IL RISVEGLIO INIZIATICO - Misraimmemphis.org · 2017. 12. 27. · La Morte, dal punto d'osservazione dell'Iniziazione, è la fase interlocuto-ria, la conditio sine qua non, necessa-ria

IL RISVEGLIO INIZIATICO DICEMBRE 2017

Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis

IL RISVEGLIO INIZIATICO AnnoXXIX–N.12 Dicembre2017

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IL RISVEGLIO INIZIATICO DICEMBRE 2017 2

SOMMARIO

NOINONDIMENTICHIAMO

ILS�G�H�G�S�G�M�...................................................3

SULLAPREPARAZIONEDELLAVERAPIETRADEIFILOSOFI(IX)Marco..................................................................................................8

RITOECERIMONIA

Francesco.........................................................................................12 IL VASCELLO

Enzo..................................................................................................17

RedazioneDirettoreresponsabile:MarcoVannuccini


NOI NON DIMENTICHIAMO

n questi tempi, spesso e giusta-mentedefinititristi,calamitosiedoscuripereffettodellaperditadi

contatto colmondodellaTradizionee quindi col piano dello Spirito, an-chelesocietàiniziaticherisentonodiquelmalessere attraverso il quale ilmondo moderno sta contagiando,con in testa il principe delle sue le-gioni infernali detto serpente dell'i-gnoranza e della superstizione, ogniangolo, persino il più remoto, dellenostre esistenze. Non c'è modo difuggire alle sue spire, al suo letaleabbraccio. Egli ci seduce con le suefalse promesse, ci ammalia, ci illudesino al punto che, una volta com-promessi quanto basta per non riu-scire più a tornare sui nostri passi,finiamocoldivenireschiavisenzadi-gnità.Naturalmente questo quadro e que-sto epilogo non sono definitivi pertutti. Il nostro Rito ci ha insegnatocheesisteunluogoincuiproteggercidagli attacchi e dalle furie di questomostro senza identità, si chiamaGa-binettodelleRiflessioni, l'Atanorna-turalecheriflette lanostra interiori-tà più profonda ed in cui permanesempre accesa la fiamma della spe-ranza cheabbiamo riposto con fidu-cianel suoMetodoquandoabbiamodeciso d'intraprendere il camminodellaconoscenzadinoistessi."Nosceteipsum","Conoscitestesso",questaeralamassimacheappariva,scrittaacaratteri cubitali, sul frontone deltempiodiApolloaDelfi,aindicarea

colorochesiapprestavanoavarcarela soglia dei sacri misteri che pergiungere al Bene Supremo non eranecessario brancolare confusamenteall'esterno ma bastava rinchiudersiinséstessicominciandounduro,pa-zienteedincessantelavorodispolia-zionee rettificazionedeiproprivizi,delle proprie passioni, dei difetti edelle storture che velano la Verità.Perlaleggedelleanalogie"ciòch'èinbassoècomeciòch'èinaltoeciòch'èin alto è come ciò ch'è in basso percompiere il miracolo della cosa

I

Figura1–Nosceteipsum–DanielDyke


Una..."1. Dio è ovunque, nell'infinita-mente piccolo e nell'infinitamentegrande, nei piani visibili e in quelliinvisibili, laddove i sensi fisici nonpossonocogliernelapresenzasenonattraverso il faticoso lavoro dell'Ini-ziazione per gradi che provvede araffinarli e a sublimarli nei corri-spondentisensispirituali,masoprat-tuttoèanche in tuttociòcheancoranon è stato neppure concepito mache potrebbe esserlo se Lui lo desi-derasse!I primi passi dell'Apprendista, intermini simbolici, conducono diret-

1 Dalla "Tavola di Smeraldo" attribuita adErmeteTrismegisto,il"trevoltegrande".

tamente al Gabinetto delleRiflessio-ni. L'esame superficiale di questopassaggio ci lascia immaginare chesiamofiniti inunaspeciediprigionementre in realtà esso rappresenta ilprimospazioautenticodilibertàcheconquistiamoconlamorteiniziatica,spezzandodifattoletirannichecate-nedello spazioedel tempo! IlMale,sotto forme illusorieesuadenti, cer-ca costantemente di convincerci chenonesistenullaoltrelavitabiologicae chequindi tuttovapresoe consu-mato nel breve volgere della nostravita materiale. Oggi, in piena deca-denza spirituale, con l'abbandonoprogressivodiogniseriaricercaediogniseriostudioacarattere iniziati-co,l'uomobrancolasemprepiùnelletenebreenelladesolazioneenonpo-trannoesserenéil"tempo"eneppu-re lo "spazio" a dissetarlo e a soste-nerlo nelle sue crisi d'identità. LaMorte, dal punto d'osservazionedell'Iniziazione,èlafaseinterlocuto-ria,laconditiosinequanon,necessa-riaepreliminareperpoterfinalmen-te rinascere! Quindi non ha né puòaverecaratteredefinitivoe termina-le.Essaèmutazione,cambiamento,èunasogliaattraversolaqualel'uomovecchiosispogliadeisuoiabitivetu-sti per rivestirsi di un nuovo abitospirituale, proseguendo il suo cam-mino verso dimensioni sempre piùsottilieluminose,essarappresentailprimoattovolontariodiLibertà spi-rituale! Non è bastevole una sanamorale, bisogna inquadrarsi inun'e-tica di carattere superiore, senzaconfondersimai col piano politico esociale, anticamera di ogni aberra-

Figura2–LaMorte–TarocchidiRiderWaite


zioneecausaprimadiognipericolo-sa deviazione dal piano della Verità.La guida perfetta in questo nostropercorso si chiama Umiltà, parolachiave che tutto spiega, che tutto ri-porta alla consapevolezza di ciò chesiamoedicomecidobbiamorappor-tareneiconfrontidiDio,dell'Umani-tàedinoistessi.Senzaquestapresadicoscienzal'Ini-ziazione resta una parola vuota epriva di significato. Anzi, va sottoli-neato il fatto che, aperta la Via conunatto fruttodellanostra liberavo-lontà e non di coercizione esterna,questoatto,all'internodiunRito le-gittimo, autentico e tradizionale co-me lo è il nostro, dove i sacri valoridella Tradizione sono ancora gelo-samente conservati e custoditi, pro-duce sempre un rimando. Ovvero,una volta scoccata la freccia indire-zionedelbersaglio,nonabbiamocheunaedunasolapossibilità.Nell'atte-sa che si compiano le esperienze diconsapevolezza interiore col supe-ramento delle prove che volta pervolta assumono aspetti differenti2,quelli che noi preferiamo chiamaregradini di coscienza più che "gradi"in senso gerarchico e amministrati-vo, dobbiamo evitare scivolamentipericolosi,dobbiamovigilarecostan-tementeaffinchélavolontàdipoten-zanon infetti lenostre coscienzee inostri cuori, lavorando impercetti-bilmentecomeuntarlosordoalser-vizio della contro-iniziazione. È im-portante comprendere che nei Riti 2TemadellaricercadellaParolaPerdutaedellasuaesattapronuncia.Temadelsupe-ramentodelleacqueecc.ecc.

ortodossi, dove i Lavori si svolgonodalprimoall'ultimoistanted'apertu-raechiusuraallaGloriadiDioeperla Sua Volontà, le crisi non risoltepossono trascinarsi dietro, nel tem-po, invisibili scorie, destinate primaopoiariflettersieadeflagrareinve-reeproprieribellioni.Soloattraver-solapienaconsapevolezzacheilRitoè una Entità spiritualmente "viva",chesialimentasianelpianovisibile,attraverso i Fratelli e le Sorelle cheformano gli anelli della sua catena,chenelpianoinvisibile, forseancorapiù importante, tramite quei GrandiFratelli chehanno raggiunto la cimadellaGrandePiramideEternaesottolaregiaassolutadelSupremoArtefi-ceDeiMondi,siaffermanoilrispettoed il religioso timore di non recareoffesaal "sacro".Umiltà,persentirsirealmente "fratres in unum". Umiltà

Figura3–MasonicSegmential–Romenno


comeantidotoalvelenodellasuper-bia e dell'orgoglio intellettuale, abil-mente gettato intorno a noi dai de-trattori della Verità, spessomasche-rati da amici avvolti in candidi abititalari. Umiltà per ritornare di tantointantoallaradicedellenostresceltee per rigenerarci attraverso nuoveforzeedenergie.Umiltàcontroipro-fessionisti profani che intendono la"parola"nelsolosenso letterale,chetuttovoglionospiegarciechevoglio-no comprimere l'Amore, il Perdono,laSperanza,laFede,laCaritàneivin-colidiunasterileequazionesillogica,con ciò rischiando di farci passareinutilmente tutta l'esistenza terrenasenza avere la grazia di percepire,neppure per un solo atemporale ed

eterno istante, le vibrazioni potentichescaturisconodall'immersioneto-tale nel Silenzio dell'anima, laddovesi odono, maestose e sublimi, le ar-monieeimelodiosisuonidelleCam-panediDio!Teniamofuoridainostritempli questi professionisti e la ple-tora delle loro voluttuose parole elasciamousciredainostricuoriilse-cretumdiunospontaneismosincero,frutto di un'esperienza prodotta dalvissutoautentico,checihacoinvoltosinnellelatebrepiùprofondedelno-stroessere: sincerità,onestàe lealtàsiano guide del nostro agire! UngrandeIniziato,nonchéunautenticoRosacroce,disseche l'Iniziazione,ri-dottainestremasintesi,nonècheunsemplice "agire" dentro sé stessi,nient'altro. Sacrificio, sacrificio edancora sacrificio, lotta costante con-trotutti inostridifetti,allentamentogradualedeinostri legamiegoici colpianodellamateria. Si chiamavaAr-tephiusefuMaestrodiVergilius.AiGrandiFratellidelNostroVenera-bile Ordine e Rito, per gli insegna-menti ricevuti, con gratitudine im-mutata vanno quest'oggi i nostripensieri,dallasogliachenonèsoglia,doveilvisibilesiconfondeconl'invi-sibile,nell'oraincuitaccionoirumo-ri e si afferma il miracolo della vitachesirinnovadaséstessa!

IlS∴G∴H∴G∴ S∴G∴M∴

Figura 4 –Walking Tall! In themorning light –RakeshRocky


Figura5–Genesis–WojtekSiudmak


SULLA PREPARAZIONE DELLA VERA PIETRA DEI FILOSOFI – PARTE NONA ED ULTIMA –

i poi avrai posto in esso lo Zol-fo Invisibile dei Filosofi, che è tintura di rubedine e spirito di

Vetriolo romano. Accade qui un gran-dioso miracolo, perché, sebbene quello spirito invisibile abbia tintura di rube-dine, tuttavia coagula il Mercurio in sublimazione con grande bianchezza. Tutta questa misteriosa ed apparente-mente astrusa terminologia (Zolfo Invi-sibile, tintura di rubedine, spirito di Ve-triolo romano…) dovrebbe ormai esse-re sufficientemente chiara, almeno dal punto di vista puramente teorico (poi sarà la paziente e costante pratica dell'alchimia a farla vivere anche a li-vello esperienziale) al lettore. Qui ci limiteremo a spiegare il "grandioso mi-racolo" di cui parla il nostro Autore, benché anche il senso di esso dovrebbe essere ormai evidente al lettore che ab-bia ben compreso le dinamiche alche-miche fin qui descritte. Infatti in questa fase dell'operazione lo Zolfo, pur essendo il principio attivo che fa assumere al Mercurio tutte le in-numerevoli forme in cui esso è capace di coagularsi, non agisce ancora in que-sto senso (ciò avverrà per la prima vol-ta solo nel corso della Sesta Operazio-ne) ma, paradossalmente, esplica la sua attività proprio per mantenerlo in uno stato di assoluta mancanza di forma, il che dipende da due fattori: in primo luogo il Mercurio, pur ormai purificato, non è ancora stato scisso nei suoi quat-tro elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuo-co) e, soprattutto, non ne è ancora stata estratta la Quintessenza e solo al termi-

ne di queste operazioni, che il lettore troverà dettagliatamente descritte nel seguito del testo di Rupescissa, il Mer-curio, o meglio, la Pietra in cui si è coagulato, raggiungerà la vera ed au-tentica Albedo (il che avviene al termi-ne della Quinta Operazione) e sarà fi-nalmente in grado di assecondare, sen-za più alcun residuo occulto, l'operati-vità creatrice dello Zolfo. In secondo, ma, in questa fase del cammino, ancor più importane luogo, lo stesso Zolfo, ormai condizionato a sottoporsi a tutte le disordinate varia-zioni del flusso mercuriale, si ritrova a riscoprire adesso la sua centralità più

D

Figura6–Tavoladalmanoscrittodi JeandeRo-quetaillade(Rupescissa)


per assenza di quest'ultime che per un suo nuovo intrinseco vigore e, nel mo-mento in cui gli impulsi si placano fino a scomparire ma ancora non scendono dall'alto nuovi archetipi su cui plasmare il Mercurio, esso rimane sospeso in una situazione di blocco che troverà la sua più drammatica espressione nella fase di Nigredo che dovrà attraversare nella Quinta Operazione e di cui l'esperienza personale che ho condiviso con i lettori nel mio precedente articolo non è che una parziale anticipazione. E questo è quanto molti tra i più grandi Filosofi scrissero, che la Pietra nasce da Mercurio e Zolfo, che non è lo zolfo comune, ma Zolfo Filosofico. Lo zolfo comune è per l'appunto quello all'opera in ognuno di noi quando i più svariati condizionamenti, in primo luo-go ovviamente le nostre passioni ed istinti mercuriali, ma anche e forse più le abitudini, la mentalità e le errate convinzioni che hanno via via bloccato, nel corso della nostro vita, in maniera ancor più diretta, proprio l'intrinseca attività coagulativa dello zolfo, ne han-no invertito il ruolo naturale di centro attivo che doveva tenere con il Mercu-rio. Da questo tipo di zolfo non può na-scere nessuna Pietra, perché esso non fa altro che disfare continuamente ciò che produce e, spinto da un irrefrenabi-le impulso a creare sempre nuove for-me, con tanto più desiderio le aveva plasmate con tanta più rapidità le disfa per coagularne di nuove. Ma ora che quest'impulso contemporaneamente au-tocreativo ed autodistruttivo è stato, almeno nei suoi aspetti più esteriori,

placato, l'operazione di creazione della Pietra dei Filosofi può avere inizio. Sulla predetta preparazione, sublima-zione ed operazione disse Maestro Ar-naldo da Villanova nel "Trattato Para-bolico sul Maggior Editto": "Se un grano di frumento che cade a terra non è morto, esso resterà solo; ma se sarà morto produrrà abbondante frutto". Intendi per grano di frumento che mor-tificherà in terra il Mercurio che morti-ficherà nella terra di sale di Pietra e di Vetriolo Romano; e qui, una volta mor-tificato e sublimato al Fuoco, produce molto frutto, vale a dire la grande Pie-tra, che tutti i Filosofi cercano.

Al di là di tutte le difficoltà di com-prensione ed interpretazione dei testi, al di là della tenace e costante pazienza richiesta dal lavoro alchemico, al di là

Figura7–WispyWheatfield1–HanneLoreKoe-hler


anche del coraggio necessario per af-frontare i momenti più drammatici del lavoro di trasmutazione, la vera e più discriminante difficoltà è proprio que-sta: bisogna essere disposti a morire, e nel modo più radicale possibile. Ognuno di noi ha affrontato, nel corso della sua vita profana e del suo cammi-no iniziatico, morti e rinascite: beni, affetti, convinzioni che identificavano ai nostri occhi l'essere ciò che siamo, con i suoi tratti caratteriali e le sue mo-dalità di rapportarsi agli eventi, e spes-so il fluire degli eventi ci ha costretti a

maturare, ad abbandonare certe modali-tà di essere per assumerne altre, si spe-ra, più adeguate e mature, ma nessuna di queste ha mai intaccato, né poteva farlo, la nostra più profonda natura, an-zi si può dire che, ogni qualvolta ab-biamo abbandonato più o meno libera-mente, per scelta personale o perché spinti dall'ineluttabilità degli eventi, uno di questi attaccamenti, non l'ab-biamo fatto ad altro scopo che quello di salvaguardare comunque ciò che con-sideravamo la nostra più autentica na-tura. Ma in questo modo non ci si trasmuta; forse si matura e si cresce, il nostro Mercurio abbandona forme consunte per assumerne di più salde ed adeguate, ma non esce dal perenne giro del "solve et coagula" volgare. Solo il riconosci-mento di quella che abbiamo sempre considerato la nostra più autentica na-tura come semplicemente una delle tan-te forme che il Mercurio può assumere, al di là della stabilità che abbia avuto nella nostra vita e della pervicacia con cui l'abbiamo protetta, e la drastica de-cisione di immettere anch'essa nel pe-renne ciclo delle dissoluzioni per ritro-vare un'assoluta purezza ci può permet-tere di ottenere finalmente una Materia Prima incontaminata con cui, senza più alcun "ricordo" delle innumerevoli "immagini" assunte dal nostro Mercu-rio, potremo finalmente, in piena liber-tà, plasmare nuove luminose forme non più specchio delle nostre incompiutez-ze ma riflesso interiore dell'Assoluto.

Marco

Figura8–PhoenixCountdown–Angeliq(JovanaGaspar)


Figura9–Freemasonry:AJourneyThroughRitualandSymbol–W.KirkMacNulty


RITO E CERIMONIA – NON VACUA RIPETIZIONE DI GESTI E DI FORMULE PRESCRITTE –

enericamentesidesignano"ri-tuali"quelleazioniumanerea-lizzate consapevolmente in

aderenza a moduli tradizionali, allequalivieneattribuitovaloresimboli-co.In primo luogomi sembrautile ten-tare una ridefinizione di «rito» inquanto tale, partendo da una rifles-sione inchiaveetimologica. Il termi-ne latino ritus, da cui l'italiano rito,ha una storiamolto complessa; nonstupiràquindipiùditantonotarecheil latino ritus abbia avuto alle suespalleunapregnanzaeunsignificatobenarticolato, che,aldi làdellebennoteaccezionidi«cerimonia,consue-tudine,modo,costumetradizionale»,si manifesta come un'armonizzazio-neordinata, una sortadi legame tratuttelepartichelocostituiscono.Non c'è organizzazione umana, siareligiosa che politica, militare o diqualsiasi altro tipo, che prescindadallo svolgimento di rituali per per-seguire ipropri scopi.Nonc'ènulla,infatti, che unisca maggiormente eche dia il senso della appartenenzaad un gruppo, come la partecipazio-neadunrituale.Enonc'èconvinzio-ne più profonda e radicata di quellatrasmessaattraversoirituali.Il rituale è una esigenza profondadellapsicheumanaancheper sotto-lineare ilpassaggiodaunacondizio-neall'altra,èla"porta"attraversocuientriamoinungruppo,inunanuovacategoriadiconoscenza, inunanuo-va età, in un nuovo statomentale e

fisico.Ovunquecisiaun"passaggio",c'èunritochelosottolineaeufficia-lizza.E'questomagicopoteredeiritualidiplasmare le menti umane, di tra-smetteremessaggievaloriediradi-carli profondamente nella coscienzadei partecipanti che maggiormenteaffascina.Amaggiorragioneunasocietàinizia-ticanonpuòprescinderedal rito, inquanto strumento di ordinamento edi armonizzazionedell'Officinaedeisingoli Muratori. Il rituale è quindiun atto comune e individuale ad untempo;mette ingioco ilsingoloFra-tello e la comunità massonica a cuiappartiene, la quale, a sua volta, èchiamatanella sua totalità, attraver-so l'applicazione di una Tradizionesimbolica,astimolare inciascunIni-ziatounpercorsointeriore.

G

Figura10–Ritus–CasperVerborg


«Lavorare»malesulpianoritualesi-gnifica danneggiare sia il percorsocomune sia quello individuale, giac-ché la Massoneria non offre all'Ini-ziato un «credo», ma un'occasioneprofondapermisurarsiconsestesso,mediante il confronto con altri uo-mini che accettano una comunanzadi regole e pietremiliari fondamen-tali; tale comunione, per quanto siesprimaconl'ausiliodiunlinguaggiosimbolicosenzadubbioantidogmati-co,nonèperòcertamenteimprovvi-sata e casuale. Considerare l'aspettoformalisticodel rito edella ritualità,comesesitrattassedianticaglie,se-condouncertomododipensarepro-fano, significherebbe devastare allaradice l'esperienza massonica e lasuacentralità iniziaticaper farne in-veceunclubpiùomenoristretto,masenza un centro, senza un ordineprofondo.Bisogna considerare che il rituale,conleregoleeilimiticheessoimpo-ne,èanchestrumentodieguaglianzaferrea; esso infatti impedisce che iruoli sociali profani si affermino

all'interno del Tempio, giacché l'ap-prendista–qualsiasisialasuacultu-raeimportanza–taceeascolta(sen-zacheperòglisiavietatoarrovellarsinel suo scrannoa settentrione), cosìcome ai compagni e maestri è co-munquevietato intrattenersi inque-stioni di politica e di religione, cheporterebbero«fuorisquadra»ilavorimassonici,néè loroconcessoscade-re indibattiti o ancoraassumereat-teggiamenti scompostie intolleranti.Tutti, in ogni caso, sono soggettiall'autorità/autorevolezza del Mae-stroVenerabile,chehailpotere/do-vere di armonizzare architettonica-mente i lavori e garantire il rito nelsenso profondo di atto conformantelapartealtutto.Nonsipuòignorareche questo aspetto dell'esperienzamassonicacostituiscepermoltiversiun “caso unico” nella vita attuale ecome tale, esso deve essere, seppurnelleformeconcesse,fattoconoscerealdi fuoridellacomunionemassoni-ca. Di questa ricchezza enorme, pe-raltro,iFratellidevonoessereconsci,inquantositrattadiunaforzaecce-zionale, protesa sia verso l'internosiaversol'esterno.Esaminando gli aspetti del rito dalpunto di vista massonico, quindi inchiaveesoterica,essononpuòessereconsiderato come un semplice in-sieme di formule, d'espressioni so-lenni,diprescrizioni,diregole,d'attimeccanici,mavapenetratonellasuaessenzialità.Nell'otticadelsuosigni-ficato più profondo la caratteristicadella ritualitàmassonicaè il SIMBO-LISMO.

Figura 11 – Venerable Master Mason – GabrielCarvalho


Il simbolo – cui laMassoneria attri-buisce valore assoluto – è l'espres-sionediunlinguaggiouniversale,edè qualificato da una particolare pre-rogativa: in esso, l'elemento essen-zialenonè il segno,ma il significatoinseritonelsegno;quest'ultimo,soloed esclusivamente dal significatotraevaloreegiustificazione.All'interno di una comunione comequella massonica, la ritualità costi-tuisceunmomentosenzadubbicen-trale,siasulpianoesotericochefor-mativo, oltremodo significativo delpercorsomassonico.Nei nostri rituali vi sono confluenzemisteriche, cabalistiche, alchemiche,religiose, sacerdotali, cavalleresche,templari,iniziatiche,ermetiche:tuttecollegate sapientemente al passatoprimordiale dell'uomo in senso ma-gico, e quindi non con caratterizza-zionediculto«passivo»,maconesal-tazione «attiva» di costruzione edelevazionedellospirito.Tutta la simbologia e la ritualitàmassoniche si incentrano nella co-struzionedelTempiodiSalomone.I liberi muratori per costruire ilTempiousanotuttelefacoltàumane,facoltàlequalicomevengonoimpie-gate alla costruzione di un tempiomateriale, così possono, anzi debbo-no essere pienamente idonee allaedificazionedel«Tempiointeriore».Simbologia e ritualità massonicahanno quindi una fondazione alta-mentesoggettivaedanalogica.Se entriamo ora, in silenzio, nel no-stro Tempio, sono presenti tantisimboli:daglistrumentidell'artealle

decorazioni, tutti confluentialla rea-lizzazionedegliattirituali.Sin dall'apertura dei lavori, il M£V£fraternamente ci chiama e ci dice:«Assistetemi ad aprire i lavori», conciòsignificandochenonluisoltanto,manoi, tuttiquanti insieme, siamo i«veri protagonisti» del dramma dellavoromuratorioinsensorituale.Tutti i fratellihannodeposto«fuori»tuttociòcheèoggettodellosguardocritico ed ignorante delmondo pro-fano.Il presente, il passato, il futuro sonoqui, inun indissolubilerapportoconil S£A£D£M£ il quale, dal centrodell'esistenza, ha inciso le linee sucuidobbiamoedificareilsacroTem-pio. Fuori c'è il campo di battaglia,maquiilnostrospiritosiabbandonaadunafraternaatmosfera.Ormai l'intero stato di coscienzadeifratellisièelevato,sièinteriorizzatoverso il Supremo Artefice, originedella Saggezza, origine della Forza,originedellaBellezza.Il ritualecirivelache ilMaestroè lafontedellaluce.

Figura12–TempiodiSalomone–Anonimo


IlSecondoMistagogostandoalMeri-dionemarcailsolealsuomeridiano,ilpuntopiùaltoraggiuntoincielo.Il Primo Mistagogo marca invece lafine del giorno, l'ora del tramonto,quandoilvoleredell'uomosiritraeel'azionetace.Ilcircuitoècompleto.La relazione tra M£V£ e Primo Mi-stagogo è poi di essenziale rilievo:quest'ultimo guarda ad Oriente,mentre il Maestro guarda ad Occi-dente.

IlprimosirivolgeallaLuce,ilsecon-do alla posizione opposta. I lavorivolgono,serenamente,altermine.Tuttoègiustoeperfetto:edanchelabatteria esprime ancora una volta ilcompimento della catena d'amorerealizzata anche attraverso la cor-

rente di pensiero nella solidarietà,nella tolleranza,nellacomprensione,nella fratellanza, ma soprattuttonell'Amore.Ilritoècompiuto.Ma l'opera non è finita, perché ilTempio«sempreincostruzione»nonèmaiultimato.Usciamodallecolonne,inmarcia,se-guendo il Cammino dei Serpi, perl'abbattimento del cerchio magicocostruito all'ingressoeper il reinse-rimentonelmondoprofano.Fuoriciattendelabufera.Fratelli,lasciamociinpace.Irradiamo nel mondo esterno il no-stro Amore «accumulato» durante ilavori.L'EdificazionedelTempiocontinua...

Francesco

,

Figura13–UnQuadrodiLoggia


Figura14–Salvation–MarcFishman


IL VASCELLO

«Narrami,omusa,dell'eroemultiforme,chetantovagò,dopochedistrusselaRoccasacradiTroia:dimoltiuominividelecittàeconobbeipensieri,

moltidoloripatìsulmarenell'animosuo,perriacquistareasélavitaeilritornoaicompagni»

Odissea,1-5

a Loggia è un vascello, un va-scello attraverso cui i FF£ sol-canoilMaredellaVitae,come

ognivascellochesirispetti,devees-sere dotato di un equipaggio, altri-menti,perquantosplendidosia,saràcostretto a rimanere ormeggiato almolo.Nonbasteràtuttaviachel'equipaggioinquestionesiavventuriirresponsa-bilmente in mare aperto, se non sivuolcorrere il rischiodidistruggereil vascello mettendo per altro a re-pentagliol'incolumitàditutti.Sarà allora necessario che ciascunodei membri sia adeguatamente "ad-destrato" alla vita di mare, nonchéallemansionichericopreabordodelvascello.L'addestramentoforsepiùimportan-te che bisogna acquisire è il sensostessodellanavigazione.Forse ilparagonecherendepiùgiu-stizia al coraggioso viaggio che l'e-quipaggiosiproponedifareèdimi-tologicamemoria:ilritornoadItaca.Siparlacioèdelcomunedesideriodifar ritorno a "casa", ai Sette PalazzidelS£A£D£M£,ilSantodeiSanti,siaEglibenedetto.Tuttiglisforzi, tutti isacrifici, devono allora essere rivoltiatrovarelaViadelRitorno.

Questolungocamminodiredenzionenonèscevrodiperiglio,tutt'altro.Bisogneràsaperresisterealcantosi-nuoso delle Sirene, superare il mo-struosopassaggiotraScillaeCariddi,battere astutamente il Ciclope Poli-femo e far ritorno dalla discesanell'Ade.Solomitologia?Noncredo.Sul sentiero dell'iniziazione s'incon-trano ogni giorno prove sempre più

L

Figura15–Vascellovolante–Anonimo


dureesempremascheratedasuper-bia,insoddisfazione,lussuria,invidia,ingordigia,ira,accidia.Emerge qui l'importanza dell'equi-paggio: la sconfitta di uno di essiequivale alla sconfitta di tutti, cosìcome la vittoria di uno è motivo digiubilopertutti.È fondamentale rendersi conto checiascunmembro ha un ruolo essen-zialesulvascello,dalmozzo,alcapi-tano, passando dal timoniere e dalprimoufficiale.Ciascuno di essi, senza l'altro, gene-rebbe un organismomonco, privatodi un braccio, di una gamba o dellamente.Laveragerarchiaèquellafunzionaleal benessere dell'intero organismoedè labasesullaqualesiregge l'in-teroUniverso: chiunqueabbia intra-presounseriopercorsoiniziaticonedovrebbe averepiena consapevolez-za.L'iniziazionenonèunoscherzo,nonè un gioco, né un hobby: averne co-scienzaèfondamentale.Coloro che ignorano il pericolo sa-rannoleprimevittimeemetterannoipropricompagnidiviaggio,ipropriFF£, ingravedifficoltàea rischiodivita.Cisipreparialloraamanteneresaldinervi e tendini, come scriveva sag-giamenteilF£R.Kipling:«Sesapraiserrareiltuocuore,tendinienervinelservireiltuoscopoquandosonodatemposfiniti,

E a tenereduroquando in tenon c'èpiù nulla se non la Volontà che diceloro:"Teneteduro!"1»Lachiaveèla"DevozioneallaGrandeOpera" che si traduce in Amore in-condizionato.QuandoilS£A£D£M£chiama,l'unicapossibile risposta dovrebbe sempreessere:"Si".Ledivergenzee gli attriti sono sem-predamettereinconto,specialmen-te quando si è sotto pressione: co-struire è lavoro di anni, distruggeredisecondi.Fin troppe volte si assiste al tristesmembrarsidiequipaggi,persinodeimigliori, causando la deriva del va-scellostesso.È possibile che i membri tragganorealevantaggiodasiffattesciagure?Chitraeprofittodatuttociò?Diremmo che, se symballo (sum-ballw) significa "mettere insieme",allora quanto divide e separa è daconsiderarsidiaballo(diaballw).La frammentazione è cioè diabolicaedèdaconsiderarsicomeilfallimen- 1Se–R.Kipling

Figura16–Ulyssesand theSirens –Herbert Ja-mesDraper


to di una comune prova iniziatica,quellacherichiedeilsaperdominareilproprioegoinnomediunbenesu-perioreecomune.Sel'equipaggioriusciràinveceamet-tere i personalismi di canto ed acomprendere empaticamente le sof-ferenze e le debolezze dei propricompagni,alloranullaenessunopo-tràimpedirealVascellodifarritornoall'amataItaca.Auguroatutti iVascellidelN£V£O£disolcareimariconspiritodiSacri-ficio,diAmore,diFratellanza.

PossailS£A£D£M£vegliaresulCuo-rediciascunodinoi.BuonSolstizioatutti.

Enzo

E

Figura17–Friendship–JenniferReynolds

IL RISVEGLIO INIZIATICO DICEMBRE 2017

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IL RISVEGLIO INIZIATICO - Misraimmemphis.org · 2017. 12. 27. · La Morte, dal punto d'osservazione dell'Iniziazione, è la fase interlocuto-ria, la conditio sine qua non, necessa-ria