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IL PRESEPE PUGLIESE RACCONTATO DA BIANCA TRAGNI -foto- Scritto da Dalila Bellacicco Mercoledì 15 Dicembre 2010 08:00 Da sabato 11 dicembre è in esposizione nel chiostro del palazzo di città un suggestivo presepe “napoletano”, creato dal presepista Stefano Conte , di Castellana. La serata dedicata alla presentazione dell’opera, inserita nella rassegna “Al tempo della luce nuova” è stata impreziosita da un’appassionata conversazione sul 1 / 5

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IL PRESEPE PUGLIESE RACCONTATO DA BIANCA TRAGNI -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoMercoledì 15 Dicembre 2010 08:00

Da sabato 11 dicembre è in esposizione nel chiostro del palazzo di città un suggestivo presepe“napoletano”, creato dal presepista Stefano Conte, di Castellana.

La serata dedicata alla presentazione dell’opera, inserita nella rassegna “Al tempo della lucenuova” è stata impreziosita da un’appassionata conversazione sul

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IL PRESEPE PUGLIESE RACCONTATO DA BIANCA TRAGNI -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoMercoledì 15 Dicembre 2010 08:00

la storia del presepe e del presepe pugliese in particolare, affidata alla effervescente vis oratoriadella scrittrice e storica Bianca Tragni. In una sua opera, “Il presepe pugliese - Arte e folklore”, redatta con Chiara Gelao ed editaAdda, la Tragni racchiude anni di ricerche e studi sull’argomento. Rendono ancor più preziosala pubblicazione, il patrimonio iconografico a corredo degli scritti e l’estrema cura grafica, cifrastilistica di estrema professionalità e competenza. Nonostante il freddo intenso solo in parte mitigato dalla presenza di lampade riscaldanti, ilpubblico si è rivelato sin dalle prime battute caloroso ed attento, incantato dalla trascinantedialettica della professo

ressa, una “pasionaria” della pugliesità, da lei promossa anche oltralpe. Bianca, infatti, è dapochi giorni rientrata da Bruxelles, città in cui ha presentato alla Comunità Europea e ai nostriimmigrati “Il presepe pugliese”. Dopo i saluti del sindaco, una breve presentazione dell’artista e l’introduzione dell’avvocato Lucio Romano, “cuore e mente” della rassegna natalizia, Bianca Tragni ha esordito affermando che il presepenapoletano ha ucciso il presepe pugliese, tesi sostenuta da motivazioni più che plausibili,

alla luce storica, sociale ed antropologica dei fatti, che pur non ha mancato di destar un fremitodi disappunto tra i tanti estimatori del presepe napoletano presenti tra il pubblico. Bianca Tragni, per altro presidente del Comitato per le Celebrazioni del 150° Anniversariodell’Unità Nazionale , ha ricordato quanto nel passato la“sudditanza” nei confronti del Regno di Napoli abbia penalizzato la Puglia, terra di talenti, artisti,grandi uomini e scienziati che il mondo ci invidia.

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Nei giorni scorsi il presidente onorario del Comitato, Renzo Arbore, incontrato dalla presidentee da alcuni membri del direttivo, ha espresso il desiderio di poter avere nel concerto di bandeda lui diretto per celebrare a marzo in Puglia il 150° anniversario dell’unità, proprio la banda diGioia in rappresentanza delle bande storiche, richiesta accolta con profondo orgoglio delsindaco Piero Longo cheda sempre valorizza e sostiene questa realtà identitaria gioiese. L’evento organizzato dallaPrefettura in collaborazione con il Comitato, è nel “pacchetto” delle celebrazioni del 2011,concordato a livello nazionale.

“Il presepe più che un rito è una passione inestinguibile, un amore sconfinato, un tarlo roditore,un virus contagioso – dichiara la scrittrice – autorappresenta un popolo, così come Dio si è fattocarne, il presepe si è fatto carne del luogo in cui nasce, ne è parte integrante. In Puglia troviamopresepi con stalattiti nella grotta e lo stesso materiale, sia esso carparo o pietra leccese, su cuivengono prima scolpite e poi dipinte le effigi, rappresenta il territorio, le sue unicità”. Dalle sacre rappresentazioni pittoriche e scultoree riferite al Vangelo, al francescano presepe diGreccio risalente al 1223, il presepe di fatto “vive” da 800 anni, attestandosi come una delletradizioni più longeve.

La straordinaria ricchezza di fonti narrative, evangeliche e popolari, ha consentito, fin dal 14°secolo, di differenziare anche in Puglia la rappresentazione della Natività da quella del Presepe. “Questo passaggio – continua Bianca - può essere colto proprio in una chiesa francescana,quella di Santa Caterina a Galatina. In una arcata, nella controfacciata della navata sinistra, ungrande affresco, con la rappresentazione della Natività, fa da sfondo ad un presepe in pietraattribuito allo scultore galatino Nuzzo Barba, intorno al 15° secolo. Adoggi quello di Galatina è ritenuto il più antico presepe di Puglia di cui sopravvivono però solo glielementi centrali: la Vergine, il Bambino, San Giuseppe, il bue e l'asino”.

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Scritto da Dalila BellaciccoMercoledì 15 Dicembre 2010 08:00

E' nel corso del 16° secolo, tuttavia, che la rappresentazione presepiale con scultura in pietra,trova la sua massima affermazione. A fine ‘700, dopo un breve declino, il presepe torna in augema in forme differenti, influenzate dalla moda napoletana dei presepi “vestiti”, che in Puglia“indossano” drappeggi di cartapesta o terracotta. “Sono da considerare "pugliesi" anche i presepi localizzati in provincia di Matera - precisa laTragni - sia perché fino al 1663 è parte integrante della Terra d'Otranto, sia perché è unterritorio del tutto omogeneo, dal punto di vista morfologico, fisico e antropico, a quello dell'altaMurgia”.

E' Stefano Pugliese da Putignano, nel corso del 16° secolo, lo scultore più accreditato econosciuto in Puglia, scultore dei presepi di Grottaglie, Polignano a Mare, Martina Franca. Altriartisti vocati a questa arte sono Paolo da Cassano, aCassano Murge e Bitritto; Altobello Persiodi Montescaglioso e suo fratello Aurelioad Altamura, Tursia Gallipoli e Gabriele Riccardinel leccese, il quale inscenerà per la Cattedrale di Lecce un raffinato presepe disteso su tuttoun altare, in esso compaiono insieme alla Natività, la Cavalcata dei Magi e i Pastori adoranti. Un altro bel presepe a rilievo, di autore anonimo lo si può ammirare a Torre Santa Susanna,anonime anche le tre figure in pietra della Natività di Manduria.

La religiosità popolare riprende vigore nell'Ottocento, quando, con alterna qualità i cartapestaidel Salento e di Lecce iniziano una tradizione viva ancora oggi. Primo protagonista ne fu Mesciu Pietrude li Cristi, soprannome del primo cartapestaio documentato con una statua di San Lorenzo inLizzanello del 1782. Il suo nome era Pietro Surgentee fu il maestro di grandissimi scultori della cartapesta nell'Ottocento. L’uso della cartapesta sarà destinato a rivoluzionare l’arte scultorea sacra, rendendo ben piùleggere e meno costose le statue portate in processione, e di conseguenza dando origine aduna produzione dai ritmi vertiginosi, pronta a conquistare i mercati d’oltre oceano.

“Una bottega leccese produsse angeli per l’America, divenendo ricchissima – ricorda BiancaTragni – una statua di Giovanna D’Arco del ‘700, costruita a Lecce, la si può ammirare inFrancia… i nostri erano eccellenti maestri che nulla avevano da imparare dai napoletani, dailoro “pupi” con faccia, mani e piedi di creta ed abiti sontuosi. Fu proprio un leccese a “rubare l’arte” ai napoletani, un certo Mesciu Chiccu Pierdifumuabilissimo nel creare pupi da presepe in creta. Sua moglie Assunta Rizzo li "vestiva" con pezzidi stoffa alla napoletana se erano di piccolo formato, con drappeggi di carta imbevuta di colla sepiù grandi. Si passò così dal classico pupo napoletano al classico pupo leccese ed il presepeminiaturizzato entro in ogni casa.

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Scritto da Dalila BellaciccoMercoledì 15 Dicembre 2010 08:00

Il rispecchio dell’epoca e della realtà locale nel presepe è evidentissimo. I nobili partenopeiamano farsi ritrarre, i loro volti sono gli stessi dei personaggi e addirittura nei cortili creanoallestimenti presepiali sontuosi, abbelliti con i gioielli di famiglia. Di contro si vedono poveri,miserabili negletti  ritratti emaciati, vestiti di stracci, emarginati nella vita e nel presepe. “Nel presepe napoletano vi è un brulichio, una confusione… Dov’è Gesù? E’ difficile persinotrovarlo nel bailamme di figure ed oggetti. L’intera natività è relegata in un angolo, smarrita intanta ridondanza. Poi arrivano le bande dei turchi, i saraceni ed elementi archeologici,maestose colonne romane

. Ancora una volta la società influenza l’arte. In quegli anni iniziano gli scavi di Pompei edErcolano, il rosso pompeiano è di moda ed incendia i palazzi nobiliari… Il messaggio evangelico è totalmente stravolto nel presepe bizantino, non sono pochi gli scontritra la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica sull’argomento. Maria, come ogni partoriente èraffigurata stesa, mentre Gesù, come ogni neonato, “fa il bagnetto” e viene lavato da duedonne, una è Zoraide, la levatrice che dubitò della verginità della Madonna e, nel verificarla, siritrovò con la mano ustionata, solo il perdono della Vergine la guarirà. San Giuseppe è distante,in un angolo, in atteggiamento pensoso.

Una riflessione scherzosa sulle motivazioni di tanta “pensosità” ha scatenato l’ilarità deipresenti. “Fu Santa Brigida di Svezia – precisa la storica - mistica terziaria francescana e badessa,co-patrona dell’Europa, di ritorno da un pellegrinaggio a Gerusalemme nel 1372, a suggerire le“fattezze” della natività al papa Gregorio 11°, ispirata da una visione. Bianca Tragni conclude l’incontro con un’accorata esortazione, invita a resistere alle lusinghecommerciali di Halloween, Santa Klaus… ad ogni contaminazione culturale destinata adimpoverire il nostro patrimonio di tradizioni e soprattutto a non tradire il nostro presepe. Le fotogallery sono state curate da Mario Di Giuseppe che ringraziamo per la gentilecollaborazione.

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