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IMPERIAL TOBACCO ITALIA S.r.l Sede legale: Via Luca Passi 22 00166 - Roma Tel. ++39 06 61 411 1 Fax ++39 06 61 411 222
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Osservazioni di Imperial Tobacco Italia in merito alla necessità di mantenere invariato l’attuale sistema di tassazione gravante sui tabacchi lavorati. Sintesi della proposta L’attuale sistema impositivo, in vigore sostanzialmente dal 2005, ha saputo garantire introiti erariali crescenti assicurando il raggiungimento degli obiettivi fissati annualmente dallo Stato a carico del settore e, sino a qualche tempo fa, scongiurando anche l’effetto collaterale depressivo sui consumi limitandolo al solo calo fisiologico del consumo dei prodotti da fumo. Il motivo principale di questo successo va ricercato nell’articolata struttura della tassazione italiana che ha saputo tutelare efficacemente la domanda di tabacco bilanciando gli interessi dello stato e quello delle varie fasce di consumatori. Ciò detto, il Gruppo Imperial Tobacco è venuto a conoscenza dell’intenzione di alcune aziende di suggerire cambi importanti nella vigente struttura, il più significativo dei quali sembrerebbe riguardare un incremento della quota dell’elemento specifico a svantaggio della quota dell’elemento proporzionale. Qualora implementato, questo cambiamento, però, beneficerebbe i prodotti più costosi a scapito dei prodotti meno cari. In aggiunta, una revisione dell’attuale proporzione tra elemento fisso e variabile dell’accisa appare in contrasto con alcuni principi basilari delle politiche di controllo del consumo del tabacco, tra cui:
- i marchi di sigarette alla moda nonché maggiormente attrattivi per i giovani e per i nuovi fumatori pagherebbero una tassazione più bassa, diventando, quindi, più convenienti;
- ciò condurrebbe ad una situazione per cui il peso fiscale più gravoso sarebbe sopportato dai consumatori con reddito minore;
- possibile conseguente esclusione dei consumatori con reddito minore dal mercato legale1 Le ricadute a livello di mercato totale sarebbero le seguenti:
- una riduzione delle entrate fiscali - uno squilibrio nell’attuale arena competitiva - un mercato legale più piccolo
Per i suesposti motivi, il mantenimento dell’elemento fisso della tassazione al livello minimo stabilito dai dettami della normativa UE massimizza il livello delle entrati erariali derivanti dal settore. Ne consegue che, al fine di proteggere le entrate fiscali correnti e rispettare, al contempo, gli obiettivi di salute pubblica, il governo dovrebbe preservare l’attuale strategia fiscale che ha dato prova di successo sino ad oggi.
1 Laddove fosse accompagnato da un aumento nella parte ad valorem
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Tassazione vigente In base all’art. 39 octies del Testo Unico Accise e successive modificazioni, la tassazione gravante sulle sigarette prevede:
- un importo di base, costituito dall’accisa applicata sulle sigarette della classe di prezzo più richiesta (MPPC) applicando la relativa aliquota di base (58,5%) al prezzo di vendita al pubblico;
Per le sigarette aventi un prezzo di vendita al pubblico superiore a quello relativo alle sigarette della classe di prezzo più richiesta, l'ammontare dell'accisa è costituito dalla somma dei seguenti elementi:
- un importo specifico fisso, attualmente pari al 6% della somma dell'accisa globale e dell'ammontare dell'imposta sul valore aggiunto calcolate con riferimento al prezzo medio ponderato (WAP) – d’ora innanzi “specifico”;
- un importo risultante dall'applicazione di una aliquota proporzionale al prezzo di vendita al pubblico corrispondente all'incidenza percentuale dell'importo di base, diminuito dell'importo specifico fisso, sul prezzo di vendita al pubblico delle sigarette della classe di prezzo più richiesta– d’ora innanzi “ad valorem”.
In aggiunta a ciò l’attuale sistema impositivo prevede una tassazione minima fissa (MET) calcolata anch’essa sull’MPPC pari attualmente a 125,78€/Kg. Nel caso in cui i prodotti vengano venduti al di sotto dell’MPPC tale quota è aumentata di un ulteriore 15%. Il Gruppo Imperial Tobacco ritiene che la protezione del gettito fiscale, incluso quello derivante dal tabacco, è e deve rimanere priorità assoluta del Governo e che il fulcro debba continuare ad essere la attuale strategia fiscale basata su una preponderante componente ad valorem, strategia che si è rivelata efficace fino ad oggi. Una modifica nella struttura della tassazione, volta all’aumento del peso della componete specifica, avrebbe l’unica conseguenza di ridurre in maniera significativa le entrate erariali attuali. Effetti registrati dal settore tabacco in seguito all’incremento dell’aliquota IVA nel 2011 L’inasprimento dell’IVA del settembre 2011 (dal 20% al 21%) ha spinto il livello dei prezzi MPPC al di sopra della soglia dei 4,00€ rivelatosi in seguito il prezzo al di sopra del quale i consumatori hanno iniziato a ricercare alternative di acquisti più economiche, anche nel mercato illecito. Da questo momento in poi, infatti, il mercato totale sigarette è iniziato a decrescere in maniera importante:
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Si può notare come, in questo contesto, il segmento che più ha sofferto è stato quello dei prodotti di fascia prezzo più bassa, che ha provocato anche una consistente perdita di gettito. I prezzi più elevati, infatti, e la conseguente riduzione della capacità di spesa ha motivato i consumatori con reddito minore a cercare soluzioni più economiche, anche al di fuori del mercato legale. Illustriamo il trend negativo del segmento di prezzo “basso”:
Come già detto, l’aumento dei prezzi indotto dall’aumento IVA del settembre 2011 ha largamente contribuito anche al boom del consumo di prodotti di origine illecita. In base ai risultati delle ricerche condotte dall’industria, tramite la metodologia cosiddetta di pack collection2, il commercio di prodotto con imposta non pagata risulterebbe raddoppiato rispetto ai dati registrati nel 2012 raggiungendo un totale di circa il 12% del mercato totale3.
2 Ricerca di mercato condotta a campione analizzando 10.000 pacchetti vuoti. 3 ITGroup ha già implementato con successo tutte le possibili misure atte a contrastare l’ingresso nel mercato del prodotto Classic, precedentemente prodotto da IT Ucraina, fermandone la produzione già dall’Aprile 2013.
Fonte: Logista
Fonte: Nielsen
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L’aumento dell’elasticità4 della domanda rispetto al prezzo per i prodotti di fascia bassa è dimostrata anche dal fatto che il recente lancio di prodotti al prezzo di 4,00€ ha generato segnali di recupero del mercato totale.
Si veda in proposito lo sviluppo del mercato sigarette relativo al 2013, in particolare a seguito del lancio dei prodotti a 4,00€ (Maggio 2013).
4 L’elasticità pari ad 1 significa che una variazione nel prezzo genera una variazione della domanda in senso opposto e di stesso ammontare percentuale (es. prezzi +10% →domanda -10%).
Fonte: MSIntelligence – Market Survey Report
Fonte: Logista
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Effetti generali di una diminuzione dell’elemento ad valorem dell’accisa sugli obiettivi di salute pubblica e di gettito
In base al dettato europeo, l’elemento specifico passerà dall’attuale 6% al 7,5% dal prossimo Gennaio 2014. E’ nostra opinione che ulteriori aumenti dello specifico produrrebbero i seguenti effetti negativi:
i. Alterazione degli equilibri di mercato:
- un decremento della parte ad valorem abbassa la tassazione gravante sui prodotti ad alto prezzo; di conseguenza i prodotti cosiddetti premium diventerebbero più abbordabili con conseguenze indesiderate sugli obiettivi di salute pubblica stante che tali prodotti sono maggiormente attrattivi per i giovani.
ii. Redistribuzione non proporzionale dell’accisa
- un innalzamento dello specifico comporterebbe un ingiustificato abbassamento delle tasse dovute sui segmenti di prezzo Mid e Premium. Dal momento che questi due segmenti rappresentano circa il 50% del mercato, un cambio di questo tipo comporterebbe una riduzione drastica delle entrate erariali e un aumento significativo dei profitti delle aziende che detengono, nel loro portafoglio marchi, la maggior parte di questi prodotti. Si vedano gli effetti nei grafici sottostanti.
Grafico 1: le sigarette di prezzo basso sopportano già un peso maggiore soprattutto pe la presenza di una tassazione minima (MET)
Fonte: Stima di Imperial Tobacco
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Grafico 2: all’aumento dell’elemento specifico oltre il limite minimo fissato in sede europea (7,5%), l’incidenza della tassazione gravante sui segmenti di prezzo medio e alto diminuirebbe in maniera drastica.
Grafico 3: Il risultato che se ne avrebbe in termini di minori entrate, è mostrato nel seguente prospetto.
Fonte: Stima di Imperial Tobacco
Fonte: Stima di Imperial Tobacco
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Come si può vedere, a parità di incidenza totale di accisa, una componente specifica dello 7,5% massimizza le entrate erariali.
iii. Impatto negativo sulle entrate fiscali attuali e future
Un innalzamento dello specifico non solo darebbe luogo a un’immediata riduzione nel livello delle entrate correnti, ma minerebbe anche gli effetti positivi che gli aumenti di prezzo hanno sulle future entrate fiscali.
iv. Effetti della diversa elasticità rispetto al fattore prezzo tra consumatori appartenenti a differenti classi di reddito
La domanda di consumo proveniente dalle fasce di reddito più alto risente in misura inferiore della variazione dei prezzi in aumento dei prodotti del tabacco. Di contro, ogni variazione in aumento del prezzo sui prodotti di fascia bassa, genera una contrazione proporzionalmente più alta nei consumi.
Qualsivoglia proposta tendente a diminuire il peso fiscale sui prodotti ad alto prezzo e ad aumentare quello sui prodotti destinati ai consumatori con minore disponibilità economica pertanto non garantisce la messa in sicurezza delle entrate fiscali. Questa regola generale è ancor più valida in tempi di crisi economica.
Elevati pesi fiscali sui prodotti ad alto prezzo è un obiettivo da perseguire non soltanto da un punto di vista di gettito, ma anche a garanzia di una maggiore tutela della salute pubblica. Il livello di tassazione sui prodotti di fascia alta deve essere maggiore di quello applicato sui prodotti di fascia economica se l’intento di limitarne il consumo deve essere perseguito in maniera efficace.
In aggiunta i marchi di sigarette premium risultano più attraenti per i giovani per cui un decremento del peso fiscale su questi prodotti è totalmente inappropriato.
Raccomandazioni di Imperial Tobacco Group
Mantenere inalterati gli attuai livelli di incidenza totale (58,5% dell’MPPC) Il recente aumento nell’imposta sul valore aggiunto dal 21% al 22% potrebbe indurre un aumento medio dei prezzi di 0,20€ per il pacchetto da 20 sigarette se le aziende distributrici decidessero di non assorbire questo aumento di tassazione. In questo scenario ci si attenderebbe una contrazione dei volumi di vendita in media di circa il 5% e più severa per il segmento di prodotti a prezzo basso. Un ulteriore aumento nel livello generale delle accise condurrebbe a uno shock del mercato con ricadute pesantissime nei consumi legali e sui consumatori che si rivolgerebbero al mercato illecito. Gli effetti negativi si estenderebbero alle entrate erariali in primis e, di rimando, ad altri business coinvolti come quello dei tabaccai. Per le suesposte ragioni il Gruppo Imperial Tobacco auspica un’attenta riflessione al riguardo dalla quale possa scaturire, quantomeno, la decisione di rimandare qualsiasi ulteriore incremento della tassazione sui prodotti del tabacco a tempi più opportuni. Necessità di mantenere la tassazione minima nella sua forma attuale (MET) Il livello attuale della tassazione minima dovrebbe rimanere ancorata al livello dell’ accisa dovuto sull’MPPC. Tecnicamente la MET può essere legata all’MPPC (100% dell’accisa dovuta sull’MPPC), come da sistema vigente, o alla Media ponderata dei prezzi (WAP) (ad esempio 95% WAP).
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Implementare una tassazione minima superiore alla soglia della tassazione dovuta sulla classe di prezzo più richiesta (MPPC) o addirittura allo stesso livello della Media ponderata dei prezzi (WAP) equivarrebbe de facto a distruggere il segmento dei prezzi bassi dal momento che questi ultimi dovrebbero aumentare in maniera consistente (circa 25 centesimi al pacchetto) con effetti disastrosi sui consumi legali e le entrate fiscali. Introduzione di misure volte a favorire una maggiore libertà commerciale nel settore In considerazione dell’attuale trend negativo di mercato e dell’elasticità della domanda rispetto al prezzo ormai vicina all’unità, come già anticipato in occasione dell’incontro con i rappresentanti del settore tenutosi presso la sede dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato lo scorso mese di Giugno, il Gruppo Imperial Tobacco ritiene che una maggiore liberalizzazione del mercato possa egualmente giovare al raggiungimento degli obiettivi di gettito fissati dal governo. A tale riguardo, proponiamo la reintroduzione in Italia di confezionamenti contenenti un numero di sigarette superiore a venti, pratica conforme alla normativa europea ed in linea con altri mercati. E’ nostra convinzione che, in un contesto conseguentemente più concorrenziale, l’attuale sistema di tassazione sarebbe perfettamente in grado di rispondere alle esigenze di introito erariale. Contrariamente una modifica che dovesse aumentare la tassazione non farebbe che contrarre ancor di più il mercato in risposta agli aumenti di prezzi che ne conseguirebbero. Struttura dell’accisa In conclusione, Imperial Tobacco ritiene che la raccomandazione più importante che possa fare è incentrata sulla necessità di non apportare cambiamenti nell’attuale struttura dell’accisa, fatta eccezione per quanto già previsto dalla normativa a partire dal 2014 (specifica al 7,5% dall’01/01/2014). Qualsivoglia decremento della parte proporzionale a beneficio della parte fissa comprometterebbe seriamente alcuni principi fondamentali come quelli della proporzionalità della tassazione, della libera concorrenza, della difesa degli obiettivi di salute pubblica e di controllo del consumo di tabacco nonché, in particolare, della salvaguardia delle entrate erariali.
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