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Claudio Pellegrini
IMPLICAZIONI ETICHE NELLA IMPLICAZIONI ETICHE NELLA
PRESA IN CARICO PRESA IN CARICO
LOGOPEDICA DELLE GRAVI LOGOPEDICA DELLE GRAVI
MALATTIE DEGENERATIVEMALATTIE DEGENERATIVE
Claudio Pellegrini
Referente Aree Fisioterapiche
U.O.C.P. Antea – Roma
Responsabile Nazionale Gruppo di Interesse Specialistico
A.I.FI. in Cure Palliative
CURE PALLIATIVE E RIABILITAZIONE: LE SINERGIE INTERPROFESSIONALI
Claudio Pellegrini
Cure causali
Cure palliative
Cure causaliCure palliative
Supporto alla famiglia
Cure per guarire
Cure per allungare la vita
Cure di fine vitaMiglioramento della qualità di vita
Assistenza al lutto
diagnosi morte
Claudio Pellegrini
Claudio Pellegrini
Sono solo palliativi…- Palliativo non significa inutile
- Trattamento che interviene non sulla causa della malattia, ma sui sintomi
- Usiamo molti palliativi ogni giorno
- Pallium: il mantello che protegge
- Un termine che evoca riparo, protezione, calore… uno scudo da ciò che ci minaccia
Claudio Pellegrini
Claudio PellegriniClaudio Pellegrini
La Medicina palliativa
PERSONA PERSONA CON UNA MALATTIACON UNA MALATTIA
MALATTIA MALATTIA DELLA PERSONADELLA PERSONA
TO CURETO CURETO CARETO CARE
Claudio Pellegrini
Le Cure Palliative (definizione)
Claudio Pellegrini
Le Cure Palliative nate circa 40 anni fa in Inghilterra, sono lacura attiva, globale, multidisciplinare dei pazienti affetti da malattia che non risponde più a trattamenti specifici e di cui la morte è la diretta conseguenza.
Il controllo del dolore, degli altri sintomi e dei problemi psicologici, sociali e spirituali è di fondamentale importanza. Lo scopo delle Cure Palliative è il raggiungimento della miglior Qualità di Vita per i pazienti e le loro famiglie.
Alcuni aspetti delle C.P. sono applicabili anche più
precocemente nel corso della malattia. Definizione del National
Council for Hospice and
Palliative care Service
WHO-OMS
Claudio Pellegrini
ATTIVA
Claudio Pellegrini
Terapie Attive
• Aumento della sopravvivenza
• Guarigione della malattia
CURE ATTIVE
Alla ricerca di bisogni espressi ed inespressi
Per evitare il rischio di ritenerle solo terapie omissive
Claudio Pellegrini
GLOBALE
Claudio Pellegrini
• CI SI OCCUPA DI PERSONE non DIMALATTIE
• DA UN PROBLEMA DI MALATTIA AD UN PROBLEMA LEGATO ALLA VITA
Claudio Pellegrini
Le Cure Palliative
Claudio Pellegrini
- Affermano la vita e considerano la morte come un evento naturale- Non accelerano né ritardano la morte - Provvedono al sollievo del dolore e degli altri sintomi - Integrano gli aspetti psicologici, sociali e spirituali dell’assistenza - Offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia del paziente e durante il lutto .
Claudio Pellegrini
L’ORGANIZZAZIONE DI UNA U.O.C.P.
LL’’ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONE DIDI UNA UNA U.O.C.PU.O.C.P..
Approccio interdisciplinareApproccio
interdisciplinare
Rispetto del paziente e della sua
famiglia
Rispetto del paziente e della sua
famiglia
Continuità ed intensitàdelle cure
Continuità ed intensitàdelle cure
Approccio olisticoApproccio olistico
ReteEquipe
Claudio Pellegrini
Claudio Pellegrini
Dalle esperienze acquisite risulta che la casa è il luogo ideale dove svolgere le Cure Palliative nel modo più adeguato. Esistono purtroppo alcune situazioni che per motivi specifici richiedono un ricovero in un ambiente simile alla casa (HOSPICE) dove il paziente viene assistito dalla équipe di Cure Palliative.
ASSISTENZA AL MALATO
Claudio Pellegrini
-assenza o non idoneità della famiglia
-inadeguatezza della casa a trattamenti domiciliari-impossibilità di controllo adeguato dei sintomi al domicilio
HOSPICE
Claudio PellegriniClaudio Pellegrini
Morto0DECESSO
Moribondo
Processi fatali rapidamente ingravescenti10
Molto malato
Ospedalizzazione e terapia di supporto necessarie20
Gravemente inabile
L’ospedalizzazione è indicata anche se la morte non è imminente30
Inabile
Richiede speciali cure ed assistenza40NON AUTOSUFFICIENTE
Richiede un assistenza equivalente a quella
impartita negli ospedali.
La malattia progredisce rapidamente
Richiesta assistenza particolare e frequente intervento medico50
Richiede assistenza occasionalmente, ma è in grado di adempiere alla
maggior parte delle proprie necessità60
Autosufficiente
Inabile a svolgere una normale attività fisica70INCAPACE DI LAVORARE: IN GRADO DI
VIVERE A CASA
Compie la massima parte delle faccende
personali, assistenza di entità variabile
Normale attività con sforzo.
Qualche segno o sintomo di malattia.80
Capace di svolgere una normale attività.
Segni minori di malattia.90
Normale attività.
Non evidenzia malattia.100IN GRADO DI SVOLGERE LE NORMALI
ATTIVITA’
Non occorre una particolare assistenza
KARNOFSKY PERFORMANCE STATUSKARNOFSKY PERFORMANCE STATUS
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IL MALATO IN FASE AVANZATA (TERMINALE)
DEFINIZIONE
Paziente affetto da malattia inguaribile con aspettativa di vita di circa 90 giorni.
non più suscettibile di terapia specifica chemio-radio terapica o chirurgica
con un indice di Karnofsky minore o uguale a 50
Definizione del National
Council for Hospice and
Palliative care Service
WHO-OMS
Claudio Pellegrini
IL MALATO IN FASE AVANZATA (TERMINALE)
Un paziente si considera in fase terminale quando affetto da una patologia oncologica o non, in fase evolutiva e irreversibile definita dai seguenti criteri contemporaneamente presenti:
criterio terapeutico: assenza o esaurimento dei possibili trattamenti specifici
criterio sintomatico: presenza di sintomi invalidanti che condizionano una riduzione del performance status < 50 (sec. Karnofsky)
criterio evolutivo o temporale: rapida evolutività della malattia che porti a morte in genere entro tre mesi
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La Fisioterapia
Claudio Pellegrini
è una professione sanitaria che tratta lo sviluppo, il mantenimento e il recupero del movimento e della funzione durante la vita, specie in quelle circostanze in cui questi vengono compromessi da trauma, malattia, fattori ambientali, età.La fisioterapia si occupa di identificare e massimizzare la qualitàdella vita e il movimento potenziale entro le sfere dellapromozione, prevenzione, trattamento/intervento, abilitazione e riabilitazione.Questo include il benessere fisico, psicologico, emozionale e sociale. Ciò richiede l'interazione tra il fisioterapista, il paziente/cliente, altri professionisti della salute, le famiglie, i care-giver e le comunità in un processo dove il movimento potenziale viene valorizzato e gli obiettivi condivisi attraverso la specifica conoscenza e competenza del fisioterapista.
Wikipedia
Claudio Pellegrini
Celio Aureliano (5°sec.d.c.) affermava che “La pratica dell’esercizio postoperatorio non agisce negativamente sui processi cicatriziali, al contrario ritempra le forze del paziente, ne accelera il processo di guarigione, e ne favoriscel’opportuna riabilitazione.
Claudio Pellegrini
ESERCIZIOESERCIZIO
Etimologia:
LIBERAREDA IMPEDIMENTO.
RESTITUIRE, QUINDI,LIBERTA’ DI MOVIMENTO
Claudio PellegriniClaudio Pellegrini
Articolo 11. E’ individuata la figura del Fisioterapista con il seguente profilo: il
fisioterapista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi diprevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita.
2. In riferimento alla diagnosi ed alle prescrizioni del medico, nell’ambito delle proprie competenze, il fisioterapista:
a) elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all’individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile;
www.aifi.net
D. M. 14 settembre 1994 n. 741 D. M. 14 settembre 1994 n. 741
““Regolamento concernente lRegolamento concernente l’’individuazione della figura e del individuazione della figura e del
relativo profilo professionale del fisioterapistarelativo profilo professionale del fisioterapista””
Claudio PellegriniClaudio Pellegrini
b) pratica autonomamente attività terapeutica per la riedu-cazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive
utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali;c) propone l’adozione di protesi ed ausili, ne addestra all’uso e ne
verifica l’efficacia; d) verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli
obiettivi di recupero funzionale. 3. Svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale,
nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali.
4. Il fisioterapista, attraverso la formazione complementare, integra la formazione di base con indirizzi di specializzazione nel settore dellapsicomotricità e della terapia occupazionale:
a) la specializzazione in psicomotricità consente al Fisioterapista di svolgere anche l’assistenza riabilitativa sia psichica che fisica di soggetti in età evolutiva con deficit neurosensoriale o psichico;
www.aifi.net
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b) la specializzazione in terapia occupazionale consente al fisioterapista di operare anche nella traduzione funzionale dellamotricità residua, al fine dello sviluppo di compensi funzionalialla disabilità, con particolare riguardo all’addestramento per conseguire l’autonomia della vita quotidiana, di relazione (studio –lavoro - tempo libero), anche ai fini dell’utilizzo di vari tipi di ausili in dotazione alla persona o all’ambiente.
5. Il percorso formativo viene definito con Decreto del Ministero della Sanità e si conclude con il rilascio di un attestato di formazione specialistica che costituisce titolo preferenziale per l’esercizio delle funzioni specifiche nelle diverse aree, dopo il superamento di apposite prove valutative. La natura preferenziale del titolo è strettamente legata alla sussistenza di obiettive necessità del servizio e recede in presenza di mutate condizioni di fatto.
6. Il fisioterapista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o liberoprofessionale.
www.aifi.net
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ATTIVITAATTIVITA’’ FISIOTERAPICAFISIOTERAPICAU.O.C.P. Antea 2005U.O.C.P. Antea 2005--20072007
2014 pazienti assistiti
63%
37%
TOT2014U.O.C.P
100%
NO FT1259U.O.C.P
63%
SI FK755FT
37%
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FT: INDICE DI KARNOFSKYFT: INDICE DI KARNOFSKY
78,4%
4%0,3%0,3%
17%
IK 10
IK 20
IK 30
IK 40
IK 50
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CLASSI DI ETA'CLASSI DI ETA'
0 0 0 2 3 2 2912 14
3147
64
103
145 144
120
37
20
0 - 5
11 -15
21 -25
31 - 35
41 - 45
50 - 55
61 - 65
71 - 75
81 - 85
91 - 95
25%
75%
Età lavorativa
Età non lavorativa
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NUMERO DI SEDUTE NUMERO DI SEDUTE SETTIMANALISETTIMANALI
1,5%5%
54%
39,5%
1 x settimana
2 x settimana
3 x settimana
Follow up
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VERIFICA OBIETTIVIVERIFICA OBIETTIVI
Minimo 4 accessi effettuati
63%
2%
35%
OBIETTIVI
RAGGIUNTI
OBIETTIVI
PARZ
RAGGIUNTI
OBIETTIVI
NON
RAGGIUNTI
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2,7%Rieducazione sensomotoria
2,7%Riabilitazione delle F.C.S.
19,6%Rieducazione motoria
47,3%Posizionamenti/drenaggi posturali
66,2%Rieducaz. respiratoria/cardiovascolare
70,3%Training deambulatori/ciclo del passo
87%Passaggi posturali/trasferimenti
88,8%Cinesiterapia
FT IN C.P. TIPOLOGIE DI INTERVENTO
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0%Mezzi fisici0%Tecniche di rilassamento0%Massoterapia per drenaggio linfatico0,6%Ginnastica posturale0,6%R.O.T.1%Terapia Occupazionale1%Massoterapia2,3%Terapia manuale2,4%Riprogrammazione neuromuscolare
FT IN C.P. TIPOLOGIE DI INTERVENTO
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RIABILITAZIONE Processo di soluzione dei problemi e di educazione al fine di acquisire il miglior livello di qualità di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative.Riabilitazione: non solo funzionale (strumento tecnico),ma rivolta all’individuo nella sua globalità.Presupposti: team multidisciplinare, protocolli validati e standardizzati,la continuità del progetto terapeutico, coinvolgimento attivo del malato e della famiglia.Il progetto riabilitativo deve coordinare ed integrare i diversiinterventi specialistici, nella continua verifica della loro validitàcommisurata al raggiungimento degli obiettivi a breve, medio e lungo termine.
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ATTIVITA’ SANITARIE DI RIABILITAZIONE
Interventi valutativi, diagnostici, terapeutici ed altre procedure finalizzate a portare il soggetto affetto da menomazioni a contenere o minimizzare la sua disabilità, ed il soggetto disabile a muoversi, camminare, parlare, vestirsi, mangiare, comunicare e relazionarsi efficacemente nel proprio ambiente familiare, lavorativo, scolastico e sociale.
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ATTIVITA’ SOCIALI DI RIABILITAZIONE
Azioni ed interventi finalizzati a garantire al disabile la massima partecipazione possibile alla vita sociale con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative, indipendentemente dalla gravitàdelle menomazioni e delle disabilitàirreversibili al fine di contenere la condizione di limitazione.
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CURA
Il trattamento riabilitativo deve essere in accordo, parallelo e complementare a quello medico:terapia farmacologica + terapia fisica, e tutto eseguito da una équipe interdisciplinare dedicata.
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PRINCIPIO DELLAPRESA IN CARICO GLOBALE
Le attività sanitarie di riabilitazione,ad eccezione di quelle rivolte al superamento didisabilità minimali, segmentarie e/o transitorie,
richiedono obbligatoriamente la
presa in carico clinica globale della persona
mediante la predisposizione di un progetto riabilitativo individuale e la sua realizzazione mediante
uno o più programmi riabilitativi.
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OBIETTIVI FONDAMENTALI, INIZIO, E TERMINE DELL’INTERVENTO RIABILITATIVO
R.E.B.F.• R - recupero di una competenza funzionale che, per ragioni patologiche, è andata perduta;• E - evocazione di una competenza che non è comparsa nel corso dello sviluppo;• B - porre una barriera alla regressione funzionale cercando di modificare la storia naturale delle malattie cronico degenerative, riducendone i fattori di rischio e dominandone la progressione;• F - reperire formule facilitanti alternative.Il luogo deputato varia per condizione clinica:
AMBULATORIO, H, AD, DH, DH, HOSPICEL'intervento riabilitativo ha inizio al momento stesso in cui il danno s’instaura.Il termine è definito dal bilancio tra stabilizzazione degli esiti e presenza di potenzialità di recupero.
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FINALITÀ DELLA RIABILITAZIONE
- prevenzione di patologie secondarie / terziarie;- rallentare la perdita progressiva delle varie funzioni;- usare al meglio le capacità residue;- limitare i danni dovuti alla perdita di autonomia e di vita di relazione;-suggerire gli ausili e le strategie per la massima autonomiapossibile;-addestrare i familiari (p.es. posizionamenti, passaggi posturali, ecc);- migliorare la Q d V in ogni fase della malattia.
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Inquadramento ed evoluzione delle gravi malattie degenerative
Didatticamente possiamo suddividere l’evolversi della malattia:
1° periodo: fase dei prodromi;2° periodo: fase della malattia
conclamata;3° periodo: fase terminale della
malattia
In ciascuna di queste fasi quindi ci sarà bisogno di un trattamento farmacologico adeguato e di un
trattamento riabilitativo appropriato che si occupino degli svariati sintomi che via via si manifestano.
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In questa fase ritroveremo la necessità del contributo del MMG, di assistenze
in Day Hospital.Di norma l’apporto riabilitativo è praticamente
nullo, ma solo perché non richiesto.Solo in alcuni casi è presente il CAD o altre forme di assistenza domiciliare che forniscono
l’intervento riabilitativo, rari però.
1° periodo: fase dei prodromi
DOVE:AMBULATORIO, DH, AD (a volte)
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2° periodo: fase della malattia conclamataIn questa fase ritroveremo ancora la necessità dell’apporto del MMG,
ricoveri ospedalieri per brevi periodi e/o consulenze in DH.
Di norma l’apporto riabilitativo è importante, perché sono manifesti svariati sintomi ed in
generale è qui che si inserisce l’èquipe riabilitativa interdisciplinare.
E’ fornita spesso da servizi territoriali convenzionati SSN (CAD, associazioni, ecc.).
DOVE:AMBULATORIO, H, DH, RSA, AD, ADI (Assistenza Domiciliare Integrata)
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3° periodo: fase terminale della malattia
SERVIZIO SOCIALE MUNICIPIO CAD
E SERVIZIO SOCIALE ASLASSOCIAZIONI PAZIENTI
E FAMIGLIARI
RETE DI CURE PALLIATIVEAD, DH, HOSPICE ����
���� U.O.C.P.
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PAZIENTE
E
FAMIGLIAVolontario
Medico
Infermiere
Ass.sociale
Ass. spiritualePsicologo Operat.
Socio sanitario
T.O.
Fisioterapista
Logopedista
Dietista
Ipnotista
CoNAPS- Igienisti Dentali- Fisioterapisti- Podologi - Tecnici Audiometristi - Tecnici della Prevenzione- Tecnici di Neurofisiopatologia- Terapisti della Neuropsicomotricitàdell’ Età Evolutiva- Terapisti Occupazionali- Tecnici della RiabilitazionePsichiatrica e Psicosociale - Tecnici Audioprotesisti- Educatori Professionali- Dietisti- Tecnici di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare- Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico- Tecnici Ortopedici- Assistenti Sanitari- Logopedisti
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"Lo scopo principale delle Cure Palliative è quello di migliorare anzitutto la qualità di vitapiuttosto che la sopravvivenza, assicurando ai pazienti e alle loro famiglie un’assistenza continua e globale " Ventafridda, 1990(1927 – 2008)
Claudio Pellegrini
“…tu sei importante perchè sei tu,e sei importante fino all’ultimo momento della tua vita.Faremo ogni cosa possibile non solo per permetterti di morire in pace, ma anche per farti VIVERE fino al momento della tua morte…”C. Saunders, 1976(1918 – 2005)
Claudio Pellegrini
Claudio PellegriniREFERENTE AREE FISIOTERAPICHE
U.O.C.P. ANTEA – ROMARESPONSABILE NAZIONALE A.I.FI. (Associazione Italiana Fisioterapisti)
GRUPPO DI INTERESSE SPECIALISTICO IN CURE [email protected]
tel. 06/303321cell. 333/3590227