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MASTER SICUREZZA
Creazzo8 luglio 2010
L’impresa e l’amianto: qual è la corretta gestione del rischio?
Ing. Michelangelo Salerno
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SicurezzaMaster
Indice
• La normativa
• Dove si nasconde l’amianto
• Il Documento di Valutazione e i metodi di campionamento e analisi
• Analisi del risultato: cosa fare?
• Esempi pratici di bonifiche
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Il quadro normativo
• LEGGE N. 257 DEL 27/03/1992“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”
• DECRETO LEGISLATIVO N. 277 DEL 15/08/1991Attuazione delle direttive in materia di protezione dei lavoratori
• D.P.R. 08/08/1994: controllo e censimento• D.M. 06/09/1994: disciplinare tecnico su rilevamenti e alle analisi,
rimozione e di fissaggio• Legge n.93/2001 e D.M. 18/03/2003 n. 101• D. Lgs. 257/06: Introduce il Titolo VI-bis D. Lgs. 626/94 “Protezione
dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione ad amianto” –Valori limite, Aziende iscritte all’Albo Nazionale
• D.Lgs 81/2008 – Capo III, protezione dai rischi d’amianto• LINEE GUIDA REGIONE VENETO
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LE DISPOSIZIONI DELLA REGIONE VENETO• Circolare del 09/11/06 a seguito del D.Lgs. 257 – Indicazioni operative per gli
organi di controllo: nei casi dubbi seguire la via più cautelativa.• DGR n° 5607 del 31/10/1995 - L. 27 marzo 1992 n. 257, DPR 8 agosto 1994:
Interventi urgenti in materia di Amianto. Immediatamente eseguibile• DGR n° 5455 del 03/12/1996 - Linee di Piano regionale di protezione, di
decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell'ambiente, ai fini della difesa dal pericoli derivanti dall'amianto. Art. 10 della L. 27 Marzo 1992, n. 257. Immediata eseguibilità.
• DGR n. 4764 del 30/12/1997 - Corsi di formazione di cui all'art. 1 0 della L. 27 Marzo 1992 n. 257
• 1998 - Linee di piano regionale di protezione, di decontaminazione, dismaltimento e bonifica dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto - art. 10 l. 27 marzo 1992, n. 257
• Decreto del Dirigente della Direzione Prevenzione n°265 del 28/04/2000 -Attuazione Piano Regionale Amianto (PRAV) di cui alle DGR 5455/96 e 5108/98. Aggiornamento protocollo ed adozione schema di modello del Piano di lavoro di cui all'art. 34 del D.Lgs. 277/91 per la bonifica delle coperture in cemento amianto.
• DGR n° 1690 del 28/06/2002 - Approvazione di “Linee guida per la rimozione, il trasporto e il deposito provvisorio di piccole quantità di materiali contenti amianto”
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Vieta l’estrazioneLegge n. 257 del 27 marzo 1992
“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto” L’Importazione di amianto, nonché
la produzione e la commercializzazione di prodotti contenenti amianto
Legge n. 257 del 27 marzo 1992
“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”
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L’Italia mette al bando tutti i prodotti contenenti amianto, secondo un programma di dismissione per il quale non sono ammesse deroghe ed il cui termine ultimo è scaduto nell’aprile 1994.
Tuttavia, non si limita a prescrivere la cessazione dell’impiego dell’amianto (prevedendo anche misure disostegno per i lavoratori ed agevolazioni per la riconversione delle imprese di produzione), ma prende in esame la complessa tematica dell’amianto nella sua interezza.
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Che fosse cancerogeno lo sapevano tutti i grandi produttori alla fine degli anni quaranta.
Che la lavorazione dell'amianto potesse provocare malattie negli schiavi l'aveva già affermato Plinio il vecchio nel primo secolo dopo Cristo. (Lino vivo)
Che provocasse l'asbestosi era chiaro all'inizio del Novecento.
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•D.P.R. n. 1124/1965: stabilisce la periodicità annuale del controllo sanitario degli esposti e l’esecuzione di un controllo radiografico annuale.
• Circolare Ministeriale n. 45 del 10/7/1986: introduce piani di interventi e misure tecniche per l’individuazione ed eliminazione del rischio connesso all'impiego di materiali contenenti amianto in edifici scolastici e ospedalieri pubblici e privati.
•Decreto Ministeriale del 21/01/1987: stabilisce ulteriori norme tecniche per l’esecuzione di visite mediche periodiche ai lavoratori esposti al rischio di asbestosi (prova di funzionalità dell’apparato respiratorio, emogasanalisi)
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DECRETO LEGISLATIVO N. 277 DEL 15/08/1991
Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell'art. 7 della legge 30 luglio 1990, n. 212.
• Valutazione del rischio amianto con notifica all’Organo di Vigilanza;
• Obbligo di informazione ai lavoratori sui rischi legati all’esposizione all’amianto;
• Definiti i valori limite di esposizione ed istituito il Registro degli esposti;
• Introdotto l’obbligo di predisporre un Piano di Lavoro per le attività di demolizione e rimozione dell’amianto.
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LEGGE N. 257 DEL 1992Definisce il quadro normativo di riferimento vigente, relativamente ai diversi aspetti della materia:
- tutela dei lavoratori, regolamentata dal D. Lgs. 227/91;
- imballaggio ed etichettatura, secondo la disciplina specifica per le sostanze e preparati pericolosi (L. 256/74) e il D.P.R. 215/88;
- limiti e metodi di controllo di emissioni e scarichi, per i quali rimanda alla Direttiva CEE 87/217;
- smaltimento dei rifiuti, per il quale rimangono valide le norme del D.P.R. 915/82 e successive integrazioni fino al D. Lgs. 22/97;
- propone nuove definizioni dei rifiuti di amianto, introducendo criteri di classificazione diversi da quelli previsti dal D.P.R. 915/82.
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LEGGE N. 257 DEL 1992
Inoltre, l’art. 9 amplia gli obblighi informativi già introdotti con la notifica prevista dall’art. 25 del D. Lgs 277/91 istituendo una relazione annuale sull’attività svolta, che deve essere inviata alle regioni e alle ASL territorialmente competenti da tutte le imprese che svolgono attività di smaltimento o di bonifica dell’amianto.
Mentre l’art. 12 impone ai proprietari di immobili nei quali sono presenti M.C.A. di tipo FRIABILE di notificarne la presenza ai Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.LL.
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D.P.R. 08/08/1994:
• Dispone l’obbligo di censimento delle imprese che utilizzano o hanno utilizzato amianto e delle imprese che svolgono attività di smaltimento e bonifica.
• Introduce il controllo da parte delle Regioni sulla salubrità degli ambienti di lavoro e di vita.
• Stabilisce l’articolazione dei corsi per il personale operativo e gestionale delle imprese operanti nell’attività di rimozione, smaltimento e bonifica amianto.
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D.M. 06.09.1994
Rappresenta un disciplinare tecnico che introduce norme relative a:
- strumenti necessari ai rilevamenti e alle analisi del rivestimento degli edifici;
- alla pianificazione e alla programmazione delle attività dirimozione e di fissaggio ;
- le procedure da seguire nei diversi processi lavorativi di rimozione;
- le metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivicompresi quelli per rendere innocuo l’amianto;
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Legge n.93/2001
D.M. 18.03.2003 n.101
Introducono l’obbligo e la metodologia di effettuazione di unamappatura a livello nazionale dei siti interessati dalla presenza di amianto e la conseguente realizzazione degli interventi di bonifica di particolare urgenza.
Ad oggi sono state realizzate mappature di:
- Regione Puglia
- Comune di Milano
- Area industriale (FIBRONIT) nel Comune di Broni (PV)
- Aree industriali di Bari, Crotone e Catania (dal NOE)
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D. Lgs. 257/06
(Introduce il Titolo VI-bis D. Lgs. 626/94)
(sostituito dal Capo III del Titolo IX D.Lgs. 81/08)
“Protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all’esposizione ad amianto”
• ribadisce l’obbligo di VALUTAZIONE DEL RISCHIO con periodiche misurazioni della CONCENTRAZIONE di fibre aerodisperse (tecnica MOCF);
• confermato il VALORE LIMITE a 0,1 fibre/centimetro cubo (100 ff/L);
• DEMOLIZIONE o RIMOZIONE dell’amianto solo da imprese iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali (categoria 10 A-B);
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D. Lgs. 257/06
- obbligo di NOTIFICA per attività di manutenzione ad eccezione dei seguenti casi in assenza di pericolo di rilascio di fibre di amianto(esposizione sporadica e di debole intensità):
a) brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro viene effettuato solo su materiali non friabili;b) rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amianto sono fermamente legate ad una matrice;c) incapsulamento e confinamento di materiali contenenti amianto che si trovano in buono stato;d) sorveglianza e controllo dell'aria e prelievo dei campioni ai fini dell'individuazione della presenza di amianto in un determinato materiale.
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Le nuove le linee guida della Regione VenetoDGR n. 2041 del 22 luglio 2008
Approvate nel luglio 2008 hanno carattere sanitario e mirano a garantire la sorveglianza sanitaria gratuita, finalizzata alla diagnosi delle patologie correlate all’esposizione all’amianto.
Importante inoltre il documento contenente le indicazioni operative sull’applicazione del D. Lgs. 257/06, in particolare su alcuni aspetti degli artt. 59-quinquies (art. 250 – T.U.) e 59-duodecies (art. 256 –T.U.).
(vedi documento allegato)
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Le nuove le linee guida della Regione VenetoDGR n. 2041 del 22 luglio 2008
Segnalazione di malattia professionale1. Notifica del medico certificante2. Trasmissione per competenza da altro SPISAL3. Richiesta di valutazione medico-legale da parte del lavoratore o dei familiari di lavoratori deceduti4. Richiesta di valutazione specialistica da parte di medici di altre strutture sanitarie5. Delega dell’indagine da parte dell’A.G
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Le nuove le linee guida della Regione VenetoDGR n. 2041 del 22 luglio 2008
Le responsabilità- l’insufficiente valutazione e controllo dei rischi lavorativi (inadeguatezza dell’ambiente di lavoro);- l’insufficienza della formazione - informazione di lavoratori (inadeguatezza formativa-informativa dei lavoratori);- la non corrispondenza tra rischi in causa e condizioni psicofisiche di chi viene addetto alle attività lavorative (inidoneità psicofisica dei lavoratori al lavoro assegnato).
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Le nuove le linee guida della Regione VenetoDGR n. 2041 del 22 luglio 2008
I LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)La Regione Veneto ha fatto rientrare, con provvedimento formale, nei LEA gli accertamenti clinici e strumentali per gli ex esposti ad amianto.Le visite e gli esami strumentali, di seguito elencati, necessari per lasorveglianza sanitaria degli ex esposti, sono esenti dalla partecipazione alla spesa e quindi gratuiti. Per poter usufruire degli accertamenti gratuiti, l’assistito deve essere riconosciuto come “ex esposto ad amianto”: questa definizione può essere data solamente dallo Spisal, dall’Inail o dall’Inps.
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COMITATO TECNICO INTERREGIONALE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO
http://www.ausl.mo.it/dsp/spsal/spsal_lg_coord_interregionale.htm
In particolare la sezione dedicata all’ amianto:- modelli per interventi su materiale contenente amianto, modelli per le Aziende e per il privato cittadino,- modalità operative per la presentazione dei modelli,- legislazione principale in materia di amianto,- modello per la relazione annuale sullo smaltimento e bonifica di amianto (art.9, L. 257/92),- uso delle cinture di sicurezza durante le bonifiche da amianto,- iscrizione all’albo per la gestione dei rifiuti di amianto,- valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto.
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DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
D.M. 6 settembre 1994
Valutazione del rischio
Bonifica degli edifici
Censimento(amianto friabile)
Piani di Lavoro(ex art. 256 D. Lgs. 81/08)
Problema di sanità pubblica
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DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Censimento
OBBIETTIVO 1. Formazione del personale.2. Censimento delle situazioni di presenza
e/o esposizione all’amianto.3. Archivio delle situazioni a rischio.4. Sorveglianza a regime.
RISULTATI Applicato solo in alcune Regioni e rimangono ancora molti manufatti non censiti.
Principalmente utilizzato nella produzione e distribuzione di energia, auto-officine, industria casearia e manutenzione impianti.
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DISMISSIONE DELL’IMPIEGOCensimento = Campionamento
1. Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile;2. Ispezione diretta dei materiali potenzialmente contenenti fibre di
amianto. 3. Campionamento dei materiali sospetti in particolare se possibili di
danneggiamento, manomissioni e manutenzioni, e invio presso un centro attrezzato, per la conferma analitica della presenza e del contenuto di amianto.
4. Mappatura delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto.
5. Verifica dello stato di conservazione per valutare il rischio per la dispersione di fibre e l’analisi del rilascio di fibre nell'ambiente (vari metodi riconosciuti).
Il personale incaricato dell'ispezione e del campionamento dovrà procedere adottando le precauzioni previste durante la manipolazione di materiali contenenti amianto (DPIDPI) evitando interventi che potrebbero tradursi in una contaminazione degli ambienti circostanti; si dovrà procedere al campionamento con la massima cautela, sigillare e segnalare il punto in cui si è effettuato il campionamento impiegando una vernice spray.
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Ma che cos’èl’amianto?
MINERALI(Silicati fibrosi
naturali)Serpentino
(idrato di Magnesio)
Anfiboli(di Magnesio, Calcio
e Ferro)
AMIANTO = ASBESTO
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Anfiboli:Amosite o amianto bruno
Serpentino:
Crocidolite o amianto blu
Crisotilo o amianto bianco
Actinolite
dal greco: fibra d’oro
Acronimo di: Asbestos Mines of South Africa
dal greco: fiocco di lana
Antofillite
Tremolite
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• Filabilità• Flessibilità• Resistenza termica• Resistenza elettrica• Resistenza agli acidi• BASSO COSTO
LE PROPRIETÀ
“Asbestos” = Incorruttibile, perpetuo
Scarsa13906Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH) 2Actinolite
Scarsa13605,5 – 6Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH) 2Tremolite
Scarsa14705,5 – 6(Mg,Fe)7Si8O22(OH) 2Antofillite
Discreta14005,5 – 6(Mg,Fe)7Si8O22(OH) 2Amosite
Buona11905 – 6Na2(Mg,Fe)6Si8O22(OH) 2Crocidolite
Molto buona15202,5 – 4Mg3 Si2O5(OH) 4Crisotilo
Flessibilità e filabilità
Punto difusione °C
Durezza(Mhos)FormulaDefinizione
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PRINCIPALI UTILIZZIPRINCIPALI UTILIZZI
Dal 1880 (inizio dell’estrazione ai fini industriali):
estratte poche centinaia di tonnellate l’anno
Alla fine degli sessanta ed inizio anni settanta:
estratte oltre cinque milioni di tonnellate l’anno
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PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 – ‘70
M.C.A. in matrice FRIABILE:
materiali facilmente sbriciolabili o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale
M.C.A. in matrice COMPATTA:
materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’ausilio di attrezzature meccaniche
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PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 – ‘70
M.C.A. in matrice FRIABILE:Le fibre di amianto sono inglobate debolmente nel prodotto con un legante o senza legante .Tenore di amianto > 40 – 100 % del peso
M.C.A. in matrice COMPATTA:Le fibre di amianto sono inglobate saldamente nel prodotto con un legante.
Tenore di amianto < 20 % del peso
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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• Coperture e pavimenti• Acquedotti e camini• Intonaci e rivestimenti
Edilizia
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
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Industria
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tubazioni• Filtri e guarnizioni• Attrezzature
anni ’60 - ‘70
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Industria
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tubazioni• Filtri e guarnizioni• Attrezzature
anni ’60 - ‘70
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Industria
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tubazioni• Filtri e guarnizioni• Attrezzature
anni ’60 - ‘70
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Industria
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tubazioni• Filtri e guarnizioni• Attrezzature
anni ’60 - ‘70
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Industria
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tubazioni• Filtri e guarnizioni• Attrezzature
anni ’60 - ‘70
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Industria
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tubazioni• Filtri e guarnizioni• Attrezzature
anni ’60 - ‘70
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Trasporti
PRINCIPALI UTILIZZI
• Dispositivi di frenamento• Carrozze ferroviarie • Navi
anni ’60 - ‘70
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Trasporti
PRINCIPALI UTILIZZI• Dispositivi di frenamento• Carrozze ferroviarie • Navi
anni ’60 - ‘70
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Trasporti
PRINCIPALI UTILIZZI
• Dispositivi di frenamento• Carrozze ferroviarie• Navi
anni ’60 - ‘70
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Trasporti
PRINCIPALI UTILIZZI
• Dispositivi di frenamento• Carrozze ferroviarie• Navi
anni ’60 - ‘70
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Ambiente domestico
PRINCIPALI UTILIZZI
• Elettrodomestici Asciugacapelli, forni, stufe, ferri da stiro
• Utensili da cucina prese e guanti daforno, teli da stiro,
• Fioriere da esterno
anni ’60 - ‘70
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Ambiente domestico
PRINCIPALI UTILIZZI
• Pavimenti• Tessuti cartoni posti a protezione di stufe
• Caldaie• Sfiati e camini
anni ’60 - ‘70
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Ambiente domestico
PRINCIPALI UTILIZZI
• Tettoie• Coperture di abitazioni
anni ’60 - ‘70
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Usi rari e insoliti
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70- Adesivi e collanti - Tessuti ignifughi per arredamento come tendaggi e tappezzerie- Nei teatri (sipari, scenari che simulano la neve, per protezione in scene con fuoco, per riprodurre la polvere sulle ragnatele, su vecchi barili)- Tessuti per imballaggio- Tessuti per abbigliamento ignifughi e non come feltri per cappelli, cachemire sintetico, coperte, grembiuli, giacche, pantaloni, ghette, stivali- Carta e cartone (filtri per purificare bevande, filtri di sigarette e da pipa, assorbenti igienici interni, supporti per deodoranti da ambiente, suolette interne da scarpe)- Sabbia artificiale per giochi dei bambini- Trattamento del riso per il mercato giapponese
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Usi rari e insoliti
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70
- Adesivi e collanti - Tessuti ignifughi per arredamento come tendaggi e tappezzerie- Nei teatri (sipari, scenari che simulano la neve, per protezione in scene con fuoco, per riprodurre la polvere sulle ragnatele, su vecchi barili)- Tessuti per imballaggio- Tessuti per abbigliamento ignifughi e non come feltri per cappelli, cachemire sintetico, coperte, grembiuli, giacche, pantaloni, ghette, stivali- Carta e cartone (filtri per purificare bevande, filtri di sigarette e da pipa, assorbenti igienici interni, supporti per deodoranti da ambiente, suolette interne da scarpe)- Sabbia artificiale per giochi dei bambini- Trattamento del riso per il mercato giapponese
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Usi rari e insoliti
PRINCIPALI UTILIZZI anni ’60 - ‘70- Adesivi e collanti - Tessuti ignifughi per arredamento come tendaggi e tappezzerie- Tessuti per imballaggio- Nei teatri (sipari, scenari che simulano la neve, per protezione in scene con fuoco, per riprodurre la polvere sulle ragnatele, su vecchi barili)- Tessuti per abbigliamento ignifughi e non come feltri per cappelli, cachemire sintetico, coperte, grembiuli, giacche, pantaloni, ghette, stivali- Carta e cartone (filtri per purificare bevande, filtri di sigarette e da pipa, assorbenti igienici interni, supporti per deodoranti da ambiente, suolette interne da scarpe)- Sabbia artificiale per giochi dei bambini- Trattamento del riso per il mercato giapponese
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RISCHI PER LA SALUTE
Una fibra sospesa nell’aria, per essere consideratarespirabile deve soddisfare 3 requisiti:
1. Lunghezza superiore a 5 micron2. Diametro inferiore o uguale a 3 micron3. Rapporto lunghezza / diametro superiore o uguale a 3
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RISCHI PER LA SALUTELe vie aeree superiori sono rivestite da una mucosa, costituita soprattutto da cellule cigliate (munite cioèdi piccolissimi peluzzi) e di cellule caliciformi (che secernono muco).
Fra le cellule della mucosa vi sono le terminazioni di finissime fibre nervose le quali possono essere irritate dalle sostanze nocive presenti nell'aria, e possono determinare una contrazione della muscolatura dei bronchi, un aumento della secrezione di muco e provocare la tosse.
Negli alveoli, cioè le parti più profonde dei polmoni, la funzione di ripulitura non è più svolta da queste cellule, ma da altre cellule chiamate macrofagi (o cellule spazzine) che mangiano e smaltiscono i batteri penetrati nell'organismo, nonché i resti di cellule distrutte.
Le sostanze nocive che penetrano nelle vie aeree possono, sia a seguito di esposizioni acute (cioè di breve durata) che di esposizioni croniche, danneggiare in vario modo tutti questi meccanismi di difesa
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Per "fibra" si intende una "particella allungata che abbia un rapporto lunghezza/diametro > 3:1".
Quelle che rivestono particolare importanza da un punto di vistapatogeno per l'uomo hanno lunghezza > 5 µm e diametro < 3 µm .
15 µm
1 µm
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Tipo di fibre Diametro(µm)
Fibrille di crisotilo 0.02 - 0.04
Fibra di crisotilo 0.75 - 1.5
Fibrilla di anfiboli 0.1 - 0.2
Fibra di anfiboli 1.3 - 4.0
Fibra di vetro 1.0 - 5.0
Lana di roccia 4.0 - 7.0
Cotone 10
Lana 20 - 28
Nylon, rayon 7 - 7.5
Capello umano 40
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SicurezzaMaster
Fagocita nel tentativo di eliminare le fibre di amianto.
RISCHI PER LA SALUTE
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SicurezzaMaster
Asbestosi: (dopo 10-20 anni)Malattia polmonare a decorso progressivo, fortemente invalidante, causa di insufficienza respiratoria cronica.L'asbestosi insieme alla silicosi è la malattia per la quale l'INAILha riconosciuto e paga il maggior numero di indennità di invalidità
RISCHI PER LA SALUTE
Tumori polmonari:Si presenta come una complicazione dell’asbestosi ed ha un periodo di latenza piùlungo.
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SicurezzaMaster
Mesotelioma: (dopo 20-40 anni)
E’ un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura).
RISCHI PER LA SALUTE
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SicurezzaMaster
RISCHI PER LA SALUTE
IL FUMO DI SIGARETTA AGISCE NEGATIVAMENTE SUL DECORSO DELLA MALATTIA!
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SicurezzaMaster
RISCHI PER LA SALUTE
Chi sono le vittime dell’amianto?
ESPOSTI PROFESSIONALMENTE:
Fabbriche di cemento-amianto
Cantieri navali
Officine ferroviarie
Industria automobilistica
Industria tessile
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SicurezzaMaster
RISCHI PER LA SALUTE
Chi sono le vittime dell’amianto?
ESPOSTI SALTUARIAMENTE:
Carpentieri
Idraulici
Elettricisti
Lavoratori nelle opere di manutenzione e demolizione
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SicurezzaMaster
RISCHI PER LA SALUTE
Chi sono le vittime dell’amianto?
ESPOSTI NON PROFESSIONALMENTE:
Mogli degli operai
Bambini
Abitanti nei dintorni delle fabbriche
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SicurezzaMaster
RISCHI PER LA SALUTE
Studio inglese sul rapporto tra importazione di amianto e decessi per Mesotelioma.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
OBBIETTIVO Valutare se un materiale contenente amianto sia in grado di liberare le fibre.
PERICOLOProbabilità che vengano rilasciate fibre aerodisperse nell’ambiente, che possano essere successivamente respirate dalle persone, provocando gravi patologie.
METODOAnalisi dello stato di conservazionedei materiali e del contesto in cui sono impiegati.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
- Allegato V al D.M. 06.09.1994 (Scheda per l’accertamento)
- Indice di Versar
- Enel INDEX
- Metodo UNI 10608
- Linee guida dell’Emilia Romagna
- Protocollo per la valutazione dello stato di conservazione dellecoperture in cemento amianto (Regione Lombardia)
- …
METODI DI VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE:
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
- Individuazione geografica del sito (vicinanza a luoghi sensibili);
- Tipologia di attività (eventuali fonti di disturbo);
- Fattori di DANNO (crepe, rotture, stallattiti, elementi di manutenzione, tenore di amianto, etc.)
- Fattori di ESPOSIZIONE (estensione superficie, friabilità, ventilazione, popolazione esposta, etc.)
- Risultati delle analisi (certificati) e dell’applicazione degli algoritmi (Versar, Enel INDEX, etc.)
- …
CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE SUI M.C.A.:
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio Campionamento
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
ARIA
- Fibre facilmente liberabili (metodo UNI 10608)
- Fibre aerodisperse (MOCF, SEM, TEM)
MATRICE MASSIVA
- Tenore di amianto (FT/IR, DRX, SEM)
- Identificazione qualitativa (MOLP)
METODI DI CAMPIONAMENTO E ANALISI:
Campionamento
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SicurezzaMaster
( ff/litro = [106 * N * D^2 ] / [V * n * d^2] ) N = numero di fibre calcolate in totale(su un solo filtro o su 2 filtri);n = numero di campi del reticolo esaminati su un solo filtro
(200 o meno in funzione del volume totale prelevato);D = in mm, diametro effettivo del filtro (solitamente filtro da 25 mm di diametro);d = in micron, è il diametro del reticolo di Walton Beckett (100 micrometri);V = in litri, il volume di aria prelevato (su un solo filtro o su due filtri).
SOGLIE DI ATTENZIONE:
2 ff/litro se in SEM
20 ff/litro se in MOCF
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio Campionamento
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio Analisi dei risultati
Interpretazione dei risultati (esempio Indice di Versar):
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio Analisi dei risultati
Interpretazione dei risultati (esempio Indice di Versar):
- Zona 1 = Rimozione immediata
- Zona 2 = Rimozione quanto prima possibile. La rimozione può essere rimandata alla prima occasione utile (es. vacanze estive in una scuola), ma senza aspettare l’occasione di un intervento di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria dello stabile.
- Zona 3 = Rimozione programmata. La rimozione può essere affrontata nell’ambito dei programmi di manutenzione e ristrutturazione dell’edificio.
- Zona 4 = Riparazione. Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati di confinamento o incapsulamento.
- Zona 5 = Monitoraggio e controllo periodico. Controllo periodico delle aree al fine di assicurare che non si verifichino danni ulteriori.
- Zona 6 = Nessuna azione immediata. Rilascio di fibre improbabile. Non occorre attuare alcun intervento.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Materiali integri nonsuscettibili di danneggiamento
Materiali danneggiatiMateriali integri suscettibili di danneggiamento
Controllo periodico
Procedura per una corretta manutenzione
Eliminazione delle causeRestauro
Eliminazione delle cause
Area non estesa Area estesa
Bonifica
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Controllo periodico
1. designare una figura responsabile con compiti dicontrollo e coordinamento di tutte le attivitàmanutentive che possono interessare i materiali diamianto;
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischioControllo periodico
1. tenere un’idonea documentazione da cui risultil’ubicazione dei materiali contenenti amianto.
SulleSulle installazioniinstallazioni soggettesoggette a a frequentifrequenti interventiinterventimanutentivimanutentivi (ad (ad eses. . caldaiacaldaia e e tubazionitubazioni) ) dovrannodovrannoessereessere posteposte avvertenzeavvertenze alloallo scoposcopo didi evitareevitare chechell’’amiantoamianto vengavenga inavvertitamenteinavvertitamente disturbatodisturbato;;
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischioControllo periodico
1. garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione diqualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali diamianto.
A A taltal fine fine dovrdovràà essereessere predispostapredisposta unauna semplicesemplice proceduraprocedura didiautorizzazioneautorizzazione per le per le attivitattivitàà didi manutenzionemanutenzione e e didi tuttitutti gligliinterventiinterventi effettuatieffettuati dovrdovràà essereessere tenutatenuta unauna documentazionedocumentazioneverificabileverificabile;;
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischioControllo periodico
1. fornire una corretta informazione agli occupantidell’edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti daadottare;
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischioControllo periodico
1. nel caso siano in opera materiali friabili provvederea far ispezionare l’edificio almeno una voltaall’anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali, redigendo un dettagliatorapporto corredato di documentazione fotografica.
CopiaCopia del del rapportorapporto dovrdovràà essereessere trasmessatrasmessa allaallaASL ASL competentecompetente la la qualequale puòpuò prescrivereprescrivere didieffettuareeffettuare un un monitoraggiomonitoraggio ambientaleambientale periodicoperiodicodelledelle fibrefibre aerodisperseaerodisperse allall’’internointerno delldell’’edificioedificio. .
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Procedura per una corretta manutenzione
Le operazioni di manutenzione possono essere raggruppate in tre categorie:
a) interventi che non comportano contatto diretto con l’amianto; b) interventi che possono interessare accidentalmente i materiali contenentiamianto. c) interventi che intenzionalmente disturbano zone limitate di materialicontenenti amianto.
Operazioni che comportino un esteso interessamento dell’amianto non possonoessere consentite, se non nell’ambito di progetti di bonifica.
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Procedura per una corretta manutenzione
• Durante l’esecuzione degli interventi non deve essere consentita la presenza di estranei nell’area interessata.
• L’area stessa deve essere isolata con misure idonee in relazione al potenziale rilascio di fibre:
a. per operazioni che non comportano diretto contatto con l’amiantopuò non essere necessario alcun tipo di isolamento ;
b. negli altri casi la zona di lavoro deve essere confinata e ilpavimento e gli arredi eventualmente presenti, coperti con teli diplastica a perdere.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Procedura per una corretta manutenzione
•L’impianto di ventilazione deve essere localmente disattivato.
•Qualsiasi intervento diretto sull’amianto deve essere effettuato con metodi ad umido.
•Eventuali utensili elettrici impiegati per tagliare, forare o molaredevono essere muniti di aspirazione incorporata e filtrata.
•Nel caso di operazioni su tubazioni rivestite con materiali di amiantovanno utilizzati quando possibile gli appositi "glove bags"
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Procedura per una corretta manutenzione•Al termine dei lavori, eventuali polveri o detriti di amianto caduti vanno puliticon metodi ad umido o con aspiratori portatili muniti di filtri ad altaefficienza.
•I lavoratori che eseguono gli interventi devono essere muniti di mezziindividuali di protezione. Per la protezione respiratoria vanno adottate maschere munite di filtro P3 ditipo semimaschera o a facciale completo, in relazione al potenziale livello diesposizione. E’ sconsigliabile l’uso di facciali filtranti, se non negli interventidel primo tipo. Nelle operazioni che comportano disturbo dell’amianto devono essere adottateinoltre tute intere a perdere, munite di cappuccio o di copriscarpe, di tessutoatto a non trattenere le fibre. Le tute devono essere eliminate dopo ogniintervento.
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DISMISSIONE DELL’IMPIEGOValutazione del rischio
Procedura per una corretta manutenzione• Tutto il materiale a perdere utilizzato (indumenti, teli, stracci per pulizia, ecc.) deve essere smaltito come rifiuto contaminato, in sacchiimpermeabili chiusi ed etichettati.
• Procedure definite devono essere previste nel caso di consistenti rilascidi fibre: evacuazione ed isolamento dell’area interessata (chiusura delleporte e/o installazione di barriere temporanee); affissione di avvisi dipericolo per evitare l’accesso di estranei; decontaminazione dell’area daparte degli operatori muniti di mezzi individuali di protezione con sistemiad umido e/o con aspiratori idonei; monitoraggio finale di verifica.
Ai sensi delle leggi vigenti, il personale addetto alle attività dimanutenzione e di custodia deve essere considerato
PROFESSIONALMENTE ESPOSTO AD AMIANTO.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO
CONFINAMENTO
RIMOZIONE
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999
Consiste in un trattamento superficiale dell’amianto con prodottipenetranti o ricoprenti che tendono ad inglobare le fibre, a ripristinarel’aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sullasuperficie esposta.
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999
PRIMA di scegliere un intervento di incapsulamento dev’essereattentamente valutata l’idoneità del materiale a sopportare il peso dell’incapsulante.
In caso di materiale friabileapplicato a spruzzo, evitare con spessori sup. a 2 cm o con rischio di infiltrazioni d’acqua(impermeabilizza) per non accentuare il rischio di distacco.
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999
A ) a vista all'esterno: se applicato per l'incapsulamento di manufatti in cemento-amianto esposti agli agenti atmosferici e quindi soggetti a degrado progressivo, con affioramento e rilascio di fibre;
Rientra in questa definizione anche ilrivestimento da applicare sull'intradossodi lastre il cui estradosso e' direttamente a contatto con l'ambienteesterno;
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999
B) a vista all'interno: se applicato per l'incapsulamento di manufatti in cemento-amianto situati all'interno "integri ma suscettibili didanneggiamento" o "danneggiati" ;
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999C) non a vista: per l'incapsulamento di manufatti in cemento-amianto, a supporto di interventi di confinamento, che, se non associati ad un trattamento incapsulante, non impediscono il rilascio di fibre al suo internoe di sopracopertura, "inteso come un rivestimento di confinamento“;
È il caso questo dei materialiche vengono “nascosti” ad esempio con unacontrosoffittatura in cartongesso o in lamiera;
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999
D) ausiliario: se applicato per evitare la dispersione di fibre nell'ambientea supporto degli interventi di rimozione o durante le operazioni dismaltimento di materiali contenenti amianto.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999
Per interventi di incapsulamento che prevedano un trattamentopreliminare o la sostituzione di lastre, il titolare dell'impresadovra' presentare all'organo di vigilanza competenteterritorialmente anche un piano di lavoro ai sensi dell'art. 256 del D. Lgs. 81/08.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO D.M. 20.08.1999L'avvenuta posa in opera di un rivestimento incapsulante sara' attestata dal responsabile dei lavori dell'impresa di bonifica.
Nell'attestato dovranno essere indicati gli spessori, i diversi coloridelle ultime due mani del rivestimento incapsulante e la durataminima del trattamento.
Il committente dovrà programmare il piano di controllo e manutenzione ex D.M. 6 settembre 1994.
L'attestazione sara' conservata dal committente e presentata, a richiesta, all'organo di vigilanza competente per territorio.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO
CONFINAMENTOCONFINAMENTO
RIMOZIONE
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edificiCONFINAMENTO
Installazione di una barriera a tenuta che separil'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato ad un trattamentoincapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del confinamento.
OBBIETTIVO
Realizzare una barriera resistente agli urti a costicontenuti. Se l'intervento non comporta lo spostamentodell'impianto elettrico, termoidraulico, diventilazione, ecc.
VANTAGGIO
E' indicato nel caso di materiali facilmente accessibili, ed aree circoscritte(ad es. una colonna) eNon è indicato quando sia necessario accedere frequentemente nello spazioconfinato.
PROGRAMMA DI CONTROLLO E MANUTENZIONE
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
INCAPSULAMENTO
CONFINAMENTO
RIMOZIONERIMOZIONE
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Bonifica degli edifici
RIMOZIONEE' il procedimento più diffuso perché elimina ogni potenziale fonte diesposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attivitàche si svolgono nell'edificio.
Comporta un rischio estremamente elevato per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell'ambiente; produce notevoli quantitativi di rifiutitossici e nocivi che devono essere correttamente smaltiti.
E' la procedura che comporta i costi più elevati ed i più lunghi tempi direalizzazione. In genere richiede l'applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso.
L’im
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGOISCRIZIONE ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI (deliberazione 30 marzo 2004):
Chi:
CAT. 10A: attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata sui seguenti materiali: materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi;
CAT. 10B: attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata sui seguenti materiali: materiali d’attrito, materiali isolanti (pannelli, coppelle, carte e cartoni, tessili, materiali spruzzati, stucchi, smalti, bitumi, colle, guarnizioni, altri materiali isolanti), contenitori a pressione, apparecchiature fuori uso, altri materiali incoerenti contenenti amianto.
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SicurezzaMaster
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
ISCRIZIONE ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI:
Chi:
CLASSE E fino a euro 51.645,69 CLASSE D fino a euro 413.165,52 CLASSE C fino a euro 1.549.370,70 CLASSE B fino a euro 7.746.853,49 CLASSE A oltre euro 7.746.853,49
operatori formati ai sensi del D.P.R. 08.08.1994
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SicurezzaMaster
• Luogo, natura e durata lavori• Committente, azienda esecutrice e impresa smaltimento• Oggetto dell’intervento• Certificati di analisi• Programma monitoraggi
Informazioni di carattere descrittivo:
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
CONTENUTI PIANO DI LAVORO:
Dove e cosa:
L’im
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SicurezzaMaster
1. Allestimento cantiere (aree confinate)2. Dispositivi di protezione individuali e
collettivi3. Procedure di intervento e tempi
previsti (anche in caso di superamento dei limiti previsti)
4. Tecniche di rimozione5. Misure per la raccolta e lo
smaltimento6. Caratteristiche dei dispositivi e delle
attrezzature previsti
Informazioni di carattere tecnico:
CONTENUTI PIANO DI LAVORO:
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
Come:
L’im
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SicurezzaMaster
1. Emissione in atmosfera = 0,1 mg/mc;(Allegato A: 2 ff/ml = 0,1 mg/mc)
2. Effluenti liquidi = 30g/mc (materiale totale in sospensione)
Rispetto dei limiti di:
D. LGS. 114/95:
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
L’im
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SicurezzaMaster
Codici CER:
- 06 07 01* rifiuti dei processi elettrolitici contenenti amianto;
- 06 13 04* rifiuti della lavorazione dell’amianto;
- 10 13 09* rifiuti della fabbricazione di amianto cemento, contenenti amianto;
- 10 13 10 rifiuti della fabbricazione di amianto cemento, diversi da quelli di cui alla voce 10 13 09;
- 15 01 11* imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio amianto), compresi i contenitori a pressione vuoti;
- 16 01 11* pastiglie per freni contenenti amianto;
- 16 02 12* apparecchiature fuori uso, contenenti amianto in fibre libere;
- 17 06 01* materiali isolanti contenenti amianto;
- 17 06 05 materiali da costruzione contenenti amianto.
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
L’im
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SicurezzaMaster
Intervento di rimozione
Elaborazione Piano di Lavoro
Restituzione dell’impianto
Individuazione procedura
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
L’im
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SicurezzaMaster
Intervento di rimozione
Fase di Bonifica
Restituzione ambiente bonificato
Individuazione procedura ed elaborazione Piano Lavoro
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
L’im
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SicurezzaMaster
Intervento di rimozione
Fase di Bonifica
Restituzione ambiente bonificato
Individuazione procedura ed elaborazione Piano Lavoro
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
L’im
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SicurezzaMaster
Intervento di rimozione
Confezionamento materiale rimosso
Tecnica del GLOVE-BAG
DISMISSIONE DELL’IMPIEGO
L’im
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SicurezzaMaster
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALIDISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALIdi terza categoriadi terza categoria
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SicurezzaMaster
Marcatura
Tutti i DPI delle vie respiratorie commercializzati devono riportare le seguenti informazioni chiaramente visibili su ogni singolo dispositivo:
XXXX8812
EN 149 FFP1CE 930121
Azienda produttrice
“Sigla” che identifica il dispositivo
Normativa e livello di protezione
offertoMarcatura CE + n°
L’im
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SicurezzaMaster
Protezione vie Respiratorie
Sigla che identifica il dispositivo
Marcatura CE
Normativa e protezione del
dispositivo
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SicurezzaMaster
Protezione vie Respiratorie
Normativa e protezione
del dispositivo
Sigla che identifica il dispositivo
Marcatura CE
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SicurezzaMaster
Perché ci dobbiamo proteggere ?
Il grado di rischio dei potenziali contaminanti presenti dipende dai seguenti fattori:tempo di esposizione del lavoratore ai contaminanti;concentrazione dell’inquinante nell’ambiente di lavoro;tossicità: livello di pericolosità per la salute, specifico per ogni contaminante;ritmo respiratorio e sensibilità individuale
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SicurezzaMaster
Contaminanti: Polveri, fumi e nebbie
Questi inquinanti solitamente vengono chiamati particelle
Polveri sono particelle solide di dimensioni variabili, generate da frantumazione o abrasione di materiali solidi. Più la dimensione delle particelle è piccola, maggiore è la possibilità di inalarle
L’im
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SicurezzaMaster
Contaminanti: Polveri, fumi e nebbie
Per le polveri, i fumi e le nebbie, il fattore principale che determina il grado di penetrazione nell’apparato respiratorio è la dimensione delle particelle.Queste sono valutate in micron: un micron è la millesima parte di un millimetro. L’occhio umano riesce a vedere fino a 50 micron. Al di sotto di questa misura la singola particella non risulta visibile.
L’im
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SicurezzaMaster
Contaminanti: Polveri, fumi e nebbie
A titolo di paragone, la sezione di un capello, ha un diametro di 50 - 500 micron, ci si rende quindi conto della difficoltà a vedere particelle di zinco o piombo!La maggioranza delle particelle presenti nelle comuni lavorazioni industriali rientra infatti nel campo del “non visibile”.
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SicurezzaMaster
Il sistema respiratorio
Nei polmoni sono presenti milioni di alveoli, dove avviene lo scambio ossigeno-CO2, e la loro superficie complessiva è equivalente a quella di un campo da tennis. Polveri e fumi possono irritare il naso, la gola e le vie superiori dell’apparato respiratorio. Le particelle di dimensioni superiori a 5 micron sono filtrate dalla trachea e dai bronchi e quindi espulse.
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SicurezzaMaster
Il sistema respiratorio
Le particelle comprese tra 5 e 1 micron possono penetrare fino ai bronchioli mentre le particelle da 1 a 0.01 micron giungono sino agli alveoli, ove si depositano creando irritazioni e danneggiandoli sino ad arrivare nel tempo ad ostruirli, riducendo così la superficie polmonare.
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SicurezzaMaster
Prevenzione primaria
E’ importante ridurre il più possibile l’esposizione agli inquinanti. Il primo passo è la protezione collettiva (prevenzione primaria).
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SicurezzaMaster
Parametri di selezione
I parametri che determinano la corretta selezione e funzionalità del respiratore sono:
protezione adeguata; certificazione del dispositivo; comfort dell’utilizzatore; corretto indossamento.
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SicurezzaMaster
Parametri di selezione
Si dovrà scegliere il corretto dispositivo, tenendo conto della: Valutazione del rischio Estensione e localizzazione del rischio Purezza dell’aria respirabile Libertà di movimento Campo visivo Necessità di comunicazione orale Situazioni estreme (luoghi Freddi o caldi)
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SicurezzaMaster
Certificazione
Tutti i dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie devono essere conformi alle norme europee EN:
Facciali filtranti UNI EN 149
Filtri antipolvere UNI EN 143
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Certificazione
Filtri antigas UNI EN 141
Semimaschere UNI EN 140
Semimaschere filtranti
UNI EN 405
Maschera intera UNI EN 136
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RESPIRATORI
Dipendenti dall’atmosfera
RESPIRATORI A FILTRO
Indipendenti dall’atmosfera
RESPIRATORI ISOLANTI
• ossigeno < 19.5% *• concentrazione dei
contaminanti superiore ai limiti del respiratore a filtro
• gas e vapori con soglia olfattiva > TLV
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Respiratori a filtro
I respiratori a filtro si suddividono in tre categorie:
Respiratori a Filtro
Contro polveri Contro gas e vapori Combinati: contro gas, vapori e polveri
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Valori limite di soglia (TLV-TWA-STEEL-C)
Threshold Limit Value (TLV), ovvero "valore limite di soglia", rappresenta una soglia di concentrazione - generalmente espressa in parti per milione, ppm - di una data sostanza pericolosa nell'aria, al di sotto della quale vi è sicurezza per "quasi tutte" le persone esposte. Nella definizione si parla di "quasi tutte" le persone poiché non si possono escludere a priori casi di ipersensibilità o la possibilità che alcuni individui, pure a concentrazioni minori, possano riportare per vari motivi danni alla salute.
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Valori limite di soglia (TLV-TWA-STEEL-C)
Ne esistono tre varianti:
TLV-TWA (time-weighed average): è il valore massimo consentito per un'esposizione prolungata -8 ore al giorno e/o 40 ore a settimana. Viene comunemente indicato semplicemente come TLV. TLV-STEL (short-term exposure limit): è il valore massimo consentito per esposizioni brevi - non oltre 15 minuti - ed occasionali - non oltre quattro esposizioni nelle 24 ore, intervallate almeno ad un'ora di distanza l'una dall'altra. TLV-C (ceiling): è il valore limite che non deve essere mai oltrepassato in nessun caso.
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Respiratori antipolvere
In genere i filtri antipolvere e i facciali filtranti sono costituiti in tessuto non tessuto di fibra polipropilenica caricata elettrostaticamente. Le particelle presenti nell’aria sono trattenute dal filtro mediante un’azione meccanica (1) ed elettrostatica (2).
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Selezione del Respiratore
Respiratori antipolvereLe particelle più grossolane sono trattenute dalle “maglie” della fibra (azione meccanica), mentre le particelle più fini sono catturate dalla carica elettrostatica (azione elettrostatica). Per aumentare il livello di protezione si agisce sul numero di strati filtranti.
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Selezione del Respiratore
Respiratori antipolverePer i respiratori o filtri antipolvere sono state definite 3 classi (EN 149) in funzione dell’efficienza filtrante minima del dispositivo:
P1
P2
P3
Superiore al 78 %
Superiore al 92 %
Superiore al 98 %
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Selezione del Respiratore
In riferimento a quanto detto, la selezione del respiratore:
Può farsi in base alla :Può farsi in base alla : Tossicità del
contaminante (TLV) Concentrazione del
contaminante
NON DIPENDE DALLA DIMENSIONE DELLE PARTICELLE DEL CONTAMINANTE
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Selezione del Respiratore
Respiratori antipolvereCiascun dispositivo è in grado di assicurare la protezione dell’operatore sino ad una concentrazione massima di contaminante (nell’ambiente di lavoro) che viene solitamente indicato come X volte il TLV del contaminante:Esempio:
4 x TLV10 x TLV50 x TLV
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Selezione del Respiratore
Limiti massimi di concentrazione per l’utilizzo del respiratoreI livelli massimi di concentrazione del contaminante nell’ambiente, ai quali mi posso esporre in relazione al dispositivo selezionato, dipendono dall’efficienza filtrante che determina il Fattore di Protezione (FP) del respiratore e sono:P1 / FFP1 : livello di protezione fino a 4 volte il TLVP2 / FFP2 : livello di protezione fino a 10 volte il TLVP3 / FFP3 : livello di esposizione fino a 50 volte il TLV
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Selezione del Respiratore
Nella pratica operativa il FPN non costituisce un’indicazione sufficiente.È introdotto quindi il fattore di protezione operativo FPO (UNI 10720)
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Selezione del Respiratore
Nel caso ad es. della polvere di legno (TLV = 0,5 mg/mc) con una concentrazione misurata a 25 mg/mc è necessario un DPI con FPO uguale o superiore a 5 (es. FFP2 o semimaschera + P2 = 10)Se ad es. consideriamo l’Amianto (TLV = 0,1 fibre/cm3), il FPO della combinazione semimaschera + P3 fornirà all’utilizzatore una garanzia di protezione fino a 3 fibre/cm3 (3000 ff/l)Nella stessa situazione una maschera intera + P3 garantirà l’operatore fino a 40 fibre/cm3 (40000 ff/l)
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Selezione del Respiratore
Attenzione al registro degli esposti: La protezione deve essere tale da
garantire all’utilizzatore in ogni caso che la stima della concentrazione di amianto nell’aria filtrata, ottenuta dividendo la concentrazione misurata nell’aria ambiente per il fattore di protezione operativo, sia non superiore ad un decimo del valore limite indicato all’articolo 254 (0,1 fibre/cm3 = 100 ff/l)
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Non conosco la concentrazione degli inquinantiIn questo caso si individua il respiratore antipolvere più opportuno basandosi sul TLV del contaminante (riportato nella scheda di sicurezza del prodotto utilizzato).
Selezione del Respiratore
Per polveri con: Livello minimo di protezione
TLV = 10 mg/m3 FFP1/P1
TLV > 0.1 mg/m3 FFP2/P2
TLV < 0.1 mg/m3 FFP3/P3
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Selezione del Respiratore
Durata del respiratore antipolvereI fattori che determinano la durata dei respiratori antipolvere sono due:intasamento del filtro: il lavoratore percepisce un marcato aumento nella resistenza respiratoria;perdita di tenuta al volto: a seguito dell’uso il respiratore tende a perdere la perfetta tenuta al volto, questo comporta una perdita dai bordi, non garantendo così più la protezione.
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Selezione del Respiratore
Durata del respiratore antipolvereLa perdita di tenuta vale solo per i facciali filtranti usa e getta e non per le semimaschere e maschere a pieno facciale. Per queste ultime, se utilizzate in abbinamento a filtri antipolvere la durata è determinata solo dall’intasamento dei filtri.Per la durata dei facciali filtranti fare riferimento alle istruzioni d’uso che accompagnano ogni confezione.