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volontariato & solidarietà il borgo 174 15 amminare è bello. Prima di tutto perché può essere lento, filosofico e silenzioso. Poi perché impegnando soltanto il corpo lascia alla mente il tempo per pensare, un po’ come succede nell’andare in bicicletta. Terzo perché comporta, nel suo doppio cammi- no all’in su e poi all’in giù (nell’andata e nel ritorno) un cambiamento: appacifica. Inoltre, quando si inizia a camminare, si acquista come la consapevolezza di ripetere un rito, consacra- to da secoli, quasi un atto religioso o pagano che dir si voglia in cui dal poco si ottiene il molto e cioè uno stato d’animo capace di ralle- grare e riscaldare il cuore. Si può camminare per minuti, ore o anche per giorni, lungo sentieri di montagna o in una ampia valle piana, ricca di campi coltivati o prati incolti, dal buon odore di sterpi e di fo- glie muschiate, se è autunno. In tutti i luoghi del mondo l’autunno ha lo stesso odore di fun- ghi, di terra che riposa, di legna che brucia, insomma di cose che sembrano finire ma che poi ritornano. Dalle nostre parti se qualcuno vuole cammina- re o passeggiare in bicicletta (senza fretta la domenica mattina, fra i capelli una goccia di brina, ma che faccia rossa da bambina, fai un fumetto respirando, mentre mi sto innamoran- do) può percorrere due sentieri Cai: il 608 delle Valli di Novellara e Reggiolo (inaugurato l’apri- le scorso) e il 646 che va da Guastalla a Reg- gio Emilia (inaugurato l’8 ottobre in occasione dell’iniziativa nazionale CamminaCai2017). Il sentiero 646 che da Guastalla porta a Reg- gio è un tratto della Via Matildica del Volto Santo e passa per alcune frazioni dei comuni di Guastalla, Gualtieri, Cadelbosco, Novellara, Bagnolo in Piano e Reggio Emilia. La Via Matildica del Volto Santo inizia a Man- C tova. Seguendo il Mincio, raggiunge San Bene- detto Po e da qui, imboccando percorsi arginali e tracciati che fiancheggiano il grande fiume, arriva a Guastalla. Il paesaggio in questo tratto mostra i segni delle antiche divagazioni del Po, il cui andamento tortuoso ha inesorabilmente condizionato il disegno della campagna. Sullo sfondo si staglia sempre l’alto profilo dell’ar- gine maestro, che delimita vaste golene ed estese colture di pioppo, a tratti interrotte da lanche e vecchi alvei. In tale contesto si mostrano nitidamente gli alti filari dei piop- pi cipressini, un tempo impiantati a marcare il tracciato delle piste alzaie. Il loro profilo si accompagna a quello dei numerosi campanili che sulle due sponde del fiume indicano la pre- senza dei paesi. A Guastalla, presso il ponte di Baccanello, ini- zia il nuovo sentiero Cai 646, parte della Via Matidica appunto. Da qui si prosegue lungo la sommità arginale del torrente Crostolo sino alla confluenza del rio Tassone in località San- ta Vittoria; seguendo la direttrice di quest’ul- timo corso d’acqua si raggiunge Bagnolo e poi, fiancheggiando rotabili secondarie, la nuova stazione della linea ferroviaria ad alta veloci- tà di Reggio Emilia. Dalla stazione, dopo aver attraversato il centro cittadino, si raggiunge la chiesa di San Pellegrino per inoltrarsi nel vasto paesaggio agrario della bassa pianura Il sentiero Cai 646, per un cammino storico devozionale naturalistico reggiana, solcato da un fitto intreccio di ca- nali. Avvicinandosi a Reggio la fisionomia del paesaggio intorno al sentiero 646 si arricchisce di vigneti e praterie foraggere intercalate alle caratteristiche corti agricole e alle case coloni- che a porta morta che fanno da sfondo alle alte arginature dei principali corsi d’acqua. Rivivere la storia di Matilde di Canossa attra- verso gli antichi luoghi del suo grande feudo è l’impresa che si può compiere percorren- do la Via Matildica del Volto Santo, una via di accesso al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Essa conduce ai castelli della grancontessa passando per antichi borghi inca- stonati in un incantevole paesaggio naturale e nel contempo collega itinerari religiosi di an- tichissima tradizione. Il percorso infatti unisce Mantova, ove si trova il sangue di Cristo nella Chiesa di Sant’Andrea, a Lucca, dove è ospitato il Volto Santo, attraverso Reggio Emilia e la via di San Pellegrino in Alpe. Un cammino lento sul 646 permette di scoprire cose belle. Il percorso presenta una segnale- tica orizzontale costituita da segni biancoros- si a vernice e una segnaletica verticale lungo tutto il tracciato costituita da frecce indicanti la meta secondo lo standard dettato dal Club alpino Italiano. E tutto questo grazie al lavoro degli addetti alla manutenzione della Sottose- zione Cai di Novellara (Alves, Fabio, Riccardo, Silvano). La Via Matildica del Volto Santo non è solamente uno dei quattordici cammini storici- devozionali dell’Emilia Romagna, ma è anche uno straordinario viaggio nella storia, nel pa- esaggio e nella cultura (agricola) italiana. At- traversa tre regioni ed una varietà di territori unici nonché belli. Marina Davolio

Il sentiero Cai 646, per un cammino storico devozionale ... · La Via Matildica del Volto Santo inizia a Man-C tova. ... Chiesa di Sant’Andrea, a Lucca, dove è ospitato il Volto

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volontariato & solidarietàil borgo 17414 15

amminare è bello. Prima di tutto perché può essere lento, filosofico e silenzioso. Poi perché impegnando soltanto il corpo lascia alla mente il tempo per pensare,

un po’ come succede nell’andare in bicicletta. Terzo perché comporta, nel suo doppio cammi-no all’in su e poi all’in giù (nell’andata e nel ritorno) un cambiamento: appacifica. Inoltre, quando si inizia a camminare, si acquista come la consapevolezza di ripetere un rito, consacra-to da secoli, quasi un atto religioso o pagano che dir si voglia in cui dal poco si ottiene il molto e cioè uno stato d’animo capace di ralle-grare e riscaldare il cuore.Si può camminare per minuti, ore o anche per giorni, lungo sentieri di montagna o in una ampia valle piana, ricca di campi coltivati o prati incolti, dal buon odore di sterpi e di fo-glie muschiate, se è autunno. In tutti i luoghi del mondo l’autunno ha lo stesso odore di fun-ghi, di terra che riposa, di legna che brucia, insomma di cose che sembrano finire ma che poi ritornano.Dalle nostre parti se qualcuno vuole cammina-re o passeggiare in bicicletta (senza fretta la domenica mattina, fra i capelli una goccia di brina, ma che faccia rossa da bambina, fai un fumetto respirando, mentre mi sto innamoran-do) può percorrere due sentieri Cai: il 608 delle Valli di Novellara e Reggiolo (inaugurato l’apri-le scorso) e il 646 che va da Guastalla a Reg-gio Emilia (inaugurato l’8 ottobre in occasione dell’iniziativa nazionale CamminaCai2017).Il sentiero 646 che da Guastalla porta a Reg-gio è un tratto della Via Matildica del Volto Santo e passa per alcune frazioni dei comuni di Guastalla, Gualtieri, Cadelbosco, Novellara, Bagnolo in Piano e Reggio Emilia.La Via Matildica del Volto Santo inizia a Man-

C

tova. Seguendo il Mincio, raggiunge San Bene-detto Po e da qui, imboccando percorsi arginali e tracciati che fiancheggiano il grande fiume, arriva a Guastalla. Il paesaggio in questo tratto mostra i segni delle antiche divagazioni del Po, il cui andamento tortuoso ha inesorabilmente condizionato il disegno della campagna. Sullo sfondo si staglia sempre l’alto profilo dell’ar-gine maestro, che delimita vaste golene ed estese colture di pioppo, a tratti interrotte da lanche e vecchi alvei. In tale contesto si mostrano nitidamente gli alti filari dei piop-pi cipressini, un tempo impiantati a marcare il tracciato delle piste alzaie. Il loro profilo si accompagna a quello dei numerosi campanili che sulle due sponde del fiume indicano la pre-senza dei paesi.A Guastalla, presso il ponte di Baccanello, ini-zia il nuovo sentiero Cai 646, parte della Via Matidica appunto. Da qui si prosegue lungo la sommità arginale del torrente Crostolo sino alla confluenza del rio Tassone in località San-ta Vittoria; seguendo la direttrice di quest’ul-timo corso d’acqua si raggiunge Bagnolo e poi, fiancheggiando rotabili secondarie, la nuova stazione della linea ferroviaria ad alta veloci-tà di Reggio Emilia. Dalla stazione, dopo aver attraversato il centro cittadino, si raggiunge la chiesa di San Pellegrino per inoltrarsi nel vasto paesaggio agrario della bassa pianura

Il sentiero Cai 646, per un cammino storico devozionale naturalistico

reggiana, solcato da un fitto intreccio di ca-nali. Avvicinandosi a Reggio la fisionomia del paesaggio intorno al sentiero 646 si arricchisce di vigneti e praterie foraggere intercalate alle caratteristiche corti agricole e alle case coloni-che a porta morta che fanno da sfondo alle alte arginature dei principali corsi d’acqua.Rivivere la storia di Matilde di Canossa attra-verso gli antichi luoghi del suo grande feudo è l’impresa che si può compiere percorren-do la Via Matildica del Volto Santo, una via di accesso al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Essa conduce ai castelli della grancontessa passando per antichi borghi inca-stonati in un incantevole paesaggio naturale e nel contempo collega itinerari religiosi di an-tichissima tradizione. Il percorso infatti unisce Mantova, ove si trova il sangue di Cristo nella Chiesa di Sant’Andrea, a Lucca, dove è ospitato il Volto Santo, attraverso Reggio Emilia e la via di San Pellegrino in Alpe. Un cammino lento sul 646 permette di scoprire cose belle. Il percorso presenta una segnale-tica orizzontale costituita da segni biancoros-si a vernice e una segnaletica verticale lungo tutto il tracciato costituita da frecce indicanti la meta secondo lo standard dettato dal Club alpino Italiano. E tutto questo grazie al lavoro degli addetti alla manutenzione della Sottose-zione Cai di Novellara (Alves, Fabio, Riccardo, Silvano). La Via Matildica del Volto Santo non è solamente uno dei quattordici cammini storici-devozionali dell’Emilia Romagna, ma è anche uno straordinario viaggio nella storia, nel pa-esaggio e nella cultura (agricola) italiana. At-traversa tre regioni ed una varietà di territori unici nonché belli.

Marina Davolio