamo partire da zero e ristrutturarci completamente, e molto umilmente dobbiamo iniziare ad elaborare un programma positivo. Abbiamo detti popolari quali: ‘chi va con lo zoppo impara a zoppicare, e ‘chi pecora si fa, il lupo lo mangia’. Sono metafore difficili da comprendere nel loro significato profondo perché dovremmo capire e sapere che in noi abbiamo il potere di diventare tutto quello che la mente ci propone. Tutto! Perché dentro di noi c’è questo Potere incredibile”.

Ezio Ceriana, incontro del 15-05-00.

Quello che la società ci ha trasmesso e insegnato da quando siamo nati, pur- troppo non ha fatto altro che allontanarci da noi stessi e dal nostro potere pri- mordiale, addossandoci fin da piccoli delle individualità ben precise nelle quali ci siamo naturalmente identificati. Avrebbero dovuto insegnarci che ogni persona diventa ciò che vede in sé e che la Vita ci ha donato la libertà di poter sempre essere tutto ciò che desideriamo.

Ci siamo riconosciuti nelle nostre personalità, scordandoci che noi siamo la Consapevolezza che invece crea le personalità, e ci siamo illusi che solo il sapere è il nostro vero potere; mentre in realtà è la percezione di Noi, al di là delle nostre personalità, che ci dona il vero potere, quello di creare quanto vogliamo, donandoci un infinito amore e una piena gioia di vivere.

Vivere lontani da noi stessi significa vivere lontani dalla vita, quella vera

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Il silenzio è creazione

Il nostro potere è direttamente proporzionale a quanto riusciamo a portare la mente al silenzio.

Quando la mente pensa, noi siamo solo il pensiero; più la mente tace e più noi diventiamo pura Consapevolezza: cessiamo di essere pensiero e inco- minciamo ad essere la Vita.

Imparando a far tacere la mente, realizziamo con sempre maggior facilità quanto visualizziamo in noi, perché facciamo fluire verso questa immagine una quantità di energia sempre maggiore; e il tempo che intercorre tra la visualizzazione e la creazione è dovuto solo alla dispersione di energia creata dalla nostra continua attività mentale.

“Devo accettare il silenzio dentro di me, e quando inizio a sentire questa sensazione di calma, di energia che inizia a scorrere in me, incomincio a capire che sto entrando veramente in contatto con il mio potenziale, ed è lì che devo intervenire programmando i cambiamenti che mi propongo”.

Ezio Ceriana, incontro del 20 Aprile 1999

Nel silenzio percepiamo l’incanto delle incontaminate atmosfere dell’Anima, e allora l’Energia universale, passando attraverso di esse, creerà per noi una vita di gioia che rispecchi la nostra natura. Su queste fertili atmosfere divine, intrise solo di infinito amore, ogni immagine che noi visualizziamo sullo schermo della mente, creerà la sua sensazione in modo straordinariamente chiaro e si realizzerà in tempi brevi perché non più inquinata e intorpidita dalle atmosfere opprimenti e limitanti delle nostre programmazioni interiori.

La Vita è pronta a soddisfare ogni nostro desiderio se solo accettiamo di portare la mente al silenzio

Per poter vivere la vita che più desideriamo, per creare quello che veramente vogliamo, dobbiamo imparare a portare la mente al silenzio, liberandola così dalle sensazioni delle nostre limitanti identificazioni. Questo è il processo attraverso il quale l’uomo consapevole crea se stesso, perché egli incomincia ad esistere solo quando la sua mente tace.

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Il livello Alfa

Quando insegniamo alla mente a diventare silenziosa, il cervello in- comincia a funzionare con frequenze, denominate onde Alfa, molto diverse ri- spetto a quelle del suo normale stato di veglia. Leggiamo come Ezio Ceriana spiega questo argomento:

“Noi sappiamo che tutto incomincia ad accadere quando il nostro corpo vibra su delle frequenze molto particolari, tipiche di quello che comunemente è definito livello alfa. È questo il live accadono i miracoli, è “la stanza dei bottoni” dove noi siamo causa ed al quale dobbiamo imparare a ricondurci in modo molto rapido. Naturalmente occorrerà molta determinazione. Più portiamo la nostra mente al Silenzio e più ci avviciniamo a questo livello, ma non dobbiamo dimenticare che attraversiamo spontaneamente lo stadio Alfa ogni giorno quando ci addormentiamo e quando ci svegliamo” .

RILASSAMENTO DEL CORPO

LIVELLO ALFA

SILENZIO DELLA MENTE

...Se abbiamo un problema da risolvere o un obiettivo da raggiungere, quando siamo al livello Alfa dobbiamo imparare a vederci già dopo, con il problema già risolto o con l’obiettivo già raggiunto. Questa è la prima regola: “Essere già oltre”. Quando c’è un problema, niente di più semplice, non portare la tua attenzione sul problema, ma portala sulla soluzione, devi vedere il problema già risolto, (ad esempio immaginerai di incontrare un amico che si congratulerà con te per come hai risolto il problema). Ti devi visualizzar dopo, sempre dopo, dove il problema è ormai risolto, perché quando siamo al livello Alfa siamo in contatto con quello che chiamiamo “il campo di tutte le possibilità”, siamo nella “causa” e quindi dobbiamo creare subito la ri-

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sposta al problema, perché ci troviamo in una zona dove il problema non esiste. Dobbiamo capire che in questo stadio Alfa siamo al di là della nostra normale coscienza di veglia, e quindi non possiamo comportarci come se fossimo al di qua, dove vogliamo sempre vedere come accadono le cose. Quando proietti il problema già risolto, o l’obiettivo già raggiunto, non hai più aspettative, non hai più attaccamenti, perché quelle sono le sensazioni che hai quando dentro di te c’è ancora la certezza di non avere risolto il tuo problema. Le onde Alfa sono causa, il che vuol dire che sono Energia in potenza, non an- cora realizzata. ... Quando meditiamo dobbiamo portare la mente al silenzio, il contatto con il potere lo si ha solo ed esclusivamente quando siamo in contatto con le sensazioni, mai con il pensiero. Meditando all’inizio proviamo la sensazione di pesantezza, poi la sensazione di calore e quindi di leggerezza, dobbiamo veramente entrare in contatto con la parte sottile dentro di noi, e quanto più scendiamo a livello profondo delle onde Alfa, tanto maggiormente siamo sicuri di poter operare, perché è il momento in cui noi diventiamo causa, e quindi possiamo darci degli input, che sono poi ordini che il nostro Io profondo poco per volta realizzerà. ... Il cervello invece opera a livello Beta quando non siamo in stato di rilassamento, ma anche a questo stadio accade che, ad intervalli regolari di 30 volte al minuto, si verifichino brevissime escursioni di pochi microsecondi, che raggiungono lo stato Alfa. Si può dire che anche in stato di non rilassamento il cervello operi a livello Alfa per qualche secondo al minuto. Questo spiega perché le affermazioni ripetute in continuazione secondo metodi come l’esicaismo, o le tecniche di Couè, ecc. sono efficaci perché vengono occasionalmente anche pronunciate a livello Alfa”.

EZIO CERIANA

Atteggiamento per dormire Quando la sera ci addormentiamo, quello è un momento che possiamo definire

magico perché stiamo “entrando” nelle onde Alfa, in quel livello in cui ciò che sentiamo in noi tende a realizzarsi. Dobbiamo imparare a vivere in modo corretto questo importantissimo momento della giornata, perché esso influisce in modo sostanziale sulla creazione della nostra vita. È essenziale, quando ormai ci sentiamo sprofondare nel sonno, disinteressarci completamente dei nostri problemi, capaci solo di suscitare in noi stati di apprensione, e pensare alle cose piacevoli della giornata e della nostra vita. Abituiamoci in questo delicato momento in cui ci stiamo addormentando a ringraziare la Vita per tutte le cose

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belle che ci ha donato, ed in questa atmosfera di devozione e gratitudine visualizziamo per alcuni brevi istanti i nostri obiettivi.

“Nel momento in cui ci stiamo addormentando, e la coscienza sta per spegnersi, è il momento magico in cui dobbiamo atteggiarci interiormente in modo che in noi entri energia il più possibile positiva, quindi è molto importante essere sereni e affidarci al Divino. In questo modo per sette ore accumuleremo solo energia positiva e al mattino avremo a disposizione una energia incredibile. Mai addormentarci pensando ai problemi, perché per tutta la notte non faremo altro che energizzarli, e al mattino sarà ancora peggio; piuttosto non andiamo a dormire e ricorriamo agli strumenti che abbiamo a disposizione, come la meditazione e la preghiera. Da questa sera a dormire solo quando si è sereni”.

Ezio Ceriana, incontro del 26-04-99.

La Fisica Quantistica Cerchiamo di esaminare qual è l’ambiente in cui vive l’uomo, per compren- dere meglio in che modo egli è in grado di influenzarne la realtà. L’Universo intero, in ogni istante, è attraversato da un fiume d’energia che compone in forma concentrata tutto il manifesto, che possiamo vedere e toccare, e in forma più dissolta riempie ogni spazio dell’etere (campo quan- tico). La Fisica Quantistica ci insegna che tutto quanto possiamo osservare in- torno a noi, è costituito da atomi, composti a loro volta da elettroni che ruo- tano intorno ad un nucleo di protoni e neutroni. Queste particelle subatomiche, più simili a tracce di luce, sono delle cariche elettriche che ruotano, alla velo- cità della luce, intorno ad un immenso spazio vuoto che, in proporzione, è come lo spazio che separa una galassia dall’altra. Per capirci, la distanza che separa due elettroni, è proporzionalmente più ampia, in termini di massa e spazio, di quella esistente tra la terra e il sole.

Tali particelle sono troppo piccole per essere misurate e in realtà non sono mai state viste, ma la loro esistenza è provata dalle tracce che lasciano negli acceleratori di particelle, dove si possono osservare e anche fotografare. Tutto quello che ci appare solido non è che un’impronta energetica; appena possiamo vedere una traccia, l’energia si è già spostata altrove senza lasciare alcuna sostanza che possa essere toccata o vista. Ogni luce è un evento quantico che scompare per sempre nel buio dopo essere stato osservato. Quel bagliore

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appena osservato è già svanito, ed è tutto ciò che ci resta, rilevabile da uno strumento scientifico, a testimoniare l’esistenza della materia o dell’energia.

Ma un aspetto singolare delle particelle subatomiche è che esistono solo se qualcuno le osserva. In altre parole, quando si osserva un campo quantizzato, le particelle subatomiche mandano un lampo di esistenza, si accendono e si spengono come lucine in una camera oscura, ma non appena si rivolge altrove l’attenzione, esse svaniscono nel nulla. La nostra attenzione conferisce loro un’esistenza reale, e pertanto le particelle subatomiche vengono create da chi le osserva per il solo fatto che le sta guardando. La fisica quantistica ha dimostrato che l’infinita varietà di oggetti che vediamo intorno a noi è collegata da un infinito campo quantico, una specie di lenzuolo invisibile su cui è ricamata tutta la creazione. Se noi potessimo osservare la realtà quantica, vedremmo che i bordi di qualunque oggetto, come una sedia o un tavolo, sono solo delle illusioni create dai limiti della nostra vista, mentre in realtà sarebbero indistinti, e si confonderebbero con questo campo di energia infinito 12.

Nozioni tratte da Deepak Chopra, La via della prosperità.

La stessa teoria della relatività di Einstein, che definisce l’Energia come la massa moltiplicata per il quadrato della velocità della luce (E= mc2), ci spiega come la massa, cioè la materia, è solo energia. Ecco perché ogni individuo e tutto il manifesto non sono separati, ma fanno parte di un unico campo di energia. La separazione esiste solo nell’illusione della mente che erroneamente percepisce la massa come entità separata dal resto del creato.

Come suggerisce Giuseppe Migliorino, il nostro Pensiero (P) è Energia, quindi sostituendo P al posto della E di energia, nell’equazione di Einstein, (P= mc2), capiamo come esso sia in grado di influire sulla materia (massa), cioè in quella cosa che chiamiamo realtà.

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12. Affidarsi

Tutte le difficoltà che incontriamo nella vita derivano dal fatto che non ci affidiamo al Divino o a questa Realtà sovramentale per trovare l’aiuto di cui abbiamo bisogno. Supererem o le di solo se ci daremo al Divino, a questa Coscienza sovramentale, con piena fiducia e gratitudine”.

LA MÈRE

Esistono approcci molto importanti nel processo di creazione della nostra vita ideale, propri dell’uomo che intravede l’autenticità dell’esistenza solo quando questa gli appare come il riflesso della sua natura divina. Uno di questi è proprio quello di incominciare ad affidarsi alla propria Realtà spirituale.

Quando iniziamo a prendere consapevolezza di questa nostra dimensione spirituale e creatrice, percepiamo che è parte di noi e che possiamo affidarci ad Essa completamente.

Ma come riuscire ad abbandonarci a qualcosa che è anche parte di noi? Nell’illusione della mente, tendiamo a identificarci nel corpo e nelle sue

innumerevoli personalità, mentre la Realtà del Sé esiste oltre a qualunque cosa in cui possiamo riconoscerci. Per questo motivo sentiamo che possiamo affi- darci a questa Realtà Sovramentale; perché Essa è al di fuori di tutto quello che noi pensiamo e sentiamo di essere. Un giorno vedremo che solo quella è il nostro vero Io, e solo in Essa ci riconosceremo.

Naturalmente questi sono concetti che la dualità razionale non può com- prendere, perché descrivono una realtà, quella del Sé, che appare solo quando la mente tace. È una realtà che può essere vissuta, ma che non può essere spiegata proprio perché esiste al di là di ogni forma di pensiero.

Quando deleghiamo al Sé il raggiungimento dei nostri obiettivi, dobbiamo incominciare a sentire questa pura Presenza che è in noi, e questo tutti lo possiamo fare perché quella è la nostra unica realtà già esistente ora, nel no- stro presente, e ad Essa dobbiamo allora incominciare ad affidarci sempre di più, man mano che iniziamo a percepirla.

“La vita accade esattamente nello stesso modo di come siamo all’interno di noi. La realtà che noi creiamo è simile al nostro stato di coscienza. Occorre proiettare in noi i nostri obiettivi in un’atmosfera di serenità e successo. Questo è l’atteggiamento corretto per parlare

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alla nostra Coscienza, e Lei si occuperà dei particolari. Incominciamo allora a capire dove sbagliamo nei nostri atteggiamenti. Quando ci rivolgiamo alla Coscienza, noi ci rivolgiamo al Dio che è dentro di noi, quindi non possiamo dirgli “ il come” deve fare, perché la Coscienza è cosmica e quindi ha una visione d’insieme. Limitiamoci a dirle i nostri desideri e poi la- sciamo che accada, delegando a Essa il compito di portare avanti il messaggio e di creare le circostanze per cui si possa realizzare. Indubbiamente lo affidiamo bene perché lo affidiamo alla parte migliore di noi, a quella che può attingere alle Energie cosmiche. Incominceremo ad accorgerci che tutto inizierà ad accadere: è quella la via del minimo sforzo, e proprio questa assenza di sforzo ci farà capire che siamo sulla strada giusta”

Ezio Ceriana, incontro del 21-10-96.

Imparando a rendere la mente sempre più silenziosa, il corpo diventerà sempre più calmo e rilassato, e saremo allora in grado di visualizzare in modo più efficace, sul nostro schermo mentale, le immagini degli obiettivi da noi desiderati, lasciando così affiorare le sensazioni reali e autentiche di quello che vediamo. Per far comprendere al nostro Inconscio cosa desideriamo, dobbiamo imparare a fare nascere in noi la sensazione di possederla già. La nostra Es- senza non realizza quello che desideriamo, bensì solo quello che vediamo e soprattutto sentiamo all’interno di noi con molta chiarezza.

Il potere di creare dell’uomo si esplicita attraverso la duplice composizione già vista:

1. La visualizzazione 2. La sensazione Sono queste le due componenti che concorrono a formare quella

“diapositiva creativa”, attraversando la quale l’Energia universale crea un corpo energetico all’immagine, rendendola in questo modo reale. Ma siccome è l’Energia del Sé che trasforma questa diapositiva in una realtà fisica, dobbiamo abbandonarci ad Esso completamente, affinché questa divina dinamica energetica si compia.

Gesù ogni volta che realizza un miracolo ripete: “Non io ma il Padre mio ha fatto questo.” Questo perché non è Gesù in quanto personalità fatta di un corpo e di una mente, a fare il miracolo, bensì il suo Sé, il Padre.

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Tutti i maestri ci parlano di questa Realtà onnipotente, sovramentale, che è la nostra Essenza e che si trova su di un livello dove “tutto è uno”, dove il Creatore e il Creato sono una cosa sola e non esiste più separazione alcuna.

Da un estratto della Baghavad Gita, testo sacro dell’Induismo, leggiamo:

“E Così disse il beato Krishna all’eroe Arjuna: “Gli sciocchi mi disprezzano... ma le grandi anime, o Arjuna, colme del mio spirito divino, mi adorano, fissano la loro mente su me e su di me solo, perché sanno che io sono la fonte imperitura dell’essere. Se un uomo medita su di me e su di me solo, e mi adora sempre e ovunque, io mi impegnerò a soddisfare la sua aspirazione e salvaguarderò qualunque cosa egli consegua.”

Krishna rappresenta la nostra polarità divina, il Sé, mentre Arjuna è la nostra

personalità, l’io nel quale ci siamo identificati e riconosciuti. E’ importante ricordare che l’atteggiamento dell’affidarsi non prescinde mai

dal chiedere prima che cosa vogliamo. Le scritture dicono: ”chiedete e vi sarà dato”, perché prima dobbiamo sempre visualizzare con chiarezza sul nostro schermo mentale che cosa chiediamo alla Vita, quindi dobbiamo percepire la sensazione di possedere già quanto desideriamo, e poi ci affidiamo al Sè con amore e gratitudine, sapendo che, come spesso amava ripetere Ezio Ceriana, “il come” e “il quando” sarà la Vita stessa a deciderlo.

L’uomo può solo proiettare all’interno di sé questa “diapositiva creativa”, visualizzando il modello ideale di vita che desidera, ma sarà poi la sua parte divina, il Sé, attraverso l’Energia universale, a realizzarla per lui nei tempi più opportuni.

“Deleghiamo alla Coscienza il compito di portare avanti il nostro messaggio e quindi di creare le circostanze per cui si possa realizzare. Indubbiamente lo affidiamo bene, perché lo affidiamo alla parte migliore di noi, quella che può attingere a Energie cosmiche”.

Ezio Ceriana, incontro del 21-10-96. Ogni volta che ci affidiamo a questa Forza divina attiriamo il potere Supremo che inizia così ad agire per noi. Dobbiamo imparare ad abbandonarci sempre di più ad Essa, che è al di là di tutto quello che noi percepiamo essere, e cioè un corpo con le sue personalità. È quella la nostra Realtà essenziale; rivolgendoci ad Essa noi la “attiviamo” diventandone così sempre più consapevoli, e rendendola in questo modo sempre più operante nella nostra vita.

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Impariamo ad affidarci a questa Realtà spirituale e non più alla mente (in- consapevole) per affrontare e superare ogni problema della nostra vita, pro- prio come ci insegnano i grandi maestri illuminati come Mosè o Gesù, la cui attenzione era sempre rivolta “al Padre”, e per questo continuamente parla- vano di Lui, perché da Lui solo tutto promana.

“Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.”

DAL VANGELO GV. 15,7

È necessario allora far scendere in noi, sempre più in profondità, l’atteg- giamento dell’abbandono a questa Forza spirituale, che ancora non percepiamo, o sentiamo appena, perché questo è l’unico atteggiamento, insieme al ringraziamento e all’amore, come vedremo in seguito, che ci permette di fare affiorare il Divino nella nostra vita.

“Durante la giornata dobbiamo sentire questa Coscienza che ci guida, dobbiamo dialogare con Lei e affidarci a Lei. Questa Presenza è il campo di tutte le possibilità, dobbiamo lasciarci guidare da Lei e non dalla mente.”

Ezio Ceriana, incontro del 01-06-00

Questo è proprio uno degli aspetti più importanti che dobbiamo comprendere nel cammino di crescita spirituale, perché più ci affideremo a questa Realtà suprema, con amorevole gratitudine, e più la sentiremo agire nella nostra vita e di conseguenza riusciremo sempre più ad abbandonarci ad Essa per realizzare la vita che vogliamo.

Portiamo continuamente l’attenzione su questa pura Consapevolezza, che non è in alcun modo comprensibile razionalmente, perché è una realtà che non è caratterizzabile, e quindi non è in alcun modo spiegabile. Ogni descrizione che possiamo dare di Essa è sbagliata, non possiamo avere un’idea mentale di cosa sia l’Essere, non possiamo saperlo, possiamo solo sentirlo.

Ogni volta che ci rivolgeremo al Sé, incominceremo a percepire sempre di più come una frequenza magica, che ci avvolgerà e ci proteggerà con un amorevole abbraccio e inizierà così a prendersi cura di noi e della nostra vita. Ci abitueremo a portare sempre più spesso il nostro sguardo su di Esso, e sempre meno sulla mente, per trovare la sua guida. Ciò che ci sospingerà sempre di più ad affidarci, non sarà un atto di cieca fede, ma saranno i continui miracoli, che incominceranno ad accadere nella nostra vita.

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“Quando mi affido al Sé, la mia richiesta entra subito nell’Assoluto, nel ‘Campo di tutte le possibilità’ e si realizza”.

EZIO CERIANA

L’uomo che vive nell’illusione della mente non è intento a percepire come la sua Essenza possa guidarlo; ma è attento solo a programmarsi la giornata e ad affannarsi per riuscire a mettere in atto i suoi programmi, senza porre la benché minima attenzione a tutto quello che la Vita avrebbe avuto in serbo per lui. Vede se stesso, con la sua immaginazione, sempre di fretta e affaccendato e l’Esistenza allora non può far altro che dargli quanto chiede.

Colui che invece incomincia a prendere consapevolezza della sua Realtà, al mattino appena si sveglia non può che pensare che quella sarà per lui una giornata meravigliosa, perché unica e irripetibile, e non potrà non chiedersi quanto quel giorno la sua Essenza divina saprà svelarsi.

Uscendo sempre più dall’illusione della mente, la realtà si rivelerà in tutta la sua magica manifestazione, il Creato e la nostra vita ci appariranno come emanazione della Coscienza divina, della quale siamo parte, e non della ca-sualità degli eventi; e il vecchio modo di vivere, che riproponeva in noi sempre le stesse realtà quotidiane, risulterà assurdo e privo di significato.

“... Non cercate che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia. Di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo, ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno, cercate piuttosto il regno di Dio e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.

DAL VANGELO LUCA 12.22

La legge della gratitudine

La gratitudine è un atteggiamento miracoloso, in quanto immediatamente ci unisce al soggetto verso cui è rivolta. Questo accade, anche se non ne siamo consapevoli, perché nel momento in cui la proviamo, si crea in noi un senti- mento sincero di amore.

La Realtà divina, il Sé, nel corso della vita, ha sempre cercato di proteg- gerci e di guidarci verso la realizzazione della nostra piena felicità, ma raramente ha potuto farlo, in quanto ci siamo sempre e solo lasciati guidare dalla razionalità della mente. Le atmosfere dell’Anima sono solo di gioia e amore, la cosiddetta beatitudine dell’Essere. Più viviamo sensazioni come

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queste e più significa che la nostra Essenza primordiale riesce ad affiorare in noi; mentre tutte le atmosfere negative e oppressive che possiamo provare, appartengono all’illusione mentale che in questo modo ci separa dalla consapevolezza divina e dalla Sua guida.

Questa nostra Realtà spirituale è “il campo di tutte le possibilità”, è la realizzazione piena e totale del “chiedete e vi sarà dato”, è la gioia e la felicità più completa e totalizzante che mai possiamo provare.

Con la crescita della consapevolezza vedremo che tutto quello che esiste di bello e meraviglioso nella nostra vita lo dobbiamo proprio a questo contatto sottile che abbiamo con la nostra parte divina che dal profondo di noi stessi, cerca di guidarci amorevolmente, attraverso il cuore, verso una vita sempre più consapevole, appagante e gioiosa.

Ecco perché dobbiamo imparare a ringraziare la nostra Essenza divina per tutte le cose belle che ci accadono; perché Essa sola è la Consapevolezza pura, è la verità, è la vita che esiste oltre il buio della nostra dolorosa illusione mentale. È l’unica parte di noi che vive nella realtà.

La gratitudine è un atteggiamento miracoloso che ci permette di ristabilire e di rafforzare il contatto con la nostra Essenza divina, perché ogni volta che ringraziamo, portiamo il nostro sguardo e il nostro amore su di Essa, permettendole così di affiorare sempre più nella nostra vita.

La gratitudine crea l’unione tra la mente dell’uomo

e l’intelligenza divina del Sé

“È facile comprendere che la persona che è sempre grata vive più vicina a Dio rispetto a quella che non si rivolge mai a Lui con sentimento di riconoscenza. Più appuntiamo la nostra mente al Supremo con gratitudine quando ci arrivano cose buone, più cose buone riceveremo, e più rapidamente esse arriveranno; e il motivo di ciò è semplicemente che l’atteggiamento mentale di gratitudine conduce la mente a più stretto contatto con la fonte da cui proviene ogni benedizione. La gratitudine condurrà la vostra mente lungo i percorsi attraverso cui giungono le cose, e vi manterrà in intima armonia con il pensiero creativo. È la gratitudine che vi mantiene in intima armonia con il Potere. È necessario, perciò, coltivare l’abitudine ad essere grati per ogni cosa buona che vi giunge, e a rendere grazie continuamente. E poiché ogni cosa ha contribuito al vostro progresso, dovete includere ogni cosa nella vostra gratitudine.”

Wallace D. Wattles, La scienza del diventare ricchi, Macro Edizioni.

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Ringraziamo il Sé per tutto quello che quotidianamente riceviamo, e ci accorgeremo che lentamente, prima l’atmosfera in noi e poi la nostra vita, in- cominceranno a cambiare, perché il Divino potrà finalmente affiorare in modo sempre più forte ed evidente, trasformando le nostre giornate in un concate- narsi di miracoli straordinari. Nei momenti difficili, affidiamoci ad ogni respiro e lentamente sentiremo affiorare questa vibrazione sottile, diversa da ogni altra, alla quale ci abban- doneremo lasciando che agisca per noi. Spiritualità non significa credere. Spiritualità non significa capire. Spiritualità non significa avere fede. Spiritualità vuol dire sentire, percepire e vivere l’Essenza divina che permea e crea tutto il manifesto, che non è descrivibile, non è spiegabile, e neppure comprensibile, ma può solo essere vissuta. Incominciando a sentirla in noi, inizieremo ad affidarci e solo così Essa incomincerà ad essere operante nella nostra vita.

Amore mio per sem pre m i guiderai e m i p

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13. La sicurezza

Quando iniziamo a percepire la Consapevolezza, la vita incomincia a ruotare intorno a noi in modo sempre più armonioso, gioioso e appagante, perché è questo “Centro” che ci dona il potere di creare la nostra realtà. Ma quando costruiamo la nostra felicità e la nostra sicurezza, appoggiandole su di un sostegno esterno a noi, come la persona amata, il denaro, il lavoro, iniziamo ad allontanarci sempre di più da questa nostra Essenza spirituale e incominciamo a creare in noi le dipendenze e le paure che da un momento all’altro quel sostegno possa venire a mancare. Queste insicurezze inizieranno a crescere, rendendoci sempre di più deboli e timorosi, condizionando così tutta la nostra vita.

Appoggiando la nostra esistenza su sostegni esterni a noi, inconsciamente sappiamo che, se questi dovessero venire a mancare, tutta la nostra vita pre- cipiterebbe con essi.

Solo su noi stessi, su questo Centro spirituale che vive in ciascuno di noi, possiamo costruire e poggiare le fondamenta della nostra vita e quindi della nostra sicurezza, e mai su qualcosa che è al di fuori di noi e che per mille ra- gioni può venirci a mancare.

Le paure e le insicurezze derivano proprio dal fatto che abbiamo spostato il centro della nostra vita da noi stessi a qualcosa che si trova all’esterno di noi. È come se avessimo spostato il baricentro della nostra esistenza fuori di noi, creando così un disequilibrio totale, perché da quel momento sarà solo più la paura a guidare le nostre scelte. Quante delle nostre decisioni sono guidate dai timori e quante invece dalla consapevolezza che in noi abbiamo il potere di creare la vita che più desideriamo? D iventando consa spirituale e della sua divina forza creativa e realizzatrice, riporremo sempre più in Essa il centro della nostra esistenza e la guida delle nostre scelte.

“Ogni essere umano è il centro del proprio universo. La Coscienza della propria Anima è una energia che è molto calma, molto dolce, ma estremamente potente. Se riuscite a prendere contatto con questa energia, incominciate a realizzare dei veri e propri miracoli. Se fossimo sempre in contatto con l’Anima, ci sarebbe una calma magnifica e perfetta nella nostra vita, ma più siamo lontani dal centro, più ci troviamo in un punto lontano dall’Anima. Perché il problema è che se

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tu non sai chi sei veramente, come fai a centrarti? Il problema è che tu non ti identifichi con te stesso, ma tu hai un immagine di te, sei forte, sei debole, sei potente, sei impotente, sei ricco, sei povero. Una volta che questa persona incomincia a uscire dall’immagine di sé e inizia ad avere l’identità di se stessa, quello che lei è veramente; comincia a vedere possibilità illimitate. Ricordatevi che l’energia che è dentro di voi, l’Anima, è quella che vi dà la possibilità di creare e realizzare delle cose nella vostra vita, per questo avete bisogno di centrarvi e una volta che vi siete centrati, cominciano ad arrivare gli effetti. Come vi ho detto, ci sono diversi livelli di energia: l’energia pura, divina, è quella dell’Anima quando siete centrati, e con questa energia si possono muovere le montagne. E con l’energia dell’Anima potete davvero materializzare delle cose, così come dall’Om si è materializzato l’Universo, il Cosmo”.

Madhu Patel, incontro del 16-03-02.

Un aspetto importantissimo da non trascurare, riguarda poi l’atteggiamento creativo che ciascun uomo deve portare nella sua vita. Dobbiamo imparare a non rivolgere più le nostre energie a mantenere quanto abbiamo oggi, bensì a concentrarle su quello che stiamo realizzando di nuovo nella nostra esistenza, perché la nostra Essenza divina si esprime proprio creando; ed è realizzando sempre cose nuove che ci avvicineremo sempre più ad Esso.

Basta osservare come tutto nell’Universo in ogni attimo si crea e si rinnova completamente. Mantenendo invece il nostro interesse su ciò che abbiamo, anche se siamo stati noi a realizzarlo, creiamo una zavorra pesantissima che ci impedisce di crescere, perché spostiamo il Centro della nostra vita dalla nostra Essenza divina e creatrice, a qualcosa di esterno a noi, come i beni che possediamo.

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14. Lo sviluppo dei nostri talenti

La vera fortuna di un uomo è fare nella sua vita quello che più ama

perché solo allora gioia fortuna e gran

Nel corso di una intervista, nel febbraio 2002, il pilota Michael Schumacher, campione del mondo di F1, così rispondeva alle domande di un giornalista:

D: “ Dove prende la forza per avere ancora tanta fame di successo nel suo 12° anno in Formula 1?” R: “È semplicemente l’amore per questo sport, il mio sport. È la cosa in sé. Questo è l’unico motivo”. D: “Un divertimento? È questo veramente il grande segreto per spingere l’acceleratore sempre al massimo, come ha fatto dal primo giorno della sua car- riera?” R: “Sì. Non conto i titoli vinti. Credetemi! È così e non c’è altro: la gioia di guidare e di essere il più veloce è la mia motivazione profonda”.

Mensile Class n.3 – 2002.

L’esame di aspetti come il successo nel lavoro e nella vita pratica di tutti i giorni, permette di chiarire i meccanismi mentali attraverso i quali l’uomo porta l’energia all’interno di sé.

Se osserviamo tutta la manifestazione umana, possiamo vedere come ci sono persone di successo e altre no; vi sono individui che riescono a svolgere i loro compiti, prima nello studio e poi nel lavoro, con estrema facilità, accumulando successi e riconoscimenti da parte di tutti, e altri invece che svolgono le stesse attività con estrema fatica, sacrifici e con risultati spesso mediocri.

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Ma qual è il processo mentale capace di creare differenze così sostanziali nella vita delle persone, influenzando profondamente ogni aspetto della loro esistenza?

Normalmente è uso comune in questi casi dire che le prime “sono persone che possiedono una marcia in più...” ed è questa la realtà! Hanno un’energia che le altre non possiedono.

Ci sono individui che trovano tutto molto faticoso, complicato e difficile; per loro ogni giornata è un peso estremo da sopportare, mentre per altri la gior- nata è fonte di gioia, divertimento, gratificazione, e spesso non vorrebbero che finisse mai.

Dobbiamo capire qual è quel meccanismo che crea queste diversità, quel processo mentale-energetico che può sospingere l’uomo ai vertici della pro- pria gratificazione e autorealizzazione, oppure confinarlo ai livelli più bassi di questa, frustrandolo e spogliandolo di ogni energia e stima di se stesso.

Non è importante essere dei leader nella vita, ma certamente lo è compren- dere quei processi attraverso i quali l’uomo crea se stesso, per poter così re- cuperare la sua libertà di vivere la realtà che più desidera, e non essere costretto invece a subire la cecità di un sistema sociale insensibile ai suoi veri bisogni.

Occorre capire in quale modo l’individuo attiri su di sé le energie necessarie a realizzarsi e cosa accade invece quando queste vengono a mancare, privandolo così di quella “marcia in più”.

La risposta a tutto questo è di una semplicità sconcertante, come del resto tutti gli insegnamenti della Vita, quasi a ricordarci che è solo la nostra mente che ama complicare ogni cosa, mentre la realtà più vera e autentica esiste proprio in quella spontaneità e naturalezza che più permea la nostra natura.

L’unica legge che regola il flusso dell’Energia vitale

all’interno di ognuno di noi è l’ Am ore

L’amore, in qualunque sua forma, sia verso un oggetto, un lavoro, un es- sere vivente, crea un’apertura di tutto il nostro essere, provocando una spon- tanea espansione dei nostri canali energetici, i chakra, i quali permettono così il fluire in noi di una quantità maggiore di energia, che aumenta sempre più al crescere di questo amorevole sentimento.

L’amore è un atteggiamento di apertura verso la vita, anche se rivolto solo ad un aspetto di essa, come una persona o una cosa, e fa fluire nell’individuo che lo prova, dal suo corpo fisico a quello più spirituale, un’energia che altrimenti non ci sarebbe. Più cresce nell’uomo l’amore e la passione per quello che fa, più questa corrente miracolosa si riversa in lui, rigenerando tutto il suo essere, e così lasciando affiorare le sue potenzialità: i suoi Talenti.

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Ma tralasciando qui l’aspetto della crescita spirituale (l’unica in grado di rendere l’uomo veramente completo e appagato dalla propria esistenza, perché consapevole della propria Realtà) esaminiamo cosa accade quando amiamo una qualunque nostra attività pratica.

La capacità, il talento nello svolgere un’attività, qualunque essa sia, dipende sostanzialmente dall’amore, quindi dall’apprezzamento, che siamo in grado di provare per essa.

Lo studente che primeggia sui banchi di scuola è proprio colui che più si diverte a studiare e ad apprendere sempre nuove cose; ama imparare, ama la scuola, ama i professori, ama i libri, anche se spesso non lo ammette con i com- pagni per non essere deriso. Questo fa sì che la sua mente disponga di un’e- nergia incredibile che gli consente di concentrarsi profondamente, memoriz- zando senza alcuna fatica.

Naturalmente ogni processo energetico ne genera a sua volta altri; lo stu- dente dal momento che incomincia ad amare la scuola, facendo sempre meno fatica, ama sempre di più quello che fa, perché questo diventa per lui anche fonte di gratificazione, autostima, ammirazione da parte degli altri.

Processo esattamente contrario ed involutivo accade invece per chi non ama studiare, e percepisce la scuola come un ambiente minaccioso, ingiusto e ostile. Nel lavoro, come in ogni altro aspetto della vita, possiamo osservare la stessa dinamica. L’uomo che più si distingue per le sue capacità professionali, il leader ammirato da tutti per la sua energia e la sua determinazione, il più capace a diventare una guida e un supporto per i suoi collaboratori, è proprio colui che più degli altri si diverte e ama quello che fa.

“Il cuore fornisce lo spirito per apprendere; il suo segreto è la gioia, il divertimento e il piacere”. Mantak Chia, Tao Yoga e automassaggio, Edizioni Mediterranee.

Stiamo qui cercando di capire qual è il processo mentale che attira su di noi

quell’energia capace di creare e sviluppare i nostri talenti e che ci rende i veri registi della nostra vita.

Le persone di successo, tutti coloro che hanno realizzato grandi cose nella loro esistenza, da Madre Teresa di Calcutta ai grandi scienziati, fino ai capi- tani d’industria, tutte le persone che sono profondamente soddisfatte e appa- gate dalla loro vita, hanno in comune indistintamente una sola cosa:

Il grande amore per quello che fanno

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Immancabilmente si illuminano quando parlano delle loro attività e dei loro progetti. Per loro il lavoro, qualunque esso sia, è il gioco più divertente e ap- passionante che conoscono, l’unico in grado di dare un significato vero alla loro vita, fonte insuperabile di dinamismo, gioia e appagamento. Lavorare dona loro energia, anziché toglierla, come accade invece ai più, e le ore trascorse a lavorare non pesano loro affatto, anzi li caricano di vitalità.

Sembra quasi incredibile dirlo, ma il loro atteggiamento è proprio quello del bambino così rapito dal suo gioco preferito che, ormai a tarda sera, nono- stante le insistenti esortazioni della mamma, non vuole andare a dormire.

La persona di talento è allora facile da individuare, in qualunque ambito, lavorativo e non; è quella più vitale e appassionata per quello che fa, è quella che possiede la maggior quantità di energia, è quella che quando torna a casa la sera è meno stanca degli altri.

Ma qual è il segreto che rende un individuo così capace, dinamico e carico di vitalità e di entusiasmo per quello che fa, sempre padrone di ogni si- tuazione, così diverso dal mondo di stanchi che lo circonda? L’amore. Ama e si diverte più degli altri in quello che fa; e solo una persona che ami il suo la- voro più di lui potrà rubargli un giorno “lo scettro del potere”, inteso questo come la capacità a primeggiare nei suoi compiti.

Le persone di successo, quelle veramente realizzate, coloro insomma che si distinguono da tutti gli altri per i loro talenti e la loro energia, sono proprio quelle che si trovano a fare nella vita proprio quello che più amano. Si vantano spesso di essere dei lavoratori instancabili, ma in realtà si divertono: giocano.

Comprendendo questo elementare meccanismo, possiamo capire che se riu- sciamo a scoprire ciò che è nella vita più amiamo fare, attiriamo su di noi, un’incredibile energia che come una meravigliosa onda si espande e si pro- paga a tutti gli aspetti della nostra esistenza, facendoci scoprire, giorno dopo giorno, qualità e meravigliosi talenti che ignoravamo possedere.

È proprio il nostro cuore che ha il potere di catalizzare e condensare l’E- nergia universale su di noi; la mente può semplicemente dirigerla dove noi vo- gliamo attraverso l’attenzione.

Più cresce la nostra capacità di amare,

e più aumenta la quantità di energia che fluisce in noi

Ezio Ceriana spiegava che un modo efficace per incominciare a scoprire le cose che più amiamo fare è prendere coscienza delle nostre qualità. Per questo ci esortava a fare un elenco dettagliato di tutte le qualità che riteniamo possedere e che, in occasioni diverse, abbiamo avuto modo di manifestare, e scopriremo che queste rispecchiano gli aspetti della vita che più ci piacciono.

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Da questo elenco possiamo tracciare i nostri prossimi obiettivi, incominciando così a dare forma, con l’immaginazione, al nostro modello ideale di vita.

Nel comprendere come l’Energia fluisca in noi, possiamo capire l’impor-tanza di enfatizzare sempre e solo agli aspetti positivi di quello che facciamo, trascurando il più possibile quelli negativi, capaci solo di ridurre la nostra forza. Stiamo qui scoprendo la dinamica attraverso cui attiriamo su di noi l’E- nergia, che possiamo applicare, oltre al lavoro, ad ogni aspetto della realtà quo- tidiana, dalla ricerca spirituale, al volontariato, alla vita di coppia, alla fami- glia, alla vita sociale.

Le nostre capacità e i nostri talenti sono direttamente proporzionali

a quanto ci divertiam o in quello che facciam o

È di vitale importanza essere sempre alla ricerca, a qualunque età, di quello che più amiamo fare, perché una vita vissuta senza fare ciò che più ci piace, è una vita sprecata, da perdenti, fatta solo di limitazioni, perché vissuta con po- chissima energia a disposizione. È una vita esperita senza avvalerci di tutte quelle potenzialità che la nostra Natura è disposta a donarci per sostenerci e nutrirci, quali suoi figli prediletti.

L’uomo che nella vita non riesce a realizzare se stesso, è proprio colui che non scopre e non fa quello che più ama; mentre l’uomo realizzato, l’uomo di talento, quindi l’uomo di potere, è semplicemente colui che si trova a fare ciò che veramente ama.

Quando non amiamo rinunciamo alla nostra Energia. Quando non amiamo rinunciamo a noi stessi

Più amiamo quello che facciamo e più affioreranno in noi le nostre poten-

zialità, le nostre intuizioni. Ogni giorno ci sorprenderemo sempre più capaci e carichi di energia, e sarà una sorpresa continua lo scoprire in noi qualità che ignoravamo possedere. Questa è la crescita dell’uomo. Sempre diverso, sempre migliore. La parte di noi da cui promana l’amore non è la mente razionale, ma l’Anima, il Sé, questa nostra Essenza divina; per questo motivo, quando amiamo portiamo in noi e in ciò che facciamo i poteri infiniti di questa Realtà Sovramentale, svelando così la vera missione alla quale siamo preposti.

Ogni uomo ha una precisa missione da compiere nella vita

e solo il cuore è in grado di svelargliela

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Per ogni nostro livello di consapevolezza abbiamo una missione diversa da compiere, e crescendo verso livelli superiori, scopriremo missioni sempre più evolute per noi, che ci aiuteranno a far crescere il cuore e ad amare ancora di più la vita.

Anche se fino ad oggi la mente con le sue paure ci ha portato lontano dalla scoperta della nostra vera missione, viviamo comunque per crescere e quindi per andare sempre oltre a ciò che siamo nel nostro presente.

Dobbiamo sempre essere alla ricerca di ciò che più amiamo fare, portando la passione vera nel nostro quotidiano; solo così l’Energia della Vita può sospingerci sempre più in alto, trasformando la nostra realtà in un gioco me- raviglioso, degno di essere assaporato e goduto in ogni suo magico attimo.

Quando l’uomo scopre che cosa più ama fare rinasce ad una nuova vita e ritorna ad essere il bam bino

dinanzi al quale la Vita svela la sua divina m agia

Ci scopriremo capaci di superare ogni limite, trasformando la nostra esi- stenza in un miracolo meraviglioso che evolve e cresce ogni giorno di più.

Il silenzio mentale è uno strumento prezioso per svelarci la nostra missione, perché quando la mente non interviene più a proporci i suoi schemi e le sue at- mosfere, quello che più sappiamo amare tenderà ad affiorare spontaneamente dal nostro Inconscio con molta più facilità, perché è parte di noi da sempre.

Solo nel silenzio iniziamo a scoprire chi siamo, impariamo a conoscere noi stessi, al di là di tutti i personaggi nei quali ci siamo identificati e riconosciuti.

L’uomo di successo non ha alcun merito se non quello di fare qualcosa che lo diverte incredibilmente, e il piacere e l’appagamento lo colmano di tale e tanta energia vitale da renderlo capace anche di pesanti sacrifici, ma che in realtà tali non sono.

Il nostro successo non dipende da quanto abbiamo lavorato, o se abbiamo fatto tutto il necessario per realizzare il nostro progetto, ma da quanto in realtà ci siamo divertiti. Questo indicherà il livello del nostro successo. Più sale l’ap- pagamento, l’apprezzamnento e il divertimento per ciò che facciamo e più cresce la quantità di energia di cui disponiamo per nutrire la nostra capacità realizzativa.

Il primeggiare nelle nostre attività è quindi importante solo perché i nostri talenti riflettono il piacere, il divertimento, quindi l’amore che proviamo in quello che facciamo. Perché la vita è gioia.

Anche la persona più pigra, nel momento in cui avrà scoperto che cosa più amerà fare, inizierà a scoprire in sé una volontà, una determinazione e una

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voglia di realizzare, a lei prima sconosciute, perché attirerà su di sé energie che prima non possedeva, e incomincerà così a dare un significato vero alla sua esistenza; e come tutte le persone di talento, si scoprirà a non lavorare nella vita, ma solo a divertirsi sempre di più.

Già: vivere con passione ciò che si fa, è proprio questo che l’uomo di ta- lento ha imparato a fare. Colui che riesce ad appassionarsi alla vita è sempre alla scoperta dei suoi “divini” talenti, gli unici in grado di testimoniare la sua Realtà divina.

Solo quando amiamo siamo in contatto con la Vita, che può finalmente prendersi cura di noi, donandoci tutta l’energia che ci occorre e lasciando così affiorare quei meravigliosi bagliori della Realtà Suprema che è celata in ciascuno di noi.

Ma come potevo sapere che proprio in quella domanda, così spesso postami in giovinezza, si celava il segreto della felicità dell’uomo?

“Allora Alberto che cosa vuoi fare da grande?” Ma solo ora conosco la risposta:

“Sempre e solo quello che più saprò Amare”

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15. La nostra missione nella vita

“Ognuno di noi ha una qualità che lo rende unico e irripetibile. Il giorno che tu la scoprirai avrai trovato veramente qual è la qualità di Dio che è nascosta in te; e se tu ti adopererai per essa, le strade tutte ti saranno aperte, perché il Cosmo intero entrerà in fibrillazione se tu non realizzerai quello che vorrai per quella qualità. Quando affiorerà questo tuo talento, lo riconoscerai subito e in esso riconoscerai veramente te stesso, perché non sarà più una cosa mentale, ma tu sentirai che quella è la cosa più importante per te.”

Ezio Ceriana, incontro del 08-03-99.

Come affermano molti saggi, c’è in ognuno di noi almeno un talento spe-

ciale, unico e irripetibile, che ci consente di fare qualcosa meglio di chiunque altro.

Questo talento che ogni uomo possiede e che deve scoprire nella propria vita, è proprio ciò che più sa amare, e individuarlo lo aiuterà ad apprezzare sempre più la vita e ad aprire il cuore, imparando così a conoscere se stesso.

Dobbiamo imparare a vivere una vita piena, senza cedere a compromessi o a schemi precostituiti che il mondo mentale e sofferente intorno a noi tende ad imporci; mondo per altro, formato per lo più da individui che hanno perso il contatto con la loro Realtà primordiale e quindi con la Vita.

“Non bisogna avere mai paura delle proprie idee o scelte. Ci si deve imporre per ciò che si è.”

Francescopaolo Tarallo, Mensile Class n.3 – 02.

La nostra natura è divina, e per questo abbiamo diritto ad un’esistenza senza sacrifici, fatta di felicità e beatitudine. La stima di noi stessi e la gioia di vivere, le ritroviamo quando le nostre azioni sono allineate con la missione che soltanto ciascuno di noi può sentire all’interno di sé.

Già: la nostra missione, l’unica capace di dare un senso alla vita, deve es- sere vissuta con la piena consapevolezza di questa Realtà superiore, il Sé, che ci guida e veglia su di noi ad ogni istante.

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“Ognuno di noi sa fare almeno una cosa meglio di chiunque altro al mondo, e il suo talento speciale e il modo esclusivo di esprimerlo gli consentono di soddisfare bisogni altrettanto speciali. In altre parole voi sapete fare almeno una cosa in un modo che non può essere imi- tato da nessun altro al mondo. Quando mettete la capacità di esprimere il vostro talento peculiare al servizio dell’umanità, per soddisfare i bisogni dei vostri simili, applicate pienamente la Legge del Dharma. Scoprite la vostra divinità, scoprite il vostro talento speciale, usatelo per servire l’umanità, e creerete tutta la ricchezza che desiderate. ... Fin da piccoli ho ripetuto ai miei figli che erano nati per uno scopo e che, per il loro bene, dovevano scoprire quale fosse”.

Deepak Chopra, Le sette leggi spirituali del successo, Lo Scrigno.

Quando nelle scelte ci lasciamo guidare da ciò che riteniamo essere più ap- propriato ai nostri desideri, che sentiamo dare un senso vero all’esistenza, in realtà ci stiamo lasciando condurre dalla nostra Essenza divina, da quel Centro di pura consapevolezza che ci guida trasmettendoci delle sensazioni di armonia dal profondo del nostro essere. Spesso invece ci lasciamo guidare dalle paure, dalle insicurezze e, peggio ancora, dai consigli degli altri, e questo ci impedisce di vivere la nostra vita, quella che più naturalmente ci porterebbe a crescere.

È solo assecondando la nostra calma interiore, i nostri ritmi, le nostre priorità, quello che più sentiamo appropriato per noi, che possiamo sviluppare il piacere e l’amore per la vita, lasciando così affiorare i nostri veri talenti.

Solo in questo modo la Vita potrà guidarci verso la realizzazione del nostro potere primordiale, quello che più ci rende simili a Dio, e che ci testimonia che siamo noi soli a creare la nostra realtà. Lasciam o che la V conduca lungo il cammino che ci porterà a noi stessi, a questa Realtà dell’Essere, senza la quale la nostra esistenza può solo testimoniare l’impotenza assoluta di chi ha smarrito se stesso.

“Diventate voi stessi e vedrete che sarete riconosciuti”.

MADHU PATEL

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Le nostre scelte

Voi siete il vostro desiderio stimolante e recondito Il vostro desiderio è la vostra volontà La vostra volontà è la vostra azione La vostra azione è il vostro destino

BRIHADARANYAKA UPANISHAD IV, 4,5

Alla Vita non interessa se facciamo i banchieri, o gli industriali, oppure i mendicanti o ancora i missionari; questi sono solo ruoli che appagano differenti bisogni delle nostre personalità.

Quello che le interessa davvero alla Vita è quanto amore esiste in noi in ogni istante della nostra esistenza, perché solo quello determina il grado di consapevolezza.

Più cresce il nostro amore, più l’Anima è presente in noi

Non ci sono attività più nobili di altre, per ogni ruolo che scegliamo per noi, qualunque esso sia, la Vita ci dona sempre infinite possibilità per essere di aiuto agli altri, sia nel lavoro che al di fuori di esso. Siamo sempre circondati da persone che soffrono e che hanno bisogno di noi, dobbiamo semplicemente decidere di vederle. Fare volontariato è solo uno dei tanti modi per appagare il nostro ego se prima non accettiamo di aiutare chi vive intorno a noi.

Ricordiamoci che è proprio la nostra Essenza divina che ha il potere di amare, e più amiamo, più Essa affiora in noi con le sue meravigliose atmosfere e il suo infinito potere realizzativo.

Il meccanismo è sempre lo stesso: se l’uomo nella sua esistenza non scopre e non fa ciò che più ama, immancabilmente si separa dalla sua fonte energe- tica, da quel cordone ombelicale attraverso il quale la Vita lo nutre e lo guida, e lentamente ma inesorabilmente, giorno dopo giorno, si spegne come una candela senza più ossigeno.

L’arte di vivere è di trasformare la nostra esistenza in un piacevole gioco, perché ciò che più importa, è quanta di questa corrente divina riusciamo ad at- trarre su di noi, amando quello che facciamo; e permettendoci così di co- struire una solida base su cui poggiare la nostra crescita spirituale.

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Ogni persona è dotata di un talento speciale, unico e irripetibile che promana da quell’Anima divina che in ogni momento la crea.

“Ogni essere umano, nelle intenzioni di Dio, dovrebbe lasciarsi guidare dall’infinito potere creativo dello Spirito. Voi dovete scoprir che avete. Dovete essere preparati a resistere alle critiche del mondo per riuscire in modo grande in qualsiasi impresa, e siate instancabili nel vostro impegno. L’uomo dall’iniziativa straordinaria ingoia tutte le difficoltà, nutrendo nel proprio cuore la convinzione di essere nel giusto. Con incrollabile costanza marciate per la vostra via, realizzando che dietro di voi c’è il Potere Creativo infinito. Per prim a cosa do quel Potere Infinito. Esso è la fonte di ogni iniziativa. Adesso so che dentro di me c’è quel grande Principio infinito che è la sorgente d’ogni arte, d’ogni musica, d’ogni sapere. Se Esso sta dietro di me non posso fallire. Ogni volta che volete creare qualcosa di splendido sedetevi quietamente ed entrate profondamente in meditazione finché non avrete preso contatto con quel Potere infinito, inventivo, creativo che è dentro di voi. Tentate qualcosa di nuovo, ma accertatevi sempre che quel grande Principio creativo sia dietro ad ogni cosa che fate, allora quel Principio creativo vi farà riuscire. È importante percepire la Presenza quando agiamo. Ogni essere umano, nelle intenzioni di Dio, dovrebbe lasciarsi guidare dall’infinito potere creativo dello Spirito. Voi avete ostruito col dubbio e con la pigrizia quella sorgente di creativo potere in voi. Liberatela! Dimostrate una intrepida determinazione in ogni cosa che fate. La maggior parte delle persone si accontenta di continuare a raccogliere idee altrui senza mai trarre alla luce l’individualità che è in loro. Cosa c’è in voi che vi distingue? Dov’è la grande unicità del potere di Dio in voi? Non l’avete usata. Fate piccole cose in modo insolito, siate i migliori nel vostro campo. Non dovete lasciare scorrere la vostra vita in modo ordinario. Fate qualcosa che nessun altro abbia mai fatto, qualcosa che abbagli il mondo. Dimostrate che il principio creativo di Dio opera in voi. La vostra famiglia e la vostra fortuna potranno ab- bandonarvi, ma con la qualità della divina iniziativa che avete in voi potete distruggere ogni incursione del destino creato dalle vostre stesse azioni sbagliate del passato. La sconfitta è per voi una prova temporanea. Naturalmente Dio vuole rendervi invincibili, vuole indurvi a servirvi della forza onnipotente che

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sta dentro di voi affinchè sulla scena della vita voi possiate svolgere l’alto ruolo che vi è stato destinato”.

Paramahansa Yogananda, L’eterna ricerca dell’uomo (p. 342).

16. L’uomo che non sa amare Siamo fatti per amare

Siamo una Coscienza fatta per amare e non per ricevere amore. Il bisogno di ricevere dagli altri, il bisogno di attenzioni, il bisogno di avere

la persona amata al proprio fianco, come tutte le forme di bisogno, apparten-gono alle nostre molteplici personalità nelle quali siamo identificati; in altre parole, alle insicurezze e alle necessità del nostro ego.

Quando amiamo, la nostra Consapevolezza cresce, si amplia e recupera la sua dimensione universale liberandoci da tutte le dipendenze, da tutti i bisogni e da tutti gli egoismi propri di un’anima che non sa di Essere.

Siamo fatti per dare amore, solo per dare e non per ricevere, liberi da ogni bisogno e da ogni dolore

Quando amiamo riceviamo sempre ciò di cui abbiamo bisogno, perché la

Realtà divina finalmente “vede” quello che noi chiediamo.

La nostra Anima AMA, la nostra mente CHIEDE.

Non si può chiedere e amare allo stesso tempo, perché sono due funzioni distinte, appartenenti a livelli di coscienza agli antipodi fra loro.

Quando AMIAMO, la nostra consapevolezza cresce e si eleva sempre più verso quella parte di noi che è più simile a Dio, il Sé, che è poi la nostra vera realtà, oltre il corpo, la mente e le sue identificazioni.

Quando CHIEDIAMO, la nostra consapevolezza si riduce a identificarsi nella mente, nei pensieri e nelle personalità con i loro bisogni.

“È proprio la nostra parte spirituale che rende possibile l’amore”. EZIO CERIANA

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L’Anima è quella parte di noi che crea, è il campo di tutte le possibilità, è

l’Onnipotente, e per questo non ha bisogno di niente, e quindi non chiede nulla, ma solo di poter dare tutto il suo amore.

Per capire quali effetti straordinari produce in noi l’amore, è sufficiente os- servare l’individuo quando ama; egli esprime in sé un atteggiamento di apertura verso l’oggetto del suo amore e questo genera in lui un’espansione di tutti i canali energetici, da quelli appartenenti al corpo fisico fino a quelli del corpo più spirituale ed eterico, attraverso i quali incomincia a fluire in lui l’Energia universale in quantità tanto più copiosa, quanto più grande è il suo amore. Questa miracolosa dinamica energetica fa espandere sempre più il suo cuore creando delle emozioni talmente meravigliose da “imbrigliare” tutta la sua attenzione e conducendo in questo modo la sua mente a uno stato di silenzio sempre più profondo.

Amando la Realtà divina affiora in no

L’amore e il silenzio della mente sono due aspetti della stessa realtà, non può esserci l’uno senza che ci sia anche l’altro: amando la mente tace. Por- tando la mente al silenzio con la meditazione, l’amore e la sua beatitudine affiorano in noi.

Nell’amore la mente ascolta in silenzio

L’uomo di oggi purtroppo non sa amare, perché quando ama una persona inizia subito a chiedere, manifestando i suoi bisogni, pretendendo amore, attenzioni, riconoscenza, tempo, ecc.

Le sensazioni negative che affiorano dai suoi bisogni inibiscono la sua capacità di amare, bloccando così la crescita del cuore. Ecco perché l’uomo mentale non conosce l’amore, perché appena questo incomincia a nascere, subito lo blocca con le sue aspettative. Se invece egli si limitasse ad amare soltanto, senza condizioni, senza richieste, il cuore continuerebbe a crescere, e con esso la sua Consapevolezza; scoprirebbe che l’amore è solo gioia infinita, libertà e potere, perché emanazione diretta dalla sua Realtà divina.

Per provare l’infinita forza e la beatitudine che questo magico sentimento crea in noi, dobbiamo capire che quando amiamo non possiamo mai preten- dere nulla dall’essere oggetto del nostro amore.

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Erroneamente crediamo che l’amore e il bisogno di una persona, siano la stessa cosa: se non abbiamo bisogno della persona amata significa che non l’amiamo. Ma non c’è nulla di più sbagliato di questo.

Il cuore crescendo, ci permette di conoscere l’amore vero e di vivere le sen-

sazioni più meravigliose che mai abbiamo potuto provare, senza provare alcun senso di dipendenza verso l’oggetto del nostro sentimento.

Quando invece, attraverso le nostre richieste interiori, trasformiamo l’e- nergia dell’amore in bisogno, cessiamo di amare e incominciamo a soffrire, ad aver bisogno della persona “amata”. Ma stiamo parlando di bisogno, quindi di qualcosa di cui abbiamo necessità per poter vivere, e che ci condiziona completamente.

L’amore è l’esatto opposto del bisogno. Incominciando ad aver bisogno di una persona, significa che stiamo trasformando il nostro amore in bisogno. Stiamo trasferendo la nostra consapevolezza dal livello del cuore a quello della mente che chiede; passiamo dalla condizione del potere e della libertà a quella del bisognoso e del sofferente. Ma sono due realtà completamente separate che non possono coesistere, prova ne sia che l’energia non può alimentare entrambe contemporaneamente, o AMO e quindi dono, o CHIEDO e quindi trasformo l’energia dell’amore in bisogno. È come voler correre stando seduti, devo scegliere, o l’uno o l’altro. Perché se non scelgo mi troverò inevitabilmente a chiedere e a soffrire, vivendo nell’illusione di una mente che ha bisogno di tutto.

È normale avere delle aspettative, ma quando contempliamo la persona che amiamo, amiamola soltanto e non chiediamo nulla all’interno di noi, neanche il più piccolo gesto di riconoscenza o di attenzione. Saremo allora così rapiti dall’estasi che questo sentimento creerà in noi crescendo liberamente, che ad un certo punto spontaneamente non riusciremo più a chiedere nulla, perché così facendo interromperemmo questa atmosfera così sublime.

Imparando ad amare senza chiedere più nulla in cambio non avremo più paura d’amare, non c’interesserà più se questo sentimento sarà corrisposto op- pure no, perché il benessere che proveremo sarà talmente grande, mera- viglioso e divino, che tutto l’amore, la passione e la riconoscenza che potremo ricevere in cambio sarà comunque ben poca cosa al confronto.

Fino a quando abbiamo bisogno di essere amati per poter amare a nostra volta, è perché non abbiamo ancora conosciuto l’amore.

Amando, la nostra consapevolezza si eleva sempre più verso il Sé, portando su di noi le meravigliose e indescrivibili atmosfere di questa Realtà divina che

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ha il potere di creare il mondo, di liberarci all’istante da ogni sofferenza e di renderci sempre più forti.

Amando la C onsapevolezza divina si risveglia in noi

Abituandoci a condurre sempre di più la mente al silenzio attraverso la me- ditazione, aumenterà la capacità di amare e di espandere il nostro cuore. Sarà il silenzio la vera porta di accesso al potere infinito dell’amore.

Imparando a non trasformare l’Amore in bisogno, potremo innamorarci di tutti, perché all’interno di noi non avremo più bisogno di nulla in cambio, se non di poter amare sempre più; e osserveremo in noi una trasformazione miracolosa: guarderemo i nostri nemici di oggi e di ieri e non saremo più vittime dei rancori e delle collere, finalmente ci scopriremo ad amare anche loro.

Non c’è gioia più grande che amare Non c’è gioia senza amore

Appena allora incontreremo una persona capace di stimolare il nostro cuore,

potremo subito abbracciarla con il nostro sguardo interiore e lasciarci rapire dal sentimento per lei, facendolo crescere più che possiamo, e sentiremo che un benessere sempre più grande inizierà ad impossessarsi di noi. Ma non chie- deremo nulla in cambio del nostro amore, neppure che quella persona entri a far parte della nostra vita.

Il mio amore per te mi renderà libero

Semplicemente ci limiteremo a contemplarla con tutto l’amore che potremo e in quel momento rinasceremo ad una nuova vita.

L’amore che proviamo può essere un amore affettivo oppure un amore di desiderio e passione, o entrambi: non ha importanza alcuna quale tipologia di amore attivi il nostro cuore. Ogni forma di amore fa da innesco a questa mi- racolosa alchimia. Sentiremo che non saremo più capaci di amare una persona solo fisicamente, ma ogni attrazione attiverà in noi anche un forte sentimento affettivo e spirituale.

L’amore puramente fisico esiste solo nell’illusione della mente, perché ogni forma di amore, anche la semplice attrazione fisica, coinvolge sempre la nostra Anima.

Nell’amore si cela il segreto del potere infinito dell’uomo, fatto a imma- gine e somiglianza di Dio. Amando i poteri infiniti dell’Anima affiorano in noi trasformandoci da esseri piccoli e bisognosi in Coscienza divina e creatrice.

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“L’importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Bisogna fare piccole cose con grande amore”.

MADRE TERESA DI CALCUTTA

Non chiedendo nulla, proveremo un desiderio sempre più grande di dare il nostro amore agli altri, perché finalmente sentiremo che solo in questo modo la Vita e la sua energia fluiranno in noi, e per la prima volta ci sentiremo amati da un sentimento così grande, che tutto l’amore che potremo ricevere dalle persone che amiamo sarà sempre ben poca cosa al confronto.

Incominceremo ad amare gli altri senza aspettative, solo per noi stessi, per far fluire più energia in noi e crescere sempre di più oltre ogni nostro limite, fino al momento in cui come un meraviglioso e candido cigno bianco che dispiega le sue grandi ali, abbracceremo tutti gli esseri viventi e li sentiremo in noi, e noi ci sentiremo in loro: saremo la goccia che si fonde nell’Oceano dell’Esistenza e l’Oceano si fonderà in noi.

Lo specchio della vita La vita fa sempre da specchio a ciò che noi siamo interiormente. Guardiamo

le persone che odiano il prossimo, sono circondate da odio. Le persone vio- lente vivono in una realtà fatta di violenza e soprusi di ogni genere. Le persone egoiste hanno intorno a loro persone egoiste. Le persone che giudicano continuamente gli altri vivono tra persone sempre pronte a biasimare negati- vamente l’operato del prossimo.

Se impariamo ad essere sempre innamorati avremo intorno a noi un mondo fatto di amore che ci amerà di un amore vero, perché così sarà il nostro, un amore che non chiede altro che di poter amare.

Quando l’essere umano impara ad amare, si trasforma in un faro di Luce che illumina ogni cosa intorno a sé, emanando così la magia della divina Essenza che in lui dimora e facendo così affiorare in ogni persona che incontra l’aspetto migliore.

Ogni persona che riceve il nostro amore non può far altro che desiderare il nostro bene

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Io ho avuto la straordinaria fortuna di conoscere un uomo che sapeva ve- ramente amare, Ezio Ceriana: e per questo viveva in un mondo armonico sempre circondato da persone che lo amavano con tutto il loro cuore e che, come me, non desideravano altro che potergli stare accanto il più possibile. Ci sentivamo amati come dei figli, forse anche di più. Soltanto l’individuo che vive nell’illusione della sua mente, non sapendo amare è sempre solo, anche all’interno della sua famiglia.

Ecco perché, quando l’uomo scopre in sé il segreto dell’amore e della sua divina magia, non gli importa nulla di essere ricambiato nel suo sentimento, perché sarà la Vita da quel momento che si prenderà cura di lui, donandogli tutta la sua divina abbondanza.

E ricordiamoci sempre che è il Sé che ama; e anche se l’amore è stato “at- tivato” da una semplice attrazione fisica, lasciandolo crescere ed espandere li- beramente in noi, sentiremo che non potrà evitare di trasformarsi in un amore spirituale ed affettivo sempre più grande, perché amando si raggiunge sempre l’Anima della persona, andando sempre all’essenza della vita stessa. Questo accadrà senza avere bisogno di quella persona, perché dentro di noi non chiederemo nulla.

Amando l’incanto divino della Vita ci avvolge

e si prende cura di noi

L’attrazione nella coppia Imparando ad amare, lasciando le persone completamente libere nei loro

comportamenti e nel loro cammino di vita, il nostro cuore incomincerà a cre- scere rendendoci sempre più forti e liberandoci da ogni forma di dolore e dipendenza. Tutto il nostro essere incomincerà ad aprirsi alla vita e allora inizieremo a sentire e a conoscere intimamente le persone, ma questa volta non le giudicheremo, perché spontaneamente sapremo solo capirle e amarle.

Per attrarre la persona amata, quindi per far crescere l’amore che prova per noi, dobbiamo fare aumentare la nostra energia, il nostro potere di attrazione.

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“L’amore ha un potere infinito, ha il potere di attrarre, perché è un’energia, e come ogni energia ha un suo campo magnetico, e quindi ha il potere di attirare a me”.

EZIO CERIANA Impareremo finalmente che nel meraviglioso gioco della vita si ottiene tutto quello che desideriamo semplicemente amando, perché sarà solo la forza attrattiva del nostro amore, che proviene dal Sé, che porterà a noi ciò che più desideriamo.

È importante comprendere che il chiedere, verbalmente o mentalmente, qualcosa alle persone che amiamo, anche se la richiesta è del tutto lecita e ra- gionevole, ha sempre l’effetto di ridurre la nostra forza d’attrazione, renden- doci bisognosi e indebolendoci sempre di più.

La persona attraente non è bisognosa: è una persona che dona; è una persona che ha energia da offrire agli altri.

Ci sono persone che, oltre ad essere generose e sensibili, sono anche molto attraenti fisicamente, eppure non riescono mai a fare innamorare qualcuno di loro; il loro amore viene corrisposto solo per brevissimi periodi. Tutto questo sembra incomprensibile e irragionevole, ma se cerchiamo di capirne le ragioni, scopriremo che sono individui che non sanno nutrire la loro energia, assumono inconsapevolmente atteggiamenti che limitano la loro capacità di attrarre. Se ne conoscete, scoprirete che sono persone che chiedono moltissimo, addirittura lo fanno ancora prima di iniziare un rapporto di coppia; e quindi, immancabilmente, bloccano subito la crescita del loro cuore, rendendosi dei grandissimi bisognosi. Non sono capaci di amare, ma solo di nutrire i loro bisogni, che inevitabilmente, quando amano, diventano sempre più grandi e destabilizzanti. Si ritengono persone che per amore sarebbero disposte a qualunque rinuncia, ma non comprendono che l’unica cosa a cui dovrebbero rinunciare è il chiedere.

L’uomo risvegliato chiede alla Vita solo di essere sempre più innamorato; non importa di chi o di cosa, non importa se questo amore sarà mai ricambiato abbastanza, perché questo è il dono più grande che possa mai ricevere, in quanto solo così apre se stesso alla sua vera Madre, a questa meravigliosa Energia divina e creatrice che può finalmente scorrere liberamente in lui donandogli sempre tutto ciò che desidera.

Donare amore è sempre stato inteso come un generoso atteggiamento al- truistico verso il nostro prossimo, trascurando invece l’aspetto più importante: quello del benessere incredibile che attira su di sé chi ama.

Il dono più grande, quando amiamo, lo facciamo a noi stessi, perché oltre a far entrare in noi un’energia meravigliosa, lasciamo affiorare nella nostra vita

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le atmosfere dell’Anima, della nostra realtà onnipotente. In questo consiste la magia: faremo del bene a noi stessi amando gli altri.

Dove c’è l’amore c’è Dio che agisce

Mi sento tra le persone più fortunate di questa Terra perché finalmente Amo, Amo senza più chiedere nulla in cambio

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17. L’amore e l’energia “L’amore è l’espressione del Divino individuale dentro di noi ed è la forza dell’Anima. È la forza più potente che ci sia al mondo, quella che veramente rappresenta la natura umana. L’amore non è semplicemente un’emozione, è una forma di energia che ogni individuo trasmette e riceve ad ogni istante; essa influenza ogni forma di vita. Persino gli animali e le bestie feroci reagiscono a questo potere dell’amore. L’amore è l’essenza stessa della Retta Condotta e porta alla Pace. La vita diviene più semplice e più bella quando si sperimenta che l’amore è assenza di ego e che vive dando e perdonando, non pretendendo e dimenticando.”

SATHYA SAI BABA

Amando, riceviamo dalla Vita così tanto, che dovremmo solo essere infi- nitamente grati verso tutti coloro che suscitano in noi questo magico senti- mento.

Una giornata vissuta a far crescere il nostro cuore

è il preludio a grandi miracoli perché in quell’atmosfera l’ Uomo crea

Impariamo a vedere solo il bello della vita, così potremo amarla ancora di più ed essa riuscirà a donarci tutto ciò che desideriamo, perché solo dove c’è un cuore che ama c’è Dio.

Capiremo che tutto ciò che ci appare non bello, in realtà lo vediamo così solo per un’illusione creata dalla mente. L’Essenza divina permea e vibra in ogni atomo del Mondo.

Lo sguardo del cuore Quando guardiamo una persona, se nel farlo iniziamo ad amarla, immedia- tamente ci accorgeremo che la nostra percezione di lei incomincerà a cambiare e inizieremo a sentirla e a conoscerla veramente. Giudicando gli altri, subito ci separiamo da loro, negandoci in questo modo ogni possibilità di conoscerli.

La mente giudica l’Anima ama e sente

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“Il Cristo è uno stato di coscienza, il Cristo è amore. Questo significa che dobbiamo imparare ad amare. Religione significa, dal verbo latino religio, rilegarsi, ricongiungere il relativo con l’Assoluto, l’umano con il Divino. L’amore ce lo insegna il Sole, che ci riscalda e ci illumina, comunque noi siamo, che lo ringraziamo o meno. Ce lo insegna la Vita che ci dà l’Energia, che La si riconosca o meno. Amore è dare per la gioia di dare, perché tu esisti, perché tu sei.

Ezio Ceriana

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18. La crescita

Non c’è vita senza crescita Nella crescita tutto cambia, evolve e si trasforma

La vita è movimento, è cambiamento, è Energia che fluisce

La natura ci insegna l’importanza della crescita, in essa tutto si trasforma in un continuo e inarrestabile divenire, e il poter vivere in armonia con questo fluire dell’Esistenza, implica per l’uomo una completa accettazione del cambiamento.

La Vita ci dona energia solo quando scegliamo e accettiamo di crescere, di cambiare, di diventare quello che fino a ieri non eravamo.

La vera sicurezza la scopriamo nella crescita in quel continuo fluire del cambiamento in noi

Crescere significa accettare il cambiamento, diventare quello che ora non

siamo, e questo implica l’abbandono continuo e incondizionato di tutto ciò che sentiamo di essere ora.

Dobbiamo essere come la grande quercia che, incurante di tutte le altre piante intorno, che le tolgono nutrimento infestandola con le loro radici, non cerca di consolidare la statura raggiunta pensando a proteggersi, ma vuole cre- scere, sapendo bene che solo in questo modo diventerà ancora più forte e la Vita fluirà sempre più in essa.

Solo quando desideriamo crescere, proprio come la natura insegna, o come il bambino che vuole diventare grande per poter vivere la vita senza i limiti del suo presente, allora la Vita ci sospinge, ci supporta amorevolmente facendo fluire in noi la Sua energia.

L’uomo cresce solo quando accetta di essere ogni giorno diverso ogni giorno completamente rinnovato.

Ma quando l’uomo perde interesse per la crescita, cercando la sicurezza e la stabilità, congelando così la propria vita, allora l’energia cessa di fluire in lui ed egli inaridisce, invecchia e muore; proprio come la pianta che quando smette di crescere è perché viene meno la sua energia vitale.

L’uomo ha bisogno di crescere perché se non cresce muore

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Dovremmo riuscire a vivere le nostre giornate come se ciascuna di esse fosse una vita intera, nascendo al mattino e morendo alla sera, quando per- diamo consapevolezza addormentandoci. Vivremmo così in modo molto più intenso, pieno e brillante, senza farci più limitare e condizionare da quello che eravamo il giorno prima, nella nostra “precedente vita”. In questo modo si interromperebbe quel flusso mentale che si ostina sempre a riproporci ciò che eravamo ieri, come un pesante macigno da trasportare sulle spalle e che ci impedisce di rinnovarci.

Ogni mattina allora, all’alba della nostra “nuova esistenza”, ovunque ci risveglieremo, quella sarà la nostra nascita, il nostro primo giorno, partendo dal quale cercheremo di vivere quella vita, lunga un intero giorno, nel modo più intenso, appassionato e consapevole possibile, in modo che alla sera, quando quella esperienza terrena volgerà al termine, sapremo di essere cresciuti nella consapevolezza di noi stessi e della vita; e ci saremo così ancora più avvici- nati ai bagliori di quella Luce divina che crea il mondo e vive nel profondo di ognuno di noi.

La Realtà divina si svela solo a colui che accetta di rinascere ogni giorno ad una nuova esistenza e ammira il mondo intorno a sé, sempre come se fosse la prima volta che lo vede. La vita è come l’acqua di un fiume, è un continuo, incessante ed eterno fluire, dove in ogni istante tutto rinasce e si trasforma.

È solo l’illusorietà della mente che tende a perpetuare il passato impeden- doci di vedere il presente.

Ogni volta che una realtà ci sembra familiare, significa che non siamo con- sapevoli della vita, bensì solo del sogno mentale che ci ripropone sempre quanto già visto ieri; come il fiume che ci appare sempre uguale, mentre in realtà ad ogni istante neppure la sua più piccola goccia è la stessa di prima.

Non è importante quello che noi sentiamo di essere oggi

La nostra vita deve essere il riflesso del Divino che vive in ciascuno di noi, e non della nostra piccola e impotente personalità bisognosa sempre di tutto. Solo nella crescita l’uomo rinasce, perché solo attraverso il desiderio di rinnovarsi e di ricrearsi sempre, abbandona tutto ciò che è stato fino a quel mo- mento, attirando su di sé l’energia della Vita.

Se comprendiamo l’importanza di rivolgere tutte le nostre attenzioni alla crescita, significa che non dobbiamo più dare alcuna importanza a ciò che sen- tiamo di essere ora, ma l’unica cosa che veramente acquista valore per noi è sempre e solo chi vogliamo diventare. Ogni momento diventa per noi solo una base su cui erigere la nostra crescita, e possiamo essere certi di aver inco- minciato un vero e autentico processo di crescita solo quando per noi non ha

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più valore alcuno chi sentiamo di essere nel nostro presente, ma ciò che è im- portante è solo dove vogliamo andare ora.

La vita si trasformerà in un gioco meraviglioso, avventuroso, leggero e appassionante, da godere e assaporare nell’incanto di ogni magico istante, come il bambino che vive nello stupore per la realtà che a lui ogni giorno si svela.

“Non esiste, in questo Universo, la possibilità che si verifichi una mancanza di opportunità per l’uomo che conduce una vita votata al progresso e all’evoluzione”.

WALLACE D.WATTLES

Solo nel processo creativo l’uomo si scopre pura Consapevolezza presente al miracolo divino della creazione dove l’energia si plasma nell’infinità manifesta delle forme.

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19. Il modello ideale I Rishi, saggi illuminati vissuti 6000 anni fa, autori dei Veda, scrivevano:

“L’uomo diventa quello che vede dentro di sé.”

Il vero potere dell’uomo è la libertà di diventare tutto ciò che desidera, ma per riuscire in questo egli deve prima imparare a vedere dentro di sé chi vuole essere, perché se non è lui a farlo, sarà qualcun altro a farlo per lui, e cioè tutte le sue programmazioni interiori che continuamente gli trasmettono le sensazioni del personaggio nel quale si è identificato.

Quando non ci sentiamo capaci di affrontare una certa situazione, significa che all’interno di noi c’è una programmazione inconscia, che in ogni istante ci trasmette la sensazione della nostra incapacità; questo indipendentemente dalla nostra preparazione specifica. Occorre eliminare tale memoria oppresiva e limitante che agisce in noi, per poter vivere ogni esperienza che la vita ci offre, con l’entusiasmo che si prova quando si scoprono nuovi aspetti della realtà e di noi stessi. Questo, come vedremo, accade imparando a visualizzarci come vorremmo essere in ogni situazione che viviamo; e ogni volta che lo faremo, manderemo sempre più energia a questa nuova identità scelta da noi, che lentamente si andrà sempre più a sostituire a quelle vecchie e limitanti, frutto di tutte le nostre esperienze passate.

Non c’è lotta e non c’è sfida per raggiungere i nostri obiettivi perché siam o

solo il frutto di ciò che vediamo in noi stessi L’uomo deve riscoprire in sé la libertà, che la Vita gli ha donato, di creare se

stesso, in questo modo egli sarà finalmente autentico, perché diventerà, esattamente come lui sceglierà; senza più che nessun ruolo, nessuna personalità, nella quale si è riconosciuto in passato, possa più interferire nei suoi comportamenti.

È importante comprendere che è proprio la nostra visione della realtà a creare la nostra vita, e dobbiamo accettare di cambiarla, invece di difenderla sempre, se vogliamo migliorare la nostra esistenza. Vediamo come Ezio Ceriana introduceva l’argomento del modello ideale nel corso di una sua conferenza:

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“Liberarsi dagli asservimenti che ci condizionano e ci fanno reagire è tutt’altro che facile, perché sono coinvolgimenti profondamente radicati in noi che, nel corso degli anni, hanno subito delle trasformazioni adattandosi a noi e diventando così molto più difficili da identificare. Essere completamente liberi è un lunghissimo lavoro che richiede anni e anni di paziente indagine. È molto più pratica, a questo riguardo, la strada della Psicosintesi che accantona tutto l’essere global- mente così com’è, e inizia subito a proiettare un modello ideale, un qualcuno che non è mai esistito e che appare per la prima volta, scelto da noi. È molto più facile perché partiamo ex novo con un qualcuno scelto da noi completamente nuovo, scartando e annullando completamente l’io solito, risultato di tutti i limiti e i condizionamenti nei quali ci siamo identificati nel corso della vita. Incominciamo a muoverci come se vivessimo per la prima volta, e lentamente il vecchio si trasformerà automaticamente nel nuovo modello. Il cambiamento avverrà dentro di noi in modo molto più rapido di quello che pensiamo; è la consapevolezza che permette questo, perché per la prima volta ci comportiamo secondo un modello scelto da noi consapevolmente e quindi non reagiamo automaticamente a degli asservimenti che ci fanno sentire incapaci e inadeguati, limitandoci e condizionandoci. Identificandoci nell’essere debole, incapace, nel possibile ammalato, voltiamo le spalle al Dio che è in noi, in assoluto diniego del nostro Potere e della dignità della Divinità che dovremmo avere in noi. Per quale motivo dobbiamo riconoscerci in un essere prigioniero di quella malattia, di quel condizionamento o di quella menzogna? Abbiamo completamente deluso questo Essere perfettissimo che è in noi: la nostra Consapevolezza. La Consapevolezza è amore, è Dio, è l’altra faccia dell’Assoluto. Quando tracciate consapevolmente il vostro modello e iniziate ad aderirvi, in famiglia, sul lavoro, nella vita sociale, vi accorgerete con quale facilità potrete attuarlo, perché quel modello è la consapevolezza, è Dio. La difficoltà vera non sta nel programmare il modello ideale che vorremmo vitalizzare, ma nel testimoniare quotidianamente, ogni minuto, la nostra determinazione, perché la Vita non ci guarda una volta ogni tanto, ma ci osserva ogni istante e sa esattamente quanto a noi importa quello che chiediamo, perché la Vita siamo noi, la Vita è la nostra consapevolezza. Come l’atleta che si prefigge di battere un record non demorde mai, la sua idea fissa è quella, in ogni momento della giornata. Ecco, la difficoltà della Vita sta in questo, nel testimoniare continuamente il nostro Modello Ideale, nel portare avanti con determinazione, minuto per minuto quello che noi vogliamo.

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Il procedimento è poi sempre lo stesso: dobbiamo identificarci nel modello che abbiamo scelto, provando in modo chiaro tutte le sue sensazioni (noi diventiamo quello che sentiamo), ma nel contempo dobbiamo mantenere inalterata la coscienza che noi non siamo il modello, ma siamo l’attore; dobbiamo cioè avvertire in noi la presenza del Testimone, noi siamo sempre e solo questo Testimone che osserva la nostra recita”.

Ezio Ceriana, incontro del 25-05-96.

Oltre all’atteggiamento di proiettare continuamente in noi chi vogliamo essere nelle varie situazioni che viviamo, un aiuto molto grande per imprimere in noi, in modo chiaro ed efficace, l’immagine del nostro modello ideale, ci viene dato dalla meditazione: infatti quando la mente diventa silenziosa, qualunque immagine che noi visualizziamo appare particolarmente nitida ed emana le sensazioni corrispondenti, attirando in sé un’energia realizzativa fortissima. In altre parole, quando la mente rallenta il flusso dei suoi pensieri, la “diapo- sitiva creativa” raggiunge il massimo del suo potere.

Nel silenzio della mente è importante proiettare in noi solo dei brevi mo- menti che, meglio di altri, rappresentino il nostro modello ideale di vita, e quindi affidarsi con amore e gratitudine alla nostra Essenza, affinché lo realizzi per noi. Ogni giorno staremo così ad osservare, con la curiosità del bambino, come la Vita orienterà tutti gli accadimenti della nostra esistenza, spingendoli sempre più verso la realizzazione dei nostri propositi. Più nel silenzio visualizzeremo e sentiremo in noi ciò che desideriamo, e più la nostra Realtà, il Sé, ci sospingerà in quella direzione.

Avere un modello ideale è la base di ogni processo di crescita spirituale, in quanto fornisce all’Energia una direzione ben definita verso cui fluire.

Visualizzare in noi chi vogliamo essere, e non chi siamo, indebolisce tutte le nostre programmazioni interiori e quindi le personalità nella quali ci siamo riconosciuti, perché toglie loro sempre più energia, dirottandola invece verso il modello ideale scelto da noi. Il nostro Inconscio può così finalmente disporre di un’immagine sempre più chiara di quanto desideriamo per condurci sempre più verso la realizzazione del nostro modello ideale di vita. Quello che percepiamo di essere oggi, indipendentemente se ci sentiamo vincenti o falliti, non deve avere rilevanza alcuna per noi, perché è importante solo chi vogliamo diventare, attraverso il nostro processo evolutivo di crescita.

Ma perché non ha importanza alcuna chi siamo ora? La risposta è molto semplice: perché noi non siamo nulla di ciò che crediamo di essere, noi siamo una pura Consapevolezza, la quale non può essere né descritta e neppure immaginata, perché non ha alcun attributo; siamo quel Silenzio immobile che

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sta dietro a tutto il creato nella sua infinità di forme e dal quale tutto promana; ed è per questo che ha il potere infinito di essere tutto.

Più l’uomo è interessato nel migliorare se stesso, nell’andare quindi sempre oltre a tutto ciò che percepisce di sé nel suo presente, e sempre meno si rico- noscerà in ciò che crea. Questo continuo processo di miglioramento, di trasfor- mazione e di creazione delle nostre personalità, ci renderà sempre più consa- pevoli che noi non siamo nessuna di queste, bensì una pura Consapevolezza attraverso la cui energia i desideri della nostra individualità si realizzano. L’E- nergia crea, in ogni istante, quello che stiamo proiettando in noi.

Siamo la Forza della Consapevolezza che si esprime creando

E’ importante, per chi ricerca la sua Essenza spirituale, avere sempre un modello ideale da perseguire, in quanto è molto più facile non riconoscersi in una personalità in continuo miglioramento e trasformazione, che in una personalità statica con caratteri sempre ben definiti. Proprio dismettendo continuamente il vestito che portiamo, per indossarne sempre uno nuovo, il più adatto ad ogni circostanza, diventeremo sempre più consapevoli di non essere quel vestito, perché presto lo toglieremo per indossarne un altro; mentre è indossando ogni giorno sempre la stessa veste che immancabilmente ci rico- nosceremo in essa, perdendo di vista colui che la indossa che, ricordiamolo, non è in alcun modo definibile o caratterizzabile, perché è una pura Consape- volezza presente a se stessa.

La rotta della nostra vita

La nostra vita è paragonabile ad una barca che naviga nell’oceano dell’e- sistenza e l’attenzione nel visualizzare il nostro modello ideale, rappresenta il timone. Proiettare in noi un obiettivo, significa dirigere la barca verso una certa rotta.

Un’esistenza vissuta senza chiedere alla Vita che cosa vogliamo, è para- gonabile ad una barca che viaggia senza timone. Fino a quando il mare è calmo e tranquillo non corriamo grossi rischi, ma non appena incomincia ad agitarsi ed iniziano a sopraggiungere le prime onde, che sono poi le avversità che dob- biamo affrontare, la situazione diventa molto pericolosa, perché anche le onde più piccole, se ci colpiscono sul fianco, hanno il potere di rovesciarci e di affondarci.

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Un semplice timone invece ci permette di orientare sempre la prua verso il moto ondoso, aiutandoci così ad affrontare e superare agevolmente anche i cavalloni più grandi. Per continuare nella metafora, anche un piccolo scoglio ben visibile sulla nostra rotta, navigando senza timone, diventa un problema insuperabile perché inevitabilmente ci fa affondare, mentre potendo dare una rotta, questo non rappresenta affatto un problema, perché basta circumnavi- garlo. Quando siamo impegnati a proiettare un modello da realizzare, attraiamo a noi quantità sempre crescenti di energia, preziosa anche per affrontare tutti i problemi della nostra vita; è come se mantenendo sempre fisso lo sguardo sul modello, quindi sulla nostra rotta, in qualche modo togliessimo energia a tutti i problemi quotidiani che normalmente ci affliggono.

Il tuo modello ti protegge

Come una barca non può navigare senza timone, allora anche una vita non può essere vissuta senza un uomo che sappia darle una direzione, proiettando coscientemente in sé ciò che vuole realizzare, in modo da creare la vita che più ama. Ogni singolo problema, paragonabile a un’onda del mare, è superabile se affrontato con il timone ben saldo sulla nostra rotta.

Ogni difficoltà della vita non deve mai distoglierci dal proiettare in noi il nostro modello ideale, perché l’uomo riscopre la sua Essenza primordiale quando diventa creatore.

Come Ezio Ceriana spesso ripeteva, è la nostra attenzione che dirige l’e- nergia, quindi essa deve sempre essere mantenuta sulla meta da raggiungere; mentre purtroppo l’uomo infelice è abituato a mantenerla costantemente solo sui suoi problemi, colmandoli in questo modo sempre più di energia, e trasfor- mandoli così in veri e propri macigni che lo rendono sempre più debole, de- presso e stanco di tutto. Come per la nave la rotta è il riferimento primario che la spinge a solcare i mari, per l’uomo sarà il suo modello ideale a sospingerlo ad attraversare gli oceani della vita, a superare i problemi che l’esistenza gli pone ed a oltrepassare sempre se stesso e tutto ciò in cui si riconosce; e il suo modello ideale di vita evolverà con lui, conducendolo a vivere in modo sempre più appagante e stimolante. Solo l’uomo sempre proteso verso la sua crescita e nel superare se stesso, vive davvero; proprio come i bambini che ogni giorno scoprono e imparano cose nuove, perché inconsciamente sanno che l’Universo intero appartiene loro, e allora vogliono e pretendono tutto. Una nave senza rotta è come una vita senza una meta.

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Quando l’uomo cessa di desiderare di migliorarsi, di trasformarsi in ciò che oggi ancora non è, subito si identifica nella sua personalità e l’energia della vita inevitabilmente smette di nutrirlo.

Smette di essere una Coscienza che proietta e crea e diventa solo ciò che vede in sé.

Mai concentrare le nostre energie a proteggerci, poiché così creiamo solo paure e identificazioni capaci di indebolirci.

La paura appartiene all’uomo che, cercando di proteggere uno stato di fatto, interrompe questo flusso energetico da cui è alimento e nutrito solo quando cresce.

La vita è Energia e abbondanza in tutte le sue forme, e fluisce solo in chi è sempre proteso a superare i propri limiti, sempre più appassionato nel creare nuovi modelli da raggiungere.

L’uomo consapevole è colui che sa di poter essere tutto. Per vedere con chiarezza questa meravigliosa dinamica è sufficiente osser-

varla nelle persone intorno a noi: guardiamo quanta energia realizzatrice atti- rano in sé coloro che perseguono con passione una meta, e ricordiamolo: il vero modello ideale è sempre e solo quello che più sappiamo amare.

L’uomo impegnato in questo continuo divenire non cade più nel tranello di identificarsi in quello che crea, perché sa nel più profondo di se stesso, che do- mani sarà ancora diverso, ancora migliore.

Visualizzare il proprio modello non significa immaginare in modo com- pleto e dettagliato la nostra vita ideale in tutti i suoi aspetti, perché questo la- scerebbe troppo spazio alla mente per insinuarsi con la sua programmazione razionale. Occorre semplicemente immaginare dei brevi momenti della nostra vita ideale, quelli che meglio di altri riescono a fare affiorare in noi le sensa- zioni di appagamento, amore e gioia di vivere. L’Inconscio allora leggerà queste nostre sensazioni e guiderà sempre più gli accadimenti della vita, affinché si creino le situazioni corrispondenti alle sensazioni da noi provate.

L’efficacia di questo metodo andrà crescendo man mano che impareremo a rallentare la mente, lasciando andare ogni tanto, sul terreno fertile del si- lenzio, le immagini di brevi attimi della nostra vita ideale. Da questo stato me- ditativo, incomincerà ad affiorare sempre più chiaramente chi vogliamo diven- tare, il nostro vero modello ideale, e anche questo sarà sempre in continua evo- luzione, perché tutto deve evolvere e crescere, anche il nostro modello.

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Riprogrammarsi Sappiamo che con il silenzio della mente cancelliamo tutti i programmi inconsci che ci condizionano, ma fino a quando non abbiamo insegnato alla mente a rallentarsi, possiamo praticare un esercizio di riprogrammazione, ossia un metodo che ci consente di eliminare queste memorie condizionanti, sosti- tuendole con programmi nuovi, scelti però questa volta da noi. La pratica con- siste nel rilassare il corpo e rivivere sullo schermo della nostra mente la gior- nata appena trascorsa, o almeno i momenti più significativi. In questo percorso a ritroso, ogni volta che riviviamo un momento in cui non ci siamo sentiti a nostro agio, o comunque non ci siamo comportati come avremmo voluto, ricostruiamo con la nostra immaginazione “la scena” esattamente come invece avremmo desiderato viverla, sentendoci e compor- tandoci secondo i nostri desideri. Si tratta di richiamare alla memoria tutti quegli istanti in cui c’era un programma inconscio che condizionava i nostri comportamenti, impedendoci di vivere quella situazione secondo il nostro volere. Attraverso la facoltà immaginativa riviviamo quei momenti come avremmo voluto che si svolgessero. Praticando questo esercizio in stato di rilassamento, il nostro Inconscio vede con chiarezza quanto immaginiamo e assorbe nella sua memoria questo nostro nuovo modo di essere e di sentirci, sostituendolo al vecchio programma con- dizionante. Così facendo lentamente andiamo a inserire nelle nostre memorie cellulari il nuovo modello, questa volta però scelto unicamente da noi. Non ha alcuna importanza andare a verificare quali sono i programmi che agiscono in noi a livello inconscio e in quale modo essi si sono formati, come spesso in- vece fa la psicoanalisi; ma è essenziale invece il rimuoverli, in modo che non possano più influenzare negativamente la nostra vita. L’energia che fluisce in noi è incondizionata, quindi dobbiamo sempre in- dicarle con chiarezza dove andare, proiettando chi vogliamo essere; altrimenti essa va ad alimentare tutto ciò che già è registrato in noi. Ma in noi, nel no- stro inconscio, quindi nella nostra memoria cellulare, sono registrati solo i condizionamenti delle personalità in cui ci siamo identificati. È visualizzando il nostro modello ideale, che incominciamo a togliere energia da ciò che sentiamo di essere ora, indirizzandola verso quello che noi scegliamo di diventare.

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20. L’apparenza

“Si diventa ciò che si pensa...questo è l’eterno mistero.” MANDUKYA UPANISAD

La mente, se non viene opportunamente guidata da noi attraverso un consapevole processo creativo, immancabilmente si modella sulla visione e sul sentire di tutto ciò che le appare.

Nel processo creativo assume un’importanza fondamentale la funzione immaginativa della mente. Se non siamo noi, con la nostra capacità di visualizzare, a fornirle immagini su cui modellarsi, alla mente non resta altro da fare che plasmarsi su ciò che della realtà vedono e sentono i nostri sensi. In altre parole, essa riproduce all’interno di sé l’ambiente circostante, esattamente come lo percepiamo. Se vediamo una realtà fatta di insoddisfazione, povertà, ingiustizia, violenza, malattia, oppure ancora sentiamo la nostra personalità inadeguata, incapace, debole, la mente non fa altro che riprodurre all’interno di sé tutto questo, contribuendo così a rendere sempre più manifesta, nella nostra vita, la realtà esattamente come già la percepiamo.

Nel processo di visualizzazione del modello ideale, non dobbiamo quindi farci influenzare dalla realtà che vediamo e percepiamo intorno a noi.

La mente, attraverso l’attenzione, è uno straordinario convogliatore di

energia, e ininterrottamente attiva quel processo realizzativo (la diapositiva creativa) che rende manifesta tutta la nostra vita.

Questo processo è facilmente riscontrabile osservando come il contesto, nel quale viviamo, sia in grado di influenzare la personalità e il ruolo sociale di ognuno.

Proviamo a fare qualche esempio: il bambino che cresce in un villaggio di pescatori, se non ha modo di percepire intorno a sé un ambiente diverso da quello in cui vive, molto probabilmente da grande diventerà un pescatore, perché la sua mente si modellerà su quella realtà di riferimento (il villaggio e i suoi compagni di giochi) facendola a lui apparire, ma soprattutto sentire, come l’unica realtà possibile. Oppure ancora, chi cresce in un contesto operaio, se non ha modo di percepire una realtà di riferimento diversa, sente quella come

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unica realtà possibile, e creerà per sé ancora quella, diventata ormai il solo modello a cui mandare la propria energia. Possiamo osservare come nel processo attraverso cui creiamo la nostra realtà, il ruolo predominante viene svolto dall’ambiente in cui viviamo.

La vita delle persone che maggiormente frequentiamo rappresenta per la nostra mente quanto di più reale ci possa essere, perché oltre a darci un’imma- gine definita e chiara della loro realtà, il viverci accanto ci permette anche di sentire la frequenza dei loro stati d’animo, che contribuiscono in modo molto efficace a rendere ancora più vera e credibile quella visione nella nostra mente.

Il loro modello di vita appare per noi come l’unico realmente possibile e realizzabile, e così, inconsciamente, lasciamo libera la mente di plasmarsi su questa realtà apparente, contribuendo in questo modo a realizzarla sempre più anche per noi stessi. Tutti gli altri modelli di vita che possiamo vedere attraverso la scuola, i media, ci sembrano poco reali, li sentiamo come di un altro mondo, che nulla può aver in comune con la nostra vita reale.

L’individuo, crescendo, non si accorge di aver modellato il potere immagi- nativo della sua mente sulla realtà apparente che i suoi sensi hanno percepito, attivando in questo modo il processo creativo proprio sull’illusione che gli appare. Possiamo comprendere che se non guidiamo la nostra mente verso un preciso modello da realizzare scelto da noi, essa prende spontaneamente la forma della realtà che percepisce, non consapevole che reale è invece tutta la manifestazione e non solo quella che può vedere e sentire intorno a sé.

Quando impareremo a visualizzare e a vedere all’interno di noi che cosa veramente desideriamo, senza farci più condizionare dall’ambiente nel quale viviamo, finalmente forniremo alla nostra mente immagini completamente nuove su cui modellarsi; e l’energia, passandoci attraverso, giorno dopo giorno, spingerà tutta la nostra esistenza e le nostre esperienze di vita, sempre più in quella direzione, in modo che quella realtà, che tanto desideriamo e immaginiamo per noi, possa sempre più manifestarsi.

Non ha importanza se non realizziamo subito quello che visualizziamo, ma di certo ciò che importa è che tutta la nostra vita inizierà a condurci sempre più verso la realizzazione del nostro modello ideale. Se osserviamo la vita delle persone di talento, di coloro che hanno raggiunto grandi successi, non solo in denaro, ma soprattutto come gratificazione e soddisfazione nella propria esi- stenza, vediamo spesso che sono individui che non hanno subito alcuna in- fluenza dalla realtà apparente, cioè dal contesto in cui vivevano.

Sovente, persone nate in ambienti molto poveri, sono riuscite a trasformare tutta la loro vita, raggiungendo il successo. Questo significa che non hanno subito l’influenza di quanto “appariva” loro. La loro capacità realizzativa è la riprova che hanno saputo creare nella loro visione interiore una realtà

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completamente diversa rispetto all’apparenza, raggiungendo i loro obiettivi, e scoprendo così il vero potere creativo dell’uomo.

Creare significa dar vita all’interno di noi a qualcosa che non esiste ancora nella realtà che ci appare. La stessa dinamica realizzativa vale, naturalmente, per come percepiamo noi stessi. Dobbiamo sempre visualizzarci come vogliamo essere, sia come personalità che come aspetto fisico, senza lasciare che la mente si plasmi su come ci sentiamo ora, o meglio, su come ci appare la nostra persona nel momento presente.

“È importante proiettare in noi chi vogliamo essere e mai, neanche per un istante, quello che siamo”.

EZIO CERIANA Imparando ad immaginare ciò che vogliamo diventare, senza farci

condizionare dalla realtà che ci appare, guideremo sempre più la nostra vita in quella direzione. Il nostro Inconscio vedrà con sempre maggiore chiarezza che cosa vediamo in noi, e sempre più energia creativa potrà fluire in quella direzione.

L’individuo che non riesce a creare una vita diversa dal contesto in cui vive è colui che nella sua mente non visualizza nulla di nuovo, nessun obiettivo, nessun modello ideale di vita, e siccome la mente non può restare senza immagini, essa riproporrà all’interno di sé la realtà che percepisce, mandando così tutta l’energia che sarà in grado di convogliare, a nutrire ulteriormente quanto già le appare.

L’uomo autentico non subisce la realtà, ma la crea

Che gusto può dare una vita che si crea, si sviluppa e si plasma solo sul-

l’apparenza, riproponendo sempre quanto c’è già? È questo il significato delle parole “chiedete e vi sarà dato” che Gesù dice,

perché se non chiedete, la vostra vita non potrà che conformarsi alla realtà che vedete e percepite intorno a voi, attraverso lo sguardo della mente: e allora dov’è la crescita, dov’è l’evoluzione?

La facoltà immaginativa di ogni individuo è il potere creativo che lo rende più simile a Dio; è il potere di vedere cose che nella realtà non ci sono ancora, proprio per poterle realizzare.

L’individuo deve imparare prima di tutto a sviluppare il suo potere crea- tivo, cioè la capacità di immaginare la realtà che più desidera, proprio per sod-

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disfare, prima di ogni altra cosa, quelli che sono i suoi bisogni primari, altri- menti questi condizioneranno tutta la sua esistenza. I dubbi che possiamo provare sulla realizzazione di un certo nostro progetto testimoniano quanto l’apparenza influenzi e condizioni la capacità di proiettare in noi una realtà diversa da quella che ci appare; in altre parole, indicano quanto la nostra mente, con la sua capacità immaginativa, si modelli ancora sulla realtà che vede intorno a sé. Purtroppo l’individuo subisce ancora molto spesso l’illusione mentale della realtà delle cose che vede, ma più cresce la sua consapevolezza e più com- prende che ogni cosa è una proiezione energetica che può essere modificata, perché l’energia prende la forma che l’uomo consapevole le fornisce con la sua attenzione.

“L’uomo diventa quello che vede dentro di sé”. I RISHI

Con la pratica meditativa, imparando a condurre la mente al silenzio, sarà

sempre più facile visualizzare i nostri obiettivi, senza subire più l’influenza dell’apparenza.

Anche se l’individuo non è ancora consapevole del suo potere creativo, nel silenzio della mente aumenterà la sua vicinanza all’Energia del Sé, ed ogni im- magine che visualizzerà, si andrà così ad imprimere in Essa, mettendo in moto tutta la sua forza realizzatrice.

“Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.”

DAL VANGELO GV 15,7 Dove l’uomo non impara a vedere se stesso secondo il proprio volere non c’è un consapevole processo creativo; e dove non c’è un creativo non c’è Dio, poiché Dio crea.

La competizione

Il sentirsi minacciati dai successi degli altri, il timore di farsi sfuggire nella vita occasioni irripetibili, o ancora, la paura che aiutando gli altri possiamo sottrarre a noi stessi delle importanti opportunità, sono le ansie tipiche dell’uomo mentale che, non essendo in contatto con la sua Essenza divina e

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creatrice, erroneamente crede che sia l’ambiente esterno a influenzare la sua vita, e non invece egli stesso con la sua visione interiore.

Il sentirsi in competizione con gli altri è un atteggiamento che sradica al- l’istante la persona dal suo Potere divino e quindi dalla percezione del Sé; è l’atteggiamento tipico di chi, non avendo più alcun rapporto con la sua Realtà spirituale, non si affida più ad Essa per realizzare la sua vita.

Non dobbiamo mai temere che qualcuno sottragga a noi quanto desideriamo, perché stiamo qui imparando a realizzare i nostri desideri affidandoci all’immane potere realizzativo del Sé, fonte infinita di abbondanza.

“Dobbiamo sentirci guidati e protetti da quella parte del nostro essere con il quale stiamo entrando in contatto e che ci sostiene, questa goccia di Divino all’interno di noi che ha tutti i poteri della Divinità e che noi dobbiamo sentire”.

Ezio Ceriana

L’individuo risvegliato crea la realtà con la sua visione interiore; non la su- bisce passivamente, e quando la teme, significa semplicemente che si sta ca- lando in quell’illusoria realtà mentale che lo separa da se stesso e dal suo in- finito potere realizzativo.

Quando l’uomo ritrova la sua Essenza primordiale e si affida ad Essa sempre più con devozione, gratitudine e un profondo sentimento d’amore, non può temere più nulla: la paura non fa più parte della sua realtà, perché sente per la prima volta che è la Vita intera che lo sostiene.

Attualizzare la nostra capacità di realizzare quanto più desideriamo è il primo passo che possiamo compiere per scoprire che siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio.

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21. Desideri e bisogni

“La Vita prende a modello quello che è dentro di noi e noi, invece, neanche ci preoccupiamo di sapere ciò che desideriamo!”

EZIO CERIANA

Quello che più spinge l’uomo a realizzare i suoi obiettivi è il desiderio, la forte aspirazione, la passione e l’amore per essi.

L’uomo attiva il suo potere realizzativo e creativo quando ama profonda- mente il suo progetto, trasformandolo in una priorità assoluta e concentrando così in esso tutta la sua energia.

Ogni volta che non abbiamo ottenuto quanto desiderato è stato perché non siamo riusciti a condensare l’energia necessaria affinché il nostro obiettivo si realizzasse.

Quando non desideriamo intensamente qualcosa, immancabilmente ne re- leghiamo la realizzazione in coda alle nostre priorità: abbiamo pochissima energia da dedicarle e per questo ben difficilmente riusciamo a realizzarla. Ma se è solo la forte aspirazione, e quindi l’amore per essa, a permetterci di con- densare l’energia necessaria a realizzare i nostri obiettivi, come possiamo de- siderare fortemente qualcosa che ancora non conosciamo, come il silenzio della mente? Come possiamo aspirare alla consapevolezza del Sé, se questa non l’abbiamo mai provata prima?

La risposta è molto semplice, dobbiamo legare la ricerca del silenzio e della nostra Realtà spirituale al soddisfacimento dei nostri bisogni, perché è proprio attraverso il silenzio della mente che noi entriamo in contatto con il nostro Po- tere primordiale che può ogni cosa.

Vivendo senza la consapevolezza della nostra Realtà spirituale, siamo com- pletamente separati da quel potere realizzativo e creativo che la Vita ci ha donato per fare l’esperienza terrena, e quindi, immancabilmente siamo degli es- seri bisognosi di tutto. Possiamo provare il bisogno di aiutare gli altri, il bi- sogno di uscire da uno stato di malessere interiore, il bisogno di guarirci da una malattia, il bisogno di denaro, il bisogno di dare un significato alla nostra esistenza, il bisogno di scoprire e fare nella nostra vita quello che più deside- riamo; uno per tutti: il bisogno di realizzare il nostro modello ideale di vita.

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Legare la ricerca della nostra Natura spirituale al soddisfacimento dei no- stri bisogni, fa sì che più essi sono grandi e più ci sospingono alla pratica del silenzio e quindi alla scoperta di noi stessi: entrambi aspetti di quella Realtà capace di donare all’uomo tutto ciò che chiede.

Non ha poi importanza alcuna quale sia il bisogno in sé che ci induce a me- ditare; non cadiamo nell’ipocrisia mentale che alcuni bisogni siano nobili e degni di portare su di essi l’attenzione dello Spirito e altri no.

I bisogni appartengono solo a quella immagine illusoria di noi stessi nella quale ci siamo identificati e che si chiama ego; la nostra Essenza più vera non ha bisogni perché tutto il creato le appartiene.

Ecco perché anche l’uomo che decide di dare una svolta radicale alla sua vita, magari spogliandosi di tutti i suoi averi e dedicandosi completamente agli altri, lo fa assecondando un bisogno interiore molto forte e placando così il suo tormento. Il Buddha era disposto a lasciarsi morire sotto un albero se non fosse riuscito a illuminarsi.

Tutta l’azione dell’uomo nasce sempre e solo dai suoi bisogni e più essi sono grandi, più la sua azione è dinamica e forte.

Ogni personalità ha bisogni differenti. Ogni bisogno, anche il più nobile e spirituale, testimonia che siamo ancora solo un ego. Non è importante elevare i bisogni, come l’uomo mentale si illude di poter fare, ma lo è invece diventare consapevoli di noi stessi, del Sé; e quando ciò accadrà, spontaneamente, e in modo del tutto naturale, senza che neanche ce ne renderemo conto, il nostro ego si dissolverà come neve al sole, e con esso tutti i suoi bisogni. Godremo allora di ogni cosa che la Vita saprà donarci nella sua infinita abbondanza; sapremo apprezzare una bella casa, le belle cose, come l’incanto di un fiore o di un raggio di sole che ci scalda; ma non avremo più bisogno di nulla, perché il mondo intero sarà ormai nostro. Tutto il manifesto sarà lì per noi.

La nostra Essenza divina, non ha bisogni, perché Essa stessa crea la realtà, ma fino a quando non ne diventiamo consapevoli, siamo solo un ego, una personalità, quindi un concentrato di necessità.

“Io sono causa, io creo la mia realtà, io divento quello che sento, ma per riuscire in tutto questo devo arrivare a questa Presenza . ... A m ano a mano che entriamo sempre più a livello dell’Essere, noi ci avviciniamo al nostro ‘campo di tutte le possibilità’, il quale viene modificato dalle nostre aspettative, dalle nostre intenzioni, e se dentro di noi cresce l’aspirazione, cresce il desiderio, questo si realizzerà, qualunque esso sia”. ... Noi arriveremo a questo stato dell’Essere nel momento in cui accetteremo di portare la mente al silenzio”.

EZIO CERIANA

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Tutti i nostri bisogni, dipendono dal fatto che viviamo separati dal nostro potere divino, e per questo ci siamo trasformati in uomini bisognosi di tutto e sempre pronti ad alimentare nuove paure.

Le persone che considerano la ricerca spirituale la parte più importante della loro vita, sono proprio coloro che hanno legato il loro cammino interiore al soddisfacimento di un bisogno molto forte, anche se a volte non ne sono con- sapevoli.

Il non legare il cammino spirituale all’appagamento di un bisogno dell’ego ha un solo effetto: quello di relegare la meditazione al fondo di tutte le nostre priorità, magari alla sera, quando siamo ormai privi di ogni energia, dopo che abbiamo svolto tutte le nostre attività quotidiane più importanti. Ma in questo modo l’energia di cui possiamo disporre per la nostra crescita rimane troppo poca e non può condurci a nulla.

Questo spiega perché riusciamo a realizzare solo le nostre priorità, i desi- deri più grandi, quelli ai quali siamo disposti a dedicare tutte le nostre energie. Quello che non sentiamo prioritario nella nostra vita, non illudiamoci di po-terlo realizzare.

Imparando che più la mente è silenziosa e più ha il potere di creare quello che visualizza in sé, saremo motivati a meditare sul silenzio e ogni volta che scenderemo in esso per attingere ai nostri poteri, riceveremo in cambio anche il meraviglioso dono divino di percepire l’Anima. Essa lentamente affiorerà sempre più nella nostra vita, trasformandola in un’esperienza intrisa dell’in- canto divino, un continuo susseguirsi di miracoli, perché espressione di una vita dove finalmente c’è Dio.

Solo quando la meditazione viene intesa come un meraviglioso strumento per soddisfare i bisogni, allora finalmente inizieremo a meditare con metodo, costanza e disciplina.

Il silenzio della mente ha il potere di metterci in contatto con la nostra Realtà spirituale, unica e vera detentrice dei divini poteri realizzativi, permettendoci così di cogliere a piene mani tutti i frutti della sua infinita potenzialità.

Mediteremo per soddisfare i bisogni e intanto la nostra Essenza affiorerà sempre più in noi, aprendoci il cuore e facendoci innamorare della vita, ma di quella vera, espressione della Realtà divina. Non esistono bisogni buoni e bisogni cattivi, bisogni nobili e bisogni prosaici; questi sono solo retrogradi dualismi di una cultura bigotta, frutto di una mente che non ha consapevolezza alcuna della realtà in cui vive.

Nulla è fuori da Dio

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I bisogni sono la nostra energia

Non è corretto giudicare i bisogni, perché esprimono le fasi del nostro na- turale processo evolutivo e influenzano comunque la nostra vita sia che noi li accettiamo oppure no. Scoprendoli e apprezzandoli proprio per la forza vitale che ci donano, li soddisferemo e li trascenderemo e questo ci permetterà un sempre più rapido processo di crescita della consapevolezza.

Se accettiamo di osservare i bisogni, e per far questo occorre molta più umiltà di quanta possiamo pensare, vediamo quale meravigliosa e straordinaria forza propulsiva essi contengano in loro.

Ogni bisogno e quindi ogni desiderio che da esso promana, ha in sé l’e- nergia per essere soddisfatto, ed è proprio su questa meravigliosa forza rea- lizzativa che noi riponiamo qui la nostra attenzione.

Dobbiamo imparare ad utilizzare l’energia meravigliosa che i bisogni at- tirano su di noi, e non stigmatizzarli o ignorarli come rivelatori della nostra de- bolezza.

Il bisogno deve essere da noi osservato, amato e ammirato, perché porta- tore di una forza realizzativa straordinaria. Trascurare o ignorare i nostri bi- sogni significa rinunciare a sfruttare la loro incredibile energia, rischiando di impantanare così tutta la nostra vita nelle sabbie mobili della condizione pre- sente, non ricordandoci che invece l’uomo vive solo quando cresce, evolve, lascia la sua passata condizione per approdare a una superiore, e per far questo, non può rinunciare alla meravigliosa e straordinaria energia dinamica dei suoi bisogni.

L’energia del bisogno è proprio l’energia che la Vita ci dona per superare la situazione di disagio in cui ci troviamo, per poter così crescere e scoprire nuovi aspetti della realtà.

Soffocare un bisogno significa negarci questa meravigliosa forza capace di sospingerci verso le più alte vette della consapevolezza.

I saggi ci insegnano che con la meditazione affiorano le nostre vere po- tenzialità; l’uomo diventa causa e non più effetto, impara a essere egli stesso il creatore della sua vita e non più colui che subisce passivamente gli eventi della sua esistenza. I bisogni alimentano la nostra volontà per aiutarci a percorrere con più forza il cammino che scegliamo per noi; per questo sono una preziosa e insostituibile

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risorsa, attraverso la quale la Vita ci sospinge verso una maggiore evoluzione e crescita.

I miei bisogni sono la mia forza L’amore è il mio Potere

L’uomo mentale di oggi, inconsapevole della sua Realtà Essenziale, vive

spogliato di tutti i suoi poteri ed è per questo bisognoso di tutto; eppure, spesso continua a nascondere e demonizzare i propri bisogni, senza scorgere in essi la straordinaria energia capace di svelare le sue potenzialità, aiutandolo sempre più a migliorare se stesso.

O mio desiderio meraviglioso e recondito tu solo saprai condurmi verso le mie inesplorate terre lontane e per questo

io sempre ti amerò qualunque tu sia

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22. Il Potere segreto del cuore: Realizzare i desideri

“Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”.

DAL VANGELO MC 11,22-25

I maestri illuminati ci hanno insegnato che ogni uomo crea la sua realtà. Per raggiungere i nostri obiettivi, dobbiamo incominciare a vederli nella

mente come già realizzati. Ezio Ceriana a questo proposito diceva: “Dobbiamo imparare a vedere noi stessi sempre dopo, con l’obiettivo già

raggiunto”, questo al fine di dare all’Inconscio un’immagine chiara e ben de- finita di quello che vogliamo realizzare per noi.

Occorre visualizzare sullo schermo della mente solo i momenti più

rappresentativi della realtà ideale che vorremmo creare; brevi istanti capaci di fare affiorare in noi sensazioni di benessere, gioia e appagamento. Se, ad esempio, non sappiamo quale lavoro sarebbe in grado di farci sentire realizzati, superiamo il problema e andiamo oltre, vediamoci salire sull’auto, soddisfatti e gioiosi per la giornata di lavoro appena trascorsa, oppure immaginiamoci appena svegliati al mattino, felici, nella casa dei nostri sogni con intorno le persone che più amiamo. Questi rappresentano momenti di una vita felice, nella quale certamente conduciamo un lavoro che amiamo e ci gratifica. L’importante è immaginare solo dei brevi istanti della nostra esistenza ideale, quelli che meglio di altri fanno affiorare in noi sensazioni di gioia e appagamento. Non dobbiamo immaginare la nostra vita ideale nella sua completezza; questo perché non conosciamo quale potrebbe essere la realtà più capace di renderci felici, e poi soprattutto, per non lasciare che la mente inizi a programmare e organizzare tutto, creandoci così dei nuovi problemi e disto- gliendoci dalla percezione delle sensazioni piacevoli e inebrianti di quei mo- menti. Ricordiamoci che sono le sensazioni che creano la nostra realtà.

Quando la nostra coscienza si trova ancora sul livello dell’ego, ci ricono- sciamo solo nella personalità, e quindi non può in alcun modo esistere il non-

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attaccamento ai bisogni e ai desideri; è assurdo anche il solo pensarlo, perché quest’illusione chiamata ego creata dalla mente, ci separa completamente dalla vita reale e dal potere realizzativo della nostra Realtà divina. Siamo sempli- cemente un cumulo di bisogni, spesso molto ben mascherati dalla nostra per- sonalità. L’individuo imparando a creare la propria personalità e non a subirla, continua a togliersi delle maschere, per indossarne di nuove sempre migliori, e incomincia a sentire di non essere questo insieme di personalità che dismette e mette, ma solo la pura Presenza che le indossa come vestiti.

Il problema più grande lo abbiamo quando ci riconosciamo in una sola ma- schera e non siamo più disposti ad abbandonarla. È questo il caso in cui usiamo frasi del tipo: “sono sempre coerente con me stesso”, oppure: “in ogni situazione cerco di essere sempre me stesso”. Ma questo “me stesso” è la menzogna più grande che possiamo raccontarci, perché significa essere coerenti solo ai caratteri di una personalità, identificandosi completamente in essa e non poter così riconoscere chi siamo veramente.

Noi siamo questa pura Presenza non definibile, perché non ha caratteri. Siamo questo sfondo di amore, immobile e consapevole dal quale tutto si crea e prende forma.

La creazione

La dinamica attraverso la quale creiamo la nostra vita, si svolge in due fasi ben distinte: nella prima avviene la richiesta. Sentiamo in noi un bisogno da soddisfare e quindi un attaccamento che aumenta al crescere del bisogno stesso. È questo il momento in cui proiettiamo sullo schermo della mente l’obiettivo che ci proponiamo di realizzare. In questa prima fase siamo nel- l’illusione mentale, dove c’è solo la nostra individualità con i suoi desideri.

Nella seconda fase, invece, attiviamo l’Energia creatrice della nostra Realtà Spirituale, la Consapevolezza, e questo avviene unicamente aprendo il cuore, iniziando cioè ad amare l’immagine del nostro obiettivo.

Dobbiamo limitarci ad amare il più possibile quanto stiamo contemplando nella nostra visione, perché questa è la fase del processo di creazione in cui dobbiamo solo far crescere l’amore per quanto visualizziamo. Più sapremo aprire il cuore e più la Vita avrà il potere di realizzare per noi quanto chiediamo, portando sempre più tutta la nostra esistenza verso il modello ideale da noi scelto.

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Questo accade perché l’amore è l’atmosfera del Sé, della Consapevolezza, e più amiamo e più Essa è presente nella nostra vita con i suoi infiniti poteri.

Più amiamo, più il Sè vede con chiarezza il nostro obiettivo e lo realizza per noi in tempi sempre più rapidi.

Ricordiamo che al crescere del nostro amore, la mente diventa sempre più silenziosa, riducendo così quella sua spessa coltre d’illusorie atmosfere che ci separano dal Sé. Allo stesso modo, più impariamo a rendere silenziosa la mente, più il cuore si apre, portando in noi i poteri dell’Anima.

Il silenzio della mente e la capacità di amare sono due aspetti della stessa realtà: l’uno implica l’altro.

L’essere coscienti di un bisogno ci permette di visualizzare in noi un’im- magine ben definita di quello che vogliamo realizzare; ma in questa fase non abbiamo ancora attivato la forza divina e realizzatrice del Sé, perché siamo nelle illusorie atmosfere della mente e dell’ego, dove non abbiamo alcun contatto con la realtà vera e per questo non siamo ancora in grado di agire su di essa. Nel momento stesso in cui incominciamo ad amare l’immagine di ciò che desideriamo, la realtà in cui ci troviamo immersi inizia a cambiare, lasciando trasparire l’aspetto divino che la permea; accade allora che la nostra consa- pevolezza incominci a crescere, perché è solo la nostra Essenza spirituale che può amare e non la mente.

Per questo è importante imparare ad amare partendo proprio da tutto ciò che è in grado di stimolare il nostro cuore.

L’uomo di potere è colui che sa amare ogni cosa della vita, dagli esseri vi- venti fino agli obiettivi che si propone di realizzare.

L’uomo di potere è colui che Ama la vita

Rammentiamo però che il vero amore noi lo attiviamo solo quando impa-

riamo a non chiedere nulla in cambio, perché altrimenti interrompiamo subito questa divina dinamica energetica. Quando amiamo limitiamoci a contemplare l’oggetto del nostro amore, senza aspettative, senza richieste, perché ogni richiesta, essendo fatta dalla mente, ci impedirebbe di trascendere il suo livello illusorio per elevarci verso la realtà del Sé, dove solo l’amore esiste.

Amiamo il più possibile le immagini di quei brevi istanti che proiettiamo in noi del nostro modello ideale di vita come se si fosse già realizzato nella no- stra vita. Le amiamo perché sono momenti incredibilmente piacevoli per noi.

Contemplo e amo

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Contemplare con un amore sempre più grande i propri desideri: questo è il segreto, e null’altro occorre sapere per realizzare ciò che si vuole.

Quando visualizziamo con amore i momenti del nostro modello ideale di vita, non possiamo che provare gioia e piacere nel farlo, perché amando non esistono più gli attaccamenti o i timori dell’ego; quanto in quel momento ve- diamo in noi diventa già nostro.

È come se quello che amiamo fosse già entrato nella nostra esistenza come un dono divino e noi ne assaporassimo il gusto. Amando i nostri obiettivi essi diventano una fonte meravigliosa di piacere e beatitudine, trasmettendoci una straordinaria energia dinamica che ci spinge a fare e a realizzare moltissime cose.

Quando il nostro amore inizierà a crescere senza più inibizioni, scopriremo che tutto è degno di essere amato, ogni persona, ogni essere vivente, ogni cosa, anche i nostri desideri. Amando la nostra consapevolezza lascia il livello men- tale con i suoi bisogni e si eleva verso i livelli superiori del Sé, dove si crea la vita, e dove ogni forma di coinvolgimento creata dall’ego svanisce, perché quando si ama si dissolve l’illusione dell’ego.

Amando l’immagine del nostro obiettivo nel modo più profondo e intenso possibile, l’atmosfera di quanto visualizziamo incomincia a penetrare sempre più la nostra vita con le sue vibrazioni di gioia e appagamento. Lentamente, come per magia, quella realtà da noi tanto amata incomincerà a diventare parte di noi e tutti i nostri timori e attaccamenti lentamente svniranno perché non ha più alcun senso desiderare una cosa che in quel momento già possediamo. Solo amarla possiamo.

Più amiamo quanto desideriamo e più la nostra visualizzazione va ad im- primersi sull’Energia divina e creatrice del Sé, che sospinge così sempre più tutta la nostra vita verso la sua realizzazione.

Il prendere consapevolezza dei bisogni ci permette di proiettare sullo schermo della mente il modello ideale che vogliamo realizzare, ma è poi il no- stro amore che ci consentirà di attivare l’Energia realizzatrice della nostra Essenza spirituale, la quale trasforma sempre più in realtà la nostra visione.

Più impariamo ad amare, e quindi a fare crescere il cuore liberamente, e più portiamo nella nostra vita l’infinita forza realizzatrice della Natura divina.

Ricordiamoci che è proprio attraverso la meditazione che la mente diventa sempre più silente e il cuore impara ad aprirsi, sviluppando il suo infinito potere realizzativo.

L’uomo che crea ciò che vuole è colui che impara ad amare sempre più

profondamente l’immagine dei suoi obiettivi e poi, giorno dopo giorno, sta ad

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assistere, con la curiosità di un bambino, a come la Vita guiderà sempre più l’evolversi degli eventi verso la realizzazione dei suoi desideri.

Quando immaginiamo in noi un obiettivo che vogliamo realizzare, ma non attiviamo l’amore per esso, è solo la nostra mente a vederlo, e questa sappiamo avere un limitatissimo potere realizzativo, perché essa non possiede l’infinito potere creativo della Consapevolezza.

O figlio mio tra le immagini che in te saprai creare solo quelle che più amerai tu diventerai

La presenza di Dio

In un’ottica più cattolica, possiamo dire che una preghiera rivolta a Dio senza provare amore, è una preghiera inascoltata, fatta solo alla nostra mente, quindi completamente inutile, perché Dio non ci può né sentire, né vedere.

Quando non amiamo significa che ci troviamo completamente immersi nel- l’illusione della mente, la quale ci impedisce di percepire le atmosfere di amore della nostra Essenza divina, e quindi siamo fuori dalla realtà. Dio c’è in noi e nella nostra vita solo quando amiamo, perché quella è l’atmosfera che ci te- stimonia la sua presenza.

Solo amando portiamo Dio in noi

La realtà è Dio, quindi la realtà è amore, questa magica emozione che immancabilmente affiora in noi non appena la mente incomincia a tacere. La vita intera è amore, perché non è separata dalla realtà dell’Essere, e quando non amiamo significa che siamo fuori dalla realtà, completamente immersi nel sogno illusorio della mente, quindi separati dalla Vita e dal suo potere divino.

Molto spesso accade che non amiamo i nostri obiettivi perché li temiamo; abbiamo paura di guardarli, e per questo li osserviamo molto poco. Può succedere infatti che il guardarli faccia affiorare in noi il dubbio di non farcela a realizzarli, oppure la sensazione sgradevole di non sentirci all’altezza per compierli; e questo purtroppo crea in noi una “diapositiva creativa” che ci allontana da quanto desideriamo, perché proiettiamo in noi un’atmosfera di insuccesso, completamente diversa, agli antipodi, da quella della realtà che vorremmo invece creare.

Osserviamo come le persone di successo amino i loro obiettivi, quasi parlano solo di quelli, e anche se sono individui molto mentali e razionali, nei

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momenti in cui amano i loro progetti, essi attivano inconsciamente le energie della loro Realtà spirituale, disponendo così di una forza creatrice molto superiore rispetto a coloro che invece non sanno amare i loro progetti.

Proprio il far crescere l’amore per la nostra visione, fa sì che le atmosfere in noi incominciano a cambiare: i dubbi e le paure svaniscono lasciando il posto alla fiducia e alla fede che presto il nostro progetto si realizzerà, perché nel momento stesso che iniziamo ad amare qualcosa, qualunque cosa, essa inizia da subito ad entrare in noi e nella nostra vita.

Per questo motivo, chi fatica a soddisfare i propri bisogni, è proprio colui che teme i suoi obiettivi, a volte al punto da evitare addirittura di averne: non ha modelli di vita da immaginare, non crea progetti, non riesce a desiderare più nulla, ad avere una meta da raggiungere, è rassegnato alla sua condizione presente, e questo perché non amando i suoi obiettivi, non sente in sé la forza di realizzarli, quella forza meravigliosa e infinita che proviene dalla sua Anima. Più amiamo e più l’Essere affiora nella nostra esistenza con i suoi infiniti poteri divini. Qualunque forma di amore, dall’amore per una persona, all’amore per un progetto, incomincia a fare nascere in noi la Realtà spirituale, e più sapremo nutrire questo amore, più l’Essenza divina affiorerà, illumi- nando tutta la nostra vita.

Quando non amiamo, viviamo fuori dalla realtà e non possiamo in alcun modo percepire l’ambiente in cui viviamo, ci troviamo allora in una situazione di pericolo e dobbiamo fare tutto con estrema cautela, perché non c’è la nostra Consapevolezza a guidarci e a proteggerci. La capacità di amare di ognuno te- stimonia quanta Realtà divina è presente nella sua vita.

“Non c’è maggior gioia che ricongiungerci con il nostro Centro. Gli orientali chia- mano questa situazione sat-cit-ananda: la consapevolezza di Essere è beatitudine. Ricordate che l’amore è gioia, e il nostro Centro è amore. Il nostro Centro è il campo di tutte le possibilità, e questo senso di eternità, questa gioia, non ha confini. Occorre sentire di essere pura Presenza, sei lo sguardo! Non l’occhio che guarda, solo lo sguardo. Non dimenticate che il vero peccato originale è guardare dall’altra parte del nostro Centro, perché Dio è dentro di noi. Non lo sapevamo, abbiamo cercato dappertutto ed era dentro di noi. È il posto dove nessuno lo cerca. Il nostro Sé è la nostra parte divina, la nostra parte che ci congiunge con il tutto, il nostro piccolo punto che ci riunisce al cosmo”.

EZIO CERIANA1

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Amando poi, non scordiamolo, scopriamo la gioia meravigliosa dell’affi- darsi, perché con il potere mentale dell’immaginazione possiamo solo creare la “diapositiva” di quanto noi desideriamo, ma poi sarà l’Energia del Sé, e non quella del nostro ego, a realizzarla per noi.

Quando ci innamoriamo, dobbiamo capire che quella è la più grande for- tuna che ci possa capitare, molto più preziosa che il sentirci amati, perché grazie a questo sentimento, possiamo realizzare qualunque cosa desideriamo, in quanto iniziamo ad uscire dall’illusione della mente e incominciamo ad en- trare nella realtà e ad agire consapevolmente su di essa.

Quando ama, l’uomo è presente alla vita e quindi crea

Quando amiamo affiora Dio in noi e la sua infinita forza realizzatrice, svanendo così all’istante ogni forma di paura e insicurezza. Nell’amore nulla ci può più minacciare. La paura appartiene solo all’individualità che, nel sogno illusorio della mente, vive completamente separata dalla creazione divina.

Quando l’uomo ama non teme più nulla, perché Dio è presente nella sua vita

Più impareremo ad aprire il cuore e più realizzeremo l’esistenza che desi-

deriamo, qualunque essa sia, ma soprattutto incominceremo a conoscere la vita e noi stessi, realizzando in noi la gioia infinita dell’Essere. Allora sapremo co- gliere tutte le opportunità che la Vita saprà donarci per innamorarci, abban- donandoci e lasciando così aprire sempre di più il nostro cuore, e capiremo il perché la vera fortuna dell’uomo è amare e non essere amato, perché solo amando egli si eleva alla sua divina Realtà.

Qualunque amore che non si lasci liberamente amare non è un amore vero

Una giornata vissuta immersi nell’amore è il preludio a grandi miracoli perché in quell’atmosfera l’uomo crea

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23. Imprimere il modello sull’energia creatrice del sé

Amando, ogni modello che visualizziamo sul nostro schermo mentale

dispone di sempre maggior energia per realizzarsi. Più sappiamo aprire il cuore e più cresce il potere di realizzare ciò che de-

sideriamo, perché è la forza dell’Anima ad agire per noi, in quanto ricordia- molo, la parte da cui proviene l’amore è la nostra Realtà spirituale, il Sé. Ogni volta che proviamo questo sentimento, possiamo essere certi che Dio, in quel momento, sta affiorando nella nostra vita con il suo infinito potere.

Quando visualizziamo un obiettivo senza amarlo, la sua immagine si imprime solo nella nostra mente e non sull’Energia creatrice del Sé; questo significa che realizziamo una “diapositiva” che non è in grado di creare quanto vogliamo, perché le sensazioni che essa genera non sono quelle del modello che stiamo proiettando in noi, ma sono quelle dei nostri limitanti condizio- namenti, quindi dei nostri dubbi e delle nostre paure.

Impariamo ad amare veramente quello che vogliamo ottenere dalla vita; immaginiamo momenti che più degli altri esprimano la felicità che deside- riamo provare, e poi abbandoniamoci ad amare sempre di più questa visione, e vedremo che affiorerà in noi uno stato d’animo completamente nuovo, senza più paure e attaccamenti, senza più richieste.

Più ci abbandoneremo ad amare la nostra visione con tutto il cuore, e più inizieremo a sentirci bene nei confronti del nostro sogno e della vita stessa.

Quando amiamo non esiste l’attaccamento, perché è il Sé che ama. Più il cuore si aprirà sulla nostra visione, e più sentiremo che essa entrerà a

far parte della nostra vita presente; e capiremo cosa significa affidarsi al Sé, perché percepiremo che sarà proprio la Sua divina energia creativa ad avere il potere di realizzare quanto vediamo in noi.

Ogni immagine impressa sull’energia vitale e creatrice del Sé

ha la forza necessaria per realizzarsi

Il Sé appartiene ad un livello di consapevolezza dove non esiste separa- zione, tutto è uno; e questa è una realtà incomprensibile per la nostra raziona- lità mentale, dove tutto è separato. Un’immagine impressa sulla realtà del Sé è quindi in grado di attivare le forze creative dell’intero Universo.

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Visualizzando il nostro modello incominciamo a goderne come se fosse già presente nella nostra vita. È l’oggetto del nostro amore: sentiamolo, viviamolo.

Ogni tuo desiderio amalo solo

e poi affidati alla Vita e lascia che ti conduca ad esso

Possiamo così scoprire il gusto meraviglioso di vivere accanto alla nostra Essenza, perché ogni volta che amiamo, non importa cosa o chi, Essa affiora in noi con il suo infinito potere.

Più impareremo ad aprire il cuore e più sentiremo che sarà il Sé a realizzare per noi quanto profondamente desideriamo, e allora non potremo esimerci dal rivolgerci ad Esso con un sentimento di profonda e infinita gratitudine per quanto amorevolmente ci dona. Amorevolmente, perché il Sé è amore.

Assisteremo così, sempre più spesso, alla realizzazione di questa divina al- chimia, e allora non ci interesserà più se la mente dubiterà della riuscita dei nostri propositi, ma ciò che veramente chiederemo alla Vita sarà solo di poter amare sempre di più, perché solo così sentiremo su di noi il suo amorevole sguardo.

Quando ami, figlio mio, Io sono qui con te Vediamo allora di riassumere in quattro fasi, come fare a imprimere i nostri desideri sull’Energia che ha il potere di creare qualunque cosa, cioè su questo Campo assoluto di energia non ancora manifesta che è la nostra Consapevolezza, il Sé. 1° Amare il più possibile l’immagine di ciò che vogliamo diventare. 2° Delegare al proprio Sé la realizzazione del nostro modello, con un profondo sentimento di amore e gratitudine per l’attivazione delle forze che grazie al nostro amore stanno già creando le circostanze affinchè il nostro obiettivo si realizzi. Riusciremo a far crescere questo atteggiamento di fede nutrendo costantemente la nostra gratitudine verso questa Realtà spirituale. 3° Non lasciarsi in alcun modo condizionare dai timori, dai dubbi della mente e dalle apparenze, se queste sono in contrasto con il modello che ci proponiamo di realizzare, cioè non permettere alla mente di riproporci, attraverso l’immaginazione, quanto invece le appare del mondo circostante. 4° Non dobbiamo mai sentirci in competizione o minacciati dagli altri, perché stiamo attivando il nostro Potere divino e creativo, le cui risorse sono illi- mitate e che non può essere né competitivo, né difensivo.

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Il livello della creazione Progredendo nel cammino del silenzio, incominceremo a scoprire in noi

delle nuove realtà; una di queste è il livello della creazione. Diventando sempre più testimoni dell’attività della mente, incominceremo a

sentire un’atmosfera di leggerezza e di serenità molto particolare. Questo ac- cadrà tutte le volte che ci porteremo nella posizione del Sé, di quella parte di noi che è una pura testimonianza che ama, uno spazio immobile nel quale tutto prende forma e si crea, e sentiremo affiorare un’atmosfera di libertà, di energia positiva e di forza. Ci sentiremo completamente liberati dalle atmosfere che normalmente ci opprimono e ci condizionano.

Presto impareremo a riconoscere e a prendere familiarità con questa vi- brazione che ci indica che siamo giunti sul livello della creazione, e alla quale riusciremo sempre più a ricondurci man mano che insegneremo alla mente a diventare silenziosa.

Per spostare la nostra coscienza su questo livello dobbiamo imparare a percepire noi stessi nella posizione del Sé, quella parte di noi che si trova all’esterno di tutte le atmosfere e sensazioni che prova il corpo-mente, e da lì possiamo proiettare efficacemente il modello che vogliamo realizzare. Questo perché se vogliamo recuperare il potere di agire sulla realtà, dobbiamo por- tarci su un livello il più reale possibile, quindi al di fuori dell’illusione della nostra identificazione nel corpo-mente.

“Prima di visualizzare i nostri obiettivi, dobbiamo sempre porci nella posizione del Testimone, del Sé.”

EZIO CERIANA Ci accorgeremo che, ogni volta che ci porteremo sul livello della creazione, ci sentiremo finalmente liberi di visualizzare in noi qualunque modello desideriamo, riuscendo ad amarlo e goderlo molto di più di quanto normalmente possiamo fare, perché sentiremo in noi le atmosfere di potere del Sé.

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Godere del proprio modello Immaginiamo noi stessi come vorremmo essere e l’ambiente in cui ci pia-

cerebbe vivere. Facciamo queste visualizzazioni nei momenti in cui la mente è più tranquilla e silenziosa, come durante la meditazione o quando ci abbandoniamo nel letto alla sera prima di addormentarci. Dobbiamo imparare a sentire noi stessi già nell’ambiente e nella persona immaginata, come se si fossero già materializzati intorno a noi. È proprio godendo il nostro modello, come se si fosse già realizzato, che riusciamo ad amarlo sempre di più. In questo modo, esso avrà preso forma all’interno di noi e non dovremo far altro che aspettare che si manifesti materialmente.

La creazione deve diventare la nostra vera passione, incuranti delle prove più o meno difficili che ci troviamo a dover affrontare nel presente, frutto questo delle nostre proiezioni passate. Le atmosfere piacevoli del nostro modello, lentamente acquisteranno energia diventando sempre più “visibili” all’Inconscio, cioè alla nostra Realtà Spirituale, il Sé, che le realizzerà per noi.

La riprogrammazione

Quando visualizziamo sullo schermo della mente un nuovo modello di noi stessi da creare, stiamo attuando una riprogrammazione dei nostri condizionamenti interiori, che ci permette di cambiare quegli aspetti della personalità che non ci piacciono e che, nostro malgrado, agiscono su di noi impedendoci di essere e di vivere come desideriamo.

Imparando a creare delle personalità sempre migliori, più aderenti alla nostra volontà, gradatamente acquisteremo la consapevolezza di non essere le personalità da noi create, ma la pura Essenza dalla quale tutto promana. Sen- tiremo di essere questo sfondo immobile di pura Consapevolezza dal quale tutto prende forma, si nutre e si crea, e sul quale l’individualità, allo stesso modo dell’attore sul palcoscenico, è finalmente libera di interpretare il ruolo che ritiene più idoneo per sé sulla scena della vita.

Vediamo qualche esempio. Chi è studente ed ha all’interno di sé dei pro- grammi inconsci che lo rendono agitato all’avvicinarsi dell’esame che deve sostenere, può costruirsi una nuova programmazione, visualizzando se stesso, calmo e rilassato mentre studia e dialoga tranquillamente con il professore du- rante la prova d’esame. Oppure ancora, può immaginare di trovare sempre più

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piacevole e gratificante studiare e memorizzare cose nuove, e dove l’esame in sé non rappresenta per lui alcun motivo di stress e preoccupazione.

Ma anche per chi lavora è importante visualizzarsi come vorrebbe essere durante la giornata lavorativa; ad es. immaginarsi calmo e rilassato, padrone di se stesso in ogni situazione che vive, anche la più stressante.

Sarà interessante scoprire come, nel silenzio della mente, il nostro modello ideale spontaneamente evolverà nel tempo: affioreranno in noi immagini sempre più chiare di come desidereremo trasformare noi stessi e la nostra esistenza.

Il quadro della nostra vita ideale inizierà così a prendere sempre più forma in noi e a mano a mano che incominceremo a realizzare i nostri nuovi modelli, capiremo che la vita ha senso di essere vissuta e assaporata solo se siamo noi a crearla secondo il nostro cuore, senza lasciarla in balìa delle passate limitazioni inconsce e dell’apparenza in cui viviamo.

Solo figlio di te stesso e del tuo cuore

Non devi mai pensare di non m eritare quello ch

Quando una persona si fa guidare nella propria vita da ciò che più ama, incomincia a riconoscere in sé la forza dell’uomo di potere, di colui che può realizzare quello che più desidera, poiché scopre che Dio abita in lui.

Solo le realtà impregnate di vero amore sono degne di manifestarsi, in quanto sono quelle più reali: la mente è solo timorosa, dubbiosa e soprattutto non sa amare.

“Se segui il tuo cuore, i desideri si avverano”. Antico detto cinese

Riprogrammare la nostra giornata passata

Questo esercizio è molto importante per cancellare le programmazioni in- teriori e per aiutarci a scoprire il nostro modello ideale di vita. Possiamo pra- ticarlo alla sera quando andiamo a dormire. Dopo aver rilassato il corpo, passiamo in rassegna nella mente tutti gli eventi della giornata appena trascorsa, partendo dal momento in cui ci troviamo e procedendo a ritroso fino alla sera prima, quando ci siamo addormentati.

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In questo viaggio nella giornata appena trascorsa, ogni volta che osserviamo noi stessi non a nostro agio, oppure ci vediamo agire in un modo diverso da come invece avremmo voluto, immaginiamo nuovamente la scena, ma questa volta ricreiamola come invece avremmo voluto che si fosse svolta, lasciando affiorare in noi le sensazioni.

È questo un esercizio straordinario, perché sostituisce ai nostri vecchi programmi inconsci, quelli nuovi scelti da noi, trasformandoci lentamente nella persona che vogliamo essere.

Il rivivere in noi le nostre giornate ci rende molto più consapevoli della vita che viviamo.

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29. La morte

La vita è crescita e la morte è un atto di crescita. Quando ci avviciniamo ad abbandonare il corpo, quello è il momento in cui

ci prepariamo alla nostra prossima rinascita. Non stiamo morendo a una vecchia vita, ma nascendo ad una nuova; perché la morte non esiste, esiste solo la trasformazione del nostro corpo da uno stato ad un altro, in quanto la Vita è eterna, e noi siamo la Vita.

La morte è un potentissimo processo di crescita che ci sradica a forza dal vecchio e da tutte le nostre identificazioni.

Appena abbandoneremo il corpo fisico rivedremo tutta la nostra vita pas- sata, non per farci un esame di coscienza, perché vedere quanto bravi o cattivi siamo stati non avrà alcuna importanza per noi; ma semplicemente per scorgere con chiarezza che tutti gli errori fatti, erano dovuti alla nostra cecità, causata dal sogno mentale in cui vivevamo immersi. Osserveremo che ogni volta che non gioivamo, noi in realtà non c’eravamo. Tutta la nostra attenzione sarà rivolta alla Realtà divina che si svelerà a noi, e il vedere cosa facevano le nostre miopi personalità quando eravamo in vita, non ci interesserà più in alcun modo.

Vedremo tutta la vita appena trascorsa, proprio per individuare quei raris- simi momenti in cui eravamo consapevoli di noi stessi, più presenti alla realtà, fuori dai nostri pensieri. Istanti per noi preziosi perché ci permetteranno di ve- dere dove abbiamo sbagliato, creando quella impenetrabile illusione mentale che ci ha totalmente soggiogati e isolati dalla vita reale e da noi stessi.

Quando siamo ormai in procinto di abbandonare il corpo fisico, ci stiamo

preparando alla nostra prossima vita, e per noi si stanno già creando le condi- zioni affinchè un nuovo corpo presto ci attiri a sé. Quando incomincia questo processo di distacco dal corpo fisico, purtroppo noi restiamo concentrati sulla vita che stiamo lasciando e sul dolore generato da tutti gli attaccamenti che abbiamo creato in noi, mentre invece dovremmo essere totalmente rapiti dall’evento che si sta preparando, perché noi non stiamo morendo, bensì stiamo nascendo ad una nuova vita. La morte di per sé non esiste in quanto la Vita è eterna e si esprime in un continuo ed inarrestabile processo di evoluzione, e per questo esiste solo la crescita.

Crescere significa abbandonare il vecchio per il nuovo, ma l’uomo incon- sapevole, nel buio della sua mente, non riesce a vedere la vita e a scorgere

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l’evento della crescita, riesce solo a vedere il vecchio che termina la sua fun- zione, e non si prepara quindi alla sua rinascita.

L’uomo, quando lascia il corpo- mente, ritrova quella parte autentica di sé che aveva smarrito per tutto il tempo in cui era vissuto nell’illusione della sua mente.

“E il figlio tornerà al Padre”

Quando ci apprestiamo a lasciare il nostro corpo vecchio e malato, dob- biamo osservare la vita passata per scoprire i momenti veramente felici che magicamente hanno saputo farci vivere la vita. Allo stesso modo, quando alla sera andiamo a dormire, ogni giornata trascorsa può essere assimilata ad una intera vita e il rivederla con la nostra immaginazione è utile per trarne degli insegnamenti e per vivere in modo più consapevole il nostro domani.

Qualche tempo fa, nel giro di pochissimi anni, persi molte persone a me

molto care, tra le quali mio padre e il mio caro amico Ezio. Da quel periodo, la morte è entrata prepotentemente a far parte della mia vita senza più abban- donarmi. Ma insieme alla morte è arrivata in me anche molta più Vita. Ricordo che quando uscii dall’ospedale con mia madre e le mie sorelle, dopo che mio padre ci aveva appena lasciati, anche se l’emozione angosciante avviluppava completamente le nostre atmosfere, sentii che qualcosa in me era cambiato: il sole sulla pelle era diverso, l’aria era diversa, la realtà era mutata. Ero diven- tato consapevole di una parte della vita: la morte, che prima in qualche modo ignoravo.

Il rapporto con mio padre in vita fu spesso conflittuale, ricco di litigi e ri- picche. Incominciammo ad amarci da quel giorno. Da quel momento iniziai a sentirlo finalmente vicino e sentii l’affetto vero e profondo che non avevo mai potuto sentire prima; eravamo solo più noi due, noi e i nostri cuori, insieme al forte rammarico per tutti gli abbracci che non avevamo saputo darci.

Le nostre personalità, che da sempre ci separavano, finalmente erano sva- nite nel nulla. La Vita, e non la morte, era entrata in noi a risvegliarci.

Capii che la morte è portatrice di Vita, anche se il mio cuore non smise mai di piangere. Dopo quegli angoscianti momenti ebbi modo di scoprire cose che prima non avrei potuto vedere della realtà.

Ogni morte è una rinascita, e non solo per chi abbandona il corpo. Per chi resta significa scoprire in sé la forza di continuare a vivere, che miracolosa- mente affiora dal cuore straziato. Non bisogna vivere la morte dei nostri cari chiusi a proteggerci e timorosi di tutto, ma dobbiamo viverla nell’autenticità di una rinascita, di una nuova realtà che si sta svelando a noi, tutta da vivere e da scoprire, giorno dopo giorno, passo dopo passo.

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Quando una persona amata ci lascia, concediamoci di vivere la vita che ci aspetta senza ansie e timori, e scopriremo gradatamente, senza fretta, che tutto intorno a noi si rischiarerà di luce, in un nuovo equilibrio, ma questa volta su un livello più elevato di prima, perché in noi e in tutti coloro che ora stanno piangendo, c’è molta più Vita. Dobbiamo aprirci a questa nuova realtà esatta- mente come quando, nascendo, ci abbandoniamo alla nuova vita; e scopriremo cose meravigliose, prima fra tutte, noi stessi e la nostra Luce, con la quale, po- tremo confortare i cuori di tutti coloro che avremo accanto.

La morte è la Vita che entra in noi; è il miracolo del crescere che ci porta a rinascere a una nuova esistenza, e questo accade solo quando siamo pronti, anche se dentro di noi non lo sappiamo.

Ti sto aspettando Sono qui per te

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30. Le guarigioni

Le guarigioni miracolose “Quando leggiamo di fatti miracolosi, come di guarigioni avvenute per la comparsa in sogno di qualche santa figura come Padre Pio, Sai Baba, o il Cristo, che scende e dice: “tu sei guarito”, non riusciamo a capire come questo accada. È proprio la capacità di sintonizzarsi su questa Energia a cui riconosciamo il potere dell’armonia, della guarigione, dell’equilibrio, e alla quale ci affidiamo to- talmente, a rendere operante la guarigione. Il grande problema, o difficoltà, sta nel fatto che dobbiamo sentirla. Purtroppo viviamo in una cultura solo mentale, dove il progresso avanza attraverso il pensiero della scienza, infatti procede con la mente, ma non è la mente quella che realizza i miracoli. … Le guarigioni miracolose avvengono nel momento in cui c’è il risveglio della Coscienza, quando cessiamo di essere effetto e incominciamo ad es- sere causa. Dobbiamo essere a questo livello per operare la guarigione, e sovente per portarci a questo livello dobbiamo usare degli stratagemmi come quello di trasferire la coscienza, che ancora non padroneggiamo, su qualcun altro. Precisiamo. Ci è molto più facile guarire se diventiamo devoti, che so, della Madonna di Lourdes, della Madonna di Guadalupe o di S. Rita, o di padre Pio, o di Gesù. Ci rivolgiamo a Lui dicendogli: “Signore tu che puoi tutto, tu che hai questo potere, guariscimi, affido a te la mia salute” È il discorso che ognuno dovrebbe fare al proprio Sé, se avessimo superato tutte le barriere che abbiamo creato fra noi e Esso. Allora ci è molto più comodo rivolgerci al Santo che abbiamo scelto, visto che in Lui queste barriere non ci sono, che è pura Coscienza, che è pura Luce azzurra.

Ezio Ceriana, incontro del 29-05-00.

Molte guarigioni miracolose, intendendo per esse quei fenomeni inspie- gabili attraverso i quali avviene una remissione completa e spontanea di un male considerato incurabile dalla medicina ufficiale, avvengono per la capa- cità di alcuni individui di riuscire ad entrare in contatto con l’energia della loro Realtà spirituale, il Sé. In questi casi, accade che il malato riesca a sentirne la vibra- zione proprio pregando il Santo a cui è più devoto, grazie ad un

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atteggiamento di completo abbandono a qualcosa di esterno a sé in cui crede fortemente.

La nostra Anima è oltre al corpo-mente in cui ci riconosciamo; si trova su un livello di coscienza che potremmo definire “al di fuori” della manifesta- zione, ma la mente fa molto fatica ad accettare che questa Essenza sovra- mentale onnipotente, dalla quale fluiscono atmosfere indicibili di armonia e amore, sia la nostra vera Realtà. Spesso la mente ha bisogno, per riuscire ad abbandonarsi completamente al Sé, di dare a Esso il nome e il volto di qualche santo a cui è devota. Ma la vera realtà di un Gesù, di un Buddha, di un Padre Pio, o di qualunque altro santo, è la Consapevolezza, questa pura Essenza che si trova su un livello dove non esiste più alcuna separazione e che non si rico- nosce nell’uomo in carne ed ossa tanto glorificato. Solo la mente localizza e separa ogni cosa e per questo non riesce a capire come può esistere una realtà dove non esiste separazione, dove tutto è uno.

Quando il Cristo viene ringraziato per le guarigioni, la prima cosa che egli dice è: “non io ma il Padre mio ti ha guarito” oppure “non io ma la tua fede ti ha salvato”, perché il potere non è dell’individuo, in quanto personalità fatta di una mente e di un corpo, ma di quella sua pura Essenza spirituale, libera di essere la creazione intera e dalla quale tutto nasce e prende forma.

Può accadere allora che nei momenti più angoscianti di una malattia, vis- suta ormai senza più la speranza di guarire, l’uomo si arrenda e incominci a pregare e ad abbandonarsi completamente alla sua Essenza divina o all’imma- gine di un Santo che la rappresenti.

In questo stato di totale arrendevolezza, la mente rallenta la sua frenetica corsa, lasciando così affiorare gradatamente le armoniose atmosfere del Sé.

Nel dolore profondo della sua disperazione, il malato, abbandonandosi, in- comincia a percepire sensazioni di pace e amore, e si sente avvolgere com- pletamente da un caldo e amorevole abbraccio, che lo fa sentire, per la prima volta nella sua vita, amato e protetto; e tutto l’amore che può aver ricevuto fino a quel momento gli sembra nulla al confronto, perché l’amore dell’Anima è l’Amore vero, e in esso egli riconosce la presenza di Dio (o del Santo a cui è devoto) e solo in quel momento, sentendolo, riesce ad abbandonarsi a Lui com- pletamente.

Il suo cuore è così colmo di amore, commozione e gratitudine, che mai così tanto ha amato nella sua vita. Allora il miracolo avviene, perché ricordiamolo, la parte di noi che ama non è la mente, ma è la nostra Essenza divina, e quando amiamo Essa affiora in noi e nella nostra vita con i suoi infiniti poteri.

L’Energia infinita dell’Anima allora va a colmare quella carenza energe- tica che determina la patologia, ristabilendo l’equilibrio e l’armonia del corpo e così la malattia d’incanto svanisce.

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Questi stati di grazia elevano incredibilmente il livello energetico del corpo fisico, perché come abbiamo già visto, aprono tutti i canali energetici (che invece ogni forma di paura, o conflitto emotivo, tende a chiudere) determi- nando la guarigione in tempi brevissimi.

È accaduto che tumori, anche del peso di qualche chilogrammo, nel corso di una notte siano scomparsi, e questo perché il livello energetico dell’organo malato si è nuovamente ristabilito, rendendo così impossibile la vita alle cellule tumorali, che vivono e si sviluppano solo negli organi il cui li- vello energetico delle cellule scende al di sotto di certa soglia.

C’è una parte di noi che è oltre il corpo, oltre la mente e che può tutto: è il

nostro Sé. Allora quale avventura più grande e appassionante può esistere per l’uomo che scoprire in sé questa Essenza divina, l’unica capace di dare un si- gnificato autentico alla sua esistenza, perché solo in Essa finalmente egli si co- noscerà. …. continua …..