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crescere crescere INSIEME PER insegnante g u i d a

in cI rNreSeI ssE cMcEeeP rrE eeR - colorideibambini.eu per crescere... · didattica materiali da procurarsi discussione guidata compito per casa intervista percorso per i più piccoli

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ll pacchetto è composto da una guida per l'insegnante, da schede didattiche fotocopiabili per i bambini, da filmati, da un poster, da un segnalibro e da un questionario di verifica che serve a misurare gli atteggiamenti dei bambini di una classe nei confronti di persone disabili.

CONTENUTI

Il pacchetto didattico

Presentazione

Unità 1

Unità 2

Unità 3

Unità 4

Unità 5

Conclusioni

Varie

Questionario di Ingresso (I-0) Lettera ai genitori (I-1) Video:Insieme per crescere (SPOT) Gioco: La mano nel cappello Scheda di lavoro: Uguali e diversi (I-2) Le parole per dirlo

Gioco iniziale e discussione guidata Scheda di lavoro: Leggi e rispondi. (F-1) Caccia all'ostacolo (F-2) Ridurre handicap motori L'intervista La lettera al sindaco Conclusioni: definiamo assieme la disabilità motoria

Definizione Iniziale Simulazione: l'alunno sordo (U-1) Brainstorming Video: Intervista a Roberto, una persona sorda. Scheda di lavoro: domande sul video (U-2) La L.I.S. Cosa succede quando non si sente bene Video: Pinocchio Moderno Scheda di lavoro: analisi del video (U-3) Gioco di movimento Comunicare con una persona sorda

Gioca gioca... con gli organi di senso a Scheda di lavoro: la vita di una persona cieca (V-1; 1 parte)

Video: Intervista a Giancarlo, una persona cieca a Scheda di lavoro: la vita di vuna persona cieca (V-1; 2 parte)

Scheda di lavoro: domande sul video (V-2) Scheda di lavoro: misura la tua vista. (V-3) Il sistema Braille (V-4) Video: Il Braille e la sintesi vocale Caccia al tesoro sensoriale

Brainstorming: una giornata di scuola Discussione guidata Esercitazione Scheda di lavoro: Capire e comprendere (M-1) Aiutare una persona con disabilitˆ mentali Video: Diversilandia Il gioco dei ruoli

Questionario di uscita (usare scheda I-0)

(Di Andrea Canevaro)

La mano nel cappello

Muoversi e agire

Sentire e ascoltare

Vedere e guardare

Capire e comprendere

Questionario di uscita

Segnalibro e miniposter

Marco Lucarelligraphic designer

Paolo Lollinidirigente scolastico

(scuola capofila di progetto)

Michele Capursoideazione, progettazione, coordinamento generale

e unità 1 (introduzione)

Andrea Canevarosupervisione scientifica generale

Bambine, bambini e insegnanti classi quinte elementari

S.Martino in Colle (Perugia)

Giovanna Ferroniunità 4 (vedere e guardare)

Marinella Acetounità 5 (capire e comprendere)

Donatella Sellarisegreteria e logistica

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C r e d i t s

Hanno realizzato questo progetto educativo:

Bambine, bambini e insegnanti classi quinte elementari A e C Castel Del Piano (Perugia)

Ragazze, ragazzi ed insegnanti classi prime della scuola media Castel Del Piano (Perugia)

Nicoletta Menghiniunità 5 (capire e comprendere)

Matteo Martinelliunità 2 (muoversi e agire)

Angiolo Pieriniconsulente scientifico unità 5

Elvira Spallacciniunità 3 (sentire e ascoltare)

Daniela Toccacieliconsulente scientifico unità 3

Guido Morozziriprese video

Corinne Minoreregia e montaggi video

Giancarlo Alunnoesperto unità 4

Roberto Zuccariesperto unità 3

Nadia Polzoniinterprete LIS

Antonella Ubaldidirigente scolastico

(scuola partner di progetto)

Questo progetto è stato finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per il tramite dell'I.N.D.I.R.E. di Firenze

FF UU VV MMIIAll’interno di questa guida, sono stati usati diversi simboli.Essi sono:

Introduzione al percorso didattico

Disabilitàfisiche

Disabilità dell’udito

Disabilitàdella vista

Disabilità di tipo psichico-mentale

durata dell’attività

indicativa

lavoroindividuale

lettura

ascoltocassetta

durata indicativaintera sezione

percorso di approfondimento

gioco

visionefilmato

materialiforniti

lavorodi gruppo

lettura

uscitadidattica

materialida procurarsi

discussioneguidata

compito percasa

intervista

percorso peri più piccoli

discussioneguidata

brain-storming

obiettivi scheda di lavoro

percorso peri più grandi

discussioneguidata

role-play

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L e g e n d a

Legenda

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P r e s e n t a z i o n e

Presentazione

Insieme per crescere è una proposta educativa che affronta il tema della comprensione di alcune disabilità attraverso un approccio di tipo sistemico ed organico, con una prospettiva tipica della pedagogia istituzionale. Questa prospettiva fa riferimento ai due termini di istituito e istituente. Il “gergo” non spaventi: si tratta di tener conto di una realtà che ha una componente già data, organizzata, appunto istituita; e un’altra che si sviluppa, è progetto, cresce (istituente). Nel caso della disabilità, il richiamo a questo binomio è particolarmente importante. Può essere che la disabilità sia percepita come un blocco immutabile da cui non nasce un progetto, e che sia unicamente “istituita” senza la componente “istituente”. Sostituiamo queste due parole con altre: possono essere le coppie vissuto/vivente, narrato/narrante… o comunque un aspetto già dato, e un altro in attività, o in fase processuale. Si potrebbe richiamare una nutrita serie di studiosi di diverse prospettive e discipline, da Merleau-Ponty e Sartre, a Franco Fornari, a Maturana e Varela…; ma non è questo il contesto, e il richiamo a possibili sviluppi, appena accennato in questo modo, potrà interessare qualcuno, e infastidire qualche altro. Ma il fastidio è già finito, perché l’accenno termina qui. Più volte è stato sottolineato, anche da chi scrive queste note introduttive, che vi è una differenza davvero fondamentale fra deficit e handicap. Ed è anch’essa riconducibile alla coppia istituito/istituente. Non distinguendo deficit e handicap, vengono saldate, per così dire, le due componenti; e per molti “handicap” vuol dire parte immobile, e quindi deficit. Handicap è invece parte mobile, variabile secondo i contesti e secondo le possibilità e capacità organizzative. In queste, una parte importante possono avere le conoscenze, perché attraverso di esse diminuisce l’insensatezza. Anche un dolore fisico può diminuire se chi lo vive conosce e capisce di più. È opportuno riferirsi alle tragiche esperienze dei campi di sterminio, e ricordare ciò che i sopravvissuti hanno testimoniato: la capacità di resistenza alla sofferenza era connessa alle possibilità di conoscere e di collocare e collocarsi rispetto ad un ambiente che mantenesse un orizzonte ampio. In questo senso si muove l’ICF, ovvero il testo proposto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (Erickson, Gardolo di Trento, 2002, ediz. Originale 2001), proponendo un’attenzione che privilegi gli adattamenti organizzativi, le capacità e le potenzialità, ovvero il “funzionamento” prima della “disabilità”. È anche un impegno: avere uno sguardo che valorizzi. Ma non può essere un atteggiamento di contemplazione benevola; deve essere un percorso di organizzazione delle conoscenze, attivo e che attiva.Per questo richiamo la dimensione sistemica. È riscontrabile anzitutto nel fatto che la proposta è rivolta all’intero gruppo classe, ma anche perché essa si propone di mettere in relazione gli alunni con i servizi e le persone che lavorano sul territorio. La scuola, i servizi, i singoli esperti, gli insegnanti e chi apprende si trovano così coinvolti assieme in un compito di ricerca, di osservazione e di azione diretta. I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze ai quali questo progetto educativo si rivolge infatti vengono chiamati a più

riprese ad assumere un ruolo attivo e costruttivo. Ad esempio, quando essi vengono invitati a predisporre un'intervista da rivolgere ad una persona con disabilità della vista (unità 4), oppure nell’attività della Caccia all’ostacolo (unità 2), o anche quando essi sono invitati a mettere in atto alcune strategie per aiutare una persona con difficoltà di apprendimento (unità 5). Sul piano dell’apprendimento è facile rintracciare nei diversi momenti delle attività proposte una consapevole attenzione nei confronti dei diversi aspetti dello sviluppo della persona: la dimensione cognitiva e razionale, quella affettivo emotiva e quella socio-relazionale.L’aspetto organico di questo pacchetto formativo deriva dal fatto che le diverse unità didattiche sono state create partendo da un percorso metodologico comune e condiviso. Questo percorso prevedeva, in particolare, che le diverse proposte connettessero al loro interno attività di “assunzione di ruolo” (role-taking), che consentissero ai bambini di “mettersi nei panni” di chi si trova a vivere diverse situazioni di disabilità; attività di conoscenza diretta di persone con disabilità o situazioni che possono creare ostacoli all’integrazione; la definizione di azioni dirette che la scuola ed i singoli possono intraprendere per contribuire alla riduzione degli handicap di tipo ambientale e socio-culturale. Questa linea metodologica di fondo è stata poi adattata e modellata, come è giusto che sia, dai bambini e dagli insegnanti che assieme agli esperti esterni alla scuola hanno creato le diverse unità didattiche. Il progetto è dotato anche di un proprio strumento di valutazione, un questionario di ingresso ed uscita, che consentirà agli insegnanti di verificare direttamente i cambiamenti degli alunni e dei loro atteggiamenti nei confronti di persone con disabilità.

La rete di esperti che si è attivata per la costruzione del “pacchetto” insieme per crescere ne ha fatto un percorso estremamente ricco ed eterogeneo, sia per quanto riguarda i contenuti, sia per quanto riguarda la metodologia. La pluralità di codici comunicativi che sono presenti nella proposta la rendono adatta a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze di in un gruppo classe. In particolare, mi pare vada sottolineato la continua presenza di momenti di gioco, che consentono di vivere le diverse situazioni presentate e di interiorizzare gli apprendimenti in maniera gradevole e piacevole. La mano competente degli esperti è riscontrabile anche nell’aspetto grafico attraente e coinvolgente delle schede di lavoro, e nella qualità delle riprese video, della regia e del montaggio dei filmati video, resi possibili dal finanziamento ricevuto dalla scuola capofila del progetto (il 7º Circolo Didattico di Perugia) attraverso il Ministero dell’Istruzione e l’INDIRE.

Adesso si tratta di verificare sul campo le nostre ipotesi di lavoro e gli strumenti che abbiamo creato. Il nostro progetto infatti è stato provato in ambito locale e ristretto come percorso sperimentale e sarà interessante valutarne le possibilità di applicazione ed i risultati su scala più larga.

Vorrei augurare ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze, agli insegnanti, agli esperti e a tutto il personale della scuola che intraprenderà questo percorso di riuscire veramente a "crescere un po'" insieme agli altri, attraverso l'incontro con persone e storie nuove e interessanti.

Andrea Canevaro

Professore Ordinario di Pedagogia Speciale Università degli Studi di Bologna

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Introdurre il progetto di lavoro ai bambini e ai loro genitori.Conoscere le proprie diversità.Comprendere che "la normalità è la somma delle diversità di ciascuno". Comprendere il concetto di disabilità.Riflettere sulle parole usate parlando di handicap e sul loro significato.

OBIETTIVI

DURATA TOTALE

01

La mano nel cappello

3 ore

TITOLO PRESENTAZIONE1.0

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Lettera di presentazione per i genitori(scheda I-1)Video-Spot introduttivoQuestionario (scheda I-0)

Nessun materiale.

Spiegate quindi ai bambini che adesso darete loro un questionario. Ricordategli che non esistono risposte giuste o sbagliate e che nessuno darà loro un voto perché la scheda è anonima. Poi spiegate il senso del termine handicappato, usato nel testo, nella seguente maniera:

La parola handicappato significa persona che, per diversi motivi legati al suo stato di salute,non riesce a fare sempre, nello stesso tempo, le stesse cose che fanno gli altri.Si tratta quindi di bambini “diversi da te”; per esempio possono essere bambini che non ci vedono, o non parlano,o non camminano, oppure fanno queste cose in maniera diversa dagli altri.

Spiegare inoltre che la parola “bambino”, che si trova nel testo, può riferirsi tanto ai maschi che alle femmine.Ricordate ai bambini che è importante rispondere a tutte le domande. Nel caso non trovino una opzione che li soddisfi, devono indicare quella che più si avvicina al loro pensiero. Ricordate anche che essi devono indicare una sola risposta per ogni domanda.A questo punto distribuite le schede (I-0) e leggete assieme ai bambini la pagina introduttiva. Lasciate a tutti il tempo di completare il questionario, poi ritirateli i e metteteli da parte. Essi verranno somministrati nuovamente al termine del progetto. Il confronto tra i dati di ingresso e quelli di uscita, vi consentirà di monitorare i progressi della vostra classe (si veda il file: questionario.doc, per maggiori informazioni).

Per iniziare bisogna compilare un questionario di ingresso (scheda I-0). Questo questionario è molto importante, perché, al termine del progetto, esso vi consentirà di valutare con esattezza i progressi compiuti dalla classe riguardo la capacità di relazionarsi in modo corretto con persone in situazione di handicap.

Mostrate alla classe il Video-spot contenuto nel DVD “Insieme per Crescere” (distribuito dall’INDIRE di Firenze).Chiedete ai bambini di commentare il filmato (cosa hanno visto? Cosa fanno i bambini dello Spot? Sono “diversi” o “simili” a loro? Perchè?). Successivamente introducete il progetto “Insieme per Crescere”, spiegando che nelle prossime settimane lavorerete assieme per capire cosa significa vivere in una situazione di handicap e come si può fare in modo che le persone con disabilità possano stare meglio assieme a noi. Date ai bambini la lettera di presentazione (scheda I - 1) chiedendo loro di farla leggere ai propri genitori.

A questo punto chiedete alla classe se sono tutti pronti perché… si inizia con un gioco:

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TITOLO La mano nel cappello1.1

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

45 minuti

1 cartoncino colorato di cm 10 X 5 per ciascun bambino della classe.1 cappello a cilindro (vero o di cartone).1 cartellone bristol per appendere i cartoncini.Colla, scotch.

Nessun materiale.

Indicazioni per lo svolgimento da dare ai bambini:

Ciascuno di voi prenda uno dei cartoncini colorati. Dovrai scriverci sopra una cosa che secondo teti rende diverso/a dagli altri.Può essere qualcosa che sai, oppure qualcosa che tu sai fare e che ti rende speciale agli occhi dei tuoi compagni, oppure una particolare esperienza che hai vissuto, o anche una tua caratteristica fisica.Per aiutarti a trovarla ti facciamo alcuni esempi.

- Kahlid, un bambino che si è trasferito dal Marocco, scrive: “So parlare l'arabo.”- Maria, una bambina che ha una nonna di Bologna scrive: “So preparare i tortellini fatti in casa.”- Claudia, che ha un papà che fa il muratore scrive: “So impastare il cemento e costruire un muro con dei mattoni.”- Michele, appassionato di computer: “So usare un computer e navigare in internet.”

Quando hai scritto, piega il cartoncino a metà e mettilo nel cilindro che ti porgerà l'insegnate (l'insegnante o un suo incaricato raccoglieranno tutti i cartoncini).

Una volta completata la raccolta, l'insegnante passerà tra i banchi e ciascun bambino dovrà pescare un cartoncino dal cappello (se dovesse pescare quello che ha scritto lui stesso dovrà rimetterlo dentro e prenderne un altro).Appena pescato un cartoncino, lo legge alla classe, che deve indovinare a chi appartiene “la diversità” in esso indicata.Ogni volta che qualcuno indovina il nome della persona che ha le caratterisitche indicate, riceve un punto. Alla fine del gioco, chi ha preso più punti vince il gioco.

02

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TITOLO Uguali o diversi?1.2

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Scheda di lavoro I-2

Nessun materiale.

Molto spesso le diversità sono solo esterne, riguardano cioè dei tratti fisici. Ma una diversità fisica non indicano necessariamente delle diversità nel carattere, negli stati d'animo o in altre caratteristiche della persona.

Per concludere, è possibile incollare su un cartellone i cartoncini di tutti ed esporli in classe (trovate voi il titolo da dare assieme ai bambini).

Nota: E' importante che ciascuno scriva sul cartoncino una propria “abilità”, cioè una caratteristica “positiva” che lo distingue dagli altri. A questo proposito è importante che l'insegnante si prepari per “suggerire” ai bambini più timidi, l'abilità che ciascuno può scrivere, per intervenire in caso di necessità.

Al termine dell'attività, commentate il gioco con i bambini, facendo notare come esso ci aiuta a capire che la diversità è qualcosa che ci riguarda tutti. Ciascuno di noi è diverso, in qualcosa, dagli altri.

Assegnate il seguente tema da svolgere come compito per casa: Racconta di una persona che hai conosciuto che si è rivelata diversa da come ti era sembrata inizialmente.

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variante per i più grandi: Con i più grandi è possibile costruire una vera e propria carta d'identità delle diversità, compilando un “elenco di cose che mi rendono unico”. Le carte d'identità, possono essere raccolte e costituire l'identità del gruppo classe.

variante per i più piccoliL'insegnante descrive una persona del gruppo, chi indovina prima rivece un punto; si fa poi un cartellone riassuntivo (bambini con i capelli scuri… bambini con gli occhi azzurri… bambini che sanno parlare il francese ecc…).

A questo proposito è possibile lavorare con la scheda I - 2 Essa conduce i bambini a riflettere sul fatto che, nonostante vi possano essere differenze fisiche con altre persone, vi sono anche tanti tratti che ci accomunano agli altri.

Passate la scheda ai bambini e spiegate loro che essi dovranno leggere le tre storie, poi completare la tabella.In seguito, analizzando la tabella, potranno evidenziare le caratteristiche che essi stessi hanno in comune con i bambini dei quali viene raccontata la storia personale.Potete poi completare l'attività con una discussione guidata, chiedendo agli alunni se hanno mai incontrato delle persone con le quali hanno scoperto di avere delle caratteristiche in comune che non si sarebbero immaginati; oppure assegnare il seguente compito per casa.

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TITOLO LE PAROLE PER DIRLO1.3

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30-60 minuti

Fotocopie di articoli di giornale che parlino di persone con disabilità.N. 1 cartellone.Colla, scotch, pennarelli.

Nessun materiale.

Leggete con i bambini alcuni articoli di giornale che si riferiscono a persone con diversi tipi di disabilità, e scrivete su un cartellone i termini che fanno riferimento alla dimensione dell'handicap o del deficit (non vedente, non udente, non deambulante,

handicappato, ecc. ecc.).Riflettete assieme tramite una discussione guidata:i termini che si usano per parlare degli altri hanno un peso importante che non deve essere sottovalutato. A nessuno piace essere chiamato con soprannomi negativi. Il progetto di lavoro insieme per crescere servirà proprio per imparare a riferirsi alle persone, non alla disabilità che esse possono avere. Queste disabilità non devono, naturalmente essere ignorate, ma non possono neppure divenire il tratto caratteristico principale della persona. Durante lo svolgimento del progetto, gli alunni avranno modo di “conoscere” persone con disabilità diverse (tramite i filmati, o attraverso incontri diretti, se vorrete organizzarli.). Essi

impareranno che queste persone non si sentono “definiti” dalla loro disabilità, ma hanno un lavoro, una famiglia, degli hobby, proprio come ciascuno di noi.

Adesso rileggete gli articoli e provate a sostituire i termini che avevate scritto sul cartellone con le parole che sarebbero state usate dal giornalista se il protagonista non fosse stata una persona con disabilità (es: “un passante”, “l'automobilista”, “il Sig. Rossi”, ecc.).

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Il modo migliore per riferirsi ad una persona con disabilità è chiamarla per nome.

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Conoscere e comprendere le disabilità motorie.Comprendere le problematiche principali incontrate da una persona con disabilità motoria.Analizzare il proprio edificio scolastico per vedere se esso è adatto a accogliere persone con disabilità motorie.Elaborare alcune strategie per facilitare la comunicazione e l'accoglienza di una persona con disabilità motoria.

OBIETTIVI

DURATA TOTALE

05

Muoversi e agire

10 ore

TITOLO Gioco iniziale2.1

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora

Dipende dal gioco che si sceglie di fare (vedi più avanti).

Nessun materiale.

Obiettivo di questa unità didattica è quello di cercare di far “vivere” agli alunni a livello emozionale e fisico-percettivo, attraverso attività ludiche e motorie particolari, la disabilità di tipo fisoco-motorio. Lo scopo è quello di far comprendere ai bambini che non hanno particolari problemi motori cosa significa agire senza poter controllare alcune parti del loro corpo (mani, gambe, ecc.).

L'insegnante sceglierà uno o più dei seguenti giochi, per poi impostare una discussione guidata basata sulla scaletta riportata al termine della presentazione dei giochi.

GIOCO 1 Bingo senza mani

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Un cartellone con i numeri da 1 a 90; numeri in un sacchetto da 1 a 90;diverse cartelle tipo tombola abbastanza grandi i cui numeri possano essere chiusi con un movimento delle labbra o cancellati con un pennarello sempre mosso dalla bocca; pennarelli colorati, qualora si scelga di far cancellare i numeri dai bambini.

Nessun materiale

Nessun materiale

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L'insegnante può proporre agli alunni il gioco del “Bingo”, nel quale però c'è il divieto assoluto di usare le mani. Infatti l'insegnante dovrà procurarsi cartelle la cui chiusura possa essere effettuata con la bocca . Le regole del gioco sono quelle tipiche della tradizionale tombola: l'insegnante estrae i numeri e li colloca su un cartellone; gli alunni, cercano il numero estratto nella/e loro cartella/e e devono coprirlo o chiuderlo usando solo la bocca. Le cartelle, di conseguenza, devono essere grandi abbastanza da permettere all'alunno di segnarle con un pennarello mosso solo con la bocca oppure avere un sistema di chiusura tale da poter essere attivato senza usare le mani (per esempio per mezzo di un bastoncino del tipo usato nei ristoranti cinesi, che i bambini possono usare tenendo tra i denti). Finalità del gioco è quella di far capire agli alunni che azioni che quotidianamente eseguiamo con l'ausilio delle braccia e delle mani possono essere effettuate utilizzando altre parti del nostro corpo.

GIOCO 2 Murales

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Schede preparate dall'insegnante con figure o semplici disegni in bianco e nero.Colori (pastelli, pennarelli, tempere, acquerelli, etc…).

Il gioco consiste nel presentare agli alunni semplici figure o disegni che devono essere colorati solo usando la bocca. Il soggetto del disegno e la sua grandezza sono a discrezione dell'insegnante, così come la scelta del tipo di colore da usare. Finalità del gioco è sempre quella di far capire all'alunno che azioni che quotidianamente eseguiamo con l'ausilio delle braccia e delle mani possono essere effettuate utilizzando altre parti del nostro corpo.

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GIOCO 3 Le labbra parlanti

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

- diversi fogli di carta da pacchi bianca;- pennarelli.

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Questa è un gara tra due squadre.Scopo del gioco è indovinare, entro 60 secondi, un semplice oggetto disegnato da un compagno di squadra su un cartellone bianco. Il disegno può essere creato solo con l'ausilio della bocca (tenendo un pennarello tra i denti). Le due squadre si alternano nell'effettuare il disegno. La squadra che indovina più disegni vince. Finalità del gioco è quella di far capire che azioni che quotidianamente eseguiamo con l'ausilio delle braccia e delle mani possono essere effettuate utilizzando altre parti del nostro corpo.

GIOCO 4 Il pazzo puzzle a pezzi

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Un paio di “moffole” (guanti palmari per bambini).Puzzle di pezzi abbastanza grandi in numero variabile (uno per ogni alunno o coppia di alunni).

L'insegnante deve preparare alcuni puzzle con uno stesso numero di pezzi e circa della stessa grandezza(il soggetto non è, naturalmente, rilevante), e deve procurarsi un paio di “moffole” per ogni alunno. Il gioco consiste nel dare agli alunni il puzzle smontato, chiedendo loro di ricostruirlo indossando le “moffole”. Gli alunni, disporranno di una prensione palmare parziale e quindi si troveranno in difficoltà nel sollevare e nel comporre i vari pezzi del puzzle. Il gioco può essere svolto singolarmente o a coppie (in questo caso gli alunni potranno aiutarsi a vicenda, elaborando assieme strategie comuni per ricostruire il puzzle).Finalità del gioco è quella di far capire che, al di là degli impedimenti fisici, alcuni movimenti ed azioni che quotidianamente eseguiamo con l'ausilio delle mani, possono essere comunque effettuati.

07

Nessun materiale

Nessun materiale

GIOCO 5 La bandiera strisciante

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Un fazzoletto.Nastro adesivo.

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L'insegnante divide la classe in due squadre che prepara al tradizionale gioco della bandiera, che in questo caso viene svolto con gli alunni stesi a terra, con le gambe legate insieme dal nastro adesivo. Gli alunni, quando viene chiamato il proprio numero, si sposteranno nella palestra non correndo ma strisciando, facendo leva sulle braccia e trascinando le gambe. Vince la squadra che nel tempo stabilito ha conquistato un punteggio maggiore o quella squadra che arriva per prima ad un determinato punteggio precedentemente stabilitoFinalità del gioco è quella di far capire che, al di là degli impedimenti fisici, alcuni movimenti ed azioni, che quotidianamente eseguiamo coordinando le nostre gambe, possono essere comunque effettuati.

GIOCO 6 Mondo rovesciato

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Gessi bianchi e colorati.Nastro adesivo.

Preparazione del terreno di giocoL'insegnante traccia sul pavimento della palestra dei cerchi ben distanziati tra di loro (2-3 mt). All'interno di ogni cerchio viene scritto il nome di una città, mentre un cerchio verrà contrassegnato come “Mondo”. A tutti gli alunni vengono legate insieme le gambe con il nastro adesivo. Il gioco quindi si svolge strisciando (vedi gioco n. 5) oppure saltellando a piedi uniti. SvolgimentoCiascun alunno viene assegnato ad una città e uno viene collocato nel cerchio del “MONDO”. L'alunno che occupa il cerchio del “MONDO” dichiara guerra ad una città e l'alunno che occupa tale città deve cercare di strisciare via senza farsi prendere. Dopo un determinato lasso di tempo, l'alunno che occupava il mondo scambia il proprio territorio con un compagno. Alla fine del gioco, vince quell'alunno che come “MONDO” ha conquistato, acchiappandole, più città.

A questo punto discutete insieme ai vostri alunni:

08

Nessun materiale

Nessun materiale

Dopo aver letto assieme alcune delle risposte relative alla scheda di lavoro F 1, attraverso una discussione guidata allargate l'argomento e conducete gli alunni a parlare delle loro esperienze in merito alla disabilità Motoria. Tra le altre cose di cui potete parlare, potete chiedere:

- Come definireste una disabilità motoria?- Avete mai visto una persona su una sedia a rotelle? In quale occasione? Cosa avete pensato e provato?- Cosa pensi le possa essere successo?- Quali ostacoli pensi che una persona con disabilità motoria possa incontrare?- Quali azioni pensi possano essere svolte anche da una persona con disabilità motoria? (rifersi anche al gioco dell'unità 2.1)

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- come si sono sentiti gli alunni nel giocare in questo modo particolare (nervosi, frustrati, “impediti”, ecc.)

- hanno chiesto aiuto a qualcuno per completare il gioco.

- quale tipo di supporti li avrebbero aiutati (stampella bastone …)

- che cosa avrebbe reso più facile muoversi.

- ecc.

I commenti e le impressioni vengono raccolte su un cartellone intitolato “quando muoversi è difficile...”.Concludete spiegando agli alunni che nei prossimi giorni lavorerete assieme cercando di comprendere le disabilità motorie, con particolare riferimento al ruolo svolto dall'adattamento delle persone e dell'ambiente.

TITOLO Presentazione di una storia.2.2

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora e 30 minuti

Cartellone bristolScotch, pennarelli.

Scheda di lavoro F-1

Leggete insieme agli alunni il brano riportato (scheda F-1) e poi fateli rispondere alle domande di comprensione ed approfondimento del testo.

A questo punto è possibile fornire una prima definizione di disabilità motoria, così come essa scaturisce dalla discussione con gli alunni. Appendete un cartellone bristol alla parete e scrivete: una persona con disabilità motoria è una persona che..... (fate completare la frase dagli alunni).

Alla fine del lavoro, nella metà rimasta bianca, si scriverà una nuova definizione.

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TITOLO Caccia all’ostacolo.2.3

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

2 ore

-Fotocopie della mappa dell’edificio scolastico.Matite, gomme, penne.Un cartellone.

Scheda di lavoro F-2

Obiettivo di questa terza unità didattica è quello di individuare la presenza di elementi ambientali che sono di ostacolo per una persona con disabilità, sensibilizzando anche gli alunni nei confronti dei problemi generati dalle barriere architettoniche.

Proponiamo agli alunni un gioco che ci aiuti ad individuare gli elementi che ostacolano la libera circolazione di persone con disabilità motoria all'interno dell'edificio scolastico.L'insegnante divide gli alunni della classe in gruppi, facendo attenzione che all'interno di ciascuno di essi vi siano bambini con abilità espressive diverse (grafico, linguistiche, d'osservazione, ecc.). A ciascun gruppo viene fornita una copia della mappa dell'edificio scolastico. I gruppi vengono poi “inviati in missione” in giro per l'edificio. Il loro scopo è trovare ostacoli che possono mettere in difficoltà una persona che si muove con la sedia a rotelle. Ogni volta che i bambini trovano un ostacolo, essi dovranno indicarlo sulla mappa con una sigla e registrarlo nella scheda F-2.Nella scheda è inserito anche un esempio relativo ad una rampa di scale. Eventualmente è possibile fare un secondo esempio con un ostacolo evidente che si trova in classe o nelle vicinanze.

Terminata la ricognizione per l'individuazione degli ostacoli presenti nell'edificio scolastico, si costruisce un cartellone di sintesi.

Cartellone finale del gioco “Caccia all'ostacolo” Il cartellone finale è strutturato esattamente come ciascuna delle schede in possesso degli alunni. Si tratta di registrare tutti gli elementi trovati dai diversi gruppi di lavoro durante il gioco, per avere una visione generale d'insieme. Questo cartellone verrà ripreso più avanti durante l'intervista ad un esperto.

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Lo stesso tipo di “caccia all'ostacolo” può essere svolta come ricerca all'interno del quartiere o paese dove vivono gli alunni. In particolare si potrà chiedere loro di trovare:

- Segnali relativi alla disabilità motoria.- Particolari costruzioni che pongono barriere architettoniche.- Particolari accorgimenti architettonici che invece favoriscono la mobilità di persone disabili. - Rampe di accesso e discesa dai marciapiedi (qualora sui marciapiedi incontriamo le rampe di

discesa per i disabili, verificare se sono evidenziate da appositi cartelli e se sono lasciate libere e/o intralciate da ostacoli).

- Verificare, nelle costruzioni dotate di ascensore, se esso è adatto ed accessibile da persone su sedia a rotelle.

Ricollegandosi alla ”Caccia all'ostacolo” aiutate gli alunni a comprendere che

E' importante che chi ha una disabilità faccia del proprio meglio per imparare strategie e modalità per adattarsi all'ambiente, ma è altrettanto importante che chi è responsabile di un ambiente si preoccupi di come fare a renderlo più accogliente nei confronti di tutti.Gli alunni hanno già effettuato una ricognizione per individuare gli ostacoli presenti all'interno dell'edificio scolastico. Adesso è il caso di fare mente locale con loro per pensare a quali accorgimenti architettonici per i disabili sono presenti all'interno del proprio edificio scolastico. In particolare pensate se:

- l'ingresso esterno della scuola, a fianco delle scale, presenta la rampa liscia percorribile dalla sedia a rotelle del disabile.- all'interno della scuola c'è il bagno attrezzato per i disabili. - La palestra è attrezzata nei servizi e nell'ingresso per i disabili.- I piani alti dell'edificio sono accessibili da tutti (ascensore, scale con l'elevatore, ecc.).- La sala mensa è sufficientemente spaziosa per consentire l'accesso di una persona che si muove con la sedia a rotelle.- ecc.

g u i d aI i n s e g n a n t e F i s i c a

TITOLO Ridurre handicap motori2.4

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora

Un cartellone, pennarelli.Vedi gioco che deciderete di svolgere.

Nessun materiale.

Proponete un altro gioco di movimento scelto tra quelli presentati nella unità 2.1 (oppure inventatene uno voi, anche modificando le regole di giochi usualmente fatti dai bambini).

Come possiamo aiutare le persone con disabilità motoria?Scrivete su un cartellone le ipotesi venute fuori dalla conversazione guidata stimolata da questa domanda. Nella discussione, tenete presente gli elementi che sono emersi nel lavoro svolto finora con la classe (adattamento dell'ambiente, possibilità di coinvolgere tutti nelle attività, possibilità di svolgere più facilmente determinati compiti se sono presenti degli ausili, ecc.)

Mostrare alla classe il logo della disabilità motoria.

Chiedere se il logo è stato visto, dove, in quale occasione. E' probabile che molti avranno visto questo simbolo nelle aree di parcheggio riservate a persone con disabilità. Riflettete sul fatto che queste aree sono state progettate per facilitare l'accesso delle persone che si muovono con più difficoltà ad edifici pubblici e comunque a luoghi che anche loro hanno il diritto di frequentare (per esempio, questi parcheggi sono sempre collocati vicino ai marciapiedi, alle rampe di accesso o agli ascensori). Chiedete agli alunni di ricordarsi come si sentivano quando hanno fatto uno dei giochi presentati nella unità 2.1, e domandate loro come si sentirà, secondo loro, una persona disabile che non può parcheggiare vicino all'ascensore perché qualcuno ha preso il suo posto senza averne diritto.Scrivete le risposte su un cartellone.

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la disabilità è uno svantaggio che viene amplificato quando la persona disabile incontra ostacoli nell'ambiente esterno.

Per approfondire la conoscenza delle norme che regolano la predisposizione degli ambienti, potete effettuare con i bambini una visita ad un cantiere edile e verificare la presenza (sia nel progetto che nella sua esecuzione) dei vari elementi pensati per facilitare l'accesso di persone disabili (abbattimento delle barriere architettoniche, presenza di posti per persone disabili nei parcheggi , presenza di ascensore per disabili, ecc.).

g u i d aI i n s e g n a n t e F i s i c a

TITOLO L’intervista e la lettera2.5

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

4 ore

Penna, carta.Computer o macchina da scrivere.Registratore e/o telecamera.Cartelloni, pennarelli, scotch.

Cartellone della caccia all’ostacolo (vedi 2.3).

A questo punto disponiamo di tutti gli elementi necessari per passare sul piano dell'azione con la nostra classe.

Per preparare le domande da porre all'esperto, si può usare come punto di partenza il cartellone iniziale in cui sono stati riportati i risultati del gioco “Caccia all'ostacolo”, in particolare quelli della colonna delle possibili soluzioni indicate dagli alunni circa la rimozione degli ostacoli incontrati all'interno dell'edificio scolastico. Nel preparare le domande lasciate comunque spazio alla spontaneità degli alunni; Fra le domande da porre circa la messa a norma dell'edificio scolastico, chiedere all'esperto chi è l'autorità alla quale rivolgersi per ottenere l'abbattimento degli ostacoli individuati con “la caccia all'ostacolo”.

Svolgete l'intervista con l'esperto, ricordandovi di registrare (almeno in audio) l'evento. Mostrategli il cartellone della “caccia all'ostacolo” e chiedete il suo parere sulle possibili soluzioni da adottare per abbattere gli ostacoli individuati. Nei giorni seguenti potete rielaborare i contenuti principali emersi dall'intervista, magari trascrivendoli su un cartellone.E' anche utile e simpatico scrivere un bigliettino di ringraziamento all'esperto e magari inviarglielo assieme alla sintesi fatta dagli alunni.

Per preparare l'intervista possiamo proporre un lavoro di gruppo:Dividere la classe in gruppi di lavoro, ed assegnare loro i seguenti compiti:- preparazione, scrittura ed invio di una lettera di invito (indicare anche la data, il N. di telefono dell'insegnante,

l'indirizzo della scuola, ecc.).- preparazione di una semplice accoglienza e presentazione della classe (chi siamo, cosa si è fatto, perché…)- preparazione di una lista di domande da porre all'esperto (ev. per questo punto è possibile fare più gruppi).

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Ripercorrete l'itinerario effettuato con gli alunni, in particolare rileggete i risultati della caccia all'ostacolo che avevate svolto durante l'unità 2.3. Individuate, anche tramite una consultazione con la direzione didattica, una figura tecnica ed esperta che potrebbe essere intervistata dalla classe riguardo il tema delle barriere architettoniche (a seconda della realtà in cui vi trovate, potrà essere il geometra responsabile dei lavori e/o geometra tecnico della Circoscrizione di appartenenza o del Comune, l'assessore ai lavori pubblici, un responsabile di una associazione che opera a favore delle persone disabili, ecc.).

la lettera al sindacoA questo punto disponete di tutti gli elementi necessari per cercare di migliorare il vostro edificio scolastico e renderlo più accessibile da parte di tutti. Scrivete assieme alla classe una lettera al sindaco della vostra città/paese e indirizzatela in copia anche ad altre autorità indicate dall'esperto che avete intervistato. Nella lettera spiegate chi siete, quello che avete fatto e poi riportate l'elenco degli ostacoli individuati nella vostra scuola e le possibili soluzioni adottabili per eliminarli. Nella lettera mettete una data entro la quale vi aspettate di ricevere una risposta (lasciate almeno 60 giorni di tempo ai destinatari).

g u i d aI i n s e g n a n t e F i s i c a

TITOLO Conclusioni2.6

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

30 minuti

Pennarelli.

Cartellone con la definizione di disabilità motoria (vedi sezione 2.2).

A questo punto possiamo riprendere in esame il cartellone con le definizioni di disabilità motoria che erano state date all'inizio della unità. L'insegnante ripropone il simbolo della disabilità motoria e chiede agli alunni di scrivere sulla seconda parte del cartellone iniziale, dopo una breve consultazione tra loro, una definitiva definizione di disabilità motoria commentando l'eventuale differenza tra la descrizione iniziale e quella attuale. Indicare agli alunni che questa nuova definizione dovrebbe porre l'accento sulle possibilità che anche una persona con disabilità motoria può avere di lavorare e vivere assieme agli altri e sulle attenzioni che bisogna porre sulla organizzazione ambientale.

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Per finire si può svolgere un ultimo gioco scegliendolo tra quelli presentati all'inizio di questa unità didattica

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Conoscere e comprendere le disabilità dell'udito.Comprendere le problematiche principali incontrate da una persona con disabilità dell'udito.Elaborare alcune strategie per facilitare la comunicazione e l'accoglienza di una persona con disabilità dell'udito.Conoscere i sistemi comunicativi solitamente usati dalle persone con disabilità dell’udito

OBIETTIVI

DURATA TOTALE

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Sentire e ascoltare

7 ore

TITOLO Definizione iniziale3.1

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora e 45 minuti

Una coppia di tappi di cera, un riproduttore audio o una radio con cuffiette.Accordarsi con i due alunni che dovranno svolgere la simulazione (vedi riquadro).

Scheda U-1.

L'insegnante inizia disegnando alla lavagna il simbolo della disabilità uditiva (l'orecchio sbarrato).Successivamente chiede ai bambini se conoscono questo simbolo e se hanno mai incontrato una persona profondamente o lievemente sorda, intavolando una breve discussione con loro.

Durante questa discussione, ad un orario concordato, avrà luogo la seguente simulazione:

Per questa simulazione sono necessari tre alunni: uno di loro interpreterà la parte di un bambino sordo, un altro quella di un docente nella scena 1, un terzo quella di un altro docente nella scena 2. L'alunno “sordo” può quindi restare lo stesso nelle due scene, il docente deve invece essere interpretato da bambini diversi. Le varie parti devono essere spiegate e concordate prima di iniziare la lezione, attraverso le carte dei ruoli contenute nella scheda U-1.Nessun altro conosce la situazione in questione al momento della simulazione. L' alunno che ricoprirà il ruolo del “sordo”, verrà dotato di tappi di cera che egli stesso si applicherà bene, ma con delicatezza, alle orecchie, e cuffiette per ascoltare la musica (per coprire meglio i suoni ambientali).

Importante: i vari attori non devono leggere le carte con i copioni degli altri!

Al termine delle due simulazioni, con una discussione guidata, riflettete assieme agli alunni su quello che è successo e su come i comportamenti diversi dei due professori abbiamo generato due diverse situazioni (una escludente ed una no), nei confronti dell'alunno con disabilità. Chiedete anche ai diversi attori di intervenire (cosa hanno pensato, come si sono sentiti, ecc.) e di leggere le “carte” con i loro copioni.

A questo punto possiamo elaborare una prima definizione di disabilità dell'udito. Possiamo fare questo attraverso un brain storming.L'insegnante scrive, al centro di un cartellone vuoto appeso alla lavagna o comunque in vista di tutti, con caratteri maiuscoli, la domanda: “SORDO … CHI È?”, poi invita gli alunni ad andare liberamente, uno alla volta, al cartellone per scrivere una parola, una frase, o tracciare un disegno in merito alla domanda.Successivamente si evidenziano i termini e/o i concetti ricorrenti e si scrive, in bella evidenza, una prima definizione di “SORDO”, come scaturisce dagli alunni stessi dopo questo lavoro.

TITOLO Presentazione di Roberto, una persona sorda3.2

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 h e 30 minuti

Cartellone bristol.Pennarelli, scotch.

Video “Intervista a Roberto”.Scheda U-2.

L'insegnante appende, in vista, un cartellone vuoto (vi si scriverà n. 1). Invita la classe a scrivere sulla parte alta del cartellone alcune domande che vorrebbero rivolgere ad una persona sorda. Successivamente mostra il video “intervista a Roberto”, contenente l'intervista rivolta da una classe ad un giovane sordo, con la collaborazione di una interprete LIS (Lingua Italiana dei Segni).Gli alunni vengono invitati a notare se vi sono differenze tra le loro domande e quelle dei compagni del video, ma soprattutto vengono sollecitati a commentare l'intervista, parlando di ciò che più li ha colpiti o interessati, di ciò che ha confermato o smentito le proprie idee e conoscenze sui sordi. Gli alunni scrivono e/o disegnano sul cartellone i risultati del loro commento-dibattito.

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Il bambino “sordo” sta al suo banco vicino alla cattedra, con le spalle alla porta.Un insegnante (l'alunno-insegnante) bussa, si affaccia alla porta e dice: “Allora, ragazzi, adesso andiamo tutti in aula video, c'è una sorpresa!” Poi esce. Gli alunni si alzano ed escono dall'aula per eseguire la consegna.L'alunno “sordo” ha visto l'insegnante, ma non ha sentito nulla o non ha sentito sufficientemente bene, né ha compreso la situazione, perciò non sa che cosa deve fare. Probabilmente si alzerà anche lui per seguire i compagni, ma senza sapere perchè.Nella seconda scena, che verrà ripetuta subito dopo la prima, il copione indica all'alunno che svolge il ruolo dell'insegnante responsabile della sala video di preoccuparsi dell'alunno “sordo” per far giungere anche a lui il messaggio.

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Per approfondire la comprensione del brano video, è possibile dare ai bambini la scheda U 2 da completare come compito per casa.

Invitate gli alunni a cercare su internet delle pagine che mostrino alcuni segni LIS e/o le lettere dell’alfabeto dattilologico.

L. I. S. LINGUA ITALIANA DEI SEGNI

La LIS è una vera e propria lingua, quella con cui si esprimono le persone sorde.Essa ha un suo vocabolario, una sua struttura grammaticale e sintattica.Essa è composta da diversi elementi: I “segni”, che sono come le parole e/o le frasi della lingua italiana o di una lingua straniera; Le espressioni facciali; L'orientamento e la postura del capo, degli occhi e di tutto il corpo, L'ordine dei segni nella frase.

I segni vengono prodotti dalle mani (polso, palmo, dita) le quali si muovono davanti alla persona che parla/segna in uno spazio che va dalla testa al bacino, con qualche piccolo spostamento ai lati.Parlare, per un sordo, significa e si dice “segnare”.Con la LIS, così come con la lingua vocale (Italiano, Francese, Inglese, Tedesco …) si può parlare di tutto: oggetti, persone, materie scolastiche, argomenti di ogni tipo, situazioni, ragionamenti, sentimenti, concetti.Ogni nazione ha la sua Lingua dei Segni: L.I.S. (Lingua Italiana dei Segni); L.F.S. (Langue Française des Signes); A.S.L. (American Signes Language). Esistono anche delle varietà locali, come i dialetti.Per fare lo spelling (dire una parola con una lettera alla volta) di parole difficili o di nomi propri, i sordi usano l'alfabeto manuale, tale metodo si chiama: DATTILOLOGIA.

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E' naturalmente possibile, per la classe, invitare una persona sorda per svolgere con lei una intervista vera e propria. A questo proposito il servizio di logopedia della ASL del territorio può essere contattato per collaborare ad un progetto di questo tipo, fornendo anche l'interprete LIS e facendo da mediatore per cercare persone disponibili ad essere intervistate

TITOLO Cosa succedequando non si sente bene3.3

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora e 30 minuti

Cartellone bristol.Pennarelli, scotch.

Video “insieme per crescere” (Video Pinocchio... Moderno).Scheda U-3.

Scopo di questa unità di lavoro è capire come nella realtà ci sono cose che si intendono solo grazie all'udito. Vedere è importante, ma sentire aiuta molto a comprendere veramente quello che ci sta accadendo attorno. Il significato di molti avvenimenti è reso più chiaro dall'udito.

L'insegnante fa vedere la registrazione in video delle sequenze, ispirate alla fiaba: “Le avventure di Pinocchio”, intitolate “Pinocchio … moderno”.Si fa vedere, come prima volta, il brano Pinocchio moderno 1 (senza audio). Si chiede poi agli alunni di scrivere/dire ciò che hanno capito-intuito-dedotto dai comportamenti dei personaggi su quanto è accaduto,

compilando la prima parte della scheda di lavoro U -3.A questo punto si fa vedere, come seconda volta, la stesso brano (Pinocchio moderno 2), alzando il volume della TV. La registrazione

è stata montata volutamente con un con audio distorto. Si informano gli alunni che la distorsione simula l'udito di una persona con una sordità media. Anche in questo caso, si chiede agli alunni di scrivere/dire le battute che hanno capito. Dopo aver visto il video, gli alunni possono compilare la seconda riga della scheda di lavoro U-3.Adesso possiamo finalmente vedere il video con l'audio normale (Pinocchio moderno 3) e far completare agli alunni la terza parte della scheda U-3.

Successivamente l'insegnante inviterà i bambini a confrontare le tre parti della scheda, indicando quali aspetti della scena si sono via via chiariti attraverso le visioni successive.

Attraverso una discussione guidata si invitano gli alunni ad illustrare i motivi della scarsa comprensione del video e i sentimenti che loro hanno provato quando non riuscivano a capire quello che avveniva. Ecco alcune possibili domande per guidare il discorso:- Che cosa avete provato vedendo i primi due video (sensazioni, emozioni)?- Quali atteggiamenti degli attori sono stati di ostacolo ad una buona comprensione (specialmente nelle prime due visioni)? Come avrebbero dovuto agire per farsi capire meglio?- Quali accorgimenti tecnici avrebbero reso il video più comprensibile fin dall'inizio?Per rispondere, gli alunni si possono avvalere anche di quanto appreso durante l'intervista al giovane sordo.Gli elementi emersi vengono indicato su un apposito cartellone e verranno ripresi durante la prossima unità di lavoro.

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Se si vuole è possibile approfondire ulteriormente l'analisi dei sentimenti provati quando non si riesce a capire che cosa ci avviene attorno. A questo proposito è possibile effettuare uno dei due giochi indicati di seguito, chiedendo a chi svolge la funzione della persona sorda di isolarsi dal contesto uscendo dalla classe. Al termine dei giochi (che dureranno pochi minuti) si chiede al “sordo” di raccontare cosa ha provato quando i suoi compagni seguivano delle regole che lui non conosceva.

Un bambino della classe fa il ruolo del “sordo” ed esce dall'aula prima della spiegazione del gioco. Gli altri bambini si siedono in cerchio con uno di loro in piedi al centro e si attribuiscono, a tre a tre o a due a due, i nomi di animali, per cui nella classe ci saranno: tre (o due) elefanti, tre (o due) zebre, tre pecore, tre asinelli, tre cavalli, tre buoi, tre gatti … .Rientra il bambino “sordo” e inizia il gioco.La maestra dice: “Questo è il recinto della mia fattoria, adesso escono dal recinto … le pecore e i cavalli”. Gli “animali” chiamati si alzano in piedi e cercano un altro posto, mentre colui che stava in piedi dovrà guadagnarsi un suo posto. Chi rimane in piedi si metterà al centro del cerchio e la maestra chiamerà fuori dal recinto altre specie di animali.Il “sordo” non capirà come si svolge il gioco e non riuscirà a inserirsi.

“LA BIZZARRA FATTORIA”

“LA POSTA VA”

Il ragazzo che impersona il “sordo” esce dall'aula prima della spiegazione del gioco.Gli altri ragazzi si dispongono seduti in cerchio, uno di loro rimane in piedi e ciascuno si sceglie il nome di una città del mondo.Rientra il ragazzo “sordo” e inizia il gioco.L'insegnante dice: “La posta va da Roma a Londra a Boston”. I “ragazzi-città” chiamati si alzano in piedi e cambiano di posto, mentre chi era in piedi cerca di guadagnarsi una sedia. Chi rimane in piedi, dopo questa fase, va al centro del cerchio e il gioco continua.L'insegnante può variare e dire: “La posta va in tutte le città europee” oppure “ … in tutte le città delle coste” e così via.Il “ragazzo sordo” sarà disorientato e non comprenderà le consegne verbali.

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TITOLO Comunicare con una persona sorda3.4

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

2 ore

Lavagna.Cartellone bristol, pennarelli. Fogli e penne, scotch.

Video Pinocchio... Moderno, brano Pinocchio moderno 3.Cartellone della sezione 3.1.Cartellone della sezione 3.3.

Pinocchio: (rigirando tra le mani delle monete d’oro, luccicanti).“Oh, che bei denari …!”

Il Gatto e la Volpe: (dopo aver deciso di prendergliele, ridendo ...)Gatto: “Sono pochi i tuoi zecchini, vuoi che diventino tanti, un albero carico di monete …?”

Volpe: “Tutte monete al posto delle foglie?”

Pinocchio: (sorridendo contento). “Oh, sì, magari … ma come?”

Il Gatto e la Volpe: (lanciandosi uno sguardo complice e dandosi una zampata/gomitata).

Volpe: “Da’ le monete a noi esperti, le sotterreremo nel campo dei Creduloni, quello là, e, tra un’ora …”

Gatto: “… L’ albero sarà nato, cresciuto e pieno di … soldoni d’oro!”

Pinocchio (consegna felice i suoi denari).

Il Gatto e la Volpe (scappano con i soldi, ma subito incontrano un Cane che esclama): “Mmmm, che fame!”

(Poi annusa le monete e... se le mangia, sghignazzando, quindi scappa e lascia il Gatto e la Volpe a mani vuote e senza parole).

Questa unità inizia con una nuova visione del video Pinocchio Moderno, (Pinocchio moderno 3). L'insegnante inoltre avrà cura di fermare il video ad ogni sequenza scenica, per commentare con gli alunni e spiegare quanto viene visto. Le sequenze sceniche sono:

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Pinocchio: (divertito, segue con lo sguardo la scena, ride di cuore mentre scarta l'ultima moneta, coperta di stagnola dorata, e grida per farsi sentire dal Gatto e dalla Volpe):

“Peccato che oggi non posso mangiare tutte le mie monete di cioccolata, ma almeno quei due … furboni …, dopo una tale figuraccia …, la smetteranno di andare in giro a ingannare i bambini!”

Completata la visione, si rilegge assieme ai bambini quanto era emerso durante la discussione guidata della fase 3.3, per ricordarsi le strategie che erano state indicate e gli stati d'animo che avevano provato durante la visione del video.

A questo punto possiamo riprendere in esame il cartellone con le definizioni di persona sorda che erano state date all'inizio della unità. L'insegnante ripropone il simbolo dell'orecchio sbarrato e chiede agli alunni di scrivere alla lavagna, dopo una breve consultazione tra loro, una definitiva definizione del “SORDO” e di trascriverla poi sul cartellone iniziale, commentando l'eventuale differenza tra la definizione iniziale e quella attuale. Indicare agli alunni che questa nuova definizione dovrebbe porre l'accento sulle possibilità che anche una persona sorda può avere di lavorare e vivere assieme agli altri e sulle attenzioni che le persone udenti dovranno avere per coinvolgere correttamente anche le persone sorde. (es. un sordo è una persona che non ci sente, ma può comunicare e lavorare con gli altri se si parla con lui lentamente guardandolo negli occhi ecc..).Per concludere questo percorso è necessario darci delle indicazioni operative su come essere più attenti se si incontra una persona sorda.

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Alcune delle indicazioni comunemente usate quando ci si relaziona con una persona sorda sono, ad esempio:- Parlare in luoghi ben illuminati.- Guardare negli occhi la persona sorda mentre si parla.- Ricorrere, per quanto possibile, a supporti scritti o ad immagini: cartelloni, lavagna, un

quaderno sul quale prendere appunti, ecc.- Chiedere alla persona se utilizza abitualmente ausili particolari per la comunicazione e

accertarsi che essi siano disponibili nei luoghi che lei frequenta con più frequenza (fax, DTS, telefono con SMS, email, ecc.).

- Se si realizzano supporti video o audio (registrazioni, filmati) cercare di farne una trascrizione, usare, se possibile, i sottotitoli in fase di montaggio, o introdurre nel video degli scritti esplicativi (un po’ come avveniva con il cinema muto!).

La classe si divide in gruppetti di 5-6 alunni. Ciascun gruppo viene invitato a preparare un cartellone con un elenco delle condizioni ottimali per la comunicazione con i sordi. I gruppi devono inoltre verificare la presenza di tali condizioni nella scuola di appartenenza (es. luminosità, strumenti video, posizione opportuna dei banchi per persone con disabilità visiva, ecc.).

Alla fine del lavoro di gruppo, chiedere agli studenti di presentare il loro lavoro agli altri, e di fare assieme un cartellone finale di sintesi intitolato “Quando incontriamo una persona sorda facciamo attenzione a....”Questo cartellone può essere messo in bella vista all'ingresso della scuola. Esso può anche costituire la base di un articolo da pubblicare su un giornale locale o su qualche sito WEB.Se nel proprio plesso scolastico non vi sono le condizioni essenziali per l'integrazione di persone sorde, si può discutere un adeguamento della propria scuola con le persone a ciò preposte, magari coinvolgendo attivamente gli alunni ed i genitori più disponibili per operare gli adeguamenti necessari (a questo proposito vedi anche il percorso 2 sulle disabilità motorie).

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Conoscere e comprendere le disabilità della vista.Comprendere le problematiche principali incontrate da una persona con disabilità della vista, come pure le sue potenzialità e possibilità.Conoscere e comprendere le potenzialità percettive dei sensi diversi dalla vista.

OBIETTIVI

DURATA TOTALE

21

Vedere e guardare

8 ore

TITOLO Gioca, gioca...con gli organi di senso4.1

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora e 30 minuti

Una benda personale per ciascun alunno della classe.Gruppo di oggetti riconoscibili dal suono, dal tatto, dal sapore o dall’odore (vedi giochi nella pagina seguente).

Nessun materiale.

V i s t a

Questo percorso didattico prevede quattro unità di lavoro da realizzare in classe:1. un percorso ludico che sappia valorizzare l'uso di organi di senso che possono sostituire la vista (imparare a “vedere” ed

orientarsi con il tatto, con l'udito, con l'olfatto...). 2. Una intervista ad una persona con disabilità della vista (da vedere in video oppure da realizzare con la classe).3. Un percorso di approfondimento delle disabilità della vista e del sistema Braille.4. Una “ caccia al tesoro” conclusiva.

Questo percorso didattico inizia con dei giochi basati sull'uso dei sistemi percettivi diversi da quello visivo. In questo modo gli alunni hanno modo di “concentrarsi” sui loro organi di senso, per comprenderne e valutarne l'importanza. L'insegnante può scegliere 2-3 giochi da fare anche in giornate diverse, come introduzione dell'unità di lavoro.Gli alunni verranno bendati a turno quando, sotto forma di gioco, si proporranno gli esercizi sensoriali.

Nota: per questioni igieniche è bene usare bende pulite e personali. Lo scambio di bende tra bambini potrebbe favorire la diffusione di agenti infettivi degli occhi.

g u i d aI i n s e g n a n t e V i s t a

Per rendere più attraente le attività si propone di svolgerle sotto forma di gioco di squadra. Naturalmente esse si possono effettuare anche in forma individuale, se l'insegnante lo ritiene più opportuno. Dividete la classe in due squadre, (fate scegliere agli alunni il nome da darsi) e preparate un cartellone per segnare i punti.

1° prova ASCOLTA E INDOVINA...Recatevi in un luogo sufficientemente grande e tranquillo. Spiegate agli alunni che farete loro sentire dei suoni. Essi dovranno ascoltarli con attenzione e poi dovranno puntare l'indice nella direzione dalla quale proviene il suono.

A titolo puramente esemplificativo, indichiamo alcuni oggetti facilmente reperibili che l'insegnante può usare per produrre i suoni da far indovinare:un clacson, un tamburello, un fischietto, la suoneria di un telefono cellulare, delle monete, che tintinnano, un gesso che scrive alla lavagna, due sassi che vengono battuti assieme, delle foglie secche che vengono schiacciate, due fogli di carta stagnola che vengono fatti strisciare uno contro l'altro, una sega o una raspa che intaglia un pezzetto di legno, dell'acqua che viene fatta sgocciolare all'interno di un pentolino, ecc.

Ricordare agli alunni che in questa fase devono solo indicare la direzione del suono (e memorizzare l'oggetto che lo produce: dovranno scriverlo in seguito). Per ogni alunno che indovina correttamente la direzione del suono, l'insegnante darà un punto. Per ogni prova verranno quindi contati i punti da dare ad ogni squadra. Per facilitare il conteggio è possibile usare questa tabella:

nome dell'oggetto usato

Squadra A Squadra B

Bambini che indicano correttamente la

direzione del suono

Punti per aver riconosciuto e

ricordato l'oggetto.

Bambini che indicano correttamente la

direzione del suono

Punti per aver riconosciuto e

ricordato l'oggetto.

Es. monete che tintinnano 9 3 10 0

A questo punto chiedete ai bambini di scrivere su un foglio l'elenco dei suoni che hanno ascoltato. Per ogni oggetto riconosciuto e ricordato correttamente dalla squadra, date 3 punti (per ogni oggetto non elencato non date nessun punto). Anche in questo caso, potete riportare il punteggio assegnato sulla tabella.

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g u i d aI i n s e g n a n t e V i s t a

2° prova TATTO (LA STAFFETTA)Prendete due scatoloni uguali e metteteci dentro diversi oggetti che siano riconoscibili al tatto (sarebbe meglio che gli oggetti dei due scatoloni fossero gli stessi).Chiudete lo scatolone e praticate un buco rotondo di circa 8 cm di diametro. Il buco deve consentire ai bambini di infilare il braccio dentro lo scatolone senza però vedere cosa si trova all'interno. Assegnate ciascuno degli scatoloni ad una squadra.Allineate le due squadre in fila indiana, in palestra o all'aperto, a circa 10-20 mt dal loro scatolone. Il primo bambino della fila deve correre fino allo scatolone, infilare dentro un braccio e cercare tra gli oggetti finchè non ne individua uno che è certo di poter indovinare al tatto. A quel punto afferra l'oggetto, dice cosa è e lo estrae dalla scatola. Se ha indovinato lo consegna all'insegnante e corre dietro la sua fila dando il “via” al bambino che aspetta in cima alla fila stessa. Se non ha indovinato deve continuare a cercare finché non riesce ad indicare correttamente uno degli oggetti (anche in questo caso l'oggetto estratto deve essere consegnato all'insegnante).

Ecco un elenco di oggetti che è possibile preparare nello scatolone:frutta secca: noci, castagne, mandorle, nocciole, una pigna.Oggetti di cancelleria: una matita, un temperamatite, una gomma da cancellare, un grosso pennarello, un gessetto, un colore a cera, un pennellooggetti vari: una biglia, un rocchetto di spago, un fischietto, un cacciavite, una chiave inglese, una grossa vite, un soldatino, una chiave, una grossa foglia, un gomitolo di lana, un bicchiere, un cucchiaio un apribottiglie...

Se volete proseguire la gara iniziata con il gioco precedente, potete assegnare un punteggio alla squadra che finisce prima la staffetta anche in questo caso.

3° prova GUSTO

4° prova OLFATTO

Bendate i bambini e fateli sedere in cerchio. Fate assaggiare loro diversi cibi e chiedetegli di indovinare di cosa si tratta.

esempio:-Far assaggiare e riconoscere alimenti dolci/salati/amari ecc…-Far assaggiare bevande riconoscendo i sapori: aranciata, cocacola, latte, succo di frutta, acqua ecc…-Far assaggiare e riconoscere pezzettini di frutta: mela, pera , banana, arancia ecc…

Bendate i bambini e fateli sedere in cerchio. Fate annusare loro diversi cibi e materiali e chiedetegli di indovinare di cosa si tratta.

Far riconoscere solo dall'odore gli oggetti proposti:-profumo di fiori: rosa, lillà, garofano, giglio…-profumo di erbe aromatiche. Salvia, rosmarino, menta, sedano, aglio, cipolla…-profumo di diverse merende (pizza, pane e nutella, pane e prosciutto, pane e marmellata ecc…)...

Terminati i giochi, ripercorrete con la classe il percorso che avete svolto, e compilate assieme un cartellone che sintetizzi i pensieri e i vissuti degli alunni (si sono trovati in difficoltà nel riconoscere gli oggetti? Quale dei sensi usati è stato per loro più facile? Quale più difficile? Sono riusciti a ricordare facilmente a memoria gli oggetti della prova dell'udito?)Tramite questa discussione gli alunni potranno prendere coscienza del valore percettivo dei quattro organi di senso e del valore sostitutivo che questi organi rivestono per una persona cieca.

Il cartellone di sintesi che preparate con la classe ci offre diverse possibilità di approfondimento.Ad esempio si potrebbe:-riprodurre graficamente il percorso fatto, con delle vignette o delle sequenze.-inventare e illustrare con varie tecniche grafico-pittoriche una storia che richiami l'uso dei 4 sensi utilizzati per le prove (es: gli animali in un bosco che organizzano un pic-nic).- inventare una filastrocca (es: bambini che giocano con gli organi di senso).

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g u i d aI i n s e g n a n t e V i s t a

TITOLO L'intervista4.2

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

2 ore

Nessun materiale.

Video con intervista a Giancarlo.Schede di lavoro V- 1.

Distribuite ai bambini la scheda V-1. Essa può essere compilata individualmente, come lavoro di gruppo, o sotto forma di lavoro collettivo svolto con tutta la classe.La scheda è divisa in tre colonne. Nella prima sono riportati diversi aspetti della vita di una persona (suddivisi in 4 grandi aree: percezione e movimento; abilità quotidiane, hobby, ecc.; studio, memoria, immaginazione; vita personale.). Nella seconda colonna si chiede agli alunni di sviluppare delle ipotesi rispetto alle possibilità che una persona cieca può avere in relazione agli aspetti indicati. Nella terza colonna gli alunni dovranno scrivere le informazioni desunte dalla visione del video.Fate completare agli alunni la colonna centrale della scheda, dando loro tempo sufficiente ed invitandolo ad elaborare ipotesi in relazione ai diversi ambiti indicati nella prima colonna.

Aspetti della vita quotidiana

Leggere la divina commedia

Secondo te, una persona cieca può fare queste cose?

In che modo? Elabora delle tue ipotesi

Non può leggere perchè è cieco.

Guarda il video “intervista al Sig. Giancarlo, e per ciascuna voce della prima colonna scrivi quello che si

scopre attraverso l'intervista.

Può leggere qualsiasi libro, ma deve averlo stampato

in Braille.

La vita di una persona cieca

Studio, apprendimento, memoria, immaginazione

Una volta completata la prima parte della scheda, potete mostrare il video alla classe. Può essere utile vederlo due volte. Durante una prima visione gli alunni possono guardarlo normalmente, mentre durante la seconda visione si può invece guardarlo a spezzoni, fermando il nastro ogni tanto per dare alla classe il tempo di completare la terza colonna della scheda V-1.

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Se volete svolgere un percorso di approfondimento su questo tema, potreste realizzare voi stessi una intervista ad una persona cieca invitata dalla classe.

Per realizzare questa attività, potete riferirvi al percorso indicato nell'unità 2.5 (disabilità motoria). Per elaborare le domande potete riferirvi anche ai 4 ambiti indicati nella scheda V-1, ma se la persona intervistata è d'accordo, è bene non limitare gli alunni e lasciarli liberi di spaziare in base ai loro interessi e curiosità.

Per concludere questa unità di lavoro, potete proporre alla classe la scheda di lavoro V-2, che può essere completata in classe oppure data come compito per casa.

Una disabilità della vista si verifica quando la capacità di vedere risulta compromessa in uno o in entrambi gli occhi.Ecco alcuni esercizi che è possibile svolgere per sperimentare diversi tipi di disabilità della vista.

TITOLO4.3

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora

Nessun materiale.

Schede di lavoro V-3 e V-4.

Le disabilità della vista e il sistema Braille.

Limitazioni del campo visivoPrendete del cartoncino bristol costruite una semplice mascherina. All'altezza degli occhi, praticate solo due piccoli fori, dal diametro di circa 3-4 millimetri. Fate indossare la mascherina agli alunni, ed invitateli a guardarsi attorno. Cosa cambia nella loro capacità visiva? L'ampiezza del campo visivo risulta compromessa. Essi mantengono una buona visione centrale, ma la visione periferica non è più presente. Se volete, potete far trascorrere ai bambini alcuni minuti indossando la mascherina.

Abbassamento della acuità visivaPrendete la scheda V -3. Fate invitate gli alunni ad alzarsi in piedi e a mettere la scheda per terra, ai loro piedi. Riescono a leggere tutto agevolmente senza piegarsi? Quali accorgimenti li aiuterebbero a vedere meglio? Informateli sul fatto che ci sono delle persone che non riescono a leggere neppure la prima riga. Esse hanno una disabilità visiva grave. Questo tuttavia non gli impedisce di svolgere molte azioni e di lavorare, come anche l'intervista al sig. Giancarlo ci ha insegnato.

Esistono moltissimi accorgimenti per aiutare una persona con una ridotta capacità visiva a vedere meglio. Per esempio, scrivere più grande o con dei pennarelli, oppure ricorrere a diversi tipi di lenti ed ingranditori. Chiedete ai bambini quali di questi ausili conoscono (gli occhiali, naturalmente, sono lo strumento più usato da tutti), ma essi possono pensarne anche ad altri.

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g u i d aI i n s e g n a n t e V i s t a

Il sistema BrailleQuando la possibilità di vedere è del tutto compromessa, non è possibile scrivere normalmente.Per risolvere questo problema, è stato inventato un ingegnoso alfabeto formato da 6 puntini, noto con il nome di sistema Braille. Una persona cieca riesce a leggere il Braille con le proprie dita, semplicemente passandole sopra i puntini che formano delle piccole sporgenze sulla pagina. Date agli alunni la scheda V-4 ed invitateli a leggerla e a familiarizzare con il sistema Braille. Ricordate loro che anche se essi usano la vista, una persona cieca è capace di decifrare il Braille solo con le proprie dita.

Per approfondire questo argomento potete vedere il video “la tavoletta Braille” della sezione “Vedere e guardare”.

Le lettere base del sistema Braille.

a

f

k

p

u

z ?

b

g

l

q

v

maiuscolo virgola punto

c

h

m

r

w

d

i

n

s

x

e

j

o

t

y

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TITOLO4.4

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

2 ore

Vedi elenco nelle singole prove.

Nessun materiale.

La caccia al tesoro

La caccia al tesoro finale, che qui si propone ambientata sul “Il Piccolo Principe” di A. de Saint-Exupèry, ha lo scopo di ripercorrere le principali scoperte fatte durante questa unità di lavoro e di valorizzare l'uso dei sensi diversi dalla vista.Le difficoltà per raggiungere il tesoro sono infatti basate sull'utilizzo dei diversi organi di senso e gli alunni verranno portati a riflettere sulle sensazioni che provano durante le diverse prove del gioco.

Gli insegnanti, che devono conoscere il libro, preparano una “Caccia al tesoro” che ha lo scopo di presentare alcuni personaggi funzionali alle finalità del progetto.

Essi potrebbero essere: - IL PICCOLO PRINCIPE- LA ROSA- IL MERCANTE- IL RE- LA VOLPE

Gli spazi del gioco potrebbero essere quelli interni della scuola o quelli esterni (giardino) o a seconda della situazione ambientale locale in cui ci si trova ad operare

Indicazioni per lo svolgimento del gioco A - La classe viene divisa in due squadre (questo per configurare il gioco nella sua identità: la gara). Ogni squadra si divide in due sotto-gruppi: bendati e non.I ragazzi bendati dovranno indovinare il personaggio che verrà proposto dai non bendati. Durante il percorso della caccia al tesoro i ruoli si alternano. Ogni squadra è contrassegnata da un cartoncino colorato e di forma diversa.B - In ogni squadra c'è un caposquadra, Il Piccolo Principe, caratterizzato da un elemento diverso nelle due squadre (es: sciarpa mantello - altro). Il bambino che lo impersona non sa di esserlo ma guida i suoi compagni alla ricerca del tesoro.Conquistato il tesoro i due bambini che durante il gioco hanno assunto il ruolo del Piccolo Principe si scambieranno la caratterizzazione (tutto questo per far capire che il P.P. in fondo è solo uno).C - Il gioco inizia con la consegna ai non bendati delle due squadre di una busta dentro la quale è presente l'indicazione per scoprire il primo personaggio. (Es:Indovina lesta lesta chi porta la corona in testa?)

ATTENZIONE : I bambini delle due squadre vanno a scoprire il primo personaggio in spazi diversi ( es: una squadra in un'aula, un'altra nel corridoio). Questa strategia si ripete per la scoperta di ogni personaggio, tranne che per il tesoro che dovrà essere in un unico spazio (aula- armadio) in modo che tutti confluiscano lì.

In ogni spazio, partendo dal primo, verrà data una busta nella quale ci sarà indicato il percorso per raggiungere il successivo (vedi indicazioni più avanti).

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g u i d aI i n s e g n a n t e V i s t a

PARTENZA

TESORO

RE

ROSA

MERCANTE

VOLPE

ROSA

MERCANTE

RE

VOLPE

SquadraA

SquadraB

Mappa indicativa del percorso del gioco

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Gli spazi dove potrebbero essere svolte le varie prove e quindi scoperti i personaggi devono essere definiti dagli insegnanti in relazione alla configurazione strutturale della propria scuola. Ad esempio si potrà usare la palestra, la sala insegnanti , un corridoio laterale, un'altra aula laborator io , ecc .

Inizio del gioco

Al Piccolo Principe di ogni squadra verrà consegnata una busta contenente le indicazioni del percorso da seguire (es: camminare tenendo le mani addossate alla parete utilizzando i piedi per sondare se c'Þ qualche ostacolo) dai bambini bendati guidati da lui e accompagnati da quelli non bendati.Le squadre, guidate dal Piccolo Principe, iniziano il percorso dal luogo stabilito, dopo il via degli i n s e g n a n t i .

Caratterizzazione del piccolo principe e preparazione delle squadreMateriali da procurarsi:

- Una sciarpa.- Un mantello.- Un bastoncino leggero con una stella di cartone attaccata in cima.- Cartoncino quale contrassegno delle due squadre (le due squadre potrebbero essere contrassegnate con

un simbolo di cartone attaccato al petto e darsi un nome inventato, lettere dell'alfabeto, colori, ecc.).- Fazzoletti personali di colore diverso per bendare la metà di ogni squadra.

g u i d aI i n s e g n a n t e V i s t a

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Prova del MERCANTE

Materiali da procurarsi: -Monete. -Registrazione pubblicità televisiva/radiofonica. -Messaggio pubblicitario inventato..

I ragazzi non bendati faranno toccare le monete ai ragazzi bendati o faranno ascoltare il rumore metallico delle stesse e indurranno i compagni a scoprire il personaggio (il mercante). Una volta indovinato, l'insegnante darà la traccia per raggiungere la stanza successiva.

Prova del RE

Materiali da procurarsi: - Cartoncino bristol per fare una corona da re.

I bambini non bendati metteranno la corona in testa ad uno dei compagni bendati facendo in modo che il bambino che la indossa scopra il personaggio che finge di essere. Se non riesce a indovinarlo saranno i bambini non bendati a guidarlo attraverso domande, slogan, indovinelli a scoprire il personaggio.Una volta indovinato, l'insegnante darÓ la traccia per raggiungere la stanza successiva.

Prova della VOLPE

Materiali da procurarsi: - Registrazioni suoni e rumori del bosco - Lettura di uno stralcio di una favola relativa all'animale da scoprire (es: La volpe e l'uva; oppure "Il gatto e la volpe" da Pinocchio, o la canzone di E. Bennato) - Coda di una volpe (pelliccia), - Carta smerigliata per la costruzione delle lettere per formare le parole della frase "L'essenziale è invisibile agli occhi... " da Il Piccolo Principe.

Una volta indovinato, l'insegnante darà la traccia per raggiungere la stanza successiva.

Prova finale: il TESORO

Materiali da procurarsi: - Scatolone. - Trombetta. - Audiocassetta. - Libro "IL PICCOLO PRINCIPE" dentro una scatola più piccola. - Titolo del libro in rilievo. - Plastilina per la scrittura del titolo.

La scoperta del tesoro (il libro del piccolo principe e magari... delle caramelle) avviene rovistando fra i vari oggetti. L'insegnante guiderà i gruppi a far individuare l'oggetto-tesoro. Nelle giornate seguenti, in seguito a questa scoperta, si potrebbe leggere il libro in classe.

crescerecrescereI N S I E M E P E R

g u i d a

I

in

se

gn

an

te

M e n t a l e

Comprendere le caratteristiche delle disabilità mentali.Comprendere i problemi e i sentimenti che una persona con disabilità mentali si trova a vivere.Saper aiutare una persona con difficoltà di apprendimento a svolgere un compito.

OBIETTIVI

DURATA TOTALE

30

Capire e comprendere

3 ore

TITOLO Capire, imparare, comprendere5.1

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 ora

Cartellone, pennarelli, scotch.Fotocopie di articoli di giornale, post-it.

Scheda M-1.

Spiegate agli alunni che fino adesso avete parlato di disabilità che avevano una incidenza a livello fisico sulle persone (vedere, sentire, muoversi). In un certo senso queste disabilità sono immediatamente comprensibili perchè hanno un riscontro concreto e tangibile.In questa unità di lavoro ci si occuperà invece di disabilità che compromettono, in qualche maniera, il modo nel quale alcune persone riescono a mettersi in rapporto con il mondo e con gli altri, oppure il modo e la velocità con la quale esse riescono ad apprendere ed imparare.

E' importante sottolineare il fatto che qualunque persona con una disabilità di tipo mentale ha comunque la potenzialità di crescere ed imparare cose nuove ogni giorno. Anche loro, come ciascuno di noi, hanno delle cose che sanno fare bene e altre che invece trovano più difficili. Molte persone con questa disabilità oggi riescono a vivere una vita indipendente, svolgono dei lavori, hanno degli hobby e degli amici.

Attraverso questa unità di lavoro si cercherà di far capire agli alunni cosa si prova ad avere difficoltà di apprendimento (che è il tipo di disabilità mentale più semplice da simulare e riprodurre) e come si può fare per aiutare una persona con questo tipo di difficoltà.

Prendete un cartellone bianco, intitolatelo “una giornata di scuola”, appendetelo alla parete ed invitate gli alunni a dettarvi le operazioni di tipo intellettuale che solitamente ciascuno di loro deve svolgere in una normale giornata scolastica.

g u i d aI i n s e g n a n t e M e n t a l e

Ad esempio, la lista dovrebbe contenere operazioni come leggere (un libro, la lavagna, l'orario della giornata, l'orologio, il calendario, i numeri ed i simboli matematici....), scrivere (ricordando delle cose a memoria, usando la fantasia, copiando dalla lavagna o dal libro, sotto dettatura....), ascoltare, ricordare, comprendere, seguire delle istruzioni dell'insegnante, conoscere le regole sociali, saper tornare a casa, riconoscere il viso delle persone, interpretare correttamente le espressioni facciali, ecc.

Un primo esercizio che si può fare per simulare una disabilità mentale che riguarda la nostra capacità di processare le informazioni consiste nel leggere tenendo il libro o un quotidiano alla rovescia (i più piccoli, possono provare a farlo leggendo solo i titoli).Al termine della lettura su possono fare delle domande di comprensione del testo. Gli alunni avranno impiegato molto più tempo a leggere questo brano e probabilmente avranno anche maggior difficoltà a ricordarlo e a comprenderlo.

Terminato l'esercizio, sceglietene un altro dalla scheda M-1. Una volta terminato anche il secondo esercizio, chiedete ai bambini quali sensazioni hanno provato nello svolgere i compiti assegnati e invitateli a scriverle sopra dei post-it o dei foglietti colorati. Al termine ritirateli e attaccateli alla lavagna o su di un cartellone per un confronto e per avviare una conversazione sulle difficoltà incontrate quando ci si trova ad avere problemi nel comprendere e nell'elaborare le informazioni.

TITOLO Aiutare altri ad eseguire dei compiti5.2

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 h

Questa attività serve a mettere in gioco la nostra abilità nel seguire delle indicazioni. Nel gioco verrà assegnato un significato diverso a delle parole di uso comune. Gli alunni dovranno poi eseguire dei semplici compiti comprendendo e decodificando le nuove parole usate.

Riflettete assieme alla classe sul fatto che tutte le cose elencate sono state imparate nel tempo. All'inizio del loro percorso scolastico, nessuno dei vostri alunni sapeva fare la maggior parte delle azioni elencate, mentre oggi esse vengono svolte quotidianamente in modo quasi automatico. Ciascun bambino della vostra classe ha impiegato anni per imparare a fare bene le cose dell'elenco e altri anni serviranno loro per apprendere altre nuove abilità. Il fattore tempo è un fattore determinante nel campo delle disabilità psichiche e mentali. Spesso le persone con queste disabilità hanno semplicemente bisogno di più tempo degli altri per imparare determinate cose. Adesso proveremo a fare alcuni esercizi che ci faranno capire cosa significa “aver bisogno di più tempo per capire”.

Nessun materiale.

Fotocopie di istruzioni per fare degli origami, un aeroplanino o altro.

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g u i d aI i n s e g n a n t e M e n t a l e

Fate alzare in piedi gli alunni dietro il proprio banco (o, se possibile, andate in palestra o all'aperto).Dite loro che adesso gli darete tre comandi diversi, secondo il seguente codice (del tutto arbitrario):

alzare le mani in aria fare il saluto scout del lupetto (il mignolo e l'anulare si piegano all'interno della mano. Il pollice li copre. L'indice e il medio restano aperti e divaricati, a simulare le orecchie tese di un lupo).

formare un pugno ripiegando il pollice all'interno del palmo della mano e chiudendo le dita attorno ad essi.

carciofo:mela:

carota:

1) Fate fare alcune prove: carciofo, mela, carota.....

2) Adesso date i seguenti comandi, esattamente come sono scritti (non fornite ulteriori spiegazioni, non date del tempo extra, non suddivideteli in sotto-sequenze, non aiutateli mostrando voi come si fa).

- Mano sinistra a carciofo, mano destra a carota.- Mano destra a carciofo, mano sinistra a carota.- Mano destra a mela, mano sinistra a carciofoecc....

Chiedete ai bambini di commentare l'esercizio: è stato facile? difficile? Qualcuno si è “perso per strada? Che sensazioni hanno provato (rabbia, frustrazione. ecc.).Cosa si potrebbe fare per rendere più semplice questo gioco e fare in modo che tutti possano svolgerlo con successo?Dite loro che hanno potuto provare, seppure in maniera giocosa, cosa succede quando si hanno difficoltà di comprensione ed apprendimento. In questi casi è possibile mettere in atto delle semplici strategie per aiutare la persone ad imparare meglio quello che devono fare.

Come aiutare una persona ad imparare una cosa nuova o ad eseguire un compito

Le tre strategie più utili per aiutare una persona ad apprendere delle cose nuove o a svolgere un compito che potrebbe trovare difficile, sono:

1- Il modellamento (mostrare come si fa, con una figura o attraverso l'esempio dato da un'altra persona)

2- La suddivisione in sequenze brevi e complete dei compiti da eseguire.3- La gestione rispettosa del tempo e l'attenzione ai feedback di tutti.

3) ripetete alcuni comandi, mettendo anche voi in pratica le tre strategie che avete elencato:

- Mano destra a carciofo (mostrate anche voi la posizione; aspettate che tutti l'abbiano raggiunta, chiedete se tutti sono pronti a ricevere il prossimo comando, ecc.) mano sinistra a mela (mostrate anche voi la posizione; aspettate che tutti l'abbiano raggiunta, ecc.). Sempre seguendo le stesse modalità indicate tra parentesi, proponete altri due o tre comandi.

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g u i d aI i n s e g n a n t e M e n t a l e

Discutete assieme ai bambini il fatto che questa seconda volta essi sono riusciti più facilmente ad eseguire i compiti richiesti, perché voi avete messo in atto le tre strategie per aiutare una persona che si trova ad avere difficoltà di apprendimento (modellamento, suddivisione in sequenze e tempo). Essi si saranno certamente “sentiti soddisfatti” quando sono riusciti a completare i comandi che avete dato

A questo punto anche gli alunni possono esercitarsi a mettere in pratica le strategie indicate:

Dividete la classe in gruppi di tre-quattro persone, e scegliete o fate eleggere un capogruppo. Solo a lui darete una scheda che spieghi come fare una barchetta di carta, un semplice origamo, un aeroplanino o altro.

Spiegate al bambino capogruppo che il suo compito è far costruire a tutti i compagni del gruppo l'oggetto indicato nella scheda. Egli non può mostrare loro la scheda, ma può spiegarla usando le tre strategie indicate nel box di testo della pagina predente (modellamento, suddivisione in sequenze e tempo). L'obiettivo della attività è far costruire a ciascuno il proprio oggetto di carta. Nessun bambino può fare il lavoro al posto di un altro, ma può (e deve) aiutare i compagni ricorrendo alle strategie che abbiamo indicato.

Ricopiate alla lavagna e fate trascrivere ai bambini il riquadro “come aiutare una persona ad imparare una cosa nuova o ad eseguire un compito”

TITOLO Diversilandia5.2

MATERIALIFORNITI

MATERIALIDA PROCURARSI

1 h

Cartoncino bristol.Colla , forbici.Avanzi di stoffa, materiali di recupero vari...

Video:il paese di diversilandia.

- Per quale motivo Pina non riesce a superare neppure un ostacolo? - Tutti gli animali, tranne Pina, hanno delle abilità molto evidenti…. Eppure, quando Pina si allontana, nessuno riesce più a fare

nulla… perché?- Quale era la abilità nascosta di Pina? In che modo si rendeva utile agli altri?Partendo dalla storia, è possibile fare attività diverse, che hanno tutte lo scopo di interiorizzare, usando un linguaggio metaforico, il concetto di disabilità psichica e mentale.

Per esempio, si potrebbe:- Assegnare a ciascun alunno o ad un piccolo gruppo una sequenza della storia da drammatizzare assieme.- Chiedere ai bambini di creare propri copioni per modificare e personalizzare la storia che hanno visto.- Re-inventare la stessa storia ricollocandola su scenari diversi: ad esempio il formicaio, una galassia lontana, in fondo al mare, ecc.

Possiamo concludere questa unità di lavoro con la visione di un video che rappresenta, in chiave metaforica, cosa significa avere una disabilità di dipo psichico o mentale. Guardate con i bambini il video “nel paese di diversilandia”. Commentate il filmato assieme a loro. Tra le altre cose potete chiedere loro:

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g u i d aI i n s e g n a n t e M e n t a l e

IL GIOCO DEI RUOLI

Far assumere ad ogni bambino il ruolo di un personaggio della storia.

Caratterizzare ognuno con un elemento: es Mauro Cavallo avrà una criniera realizzata conPelliccia sintetica; l'Aquila Consuelo avrà il becco fatto con cartoncino bristol……

Drammatizzare la storia, eventualmente facendo introdurre ai bambini delle varianti.

MATERIALECartoncino bristol, colla , forbici, avanzi di stoffa, materiali di recupero vari….

Per concludere questo percorso potete lasciare agli alunni un tema da svolgere come compito in classe o per casa. Ecco alcune possibili tracce che da dare.

1) Racconta di una occasione nella quale ti sei trovato in difficoltà nel comprendere una lezione o un fatto che è avvenuto.

2) Racconta come fai a studiare una lezione. Cosa ti aiuta nello studio? Cosa lo rende più difficoltoso?

3) Uno sportivo professionista si allena tutti i giorni per migliorare, passo dopo passo, i propri record personali e le proprie prestazioni fisiche. Secondo te è possibile “allenare il cervello” così come gli sportivi allenano i loro muscoli? Se sì, in che modo? Prova a fare degli esempi o degli esercizi. Se no, spiega perché e per quali motivi ritieni che questo sia impossibile.

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crescerecrescereI N S I E M E P E R A

al

un

no

Indicazioni

Questo questionario ci serve per conoscere la tua opinione ed i tuoisentimenti nei confronti di alcune situazioni.

Se hai bisogno di qualche chiarimento,chiedilo pure alla persona che ti ha portato questa scheda.

Grazie della collaborazione

Nelle prossime pagine ti verranno rivolte alcune domande.Esse non hanno una risposta giusta o sbagliata;

qualsiasi soluzione va bene,perché esprime una tua opinione personale.

Quello che conta è che tu risponda con sincerità!Non è necessario scrivere il tuo nome:

questa è una scheda anonima, significa che le persone che la fanno non possono essere riconosciute.

In questo modo potrai scrivere ciò che vuoi,con la massima libertà!

Se per qualche motivo non ti va di fare questo compito,non sei obbligato.

Basta riconsegnare il foglio senza scrivere nientee nessuno ti chiederà nulla in proposito.

01

I-0q u e s t i o n a r i o

crescerecrescereI N S I E M E P E R

q u e s t i o n a r i o

A

al

un

no I-0

Questionario

Fai un segno “X” accanto alla frase che più si avvicina alla tua opinione.

Cerca di non saltare nessuna risposta.

Attento a non segnaredue volte

la stessa domanda!

Data_________Classe__________il nome della tua scuola_________________________

_______________________________________Località_________________________

Provincia__________________sono ed ho anni__________________un maschiouna femmina

Quando vedo una persona handicappata, mi chiedo come si debba sentire.Quando vedo una persona handicappata, cerco di cambiare strada per non incontrarla.

Quando incontro una persona handicappata, mi comporto come quando incontro una persona normale.

Penso che se dovessi giocare con un bambino diverso da me mi annoierei.Se dovessi giocare con un bambino diverso da me mi sentirei come quando sto con gli altri bambini.

Mi farebbe piacere giocare con un bambino diverso da me.

Immagina di andare in vacanza al mare con la tua famiglia e di scoprire che accanto al tuo ombrellonec'è una famiglia con un bambino o una bambina handicappata. Cosa faresti?

Sarei un po' incuriosito e cercherei di farci amicizia.Andrei a giocare da un'altra parte.Resterei sotto il mio ombrellone.

Secondo me i bambini handicappati preferiscono stare da soli.Probabilmente ai bambini handicappati piace stare assieme ad altre persone.

Secondo me i bambini handicappati stanno bene solo con quelle persone che sanno come trattarli.

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A a l u n n o q u e s t i o n a r i o I-0

Preferirei evitare di giocare assieme ad un bambino diverso da me.Se me lo chiede, potrei anche giocare con un bambino diverso da me.Non avrei nessun problema a giocare con un bambino diverso da me.

È difficile che una persona handicappata sia brava nel fare le cose. Una persona handicappata è sicuramente meno brava di me.

Una persona handicappata può essere più o meno brava di me

Sarebbe interessante studiare con un compagno handicappato, perché potrei aiutarlo in tante cose.Preferirei non studiare con un compagno handicappato.

Studierei volentieri con un compagno handicappato, perché avrei tanto da imparare da lui.

E' il giorno del tuo compleanno e alla tua festaviene anche un bambino handicappato che abita vicino a casa tua. Come ti sentiresti ?

Sarei contento, perché potrei giocare anche con lui.Mi dispiacerebbe, perché penso che potrebbe rovinarmi la festa.

Non lo so.

Un compagno diverso da me può insegnarmi tante cose.I bambini diversi da me non sanno fare nulla di interessante.Io potrei insegnare tante cose ad un bambino diverso da me.

L'idea di fare amicizia con una persona handicappata…Avrei voglia di provarci, mi farebbe piacere.

Mi preoccupa un po', preferirei non doverlo fare.Per me è lo stesso; se capita lo posso anche fare.

Se uno dei tuoi amici preferiti facesse amicizia con un bambino handicappato:Ne approfitterei anche io per conoscerlo e giocarci assieme.

Cercherei di giocare solo con gli altri miei amici.Per me non cambierebbe nulla.

Anche una persona handicappata può imparare tante cose a scuola.Una persona handicappata può imparare solo cose facili.

Una persona handicappata impara molto poco.

Quando mi trovo in compagnia di una persona handicappata non so bene come comportarmi.Non ci sono molti problemi a stare assieme ad una persona handicappata, quando si è iniziata a conoscere.

La cosa migliore da fare quando si è assieme a una persona handicappata è far finta di niente.

Sarei infastidito se la maestra mi facesse fare una ricerca con un compagno diverso da me. Mi farebbe piacere studiare con un compagno diverso da me, perché potrei insegnargli tante cose.

Studierei volentieri con un compagno diverso da me, perché avrei tanto da imparare da lui.

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È un pomeriggio di inverno e un bambino handicappato, che conosci da poco tempo ti invita a giocare a casa sua.

Ci andrei sicuramente, per farci amicizia e conoscerlo meglio.Penso che preferirei restare a casa mia.Ci andrei solo se non ho niente da fare.

Un bambino handicappato ha pochi amici e sta spesso da solo.Un bambino handicappato ha tanti amici e non sta mai solo.

Un bambino handicappato può fare amicizia e stare bene solo con altri handicappati come lui.

È il giorno del tuo compleanno. Inviteresti alla tua festa una persona diversa da te e dai tuoi amici?Sì.

Meglio di no.Dipende da chi è.

Mi sento (o sentirei) a mio agio se avessi compagni di classe handicappati.Mi sento (o sentirei) a disagio se avessi compagni di classe handicappati.

Se avessi compagni di classe handicappati non mi cambierebbe nulla.

Preferirei non sedermi accanto ad una persona handicappata.Non ci sono problemi a sedersi accanto ad una persona handicappata.Se capita, potrei anche sedermi accanto ad una persona handicappata.

Immagina di andare in vacanza al mare con la tua famiglia e di scoprire che accanto al tuoombrellone c'è una famiglia con un bambino o una bambina handicappata. Come ti sentiresti?

Un po' imbarazzato o infastidito.Tranquillo e sereno come durante altre vacanze.

Arrabbiato o scontento.

Penso che sarebbe molto difficile fare amicizia con una persona handicappata.Preferirei non dover mai fare amicizia con una persona handicappata.Credo che sarebbe facile fare amicizia con una persona handicappata.

È noioso giocare quando si è assieme ad un bambino handicappato.Anche con un bambino handicappato si può giocare bene e ci si può divertire.

Con un bambino handicappato si possono fare solo dei giochi calmi.

Se nella tua scuola dovesse arrivare un nuovo bambino un po' strano e diverso da te:Cercherei di capire come fare per farci amicizia e conoscerlo meglio.

Lascerei che prima se ne occupassero le maestre.Se capitasse nella mia classe, sono certo che col tempo diventeremo amici.

Una persona handicappata non dovrebbe fare attività sportiva.Anche una persona handicappata può fare sport; qualche volta può aver bisogno di attrezzature speciali.

Una persona handicappata dovrebbe fare sport solo se è in grado di farlo come tutti gli altri.

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ABC

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ABC

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ABC

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ABC

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ABC

04

A a l u n n o q u e s t i o n a r i o I-0

Non mi piacerebbe andare in giro assieme ad una persona handicappata.Mi sentirei un po' agitato se dovessi andare in giro con una persona handicappata.

Non avrei problemi ad andare in giro assieme ad una persona handicappata.

Se mi viene chiesto, potrei anche fare i compiti assieme ad un compagno handicappato.Preferirei sicuramente fare i compiti solo con altri compagni normali.

Fare i compiti con un compagno handicappato può essere interessante e piacevole come con gli altri.

È giusto che i bambini handicappati frequentino le stesse scuole dei bambini normali.I bambini handicappati imparerebbero di più se avessero delle scuole speciali, fatte solo per loro.

È inutile che un bambino handicappato vada a scuola, perché quello che impara non gli servirà a nulla.

Dei parenti ti invitano a fare una gita e ti dicono che puoi portare un amico.Un compagno handicappato ti dice che gli piacerebbe molto venire con te:

Gli direi che ormai ho già trovato un altro.Gli direi che va bene, e parlerei con i miei parenti per organizzarci e farlo venire.

Prima dovrei chiedere ai miei parenti se per loro va bene anche un compagno handicappato.

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ABC

ABC

ABC

ABC

05

crescerecrescereI N S I E M E P E R

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no

I n t r o

Cari genitori,

Nelle prossime settimane la scuola frequentata dai vostri figli svolgerà un progetto educativo che si chiama

Insieme per crescere.Questo progetto è stato realizzato per aiutare gli alunni a comprendere che cosa significhi essere una

persona con disabilità, quali adattamenti questa condizione richieda e quali difficoltà possa creare nella vita

e nelle relazioni con "gli altri"; infine, come queste difficoltà possano essere superate fino a raggiungere

l’indipendenza e come noi - che spesso siamo "gli altri" – possiamo contribuire a questo processo di

crescita, che prima di tutto è il nostro.

Non è facile cambiare atteggiamento rispetto agli altri e alle loro diversità. E’ molto difficile per noi adulti,

lo è in misura minore per i bambini. E’ per questo che iniziamo con loro.

Le esperienze e il materiale didattico fornito aiuteranno in questo difficile compito. Essi sono stati pensati,

costruiti, testati e definitivamente redatti da bambini e insegnanti, in situazione educativa reale, mentre la

realizzazione di questo progetto è stata resa possibile da un finanziamento proveniente dal Ministero

dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per il tramite dell'I.N.D.I.R.E. di Firenze.

La partecipazione della classe di vostro figlio al progetto Insieme per crescere servirà ad aiutare i bambini e i

ragazzi a comprendere ed accettare i loro compagni disabili nell’attività scolastica, e poi nella vita, con

naturalezza e amore. Questo è il nostro obiettivo, conseguito il quale siamo tutti convinti che i nostri

compagni di viaggio nell’esistenza, disabili o non, sono solo persone come noi.

Dott. Paolo Lollini

Dirigente Scolastico Scuola Capofila del Progetto Insieme per crescere

I-1

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no

Osserva e rispondi

I-2I n t r o

Osserva le immagini di questo bambina e questo bambino; la prima si chiama Akina, il secondo Hans.

Adesso, completa la seguente tabella, ricopiando le frasi che seguono nella o nelle caselle che ritieni più giuste.

01

A a l u n n o s c h e d a I n t r o I-2

Vive in un paese caldo; vive in un paese freddo; ha a casa un parente che lo aspetta; forse vive vicino ad una zona boscosa; vive in una grande città; vive in un piccolo paese;ha una espressione allegra; va a scuola; ha la pelle chiara; ha la pelle scura; ha gli occhi neri; ha gli occhi azzurri; ha i capelli neri; ha i capelli biondi; probabimente gli piace giocare con le bambole; probabilmente gli piace fare il bagno nel fiume; e' un maschio; è una femmina.

Adesso scrivi:Akina ed io abbiamo in comune queste caratteristiche:

Hans ed io abbiamo in comune queste caratteristiche:

Akina Hans io:

02

Tutti e tre abbiamo in comune queste caratteristiche:

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s c h e d a

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no

F i s i c a

C'era anche nonno Pasquale, che ogni mattina veniva a prendermi per condurmi a passeggio. Quando ero molto piccola ovviamente non davo importanza al comportamento altrui, ma intorno ai sei anni ebbi la prima piccola crisi esistenziale. Cominciavo a rendermi conto che non ero come

gli altri bambini perché la gente, incontrando il nonno che mi accompagnava con la carrozzina, domandava come mai ero "così". Lui, nella sua semplicità, rispondeva: "Oh, mia figlia è sana, il padre è sano e lei è così".Ricordo che quando veniva per portarmi a spasso io non volevo uscire perché mi turbava sentire quelle espressioni su di me.Ma chiaramente non dicevo nulla perché non avevo la capacità di esprimere questo mio disagio; e forse fu un bene in quanto, malgrado questa mia sofferenza, continuai ad uscire con il nonno.Rammento che, sempre in quegli anni, durante l'inverno mia mamma, tenendomi sottobraccio, mi aiutava a scendere le scale per fare un piccolo giro davanti casa. Volevo andare a vedere una cartoleria vicina dove erano posti i giocattoli.Come tutti i bambini anch'io giocavo ma, quand'ero sola, invece di utilizzare le mani usavo i piedi, perché li controllavo meglio, ad esempio mentre mi divertivo con i botticini delle medicine per l'asma della quale soffriva mio papà.Se penso ai giocattoli della mia infanzia, ritrovo vivo il ricordo di un servizio di piatti per la

bambola; era azzurro, con le ciliegine rosse dipinte sopra. Desideravo sempre tenerlo sul tavolo con la bambola seduta a fianco, ma quest'ultima finiva quasi sempre per cadere a terra e, se non era più che robusta, andava in frantumi.Per questo mi regalavano bambole non troppo belle purché infrangibili.

[Marisa Bettassa, Storia di un Filo D'erba,TraccEdizioni, Piombino, 1991]

Leggi questo brano e rispondi

F-1

01

A a l u n n o s c h e d a F i s i c a F-1

1) Cosa accadde alla protagonista del brano (Marisa) quando aveva sei anni?

2) Per quale motivo, ad un certo punto, lei non voleva più uscire a passeggio con il nonno Pasquale? Secondo te, quali sentimenti provava Marisa?

3) Che tipo di disabilità pensi avrà avuto Marisa? Da cosa lo capisci?

4) Marisa riusciva a giocare? Come?

5) Leggendo queste parole, Marisa ti sembra uguale o diversa da altri bambini di 6 anni che conosci? In cosa ti sembra uguale, in cosa diversa?

6) Secondo te, sarebbe possibile fare amicizia con una bambina o un bambino come Marisa? Ci sarebbero delle difficoltà? Se sì, quali?

02

Riporta sulla tabella gli ostacoli che trovi nella tua scuola.

sigla diriferimento

ESEM

PIO

S-1

disegno o foto dell'ostacolo

Descrizione dell'ostacolo, del tipo di barriera creata, della sua posizione

all'interno dell'edificio

Possibili soluzioni per eliminare l'ostacolo

La rampa di scale di ingresso alla scuola non consentono a persone con

sedie a rotelle di entrare o uscire.costruire una passerella

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F i s i c a F-2

01

Ritaglia queste carte da dare ai due protagonisti della simulazione

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no U-1

01

U d i t o

L'alunno sordo (scena 1)

preparazione: fatti dare dall'insegnante i due tappi per le orecchie e il registratore a cuffiette. Infilati delicatamente i due tappi nelle orecchie, poi indossa le cuffiette e regola il volume del registratore in modo da sentire la musica ad un livello normale. Adesso togli tappi e cuffiette, e preparati a ripetere questa operazione in classe, quando te lo dirà l'insegnante.

Il tuo nome è Giovanni (o Giovanna). Tu sei un bambino sordo. Il tuo compito è sedere in classe sul banco che ti indicherà l'insegnante, e stare in classe cercando di seguire la lezione normalmente .

Il professore responsabile della sala multimediale (scena 1)

Tu sei l'insegnante responsabile della sala multimediale. Assieme al preside avete preparato una sorpresa per la scuola: gli alunni potranno partecipare ad una trasmissione televisiva! Per dare loro questa comunicazione, hai bisogno di radunarli tutti in sala video.Purtroppo è quasi l'ora di uscire, e hai pochissimo tempo per chiamare tutte le classi. Devi fare presto!

Il tuo ruolo: devi affacciarti alla porta della classe e dire (senza alzare troppo la voce) “ragazzi, il preside ci vuole subito in sala video per una grande sorpresa!”.

Il professore responsabile della sala multimediale (scena 2)

Tu sei l'insegnante responsabile della sala multimediale. Assieme al preside avete preparato una sorpresa per la scuola: gli alunni potranno partecipare ad una trasmissione televisiva! Per dare loro questa comunicazione, hai bisogno di radunarli tutti in sala video.Purtroppo è quasi l'ora di uscire, e hai pochissimo tempo per chiamare tutte le classi. Devi fare presto!Nota: in questa classe sai che c'è un alunno sordo e dovrai fare attenzione a farti capire anche da lui.

Il tuo ruolo: devi entrare in classe, andare davanti al tuo compagno che indossa le cuffiette, guardarlo negli occhi e dire lentamente: “ragazzi, il preside ci vuole subito in sala video per una grande sorpresa!”.Poi vai alla lavagna e scrivi: Tutti in sala video!

L'alunno sordo (scena 2)

preparazione: fatti dare dall'insegnante i due tappi per le orecchie e il registratore a cuffiette. Infilati delicatamente i due tappi nelle orecchie, poi indossa le cuffiette e regola il volume del registratore in modo da sentire la musica ad un livello normale. Adesso togli tappi e cuffiette, e preparati a ripetere questa operazione in classe, quando te lo dirà l'insegnante.

Il tuo nome è Giovanni (o Giovanna). Tu sei un bambino sordo. Il tuo compito è sedere in classe sul banco che ti indicherà l'insegnante, e stare in classe cercando di seguire la lezione normalmente .

A a l u n n o s c h e d a U-1U d i t o

02

1) Come fa Roberto a comunicare con gli altri? Quale linguaggio utilizza?

2) E' possibile per Roberto “sentire” la musica? In che modo?

3) Per Roberto è più facile o più difficile comunicare con altre persone sorde? Per quale motivo?

4) Come è composta la famiglia di Roberto?

5) Come si trovava Roberto a scuola? Aveva amici veri?

6) Come trascorre la giornata di Roberto? Che lavori ed impegni ha?

Guarda il video Intervista a Roberto Zuccari, poi rispondi alle seguenti domande.

01

crescerecrescereI N S I E M E P E R

s c h e d a

AU-2U d i t o

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un

no

7) Quale è il sogno nel cassetto di Roberto? Lo ha realizzato?

8) Che rapporto ha avuto Roberto con i suoi insegnanti delle scuole medie e superiori? È stato un percorso facile o difficile? Come si sarebbe potuto migliorare?

9) Quali erano le difficoltà degli insegnanti di Roberto nei suoi confronti? Sapevano relazionarsi bene con lui?

10) Quale è il nome corretto dell'”alfabeto muto”

11) Come funziona la sveglia per sordi?

12) Come si fa ad applaudire una persona sorda?

13) Secondo te, la LIS è una vera lingua o è solo un insieme di gesti?

A a l u n n o s c h e d a U-2U d i t o

Cosa è la cultura sorda? Prova a spiegare, secondo te, quali sono i rischi ed i vantaggi di una cultura sorda.

02

Griglia per l’analisi del video.

01

crescerecrescereI N S I E M E P E R

s c h e d a

AU-3U d i t o

al

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no

Osserva il video che verrà proiettato dall'insegnante e completa la seguente scheda di lavoro.

Cosa viene rappresentato? Cosa hai capito? Cosa è successo?

visioneCi sono delle cose che non sono

chiare? Quali?

3 vi

sio

ne

2 vi

sio

ne

1 vi

sio

ne

percezione e movimento

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Guarda il video e rispondi

V-1V i s t a

A seconda di cosa ti dice l'insegnante, puoi compilare questa scheda da solo, assieme ad altri tuoi compagni o con tutta la classe.Nella parte sinistra di questa scheda sono indicati alcuni aspetti della vita di

una persona. Pensando a quello che, secondo te, può fare una persona cieca, scrivi nella parte centrale delle ipotesi sulle sue possibilità. Successivamente, dopo aver visto il video “Intervista a Giancarlo”, completa la terza colonna, scrivendo in essa le informazioni che puoi ricavare dal filmato. Quali delle tue ipotesi iniziali si sono rivelate esatte? Quali sbagliate o incomplete? Discutetene assieme in classe.

LA VITA DI UNA PERSONA CIECA

aspetti della vita quotidiana

secondo te, una persona cieca può fare queste cose?

Guarda il video “intervista al Sig. Giancarlo, e per ciascuna voce della prima

colonna scrivi quello che si scopre attraverso l'intervista.

Muoversi in una

stanza

Muoversi in città

con l'autobus

Riconoscere

delle persone

01

A a l u n n o s c h e d a V-1V i s t a

abilità quotidiane, hobby

LA VITA DI UNA PERSONA CIECA

aspetti della vita quotidiana

secondo te, una persona cieca può fare queste cose?

Guarda il video “intervista al Sig. Giancarlo, e per ciascuna voce della prima

colonna scrivi quello che si scopre attraverso l'intervista.

Riconoscere i

colori

Riconoscere delle

monete

cucinare

lavorare

guidare una moto

Usare la lavatrice

02

Studio, apprendimento, memoria, immaginazione

LA VITA DI UNA PERSONA CIECA

aspetti della vita quotidiana

secondo te, una persona cieca può fare queste cose?

Guarda il video “intervista al Sig. Giancarlo, e per ciascuna voce della prima

colonna scrivi quello che si scopre attraverso l'intervista.

Fare la spesa

Leggere il

giornale

Leggere la divina

commedia

scrivere

studiare

ricordare a

memoria

03

A a l u n n o s c h e d a V-1V i s t a

Vita personale

LA VITA DI UNA PERSONA CIECA

aspetti della vita quotidiana

secondo te, una persona cieca può fare queste cose?

Guarda il video “intervista al Sig. Giancarlo, e per ciascuna voce della prima

colonna scrivi quello che si scopre attraverso l'intervista.

usare un computer

Insegnare delle

cose ad altre

persone

sposarsi

avere figli

giocare a calcio

pattinare

04

A a l u n n o s c h e d a V-1V i s t a

LA VITA DI UNA PERSONA CIECA

aspetti della vita quotidiana

secondo te, una persona cieca può fare queste cose?

Guarda il video “intervista al Sig. Giancarlo, e per ciascuna voce della prima

colonna scrivi quello che si scopre attraverso l'intervista.

suonare

dipingere

ascoltare

la musica

prendere

l'autobus da solo

05

A a l u n n o s c h e d a V-1V i s t a

1 - Che lavoro fa Giancarlo?

2 - Come fa Giancarlo a leggere e scrivere?

3 - Sa leggere l'orologio? Come fa?

4 - Sa usare il computer? Che tipo di ausilio usa per farlo?

5 - Giancarlo usa un cane guida? Per quale motivo?

6 - Come fa Giancarlo a riconoscere la fermata dell'autobus dove deve scendere quando va in giro per la città?

7- Quali sono gli aspetti della vita di Giancarlo che ti hanno colpito di più?

8 - Quali sono i suoi hobby e interessi principali?

9 - Quale dei 5 sensi, secondo Giancarlo, è più importante per una persona cieca?

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no V-2

01

V i s t a

Dopo aver visto il video“intervista a Giancarlo”, rifletti e rispondi:

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no V-3

01

V i s t a

Misura la tua vistaAlzati in piedi e metti questa scheda sul pavimento. Leggi le diverse righe, iniziando dalla N. 1. Fermati quando non riesci più a riconoscere le parole. Non vale piegarsi!

1. mani2. salto3. rosso

4. mela

5. laghi6. casa

7. polo8. tardi9. ressa10. fumi11. dita

12. baci

13. fato14. gelo

15. nave

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s c h e d a

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no V-4

01

V i s t a

Scopri il sistema Braille

Quando la possibilità di vedere è del tutto compromessa, non è possibile scrivere normalmente.Per risolvere questo problema, è stato inventato un ingegnoso alfabeto formato da sei puntini, noto con il nome di sistema Braille.Una persona cieca riesce a leggere il Braille con le proprie dita, semplicemente passandole sopra i puntini che formano delle piccole sporgenze sulla pagina.

a

f

k

p

u

z ?

b

g

l

q

v

maiuscolo virgola punto

c

h

m

r

w

d

i

n

s

x

e

j

o

t

y

Prova a decifrare questa frase

Adesso prova tu a scrivere una tua frase ed invita un tuo compagno a decifrarla!

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s c h e d a

AM-1U d i t o

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un

no

Capire e comprendere

01

La maggior parte delle parole di questa storia sono state scritte in maniera scorretta, o sono state parzialmente cancellate. Sei capace di leggere la storia e ricostruirne il significato?

La fprmica e al coplomtaUna forcica era assefala e si avvirinò alla rifa di un rustello. Un'onta la itvestì e la fege cadore nell'acqua. Una polomba, che passara portanvo un ramostello nel pecco, vise la formira in pericodo e le lanciò il ratoscello. La formido vi si aggratdò e fu salta. Qualche terpo doto, un cacciadote stava per catfurare la clomba nella sua rebe. La frmica gli si afcostò e gli motse una gomta. Il cacciasoge sussulgò e si lastiò sfudgire la retc dalle bani. La colemba atrì le ali e vilò ria.

Lev Tolstoj

Il sole e la nuvolaIl sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso sul suo carro di fuoco, gettando i suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore temporalesco, che borbottava:- Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono.Nelle vigne ogni acino d'uva che maturava sui tralci, rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c'era filo d'erba, o ragno, o fiore, o goccia d'acqua. che non si prendesse la sua parte.- Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare.Il sole continuava allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza contarli.Solo al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e guarda un po', non gliene mancava nemmeno uno. La nuvola, per la sorpresa, si sciolse in grandine. Il sole si tuffò allegramente nel mare.

Gianni Rodari

A a l u n n o s c h e d a M-1U d i t o

02

Confronta il testo che hai ricostruito con la soluzione corretta riportata qui sotto. Eri riscito a capirlo ugualmente? Che difficoltà hai incontrato?

La formica e la colombaUna formica era assetata e si avvicinò alla riva di un ruscello. Un'onda la investì e la fece cadere nell'acqua. Una colomba, che passava portando un ramoscello nel becco, vide la formica in pericolo e le lanciò il ramoscello. La formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore stava per catturare la colomba nella sua rete. La formica gli si ac costò e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.

Lev Tolstoj

Il sole e la nuvolaIl sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso sul suo carro di fuoco, gettando i suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore temporalesco, che borbottava:- Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono.Nelle vigne ogni acino d'uva che maturava sui tralci, rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c'era filo d'erba, o ragno, o fiore, o goccia d'acqua. che non si prendesse la sua parte.- Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno, quando non avrai più niente da farti rubare.Il sole continuava allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza contarli.Solo al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e guarda un po', non gliene mancava nemmeno uno. La nuvola, per la sorpresa, si sciolse in grandine. Il sole si tuffò allegramente nel mare.

Gianni Rodari

Capire e comprendere: soluzioni

cres

cere

crescere cres

cere

crescereI

NS

IE

ME

IN

SI

EM

EP

ER

PE

R

incolla sul retro pieg

apiega

ritaglia

crescerecrescereI N S I E M E P E R