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IL VALORE DEL TEMPO ROMA 14/6/2017
PENSIERI DI
FAUSTA LUSCIA Presidente Ande Brescia
Dopo aver sfogliato il rapporto dell'indagine SWG farò alcune brevi considerazioni all'interno dei tre filoni
individuati:
1) Tempo Personale
2) Tempo e Sviluppo Tecnologico
3) Tempo e l'Organizzazione Sociale
1)T.P.
Anche io, come ognuna di noi, posso parlare della mia esperienza personale.
Tutti sappiamo cosa vuol dire il lavoro di una donna, che ha deciso di aggiungere al lavoro familiare quello
extra familiare, lavoro quindi dentro e fuori casa, comprendendo la cura di figli e anziani.
E' importante realizzare che il tempo è una quantità fissa, non modificabile se non nell'utilizzo e nella
qualità del vissuto.
Tra le esigenze da soddisfare nell'arco delle nostre 24 ore ci sono anche quelle del "partner". Qui mi sento
di affermare che per prima cosa bisogna saper scegliere, poi ci vuole una componente di fortuna e non
ultimo la capacità di educare. . . ! ! !
Per ciò che riguarda i giovani, non condivido ciò che è scritto nel rapporto: secondo me non è vero che i
giovani non sentono la pressione del tempo, ma invece appaiono spesso stressati, sia dai ritmi imposti dallo
studio, sia dall’ansia generata dalle scarse aspettative di molti loro per il futuro incerto.
2) T e S.T.
La tecnologia cambia notevolmente l’organizzazione sociale (v. rapporto pag.23) e interviene nella fruizione
del tempo.
Vorrei far notare che è sentire abbastanza generalizzato il fatto che l’innovazione tecnologica spinga
all’aumento dei ritmi lavorativi, ma il vantaggio del tempo recuperato non andrebbe a beneficio dei
lavoratori traducendosi in un aggravio di lavoro e meno tempo libero (v. grafici di pag. 30‐31).
Un altro aspetto negativo da sottolineare è l’impoverimento delle relazioni sociali e un pericoloso
isolamento dalle relazioni interpersonali dirette, sostituito dall’abuso dei social network.
Tuttavia non si deve trascurare il ruolo positivo del settore dell’Information and Communication
Technology (ICT), che è uno dei comparti del mercato del lavoro in maggiore ascesa in ogni parte del
mondo, e i cui sviluppi implicano un’importante riflessione sulle politiche da attuare per le ricadute “reali“
dello sviluppo tecnologico sull’organizzazione e sull’evoluzione del mercato de lavoro.
A tele riguardo si consulti la nota del CNEL dal titolo “L’Information and Communication Technology come
fattore di crescita del Paese” e si faccia riferimento a quanto stabilito dall’”Agenda Digitare Europea” già dal
2011.
Si noti infine come l’aumentata disponibilità e utilizzo di App, Giochi e altri applicativi è diventata per molti
motivo di perdita di tempo.
3)T. e O.S.
Con riferimento al tempo e l’organizzazione sociale, mi limito ad evidenziare la cattiva organizzazione dei
tempi di lavoro in molte realtà da parte del management delle imprese. L’abitudine ad organizzare male il
lavoro degli altri e a gestire in modo non ottimale i tempi di comunicazione con i sottoposti (ad esempio
convocarli alle 19.00 per un confronto), rappresenta motivo di dispersione di energie, che questi (e gli stessi
manager) potrebbero dedicare alla sfera privata. Pensare che il fatto di sottrarre tempo agli impegni
familiari sia secondario rispetto alla attività produttiva è un grave errore e per di più favorisce l’uscita delle
donne dal mercato del lavoro.
Per ciò che riguarda la sintesi dei segmenti (v. pag. 48 del rapporto) risulta che la pressione del tempo viene
avvertita maggiormente dalle seguenti categorie sociali: 1) le donne; 2) i residenti nel Sud e nelle Isole e 3)
gli individui di età compresa fra i 35 e i 55 anni.
In questa sede mi soffermo solo sul discorso relativo alle donne, per segnalare l’importanza del ruolo delle
amministrazioni pubbliche a tutti i livelli (Comune, Provincia, Regione). Ruolo che ho potuto constatare
partecipando ad un corso della Regione Lombardia creato al fine di fare network fra le associazioni
femminili iscritte all’albo della Regione(e noi Ande Brescia lo siamo).
Tale corso che si intitolava “Progettare la parità” spaziava lungo vari temi. In particolare, metteva in luce
l’importanza della valorizzazione delle politiche territoriali di conciliazione dei tempi lavorativi con le
esigenze delle famiglie e delle imprese che offrono servizi di welfare, collegandosi così al nostro discorso sul
tempo.
Possono essere quindi dati alcuni suggerimenti:
‐ Fare reti territoriali ampie (con il coinvolgimento più ampio possibile di imprese, enti no profit,
pubblica amministrazione, mondo del commercio, organizzazioni sindacali, ecc.)
‐ Piani costruiti su bisogni fatti emergere dal basso (Esempio: ascoltare i pendolari per strutturare
l’orario del trasporto in funzione dell’esigenza delle utenze …)
‐ Valorizzazione delle migliori sperimentazioni:
o Sostenibilità delle azioni nel tempo: proseguire e non interrompere alla fine dell’azione
progettata le iniziative che si sono mostrate efficaci;
o Servizi salva‐tempo;
o Sostegno della flessibilità nei contesti aziendali .
Allego due paginette esemplificative per avere un’idea degli OBIETTIVI e degli INTERVENTI di
CONCILIAZIONE delle Reti Territoriali della Regione Lombardia.
Mi sembra di poter sottolineare l’importanza di forme di integrazione tra le varie politiche mediante
l’analisi dei bisogni, la definizione delle priorità, la gestione innovativa e partecipata del sistema di offerta.
Concluderei dicendo che non c’è veramente più tempo per perdersi in parole, BISOGNA AGIRE. E’ ora di
smettere di vedere gli interventi per la “parità”, cioè per il miglioramento delle condizioni di vita delle
donne, e di conseguenza degli uomini, come un costo e non come un investimento.
E’ provato che se non vengono sviluppate e attivate efficaci politiche di conciliazione, ogni donna che esce
dal mercato del lavoro è una diminuzione del PIL, con le note conseguenze.
PS: L’Istat produce un rapporto annuale sulla situazione del Paese dove si può leggere anche di: tempo
libero nei gruppi sociali, tempi di lavoro delle donne: piccoli passi verso la parità di genere, ecc.
Vi segnalerei inoltre una pubblicazione, sempre dell’Istat, dal titolo I TEMPI DELLA VITA QUOTIDIANA. Un
approccio multidisciplinare all’analisi dell’uso del tempo. Sono 400 pagine piene di utili spunti per un lavoro
futuro.