41
Mike Resnick Articolo di fede ARTICLE OF FAITH copyright © 2008 by Mike Resnick for Jim Baen’s Universe Traduzione di Luigi Petruzzelli © 2009 Pubblicato in forma elettronica per gentile con- cessione dell’Autore su www.edizionidellavigna.it Tutti i diritti riservati

Il racconto Articolo di Fede, per ebook reader con … di fede... · «Non c’è di che, ... rente che avesse creato tutto ciò che sta al mon-do, ... co dell’inferno e la dannazione;

Embed Size (px)

Citation preview

Mike Resnick

Articolo di fede

ARTICLE OF FAITH copyright © 2008 by MikeResnick for Jim Baen’s Universe

Traduzione di Luigi Petruzzelli © 2009

Pubblicato in forma elettronica per gentile con-cessione dell’Autore suwww.edizionidellavigna.it

Tutti i diritti riservati

2 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

La prima volta che lo vidi, stava lavando ilpavimento in fondo alla chiesa buia, in piedi nelraggio di luce che scendeva dalla finestra sopradi lui e gli risplendeva sulla pelle metallica.

«Buongiorno, signore,» mi salutò mentre at-traversavo il vestibolo per dirigermi verso il mioufficio.

«Buongiorno,» risposi. «Sei nuovo qui, vero?Non mi sembra di averti mai visto prima.»

«Sono stato consegnato solo stamattina, si-gnore,» disse.

«Cosa c’era di guasto in Herbie?»«Non sono in grado di dirlo, signore.»«Oh, bene,» replicai. «Hai un nome?»«Jackson, signore.»«Solo Jackson?»«Jackson 389V22M7 se preferisce, signore.»«Jackson va bene,» dissi. «Quando avrai fini-

to quaggiù, vorrei che mi pulissi l’ufficio.»«L’ho già fatto, signore.»«Benissimo Jackson,» approvai. «Mi sento di

3 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

dire che andremo splendidamente d’accordo.»«Lo spero, signore,» auspicò Jackson.Andai nel mio ufficio, e poiché non c’erano

parrocchiani mi tolsi la giacca e allentai il collet-to. Poi mi sedetti sulla poltrona girevole fuorimoda, presi un blocco di carta gialla e una pen-na, e iniziai a darmi da fare sul prossimo sermo-ne. Ci stavo ancora lavorando quando, un’ora piùtardi, Jackson bussò alla porta.

«Entra,» lo invitai.Entrò, portando un vassoio con una teiera,

una tazza e un piattino. «Mi hanno detto che lepiace prendere un tè a metà mattina, signore,»mi informò, «ma hanno trascurato di dirmi se loprende con latte, zucchero o limone.»

«Molto premuroso da parte tua, Jackson,»dissi. «Grazie.»

«Non c’è di che, signore,» rispose.«Certo ti hanno programmato per le buone

maniere,» osservai.«Grazie, signore.» Fece una pausa. «Riguar-

4 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

do a latte, zucchero o limone...?»«Non ne ho bisogno.»«A che ora gradisce il pranzo, signore?» chie-

se Jackson.«Mezzogiorno,» risposi. «E prego che tu sap-

pia cucinare meglio di Herbie.»«Mi hanno dato un elenco dei suoi piatti pre-

feriti, signore,» disse Jackson. «Quale pre...»«Fammi una sorpresa,» lo interruppi.«Ne è sicuro, signore?»«Ne sono sicuro,» confermai. «In un certo sen-

so, il pranzo sembra proprio insignificante quan-do hai passato tutta la mattina pensando a Dio.»

«Dio, signore?»«Il Creatore di tutto,» spiegai.«Il mio creatore è Stanley Kalinowsky, signo-

re,» mi contraddisse Jackson. «Non ero al cor-rente che avesse creato tutto ciò che sta al mon-do, né che il suo nome preferito fosse Dio.»

Non potei trattenere un sorriso.«Siediti, Jackson,» lo invitai.

5 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Appoggiò il vassoio sulla mia scrivania. «Sulpavimento, signore?»

«Su una sedia.»«Ma sono soltanto un robot,» ribatté Jackson.

«Non ho bisogno di una sedia.»«Forse,» risposi. «Ma mi metterebbe più a mio

agio, se ti sedessi.»«Allora lo farò,» accettò, sedendosi di fronte.«È vero che sei stato creato dal dottor Kali-

nowsky,» cominciai, «o almeno non ho motivodi dubitarne. Ma questo implica un’altra doman-da, vero, Jackson?»

Il robot mi fissò per un istante prima di ri-spondere. «Sì, signore,» disse finalmente. «Ladomanda è: chi ha creato Stanley Kalinowsky?»

«Benissimo,» approvai. «E la risposta è cheDio lo ha creato, così come Dio ha creato me eogni altro essere umano, così come ha creato lemontagne e la pianure e gli oceani.»

Un’altra pausa. «Dio ha creato tutto, tranneme?» chiese infine.

6 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«È una domanda interessante, Jackson,» am-misi. «Immagino che la risposta sia che Dio è in-direttamente responsabile di te, perché se nonavesse creato il dottor Kalinowsky, il dottorKalinowsky non avrebbe potuto creare te.»

«Allora anch’io sono opera di Dio?»«Questa è la Casa di Dio,» affermai. «Lungi

da me l’idea di dire a chiunque, anche a un ro-bot, che non è opera di Dio.»

«Mi scusi, signore, ma qual è l’ufficio di Dio?»chiese Jackson. «Non è nella pianta della chiesache mi hanno dato.»

Sogghignai. «A Dio non serve un ufficio. Èovunque.»

La testa di Jackson ruotò lentamente per tre-centosessanta gradi, finché fu di nuovo di frontea me. «Non riesco a vederlo,» annunciò.

«Eppure è qui,» confermai. «È troppo diffici-le da spiegare, Jackson. Devi credermi sulla pa-rola.»

«Sì, signore.»

7 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«E adesso, Jackson, devo proprio tornare allavoro. Ci vediamo all’ora di pranzo.»

«Mi scusi, signore,» interloquì, «ma non so ilsuo nome. Se qualcuno chiede di lei, come laidentifica?»

«Sono il Reverendo Edward Morris,» risposi.«Grazie, Reverendo Morris,» disse; e se ne

andò.Era stata una conversazione interessante, cer-

to più interessante di qualunque altra avessi te-nuto con Herbie, lo sferragliante predecessore diJackson. Eravamo una piccola parrocchia in unpaese piccolo, le nostre fabbriche si erano trasfe-rite altrove, un sacco di gente le aveva seguite, ele altre due chiese avevano chiuso, così nei din-torni non c’erano sacerdoti con cui chiacchiera-re. Il solo fatto di aver risposto alle semplici do-mande di Jackson mi aveva talmente rinfrancatoda essere in grado di affrontare il resto del ser-mone con rinnovata energia.

Lavoravo con impegno su quei sermoni. La

8 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

chiesa stava perdendo terreno quand’ero statotrasferito in paese dal mio incarico precedente.In quei primi giorni riuscivamo a far venire cin-que persone di domenica, e solo qualcuno ognitanto durante la settimana. Poi iniziai a visitarele case dei miei parrocchiani, parlai nelle scuoledel posto, benedii le squadre di football e dibasket prima dei campionati regionali, e candidaila chiesa come seggio elettorale per le elezioniamministrative. L’unica cosa che non volli farefu permettere le partite a tombola in chiesa; inun certo senso mi sembrava sacrilego contribui-re a sostenere le nostre spese spingendo la gentea giocare. Di lì a poco i miei sforzi cominciaronoa dar frutto. In questo periodo di solito alla do-menica potevo aspettarmi tra le trenta e le cin-quanta persone, e raramente trascorreva un gior-no intero senza che due o tre persone si fermas-sero per sentirsi in comunione con Dio.

Il pranzo era sorprendentemente buono. Afine giornata avevo scritto una bozza del sermo-

9 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

ne e Jackson aveva reso la chiesa risplendentecome se fosse nuova... e questa chiesa non erapiù nuova da tanto, tanto tempo. Allineate lungoun corridoio stavano le foto dei pastori preceden-ti; mi era stato detto che un paio di loro prestava-no servizio quando erano presidenti BenjaminHarrison e James Garfield. La maggior parte delgruppo aveva un’aria severa; forse troppo severa,visto come i nostri fedeli si erano assottigliati colpassare dei decenni. Credo che uno dei motivi percui sono stato assunto sia che lascio agli altri il fuo-co dell’inferno e la dannazione; sono fermamenteschierato per la compassione e la redenzione.

Jackson mi si rivolse quando stavo uscendoper la notte.

«Mi scusi, Reverendo Morris,» mi interrogò,«ma devo chiudere a chiave l’edificio quando sene sarà andato?»

Annuii. «Sì. Sono sicuro che quegli uominiappesi al muro lo lasciavano aperto come un ri-fugio, notte e giorno, ma non nel mondo di oggi.

10 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Non possiamo permettere che qualcuno rubi inchiesa.»

«Secondo la mia banca dati una chiesa è unluogo di culto,» fece Jackson.

«Esatto.»«Ma lei mi ha detto che questa era la casa di

Dio, non una chiesa,» rilevò.«Una chiesa è il luogo in cui si adora Dio,»

spiegai. «È questo a renderla la Sua casa.»«Dio dev’essere molto grande per aver biso-

gno di quei soffitti,» notò Jackson.Sorrisi. «Un’osservazione interessante,

Jackson,» dissi. «E indubbiamente Egli potrebbeessere così grande se lo volesse. Ma credo che sifacciano gli interni delle chiese tanto alti non peralloggiare Dio, che non ha bisogno di alloggio,ma per indicare la Sua potenza e la Sua maesto-sità a coloro che vengono qui per adorarlo.»

Non aggiunse altri commenti, così uscii aprendere l’auto. Dovevo ammettere che apprez-zavo quelle poche chiacchiere scambiate con

11 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Jackson, e attendevo con impazienza di parlar-gli ancora il giorno successivo.

Mi preparai un paio di sandwich per cena(cucinare non fa parte delle mie doti) e trascorsiil resto della serata leggendo. Mi coricai alle die-ci, come al solito, e mi alzai alle sei del mattino.Mi vestii, rifeci il letto, posi nel cortile posteriorecardi e semi di girasole per gli uccelli, e infinesalii in auto e mi diressi alla chiesa.

Quando arrivai, Jackson stava pulendo il pa-vimento, proprio come aveva fatto il giorno pre-cedente.

«Buongiorno, Reverendo Morris,» mi salutò.«Buongiorno,» risposi. «Jackson, mi stavo

chiedendo se mi faresti un favore. Devo eserci-tarmi con il sermone prima che ci sia la possibili-tà che stamattina arrivi qualcuno. Potresti perpiacere riempire un bicchiere d’acqua e metterlonel podio sul pulpito?»

«Sì, signore. Devo anche accendere il micro-fono?»

12 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Scossi il capo. «Non sarà necessario. Non c’ènessuno qui in giro ad ascoltarlo. Sto solo facen-do esercizio.»

Uscì a prendere l’acqua e io andai in ufficio,appesi il cappotto nel guardaroba, aprii il casset-to centrale della scrivania e ne tirai fuori il miosermone. Ho uno splendido computer, aggior-natissimo, che probabilmente può pensare millevolte più velocemente di me, ma per qualchemotivo sono più a mio agio scrivendo i sermonia mano su un taccuino.

Apportai un paio di modifiche dell’ultimominuto, poi lasciai l’ufficio. Pochi istanti più tar-di ero in piedi sul pulpito, stringevo la balaustracon ambo le mani come faccio sempre (se non lofaccio, tendo a gesticolare troppo), e stavo pro-cedendo con il sermone.

Quando ebbi finito controllai l’orologio. Mici erano voluti ventidue minuti, che mi sembra-vano una durata accettabile. La mia regola prati-ca era sempre stata che se un discorso è più lun-

13 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

go di trenta minuti probabilmente è noioso, e seè più corto di quindici minuti sembra incomple-to e superficiale.

Alzai lo sguardo dall’orologio e scorsi Jacksonimmobile in fondo alla chiesa.

«Non ti darò più fastidio adesso,» mi scusai,cominciando a incamminarmi verso il mio uffi-cio. «Continua con quel che stavi facendo.»

«Sì, Reverendo Morris,» disse Jackson.Poi mi venne un’idea.«Solo un minuto, Jackson.»«Signore?»«Sei riuscito a sentire il mio sermone?»«Sì, Reverendo Morris. Non mi serve un mi-

crofono o un sistema di amplificazione.»«Avevo la sensazione che non ne avessi biso-

gno.» Lo guardai. «Beh, che ne pensi?»«Non ho capito la domanda.»«Allora lascia che te la spieghi,» dissi. « Ogni

domenica mattina offro un sermone ai miei par-rocchiani. Si suppone che dovrebbe dar loro con-

14 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

forto spirituale, un concetto che nella sua inte-rezza probabilmente è al di sopra delle tue capa-cità di comprensione, ma che dovrebbe ancheinsegnare loro qualcosa.»

«Insegnare qualcosa, signore?»«Come condurre delle vite secondo morale,

spiritualmente soddisfacenti,» spiegai. «Il proble-ma è che qualche volta sono troppo vicino all’ar-gomento del mio tema, così non vedo nessunapecca da un punto di vista logico, nessuna con-traddizione che potrebbe essersi insinuata.» Glisorrisi... non so perché, dato che un sorriso nonha senso per un robot. «Mi piacerebbe che tuascoltassi i miei sermoni, non di domenica mat-tina, ma quando li preparo durante la settimana,e che evidenziassi le incongruenze che conten-gono. Credi di esserne in grado?»

«Sì, Reverendo Morris, sono in grado.»«Bene,» approvai. «In effetti, credo che ini-

zieremo con questo. Te lo ricordi, o devo legger-lo ancora?»

15 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Posso ripeterlo parola per parola, Reveren-do Morris,» mi informò Jackson. «Posso ancheriprodurre la sua inflessione, se è necessario.»

«Non dovrai ripeterlo,» dissi. «Dimmi solose ci sono delle incongruenze.»

«Sì, signore,» fece Jackson. «Lei ha citato unuomo di nome Giona che fu divorato da un enor-me pesce e sopravvisse. Questa è un’incongruen-za.»

«Lo sembrerebbe,» concordai. «E se non cifosse Dio lo sarebbe.»

«Non capisco, Reverendo Morris.»«Dio è onnipotente,» gli spiegai. «Per Lui

nulla è impossibile. Può guarire i malati,resuscitare i morti, dividere le acque del MarRosso in modo che i figli d’Israele possano fug-gire dall’Egitto; così Egli può riportare alla luceGiona dal ventre d’una balena.»

«Ma i succhi digestivi non avrebbero dovutodistruggere le carni di Giona e sciogliere i suoiorgani interni?»

16 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Se Dio non fosse intervenuto, sì,» dissi. «MaDio intervenne.»

«Dio interviene tutte le volte che un uomoviene divorato da un grosso pesce?» chieseJackson.

«No.»Jackson si interruppe per un lungo istante.

«Cosa determina quali uomini Dio salverà?»«Non lo so,» ammisi. «Nessun uomo può sa-

pere come funziona la mente di Dio. Sappiamoche Egli favorisce i giusti e i virtuosi, sebbeneguardando il mondo di oggi sia un po’ difficileda credersi.»

«Devo apprendere di più su Dio se devo giu-dicare adeguatamente i suoi sermoni, Reveren-do Morris,» disse Jackson.

«Sai leggere?»«So leggere e parlare oltre trenta lingue prin-

cipali e duecento dialetti, signore.»«Allora stanotte, dopo che me ne sarò anda-

to, prendi una delle bibbie che teniamo nella nic-

17 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

chia che c’è nel mio ufficio e leggila.»«E questo mi spiegherà Dio?» domandò

Jackson.Sorrisi di nuovo e scossi il capo. «No, Jackson.

Spiegherà la nostra limitata comprensione di Dio.Se sapessimo ciò che Dio sa, saremmo dèi noistessi, ma ci può essere un solo Dio.»

«Perché solo uno?» chiese.«Leggi la Bibbia,» risposi.«Farò come dice, Reverendo Morris.»«Bene,» conclusi, raccogliendo le pagine del

mio sermone. «Vado nel mio ufficio. Mi piace-rebbe bere il mio tè tra circa un’ora.»

«Sì, Reverendo Morris.»E quella divenne la nostra routine per i tre

mesi successivi. Due o tre mattine alla settima-na, in piedi nel pulpito, leggevo il mio sermonead alta voce, e Jackson stava in fondo alla chiesaad ascoltare. Poi mi faceva notare le contraddi-zioni e le incongruenze. Alcune, sempre menoogni settimana, erano imputabili alla sua com-

18 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

prensione limitata della natura di Dio e della re-ligione; il resto erano strafalcioni che sistemavosubito, prima che potessero mettermi in imba-razzo alla domenica.

Un fatto che mi sorprese fu che non mi posemai neppure una sola domanda sulla Bibbia. Sa-pevo che l’aveva letta, perché all’occasione face-va riferimento a un certo passaggio nell’indicareun errore nel mio sermone, ma non ne discutevamai con me né mi poneva domande. Immaginaiche fosse semplicemente al di là della sua com-prensione. Dopotutto, era soltanto un robot, cre-ato unicamente per pulire la chiesa e tenere l’edi-ficio e il resto della proprietà in buono stato.

Di solito usciva dal corpo principale della chie-sa ogni volta che un parrocchiano si fermava a pre-gare, ma un giorno lo notai mentre fissava inten-samente la signora Matthews che si inginocchia-va. Quando se ne andò, lui venne nel mio ufficio erimase fermo sulla soglia finché non lo notai.

«Sì, Jackson,» lo incoraggiai. «Che c’è?»

19 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Ho una domanda, Reverendo Morris,» disse.«Allora chiedi, e farò del mio meglio per ri-

sponderti.»«Ho visto la signora Matthews inginocchiarsi

nella parte anteriore della chiesa. Ho visto altri in-ginocchiarsi laggiù, ma dato che stava piangendoho immaginato che si fosse fatta male. Eppurequando mi sono offerto per aiutarla ad alzarsi oper chiamare un medico, mi ha detto che non ave-va nessun problema fisico, e che era consueto ingi-nocchiarsi a pregare, che significa parlare a Dio.»

«È esatto, Jackson,» risposi. «Ci inginocchia-mo per mostrarGli il nostro rispetto. E lei stavapiangendo perché è molto preoccupata per l’in-columità dei suoi figli, che sono nelle Forze Ar-mate.» Restò senza muoversi né rispondere. «C’èdell’altro?»

«No, Reverendo Morris.»«Allora forse faresti meglio a tornare ai tuoi

compiti.»«Sì, Reverendo Morris.»

20 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Si voltò e se ne andò, e io tornai alle presecon il bilancio della chiesa per il mese successi-vo. È sorprendente quante siano le spese di cui ifedeli non sono consapevoli, come le fatture del-la lavanderia per gli abiti del coro, o le continueriparazioni del selciato del parcheggio; questomese avevo persino dovuto sistemare un’incri-natura in una delle finestre di vetro colorato. Mafinalmente terminai e riposi il registro.

Controllai l’orologio. Erano le 4:29, il che si-gnificava che Jackson si sarebbe fatto vivo entroun minuto, e così fece. In tutto il tempo che ave-va lavorato per me non si era mai presentato inritardo o in anticipo più di mezzo minuto, e le4:30 erano l’ora in cui mi portava la cassetta delleelemosine. Non conteneva molto; in effetti, rara-mente conteneva qualcosa. Contai il denaro, lomisi in una busta e preparai una distinta di ver-samento.

«Grazie, Jackson,» dissi.«Di nulla, Reverendo Morris.»

21 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Vedo che Sheldrake fa il trenta percento disconto a chi va a cenare prima delle 5:30,» osser-vai. «Credo che andrò via un po’ presto stasera,mi fermerò in banca, e mi concederò una bellacotoletta di vitello. Mi dispiace lasciarti solo,ma...»

«Non sono mai solo,» mi contraddisseJackson.

«Scusa?»«Dio è onnipresente, vero?»«Sì, lo è,» dissi, sorpreso.«E questa è casa Sua,» proseguì, «così Egli è

certamente qui.»«Decisamente ben detto, Jackson,» concordai

entusiasta. «Forse permetterò che sia tu a scrive-re un sermone uno di questi giorni.»

Raccolsi la busta per il versamento, gli diediuna pacca sulla spalla mentre mi incamminavo,e lasciai la chiesa. Per tutta la cena non potei farea meno di pensare a quel che aveva detto Jackson.Oh, sapevo che aveva letto la Bibbia, e aveva

22 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

ascoltato i miei sermoni, ma che un robot sugge-risse che Dio esisteva ed era onnipresente... beh,era notevole. Mi ritrovai persino a chiedermi chegenere di sermone avrebbe potuto scrivere unrobot.

Quando mi presentai in chiesa alla mattina,il vecchio Perry Hendricks mi stava attendendo.Non era ancora riuscito a superare la morte del-la figlia, che per quasi tre anni aveva combattutouna battaglia persa contro il cancro, e trascorsil’ora e mezza successiva tentando di confortarlo.Era l’unica parte del mio lavoro che odiavo; nonche non volessi portare consolazione agli afflitti,è solo che mi sentivo così inadeguato...

Poi la signora Nicholson si fermò per accer-tarsi che la chiesa sarebbe stata disponibile per ilmatrimonio di sua figlia, e per discutere gli ac-cordi economici. Notai che non parlammo delfatto che sua figlia era incinta di cinque mesi, manon è compito mio giudicare, solo portare aiutoe conforto.

23 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Quando se ne fu andata, Jackson entrò in uf-ficio con il mio tè.

«Mi dispiace per il ritardo,» si scusò, «ma nonvolevo interromperla mentre era a colloquio conun parrocchiano.»

«Molto premuroso da parte tua,» dissi. «Sedovessi accorgermi di non poter fare a meno delmio tè quando ho un visitatore, sarò io a chia-marti.» Mi versai una tazza e ne bevvi un sorso.«Molto buono. Vorrei poterlo condividere con te.»

«Non posso consumare cibo o bevande, Re-verendo Morris,» puntualizzò Jackson.

«Lo so. Eppure, desidererei che ci fosse qual-cosa che posso fare per te, per ringraziarti di tut-te le cortesie che hai compiuto per me. Dopo tut-to, né prepararmi il pranzo né analizzare i mieisermoni si possono considerare parte delle tuemansioni.»

Rimase completamente immobile per quasitrenta secondi e poi, proprio quando pensavo chegli si fosse guastato l’alimentatore, parlò: «C’è una

24 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

cosa che può fare per me, Reverendo Morris.»«Cosa?» esclamai sorpreso. Dopo tutto, pri-

ma nessun robot mi aveva mai chiesto un favore.«Permettermi di sedere con i suoi fedeli le

mattine della domenica,» disse Jackson.Di tutte le cose che avrebbe potuto dire, que-

sta era quella che meno mi aspettavo.«Perché?» domandai.«Vorrei diventare un membro della sua chie-

sa.»«Ma sei un robot!» buttai lì senza riflettere.«Se Dio è il Dio di ogni cosa, allora non è an-

che Dio dei robot?» incalzò Jackson.«Non avrei mai dovuto dirti di leggere la Bib-

bia,» constatai. «È stato un errore.»«La Bibbia è vera?» chiese Jackson.«Sì, la Bibbia è vera.»«Allora non è vera per i robot quanto è vera

per gli uomini?»«No,» dissi. «Mi dispiace, ma non lo è.»«Perché?»

25 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Perché i robot non hanno un’anima,» risposi.«Dov’è la sua?» chiese Jackson.«Le anime sono intangibili,» spiegai. «Non

posso mostrarti la mia, ma so di possederla, e soche è parte integrante di me.»

«Perché a me non è permesso fornire la stes-sa risposta?»

«Stai rendendo le cose molto difficili,Jackson,» dissi.

«Non desidero esserle causa di disagio né im-barazzo,» rispose Jackson. Si interruppe, poi pro-seguì: «Questa non è una manifestazione dell’ani-ma?»

«Ammettiamo per amor di discussione chetu abbia ragione,» supposi. «Come giustifichi chenessun altro robot abbia un’anima?»

«Non accetto questa ipotesi,» disse Jackson.«La Bibbia mi dice che siamo tutti creature diDio.»

«Tu puoi essere disattivato,» puntualizzai.«Chiedilo a un qualunque esperto di robotica.»

26 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Anche lei,» replicò Jackson. «Lo chieda a unqualunque dottore. O tiratore scelto.»

«Questa discussione è inutile,» osservai conaria infelice. «Anche se tu dovessi convincere me,i miei parrocchiani non accetterebbero mai unrobot tra loro.»

«Perché no?» chiese.«Perché tutti hanno un amico o un parente

che ha perduto il proprio impiego a causa di unrobot,» gli feci notare. «I nostri due stabilimentisi sono trasferiti, non appena usciti dalle scuole inostri giovani lasciano la città per cercare lavo-ro, ed è così in tutta la nazione. C’è un’enormeantipatia nei confronti dei robot, di questi gior-ni.» Sospirai profondamente. «È un segno deitempi,» conclusi.

Non mi diede nessuna risposta, il che mi fecesentire anche peggio.

«Per favore, dimmi che capisci,» continuai.«Capisco, Reverendo Morris.»Ci fu dell’altro silenzio imbarazzato.

27 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Hai qualcos’altro da dirmi prima che peroggi concluda?» chiesi.

«No, Reverendo Morris.»«Allora ti rivedrò domani,» terminai, «e cer-

chiamo di non continuare questa discussione.»Quella notte fui agitato, e non riuscii a dor-

mire. Feci una lunga passeggiata, sperando chemi avrebbe giovato, e alla fine mi ritrovai davan-ti alla chiesa. Forse inconsciamente avevo pro-gettato di camminare fin là, non lo so. Ma decisiche, visto che c’ero ed ero ancora ben sveglio,avrei anche potuto entrare a sbrigare qualchepratica. Entrai da una porta laterale e mi incam-minai verso l’ufficio, quando udii una voce cheparlava sommessamente.

Curioso, mi incamminai nella sua direzione,e un istante dopo mi ritrovai nel retro della chie-sa scura. Jackson era inginocchiato davanti all’al-tare, e riuscii appena a distinguerne la voce:

«Il Signore è il mio pastore, non temerò...»Mi voltai e tornai a casa senza disturbarlo.

28 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Trascorsi una notte orribile, assillato dal ri-morso. Mi ero quasi aspettato che la discussioneproseguisse di mattina, ma quando giunsi in chie-sa Jackson stava pulendo sotto le panche, e quan-do lo salutai mi rispose con un frettoloso“Buongiorno, Reverendo Morris”. Mi portò il tèmattutino in orario, e non proferì parola riguar-do alla discussione del giorno prima.

Il pranzo trascorse senza incidenti, come pureil tè del pomeriggio, come pure l’intera giornata.E il giorno dopo, e quello dopo ancora, e finalmentesmisi di attendere che accadesse qualcosa.

Pare che avessi smesso troppo presto.Accadde quattro giorni dopo, domenica mat-

tina. Aspettavo nel mio ufficio, scarabocchiandoun paio di modifiche dell’ultimo minuto sul te-sto del mio sermone. Alla fine uscii e stetti in piedisul pulpito, di fronte al mio gregge.

Iniziai, come sempre, con una benedizione.Poi li avrei guidati nella preghiera, quindi qual-che inno, e per finire il sermone... ma mentre pro-

29 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

nunciavo le prime parole percepii un senso dicrescente disagio. Dapprima non riuscii a indi-viduarne la causa. Sempre più fedeli fissavanoqualcuno che si era appena seduto in una delleultime file, ma non riuscivo a immaginare qualefosse il problema, dal momento che, per prega-re, tutti erano i benvenuti. Poi il nuovo arrivatosi mosse leggermente, e vidi la luce splenderesulla sua guancia.

Era Jackson. Aveva scovato una crema colorcarne, o forse se l’era fabbricata da solo, e se neera cosparso il volto, la testa e le mani. Indossa-va un abito logoro che gli calzava male, qualcosache probabilmente aveva scovato nel vicolo die-tro, rovistando tra la spazzatura. A una primaocchiata, con la luce fioca della chiesa, forse dauna trentina di metri, sembrava umano... ma soloa una prima occhiata, e solo da lontano.

Scesi dal pulpito, camminai fino all’ultimapanca, e restai in piedi di fronte a Jackson.

«Vieni con me,» gli ordinai. «Adesso!»

30 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Si alzò, e lo condussi alla piccola anticameradietro l’altare, chiudendo la porta dietro di noi.

«Va bene, Jackson,» lo rimproverai. «Che idea è?»«Per dei motivi che mi sfuggono, lei ha con-

sentito l’accesso in chiesa solo agli umani,» rispo-se. «Ho pensato che, sembrando uno di loro, avreipotuto diventarne membro.»

«Serve più di un po’ di trucco e d’un abitostracciato per essere un uomo,» puntualizzai se-vero.

«Cosa ci vuole?» chiese.«Pensavo che ne avessimo già discusso,» dissi.«Se Dio mi ha creato, perché mi è proibito

parlarGli?» insisté.«Non ti è proibito parlarGli,» puntualizzai.

«Ti è proibito parlarGli nella mia chiesa, quandoi miei fedeli sono riuniti alla domenica mattina.»

«Se la chiesa non è considerata il miglior luo-go per parlarGli, perché lei viene qui tutte lemattine?» mi incalzò. «Perché la gente si riuni-sce qui per parlare a Dio se può farlo ovunque?

31 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

Se la domenica non è il momento più opportu-no, perché non si riuniscono di martedì?»

Il mio primo istinto fu di dire “Forza dell’abi-tudine”, ma così facendo avrei negato tutto ciòche avevo fatto in vita mia; allora cercai di espri-mere la risposta in termini che lui avrebbe capi-to e che io avrei potuto accettare.

«È stato detto che l’uomo è un animale socia-le,» cominciai. «Trova conforto nella vicinanzadegli altri uomini. Potrei definire i concetti disolitudine e isolamento, ma non comprenderestiil vuoto emotivo che li accompagna. Gli uominisi riuniscono per pregare in chiesa perché offreloro un senso di conforto, di comunanza, di va-lori condivisi. Riesci a capire quel che ti sto di-cendo?»

«Cosa le fa pensare che non comprenda ilvuoto emotivo?» fu tutto ciò che disse.

Lo fissai cercando, senza riuscirci, di dare unarisposta.

All’improvviso si udirono dei colpi alla porta.

32 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

«Tutto bene là, reverendo?» chiese una voceprofonda dall’altro lato.

«Se ha bisogno d’aiuto con il robot, ce lo dica!»si offrì un secondo.

«Sto bene!» gridai di rimando. «Uscirò tra unminuto. Per favore, tornate ai vostri posti.» Mirivolsi a Jackson. «Tu stai qui. Non devi lasciarel’ufficio finché non torno, hai capito?»

«Ho capito,» rispose. Niente “ReverendoMorris” né “signore”, solo “ho capito”.

Lo lasciai dov’era, chiudendo la porta dietrodi me, e tornai al pulpito. I sussurri adirati pre-sto si quietarono, quando ripresi il mio posto etutti videro che ero tornato.

«Che diavolo succede, reverendo?» doman-dò il signor Whittaker.

«Che razza di creatura era quella?» aggiunsela signora Hendricks.

Alzai la mano per chiedere silenzio.«Ve lo spiegherò,» dissi. Estrassi il mio ser-

mone dalla tasca e lo fissai. Riguardava alcuni

33 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

dei peccati in cui incorriamo, peccati come la golae l’accidia. D’improvviso mi sembrò così insigni-ficante, così lontano dai problemi che esistevanoproprio qui, nella mia chiesa. «Avevo intenzionedi leggervi questo oggi,» iniziai, «ma credo diavere qualcosa di più importante di cui parla-re.» Strappai a metà il sermone e lasciai che i pezzicadessero volteggiando sul pavimento.

Mi accorsi di avere la profonda attenzione ditutti, decisi di cominciare a parlare prima di per-derla, e sperai che mi uscissero le parole giuste.

«Quella visione inquietante che avete scortoera Jackson, il robot che molti di voi hanno vistoeseguire lavori di manutenzione in chiesa negliultimi mesi. Come tutti i robot, possiede l’istintodi trovare i difetti e rimuoverli.» Mi interruppi eabbassai lo sguardo sul mio gregge. Erano dipessimo umore, ma almeno mi stavano ascoltan-do. «Un giorno, pochi mesi fa, decisi di sfruttarequell’istinto provando i miei sermoni di fronte alui, per fargli indicare tutte le contraddizioni. Ciò

34 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

lo condusse inevitabilmente a indicare come il-logiche e contraddittorie cose che noi accettiamocome articoli di fede; così, per fare in modo checapisse la differenza tra queste affermazioni e leeffettive pecche, gli feci leggere la Bibbia. Fino apoco fa non mi ero accorto che l’ha presa comeuna verità letterale.»

«Ma è una verità letterale!» scattò il signorRemington. «È la parola di Dio!»

«Lo so,» dissi. «Ma lui pensa che si applichiai robot come agli uomini. Crede di avere un’ani-ma immortale.»

«Una macchina?» sbuffò il signor Jameson. «Èblasfemo!»

«Non è abbastanza che ci portino via il no-stro lavoro,» aggiunse la signora Willoughby.«Adesso vogliono anche prendersi le nostre chie-se!»

«È blasfemo!» ripeté il signor Jameson.«Dobbiamo mostrare compassione,» li esor-

tai. «Jackson è un’entità morale, etica, il cui uni-

35 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

co desiderio è unirsi a questa parrocchia e pre-gare il Creatore d’ogni cosa. Ecco perché ha mes-so in atto un rozzo tentativo di sembrare unuomo... per potersi sedere con voi ed essere incomunione con Dio. È davvero così orribile?»

«Lo mandi a una chiesa per robot, se riesce atrovarne una,» disse il signor Remington, la vocecolma di sarcasmo e disprezzo. «Questa è pernoi.»

«Non è giusto, reverendo,» dissentì la signo-ra Hendricks. «Se lui ha un’anima, allora perchéil mio aspirapolvere o il carro armato di mio fi-glio no?»

«Sono solo un uomo,» osservai, «e un uomopieno di difetti. Non pretendo di avere tutte lerisposte, e neppure la maggior parte. Mediteròsulle vostre obiezioni settimana prossima, e vo-glio che ciascuno di voi cerchi nel proprio cuorese c’è un po’ di compassione per una creatura,qualunque creatura, che desidera soltanto adora-re Dio in nostra compagnia. Domenica prossi-

36 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

ma, invece di un sermone, discuteremo le nostreriflessioni in merito.»

Anche dopo che ebbi concluso continuaronoa mormorare. Volevano parlarne subito, ma fi-nalmente posi termine alla discussione e insisteiche andassimo tutti a casa a dormirci sopra, poi-ché l’argomento meritava una seria riflessione,non una reazione istintiva. Mi posi in piedi ac-canto alla porta per ringraziare ciascuno di loroper essere venuto, come facevo sempre, ma treuomini si rifiutarono di stringermi la mano. Dopoche l’ultimo se ne fu andato, tornai all’anticame-ra, la aprii, e ordinai a Jackson di ripulirsi dallacrema la faccia e le mani e di rimettere l’abitosbrindellato dove lo aveva preso.

Andai a casa, scoprii di essere tanto turbatoda non avere fame, e decisi di farmi una lungapasseggiata. Era buio quando rientrai, e ancoranon avevo risolto nessun problema. Le animeerano un possesso esclusivo degli uomini? E seun giorno avessimo incontrato una razza aliena

37 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

senziente, là fuori, in mezzo alle stelle? O il gior-no in cui un delfino o uno scimpanzé avesseropregato lo stesso Dio che io prego? E se andavabene per un alieno o un delfino, perché non perun robot?

Non avevo risposta quando arrivai a casa, edopo una notte quasi insonne ancora non l’ave-vo trovata.

Tornai in chiesa di mattina. Sapevo che qual-cosa non andava già a cinquanta metri di distan-za, perché le porte erano socchiuse, e Jackson nonle lasciava mai aperte. Entrai, ed era chiaro cheJackson non aveva svolto nessuno dei suoi com-piti mattutini. Il pavimento era sporco, i fiori nonerano stati annaffiati, l’immondizia non era sta-ta portata fuori.

Decisi che, avesse o no un’anima, il suo com-portamento stava diventando proprio troppoumano. Herbie poteva essere stato un vecchiomodello antiquato, ma faceva il suo lavoro, nonera mai di malumore né si mostrava mai risenti-

38 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

to. Solo agli umani era concesso il lusso di unpessimo umore o di un cattivo comportamento.

Poi vidi che la porta del mio ufficio era attac-cata per un solo cardine, ed era danneggiata ol-tre ogni possibilità di riparazione. Il primo pen-siero che mi attraversò la mente fu di essere sta-to derubato, e corsi verso l’ufficio, dimentico delfatto che laggiù non c’era nulla che valesse unfurto.

Quando raggiunsi la soglia, mi bloccai. Là,sul pavimento dell’ufficio, giaceva Jackson. Ilcorpo metallico era coperto di ammaccature, unagamba gli era stata strappata e un braccio era sta-to segato a metà; la testa era talmente rovinatada essere quasi irriconoscibile.

Non ci vuole un genio per capire quel cheera successo. Ai miei parrocchiani non era pia-ciuto quel che aveva fatto Jackson, e quello cheavevo detto io era piaciuto anche meno, così ave-vano deciso di assicurarsi che non avrebbero maidovuto condividere una panca con un robot. E

39 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

questi non erano stranieri, né teppisti ubriachi.Erano il mio gregge, i miei parrocchiani. Tutto ciòche riuscii a pensare fu: se dopo tutto il mio durolavoro si comportano così, che dire di me, l’uo-mo tenuto a offrire loro una guida spirituale emorale?

Mi inginocchiai sulle piastrelle del pavimen-to, accanto a Jackson. Signore, era devastato! Piùlo guardavo da vicino, più scoprivo buchi e am-maccature. Almeno uno dei suoi aggressori do-veva avere qualcosa di simile a un rompighiac-cio, e lo aveva pugnalato e pugnalato e pugnala-to. Un altro aveva una sega in grado di tagliare ilmetallo. Altri avevano strumenti diversi.

Mi chiesi quanto avesse sofferto. I robot pro-vavano dolore? Penso di no, ma non ritenevo nep-pure che credessero in Dio, e allora chi lo sa?

Decisi di raccogliere i vari pezzi e metterliinsieme. Questa era la casa di Dio, e sembravaun’oscena profanazione lasciare Jackson sparpa-gliato per tutta la stanza. Poi, quando mossi il

40 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

suo torso e il braccio attaccato, vidi una sola fra-se incisa su una piastrella da un indice metallico:

Padre, perdona loro perché non sanno quello chefanno.

Diedi le dimissioni il giorno dopo. In effetti,nello stesso istante abbandonai la mia vocazio-ne. Negli ultimi otto anni ho fatto il falegname.Non si guadagna molto, ma è un lavoro onestoe, come chiarisce la Bibbia, uomini migliori dime hanno scelto la stessa professione. Tutto il miopersonale è costituito da robot. Parlo con lorotutto il tempo, ma devo ancora trovarne uno chesia interessato a qualcosa di diverso dallafalegnameria.

In quanto a Jackson, lo restituii alla fabbrica.Non so perché. Certo meritava una sepoltura cri-stiana, ma non gliela diedi. Significava che nelprofondo del mio cuore non pensavo sul serio

41 / 41

Mike Resnick - Articolo di fede

www.edizionidellavigna.it

che potesse possedere un’anima? Non lo so.L’unica cosa che so è che da allora mi vergognodi me stesso. Quali che fossero i suoi peccati,meritava di meglio.

Non so come si sbarazzarono di lui. Suppon-go che l’abbiano demolito per trasformarlo inpezzi di ricambio. Ancora oggi mi manca, più diquanto un uomo dovrebbe sentire la mancanzadi una macchina. Ogni Pasqua vado in auto finoal mucchio di rottami dietro la sua fabbrica edepongo una corona. Sono ancora abbastanzareligioso da credere che ne sia consapevole, eforse che persino l’apprezzi. In effetti, mi sorpren-do a pensare che, se conduco una vita abbastan-za virtuosa, uno di questi anni potrò vederlo an-cora. E quando lo farò, gli dirò che aveva ragio-ne fin dall’inizio.

Ha perdonato gli altri; forse potrà perdonareanche me.