19
Andrea Balzani IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA Il Sette‑Ottocento; il Novecento; il periodo contemporaneo; trascrizioni e parafrasi

IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

  • Upload
    others

  • View
    31

  • Download
    5

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

Andrea Balzani

IL REPERTORIOPER PIANOFORTE E CHITARRA

Il Sette‑Ottocento; il Novecento; il periodo contemporaneo; trascrizioni e parafrasi

Page 2: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

Andrea Balzani, Il repertorio per pianoforte e chitarraCopyright© 2019 Edizioni del Faro

Gruppo Editoriale Tangram SrlVia dei Casai, 6 – 38123 Trento

www.edizionidelfaro.it – [email protected]

Prima edizione: febbraio 2019 – Printed in EU

ISBN 978‑88‑6537‑700‑0

In copertina: Guitar & Piano, Pixabay.com

Si ringrazia l’etichetta discografica Velut Luna per la preziosa collaborazione

Page 3: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

INDICE

7 PREFAZIONE

9 INTRODUZIONE

11 CENNI SULL’EVOLUZIONE STORICA DEGLI STRUMENTIIl Pianoforte 11La Chitarra 14

17 IL SETTE‑OTTOCENTOAnton Diabelli (1781‑1858) 17Aubéry du Boulley Prudent Louis (1796‑1870) 25Carl Maria von Weber (1786‑1826) 28Carl Wilhelm August Blum (1786‑1844) 29Carlo Munier (1859‑1911) 30Enea Gardana (XIX secolo) 32Esteve José Ferrer (1835‑1916) 33Ferdinando Carulli (1770‑1841) 34Filippo Gragnani (1768‑1820) 47Francesco Molino (1768‑1847) 48Gottlieb Heinrich Köehler (1765‑1833) 50Gustavo Carulli (1801‑1876) 51Henri Nöel Gilles (1778‑1834) 52Johann Kaspar Mertz (1806‑1856) 53Johann Nepomuk Hummel (1778‑1837) 56Joseph Küffner (1776‑1856) 58Karl Eulenstein (1802‑1890) 60Konradine Kreutzer (1780‑1849) 61Leonhard von Call (1768‑1815) 62Luigi Castellacci (1763‑1830) 68Matteo Carcassi (1792‑1853) 70Mauro Giuliani (1781‑1829) 71Olivier Aubert Pierre (1763‑1830) 77Pietro Pettoletti (1795‑1870) 78Wilhelm Neuland (1806‑1889) 79Wincenty Franciszek Mirecki (1791‑1862) 83Altri autori (Periodo Classico) 84

Page 4: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

85 IL NOVECENTOAdriano Lincetto (1936‑1996) 85Bruno Canino (*1935) 87Carlo Mosso (1931‑1995) 88Charles Wuorinen (*1938) 90Claude Bolling (*1930) 91Eugenio Giudici (1874‑1949) 92Federico Maria Sardelli (*1963) 94Ferdinand Rebay (1880‑1953) 95Franco Margola (1908‑1992) 96Hans Haugh (1900‑1967) 98Ivan Shekov (*1942) 99Karl Heinz Füssl (1924‑1992) 100Mario Castelnuovo Tedesco (1895‑1968) 101Raimo Kangro (1949‑2001) 104Zahr Myron Bickford (1876‑1961) 105Altri autori (Novecento) 106

107 IL PERIODO CONTEMPORANEOAngelo Gilardino (*1941) 107Dan Musselman 109Giorgio Spriano 110Giuseppe Crapisi 112Luigi Donorà (*1935) 114Luigi Giachino 115Altri autori (Periodo Contemporaneo) 117

119 TRASCRIZIONI E PARAFRASIIl repertorio per Clavicembalo e Chitarra 120Riduzioni fondamentali per chitarra e orchestra (pianoforte) 120

125 FONTI BIBLIOGRAFICHEEdizioni 125Link web 125Discografia essenziale 126

Page 5: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

IL REPERTORIOPER PIANOFORTE E CHITARRA

Il Sette‑Ottocento; il Novecento; il periodo contemporaneo; trascrizioni e parafrasi

Page 6: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

7

PREFAZIONE

Sono molto onorato nello scrivere una prefazione all’opera di Andrea Balzani, valentissimo allievo, pianista e musicista, perché da chitarrista ritengo che questo lavoro sulla riscoper‑ta e sulla valorizzazione del connubio pianoforte‑chitarra sia molto importante per il reper‑torio e le ulteriori possibilità del mio strumento. Il lavoro di Balzani parte dalla tradizione: oltre ai vari Giuliani, Castelnuovo‑Tedesco ecc. vengono portate alla luce numerose opere di autori cosiddetti “minori” dell’800 e ’900 che sarebbero andati nel dimenticatoio e che hanno comunque una loro valenza artistica. Tutto ciò si sviluppa e ha un epilogo nel nuovo “millennio” dove la sperimentazione e la ricerca compositiva con questa formazione si arric‑chisce anche dell’uso dell’elettronica musicale. Raccomando quindi vivamente la lettura di questa opera di Andrea Balzani a tutti i chitarristi, pianisti e compositori perché innanzi‑tutto potranno arricchire il loro bagaglio culturale, nonché prendere spunto per creare con questa formazione nuove forme sonore.

Aligi Alibrandi

Page 7: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

9

INTRODUZIONE

Il luogo comune vuole che l’accostamento tra pianoforte e chitarra si risolva in un compli‑cato rebus tanto per i compositori quanto per gli interpreti: troppo diverse sono le sonori‑tà e gli approcci tra i due strumenti, troppo squilibrato l’amalgama e il risultato d’insieme, diverso anche e soprattutto il modo di pensare e costruire le armonie; due strumenti quin‑di che se messi insieme tendono ad apparire fin da subito incompatibili. Inoltre la notevo‑le differenza di volume sonoro costringe il pianoforte a suonare quasi sempre “in punta dei piedi” e la chitarra ad affidarsi a un amplificazione esterna, snaturando in tal modo la pro‑pria qualità timbrica.

Nonostante tali premesse, in passato e soprattutto nel Novecento, diversi compositori so‑no riusciti a ottenere brillanti risultati grazie a un sapiente lavoro sul bilanciamento dei vo‑lumi, delle dinamiche, della resa timbrica e sonora, in particolare per quanto riguarda i “pie‑ni” e i “vuoti” di questi due strumenti.

È fondamentale osservare che specialmente nel periodo classico e romantico la scelta dei compositori di scrivere per questo inconsueto organico è stata spesso dettata da circostan‑ze per lo più pratiche; in quel periodo i centri musicali, artistici e culturali più importan‑ti d’Europa erano Parigi e Vienna (in misura minore anche Londra, dove operavano Muzio Clementi e il costruttore di pianoforti John Broadwood e dove si sviluppò principalmente la letteratura “da salotto”) città in cui fiorì maggiormente la letteratura per questo duo stru‑mentale.

A Parigi e Vienna risiedevano i maggiori virtuosi di chitarra e pianoforte dell’epoca che scrivevano ed eseguivano personalmente le proprie composizioni lavorando frequentemente sia in coppia che in gruppo; il chitarrista Mauro Giuliani scrisse molta musica per chitarra e pianoforte anche in collaborazione con Ignaz Moscheles e Anton Diabelli, entrambi validi pianisti ma anche rinomati insegnanti e compositori, rispondendo così a un’esigenza anche didattica, oppure ancora, il chitarrista Ferdinando Carulli, annoverato tra i maggiori vir‑tuosi dell’Ottocento, a Parigi si avvalse dei consigli di numerosi pianisti per la stesura delle sue parti d’accompagnamento.

Tralasciando le numerose trascrizioni e parafrasi tratte dal repertorio operistico, dal Nove‑cento fino al periodo contemporaneo, la scrittura per questo organico si è notevolmente ar‑ricchita, da una parte perché i compositori (anche non chitarristi o pianisti) sulla scia delle sperimentazioni e delle innovazioni del XX secolo, furono portati a scrivere per strumen‑ti o organici inusuali, dall’altra perché molte composizioni di questo genere furono dedica‑te a rinomati virtuosi oppure importanti interpreti come le due “Fantasie” di Carlo Mosso e Franco Margola dedicate al Duo Guido ed Emilia Margaria oppure la “Fantasia” (op. 145) di Castelnuovo Tedesco dedicata al celebre chitarrista Andrés Segovia e la consorte France‑sca Madriguera Rodon.

Il presente studio intende offrire una ricognizione ragionata sul repertorio scritto per que‑sta formazione.

L’argomento è qui esplorato e diviso in quattro ampie sezioni:– Il Sette‑Ottocento– Il Novecento– Il Periodo Contemporaneo– Trascrizioni e Parafrasi

Page 8: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

11

CENNI SULL’EVOLUZIONE STORICA DEGLI STRUMENTI

Il PIanoforte

La storia del pianoforte risale agli inizi del XVIII secolo per merito del cembalaro padovano Bartolomeo Cristofori, attivo alla corte fiorentina come curatore della collezione di strumen‑ti musicali appartenuta a Ferdinando de Medici, figlio del granduca Cosimo III.

Cembalaro, organaro e liutaio, Cristofori sostituì alla precedente meccanica a pizzico tipi‑ca del clavicembalo una meccanica dove le corde venissero percosse da un sistema di mar‑telletti, un procedimento che similmente avveniva anche sul clavicordo, dove una tangenza di lamette azionate dalla tastiera interviene direttamente sulle corde in modo da perdurar‑ne il suono; in questo modo si aveva quindi la possibilità di variare le sfumature dinamiche a seconda dell’intensità di pressione del tasto, condizione che invece non avveniva nel clavi‑cembalo; a questa invenzione Cristofori dette il nome di “gravecembalo col piano e forte”.Nato dunque come transizione tra l’antico clavicembalo e il contemporaneo clavicordo, il nuovo strumento viene menzionato per la prima volta nel 1711 su uno scritto del marchese veronese Scipione Maffei intitolato “Il giornale dei letterati d’Italia”, ripubblicato poi nel 1719 col nome di “Rime e prose”.

Nonostante l’invenzione tutta italiana dello strumento, i primissimi costruttori di piano‑forti (o “fortepiani”) furono tedeschi (per lungo tempo si è oltremodo dibattuto sulla pa‑ternità nostrana del pianoforte, ormai definitivamente accertata); il primo di cui si abbia notizia fu Christoph Gottlieb Schröter, originario di Holnstein, che l’11 febbraio del 1721 presentò presso la corte di Sassonia due esemplari di pianoforte col nome di “clavicembali a martelli”. Il secondo fu il celebre organaro Gottfried Silbermann, il quale seguendo da una parte la via tracciata da Cristofori e dall’altra quella di Schröter, nel 1726 costruì due piano‑forti di sua invenzione presentandoli, qualche anno più tardi, allo stesso Johann Sebastian Bach che tuttavia ne criticò aspramente la debolezza dei suoni acuti e la pesantezza della ta‑stiera; dopo un lungo periodo di modifiche, esperimenti e perfezionamenti, nel 1747 l’impe‑ratore Federico II (detto il Grande) che possedeva una collezione di pianoforti Silbermann presso la sua tenuta reale a Potsdam, invitò di nuovo Bach a provare i suoi nuovi strumen‑ti; questa volta il responso fu positivo (è significativo che proprio da questo celebre incontro nacque l’“Offerta Musicale” il cui tema fu dettato a Bach dal re stesso, provando su uno di questi pianoforti).

È interessante altresì notare come nonostante l’apprezzamento per il nuovo strumento, Bach anche negli ultimi anni di vita non abbia mai posseduto un pianoforte, rimanendo fe‑dele al clavicordo e al clavicembalo.

La nuova invenzione ebbe larga diffusione in Germania tanto che alla fine del Settecento era considerata la patria del pianoforte, mentre in Italia fu duramente criticata e osteggia‑ta; nel 1732 Cristofori morì a Firenze tra l’indifferenza generale e i successori di Ferdinando de Medici non mostrarono interesse a portare avanti lo sviluppo e l’innovazione di questo ri‑voluzionario strumento1.

Nel 1753, dopo la morte di Silbermann, alcuni suoi allievi seguirono assiduamente la via tracciata dal maestro; suo nipote Johann Heinrich Silbermann continuò l’attività di co‑

1 Attualmente gli unici esemplari di pianoforti appartenuti a Bartolomeo Cristofori sono conservati a New York (Metropolitan Museum of Art) a Roma (Museo degli strumenti musicali) e Lipsia (Musikinstrumenten Museum).

Page 9: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

12

struttore a Dresda, il costruttore Johannes Zumpe avviò per primo un’attività in Inghilter‑ra e Johann Andreas Stein si stabilì a Vienna (dove i suoi strumenti erano prediletti da Mo‑zart) mentre all’Italia, seppur in secondo piano, spettò il merito di un’altra invenzione: il “pianoforte a meccanica verticale” antenato del moderno pianoforte verticale, ideato e co‑struito nel 1739 dal cembalaro e organaro fiorentino Domenico del Mela, che rimase un ten‑tativo isolato, almeno fino agli inizi dell’Ottocento.

Nel 1777 un tedesco di Strasburgo emigrato a Parigi, Sebastian Erhard (poi francesizza‑to in Erard) realizzò il primo modello di pianoforte costruito in Francia e successivamente, nel 1823, in base al modello originale di Cristofori, apportò una nuova importante modifica: il sistema del “doppio scappamento”. Esso consiste in un meccanismo di spinte a molla che facendo rimbalzare il martelletto dalla sua fase di ritorno verso la posizione di partenza, lo trattiene a metà strada, in modo da permettere sia un alleggerimento della tastiera, sia la ri‑petizione in velocità dello stesso tasto.

Erard costruì il primo modello di “pianoforte a coda” nel 1796 applicandovi anche una pe‑daliera. Non sappiamo con precisione quando fu introdotto l’uso dei pedali del piano e del forte; se ne fa menzione per la prima volta già nel 1753 nel trattato “Versucht über die wahre Art das Clavier zu spielen” (“La vera arte di suonare il clavicembalo”) di Carl Philip Ema‑nuel Bach, successivamente furono applicati dal costruttore di pianoforti inglese John Broa‑dwood2 il quale apportò nuove migliorie allo strumento a cominciare dal rinforzo del telaio mediante supporti metallici, modello che venne presto adottato da tutte le principali fab‑briche di costruzione.

Nell’Ottocento assistiamo a un interessante sviluppo del pianoforte, sia perché tantissi‑mi compositori presero a scrivere per questo strumento, quanto perché quest’ultimo diven‑ne il simbolo musicale di un’epoca, quella romantica, con cui culturalmente si identificava.

In Germania soprattutto, dove il Romanticismo affondò maggiormente le proprie radici, dopo Silbermann sorsero numerose case di produzione di pianoforti (Ibach, Schiedmeyer, Blüthner, Bechstein ecc.) tuttora in attività.

In Inghilterra, oltre la Broadwood, sono da ricordare la Collard (della quale fu promotore e finanziatore lo stesso Muzio Clementi, che nel 1770 pubblicò le tre “Sonate op. 2”, la prima musica esclusivamente composta per pianoforte)3, poi la Hopkinson e la Chappel.

In Francia, oltre al celebre marchio Erard (prediletto da Liszt che ne apprezzava larga‑mente il suono ampio e la raffinatezza, talvolta suonando su pianoforti appositamente rin‑forzati) figurano la Pleyel (i cui strumenti erano i preferiti da Chopin per la loro dolcezza e purezza di suono) la Bord, Kriegelstein ed Elckè.

Per quanto riguarda l’Austria oltre la Stein, l’unica casa di produzione di notevole impor‑tanza (ancora esistente) è la Bösendorfer.

L’industria pianistica americana, ultima scesa in capo, raggiunse in capo a pochi anni uno sviluppo notevole; dopo la fondazione della Chickering di Boston nel 1823, il primato assolu‑to spetta alla Steinway & Sons di New York; fondata nel 1853, in breve tempo grazie a con‑tinui perfezionamenti realizzarono modelli di assoluta bellezza e precisione sia per qualità, potenza, brillantezza e durata del suono, che per sensibilità della tastiera, introducendo più avanti, su suggerimento di Ferruccio Busoni, un terzo pedale, il cosiddetto “pedale tonale”).

Relativamente all’Italia attualmente figurano rinomate fabbriche come l’Anelli di Cremo‑na, la Schulze & Pollman di Bolzano ma soprattutto l’azienda Fazioli di Sacile (Pordenone): fondata nel 1981, può vantare pianoforti di qualità assoluta sia in termini di precisione che

2 Di cui un esemplare fu posseduto anche da Beethoven.3 Fanno eccezione il pistoiese Lodovico Giustini che nel 1732 pubblicò a Firenze dodici sonate dal titolo “Sona‑te da Cimbalo di piano e forte detto volgarmente di martelletti”, attualmente considerato l’unico compositore di epoca barocca che dimostrò un reale interesse verso il nuovo strumento e, le “Sonate op. 2” di Johann Got‑tfried Eckard pubblicate nel 1763 con dicitura “per clavicembalo o piano‑forte”.

Page 10: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

13

di resistenza, raffinatezza e potenza del suono, considerati tra i migliori al mondo e presenti nelle più prestigiose sale da concerto.

Nel 1931, su modello chitarristico, viene costruito il primo pianoforte dotato di pick‑up elettromagnetici; realizzato dalla Bechstein Pianofortefabrik fu perfezionato successiva‑mente da Harold Burroughs Rhodes (ideatore del celebre piano Rhodes e Wurlitzer) e ac‑quistato nel 1942 da Leo Fender (col nome di Fender Rhodes), fondatore dell’omonima fab‑brica di chitarre.

Nel 1963 Robert Moog realizza uno dei primi sintetizzatori elettronici, perfezionando i ri‑sultati ottenuti da Maurice Martenot, Raymond Scott e Léon Theremin,

Cronologia fondamentale1709: Invenzione di Bartolomeo Cristofori.1711: Lo strumento di Cristofori viene descritto per la prima volta da Scipione Maffei nel

“Giornale dei letterati d’Italia”).1721: Schröter presenta due “clavicembali a martelli” alla Corte di Sassonia.1726: Silbermann costruisce i suoi primi pianoforti.1733: Silbermann presenta a J.S. Bach due dei suoi pianoforti, ricevendone critiche negative.1739: Il cembalaro e organaro fiorentino Domenico Del Mela costruisce il primo prototipo

di “pianoforte verticale”.1747: Incontro a Potsdam tra J.S. Bach e Federico II per provare i nuovi pianoforti Silber‑

mann (stavolta con esito positivo).1770: Muzio Clementi pubblica la prima musica scritta per pianoforte: le “Sonate op. 2”.1783: John Broadwood brevetta a Londra i due pedali del piano e del forte.1788: Lo stesso Broadwood presenta un nuovo modello di “pianoforte a coda”.1796: Erard presenta il primo modello di “pianoforte a coda” francese.1800: Fondazione a Londra della Collard, finanziata e promossa da Muzio Clementi.1823: Erard applica alla meccanica il sistema del “doppio scappamento”.1853: Fondazione a New York della casa produttrice Steinway & Sons.1859: A New York la Steinway & Sons brevetta il primo grande telaio mono blocco per pia‑

noforte a grande coda.1931: Realizzazione del primo pianoforte dotato di pick‑up elettromagnetici.1963: Robert Moog costruisce uno dei primi sintetizzatori elettronici.

Page 11: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

14

la ChItarra

I primi strumenti a corde da cui trae origine la moderna chitarra probabilmente furono rea‑lizzati circa 3500 anni fa dagli antichi Egizi e poi dai popoli mesopotamici, in particolare dai Sumeri, come testimoniano gli esemplari rinvenuti presso le tombe faraoniche, in alcu‑ni scavi nella regione del Tigri e l’Eufrate e nell’area desertica del Setar (oggi corrisponden‑te all’attuale Iran).La storia della chitarra così come la conosciamo oggi deriva probabilmente dalla vihuela spagnola4 oppure dal liuto5.Intorno alla fine del Settecento alcuni liutai napoletani avevano già iniziato a costruire chi‑tarre a sei corde usando materiale di budello (la più antica risale al 1764 ed è appartenuta ad Antonio Vinaccia)6 espandendosi dapprima in Spagna, in particolare Siviglia e Malaga, poi in Francia grazie all’opera del liutaio René François Lacôte (che ricevette l’apprezzamento di famosi chitarristi del tempo come Carulli e Sor, entrambi residenti a Parigi) e infine in Ita‑lia, soprattutto a Cremona, città dalla grande tradizione liutistica, dove operavano le gran‑di famiglie degli Stradivari, Amati, Guarnieri e Bergonzi.Le prime importanti modifiche furono apportate nel XIX secolo dal liutaio spagnolo Anto‑nio de Torres che aumentò le dimensioni della cassa armonica al fine di ottenere un maggio‑re accrescimento del volume sonoro e ne modificò i materiali (più leggeri e sottili) renden‑do lo strumento lateralmente convesso grazie a un sistema d’incatenatura a ventaglio come supporto.Altra importante innovazione che apportò Torres fu l’adozione definitiva di 6 corde in sosti‑tuzione delle 10 o 12 (con relativi raddoppi) in uso nella chitarra barocca, la stabilizzazione del ponticello e l’introduzione del buco completo di risonanza sulla tavola armonica; in que‑sto lo strumento divenne più facile da maneggiare e dotato di una struttura più resistente.Nel 1920 la liuteria Martin di New York (fondata nel 1833 dal liutaio tedesco Christian Fre‑derik dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti) iniziò a costruire chitarre con corde in ac‑ciaio per far fronte alla richiesta di musicisti country; ciò portò a un forte adeguamento strutturale della cassa con l’introduzione per rinforzo dell’incatenatura cosiddetta a “X”, usata ancora oggi.Sempre in quel periodo, con lo sviluppo delle orchestre jazz‑swing, nacque l’esigenza di crea‑re uno strumento che in termini di volume, potesse essere suonato in un organico più ampio, conservando tuttavia le proprie caratteristiche originali. Il primo che si occupò del problema fu Orville Gibson; liutaio e costruttore di mandolini già dal 1890 brevettò e sperimentò i pri‑mi modelli di chitarra “archtop” che realizzò con corde d’acciaio, cassa arcuata e buca ovale.Intorno agli anni Venti, il progettista Lioyd Loar iniziò a sperimentare i primi rilevatori in prossimità delle corde e nel 1934 Adolph Rickenbaker realizzò il primo pick‑up elettroma‑gnetico (consistente in un trasduttore in grado di trasformare le onde acustiche in impulsi di tipo elettrico).Un anno più tardi la casa produttrice fondata da Gibson lanciò sul mercato il primo model‑lo di chitarra elettrica formata da una cassa di risonanza, due aperture a “effe” e un unico pick‑up.

4 Strumento a fondo piatto a forma di “8” dotato di cinque o sei cori.5 Strumento d’antica origine araba importato in Europa durante il Medioevo, il cui termine stesso si riferisce appunto all’ud – دوعلا, ossia il legno.6 Alcuni studiosi attribuiscono la prima realizzazione di una chitarra a 5 corde con materiale di budello a Vi‑cente Espinel (1550 – 1624); poeta, romanziere, musicista e presbitero spagnolo, a lui si deve anche l’introdu‑zione della forma poetica “dècima” denominata appunto “espinella”.

Page 12: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

15

L’idea di Rickenbaker fu perfezionata prima dal chitarrista Les Paul (che firmò il model‑lo col nome che porta ancora oggi e ricordato anche per essere l’inventore del sistema di re‑gistrazione multitraccia e dell’effetto “delay”) e poi dal tecnico progettista Leo Fender, che creò la Broadcaster (poi Telecaster), sviluppando il concetto di chitarra solid body, principio che sostanzialmente si è mantenuto ancora oggi.

Cronologia fondamentale1764: Prime notizie di chitarre a 6 corde con materiale di budello costruite dai liutai

napoletani (in sostituzione della chitarra barocca di 10 o 12 corde).1850‑1864: Il liutaio spagnolo Antonio de Torres apporta novità fondamentali allo strumen‑

to (aumento delle dimensioni della cassa armonica, materiali più leggeri, curva‑tura laterale, buco completo di risonanza, adozione definitiva delle 6 corde).

1890: Orville Gibson costruisce le prime chitarre con corde d’acciaio e buca ovale (chi‑tarra “archtop”).

1920: La liuteria Martin di New York costruisce chitarre con corde in acciaio dotate di montatura con sistema a “X”.

1920‑1934: Introduzione dei primi rilevatori e pick‑up elettromagnetici per merito di Lioyd Loar e Adolph Rickenbaker.

1935: Primo modello messo in commercio dalla Gibson di chitarra elettrica dotata di pick‑up.

1941-1948: Les Paul e Leo Fender sviluppano definitivamente il concetto di chitarra solid bo‑dy (Broadcaster e Telecaster)

Page 13: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

17

IL SETTE‑OTTOCENTO

anton DIabellI (1781‑1858)Compositore e rinomato didatta austriaco, Anton Diabelli esercitò l’insegnamento del pia‑noforte e della chitarra a Vienna, dove svolse anche attività editoriale. La sua stretta ami‑cizia col famoso virtuoso della chitarra Mauro Giuliani lo spinse a comporre numerose ope‑re destinate a questo strumento; scrisse infatti molti pezzi per chitarra sola o più, chitarra e canto, chitarra e pianoforte o con più strumenti. Vasto anche il suo repertorio pianistico7, oltre a molti quartetti, trii, musica religiosa, balletti, opere teatrali e composizioni per va‑ri strumenti.

Nella produzione per chitarra e pianoforte sono da menzionare la Grande Sonata Brillante op. 102, la raccolta dei Sehr Leichte Stücke, la Sonata per chitarra op. 71, le Sonatine op. 68‑70, il Rondino op. 140 – Leichte und angeneheme, i Valses Melodieuses e le Variazioni su un tema favorito di Rode.

La “Grande Sonata Brillante op. 102”, suddivisa nei classici movimenti Adagio‑Allegro, Adagio non tanto e Allegro, probabilmente scritta per Mauro Giuliani, alterna episodi di espressiva cantabilità melodica a momenti di spiccato virtuosismo:

Grande Sonata Brillante op. 102 – Adagio [Sezione iniziale]

7 Un suo valzer fu utilizzato da Beethoven come tema per le celebri 33 variazioni per pianoforte conosciute an‑che come “Variazioni Diabelli”.

Page 14: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

18

I “Sehr Leichte Stücke” sono una raccolta in quattro volumi di brani facili per chitarra con accompagnamento di pianoforte destinati all’uso didattico, probabilmente composti per i propri allievi o per gli allievi di Giuliani.

Sehr leichte stücke – Marcia (Volume I) [Sezione iniziale]

Page 15: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

19

La “Sonata per chitarra op. 71” (con accompagnamento di pianoforte) si presenta nella sua forma tradizionale ripartita in quattro movimenti (Allegro Moderato, Minuetto, Trio, Polo‑nese) e presenta notevoli difficoltà tecniche, soprattutto per quanto riguarda la parte piani‑stica.

Sonata per chitarra op. 71 – Allegro Moderato [Sezione]

Page 16: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

20

Le “Sonatine op. 68 e 70” nascono come composizioni didattiche in un ambito prettamen‑te cameristico; soprattutto la prima, strutturata in due sezioni (Andante e Rondò) la scrittu‑ra si presenta spesso complessa e talvolta virtuosistica per entrambi gli strumenti, a riprova della competenza e dell’abilità tecnica dell’autore.

Andante – [Sezione]

Page 17: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

21

Rondò – [Sezione iniziale]

Rondò – Cadenza chitarristica [Sezione]

Page 18: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

125

FONTI BIBLIOGRAFICHE

Musiche per chitarra e pianoforte (Ennio Speranza per Edizioni Velut Luna)Storia del Pianoforte (Piero Rattalino)Liuto, Vihuela, Chitarra e strumenti similari nelle loro intavolature (Bruno Tonazzi)La Chitarra (Angelo Gilardino)Il Pianoforte (Alfredo Casella)Musica – La storia illustrata (Gribaudo)Enciclopedia degli strumenti musicali (Oling – Wallish)Viaggio nel mondo della musica (Sergio Prodigo)Storia degli strumenti musicali (Curt Sachs)Orpheus EdizioniLibrary of CongressChitarra e Pianoforte: breve storia della letteratura del duo dall’800 ai nostri giorni(Eugenio Becherucci)

Si riportano le principali informazioni di reperibilità circa il materiale esposto, in riferimen‑to alle edizioni, link, siti web.

eDIzIonI

Ed. BERBEN (www.berben.it)Ed. CURCI (www.edizionicurci.it)Ed. EUDORA (www.edicioneseudora.com)Ed. PIZZICATO (www.pizzicato.ch)Ed. SCHOTT (www.de.schott‑music.com)Ed. SHEETMUSIC (www.sheetmusicplus.com)Ed. SIMEOLI (www.musicasimeoli.it)Ed. SUVINI ZERBONI (www.esz.it)Ed. UNIVERSAL EDITION (www.universaledition.it)Ed. UT ORPHEUS (www.utorpheus.com)Ed. ZANIBON (www.zanibon.it)

lInK Web

www.angelogilardino.comwww.charleswuorinen.comwww.claude.bolling.comwww.danmusselman.comwww.donaldsouter.comwww.free‑scores.comwww.giorgiospriano.itwww.guitargallerymusic.comwww.ivanshekov.dewww.loc.govwww.luigigiachino.itwww.modoantiquo.com

Page 19: IL REPERTORIO PER PIANOFORTE E CHITARRA · Angelo Gilardino (*1941) 107 Dan Musselman 109 Giorgio Spriano 110 Giuseppe Crapisi 112 Luigi Donorà (*1935) 114 Luigi Giachino 115 Altri

126

DIsCografIa essenzIale

– Angelo Gilardino: A Salute from New York (David Leisner and students) @Ed. Bèrben – Italian Music for Guitar and Piano (Duo Vannucci‑Torrigiani) @Ed. Velut Luna – Guitar & Piano 20th Century Works (Duo Yamamoto) @Ed. Audite – Claude Bolling – Concerto for Classical Guitar and Jazz Piano Trio (Claude Quartet) – @ Ed. Brilliant Classics – Ferdinando Carulli – Opere per pianoforte e chitarra vol. 1 e 2 (Duo Halasz) @Ed. Na‑

xos – Ferdinando Carulli – Opere per chitarra e pianoforte (Duo Villa‑Carniel) @Ed. Ligia

Digital – “Tra le corde” – Chitarra e pianoforte (Duo Vettoretti‑De Bernart)